teoriacaricodipunta

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ITIS “G. Marconi” – Bari Corso di Meccanica Applic. e Macchine a Fluido Carico di Punta 4 a serale prof. Ing. Nazzareno Corigliano PAG. 1 Fig. 1 – a) tozza, b) snella a) b) Fig. 2 – Carico di Punta CARICO DI PUNTA GENERALITÀ Quando si studia la compressione si ricava l’equazione di stabilità A P = σ che, come si vede, non dipende dalla lunghezza dell’organo caricato. Ciò contrasta con l’esperienza, infatti, nei due casi della Fig. 1, il comportamento è diverso perché, nel caso b) in cui la trave è snella, cioè ha una lunghezza molto più grande della sua dimensione trasversale, un dimensionamento a sola compressione porterebbe a risultati pericolosamente errati giacché un minimo sbandamento laterale porterebbe al rapido collasso per la nascita di un momento flettente crescente con la deformazione (Fig. 2). Non ci troviamo più di fronte a semplice compressione ma ad una nova sollecitazione definita carico di punta. É ovvio che al momento esterno e P M e = la trave si oppone, per reazione elastica, con un momento interno i M ,sommatoria dei momenti delle singole tensioni σ di flessione, che, se è maggiore di e M raddrizza la trave al cessare del carico, altrimenti, si ha la rapida crisi della struttura. Per decidere se considerare o no il carico di punta, occorre valutare la snellezza λ della trave che dipende da due grandezze. La prima è il raggio d’inerzia minimo della sezione A della trave: A I i min min = (con min I momento d’inerzia minimo)

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  • ITIS G. Marconi Bari Corso di Meccanica Applic. e Macchine a Fluido Carico di Punta 4a serale prof. Ing. Nazzareno Corigliano

    PAG. 1

    Fig. 1 a) tozza, b) snella

    a)

    b)

    Fig. 2 Carico di Punta

    CARICO DI PUNTA

    GENERALIT

    Quando si studia la compressione si ricava lequazione di

    stabilit AP

    = che, come si vede, non dipende dalla

    lunghezza dellorgano caricato. Ci contrasta con lesperienza, infatti, nei due casi della Fig. 1, il comportamento diverso perch, nel caso b) in cui la trave snella, cio ha una lunghezza molto pi grande della sua

    dimensione trasversale, un dimensionamento a sola compressione porterebbe a risultati pericolosamente errati

    giacch un minimo sbandamento laterale porterebbe al rapido collasso per la nascita di un momento flettente crescente con la deformazione (Fig. 2). Non ci troviamo pi di fronte a semplice compressione ma ad una nova sollecitazione definita carico di punta.

    ovvio che al momento esterno ePM e = la trave si oppone, per reazione elastica, con un momento

    interno iM ,sommatoria dei momenti delle singole

    tensioni di flessione, che, se maggiore di eM

    raddrizza la trave al cessare del carico, altrimenti, si ha la rapida crisi della struttura.

    Per decidere se considerare o no il carico di punta, occorre valutare la snellezza della trave che dipende da due grandezze. La prima il raggio dinerzia minimo della sezione A della trave:

    AIi minmin = (con minI momento dinerzia minimo)

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    PAG. 2

    Fig. 3 Lunghezza libera dinflessione in base ai vincoli

    La seconda la lunghezza libera dinflessione 0l che dipende dalla lunghezza effettiva l della

    trave e dal tipo di vincoli secondo lo schema di Fig. 3, dove, per i casi c) (incastro-appoggio) e d) (incastro-incastro), i valori in parentesi vanno adottati in caso di notevole cedevolezza dei vincoli.

    Pertanto la snellezza si valuta con:

    min

    0

    il

    =

    Per piuttosto piccolo basta il calcolo a semplice compressione mentre quando grande occorre calcolare a carico di punta.

    Va fatto notare che, siccome per calcolare mini bisogna conoscere A , il problema si presta pi

    ad un calcolo di verifica che di progetto.

    FORMULA DI EULERO

    La teoria di Eulero porta al calcolo di un carico critico crF ricavato dalla condizione di

    equilibrio ei MM = :

    20

    min2

    lIEFcr

    =pi

    Se dividiamo entrambi i membri per la sezione della trave, avremo:

    20

    2min

    2

    20

    min2

    liE

    AlIE

    AFcr

    =

    =pipi

    e, detta A

    Fcrcr = la tensione critica, avremo

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    PAG. 3

    2

    2

    pi

    E

    cr

    =

    Per la verifica potremmo o imporre che il carico massimo F non superi quello critico diviso il grado di sicurezza

    n

    FF cr

    o imporre che la tensione massima non superi quella critica diviso il grado di sicurezza

    n

    cr

    Per n possiamo adottare: 53 =n

    per ferro e acciaio

    87 =n per la ghisa

    119 =n per il legno

    che devono essere moltiplicati per 23 in caso di carico dinamico.

    importante notare che la formula di Eulero non limitata inferiormente nel senso che, per valori molto piccoli di 0l o di snellezza , si potrebbero accettare carichi critici o tensioni

    critiche molto grandi e addirittura superiori a quelli ammessi per la semplice resistenza a

    compressione. Se introduciamo nella formula del cr il limite di elasticit del materiale e ,

    possiamo ricavare, per ogni materiale, una snellezza limite lim al di sotto della quale i risultati forniti dalla formula di Eulero non sono accettabili:

    e

    E

    pi =lim

    Per gli acciai tale valore limite approssimativamente 100lim . Quindi, per gli acciai, per 100 si pu usare la formula di Eulero; per 20 sufficiente il calcolo a semplice

    compressione mentre, per 10020

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    PAG. 4

    Fig. 4 Tensioni ammissibili sperimentali in funzione della snellezza

    ALTRI METODI

    Si accenna brevemente ad altri metodi di calcolo: 1. FORMULA DI RENKINE propone un carico di sicurezza ridotto

    21

    +=

    ampk

    dove am il carico di sicurezza a compressione e un coefficiente che assume i

    seguenti valori: per gli acciai 0002,000015,00001,0 = a secondo che la

    snellezza sia bassa, media o alta; per la ghisa 0006,00002,0 = ; per il cemento armato

    00015,00001,0 = .

    La formula di Renkine vale per qualunque valore di .

    2. IL METODO , previsto dalla normativa tedesca, propone un carico di sicurezza ridotto

    amk =

    dove am il carico di sicurezza a compressione e un coefficiente numerico tabellato e

    variabile con la natura del materiale e con la snellezza.