tra arretratezza e necessità- la questione meridionale dello spirito critico

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-Tra arretratezza e necessità- La questione meridionale dello Spirito critico Non volendo né apparire né essere pretenzioso, il meridione d'Italia, inteso non come Italiani del sud ma come strutture e reti attive della ricerca e della discussione(oltre ovviamente l'ormai consolidato vulnus dell'impianto economico-strutturale a noi ben noto) attraversa da fin troppo tempo un esponenziale rallentamento se non arresto della riflessione intorno alla propria natura e al proprio bisogno di riscoprire le intelligenze e le potenzialità inespresse. Questo limite ed inespressività, fortemente deficitari rispetto ad un intenso lavoro associazionistico e culturale del Nord Italia, determina ancora una volta un'Italia a due trazioni. Non per semplicistico senso patriottico o peggio per limitato campanilismo, definire in chiave geopolitica la necessità di “fomentare” la ricerca e la discussione è il primo passo per comprendere in maniera organica, seppur con le dovute distanze e precisazioni, una nostro realtà fattuale e in special modo lo stridore provato dalla disattesa di una risposta concreta al rilancio e alla collaborazione nel macroambito delle relazioni tra intelligenze e mezzi messi a loro disposizione. Potrò comprendere poi il forte senso di annullamento o di atomizzazione dei singoli individui che non riuscendo a rendere pragmatico il loro giudizio e il loro contributo alla crescita soprattutto spirituale del luogo in cui vivono, siano costretti a limitarsi, e inevitabilmente circoscrivere in senso autoreferenziale, le analisi e le attività. Parlando poi di autoreferenzialità, a mio modesto parere l'istituto dell'Università presenta questa forte aggettivazione, in quanto molte e molte volte il mondo accademico si chiude in se stesso delegando e restringendo al suo interno ogni linfa culturale come suo esclusivo appannaggio, limitando di fatto la libera iniziativa dei singoli che, volendo avere un ampio respiro nelle intenzioni, devono affidarsi a personali mezzi e conoscenze. Sperando di non essere stato farinoso o pericolosamente astratto, il leit-motiv di questo scritto è fondamentalmente la necessità di riscoprire il nostro agire e la nostra consapevolezza, proiettandoci con spirito civico e pragmatico nella realizzazione di un progetto di rinascita culturale e critico-civica, strutturando un volano di sviluppo che deve partire dalle singole intelligenze che vogliono mettersi in gioco. Ovviamente ciò che scrivo è un proposito che estendo a tutti, notando in ultima istanza che i fatti devono essere strutturati da progettualità; Io dal canto mio propongo la riflessione sulla possibilità, e nel sondare se è condivisibile l'idea,

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Ovviamente ciò che scrivo è un proposito che estendo a tutti, notando in ultima istanza che i fatti devono essere strutturati da progettualità; Io dal canto mio propongo la riflessione sulla possibilità, e nel sondare se è condivisibile l'idea, l'effettiva percezione collettiva del problema, non limitandosi a disfare con licenziose conclusioni di impossibilità o con velleitarie volontà di cambiamento la questione, ma redigendo un serio e costruito corpo di analisi e commento al tema sovraesposto. Grazie

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Page 1: Tra arretratezza e necessità- La questione meridionale dello Spirito critico

-Tra arretratezza e necessità- La questione meridionale dello Spirito critico

Non volendo né apparire né essere pretenzioso, il meridione d'Italia, inteso non come Italiani del sud ma come strutture e reti attive della ricerca e della discussione(oltre ovviamente l'ormai consolidato vulnus dell'impianto economico-strutturale a noi ben noto) attraversa da fin troppo tempo un esponenziale rallentamento se non arresto della riflessione intorno alla propria natura e al proprio bisogno di riscoprire le intelligenze e le potenzialità inespresse.Questo limite ed inespressività, fortemente deficitari rispetto ad un intenso lavoro associazionistico e culturale del Nord Italia, determina ancora una volta un'Italia a due trazioni.Non per semplicistico senso patriottico o peggio per limitato campanilismo, definire in chiave geopolitica la necessità di “fomentare” la ricerca e la discussione è il primo passo per comprendere in maniera organica, seppur con le dovute distanze e precisazioni, una nostro realtà fattuale e in special modo lo stridore provato dalla disattesa di una risposta concreta al rilancio e alla collaborazione nel macroambito delle relazioni tra intelligenze e mezzi messi a loro disposizione.Potrò comprendere poi il forte senso di annullamento o di atomizzazione dei singoli individui che non riuscendo a rendere pragmatico il loro giudizio e il loro contributo alla crescita soprattutto spirituale del luogo in cui vivono, siano costretti a limitarsi, e inevitabilmente circoscrivere in senso autoreferenziale, le analisi e le attività.Parlando poi di autoreferenzialità, a mio modesto parere l'istituto dell'Università presenta questa forte aggettivazione, in quanto molte e molte volte il mondo accademico si chiude in se stesso delegando e restringendo al suo interno ogni linfa culturale come suo esclusivo appannaggio, limitando di fatto la libera iniziativa dei singoli che, volendo avere un ampio respiro nelle intenzioni, devono affidarsi a personali mezzi e conoscenze.Sperando di non essere stato farinoso o pericolosamente astratto, il leit-motiv di questo scritto è fondamentalmente la necessità di riscoprire il nostro agire e la nostra consapevolezza, proiettandoci con spirito civico e pragmatico nella realizzazione di un progetto di rinascita culturale e critico-civica, strutturando un volano di sviluppo che deve partire dalle singole intelligenze che vogliono mettersi in gioco.

Ovviamente ciò che scrivo è un proposito che estendo a tutti, notando in ultima istanza che i fatti devono essere strutturati da progettualità; Io dal canto mio propongo la riflessione sulla possibilità, e nel sondare se è condivisibile l'idea,

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l'effettiva percezione collettiva del problema, non limitandosi a disfare con licenziose conclusioni di impossibilità o con velleitarie volontà di cambiamento la questione, ma redigendo un serio e costruito corpo di analisi e commento al tema sovraesposto.

Grazie