unità 14 brancati-pagliarani

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Da Brancati-Pagliarani, vol.1

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Page 1: Unità 14 Brancati-Pagliarani

IRl|offi$i E$iln||dEEl lrlsillterraltno

Venso UNA r{uovA pounoa EsTERA La conquista dell'Italiameridionale proietta Roma, fino ad allora ripiegata sull'en-troterra, verso il bacino del Mediterraneo. La necessità diuna politica estera e di nuovi sbocchi per uriattività com-merciale su base marittima conduce i Romani allo scontrofrontale con la città di Cartagine, fondata dai Fenici sullecoste nordafricane e padrona inconrrastata del Medirerraneooccidentale , grazie anche alla sua opera di colonizzazionesu vasta scala.

le sonn DEL colFurro cor Cmmctlr: La prima guerra rraRoma e Cartagine scoppia per un pretesto: i Romani scen-dono in campo per portare aiuto agli abitanti di Messinacontro Cartagine e dopo alterne vicende non solo scon-figgono il nemico, ma conquisrano anche la Sicilia, chediviene la prima provincia romana (241 a.C.).Il secondoconflitto vede protagonista un valoroso guerriero cartagi-nese, Annibale, la cui marcia nel territorio italiano inizial-mente non trova ostacoli, fino a quando le sorti della guerranon vengono affidate al giovane generale Publio CornelioScipione l'Africano. Egli sposterà il conflitto direttamentenella terra dei Cartaginesi, sconfiggendoli nel202 a.C.

l{uove auBrzrort EspaxsrorrsrtcxE La sconfitta diCartagine rende Roma ancora più forte e consapevole di séstessa: il potenziamento delle forze militari dà i suoi fruttisul campo e il sistema di annessione e di gestione politicadei territori conquistati si dimostra un efficace srrumenrodi ampliamento territoriale. Roma dunque è pronta per undiverso uso della sua potenza, non più dettato da ragionidi carattere difensivo, ma finalizzato alla pura conquista dinuovi domini. Nella prima metà del II secolo a.C., questodesiderio di assoggettare nuovi territori spinge i Romaniin terre lontane: dopo la conquista dell'Asia Minore e del-la Macedonia, i Romani pongono fine al conflitto conCartagine conquistando I'Africa settentrionale; sottomet-tono inoltre l'Italia settentrionale. abitata dai Galli.

Rornl E LE pRoyr{ce Al termine di queste conquiste, ildominio di Roma si divide in due parti: I'Italia, che com-prende la penisola propriamenre deffa, dai fiumi Magra eRubicone fino allo stretto di Messina; le province, che sononove: la Sicilia, la Sardegna e la Corsica, la Gallia Cisalpina,la Macedonia, la Tessaglia, l'fuia (la parte occidentale del-l'fuia Minore), I'Africa (l'antico territorio di Cartagine) ela Spagna, divisa in Citeriore e Ulteriore.

lJallargamento della sfera di influenza romanarende inevitabile il conflitto con Cartagine; ilcontrollo dello stretto di Messina è la causa

che scatena un primo conflitto (pdma guer-m punica), vinto da Roma; la Sicilia diventa

Numanziaa

SPAGNACITERIORE

Sagunto#

AFRICA

Con la sconfitta dei regni di Macedonia(ridotta a provincia, 148 a.C.) e Siria e l'ac-quisizione del regno di Pergamo (provinciadAsia, 133, a.C.) la politica imperialistica

di Roma raggiunge ilsuo obiettivo piùambizioso: il predominio nell'intero bacino

mediterraneo.

la prima provincia romana (241 a.C,),

Page 2: Unità 14 Brancati-Pagliarani

lnodilo t 1,,,Tra il 230 e il 222 a.C, Roma si

impadronisce della fascia costieraorientale dellîdriatico (llliria) edi gran parte della pianura pada-

na (Gallia cisalpina),

0ccupata la Spagna meridionale, i Cartagi-nesi conquistano Sagunto (219 a.C.), cittàamica di Roma: inizia la seconda guerapunica, Un secolo dopo I'intera penisola èconquistata e suddivisa in due province.

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i.t::T: ASIA MINORE.q : f .Smirne

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A N E oTerritorio romanoalla metà del ll secolo a.C.

Conquiste romane in Oriente e in Africadopo la terza guerra punica (|46 a.C.)

Conquiste romane in Occidentedopo' l 'occupazione di Numanzia (133 a.C.)

à

* fr""gto

Cartaginl

Lo scontro decisivo tra Roma e Cartagineawiene a Zama in Africa (202 a.C.);Cartagine, sconfitta, cade nell'orbita diRoma. Sessant'anni dopo (tena guerapunica) Cartagine viene distrutta elAfrica è ridotta a provincia.

Tra il 218 e 203 il generale cartaginese Anni-bale porta la guerra direttamente in ltalia;il conflitto, prima favorevole ad Annibale,termina con una progressiva rivincita romana,Nell'ltalia del Nord Veneti e Liguri vengonoassoggettati.

Page 3: Unità 14 Brancati-Pagliarani

La prima guerra Punica

Nel 509 a.C. Romast r inse con Car -tagine un trattatodi commercio e dinavigazione, provaevidente dell' impor-t a n z a e c o n o m i c araggiunta dalla cittàlaziale.

258modulo 3L ' l t a l i a a n t i c a e l a R o m a r e p u b b l i c a n a

) Artigianato punico.Maschera in pasta divetro da Cartagine (lllsecolo a,C.).

0ue città, una

Anno di fondazione

lniziativadella fondazione

Luogo di fondazione

Espansioneterritoriale

Caratteridella costituzione

Gomposizionedell'esercito

Campo di battagliapreferito

Rapporto con i vinti

Ganmctne UNA GRANDE PofENzA MARrtn'

ma Con lavittoria su Taranto e con l'oc-

cupazione di numerose città meridionali,Roma finì per trovarsi interessata a una

politica commerciale di respiro mediter-

i*.o. Di qui lo scontro con Cartagine,laricca colonia creata dai Fenici sulla costanordafricana nell'B 14 a.C. e divenuta ben

presto la più temibile potenza navale di

quel tempo. Essa dominava incontrastatasul Mediterraneo occidentale. Verso il

I V secolo a.C. i Cartaginesi occupavanoI le isole Baleari, la Sardegna, la Corsicai e la Sicilia occidentale e Poco più tardiI estendevano il loro dominio sulle costeI d.ll" Spagna, su quelle dell'Africa occi-

; dentale e, a quel che pare, perfino sulle

I isole Canarie e Madera nell'Atlantico.i Repubblica oligarchica e mercantile'I Cartagine aveva un ordinamento poli-I tico meno avanzato di quello romano eI -"t.r,r" di coesione sociale interna. Il

di fronte all 'altra

CARTAGIIIE

814 a.C.

Fenici.

Costa nordafricana, sul territorio dell'attualeTunisia.

Coste della Spagna, dellAfrica del Nord,Baleari, Sardegna, Corsica e Sicilia occiden-tale, isole Canarie e Madera nellAtlantico.

Repubblica oligarchica, dominata dai gruppisociali più ricchi e priva di coesione interna.Un consiglio di 300 membri nominati a vitaeleggeva i due suffeti, con carica annuale'che amministravano la citta.

Faceva ricorso a molte forze straniere emercenarie: in caso di sconfitta era difficilereperire nuove truppe.

ll mare, nel quale era disponibile la potenteflotta navale.

Sfruttamento a fini commerciali.

governo rappresentava solo la classe dei

ricchi e operava nel loro esclusivo interes-

se. Lesercito era comPosto di mercenari

stranieri, che non avevano interesse a

difendere I'indipendenza elalibertà della

città. Ecco perché lo stato cartaginese,che pure all'inizio della guerra con Roma

Rf|MA

753 a.C.

Latini.

Colle Palatino, sulla riva sinistra del Tevere,nell ' l talia centrale.

fintera estensione peninsulare dell'ltalia.

Repubblica basata su una divisione deipoteri tra piir organi (senato, consoli, comizi)e caratterizzata da una sufficiente collabora-zione tra i diversi gruppi sociali'

Si componeva di forze italiche e cittadine:in caso di sconfitta era agevole trovare nuovetruppe.

La terraferma, nella quale fanteria e cavalleriaoperavano con successo.

Forme di integrazione all'interno dello stato'

Page 4: Unità 14 Brancati-Pagliarani

Roma

Gome si arriua al conflitto

unità 14s l espande ne l Med i te r raneo 259

Siracusa intende controllare I'intera Sicilia

Ida Siracusa si staccano i Mamertini, che si insediano a Messina

controllandone lo stretto

ISiracusa si prepara a muovere gueffa ai Mamertini.

Questi chiedono aiuto a Gartagine, ostile ai Siracusani

i Cartaginesi arrivano a Messina come occupanti: un gruppo diMamertini insoddisfatti chiede aiuto ai Romani

Roma decide di intervenire per evitare che Cartagine controlli lostretto di Messina e ostacoli il dominio romano del Mediterraneo

era assai potente per vastità di dominio,per abbondanza di ricchezze, per quan-tità di navi e di milizie, dovette a uncerro momenro soccombere di fronteall'intraprendente città tiberina, con laquale aveva mantenuto sino ad alloraamichevoli relazioni e stipulato diversitrattati di commercio e di navigazione.

Venso rL cor{FLrrîo rm Rorrl e Gln-îAGlt{E: LA DELICATA SIIUAZIO]{E DELL/A

Srcrul Era comunque inevitabile che,col mutare delle rispettive condizionipolitiche, mutassero anche le relazionitra Roma e Cartagine. Infatti Roma,allorché ebbe condotto a termine consuccesso I'impresa contro Pirro, divennesempre piir gelosa della propria libertà diazione sulle coste e sui mari della peni-sola, anche perché doveva ormai tutelarenel suo stesso interesse lo sviluppo e ilpotenziamento delle attività marinaredi città come Napoli e Taranto, cadutesotto il suo dominio. Di qui un gravestato di tensione fra due potenze cosìdiverse, che sfociò nella guerra in seguitoa vicende avvenute in Sicilia.Sull'isola da molto tempo una forte osti-lità contrapponeva la colonia greca diSiracusa a Cartagine: entrambe le cittàvolevano estendere il proprio predomi-nio sulla Sicilia. Fin dal 289 a.C. alcunimercenari campani detti Mamertini(uomini di Mamers, il dio della guerraMarte), cacciati da Siracusa, si erano

impadroniti di Messina per la possibilitàche essa offriva di imporre tributi allenavi di passaggio nello stretto. In brevei Mamertini, dopo avere trasformato lacittà in uno stato indipendente, avevanoaccresciuto la proprii potenza tanto dadivenire pericolosi: per questo motivoGerone II, tiranno di Siracusa, decisedi allestire tutti i mezzi necessari percacciarli dalla Sicilia.

Rrmnv=nro or Gmmcneeor Ronn For-temente preoccupati per tali preparativi,i Mamertini invocarono allora I'aiutodei Cartaginesi, i quali si affrettarono ainviare un presidio. Nel264 a.C., però,un gruppo di Mamertini, malcontentidella tutela dei Cartaginesi che si com-portavano da occupanti più che da alleati,chiesero l'aiuto di Roma.Nonostante la prospettiva di una lungaguerra che suscitò dubbi e incertezze, iRomani decisero di accogliere I'invitodei Mamertini e inviarono un esercitoin Sicilia. IJoccupazione dello stretto diMessina da parte dei Cartaginesi costitui-va una grave minaccia per Roma: infattii Cartaginesi avrebbero potuto impedirela navigazione di navi romane attraver-so di esso, con un danno immenso pergli interessi commerciali dei Romani, eminacciare i territori dell'Italia centrale.Inoltre non poteva sembrare del tuttoinfondato il sospetto che I'intervento diCartagine fosse solo l'inizio di un lento

( Bivale di Roma.Pavimentazione a mosai-co, testimonianza dellariccheza dell'antica colo-nia fenicia di Cartagine.

ll 264 a.C. è anchel'anno in cui i Roma-ni portano a compi-mento la conquistadell'Etruria.

PC
Evidenziato
Page 5: Unità 14 Brancati-Pagliarani

modulo 32 6 0 L ' l t a l i a a n t i c a e l a R o m a r e p u b b l i c a n a

r Com-battentepunico. Testain tenacotta disoldato cartaginese.

processo di soppressione di quel-la libertà di navigazione che

Roma cominciava a consi-derare come un propriodiritto.

S c o p p r l L A p R t M A

cUERRA putrce Ebbecosì inizio la primaguerra punica traRoma e Cartagine,così definita dal nome

con il quale i Roma-ni indicavano i Feni-ci: Puni o Poeni. La

fase iniziale della pri-ma guerra punica risultò

favorevole ai Romani, chesi allearono con Gerone di

Siracusa e occuparono la for-tezze car tagines e di Agrigento

dopo sei mesi di durissimo assedio.Fino ad allora i Romani avevano com-battuto sempre sulla terraferma, ma peropporsi efficacemenre a una porenzamarittima come Cartagine era neces-sario contrastarla anche sui mari. Perraggiungere tale scopo cosrruirono coneccezionale sollecitudine negli arsenalidel Mar Ionio una flotta da guerra com-posta da 100 quinqueremi e 20 triremi.Aggiunsero poi a ognuna di queste unaspecie di ponte d'arrembaggio, simile aquello già in uso presso le marinerie deglialleati della Magna Grecia e capace diagganciare per mezzo di robusti arpioni(corvi) le navi nemiche per abbordarle.

Questa tecnica di combattimento per-metteva di utilizzare al meglio le capacitàdell'esercito romano, perché consentiva ditrasformare lo scontro navale in battagliasulla terraferma.

Le navi da guerra romaneSe già al tempo di Tarquinio il

Superbo Roma possedeva una flot-ta mercantile, solo con la primaguerra punica i Romani si trovaro-no nell'assoluta necessità di creareuna vera e propria flotta da guerra.Lo storico di origine greca Polibio(circa202-120 a.C.), vissuto a lungoa Roma, racconta in che modo essiriuscirono nell' impresa:'Vedendoche la guerra si prolungava, per lapr ima volta i Romani comincia-rono a costruire una flotta, centoquinqueremi e venti triremi. Ma icostruttori di navi erano del tuttoinesperti nella costruzione dellequinqueremi, perché nessuno inI tal ia si serviva di tal genere diimbarcazioni e quindi sitrovaronoin grave imbarazzo. Quando unanave cartaginese cadde preda deiRomani, questi se ne servironocome modello per la costruzionedi tutta la flotta".

Al pari di quelle greche, anchele navi da guerra romane aveva-no dimensioni e peso differenti esolcavano il mare sfruttando la

Uncino (corvo),

forza delvento con le vele o quelladegli uominicon i remi. In caso dinecessità, vele e remi erano utiliz-zati insieme.

Realizzate e riparate nei nume-rosi cantieri (navolia) attivi inizial-mente soprattutto nei porti dell'lta-lia meridionale, che producevanoanche navi mercantili, le navi daguerra, più leggere e veloci delle

altre, erano chiamate trireme sea tre ordini sovrapposti di remi equinqueremi se a cinque. Le navida combattimento per eccellenzaerano triremi lunghe circa 40 metrie larghe poco più di 5, pesavanocirca 120 tonnellate e sviluppavanouna velocità oraria ditre chilometrie mezzo. Erano dotate, oltre chedi robusti ponti di arrembaggio

Palo che regge ilponte mobile,

Un soldato, già oltre ilparapetto, attende di pas-sare sulla nave nemica,

Page 6: Unità 14 Brancati-Pagliarani

Dlu.l vrtToRta NAvaLE I Mttlzzo lttlBArracua ol Pr.rnno Forte di tale ritro-vato tecnico, il console Caio Duilioincontrò nel mare di fronte a Milazzola flotta awersaria e riportò una completavittoria (260 a.C.),Incoraggiati da questo successo, i Romaninel256 a.C. inviarono inAfrica nume-rose navi, le quali approdarono nellevicinanze di Cartagine, sbarcandovi uncorpo di spedizione agli ordini dei dueconsoli Marco Attilio Regolo e LucioManlio Vulsone.A questo punto però il senato commi-se il gravissimo errore di richiamare ilconsole Manlio con parte dell'esercito,perché attendesse alle operazioni militariin Sicilia. lasciando così in Africa il soloAttilio Regolo con forze insufficienti. Per-tanto, dopo una serie di scontri, I'esercitoromano fu sconfitto e lo stesso console

Attilio Regolo fu fatto prigioniero (255 :a.c.). :Il senato allora, scoraggiato per la disfatta I

e anche per le ulteriori drammatiche '

perdite di uomini e di navi subite nel ;corso di varie tempeste, riportò la guerra Iin Sicilia, dove i Romani riuscirono alla .fine a battere sotto le mura di Palermo lI'esercito awersario. Di fronte ai questi .

nuovi successi del nemico, i Cartaginesi si '

persuasero a chiedere la pace e a tal fine ;mandarono a Roma nel250 a.C. come iostaggio insieme con i loro ambasciatori .lo stesso Regolo, ormai prigioniero da Icinque anni. Costui però, anteponendo I

il bene della patria alla propria salvezza, '

sconsigliò il senato di accettare le propo- ;ste di pace e poi, per non mancare alla lparola data, tornò a Cartagine, dove si ldice che fosse fatto morire tra orribili l

unità 14Roma s i espande ne l Med i te r raneo 261

( Un'imbarcazionemili-tare romana in procintodi impegnare il nemico inun attacco rawicinato; ilponte brulica di soldati, ipiù audaci hanno già sca-valcato il parapetto.

- Ricostruzione diun modello di triremer0mana,tormenn.

(corui), di un "rostro" o sperone perlo più di bronzo con varie puntedisposte sulla parte anteriore delloscafo @rora), ulilizzato per squar-ciare le fiancate delle navi nemichee provocarne l'affondamento.

La parte posteriore dello scafo@oppa) presentava invece una strut-tura ornamentale detta comune-mente "palustre', spesso riprodot-ta anche nell'arte figurativa e sullemonete. Spesso inol tre venivanoimpiegate torr i mobi l i per potercolpire il nemico più agevolmente

per mezzo dicatapulte e baliste, chefunzionavano con la forza elasticadi pelli animali e di corde molto tesee che permettevano di lanciare travie massi contro gli awersari.

Piuttosto diffuso era anche l'usodel cosiddetto'scorpione', utilizzatoper scagl iare dardi anche di r i le-vante peso a varie decine di metridi distanza. In ogni nave venivaimbarcato un gruppo dicomando,formato da un coman dante (maglster), da un timoniere lqubemator)e da più soldati.

lJequipaggig a sua volt4 era costi-tuito dai rematori, reclutati di solitotra gli schiavi, e dai marinai veri epropri, scelti per lo più tra i plebeie gf i schiavi liberati (Iibefti) o fornitidagli alleati.

A costoro si affìancava un certonumero di soldatidi marina, appo-sitamente addestrati. Per il sosten-tamento d i ques to equ ipagg io ,ciascuna nave aveva in dotazionecibo e prowiste per un massimodi otto giorni.

Rostro e speronecostituivano, con lemacchine balisticheeventualmenteposte a bordo, I'ar-mamento offensivodella trireme.

Aperture nella fiancata,o apposite strutture disostegno, alloggiavano

su tre file i lunghi erobusti remi.

Una copertura riparavaI'equipaggio, e in particolarei rematori, dal sole e dalleintemperie durante la navi-gazione,

l}alla poppa sporgevano, uno per lato, i larghi timoni.

Page 7: Unità 14 Brancati-Pagliarani

262modulo 3L ' l t a l i a a n t i c a e l a R o m a r e p u b b l i c a n a

Vnronn Rorar{a ALLE tsolE Eclot Lalotta riprese perciò implacabile, speciedopo che venne inviato in Sicilia a reggerele pericolanti sorti dei Cartaginesi il con-dottiero Amilcare Barca. Si ebbero cosìsei anni di durissime prove per ambeduei contendenti, logorati da una guerra chesembrava dovesse non finire mai.AIla fine i Romani videro la necessità diuno sforzo supremo, sollecitati anche dalfatto che la stessa Cartagine si dibattevain gravi difficoltà sia per la scarsezzadi risorse finanziarie sia per la conse-guente rivolta delle milizie mercenariein Africa.Facendo r icorso a prest i t i forzosi diprivati cittadini, ai quali il capitale anti-cipato sarebbe stato restituito a vittoriaconseguita, i Romani allestirono unanuova flotta di 200 navi e ne affida-rono il comando al console Caio Luta-zio Catulo. Questi sferrò un artaccoa sorpresa alla flotta nemica presso le

isole Egadi (241 a.C.) e riportò su diessa una vittoria così schiacciante daindurre i Cartaginesi a concludere lapace alle seguenti pesanti condizioni:abbandono del la Sici l ia e del le isolecircostanti; divieto di fare guerra aglialleati di Roma; restituzione dei pri-gionieri senza riscatto e pagamento diun forte indennizzo.

GorsecuenzE DEIIA pRtMA GUERRA pul{F

ca: LE PRIME pRovtilcE nomane Così,dopo ventitré anni di continua lotta,cessarono definitivamente le ostilità ela Sicilia, tranne il regno di Gerone diSiracusa alleato di Roma, divenne laprima provincia romana: i suoi abitantifurono sottomessi a Roma e privati deiloro diritti e come tali costretti a pagareun tributo, secondo un rrarramenroben diverso rispetto a quello riservaroad altri territori della confederazioneitalica che erano sottoposti a obblighi

Nel 264 a.C. i Romani inviano un esercito a Mesina per aiutarei Mamertini contro i Cartaginesi che avevano occupato la città,

0opo aver approntato una flotta da guena, i Romanisconfiggono i Cartaginesi preso Milazzo (200 a.C.),

JaaJua'' tAbd"o

llel 250 a.C. i Romani inviano delle navi in Africacontro Cartagine. La spedizione fallisce e ilconsole Aftilio Regolo viene fatto prigioniero.

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Possedimenti romani

Possedimenti cartaginesi

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Roma respinge le proposte di pace di Cartagine e la guenariprende in icilia (250 a.C,).

Con la vittoda navale romana preso le isole Egadi, iCartaginesi abbandonano I'isola e trattano la pace (241 a.C.).

lcosiga

,n,GETULI

Page 8: Unità 14 Brancati-Pagliarani

[e pr ime p]ouince romane

241a.8.La Sicilia, in seguito alla vittoria romana sui Cartaginesi (prima guerra punica), diventaorovincia.

235 a.G.La Sardegna (diretto possedimento di Cartagine) e la Corsica (sottoposta alla sua influenza)diventano la seconda provincia romana.

222a.8.La Gallia cisalpina (corrispondente ai territori di quasi tutta la pianura padana) diventa laterza provincia romana in seguito alla vittoria di Roma sulle tribu galliche degli Insubri.

riuscirono a sconfiggere le forze degli Illiri "

guidate dalla regina Teuta e a occupare '

tutta la costa illirica (corrispondente all'at- ;tuale Dalmazia e Albania), entrando così .,per la primavolta in diretto contatto anche ,con il mondo orientale (229 a.C.).All'incirca nello stesso periodo di tempo, I

le legioni invadevano la pianura pada- .

na (Gallia cisalpina) e sconfiggevano '

nella battaglia di Casteggio (222 a.C.) :le tribù celtiche dei Galli stanziate in lquell'area. In questo modo Roma eli- Iminò il pericolo di una Dresenza ostile l

nell ' ltalia settentrionale e conouistò i l

ricchi e fertil i territori di quasitutta la pianura padana, dovefurono fondati nuovi presidi ..militari: nasceva così la terza I

provincia romana. I

uni tà 14R o m a s i e s p a n d e n e l M e d i t e r r a n e o 2 6 3

I Celti, defti dai Roma-ni "Galli ', erano unpopolo indoeuropeooriginario dell'Europacentro-settentrionaleche nel V secolo a.C.varcò le Alpi e si sta-bilì nei territorio del-la Gal l ia transalpina(Francia) e cisalpina(Svizzera e ltalia).

mi l i tar i , ma non a tassazione.Di lì a qualche anno, nel 235 a.C., ven-nero ad aggiungersi come seconda pro-vincia la Sardegna e la Corsica: le dueisole furono sottratte alla città punicaapprofittando della rivolta di truppemercenane rlmasre senza paga.

I Ronnanr rr llunre e rru Inrrl sErrEN-TRToNALE I Romani, benché esausti peril prolungato sforzo sostenuto, non ces-sarono comunque di combattere perrendere ancora più saldo il loro predo-minio. Pertanto ne|230 a.C. mosserole armi verso Oriente contro gli llliri,che da tempo esercitavano indisturbatila pirateria nel Mare Adriatico, terroriz-zando gl i al leat i i ta l ic i .Nonostante le diffìcoltà delle operazioni,

,g, s'l

ProvinciaLa provincia, in ltalia, è un ente territoriale dotato diautonomia amministrativa che sta a metà fra la regionee il comune ed è formato da una città, che di solitone cost i tuisce i l capoluogo, e da una serie di paesil imitrof i minori . Nel l 'ant ichi tà romana la provinciaindicava ben altro.La parola lat ina provincia fu al l ' in iz io sinonimo di"sfera di competenza" di un magistrato dello stato.A part i re dal l l l secolo a.C., e precisamente dopo leprime due guerre con Cartagine, nel momento in cuila repubblica sitrovò a gestire l'amministrazione dellezone conquistate, s i indicò con i l nome di "provin-

cia" qualsiasi territorio diverso da Roma o dall' ltaliasubappenninica. Nella provincia, intesa come territoriosottomesso, i Romani all ' inizio dell'anno inviavano iororappresentanti (proconsoli o propretori), con l'incaricodi amministrare la giust iz ia, disporre la r iscossionedei t r ibut i e mantenere l 'ordine interno. La pr imaprovincia fu la Sicilia, organizzala a partire dal 227

a.C. I cittadini residenti nella provincia non avevano,se non in seguito a particolari concessioni, il dirittodi cittadinanza romana ed erano, in tutto e per tutto,tr ibutar i del potere centrale. Successivamente, conl 'espansione del dominio di Roma nel l ' intero bacinodel Mediterraneo e in gran parte dell'Europa occiden-tale, ai provinciali, che contribuivano massicciamenteal sistema imperiale, si cominciarono a garantire piirdiritti, fra i quali quello di cittadinanza, che sarà peròloro accordato soltanto agli inizi del ll l secolo d.C.

È Base di pilastrocon iscrizione latinae punica riferita al

municioio romano diSulcis in Sardegna (lsecolo a,C.); nel 227

a.C. la Sardegna ela Corsica diventano

orovince.

/i :a.,. .t t.-t :, t,t:lr t:\t

Page 9: Unità 14 Brancati-Pagliarani

La seconda guerra punica

) Denaru punico.Moneta battuta inSpagna negli anni delladominazione cartaginese;reca inciso il profilo diAnnibale.

modulo 3L ' l ta l ia an t ica e la Roma repubb l icana

I Elelanti guerrieri.Statuetta modellata informa di elefante equi-paggiato per il combatti-mento; anche gli esercitipunici impiegarono questianimali in guena.

Ll ntscossl oet GlRuctrrst: Anrlsl'rc e AsonuBALE occuPAt{o LA SplcnlrufERrDfoNALE Cartagine dopo il 241a.C.si era trovata nell'urgente necessità diprowedere alla propria ricostruzioneeconomica e quindi alla ricerca dei mezziindispensabili per il pagamento delleindennità di guerra e per la riorganiz-zazionedelle forze armate. Ecco perchéa un certo momento vennero decise dalgoverno cartaginese le operazioni mili-tari per la conquista della Spagna, ric-

chissima di miniere di argento,stagno e rame e di altre risorsefondamentali per ricostruire lapotenza perduta. La conquistadella penisola iberica, inoltre,avrebbe potuto agevolare und-leanza tra i Cartaginesi e i Galliin funzione anti-romana. Per-ciò fu inviato nella regione un

esercito, che occupò benpresto tutta la Spagnameridionale agli ordinidi due abili condottie-ri: Amilcare Barca (ilnome è imparentatocon I 'ebraico baraq,"lampo"), già distinto-si in Sicilia durante laprima guerra punica, e

Asdrubale, suo genero,fondatore di NuovaCartagine (l'attualeCartagèna), centro

del commercio e dellapotenza punica in Spagna.

[lsseoro caRrAcr{Ese ol Slcurro e loSCOPPIO DELLA SECOI{DA GUERRA PUNI.

cl Insospettiti e preoccupati, i Romani,per arrestare in qualche modo l'avanzatadegli awersari verso i Pirenei, concluse-ro un accordo con i Cartaginesi, in cuientrambe le parti si impegnavano a nonoltrepassare il fiume Ebro (226 a.C.).

Qualche anno dopo, inolúe, per tutelarsicontro un eventuale attacco nemico, iRomani strinsero alleanza. con Sagunto,colonia greca sulla costa nord-orienta-

le della peniso-la. Incuranti diquesti accordi, iCartaginesi passa-rono all'offensiva:nel2l9 a.C. il condot-tieroAnnibale, il figlio diAmilcare, cinseinfatti d'assedio Sagunto e la espugnò.

Ll luxcl ryraRcta ot Anutene tu In'r.n Una volta espugnata Sagunto, Anni-bale rivolse le sue mire alla stessa Italia,pensando di raggiungerla via terra. Nellaprimavera del218 a.C., lasciato al gover-no della Spagna il fratello Asdrubale,Annibale partì alla volta della penisola,dove giunse attraverso il valico del PiccoloSan Bernardo con soli 25.000 uomini,6000 cavalli e pochi elefanti, tutti inmisere condizioni. Aveva percorso uncammino lungo e difficile fuori del ter-ritorio cartaginese, attraversato catene digigantesche montagne (i Pirenei e leAlpi)e paesi barbari e non amici (le Gallie),seguito vie non ben conosciute e senzasicure possibilità di approwigionamentoper il suo esercito.Laudacissima impresa permise ad Anni-bale di prendere i Romani di sorpresa edi batterli presso i fiumi Ticino e Tlebbia(218 a.C.), costringendoli ad abbando-nare quasi tutta la Gallia cisalpina. Egliproseguì poi verso sud, entrò nell'Etruriae sul lago Thasimeno presso Tuoro (217

a.C.) sconfisse nuovamente i Romani.

Questa vittoria aprì al Cartaginese la viaverso Roma.Con tutto ciò Annibale ritenne chenon fosse ancora giunto il momentoopportuno per sferrare I'attacco decisi-vo: infatti, proseguendo la marcia versomeridione, sul finire dello stesso annosi recò in Apulia dove sperava di trovarenumerosi alleati.

Urrrenvenro Dr Qutnîo Faeto Mlssl'Mo Di fronte al pericolo incombente diun attacco cartaginese, il senato romanocorse ai ripari ed elesse dittatore QuintoFabio Massimo, affidandogli il coman-

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do di quattro nuove legioni. Con esseFabio, tenendosi sulle alture Der evitareuna battaglia frontale e disturbando concontinue azioni di guerriglia I'esercitoinvasore, che controllava le mosse delnemico da lontano, non solo salvò Romada nuove sconfitte, ma tenne anche sottocontrollo gli alleati meno affidabili: contutto ciò egli venne aspramente critica-to dai suoi ar,.versari politici per il suotroppo guardingo modo di combattere,che venne scambiato per mancanza dicoraggio, e chiamato in modo dispre-giativo il

"Temporeggiatore".

Ll olsarra or Gtrne E LA sîRATEGta DtAxNteaLE Per queste ragioni, allo scaderedel periodo semestrale riservato alla dit-tatura, a Quinto Fabio Massimo non furinnovata la nomina e vennero eletti dueconsoli: il patrizio Lucio Emilio Paoloe il plebeo Marco Terenzio Varrone, iquali, spinti dalla stessa impazienza deIsenato e del popolo, decisero di scenderesubito in battaglia. Né ad altro Annibaleaspirava, accampato com'era nella pia-nura di Canne (in riva all'Ofanto, neipressi dell'attuale Barletta), in un luogo

[a strategia di Annibale

Annibale intuisce che la vera forza di Roma è nel suo sistema dialleanze italiche.

Per rompere tale sistema decide d'invadere l ' l talia. Nel 2'l I a.C.,attraverso le Alpi, i l generale cartaginese irrompe nella pianurapaoana.

I Romani sono presi alla sprovvista e vengono battuti ripetutamentepresso i f iumi Trebbia e Ticino (218 a.C.), al Trasimeno (217 a.C.)e a Canne (216 a.C.) .

particolarmente favorevole ai movimentidella sua numerosa e agguerrita cavalleria.Fu così che il condottiero cartaqinese,sfruttando i' inesperien za. tatricaAei dueconsoli appena nominati e manovrandocon geniale strategia le sue forze, riuscì adaggirare le quattro legioni alrrersarie e adistruggerle (216 a.C.). Fu una tremendadisfatta per I'esercito romano: lo stessoconsole Emilio Paolo cadde sul campoe numerosi ufficiali e senatori, insiemea più di 40.000 soldati, vennero uccisio fatti prigionieri.Nonostante la grande vittoria riportata aCanne, Annibale non osò neppure alloramarciare su Roma. Egli infani dovevaessersi reso conto da quale potente linea

unità l4R o m a s i e s p a n d e n e l M e d i t e r r a n e o 2 6 5

v Busto di Annibale,ritrovato a Capua, forsescolpito durante la spedi-zione d'ltalia,

Annibale Barca: i l îono di Dio"

Annibale, il cui nome in punico significa îono diBaal" (antica divinità fenicia), nacque nel247 a.C. dalgrande condottiero cartaginese Amilcare Barca. Egliaveva in famiglia la passione per l ' impresa bellica. Siasuo fratello Asdrubale, infatti, sia suo padre Amilcargerano stati protagonisti della prima guerra punica eavevano condotto a termine anche la spedizione nellapenisola iberica prima dell' inizio della seconda guerrapunica. Non fu un caso, quindi, senel221a.C., dopola morte del padre e delfratello in battaglia, all 'età disoliventisei anni, Annibale sitrovò a capo dell'esercitocartaginese e mostrò fin da subito eccezionalicapacitàmifitari e organizzative. La motivazione fondamen-tale nello scontro contro Roma gli proveniva dallaconvinzione che proprio tale conflitto fosse tantoinevitabile quanto îefinitivo', nel senso che avrebbeportato all 'annientamento di una delle due potenze.Dopo la conquista di Sagunto, Annibale varcò le Alpi,deciso a spezzare la rete di alleanze italiche su cui sifondava la potenza di Roma. Le sue straordinarie dotidi condottiero assicurarono all'esercito cartagineseuna serie di inarrestabili trionfi, dalla battaglia sulfiume Ticino a quella di Canne, finché la reazione

di Roma non bloccò la sua lunga marcia vittoriosa,infliggendo al nemico una durissima sconfitta nellabattaglia di Zama (202 a.C.), decisiva per le sorti del-l'intero conflitto. Annibale fu allora costretto all'esilioper sfuggire alla cattura deivincitori, ma inseguì finoalla mortg nel l83 a.C., ilsuo progetto didistruggerela potenza di Roma.

í,1

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modulo 32 6 6 L ' l t a l i a a n t i c a e l a R o m a r e p u b b l i c a n a

La sconfitta di Canne

Autore: Tito LivioI 0pera: Ah Urie conlinI Data: 59 a.C.-1i d.C,

Tipologia fonte: testo storiografico

Nella primavera del 218 a.C. i l condottiero cartagineseAnnibale raggiunse l ' l ta l ia val icando le Alp i e in f l isse a iRomani diverse sconfitte. La battaglia di Canne, in Puglia,combattuta nell 'agosto 216 a,C,, rappresentò per Roma.la piir grande disfatta di tutta la seconda guerra punica.Essa è rimasta famosa non solo per le pesanti perditesubite dai Romani, ma per la capacità militare dimostratada Annibale, che alla testa di 40.000 Cartaginesi riuscìa battere un esercito due volte oiù numeroso. Lo storicoromano Tito Livio ricorda I 'episodio, paragonandolo allasconfitta del f iume All ia subita dai Romani nel Lazio nel390 a.C. ad opera dei Gallì.

All'albaAnnibale. mandati avanti i soldati delle Baleari

lisole al largo della Spagna allora posesso cartaginese] ed

altre milizie dotate di armi leggere, passato il fiume cosìcome I'aveva fatto passare a ciascun reparto, disposein tal modo l'esercito in ordine di combattimento

[...]. Levatosi un grido [...] la battaglia si accese subito

con i reparti armati alla leggera; poi l'ala sinistra della

cavalleria gallica e spagnola si urtò contro l'ala destraromana [...]. Sul finire della battaglia equestre entrò incampo la fanteria [...]. Tuni quanti furono sbaragliati;

quelli che potevano cercavano di riprendere il cavallo

per fuggire [...]. Allora da ogni parte cominciò una fuga

disordinata. Si dice che siano stati trucidati quaranta-milacinquecento soldati di fanteria, duemilasettecentocavalieri ed una quantità quasi eguale di Romani e di

alleati [...] . Caddero, inoltre, ottanta senatori o coloro

che avevano esercitato quelle magistrature, in virtù

delle quali avevano il diritto di essere prescelti per il

senato t...]. Si dice che in quella battaglia furono fatti

prigionieri tremila soldati di fanteria e millecinquecento

cavalieri. Questa è la battaglia che fu celebre quantola sconfitta del fiume Allia; tuttavia meno grave per le

conseguenze che ne derivarono, in quanto a Canne il

nemico si fermò; fu, invece, piir terribile ed indecorosa

per la strage inflitta all'esercito romano. Infatti, se daun lato la fuga al fiume Allia consegnò al nemico la

città, dall'altro salvò I'esercito; a Canne, invece, appenacinquanta soldati seguivano il console lMarco Tèrenzio

Vanonef che fuggiva, mentre quasi tutto I'esercito seguìla sorte dell'altro console che moriva lLucio Ernilio

Paolo, che fu ucciso).

Cavrllorh aueata Can[eda numldlo

ffI_il;

r*****'*{ u FASE!IIi

*_*

^ LA BATTAGLIA DI CANNEI fase - Annibale attacca con la fanteria leggera.ll fase - Le legioni romane respingono la fanteria leggera di Anniba-le, ma si trovano di fronte la fanteria pesante ancora fresca. Asdruba-le con la cavalleria iberica e gallica volge in fuga la cavalleria romanae attacca sul fianco quella alleata, dando man forte alla cavallerianumidica.lllfase - Mentre la cavalleria numidica sidà all'inseguimento, quelladi Asdrubale completa alle spalle I'accerchiamento della fanteriar0mana.

Per comprendere

1.Indica le perdi te subite dai Romani:a)fra isoldat idifanteria; b) fra i cavalieri; c) fra i senatori.

2. Ouale fu, secondo te, il motivo di alte perdite nellafanteria?

3. Perche secondo Livio la sconfitta di Canne fu menograve di quella delfiume Allia, ma piu terribile?

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Page 12: Unità 14 Brancati-Pagliarani

di diÈsa (colonie, municipi, città federateecc.) fosse circondata; né poteva esserglisfuggito quanto sarebbe stato pericolosoper lui, mentre si trovava tanto lontanodall'Africa e dalla Spagna, portarsi all'in-terno di quel formidabile cerchio. In unsimile frangente egli cercò:. di sollevare contro Roma i paesi ad

essa soggetti nell'Italia meridionale,per farne una nuova base per le ope-razioni, come la città di Capua, che siconsegnò a lui nel 216 a.C.;

. di aspettare i rinforzi in uomini e mezzida Cartagine, che però una volta giuntisi rivelarono insufficienti;

. di sollevare quanti più nemici potécontro la rivale.

A questo scopo, Annibale concluse un'al-leanza, con Filippo V, re di Macedonia,promosse disordini in Sicilia e convinse

Siracusa a schierarsi dalla sua parte, senzariuscire però a trarre grandi vantaggi dallesue lnlzlauve,

Ll coxrnorFEilsryA RoMAr{a I Roma-ni risposero prontamenre alle mosse diAnnibale: dopo avere abilmente bloccatola situazione in Macedonia, inviaronocontro Siracusa un esercito al comandodel console Marco Claudio Marcello, ilquale nel 212 a.C. assediò la città e riuscìa espugnarla riportandola sotto il suodominio, nonostante gli accorgimentidi guerra e le macchine ideate dal mate-matico e fisico siracusano Archimede(287-212 a .C. ) .Appena un anno dopo, sistemate le cosein Sicilia, i Romani riconquistarono ancheCapua e bloccarono ogni via di fuga adAnnibale, riducendolo nella condizio-

unità 14R o m a s i e s p a n d e n e l l V e d i t e r r a n e o 2 6 7

La Macedonia erauno degli stati elle-nistici sorti all ' iniziodel ll l secolo a.C. inseguito al la cadutadell'impero formatoin Oriente e in Occi-dente da AlessandroMagno. Cl ial t r iera-no il regno d'Egitto eil regno di Siria.

Le scoperte e le invenzioni di ArchimedeLe sorti dell 'assedio romano alla

città di Siracusa furono inizialmentefavorevofi agli abitanti della città,che riuscirono a resistere all 'at-tacco nemico grazie alle macchi-ne belliche ideate dal matematicoArchimede. Costui , nato nel287a.C. proprio a Siracusa e parentedel tiranno Gerone, si dedicò allostudio della matematica, della geo-metria e della fisica, e realizzò sco-perte di fondarnentale impodanza,come quella che ancora oggi portail suo nome. La leggenda narra chgmentre faceva un bagno, il mate-matico scoprì il principio relativoal galleggiamento dei corpi e checominciò a correre nudo per lestrade della città gridando "éureka"

("ho trovatoJ.Archimede non si dedicò solo

a studi teorici, ma anche alla spe-rimentazione pratica, alla proget-tazione e alla costruzione di inge-gnosi macchinari: fonti di epocasuccessiva, infatti, gli attribuisconol'invenzione di macchine leggenda-rie come il polispasto, una speciedi paranco, che, grazie a una serie

di carrucole consentiva di sollevaregrandi pesi, o la coclea, impiega-ta nell' irrigazione dei terreni, chesfruttava la forza del movimentorotatorio per fare salire l'acqua auna certa allezza. Tra le macchine

belliche attribuite ad Archimede,la tradizione assegna un postodi ril ievo agli specchi ustori, chesecondo la leggenda furono impie-gati con successo contro l'esercitoromano nell'assedio di Siracusa.Si t rat tava di lamiere di metal lomodellate per ottenere una for-

ma concava, che consentivanodi catturare la luce del sole

e di rifletterla su uomini ecose, appiccandovi il fuoco.

A lui si attribuisce anche lacostruzione della leggenda-ria Syrakósia, la piùr grande

imbarcazione dell'antichitàvoluta daltiranno Cerone, el'invenzione di una macchinada guerra modellata in formadi art ig l io che consent ivadi rovesciare le navi nemi-che.

( BustodiArchimede.

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modulo 3268 L' l ta l ia ant ica

r Cavaliere punico.La cavalleria costituiva laspina dorsale dell'esercitocartaginese e le vittoriedi Annibale furono in granparte determinate dal-I'abilità delle loro manovrein campo aperto.

e l a R o m a r e p u b b l i c a n a

I ne di non poter più lasciare l'estremoI lembo dell'Italia. Nel209 a.C., inolue,I I'esercito romano guidato da Quinto

Fabio Massino s'impadronì dellacittà di Taranto. Nel207 a.C.Annibale. incalzato dal nemi-co. fu costretto a richiamaredalla Spagna in Italia il fratel-lo Asdrubale. Sul Metauro.

nelle Marche. mentre si awiavaincontro al fratello per unire le

rispettive forze, Asdrubale venneaffrontato e sconfitto dal consoleClaudio Nerone.La sconfitta di Canne era final-mente vendicata e Roma si awiavaormai a riprendere in pugno la

situazione. Un altro successo fu riportatodal giovane condottiero romano PublioCornelio Scipione, il quale attaccò iCartaginesi in Spagna, obbligandoli adabbandonare la regione (206 a.C.).

Scrprone rx Arnlcl: LA coNcLUstoNEDELLA sEcor{DA GUERRA purrcl Poco

tempo dopo Scipione ottenne di essereeletto console per il 205 a.C. e di potersirecare con un corpo di spedizione inAfrica: egli infatti era fermamente con-vinto che per cacciareAnnibale dall'Italiafosse necessario assalire Cartagine nel suostesso territorio.Nella primavera del2O4 a.C. il giovaneconsole muoveva dalla Sicilia alla voltadell'Africa, con un esercito non nume-roso maagguerrito, composto da Roma-ni e dalle popolazione italiche federate.

Qui si alleava con Massinissa, re dellaNumidia, nemico di Cartagine, mentreil governo punico di fronte all'inattesainiziativa romana fu costretto a richia-mare Annibale dall' Itali a p er o r ganizzar eI'ultima resistenza.Si trovarono così di fronte due grandigenerali, i cui eserciti dettero vita nellapianura di Naràggara presso Zama (oggiinTirnisia) a una delle più famose batta-glie dell'antichità, conclusasi con la pienasconfifta delle forze puniche (202 a.C.).Scipione, per ricordare la sua impresa,

O Spedizione italia-na di Annibale, che

attraversa le Alpie bafte i Romaniin tre successive

baftaglie, preso ilTrebbia, ilTicino eil lago Trasimeno

(217-216 a.C.).

O Roma affidaI'esercito al giovane

Publio CornelioScipione, detto"l'Africano", che

sposta la guerra pri-ma in Spagna, poiin Africa. Annibale,richiamato a Carta-gine, viene sconfittoa Zama (202 a.C.).

.foma

Caput

Tèrritori occuDati da Roma

Territori occupati da Cartagine

Marcia diAnnibale verso l'ltaliae sue v i t tor ie (2 l8-2l6 a.C.)

- Marcia diAsdrubale in aiuto- del fratello e sua sconfìtta (207 a.C.)

Scipione aqac-ca- 9 vince. i Cartaginesiin Spagna (2 l0-206 a.C.)

Scipione sbarca in Africa (204 a.C.)

Annibale rientra inAfrica e vienesconfitto a Zama (203-202 a.C.)

Luoghi delle principali battaglie

++-l>

*

NUMID IA

Page 14: Unità 14 Brancati-Pagliarani

ebbe il soprannome di 'hfricano". Lapace fu stipulata poco dopo a durissimecondizioni. Cartagine infatti doveva:. rinunciare ai propri possedimenti fuori

dell'Africa;. consegnare al vincitore tutti gli elefanti

e le navi, tranne dieci;. non fare guerra alcuna senza il per-

messo di Roma;. pagare la somma di 10.000 talenti

d'argento come inden nizzo;. restituire i suoi possedimenti a Mas-

sinissa, re di Numidia.Si chiudeva così - con il predominiodi Roma sul Mediterraneo occidentale- uno dei periodi più tormentati e difficilidella storia romana.

l- mcrolr DELLA supeRtoRlîÀ RoMAr{a suGanrecrne La terribile esperienza delloscontro con Annibale aveva comunquedimostrato - oltre allafrerezzae all'orgo-glio del popolo romano - quanto saldofosse il sistema politico instaurato inItalia: complicato e macchinoso, forse,

O La prudenza mostrata dal dittatore QuintoFabio Massimo non è gradita ai Romani, che losostituiscono con due consoli, Malco lerenzioVarone e lucio Emilio Paolo. Ouesti decidonodi dare battaglia: a Canne I'esercito romanoviene sbaragliato e Annibale ha ormai la stradalibera per Roma (216 a.C,):

@ Annibale preferisce attendere rinfozi e si didgeverso Capua. Nel frattempo, il console Malco Clau-dio Marcello conquista Siracusa, alleatasi conAnnibale (212 a.C,).

@ Asdrubale, chiamato dalla Spagna, viene bat-tuto presso ilfiume Metauro, nelle Marche (207a.c.).

unità 14Roma s i esoande ne l Med i te r raneo

{ fAfricano. Busto diPublio Cornelio Scipione,il vincitore di Annibale aZama.

:ma alla prova dei fatti perfettamente :

effìciente, anche perché basato non tanto '

sulla forza quanto sul consenso. :LJn consenso dovuto soprattutto al par- Iticolare tipo di organizzazione dato dal ivincitore ai vinti, che non si erano visti Isottoposti a una forma di duro sfrutta- l

mento e di oppressione politica fine a'se stessa: anzi, essi o erano stati accolti :come dleati, o erano addirittura entrati :a far parte del nuovo stato, oppure spe- Iravano di poterlo fare entro tempi più io meno brevi. Per questo motivo anche l

le popolazioni più diverse per lingua, ;tradizioni e costumi si sentirono unite e ;solidali con Roma e quindi ben disposte ia lasciarsi "romanizzafe". :Al contrario, lo stato cartaginese rimase Isempre estraneo alle popolazioni assog- I

gettate e unicamente occupato a sfruttar- '

le. Una organizzazione politica di questo ;tipo, fondata sul predominio politico ed Ieconomico della città capitale non poteva !che generare rancore, odio, desiderio di Irivolta e di vendetta. :

Ora, proprio la convinzione che anche le ipopolazioni italiche nutrissero gli stessi ;sentimenti di awersione nei confronti di iRoma fu lo sbaglio supremo diAnnibale, lche, costretto all'esilio per non essere con- lsegnato ai vincitori, andò vagando di cone l

in corte in Oriente nel vano tentativo di '

suscitare nuovi nemici contro Roma, sino ;a che nel 183 a.C. evitò la cattura bevendo iun potente veleno, la cicuta. :

Page 15: Unità 14 Brancati-Pagliarani

modulo 3L ' l t a l i a a n t i c a e l a R o m a r e p u b b l i c a n a

Ll nascrtl oEEA pRovrNcn o'Arntcl Do-po la disfatta di Zama, Cartagine si erarisollevata sfruttando le risorse com-merciali e agricole del suo territorio,tanto da richiamare sopra di sé lo sguardogeloso di Roma e in particolare dei cetimercantili, ansiosi di eliminare una voltaper sempre la concorrenza cartagineseed ereditarne le iniziative commerciali.Di qui il costituirsi a Roma di una fortecorrente di opinione guidata da MarcoPorcio Catone il Censore, che puntavaal defi nitivo annientamento dell'ar,ver-sario ed era dunque decisa a riprendere leostilità. Loccasione naturalmente venneben presto trovata quando i Cartaginesi,costretti in seguito alla pace del202 a.C.a rinunciare a ogni intervento di politicaestera, reagirono con forza all'ennesima

prepotenza del re dellaNumidia Massinissa,alleato romano. Ciòscatenò la controf-fensiva romana ela guerra controCartagine finìcon la totaledistruzionedellacittàdopoun lungo e durissimoassedio, con la vendi-ta dei cittadini comeschiavi e con la trasfor-mazione del territoriocartaginese in una nuo-va provincia, dettaAfrica (146 a.C.).A guidare i Roma- '{Í} . ..

La terza guerra punicae la fine di Cartagine

) Distruggere ilnemico. Ritratto di MarcoPorcio Catone, esponentedi punta di quella partedella società romana chemirava all'annientamentodi Cartagine.

'r Una compagniateatrale romana orova lospettacolo che metteràin scena (mosaico daPompei).

Plauto, Terenzio eGli anni fra la second a e la lerza

guerra punica videro la fiorituradella commedia latina, genere let-terario e forma di intrattenimento,che ricevette grande impulso dal-le opere del commediografo TitoMaccio Plauto, rappresentate per laprima volta sulla scena. Prendendospunto dalle commedie greche dietà classica ed ellenistica, Plautoseppe arricchire le trame di grandeinventiva e dello spiritolatino che fino ad alloraaveva trovato espressio-ne solo nella commediapopolare in dialetto. Que-ste caratteristiche, unite auna f orza comica vivace eprovocatoria, gli assicu-rarono un notevole suc-cesso di pubblico, tantoche negli anni successivialla sua morte glifuronoerroneamente attribuitemolte commedie di altri

la commedia latinaautori meno conosciuti. La tramadelle commedie di Plauto pervenutef ino a noi è r iconducibi le a unoschema r icorrente: l 'amore, chesboccia tra due giovani e che vieneostacolato dalle rispettive famiglie osi scontra con le differenze sociali,ma riesce infine a trionfare graziealle trovate ingegnose di un servoastuto, che riesce a far sposare idue innamorati.

La commedia latin4 dopo le operedi Plauto, si arricchì del raffìnatocontributo di un altro grande com-mediografo: Publio Terenzio Afro.Nato a Cartagine e giunto a Romacome schiavo di un senatore, Teren-zio fu liberato grazie alle sue doti discrittore e non ebbe alcuna difficoltàa inserirsi nel vivace panorama cul-turale romano. Autore di sei com-medie, ideate per un pubblico colto

e raffinatq Terenzio fu moltofedele al modello greco, cheseppe allo stesso tempo rie-laborare con una comicitàpiù sobria diquella di Plautgdedicando cura e attenzioneall'approfondimento psico-logico dei personaggi, moltodiversi dalle maschere diver-tenti di Plauto e che offrivanolo spunto per approfondiretematiche come l'educazionedei giovani e la natura def-l'essere umano.

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ni era stato il console Publio CornelioScipione I'Emiliano, nipote di quelloScipione che circa sessanr'anni primaaveva vinto aZama.

LlespanstontsMo RoMAtto tr,r Occtoetr.rr In questo stesso giro di anni-l'espan-sronlsmo romano non conobbe sosteneppure in Occidente. Roma infatti,dopo avere riconquistato la Gallia cisalpi-na perduta al tempo di Annibale e ayeresottomesso Veneti e Liguri in seguitoad accanitissime lotte, era riuscita adassicurare i propri confini settentriona-li raggiungendo la barriera delle Alpi,fondando nuove colonie e costruendonuove strade.Molto piùr impegnativo fu lo sforzo chedovette fare Roma per sottomettere defi-nitivamente gli Spagnoli, ribellatisi al suodominio: la lotta durò quasi settanr'an-ni e l'ultimo loro focolaio di resistenzafu costituito all ' interno della città diNumanzia. Con la caduta di Numanzia(133 a.C.) i Romani porerono comple-tare I'occup azione dell'intera penisola,che fu suddivisa in due province, detterispettivamente Spagna citeriore e Spa-gna ulteriore. Quindi, per stabilire conesse un sicuro collegamento terrestre, iRomani occuparono i paesi del bassoRodano, dando così origine alla provinciadella Gallia narbonese (dal capoluogoNarbona, oggi Provenza).

L^r pnovrncn o'Asn Nello stesso annodella caduta di Numanzia, Roma riuscìa estendere anche all'Asia quel processo

di trasformazione dell'ege-monia in occupazionemilitare già attuato consuccesso in Macedonia ein Grecia.Ne l 133 a .C. in fa t t i i lre Attalo III, successo-re di Eumene sul tronodel regno di Pergamo e |:alleato di Roma, moren-do senza figli, lasciò pertestamento alla città tibe-rina tutto il suo regno, checomprendeva la Misia, laLidia, parte della Caria e laFrigia, cioè quasi tutta I'AsiaMinore occidentale. Il senato, sia pure fraleincertezze di alcuni ambienti politici,si affrettò a farne una nuova provinciacon i l nome diAsia. Le tendenze impe-rialistiche avevano così vinto in pieno,essendo ormai anche il bacino orientaledel Mediterraneo sotto il diretto con-trollo di Roma.

h covenro DELLE pRovtrce II governodelle province era affìdato esclusiiamentea magistrati romani chiamati pretori, nonsoggetti al controllo e al vero dei tribunidella plebe e investiti del supremo potereamministrativo, militare e giudiziario.La parte del territorio provinciale nonconfiscato dallo stato era lasciata asliabitanti, i quali erano soggetti a pesaítitributi e gravati da frequenti forniturein natura, che si esigevano tanto per leretribuzioni delle divirse cariche qu"ntoper gli approwigionamenti della capitale.

unità 14R o m a s i e s p a n d e n e l l \ 4 e d i t e r r a n e o 2 7 1

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* lultima resistenzain Spagna. Guerrieroispano, rilievo d'età roma-na da una costruzionemonumentale nei oressidell'odierna Siviglia.

1 r $ $ l G 0Confisca: requisizionedi beni privati attuatadal lo s tato. Nel l 'ant i -ca Roma la conf iscaera prevtsta come undiritto che un popolovincitore esercita su unpopolo sottomesso.

( Efeso, provinciadîsia. Efeso, la via deiCureti (sacerdoti delladea Artemide): la città diorigine greca sulla costadellAsia Minore divennenel 129 a.C. il capoluogodella provincia romanad'Asia.

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modulo 3272 L ' l ta l ia an t ica e la Roma reoubb l icana

) A spese delleprovince. Un gruppodi contribuenti versa leimposte, spesso gratltlse,dovute allo stato romanodai nemicisconfitti,

Enormi ricchezzs, affluivano perciò nellecasse dello stato e in quelle private deigovernatori: fatto questo che fu causadi imbrogli e anche di lotte fra i piirpotenti cittadini, desiderosi di ottenerecon qualsiasi mezzo il comando di unaprovincia quale insostituibile fonte diillecito arricchimento.

I mouvr E LE RAGroNr Dr raNîE cot{out-sre La straordinaria serie di conquiste,realizzate da Roma in tempi relativamentebrevi, ha richiamato anche di recenteI'attenzione degli storici, desiderosi dipoter trovare i motivi e le ragioni cheebbero a determinarla.Su un argomento così difficile e comples-so non potevano però essere date che lerisposte più diverse. Qualcuno ha infatti

lmperial ismoUincredibile estensione del dominio di Roma e soprattutto l'inar-restabile serie di conquiste e divittoriose campagne belliche chene resero possibile la realizzazione in un arco di tempo relativa-mente ristretto, ha suscitato da sempre l'interesse deglistorici, chehanno identificato nella spinta espansionistica dell'antica Romaun esempio di vero e proprio imperialismo. I Romani, infatti,furono in grado di progettare e di attuare con determinazioneed efficacia una lineare strategia di politica estera, improntataall'espansione dei confini e all 'ampliamento della propria sferadi influenza, attraverso la conquista g in alcuni casi, il controlloindiretto deiterritori. Al di là delle diverse teorie formulate daglistudiosi sulla natura e sulle cause dell'inarrestabile politica esteraromana, essa rappresenta la prima manifestazione storica di unfenomeno destinato a riproporsi in nuove forme e con nuoviobbiettivi nel corso dell'età moderna.

parlato di un imperialismo aggressivo,in quanto fondato su operazioni mili-tari studiate nei più minuti particolarie condotte con fredda determinazionee con totale assenza di scrupoli. Altri,negando I'esistenza di piani premeditati,hanno creduto di vedere nell'azione diconquista il risultato di un imperialismodi tipo'bppornrnistico", scaturito da unaserie di situazioni favorevoli, che Roma silimitò a sfruttare abilmente. Altri anco-ra hanno sostenuto che quello romanofu un imperialismo di tipo militarista,voluto cioè dai militari, che le continueguerre avevano trasformato in una speciedi potente casta, capace di imporre a tuttila propria volontà. Altri invece hannogiudicato trattarsi di un imperialismoeconomico, imposto dai ricchi capitdisti,dagli appaltatori di opere pubbliche, daifornitori dell'esercito e da quanti eranointeressati ai traffici e ai commerci e quindiall'ampliamento dei territori da sfruttare.Altri infine hanno fatto propria la tesidell'imperialismo difensivo, secondo laquale i Romani avrebbero attaccato perdifendersi, trovandosi presi da un gigan-tesco ingranaggio, per il quale - uscendoda una guerra vittoriosa - erano costrettiad afFrontarne subito un'altra per nonmettere in pericolo le conquiste fatte.Comunque stiano le cose, un fatto ècerto: tutte queste teorie, se realmenteconsiderate, sembrano avere un fondo diverità, anche se nessuna da sola riesce aspiegare un fenomeno tanto intricato econtroverso.

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ll dominio di Romasul Mediterraneo

tuovr oRrErrArrElrn DELLA pouîtca EsîERA RorfAl{a Dopo la sconfitta diZama,che segnò I'inizio del declino della poten-za cartagine.se, si venne a poco a pocodeterminando un nuovo indirizzo nellapolitica estera romana, ispirato non piùa ragioni di difesa immediata - comeera awenuto nella lotta contro Pirro redell'Epiro o contro i Galli - o di difesapreventiva- come si eraverificato controi Sanniti o contro Cartagine -, bensì aun evidente desiderio di conquiste avasto raggio da parte di tutte le classisociali e quindi a una politica di tipo"imperialistico", esercitata ai danni dipaesi liberi e indipendenti in territorisempre pir) lontani da Roma.Laristocrazia senatoria infatti - tranne laparte più tradizionalista che temeva radi-cali mutamenti dello stato - vedeva nellenuove imprese militari la possibilità difare rapida carriera e di arricchirsi sfrut-tando le risorse dei territori assoggettati.Le classi medie. costituite dalla massadei commercianti, industriali, banchieri,appaltatori di forniture militari, viveva-no a loro volta all 'ombra dell'esercitoe prosperavano con l'accaparramentodi sempre piir vasti mercati. Le classipopolari, infine, trovavano nell'eserciziodelle armi e nelle guerre, oltre I'occasionedi porre in luce le proprie doti militari,anche la possibilità di fare bottino.

Ll pnlrn cuERRA iracÉDof{rca La nuovalinea della politica di Roma risultò evi-dente nel corso delle due guerre mace-doniche. che i Romani combatteronoper vendicarsi del re Filippo V di Mace-donia, colpevole di essersi alleato con iCartaginesi durante la seconda guerrapunica e di aver approfittato delle discor-die che dividevano i vari stati ellenisticiper estendere il proprio predominio sulMediterraneo orientale.I Romani avevano stipulato precisi i-p"-gni con le póleis greche per assicurarsil'appoggio di queste contro Filippo diMacedonia, che aveva sempre tentatodi sottometterle. Dopo avere battuto

unfta 14Roma s i espande ne l Med i te r raneo 273

I'ambizioso sovrano macedonea Cinocefale, in Tessaglia (198a.C.), i Romani fecero annuncia-re durante i giochi istmici del 196a.C. a Corinto, in mezzo alla gioia \universale, la concessione della libertà alle Ipóleis greche. Con quest'abile iniziativa i r ll"1pplg33or6" deipolitica, Roma riuscì ad accrescere la pro- i Greci. Effigie del re dipria influenza su tuno il mondo ellenico, I Macedonia Filippo V inci-

r ' . r \ r 'Sasuunam0netaaufeama I equlvoco non ouro a lungo' i det ll secolo a.C.Nel 191 a.C. molti Greci, resisi conto che IRoma con i suoi atteggiamenti

"libera- i

li" intendeva unicamente accattivarsi le isimpatie della popolazione e favorire un Irapido sviluppo della propria influenza i

nella penisola, si decisero a prendere '

[e due gue]re maeedoni :

PRIMI SUERRA (108-188 a.C.)

108 a.C.Roma, sotto la guida del console Tito (luinzio Flaminino, scon-figge in battaglia campale a Cinocefale in Tessaglia Filippo V diMacedonia.

108 a.8.A Corinto i Romani annunciano la concessione della liberta allepólers greche, fino ad allora sottoposte alla Macedonia.

f01 a.C.La libertà concessa da Roma si rivela illusoria. Diverse citta grecheprendono le armi contro Roma e chiamano in aiuto Antioco lll redi Siria, che nega ai Romani il diritto di intervenire nelle questioniinterne della Grecia.

109-f88 a.C.Antioco l l l viene duramente sconfitto dai Romani nei pressi diMagnesia, in Asia Minore, e costretto alla pace.

SEC0illlA SUERRA (188-148 a.C.)

.|08 a.C.Roma sconfigge a Pidna Perseo, succeduto al padre Filippo.

148 a.E.In seguito a una rivolta contro il suo dominio, Roma invia in Mace-donia il generale Quinto Cecilio Metello. La Macedonia vieneridotta a provincia, la prima verso Oriente.

ll0 aC.Anche la Grecia insorge contro Roma, che interviene distruggendoCorinto e sottoponendola alla Macedonia.

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274modulo 3L ' l t a l i a a n t i c a e l a R o m a r e p u b b l i c a n a

) Iawersado seleu-cide. Testa di Antioco llldi Siria, Contro Roma nonebbe lo stesso successtlche gli assicurò invececonquiste e vantaggi inMedio 0riente e contro ilregno d'Egitto.

) Dominio del marc.Affresco proveniente dallacasa dei Vettii a Pompeiche raffigura due navi daguerra romane impegnatein combattimento.

I le armi e a chiamare inI aiuto Antioco III, reI di Siri" della dinastia

i d.i S.l.n.idi, il quale,; negando ai Romani ogniI diritto di intervenire nel-i le cose interne della Gre-I cia, si affrettò ad aprire leI ostilità e a sbarcaie nella' penisola. Qui però venne !' battuto e costretto a rientra-

questa reglone.La distruzione delle due cittàdi Corinto e Cartagine fu unevento cruciale, che aprivauna nuova era nella storia del-I'Occidente, dominata dalla

presenza egemone di una solagrande potenza: Roma.

Rotrtl Dt FRot{îE at t{Emtclscor{Frrrt Dal confronto deidiversi trattati stipulati da Romanel periodo delle guerre puni-che e di quelle macedoniche, è

possibile vedere che una delle direttivedella politica estera romana era quella dispogliare lo stato nemico dei suoi pos-sedimenti avantaggio dei propri alleati.A Cartagine, infatti, dopo Zamafuronosottratti i territori in Africa a vantaggiodi Massinissa, re di Numidia e alleatodi Roma; a Filippo V fu lasciata la solaMacedonia e venne concessa la libertàa tutte le póleis greche; ad Antioco IIIrimase la sola Siria, mentre gli altri suoipossedimenti in Asia Minore passarono alre di Pergamo, Eumene, e alla repubblicadi Rodi, fedeli alleati di Roma.Un altra regola era quella di distruggerela flotta dei propri nemici: in tal modoRoma si assicurava I'impero dei mari,indispensabile per il compimento deisuoi disegni. Roma usò poi uíaccortezzaspeciale in Oriente: si fece pagaresommeingenti, ma evitò con la maggior cura pos-sibile di assumere I'aspetto di uno statoconquistatore. Roma infatti voleva farvedere e far credere di avere combattutosoltanto per la libertà e in aiuto dei suoialleati. Pur non prendendo per sé un solopollice di terreno, dimostrava ugudmen-te la sua superiorità ed esercitava la suaautorità sui vinti e sugli alleati.

I re in Asia Minore, dove fu di ,tI nuovo duramente sconfitto nei !i pressi di Magnesia (189 a.C.) e. costretto alla pace (188 a.C.), che sanciva' la divisione dei territori asiatici tra gli: alleati dei Romani.

i LlseconoacuERRAracEDorrca GrazieI alla sconfitta del re di Siria, Roma si raÈi forzò ulteriormente in Oriente, awian-I dosi a nuove esperienze militari specie

; dopo avere definitivamente sconfitto aI Pidna nel 168 a.C. il giovane Perseo,I succeduto nel179 a.C. al padre FilippoI sul trono di Macedonia e sceso in cam-I po,.sfruttando l'appoggio delle fazioni' antiromane costituitesi in alcune città

; ellenistiche. Come diretta conseguenzaI di questa nuova guerra, nel 148 a.C. lai Macedonia venne ridotta a provincia,i la prima verso Oriente. Due anni dopo,i alcune poleis greche si riunirono in una' lega contro Roma e si ribellarono al

; dominio straniero, mafurono duramenteI sconfitte. La dura reazione dei Roma-I ni, infatti, culminò nella distruzione diI Corinto, città a capo della lega. Lam-i ministrazione dei territori greii, a cui i

i Romani non imposero p.t il momento

; il regime provinciale, fu sottoposta alla

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unità 14Roma si espande nel Mediterraneo 275

hfllt ltl'l14.1

- Con la vittoria su Thranto, Roma entra nell'areaeconomica del Mediterraneo occidentale dominatafino ad allora da Cartagine, la città fenicia sulla costanordafricana con la quale fino ad allora aveva ha tenutoamichevoli relazioni economiche. IJoccasione per loscoppio della prima guerra punica è l'aiuto chiesto daiMamertini di Messina a Roma contro i Cartaginesi.

I Romani accolgono I'invito per evitare il controllodello stretto di Messina da parte di Cartagine, che neavrebbe danneggiato gli interessi commerciali. Landa-mento della guerra è inizialmente favorevole ai Romani,che si preparano a combattere sul mare, costruendo unaflotta. Nelle acque di Milazzo il console Caio Duilioriporta.rn" gt"nd. vittoria (260 a.C.).

Incoraggiati da questo successo, i consoli AttilioRegolo e Manlio Vulsone sbarcano in Africa, ma ladecisione del senato di richiamare Vulsone in Siciliaprovoca la sconfitta delle legioni comandate in Africadal solo Regolo (255 a.C.).

La prima guerra punica ha termine con la vittoriadefinitiva del console Lutazio Catulo alle isole Egadi(24r a.C.).

Dopo sei anni di assedio la Sicilia, tranne Siracusa,la città del tiranno Gerone alleato di Roma, diventa laprima provincia romana e i suoi abitanti, privati diogni diritto, sono sottoposti a una pesante tassazione.Nel 235 a.C. Sardegna e Corsica diventano secondaprovincia romana, nel230 a.C. Roma occupa tutta lacosta illirica (l'attuale Dalmazia e Albania) e nel222 a.C.nasce la terza provincia romana, la Gallia cisalpina.

. 14.2Dalla Spagna meridionale, precedentemente occu-

pata dai Cartaginesi, il generale Annibale passa in Italiaattraverso le Alpi, coglie di sorpresa I'esercito romano elo sconfigge nella Gallia cisalpina (battaglie del Ticinoe del tebbia,2 lS a.C.) e sul lago îas imeno (217

a.C.). Inizia così la seconda guerra punica. Annibalenon prosegue verso Roma, ma si ferma in Apulia perprocurarsi alleati e rifornimenti.

II dittatore Quinto Fabio Massimo, poichè nonsembra adottare una tattica decisa nei confronti delnemico. viene sostituito dai consoli Emilio Paolo eTerenzio Varrone, responsabili della pesante sconfittadi Canne (216 a.C.).

Annibale non osa ancora marciare su Roma, ma cercaalleati nel re di Macedonia e nella città di Siracusa. Nelfrattempo i Romani riescono a riportare sotto il lorodominio Sicilia e Campania.

Dalla Spagna sopraggiunge intanto Asdrubale, insostegno del fratello Annibale, ma è sconfitto dal consoleClaudio Nerone sul fiume Metauro (207 a.C.).

Nel206 a.C. il giovane condottiero romano PublioCornelio Scipione obbliga i Cartaginesi a lasciare laSpagna e nel204 a.C. sbarca in Africa, costringendo

Annibale a lasciare I'Italia per difendere la patria, finchénel202 a.C. con la vittoria diZama, i Cartaginesi sonosconfitti. IJesperienza delle prime due guerre punichedimostra lasaldezzadel sistema politico instaurato daiRomani in Italia, basato non tanto sulla forza quantosul consenso. I vinti vengono spesso accolti come alleatio entrano a far parte del nuovo stato. Lo stato cartagi-nese invece è rimasto sempre estraneo alle popolazioni"rrogg.tt"t., generando,à.r.ot e odio.

14.3la totale distrtzione di Cartagine nel 146 a.C., segui-

ta a un lungo assedio (terza guerra punica) guidato dalconsole romano Publio Cornelio Scipione I'Emiliano,nipote del vincitore diZama, porta alla creazione dellapÀl incia d'Africa; in seguitoì Romani riconquistanola Gallia cisalpina sottomettendo Veneti e Liguri, occu-pano la Spagna dividendola in due province (Spagna

citeriore e ulteriore) e, per assicurarsi i collegamenticon la Spagna, conquistano la zona del basso Rodano(Gallia narbonese oggi Provenza).

Nel 133 a.C. ereditando il regno del re Attalo IIt,alleato di Roma, il senato romano dà vita alla nuovaprovincia d'Asia.

Il governo delle province è affìdato ai pretori, magi-strati non soggetti al controllo e al veto dei tribunidella plebe. Gli abitanti delle province sono soggetti apesanti tributi, che affluiscono nelle casse dello stato ein quelle dei privati cittadini.

14.4Dopo la vittoria di Zama, si determina un nuovo

indirizzo nella politica estera romana, ispirato non piira ragioni di difesa immediata, come era awenuto nellalotta contro Pirro re dell'Epiro o contro i Galli, o didifesa preventiva, come si era verificato contro i Sannitio contro Cartagine, bensì a un desiderio di conquistea vasto raggio da parte di tutte le classi sociali e quindiad una politica di tipo

"imperialistico", esercitata aidanni di stati liberi e indipendenti in territori quasisempre lontani.

Da qui inizia una straordinaria serie di conquisterealizzate in tempi relativamente brevi. In TessagliaRoma sconfigge Filippo V di Macedonia (prima guerramacedonica, 198 a.C.), fingendo di restituire la libertàrùIe póleis greche (196 a.C.).

Però quando queste comprendono che I'atteggiamen-to

"liberale" di Roma è dovuto solo a favorire un piùr

rapido sviluppo della propria influenza nella penisola,sollecitano, contro Roma, I'intervento di Antioco IIIdi Siria che viene sconfimo a Magnesia (attuale Ti-rrchia)nel 189 a.C.

Con la seconda guerra macedonica Roma sottomettedefinitivamente la Macedonia (148 a.C.), che diventala prima provincia verso Oriente e pone la Grecia sottola giurisdizione macedone.