uscire dalla crisi e’ possibile ?

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USCIRE DALLA CRISI E’ POSSIBILE ? Si, ma occorre prima capire alcuni aspetti che l’hanno provocata e cercare soluzioni indicate dagli economisti critici e dai movimenti di protesta di tutto il mondo.

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USCIRE DALLA CRISI E’ POSSIBILE ?. Si, ma occorre prima capire alcuni aspetti che l’hanno provocata e cercare soluzioni indicate dagli economisti critici e dai movimenti di protesta di tutto il mondo. Introduzione di Giuseppe Barabino. Quattro tomi per capire: La Finanza 3/37; - PowerPoint PPT Presentation

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USCIRE DALLA CRISI E POSSIBILE ?

USCIRE DALLA CRISI E POSSIBILE ?Si, ma occorre prima capire alcuni aspetti che lhanno provocata e cercare soluzioni indicate dagli economisti critici e dai movimenti di protesta di tutto il mondo.

Introduzione di Giuseppe BarabinoQuattro tomi per capire: La Finanza 3/37;La finanza pubblica 38/87;Possibili alternative 88/149.Conclusioni 150/164.Spunti liberamente tratti dal libro Finanza per indignati edito nel mese di aprile 2012di Andrea Baranes e successivi accadimenti2LA FINANZA3In questa prima parte viene analizzata come funziona la finanza secondo il neoliberismo, e come funzionano i mercati finanziari e le borse. Le differenze tra azioni e obbligazioni. Il concetto di speculazione finanziaria, come opera, e quello di bolla finanziaria. Le funzioni delle banche e la leva finanziaria. La cartolarizzazione dei crediti e i paradisi fiscali. La crisi del 2007-2008. Il sistema bancario ombra.4COME FUNZIONA LA FINANZA SECONDO I PRINCIPI DEL NEOLIBERISMODai paese anglosassoni la dottrina liberista si rapidamente imposta fino a diventare un pensiero unico. In questa diffusione hanno giocato un ruolo fondamentale le istituzioni internazionali quali il FMI e la Banca mondiale, assieme al Dipartimento del Tesoro statunitense. Queste teorie postulano la capacit dei mercati di autoregolarsi, e di conseguenza la necessit che lo Stato si faccia da parte per lasciare gli stessi mercati liberi di agire, dato che i mercati tendono in ogni momento ad autoregolarsi, ed il prezzo il miglior indicatore di questo equilibrio; quindi il libero mercato riesce a garantire lallocazione ottimale delle risorse ( materie prime, capitale, lavoro ).5CRITICHE ALLIMPANTO NEOLIBERISTAIl modello parte da alcuni presupposti e semplificazioni, che non corrispondono alla realt, come quelle che ogni partecipante al mercato ha le stesse informazioni su disponibilit e prezzi. Infatti non si pu considerare leconomia come una scienza esatta, ne applicare dei modelli economici a una realt estremamente complessa. La semplificazione maggiore si pu riassumere affermando che la teoria dei mercati efficienti prescinde completamente dallesistenza di esseri umani.6TUTTO E MERCEIl problema che questo modello pretende di ricomprendere lintero sistema di produzione, distribuzione e consumo, fondandosi su pochi assunti di partenza. Lefficienza dei mercati e soprattutto il prezzo, punto di incontro tra domanda ed offerta, come indicatore del valore di ogni bene o servizio, anche di quelli pi essenziali alle nostre vite, ed ha portato allassioma allestremo nel corso degli ultimi decenni. Tutto deve diventare merce, e chi non pu permettersi di pagare il prezzo ( sanit, scuola i cui costi devono diminuire ) verr escluso dal mercato. Lo slogan vincente diventa meno tasse per tutti, meno Stato, pi mercato.7NEOLIBERISMO E CRESCITAIl valore sociale, ambientale e relazionale dei beni e dei servizi non viene in nessun modo preso in considerazione dalle teorie liberiste. Tra due prodotti con caratteristiche simili lunica discriminante il prezzo. Se il primo fatto inquinando , sfruttando i lavoratori, impedendo i diritti sindacali, eludendo il fisco, mentre il secondo realizzato con criteri socialmente ed ambientalmente responsabili, questo non interessa alla dottrina neoliberista. Il primo avr costi di produzione pi bassi, e potr essere venduto a prezzi inferiori, vincendo nei mercati.8Questa logica ha anche portato a considerare il PIL, come lindicatore ultimo dello stato di salute delleconomia e, peggio ancora , della qualit della vita dei cittadini, anzich semplicemente un indicatore della ricchezza prodotta da un Paese in un anno, ovvero la somma di tutti i beni e di tutti i servizi prodotti e venduti durante lanno.Gi Robert Kennedy, negli anni sessanta, per affermava che il PIL e non misura lamicizia, le relazioni, gli affetti, la felicit.9LA FINANZA E IL FUNZIONAMENTO DEI MERCATI FINANZIARILa Finanza. La crisi finanziaria globale, la speculazione finanziaria, la finanza casin sono al centro dellattenzione dei media, e sono disponibili molte definizioni tecniche, ma per provare a semplificare .La finanza nasce quindi al servizio delluomo. Permette agli Stati, al sistema produttivo ed ai cittadini di reperire i capitali necessari al proprio funzionamento, mettendo a disposizione i capitali necessari tramite i canali bancari ( prestiti ) o le borse ( azioni o obbligazioni ).10MONETE E DENAROAnche se vengono usati come sinonimi, denaro e moneta, non sono la stessa cosa. La moneta il circolante emesso da uno Stato in un dato periodo. In una definizione elementare il denaro il circolante accettato da un mercato, in un dato momento. Cos, se gli euro sono la nostra moneta, possono esistere altre forme di denaro, complementari o alternativi alla moneta ufficiale . Progressivamente le banconote e il denaro sono sempre pi slegati dal loro corrispondente valore in oro, ma oggi sempre pi spesso anche il supporto cartaceo viene rimosso, e il denaro rappresentato da una scrittura contabile nel computer di una banca,11AZIONI E OBBLIGAZIONILe obbligazioni sono dei contratti che obbligano lemittente a restituire un prestito con un certo interesse. Possono essere concesse dalle banche con capitale proprio , e allora la controparte sar la banca, oppure emettendo obbligazioni a un dato interesse, e allora la controparte saranno linsieme degli investitori che hanno deciso lacquisto delle obbligazioni.Le azioni sono invece il capitale sociale di unimpresa. Se compro azioni, divento proprietario in parte dellimpresa e partecipo ai rischi conseguenti.12COSA SONO E COME FUNZIONANO LE BORSELe borse valori sono luoghi fisici ove si incontrano le imprese e gli Stati che emettono i loro titoli e gli investitori che vogliono acquistarli. La loro creazione ha permesso di aumentare la liquidit dei titoli finanziari, trovando in ogni istante una controparte disposta a comprare o vendere i titoli. Lo scambio dei titoli segue la legge della domanda e dellofferta. Ogni giorno viene calcolata la media dei titoli e delle obbligazioni vendute, e il calcolo percentuale se sono stati venduti a un prezzo maggiore o minore del giorno precedente.13LA SPECULAZIONE FINANZIARIALA PROGRESSIVA LIBERALIZZAZIONE DEI MERCATI. Lapproccio liberista si tradotto nel progressivo smantellamento delle normative, e dei controlli riguardanti le attivit economiche, il commercio internazionale e, in maniera preminente, la finanza. Poco alla volta stato rimosso il sistema di regole messo in piedi dopo la crisi del 1929, che prosegue ancor oggi. Gi negli anni settanta si assiste a una liberalizzazione del mercato delle valute e dei tassi di cambio. Dopo la seconda guerra mondiale con laccordo di Bretton Woods fu deciso che tutte le valute fossero ancorate al dollaro, e che questo a sua volta fosse convertibile in oro.14Nel 1971 il Presidente Nixon decise in maniera unilaterale di cancellare la convertibilit oro-dollaro. A causa delle difficolt economiche conseguenti alla guerra del Vietnam. Negli anni ottanta sono stati progressivamente eliminati prima i vincoli, e poi i controlli sui flussi di capitali in entrata ed uscita dai singoli Paesi. Nel decennio successivo vengono liberalizzati i servizi finanziari e il sistema bancario per poi arrivare, a cavallo tra il XX e XXI secolo , allemergere di una vera e propria ingegneria finanziaria, a discapito della crisi globale e delle dichiarazioni sulla necessit di regolamentare la finanza.15IL CASO DELLE VALUTE. Con la liberalizzazione dei cambi, ogni valuta ha una quotazione che dipende dalla domanda e dallofferta rispetto alle altre , come avviene per qualunque bene. La quotazione di una valuta rispetto alle altre ha impatti diretti e rilevanti sulleconomia di un Paese, dato che una valuta forte rende pi difficili le esportazioni, e pi semplici le importazioni. Quindi , se uneconomia va bene e aumenta lexport, tende a crescere il valore della corrispondente valuta, il che, a sua volta, rende pi difficili le esportazioni, per cui in pratica la quotazione di ogni valuta dipende direttamente dalla forza economica, e dalla capacit di esportazione del singolo Paese.16COME OPERA LA SPECULAZIONE. Operatori sui mercati internazionali comprano e vendono valute, azioni, altri titoli per guadagnare unicamente dalle oscillazioni dei prezzi, senza nessun interesse nei Paese corrispondenti, e senza nessuna attivit reale. Cercano di guadagnare dalle aspettative. Con i moderni sistemi informatici possibile comprare e vendere qualunque prodotto finanziario anche migliaia di volte in unora. I computer delle grandi banche e delle altre imprese finanziarie lavorano 24 ore su 24, acquistando e vendendo azioni, valute, derivati e via discorrendo.17Queste operazioni ed il mercato delle valute correttamente dovrebbe essere legato allimport-export di beni e di servizi. ( se compro una automobile negli USA cambio gli euro in dollari, se vado in vacanza in Giappone cambio gli euro in yen, ecc). Questo commercio trasnazionale ha una dimensione intorno ai 20.000 miliardi di dollari allanno, e questa dovrebbe essere logicamente la dimensione del mercato valutario, se le attivit fossero legate unicamente alleconomia reale.18Il mercato delle valute ha invece superato i 4000 miliardi di dollari al giorno. In altre parole, in una sola settimana circolano pi soldi sui mercati finanziari di quanti siano legati a un intero anno di economia reale. Oltre il 98% dei capitali che circolano nel mondo non ha nessuna finalit produttiva e non legato alleconomia reale, ma serve unicamente alla speculazione, ovvero a fare soldi dai soldi nel pi breve tempo possibile. Questa una delle manifestazioni della finanziarizzazione delleconomia. La finanza trasformata da mezzo in fine in se stesso. Un ribaltamento completo delle priorit, in cui la finanza non pi al servizio delleconomia reale, ma al contrario leconomia influenzata e sempre pi spesso guidata dalla decisioni prese dal mondo finanziario.19DALLA BOLLA DEI TULIPANI AI SUBPRIME. Uno dei pilastri su cui poggia il neoliberismo la teoria dei mercati efficienti, in grado di determinare attraverso il prezzo il valore degli scambi, che per viene spesso contraddetta. Allinizio del del XVI secolo nelle corti dei nobili europei divennero di moda il tulipani. La domanda dei bulbi cresceva continuamente. Alcuni mercanti cominciarono a comprare bulbi non per coltivare tulipani, ma sperando che il prezzo continuasse a salire, per poi rivendere il bulbo stesso, ovvero per speculare, ma la cosa non avvenne. La bolla dei tulipani considerata la prima grande crisi finanziaria moderna. Nulla cambiato nei quattro cento anni successivi, fino alla bolla della new economy del 2001 e quella del settore immobiliare del 2007. Si compra a poco, vendi a tanto, sperando in una bolla, o ancor meglio contribuendo tu stesso a creare la bolla con i tuoi acquisti.20UN APPETITO INSAZIABILE. Il PIL ovvero la ricchezza legata alla produzione e vendita di beni e servizi, cresce mediamente del 3% ogni anno nel mondo. Gli speculatori cercano rendimenti anche dieci volte superiori. Nel lungo periodo, non difficile capire che la situazione non sostenibile. Le possibilit sono solamente due. O la finanza continua a risucchiare risorse e a vampirizzare leconomia reale, o crea ricchezza fittizia, gigantesche bolle sul nulla, che prima o poi scoppiano trascinando con se la vita delle persone, finch appunto la finanza cercher di intervenire anche sul clima, affidando ai mercati beni comuni quali lambiente e la biosfera. Non pi chi inquina paga, ma chi paga pu inquinare, a seconda dei prezzi stabiliti dagli speculatori. 21LE BANCHECOSA FANNO LE BANCHE. Oggi le banche oltre alla tradizionale funzione di raccolta e impiego del denaro, in misura sempre maggiore hanno spostato la loro attivit verso attivit meramente finanziarie e speculative, alla ricerca di maggiori profitti. Infatti le grandi banche commerciano in valuta, realizzano operazioni di compra vendita di titoli finanziari per conto della clientela, o in proprio, e realizzano altre operazioni finanziarie, e meno della met dei ricavi proviene da prestiti alla clientela, mentre la parte pi sostanziosa realizzata grazie a operazioni finanziarie e commissioni su prodotti spesso rischiosi e speculativi.22BANCHE E LEVA FINANZIARIA. Per leva finanziaria si intende il fatto che possibile realizzare un investimento con una parte di capitali proprio, e unaltra presa a prestito. Cos, una leva di 5 a 1, significa che se investo 100 sui mercati finanziari, solo 20 sono soldi miei, ma 80 li ho presi in prestito da qualche altro. Alcuni soggetti speculativi lavorano normalmente con leve finanziarie da 30 a 1 o anche superiori, vale a dire solo il 3% di ci che investono loro, il resto preso in prestito dalle banche. Sperano poi di realizzare dallinvestimento un profitto superiore agli interessi che devono alle banche per il prestito fatto.23TUTELE DEL SISTEMA BANCARIO. La recente crisi finanziaria, cos come quella del 1929, dimostra che delle regole sono necessarie per limitare il campo di azione, e per vigilare sulloperato delle banche. Queste regole servono prima di tutto a tutelare i risparmiatori e i clienti, che affidano il loro denaro e in un secondo luogo per assicurare la stabilit dellintero sistema economico. In Italia, per assicurare la clientela , su tutti i conti correnti esiste una garanzia pubblica che, in caso di fallimento, viene rimborsata dallo Stato fino a un massimo di 103.000 euro.24LACCORDO DI BASILEA. Tra i diversi accordi internazionali per regolamentare il sistema bancario, uno dei pi importanti quello di Basilea del 1988, seguito dallaccordo di Basilea II nel 2004. Tale accordo prevede che per ogni prestito erogato le banche debbono tenere a disposizione un certo patrimonio per tutelare la clientela. La quantit di capitale da tenere a disposizione varia a seconda del rischio del finanziamento e oscilla intorno all8%. C per un modo per eludere laccordo e continuare a prestare soldi, che spiega la crisi del 2.007: LA CARTOLARIZZAZIONE.25LA CARTOLARIZZAZIONE DEI CREDITI. La cartolarizzazione un processo finanziario che permette alle banche di trasformare un credito ( es. un mutuo ) in titoli finanziari, che possono essere rivenduti sui mercati ( es. obbligazioni ). Questo meccanismo stato al centro della crisi finanziaria del 2007. Le banche concedevano prestiti anche a persone prive di qualunque garanzia ( il clienti subprime, al di sotto dei migliori ), perch rivendevano gli stessi mutui sui mercati dopo averli trasformati in obbligazioni, rientrando subito dei soldi erogati, liberando risorse che possono essere utilizzate per altri prestiti. Per capire la dimensione del fenomeno, negli Stati Uniti nellanno della crisi (2007 ) il totale delle obbligazioni emesse dalle imprese ammontava a 5800 miliardi di $. I titoli del Tesoro degli Stati Uniti erano pari a 4500 miliardi. I titoli basati sulle cartolarizzazioni erano 11.000 miliardi di $, ovvero erano superiori a tutte le altre obbligazioni circolanti negli USA.26FATTE LE REGOLE TROVATO LINGANNO. Uno dei vantaggi della cartolarizzazione consiste nel poter eludere le regole e i controlli, in particolare quelli sul capitale proprio che le banche devono garantire per ogni prestito. Nel processo di cartolarizzazione avviene un passaggio in pi. La banca che ha concesso il mutuo, non emette le obbligazioni, ma vende il muto a una societ veicolo. La societ veicolo versa alla banca il valore del mutuo e per finanziarsi emette obbligazioni che vende sul mercato. Questo significa che la banca si disfa del suo credito. Grazie alle (SPV) le banche possono portare fuori bilancio i mutui e gli altri crediti, scaricare il rischio ed erogare sempre pi prestiti. Le societ veicolo agiscono come le banche e costituiscono il cuore del sistema bancario ombra.27I PARADISI FISCALI. Le imprese finanziarie e produttive, e i grandi capitali possono liberamente muoversi in giro per il mondo alla ricerca del territorio pi adatto per ogni loro esigenza, consigliate da stuoli di consulenti, avvocati e commercialisti, e per sfruttare ogni anfratto della gigantesca zona grigia nella legislazione internazionale, al confine tra operazioni legali e illegali. Una zona in cui troviamo senza soluzione di continuit il riciclaggio del denaro delle peggiori mafie internazionali e piccoli imprenditori vessati dal fisco che portano i loro profitti al sicuro allestero, e con trucchi pi disparati per pagare meno tasse.28CONCLUSIONI. Cartolarizzazioni, sistema ombra, attivit speculative, leva finanziaria, paradisi fiscali non sono un elenco esaustivo dei problemi di buona parte del sistema bancario degli ultimi anni.Lattuale sistema bancario ha rotto e comunque seriamente compromesso il proprio > secondo il quale opera nellinteresse delleconomia e dellinsieme della societ. Da strumento per le attivit umane le banche si sono in gran parte trasformate in problema per la societ e in fonte di instabilit e crisi.29Per salvarle dal baratro gli Stati hanno dovuto versare oltre 3500 miliardi di aiuti in quattro anni, una cifra che da sola basterebbe a pagare tutti i debiti di Italia, Spagna, Grecia e Portogallo e di questi aiuti ben oltre la met sono stati versati dagli Stati Uniti e poi dallEuropa con il Regno unito (978 ), la Germania, ( 417 ), lIrlanda ( 147), lOlanda (143), il Belgio (137), e poi con cifre minori lAustria, la Francia, il Portogallo, la Spagna e infine lItalia con 4,1 miliardi, scaricando dette perdite sui cittadini. La finanza muove il mondo e nessuno pu permettersi il fallimento di grandi banche. Peccato per che mentre ai cittadini si chiede di tirare sempre pi la cinghia, ai big del credito sia ancora concesso tutto, compreso stipendi da favola e liquidazioni multimilionarie; a fine 2011 il valore dei derivati sulla roulette dei mercati era arrivato alliperbolica cifra di 647 miliardi di $, nove volte il PIL mondiale.30LA CRISI DEL 2007- 2008I MOTIVI SCATENANTI. Il sistema finanziario al centro della formazione e del successivo scoppio della bolla dei mutui subprime e della conseguente crisi finanziaria. Le banche concedevano mutui anche alla clientela pi rischiosa e priva di garanzie perch grazie al sistema delle cartolarizzazioni potevano rivendere gli stessi mutui sui mercati. Dopo linsolvenza dei primi mutuatari lintero sistema andato rapidamente nel panico e si bloccato. La perdita di valore dei crediti subprime rispetto al periodo pre crisi ad aprile 2008 stata di 45 miliardi di dollari.31LA LEVA FINANZIARIA. Diversi soggetti a partire dalle stesse banche, lavoravano con una leva finanziaria pari o anche superiore a 40 o 50 a 1. Subito dopo la bolla dei subprime scoppia la bolla dei debiti, di dimensione enormemente maggiore, e le banche sono costrette a vendere parte dei titoli nel portafoglio, naturalmente non i titoli tossici, che non vuole pi nessuno, ma azioni, obbligazioni e titoli di Stato che hanno ancora un mercato. Determinando il crollo dei prezzi aumentando notevolmente lofferta. Come unepidemia la crisi dei subprime contagia lintera finanza globale, che si rilevata un colosso dai piedi dargilla, trascinando con s linsieme delleconomia.32IL SISTEMA BANCARIO OMBRA NELLA CRISI. Al centro del processo non troviamo per solo le banche, ma anche e soprattutto il sistema bancario ombra (SPV) a loro legate. Le societ ombra hanno preso in prestito i soldi dei risparmiatori, dei fondi di investimento, dei fondi pensione e li hanno investiti in titoli sempre pi incomprensibili e rischiosi. Finch cresceva la bolla finanziaria basata su quei titoli, i profitti salivano a dismisura, attirando sempre nuovi capitali. Con la flessione del sistema immobiliare statunitense la bolla scoppiata e buona parte dei titoli che circolavano nel sistema bancario ombra si rilevata per quello che era: spazzatura, iniziando una corsa sfrenata a disfarsene, con vendita a ribasso e lo scoppio del panico.33IL CONTAGIO ALLECONOMIA REALE E BILANCI CREATIVI PER NASCONDERE LA CRISI. Il blocco della finanza ha trasmesso la crisi alleconomia reale. Le imprese si finanziano tramite prestiti bancari o emissione di azioni o obbligazioni. Senza accesso al credito verranno meno nuovi investimenti e quindi rallenter loccupazione, che significa meno capitali a disposizione di lavoratori e famiglie, meno consumi e meno vendite per le imprese, aggravando la crisi delleconomia reale e innescando una spirale recessiva. Gli Stati allora sono dovuti intervenire per tappare le perdite e salvare le banche, che mentre fino ad allora erano tenute a iscrivere nel portafoglio i titoli al valore di mercato, sono state invece autorizzate a iscrivere i titoli al prezzo a cui li avevano comprati. Questo accorgimento , di cambiare in corsa le regole, ha permesso a bilanci disastrati, di tornare di colpo in attivo o comunque a mascherare le perdite effettive.34LA FINANZA COME MEZZO, LA FINANZA COME FINE. Nel periodo del consumismo guidato unicamente dal dogma della continua crescita dei consumi, del PIL, come risolvere il paradosso? Come vendere sempre pi automobili, pi telefonini e pi prodotti a persone sempre pi povere? La soluzione in apparenza molto semplice: indebitando le famiglie, le imprese e gli Stati per drogare i consumi e la crescita economica. Di fronte alle persone facoltose che spendono sempre meno del loro reddito, per riuscire a mantenere una elevata domanda , che potesse assorbire almeno in parte lofferta, il declino del potere dacquisto dei lavoratori stato compensato con il debito, ovvero affidando alla finanza il compito di supplire agli squilibri di reddito che la stessa aveva causato.35Lo sviluppo della finanza stato quindi funzionale alla creazione di una massa crescente di debiti, ovvero stato il mezzo che ha permesso questa trasformazione economica e sociale. Il progressivo sviluppo della finanza e della tecnologia informatica fa si che il settore finanziario garantisca tassi di profitto pi alti del resto delleconomia. Le imprese e i capitali cercano quindi una remunerazione dalla speculazione finanziaria, allontanandosi dalle attivit produttive.36La finanza ha creato un sistema basato sui derivati non regolamentati, sulle cartolarizzazioni, e sul sistema ombra per espandere la massa di denaro, di scommesse e di debiti. I mutui subprime sono stati unicamente la scintilla che ha fatto scoppiare la crisi, costituita dalla gigantesca bolla fatta di debiti e speculazione. E la finanza neoliberista, che per decenni aveva postulato lesistenza di mercati efficienti e la necessit che lo Stato si facesse da parte ha di colpo avuto bisogno di migliaia di miliardi di soldi pubblici per non collassare.37LA FINANZA PUBBLICA38In questa seconda parte vengono esaminati i comportamenti degli STATI, i loro indebitamenti, lo SPREAD, e i derivati. I piani di salvataggio. Gli squilibri su scala mondiale, compresi quelli monetari e la svalutazione. Le politiche fiscali e i paradisi fiscali. Il debito pubblico in Italia. Levasione fiscale e leconomia sommersa. La recessione in atto in conseguenza della crisi. Le Banche Centrali e gli interventi in economia. Il salvataggio delle banche. Le soluzioni proposte dalla Comunit internazionale: una visione sbagliata e ingiusta. Lestremismo neoliberista.39GLI STATILe questioni di finanza pubblica sono complesse. La cinghia di trasmissione della finanza privata del 2007-2008 a quella degli Stati e delle finanze pubbliche del 2011 diretta ed evidente. I governi sono dovuti intervenire con enormi iniezioni di capitali, prima per salvare il sistema finanziario dal completo collasso e subito dopo per cercare di fare ripartire leconomia, e si sono quindi dovuti indebitare40IL DEBITO: NON SOLO IN TITOLI DI STATOGli Stati hanno delle entrate e delle uscite. Le entrate sono principalmente quelle fiscali ( tasse e imposte ), mentre le uscite sono costituite dalle diverse spese investimenti pubblici, infrastrutture ( strade, scuole ), mantenimento della pubblica amministrazione, della giustizia e dellordine pubblico. Se in un anno le uscite superano le entrate lo Stato ha un deficit. In questa situazione lo Stato deve trovare risorse per finanziare la propria attivit. Il debito pubblico la somma di tutti i deficit accumulati. Una possibilit per far fronte a un deficit aumentare il debito attraverso lemissione di titoli di Stato, che per lItalia sono rappresentati dai BOT, BTP e CCT che sono in pratica obbligazioni.41Il valore del debito totale dello Stato, in Italia, composto dal valore della somma dei titoli di Stato circolanti, e dai debiti delle amministrazioni locali, i debiti della pubblica amministrazione verso i propri fornitori, e quindi di tutte le passivit lorde dello Stato e di tutti i suoi enti. I titoli di Stato hanno una scadenza e vengono emessi dal Tesoro previa indizione di aste pubbliche alle quali partecipano le banche e le societ di intermediazione abilitate. Il finanziamento del debito sui mercati, ove agiscono altri Stati, con economie pi solide della nostra, ha quindi un costo legato al tasso di interesse al quale vengono emessi i titoli. Lo spread la differenza tra il tasso di interesse offerto dalla Germania e quello dallItalia.42SPREAD e CDS: misurare o determinare il rischio?Al di la dei vincoli europei , maggiori sono gli interessi, maggiori sono le difficolt a tener fede alle promesse fatte e rimborsare il debito. Oltre allo spread esistono anche altri indicatori della rischiosit di uno Stato, quali i CDS ( derivati ) che permettono di assicurarsi contro un fallimento. , e sono diventati un indicatore dello Stato di salute di un Paese. Il costo di un CDS in qualche modo un indicatore della probabilit che il fallimento si verifichi davvero.43LA CRISI DAL PRIVATO AL PUBBLICOI PIANI DI SALVATAGGIO. Alla fine del 2008 lintero sistema finanziario era sullorlo del collasso. A causa del crollo della fiducia le banche non prestavano pi soldi, n tra di loro sul mercato interbancario, n alla clientela. Sono dovute intervenire le banche centrali come prestatori di ultima istanza, ovvero sostenendo le banche in difficolt fornendo loro prestiti. Gi dalla met del 2007, sia la FED, il sistema bancario centrale degli USA, sia la BCE in Europa sono intervenute prestando decine di miliardi di dollari agli istituti in difficolt. Per stimolare il sistema i governi sono arrivati fino ad acquistare i titoli tossici in cambio di denaro fresco, per dare iniezioni di liquidit alla finanza.44IL DEBITO DAL PRIVATO AL PUBBLICO. I debiti pubblici sono aumentati in maniera drammatica dopo il salvataggio del sistema bancario e finanziario. In soli due anni , tra il 2009 e il 2011, il debito pubblico USA passato dall84 al 99% del PIL, dal 2007 al 2010 in Francia dal 63 all81%, in Germania dal 63 all81%. Complessivamente il deficit europeo passato dallo 0,6% del PIL al 7%. Il debito pubblico italiano salito a 1900 miliardi di euro. Gi allinizio del 2009 diversi quotidiani segnalavano come i piani di salvataggio delle banche potrebbero portare lUnione europea in crisi, dato che evidente come lo sforzo gigantesco compiuto dai governi avrebbe portato conseguenze nei conti pubblici.45SQUILIBRI IN EUROPA E SU SCALA MONDIALELUnione europea frutto di un progetto di integrazione sovranazionale che ha prodotto una moneta unica, un mercato unico con libera circolazione delle merci, labbattimento dei controlli sui movimenti di capitali, la creazione di una banca centrale europea (BCE). Secondo gli accordi di Mastricht gli Stati si sono impegnati a rispettare alcuni parametri: un debito massimo pari al 60% del PIL e un deficit non superiore al 3% del PIL. Per le imprese possibile sfruttare le differenze di legislazione per stabilire le sedi produttive e piano piano il sistema di solidariet e di welfare stato soppiantato in una corsa verso il fondo in materia di leggi e di tutele.46SQUILIBRI COMMERCIALI SU SCALA EUROPEA. In concreto esistono squilibri tra i diversi Paesi: Germania e quelli del centro Europa da una parte e quelli della periferia pi deboli Portogallo, Irlanda, Grecia, Spagna, chiamati spregiamente PIGS ( maiali ), sempre pi spesso una seconda I, indica Italia. La moneta e il mercato unico hanno messo questi Paesi in competizione, e i Paesi della periferia hanno registrato deficit crescenti nei confronti del centro, e in particolare delle banche dei Paesi pi forti, in primo luogo quelle tedesche, ma anche francesi e inglesi. E da sfatare il mito che i tedeschi sono pi competitivi perch lavorano di pi e che laumento della produttivit in Germania sia maggiore rispetto alla periferia.47In verit la Germania ha addirittura mantenuti fermi i salari o li ha addirittura diminuiti e si posta lobiettivo di diventare un competitore globale , sfidando gli USA e persino la Cina sul piano dellexport, diventando uno dei maggiori esportatori nel mondo, non certamente su scala mondiale, ma europea. Nella visione neoliberisa e mercantile che si cerca di imporre a inizio 2012, lintera UE deve comprimere i salari e il costo del lavoro per ingaggiare una corsa al ribasso con la Cina e le altre potenze emergenti, e invece di svalutare la moneta la Germania chiede di svalutare il costo del lavoro. La Germania partiva da una posizione di forza , dovuta a una molteplicit di fattori, dalle spese per la ricerca alla dimensione delle imprese, dalla produttivit alla rete di infrastrutture, e salari pressoch invariati mentre crescevano quelli degli altri Paesi, ma per effetto dellinflazione. 48Linflazione pi alta soprattutto dopo lentrata in vigore delleuro legata al credito facile per finanziare i consumi nei Paesi della periferia, che nel frattempo aumentavano le loro importazioni proprio dalla Germania, che ha accumulato un surplus di oltre 1000 miliardi di euro dal 2000. Limpossibilit dei Paesi della periferia di poter svalutare la propria moneta rispetto a quella tedesca ha peggiorato le cose producendo squilibri che ora si vogliono far rientrare con piani di austerit e diminuendo il costo del lavoro nei Paesi della periferia.49SQUILIBRI SU SCALA GLOBALE La Cina diventata la fabbrica del mondo e presenta un gigantesco surplus commerciale, mentre gli USA sono i primi consumatori del pianeta e registrano deficit spaventosi. Gli Usa si indebitano per comprare prodotti cinesi e i cinesi acquistano titoli di stato statunitensi, in pratica consentendo a questultimi di comprare a credito e mantenendo cos il livello di vendite e produzione. Una situazione che sta esasperando gli squilibri su scala globale e le tensioni valutarie. In Europa la Grecia e gli altri Stati della periferia si sono indebitati per comprare prodotti tedeschi. Nel caso della Cina lo Stato ad aver prestato soldi agli USA con lacquisto di buoni del tesoro statunitensi, mentre in Europa sono le banche private a prestare i capitali necessari ai Paesi della periferia per mantenere alta la produzione e le esportazioni nei Paesi del centro. Diversi analisti segnalano come la prossima crisi potrebbe scoppiare per la condizione delleconomia cinese e la presenza di una colossale bolla immobiliare, a cui potrebbero sommarsi le difficolt degli USA ove il debito ha superato il 100% del PIL, dato anche che lecito domandarsi per quanto tempo gli americani potranno accumulare deficit per comprare a credito dalla Cina?50SQUILIBRI MONETARI E SVALUTAZIONE. La differenza degli squilibri tra USA/Cina ed Europa data dal fatto che gli americani hanno una loro moneta unica che tra laltro una moneta di riferimento per il commercio internazionale. In Europa invece la creazione di una moneta unica, di una Banca centrale e labbattimento dei controlli sui movimenti di capitali hanno tolto diversi strumenti a disposizione dei singoli Stati per rimediare a situazioni di difficolt. Una per tutte la possibilit di stampare moneta, ma anche il controllo sul valore delle monete nazionali e la possibilit di svalutarle; e quello sui tassi di interesse applicati dalle banche centrali il cosiddetto costo del denaro. La quotazione delleuro rispetto alle altre valute una sorta di media delle quotazioni che avrebbero le valute dei diversi Paesi europei se non ci fosse la moneta unica, ed una media sbilanciata ed ancorata allandamento delleconomia tedesca, per cui gli altri Paesi si trovano una valuta estremamente pi forte che penalizza le esportazioni e sono inondati di importazioni dalla Germania . Questo si traduce infine in un continuo peggioramento dei conti pubblici ed in un indebitamento crescente.51IL COSTO DEL DENARO. Un secondo strumento di politica economica degli Stati la determinazione del tasso di interesse a cui le banche centrali prestano il denaro, cio il costo del denaro. In pratica un alto tasso di interesse rende pi costosi prestiti e investimenti, raffreddando leconomia e i consumi, mentre un basso tasso li rende pi semplici, permettendo di rilanciare leconomia ma esponendo il Paese al rischio di inflazione. Anche questo secondo strumento stato delegato a livello sovranazionale, e in particolare alla BCE, che per statuto, ha come unico obiettivo il controllo del tasso di inflazione, e non la lotta contro la disoccupazione o altri scopi. Le politiche sono decise nella sede della BCE di Francoforte , fuori dalla portata delle istituzioni democratiche della UE, rendendo la BCE completamente indipendente dal potere politico e dal controllo dei singoli Paesi membri.52POLITICHE FISCALI E PARADISI FISCALI. Gli Stati si trovano di fronte a una profonda contraddizione tra il tentativo di mantenere la propria superiorit e la partecipazione alla competizione globale per cercare di avvantaggiare le proprie imprese, e limitare la tassazione dei capitali per evitarne la fuga. Ed in questo gli Stati si trovano davanti a due possibilit. Da una parte reperire le risorse necessarie al loro funzionamento e allerosione dei servizi pubblici in particolare tassando il lavoro. Dallaltra tagliare questi servizi. In questi ultimi anni si assistito a un progressivo spostamento della pressione fiscale dal capitale al lavoro , dalle imprese ai cittadini e pi in generale da chi in posizione di forza, pu usufruire di scappatoie quali paradisi fiscali e di chi non pu farlo, aumentando il peso delle imposte indirette come lIVA in Italia, creando enormi squilibri in tutta lUnione europea.53IL DEBITO PUBBLICO IN ITALIALA COMPOSIZIONE DEL DEBITO PUBBLICO. Il debito pubblico in Italia ammontava a fine 2011 a circa 1900 miliardi di euro superiore a 30.000 euro per ogni cittadino. Su questo debito abbiamo pagato nel 2011, 77 miliardi di euro di interessi. Poco pi dell80% costituito da titoli di Stato, il resto da debiti delle amministrazioni locali, debiti verso fornitori della pubblica amministrazione e altri. Solo quelli del pubblico verso le imprese fornitrici supererebbero a inizio 2012 i 70 miliardi di euro. Il 57% del debito detenuto da soggetti residenti in Italia, il 43% da soggetti esteri (in genere banche e investitori istituzionali )54CENNI STORICI SUL DEBITO ITALIANO. Nel 1861 i primissimi governi decidono di riconoscere i debiti pregressi degli Stati che vanno a costituire il Regno dItalia. Raramente lItalia ha coperto le spese con le entrate. Lo strumento del debito pubblico sempre stato di grande importanza ed stato anche premiato con unimposizione di tasse inferiore al resto degli investimenti finanziari, ed i mercati finanziari sono nati principalmente per collocare il debito pubblico. Oggi il debito supera il 120% del PIL, nel 1980 il rapporto era ancora pari al 59%, per lintervento della Banca dItalia. Gi nel 1993 il debito aveva raggiunto il 120%, in quanto negli anni 80 la Banca dItalia acquistava tutti i titoli di Stato rimasti invenduti, tenendo relativamente bassi i tassi di interesse. Operazione che cess alla fine degli anni 80.55Nello stesso periodo a livello internazionale si afferma la dottrina neoliberista negli Usa e in altri Paesi e si assiste alla liberalizzazione dei capitali, per cui i risparmiatori possono indirizzare i propri soldi ovunque nel mondo, mentre prima era illegale per un cittadino italiano, circostanza che facilitava lo Stato a finanziare il debito con un tasso relativamente basso. In parallelo diminuiscono in Italia le tasse sui redditi pi alti, sia per scelte politiche, sia per la difficolt di tassare i grandi capitali che possono muoversi liberamente nel mondo. Detta in parole semplici lo Stato rinuncia a tassare i patrimoni, e chiede loro in prestito, con il dovuto tasso di interesse, i soldi che non chiede pi come imposizione fiscale56Questo equivale a una continua redistribuzione della ricchezza dal basso verso lalto attraverso il debito pubblico. Le tasse versate essenzialmente dai lavoratori dipendenti e dai pensionati (93%) vanno in misura sempre maggiore a pagare gli interessi sul debito, detenuto dai grandi patrimoni. Il debito pubblico da strumento di politica economica nellinteresse pubblico, si trasforma progressivamente in un meccanismo di welfare al contrario.57EVASIONE FISCALE E ECONOMIA SOMMERSA. Una delle principali cause di squilibrio dei conti pubblici dato dal unevasione fiscale gigantesca, e nettamente superiore alla media europea. Alcune analisi stimano levasione in circa 120 miliardi di euro ovvero poco meno del 30% dellincasso lordo. Considerando il lavoro nero , leconomia sommersa e le mafie, in totale qualcosa come 500, miliardi di euro lanno sfuggono al fisco. Si tratta di una cifra dellordine del 30% del PIL , che non viene tassata in alcun modo. Senza questa gigantesca zavorra che strangola leconomia e scarica lintero peso del fisco su cittadini e imprese onesti, lItalia sarebbe con ogni probabilit uno del Paesi europei con i conti pubblici pi sani, con il minor debito e comunque in una situazione radicalmente diversa da quella attuale.58In questa attivit di evasione e di elusione fiscale sono direttamente coinvolte anche le banche e il sistema finanziario, in almeno due modi. Da un lato societ finanziarie e banche compiacenti troppo spesso chiudono un occhio, quando non sono parte attiva, per facilitare lo spostamento illecito di capitali allestero. Dallaltro le stesse banche sono direttamente coinvolte in attivit elusive, o per lo meno da diversi contenziosi con il fisco. A dicembre Intesa San Paolo ha versato allAgenzia dellentrate 270 milioni di euro per chiudere un contenzioso, e in precedenza il Monte dei Paschi si era accordato per 260 milioni, CREDEM per 45, la Popolare di Milano per 186, UNICREDI per 99. Secondo uno studio del Tax Justice Networh, condotto su 145 Paesi, lItalia perderebbe ogni anno a causa dellevasione fiscale circa 183 miliardi di euro, il che significa che 10 anni di evasione fiscale a questi ritmi sono pari allintero debito pubblico, che fino al 2011 ammontava a 1900 miliardi di euro.59PERCHE INDEBITARSI. Oltre alle mancate entrate fiscali legate ad attivit illecite, occorre poi valutare quanta parte del debito pubblico sia stata utilizzata, e venga tuttoggi utilizzata, non per il benessere dei cittadini ma per clientele, opere inutili e dannose, e pi in generale per spese improduttive, quali il progetto di acquistare 131 cacciabombardieri, che non possono passare per strumenti per ripudiare la guerra, come prescritto dalla nostra Costituzione. Oppure per citare altro esempio la costruzione del tunnel per lAlta velocit in Val di Susa, ove esiste gi una linea ferroviaria sottoutilizzata. Tornando alle entrate levasione e leconomia sommersa non sono gli unici nostri problemi. Una caratteristica che ci accumuna a gran parte dellEuropa una progressiva diminuzione del carico fiscale sulle classi pi ricche e sul capitale, e uno spostamento della pressione fiscale sul lavoro e sulle imposte dirette e regressive, quali lIVA. Si pu quindi concludere che il debito pubblico in Italia non dovuto a una eccessiva spesa per welfare o servizi sociali, ma per la globalizzazione dei mercati e dei capitali, la gigantesca evasione ed economia sommersa, ed infine per anni di mala gestione, corruzione, clientele e spese improduttive.60LA RECESSIONE CAUSATA DALLA CRISI. Anche in Italia il rapporto debito/PIL aumentato negli ultimi anni, passando dal 106% del 2008 al 119% del 2010, legato principalmente a due fattori. Da una parte la crisi che ha comportato una riduzione dei consumi e del PIL. Se diminuisce il denominatore il rapporto debito/PIL aumenta. Il secondo fattore sempre legato alla recessione. La diminuzione dei consumi e della ricchezza si traduce in un calo delle entrate.CONCORRENZA SUI MERCATI DEI CAPITALI. Laumento dei debiti pubblici dovuti ai piani di salvataggio effettuati dalla Francia, Spagna, Gran Bretagna ed USA ha aumentato lofferta di questi titoli sui mercati, per finanziare deficit in rapida crescita.61Economie solide , come la Germania, possono permettersi di offrire tassi di interesse attorno al 2%. Oggi lItalia no, perch con la gigantesca offerta di titoli di Paesi considerati pi sicuri occorre aumentare il tasso offerto per attrarre gli investitori e non essere spinti fuori mercato. Ecco spiegato il progressivo e rapido aumento dello spread fra titoli italiani e tedeschi, che per ogni punto percentuale di differenza con i Bund tedeschi costa allItalia 3,1 miliardi di euro il primo anno, 6,2 il secondo e 8 a regime. Gli interessi potrebbero passare dai 77 del 2011 ai 94 del 2012, poi a 101 nel 2013, sottraendo risorse ai servizi pubblici e alle spese sociali. LItalia ha un avanzo primario, ovvero avrebbe i conti pubblici in attivo, e quindi se non fosse per gli interessi sul debito pubblico, i nostri conti non sarebbero in questa penosa situazione.62SPECULARE SUI DEBITI PUBBLICI. La finanza casin approfitta delle difficolt degli Stati per guadagnare scommettendo sul fallimento di interi Paesi. Gli speculatori cavalcano le oscillazioni dei mercati. Sempre pi spesso gli investitori agiscono inseguendo le variazioni di prezzo dei titoli, non gli interessi. Se acquisto un titolo di Stato, devo attendere che maturino gli interessi per guadagnare. Se al contrario compro il titolo e dopo pochi giorni il suo valore salito, posso realizzare un profitto in brevissimo tempo. Esistono poi tecniche speculative, in particolare la vendita allo scoperto, che permettono di scommettere nella direzione opposta, ovvero sulla perdita di valore di qualsiasi titolo. Limportante che il prezzo sia variabile o che il titolo stesso sia volatile. Larrivo di speculatori aumenta la quantit di titoli venduti e il giro di scommesse. Questo aumenta a sua volta linstabilit, la quale attrae altri speculatori, alimentando la spirale.63IL DEBITO ITALIANO IN MANI ESTERE. Negli ultimi anni c stato una importante novit nel debito italiano, a parte leccessivo indebitamento. Nel 1991 il 94% del debito pubblico italiano era nelle mani di soggetti residenti in Italia, rendendo improbabile una speculazione da parte di banche e altri attori finanziari esteri. Nel 1998 questa percentuale era scesa a poco pi del 70%. Dopo il 2005, circa la met del debito nelle mani di soggetti italiani, il resto tenuto da soggetti esteri. Il Giappone ha un rapporto debito/PIL superiore al 230%, ma la quasi totalit del debito (96%) in mano agli stessi cittadini e imprese giapponesi. In conclusione il nostro debito diventato un problema per la recessione causata dalla crisi finanziaria del 2008, dai giganteschi piani di salvataggio della finanza privata, che hanno aumentato la concorrenza dei mercati sui titoli di Stato, e nella mancanza di regole64BANCHE CENTRALI E INTERVENTI DOPO LA CRISIBANCHE CENTRALI E INTERVENTI A SOSTEGNO DELLECONOMIA. Le banche centrali sono istituti autorizzati a emettere moneta e in particolare a determinare le condizioni a cui avviene questa emissione. Pi in generale intervengono nelle politiche monetarie fissando il cosiddetto costo del denaro, ovvero il tasso di interesse a cui una banca centrale presta denaro al sistema bancario. La gestione di questo strumento stata duramente criticata negli ultimi anni. Se la crisi dovuta alleccesso di debiti del sistema bancario e finanziario, una responsabilit rilevante dovuta alle politiche di bassi tassi di alcune banche centrali e in particolare della FED degli Stati Uniti.65POLITICHE MONETARIO E ALLEGGERIMENTO QUANTITATIVO. Se le banche centrali possono intervenire per salvare delle banche a rischio di fallimento, persino accettando in cambio titoli tossici e obbligazioni strutturate frutto di cartolarizzazioni , sembrerebbe logico che possano a maggior ragione intervenire per sostenere lo Stato quando questo si dovesse trovare in difficolt. Questo ruolo di prestatore di ultima istanza per gli Stati stato svolto dalla FED degli USA, dalla Banca centrale dInghilterra o da altre banche centrali, ma precluso alla BCE in Europa. Per statuto la BCE non pu comprare titoli di Stato dei Paesi membri, per contrastare attacchi speculativi, potendo agire solo sporadicamente sul mercato secondario.

66SOVRANITA MONETARIA ED EMISSIONE DI TITOLI DI STATO. Un problema cruciale risiede nel fatto che 17 Paesi dellUE non hanno pi una loro valuta nazionale, ma avendo aderito alleuro hanno delegato alla BCE il compito di immettere moneta nel sistema. Con la creazione delleuro a fine 2001 lItalia non ha pi la possibilit di emettere una moneta propria. Il conio adesso di pertinenza della BCE, tranne per le monete che continuano ad essere stampate dalla Zecca italiana.Dallaltra parte, ogni Paese aderente alleuro continua ad avere un proprio debito pubblico e a doverlo finanziare tramite lemissione di propri titoli di Stato67Ogni Paese quindi esposto a un proprio rischio sovrano da cui discendono tassi di interesse diversi e di conseguenza lo spread non pu applicare le politiche economiche proprie dei Paesi che hanno una loro sovranit monetaria, ovvero stampare soldi e svalutare per diminuire i deficit. Per gestire il debito le uniche soluzioni che rimangono sono allora laumento delle entrate o diminuire le spese. In pi il valore forte delleuro agganciato alleconomia tedesca non rispecchia la forza dei Paesi della periferia europea.In maniera speculare la BCE una Banca centrale senza uno Stato alle spalle.68E ANCORA UNA CRISI BANCARIA. Poste queste premesse la crisi delle finanze pubbliche ancora in gran parte una crisi bancaria, per i seguenti motivi:La mole di titoli di Stato che le banche hanno nei loro bilanci. Se posso indebitarmi all1% con la BCE e utilizzare tali risorse per comprare titoli della Grecia che offrono il 20% di interesse e di altri Stati in difficolt, laffare si presenta molto interessante, per cui la crisi delleuro essenzialmente un incontro di lotta libera per stabilire chi alla fine coprir i debiti delle banche. Viene da domandarsi quanto i piani di austerit imposte alla Grecia e ad altri Paesi siano funzionali a salvare le banche che continuano a speculare sui debiti di tali Paesi.69Per ridurre la loro esposizione nei Paesi considerati a rischio , nel 2011 le banche hanno perseguito due strategie. Alcune hanno iniziato a vendere i titoli dei paesi della periferia, aggravando la situazione di difficolt di quei Paesi. La maggior parte per non volendo rinunciare agli alti interessi garantiti da quei Paesi hanno invece pensato di tutelarsi contro un possibile default comprando i CDS, i derivati che permettono di assicurarsi contro il fallimento di un ente terzo.Un altro fattore dipende dalla quantit di titoli tossici che le banche hanno ancora nei loro bilanci dopo lo scoppio della bolla dei subprime del 2008, e da quella data allinizio 2012 , il valore di borsa di UNICREDIT passato da 69 a 8 miliardi, quello di INTESA SAN PAOLO da 65 a 18 , e quelli di Monte dei PASCHI di Siena e UBI banca entrambi da 12 a 2,5 e via discorrendo. 70UNA NUOVA BOLLA SPECULATIVA CON SOLDI PUBBLICI. La liquidit a basso costo in assenza di vincoli o controlli equivale a un incentivo a perseguire le attivit speculative e potrebbe innescare unennesima bolla sui mercati finanziari. In questo senso lintervento della BCE potrebbe essere addirittura controproducente , continuando a dare eccessiva liquidit a un sistema che dovrebbe al contrario diminuire la propria leva. In ogni modo per le banche europee si pone il problema di un urgente aumento di capitale sociale e per quelle italiane di almeno 15,4 miliardi di nuovo capitale per far fronte ai rischi assunti in passato.71SALVARE LE BANCHE, NON I PAESI. Per ottenere il prestito dell1% dalla BCE le banche italiane hanno dato in cambio delle obbligazioni con una garanzia dello Stato italiano ( Ministero del tesoro e Banca dItalia )I soldi della BCE per le banche , arrivano senza condizioni. Gli Stati al contrario devono accettare pesanti ingerenze nella propria sovranit, piani di austerit, rientro dal debito per avere qualche prestito a tassi quattro o cinque volte superiori, mentre non sono nemmeno in discussione vincoli per le banche private inondate di soldi pubblici dopo aver causato la crisi. Tali vincoli agli occhi di chi ancora sostiene lideologia neoliberista rischierebbero di minare lefficienza del libero mercato.72LE SOLUZIONI PROPOSTE DALLA COMUNITA INTERNAZIONALELINTERPRETAZIONE DELLA CRISI DELLE FINANZE PUBBLICHE. La crisi delle finanze pubbliche legata a diversi fattori, la maggior parte dei quali discende dallassetto finanziario attuale. Il travaso sui conti pubblici dellenorme eccesso di debiti e di rischi creato dalla finanza privata, principalmente tramite le cartolarizzazioni , il sistema bancario ombra e il moltiplicarsi dei derivati. In pi lassenza di regole nel settore finanziario, labbattimento dei controlli sui movimenti di capitali, il ruolo giocato dai paradisi fiscali e alcuni pesanti squilibri allinterno dellUE e su scala globale.73Lobiettivo di tali politiche non sembra di rimettere in sesto i conti pubblici diminuendo le spese, ma anche e soprattutto puntare su una maggiore competitivit , facendo dellUE un competitore globale, inseguendo il modello neomercantile tedesco, diminuendo il costo del lavoro. C da chiedersi se la periferia dellEuropa voglia mettersi a competere con la Cina sul piano delle retribuzioni e dei redditi, mentre tutti i Paesi cercano di aumentare le esportazioni, o lunica via di uscita iniziare a indebitare altri pianeti per poter esportare li le nostre merci74LE SOLUZIONI PER LITALIA E LA RISPOSTA DEL GOVERNO. Il ragionamento di tagli alla spesa pubblica e piani di austerit stato applicato allItalia. Il 5 agosto 2011 con una nota la BCE chiedeva la piena liberalizzazione dei servizi pubblici locali, attraverso privatizzazioni, ritagliare i salari e le condizioni di lavoro alle esigenze specifiche delle aziende, e vista la gravit della situazione sui mercati finanziari, sarebbe appropriata anche una riforma costituzionale. Nel merito dopo due mesi dal referendum nel quale 27 milioni di italiani si sono espressi contro le privatizzazioni la BCE chiede privatizzazioni su vasta scala. In pi lItalia deve rientrare , sforando il 60% del debito di rapporto debito/PIL a un ritmo del 5% annuo, e linserimento del pareggio del bilancio nella nostra Costituzione. A inizio 2011 il Governo sosteneva che non sarebbe stata necessaria alcuna manovra di aggiustamento dei conti pubblici. A fine anno 75ne sono state approvate tre con interventi strutturali per 80 miliardi di euro. Le prime due dallo stesso Governo Berlusconi, lultima da quello guidato da Mario Monti, chiamato da Napolitano ad affrontare la difficile situazione. Una manovra che contiene maggiori tasse anche sui ceti pi deboli, tagli alle pensioni, tagli ai servizi pubblici in perfetto accordo con le richieste della UE e ancor prima con lideologia neoliberista, che non affronta i nodi strutturali che hanno portato allaumento del debito, poi allaumento dello spread e degli interessi da pagare e infine alla limitatezza di strumenti per farvi fronte76Dopo la prima fase a inizio 2012 viene annunciata la seconda , per la , fondata sulle liberalizzazioni e le privatizzazioni. In pratica seguendo due strade: tagli alle spese sociali e alle pensioni e valorizzazione del patrimonio pubblico, ovvero in dismissioni ai privati di immobili, imprese, terreni, spiagge, ma anche dei servizi pubblici e della loro gestione. In altre parole, scaricare il costo della crisi sui salari e spese sociali e aprire al privato nuovi settori economici, beni e servizi pubblici. E adesso una riflessione. Il sistema bancario fino agli anni ottanta era caratterizzato da un insieme di piccole banche e da alcune di maggiori dimensione sotto controllo pubblico.77E stato affermato che il pubblico era inefficiente, le piccole banche non potevano competere su larga scala ed era necessario un processo di ammodernamento, fatto di privatizzazioni e fusioni. Un processo che ha portato alla costituzione di due gruppi bancari di dimensione globale, UNICREDIT e INTESA SAN PAOLO. Questo processo ha portato un maggior benessere ai cittadini? I nostri costi sui c/c e le nostre spese bancarie sono tra i pi alti dEuropa, buona parte del sistema di piccole imprese e di artigiani ha enorme difficolt di accesso al credito, leconomia langue e le privatizzazioni non hanno permesso di far cassa e di ridurre il debito pubblico. E allora maggiore prudenza e analisi appropriate di costi e benefici pare opportuna.78UNA DIAGNOSI SBAGLIATA. Questa visione della crisi e di come uscirne direttamente figlia della dottrina neoliberista: meno Stato, pi mercato. Occorre diminuire le spese pubbliche e aumentare il ruolo del privato. Incredibilmente, la crisi dovuta agli eccessi della finanza privata dimostrerebbe linefficienza del settore pubblico, e diventa un alibi per insistere e accelerare nella stessa direzione. Se non ci sono le risorse per i servizi pubblici, questi possono, anzi devono, essere privatizzati. Uninterpretazione della crisi sbagliata, ingiusta, pericolosa e miope. Vediamo in dettaglio.79La finanza ha causato la crisi, il pubblico intervenuto per salvarla, e sono peggiorati i conti pubblici. Ora bisogna tornare in soccorso degli Stati, altrimenti le grandi banche che hanno continuato a speculare allindomani della crisi potrebbero continuare a essere a rischio. Per questo i cittadini devono coprire tutti i debiti , stringendo la cinghia. Se non lo fanno , la minaccia che gli stessi attori finanziari porteranno nuovi attacchi speculativi contro le nazioni pi deboli, e pretendono un risanamento immediato da Grecia, Irlanda, Portogallo, Spagna e Italia. IL debito pubblico della UE che era inferiore al 60% del PIL nel 2007, supera l80% nel 2010.80O, di colpo, negli ultimi tre anni i Paesi membri dellEuropa hanno speso miliardi e miliardi di euro in servizi pubblici, welfare, pensioni o linterpretazione che viene data della crisi dalle finanze pubbliche semplicemente falsa. Al contrario , londa lunga delle riforme delle pensioni, dei tagli alle spese sociali e delle privatizzazioni sono sotto gli occhi di tutti. Pi in generale gli Stati europei sono oggi in difficolt perch hanno a che fare con un sistema bancario estremamente fragile e che necessita di enormi e continui apporti di capitali per puntellare e mascherare la sua insostenibilit.81UNA VISIONE INGIUSTA. Partendo da un assunto sbagliato, lintero peso della crisi viene fatto ricadere sui cittadini e in particolare sulle fasce pi deboli, contro qualsiasi principio di redistribuzione del reddito. La crisi ha colpito una prima volta i cittadini nel 2007-2008 quando sono stati messi a rischio i loro risparmi ; una seconda volta con laumento della disoccupazione e della precariet; una terza volta perch il sistema finanziario stato salvato con i soldi pubblici, ovvero dei contribuenti; una quarta volta perch i responsabili della crisi hanno contribuito solo marginalmente al salvataggio eludendo le tasse grazie ai paradisi fiscali; una quinta volta per il peggioramento dei conti pubblici; una sesta volta per lassenza di un regolamento che ha permesso alla finanza di ricominciare a speculare con impatti devastanti sulle nostre vite.82SCARICARE I DEBITI SUI CITTADINI. Notiamo che si da per scontato che sia necessario approvare queste misure , per quanto ingiuste e di , perch i Paesi non possono fallire. Nel 2008 c stato detto che le banche non possono fallire, e il costo del salvataggio stato scaricato sugli Stati. Ora questi ultimi non possono fallire, e il costo viene trasferito sui cittadini. Il problema che non c nessun altro su cui spostare questa massa di debiti per continuare a giocare a scaricabarile, senza regole. Sono allora i cittadini a dover fallire per i disastri combinati solo pochi anni prima dalla finanza speculativa?Se non fosse abbastanza assurdo che i cittadini sono chiamati a tappare i buchi di questo sistema finanziario, laspetto pi incredibile che la stessa finanza a dettare le condizioni alle quali pretende, che i cittadini tappino le falle che ha provocato, imponendo condizioni agli Stati sui titoli, lacrime e sangue, piani di austerit, pena laumento di tassi sul debito.83PEGGIORARE LA CRISI. Lingiustizia sociale contenuta nei piani proposti per uscire dalla crisi non che una parte del problema. Le misure proposte non fanno che peggiorare la crisi stessa, affondando diversi Paesi nella recessione e in una possibile depressione. Tagli alle pensioni, al welfare significano diminuire il potere di acquisto, il reddito delle famiglie. Se lo Stato non assicura i servizi essenziali, che devo pagare da solo, questi soldi non potranno essere utilizzati per altro, diminuendo il reddito di famiglie , lavoratori e pensionati. Un sistema economico fondato sulla continua crescita del PIL e dei consumi assolutamente insostenibile dal punto di vista ambientale, in un paese di dimensioni finite. In questo momento di crisi diminuire i redditi delle classi pi povere non far altro che accelerare la crisi stessa e condurre i Paesi un una pesante fase recessiva.84In altre parole le misure imposte dalla UE porteranno ad acuire la crisi che si pretende di contrastare e trascineranno i Paesi in una pesante recessione. Oltre agli enormi danni diretti, il peggioramento della situazione implica alimentare le incertezze sui titoli di Stato e quindi la speculazione contro gli stessi Paesi.In ultimo promuovere politiche di austerit in un momento di crisi significa ridurre ulteriormente la domanda. Meno ricchezza prodotta significa anche meno entrate fiscali e un ulteriore peggioramento dei conti pubblici. Un nuovo alibi per procedere a un ulteriore smantellamento dei servizi pubblici e dello Stato sociale.85INCOMPETENZA O SHOCK ECONOMY. Probabilmente non esiste nessuna sorta di che indirizza i destini del mondo, una qualche leadership mondiale che coscientemente cerca di perseguire i propri interessi a danno del 99% dellumanit. Non per questo la realt pi tranquillizzante , al contrario. La realt che siamo immersi da un trentennio in un pensiero unico neoliberista. Le banche , le imprese, le istituzioni internazionali e nazionali, le universit sono dirette da manager ed esperti che si sono formati in questo pensiero economico. Linteresse razionale del singolo attore finanziario quello di massimizzare i profitti, anche se questo comporta un maggior impatto ambientale, ed esercitare ogni possibile influenza sui politici per evitare lintroduzione di regole e controlli , anche a costo di acuire la crisi.86LESTREMISMO NEOLIBERISTA. Una finanza senza controllo ha aumentato a dismisura la quantit di debiti e di denaro circolante, tramite lutilizzo di leve finanziarie spregiudicate per moltiplicare gli attivi e i profitti, derivati non regolamentati, cartolarizzazioni realizzate grazie a strutture registrate nei paradisi fiscali, e che hanno dato vita a un sistema bancario ombra di dimensione doppia rispetto a quello ufficiale. Il settore pubblico ha dovuto spendere migliaia di miliardi di dollari per salvare questo settore. Il pareggio di bilancio deve essere inserito nelle Costituzioni nazionali. Il pubblico non pu indebitarsi, mentre vengono premiate e lasciate libere le banche e gli attori finanziari che hanno provocato la crisi.87POSSIBILI ALTERNATIVE88In questa terza parte vengono affrontati i problemi di come regolamentare la finanza: le cartolarizzazioni, il sistema bancario ombra, la leva finanziaria, le agenzie di rating, i derivati, le transazioni finanziarie, e la necessit di introdurre principi precauzionali. Fermare la lobby della finanza. La Governance internazionale. I paradisi fiscali. Controlli sui flussi di capitali. Una nuova Europa. Ruolo e funzioni della BCE. La spesa pubblica in Italia. Diverse politiche di spesa. Un diverso modello fiscale e delle entrate. Un nuovo modello di finanza pubblica. Pagare il debito? Un audit sul debito. Agire dal basso contro la finanza.89REGOLAMENTARE LA FINANZAFINANZA COME MEZZO O COME FINE. La crisi che viviamo non esplosa a seguito di scandali, non abbiamo assistito a situazioni contingenti per un Paese o Regione. Siamo di fronte a una crisi strutturale della finanza, che investe le stesse fondamenta. Questo sistema per anni ha assicurato profitti giganteschi a pochi ed enormi disuguaglianze e ingiustizie in tutto il pianeta. Come primo passo necessario invertire la rotta, occorre cambiare il sistema finanziario. Qualsiasi intervento pubblico, piano di salvataggio o proposta politica sar inefficace finch la finanza dominer leconomia e lintera societ, finch le banche e gli attori finanziari potranno creare denaro e debiti dal nulla senza limiti, finch le poche regole esistenti potranno essere comunque eluse.90Con laffermarsi del neoliberismo la finanza ha occupato gli spazi lasciati vuoti dal progressivo arretramento dello Stato. Oggi milioni di famiglie americane si ritrovano senza risparmi e senza casa, con buona pace dellefficienza dei mercati incapaci di trasformare e agire nellinteresse generale. Lintero PIL della terra stimato 62 trilioni di dollari. La JP Morgan Chase, una singola banca privata americana, detiene contratti derivati per un totale di 78 trilioni di dollari, seguita da Citigroup, BanK of America e Golmasn Sachs. Queste quattro banche detengono in totale 200 trilioni di dollari di derivati. Il debito dellItalia, ottava economia del mondo, circa l1% di questa somma. Ci una follia. Occorre sottoporre la finanza a una drastica cura dimagrante, e diminuire il suo peso nelleconomia e nella societ, la sua complessit.91CARTOLARIZZAZZIONI E SISTEMA BANCARIO OMBRA. Il sistema bancario ombra va chiuso. Che senso ha chiedere alle banche di pubblicare un bilancio, se possono poi spostare la maggior parte delle proprie attivit fuori da questo bilancio e nel sistema ombra? Attualmente si chiede agli Stati di introdurre nelle Costituzioni nazionali il pareggio del bilancio. Bene invece del pareggio si dichiari allora che gli Stati hanno si un bilancio, ma possono usare trucchi contabili per spostare oltre la met dei debiti e delle spese al di fuori di questo bilancio e non farli comparire nellanalisi dei conti pubblici.92Al momento del fallimento la Lehaman Brothers rispettava non solo i parametri di Basilea II, ma anche quelli ben pi stretti di Basilea III. Il problema di fondo riguardava la massiccia partecipazione al sistema ombra. Le banche sono state protagoniste di una doppia trasformazione. Dalla tradizionale attivit creditizia allintermediazione finanziaria e successivamente al sistema bancario ombra. Passaggi che non sono messi in discussione dallaccordo di Basilea o altre normative oggi allo studio, ma gli Stati e quindi i cittadini sono stati poi chiamati a ripianare le perdite.93NARROW BANKING. Con la legge statunitense Glass-Steagall Act approvata dopo la crisi del 1929 fu deciso di separare le banche commerciali e le banche di investimenti, per evitare che le banche potessero speculare con i soldi dei clienti. Questa legge smantellata nel corso degli anni novanta, stata ora riproposta , in forma limitata dal Dodd-FranK Act emanato dagli Usa dopo la crisi dei subprime. Questa legge contiene la cosiddetta Volcker Rule, per cui le banche non possono fare operazioni in proprio con i soldi dei loro clienti. Impedire il trading proprietario un primo passo, ma sicuramente insufficiente, eppure ha incontrato enormi resistenze da parte delle lobby finanziarie americane, tanto che a fine 2011 si attendono sempre i decreti attuativi.94Il modello deve essere per narrow banking, ovvero attivit finanziaria ristretta, nel quale esistono diversi tipi di banche, ognuna delle quali specializzate in poche operazioni ben definite e inquadrate. Cos le banche commerciali realizzano prestiti, le banche di investimento operano sui mercati finanziari. Un tale modello appare necessario per impedire che megastrutture composte di banche, fondi, gestori, assicurazioni, attivit di consulenza continuino a tenere sotto ricatto i governi obbligandoli a qualunque legge e a qualunque salvataggio non solo in forza del loro potere di lobby, ma anche perch un loro fallimento trascinerebbe nel baratro lintera economia.95DIMINUIRE LA LEVA FINANZIARIA. Suddividere le operazioni che le banche possono compiere non che uno dei passi per cambiare il sistema bancario. Unaltra misura altrettanto necessaria la riduzione della leva finanziaria spropositata che queste hanno conseguito negli ultimi anni. La leva finanziaria, che non riguarda solo le banche, ma anche i soggetti finanziari e i fondi di gestione, aumenta linstabilit, e il rischio sistemico legato alle interconnesioni tra i diversi soggetti. Una leva molto alta per le banche pu persino essere controproducente nellassicurare la fondamentale funzione di erogare credito a famiglie e imprese, ovvero per far si che le banche facciano le banche.96LE AGENZIE DI RATING. E necessario rivedere il mandato e il funzionamento delle agenzie di rating per risolvere i diversi conflitti di interesse e il potere che queste imprese private di fatto hanno sugli Stati.Tra le diverse riforme proposte una chiede la costituzione di unagenzia di rating pubblica e sovranazionale, in modo da eliminare i conflitti degli emittenti privati ma anche per evitare che unagenzia privata possa giudicare uno Stato sovrano e influenzare le politiche economiche.Andando oltre necessario ridiscutere lambito di applicazione e limportanza dei voti emessi. Pi in generale lintero sistema finanziario ruota intorno i giudizi delle agenzie di rating, il che tra laltro esaspera la tendenza degli investitori e dei mercati a muoversi < in gregge>97REGOLAMENTARE I DERIVATI. I derivati sono nati come strumento di copertura dei rischi e possono avere un ruolo positivo per leconomia reale. Questo in linea teorica. Oggi la quasi totalit dei derivati utilizzata come scommessa sui mercati e per sfruttare la leva finanziaria. Questi contratti hanno conosciuto una crescita ipertrofica e sono il principale strumento di speculazione , che colpisce le materie prime o il cibo come i conti pubblici per gli Stati, senza distinzioni. La dimensione speculativa ha talmente preso il sopravvento che oggi chi dovrebbe usarli come copertura di un qualche rischio spesso tagliato fuori, perch sono diventati rischiosi a loro volta. E possibile quindi riportarli alla loro funzione originaria, ma necessario:

98Devono essere regolamentati e trattati su piattaforme elettroniche che ne assicurino la trasparenza a le informazioni. Serve un meccanismo centralizzato per regolare le posizioni ed evitare contratti fuori da ogni controllo e supervisione;Lutilizzo del derivato deve prevedere la consegna del sottostante. Non deve essere possibile acquistare un derivato sui titoli di stato, sulle valute o sul cibo , se non ho alcun interesse nel sottostante corrispondente.Devono essere aumentati i margini e ridotta la leva finanziaria. Un derivato non un mezzo per scommettere forte con pochi soldi e per esasperare il brivido di una scommessa, ma un contratto pensato per diminuirli, i brividi e i rischi.99TASSARE LE TRANSAZIONI FINANZIARIE. La tassa sulle transazioni finanziarie (TTF) unimposta estremamente ridotta- pari allo 0,01/0,1 su ogni acquisto di strumenti finanziari. Il tasso minimo non scoraggerebbe i normali investimenti sui mercati. La tassa stata ideata da James Tobin, economista americano, premio Nobel 1981, e tende a porre un argine a chi specula a breve termine sulla variazione dei tassi di cambio della moneta, e sugli altri prodotti finanziari. Finalmente in data 9 ottobre 2012, stata approvata da 11 Stati dellUE, tra cui lItalia, la Germania e la Francia e prevede un gettito stimato di 55 miliardi di euro. Adesso devono essere redatti i relativi atti e si spera che venga applicata dal 2013. Ben diversa la situazione per chi specula comprando e vendendo titoli nellarco di pochi secondi o addirittura di millesimi di secondo, come avviene direttamente dai computer. Simili operazioni dovrebbero pagare la tassa per ogni transazione. Il peso della tassa diventa progressivamente pi alto quanto pi gli obiettivi sono di breve periodo. Un freno alla speculazione e la generazione di un gettito sono i due effetti pi immediati della TTF.100Accanto alla TTF e nella stessa direzione sono state proposte diverse altre forme di tassazione internazionale. Una carbon tax o altra tassa sulle emissioni CO2 potrebbe incentivare la ricerca e lutilizzo di motori pi efficienti o di forme di trasporto meno inquinanti, favorendo il trasporto via nave o su rotaia rispetto a quello aereo o su gomma, che, consumando pi carburante , dovrebbero pagare delle tasse superiori. Analogamente una tassazione delle materie prime permetterebbe di favorire le produzioni a basso consumo di materiali, e ancor prima il riciclo e riuso dei beni oggi destinati a diventare rifiuti.101APPLICARE UN PRINCIPIO PRECAUZIONALE. Unazienda farmaceutica non pu immettere sul mercato un nuovo medicinale se questo non ha superato una serie di controlli e cos pure unazienda di giocattoli se non riesce a dimostrare la non pericolosit nei confronti dei bambini.Perch questo non avviene in ambito finanziario? Perch banche a altri attori possono mettere in commercio qualsiasi derivato, prodotto strutturato o altro contratto per quanto complicato e incomprensibile senza praticamente limitazioni di sorta? Perch molto spesso possibile venderlo anche a piccoli risparmiatori a digiuno di qualsiasi nozione finanziaria ?102Occorre spezzare un rapporto tra finanza e controllori che appare un gioco del gatto col topo. Un intermediario finanziario intende lanciare sul mercato un nuovo modello di derivato che consente di scommettere sul prezzo futuro del grano sui mercati asiatici? Bene, non pu farlo finch non dimostra, primo, che questo strumento ha una qualche utilit sociale e, secondo, non ha controindicazioni e non crea distorsioni, speculazioni o altri problemi per i contadini, per i panettieri e i pastifici e per tutti gli attori interessati nel mondo reale del grano.103FERMARE LA LOBBY DELLA FINANZA. Per lintero sistema finanziario non unicamente il confine tra attivit normale e speculazione a essere venuto meno, ma il confine tra legalit e illegalit. Semplicemente, la gran parte delle operazioni oggi svolta in una gigantesca zona grigia in cui le legislazioni nazionali non arrivano e quelle internazionali non esistono. Tutto questo anche perch troppo spesso queste normative sono plasmate sulle richieste e le aspettative degli stessi attori finanziari. Anche le poche regole su cui sembra trovarsi un accordo globale sono nel mirino delle lobby e dei grandi attori della finanza. Il governo statunitense ha osato mettere in discussione la libert della finanza di piazzare e vendere i propri derivati come e quando vuole, senza alcun limite di barriera, ed stato citato da un privato presso una corte di giustizia.104Non solo. Specialisti e studi di consulenza sono costantemente al lavoro per inventare nuovi sistemi e prodotti per eludere le poche norme rimanenti. Uno degli aspetti pi subdoli del processo di finanziarizzazione legato alla quantit di tempo e risorse umane ed economiche che le banche oggi investono in attivit finanziarie di scarso o nullo valore sociale. Le risorse si concentrano sullelaborazione e lo studio di prodotti finanziari innovativi e complicatissimi e su attivit speculative, mentre una parte sostanziale della popolazione totalmente esclusa dal credito, quando con somme estremamente ridotte potrebbe avviare percorsi virtuosi di autosviluppo, tramite processi quali il microcredito, ed esclude due miliardi di esseri umani da qualsiasi servizio bancario e dallaccesso al credito.105LAMBITO DI INTERVENTO DELLA FINANZA. La finanza ha invaso ogni settore della vita umana. Non solo il diritto alla casa con la conseguente bolla dei mutui subprime , ma dalle attivit produttive ai servizi essenziali, dallalimentazione alla previdenza, dalle finanze pubbliche allambiente non c attivit nella quale la finanziarizzazione delleconomia e della societ non sia imposta , con conseguenze devastanti per i cittadini e per i nostri diritti. Semplicemente non deve essere possibile speculare sul cibo, sulla terra o sui cambiamenti climatici. E oggi necessario intraprendere un processo di definanziarizzazione delleconomia attaccando la pervasivit della finanza lungo due direttrici.106La prima quella che potremmo definire verticale. Bisogna ridurre la dimensione della finanza. La piramide che dovrebbe avere come base leconomia e come vertice la finanza oggi ribaltata. Le attivit finanziarie interessano volumi anche centinaia di volte superiori a quelli delle corrispondenti attivit reali. Una piramide al contrario decisamente instabile che ha provocato il crollo dellintero sistema quando si verificato un problema, in se limitato, quale una flessione del mercato immobiliare statunitense.Accanto a un intervento verticale ne serve uno trasversale alle diverse attivit economiche, e definire con cura il perimetro entro cui si pu muovere la finanza per impedire la possibilit di speculazioni sui servizi pubblici essenziali, sul cibo, sulla terra, sullambiente e in diversi altri ambiti.107LA GOVERNANCE INTERNAZIONALE. A seguito della crisi del 2008 le venti maggiori economie si sono riunite nel G20, autonominatosi primo forum per il coordinamento economico. A fine 2011 si erano svolte ben sei riunioni del G20 a livello dei Capi di Stato e di governo, costituendo uno strumento efficace per elaborare i piani di salvataggio della finanza casin che aveva provocato la crisi. Da allora poco stato fatto per regolamentare la finanza speculativa. Sono state salvate le banche, non gli esseri umani. Il G20 riconosce lesistenza di rischi sistemici , riguardo i derivati o la leva finanziaria, ma ad oggi nessun intervento serio stato messo in campo.Ancora liniziativa in materia di regolamentazione finanziaria rimasta ai singoli Paesi.108Il G20 ha anche un problema di legittimit. I Paesi membri dellONU sono poco meno di 200. Le nazioni pi povere del mondo, che hanno pagato il costo maggiore della crisi pur non avendone nessuna responsabilit, sono escluse da qualunque possibilit di dire la loro su cosa fare per uscirne. In direzione contraria anzi il G20 si sta trasformando in un G2, con i nodi tra USA e Cina a dominare lagenda e le decisioni prese dalle due potenze a fissare i lavori.Lo stesso G20 ha affidato un ruolo centrale e ingenti risorse per aiutare le nazioni in difficolt a quel FMI che per decenni ha promosso la necessit di lasciare liberi i mercati e la circolazione dei capitali, che hanno accelerato linstabilit e la creazione di un sistema economico dove la speculazione ha preso il sopravvento sulleconomia reale.109Il quadro internazionale appare estremamente frammentato, con molti organismi ed enti incaricati di promuovere varie iniziative. Oltre al G20 e al FMI, un ruolo di primo piano quello del Financial Stability Board che riunisce i rappresentanti dei governi e delle banche centrali dei Paesi del G20. Qui pare che almeno a livello europeo si siano fatti passi avanti almeno per una supervisione unica delle banche europee affidata alla BCE, primo passo verso lUnione bancaria, e la condizione necessaria per permettere al nuovo fondo salva stati, lESM, di finanziare le banche in difficolt. Le relative norme sono state approvate nel Consiglio europeo del 19 ottobre 2012, e prevedono un iter normativo che dovrebbe consentire alla BCE di poter fare un controllo su tutte le banche dellEurozona a partire dal 2014. Esistono poi una molteplicit di organismi, il Comitato di Basilea, La Banca per i regolamenti internazionali, lIASB, lIOSCO e lOCSE, con competenze che a volte si sovrappongono in assenza di un regolamento globale efficace. Tra le economie internazionali necessita una integrazione e un coordinamento che abbia come scopo la tutela della stabilit finanziaria intesa come bene pubblico globale, e che consentano un controllo democratico, che rispecchi lattuale situazione geopolitica.110I PARADISI FISCALI. Finch la comunit internazionale e lopinione pubblica continueranno ad identificare i paradisi fiscali con piccole isole tropicali costellate di palme, il fallimento di qualunque intervento di regolamentazione pressoch assicurato. I paradisi fiscali rispondono a ben precise richieste di un gigantesco mercato che va, senza soluzione di continuit, dallelusione fiscale alla criminalit organizzata. Tali territori sono interamente funzionali a un sistema di potere politico, economico e finanziario concentrato nelle nazioni pi ricche.E necessario quindi, ancor prima di introdurre norme internazionali guardare in casa nostra, procedere a un cambiamento anche culturale per comprendere che non esiste nessuna discontinuit, tra il piccolo imprenditore, vessato dal fisco, che nasconde profitti111allestero e i peggiori traffici della criminalit internazionale. Sono gli stessi territori, gli stessi meccanismi finanziari e gli stessi intermediari a entrare in gioco. Un gioco in cui a vincere sono pochissimi soliti ignoti e in cui a perdere la stragrande maggioranza della popolazione mondiale. Gli strumenti tecnici per fermare i paradisi fiscali ci sono. E solo questione di volont politica. Una volont che, a discapito delle roboanti dichiarazioni che chiudono ogni vertice internazionale, a oggi non si ancora vista.112CONTROLLI SUI FLUSSI DI CAPITALE. In accordo con le dottrine neoliberiste negli ultimi anni sono stati rimossi quasi tutti i vincoli sui movimenti di capitale in entrata ed in uscita dai Paesi. Questo ha tolto ai governi unimportante strumento di politica economica e soprattutto ha esasperato la speculazione internazionale con capitali che si muovono continuamente alla ricerca del massimo profitto nel minor tempo possibile. La possibilit di introdurre controlli sono diverse. Una come gi ricordato la TTF.Forme di controllo permetterebbero ai governi di frenare i flussi speculativi alla ricerca di profitti a breve113Qual lutilit di capitali che entrano ed escono da uneconomia nazionale in pochi secondi? Tali masse monetarie non contribuiscono alla realizzazione di infrastrutture, alla creazione di posti di lavoro o allo sviluppo, ma al contrario sono alla base della formazione di bolle e, nella direzione opposta, quando un Paese inizia a trovarsi in difficolt e i capitali fuggono, esasperano i problemi.114ALTRE RIFORME SU SCALA INTERNAZIONALE. La riforma della governance globale, la lotta ai paradisi fiscali e il controllo sui flussi di capitali, sono tre capitoli essenziali per riportare una finanza fuori controllo a operare nellinteresse della societ, ma diverse altre profonde riforme sono necessarie, e successivamente verranno approfonditeUn altro passo la creazione di un nuovo sistema valutario mondiale che possa sostituirsi al dollaro quale moneta di riferimento per gli scambi internazionali e per la quotazione delle merci, a partire dal petrolio. Lambito monetario e i conseguenti squilibri tra USA e Cina quello che mostra pi di tutti la necessit di un intervento. 115UNA NUOVA EUROPAREGOLAMENTAZIONE FINANZIARIA IN EUROPA. La maggior parte delle misure, adottate a seguito della crisi del 2008, stata pensata per tentare di stabilizzare la finanza e riparare i danni da essa creati, non per cambiare le regole del gioco ed evitare che i danni possano ripetersi. Fino ad oggi la misura pi rapida e sostanziale stata la modifica delle regole contabili e di bilancio per le banche, permettendo loro di mascherare una parte delle perdite subite. Sono state create nuove autorit di vigilanza sui mercati, il cui potere pare troppo limitato. In questo senso possibile affermare che le nuove regole approvate in discussione su scala europea sono del tutto insufficienti per lauspicata inversione di rotta.116Rispetto allindomani della crisi, in cui sembrava evidente la volont di ridimensionare lo strapotere della finanza, queste direttive sono state progressivamente annacquate dallintervento delle lobby del mondo finanziario, fino ad arrivare in diversi casi ad una vera e propria cattura del regolatore, dato che gli stessi rapresentanti del mondo finanziario scrivono le regole, come i gruppi di esperti creati dalla Commissione europea per ricevere consigli su come regolamentare la finanza. La quasi totalit di questi gruppi vede una maggioranza schiacciante di rappresentanti delle banche , mentre societ civile, sindacati, universit e altri gruppi interessati sono nettamente minoritari.117UN NUOVO MODELLO EUROPEO. Gli squilibri tra centro e periferia dellEuropa sono la manifestazione pi evidente di un sistema costruito con un peccato originale: unUnione europea fondata su un mercato unico, una moneta unica e la libera circolazione dei capitali, senza in parallelo unEuropa sociale, dei diritti, con politiche ambientali, industriali e fiscali comuni. Occorre oggi pensare da subito a possibili rimedi, che la crisi ha certamente evidenziato. Uno dei primi passi deve consistere in una politica fiscale comune. Non pi tollerabile oggi la corsa verso il fondo tra gli Stati europei per attrarre capitali e imprese offrendo condizioni fiscali sempre pi compiacenti. Occorre un sistema fiscale armonizzato, una tassazione minima delle imprese e politiche comuni conseguenti.118Considerazioni analoghe devono valere per i diritti dei lavoratori e in altri ambiti, provvedendo a unarmonizzazione verso lalto dei diritti. Il problema dellarea euro dipende anche dal fatto che i singoli Stati continuano ad avere il proprio debito ed emettere i propri titoli di stato. Da qui discende lidea di emettere delle obbligazioni europee, gli Eurobond garantiti da tutti gli Stati aderenti alla moneta unica, per calmierare gli attacchi speculativi contro i debiti dei singoli Paesi. Gli eurobond non devono essere pensati come strumenti per rilanciare i consumi, ma per una politica fondata sugli investimenti. Il punto centrale poi quello di avere un tasso unico per il debito, azzerare lo spread e le relative speculazioni sui debiti sovrani anche per sfruttare la forza dellinsieme dei Paesi delleuro ed avere un sistema di debiti consistente con lesistenza di una moneta unica.119RUOLO E FUNZIONE DELLA BCE. La discussione su eurobond e moneta unica porta direttamente a rimettere in causa il ruolo e le funzioni della BCE, attualmente indipendente dal potere politico. Autonomia ed indipendenza sono per due concetti ben diversi. Oggi la BCE non deve rispondere in nessun modo alle istituzioni democraticamente elette, sia a livello di Stati nazionali sia su scala europea. Ha inoltre un unico obiettivo di controllo dellinflazione, e non deve quindi tenere in alcuna considerazione altri, dal tasso di disoccupazione al benessere dei cittadini. Questo non lunico problema da affrontare, per la BCE, ed urgente rimettere in discussione la possibilit di acquistare titoli di Stato dei Paesi membri, sul mercato primario, agendo come prestatore in ultima istanza degli Stati. 120Mentre le banche private ricevono direttamente prestiti dalla BCE a bassissimo interesse e danno in cambio obbligazioni con garanzia dello Stato, questultimo deve lanciarsi in operazioni bizantine di garanzie e controgaranzie per sperare di poter accedere a un qualche piano di salvataggio.Tanto i fondi salva Stati quanto la BCE hanno quindi difficolt oggettive a intervenire come prestatori di ultima istanza per gli Stati. In altre parole al di l degli eccessi evidenti di una BCE che fornisce liquidit a bassissimo costo alle banche private ma non agli Stati, lintera architettura europea che va rimessa in discussione.121USCIRE DALLEURO? Data lattuale situazione europea , il dibattito sulla moneta unica tornato in discussione. Il problema centrale in particolare legato agli squilibri di 17 Paesi con storie, modelli produttivi e sociali, forza economica e commerciale enormemente diversi tra loro, ma legati da ununica moneta. Un sistema che penalizza enormemente i Paesi della periferia, costretti a inseguire la potenza delleconomia tedesca, e favorire questultima , che utilizza una valuta pi debole di quanto non sarebbe una moneta della sola Germania.A fronte di questo e di altri scenari, la strada obbligata passa oggi per riequilibrare il processo di costruzione europea, accelerando su ununione fiscale, sociale e dei diritti per recuperare il terreno perso nei confronti dellunione monetaria e dei capitali.122SALVARE LEUROPA. La mancanza di sovranit dei Paesi delleuro non che uno dei problemi e comunque la soluzione di stampare soldi in quantit illimitata, darebbe luogo a una crescita senza controllo dellinflazione o a bolle speculative sui mercati finanziari. La differenza tra i Paesi delleuro e quelli che non lo sono che in questultimi la banca centrale pu potenzialmente stampare i soldi e acquistare i titoli di stato.E quello che avveniva in Italia fino alla met degli anni ottanta, quando la Banca dItalia dava la propria disponibilit ad acquistare a un dato tasso tutti i BOT e i CCT rimasti invenduti.123Fino ad oggi lEuropa non ha voluto o saputo affrontare questa emergenza. Uno dei motivi la riluttanza tedesca. Tutti i meccanismi citati prevedono in qualche modo un intervento o per lo meno una garanzia dei Paesi pi forti o virtuosi a favore di quelli della periferia. E da notare che nei media la giustificazione principale al rifiuto tedesco, il ricordo delliperinflazione della Repubblica di Weimar, da cui nacque il nazismo, per cui la Germania non accetterebbe che la Banca centrale stampi soldi per acquistare debiti, e insiste sui piani di austerit per la periferia europea.124DIVERSE POLITICHE E UNA DIVERSA SPESA PUBBLICA IN ITALIALA SITUAZIONE IN ITALIA ALLINIZIO DEL 2012. Le cause principali del nostro debito pubblico sono da far risalire a decenni di evasione fiscale a livelli ineguagliabili, eccetto la Grecia, al peso delle economie illegali, dalle mafie al sommerso, alla corruzione; alle clientele, alle spese improduttive e ad altri sprechi; allo spostamento della pressione fiscale sul lavoro e alla globalizzazione del mercato dei capitali. In misura sempre maggiore il debito cresce per gli interessi da pagare sul debito stesso, che si accumulano anno dopo anno. Lo scoppio della crisi del debito e limpennata dello spread sono invece legati alla crisi del 2008, e alla conseguente recessione, allaumento della concorrenza sui mercati di capitali, al salvataggio delle banche e alla speculazione.125Le limitate possibilit di intervento sono da imputarsi alla fragilit e nello stesso tempo alla dimensione ipertrofica del sistema bancario e finanziario europeo, alla mancata sovranit monetaria, delegata alla BCE, a squilibri su scala europea e alla rigidit dei trattati UE.A fine 2011 in unItalia in recessione si promuovono misure di austerit che deprimono la domanda e i consumi, si riparte per una nuova ondata di privatizzazioni e liberalizzazioni e si procede verso linserimento del pareggio del bilancio in Costituzione. In questo modo il costo della crisi viene scaricato su lavoratori, pensionati e le classi pi deboli, ovvero chi non ha nessuna responsabilit, n delle cause di lungo periodo n in quelle congiunturali e nemmeno nelle difficolt di intervento.126LA SPESA PUBBLICA IN ITALIA. Per il 2012 le entrate tributarie sono di circa 450 miliardi di euro. Di queste 260 riguardano le imposte dirette e 191 quelle indirette ( IVA, monopoli di Stato e lotterie). Lo Stato ha poi entrate extratributarie per 50 miliardi, per cui complessivamente le entrate sono circa 500 miliardi che dovrebbero salire a 527 nel 2013 e 541 nel 2014 per laumento delle imposte dirette.Le principali spese sono:- trasferimenti agli enti locali111 miliardi- impegni in Europa 26 miliardi- forze armate 20 miliardi- infrastrutture pubbliche e logistica 4 miliardi- opere strategiche e pubbliche calamit 2 miliardi127- istruzione scolastica41 miliardi- universit 8 miliardi- diritti sociali, politiche sociali e famiglia 31 miliardi- politiche previdenziali81 miliardi- politiche per il lavoro5,4 miliardi- tutela e valoriz. beni e attiv. cult. e paesag. 1,4 miliardi- oneri perr il servizio del debito pubblico88 miliardiRispetto ai Paesi europei lItalia nel 2009 ha speso per interessi il 4,6% del proprio PIL, e l8,9% della spesa complessiva di fronte a una media europea del 2,3% e 4,6%, per cui il nostro Paese spende pi degli altri in interessi sul debito , e ci sono quindi meno risorse per gli altri settori.128DIVERSE POLITICHE DI SPESA. Scelte diverse sarebbero e sono possibili dal lato delle entrate quanto da quelle delle spese. Riguardo al taglio delle spese , davvero lunica possibilit consiste nel tagliare welfare e spese sociali, ovvero ridurre i redditi indiretti a famiglie e lavoratori, e fare pagare ancora una volta la crisi a chi non ha la responsabilit? Tutto