tragodia

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maggio / giugno 2010 SIRACUSA / Regione Siciliana Assessorato Turismo Sport e Spettacolo Regione Siciliana Assessorato dei Beni Culturali e dell’Identità siciliana Galleria Regionale Palazzo Bellomo CON IL PATROCINIO DI Istituto Nazionale del Dramma Antico Fondazione Onlus Provincia Regionale di Siracusa Comune di Siracusa Assessorato alle Politiche Culturali Arcidiocesi di Siracusa ideazione e progettazione / Nino Portoghese coordinamento / Annibale Vanetti consulenza artistica / Sebastiano Aglianò e Antonio Zanoletti service / Tecna di Salvo Calleri è il progetto organizzato da Associazione Culturale l’Arco e la Fonte Siracusa 2010 info | www.larcoelafonte.it | 347.4935914 | 335.1534680 Galleria Regionale Palazzo Bellomo | 0931.69511 | urp.gall.bellomo@regione.sicilia.it Galleria Regionale Palazzo Bellomo Antonio Zanoletti Salvino Strano Associazione Culturale l’Arco e la Fonte Siracusa Debutta con Giorgio Strehler e per alcune stagioni recita al Pic- colo Teatro di Milano testi di Calderon de la Barca, Botho Strauss e Shakespeare. Con le regie di A. Calenda è il Cuoco Lamb in Madre Coraggio di B. Brecht; Prometeo di Eschilo e Riccardo III di Shakespeare. Con Luca Ronconi, ora direttore del Piccolo Teatro di Milano, lavora in Venezia salva di S. Weil; Re Lear di Shakespeare; Il pa- sticciaccio brutto di via Merulana di C. E. Gadda; Davila Roa di A. Baricco; Medea di Euripide; in Lolita di V. Nabokov, Peccato che fosse puttana di J.Ford e le Baccanti di Euripide. Le sue scelte rigorosamente teatrali lo hanno portato a recitare te- sti di Machiavelli, Alfieri, Manzoni, Goldoni, Pirandello, Garcia Lor- ca, T.S. Eliot, Molière, De Ghelderode, Ruzante, Ibsen, Schnitzler. Ha lavorato nei Teatri Stabili di Torino, Roma, Firenze, Trieste e in teatri privati come il Manzoni di Milano, il Teatro Carcano, il Teatro Franco Parenti, Teatro delle Arti di Roma e in alcune loro produzioni. Nel doppiaggio cinematografico ha dato voce a vari attori fra cui James Wood e Martin Sheen. Con la “Compagnia dell’Eremo” recita in testi di Bernanos (Dia- rio di un curato di campagna), Claudel (L’Annuncio a Maria) Oscar Milosz (Miguel Mañara ) e Pietra oscura, testo inedito di Mario Luzi, Gli angeli dello sterminio di G. Testori, oltre a percorsi poetici e monologhi su Clemente Rebora, David M.Turoldo, Lu- crezio, Dostoevskij, Van Gogh, Dreyfus. A Siracusa ha recitato in Eracle, regia di De Fusco ed è stato protagonista maschile nelle Trachinie, regia di W. Pagliaro a Paestum. In questa stagione è Ulisse in Aiace di Sofocle. Ha approfondito la tecnica pianistica studiando da autodidatta e ha coltivato un forte interesse per la composizione di genere prevalentemente melodico. Ha effettuato concerti di musica classico-leggera con particolare attenzione per la musica da film (Gershwin, Morricone, Rota, Piovani, Williams). All’attività pianistica affianca quella di fisarmonicista. Partecipa a programmi televisivi ed eventi culturali in Italia e all’estero (Bruxelles, Toronto, Lubecca). Ha collaborato alla realizzazione di alcuni film e spettacoli teatrali, firmandone o scegliendone le musiche. Vive e lavora a Siracusa. Voce recitante Antonio Zanoletti Commento musicale Salvino Strano Non vi è al mondo creatura più infelice dell’uomo di quante sulla terra si muovono o respirano Omero - Iliade

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maggio / giugno 2010SIRACUSA / Regione SicilianaAssessorato Turismo Sport e Spettacolo

Regione SicilianaAssessorato dei Beni Culturali e dell’Identità sicilianaGalleria Regionale Palazzo Bellomo

CON IL PATROCINIO DI

Istituto Nazionaledel Dramma AnticoFondazione Onlus

Provincia Regionaledi Siracusa

Comune di SiracusaAssessorato alle Politiche Culturali

Arcidiocesi diSiracusa

ideazione e progettazione / Nino Portoghesecoordinamento / Annibale Vanetticonsulenza artistica / Sebastiano Aglianò e Antonio Zanoletti

service / Tecna di Salvo Calleri

è il progetto organizzato da Associazione Culturalel’Arco e la FonteSiracusa2 0 1 0

info | www.larcoelafonte.it | 347.4935914 | 335.1534680 Galleria Regionale Palazzo Bellomo | 0931.69511 | [email protected]

Galleria Regionale Palazzo Bellomo

Antonio Zanoletti

Salvino Strano

Associazione Culturalel’Arco e la FonteSiracusaDebutta con Giorgio Strehler e per alcune stagioni recita al Pic-

colo Teatro di Milano testi di Calderon de la Barca, Botho Strauss e Shakespeare. Con le regie di A. Calenda è il Cuoco Lamb in Madre Coraggio di B. Brecht; Prometeo di Eschilo e Riccardo III di Shakespeare.Con Luca Ronconi, ora direttore del Piccolo Teatro di Milano, lavora in Venezia salva di S. Weil; Re Lear di Shakespeare; Il pa-sticciaccio brutto di via Merulana di C. E. Gadda; Davila Roa di A. Baricco; Medea di Euripide; in Lolita di V. Nabokov, Peccato che fosse puttana di J.Ford e le Baccanti di Euripide. Le sue scelte rigorosamente teatrali lo hanno portato a recitare te-sti di Machiavelli, Alfieri, Manzoni, Goldoni, Pirandello, Garcia Lor-ca, T.S. Eliot, Molière, De Ghelderode, Ruzante, Ibsen, Schnitzler. Ha lavorato nei Teatri Stabili di Torino, Roma, Firenze, Trieste e in teatri privati come il Manzoni di Milano, il Teatro Carcano, il Teatro Franco Parenti, Teatro delle Arti di Roma e in alcune loro produzioni. Nel doppiaggio cinematografico ha dato voce a vari attori fra cui James Wood e Martin Sheen.Con la “Compagnia dell’Eremo” recita in testi di Bernanos (Dia-rio di un curato di campagna), Claudel (L’Annuncio a Maria) Oscar Milosz (Miguel Mañara ) e Pietra oscura, testo inedito di Mario Luzi, Gli angeli dello sterminio di G. Testori, oltre a percorsi poetici e monologhi su Clemente Rebora, David M.Turoldo, Lu-crezio, Dostoevskij, Van Gogh, Dreyfus.A Siracusa ha recitato in Eracle, regia di De Fusco ed è stato protagonista maschile nelle Trachinie, regia di W. Pagliaro a Paestum. In questa stagione è Ulisse in Aiace di Sofocle.

Ha approfondito la tecnica pianistica studiando da autodidatta e ha coltivato un forte interesse per la composizione di genere prevalentemente melodico.Ha effettuato concerti di musica classico-leggera con particolare attenzione per la musica da film (Gershwin, Morricone, Rota, Piovani, Williams).All’attività pianistica affianca quella di fisarmonicista. Partecipa a programmi televisivi ed eventi culturali in Italia e all’estero (Bruxelles, Toronto, Lubecca). Ha collaborato alla realizzazione di alcuni film e spettacoli teatrali, firmandone o scegliendone le musiche.Vive e lavora a Siracusa.

Voce recitante Antonio ZanolettiCommento musicale Salvino Strano

Non vi è al mondo

creatura più infelice

dell’uomo

di quante sulla terra

si muovono o respirano

Omero - Iliade

Page 2: Tragodia

martedì 25 maggio 2010 ore 21

LUCREZIO Il nascere e finire delle cose dal De Rerum Natura Vanno i mortali nel tempo affaticati e passano l’uno all’altro velocemente la vita, come i corridori la fiaccola.

Biografia e personalità dell’autore del De Rerum Natura ci sfuggono quasi completamente. Sappiamo che visse nella prima metà del I° secolo a.C. e che morì poco dopo i quarant’anni. La composizione dell’opera si può datare con sufficiente sicurezza nella prima metà degli 50 a.C. La condizione sociale del poeta, come pure il suo ambien-te di formazione e di attività, restano avvolti nell’oscurità. I sei libri che compongono il poema, si articolano in tre coppie: nei primi due la materia e il vuoto delineano lo scenario di vasto spazio cosmico, che fa da sfondo ai mo-vimenti e alle combinazioni degli atomi. Nei libri III e IV la dottrina fisica è posta a fondamento dei fenomeni del mondo umano: la dissoluzione che attende il corpo, ag-gregato atomico come tutti gli altri e le basi materiali della psicologia e della fisiologia. La terza coppia ha per oggetto la cosmologia; il libro V dimostra la mortalità del mondo e ne narra la storia, concedendo particolare attenzione all’evoluzione del genere umano dalle prime origini ferine. Il VI cerca di fornire spiegazioni naturali di vari fenomeni fisici, come i fulmini e i terremoti, estromettendone la po-tenza e la volontà degli Dei.

sabato 29 maggio 2010ore 21

IBN HAMDîS poeta arabo di Sicilia La nostalgiadal Canzoniere Dio protegga una casa in Noto e nubi cariche di pioggia vi affluiscano

Il più grande di tutti i poeti arabi di Sicilia, fu certamente Ibn Hamdis. Egli nacque a Siracusa nel 1055, ma poi trascorse l’adolescenza e la prima giovinezza a Noto, dove la famiglia si era trasferita. A ventiquattro anni lasciò la Sicilia e andò in Africa, forse per amore. In seguito, si tra-sferì in Andalusia, a Siviglia, presso la corte del Principe poeta abbadita al-Mu’tamid. Dopo il 1091, con la caduta del Regno di Siviglia, Ibn Hamdis iniziò le sue peregrina-zioni in Algeria e alla corte zirita di Mahdiyya in Tunisia, dove sostò per circa vent’anni. Verso la fine della sua vita lo ritroviamo nell’isola di Maiorca, privato dei familiari, af-flitto dalla cecità. Morì quasi ottantenne nel 1133. il suo Canzoniere diwan di oltre seimila versi, pervenutoci inte-gro, si distingue per la varietà dei temi: comprende versi relativi a eventi storici, aneddoti, epistole poetiche, elegie, componimenti di carattere didascalico o mistico. E’, però, nell’estemporaneo verseggiare su oggetti, piante e anima-li, figure umane, fenomeni della natura che Ibn Hamdis si rivela “rabescatore d’immagini” e sono versi in cui la ricercatezza della metafora si coniuga con lo splendore realistico.

mercoledì 2 giugno 2010ore 21

KAVAFIS Il sentimento del luogo materiale poetico Se abbiamo abbattuto le loro statuese li abbiamo scacciati dai loro templi non per questo gli dei sono morti. O terra di Ionia, sei tu ch’essi amano ancora.

Nacque ad Alessandria d’Egitto il 29 aprile del 1863 e vi morì il 29 aprile del 1933. Trascorse la prima infanzia a Londra; all’età di sette anni gli morì il padre; a nove anni fece ritorno ad Alessandria, dove imparò il greco, lingua materna. Dall’età dei vent’anni non si spostò più da Ales-sandria, tranne che per qualche visita in Grecia. Le 154 poesie, che costituiscono l’intera sua opera, sono state composte quasi esclusivamente tra i quaranta e i set-tant’anni. Alcune di esse sono intrise di un’immaginazio-ne sensuale che vibra sotto il fragile velo di un’esistenza in apparenza regolata tra illusioni e disillusioni, nel gioco ambiguo della vita che fugge verso il nulla. Il suo mondo poetico è ricco perché affonda nell’umano, il suo pensiero appassiona perché è dialettico, il suo verso affascina per-ché è sempre in tensione, il suo stile è moderno proprio perché è classicamente definito.

Per i versi di Kavafis, nella loro penetrante semplicità, si è scelto un commento musicale di assoluta essenzialità, eseguito per intero da una nostalgica fisarmonica, a sottolineare l’origine popolare, spontanea, ac-corata dei versi dell’autore neogreco.La musica accompagna la lettura scenica di Antonio Zanoletti, sia come sottofondo ad essa, sia insinuandosi tra i brani poetici, commentando e sostenendo i ricordi, i pensieri, le emozioni…

la vedo ad ogni ora nel ricordo e a lei invio le lacrime che verso.

La natura in tutta la sua potenza, il suo mistero, ma anche la sua com-movente fragilità, è splendidamente descritta in musica da un grande, moderno “poeta della natura”: Vangelis. Di questo compositore greco, prolifico autore di musiche per il cinema, sono quelle scelte e adattate da Salvino Strano per il primo appuntamento, con il poema di Lucrezio.

Le atmosfere nostalgiche, sognanti, malinconiche, evocate dai versi di Ibn-Hamdis, sono invece commentate alle tastiere dalle musiche, altret-tanto evocative, di autori come Coulais, di cui si utilizza il delicato tema ricorrente nell’intero spettacolo, Brian Eno e David Byrne.

Page 3: Tragodia

maggio / giugno 2010SIRACUSA /

Caro Padre Turoldo, Si è cercato di trascinarti nel vortice delle politiche e delle ideologie, fare di te un Che Guevara e oggi saresti classificato come un “no-global cattolico”. Ma tu non marciavi come fanno adesso “contro” qualcuno, ma sempre “per” qualcuno. La tua fede ti ha portato a prendere le difese dei più poveri, dei più soli, di quelli che tu chiamavi “gli ultimi”.Di fronte ai mali e alle ingiustizie del mondo, non ti scagliavi solo contro il potere, ma perfino contro il tuo stesso Dio, che interrogavi di continuo e con il quale drammaticamente bisticciavi come fosse un “dio assente e lontano” o un “dio del male”.Ora che hai “reso” la tua vita a quel Dio che illumina il tempo e l’eterno”, guarderai al nostro piccolo mondo con occhio distaccato, ma le parole che hai scritto per noi continuano, oltre la morte, ad essere “canto” e “ruggito” insieme. Certamente avrai avuto da quel Dio che hai inseguito per tutta la vita le risposte che cercavi.Ti pensiamo nel regno della luce e dell’amore. Noi invece, che viviamo ancora tra fede e speranza siamo perseguitati dal dubbio. Sarà meglio tornare a cantare i tuoi salmi e a rileggere le tue pagine poetiche con la stessa fede nell’uomo da te insegnataci nonostante la notte che avvolge (come dice Dante) “questa aiuola che ci fa tanto feroci”.Tuo Antonio Zanoletti

Regione SicilianaAssessorato Turismo Sport e Spettacolo

Regione SicilianaAssessorato dei Beni Culturali e dell’Identità siciliana

CON IL PATROCINIO DI

Istituto Nazionaledel Dramma AnticoFondazione Onlus

Provincia Regionaledi Siracusa

Comune di SiracusaAssessorato alle Politiche Culturali

Arcidiocesi diSiracusa

ideazione e progettazione / Nino Portoghesecoordinamento / Annibale Vanetti

è il progetto organizzato da Associazione Culturalel’Arco e la FonteSiracusa2 0 1 0

info | www.larcoelafonte.it | 347.4935914 | 335.1534680

Basilica di S. Giovanni alle Catacombe

Associazione Culturalel’Arco e la FonteSiracusa

service / Tecna di Salvo Calleri

Page 4: Tragodia

lunedi 07 giugno 2010ore 21 TRAGODIA - CARNEFICE / VITTIMA Il Tragico nel mondo biblico e nel mondo classico

Lettura scenica con i giovani attori del XLVI ciclo degli Spettacoli Classici di Siracusa

giovedì 10 giugno 2010ore 21 COSÌ ATTENDO SERENO LA NOTTEItinerario poetico e spirituale di David Maria TuroldoCon ANTONIO ZANOLETTI

Materiale poetico tratto da: “O sensi miei”, “Canti ultimi”e brani dai “Midrasch” della tradizione ebraica”

David Maria Turoldo (Coderno, 1916) sacerdote, frate dei Servi di Maria.Dal 1943 al 1953 ha predicato in Duomo a Milano. Negli ultimi trent’anni ha vissuto a Sotto il Monte, il paese di Papa Giovanni XXIII. Muore a Milano nel 1992 di tumore, il “drago” come egli stesso lo definisce, “al centro del ventre come un re sul trono”. “Per saper di cosa il mondo patisce, bisogna interrogare i poeti: sono i poeti le antenne tese sul mondo, giorno e notte”, dirà un giorno Turoldo.E ancora: “l’ideale di tutta la mia vita fu quello di scrivere e testimoniare tanto da fratello di chi crede quanto da fratello di chi cerca”.Inoltre “….la vita che mi hai ridato, ora te la rendo, nel canto” firmava in questo modo la raccolta di liriche “Canti ultimi”, generata da un lungo inverno di sofferenza. Centrale in Turoldo era la Parola maiuscola, di cui la sua voce da cattedrale o da deserto era solo “conchiglia ripiena”. “Servo e ministro sono della parola”, si è autodefinito, per lui era vero senza riserve il folgorante verso di Clemente Rebora, altro grande sacerdote-poeta-mistico: “La Parola zittì chiacchiere mie”.Scopo e ragion d’essere della sua poesia è stato quello di far cantare la Parola Divina. “Non è meglio bruciarsi nella ricerca che affogare nell’immondizia?”La morte, per Turoldo, è segno del fine e non della fine, è anche il terreno oscuro in cui si celebrano le apostasie, in cui affiora il tarlo del dubbio.Angelo e mostro, essere e nulla, alba radiosa e oscura notte, silenzio e epifania.Turoldo incontra in quella frontiera terribile Lui, è un incontro-lotta come quello di Giacob-be mentre incombe la notte ma si presagisce l’alba.Il profeta non è un preveggente, è “un uomo di fiera contemporaneità”.Ed è proprio in questa attenzione fremente ai segni del tempo che egli ha anticipato il futuro, i suoi segni, le sue epifanie celate già nell’opacità del presente. In questo senso autentico Turoldo si iscrive nella teoria dei “profeti”.Così la sua poesia è simile a una salmodia laica e sacra al tempo stesso, da cantare co-munque in uno spazio mistico.Il Dio di Turoldo è un “Dio del dolore, esperto del patire”.“Sono un pugno di terra viva, ogni parola mi traversa, come una spada”.Giobbe riposa sereno, pur essendo ancora sul letto di polvere e cenere.Mosè attende steso sul letto di morte l’alito divino che verrà a riprendersi l’anima dalla sua bocca. La voce si spegne. La parola ora tace. Ma il silenzio a cui ci conduce Turoldo è quello del “mistero”, termine sacro evocatore del tacere, delle labbra “mute”. Era la notte a metà del suo corso, quando si leva una voce: “Ecco lo sposo……”

Selezione brani Nino PortogheseCoordinamento dei testi e allestimento Antonio ZanolettiMusiche curate da Salvino StranoCanti Simonetta CartiaAssistente Cristina MirtoCostumi gentilmente prestati dalla Sartoria dell’INDA Assistenza di Sala Kairòs, Siracusa

GENESI: Abramo Andrea Romero Isacco Tindaro Granata

LIBRO DI GIOBBE: Dio Stefano Vona Satana Pablo Franchini Giobbe Giacinto Palmarini

LIBRO DEI GIUDICI: IEFTE narratore Raffaele Berardi Iefte Marco Imparato figlia Elisa Lucarelli

GENESI: GIUSEPPE IN EGITTO Giuseppe Andrea Simonetti Moglie di Potifàr Sivia Pietta

LIBRO DI GIUDITTA Giuditta Carmelinda Gentile Narratore Giuliano Scarpinato Ancella Doriana La Fauci Oloferne Marcello Montalto

DAI SALMI: ISAIA Stefano Vona

ALCESTI: (Euripide) Apollo Emiliano Masala Ancella ValentinaTerrito Alcesti Laura Piazza

FILOTTETE: (Sofocle) Filottete Elio D’Alessandro

IFIGENIA: (Euripide) Ifigenia Francesca Porrini Agamennone Francesco Alderuccio Clitemnestra Antonietta Carbonetti

IPPOLITO: (Euripide) Ippolito Massimo Nicolini

AGAMENNONE: (Eschilo) Clitemnestra Antonietta Carbonetti Corifeo Michele Dell’Utri