val vibrata life edizione giugno 2013
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VAL VIBRATA Life è un giornale Free Press distribuito in più di 300 attività della Val Vibrata .Arte Cultura Eccellenze Società TerritorioTRANSCRIPT
S E C T I O N N A M E
G I U G N O 2 0 1 3 VA L V I B R ATA L I F E 1
SPORT
Supporter Volley team Una delle realtà sportive più apprezzate nel panorama localePAGINA 40
MODA MARE
oNDa Su oNDale fantasie, gli spunti, i look esplosi sulle passerelle PAGINA 52
DIALOGO
aNSIa rICoNoSCerla e ComBatterlaQuanto e in che misura siamo da ritenere normali PAGINA 53
GIUGNO 2013 M A G A Z I N E N E W S S T O R I E I M M A G I N I
La cucina viva e naturale di ESPRI’
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VALVIBRATALIFEECCELLENZE CULTURA SOCIETA’ VIAGGI AMBIENTE ARTE DOMANDE E RISPOSTE ECCELLENZE CULTURA SOCIETA’ VIAGGI
AMBIENTE ARTE DOMANDE E RISPOSTE ECCELLENZE CULTURA SOCIETA’ VIAGGI AMBIENTE ARTE DOMANDE E RISPOSTE
VAL VIBRATA LIFE E’ UN MENSILE A DISTRIBUZIONE GRATUITA
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EDITORIALE
“TEMPO D’ESTATE”, “VAMOS a la playa”, “Tutti al mare”, “Tintarella di
luna”, “Spiagge”, “Abbronzatissimi” I,II e III. Chi più ne ha più ne metta.
I luoghi comuni, anche rivisitati attraverso i titoli di film e canzoni di
ogni tempo, non cambiano l’essenza delle cose. I luoghi comuni non
possono cambiare i “tempi che cambiano” , inesorabilmente, le stagioni
che non sono più quelle di una volta, le mode e i costumi che continuano ad
alternarsi ripetendo sempre e comunque tendenze e linee del passato. Ma il
nuovo dov’è? Deve essere da qualche parte, magari timidamente nascosto
per timore di essere male accolto. Scusate la metafora, ma sembra proprio di
vedere un allievo un po’ timido che ha paura di proporre la sua idea, seppure
valida, in una classe di bulli con insegnanti disattenti ai reali bisogni, presi solo
da urla e strepiti e punizioni minacciate. Così non si cresce, non si va oltre,
non si vive. Ma quando lo capiremo, tutti? Eppure non siamo ( o meglio, non
dovremmo essere) animali vocati al suicidio. Ditemi pure che sono una criti-
cona, ma certe cose davvero non mi vanno giù. E la cosa che mi fa sentire
come una marziana è che pensavo allo
stesso modo quando avevo 7 / 8 anni.
Ero una bambina a metà degli anni ‘70,e
ricordo tutto nitidamente. Certe cose non
mi piacevano allora, quando le vivevo
in primissima persona mentre accade-
vano, e non mi piacciono ora, ripropo-
ste travestite da “innovazione necessa-
ria”. Crescendo sono rimasta una ideali-
sta, ma va bene così. Questo non me lo
faccio portare via. Anche per questo sono
con VVL. Ci sono cose positive e belle
da fare, da condividere, ci sono giovani
e meno giovani che vogliono e possono
unire energie ed esperienza diverse per
dare vita ad un “nuovo” davvero differente,
che vada incontro a tutti, senza distinzione
. Magari mettendo da parte tanti vecchi
ego un po’ debordanti, e lasciando entrare aria fresca e pulita. Ecco, il mio
bisogno primario adesso, in questa estate che inizia a stento (altra metafora
efficace) è la pulizia. La purezza, il nitore, la chiarezza e la trasparenza.
Mi auguro che ognuno di voi lettori possa vivere al meglio la sua stagione
dorata, in compagnia di VVL, tra leggerezza e conoscenza del territorio e dei
suoi talenti. Non pensando alla parola “crisi”, ma alla parola “fare”, che fa rima
con “andare”, “migliorare”, “imparare”.
Serena estate!
DIRETTOREMaria Rita Piersanti
CAPO REDATTOREVirginia Ciminà
COLLABORATORIPaolo Gatti
Federica Bernardini Federica Pompei Virginia Maloni
Pasquale Rasicci Angelo Bruni
Giordana Galli Francesco Galiffa
Valeria Conocchioli Giovanni Lattanzi
Alessandra Di Giuseppe Martina Di Donato Anna Di Donato Gabriella Foschi
EDITOREDiamond Media Group s.r.l.
Via Carlo Levi, 1 Garrufo di Sant’omero (TE)
P.IVA IT01807440670
VALVIBRATALIFEè una testata registrata presso
il Tribunale di Teramo al n.546 del 08/11/2005
GRAFICADiamond Media Group S.r.l.
STAMPAArti Grafiche Picene s.r.l.
PUBBLICITàwww.diamondmediagroup.it
pagina 40
pagina 47
pagina 42
pagina 54
pagina 52
sommario
6 UN VIAGGIO TRA I CIPPI DI CONFINEA segnalare la linea di confine laddove non c’erano fiumi o strade, erano i cippi.
8 LA CHIESA DI SANT’ANTONIOLa costruzione della Chiesa di S. Antonio, nel centro storico di Giulianova, risale al
1566.
11 LA RICONVERSIONE DELLE IMPRESE IN VAL VIBRATAErano gli anni ’80, quando un quotidiano britannico, il Times di Londra, dedicava un
intero spazio alla nostra piccola vallata.
13 LA SEMINAIntorno ad un chicco di grano.
19 UN TUFFO NEL PASSATO CON DOMENICO DANESILa storia insegna che bisogna andare avanti senza dimenticare mai ciò che ci ha
insegnato il passato.
26 SCOPRENDO GLI ABETITO GALEOTTAIl loro trampolino di lancio è stato l’album “Bagagli a mano” del 2010. Da poco è uscito il
secondo album.
28 SEMINE DI GIUGNOLa C.E.L, meglio conosciuta come “scarola”, è tra gli ortaggi più consumati dall’inizio
dell’autunno a fine inverno.
42 23° MEMORIAL MORGAN CAPRETTACome ogni anno, anche quest’anno, il 21 luglio partirà da Garrufo il 23° Memorial
dedicato a Morgan Capretta.
V I A G G I O T R A I C I P P I D I C O N F I N Edi Valeria Conocchioli
UNO DEI CONfINI
più importanti d’Ita-
lia, quello tra lo Stato
Pontificio e il Regno
Borbonico, attraver-
sava orizzontalmente tutta la peni-
sola con direzione est-nord-est,
partendo dal Mar Tirreno (alla foce
del fiume Canneto) fino a scendere
verso l’Adriatico attraverso i ter-
ritori di Valle Castellana, Civitella
del Tronto, Sant’Egidio alla Vibrata
e Maltignano, per terminare poi al
ponte di barche di Porto d’Ascoli. A
segnalare la linea di confine laddove
non c’erano fiumi o strade, erano i
cippi (colonnette) in pietra calcarea,
travertino o tufo in base al materiale
più presente nel territorio. Ogni colon-
netta, alta 100 o 142 cm, era formata
da un fusto, uno zoccolo (cornice di
base) e un radicone (basamento
ancorato al terreno), ricavati da un
unico masso di pietra. Il peso della
colonnetta poteva variare dai 5-6
quintali ai 9-10 per quelle più grandi.
Per quanto riguarda la fase di costru-
zione del cippo, dopo che il materiale
era stato ridotto a una prima forma
grossolana, il fusto veniva “boc-
ciardato” con un martello a piccole
punte piramidali usato per rendere
ruvide le pietre da selciato od orna-
mentali. Poi, attraverso uno stampo
già predisposto, venivano incisi gli
stemmi, il numero d’ordine e l’anno
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6 VA L V I B R ATA L I F E G I U G N O 2 0 1 3
di posa (1846 o 1847). Gli stemmi
erano il giglio borbonico per la parte
rivolta verso il Regno di Napoli e le
chiavi decussate (a croce di sant’An-
drea) di San Pietro per la parte che
guardava verso lo Stato Pontificio.
Infine, sulla parte superiore del cippo
veniva scolpita una linea (spezzata
o retta) indicante la direzione della
colonnetta precedente e di quella
successiva. Per quanto riguarda
il numero d’ordine, in base al trat-
tato sottoscritto nel 1840 tra i due
Stati, i cippi dovevano essere 686,
numerati progressivamente dal Mar
Tirreno al Mar Adriatico, invece la
numerazione effettiva arriva a 649
perché alcune colonnette hanno lo
stesso numero seguito da una lettera
maiuscola. I cippi inoltre non veni-
vano posti sempre ad una mede-
sima distanza ma si seguiva la con-
formazione del terreno e la presenza
o meno di corsi d’acqua.Si narra che
con l’unificazione d’Italia molti cippi
vennero rimossi dalla loro posizione
per dissotterrare il testimone, una
medaglia di ghisa recante gli stemmi
dei due Stati, che si trovava sotto il
basamento della colonna.Tra i cippi
principali della nostra zona, è possi-
bile segnalare i seguenti:
n. 616 nei pressi dell’ingresso al centro storico di Civitella del Tronto n. 617 presso il santuario di Santa Maria dei Lumi a Civitella del Tronto n. 624 in Via del Campetto, località
confini, a Villa Lempa (Civitella del Tronto)
n. 639 al confine tra Sant’Egidio alla Vibrata e Maltignano n. 640 davanti la chiesa antica di Sant’Egidio alla Vibrata.
È forse tempo di riflettere sul perché
pezzi di storia nazionale e locale
vengano troppo spesso abbandonati
a se stessi, trasformandosi quindi in
rovine, invece di essere valorizzati e
divenire anche un’attrattiva turistica.
foto e dettaglio
cippo n. 639 al confine tra
Sant’Egidio alla Vibrata e
Maltignano
T E R R I TO R I O
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LA CHIESA DI SANT’ANTONIOdi Francesco Mosca
LA C O S T R U z I O N E
DELLA Chiesa di S.
Antonio, ne l cent ro
storico di Giulianova,
risale al 1566, come si
legge sull’architrave della porta
del la Chiesa. Al l ’or ig ine era
annessa al convento che i frati
Minori Conventuali costruirono
quando si trasferirono in Giulia
dopo la distruzione del borgo di
S. flaviano ed era dedicata a S.
francesco di Paola. Quando con
il provvedimento napoleonico del
1810 furono soppressi quasi tutti
gli ordini religiosi il convento di
Giulia venne confiscato, ma la
Chiesa r imase in esercizio a
cura dalla Confraternita di S.
Antonio di Padova, santo a cui
venne poi dedicata. Nel 1814 la
struttura, ormai in abbandono,
divenne di proprietà comunale
ed i locali del convento furono
destinati a Gendarmeria, carceri
e anche ad uff ic i comunal i .
Intorno al 1930 furono effettuati
importanti lavori di restauro e fu
aggiunto il campanile a vela. Nel
secondo dopoguerra la chiesa
venne saccheggiata e svuotata
praticamente di tutto, rimanendo
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8 VA L V I B R ATA L I F E G I U G N O 2 0 1 3
quasi abbandonata per lungo
tempo nel 1982 il parroco don
Domenico Panetta propose
l’ iniziativa del suo restauro
e con i fondi raccolti per la
grande disponibilità dei fedeli
due anni dopo venne r ia-
perta al culto magnificamente
restaurata. Essa si presenta
con una semplice facciata
a capanna in laterizio quasi
completamente priva di spor-
genze, con un sobrio portale
in pietra sulla sinistra della
chiesa svetta i l campanile
a vela dove trovano posto
tre campane. L’interno è a
navata unica che termina con
una profonda abside, nella
quale è collocata la zona pre-
sbiteriale sopraelevata di tre
gradini in essa è notevole la
presenza di un altare ligneo
finemente intagliato, mentre
dietro l’altare, a costeggiare
la parete dell’abside, si trova
il coro. Sui lati lunghi sono
presenti altri quattro altari,
due per lato, tutt i in st i le
barocco. Nella cantoria rica-
vata al di sopra del portale
d’ingresso e sorretta da due
colonne si trova un organo a
canne costruito nel 1737 dal
maestro organaro Onofr io
Cacciapuoti di Vasto (Ch).
T E R R I TO R I O
fotografie di Francesco Mosca
I M P R E N D I TO R I A D E L L A VA L V I B R ATA
G I U G N O 2 0 1 3 VA L V I B R ATA L I F E 1 1
D a l s u b l i m e a l r i d i c o l o c ’ è s o l t a n t o u n p a s s oLa riconversione della Val Vibrata nell’economia globalizzata
di Alessandra Di Giuseppe
ERANO GLI ANNI ’80,
quando un quotidiano
britannico, il Times
di Londra, dedicava
un intero spazio alla
nostra piccola vallata, presa ad
esempio e descritta dal report lon-
dinese John Earle il quale inter-
vistava l’allora Presidente del
Consorzio per lo Sviluppo della Val
Vibrata, Antonio Angelini. All’epoca
i 12 comuni della vallata vantavano
all’attivo 1600 piccole imprese ed
11.430 operai dediti soprattutto
nel settore del tessile, della pel-
letteria, del mobile con una prima
estensione dell’eno-gastro-
nomia. Quotidiani nazionali
ed internazionali dedicavano
ampi spazi sul “miracolo della Val
Vibrata”, situata a 150 miglia
da Roma, dietro la bellezza
statuaria del Gran Sasso,
lungo la costa Adriatica, così come
la descriveva il financial Times
di Londra si trattava, in realtà,
di una esplosione mediatica
fumosa ed esagerata, alla quale non
seguì una volontà politica chiara
ed operativa tale da consentire al
sistema di far fronte alle sfide globali
dell’economia. La globalizzazione,
in fa t t i ,
ha defi-
n i t i v a -
m e n t e sancito la fine
d i a t t iv i tà economiche strut-
turate singolarmente ed in modo
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disorganico sul territorio il concetto
marshalliano di custers “distretto
industriale” , ha avuto il grande
merito, negli ultimi anni, di consen-
tire la riscoperta del territorio (sistemi
produttivi locali) come risorsa produt-
tiva, dove prossimità e convivenza
sono fondamentali, per consentire
lo sviluppo di una forma di intelli-
genza collettiva. Le problematiche
legate alla frammentarietà ammi-
nistrativa ed allo sviluppo econo-
mico del territorio possono essere
risolte con la semplice Unione dei
Comuni prevista dal testo unico degli
enti locali? Tito Rubini, da sempre
impegnato nello studio del territorio
vibratiano afferma che per eserci-
tare politiche strategiche in un’area
omogenea si ha bisogno di una strut-
tura urbanistica unitaria capace di
attrarre investimenti e di sviluppare
sinergie sociali e processi produttivi
competitivi.
“Questa che chiamiamo città territorio – sottolinea Tito Rubini – ipotizzata dal sottoscritto e dai compianti Gaetano Annuntiis e Lino Fracassa, non coincide con l’attuale Unione dei Comuni che è espressione di un matrimonio fatto per interesse, mentre la Città territorio è un matrimonio fatto per amore, dove ognuno è disposto a cedere al proprio campanilismo per la realizzazione del bene comune. Progetti isolati, politici e industriali, sono destinati al fallimento. La Vibrata non può più aspettare, è stata dichiarata zona di crisi tra le 5 abruzzesi, ma sono convinto che anche questa volta i vibratiani sapranno inventare qualcosa di diverso, capace di creare un nuovo miracolo economico.”
T E R R I TO R I O
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Intorno ad un chicco di grano
L A S E M I N Adi Francesco Galiffa
Se il dissodamento del terreno era un lavoro contrassegnato dalla fatica e dal sudore, dovuto anche alla
calura dei mesi estivi, la semina era, invece, un’attività che richiedeva, più che la forza fisica, perizia
e attenzione. Dalla capacità di spargere in maniera corretta il seme sul terreno dipendeva, principal-
mente, l’esito del raccolto.
PRIMA DELLA SEMINA il terreno andava adeguata-
mente predisposto schiacciando e livellando i tufi
usciti dall’aratura con un passaggio di frascò, un
attrezzo, spesso “fatto in casa”, consistente in un
grosso pezzo di legno, appesantito da una zavorra,
trainato dai buoi. Le zolle erano poi frantumate con l’ausilio di
un troncatore, una grossa tavola di legno da cui sporgevano dei
resistenti pungoli di ferro lunghi 25-25 cm, o dell’estirpatore. Una
seconda passata di frascò completava la preparazione. Coloro che
non disponevano di animali, generalmente i possessori di piccoli
appezzamenti, eseguivano l’operazione con zappa e bidente.
Come speso accadeva nella civiltà contadina, i tempi dei lavori
agricoli erano dettati dai proverbi, i quali contemplavano la semina
in un arco di tempo abbastanza ampio, dall’inizio di ottobre alla
fine di novembre: Per San Cipriano (2 ottobre) semina in coste e
semina in piano e Sante flavià (24 novembre) riesce li vuove de
sementà. Prima di essere sparso nei campi, il seme era adegua-
tamente trattato per evitare che le spighe fossero attaccate dal
carbonchio. Il contadino lo versava in un tino, scioglieva un po’ di
rame e lo versava nel recipiente insieme a della
calce viva mescolava tutto accuratamente in
modo che il preparato si fissasse sulla super-
ficie dei chicchi di grano. fino a poco più di un
secolo fa, la tecnica più diffusa per spargere
il grano sul terreno era la semina a spaglio,
detta anche a getto, praticata dagli agricoltori
sin dal Neolitico e immortalata in molte opere
da artisti, di ogni epoca, tra i quali va segna-
lato il grande Vincent Van Gogh. L’operazione
richiedeva più perizia di quanto si possa imma-
ginare e lo stesso Plinio, come riporta il nostro
“esperto” Berardo Quartapelle, nel lib. 18, cap.
24, della sua monumentale Naturalis historia,
«raccomanda che la sementa ugualmente si
debba spandere sul terreno preparato, e che la
mano si debba accordare col passo e sempre
col destro piede. I nostri agricoltori nulla hanno
cangiato intorno a questa costumanza, la
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quale per una tradizione non inter-
rotta è restata la stessa sino a’ nostri
giorni», cioè al 1801. Questa tecnica
fu usata ancora per molto tempo,
come ricordano i contadini vibratiani,
i quali per eseguire a regola d’arte
il lavoro dividevano l’appezzamento
destinato alla semina in strisce
larghe circa quattro metri, delimitan-
dole con le biffe, dei pezzi di canna
lunghi circa un metro e mezzo, sulle
cui sommità erano inseriti dei piccoli
fogli di carta. L’operazione di alline-
amento, definito in dialetto annez-
zelà, risultava spesso difficoltosa,
soprattutto per i giovani, il quali, per
apprendere, andavano ad osservare,
spesso di nascosto, il procedere dei
contadini più esperti. Questo modo
di seminare presentava, però, diversi
inconvenienti perché, per l’imperizia
pagina 13
La semina a
spaglio (disegno
di Vincent Van
Gogh)
pagina 15
in alto,
Seminatrice a
falcioni (Fototeca
Pasquale Rasicci)
in basso, La
Semina pollicando
(disegno di Maria
Antonietta Di
Brandimarte)
in questa pagina
Il progetto della
seminatrice di
Jethro Tull
T E R R I TO R I O
1 6 VA L V I B R ATA L I F E G I U G N O 2 0 1 3
T E R R I TO R I O
del contadino o per lo scarso livella-
mento del terreno, il seme non era
sparso in maniera uniforme restava
ammucchiato in un sito, mentre in
un altro era mancante. Se poi non
veniva ricoperto bene, la maggior
parte era divorata dagli uccelli. Ciò
comportava chiaramente uno rac-
colto scarso, che i contadini, per
mascherare la propria imperizia, attri-
buivano ai cattivi influssi dei pianeti
e alle avverse condizioni atmosferi-
che. Per migliorare la resa, nei trat-
tati di agricoltura si consigliava di
fare ricorso ad altri sistemi di semina.
Uno prevedeva la deposizione dei
chicchi in buchi realizzati con un
piolo o, per accelerare l’operazione,
con strumenti di semplicissima fab-
bricazione, realizzabili dallo stesso
contadino, che permettessero di fare
dei fori multipli. Un altro metodo era
quello di seminare pollicando, una
tecnica descritta con dovizia di par-
ticolari da Berardo Quartapelle: «Un
contadino prendendo una manata
di grano preparato dal sacco, che
gli pende dal fianco sinistro, col
muovere il pollice e l’indice della
mano destra fa cadere camminando
due o tre granelli alla distanza d’un
palmo in circa nella porca (dal latino
porca, terra sollevata tra due solchi,
ndr) nell’atto stesso che è preceduto
dall’aratro. Il solco appresso cuopre
la sementa, e sarebbe cosa molto
importante se in ultimo si facesse
passare l’erpice su tutto il campo
seminato. Si pollica in un giorno
da una persona, che ne abbia una
pratica, un tomolo e mezzo di grano
(60 kg circa, ndr).». Nei primi anni
del 1900 anche nella nostra Valle la
semina a spaglio cominciò ad essere
sostituita da quella effettuata con la
seminatrice, una macchina, per il
suo costo elevato, alla portata solo
dei possessori di grandi estensioni
di terreno, i quali la concedevano in
prestito, con o senza buoi, in cambio
di diverse giornate di lavoro. Essa
faceva il suo ingresso nelle nostre
campagne ben due secoli dopo la
sua invenzione. La prima macchina
seminatrice, infatti, venne realizzata,
nel 1701, da Jethro Tull, quando
viveva a Crowmarsh Gifford, villag-
gio nel South Oxfordshire, vicino
al Tamigi. facendo un foro ad una
profondità specifica, depositando
un chicco e ricoprendo tutto alla fine
dell’operazione, questo primo esem-
plare di seminatrice poteva trattare
tre file alla volta. Il risultato imme-
diato fu un aumento del tasso di ger-
minazione e un raccolto elevato fino
all’800%. Nei secoli successivi, la
seminatrice usata per il grano era
quella a righe, che distribuiva, più o
meno uniformemente, il seme entro
piccoli solchi paralleli, tracciati e suc-
cessivamente ricoperti dalla mac-
china stessa era e restò per molto
tempo, fino alla diffusione del trat-
tore, a trazione animale. Nel tempo
si susseguirono tre modelli, contrad-
distinti essenzialmente dal tipo d’as-
solcatore montato: seminatrice ad
estirpatore, a falcioni e a dischi. La
seconda era la più diffusa perché era
la più universale, adatta alla maggior
parte dei terreni. I modelli più venduti
erano la Longhina, l’Asperia e la
Vittoria, costruiti da aziende dell’Italia
del Nord c’erano, però, anche quelli
realizzati da costruttori locali, gli
Spinosi di Martinsicuro e i Mozzoni di
Spinetoli. Il contadino, abitualmente,
seminava da solo, stando dietro al
mezzo da quella posizione poteva
impartire gli ordini agli animali,
abbassare e sollevare gli assolca-
tori e ripulire con la ralla, una spatola
triangolare di ferro infilata all’estre-
mità di un bastone, i falcioni e i dischi
dalla terra, dalle erbe e dalle radici
che vi si attaccavano. Ultimata la
semina, poi, provvedeva a proteg-
gere il suo lavoro dalle possibili incle-
menze del tempo predisponendo un
sistema di solchi per interrompere
e rallentare, nel caso di forti e per-
sistenti piogge, la forza dell’acqua
questo era composto da un lungo
canale principale, realizzato al centro
dell’appezzamento o vicino al filare
di viti, nel quale confluivano i solchi
obliqui, tracciati trasversalmente.
Il diritto consuetudinario imponeva
di interrompere il solco principale,
qualora non andasse a sfociare in
un fosso, prima che raggiungesse
il confine del vicino la distanza era
pari alla lunghezza della pertecara,
l’aratro, o a quello del manico di una
zappa. A quel punto valeva il detto
L’acqua va dova la terra penna. La
pratica era spesso oggetto di discus-
sione e finanche di liti, con frequenti
ricorsi alla Legge.
Viale Mazzini - 64011 Alba Adriatica TE
Tel: 0861-714647 [email protected]
E C C E L L E N Z E
G I U G N O 2 0 1 3 VA L V I B R ATA L I F E 1 9
LA STORIA INSEGNA che
bisogna andare avanti
senza dimenticare mai
ciò che ci ha insegnato il
passato. Oggi vogliamo
farlo ricordando un grande artista
riconosciuto non solo nel nostro terri-
torio ma anche e soprattutto a livello
nazionale: Domenico Danesi. Di lui
hanno scritto giornali, riviste specia-
lizzate e inoltre la Rai e varie emit-
tenti private del tempo gli hanno dedi-
cato ampio spazio. Pittore, scultore
e grande uomo di cultura, nacque a
Sant’Egidio alla Vibrata il 21 aprile
1916. Membro dell’Accademia delle
Scienze, Lettere ed Arti di Milano,
fu insegnante nelle scuole secon-
darie e inventore di metodi didat-
tici come il “Talismano Scolastico”,
strumento per l’apprendimento della
lingua attraverso il gioco. fu attivo
anche durante la guerra di libera-
zione riportando un encomio al valor
militare nella battaglia di Chieti del
U n t u f f o n e l p a s s a t o c o n D o m e n i c o D a n e s idi Valeria Conocchioli
E C C E L L E N Z E
2 0 VA L V I B R ATA L I F E G I U G N O 2 0 1 3
10 settembre 1943. Come scrittore
vanno ricordate la sua principale
opera storico letteraria “Sant’Egidio
alla Vibrata e l’antico Pretuzio-
Piceno” e la raccolta di poesie “Il
mio stile” scelta nel 1954 per la sele-
zione definitiva al Concorso “Giosuè
Carducci” di Marina di Pietrasanta.
Oltre a scrivere, fu pittore dal 1940,
scultore dal 1960 e anche incisore dal
1944. Espose le sue opere in molte
mostre, non solo locali: a firenze,
Modena, Perugia, Milano e anche
in Sardegna dove vinse il premio di
pittura “Città di Cagliari” del 1978. In
un’intervista rilasciata nel 1979 alla
rivista trimestrale “Terza Pagina”, il
grande artista di Sant’Egidio mette
in evidenza le caratteristiche della
sua arte. Afferma di non imitare cor-
renti artistiche ma di creare liberando
le immagini che si affollano nel suo
mondo interiore. Per lui “il mondo del
pittore è tutto un firmamento di poesia
che vibra teneramente nel suo cuore
con un linguaggio molto acceso che
parla chiaramente nella grafia della
pennellata, lingua fantastica in cui
la profondità è molto più accessibile
del carattere tipografico e calligra-
fico della stessa poesia”. Artista dalla
vena inesauribile, il pittore Danesi
cerca di affrontare i problemi dell’a-
more, della divinità e del peccato
giungendo perfino a rappresentare
la divinità in atteggiamenti molto
umani, in gestualità di contestazione
o di protesta. Tra le opere sculto-
ree presenti nelle numerose colle-
zioni sia in Italia che all’estero ricor-
diamo: il “Cristo ligneo”, la “Madonna
della carezza”, la “Madonna con il
bambino” (scultura lignea scolpita
nel 1955) e il suo capolavoro, la
“Venere della Val Vibrata”, scolpita
nel 1963-1964 a Piagge di Ascoli
Piceno con la dura pietra di colle San
Marco. Quest’opera, così bella da
essere scambiata per scultura clas-
sica, ritrae in proporzione esatta sua
figlia Silvana quando aveva diciotto
anni ed è stata esposta nella galleria
Michelangelo di firenze. Da grande
e insieme umile uomo di cultura,
Domenico Danesi ci ha insegnato
che non bisogna sempre andare
altrove per cercare la bellezza
perché spesso abbiamo la vera arte
già a portata di mano!
Nella pagina precedente
Madonna lignea con il bambino e La
Madona della Carezza
In questa pagina
Cristo Ligneo, opera vincitrice del
premio Cagliari, Venere della Val
Vibrata
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E C C E L L E N Z E
2 2 VA L V I B R ATA L I F E G I U G N O 2 0 1 3
QUESTO MESE VI parliamo di Esprì,
osteria, cucina naturale, vineria, nata
dalla mente di due giovani ragazzi
Emanuela Tommolini e fabio De
Cristofaro che hanno voluto mettere in
pratica quello che da sempre è stato il loro stile di vita.
Nasce cosi il progetto ”Esprì”, mirato al rispetto per l’am-
biente attraverso un’alimentazione sana e consapevole.
Già il nome è una dichiarazione di intenti, infatti “Esprì”
deriva dal francese esprit, spirito, termine che applicato
al cibo sta a significare la volontà di proporre una cucina
viva, che nutra l’anima e il corpo. Emanuela e fabio,
hanno partecipato nel 2009 a “Creolab”, il corso di forma-
zione d’impresa organizzato dalla Provincia di Teramo.
Il progetto elaborato è stato presentato a Sviluppo Italia,
ente pubblico che , dopo accurata selezione, finanzia
imprese e start up. Così ha preso vita “Esprì”, progetto
in rapida e continua evoluzione. Infatti a distanza di un
anno dall’apertura i due giovani hanno deciso di fare
esperienza in rinomati ristoranti per studiarne la cucina
L a c u c i n a n a t u ra l e l a t rov i d a E s p r ìdi Virginia Ciminà
E C C E L L E N Z E
G I U G N O 2 0 1 3 VA L V I B R ATA L I F E 2 3
e l’organizzazione, in più Emanuela
ha anche partecipato al Programma
woof, grazie al quale è possibile
avere un contatto diretto con le
aziende agricole aderenti, offrendo
lavoro in cambio di vitto e alloggio.
finalmente il 7 febbraio 2010 “Esprì”
si concretizza nell’attuale sede di
Colonnella seguendo un ben preciso
eptalogo: filiera corta, tracciabilità,
stagionalità, alimenti freschi e vivi,
cottura e trasformazioni non inva-
sive, cultura degli equilibri e delle
combinazioni alimentari e riscoperta
di piatti della tradizione. Una filosofia
che l’esperto di sala fabio e la cuoca
Emanuela, curano in ogni minimo
particolare, dalla genuinità degli ali-
menti fino alla scelta dei fornitori
per materie prime biologiche a km0.
“Cucina naturale” perché per stessa
ammissione di Emanuela e fabio è
sinonimo di cucina genuina, sponta-
nea, semplice e sincera. “Genuina,
perché la qualità e la bontà degli
ingredienti che utilizziamo sono la
colonna portante di tutto il nostro
lavoro, così come il rispetto della
stagionalità e delle materie prime,
la predilezione per le piccole produ-
zioni artigianali, biologiche o biodina-
miche o semplicemente che ci sem-
brano ben fatte.” “Spontanea, perché
non ci facciamo problemi ad inse-
rire nel menù pochi piatti di carne, e
non abbiamo timore di trasformare
una semplice insalata in un piatto
principale.” “Semplice, perché pre-
feriamo utilizzare pochi ingredienti,
solo quelli necessari e evitiamo inutili
preparazioni laboriose, per preser-
vare la nitidezza del gusto e la spon-
taneità del gesto.” “Sincera, perché
non ci interessano le mode, gli artifici
e gli inganni, ma solo professionalità
e passione, per migliorare attraverso
un lavoro quotidiano e coerente con
le nostre scelte.” Esprì è anche
vineria e sala tè per una pausa nella
tranquillità nel borgo, per godersi un
rilassante momento da soli o in com-
pagnia. Quindi se da sempre cercate
un luogo dove trovare la cucina sana
e genuina , Esprì è il luogo giusto
per voi. Non vi resta che accorrere
numerosi. Non ve ne pentirete!
L A S AT I R A D I P E R I L L I
2 4 VA L V I B R ATA L I F E G I U G N O 2 0 1 3
S c o p r e n d o g l i A b e t i t o G a l e o t t adi Martina Di Donato
SONO LE 10 del mattino quando incontro gli Abetito Galeotta,
un gruppo di musicisti unitisi nel 2007 quasi per gioco. Il loro
trampolino di lancio è stato l’album “Bagagli a mano” del 2010.
Da poco è uscito il secondo album “Cambi di stagione”, pro-
dotto dalla Music force e distribuito dalla Self.
Iniziamo la nostra intervista ripercorrendo a grandi linee la loro storia: gli chiedo cos’è cambiato da quando in un ritiro ad Abetito Montegallo 4 amici hanno deciso di iniziare quest’avventura.
Mi dicono: cambiate molte cose, a partire dal repertorio, inizialmente fatto
da cover di artisti come de Andrè, De Gregori, Capossela, Silvestri, poi pian
piano abbiamo iniziato a produrre qualcosa di nostro, fino al primo album.
Anche la vostra formazione è cambiata?
Si. Nel corso degli anni alcuni si sono trasferiti per questioni di lavoro.
Attualmente la formazione comprende: Manlio Agostini ( voce,chitarra),
Marco Pietrzela ( flauto traverso, tamburello),Alessandro Corradetti (tastiere),
Simona Biancucci ( percussioni).
Leggendo i loro testi si trovano riferimenti a personaggi e fatti storici nazio-
nali ma anche locali, come il brigante Piccioni, Cecco. Quanto la realtà quotidiana influisce nei vostri testi?
In un disco possono trovare spazio
varie tematiche. E’ sempre impor-
tante ricordare da dove si proviene.
Anche nel nuovo disco abbiamo
inserito riferimenti a luoghi e per-
sonaggi locali, come in “Cartoline
da Montegallo” e a realtà nazionali
come in “ Carbonia”.
Cosa pensate del panorama musi-cale locale? E cosa volete dire ai giovani che vogliono intrapren-dere la carriera da musicisti?
C’è un buon fermento,rispetto a
qualche anno fa stanno aumentando
la band che si dedicano al cantauto-
rato. Ci capita spesso ci collaborare
con delle band di alto livello.
A chi vorrebbe intraprendere questa
carriera- quasi imbarazzati nel
ruolo di mentori- diciamo di credere
sempre a ciò che fanno, anche nei
P E O P L E
2 6 VA L V I B R ATA L I F E G I U G N O 2 0 1 3
S c o p r e n d o g l i A b e t i t o G a l e o t t adi Martina Di Donato
momenti più difficili e di cercare la
propria strada per riuscire ad espri-
mere al meglio quello che sentono.
Poi ricordano i concerti dei loro albori,
quando suonavano nei locali della
zona quasi senza compenso.
Terminate le domande gli lascio spazio per i ringraziamenti:
ringraziamo Marco zaini che ha illu-
strato le nostre copertine e tutti i musi-
cisti che hanno collaborato alla regi-
strazione.Con i ringraziamenti ci salu-
tiamo con la consapevolezza che sen-
tiremo parlare molto di questo gruppo
che viaggia in una direzione ben
precisa senza dimenticare le origini
e senza mai smettere di credere nel
loro sogno.
G I U G N O 2 0 1 3 VA L V I B R ATA L I F E 2 7
SEMINE DI GIUGNOCHICORIUM ENDIVIA LATIFOLIUM & HISSOPUS OFFICINALISdi Anna Di Donato
La C.E.L, meglio cono-
sciuta come “scarola”,
è tra gli ortaggi più con-
sumati dall’inizio dell’au-
tunno a fine inverno. E’
infatti la fine di giugno il periodo
ideale per la semina che avviene
in semenzaio. Sufficienti sono i fer-
tilizzanti minerali e dopo che la
terra è stata ben setacciata
ed unita a della sabbia,
i semi vengono
sparsi sul terric-
cio a distanza
di 30-40 cm
e ricoperti ,
con imme-
d i a t o
innaffia-
mento a
pioggia
che ne
evita lo
s m u s -
samento.N o n
a p p e n a
le piantine
sono visibili si procede al tra-
pianto con distanza massima di
30 cm.L’issopo officinale è invece
una pianta aromatica della fami-
glia delle Lamiacae. Anche questa
prevede la semina in semenzaio a
terra o in contenitori solitamente
avviene ad aprile ma negli ultimi
anni di slittamento delle stagioni,
ha migliori riscontri se posticipata
a fine giugno.Se si sceglie il vaso,
questo deve essere a ciotola con
profondità di almeno 40cm.Nella
prima fase è meglio mettere il vaso
in una zona soleggiata ma riparata
(es. balcone) e non appena spun-
tano le prime 8-10 foglie è
necessario procedere
con il trapianto. Da
agosto ad ottobre
è possibile uti-
lizzare anche
i f i o r i .
fogl ie e
fiori sono
u t i l i z -
zati per
i n f u s i
soprat-
t u t t o
c o n t r o
t o s s e ,
ca ta r ro ,
asma e
raffreddore.
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A M B I E N T E
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S E C T I O N N A M E
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S E C T I O N N A M E
2 9 VA L V I B R ATA L I F E G I U G N O 2 0 1 3
LO SCORSO GIUGNO la costa abruzzese
ha visto le proprie strade invase da cen-
tinaia di amanti dei pedali, in occasione
della terza Biciclettata Adriatica. Partendo
rispettivamente da S. Benedetto del T. e
francavilla al Mare, due gruppi sono partiti conver-
gendo verso Pineto, vedendo aumentare le proprie fila
tappa dopo tappa lungo tutte le cittadine del percorso.
Grazie al Coordinamento Ciclabili Abruzzo Teramano e
per mezzo della cooperazione tra i comuni coinvolti e
TUTTI IN BICILA BICICLETTATA ADRIATICA 2013a cura di Angelo Bruni – C.E.A Scuola Blu
diverse associazioni, tra cui la Scuola Blu, la manifesta-
zione ha permesso ai partecipanti di poter scegliere se
fermarsi in determinati punti o completare l’intero per-
corso, culminante con la visita alla Torre del Cerrano.
Come le analoghe manifestazioni svoltesi nella stessa
data, l’evento ha voluto sensibilizzare la gente alla mobi-
lità sostenibile ed alla possibilità di realizzazione di nuovi
tratti che possano costituire un lungo tragitto che attra-
versi con continuità tutta la costa abruzzese. Preparate
le bici per il prossimo anno!
A M B I E N T E
G I U G N O 2 0 1 3 VA L V I B R ATA L I F E 3 1
Filastrocca Sulla LunaILLUSTRAZIONI DI GIORDANA GALLI
VALVIBRATALIFEBABY!
adesso a chi la diamoquesta luna bambinache vola in un “amen”dal Polo Nord alla Cina?Se la diamo a un generale,povera luna trottola,la vorrà spararecome una trottola.Se la diamo a un avarocorre a metterla in banca:non la vediamo piùné rossa né bianca.Se la diamo a un calciatore,la luna pallone,vorrà una paga lunare:ogni calcio un trilione.
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Il meglio da fareè di darla ai bambini,che non si fanno pagarea giocare coi palloncini:se ci salgono a cavalcionichissà che festa;se la luna va in fretta,non gli gira la testa,
anzi la spronerannola bella luna a dondolo,lanciando grida di gioiadall’uno all’altro mondo.Della luna ippogriforeggendo le briglie,faranno il giro del cieloa caccia di meraviglie.
(Gianni Rodari)
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Colora la tua fiaba
O M B R I N A M A R E S E L A S TO R I A I N S E G N A . . .a cura di Anna Di Donato
IL CONVEGNO TENUTO a Tortoreto da M.R.
Orsogna, fisico e docente della California State
University di Los Angeles, mostra, ancora una volta,
quanto sia funesto restare inermi dinanzi alla con-
cessione Ombrina Mare. Nato come lungimirante
decreto in grado di trasformare l’Abruzzo in una regione
petrolifera ad alta produzione, altro non è che l’appeti-
bile speculazione finanziaria di una delle tante compa-
gnie, ai danni dell’ignaro autoctono. Da professionista
della scienza, la D’Orsogna prende la parola senza fare
previo accenno al decreto, ma proponendo una serie di
slides contenenti i vari passaggi di uno scavo d’estra-
zione. Solo l’esplorazione prevede operazioni definite Air
Gun (spari d’aria compressa) di 200-250 decibel, livello
di suono letale per la fauna marina. Dopo aver riportato
alcuni concreti esempi sulle conseguenze di un’attività di
questo tipo, è passata ad approfondire il problema ine-
rente l’estrazione. Non tutti sanno che questa avviene
attraverso fanghi e fluidi perforanti ad alto concentrato
di sostanze chimiche e zolfo allegramente assorbite dai
pesci che navigano ignari. Negli ultimi 30 anni si sono
poi verificati scoppi di numerevoli pozzi non solo in Italia
A M B I E N T E
G I U G N O 2 0 1 3 VA L V I B R ATA L I F E 3 5
ma in tutto il mondo, con ripercussioni perenni sull’am-
biente. Ironia della sorte è quella che vede la stessa ENI
definire le estrazioni in Italia “il fondo del barile”. Il nostro
petrolio è infatti amaro (ricco di gas sulfurei) e pesante
(con molecole troppo lunghe per realizzare benzina)
e su 24 anni non si estrarrebbero più di 40 milioni di
barili, utili cioè per sole 4 settimane di fabbisogno nazio-
nale. I petrolieri sdrammatizzano: <<è vero, ma lo scarto
attraverso desolforazione sarà utile per fertilizzanti e
medicinali>>, senza far accenno all’ineludibile dato che
nel mondo c’è una sovraproduzione di zolfo. La tossi-
cità degli agenti, paragonabile al cianuro, con funzioni
mutageniche e cancerogene, getta in secondo piano la
decisione (contenuta per altro nel decreto) di trivellare
a soli 7-9 km dalla riva, tanto per elevare incisivamente
il rischio di tumori al colon, polmoni, seno e prostata,
nelle popolazioni limitrofe. Correlati sono poi i fenomeni
di subsidenza, ossia di abbassamento del terreno, veri-
ficatisi già a Ravenna. Sconcertante la corrispondenza,
riportata dalla dott.ssa, tra il Ministro dell’Ambiente Clini
e la Medoilgas nella quale, quest’ultima, ringraziava con
stima l’on. per lo sblocco delle restrizioni sulle estra-
zioni. Posto che l’Adriatico è, insieme all’agricoltura e
alla pesca una delle risorse nevralgiche del nostro terri-
torio, è bene intraprendere campagne d’informazione e
sensibilizzazione come quella attuata dal nostro fisico
internazionale.
in questa foto:
la Dott.ssa M.R. D’Orsogna durante
l’incontro pubblico
A M B I E N T E
3 6 VA L V I B R ATA L I F E G I U G N O 2 0 1 3
T E R R I TO R I O
S O N E T TO S U L L I TO R A L E D I M A RT I N S I C U R Odi Valeria Conocchioli
LA BELLEzzA DELLE
nostre coste riesce ad
ispirare anche i poeti! È
quello che è successo a
Maurizio Rinaldi, turista
di 72 anni di Legnago, che è stato
Matinada Adriatica
La campanela de Martinsicurola sonava a le siè de la matina,
perché el sole el paresse via chel scuro
che querzea ancora i monti e la marina.
Alora el sior Titon, dal sono duro,ga manda avanti la so concubina.
Che belessa chel longo nastro azuroDel Tronto, tra un paeseto e ‘na colina!
Apena alsà el sipario la natura,
parea che Colonela e Controguerale batesse le man par la braura.
Sul mare, fato ciaro, le balava
alegre un par de vele, e ‘na bandieralarga su ‘na paranza sventolava.
Mattinata Adriatica
La campanella di Martinsicurosuonava alle sei del mattino,
perché il sole cacciasse quel buio
che copriva ancora i monti e la marina.
Allora il signor Titone, dal sonno pesante,ha mandato avanti la sua concubina.
Che bellezza quel lungo nastro azzurroDel Tronto, tra un paesetto e una collina!
Appena alzato il sipario la natura,
sembrava che Colonnella e Controguerraapplaudissero per la bravura.
Sul mare, diventato chiaro, ballavanoallegre un paio di vele, e una bandiera
larga su una paranza sventolava.
affascinato da una passeggiata mat-
tutina sul litorale di Martinsicuro. Da
questa piacevole esperienza è nato
il sonetto “Matinada Adriatica” che
ha vinto il primo premio della tren-
tottesima edizione del Concorso
di poesia in dialetto veneto “Bruno
Tosi”, promosso dalla fondazione
fioroni. Di seguito il testo con rispet-
tiva traduzione.
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L’8 MARzO DEL 1993
prende vita a Nereto la
Supporter Volley Team,
una delle realtà spor-
tive più apprezzate nel
panorama locale. Guidata dal pre-
sidente francesco Galiffa e con
un direttivo formato prevalente-
mente da donne, l’associazione
cresce con il sostegno finanzia-
rio della zadian Confezioni di
un cui marchio porta ancora il
nome. La Supporter Volley Team
opera una crescita graduale, che
la vede protagonista di svariate
promozioni f ino all ’approdo al
campionato nazionale di B2, nel
quale mil i ta per due stagioni.
Sono anni questi in cui la società
valorizza molte atlete del vivaio,
alcune delle quali ancora giocano
in pianta stabile in campionali ad
alto livello. Ma la crisi economica
non risparmia neanche lo sport,
soprattutto se si tratta di una
piccola società a livello locale
così la Supporter Team Nereto
è costret ta a r id imensionare
i propr i programmi at testan-
dosi sui campionati minori, ma
L a S u p p o r t e r Vo l l ey Te a m d i N e r e t o f e s t e g g i a i 2 0 a n n i d i a t t i v i t àdi Virginia Ciminà
S P O R T
4 0 VA L V I B R ATA L I F E G I U G N O 2 0 1 3
al lontanando i r ischi d i una
scomparsa definitiva per voler
rimanere a tutti i costi in cam-
p ionat i maggior i . In questa
fase il direttivo della società ha
deciso di puntare soprattutto
sul settore giovanile e sulla cre-
scita del vivaio. Questa politica
ha fruttato numerosi successi a
livello giovanile, grazie soprat-
tutto alla costanza e determi-
nazione di Doliana Mercuri, la
vera “anima” del movimento, e al
supporto tecnico, ma non solo,
degli allenatori Luigi Vagnarelli e
Emidio Galiffa, un po’ i ferguson
della piccola realtà locale. Con
loro in panchina, quest ’anno
la Suppor ter ha consegui to
anche la promozione in serie D,
dopo aver dominato il campio-
nato e aver battuto in finale le
più titolate ed esperte ragazze
del la Pal lavolo Corropol i . Un
successo, quello della squadra
del presidente fabio Minora,
reso ancora più speciale perché
ottenuto da una squadra com-
posta esclusivamente da gioca-
trici provenienti dal vivaio, molte
delle quali residenti nella vicina
Sant’Omero un esempio, forse
unico nel panorama sport ivo
vibratiano, in cui è stato supe-
rato il campanilismo. Altro fiore
all ’occhiello della Società è la
festa del Minivol ley, arr ivata
quest’anno alla XIII edizione.
Per questa manifestazione la
dir igenza del la Supporter ha
adottato, sin dalle prime edi-
zioni, una formula innovativa,
con la quale si favorisce, garan-
tendo un egual numero di partite
a tutte le squadre, i l divert i-
mento, a scapito della competi-
zione, che porta spesso a com-
portamenti diseducativi per l’e-
sasperazione della stessa. La
formula, poi, è stata fatta propria
da altre società. La pallavolo,
per la società e per i tecnici, più
che un fine, è considerato un
mezzo per assicurare ai bambini
e agli adolescenti una crescita
equilibrata. Sacrificio e sudore,
ma anche divertimento e spet-
tacolo: la pallavolo è uno degli
sport più amati e seguiti e, anche
i piccoli paesi come Nereto, si
possono conseguire ottimi risul-
tati e grandi soddisfazioni.
foto in questa pagina
La squadra promossa nel
Campionato Regionale di Serie D
S P O R T
G I U G N O 2 0 1 3 VA L V I B R ATA L I F E 4 1
COME OGNI ANNO,
anche quest’anno,
il 21 luglio partirà
da Garrufo il 23°
Memorial dedicato
a Morgan Capretta. Organizzato
dall’Associazione Grimpeur, di cui
abbiamo incontrato il presidente
Mirko Rocchetti.
Com’è nata l’associazione Grimpeur?
L’associazione è nata sei anni fa,
l’idea ci è venuta dalla passione
per il ciclismo che accomuna me e
2 3 ° M e m o r i a l M o r g a n C a p r e t t a
gli altri fondatori. Abbiamo deciso
di riprendere il Memorial Morgan
Capretta, che per un po’ di tempo si
è fermato. Grazie all’aiuto di colla-
boratori, amici e sponsor siamo riu-
sciti ad organizzare questa manife-
stazione giunta al sesto anno. Nel
corso del tempo abbiamo aggiunto
nuovi trofei come la “Medaglia d’oro
Vincenzo Di Clemente” e il “Trofeo
Città di Garrufo”.
Quale percorso svolgono gli atleti?
Il percorso si dirama lungo tre comuni:
Sant’Omero, Torano e Sant’Egidio.
La partenza è prevista da Garrufo , si
prosegue per l’ ospedale, la Bonifica
del Salinello, si torna a Garrufo per
dirigersi a Torano, Villa Bizzarri, Villa
Marchetti ed infine di nuovo Garrufo.
La gara dura circa tre ore e mezza,
per un totale di 140 km. Il percorso
è abbastanza difficoltoso a causa
dei sali scendi continui e alla salita
del cimitero di Sant’Omero che gli
atleti affronteranno nel finale e che
di sicuro vista la sua forte pendenza
farà sicuramente selezione.
E’ una gara dilettantistica di
S P O R T
di Martina Di Donato
rilievo?
Si. E’ l’ultimo stadio del dilettantismo.
I partecipanti arrivano da tutta Italia,
ci sono circa 25 squadre per un totale
di 200 ciclisti. Molti dei ragazzi che
hanno partecipato li abbiamo rivisti
poi nelle importanti gare internazio-
nali che si svolgono in tutta Europa
compreso il nostro Giro D’Italia .
Inoltre la gara è valida per il cam-
pionato Regionale.
Quando si svolgerà la gara?
Il 21 luglio, inizierà alle13.30 e verrà
trasmessa da alcune emittenti locali
di sei regioni e da Rai Sport.
Come presidente dell’associa-zione, vuoi ringraziare qualcuno in modo particolare?
Un ringraziamento particolare va agli
sponsor, che ci permettono di conti-
nuare a realizzare questo Memorial,
ai tecnici, agli appassionati. Un
Abbraccio particolare alla famiglia
Capretta.
in questa pagina
Alcune foto dall’ultima
edizione del Memorial
Morgan Capretta
S P O R T
G I U G N O 2 0 1 3 VA L V I B R ATA L I F E 4 3
N U OV E P O L I T I C H EIl futuro dell’Abruzzo verterà verso il migliore investimento turistico. E che gara sia!
a cura di Anna Di Donato
NON È CERTO un
segreto che econo-
misti ed esperti di
settore abbiano indi-
viduato nelle “tecno-
logie pulite” come il turismo, l’unico
settore in fase embrionale (nel nostro
paese) e del quale si prevede il boom
nel 2020. Questa la data finale per
scelte da affrontate ora per poter
essere poi al passo con i tempi di
ripresa. Questo il momento giusto
per intraprendere nuove sfide di cre-
scita come l’iniziativa degli itinerari
ciclo-ippo-agro-turistici avviati dal
comune di S.Omero in partecipa-
zione con le Associazioni “Cultori Di
Ercole” e “Wild West” . Percorsi sto-
rico-naturalistici da poter effettuare
in bici o a cavallo, dotati di apposita
segnaletica, percorrendo antiche
strade romane e ruderi poli e mono-
teisti con partenza dalla chiesa di
S.Maria a Vico. Sempre dal comune
e da alcuni volenterosi cittadini si
sta diramando il vecchio progetto
del Mercato Diffuso Contadino, che
unisce, ad un disegno fondato sulla
filosofia del Km0, uno internazio-
nale sigillato dall’accordo di collabo-
razione con l’Associazione austra-
liana “Absolutely Abruzzo Tours” il
22/05/2013. La campagna amica
stilata invece con la Coldiretti per-
metterà di vigilare sui singoli agri-
colatori attraverso una disciplinare
ben chiara. Linea turistica e valoriz-
zazione territoriale: <<Ci è rimasto
solo questo>> dice con saggezza il
Sindaco Alberto Pompizi. La terza
iniziativa avviata già nel dicembre
2012 prevede la conversione turi-
stica degli antichi edifici rurali e case
coloniche con riqualificazione a strut-
ture di carattere ricettivo. A tal scopo
le politiche territoriali, comunali, pro-
vinciali e regionali dovranno lavorare
in stretta sinergia per non doversi
pentire un giorno. A far da corollario
ai primi passi di crescita, necessaria
è la componente tecnologica e global
communication. A questo proposito,
ha spiegato l’Assessore Riccardo
Malatesta, già da fine giugno 2013
sarà possibile scaricare un’applica-
zione per Android dotata di georefe-
renziazione, rilevamento GPS, geo-
radar e contenuti di realtà aumen-
tata che abbracciano l’intero territorio
valvibratiano.
T E R R I TO R I O
T E R R I TO R I O
Te a t r i p a ra l l e l i i n s c e n a a S a n t ’ O m e ro D
ALL’1 AL 5 luglio, a
partire dalle ore 21.15,
in piazza Antonio De
Curtis a Sant’Omero,
avrà luogo la settima
edizione di TEATRI PARALLELI,
festival Nazionale di Teatro delle
Differenze. In scena si esibiranno
compagnie teatrali composte da
attori con diverse abilità provenienti
da tutta Italia. Oltre agli spettacoli
il festival propone anche laboratori
gratuiti.
G I U G N O 2 0 1 3 VA L V I B R ATA L I F E 4 5
sotto in foto
la locandina della
manifestazione
L’ e s t a t e V I B R AT I A N Adi Martina Di Donato
COLONNELLA-Dal 23 giugno fino al 7 luglio presso il palazzo Pardi
di Colonnella si terrà la mostra “Di volti e di parole”
dell’artista Elga Vagnoni.
-7 luglio si terrà il Mercarte in fiera: il mercatino
dell’autoproduzione. Si svolgerà in Piazza del Popolo
dalle ore 10.30 alle 19.30. Nello stesso giorno, in serata
a Colonnella ci sarà in concerto dell’Associazione
musicale “I Sinfonici”, in piazza Piè di Corte alle ore 21.
-8 luglio Concerto di musica jazz
-13 luglio a Colonnella inizierà la mostra di giovani artisti
vibratiani “Vibrarte”. Le esposizioni saranno poste a
Palazzo Pardo dalle ore 20.30 alle 24, fino al 23 luglio.
Ingresso Gratuito.
T O R A N O N U O V O30 giugno alle ore 21 A Torano Nuovo, presso la piazza Largo San ci sarà una rappresen-tazione teatrale dell’opera “Maga Regina”, scritta dal giovane autore Pierfranco Di Bran-dimarte. Sempre il 30 giugno la compagnia teatrale “Lu Scacciapnsir” si esibirà in Piazza dell’Unità, alle ore 21.00.
C O N T R O G U E R R ANella prima settimana di luglio a Controguer-ra si terrà l’annuale manifestazione enoga-stronomica “ Calici di stelle”, dovrà farà tappa il festival Montepulciano Blues
A L B A A D R I AT I C A5 6 7 luglio si terrà la terza rievocazione della Trebbiatura e Sagra della Cucina Contadina. Un appuntamento annuale tra cultura, tradi-zioni e feste popolari.
C U LT U R A E S P E T TA C O L I
4 6 VA L V I B R ATA L I F E G I U G N O 2 0 1 3
CIVITELLA DEL TRONTO
Il 10 luglio presso fortezza di Civitella ci sarà il grande evento
“ un inConTro jAzz”, dove si esibiranno due astri della
musica come Gino Paoli e Danilo rea. L’iniziativa è organizzata
dall’associazione Filadelfia di Teramo, il ricavato sarà devoluto
per opere di beneficenza nel Sud Etiopia. Costo del biglietto
28 euro parterre non numerato, 38 euro parterre numerato.
SANT’EGIDIO ALLA VIBRATA
3 luglio, presso Villa Mattoni ci sarà Cinema Sotto le stelle. La rassegna
continuerà il 10 luglio presso la località Ponte, e il 17 presso la
località Faraone.
Il 4 luglio si terrà presso la Piazza Umberto I, alle ore 21, il saggio spettacolo di fine anno
dell’Associazione musicale Midi e Musica.
5 luglio alle ore 21 presso la Piazza Umberto si terrà il saggio didattico della A. G .D. minerva “Benvenuti a
Tavola”.
6 luglio ci sarà invece il saggio di fine anno accademico a cura di Estrella
de Cuba Forever, diretto dal maestro Gianni Barzotti.
12 luglio presso la Piazza Umberto I di Sant’Egidio si esibirà la compagnia teatrale “Due Torri” con lo spettacolo “ E’ mije tarde che maje” .Lo spettacolo
avrà inizio alle ore 21.
19 luglio toccherà alla Compagnia Teatrale Atriana divertire il pubblico
con lo spettacolo “Fa quelle che prete dice nn fa quelle che prete fa”.
NERETO6 Luglio ” Montepulciano d’Abruzzo Blues ”, Settima edizione, Concerto di apertura di Elli DE MON e Concerto della Eric GALES BAND, a cura dell’Associazione Musicale “Frank Zappa” di Torano Nuovo (TE), Piazza Cavour, dalle ore 21.00 in poi.
7 Luglio: ” Usato in Val Vibrata:...sogni e ricordi nei luoghi della memoria... Mercatino dello Scambio”, a cura della “Pro Loco Nereto”, Centro Servizi Total, Zona Industriale, dalle ore 16.00 in poi.
8 – 14 Luglio: Sedicesimo Torneo Internazionale di Scacchi “Trofeo Città di Nereto” a cura della “Libertas Scacchi Nereto“, Sala “Allende”, dalle ore 15.00 in poi, con esibizioni serali dei giocatori in piazza.
8 – 21 Luglio: Primo Torneo Cittadino di Calcio a 7 a cura dell’ Associazione Sportiva Dilettantistica “Football Club Nereto 1914“ e con la collaborazione dell’Associazione Sport & Musica “Amici” di Nereto, Stadio Polisportivo di Viale Europa, dalle ore 18.30 alle ore 21.30.
11 Luglio: Selezioni locali di “Mister Italia” e “Miss Gran Prix”; a cura dell’Associazione Musicale “Eventus” di Nereto, Piazza Partenope e Piazzetta a scacchi (accanto al Municipio), dalle ore 21.00 in poi.
12 Luglio: “ Incontro con la Danza” , a cura dell’ Associazione “Danza Insieme” di Sant’Omero e Tortoreto (TE), con la Direzione Artistica di Zorayda DI SANTE, Teatro “Brecht”, dalle ore 21.00.
13 Luglio: Concerto dell’Orchestra Sinfonica “Gioacchino ROSSINI” di Pesaro e Urbino, dirige il Maestro Luisella CHIARINI, Teatro “Brecht”, ore 21.00.14 Luglio: Teatro Dialettale: “ E’ mije tarde che maje! ”, a cura della Compagnia Teatrale “Due Torri“ di Tortoreto (TE), Teatro “Brecht”, ore 21.00.
18 Luglio: Canzoni e Musiche per sognare: con la partecipazione della pianista Claudia SAMELE e del sassofonista Francesco PANEBIANCO, a cura della “Pro – Loco” di Nereto Teatro “Brecht”, ore 21.00.
19 Luglio: Esibizione del Coro e del Gruppo Folkloristico “Selva e Vento del Gran Sasso” di Mosciano Sant’Angelo (TE) con Canti e balli della Tradizione Abruzzese, a seguire: Spettacolo di Danza del Ventre a cura del Gruppo Artistico “Le Sirene del Nilo” di Martinsicuro (TE), con la Direzione dell’Insegnante Debora CIRIACO, Teatro “Brecht”, ore 21.00.
C U LT U R A E S P E T TA C O L I
G I U G N O 2 0 1 3 VA L V I B R ATA L I F E 4 7
AD ALBA ADRIATICA
una nuova galle-
ria apre le porte alla
cultura e all’arte. Ciò
che immediatamente
emerge osservando questo spazio
espositivo è l’esplosione di colore
e vitalità. Sandra appassionata di
arte ospita nella sua galleria sia
artisti contemporanei affermati che
emergenti, questi ultimi possono già
vantare presenze e riconoscimenti
alla Biennale di Venezia. Oltre alle
opere pittoriche e grafiche all’interno
C o l o r i , p a s s i o n i , e m o z i o n i i l m o n d o d i E s t ro A r t e
dello showroom c’è una vasta scelta
di cornici su misura, stampe su
tela, poster, oggettistica e tappeti
persiani. Il tutto si può avere con
formati e stili desiderati spaziando
dal classico al moderno, sempre con
lo sguardo attento a ciò che le ten-
denze del momento suggeriscono.
Dietro richiesta Sandra è pronta ad
offrire la sua esperienza professio-
nale e creativa, effettuando gratuita-
mente un sopralluogo a domicilio con
lo scopo di trovare soluzioni originali
curate nei più piccoli particolari.
P U B B L I R E DA Z I O N A L E
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P U B B L I R E DA Z I O N A L E
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O L A B O R S A O L A V I TAdi Federica Bernardini
TUTTI I TONI DELL’IRIDE
Colore, colore, colore!!!! Che sia fluo, pastello, data da
motivi floreali o da stampe, il colore è la caratteristica
delle borse per la stagione calda 2013. La tendenza
è quella di contenere le misure per soddisfare le esi-
genze delle donne super impegnate di oggi. Le gran-
dezze infatti sono state ridotte per avere un accessorio
versatile e ideale per tutto il giorno, dalla mattina per la
spesa o il lavoro , alla sera per un cocktail con le amiche.
Non mancano comunque tracolle, pochette, clutch per
occasioni più chic!
LA BORSA: SPECCHIO DELL’ANIMA
“Questa non è che una borsa , ma ci sentiremo nude
senza”.. Così esordiva Carry la protagonista del telefilm
Sex And The City. Non c’è nulla di più vero: è uno scrigno
che racchiude i nostri segreti e allo stesso tempo dice
tanto di noi. Di questo parere è anche l’esperta di body
language Patty Wood che ha individuato ben nove tipi
di personalità dal modo di indossare quest’ accessorio. Il
Gancio, ad esempio, tipica delle celebrità, è quella di chi
la tiene nell’incavo del braccio come se volesse osten-
tare un premio, quella di chi si sente superiore e potente
rispetto agli altri. Quindi stiamo attente: facciamoci ispi-
rare dalla moda ma poi decidiamo chi vogliamo essere
e cosa vogliamo comunicare di noi stesse!
M O DA
5 0 VA L V I B R ATA L I F E G I U G N O 2 0 1 3
facebook.com/arcadiaBags twitter.com/Arcadia_Bags www.arcadiabags.it
E’ ARRIVATA L’ESTATE e siete ancora
in alto mare? Probabilmente è
passato un anno e i vecchi costumi
ormai o sono stati distrutti sulle
spiagge assolate oppure non ci
piacciono più. Non vi preoccupate, tutte le fanta-
sie, gli spunti, i look esplosi sulle passerelle per la
primavera- estate 2013 si sono riversati nel bea-
chwear. Stampe animalier e colori della savana,
motivi floreali, righe, pois e tutte le fantasie anni
’70. Sempre di classe ed anche versatili quelli in
bianco o in nero, infatti gli interi possono essere
usati come top per la sera, e i reggiseni danno
quel tocco in più sotto blazer e camicie sottili. Ma
perché un costume ci valorizzi al meglio è oppor-
tuno seguire dei piccoli accorgimenti al momento
della scelta. Per chi è magra e ha poco seno è
preferibile un reggiseno a triangolo o a fascia per
creare un effetto volume. Chi è tutta curve invece
deve optare per coppe sagomate contenitive e
una fascia in vita che snellisce la figura. Detto
questo.. buon mare a tutti!
O N DA S U O N DA
di Federica Bernardini
M O DA
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I DISTURBI D’ANSIA SONO
patologie molto comuni, tanto
che si calcola che almeno un
terzo della popolazione mon-
diale ha avuto o potrà avere
disturbi ansiosi nella propria vita.
Questo perché, in realtà, l’ansia è
una reazione fisiologico-comporta-
mentale messa in atto dall’organi-
smo a scopo adattivo di fronte alle
minacce dell’ambiente, pertanto è
l’emozione che contraddistingue la
risposta ai rischi e alle sfide a cui
gli esseri umani sono variamente
esposti. Proprio per le considerazioni
appena esposte, parlando dei feno-
meni d’ansia dovremmo, innanzitutto,
chiederci quanto e in che misura
siano da ritenere “normali” o “patolo-
gici”. Per operare questa distinzione
bisogna dotarsi di alcuni criteri ope-
rativi: frequenza e durata, cioè veri-
ficare se l’ansia è episodica e quindi
limitata a circostanze definite e circo-
scritte nel tempo, oppure continua e
quindi protratta al di là di specifiche
occasioni e momenti congruenza
con lo stimolo ansiogeno, cioè se il
“che cosa” che potrebbe essere all’o-
rigine dell’ansia appare chiaramente
assurdo o del tutto sproporzionato
rispetto al malessere procurato e
se esso costringe l’individuo a sog-
giacere a comportamenti irrazionali
fortemente contrastanti con le sue
intenzioni intensità, cioè osservare
le conseguenze del provare ansia
sia a livello corporeo che psicoso-
ciale. L’intensità dell’ansia infatti può
essere facilmente e obiettivamente
rilevata a livello somatico in quanto
può esprimersi tramite cefalee, mal
di schiena, sudorazione, insonnia,
inappetenza o impulso a mangiare,
difficoltà digestive, frequente bisogno
di urinare o diarrea. A livello psicoso-
ciale, invece, dobbiamo chiederci se
la sua intensità permette di miglio-
rare il funzionamento dell’individuo
nell’esecuzione di compiti difficili o se
non consente di rispondere in modo
adeguato alle sfide del mondo. Nel
primo caso si tratta di normale ansia
che chiameremo “strutturante” in
quanto aumenta la velocità di pen-
siero, l’efficienza fisica e ci permette
di ridurre il tempo di reazione agli
stimoli nel secondo caso, invece,
di ansia “destrutturante” o patolo-
gica. In queste circostanze si consi-
glia una psicoterapia che a seconda
della gravità dei casi può essere
accompagnata anche da un inter-
vento farmacologico. Si sconsiglia
vivamente, invece, quello che pur-
troppo la maggioranza delle persone
fa, cioè il ricorso al solo intervento
farmacologico in quanto si elimi-
nerebbero soltanto le componenti
fisiologiche dell’ansia senza lavorare
sugli aspetti cognitivi della preoccu-
pazione, che quindi permane.
rubrica a cura
di Fabio Irelli
C O S ’ È L’ A N S I ACOME RICONOSCERLA E COME COMBATTERLA
D I A L O G O
B E L L E Z Z A
5 4 VA L V I B R ATA L I F E G I U G N O 2 0 1 3
1 - Seguire una dieta bilanciata con il giusto apporto di vitamine, sali minerali e ferro. (in aggiunta possiamo anche aiutarci con integratori specifici)2 - Lavare i capelli con la giusta frequenza massaggiando delicatamente il cuoio capelluto per favorire la circolazione sanguigna.3 - Scegliere lo shampoo giusto secondo i periodi e le esigenze. Infatti la chioma si abitua al prodotto e alla lunga non si ottiene più il risultato aspettato.4 - Usare acqua tiepida o fredda.
5 - Esporre il meno possibile i capelli all’aria calda del phon.6 - Utilizzare un buon balsamo sulla lunghezza della chioma7 - Scegliere una spazzola che non sfibri o strappi i capelli 8 - Non appesantire i capelli con troppi prodotti e tagliarli di tanto in tanto per farli respirare.9 - Dormire regolarmente ed in modo adeguato10 - Ultimo in lista, ma forse più importante di tutti, evitare lo stress fisico e psicologico.
C A P E L L iE C C o i 1 0C o M A n DA M E n T i
Stanchi di avere capelli spenti e fragili? Basta rispettare fedelmente questi 10 comandamenti
IL SEGRETO PER RENDERELA VITA MIGLIORE.
S U S H I B A R PA S T I C C E R I A R I S T O R A N T E C A F F È S A N B E N E D E T T O D E L T R O N T O W W W . C A F F E S O R I A N O . I T 0 7 3 5 4 8 0 6 4 8
a cura Federica Bernardini
THE LONE RANGER
Il film, diretto da Gore Verbinski e
interpretato da Johnny Depp e Armie
Hammer, uscirà il 3 luglio 2013 in tutte
le sale cinematografiche.
The Lone Ranger è un film d’avventura
intriso di azione e humour, in cui il
famoso eroe mascherato torna a rivi-
vere attraverso nuovi occhi. Il guerriero
indiano Tonto (Johnny Depp) racconta
la storia di John Reid (Armie Hammer),
uomo di legge che divenne leggenda,
trascinando il pubblico in un’avventura
fatta di imprese epiche e rocambole-
sche, vissute dai due eroi impegnati
nella lotta all’avidità e alla corruzione.
TO THE WONDER
Un film di Terrence Malick, con Ben
Affleck, Olga Kurylenko, Rachel
McAdams, Javier Bardem, Tatiana
Chilin, che uscirà il 4 luglio 2013.
Dopo aver visitato il Monte Saint
Michel - noto come una delle meravi-
glie della francia (da qui il Wonder del
titolo) - Marina (Olga Kurylenko) e Neil
(Ben Affleck) sono all’apice della loro
storia d’amore. Arrivati in Oklahoma,
per loro iniziano i problemi. Marina fa
la conoscenza di un prete in crisi di
vocazione, mentre Neil riallaccia il rap-
porto con una sua amica d’infanzia,
Jane (Rachel McAdams). Il film esplora
l’amore nella sue diverse forme.
PACIFIC RIM
Uscirà il prossimo 11 luglio 2013 il film
Pacific Rim, diretto da Guillermo del
Toro e interpretato da un cast di grandi
attori quali Charlie Hunnam, Idris Elba,
Rinko Kikuchi, Ron Perlman, Clifton
Collins Jr., Max Martini, Robert Maillet,
Burn Gorman, Larry Joe Campbell,
Diego Klattenhoff, Brad William Henke,
Charlie Day.Il film racconta di come
legioni di mostruose creature, note
come Kaiju, emerse dal mare danno il
via una guerra che costa milioni di vite
e consuma la risorse del pianeta a ritmi
vertiginosi. Per combattere i gigan-
teschi Kaiji, sono state ideate delle
armi speciali: enormi robot chiamati
Jaegers comandati mentalmente da
due piloti attraverso delle reti neurali.
Ma perfino i Jaegers sembrano impo-
tenti contro i mostri venuti dalle pro-
fondità marine. Vicini alla sconfitta, agli
abitanti della Terra non resta che affi-
darsi a due improbabili eroi: uno scap-
estrato ex pilota e un’inesperta allieva
cui viene affidato un vecchio ma glo-
rioso Jaeger. Saranno loro le ultime
speranze del genere umano giunto
ormai sull’orlo dell’Apolcalisse.
A L U G L I OC I N E M A
5 6 VA L V I B R ATA L I F E G I U G N O 2 0 1 3
Si tratta di una infestazione
parassi tar ia molto conta-
giosa localizzata a l ivel lo
d i condo t to au r i co la re ,
sostenuta da un parassita:
Otodectes cynotis. Rappresenta una delle
principali cause primarie di otiti esterne
di cani e gatti, soprattutto in giovane
età. L’infestazione, sia nel cane che nel
gatto, è molto pruriginosa e possiamo
osservare un frenetico scuotimento della
testa e/o grattamento auricolare. Le
lesioni possono interessare esclusiva-
mente il condotto ed il padiglione auri-
colare oppure si possono estendere ad
altre aree come il collo, i l tronco e la
coda. Spesso osserviamo, a causa degli
autotraumatismi stessi che gli animali si
infliggono, dermatiti piotraumatiche essu-
dative acute nelle aree limitrofe aurico-
lari, escoriazioni, specie nella superfi-
cie dorsale dei padiglioni auricolari e
zone limitrofe e, più raramente, otoema-
tomi. Il gatto adulto può non manifestare
alcun sintomo clinico, contrariamente a
quanto accade nei gattini dove la pato-
logia si presenta marcatamente prurigi-
nosa. Per una corretta diagnosi basterà
condurre il proprio animale dal Medico
Veterinario di fiducia per sottoporlo ad
un’attenta visita clinica che porterà ad
una corretta diagnosi mediante identifi-
cazione del parassita.
RUBRICA A CURA
della Dott.ssa
Federica Pompei,
Medico Veterinario
A proposito di….otoacariasi
P O L P E T T I N E A L L A R I C O T TA
Ingredienti Per una teglia da forno: 150 gr di farina di riso; 150 gr di ricotta vaccina.
Procedimento:1) preriscaldare il forno a 180°C (forno venn-tilato 160°C) ; 2) mescolare la farina e la ricot-ta fino ad ottenere un impasto omogeneo ed elastico; 3) con le mani inumidite dar forma a piccole polpette di circa 2 cm di diametro: 4) disporre le polpettine in una teglia rivestita con carta da forno e cuocere per 15-20 minuti cir-ca. Conservazione: in un barattolo di latta o in un sacchetto di cotone per una settimana cir-ca. Curiosità: la ricotta di vacca contiene tut-te le vitamine e le sostanze minerali essenzia-li, soprattutto potassio, calcio, fosforo e lipidi.
R i c e t t a
P E T
G I U G N O 2 0 1 3 VA L V I B R ATA L I F E 5 7
R I C E T T E
5 8 VA L V I B R ATA L I F E G I U G N O 2 0 1 3
Quello che spesso ci veniva detto
dalle nostre nonne ogni volta che rac-
contavamo di avere qualche piccolo
acciacco era “si magnát?” [tradu-
zione: hai mangiato?] ..e chissà
com’è, chissà come non é dopo aver
mangiato qualcosa preparato da loro,
gli acciacchi sparivano!
1 Pan di Spagna , Uova intere + albumi per la copertura, Latte , Farina, zucchero, Alchermes, Rum, Cioccolata a pezzetti, Codine colorate, Caffè moka
Per la crema “bianca”: 1 albume 1 cucchiaio raso di zucchero 1 cuc-chiaio raso farina mezzo bicchiere di latte , scorza di limone pezzetto di cannella, cuocere a bagnoma-ria mescolando con una paletta di legno.
Per la crema “ nera”: stessa pro-cedura dell’altra usando il tuorlo e aggiungendo 1cucchiaio di cacao amaro in polvere.
Tagliare il Pan di spagna in tre dischi,
operazione da svolgere con una
certa attenzione e molta calma! zuccherare il caffè aggiungere un goccio di rum e usare come bagna per la
base della torta su cui metteremo la crema nera e una generosa spolverata di pezzetti di cioccolato, bagnare
leggermente lo strato centrale solo dal lato a contatto con la crema scura, dall’altro lato bagnare con alcher-
mes e mettere la crema bianca, infine inzuppare sempre con alchermes l’ultimo strato di Pan di Spagna che fa
da coperchio alla torta. Coprire il dolce con gli albumi montati a neve, cospargere di codette colorate, (quelle
brave riescono a fare uno strato liscio ed omogeneo, quelle meno pratiche stiano tranquille le codette colorate
coprono le magagne!) Buon appetito!
P I Z Z A D O L C E
R I C E T T E
G I U G N O 2 0 1 3 VA L V I B R ATA L I F E 5 9
Gli abruzzesi sono conosciuti come “forti & gentili”, noi teramani siamo anche buongustai, nella mia famiglia ci
sono pure un sacco di “iotti” [traduzione: ghiotti].
Questo piatto é preparato magistralmente dalla mia mamma, corropolese DOC.
iNGREDIENTI: 2 kg di capra, 1 cipolla intera con chiodi di garofano infilzati (trucchetto che serve per non ritrovarseli sotto i denti), 1 carota, 1 foglia di alloro, 1 grattatina di noce moscata, Vino bianco, 1 bicchiere di olio di oliva, Sale qb, Acqua, 1 bicchiere e 1/2 di passata di pomodoro
Procedimento:
Tegame dal bordo alto capiente, in modo da lasciare la carne su un unico strato, mettere tutti gli ingredienti nella
pentola, carota a rondelle, cipolla, noce moscata, alloro e coprire con acqua (all’incirca il livello dell’acqua deve
superare la carne di un dito) Mettere sul fornello a fiamma minima, quando prende bollore, aggiungere il vino.
Quando il liquido si sarà ristretto della metà, aggiungere la passata di pomodoro, salare e terminare la cottura. Il
trucco della mia mamma è quello di prendere dei bei peperoni tagliarli a listarelle e soffriggerli a parte in abbon-
dante olio, scolarli e aggiungerli al piatto prima di portarlo a tavola, vi assicuro che è una vera bontà! Buon appetito!
C A P R A A L L A M A M M A M I A
rubrica a cura di Gabriella Foschi
A CURA DI PAOLO GATTI IN COLLABORAZIONE CON FLORINDO FANì
T E M P O L I B E R O
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Orizzontali
1- L’Alba della Val Vibrata 9- Canzone degli Aerosmith 13- I punti che vale lu rrè a brisco-la. 14- La Asensi del “ El corazon del guerriero “ 15- Così a Lon-dra 16- Società finanziaria di Ba-silea 17- Il “Su-per detective con gli occhiali” 19- Valle d’Aosta 21- Le pari di dialetto 22- Storica rivista italiana di divul-gazione scien-tifica 24- Nota cantante australiana 25- Il “Paese del Gusto” nella foto 27- Genomics Novartis foundation 28- Terabyte 29- Ar-ticolo per cane 30- Return on Assets 31- Unione Artigiani Italiani 33- fiume in por-toghese 35- Prima pers. sing. del verbo Slegare 37- Strumento musicale in bambù 39- E’ glaciale in un famoso film di anima-zione 40- Ama loro 42- La Scuola Interna-zionale di Genoa 44- Onorevole 45- Il nome dell’allenatore Scala 50- Napoli 51- Parma 52- Sporgenza della costa con sponde sco-scese 55- Marco, bomber “tascabile” del Cagliari 56- Il soprannome di Simone Tiri-bocchi 57- International Rugby Board 58- frutto appartenente alle Papilionaceae 64- Il nome dell’attrice zellweger 66- Comune aquilano della “ Comunità montana Sirenti-na “ 67- La macchina per cucire più famosa
CRUCIVIBRATAOrizzontali: Adriatica 9- Jaded 13- Quattro 14- Neus 15- So 16- Ubs 17- Conan 19- Vda 21- Ilto 22- Sapere 24- Sia 25- Torano Nuovo 27- Gnf 28- Tb 29- Il 30- Roa 31- Uai 32- Rio 35- Slego 37- Naiul 39- Era 40- Amali 42- Isg 44- On 45- Nevio 50- Na 51- Pr 52- Promontorio 55- Sau 56- Tir 57- Irb 58- Tamarindo 64- Renee 66- Ovindoli 67- Singer Verticali: Aquisgrana Dublino Rastafariano It Atc Trono Ion Annan Juventus Asdrubale Es Dondolio 18- Asa 20- Aeo 23- Po 25- Topolino 26- Vi 32- Ieri 34- Iul 36- Gasparee 38- Amor 41- Gnorri 43- Gruber 46- Ennio 47- Vt 48- Io 49- Orto 52- Pato 53- Mean 54- Ii 55- Sing 59- Av 60- Mi 61- Rd 62- Nl 63- Di 65- En
Verticali
1-In tedesco si chiama Aachen 2- La capitale dell’Irlanda 3- Segue la religione di Hailè Selassiè 4 - R o m a n z o horror di Stephen King 5-Ambito territoriale di caccia 6-Vi siede il Re Italia 7- Kofi, ex Segretario G e n e r a l e delle Nazioni Unite 8- Si è appena laureata Campione d’Italia 9- Generale cartaginese del
245 A.C. 10- Esempio Continuo movimento oscillatorio 18- Il nomignolo di Kwadwo Asamoha 20- Association Event Organisers 23- fiume lungo 652 Km 25- Ha appena festeggiato il suo n.3000 26- Le iniziali di Iaquinta 32- Lu jurn arret a uij 34- Italian University Line 36- Isola del Trinidad and Tobago 38- Un tipo di asteroide 41- fa finta di non capire 43- Dietlinde, detta Lilli, giornalista tv 46- Il nome di Morricone 47- Viterbo 48- Sacerdotessa di Era 49- Vi si coltivano verdure 52- Alexandre Rodrigues da Silva 53- Avaro britannico 54- Due romano 55- Cantare in inglese 59- Le iniziali di Vivaldi 60- La terza nota 61- Le iniziali di Donadoni 62- Netherland in breve 63- Nell’odio 65- Nel bene
vignette a cura di Rossano Piccioni
C U R I O S I TA’
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S E C T I O N N A M E
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Tort
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