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UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI ROMA ROMA LA SAPIENZA” LA SAPIENZA” POLO PONTINO POLO PONTINO DIPLOMA UNIVERSITARIO IN DIPLOMA UNIVERSITARIO IN SCIENZE INFERMIERISTICHE SCIENZE INFERMIERISTICHE

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UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI ROMAROMA

““LA SAPIENZA”LA SAPIENZA”

POLO PONTINOPOLO PONTINO

DIPLOMA UNIVERSITARIO IN DIPLOMA UNIVERSITARIO IN

SCIENZE INFERMIERISTICHESCIENZE INFERMIERISTICHE

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Corso di Tecniche Diagnostiche, Interventistiche e di Radioprotezione

Anno Accademico 2012/2013

Docente: Dott.Eugenio L. Faiola Resp:ATTIVITA'RX Ospedale”A.Fiorini” Terracina

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PROGRAMMA DEL CORSO INTECNICHE DIAGNOSTICHE E INTERVENTISTICHE

Anno Accademico2011/2012

 -Diagnostica per immagini Cenni Storici-Ruolo dell’Infermiere Professionale Funzione Organizzativa Funzione Assistenziale-Diagnostica per Immagini con Raggi Roentgen Cenni sui Raggi X Esami Radiologici Tradizionali Radioscopia Radiografia Tomografia Schermografia Seriografia-Tipologia degli esami radiologici tradizionali Esami senza mezzo di contrasto Esami con mezzo di contrasto-Ruolo dell’Infermiere Professionale nella Diagnostica per Immagini Tradizionale-Le reazioni da mezzo di contrasto iodato-Diagnostica per Immagini Ecografia Risonanza Magnetica TAC-Ruolo dell’Infermiere Professionale nella Diagnostica per Immagini con Macchine Pesanti -Compiti Infermieristici a rischio di esposizione Effetti biologici da esposizione a radiazioni ionizzanti

Prevenzione Primaria e Secondaria per le radiazioni ionizzanti

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-Radiologia Interventistica -Attrezzature in Radiologia Vascolare(Cenni)  Attrezzature Tradizionali in Radiologia Vascolare Attrezzature Radiologiche digitali in Radiologia Vascolare -Tecniche e materiali (Cenni) Tecniche di Rivascolarizzazione delle stenostruzioni artero-venose Trombosi Venosa Profonda,Tromboembolia polmonare,Filtri cavali -Assistenza Infermieristica in Radiologia Vascolare -Interventistica Biliare (Cenni) -Chemioterapia dei Tumori (Cenni) -Recupero Corpi Estranei (Cenni) -Attrezzature e Tecniche di Interventistica non vascolare ECO/TAC guidata(Cenni)  Biopsia per cutanea Drenaggio per cutaneo 

-Assistenza Infermieristica in Interventistica non Vascolare

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INTRODUZIONE

La Radiologia Interventistica negli ultimi 15 anni ha avuto un naturale sviluppo in

concomitanza con il naturale sviluppo tecnologico che ha permesso lo svilupparsi

di procedure endovascolari molto sofisticate e nel contempo alquanto efficaci per il trattamento di patologie molto delicate

come gli Aneurismi Aortici per via percutanea.

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In relazione alla estrema delicatezza di tutte le tecniche

interventistiche il lavoro in tale campo necessita di personale specificatamente preparato e

qualificato sia per quanto attiene ai Radiologi,ai Tecnici di

radiologia che agli Infermieri Professionali.

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La R.I.non è solo una metodica avanzata che consente una esplorazione

all’interno del corpo umano ma è soprattutto uno strumento posto nelle

mani degli operatori che abilita ad una precisa e concreta diagnosi e a una

terapia mirata finalizzate alla cura del paziente.

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I Radiologi,i tecnici di radiologia e gli Infermieri Professionali tutti insieme concorrono a

realizzare un prodotto che nasce dalla stessa esperienza di lavoro

dove ognuno con la propria specificità e la propria diversità

contribuisce a realizzare un “prodotto finito” capace di

soddisfare bisogni complessi.

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LA RADIOLOGIA VASCOLARE

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Le Attrezzature in Radiologia Vascolare

Attrezzature Tradizionali in Radiologia Vascolare

SeriografiaTale tecnica consente di ottenere una ripresa successiva di una serie di immagini di un organo in movimento superando l’ostacolo della immagine fissa radiografica che non documenta la funzionalità della regione corporea sottoposta all’esame.

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SeriografiaLo scopo della tecnica Serigrafica è quindi quello di ottenere mediante una serie di immagini ,intervallate fra loro da pause di diversa lunghezza ,una documentazione radiologica delle variazioni di un organo cavo attraversato da un mdc ovvero delle variazioni di forma dell’organo medesimo in tutti i suoi movimenti.

L’intera operazione viene realizzata mediante riprese radiografiche su una o più pellicole.

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Seriografia

L’apparecchio radiologico che consente tale ripresa radiografica si chiama Seriografo a cassetto.

Esso consente sia esami ad organi lenti nei movimenti che rapidi(fino ad una serie di centinaia di fotogrammi al sec.).

La Seriografia rapida si distingue in diretta ed indiretta.Quest’ultima utilizza non la pellicola radiografica bensì una telecamera che riprende da un intensificatore di brillanza(Seriografia rapida ad altissima frequenza).

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Seriografia

La Seriografia rapida ha reso necessario però la costruzione di apparecchiature complesse che fossero in grado di supportare tutte le esigenze della moderna diagnostica:Tubo radiogeno ad alta potenza, adeguato sistema di dissipazione del calore del tubo radiogeno stesso,fuochi piccoli,radiogrammi brevi e precisi e la possibilità di avere immagini nitide.

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SeriografiaNel campo della R.V. si aveva la necessità anche di ottenere la documentazione della sede anatomica oggetto di studio in entrambi le proiezioni ortogonali(Serigrafia Biplana a riprese alternate e a riprese simultanee).

L’accessorio fondamentale dell’impianto Angiografico era l’Angioseriografo rapido diretto

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Attrezzature Radiologiche digitalizzate in Radiologia Vascolare

La tecnica tradizionale è stata oramai superata dall’attuale

tecnica digitale.

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Prima di illustrare la tecnica digitale dobbiamo definire due concetti

fondamentali:

-Concetto di Immagine Diagnostica

-Concetto di Immagine Digitale

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-Concetto di Immagine DiagnosticaEssa è la rappresentazione bidimensionale di un

segnale proveniente da un paziente spontaneamente(termografia) o in risposta ad uno stimolo specifico (rx,u.s.,radiofrequenza).

Per la formazione di una I.D. occorrono:

1. Sorgente Stimolo;

2. Paziente;

3. Rivelatore(Pellicola,Detettori TAC,Sonda ecografica,Bobina r.f.);

4. Sistema di visualizzazione o display(pellicole,monitor).

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-Concetto di Immagine Digitale

L’immagine digitale può essere definita come una tabella bidimensionale di numeri interi non negativi,ciascuno dei quali può essere rappresentato all’interno di una casella definita “pixel”(picture element) facente parte di un reticolo di quadratini,in ognuno dei quali è allocato il numero che esprime il valore del parametro considerato in quel punto(es.intensità del fascio di radiazione emergente dal paziente).

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IMMAGINE DIGITALE

L’insieme dei pixel viene definita matrice.Le dimensioni della matrice definiscono il numero dei pixel per ognuno degli assi cartesiani(es. in medicina nucleare la matrice è 256x256;nella Tac 512x512;nella Radilogia Vascolare 1024x1024)

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IMMAGINE DIGITALE

Le caratteristiche delle I.D. sono le seguenti:1. Il Pixel(unità di ricostruzione spaziale

maggiore rispetto al granulo di bromuro d’argento della Radiologia tradizionale);

2.La matrice e il FOV(questi condizionano la grandezza del pixel e la risoluzione spaziale cioè la possibilità di distinguere due punti nello spazio come singole unità).

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IMMAGINE DIGITALELe fasi del sistema digitale sono le seguenti:1. Acquisizione del segnale(detettori-conversione

dei fotoni emergenti dal pz. in segnale elettrico);2. Trasformazione del segnale elettrico in forma

digitale(Convertitore A/D);3. Elaborazione della matrice mediante operazioni

matematiche ottenendo le più svariate modificazioni;

4. Conversione Digitale/Analogica mediante la quale vengono assegnati livelli di grigio ai numeri binari di ciascun pixel(monitor o pellicola).

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ATTREZZATURE RADIOLOGICHE DIGITALIZZATE

Queste si differenziano da quelle analogiche per essere più complesse

affinchè consentano una vasta gamma di applicazioni mediante le quali è possibile personalizzare l’intero sistema secondo le esigenze del caso e cioè Angiografia periferica,Addominale,Diagnostica ed

Interventistica,etc..

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ATTREZZATURE RADIOLOGICHE DIGITALIZZATE

L’apparecchiatura digitale è costituita da diversi componenti parte

dei quali sono allocati nella sala angiografica e parte in ambiente

vicino(sala consolle di elaborazione immagini).

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ATTREZZATURE RADIOLOGICHE DIGITALIZZATE

Le attrezzature sono date dallo stativo con braccio pensile a C,tubo radiogeno,

dall’iniettore automatico di mdc,dal tavolo radiologico,monitors.

Sono poi presenti nella sala angiografica braccioli,morsetti,materassino,asta per

flebo,cinghie di fissaggio,filtri di compensazione,fasce contensive,accessori di

posizionamento della testa,etc..

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ATTREZZATURE RADIOLOGICHE DIGITALIZZATE

Nella sala consolle vi è naturalmente tutto il sistema di visualizzazione e acquisizione

supportato da un computer ad alto potenziale di efficienza allocato in ambiente diverso e in

cui vengono memorizzati centinaia di pazienti con le relative sequenze acquisite.

Il PC è così potente da elaborare velocemente i dati e dare l’immagine sul video.

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ATTREZZATURE RADIOLOGICHE DIGITALIZZATE

Le tecniche di acquisizione programmate sono diverse e ricordiamo :la cerebrale,la toracica,la addominale,la periferica e più recentemente la bolus chase e la rotazionale.La bolus chase è una tecnica di acquisizione digitale dinamica che consente di seguire esattamente il flusso del mdc in continuo movimento attraverso gli arti periferici inferiori con una sola iniezione di mdc.

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ATTREZZATURE RADIOLOGICHE DIGITALIZZATE

La tecnica rotazionale è invece una procedura di acquisizione che fornisce

informazioni sulla struttura tridimensionale dei vasi sanguigni

attraverso la rotazione del braccio C durante l’acquisizione dell’immagine.

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Si deve ricordare infine anche la FLUOROSCOPIA la cui caratteristica

è quella di limitare al minimo l’esposizione alle radiazioni sia sel

paziente che dell’operatore senza che si pregiudichi la definizione

dell’immagine.Essa è ottenuta grazie ad un

intensificatore di brillanza a fibre ottiche-CCD.

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IL POST - PROCESSING

Dopo aver acquisito l’esame si procede all’elaborazione delle

immagini sempre grazie a programmi che il computer del

sistema offre e successivamente si selezionano le immagini da stampare su una pellicola e il numero di copie.

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DIAGNOSTICA VASCOLARE

TECNICHE E MATERIALI

La diagnostica vascolare si avvale di numerose metodiche di Imaging:Eco-color-

doppler,TC,Angiografia,RM.Il ruolo dell’Angiografia è principalmente rivolto alla valutazione pre-chirurgica del

paziente e in modo sempre maggiore all’effettuazione dell’Interventistica.

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DIAGNOSTICA VASCOLARE

Le diagnosi che più frequentemente si effettuano

sono:Stenosi,Aneurismi,Traumi,Trombosi,Ischemie,Insufficienze cardiache e patologie tumorali

benigne e maligne.

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DIAGNOSTICA VASCOLARE

Materiali

I materiali che sono utilizzati per gli esami di Diagnostica Vascolare

sono di diversi tipi:Aghi,Introduttori,Guide,Cateteri.

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DIAGNOSTICA VASCOLARE

GLI AGHILa funzione dell’ago è di pungere il vaso

ed esistono tre tipi d’ago:Potts-Cournand, Seldinger e Ago-

cannula(Angio-cath).Il calibro è espresso in Gauche,mentre il

diametro interno è misurato in inches che corrisponde alla guida che può essere

inserita.

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DIAGNOSTICA VASCOLARE

GLI AGHITutti gli aghi hanno delle caratteristiche

comuni come una flangia in plastica che permette l’impugnatura dell’ago e

una struttura costituita da due o tre pezzi coassiali con l’estrema affilatura

della punta allo scopo di penetrare facilmente anche attraverso la parete di

arterie ateromasiche ispessite.

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DIAGNOSTICA VASCOLAREGLI AGHI

L’ago più utilizzato è quello di Seldinger.

Esso è composto da una cannula metallica esterna ad estremità

tronca e da uno stiletto interno con affilatura particolarmente

tagliente.

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GLI INTRODUTTORIQuesti sono costituiti da una cannula(camicia) di

materiale plastico(teflon) con punta rastremata,con valvola a diaframma(che consente l’introduzione dei cateteri e non

permette la fuoriuscita di sangue),quest’ultima collegata ad un piccolo tubicino di raccordo

comunicante con l’interno della cannula attraverso la quale può essere eseguito lavaggio

con la soluzione eparinata; da un dilatatore vascolare dello stesso diametro interno della

cannula.

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GLI INTRODUTTORI

L’Introduttore consente la sostituzione dei cateteri senza arrecare danno al vaso;esso possiede calibri in grado di

accogliere cateteri da 2 a 10 F.

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Le Guide AngiograficheQueste hanno il compito di precedere in modo atraumatico il catetere all’interno di un vaso o di un organo e servire poi di supporto al suo

posizionamento.

Il loro calibro è espresso in inches(pollici;1 pollice=25,4 mm.).

Il diametro dei tipi più comuni va da 0,014 a 0,048 inches,con una lunghezza che varia da 80

a 260 cm.

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Le Guide AngiograficheEsse sono costituite da una struttura

esterna metallica avvolta a spirale ricoperta da materiale plastico(teflon) o

idrofilico(maggiore scorrevolezza e minore trombogenicità) e da un’anima interna di acciaio per renderla più o meno flessibile.La punta può essere dritta o curva a J a

seconda il tipo e del suo impiego.La curvatura ha lo scopo di ridurre il rischio

di dissezione intimale.

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Le Guide AngiograficheLe guide Angiografiche si differenziano in alcuni tipi in base alla loro rigidità;il grado di rigidità

della guida è importante poiché quest’ultima deve essere sufficientemente flessibile per procedere

all’interno dei vasi,ma allo stesso tempo sufficientemente rigida per consentire la

progressione del catetere.La loro lunghezza in genere non è inferiore a 150

cm e raggiunge 260 cm in caso di procedure interventistiche.

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I CATETERI

Il catetere è un tubo di piccole dimensioni,di lunghezza variabile che permette l’introduzione del mdc nei vasi in esame.L’unità di misura è il

French corrispondente ad un terzo di mm,quindi un 3 F =1 mm.

La scelta del catetere è determinata oltre che dal diametro esterno,anche dal diametro del lume

interno ,ciò per consentire il passaggio scorrevole della guida e d’alti flussi di mdc,diminuendo

l’attrito interno che si crea fra di loro.

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I CATETERI

Il diametro interno è costante per tutta la lunghezza del catetere ad eccezione della punta che va diminuendo rapidamente per ridursi ai

valori prescelti finalizzati al tipo di guida consigliata per l’introduzione.

I materiali di cui sono fatti sono il Polietilene,il Poliuretano,il Teflon ed il Naylon.

Il più usato è il Polietilene soprattutto per il migliore adattamento alle arterie.

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I CATETERIIl Poliuretano ha una bassa trombogenicità,

ilNaylon e il teflon sono impiegati per i cateteri d’uso selettivo;questi materiali hanno una maggiore rigidità e

resistenza e offrono un migliore controllo di torsione.Il calibro va da 3 a 8 F con una lunghezza che va da 80 a

110 cm.La loro superficie deve essere molto levigata

(minore attrito nel punto di ingresso e per limitare la formazione di trombi intorno ad esso).

I fori laterali sono indispensabili per le angiografie non selettive mentre per le selettive hanno un solo foro alla

punta.

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I CATETERIEsistono vari tipi di cateteri:Cerebrali,Viscerali,Cardiaci.

I cateteri cerebrali sono di diversi tipi,i più utilizzati sono i Simmons, l’Headhunter,e il vertebrale.Hanno diversi calibri e lunghezza.I Pig-tail(coda di porco) hanno anch’essi diversi calibri e lunghezza e fori laterali e sono così conformati per evitare il colpo di frusta durante l’iniezione di mdc e per avere una omogenea opacizzazione del vaso in esame.I Cobra sono cateteri usati generalmente per i visceri addominali con gradi di curvatura alla punta (C1-C3) e con foro unico alla punta o multipli laterali.I Multipourpose idonei per vari usi, di lunghezza 70-100 cm.,con vari fori di cui quello unico alla punta oppure fori laterali .

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I CATETERII Grollman usati per studi selettivi delle arterie polmonari tramite accesso vena femorale.I Tracker,SP sono cateteri coassiali utilizzati per uso superselettivo.Poi vi sono altri tipi di cateteri per uso viscerale e quelli per lo studio delle vene spermatiche dx e sx(a curva stretta e larga).

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APPROCCIO ANATOMICO

Il cateterismo arterioso può essere eseguito attraverso l’arteria

femorale,ascellare o brachiale.L’arteria femorale è quella con il

calibro maggiore,è facilmente palpabile e comprimibile a fine

procedura.Le tecniche che sono usate per gli

esami angiografici sono tre.

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APPROCCIO ANATOMICO

TECNICA DELLA PUNTURA E DELLA INIEZIONE DIRETTA

Essa consiste nella puntura del vaso con gli aghi di vario calibro e nell’iniezione

attraverso di loro del mdc,permettendo lo studio dei vasi che seguono il flusso

circolatorio.

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APPROCCIO ANATOMICO

TECNICA DEL CATETERISMO PREVIA INCISIONE E INCANNULAZIONE

Essa prevede l’introduzione diretta del catetere in un vaso dove si è prodotto

l’incisione e la progressione sotto controllo scopico dell’estremità al livello

desiderato(puro interesse storico).

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APPROCCIO ANATOMICO

TECNICA DI SELDINGER

Tale tecnica di cateterismo è la metodica più usata e prevede la puntura con aghi di

diverso calibro muniti di mandrino e l’introduzione di guide metalliche attraverso l’ago ed il successivo

inserimento dell’introduttore sulla guida metallica del calibro corrispondente.

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APPROCCIO ANATOMICO

TECNICA DI SELDINGER

La via di accesso è quella attraverso l’arteria femorale.

Il paziente è in decubito supino sul lettino angiografico e dopo accurata

tricotomia ed ampia disinfezione dell’area inguinale si copre l’addome e

gli arti con un telo monouso sterile lasciando l’area inguinale scoperta.

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APPROCCIO ANATOMICO

TECNICA DI SELDINGER

L’operatore con guanti sterili esegue dapprima una anestesia una anestesia

locale sottocute e profonda e dopo pochi secondi punge l’arteria femorale ove

meglio si apprezza.

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APPROCCIO ANATOMICOTECNICA DI SELDINGER

La penetrazione dell’ago è eseguita lentamente,con una direzione obliqua verso il basso e un po’ medialmente,tenendo conto del

decorso del vaso.Dopo l’introduzione dell’ago in arteria si

retrae il mandrino e con la comparsa del getto ritmico di sangue viene inserita la guida

metallica che progredisce attraverso l’arteria iliaca esterna e comune.

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APPROCCIO ANATOMICOTECNICA DI SELDINGER

Facendo una modesta pressione sull’inguine si retrae l’ago senza che si sfili la guida e si inserirà

l’introduttore del calibro richiesto attraverso cui si faranno procedere le varie guide e cateteri per il

raggiungimento dei vasi da esaminare sotto il continuo controllo scopico.

L’iniezione di piccole quantità di mdc manualmente assicureranno l’operatore della

giusta posizione dell’estremità del catetere quando si ha l’impressione dell’agganciamento del vaso da

esaminare.

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APPROCCIO ANATOMICO

TECNICA DI SELDINGER

Tutte le procedure angiografiche vanno eseguite in regime di ricovero e vanno eseguiti

gli esami preliminari,strumentali e di laboratorio.

La preparazione prevede che il paziente sia digiuno da almeno 12 ore e gli sia praticata una

tricotomia a livello inguinale.

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Le procedure Angiografiche possono essere divise in quelle che riguardano l’addome e

quelle che riguardano i vasi periferici comprendenti i tronchi epiaortici.

Gli esami Angiografici eseguibili sono:•Tronchi Epiaortici;•AortografiaToracica(aneurismi,coartazione aortica,lesioni arteriosclerotiche,follow-up post-operatori);•Angiopneumografia(Tromboembolia polmonare);

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•Aortografia Addominale(Aneurismi,Lesioni

arteriosclerotiche,Follow-up post-operatoria);•Arteriografia tripode celiaco;•Mesenterica Superiore;•Mesenterica Inferiore;•Arteriografia Renale(Ectopie,Agenesie,Ipoplasie,Rene a ferro di cavallo,Anomalie nell’origine e distribuzione vasale,Traumi,etc.);•Arteriografia Pelvica(Arterie iliache ed ipogastriche);•Vasi Periferici(Art. sup.e inf.) per traumi,Stenosi,MAV,Aneurismi,etc.)

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FLEBOGRAFIA DEGLI ARTI

•ARTI SUPERIORI:Si esegue per lo studio del circolo venoso superficiale e profondo.Si ottiene mediante l’iniezione di mdc attraverso la vena basilica al braccio o all’avambraccio.•ARTI INFERIORI:Si esegue per lo studio del circolo venoso superficiale e profondo.•Si ottiene iniettando mdc attraverso una vena del dorso del piede o incannulando la vena piccola safena esterna dietro il malleolo.

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CAVOGRAFIA SUP.E INF.Lo studio della vena cava superiore si ottiene

tramite la vena omerale o cateterismo della vena giugulare esterna.

Essa è applicata nella ricerca di varie alterazioni morfologiche quali

compressioni,dislocazioni,infiltrazioni,trombosi,etc.

Lo studio della vena cava inferiore si ottiene mediante cateterismo retrogrado trans-femorale

posizionando il catetere in vicinanza della confluenza iliaco-cavale.

Le indicazioni sono come per la cava superiore.

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INTERVENTISTICA VASCOLARE

TECNICHE E MATERIALI

Per Radiologia Interventistica si intende una disciplina che utilizza la guida delle

immagini per attuare trattamenti terapeutici con tecniche

percutanee,svolgendo un ruolo non solo diagnostico ma prevalentemente

terapeutico.

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INTERVENTISTICA VASCOLARE

TECNICHE E MATERIALI

Le prime applicazioni di queste tecniche risalgono agli anni 70 ed iniziarono come

trattamento delle emorragie digestive.

L’evoluzione delle attrezzature e soprattutto dei materiali ha portato ad un incremento

notevole dell’Interventistica.

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INTERVENTISTICA VASCOLARE

TECNICHE E MATERIALI

Il campo di applicazione della RVI è estremamente vasto e la corretta applicazione di una procedura

interventistica implica il procedere per fasi.Semplificando vi sono almeno sei fasi da

superare.1. FASE DI PREPARAZIONE:Preparazione

della sala angiografica,delle attrezzature,dell’iniettore,dei materiali di routine,del paziente.

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INTERVENTISTICA VASCOLARE

TECNICHE E MATERIALI

2.FASE DIAGNOSTICA:Accesso vascolare e non,guida scopica,eventuali angiografia panoramica,selettiva,superselettiva,proiezioni radiografiche integrative.3.FASE DI VALUTAZIONE:Analisi degli esami effettuati,mappa della lesione,ubicazione,estensione,afferenze,tipo di lesione ed eventuali complicanze,scelta del trattamento,scelta dei materiali da utilizzare.

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INTERVENTISTICA VASCOLARETECNICHE E MATERIALI

4.FASE TERAPEUTICA:Messa in opera dei materiali scelti per attuare il piano terapeutico.5.FASE DI CONTROLLO:Acquisizioni di immagini atte a dimostrare l’efficacia del trattamento,a preparare un eventuale ripetizione dello stesso oppure ad attuarne altri a correzione o integrazione del precedente.6.FASE DI DOCUMENTAZIONE:Report di esame e della dose,riproduzione di tutte le fasi salienti della procedura.

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CAMPI DI APPLICAZIONE DELLA ANGIOGRAFIA INTERVENTISTICARIDUZIONE O INTERRUZIONE DEL FLUSSO

EMATICO

La riduzione o l’interruzione del flusso ematico è richiesta in caso di sanguinamento di varia

natura(Traumi,Neoplasie,Angiodisplasie Mav,Aneurismi,Emorragie digestive,Varicocele).

Utile ottenere prima una buona mappa vascolare del sito anatomico su cui intervenire.

Le sostanze embolizzanti sono molteplici e devono essere non tossiche e biocompatibili.

Sono suddivise in funzione della possibilità di essere eliminate nel tempo(microsfere di un alcol polivinilico,in

plastica ,in silicone, in metallo).

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RIDUZIONE O INTERRUZIONE DEL FLUSSO EMATICO

Possono essere altresì distinte in base alla loro consistenza:liquide,solide(spirali o palloncini staccabili);Alla loro durata(temporanee o definitive),Alla sede dell’occlusione(prossimale,distale).

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CATETERE CON MICROCATETERE (<1 mm.)

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GUIDA PER SPINTA SPIRALINE

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CAMPI DI APPLICAZIONE DELLA ANGIOGRAFIA INTERVENTISTICA

INCREMENTO,RIPRISTINO E DERIVAZIONE DEL FLUSSO EMATICO

Il trattamento delle vasculopatie obliteranti consiste in una dilatazione o ricanalizzazione

del vaso stenotico od ostruito ottenuto mediante PTA(Angioplastica percutanea endovasale) e

stenting ed ablatori in caso di patologia consolidata oppure con trombolisi chimica o

meccanica in caso di patologie acute.

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LA PTA

Essa si attua mediante cateteri a palloncino che vengono posizionati sulla stenosi con l’ausilio di

guide idrofile.Il catetere è a due vie,una centrale e l’altra

laterale.Nella centrale passa la guida di posizionamento,nella laterale c’e’ il palloncino che viene gonfiato con un miscuglio al 50% di

mdc e soluzione fisiologica.Si controlla il procedimento con la scopia e si effettua una radiografia di documentazione.

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LA PTA

Questa viene usata preferibilmente in caso di stenosi localizzate e non molto

serrate in genere a carico delle iliache o femorali comuni;

Buoni i successi nelle stenosi dell’ arteria renale principale che danno ipertensione

nefro-vascolare.

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LO STENTING

Gli Stents sono delle strutture a maglie tubulari in acciaio o in leghe metalliche che

hanno dimensioni diverse.Devono essere non collassabili e non causare

depositi e quindi restringimenti.Essi sono impiegati per il mantenimento della

pervietà vasale o per la ricostruzione della continuità vasale in caso di rottura in

presenza di aneurismi.

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LO STENTING

Gli Stents vengono posizionati con l’ausilio di guide metalliche e possono essere

autoespandibili e non autoespandibili.

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Non sempre è possibile attraversare la stenosi con la

guida metallica e quindi eseguire una PTA o uno Stenting per cui si

ricorre alla ricanalizzazione meccanica tramite cateteri con

l’anima rotante o al laser.

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AMPLATZ THROMBECTOMY DEVICE

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ROTABLATOR

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LA TIPS(Transjugular intrahepatic porto-systemic shunt)

La TIPS è l’emblema della radiologia vascolare interventistica.

Si ricorre ad essa in corso di ipertensione portale per evitare le complicanze a cui si si può

incorrere(Emorragie digestive non facilmente controllabili).

Si crea artificialmente uno shunt porto-cavale di scarico pressorio tramite il posizionamento di

uno stent generalmente autoespandibile.La procedura è alquanto complessa.

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GUIDE RIGIDE PER TIPS

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LE TROMBOEMBOLIE

L’embolia è un evento sempre acuto,spesso a partenza cardiaca.

La trombolisi può essere farmacologica(streptochinasi,urochinasi) e

meccanica.TROMBOLISI FARMACOLOGICA

La Trombolisi farmacologica è eseguita con l’uso di cateteri che possono essere posizionati a monte del tratto

trombizzato o parzialmente o totalmente immerso nel trombo.Il catetere può anche venire posizionato nel ramo

principale afferente alla trombosi.Controlli radiologici giornalieri ed ematochimici a distanza di ore per

controllare i processi coagulativi.

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TROMBOLISI FARMACOLOGICA TECNICA SPRAY-PULSE

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FILTRI CAVALIIl Trattamento delle trombo-embolie polmonari

recidivanti a partenza dagli arti inferiori può essere trattata con il posizionamento di filtri cavali

inferiore al di sotto dell’emergenza delle vene renali.

Il posizionamento di filtri viene effettuato anche preventivamente in caso di interventi a carico degli organi pelvici,come l’utero,che potrebbero portare

alla formazione di trombi che a loro volta potrebbero migrare nelle vene polmonari con

conseguenze gravissime.Si dividono in temporanei,definitivi e rimovibili.

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FILTRO CAVALE

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TRATTAMENTO DEGLI ANEURISMI DELL’AORTA TORACICA ED

ADDOMINALE CON ENDOPROTESI

Attualmente i pazienti sottoposti al trattamento sono soggetti con grossi rischi operatori ma che comunque presentano aneurismi non eccessivamente grandi con

colletto sottorenale sufficiente e con modico interessamento delle iliache.

Il posizionamento di protesi avviene con accesso chirurgico femorale bilaterale e si esegue l’accesso

chirurgico poichè i Kit di posizionamento sono ancora eccessivamente grandi(12-18 Fr.) ed è impensabile

l’accesso mediante la sola puntura femorale.

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Le Protesi addominali sono in due pezzi,il più grande forma la protesi aortica vera e propria più la porzione che

si posiziona in iliaca,l’altro pezzo costituisce l’iliaca controlaterale che viene posizionata dopo.

Le protesi sono dimensionate sul paziente per cui sono fondamentali uno studio angiografico mediante catetere

centimetrato per poter fare le dovute misurazioni:Distanza emergenza delle aa. Renali-limite sup. dell’aneurisma,Distanza limite sup. aneurisma-

biforcazione iliaca,Distanza biforcazione-emergenza iliaca interna e Diametro art. iliaca bilateralmente,lunghezza e

diametro trasv. dell’aneurisma.Il controllo angiografico deve essere poi accurato per le

eventuali infiltrazioni che potrebbero alimentare l’aneurisma.

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RIPRISTINO,DERIVAZIONE DEL FLUSSO BILIARE

Per intervenire sulle vie biliari bisogna prima visualizzarle con mdc con aghi metallici oppure

incannularle con aghi cannula di 20 cm di lunghezza.

Si accede per puntura diretta per via trans-cutanea,intercostale sulla linea ascellare

mediana,controllando scopicamente di essere fuori dall’escursione respiratoria del seno costo-

frenico dx ed attraversando quindi tutto il parenchima epatico fino all’ilo.

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L’iniezione di mdc e la scopia consentono di controllare la posizione

dell’ago e la sede di iniezione,se la posizione è buona si può procedere con inserzione di una guida rigida e poi dei

cateteri di drenaggio.Il drenaggio detende le vie biliari e

consente la diminuzione progressiva dello stato tossico derivante dagli alti valori di bilirubina dovuti all’ittero

ostruttivo.

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Il drenaggio biliare inizialmente fù proposto come tecnica di

decompressione preoperatoria in paziente con ittero ostruttivo su base

neoplastica,poi è diventato il trattamento palliativo per eccellenza sostituendo complessi interventi di

derivazione bilio-digestiva.

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I drenaggi biliari possono essere:-ESTERNI:Se non si raggiunge il duodeno ; i cateteri hanno un diametro minimo di 8 Fr con parte distale curva a pig-tail con grossi fori da collocare all’ilo biliare.-ESTERNI-INTERNI:Cateteri maggiori di 8 Fr con punta a pig-tail con fori sia sulla curva che sulla parte distale.Questi possono convogliare la bile nel duodeno ma anche all’esterno a seconda delle necessità e possono essere utili anche per lavaggi per conservare la pervietà del catetere stesso.

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Protesi interne ,dilatanti la stenosi , scendono sino in duodeno,sono in plastica,multiforate e sono tenute in sede da fili agganciati alla cute.

Una tecnica di ripristino del flusso è poi anche la cosiddetta bilioplastica di stenosi benigne,essa

viene effettuata posizionando un catetere a palloncino ,di diametro leggermente superiore al

dotto biliare da dilatare,nella stenosi e gonfiandolo.

Alla bilioplastica solitamente si associa lo stenting affinchè non collassi e resti pervia il più possibile.

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RIMOZIONE DI CALCOLI BILIARI

La rimozione di calcoli biliari si può ottenere condue tecniche:1. Per via percutanea si posiziona nelle vie

biliari un introduttore di grosso calibro e si introducono cateteri provvisti di cestelli o pinze adatte ad afferrare calcoli e tirarli nell’introduttore;

2. Per via percutanea,attraverso le vie biliari, si posiziona una guida in duodeno;sulla guida si posiziona un palloncino e si dilata la papilla di Vater.

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CHEMIOTERAPIA DEI TUMORI

Anche questo è un altro campo della radiologia interventistica,in particolare si attua la cosiddetta chemioembolizzzione degli epatocarcinomi e delle metastasi epatiche vascolarizzate.Tale tecnica si realizza attraverso una superselettiva dell’arteria epatica e si iniettano antiblastici miscelati a mdc liposolubile(Lipiodol).

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CHEMIOTERAPIA DEI TUMORI

Poiché il 90% dell’afflusso ematico delle neoplasie primitive o secondarie è dovuto

all’alimentazione diretta dell’arteria epatica è possibile iniettare grosse concentrazioni di

antiblastici limitando gli effetti collaterali al tessuto sano che è invece irrorato in gran parte

dalla vena porta(70%).L’iniezione immediata o a seguire di

embolizzanti fa sì che gli antiblastici restino in loco il più a lungo possibile bloccando la

possibilità di essere lavati dal flusso ematico.

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RECUPERO CORPI ESTRANEI

In casi rari bisogna intervenire per recuperare frammenti di cateteri per infusione,dispositivi

angiografici tipo spiraline e stents che si vengono a spostare e migrare creando

problemi di tipo embolico.I presidi per il recupero funzionano tutti allo stesso modo,l’unica cosa che varia è la forma della punta con la quale catturare,afferrare il

corpo estraneo.

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RECUPERO CORPI ESTRANEI

Essi sono costituiti da un catetere guaina nel quale scorre un filo metallico alla cui punta è

saldato l’elemento catturatore che solitamente ha la forma di un cestello,un cappio,una pinza.

Una volta agganciato il corpo estraneo si fa avanzare il catetere guaina nell’elemento

catturatore e si sfila tutto tramite l’introduttore inizialmente posizionato.Sé il corpo estraneo non

passa nell’introduttore si deve ricorrere all’asportazione chirurgica comunque ora

facilitata.

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BIOPSIA TC GUIDATA

ATTREZZATURE E TECNICHE DI RADIOLOGIA INTERVENTISTICA

NON VASCOLARE

E’ una delle tecniche di R.I. più praticate.

Essa viene eseguita per confermare o smentire eventuali sospetti di malignità a

carico di lesioni focali.

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BIOPSIA TC GUIDATA

Il primo passo è di scegliere il tipo di ago.Questi infatti possono differenziarsi per il

calibro,lunghezza e conformazione della punta.La scelta dipende dal quesito clinico,quantità di materiale tissutale necessario per la diagnosi e

preferenza personale dell’operatore.Altro fattore importante è riconducibile alle

caratteristiche della lesione da bioptizzare come la dimensione,il tipo di vascolarizzazione e la

localizzazione.

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BIOPSIA TC GUIDATA

Sostanzialmente gli aghi si dividono in due categorie:

1. AGHI NON TRANCIANTI per il prelievo di campioni citologici;

2. AGHI TRANCIANTI per il prelievo di campioni di tessuto destinati all’analisi istologica.

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BIOPSIA TC GUIDATA

AGHI NON TRANCIANTISono semplici aghi con punta smussa,sottili e di piccolo calibro(20-22G)e sono usati per citologia.Il più conosciuto e usato è l’ago di CHIBA.Sono usati per attraversare polmone,anse intestinali,strutture molto vascolarizzate(per il minor rischio di emorragie).Tuttavia l’impiego non è molto semplice poiché sono flessibili e quindi si curvano e deviano di decorso in pz. obesi o se incontrano ossa.

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BIOPSIA TC GUIDATA

AGHI TRANCIANTIAghi di ampio calibro,con diverse conformazioni della punta e una apertura su un lato.Permettono esami istologici.

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BIOPSIA TC GUIDATA

TECNICA D’ESECUZIONE 1

Dopo aver eseguito le preliminari valutazioni cliniche e gli esami ematochimici si informa il pz.

della procedura per ottenere il consenso informato.Si esamina una TAC eseguita preliminarmente per

una valutazione generale e per valutare la contiguità di vasi o anse intestinali alla lesione da esaminare.Generalmente non vanno attraversati

così come i muscoli e i nervi a causa del dolore che possono determinare.

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BIOPSIA TC GUIDATA

TECNICA D’ESECUZIONE 2

Bisogna inoltre stabilire il corretto posizionamento del pz. sul lettino

TAC(supino,prono,decubito laterale) in relazione all’entrata dell’ago.

Si esegue quindi un topogramma di riferimento ed alcune scansioni sulla lesione

da bioptizzare.

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BIOPSIA TC GUIDATATECNICA D’ESECUZIONE 3Quindi scelta l’immagine giusta si posiziona un marker radiopaco sulla cute del pz. e si

ripete la scansione.Grazie a quest’ultima scansione si misura la distanza tra il marker e il punto di entrata e poi tra il punto di entrata e la lesione nonché l’angolo di inclinazione dell’ago più corretto.

La distanza cute-lesione viene regolata sull’ago dotato di distanziatore.In genere si

sceglie la via più breve.

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BIOPSIA TC GUIDATA

TECNICA D’ESECUZIONE 4

Si sterilizza la cute con Betadine,si inietta lidocaina all’1% nel sottocute e poi più profondamente e

quindi si esegue la biposia previa una scansione di verifica per valutare la direzione e l’angolazione.

Se si procede per una valutazione citologica all’ago viene impressa una leggera rotazione mentre si

aspira(5-10 ml) tramite una siringa o con tubicino di raccordo.L’aspirazione va mantenuta anche

durante la rimozione dell’ago per aspirare il materiale cellulare vicino la punta dell’ago.

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BIOPSIA TC GUIDATA

TECNICA D’ESECUZIONE 5

Il materiale va raccolto sui vetrini,fissato,colorato e inviato all’anatomo-

patologo.Il pz.viene tenuto sotto osservazione almeno

per 2-3 ore.

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DRENAGGIO PERCUTANEO

Il posizionamento di un catetere di drenaggio sotto guida TAC nella prima fase è simile a quella descritta per la biopsia percutanea.

La tecnica si rivolge generalmente al drenaggio di ascessi,raccolte

fluide,cisti,pseudocisti,biliomi,urinomi.Il processo di posizionamento del catetere di

drenaggio dopo aver posizionato un angiocath 14 G può avvenire in due modi:

1. Tecnica di Seldinger;2.Tecnica del Trocar.

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TECNICA DI SELDINGERQuesta tecnica consiste nel far passare attraverso

l’ago usato per l’esplorazione diagnostica(Angiocath) una guida metallica.Dopo aver verificato la corretta posizione della guida

con una scansione TAC si estrae l’ago e sulla guida si fa scivolare un catetere dilatatore e infine un catetere Pig-Tail del calibro tra i 10 e i 14 F.Si

conferma il tutto con altra scansione TAC e si sfila la guida e si procede ad una prima aspirazione di materiale purulento.Il catetere viene assicurato alla cute con punti di sutura e collegato ad una

busta.

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TECNICA DI TROCAR

Qualora la raccolta è estesa e superficiale si usa questa tecnica che consiste nell’usare un catetere tipo

trocar che viene inserito direttamente nella raccolta.Raggiunta la raccolta si estrae lo stiletto metallico e si lascia il

drenaggio nella raccolta.

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ECOGRAFIA INTERVENTISTICAL’indagine ecografica non è solo metodica

di studio morfologico ma è diventata anche importante nella fase diagnostica e

terapeutica soprattutto in campo oncologico.

Essa infatti offre una serie di vantaggi rappresentati dalla contemporanea

visualizzazione in tempo reale della lesione e dell’ago con possibilità di orientamento corretto della traiettoria negli agoaspirati

e nelle biopsie eco-guidate.

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ECOGRAFIA INTERVENTISTICA

Anche nel caso della bipsia eco-guidata abbiamo agi Trancianti e non Trancianti

rispettivamente per esami istologici e citologici.

Le tecniche adottabili per manovre percutanee eco-guidate possono essere sia a

mano libera che quella con guida ove dispositivi particolari solidarizzano la sonda

ecografica con l’ago.Una tipica indicazione alla biposia ecoguidata

è costituita dalle lesioni epatiche.

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ECOGRAFIA INTERVENTISTICASi ricordano poi le possibilità ago-aspirative su

organi superficiali(mammella,tiroide,linfonodi).

La possibilità delle stesse di aversi anche con esami endocavitari(Trans-rettale e Trans-

vaginale).Si ricorda anche il ruolo dell’Ecografia I. svolto

anche nel caso di drenaggio di raccolte,ascessi,cisti.

Il ruolo nelle procedure terapeutiche come nel caso di patologie oncologiche di alcuni organi,si pensi alla termoablazione e alla alcolizzazione.

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ECOGRAFIA INTERVENTISTICA

Infine si ricordi il ruolo dell’Ecografia Intraoperatoria in campo diagnostico e terapeutico (riconoscimento di piccole

lesioni o di reperi anatomici).

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Assistenza Infermieristica in Radiologia Vascolare

L’Assistenza Infermieristica in R.V. non è rivolta solo al pz. ma è una assistenza

continua rivolta anche all’Anestesista e al Radiologo.

L’I.P. è una figura determinante sia per le prestazioni più semplici che per quelle

complesse nei casi più gravi che esigono una preparazione specifica.

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Assistenza Infermieristica in Radiologia Vascolare

L’Esame angiografico è un esame di un certo impegno per il pz. motivo per il quale nel corso dell’esame va mantenuto un clima che tenga sereno il pz. stesso anche ai fini di

una sua migliore collaborazione.Si dovrà fare in modo di non avere tempi

morti legati a non accurata organizzazione,preparando i materiali

necessari a portata di mano.

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Assistenza Infermieristica in Radiologia Vascolare

Generalmente per l’approccio arterioso o venoso la parte preferita è l’inguine,quindi è

indispensabile un’accurata tricotomia bilaterale.

All’inizio si applica al pz. un ago-cannula in vena con soluzione fisiologica a goccia lenta

e con farmaci a seconda delle indicazioni dell’Anestesista.Durante l’indagine si

mantiene il monitoraggio fisiologico che evidenzia la F.C.,la P.A. e l’Ossimetria.

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Assistenza Infermieristica in Radiologia Vascolare

Bisogna aver cura di controllare che le attrezzature anestesiologiche siano

funzionanti e che l’apparecchio d’anestesia sia dotato di tutto il necessario per una

eventuale intubazione;che il carrello porta farmaci sia fornito dei presidi necessari ad un primo intervento in caso di crisi ipotensive o

piccoli collassi cardio-circolatori.

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Assistenza Infermieristica in Radiologia Vascolare

L’assistenza al Radiologo consiste nell’aiutarlo nella vestizione con guanti sterili e camice operatorio sterile da indossare sopra

il camice di piombo.Il Tavolo servente è coperto da un lenzuolo

sterile e su di esso sono aperti i presidi necessari:coppette,garzine,siringhe,introdutto

re,catetere,guide,lenzuola o teli femorali sterili,telini,traverse.

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Assistenza Infermieristica in Radiologia Vascolare

In caso di posizionamento di Stent o PTA essi sono resi disponibili al momento.

In conclusione l’Assistenza Infermieristica è un’assistenza continua,con la

preparazione del materiale sterile,controllo delle pulizie delle apparecchiature e della

sala,rifornimento continuo di tutto il materiale usato.

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Assistenza Infermieristica in Radiologia Vascolare

L’Infermiere Professionale controlla che anche gli altri operatori dell’equipe adottino tutti i mezzi di protezione e sicurezza(camice

di piombo,mascherine protettive ecc.).Anche il controllo delle persone presenti in

sala e limitare l’entrata a solo gli addetti è un completamento di un’assistenza di qualità di

cui beneficiamo tutti,ma soprattutto il pz.

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ASSISTENZA INFERMIERISTICA IN INTERVENTISTICA NON

VASCOLAREMateriale per FNAB polmonare TAC guidato•Aghi per biopsia millimetrati•Ago per biopsia ossea•Raccordo fra siringa e ago•Mandrino radiopaco da usare come punto di repere•Siringhe da 5cc e da 20cc•Anestetico per uso locale•Garze sterili•Disinfettante per la cute

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ASSISTENZA INFERMIERISTICA IN INTERVENTISTICA NON

VASCOLARE

•Cerotto-vetrini-citofix-alcool•Bacinella reniforme•Guanti sterili e monouso•Microscopio per valutazione estemporanea del prelievo bioptico

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ASSISTENZA INFERMIERISTICA IN INTERVENTISTICA NON

VASCOLARE

Materiale per drenaggio Addominale•Carrello attrezzato con materiale d’emergenza•Raccordo fra siringa e ago•Mandrino radiopaco da usare come punto di repere•Siringhe da 5,20,e 50cc.•Anestetico per uso locale•Garze sterili•Disinfettante per la cute

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ASSISTENZA INFERMIERISTICA IN INTERVENTISTICA NON

VASCOLARE•Cerotto•Bacinella reniforme •Guanti sterili monouso•Lame da bisturi •Filo di sutura con ago montato•Kit per drenaggio addominale comprendente:(Ago con

mandrino guida deflonata,divaricatori fasciali di varie misure,catetere di drenaggio Pig-Tail,rubinetto e busta di raccolta)

•Porta Aghi•Telini sterili per campo sterile•Camice sterile•Klemmer

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ASSISTENZA INFERMIERISTICA IN INTERVENTISTICA NON

VASCOLARE(FNAB POLMONARE E DRENAGGIO

ADDOMINALE)

• Preparazione del materiale occorrente per il campo sterile,per l’anestesia locale,per il prelievo

• Preparazione del paziente:1. Identificazione del pz.2. Consenso informato3. Supervisione degli esami di laboratorio

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•Informazione adeguata sullo scopo e sulla tecnica del prelievo o del drenaggio(se è necessario,tricotomia).•Disinfezione dell’area interessata•Aiutare il medico e collaborare con lui durante le varie fasi del prelievo bioptico o del drenaggio fornendogli in modo sterile il materiale occorrente(siringa per anestesia,ago per biopsia,siringa per prelievo ecc.)

ASSISTENZA INFERMIERISTICA IN INTERVENTISTICA NON

VASCOLARE(FNAB POLMONARE E DRENAGGIO

ADDOMINALE)

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ASSISTENZA INFERMIERISTICA IN INTERVENTISTICA NON

VASCOLARE(FNAB POLMONARE E DRENAGGIO

ADDOMINALE)

•Posizione e sorveglianza del pz.La posizione del pz. varia a seconda della sede del prelievo:essa può essere,supina,prona o in decubito laterale sx o dx,con le braccia portate sopra la testa.E’importante ricordare al pz. che l’assoluta immobilità è fondamentale per la buona riuscita del prelievo o del drenaggio.

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ASSISTENZA INFERMIERISTICA IN INTERVENTISTICA NON

VASCOLARE(FNAB POLMONARE E DRENAGGIO

ADDOMINALE)• Stato Clinico:Poiché il pz. sottoposto a tale prelievo può avere

varie patologie è opportuno sorvegliare i seguenti dati clinici:

1. Respiratorio(FR,Dispnea,Ampiezza del respiro)

2. Circolatoria(FC,Colorito,Sudorazione Cutanea).

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ASSISTENZA DOPO IL FNAB

Dopo l’esecuzione del prelievo e dopo aver verificato che non sia sopaggiunta nessuna complicanza,mediante un controllo TAC si raccomanda al pz. di osservare l’assoluto

riposo nelle successive 24 ore.In caso di complicanza,quale possa essere un

PNX si contatta il medico del reparto,il quale,in collaborazione col radiologo,valuta se necessario far praticare un drenaggio toracico o se basta,osservare l’assoluto riposo,facendo

assumere al pz. la posizione supina.

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ASSISTENZA DOPO IL DRENAGGIO

Dopo aver posizionato il contenitore per drenaggio addominale,bisogna istruire il pz.

sull’importanza del funzionamento del drenaggio,per cui deve fare attenzione a non

assumere posizioni tali da provocare strozzature del tubo di drenaggio,e deve

evitare movimenti inconsulti che provochino l’involontaria fuoriuscita del drenaggio.

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GRAZIE

FINE