tesi laura arietti

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Università degli studi di Brescia Dipartimento di Ingegneria Civile, Architettura, Territorio, Ambiente e Matematica Corso di Laurea Magistrale in Land and Environmental Engineering Tesi di Laurea Magistrale: ANALISI DI DIOSSINE E PCB's NELLE AREE DEI FIUMI MELLA- MINCIO- CHIESE Relatrice: Laureanda: Chiar.ma Prof. Elza Bontempi Laura Arietti Matricola: 80874 Correlatori: Stefano Tenini Dott. Massimiliano Confalonieri Anno accademico: 2014/2015

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Page 1: TESI LAURA ARIETTI

Università degli studi di Brescia

Dipartimento di Ingegneria Civile, Architettura, Territorio,

Ambiente e Matematica

Corso di Laurea Magistrale in Land and Environmental

Engineering

Tesi di Laurea Magistrale:

ANALISI DI DIOSSINE E PCB's NELLE AREE

DEI FIUMI MELLA- MINCIO- CHIESE

Relatrice: Laureanda:

Chiar.ma Prof. Elza Bontempi Laura Arietti Matricola: 80874

Correlatori:

Stefano Tenini

Dott. Massimiliano Confalonieri

Anno accademico: 2014/2015

Page 2: TESI LAURA ARIETTI

Sommario

1. Introduzione ................................................................................................. 4

2. Diossine e Furani .......................................................................................... 7

Modalità di ingresso nella catena alimentare .......................................... 11

Valutazione dell’esposizione ................................................................... 13

Bioaccumulo ........................................................................................... 15

Effetti sulla salute umana e sugli organismi ............................................. 17

Meccanismi di diffusione in ambiente ..................................................... 20

Ambiente atmosferico ............................................................................. 20

Ambiente terrestre .................................................................................. 21

Ambiente acquatico ................................................................................ 22

Assorbimento e contaminazione nei vegetali ........................................... 22

Deposizione atmosferica ..................................................................... 22

Volatilizzazione di diossine dal suolo ................................................... 24

Assorbimento radicale ......................................................................... 24

Formazione delle diossine ....................................................................... 25

3. I Policlorobifenili (PCB’s) ............................................................................. 27

4. Analisi e Quantificazione Microinquinanti ................................................... 29

Metodo EPA 1613B/94 ............................................................................ 29

Estrazione da campioni solidi .................................................................. 31

Estrazione da campioni di acqua ............................................................. 34

Purificazione ........................................................................................... 36

Gascromatografia e Spettrometria di Massa ad alta risoluzione. ............ 38

Page 3: TESI LAURA ARIETTI

5. Concentrazione di tossicità equivalente di TCDD (TEQ) ................................ 41

6. Studi di riferimento ..................................................................................... 44

7. Pianificazione del Monitoraggio ................................................................. 54

Aree agricole .......................................................................................... 55

Valori di fondo ........................................................................................ 57

Valori limite e di riferimento. .................................................................. 59

Campionamento e Analisi ....................................................................... 63

Sezioni idrauliche oggetto dell' analisi ..................................................... 65

Materiali e Metodi per il campionamento dei fiumi ................................. 66

Determinazione dell’Errore di campionamento e di analisi. ..................... 69

Espressione dei Dati Inferiori al Limite di Rivelabilità. .............................. 72

8. Risultati ...................................................................................................... 73

La portata dei fiumi al punto di campionamento ..................................... 73

Confronto delle matrici ambientali del sito di studio ................................ 76

I flussi di massa degli inquinanti .............................................................. 85

Concentrazione di tossicità equivalente di TCDD (TEQ)............................. 88

Ripartizione microinquinanti tra fase disciolta e sospesa ......................... 95

Cross contamination ............................................................................... 97

9. Conclusioni ............................................................................................... 101

10. Riferimenti Bibliografici. ....................................................................... 107

11. Fonti Web: ............................................................................................ 110

12. Glossario............................................................................................... 111

Page 4: TESI LAURA ARIETTI

4

1.Introduzione

L’attività illustrata nella presente tesi si inserisce nell'ambito degli

studi condotti sul Sito d'Interesse Nazionale (SIN) “Brescia – Caffaro”,

caratterizzato da inquinamento da policlorodibenzodiossine (PCDD),

policlorodibenzofurani (PCDF) e policlorobifenili (PCB’s), effettuati

dall'Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente (ARPA) della

Lombardia.

La conoscenza dei meccanismi di trasporto e diffusione di PCB’s,

PCDD e PCDF dai corsi idrici verso le altre matrici ambientali e le

relative concentrazioni è fondamentale per comprendere i meccanismi

di diffusione e sviluppare eventuali interventi mitigatori.

Per quanto attiene le sorgenti di microinquinanti si sono ipotizzate

due origini: la concentrazione nei sedimenti di PCDD/F e PCB’s e la

concentrazione di ricaduta delle deposizioni atmosferiche che, per

naturale dilavamento meteorico delle zone cementate e asfaltate,

confluiscono lentamente nei corsi idrici e scarichi dei reflui industriali

e civili.

Per studiare trasporto e diffusione di PCB’s, PCDD e PCDF,

l’attenzione è stata posta inizialmente sul fiume Mella, che nasce

nella zona del Maniva, attraversa la Provincia di Brescia e quella di

Cremona fino alla confluenza nell'Oglio.

La scelta dei punti di campionamento sull’asse del fiume Mella è

stata individuata in modo da verificare l’andamento delle

concentrazioni degli inquinanti e la distribuzione dei congeneri da

monte della città di Brescia verso valle.

I fiumi Chiese e Mincio sono stati presi a riferimento come livello di

fondo ambientale essendo idraulicamente non contestuali alla città di

Brescia.

Page 5: TESI LAURA ARIETTI

5

Di seguito sono illustrati graficamente i punti campionati lungo i tre

fiumi.

Figura 1: Collocazione punti campionati (cerchio marrone) lungo fiume Mella, Chiese e Mincio.

L’attività di monitoraggio del trasporto solido si è sviluppata nell’arco

temporale di due mesi a partire dalla fine del mese di Febbraio fino

all’inizio del mese di Aprile 2015.

La scelta del periodo di campionamento ha permesso di escludere

l’eventuale contributo dell’attività agricola che, secondo uno studio1

giapponese, provocherebbe un aumento delle concentrazioni di

diossine nelle acque superficiali nel periodo estivo di irrigazione, per

l’utilizzo di erbicidi.

1SEASONAL CHANGE OF PCDDS/PCDFS/DL-PCBS IN THE WATER OF AYASE RIVER, JAPAN: POLLUTION SOURCES AND THEIR CONTRIBUTIONS TO TEQ( Kotaro Minomo, Nobutoshi Ohtsuka, Shigeo Hosono, Kiyoshi Nojiri, Kiyoshi Kawamura)

Page 6: TESI LAURA ARIETTI

6

Al fine di comprendere meglio la distribuzione spaziale degli

inquinanti e i meccanismi del loro trasporto si è effettuata anche una

campagna di analisi di una vasta porzione di territorio agricolo

(indicativamente 3,3 km²) posto a sud del Sito Nazionale “Brescia –

Caffaro” e delle acque e sedimenti delle rogge che derivano dal fiume

Mella.

Si è poi confrontata la distribuzione delle famiglie dei microinquinanti

presenti nei sedimenti con quelle delle deposizioni atmosferiche e

quelle riscontrate nelle acque e nei terreni.

Page 7: TESI LAURA ARIETTI

7

2.Diossine e Furani

Le policlorodibenzodiossine e i policlorodibenzofurani sono

sottoprodotti, indesiderati, di una serie di processi chimici e/o di

combustione, ovvero derivano dalla ossidazione della sostanza

organica in presenza di cloro e carenza di ossigeno.

In questo modo non si verifica la reazione di ossidazione

𝐶𝐻 0 + 𝑂 = 𝐶𝑂 + 𝐻 𝑂

ma la sostanza organica si frammenta e ripolimerizza in anelli

aromatici, ovvero si ferma ad uno stadio intermedio.

Il termine generico “diossine e furani” indica un gruppo di 210

composti chimici aromatici policlorurati, ossia formati da carbonio,

idrogeno, ossigeno e cloro divisi in due famiglie che costituiscono due

delle dodici classi di inquinanti organici persistenti riconosciute a

livello internazionale dall’UNEP (United Nations Environment

Programme).

x 75 congeneri costituiscono la famiglia delle Policloro-

dibenzodiossine (PCDD).

La loro struttura molecolare è caratterizzata da due anelli

benzenici legati da due atomi di ossigeno e in cui alcuni idrogeni

degli anelli aromatici sono stati sostituiti da atomi di cloro.

In funzione del numero di atomi di cloro e della loro posizione

all'interno della molecola si hanno i diversi congeneri.

Tra questi, sette congeneri hanno rilevanza tossicologica.

Page 8: TESI LAURA ARIETTI

8

Figura 2: struttura molecolare delle Policlorodibenzodiossine (PCDD)

La tossicità delle diossine dipende dal numero e dalla posizione degli

atomi di cloro sull’anello aromatico, le più tossiche possiedono 4

atomi di cloro legati agli atomi di carbonio β dell’anello aromatico e

pochi o nessun atomo di cloro legato agli atomi di carbonio α

dell’anello aromatico.

Figura 3: Formula di struttura delle diossine.

Nella terminologia corrente il termine “diossina”, al singolare, è talora

usato come sinonimo della 2,3,7,8-tetracloro-dibenzo-p-diossina

(TCDD), ossia del congenere maggiormente tossico (unico

riconosciuto possibile cancerogeno per l’uomo) che ha 4 atomi di

cloro nelle posizioni β e nessuno in α.

Figura 4: Formula di struttura della 2,3,7,8-TCDD

Page 9: TESI LAURA ARIETTI

9

La diossina con maggior grado di clorurazione, vale a dire la

ottaclorodibenzo-p-diossina (OCDD), presenta una tossicità bassa,

comparata con quella degli altri congeneri, poiché gli atomi di cloro

occupano tutte le posizioni α.

x 135 congeneri costituiscono la famiglia dei Policlorodibenzofurani

(PCDF).

La loro struttura molecolare è simile a quella delle diossine: sono

anch'essi costituiti da una coppia di anelli benzenici che sono però

legati da un solo atomo di ossigeno.

Tra i Policlorodibenzofurani, dieci hanno rilevanza tossicologica.

Figura 5: struttura molecolare dei Policlorodibenzofurani (PCDF)

PCDD e PCDF sono sostanze clorurate, di origine sia naturale che

antropica; sono semivolatili, termostabili, scarsamente polari,

altamente liposolubili, resistenti alla degradazione chimica e

biologica, particolarmente stabili e persistenti nell’ambiente, tossici

per l’uomo e gli animali e possono essere interferenti endocrini.

Page 10: TESI LAURA ARIETTI

10

Si legano fortemente alla frazione organica e, una volta legate,

rimangono relativamente immobili.

Nel suolo, a causa della loro insolubilità in acqua, non tendono a

migrare in profondità. Pur essendo scarsamente idrosolubili, trovano

nell’acqua e nell’aria una via di diffusione una volta adsorbite su

particelle minerali e organiche presenti in sospensione, che agiscono

da veicolo, rendendo possibile la contaminazione di luoghi lontani

dalle sorgenti di emissione.

A causa della loro presenza ubiquitaria nell’ambiente, persistenza e

liposolubilità, le diossine tendono, nel tempo, ad accumularsi negli

organismi viventi, si accumulano cioè nei tessuti ed organi dell’uomo

e degli animali. Inoltre, salendo nella catena trofica (alimentare), la

concentrazione di tali sostanze può aumentare (biomagnificazione),

giungendo ad esporre a rischio maggiore il vertice di detta catena.

Page 11: TESI LAURA ARIETTI

11

Modalità di ingresso nella catena alimentare Come riportato da APAT (2006), il meccanismo primario di ingresso

delle diossine nella catena alimentare terrestre, sembrerebbe essere

la deposizione atmosferica in fase di vapore sulle foglie delle piante e,

parzialmente sul terreno, ingeriti successivamente dagli animali.

Le diossine sono sostanze che si accumulano nei tessuti grassi degli

organismi, quindi se erba e suolo contaminati vengono ingeriti da

erbivori si verifica un accumulo di queste sostanze nei grassi delle

loro carni e nei grassi del latte prodotto.

Per aree non particolarmente interessate da emissioni a carattere

industriale, la presenza di diossine nell’ambiente deriva,

prevalentemente, non dalle emissioni attuali, ma dall’accumulo

continuo e prolungato di quantità, anche piccole, di questi

contaminanti nelle cosiddette “riserve ambientali”.

L’ingresso delle diossine nella catena alimentare acquatica avviene,

soprattutto, ad opera del particolato (deposizione secca ed umida,

erosione, scarichi, ecc.) che viene trasferito nell’ambiente acquatico.

La natura lipofilica (affine ai grassi) delle diossine e la loro bassa

solubilità in acqua fa sì che queste siano adsorbite ai composti

organici e bioaccumulate negli organismi acquatici con diverse

modalità di assunzione. La quantità di diossine bioaccumulate da tali

organismi dipende fortemente, oltre che dalla concentrazione di

diossine presenti nell’ambiente acquatico, dalla percentuale di

contenuto in grasso dell’organismo.

Dalle considerazioni sopra esposte si può quindi concludere che le

diossine sono contaminanti ubiquitari; in conseguenza di ciò ognuno

ha accumulato una quantità di diossine più o meno significativa in

base alle abitudini alimentari, alle caratteristiche dell’ambiente che ci

circonda, alle caratteristiche fisiche. Non tutte le diossine presenti

nell’ambiente risultano essere “biodisponibili”, cioè in grado di

Page 12: TESI LAURA ARIETTI

12

“passare” nella catena alimentare e provocare un impatto sulla

salute, in quanto la biodisponibilità dipende dalle caratteristiche

ambientali (suolo, acque, sedimenti) e dalle caratteristiche del

contaminante.

Page 13: TESI LAURA ARIETTI

13

Valutazione dell’esposizione L’uomo può venire in contatto con le diossine attraverso tre principali

fonti di esposizione2:

x occupazionale,

x ambientale,

x accidentale.

La prima riguarda gruppi ristretti di popolazione professionalmente

esposti, come ad esempio coloro che lavorano nella produzione di

pesticidi o determinati prodotti chimici, la seconda può interessare

ampie fasce della popolazione e può avvenire, per lo più, attraverso

l’alimentazione con cibo contaminato, anche se vi possono essere

altre vie di esposizione quali l’inalazione di polvere o il contatto.

L’esposizione accidentale riguarda contaminazioni dovute ad

incidenti. Tra le tre fonti quella predominante, secondo gli studi

condotti fin'ora, è l'esposizione ambientale. Recenti studi hanno

stimato che circa il 95% dell’esposizione alle diossine avviene

attraverso cibi contaminati ed, in particolare, di grassi animali.

Figura 6 Esposizione a PCDD, PCDF e PCBdl attraverso il cibo (adattato da dati EPA 2004)

2 APAT, Rapporto febbraio 2006, Diossine furani e PCB.

Pesci e molluschi di

acqua dolce ; 19%

Pesci e molluschi di

acqua di mare; 7%

Inalazione; 2%

Latte; 16%

Latticini; 21%

Uova ; 4%

Carne di manzo; 14%

Carne di maiale; 5%

Pollame; 4%

Altre carni; 6%

Grassi vegetali; 3% Ingestione di

suolo; 1%

Contatto dermico con

suolo; 1%

Page 14: TESI LAURA ARIETTI

14

L’assunzione di latte e latticini contaminati rappresenta

approssimativamente il 37% dell’esposizione, tuttavia una

percentuale apprezzabile del totale deriva dall’assunzione di carni

bovine, suine e di pesce. I prodotti di origine vegetale contribuiscono

in piccola percentuale.

Il metodo migliore per ridurre l’esposizione a queste sostanze risulta

essere, ad oggi, l’adozione di un regime alimentare povero di grassi

animali.

Page 15: TESI LAURA ARIETTI

15

Bioaccumulo Con il termine bioaccumulo si indica quel fenomeno di accumulo

irreversibile di una sostanza nei tessuti degli organismi viventi: esso

viene utilizzato, indirettamente, come parametro per la

determinazione degli effetti tossici delle diossine, dal momento che

fornisce una stima più precisa del reale livello di contaminazione

degli organismi, rispetto al solo calcolo dell’esposizione continua

dovuta all’assunzione giornaliera.

Il bioaccumulo delle sostanze tossiche può avvenire direttamente

dall’ambiente in cui l’organismo vive o attraverso l’ingestione lungo le

catene trofiche oppure in entrambi i modi: nel primo caso il fenomeno

viene definito bioconcentrazione, nel secondo caso biomagnificazione.

Nel caso della bioconcentrazione le concentrazioni della sostanza nei

tessuti dell’organismo diventano progressivamente più alte di quelle

presenti nell’ambiente da cui è stata assorbita.

Figura 7: Fattore di bioconcentrazione (BCF).

Il fattore di bioconcentrazione (BCF) viene definito come il rapporto

all’equilibrio tra la concentrazione di una sostanza tossica

nell’organismo e quella nel mezzo circostante:

𝐵𝐶𝐹 = concentrazione nell’organismo

concentrazione nel mezzo circostante

Page 16: TESI LAURA ARIETTI

16

Naturalmente tale fattore varia, oltre che da sostanza a sostanza,

anche da specie a specie: ad esempio nella Daphnia magna (specie di

crostaceo cladocero) il fattore di bioconcentrazione per la TCDD è

stato valutato pari a 2.000, mentre in esemplari di trota iridea è stato

stimato pari a 20.131.

Elevati fattori di bioaccumulo sono responsabili del fenomeno di

“amplificazione” delle concentrazioni, che portano quantità e

concentrazioni nei comparti ambientali dai livelli di traccia a livelli

tali da risultare potenzialmente preoccupanti.

Page 17: TESI LAURA ARIETTI

17

Effetti sulla salute umana e sugli organismi L’uomo, in quanto vertice della catena trofica, risulta esposto alle

conseguenze derivanti dalla presenza di diossine nell’ambiente anche

a concentrazioni basse o addirittura bassissime. Di seguito si

sintetizzano gli effetti più conosciuti di tali contaminanti

sull’organismo, così come riportato da APAT (2006), evidenziando che

si tratta prevalentemente di patologie conseguenti a esposizioni acute

tipiche di eventi incidentali e/o esposizioni professionali. Occorre

inoltre osservare che, in alcuni casi, la relazione causa-effetto tra

esposizione alla contaminazione ed effetti sull’organismo non è stata

ancora pienamente accertata.

La cloracne, individuata per la prima volta nel 1897, è stata

storicamente la prima espressione clinica e patologica collegata

all’esposizione alle diossine.

Fu segnalata come malattia occasionale tra i lavoratori addetti alla

produzione dei primi pesticidi negli anni ‘30, e tra i lavoratori degli

impianti per la sintesi dei policlorobifenili (PCB). La malattia si

manifesta con eruzioni cutanee e pustole simili a quelle dell’acne

giovanile, però con possibile localizzazione estesa all’intera superficie

corporea e con manifestazioni protratte, nei casi più gravi, per diversi

anni.

Alterazioni a carico del sistema immunitario di animali e uomo sono

altri effetti dovuti all’esposizione a diossine anche in dosi molto

limitate, con riduzione e danneggiamento della popolazione dei

linfociti.

Altri studi evidenziano come l’azione delle diossine può essere

particolarmente dannosa durante lo sviluppo fetale, al momento cioè

della differenziazione tissutale del sistema immunitario,

determinando alterazioni a lungo termine, sia in senso

immunodepressivo che ipersensibilizzante.

Page 18: TESI LAURA ARIETTI

18

Altri importanti effetti delle diossine si riscontrano a livello del

sistema endocrino; tali contaminanti vengono infatti classificati tra i

modulatori endocrini, termine che indica “un agente esogeno che

interferisce con produzione, rilascio, trasporto, metabolizzazione,

legame, azione o eliminazione di ormoni naturali del corpo,

responsabili del mantenimento dell’omeostasi (situazione che

consente di mantenere in uno stato di equilibrio biochimico dinamico

le condizioni di vita dell’ambiente interno del nostro organismo) e

della regolazione dei processi riproduttivi e di sviluppo”.

Inoltre sono stati riscontrati effetti sullo sviluppo del sistema nervoso

e sulla neurobiologia del comportamento, nel caso in cui, durante la

fase gestazionale, i feti siano stati esposti a concentrazioni di diossine

pari o lievemente superiori ai valori di base.

La TCDD è stata riconosciuta quale agente cancerogeno per l’uomo

(classificata gruppo 1) dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul

cancro.L’esposizione cronica subletale alla TCDD provoca un

accumulo di porfirine nel fegato (da cui la porfiria, malattia che

provoca una serie di effetti tra i quali distruzione di globuli rossi e

fotosensibilità) che si estendono anche alla milza ed ai reni con un

incremento dell’escrezione urinaria di queste sostanze.

La TCDD è irritante per gli occhi, la cute e il tratto respiratorio. La

sostanza può determinare effetti, anche in tempi ritardati rispetto

all’esposizione, sul sistema cardiovascolare, sul tratto

gastrointestinale, sul fegato, sul sistema nervoso e sul sistema

endocrino. Contatti ripetuti o prolungati con la cute possono causare

dermatiti.

Oltre al bioaccumulo sono stati osservati effetti tossici, sia cronici che

acuti, che consistono generalmente in una riduzione della fertilità,

disturbi della crescita, immunotossicità e cancerogenità in esemplari

della fauna selvatica esposti alle diossine nel proprio ambiente.

Page 19: TESI LAURA ARIETTI

19

Tuttavia, fuori dal laboratorio è spesso impossibile dimostrare

chiaramente un rapporto causa/effetto tra l’esposizione alle diossine

e i fenomeni osservati. Da studi effettuati sulle prime fasi di vita

(uova, embrioni, fasi larvali) risulta che la maggior parte delle specie è

sensibile alle diossine, poiché tali sostanze agiscono su diversi

sistemi determinanti per la crescita e lo sviluppo, tra cui il

metabolismo della vitamina A e degli ormoni sessuali.

Page 20: TESI LAURA ARIETTI

20

Meccanismi di diffusione in ambiente Le diossine vengono emesse in atmosfera, da una o più sorgenti, e

possono essere trasportate per grandi distanze e successivamente

depositarsi, ed essere ritrovate nell’acqua, nei suoli e nei sedimenti.

Le diossine possono quindi depositarsi sul suolo e sulle parti arboree

dei pascoli e dei seminativi rendendosi così disponibili per l’ingestione

da parte degli animali da pascolo e da allevamento; possono inoltre

essere trasportate dalle acque superficiali e raccolte nei sedimenti e

raggiungere quindi la fauna ittica (APAT, 2006).

Ambiente atmosferico

È necessario identificare le principali vie di trasporto per

comprendere il comportamento di PCDD/F nei diversi comparti

ambientali. Occorre quindi capire le leggi che regolano il movimento

di PCDD/F nell’ambiente atmosferico, e quali caratteristiche chimico-

fisiche devono essere considerate per individuare i possibili effetti

sugli ecosistemi e il destino ambientale.

Le PCDD/F sono composti definibili “semivolatili” e, nell’atmosfera,

sono presenti sia in fase vapore che come particolato.

Conoscere la forma (gas o particolato) in cui queste sostanze si

trovano nell’atmosfera è importante in quanto da essa dipendono i

fenomeni a cui PCDD/F sono sottoposti: quali il trasferimento in altre

matrici ed i meccanismi di degradazione.

La deposizione sul suolo, sulla vegetazione e sulle superfici

acquatiche di questi contaminanti può avvenire attraverso

meccanismi di “deposizione secca e umida”.

Nel caso di deposizione umida le diossine possono impattare sul

suolo, corpi idrici e vegetazione in due modi: o si dissolvono nelle

precipitazioni o sono associate al particolato rimosso dalle

precipitazioni. La deposizione umida è il meccanismo primario

Page 21: TESI LAURA ARIETTI

21

attraverso il quale il particolato di piccole dimensioni viene rimosso

dall’atmosfera.

In conclusione le diossine vengono rimosse fisicamente

dall’atmosfera per:

• deposizione umida (rimozione attraverso precipitazioni);

• deposizione secca di particolato (caduta gravitazionale delle

particelle);

x deposizione secca della fase vapore (assorbimento di queste

sostanze in fase vapore dalla vegetazione).

Ambiente terrestre

L’ambiente terrestre può ricevere gli inquinanti ambientali attraverso

differenti vie, le più importanti sono:

• deposizione atmosferica;;

• spandimento di fanghi e compost;;

• spandimento di sedimenti provenienti da esondazioni;;

• erosione da aree contaminate nelle vicinanze.

Nel suolo la TCDD non presenta mobilita significativa in quanto è

adsorbita dal carbonio organico del suolo stesso; una volta adsorbita,

rimane relativamente immobile ed a causa della bassa solubilità in

acqua non mostra tendenza alla migrazione in profondità. La via di

fuga più probabile della TCDD presente sulla superficie del suolo

umido è la volatilizzazione, l’adsorbimento può attenuare questo

processo.

La persistenza di TCDD negli strati superficiali del suolo è stimata

con un’emivita pari a 9-15 anni, mentre l’emivita stimata per gli strati

più profondi e di 25-100 anni (HSDB). I suoli costituiscono, quindi,

dei recettori naturali per le diossine e, a causa della limitata

rimozione e del lungo periodo di emivita, rappresentano una tipica

matrice accumulatrice.

Page 22: TESI LAURA ARIETTI

22

Ambiente acquatico

L’ambiente acquatico può ricevere le PCDD/F attraverso:

1. deposizione atmosferica,

2. immissione di reflui industriali,

3. dilavamento di suoli contaminati.

Una volta immesse nei corpi idrici le diossine possono volatilizzare e

quindi rientrare in atmosfera, adsorbirsi ai sedimenti o

bioaccumularsi negli organismi.

Le diossine sono molecole scarsamente idrosolubili, ma trovano

nell’acqua un’ottima via di diffusione una volta adsorbite sulle

particelle minerali ed organiche che si trovano in sospensione su di

essa.

Assorbimento e contaminazione nei vegetali

I vegetali possono essere contaminati da sostanze inquinanti

attraverso tre meccanismi:

1. deposizione atmosferica;

2. volatilizzazione dal suolo;

3. assorbimento radicale.

La concentrazione totale di contaminante presente nelle piante è

calcolata come la somma di contaminante assunto attraverso tutti

questi meccanismi.

Deposizione atmosferica

La deposizione atmosferica, direttamente sulle foglie, può essere

classificata secondo tre diverse tipologie:

• deposizione secca di gas;;

• deposizione secca di particolato;;

• deposizione umida.

Page 23: TESI LAURA ARIETTI

23

L’incidenza di queste tre vie di contaminazione dipende dalla

ripartizione gas/particolato di PCDD/F in atmosfera.

Il trasferimento sulla vegetazione di tutti i congeneri delle diossine,

esclusi HpCDD/F e OCDD/F (presenti principalmente nel particolato

atmosferico), avviene attraverso meccanismi di deposizione secca

della fase vapore, mentre i congeneri epta e octa sostituiti

contaminano suolo e vegetazione attraverso meccanismi di

deposizione secca e umida di particolato.

Secondo i risultati degli studi condotti da Meneseset al. (2002) la via

di contaminazione più significativa è rappresentata dall’assorbimento

della fase vapore con un contributo di PCDD/F di circa il 66%, la

deposizione secca di particolato presenta un contributo di circa il

13%, la deposizione umida di particolato è pari a circa il 21%.

In conclusione, la deposizione atmosferica di queste sostanze

rappresenta una via di contaminazione molto significativa per i

vegetali, poiché le diossine che si depositano sulla loro superficie,

insieme ad altre particelle atmosferiche, vengono assorbite dalla

cuticola cerosa presente sulla superficie fogliare.

Una volta che le diossine sono fissate sulla superficie delle foglie non

presentano mobilità all’interno della pianta, in quanto non vi sono

meccanismi in grado di trasportare queste sostanze all’interno dei

tessuti dei vegetali.

I fattori principali che controllano la deposizione di diossine nella fase

vapore sono la concentrazione in atmosfera di PCDD/F, la superficie

di esposizione, la quantità e la qualità delle strutture cerose ed altre

caratteristiche delle piante: dati sperimentali indicano che, per un

breve periodo di esposizione, maggiore è la superficie specifica di

esposizione della foglia, maggiore è la quantità di diossine assorbita.

Page 24: TESI LAURA ARIETTI

24

Volatilizzazione di diossine dal suolo

Un’altra via attraverso la quale i vegetali possono essere contaminati

è rappresentata dalla volatilizzazione di diossine dal suolo ed il

conseguente assorbimento del vapore da parte delle foglie: tale

meccanismo di contaminazione è rilevante solo se il suolo considerato

presenta alte concentrazioni di diossine.

La diossina, infatti, evaporando dal suolo, forma uno strato con alte

concentrazioni in prossimità della superficie del terreno,

determinando così un assorbimento diretto da parte delle vegetazione

bassa.

Assorbimento radicale

L’assorbimento radicale di diossine da parte delle piante rappresenta

una via di contaminazione poco significativa, poiché nel suolo sono

fortemente adsorbite al carbonio organico e quindi risultano poco

disponibili per le piante.

Una importante eccezione riguarda la famiglia delle cucurbitacee

(zucchine, zucche, ecc.), le quali rilasciano particolari sostanze nel

suolo (essudati radicali) che sono in grado di mobilizzare le diossine

in prossimità delle radici rendendole disponibili all’assorbimento

radicale. Una volta assorbite, vengono trasportate, tramite i sistemi

vascolari delle piante, dalle radici ai frutti. Per quanto riguarda i

vegetali che crescono sottoterra, come patate e carote, essendo

trascurabile l’assorbimento radicale, i bulbi sono interessati solo da

un assorbimento superficiale dovuto al contatto diretto delle diossine

presenti nel suolo e quindi la rimozione della buccia comporta

l’eliminazione del contaminante.

Page 25: TESI LAURA ARIETTI

25

Formazione delle diossine Le diossine non vengono prodotte intenzionalmente, non avendo

alcun utilizzo pratico, ma sono sottoprodotti indesiderati di una serie

di processi chimici e/o di combustione.

Tra i processi chimici emergono quelli di produzione delle plastiche,

di composti chimici, della carta e degli oli combustibili.

I processi di combustione possono essere combustioni incontrollate, o

controllate.

Tra le prime vi sono:

– incendi accidentali ed all’aperto, il cui contributo risulta di difficile

quantificazione e valutazione;

– incendi boschivi in presenza di composti chimici clorurati per la

combustione di lignina e cellulosa;

– eruzioni vulcaniche con meccanismo di produzione di diossine

analogo agli incendi boschivi.

Tra le combustioni controllate si ricordano quelle:

– di rifiuti solidi urbani o fanghi (incenerimento);

– di carburante/combustibili nei processi di fusione dei metalli ferrosi

e non ferrosi;

– di carburante/combustibili nei processi di produzione del cemento.

– per la produzione di energia: trasporti (utilizzo di combustibili che

contengono composti clorurati), combustione di legno trattato,

combustione di oli combustibili.

Quindi le diossine possono originarsi dai processi chimici di sintesi

relativi ai composti clorurati e dai processi di combustione controllata

e non controllata: tali processi vengono indicati come “sorgenti

primarie”.

Una volta immesse nell’ambiente le diossine sono soggette a vari

destini ambientali e danno origine a processi di accumulo in specifici

comparti ambientali (suoli e sedimenti) e di bioaccumulo in specifici

Page 26: TESI LAURA ARIETTI

26

prodotti (latte e vegetali a foglia larga) ed organismi (fauna ittica ed

erbivori) per divenire a loro volta “sorgenti secondarie”.

Le sostanze che producono diossine a seguito della loro combustione

vengono indicate come “precursori”, mentre quelle che presentano

tracce/residui di diossine in conseguenza del loro processo di

produzione costituiscono delle “riserve” in grado di rilasciare diossine

nell’ambiente con modalità dipendenti dal tipo di utilizzazione e

gestione.

È importante, inoltre, evidenziare come siano soprattutto i precursori

e le riserve, a costituire le sorgenti di diossine più difficilmente

controllabili e localizzabili sul territorio.

Tra i precursori troviamo i PCP/PCP-Na (Pentaclorofenolo), i PCB’s

(Policlorobifenili), le cloroparaffine negli oli usati, il cloro inorganico e

le termoplastiche.

Questi composti chimici vengono utilizzati per la produzione di

conservanti del legno, di pesticidi, nell’industria del cuoio e della pelle

in generale e nell’industria delle plastiche.

Le riserve sono costituite da composti clorofenossilici (come il vecchio

diserbante 2,4,5-T o acido triclorofenossiacetico e il più attuale 2,4-D

o acido diclorofenossiacetico), da composti intermedi di sintesi per i

disinfettanti (esaclorofene) e da composti clorurati alifatici che

contengono tracce/residui di PCDD/F come sottoprodotti indesiderati

formati durante i processi produttivi. Altre importanti riserve sono

costituite da differenti composti organici alogenati utilizzati

nell’industria della plastica come il cloruro di vinile monomero (CVM),

il polistirene (polistirolo) e il dicloroetilene che contengono anche essi

tracce/residui di PCDD/F come sottoprodotti indesiderati formatisi

durante i processi produttivi.

Page 27: TESI LAURA ARIETTI

27

3.I Policlorobifenili (PCB’s)

I policlorobifenili (PCB’s) sono una famiglia di composti aromatici

biciclici costituiti da molecole di bifenile a differente grado di

clorurazione. Il numero degli atomi di cloro e la posizione da essi

assunta nella molecola porta alla formazione di 209 diversi congeneri,

a loro volta raggruppati, a seconda del grado di clorazione, in 10

classi di omologhi.

Figura 8: struttura molecolare dei policlorobifenili (PCB)

Si tratta di molecole sintetizzate a partire dall’inizio del secolo scorso

e prodotte commercialmente dalla fine degli anni ’20.

Risultano banditi da produzione e commercio a causa della loro

tossicità e della spiccata tendenza al bioaccumulo, tuttavia

l’immissione di PCB’s nell’ambiente si verifica tutt’ora soprattutto a

causa di scorrette pratiche di smaltimento o della fuoriuscita da

apparecchiature elettriche e da impianti idraulici ancora in uso.

I PCB’s sono composti chimici molto stabili, scarsamente

biodegradabili, resistenti ad acidi, alcali ed alla fotodegradazione; non

sono ossidabili, non attaccano i metalli, sono poco solubili in acqua

ma lo sono in olio e solventi organici (ad es. alcool e acetone). Non

sono infiammabili (quando la molecola contiene un numero di atomi

di cloro superiore a quattro), evaporano ad oltre 800˚C e

decompongono ad oltre 1000˚C. Sono poco volatili;; tendono a formare

Page 28: TESI LAURA ARIETTI

28

sottili pellicole sulle superfici; hanno una densità maggiore dell’acqua

ed elevata lipoaffinità.

In base al grado di clorazione i PCB’s possono andare incontro a

destini diversi: gli isomeri con maggior numero di atomi di cloro sono

generalmente i più stabili, mentre quelli a più basso livello di

clorazione sono soggetti a lenta degradazione, in particolare ad opera

di microorganismi.

Ne consegue che ogni campione ambientale può presentare una

particolare distribuzione dei diversi isomeri e, generalmente, non si

ha corrispondenza tra le miscele commerciali di PCB’s e il campione

analizzato.

Dodici dei 209 congeneri dei PCB’s sono “coplanari” e presentano

caratteristiche chimico-fisiche e tossicologiche simili a quelle di

diossine e furani: vengono chiamati PCB's dioxin-like (PCBdl).

Page 29: TESI LAURA ARIETTI

29

4. Analisi e Quantificazione Microinquinanti

Pretrattamenti ed analisi sono stati effettuati presso il laboratorio di

Brescia dell'ARPA secondo i metodi adottati dal laboratorio (metodo

EPA 1613B/94) che permette di quantificare tramite diluizione

isotopica i 17 congeneri 2,3,7,8 cloro sostituiti di PCDD-PCDF per via

Gas-Cromatografia e Spettrometria di Massa ad alta risoluzione

(HRGC/HRMS).

Si applicano metodologie simili per i PCB’s. (EPA 1668°/99).

Metodo EPA 1613B/94

Il metodo EPA 1613 del 1994, rev.B, ha come scopo la

determinazione delle dibenzo-p-diossine (PCDD) e dei dibenzo-p-

furani (PCDF) con grado di clorurazione da 4 a 8 (2,3,7,8-

clorosostituiti) in acqua, suolo, sedimento, fango, tessuti e altre

matrici tramite la Gascromatografia ad alta risoluzione accoppiata

con la Spettrometria di Massa ad alta risoluzione (HRGC/HRMS).

I limiti di rivelabilità solitamente in questo metodo dipendono dal

grado di interferenze, piuttosto che dalle limitazioni strumentali.

Il limite di rivelabilità del metodo (MDL), definito come il livello al

quale l'intero sistema analitico dà un segnale riconoscibile e punto di

taratura accettabile, per 2,3,7,8-TCDD è stato determinato come 4.4

pg / l (parti per quadrilione) .

Il metodo è articolato in numerosi passaggi che comportano lunghi

tempi di esecuzione. Il campione infatti, prima di essere sottoposto ad

analisi strumentale, subisce più fasi che si differenziano per tipo di

matrice: pretrattamento del campione, estrazione e purificazione.

Page 30: TESI LAURA ARIETTI

30

Figura 9: schema a blocchi delle varie fasi di trattamento del campione prima dell’analisi strumentale

Page 31: TESI LAURA ARIETTI

31

Estrazione da campioni solidi

Per campioni solidi si procede con una estrazione mediante Estrattore

Accelerato con Solvente (ASE) in Toluene.

Le celle di acciaio utilizzate in questa tipologia di estrattore vengono

immesse in una soluzione 1:1 di Esano/Diclorometano e sonicate in

un bagno a ultrasuoni per almeno 15 minuti.

Una volta completata questa procedura di lavaggio, le celle sono

pronte per essere utilizzate: il campione viene direttamente pesato

nella cella con una bilancia analitica ad almeno quattro cifre

decimali.

Figura 10 : Estrattore Accelerato con Solvente (ASE).

Page 32: TESI LAURA ARIETTI

32

Ogni sequenza di lavoro è così composta: Bianco, OPR e 10 campioni.

Lo scopo del Bianco è quello di mostrare che l'intero iter analitico sia

privo di contaminazioni da PCDD e PCDF.

La preparazione del Bianco procedurale si effettua pesando 10

grammi di matrice simulata da White Sand, miscelata alla terra di

diatomee fino al riempimento della cella ASE, quindi si aggiungono

20 μl di LCSS per i PCC/F (o 100 μl nel caso di PCB's) e si chiude la

cella con l'apposita ghiera così da renderla pronta per essere collocata

sul carosello dell'ASE.

Così come il Bianco procedurale viene sottoposto all'intero iter

analitico, anche l'OPR segue lo stesso percorso al fine di monitorare

sia i recuperi dei marcati che dei nativi, simulando cosa potrebbe

succedere ai campioni durante tutto il processo analitico.

L'OPR come il Bianco procedurale si prepara utilizzando 10g di White

Sand ma oltre ai 20 μl di LCSS vengono aggiunti 5 μl di PAR, per

l'analisi di PCDD/F (o 20 μl Mix 33 per l'analisi dei PCB's).

Per i campioni l'aliquota di campione solido essicato a 40°C da

sottoporre all'analisi può variare in funzione del livello di

contaminazione atteso: normalmente per i suoli si pesano 10 g.

Come per Bianco e OPR anche per i campioni si aggiungono 20 μl di

LCSS per PCDD/F (o 100 μl per i PCB's) mescolandoli alla terra di

diatomee fino al riempimento della cella che viene tappata e caricata

sull'ASE.

Sull'ASE le celle dei campioni insieme a Bianco e OPR si caricano

secondo la sequenza prestabilita nell'alloggiamento del rack superiore

avendo cura di posizionare i vials di raccolta corrispondenti nel rack

inferiore. Dopo aver acceso lo strumento si seleziona il metodo di

estrazione memorizzato.

Page 33: TESI LAURA ARIETTI

33

L'estrazione dei campioni si completa in circa 40 minuti: durante

questo periodo la cella viene portata alla temperatura di 150°C e alla

pressione di 2000Psi.

L'estrazione sull'ASE contempla una fase molto importante,

denominata statica, in cui la cella viene sottoposta ad una pressione

elevata stabilita dal metodo EPA, di 2000 Psi, e riempita con il

solvente. Questa fase dura circa cinque minuti dopodiché il solvente

contenuto nella cella viene scaricato nel vial di raccolta. Questa fase

statica è ripetuta tre volte.

Se i campioni risultano particolarmente inquinati da sostanze

organiche interferenti o contenenti composti plastici, per evitare il

blocco dell'ASE o inquinamenti di analiti da un campione all'altro, si

procede con l'estrazione del campione con il Sohxlet .

Page 34: TESI LAURA ARIETTI

34

Estrazione da campioni di acqua

Per campioni di acqua si procede con un'estrazione manuale in

imbuto separatore di due litri di campione:

Figura 11: Imbuto separatore.

¾ si effettua una prima estrazione con 80 ml di Diclorometano

agitando l'imbuto per 4/5 minuti;

¾ si effettua una seconda estrazione con 50 ml di Diclorometano

agitando l'imbuto per 4/5 minuti;

¾ si effettua una terza estrazione con 50 ml di Diclorometano

agitando l'imbuto per 4/5 minuti.

Dopo ogni estrazione raccolgo la quantità di Diclorometano,

facendolo passare in un imbuto contenente Sodio Solfato Anidro, per

evitare il passaggio dell'acqua nel ditale in cui si raccoglie la frazione

di solvente.

Come per i campioni solidi, anche PUFF, membrana e i campioni di

acqua vengono drogati con le stesse quantità di standard.

Le sequenze di lavoro prevedono, anche in questi casi, un bianco, un

OPR e 10 campioni.

Page 35: TESI LAURA ARIETTI

35

Gli estratti raccolti vengono successivamente trasferiti in appositi

ditali in vetro senza volume residuo in un apparecchio evaporatore

chiamato Syncore dove si procede alla riduzione di volume.

Figura 12: Evaporatore Syncore.

Nel Syncore il solvente evapora attraverso una depressione fino a 70

mbar, mentre si riscaldano i ditali con un bagno termostatato ad una

temperatura impostata in base al solvente utilizzato per l'estrazione:

per il Toluene 100°C, per il Diclorometano 45°C.

Page 36: TESI LAURA ARIETTI

36

Purificazione

La purificazione del campione da sostanze interferenti viene effettuata

su colonnine multistrato con un sistema automatizzato (Power Prep).

Figura 13: sistema automatizzato Power Prep per la purificazione del campione.

Gli estratti concentrati dei campioni vengono filtrati con filtro PTFE a

0.45 micron e trasferiti in una provetta in vetro lavando il ditale con

due aliquote di n-esano da 5 ml e una da 4 ml.

Gli estratti vengono drogati con Cl37 STD, 5 μl per PCDD/F (o 100μl

per PCB) e caricati sul supporto del Power Prep.

Il sistema automatico di purificazione Power Prep consente di

effettuare i passaggi di purificazione degli estratti su colonne

monouso di gel di silice acido-basico, allumina e carbone attivo con

elevata riproducibilità.

Il sistema utilizza vari solventi: Esano, Toluene miscela al 5% di

Diclorometano in Esano, Esano-Diclorometano al 50%, etil acetato-

Toluene al 50% e consente anche di separare in due distinte frazioni

PCB's e diossine.

Page 37: TESI LAURA ARIETTI

37

Gli estratti purificati vengono raccolti in un ditale con un volume

residuo e vengono portati a piccolo volume, circa 300μl, nel Syncore

impostando la temperatura del bagno termostatico a 100°C per

PCDD/F (o 60°C per PCB's). Tutti i campioni vengono trasferiti in

vials conici per autocampionatore AS2000 e portati a secco sotto un

leggero flusso di azoto, lavando più volte il ditale del Syncore con

aliquote di n-esano per recuperare gli analiti eventualmente rimasti

adesi al vetro del ditale.

Si riprendono infine i campioni aggiungendo 10 μl di ISS e 10μl di n-

nonano, avendo cura di mescolare e lavare accuratamente le pareti

del vial.

A questo punto il campione è pronto per l'analisi strumentale.

Page 38: TESI LAURA ARIETTI

38

Gascromatografia e Spettrometria di Massa ad alta

risoluzione.

L'analisi strumentale dei campioni viene eseguita utilizzando un

Gascromatografo ad alta risoluzione (HRGC) interfacciato ad uno

Spettrometro di Massa ad alta risoluzione (HRMS) munito di PC con

Software applicativi, sia per la fase di gestione dell'intera

strumentazione, sia per la gestione delle curve di calibrazione e della

quantificazione di PCDD e PCDF e PCB's.

La gascromatografia è una tecnica di chimica analitica piuttosto

diffusa, che si basa sulla ripartizione dei componenti di una miscela

da analizzare tra una fase stazionaria e una fase mobile gassosa, in

funzione della diversa affinità di ogni sostanza della miscela con le

fasi. Lo scopo della separazione è quello di permettere l'identificazione

e la quantificazione dei singoli componenti di una miscela.

I componenti di base di un semplice sistema gascromatografico

includono: una fornitura di gas, una siringa per l'introduzione del

campione, la porta di iniezione, la colonna e il forno, il rivelatore e

sistema di raccolta dati.

Prima che la separazione avvenga nella colonna cromatografica, i

vials contenenti i campioni vengono alloggiati nell'autocampionatore

da dove saranno iniettati nel Gascromatografo attraverso la porta di

iniezione con una siringa.

Nel punto di iniezione la temperatura viene mantenuta a 260 °C in

modo che gli analiti vengano vaporizzati e per mantenerli allo stato

gassoso si tengono tutti gli elementi dello strumento ad una

temperatura superiore al punto di ebollizione degli analiti.

Gli analiti in fase gas vengono quindi immediatamente spazzati sulla

colonna cromatografica dalla fase mobile, costituita da un gas di

trasporto inerte, in questo caso Elio.

Page 39: TESI LAURA ARIETTI

39

La colonna gascromatografica è una colonna capillare arrotolata,

lunga 60 m e con diametro di 0.25 millimetri, in cui è presente un

film di 0.25 micron di un liquido altobollente (fase stazionaria).

Figura 14: colonna gascromatografica.

Per far sì che la separazione si verifichi, la fase stazionaria deve avere

un'affinità per gli analiti nella miscela del campione. La fase mobile,

in contrasto con la fase stazionaria, è inerte e non interagisce

chimicamente con gli analiti. L'unica funzione della fase mobile è di

spazzare la miscela analita attraverso la lunghezza della colonna.

La fase stazionaria è scelta in modo che i componenti del campione si

distribuiscano tra la fase mobile e stazionaria a vari livelli, in modo

che i componenti fortemente trattenuti dalla fase stazionaria si

muovano lentamente rispetto al flusso della fase mobile. Al contrario,

i componenti che hanno una minore affinità per la fase stazionaria

viaggiano attraverso la colonna ad una velocità maggiore.

Come conseguenza delle differenze di mobilità dovute alla affinità per

la fase stazionaria, le componenti del campione si separano in bande

discrete che possono essere qualitativamente e quantitativamente

analizzate.

Come i singoli componenti della miscela eluiscono dalla colonna

cromatografica, vengono trasportati dal gas fino ad un rivelatore, che

Page 40: TESI LAURA ARIETTI

40

nel laboratorio di Brescia di ARPA è uno Spettrometro di Massa ad

alta risoluzione.

La Spettrometria di Massa è una tecnica di analisi che identifica

composti organici misurando il rapporto massa-carica della molecola

del composto.

L’accoppiamento di Spettrometri di Massa con sistemi di Gas

Cromatografia consente la separazione e successiva determinazione

delle componenti di miscele altamente complesse. Composti simili

possono essere trattenuti per periodi di tempo diversi sulla colonna

gas cromatografica, il che consente di identificarli e quantificarli

separatamente, anche se i due composti, o frammenti di composti,

hanno rapporti massa-carica (m/z) simili. Il tempo di ritenzione

fornisce così una fonte secondaria di identificazione.

L'uscita della colonna cromatografica corrisponde all'ingresso della

sorgente dello Spettrometro di Massa, pertanto le molecole così

separate escono dalla colonna e vengono bombardate da un fascio di

elettroni ad alta energia. Questi elettroni ad alta energia, quando

interagiscono con una molecola, oltre a ionizzarla, rompono alcuni

legami formando così frammenti caratteristici.

I frammenti ionizzati generati all'interno della sorgente vengono

trasportati all'analizzatore: questi ioni sono differenziati in base ai

loro rapporti di massa-carica e registrati, dando origine allo spettro

della molecola. Ciascun congenere viene rivelato registrando due

frammenti molecolari prescelti.

Il Rivelatore di Massa ad Alta Risoluzione consente di risolvere

frammenti ionici con una risoluzione di 10000, molto superiore a

quella degli Spettrometri di Massa a "bassa risoluzione".

Page 41: TESI LAURA ARIETTI

41

5.Concentrazione di tossicità equivalente di TCDD (TEQ)

Per riuscire a esprimere la tossicità dei singoli congeneri delle

policlorodibenzodiossine, policlorodibenzofurani, policlorobifenili

dioxin-like è stato introdotto il concetto di fattore di tossicità

equivalente.

Come già detto, la tossicità delle diossine dipende dal numero e dalla

posizione degli atomi di cloro sull’anello aromatico, le più tossiche

possiedono quattro atomi di cloro legati agli atomi di carbonio β

dell’anello aromatico e pochi o nessun atomo di cloro legato agli atomi

di carbonio α dell’anello aromatico.

Figura 15: Formula di struttura delle diossine e dei furani.

Ciascun congenere delle diossine o dei PCB’s dioxin-like presenta un

diverso livello di tossicità: al composto più tossico la 2,3,7,8-

tetraclorodibenzodiossina (TCDD) è associato il fattore di tossicità

massimo pari a 1.

Ai 17 congeneri di PCDD/F e ai 12 congeneri di PCB’s dioxin-like con

rilevanza tossicologica viene associato un fattore di tossicità ("Toxic

Equivalency Factor”, TEF) minore o uguale a quello della TCDD in

Page 42: TESI LAURA ARIETTI

42

relazione alla tossicità dimostrata dal singolo composto rispetto alla

TCDD, basandosi sulla considerazione che i PCDD e i PCDF sono

composti strutturalmente simili che presentano il medesimo

meccanismo strutturale di azione (attivazione del recettore Ah) e

producono effetti tossici simili .

Così è possibile esprimere i risultati analitici tramite un’unica unità

quantificabile, ovvero in “concentrazione di tossicità equivalente di

TCDD” (TEQ) che si ottiene sommando i prodotti tra i valori TEF dei

singoli congeneri e le rispettive concentrazioni, espresse con l’unità di

misura della matrice in cui vengono riscontrate.

𝑇𝐸𝑄 = 𝐶 ∗ 𝑇𝐸𝐹

Per i TEF sono stati proposti due schemi di classificazione: quello

degli International TEFs della North Atlantic Treaty Organisation

(NATO), inizialmente creato nel 1989 e successivamente ampliato e

aggiornato e quello dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS)

WHOTEFs.

Di seguito verrà utilizzata la seconda classificazione.

Congenere WHO 1998 TEF WHO 2005 TEF*

chlorinated dibenzo-p-dioxins

2,3,7,8-TCDD 1 1

1,2,3,7,8-PeCDD 1 1 1,2,3,4,7,8-HxCDD 0.1 0.1 1,2,3,6,7,8-HxCDD 0.1 0.1 1,2,3,7,8,9-HxCDD 0.1 0.1

1,2,3,4,6,7,8-HpCDD 0.01 0.01 OCDD 0.0001 0.0003

Page 43: TESI LAURA ARIETTI

43

chlorinated dibenzofurans

2,3,7,8-TCDF 0.1 0.1 1,2,3,7,8-PeCDF 0.05 0.03 2,3,4,7,8-PeCDF 0.5 0.3

1,2,3,4,7,8-HxCDF 0.1 0.1 1,2,3,6,7,8-HxCDF 0.1 0.1 1,2,3,7,8,9-HxCDF 0.1 0.1 2,3,4,6,7,8-HxCDF 0.1 0.1

1,2,3,4,6,7,8-HpCDF 0.01 0.01 1,2,3,4,7,8,9-HpCDF 0.01 0.01

OCDF 0.0001 0.0003

non-ortho substituted PCBs

PCB 77 0.0001 0.0001 PCB 81 0.0001 0.0003 PCB 126 0.1 0.1 PCB 169 0.01 0.03

mono-ortho substituted PCBs

PCB 105 0.0001 0.00003 PCB 114 0.0005 0.00003 PCB 118 0.0001 0.00003 PCB 123 0.0001 0.00003 PCB 156 0.0005 0.00003 PCB 157 0.0005 0.00003 PCB 167 0.00001 0.00003 PCB 189 0.0001 0.00003

Tabella 1 : Coefficienti TEF secondo WHO 1998 e 2005 per PCDD/F e PCB's. Van den Berg et al: "The 2005

World Health Organization Re-evaluation of Human and Mammalian Toxic Equivalency Factors for Dioxins and

Dioxin-like Compounds".

Page 44: TESI LAURA ARIETTI

44

6.Studi di riferimento

Da alcuni anni si sta affrontando il tema del limite di rivelabilità dei

micro inquinanti in acqua e di come essi vengano trasportati.

Dall’analisi della letteratura scientifica consultata si evidenzia che in

Italia risulta essere una novità il monitoraggio del trasporto solido

degli inquinanti nelle acque superficiali.

Si riporta un breve riassunto degli studi presi in esame nel presente

lavoro.

In North Carolina, in otto punti lungo il Fiume Roanoke3 è stato

prelevato un campione di acqua di 750 litri, tramite la tecnica di

campionamento ad alto volume, con la quale il limite di rilevabilità è

pari a 1 parte per quintilione (1 x 10-18), che in queste analisi è stato

sempre superato per gli elevati livelli di diossina dei campioni

ambientali.

L'acqua è stata fatta passare attraverso tre filtri in fibra di vetro di

dimensione decrescente, pari a 150, 50 e 1 micrometro e poi

attraverso una colonna di resina XAD-2 che estrae la diossina nella

fase disciolta, ad una velocità massima di 2,2 litri al minuto.

I dati evidenziano la presenza di diossina presente in sospensione in

valori compresi tra 5,1 fg/l TEQ e 900 fg/l TEQ mentre i valori

riscontrati nella fase disciolta sono compresi tra 0,31 fg/l TEQe 41

fg/l TEQ.

3 INVESTIGATION OF DIOXIN CONCENTRATIONS IN THELOWER ROANOKE RIVER

BASIN, NORTH CAROLINA,FEBRUARY 26-MARCH 7, 2001 ( Kimberly F. Miller and Douglas

A. Walters)

Page 45: TESI LAURA ARIETTI

45

L’Ohio River Valley Water Sanitation Commission (ORSANCO) ha

sostenuto una campagna di campionamento per quantificare le

concentrazioni di diossine nel fiume Ohio4.

È stato effettuato un campionamento ad alto volume ( 1000 l ) in cui

l’acqua è stata fatta passare prima attraverso un filtro in fibra di

vetro di quattro pollici (GFF) per intercettare tutte le particelle

maggiori di un micron, poi attraverso due colonne di resina

Amberlite XAD-2, con una velocità massima di 1.6 l/min.

Le concentrazioni di PCDD e PCDF in fase disciolta sono comprese

tra meno di 0.001 ppq a 0.020 ppq, (concentrazioni TEQ da 0,0073

ppq a 0,242 ppq) mentre le concentrazioni totali TEQ in fase di

particolato sono un ordine di grandezza maggiore per 2,3,7,8 TCDD e

variano tra 0,133 e 0,906 ppq.

In Giappone 5 sono stati raccolti circa 100-200 l di acqua di fiume, in

6 stazioni lungo 6 diversi fiumi, e di mare da una pompa d'acqua, poi

filtrati da un dispositivo di filtraggio (DS690, GL Science) con un filtro

in fibra di vetro (GFF, 293mmΦ, dimensione dei pori 0.5μm) che è in

grado di trattenere PCDD/F e PCB’s dioxin-like in fase solida e

successivamente una schiuma di poliuretano (PUFF, 100mmΦ × 50

mm × 4) che raccoglie i microinquinanti in fase disciolta.

4 QUANTIFICATION OF DIOXIN CONCENTRATIONS IN THE OHIO RIVERUSING HIGH

VOLUME WATER SAMPLING (Samuel A. Dinkins, Jason P. Heath) 5 TRANSPORTATION OF PCDD/FS AND DIOXIN-LIKE PCBS BY RIVERS INTO THE TOKYO

BAY, JAPAN (Norihiro Kobayashi, Shigeki Masunaga, Yutaka Kameda, YoshimichiHanai and Junko

Nakanishi)

Page 46: TESI LAURA ARIETTI

46

Figura 16: Collocazione geografica studio giapponese (NorihiroKobayashi e altri) su PCDD/PCDFs e PCB.

Le concentrazioni di PCDD/PCDF in acqua di fiume disciolti variano

tra 30 e 440 fg-TEQ/l e di quelli in fase di particolato tra 15 e 54 pg-

TEQ/g.

Figura 17 : Distribuzioni TEQ in acqua di fiume e di mare.

Le fonti del trasporto di TEQ di PCDD/F e PCB diossina-simili6 sono

state stimate, assumendo che i contributi delle fonti in un fiume

siano stati costanti negli ultimi anni; è stato stimato che la maggiore

fonte di TEQ è la combustione (64%, 5.0 g-TEQ) , mentre PCP, CNP e

6SOURCE IDENTIFICATION OF PCDD/FS AND DIOXIN-LIKE PCBS IN RIVERS FLOWING

INTO THE TOKYO BAY, JAPAN

(Norihiro Kobayashi, Shigeki Masunaga and Junko Nakanishi)

Page 47: TESI LAURA ARIETTI

47

PCB commerciali rappresentano il 23% (1,8 g-TEQ) di TEQ totale del

trasporto, nonostante queste sostanze siano state vietate da parecchi

anni.

Sono stati inoltre raccolti campioni di deposizione atmosferica presso

la Yokohama National University: i congeneri in acqua di fiume erano

sostanzialmente simili a quelli delle deposizioni atmosferiche,

pertanto, si presume che i PCDD/F in acqua di fiume siano

influenzati soprattutto dalle deposizioni atmosferiche provenienti da

fonti di combustione. Diversi congeneri, tuttavia, hanno mostrato una

maggiore concentrazione rispetto alle deposizioni atmosferiche: ad

esempio, 1,2,4,6,8,9-HxCDF, 1,2,3,4,6,8,9-HpCDF, 1,3,6,8-TeCDD,

1,3,7,9 -TeCDD e 1,2,3,6,8-PeCDD hanno proporzioni superiori

dovute probabilmente a impurità di PCP e CNP, molto utilizzati in

Giappone come erbicidi, così come 2,4,8-TrCDF, 1,3,9 / 2,3,7-

TrCDD, 1,2,8-TrCDD e 1,2,3,7 / 1,2,3,8-TeCDD sono stati rilevati in

maggiore quantità, dovuti ad impurità presumibilmente di triclosan,

ampiamente usato come germicida e antisettico.

Lungo lo Houston Ship Channel7 (Texas) è stata fatta una campagna

per valutare le diossine in acqua con il campionamento ad alto

volume ( Infiltrex 300, Axys Environmental Systems, Sydney, BC) con

un filtro di fibra di vetro di 1μm e una resina polimerica idrofobica

(XAD-2) e si sono analizzati volumi di acqua tra i 300 e 750 l .Le

concentrazioni espresse in TEQ di PCDD/PCDF disciolti variano tra

0.01 to 0.25 pg/l e di quelli sospesi tra 0.09 to 2.91 pg/l.

Per quanto riguarda l’analisi dei sedimenti sono stati prelevati e

analizzati campioni di 5 cm : le concentrazioni dei singoli congeneri

7 DISTRIBUTION OF POLYCHLORINATED DIBENZO-P-DIOXINS AND DIBENZOFURANS IN

SUSPENDED SEDIMENTS, DISSOLVED PHASE AND BOTTOM SEDIMENT IN THE HOUSTON SHIP

CHANNEL (Monica P. Suarez, Hanadi S. Rifai , Randy Palachek ,Kirk Dean, Larry Koenig )

Page 48: TESI LAURA ARIETTI

48

varia tra 0.9 to 139.8 ng/kg e il maggior contributo è dovuto al OCDD

(89%) e il 2,3,7,8-TCDD rappresenta il maggior contributo per la

TEQ totale (41%).

Si sono poi comparate le concentrazioni di TEQ totali con il contenuto

organico nei sedimenti e si è osservato che sono due fattori scorrelati

tra loro, in quanto alte concentrazioni di diossine in alcuni siti

potrebbero essere attribuibili a caratteristiche idrologiche del canale

(sedimentazione) o alla presenza di sorgenti attive in determinate

zone dello Houston Ship Channel, piuttosto che ad una maggiore

presenza di materiale organico.

Nella Laguna di Venezia8 sono stati studiati diossine e furani (PCDD

/ F), policlorobifenili (PCB) e l'esaclorobenzene (HCB) nel periodo di

gennaio 2001-dicembre 2004: è stata analizzata mensilmente la

deposizione atmosferica in sei siti ubicati sia vicino che lontano da

grandi fonti industriali e urbane, duecento campioni di acqua raccolti

mensilmente e venticinque campioni di sedimenti e vongole.

Figura 18: Collocazione geografica studio effettuato a Venezia ( Guerzoni) su PCDD/PCDFs, HCB e PCB.

8 LA LAGUNA FERITA- Uno sguardo alla diossina e agli altri inquinanti organici persistenti (POP) a

Venezia (Stefano Guerzoni e Stefano Raccanelli)

Page 49: TESI LAURA ARIETTI

49

Si è utilizzato un sistema automatico (INFILTREX 100-II, Axys

ambientale System) capace di raccogliere tutti gli inquinanti organici

persistenti (POP's), sia adsorbiti in particolato sospeso che sciolto in

grande volumi di acqua tramite l'impiego di un filtro in fibra di vetro e

colonna di resina XAD-2.

Differenze tra la zona industriale, siti lagunari urbani ed esterni sono

evidenti; in particolare, a pochi chilometri (2-5) dalle principali fonti

di emissioni (zona industriale), vi è una significativa caduta dei flussi

di deposizione di PCDD / F, da 200 a 50 pg m-2 d-1. Lo stesso modello

è evidente per i valori di deposizione in termini di tossicità, con valori

medi della zona industriale (6 pg I-TE m-2 d_1) tre volte superiori

rispetto al resto della laguna (<2 pg I-TE m-2 d_1). Questa tendenza è

leggermente diversa per PCB's, con picchi nella zona industriale (

9000 pgm-2 d-) ma con ancora notevoli valori di deposizione nella

laguna interna (2500 pgm-2 d-1), che indicano fonti diverse

dall’industria della città di Venezia (traffico di barche, attività urbane,

ecc).

Come già riportato da Guerzoni et al., (2004), il confronto dei gruppi

omologhi di PCDD/F in campioni di deposizione atmosferiche mostra

differenze significative, con una chiara impronta di PCDF> PCDD

nella zona industriale.

I campioni d'acqua mostrano un'elevata variabilità tra siti : i valori di

diossina erano molto più alti nei canali della zona industriale

(PCDD/F = 17 pg l-1), rispetto al resto della laguna (PCDD/F=2 pg l-1).

Invece, valori comparabili di PCB's ( 160 pg l-1) sono stati trovati nei

canali industriali e della città, tre volte superiore a quelli della laguna

(50 pg l-1). I valori di tossicità (PCDD / F) di tutta la laguna erano nel

range 0,05-0,20 (media 0,10) pg I-TE l-1molto superiore al valore

limite di soglia stabilita dal Ministero dell'Ambiente di 0,013 pg TE l-1

(MAV, 2002).

Page 50: TESI LAURA ARIETTI

50

Il confronto tra gli omologhi rivela molte differenze tra le impronte nei

vari punti. Nel sito industriale di Porto Marghera c’è una superiorità

di OCDF (50-60%, rispetto a tutti i gruppi omologhi), e di

1,2,3,4,6,7,8-HpCDF e OCDD (10-20%): ciò è riportato nella

letteratura e conferma che le caratteristiche dell'acqua nella zona

industriale hanno l'impronta di PCDD/PCDF tipica dei cloro

idrocarburi, che continuano ad essere prodotti nello stabilimento

petrolchimico.

Il gruppo di punti più lontani dalla zona industriale, è caratterizzato

dal netto predominio degli OCDD sugli altri omologhi e non appare

quindi influenzato da flussi provenienti dalla zona industriale, ma dai

processi di combustione e di contaminazione a causa di scarichi

urbani.

In Inghilterra9 è stato fatto uno studio dei corsi d’acqua superficiali

raccogliendo campioni d’acqua di fiume e sedimenti per determinare

la distribuzione dei PCDD/F: sono stati inclusi siti background e

vicini a fonti diffuse (aree urbane e agricole) e puntiformi (industrie).

I campioni di acqua sono stati raccolti in contenitori in vetro ambra e

i sedimenti con carotaggio.

Le concentrazioni totali I-TEQ di PCDD/F nei sedimenti vanno dai

300 ai 16 000 ng kg-1 come concentrazione totale e 2-120 ng kg-1 I-

TEQ, mentre le concentrazioni totali di background nei sedimenti

fluviali in Inghilterra e Galles sono dell'ordine di 300-400 ng kg -1, I-

TEQ di 2-4 ng kg -1.

Si sono confrontati la concentrazione totale di PCDD/F, misura del

livello di contaminazione di un campione, con la corrispondente I-

TEQ, misura della tossicità derivata dai 17 PCDD/F tossici. 9PCDD AND PCDF LEVELS IN RIVER SYSTEMS IN ENGLAND AND WALES, UK (C L Rose,

W A McKay & P F Ambidge)

Page 51: TESI LAURA ARIETTI

51

Vi è generalmente una relazione lineare tra l'aumento della

concentrazione totale di PCDD/F e I-TEQ.

Figura 19 : Relazione tra sommatoria PCB's-PCDD-PCDF e TEQ nei terreni di fondo secondo lo studio inglese di

Rose e altri.

In Cina10 è stato fatto un campionamento lungo il fiume Xijiang,

prelevando in ogni stazione 1000 l di acqua, fatti poi passare

attraverso un filtro in fibra di vetro e successivamente in schiuma di

poliuretano (PUF): i risultati mostrano concentrazioni di PCDD/F tra

20.4 e 72.6 pg/l.

La concentrazione media di 2,3,7,8-TCDD è di 0.006 pg/l, inferiore

al livello limite fissato dell’EPA a 0.013 pg/l.

10 POLYCHLORINATED DIBENZO-P-DIOXINS AND DIBENZOFURANS (PCDD/FS) IN

WATERAND SUSPENDED PARTICULATE MATTER FROM THE XIJIANG RIVER, China

(Yanlin Liu,Ping’anPeng , Xiaoming Li , Sukun Zhang , Man Ren)

Page 52: TESI LAURA ARIETTI

52

Importante è anche la distribuzione degli omologhi presenti nei

campioni: diverse analisi sperimentali hanno dimostrato che una

prevalenza di furani generalmente caratterizza un inquinamento

antropico, mentre qual ora si verifichi la seguente sequenza11

OCDD>1,2,3,4,6,7,8-HpCDD>1,2,3,4,6,7,8-HpCDF> OCDF

il sito si può classificare come “remoto”.

Le spiegazioni possono essere molteplici: Koester & Hites (1992)

hanno dimostrato che i processi atmosferici tendono a favorire la

deposizione di diossine maggiormente clorurate, dando luogo a

concentrazioni più elevate nell'ambiente.

In Cina12 in campioni di terreno e di sedimenti prelevati dal Pearl

River Delta, OCDD e HpCDDs mediamente costituiscono il 70-88% e

4,4-10,5% del totale di PCDD/F in tutti i campioni di terreno testati:

la motivazione di questa distribuzione di omologhi è stata ipotizzata

con il fatto che i congeneri meno clorurati potrebbero aver subito un

degrado molto più veloce di quelli altamente clorurati e/o che gli

omologhi altamente clorurati potrebbero essere quelli prodotti in

maniera dominante dalle fonti di inquinamento.

In generale, questa correlazione si è osservata nei diversi siti: a

Venezia13 nel sito industriale di Porto Marghera c’è una superiorità

di OCDF, e di 1,2,3,4,6,7,8-HpCDF e OCDD; nei punti più lontani

dalla zona industriale c’è un netto predominio degli OCDD, dovuto a

processi di combustione e di contaminazione di scarichi urbani,

11 ATMOSPHERIC MEASUREMENTS OF CDDs, CDFs AND COPLANAR PCBs IN RURAL

AND REMOTE LOCATIONS OF THE UNITED STATES IN THE YEAR 2001 FROM THE

NATURAL DIOXIN AIR MONITORING NETWORK (NDAMN) D Cleverly , D Winters , J

Ferrario ,K Riggs, P Hartford, D Joseph, T Wisbith, A Dupuy, C Byrne. 12 PCDD/PCDF POLLUTION IN SOILS AND SEDIMENTS FROM THE PEARL RIVER DELTA OF CHINA

(Sukun Zhang, Ping’an Peng , Weilin Huang, Xiaoming Li , Gan Zhang) 13 LA LAGUNA FERITA- Uno sguardo alla diossina e agli altri inquinanti organici persistenti (POP) a Venezia

(Stefano Guerzoni e Stefano Raccanelli)

Page 53: TESI LAURA ARIETTI

53

mentre in altri punti OCDD e OCDF sono in concentrazioni

comparabili, per la combinazione dell’influenza di Porto Marghera

(OCDF) e del contributo urbano diffuso (OCDD) .

In Finlandia14 lungo il fiume Kymijoki nella sezione remota i

PCDD/F sono di tre ordini di grandezza minori rispetto al sito dove è

avvenuto l’inquinamento e vale la sequenza : OCDD>1,2,3,4,6,7,8-

HpCDD>1,2,3,4,6,7,8-HpCDF> OCDF.

Al contrario nelle zone inquinate la quantità di hepta- e

ottaclorodibenzofurani è dell’ 80–90% del totale nei sedimenti.

In Texas presso lo Houston Ship Channel15 la distribuzione dei

congeneri nei campioni di acqua e nei sedimenti rispetta la sequenza:

OCDD>123478-HpCDD>1234789-HpCDF>OCDF>TCDF>TCDD.

14 CONTAMINATION OF RIVER KYMIJOKI SEDIMENTS WITH POLYCHLORINATED DIBENZO-P-

DIOXINS, DIBENZOFURANS AND MERCURY AND THEIR TRANSPORT TO THE GULF OF FINLAND

IN THE BALTIC SEA (Simo Salo , Matti Verta, Olli Malve , Markku Korhonen , Jouni Lehtoranta , Hannu

Kiviranta ,Pirjo Isosaari , Päivi Ruokojärvi , Jaana Koistinen , Terttu Vartiainen) 15 TOTAL MAXIMUM DAILY LOADS FOR DIOXINS IN THE HOUSTON SHIP CHANNEL (Prepared by

University of Houston, Parsons Water & Infrastructure, Principal Investigator: Hanadi Rifai)

Page 54: TESI LAURA ARIETTI

54

7.Pianificazione del Monitoraggio

Lo studio dei livelli di concentrazione dei microinquinanti nell'area

studiata ha preso in considerazione:

x la definizione delle dimensioni dell’area di interesse del Sito

Nazionale “Brescia – Caffaro”;

x l’analisi dei dati sulla concentrazione dei microinquinanti

organici delle aree agricole e dei sedimenti ;

x l’identificazione delle sezioni idrauliche e delle portate dei

fiumi oggetto di analisi;

x metodo di campionamento mediante filtrazione di grossi

volumi di acqua;

x le concentrazioni riscontrate correlate alle portate.

Page 55: TESI LAURA ARIETTI

55

Aree agricole

L' indagine effettuata da Arpa Lombardia sulle aree agricole riguarda

una vasta porzione di territorio (indicativamente 3,3 km²) posto a sud

dello stabilimento "Caffaro".

In coerenza con le precedenti campagne d’indagini effettuate da Arpa,

e nel rispetto di quanto stabilito dal D.M. 13 settembre 1999 “Metodi

Ufficiali di Analisi dei suoli”, si è utilizzato per le indagini eseguite il

“Metodo delle aree”, che ha il vantaggio di mediare la possibilità di

falsi positivi o negativi, in quanto ogni campione è costituito da più

prelievi semplici.

Con tale metodica, si suddivide il sito in maglie regolari di opportuna

dimensione, identificando i punti di prelievo ai vertici delle maglie e al

loro centro.

Sono quindi state identificate sulla Carta Tecnica Regionale, in

sovrapposizione alle Ortofoto, delle maglie quadrate con lato di 150

metri; per ogni maglia sono stati identificati indicativamente 5 punti

di prelievo, di cui 4 ai vertici e 1 al centro.

Ogni maglia è stata quindi denominata con la lettera corrispondente

all’area di appartenenza e un numero progressivo seguito dall’anno di

esecuzione della campagna.

Una volta completata questa fase, il dato georeferenziato di ogni

punto di prelievo viene inserito in un ricevitore GPS portatile il quale

indica, durante la fase operativa, l’ubicazione del punto.

I prelievi sono stati eseguiti tramite l’utilizzo di una trivella manuale,

normalmente usata per indagini pedologiche, riguardando i primi

20/30 cm di terreno dal piano campagna, con l’eliminazione

dell’eventuale strato vegetale superficiale.

Il prelievo così acquisito è stato posto in un sacchetto in PVC sul

quale è stato scritta la data, il numero identificativo e la maglia di

appartenenza.

Page 56: TESI LAURA ARIETTI

56

Inoltre, per evitare fenomeni di cross-contamination dei campioni si è

provveduto al lavaggio della strumentazione con acqua

demineralizzata alla fine di ogni singolo prelievo.

Page 57: TESI LAURA ARIETTI

57

Valori di fondo

Per meglio stimare l'impatto dell'inquinamento sul territorio è stata

approntata da Arpa Lombardia16 una valutazione del valore di fondo

su ampia scala del territorio bresciano con il prelievo, in accordo con

la norma UNI EN ISO 19258, di 30 campioni puntuali di terreno

agrario lontani da fonti di potenziale inquinamento (attività

produttive, principali vie di comunicazione, discariche ecc.), ed in

contesti paragonabili a quelli oggetto d'indagine.

Per il controllo degli effetti di una sorgente puntiforme di alterazione o

inquinamento sul territorio, si è ricorso allo schema proposto dai

"Metodi di Analisi chimica del Suolo" del Ministero delle Politiche

Agricole e Forestali, che prevede che i campioni puntuali debbano

essere effettuati secondo uno schema di prelievo concentrico.

Figura 20: Schema di campionamento per il controllo degli effetti di una sorgente puntiforme di alterazione.

16 http://ita.arpalombardia.it

Page 58: TESI LAURA ARIETTI

58

Nel caso in esame come "sorgente puntiforme di alterazione" è stato

considerato lo stabilimento Caffaro con un raggio di campionamento

progressivo con interasse di circa 5 Km, e una distanza massima

dalla sorgente (raggio massimo) di circa 15 Km.

I terreni analizzati per la determinazione dei valori di fondo

presentano concentrazioni di PCB's e PCDD e PCDF sempre inferiori

alle CSC delle aree residenziali-verde pubblico tranne per il punto R4,

ubicato in Comune di Brescia nei pressi del Carcere di Verziano, per

il quale i parametri superano le CSC: tale punto si è scoperto

rientrare nella zona del Sito Nazionale “Brescia – Caffaro” .

Page 59: TESI LAURA ARIETTI

59

Valori limite e di riferimento.

Per quanto riguarda la presenza di diossine in acqua non esistono

riferimenti normativi né a livello nazionale né a livello europeo che ne

regolamentino la presenza: si tratta infatti di inquinanti difficilmente

rilevabili, scarse sono le campagne di monitoraggio ed estremamente

frammentari i dati al riguardo.

L’unico riferimento normativo italiano è la Parte Quarta del D.Lgs.

152/06 - Norme in materia di gestione dei rifiuti e di bonifica dei siti

inquinati - Titolo V – Bonifica dei siti contaminati. Nell’allegato 5 alla

parte quarta, Tabella 2, le CSC (Concentrazione soglia di

contaminazione) per le acque sotterranee per la Sommatoria Diossine

e Furani è di 4x10-6 μg/l (conversione TEQ), per i PCB's è di

0,01μg/l .

Secondo l’agenzia americana EPA17 , l’agenzia governativa ambientale

statunitense incaricata di proteggere la salute umana e di

salvaguardare l’ambiente naturale, per la massima protezione della

salute umana dai possibili rischi cancerogeni dovuti a 2,3,7,8-TCDD

l’esposizione tramite ingestione di acqua contaminata e organismi

acquatici contaminati dovrebbe essere zero, tuttavia al giorno d’oggi

questo livello non è raggiungibile.

Quindi è stata individuata una soglia limite in base ad un rischio

aggiuntivo di patologie cancerogene pari o inferiore a 1 caso ogni

milione di abitanti (1 * 10 –6), quale parametro di rischio accettabile

per la popolazione esposta cronicamente a quella sostanza

cancerogena.

17U.S. ENVIRONMENTAL PROTECTION AGENCY. 1984. AMBIENT WATER QUALITY CRITERIA FOR

2,3,7,8-TETRACHLOR-DIBENZO-P-DIOXIN. OFFICE OF WATER REGULATIONS AND STANDARDS.

EPA 440/5-84-007.

Page 60: TESI LAURA ARIETTI

60

Tale limite è pari a 0.013 ppq TEQ ( 1*10-15) TCDD per le acque

superficiali.

Al fine di poter meglio inquadrare la problematica della deposizione

dei microinquinanti organoclorurati, che si è ipotizzata essere una

possibile sorgente di microinquinanti, appare utile riferirsi al progetto

EMEP (European Monitoring and Evaluation Programme),

programma cooperativo per il monitoraggio e la valutazione della

diffusione a lungo raggio degli inquinanti atmosferici in Europa che

ha visto coinvolti i trentasei Stati Europei che hanno firmato nel 1998

il protocollo relativo allo studio degli inquinanti organici persistenti

(POP’s).

Sono stati presi in considerazione fra gli altri anche: idrocarburi

policiclici aromatici (IPA), Policlorodibenzodiossine e

Policlorodibenzofurani (PCDD/PCDF), Policlorobifenili (PCB’s).

Il protocollo EMEP si prefigge l’obiettivo di raccogliere informazioni e

relazionare annualmente in merito ai livelli di emissioni dei POP’s.

Tramite modelli di simulazione, è stimato l’andamento delle

concentrazioni in atmosfera e delle deposizioni al suolo nei singoli

Paesi, l’apporto dovuto al trasporto transfrontaliero, la stima delle

dinamiche future dell’inquinamento in base alla evoluzione dei

processi emissivi e alla adozione di migliori tecnologie.

Nelle figure seguenti sono raccolti i risultati dello studio EMEP per

PCDD/PCDF in Italia, che vengono espressi in fg/m3 TEQ in quanto i

valori di concentrazioni nelle diverse zone sono molto bassi.

Page 61: TESI LAURA ARIETTI

61

Figura 21: Distribuzione spaziale della concentrazione media annua di PCDD/F in aria nel 2012 in fg/m3 TEQ.

Si nota che la maggiore concentrazione di PCDD/F nell’aria è

presente nella Regione Lombardia (Brescia/Bergamo) e nella Regione

Puglia (Taranto).

Figura 22: Distribuzione spaziale della concentrazione media annua di PCDD/F nel suolo nel 2012 in fg/m3 TEQ.

Page 62: TESI LAURA ARIETTI

62

La distribuzione di PCDD/F nel suolo appare più uniformemente

distribuita: nella zona settentrionale dell’Italia si registrano i valori

più elevati in Lombardia, Piemonte e in alcune zone di Trentino-Alto

Adige, Veneto, Emilia Romagna e Fiuli Venezia Giulia. Tali

concentrazioni diminuiscono verso sud, ad eccezione di Taranto dove

si raggiungono valori più elevati.

Page 63: TESI LAURA ARIETTI

63

Campionamento e Analisi

L’analisi delle diossine a concentrazioni estremamente basse pone il

problema relativo al limite di rivelabilità analitica per i campioni

d'acqua prelevati mediante metodi di campionamento convenzionali.

L'EPA ha stabilito un criterio di qualità dell'acqua per la protezione

della salute umana, riferita al 2,3,7,8 tetraclorodibenzo-p-diossina a

0,013 ppq (EPA 1984).

La necessità di una maggiore precisione di quantificazione analitica

rispetto allo standard di qualità ha posto l’obiettivo di trovare un

metodo alternativo per quantificare le concentrazioni di diossina nelle

acque di superficie.

Allo stato attuale non esistono metodi standardizzati per legge o

norma tecnica cogente per quanto concerne il campionamento e

l’analisi per la valutazione delle concentrazioni di microinquinanti

organici nelle acque superficiali.

Diversi gruppi di ricercatori hanno sviluppato e proposto differenti

tipologie di strumenti che sostanzialmente si basano sulla

microfiltrazione immediatamente seguita da un passaggio su

materiale assorbente polimerico (XAD-2) o PUFF di un grosso volume

di acqua.

Per quanto riguarda i terreni, le procedure per la formazione dei

campioni si sono eseguite in un'area attrezzata del Laboratorio di

Brescia di Arpa.

Ogni campione rappresentativo della maglia è formato dalla somma

in egual misura del materiale dei singoli prelievi che gli

appartengono.

I sacchetti dei prelievi effettuati sono stati smistati ed accorpati per

maglia di appartenenza in modo da avere sempre un gruppo distinto

di prelievi rappresentativi di una maglia.

Page 64: TESI LAURA ARIETTI

64

Per ogni singolo prelievo di ogni gruppo (maglia) sono stati pesati su

bilancia elettronica mediamente 400 g di terreno ed è stato preso un

peso egualmente diviso per il numero di prelievi della maglia tale da

poter formare un campione di almeno 2 kg di materiale.

Le singole pesate sono state amalgamate tra di loro in modo da

ottenere un campione omogeneo di terreno, che è stato diviso in due

aliquote di circa 1Kg, una utilizzata per le analisi e una utilizzata

come campione da porre in deposito per eventuali esigenze future.

Ogni aliquota di terreno così ottenuta è stata posta in un barattolo in

PVC etichettato con il nome della maglia che rappresenta e

consegnata al Laboratorio di Brescia dell'ARPA per le analisi.

Page 65: TESI LAURA ARIETTI

65

Sezioni idrauliche oggetto dell' analisi

La scelta dei punti di campionamento sull’asse del fiume Mella è

stata individuata in modo da verificare l’andamento delle

concentrazioni degli inquinanti e la distribuzione dei congeneri da

monte della città di Brescia verso valle.

Nella seguente tabella si riportano le stazioni scelte e le loro

coordinate nel sistema di riferimento Gauss Boaga.

Nome X Y Comune

MELLA 1 1595300,35 5048440,534 COLLEBEATO

MELLA 2 1590201,309 5041650,134 RONCADELLE

MELLA 4 1587685,286 5034174,587 AZZANO MELLA

MELLA 5 1588092,953 5029900,084 DELLO

MELLA 6 1590163,028 5023403,595 MANERBIO

MELLA 7 1594302,125 5017023,5 PAVONE MELLA

Tabella 2: Stazioni campionate lungo il fiume Mella.

I fiumi Chiese e Mincio sono stati presi a riferimento come livello di

fondo ambientale essendo idraulicamente non contestuali alla città di

Brescia.

Le stazioni scelte sono riportate nella seguente tabella con le

corrispondenti coordinate.

Nome X Y Comune

CHIESE 10 1615354,08 5056249,46 VOBARNO

CHIESE 12 1611463,47 5000086,33 CANNETO SULL'OGLIO

MINCIO 13 1632241,80 5004454,93 GOITO

Tabella 3: Stazioni campionate lungo i fiumi Chiese e Mincio.

Page 66: TESI LAURA ARIETTI

66

Materiali e Metodi per il campionamento dei fiumi

Per lo studio dei fiumi Mella, Chiese e Mincio si è proceduto a

prelevare un campione di circa 100 litri di acqua esattamente

misurati mediante pompa ad immersione nel centro della sezione del

fiume, come mostrato nella seguente immagine.

Figura 23: prelievo dell'acqua dal centro della sezione del fiume.

pompa ad

immersione

Collegamento al

remoto

Page 67: TESI LAURA ARIETTI

67

L'acqua prelevata è sottoposta a filtrazione e adsorbimento su PUFF

direttamente nella fase di campionamento.

Per trattenere il solido sospeso si utilizza una membrana Φ100 mm

con porosità di 0.5 μm: essendo PCDD/F e PCB’s sensibili alla luce, il

sistema di campionamento è stato oscurato per evitare possibili

interazioni negative della luce solare.

Successivamente l'acqua prelevata passa su PUFF a schiuma

poliuretanica per trattenere l'eventuale micro soluto di PCDD PCDF e

PCB’s.

La velocità di campionamento è di circa 0,4 l/min.

La velocità molto bassa è indispensabile per aumentare i tempi di

contatto tra gli inquinanti da ricercare e i mezzi adsorbenti in modo

che il sistema di filtrazione possa efficacemente trattenere le diossine

dall'acqua.

Figura 24: Sistema di filtrazione

Page 68: TESI LAURA ARIETTI

68

Figura 25: Sistema di filtrazione.

Figura 26: Particolare del termometro, deviatore e misuratore di flusso.

Molla Anti-compressione

Schiuma Poliuretanica

Page 69: TESI LAURA ARIETTI

69

Determinazione dell’Errore di campionamento e di analisi.

La precisione di una misura si può esprimere come deviazione

standard .

La deviazione standard o scarto quadratico medio è un indice per la

valutazione della dispersione dei dati intorno al valore atteso.

Al fine di determinare la deviazione standard dell’intero processo

(prelievo, estrazione, analisi) si è proceduto ad effettuare quattro

distinte aliquote sul medesimo campione di acqua.

La precisione nelle condizioni di ripetibilità si valuta su risultati di

prova indipendenti ottenuti con lo stesso metodo, su un identico

materiale, nello stesso laboratorio, dallo stesso operatore, usando la

stessa apparecchiatura ed entro tempi brevi.

Si è inizialmente calcolata la varianza , che fornisce una misura della

variabilità dei valori assunti dalla variabile in oggetto, ovvero di

quanto essi si discostino quadraticamente dal valore atteso:

Varianza = ∑ (x − x)

N

Da cui la deviazione standard, definita come:

Deviazione standard = ∑ (x − x)

N

dove : x = ∑ x è la media aritmetica di x.

Per effettuare questo calcolo non si è utilizzato il criterio spiegato nel

cap 7.8 che assegna il valore zero a concentrazioni inferiori ai limiti di

rilevabilità, poiché ciò serve per poter determinare un corretto

“fingerprint”.

Page 70: TESI LAURA ARIETTI

70

Diossine e Furani

Dati [pg/litro] 13,62 14,05 13,90 14,40

Numero dati ( n.) 4

Media (𝐱) 13,99

Varianza 0,11

Deviazione standard 0,33

Minimo 13,62

Massimo 14,40

Intervallo (Range) 0,79

Tabella 4 : Media, varianza e deviazione standard dei risultati di diossine e Furani.

Policlorobifenili

Dati PCB's [ng/litro] 4,06 3,33 4,63 4,04

n.campioni 4

Media (𝐱) 4,02

Varianza 0,28

Deviazione standard 0,53

Minimo 3,33

Massimo 4,63

Intervallo (Range) 1,30

Tabella 5: Media, varianza e deviazione standard dei risultati di PCB's.

La deviazione standard ottenuta per il campionamento delle diossine

e furani e dei PCB's è in entrambi casi molto bassa e indica quindi

una buona ripetibilità delle misure effettuate.

Page 71: TESI LAURA ARIETTI

71

Ciò è rappresentato graficamente di seguito ove è evidente che i

valori delle quattro distinte aliquote, sono pressoché i medesimi .

Figura 27: PCDD/F nelle quattro distinte aliquote sul medesimo campione di acqua.

Figura 28: PCB’s nelle quattro distinte aliquote sul medesimo campione di acqua.

0

5

10

15

20

25

30

35

40

45

50

0 1 2 3 4

PCDD/F [pg/litro]

05

101520253035404550

0 1 2 3 4

PCB's [ng/litro]

Page 72: TESI LAURA ARIETTI

72

Espressione dei Dati Inferiori al Limite di Rivelabilità.

Il campionamento e le analisi possono restituire dati di

concentrazioni inferiori ai limiti di rilevabilità (LR) del metodo di

analisi impiegato, gli stessi vengono trattati adottando differenti

criteri.

I criteri più comunemente impiegati consistono nell’assegnare a tali

dati di concentrazione il valore del Limite stesso di Rilevabilità (LR)

oppure della metà dello stesso (LR/2) oppure assegnando al valore la

quantità “Zero”.

La diversità dei risultati, in funzione del criterio adottato, comporta

diversi problemi in particolare di omogeneità nel trattamento dei dati

su uno stesso campione e di possibilità che uno stesso campione sia

conforme o meno a uno specifico valore limite.

Il criterio di espressione del dato inferiore al Limite di Rivelabilità (LR)

o non rilevabile (NR) nelle valutazioni effettuate per il presente

rapporto è stato quello di assegnare il valore zero nelle ricorrenze

sopra precisate al fine di poter costruire un corretto “fingerprint”.

Di ciò è necessario tenere conto per eventuali confronti con altre

esperienze.

Page 73: TESI LAURA ARIETTI

73

8.Risultati

La portata dei fiumi al punto di

campionamento

Non disponendo di dati puntuali di misura della portata nell’esatto

punto di campionamento, per calcolare i flussi di massa degli

inquinanti analizzati si sono utilizzati i dati di misura delle portate

eseguite dal Servizio Idrografico Regionale e i modelli matematici18 di

stima delle portate al colmo calcolati da Arpa Lombardia, realizzati

utilizzando i risultati delle simulazioni (2000-2009) ottenuti dal

modello idrologico-idraulico FEWS (AIPO).

Per il fiume Mella sono disponibili le portate medie in sole due

stazioni, Bovegno e Manerbio: si è quindi utilizzato il modello di Arpa

Lombardia che esprime la variazione della portata del fiume

muovendosi lungo il corso idrico, graficamente riportata di seguito.

Figura 29: Portata stimata del fiume Mella.

18 http://idro.arpalombardia.it

Page 74: TESI LAURA ARIETTI

74

Calcolando le distanze delle stazioni campionate da quella di

riferimento a monte, è stato possibile determinare i valori di portata

indicati nella seguente tabella.

MELLA

1 MELLA

2 MELLA

4 MELLA

5 MELLA

6 MELLA

7

X (Km) 34.9 43.8 52.7 57.8 67.1 79.8 Q

(m3/s) 63 68 73 75 79 80 Tabella 6: Portata stimata del fiume Mella.

Lo stesso ragionamento è stato applicato al fiume Mincio, dal

momento che è presente una sola stazione, presso Monzambano, che

rileva la portata.

In questo modo si ottiene una media massima annuale di portata al

colmo presso il sito di campionamento Mincio 13, a una distanza di

circa 40 km dalla sorgente, pari a 60 m3/s. Questo valore di portata è

piuttosto modesto se confrontato con altre sezioni del Mincio e il

Chiese, in quanto sul Mincio vi sono numerose derivazioni per vari

usi.

Figura 30: Portata stimata del fiume Mincio.

Page 75: TESI LAURA ARIETTI

75

Per il fiume Chiese si stima che la stazione Chiese 12, abbia una

media massima annuale di portata al colmo di 262 m3/s, mentre la

stazione Chiese 10 una portata di 223 m3/s.

Figura 31: Portata stimata del fiume Chiese.

Page 76: TESI LAURA ARIETTI

76

Confronto delle matrici ambientali del sito

di studio

Al fine di comprendere i meccanismi di trasporto solido delle diossine

e dei PCB’s nelle acque superficiali è importante contestualizzare le

varie fonti che possono dare origine agli inquinanti che confluiscono

nei corsi superficiali.

A tal fine si sono prese in considerazione le ricadute atmosferiche, i

terreni, i sedimenti del fiume Mella, oltre che le acque delle rogge

bresciane e dei tre fiumi Mella, Chiese e Mincio.

Per quanto attiene le deposizioni atmosferiche di PCDD e PCDF

nell’area bresciana (2009-2012) si evidenzia che la famiglia

dell’esaclorodibenzofurano (HxCDF) è prevalente.

Figura 32:Distribuzione % dei valori medi di PCDD PCDF nelle deposizioni atmosferiche.

0

10

20

30

40

50

60

TCDD PeCDD HxCDDHpCDD OCDD TCDF PeCDF HxCDF HpCDF OCDF

%

PCDD PCDF DEPOSIZIONI ATMOSFERICHE

Page 77: TESI LAURA ARIETTI

77

Dalla letteratura, la preponderanza dell’esaclorodibenzofurano19 è

riconducibile a tutte le operazioni pirolitiche controllate e

incontrollate di materiali vari.

Nessuno dei campioni presi in considerazione rispetta

disuguaglianza20:

OCDD>1,2,3,4,6,7,8-HpCDD>1,2,3,4,6,7,8-HpCDF>OCDF

e questo porta a poter affermare che le ricadute atmosferiche del sito

oggetto di studio sono tutte di natura antropica.

Tra i PCB’s nelle deposizioni atmosferiche prevalgono i Penta-PCB

presenti per il 48%, seguiti dagli Esa-PCB (31%) ed Epta-PCB (12%).

Figura 33:Distribuzione % dei valori medi di PCB nelle deposizioni atmosferiche.

19 THE CONGENER PROFILES OF ANTHROPOGENIC SOURCES OF CHLORINATED

DIBENZO-P-DIOXINS AND CHLORINATED DIBENZOFURANS IN THE UNITED STATES.

David Cleverly, John Schaum, Gregory Schweer, Jonathan Becker, Dwain Winters) 20 ATMOSPHERIC MEASUREMENTS OF CDDs, CDFs AND COPLANAR PCBs IN RURAL

AND REMOTE LOCATIONS OF THE UNITED STATES IN THE YEAR 2001 FROM THE

NATURAL DIOXIN AIR MONITORING NETWORK (NDAMN). D Cleverly , D Winters , J

Ferrario,K Riggs, P Hartford, D Joseph, T Wisbith, A Dupuy, C Byrne.

05

101520253035404550

TRI TETRA PENTA ESA EPTA

%

MEDIA PCB DEPOSIZIONI ATMOSFERICHE

Page 78: TESI LAURA ARIETTI

78

Si sono poi confrontati i sedimenti delle rogge che derivano dal fiume

Mella con i terreni agricoli dell’area di Brescia.

I sedimenti delle rogge sono stati campionati con un carotatore

manuale del tipo Direct Push, spinto fino a 1,5 metri di profondità, e

realizzato secondo lo schema “a transetto”. Tale metodo ha permesso

di ricavare tutte le informazioni necessarie a valutare lo stato di

contaminazione, sia del sedimento della roggia che delle sponde:

consente quindi di valutare anche l’eventuale trasporto antropico dal

letto alle sponde dei canali, nonché il passaggio dei contaminanti dal

sedimento al terreno sottostante.

Dai dati traguardati si osserva che i sedimenti delle rogge e i terreni

agricoli hanno una distribuzione percentuale di microinquinanti

pressoché identica.

Tra le diossine e furani prevale l'OCDD, rispettivamente per il 44%

nelle aree agricole e 38% nei sedimenti, indice di inquinamento

dovuto a cause naturali come la combustione della lignite, seguito dal

OCDF che al contrario è di origine antropica (22% nelle aree agricole,

30% nei sedimenti).

Figura 34: Distribuzione % dei valori medi di PCDD PCDF nelle aree agricole e sedimenti.

05

101520253035404550

TCDD PeCDDHxCDDHpCDD OCDD TCDF PeCDF HxCDF HpCDF OCDF

%

PCDD PCDF AREE AGRICOLE E SEDIMENTI

AREEAGRICOLE

SEDIMENTI

Page 79: TESI LAURA ARIETTI

79

Tra i PCB's prevale il DecaPCB, inquinante "sito-specifico" del SIN

Brescia-Caffaro, presente per il 33% sia nelle aree agricole che nei

sedimenti, seguito dal Esa-PCB (29% per entrambi) e dal Epta-PCB

(circa 25% per entrambi).

Figura 35: Distribuzione % dei valori medi di PCB's nelle aree agricole e sedimenti.

Tali risultati non appaiono relazionati con i PCDD/PCDF derivanti

dalle deposizioni atmosferiche nell’area di Brescia, come mostrato nel

seguente grafico, in cui si osserva che i picchi di HxCDF e HxCDD

delle attuali deposizioni atmosferiche non sono presenti nei campioni

dei terreni, dove invece prevalgono OCDD e OCDF.

Figura 36: Distribuzione % dei valori medi di PCDD PCDF nelle deposizioni atmosferiche e terreni.

0

5

10

15

20

25

30

35

TRI TETRA PENTA ESA EPTA OTTA DECA

%

PCB's AREE AGRICOLE E SEDIMENTI

AREEAGRICOLE

SEDIMENTI

0

10

20

30

40

50

60

TCDD PeCDD HxCDD HpCDD OCDD TCDF PeCDF HxCDF HpCDF OCDF

%

PCDD PCDFDEPOSIZIONIATMOSFERICHE

AREE AGRICOLE

SEDIMENTI

FONDO

Page 80: TESI LAURA ARIETTI

80

Anche la distribuzione percentuale delle famiglie di PCB's nei

campioni di deposizione atmosferica è differente rispetto a quella dei

terreni: solo per gli Esa-PCB i valori sono comparabili ai terreni,

mentre un picco di Penta-PCB non presente nei terreni e valori molti

bassi degli Otta, Deca-PCB caratterizzano le deposizioni.

Figura 37: Distribuzione % dei valori medi di PCB's nelle deposizioni atmosferiche e terreni.

Si può affermare che dai dati analizzati nel territorio in esame la

deposizione atmosferica attuale non sia il principale mezzo di

diffusione dei microinquinanti studiati.

0

5

10

15

20

25

30

35

40

45

50

TRI TETRA PENTA ESA EPTA OTTA DECA

%

PCB's

DEPOSIZIONIATMOSFERICHEFONDO

AREE AGRICOLE

SEDIMENTI

Page 81: TESI LAURA ARIETTI

81

Le analisi condotte sui fiumi Mella, Chiese e Mincio evidenziano che :

Figura 38: Distribuzione % dei valori medi di PCDD PCDF nelle rogge e lungo il fiume Mella, Chiese e Mincio.

x Nelle rogge è presente un picco di OCDF di origine antropica, che

percentualmente raggiunge il 43%, seguito dal HpCDF presente

per circa il 10% e dal OCDD (5%), mentre nei fiumi in oggetto le

percentuali dei furani sono tendenzialmente minori, anche se nel

fiume Mella l'OCDF mediamente è presente per il 13%.

x Nei fiumi Mella e Chiese l'elemento preponderante è l'OCDD

(rispettivamente presente per il 64% e 33%).

x Solamente la stazione Mella 2 è caratterizzata da una

distribuzione degli omologhi che rispetta la seguente sequenza21

OCDD>1,2,3,4,6,7,8-HpCDD>1,2,3,4,6,7,8-HpCDF> OCD per cui

21 ATMOSPHERIC MEASUREMENTS OF CDDs, CDFs AND COPLANAR PCBs IN RURAL

AND REMOTE LOCATIONS OF THE UNITED STATES IN THE YEAR 2001 FROM THE

NATURAL DIOXIN AIR MONITORING NETWORK (NDAMN) D Cleverly , D Winters , J

Ferrario ,K Riggs, P Hartford, D Joseph, T Wisbith, A Dupuy, C Byrne.

0

10

20

30

40

50

60

70

TCDD PeCDDHxCDDHpCDD OCDD TCDF PeCDF HxCDF HpCDF OCDF

%

PCDD PCDF

ROGGE

MELLA

CHIESE

MINCIO

Page 82: TESI LAURA ARIETTI

82

secondo la letteratura il sito si può classificare come “remoto”, per

le sole diossine.

x Nella stazione del fiume Mincio invece le diossine e i furani sono

presenti in quantità talmente ridotta da essere al di sotto del limite

di rivelabilità, e arbitrariamente si sono considerate pari a zero in

questa analisi.

Figura 39: Distribuzione % dei valori medi di PCB's lungo il fiume Mella, Chiese e Mincio.

x Per i fiumi Chiese e Mincio i PCB's prevalenti sono i Penta-PCB

presenti per il 41 % nel Chiese e 42% nel Mincio ed Esa-PCB

per il 37% Chiese e 32% Mincio.

x Nel fiume Mella e nelle rogge da esso derivanti è inoltre

presente un picco di DecaPCB, non presente negli altri due

fiumi, definito "sito-specifico" in quanto trova causa

nell'inquinamento che caratterizza l'area di Brescia, all'interno

del SIN Brescia-Caffaro.

05

1015202530354045

TRI TETRA PENTA ESA EPTA OTTA DECA

%

PCB's

ROGGE

MELLA

CHIESE

MINCIO

Page 83: TESI LAURA ARIETTI

83

Dal confronto tra i risultati delle acque del fiume Mella e delle rogge

con quelli dei terreni e delle deposizioni atmosferiche, si evidenzia

che:

x Nei terreni (aree agricole, fondo e sedimenti) e nel fiume Mella

sono prevalenti OCDD e OCDF;

x Le deposizioni atmosferiche sono caratterizzate da picchi di

HxCDF e HxCDD, non presenti nelle acque e terreni;

x Nelle rogge si ha una prevalenza di OCDF.

Figura 40: Distribuzione % dei valori medi di PCDD, PCDF nelle deposizioni atmosferiche, acque e terreni.

Da dati traguardati non pare esserci una diretta correlazione tra le

deposizioni atmosferiche e terreni e sedimenti.

0

10

20

30

40

50

60

70

TCDD PeCDDHxCDDHpCDD OCDD TCDF PeCDF HxCDF HpCDF OCDF

PCDD PCDF DEPOSIZIONIATMOSFERICHEAREE AGRICOLE

SEDIMENTI

FONDO

ROGGE

MELLA

Page 84: TESI LAURA ARIETTI

84

Per quanto riguarda i PCB’s si nota che:

x i Penta-PCB prevalgono nelle deposizioni atmosferiche e

raggiungono valori considerevoli nelle rogge;

x gli Esa-PCB sono presenti in percentuale comparabile in tutte

le componenti ambientali analizzate, tra il 18 e 30%;

x gli Epta-PCB nei terreni (aree agricole, fondo e sedimenti) si

attestano attorno al 25-30% , si dimezzano nelle deposizione

atmosferiche e nelle acque delle rogge e del Mella.

x Il decaclorobifenile risulta essere chiaramente l’inquinante sito

specifico del SIN Brescia-Caffaro, superando il 30% nelle aree

agricole e sedimenti e il 20% nel fondo, rogge e Mella.

Figura 41: Distribuzione % dei valori medi di PCB's nelle deposizioni atmosferiche, acque e terreni.

05

101520253035404550

TRI TETRA PENTA ESA EPTA OTTA DECA

%

PCB 'sDEPOSIZIONIATMOSFERICHEFONDO

AREE AGRICOLE

SEDIMENTI

ROGGE

MELLA

Page 85: TESI LAURA ARIETTI

85

I flussi di massa degli inquinanti

Per calcolare i flussi di massa degli inquinanti studiati si sono

moltiplicate le concentrazioni per le portate ottenute al Cap. 8.1.

I risultati sono riportati nelle seguenti tabelle espresse in kg/anno

per i PCB's e g/anno per PCDD/F.

PCB's Mella

1

Mella

2

Mella

4

Mella

5

Mella

6

Mella

7

PORTATA m3/s 63 68 73 75 79 80

CONCENTRAZIONE

ng/L 0.24 1.82 1.86 1.45 4.58 5.47

FLUSSO DI MASSA

kg/anno 0.47 3.89 4.29 3.43 11.41 13.80

Tabella 7: flussi di massa dei PCB's in kg/anno del fiume Mella.

Nel fiume Mella i PCB's trasportati annualmente variano a seconda

della stazione considerata, crescendo verso valle: nella stazione più a

monte Mella 1, presso Collebeato, si registrano 0.47 kg/anno di

PCB's, mentre nella stazione più a valle, Mella 7, di Pavone Mella, si

registrano 13,8 kg/anno.

Ovvero tra le sue stazioni si ha un aumento di circa 29 volte, ad

indicare un cospicuo contributo all'inquinamento del fiume dovuto ad

una o più fonti situate a valle di Collebeato.

Si può notare che, nonostante la stazione Mella 2 si possa classificare

come "remota" in base alla distribuzione dei congeneri di diossine e

furani, in corrispondenza di tale sezione c’è un trasporto di PCB's non

indifferente.

Nella stazione Mella 4 si registra un valore di flusso di massa

leggermente superiore a quello della stazione Mella 5: ciò è

Page 86: TESI LAURA ARIETTI

86

presumibilmente dovuto al fatto che i campionamenti sono stati

effettuati in giorni differenti e fenomeni di diluizione per precipitazioni

meteoriche, piuttosto che immissari, possono aver influenzato la

misura di concentrazione.

PCDD/F Mella

1

Mella

2

Mella

4

Mella

5

Mella

6

Mella

7

PORTATA m3/s 63 68 73 75 79 80

CONCENTRAZIONE

ng/L 0.002 0.003 0.002 0.002 0.008 0.012

FLUSSO DI MASSA

g/anno 4.86 6.25 5.50 5.56 20.01 29.52

Tabella 8: flussi di massa di PCDD/F in g/anno del fiume Mella.

Le diossine sono presenti nel fiume Mella in quantità inferiori di

circa tre ordini di grandezza rispetto ai PCB's, e hanno lo stesso

andamento crescente verso valle.

In questo caso si registra un valore leggermente superiore nella

stazione Mella 2, rispetto a Mella 4, presumibilmente per il fatto che i

campionamenti sono stati effettuati in giorni differenti e per fenomeni

di diluizione.

Di seguito si riportano due tabelle riassuntive con gli intervalli di

valori relativi al fiume Mella e Chiese e ai risultati della stazione

lungo in Mincio.

Page 87: TESI LAURA ARIETTI

87

PCB's Mella Chiese Mincio

PORTATA m3/s 63-80 223-262 60

CONCENTRAZIONE

ng/L 0.24-5.47 0.38-0.74 0.17

FLUSSO DI MASSA

kg/anno 0.47-13.80 2.7-6.12 0.32

Tabella 9: flussi di massa dei PCB's in kg/anno dei fiumi Mella, Chiese e Mincio .

Nel Chiese i PCB's trasportati annualmente raggiungono valori

comparabili a quelli del Mella e mostrano un andamento crescente

verso valle. Si evidenzia che la valle del Chiese è ed è stata

industrializzata.

Il Mincio registra PCB's in quantità minori, confrontabili come ordine

di grandezza con la stazione meno inquinata e a monte del Mella. Ciò

evidenzia la pressione sito specifica del Sito Nazionale “Brescia –

Caffaro”.

PCDD/F Mella Chiese Mincio

PORTATA m3/s 63-80 223-262 60

CONCENTRAZIONE

ng/L 0.002-0.012 0.00-0.003 0.000

FLUSSO DI MASSA

g/y 4.86-29.52 0.00-22.76 0.00

Tabella 10: flussi di massa di PCDD/F in g/anno dei fiumi Mella, Chiese e Mincio.

PCDD/F nella stazione più a monte Chiese 10 e nel Mincio sono

presenti in quantità inferiori al limite di rivelabilità, mentre nella

stazione a valle Chiese 12 si trasportano circa 23 g/anno di

PCDD/F.

Page 88: TESI LAURA ARIETTI

88

Concentrazione di tossicità equivalente di

TCDD (TEQ)

Si è calcolata la "concentrazione di tossicità equivalente di TCDD" nei

i terreni delle maglie delle aree agricole e dei sedimenti, che varia tra

0 e 1447.51 ng/kg TEQ con media pari a 60.22 ng/kg TEQ.

Il valore massimo corrisponde alla maglia CR30-D , dove la

"concentrazione di tossicità equivalente di TCDD" è dovuta per il 73%

a PCDD/F , tra cui i più significativi sono 2,3,4,7,8 PeCDF che conta

per il 15% e 1,2,3,7,8 PeCDD per il 14% .

Si è cercata la relazione che esprime la variazione della TEQ al

crescere della concentrazione nella matrice analizzata di PCB's, PCDD

e PCDF. In questo caso tale relazione è pressoché lineare, in quanto i

congeneri più tossici, che potrebbero provocare picchi anomali, sono

presenti in quantità infinitesimali.

Figura 42: Relazione tra sommatoria PCB-PCDD-PCDF e TEQ nei terreni.

0

200

400

600

800

1000

1200

1400

1600

1800

2000

0 20000000 40000000 60000000 80000000

HUM

ANS Σ

TEQ

PCB

-PCD

D-PC

DF

Σ PCB-PCDD-PCDF

TERRENI

Page 89: TESI LAURA ARIETTI

89

Si sono poi considerati i punti che appartengono al "fondo" .

Si ha un valore medio di POP's pari a 2.09 ng/kg TEQ, ben inferiore

al valor medio dei terreni . Anche in questo caso si osserva che la

relazione tra l’aumento della concentrazione dei contaminanti e della

"concentrazione di tossicità equivalente di TCDD" è pressoché lineare.

Il valore più elevato di 12.52 ng/kg corrisponde al punto R4 nei

pressi del Carcere di Verziano: tale punto si è scoperto rientrare nella

zona del Sito Nazionale “Brescia – Caffaro” .

Figura 43: Relazione tra sommatoria PCB-PCDD-PCDF e TEQ nei terreni di fondo.

Per quanto riguarda il fiume Chiese si ottiene una media di

"concentrazione di tossicità equivalente di TCDD" pari a 0.0396 pg/l

TEQ, le stazioni Chiese 10 e 12 hanno una "concentrazione di

tossicità equivalente di TCDD" pari rispettivamente a 0.027 e 0.053

pg/l TEQ, ovvero al crescere della concentrazione dei microinquinanti

cresce anche la tossicità equivalente.

Il fiume Mella ha mediamente una "concentrazione di tossicità

equivalente di TCDD" pari a 0.092 pg/l TEQ.

0

2

4

6

8

10

12

14

0 10000 20000 30000 40000 50000 60000 70000HUM

ANS Σ

TEQ

PCB

-PCD

D-PC

DF

Σ PCB-PCDD-PCDF

FONDO

Page 90: TESI LAURA ARIETTI

90

La relazione che esprime la variazione della TEQ al crescere della

concentrazione nella matrice analizzata di PCB's, PCDD, PCDF è

pressochè lineare.

Figura 44 Relazione tra sommatoria PCB-PCDD-PCDF e TEQ nei fiumi.

La stazione Mella 2, definita "remota" secondo la distribuzione delle

diossine, presenta un valore di concentrazione di microinquinanti

superiore a quella della stazione Mella 4 e Mella 5, nonostante queste

siano più a valle, e una "concentrazione di tossicità equivalente di

TCDD" circa doppia rispetto sia a Mella 4 che Mella 5.Tale valore

elevato è dovuto alla presenza di PCB 126 che partecipa per il 54%

alla tossicità totale. Da queste considerazioni è possibile dedurre che

a monte della stazione Mella 2 ci siano uno o più contributi di

inquinamento di PCB 126.

Page 91: TESI LAURA ARIETTI

91

Questo picco di PCB's si attenua nelle stazioni successive per

fenomeni di diluizione.

Le stazioni Mella 6 e 7 hanno concentrazioni di microinquinanti

elevate e hanno una "concentrazione di tossicità equivalente di

TCDD" pari rispettivamente a 0.20 e 0.18 pg/l. Anche presso queste

stazioni il contributo principale è dovuto ai PCB's, in particolare al

PCB 126 che conta rispettivamente nelle due stazioni per il 56% e

40%. È ragionevole dedurre che anche a monte delle stazioni Mella 6

e 7 ci siano uno o più contributi di inquinamento che rilasciano PCB.

Per una interpretazione grafica del della tossicità delle stazioni

campionate si sono tracciate due rette che corrispondono al massimo

e minimo valore TEF (rispettivamente 1 e 0.0) e una che corrisponde

ad un valore TEF medio di 0.043 pg/l, moltiplicati per le

concentrazioni trovate. Risulta evidente che la retta corrispondente al

valore medio è distante da quella corrispondente al massimo TEF in

quanto non sono presenti i congeneri più tossici.

Figura 45: Relazione tra sommatoria PCB-PCDD-PCDF e TEQ nei fiumi.

Page 92: TESI LAURA ARIETTI

92

Dal confronto dei risultati ottenuti per i microinquinanti ricercati nei

tre fiumi in oggetto si evidenzia che nessuna stazione presenta valori

inferiori alle indicazioni dell'Agenzia Statunitense EPA di 0.013 ppq

TCDD.

Figura 46: Relazione tra sommatoria PCB-PCDD-PCDF TEQ nei fiumi e limite EPA .

Di seguito sono riassunti gli intervalli di concentrazione totale di

PCB's e PCDD e PCDF espressa in "concentrazione di tossicità

equivalente di TCDD" presente nella matrice acqua e nei sedimenti

nell'area di Brescia.

Tali valori si sono confrontati con quelli della Letteratura citata al

Capitolo 6.

Per quanto riguarda la concentrazione di microinquinanti in acqua,

espressa in fg/l TEQ, si nota che i valori dell'area bresciana sono

comparabili con quelli del fiume Roanoke in North Carolina e del

fiume Ohio in Pennsylvania.

Le concentrazioni misurate nello Houston Ship Channel in Texas

sono circa il doppio di quelle dell'area in oggetto, mentre nella baia di

0

20

40

60

80

100

120

140

160

180

200

Mella 1 Mella 2 Mella 4 Mella 5 Mella 6 Mella 7 Mincio13

Chiese10

Chiese12

Σ TE

Q P

CB-P

CDD-

PCDF

(ng/

l)

LIMITE EPA

Page 93: TESI LAURA ARIETTI

93

Tokio i diversi fiumi considerati hanno concentrazioni molto variabili:

il fiume Sumida raggiunge i 54440000 fg/l TEQ, maggiore rispetto ai

valori bresciani di quattro ordini di grandezza.

La "concentrazione di tossicità equivalente di TCDD" presente nei

sedimenti nell'area di Brescia risulta elevata rispetto agli altri studi

considerati.

Il valore massimo registrato a Brescia è maggiore di un ordine di

grandezza rispetto a quelli registrati in Inghilterra e lungo lo Houston

Ship Channel in Texas e di due rispetto al fiume CauBay in Vietnam.

PCB's, PCDD e

PCDF Acqua Sedimenti

Brescia 0 - 1434 fg/L

TEQ

0 - 1447 ng/kg

TEQ

Fiume Roanoke ,

North Carolina 5,4 - 940 fg/l TEQ /

Fiume Ohio,

Pennsylvania 140 -1150 fg/l TEQ /

Tokio Bay,

Giappone

2200000,54440000

fg/l TEQ. /

Houston Ship

Channel, Texas 100-3160 fg/L TEQ

0.9 - 139.8

ng/kg TEQ

Inghilterra /

2-120 ng/kg I-

TEQ

CauBay

River,Vietnam /

5.3-11.9 ng/kg

I-TEQ

Tabella 11: confronto concentrazioni nell'area di Brescia e valori da letteratura.

Page 94: TESI LAURA ARIETTI

94

Figura 47: confronto concentrazioni in acqua nell'area di Brescia e da letteratura .

Figura 48: confronto concentrazioni nei sedimenti nell'area di Brescia e da letteratura .

0

10000000

20000000

30000000

40000000

50000000

60000000

Brescia FiumeRoanoke ,

NorthCarolina

Fiume Ohio,Pennsylvania

Tokio Bay,Giappone

Houston ShipChannel,

Texas

fg/L

TEQ

Acqua [fg/L TEQ]

Minimo

Massimo

0

200

400

600

800

1000

1200

1400

1600

Brescia Houston ShipChannel, Texas

Inghilterra CauBayRiver,Vietnam

ng/k

g TE

Q

Sedimenti [ng/kg TEQ]

Minimo

Massimo

Page 95: TESI LAURA ARIETTI

95

Ripartizione microinquinanti tra fase

disciolta e sospesa

Come già detto, il campionamento ad alto volume è stato effettuato

lungo i tre fiumi Mella, Chiese e Mincio con filtrazione dei solidi

sospesi mediante una membrana Φ100 mm con porosità di 0.5μm e

successivo passaggio del eventuale micro soluto di PCDD PCDF e

PCB’s su PUFF a schiuma poliuretanica.

In questo modo i filtri e le colonne adsorbenti vengono analizzati

separatamente fornendo risultati indipendenti per le fasi di

particolato e disciolto. Va notato che una parte delle diossine

catturate dalla colonna adsorbente potrebbe essere attribuita a

diossine legate a particelle di dimensioni inferiori al filtro in fibra di

vetro che vi passano attraverso.

Come previsto, considerando che diossine e furani hanno una forte

affinità per la fase di particolato, le concentrazioni nella fase

particellare, catturate dal filtro, erano notevolmente superiori a

quelle della fase disciolta fissate nel PUFF a schiuma poliuretanica.

Diossine e furani in tutte le stazioni analizzate sono presenti per il

100% nella fase particellare.

Page 96: TESI LAURA ARIETTI

96

Figura 49: distribuzione percentuale PCDD/F trattenuti dalla fibra di vetro e dal PUFF.

Figura 50: distribuzione percentuale PCB's trattenuti dalla fibra di vetro e dal PUF.

Dai risultati anche per i PCB's la fase particellare rimane prevalente.

Nel Mincio i PCB's trattenuti dal PUFF assumono un valore

percentuale elevato, questo perché i valori sono prossimi al bianco

strumentazione.

0%10%20%30%40%50%60%70%80%90%

100%

Mella 1 Mella 2 Mella 4 Mella 5 Mella 6 Mella 7 Chiese 10 Chiese 12 Mincio 13

PCDD/ F

Filtro

Puff

0%10%20%30%40%50%60%70%80%90%

100%

Mella 1 Mella 2 Mella 4 Mella 5 Mella 6 Mella 7 Chiese10

Chiese12

Mincio13

PCB's

Filtro

Puff

Page 97: TESI LAURA ARIETTI

97

Cross contamination

Si definisce "Cross contamination" il processo attraverso il quale una

sostanza si diffonde da una zona all'altra.

Molti processi di misura sono propensi alla contaminazione che può

occorrere in ogni momento del campionamento, durante il trasporto,

nella preparazione del campione o nell' analisi in laboratorio.

Di seguito sono elencate le più comuni fonti di cross-contaminazione.

Step Fonti di contaminazione

Raccolta del campione Attrezzatura

Manipolazione e conservazione del

campione

Contenitori per il campione

Trasporto del campione Contenitori per il campione

Cross contaminazione da altri

campioni

Preparazione del campione Manipolazione del campione,

spostamento in strumenti

Diluizione, omogeneizzazione

Vetrini e strumenti

Contaminazione ambientale

Analisi del campione Spostamento in strumenti

Effetto memoria dello strumento

Reagenti

Siringhe

Tabella 12 : Tipiche fonti di cross-contaminazione.

Page 98: TESI LAURA ARIETTI

98

La contaminazione diventa molto importante nel caso di analisi di

elementi in tracce: minore è la concentrazione, maggiore è l'effetto

della cross contamination.

Gli strumenti di campionamento possono essere fonte di

contaminazione, o può venire dal materiale di costruzione o da una

pulizia errata o in laboratorio.

In generale si può ridurre la contaminazione evitando la

manipolazione manuale e minimizzando il numero delle fasi del

processo.

I "bianchi" sono campioni che non contengono (o contengono in

quantità trascurabili) analiti e sono creati in modo da simulare la

matrice del campione.

Sono utilizzati per stabilire il grado di contaminazione che può

avvenire in ogni fase del processo di misura.

Diversi tipi di bianchi sono utilizzati, in base alla procedura e allo

scopo dell'analisi.

Bianco del sistema o dello strumento: è una misura della

contaminazione del sistema ed è la risposta dello strumento in

assenza del campione. Quando il segnale di fondo è costante e

misurabile, la pratica comune è di considerare che tale livello sia pari

allo zero.

È generalmente utilizzato per gli strumenti analitici ma è anche

applicabile agli strumenti per la preparazione del campione.

Il bianco strumentale permette anche di identificare l'effetto memoria

da campioni precedenti. Può essere significativo quando un

campione con basse concentrazioni è analizzato dopo un campione ad

alte concentrazioni. È pratica comune passare acqua deionizzata

dopo ciascun campione. Questo tipo di bianco è critico in ogni

Page 99: TESI LAURA ARIETTI

99

strumento quando le componenti del campione possono emergere

nell'analisi successiva.

Bianco del solvente/reagente : il bianco del solvente verifica i solventi

e reagenti che sono utilizzati durante la preparazione del campione e

l'analisi. A volte, una correzione del bianco o l'impostazione dello zero

è fatta basandosi sulla misurazione dei reagenti. Ad esempio nella

spettroscopia atomica o molecolare i solventi e reagenti usati nella

preparazione del campione sono utilizzati per stabilire lo zero.

Bianco del metodo: il bianco del metodo attraversa tutte e fasi della

preparazione del campione e analisi come se fosse effettivamente un

campione. Gli stessi solventi/reagenti che sono utilizzati con i veri

campioni sono utilizzati qui. Ad esempio nell'analisi di metalli nel

terreno, un campione di terreno pulito può essere usato come bianco

del metodo, ed è fatto passare attraverso l'estrazione, concentrazione

e fasi di analisi a cui è sottoposto il vero campione.

Il bianco del metodo riporta la contaminazione che può occorrere

durante la preparazione del campione e analisi, che può derivare dai

reagenti utilizzati, dai vetrini o dall'ambiente del Laboratorio.

Altri tipi di bianco possono essere utilizzati in base alle necessità.

I bianchi sono efficaci solo nell'identificare la contaminazione , ma

non segnalano altri errori che potrebbero accadere.

Il campionamento è stato eseguito con la strumentazione di campo

utilizzata sui fiumi , campionando 100 L di acqua distillata. Questo

ha premesso di verificare eventuali effetti memoria o contaminazioni

dell’intero processo di campionamento.

Sia per il filtro in fibra di vetro che per il PUFF si è ottenuto un valore

di concentrazione totale di diossine di 0,00087 ng/L, confrontabile

con il limite di rivelabilità, mentre per quanto riguarda il valore di

PCB's totali si coglie l’influenza dell’effetto memoria della

Page 100: TESI LAURA ARIETTI

100

strumentazione utilizzata in quanto si misura un valore pari a 0,16

ng/l .

Si ha quindi un effetto memoria accettabile nei dati con

concentrazioni importanti, mentre i dati nelle zone a bassa

concentrazione, come i campioni del Mincio, evidenziano l’effetto della

cross contamination.

Page 101: TESI LAURA ARIETTI

101

9.Conclusioni

Le Policlorodibenzo-p-diossine (PCDD) , i Policlorodibenzo-p-furani

(PCDF) e i policlorobifenili dioxin-like (PCB’s) sono noti come

inquinanti organici caratterizzati da un coefficiente TEF generalmente

basso, capacità di persistere nell'ambiente per decenni, bassa

solubilità in acqua, lipofilia e tendenza alla bioaccumulazione.

PCDD/F non si formano intenzionalmente né hanno una qualche

utilità pratica, ma sono sottoprodotti indesiderati di tutti i processi di

combustione e di fabbricazione di alcuni prodotti chimici organici

clorurati, tra cui PCB's.

PCB's devono la loro diffusione ubiquitaria anche al fatto di essere

stati ampiamente utilizzati a causa del loro elevato potere isolante in

sistemi sia "chiusi" che "aperti": si calcola che a dal loro primo utilizzo

a partire dal 1920 siano state prodotte in tutto il mondo più di un

milione di tonnellate di miscele tecniche di PCB's, di cui si stima che

150.000 tonnellate siano state prodotte a Brescia.

PCDD/F e PCB's dioxin-like sono stati misurati nei tessuti degli

animali e dell'uomo e in tutti i comparti ambientali anche lontano da

qualsiasi fonte nota, in quanto possono subire trasporto a lungo

raggio. Grazie alla loro persistenza e tossicità, è importante

raggiungere una buona comprensione delle loro fonti, antropiche e

naturali e il loro destino e il trasporto tra reparti ambientali per

valutare la possibilità di esposizione umana e animale.

Nelle matrici esaminate nel presente studio si sono misurati valori di

microinquinanti che in alcune stazioni raggiungono picchi elevati. La

"concentrazione di tossicità equivalente di TCDD" nei i terreni

raggiunge i 1447 ng/kg TEQ; le acque dei fiumi campionati, che in

nessuna stazione rispettano lo standard di qualità EPA, nel fiume

Mella hanno un picco di 0.2 pg/l TEQ.

Page 102: TESI LAURA ARIETTI

102

Nella zona oggetto di questo studio si evidenzia una distribuzione di

microinquinanti nei suoli con una concentrazione che diminuisce

allontanandosi dall’asse del fiume Mella e dal reticolo irriguo delle

rogge .

L’analisi eseguita sull’acqua dei fiumi mediante il campionamento

con separazione della fase particellare ha evidenziato la distribuzione

degli inquinanti PCDD PCDF e PCB’s nella sola fase solida. Dai dati

così raccolti pare ragionevole affermare che il vettore di diffusione

degli inquinanti sia da ascrivere alle particelle solide trasportate

dall’acqua dei fiumi che attraverso le normali pratiche irrigue ha

depositato quantità sempre più importanti di inquinanti, concentrate

nel corso dei decenni.

Il grande interesse scientifico dei dati suggerisce di estendere il

monitoraggio ad alto volume al fine di poter conoscere con maggior

rappresentatività e accuratezza l’incidenza della diffusione dei livelli

di microinquinanti organici e inorganici vettoriati dall’acqua

nell’intero reticolo idrico, con particolare attenzione a quello

asservente le pratiche irrigue.

Page 103: TESI LAURA ARIETTI

103

Indice delle figure:

Figura 1: Collocazione punti campionati (cerchio marrone) lungo fiume Mella,

Chiese e Mincio. .......................................................................................................... 5

Figura 2: struttura molecolare delle Policlorodibenzodiossine (PCDD) ..................... 8

Figura 3: Formula di struttura delle diossine. .............................................................. 8

Figura 4: Formula di struttura della 2,3,7,8-TCDD ..................................................... 8

Figura 5: struttura molecolare dei Policlorodibenzofurani (PCDF) ............................ 9

Figura 6 Esposizione a PCDD, PCDF e PCBdl attraverso il cibo (adattato da dati

EPA 2004) .................................................................................................................. 13

Figura 7: Fattore di bioconcentrazione (BCF). .......................................................... 15

Figura 8: struttura molecolare dei policlorobifenili (PCB) ........................................ 27

Figura 9: schema a blocchi delle varie fasi di trattamento del campione prima

dell’analisi strumentale .............................................................................................. 30

Figura 10 : Estrattore Accelerato con Solvente (ASE). ............................................. 31

Figura 11: Imbuto separatore. .................................................................................... 34

Figura 12: Evaporatore Syncore. ........................................................................ 35

Figura 13: sistema automatizzato Power Prep per la purificazione del campione. ... 36

Figura 14: colonna gascromatografica. ...................................................................... 39

Figura 19: Formula di struttura delle diossine e dei furani. ....................................... 41

Figura 20: Collocazione geografica studio giapponese (NorihiroKobayashi e altri)

su PCDD/PCDFs e PCB. ........................................................................................... 46

Figura 21 : Distribuzioni TEQ in acqua di fiume e di mare. ..................................... 46

Figura 22: Collocazione geografica studio effettuato a Venezia ( Guerzoni e

Raccanelli) su PCDD/PCDFs, HCB e PCB. .............................................................. 48

Figura 23 : Relazione tra sommatoria PCB's-PCDD-PCDF e TEQ nei terreni di

fondo secondo lo studio inglese di Rose e altri. ........................................................ 51

Figura 33: Schema di campionamento per il controllo degli effetti di una sorgente

puntiforme di alterazione. .......................................................................................... 57

Figura 34: Distribuzione spaziale della concentrazione media annua di PCDD/F in

aria nel 2012 in fg/m3 TEQ. ....................................................................................... 61

Page 104: TESI LAURA ARIETTI

104

Figura 35: Distribuzione spaziale della concentrazione media annua di PCDD/F nel

suolo nel 2012 in fg/m3 TEQ. .................................................................................... 61

Figura 36: prelievo dell'acqua dal centro della sezione del fiume. ............................ 66

Figura 37: Sistema di filtrazione ................................................................................ 67

Figura 38: Sistema di filtrazione. ............................................................................... 68

Figura 39: Particolare del termometro, deviatore e misuratore di flusso. ................. 68

Figura 40: PCDD/F nelle quattro distinte aliquote sul medesimo campione di acqua.

................................................................................................................................... 71

Figura 41: PCB’s nelle quattro distinte aliquote sul medesimo campione di acqua. . 71

Figura 42: Portata stimata del fiume Mella. .............................................................. 73

Figura 43: Portata stimata del fiume Mincio. ............................................................ 74

Figura 44: Portata stimata del fiume Chiese. ............................................................. 75

Figura 45:Distribuzione % dei valori medi di PCDD PCDF nelle deposizioni

atmosferiche. .............................................................................................................. 76

Figura 46:Distribuzione % dei valori medi di PCB nelle deposizioni atmosferiche. 77

Figura 47: Distribuzione % dei valori medi di PCDD PCDF nelle aree agricole e

sedimenti. ................................................................................................................... 78

Figura 48: Distribuzione % dei valori medi di PCB's nelle aree agricole e sedimenti.

................................................................................................................................... 79

Figura 49: Distribuzione % dei valori medi di PCDD PCDF nelle deposizioni

atmosferiche e terreni. ................................................................................................ 79

Figura 50: Distribuzione % dei valori medi di PCB's nelle deposizioni atmosferiche e

terreni. ........................................................................................................................ 80

Figura 51: Distribuzione % dei valori medi di PCDD PCDF nelle rogge e lungo il

fiume Mella, Chiese e Mincio. ................................................................................... 81

Figura 52: Distribuzione % dei valori medi di PCB's lungo il fiume Mella, Chiese e

Mincio. ....................................................................................................................... 82

Figura 53: Distribuzione % dei valori medi di PCDD, PCDF nelle deposizioni

atmosferiche, acque e terreni. .................................................................................... 83

Figura 54: Distribuzione % dei valori medi di PCB's nelle deposizioni atmosferiche,

acque e terreni. ........................................................................................................... 84

Page 105: TESI LAURA ARIETTI

105

Figura 55: Relazione tra sommatoria PCB-PCDD-PCDF e TEQ nei terreni. ........... 88

Figura 56: Relazione tra sommatoria PCB-PCDD-PCDF e TEQ nei terreni di fondo.

................................................................................................................................... 89

Figura 57 Relazione tra sommatoria PCB-PCDD-PCDF e TEQ nei fiumi. .............. 90

Figura 58: Relazione tra sommatoria PCB-PCDD-PCDF e TEQ nei fiumi. ............. 91

Figura 59: Relazione tra sommatoria PCB-PCDD-PCDF TEQ nei fiumi e limite EPA

. .................................................................................................................................. 92

Figura 60: confronto concentrazioni in acqua nell'area di Brescia e da letteratura . 94

Figura 61: confronto concentrazioni nei sedimenti nell'area di Brescia e da

letteratura . ................................................................................................................. 94

Figura 62: distribuzione percentuale PCDD/F trattenuti dalla fibra di vetro e dal

PUFF. ......................................................................................................................... 96

Figura 63: distribuzione percentuale PCB's trattenuti dalla fibra di vetro e dal PUF.

................................................................................................................................... 96

Page 106: TESI LAURA ARIETTI

106

Tabella 1: Stazioni campionate lungo il fiume Mella. ............................................... 65

Tabella 2: Stazioni campionate lungo i fiumi Chiese e Mincio. ................................ 65

Tabella 3 : Coefficienti TEF secondo WHO 1998 e 2005 per PCDD/F e PCB's. Van

den Berg et al: "The 2005 World Health Organization Re-evaluation of Human and

Mammalian Toxic Equivalency Factors for Dioxins and Dioxin-like Compounds". 43

Tabella 4 : Media, varianza e deviazione standard dei risultati di diossine e Furani. 70

Tabella 5: Media, varianza e deviazione standard dei risultati di PCB's. .................. 70

Tabella 6: Portata stimata del fiume Mella. ............................................................... 74

Tabella 7: flussi di massa dei PCB's in kg/anno del fiume Mella. ........................... 85

Tabella 8: flussi di massa di PCDD/F in g/anno del fiume Mella. ........................... 86

Tabella 9: flussi di massa dei PCB's in kg/anno dei fiumi Mella, Chiese e Mincio . 87

Tabella 10: flussi di massa di PCDD/F in g/anno dei fiumi Mella, Chiese e Mincio.

................................................................................................................................... 87

Tabella 11: confronto concentrazioni nell'area di Brescia e valori da letteratura. ..... 93

Tabella 12 : Tipiche fonti di cross-contaminazione. ................................................. 97

Page 107: TESI LAURA ARIETTI

107

10. Riferimenti Bibliografici.

x APAT, Rapporto febbraio 2006, Diossine furani e PCB.

x Atmospheric Measurements Of Cdds, Cdfs And Coplanar Pcbs

In Rural And Remote Locations Of The United States In The

Year 2001 From The Natural Dioxin Air Monitoring Network

(Ndamn) D Cleverly , D Winters , J Ferrario, K Riggs, P

Hartford, D Joseph, T Wisbith, A Dupuy, C Byrne.

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Hartford, D Joseph, T Wisbith, A Dupuy, C Byrne.

x CE 199/2006. Emendamento al Regolamento 466/2001 he

definisce i tenori massimi di taluni contaminanti presenti nelle

derrate alimentari.

x CE 2006/88/CE. Raccomandazione della commissione del 6

febbraio 2006 relativa alla riduzione della presenza di diossine,

furani e PCB nei mangimi e negli alimenti.

x CE 2375/2001. Regolamento del Consiglio del 29 novembre

2001 recante modifica del regolamento (CE) n. 466/2001 della

Commissione che definisce i tenori massimi di taluni

contaminanti presenti nelle derrate alimentari.

Page 108: TESI LAURA ARIETTI

108

x Contamination Of River Kymijoki Sediments With

Polychlorinated Dibenzo-P-Dioxins, Dibenzofurans And

Mercury And Their Transport To The Gulf Of Finland In The

Baltic Sea (Simo Salo , Matti Verta, Olli Malve , Markku

Korhonen , Jouni Lehtoranta , Hannu Kiviranta ,Pirjo Isosaari ,

Päivi Ruokojärvi , Jaana Koistinen , Terttu Vartiainen).

x Di Lella L.A. et al., Toxic trace elements and organic

compounds in the ambient air of Kabul, Afghanistan.

Atmospheric Environment 40:225-237 (2006).

x Distribution Of Polychlorinated Dibenzo-P-Dioxins And

Dibenzofurans In Suspended Sediments, Dissolved Phase And

Bottom Sediment In The Houston Ship Channel, Monica P.

Suarez, Hanadi S. Rifai , Randy Palachek ,Kirk Dean, Larry

Koenig. x EFSA, 2005. Opinion of the scientific panel on contaminants in

the food chain on a request from the commission related to the

presence of Non Dioxin-Like Polychlorinated Biphenyls (PCB) in

feed and food. Adopted on 8 November 2005. EFSA Journal

2005; 284:1-137.

x Hermanson M.H., Hites R.A., Polychlorinated biphenyl

accumulation in tree bark and wood growth rings.

Environmental Science & Technology 21:709-712 (1987).

x IARC, 1987. International Agency for Research on Cancer.

Polychlorinated biphenyls 1987; vol.18, p. 43. Last updated: 11

February 1998.

x Investigation of dioxin concentrations in the lower Roanoke

River Basin, North Carolina,February 26-March 7, 2001 (

Kimberly F. Miller and Douglas A. Walters).

Page 109: TESI LAURA ARIETTI

109

x La Laguna Ferita- Uno Sguardo Alla Diossina E Agli Altri

Inquinanti Organici Persistenti (Pop) A Venezia (Stefano

Guerzoni E Stefano Raccanelli).

x Pcdd And Pcdf Levels In River Systems In England And Wales,

Uk (C L Rose, W A Mckay & P F Ambidge).

x Pcdd/Pcdf Pollution In Soils And Sediments From The Pearl

River Delta Of China (Sukun Zhang, Ping’an Peng , Weilin

Huang, Xiaoming Li , Gan Zhang).

x Pengo, Valentina (2007) Diossine e furani nel bacino scolante

della laguna di Venezia.

x PNR 2006; Piano Nazionale per la ricerca dei residui negli

animali e in alcuni prodotti di origine animale; Ministero della

Salute.

x Polychlorinated Dibenzo-P-Dioxins And Dibenzofurans

(Pcdd/Fs) In Waterand Suspended Particulate Matter From The

Xijiang River, China (Yanlin Liu,Ping’anPeng , Xiaoming Li ,

Sukun Zhang , Man Ren).

x Quantification Of Dioxin Concentrations In The Ohio

Riverusing High Volume Water Sampling (Samuel A. Dinkins,

Jason P. Heath).

x Rapporti ISTISAN 06/38 anno 2006.

x Report on Tolerable Daily Intake TDI.

x Sample preparation techniques in Analytical chemistry ,

Somenath Mitra (Editor).

x SCF, 2000. Opinion of the Scientific Committee on Food on the

risk assessment of Dioxin and Dioxin-like PCBs in food.

Adopted on 22 November 2000. SCF/CS/CNTM/DIOXIN/8final

x SCF, 2001. Opinion of the Scientific Committee on Food on the

Risk Assessment of Dioxin and Dioxin-like PCBs in Food,

adopted on 30 may 2001.

Page 110: TESI LAURA ARIETTI

110

x Science Dossier, January 2003 ,Dioxins And Furans In The

Environment.

x Seasonal change of pcdds/pcdfs/dl-pcbs in the water of Ayase

river, Japan: pollution sources and their contributions to teq(

Kotaro Minomo, Nobutoshi Ohtsuka, Shigeo Hosono, Kiyoshi

Nojiri, Kiyoshi Kawamura).

x Source Identification Of Pcdd/Fs And Dioxin-Like Pcbs In

Rivers Flowing Into The Tokyo Bay, Japan (Norihiro Kobayashi,

Shigeki Masunaga And Junko Nakanishi).

x The 2005 World Health Organization Reevaluation of Human.

x The Congener Profiles of Anthropogenic Sources Of Chlorinated

Dibenzo-P-Dioxins And Chlorinated Dibenzofurans In The

United States. David Cleverly, John Schaum, Gregory Schweer,

Jonathan Becker, Dwain Winters).

x Total Maximum Daily Loads For Dioxins In Thehouston Ship

Channel (Prepared Byuniversity Of Houston, Parsons Water &

Infrastructure, Principal Investigator: Hanadirifai).

x Transportation Of Pcdd/Fs And Dioxin-Like Pcbs By Rivers Into

The Tokyo Bay, Japan (Norihiro Kobayashi, Shigeki Masunaga,

Yutaka Kameda, Yoshimichihanai And Junko Nakanishi).

x 1U.S. Environmental Protection Agency. 1984. Ambient Water

Quality Criteria For 2,3,7,8-Tetrachlor-Dibenzo-P-Dioxin. Office

Of Water Regulations And Standards. Epa 440/5-84-007.

11. Fonti Web:

x clu-in.org;

x idro.arpalombardia.it;

x arpalombardia.it.

Page 111: TESI LAURA ARIETTI

111

12. Glossario

Bioaccumulo: capacità di una sostanza di accumularsi all’interno di

un organismo(a seguito di una esposizione ad essa attraverso

l’ambiente circostante e/o attraverso la catena alimentare). Le

sostanze ad elevato potere di bioaccumulo sono quelle con elevata

solubilità nei grassi.

Congenere: membro di una famiglia di sostanze chimiche che

differiscono fra loro solo per il numero e la posizione del medesimo

sostituente.

Liposolubilità: tendenza di una sostanza a dissolversi nei grassi.

Nanogrammo (ng): unità di misura pari ad un milionesimo di

milligrammo (10-9).

Picogrammo (pg): unità di misura pari ad un miliardesimo di

milligrammo (10-12).

Femtogrammo (fg): unità di misura pari ad un miliardesimo di

microgrammo (10-15).

POPs (PersistentOrganicPollutants): composti organici persistenti, per

lo più di origine antropica.

Tossicità: capacità di una sostanza di provocare effetti dannosi sugli

organismi viventi quando supera un certo livello di concentrazione. E’

strettamente legata ai meccanismi di assorbimento, trasporto,

metabolismo ed escrezione nell’organismo vivente. Si parla di

tossicità acuta per risposte che si manifestano in tempi brevi e di

tossicità cronica per risposte che si rendono palesi dopo tempi

prolungati.

TDI (Tolerable Daily Intake): dose tollerabile giornaliera; rappresenta

la stima della quantità di un contaminante nel cibo o nell’acqua

Page 112: TESI LAURA ARIETTI

112

potabile che può essere ingerita giornalmente nell’arco della vita

senza causare rischi apprezzabili alla salute.

TEF (Toxicity Equivalence Factor): Fattore di Equivalenza Tossica.

Permette di confrontare il livello di tossicità dei diversi congeneri,

appartenenti alla famiglia delle diossine, in relazione alla 2,3,7,8

TCDD.

TEQ: equivalente totale di tossicità valutato per confronto con la

tossicità della 2,3,7.8 TCDD; si calcola sommando la tossicità relativa

di ogni singolo congenere.

PCBdl: PCB dioxin-like. Sono 12 dei 209 congeneri dei PCB; si tratta

delle molecole “coplanari” che sono caratterizzati da

comportamento tossicologico analogo a quello delle

policlorodibenzodiossine.

Page 113: TESI LAURA ARIETTI

113

RINGRAZIAMENTI:

Vorrei ringraziare la professoressa Bontempi e ARPA Lombardia per

avermi dato la possibilità di realizzare questa tesi, ed in particolare

Stefano Tenini e Massimiliano Confalonieri, per i consigli ed il

prezioso aiuto fornitomi.