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Sugli apostoli riuniti scende la luce dello Spirito Santo. È l'inizio della loro missione: andare per il mondo a predicare e diffondere il vangelo.

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Sugli apostoli riuniti scende la lucedello Spirito Santo. È l'inizio della loromissione: andare per il mondo apredicare e diffondere il vangelo.

Carissimi Amici di Terra Santa, siamo anzitutto lieti di offrirvi, in questo nostro terzo numero di Eco 2011, un com-pendio del 22° Congresso Amici di Terra Santa. Anche dagli echi pervenutici, siamoindotti a credere che esso sia davvero ben riuscito, abbia suscitato interesse e ammi-razione. Siamone grati al Signore! Proprio in considerazione di questo abbiamo vo-luto riportarne quasi al completo le tre relazioni: quella mia (padre Aldo) dagli Attidegli Apostoli, del presidente Ivano Cavallaro sulla preoccupante riduzione odiernadella presenza cristiana in Terra Santa e la terza del vicepresidente Gianfranco Tra-buio, sul recente Sinodo dei Vescovi mediorientali. Ciò detto passo subito al secondoargomento pure importante. Iniziando dal prossimo anno, anche il nostro Commissa-riato di T.S. e lo stesso movimento Amici di Terra Santa del Triveneto, andranno in-contro ad un nuovo ridimensionamento derivante dal progetto di fondere in una solaprovincia francescana le 6 attuali provincie dei Frati Minori dell’Alta Italia.Logicamente anche il nostro Movimento avrà bisogno di una sua ricollocazione e diopportuni aggiornamenti. È ciò che attendiamo di poter fare nei prossimi mesi pertrovarci pronti a conferire una opportuna innovazione anche al nostro Movimento.Nel frattempo dovremo procurare di portare a termine gli impegni già programmatinel corrente anno:1. - il prossimo pellegrinaggio in Terra Santa e Giordania (15-22 Settembre 2011);2. - il pellegrinaggio ai Santuari Francescani di Assisi, la Verna e santuari di Valle

Reatina (Greccio, Fontecolombo, la Foresta, Poggiobustone…);3, - la prossima veglia Natalizia di Domenica 18 Dicembre (con qualche innovazio-

ne rispetto all’anno precedente).Carissimi, nell’inviarvi il presente numero di ECO ho voluto riservarvi anche una sor-presa, includendo nella busta, assieme alla rivista, anche un opuscoletto di spiritua-lità: la Memoria di mia sorella Suor Donatella che molti di voi hanno conosciu-to negli incontri e congressi degli ATS. Ve ne faccio omaggio e… ne acclu-do il contocorrente postale per chi desiderasse aiutarmi ad estinguere lespese tipografiche. Con l’augurio che detta Memoria sia di benedizio-ne e di grande aiuto spirituale a tutti.

Vostro padre Aldo

Lettera del padre Direttore

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Una nuova catechesiper gli Amici di Terra Santa sulla:

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“Ecco, io vengo a fare la tua volontà”(Eb 10,9).È, questo, un versetto del Salmo 40,che l’autore della lettera agli Ebreimette sulle labbra del Figlio di Dio indialogo con il Padre. L’autore vuolesottolineare in questo modo l’amorecon il quale il Figlio di Dio si è fattouomo per compiere l’opera della re-denzione in obbedienza alla volontàdel Padre.Queste parole fanno parte di un conte-sto nel quale l’autore vuole dimostrarel’infinita superiorità del sacrificio diGesù rispetto ai sacrifici dell’anticaLegge. A differenza di questi ultimi,nei quali venivano offerti a Dio comevittime di animali o comunque, coseesterne all’uomo, Gesù, spinto da unimmenso amore, durante la sua vitaterrena ha offerto al Padre la propriavolontà, tutto se stesso.

“Ecco, io vengo a fare la tua volontà”Questa Parola ci offre la chiave di let-tura della vita di Gesù, aiutandoci a co-

glierne l’aspetto più profondo ed il fi-lo d’oro che lega tutte le tappe dellasua esistenza terrena: la sua infanzia, lasua vita nascosta, le tentazioni, le suescelte, la sua attività pubblica, fino al-la morte sulla croce. In ogni istante, inogni situazione Gesù ha cercato unacosa sola: compiere la volontà del Pa-dre; e l’ha compiuta in modo radicale,non facendo nulla fuori di essa e rifiu-tando anche le proposte più suggestiveche non fossero in pieno accordo conquella volontà.

“Ecco, io vengo a fare la tua volontà”Questa Parola ci fa comprendere lagrande lezione a cui mirava tutta la vi-ta di Gesù. E cioè che la cosa più im-portante è il compiere non già la no-stra, ma la volontà del Padre; rendercicapaci di dire di no a noi stessi per di-re di sì a Lui.Il vero amore a Dio non consiste nellebelle parole, idee e sentimenti, ma nel-l’obbedienza effettiva ai suoi coman-damenti. Il sacrificio di lode, che Egli

Parola di vita

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si aspetta da noi, è l’offerta amorosafatta a Lui di ciò che abbiamo di più in-timo, di ciò che più ci appartiene: lanostra volontà.

“Ecco, io vengo a fare la tua volontà”Come vivremo allora la Parola di Vitain questo mese? Anche questa è unadelle parole che mette più in evidenzal’aspetto controcorrente del Vangelo,in quanto si contrappone alla nostratendenza più radicata: cercare la nostravolontà, seguire i nostri istinti, i nostrisentimenti.Questa Parola è anche una delle piè ur-tanti per l’uomo moderno. Viviamonell’epoca dell’esaltazione dell’io, del-l’autonomia della persona, della liber-tà come fine a se stessa, dell’autosod-disfazione come realizzazione dell’in-dividuo, del piacere considerato comeil criterio delle proprie scelte ed il se-greto della felicità. Ma conosciamo an-che le conseguenze disastrose a cuiquesta cultura conduce.Orbene, a questa cultura fondata sullaricerca della propria volontà, si con-trappone quella di Gesù, totalmenteorientata al compimento della volontàdi Dio, con gli effetti meravigliosi cheEgli ci assicura.Cercheremo allora di vivere la Paroladi questo mese scegliendo anche noi lavolontà del Padre, facendone cioè, co-me ha fatto Gesù, la norma ed il mo-vente di tutta la nostra vita. Ci avven-

tureremo verso una divina avventura dicui saremo eternamente grati a Dio.Per essa ci faremo santi e irradieremol’amore di Dio in molti cuori.

Chiara Lubich

Parola di vita, dicembre 1991,pubblicata in Città Nuova,

1991/22, p. 34-35.

Questo commento alla Parola di vitasi trova anche nel quindicinale

CITTÀ NUOVAcon testimonianze di giovani e adulti

che nel vangelo trovano una luceper contribuire al dialogo

fra le diverse culturee orientare il loro agire quotidiano

alla fraternità e alla pace.

Info:Centro Mariapoli Chiara Lubich

Cadine (Trento)Telefono 0461.866.170

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Domenica, 5 Giugno, Ascensione delSignore Gesù, gli Amici di Terra Santadel Triveneto, in gran numero si sonoritrovati a Treviso per la celebrazionedel loro 22° Congresso.È un momento di incontro che permet-te di approfondire la conoscenza del-la Terra Sante e dei suoi gravi proble-

mi, di rinforzare i legami che unisco-no gli Amici, di rinnovare lo spirito diappartenenza.Presiede padre Aldo Tonini con la gra-dita presenza di padre Maurizio, par-roco e superiore del Convento checon la sua forte voce intona il “VeniCreator Spiritus”.

22°Congresso ATS Triveneto

Treviso - Domenica 5 Giugno 2011 - Ascensione del Signore

BREVE CRONACA

SolenneConcelebrazionedell’Ascensionepresieduta dalM.R.P. provinciale,con accanto padreMaurizio Vanti epadre Aldo Tonini.

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Tema del Congresso è la sofferta pre-senza delle Chiese cristiane ed in par-ticolare della Chiesa Cattolica in TerraSanta e in tutto il Medio Oriente. Pa-dre Aldo presenta la nascita delle pri-me Comunità ad opera degli Apostoli.Il prof. Cavallaro illustra la grave situa-zione presente che coinvolge tutte leChiese Cristiane mediorientali in par-ticolare quelle di Palestina. E infine ilprof. Trabuio ci parla delle preoccupa-zioni ma anche delle grandi speranzeemerse dallo specialissimo Sinodo deiVescovi del Medio Oriente tenutosi aRoma nell’ottobre scorso.Le tre profonde relazioni vengonoesposte qui di seguito per esteso per-

ché possano essere oggetto di riflessio-ne da parte di tutti gli Amici del nostroMovimento.

A metà mattinata abbiamo la gioia del-la presenza del Padre Provinciale fra’Antonio Scabio che resterà un po’ connoi e presiederà la solenne celebrazio-ne della Santa Messa. Ci farà dono del-la sua parola nell’omelia invitandoci atenere gli occhi e il cuore rivolti al Cie-lo, ove Gesù ci precede, nella convin-zione che ogni giorno della nostra vi-ta è abitato da Dio così che l’ultimaparola non è la morte, ma la vita… nelCuore del Padre ove Lui, Gesù, ci at-tende.

Un folto gruppo di Amici di Terra Santa partecipa nella Chiesa Votiva alla solenneConcelebrazione dell’Ascensione presieduta dal padre Pronvinciale presidente del Congresso.

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Ci sentiamo profondamente uniti inun’intensa preghiera per i nostri fratel-li perseguitati e sofferenti. Il coro par-rocchiale accompagna e ravviva la Ce-lebrazione con i suoi bellissimi canti.Grazie a tutti i cantori ed al loro mae-stro. La pausa pranzo ci dà la possibi-lità di parlare con gli amici e di gioirefraternamente. Nel pomeriggio vienededicato un po’ di tempo ad alcune ri-flessioni, annunci di iniziative varie inattesa di una bellissima novità: la sacrarappresentazione de: “Le notti dellaVerna” di Italo Alighiero Chiusano,portata in scena dal Gruppo Teatro Ri-cerca di Mestre, diretto da FrancescoPinzoni. Nelle notti vissute alla Verna,Francesco rivive tutta la sua vita: gioie,fatiche, difficoltà, tentazioni e soffe-renze fino a che tutto si dissolve nellaPresenza di Gesù Crocifisso che gli fa“dono” delle Sue Piaghe. È stato unimmergerci in Francesco! Ne siamousciti profondamente commossi. Ungrande grazie ai bravissimi interpretied al loro regista. E ci salutiamo conquesta grande emozione nel cuore.Grazie, Padre Aldo perché “hai credu-to” in questo 22° Congresso e lo hairealizzato. Grazie al nostro Presidente,al vice Presidente, a fra Giacomo e atutti coloro che hanno collaborato perla riuscita dell’evento. E grazie a Giu-liana che, per non essere da meno delcarissimo Mario, ha voluto occuparsidel riuscitissimo pranzo. Grazie a tuttivoi, che, con entusiasmo, avete rispo-sto all’invito e … arrivederci al 23°Congresso!

Maria

Il fondatore del cristianesimo,Gesù di Nazareth, visse la suavita terrena in Palestina, ai con-

fini orientali dell’impero romano. Qui,in questo piccolo paese di profonda tra-dizione giudaica, arricchita di culturagreco-romana, egli diede la sua testimo-nianza e diffuse il suo messaggio. I libridell’Antico Testamento, alcuni testi li-turgici e dottrinali di quel tempo e scrit-tori come Filone di Alessandria e Giu-seppe Flavio ci aiutano a conoscerel’ambiente ebraico nel quale sbocciò laprima comunità cristiana. Le successivescoperte di nuovi manoscritti, fatte nel-le grotte del deserto di Giuda, vicino alMar Morto, hanno portato un preziosocontributo a questa conoscenza.

PRIMA RELAZIONE

La Chiesadi Gerusalemmedi padre Aldo Tonini

– Atti degli Apostoli –

“L’origine della Chiesa Madre diGerusalemme e delle altreprimitive comunità cristianedenominate anche“Apostoliche”…

Gesù di Nazareth e l’ambientegiudaico entro il quale venne daLui fondata la Chiesa Madre diGerusalemme.

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La storia della Chiesa dei primi tempi civiene tramandata dal Nuovo Testamen-to, specialmente dagli Atti (70-80 d.C.)e dalle lettere degli apostoli, da alcuniscritti giudeo-cristiani, come la «Dida-ché», dagli scritti dei padri apostolici eda storici come Eusebio di Cesarea. Tro-viamo pure notizie interessanti in alcuniautori romani come Plinio il Giovane,Tacito e Svetonio.Quando nacque Gesù, il mondo romanoera in pace sotto Ottaviano Augusto (29a.C. - 14 d.C.), mentre Erode il Grandeera re della Palestina, alle dipendenze diRoma. La Pentecoste, che segna l’iniziodella storia della Chiesa, avvenne nel30-31, mentre era imperatore Tiberio(14-37 d.C.), quando Ponzio Pilato eraprefetto della Giudea ed Erode Antipagovernatore della Galilea e della Perea.

La Pentecoste;

nel S. Cenacolo sul Monte SionLa forza dello Spirito Santo dà l’avvioalla Chiesa.

Come la storia di Cristo parte dall’Incar-nazione del Verbo nel seno di Maria ilgiorno dell’Annunciazione, nella casa diNazareth, così la storia della Chiesa ini-zia dall’avvento dello Spirito Santo suMaria e sugli apostoli nel Cenacolo aGerusalemme, il giorno della Penteco-ste. La Chiesa, preparata e voluta da Ge-sù stesso, suo Fondatore e Capo.La festa giudaica della Pentecoste eral’anniversario della rinnovazione del-l’alleanza, che Dio e il suo popolo ave-vano fatto per mezzo di Mosè, nel deser-to, sul monte Sinai, con il dono dellaLegge, la «magna charta» di tale allean-

ll padre Provinciale Antonio Scabio apre il 22° Congresso ATS. Gli sono accanto il superiore parroco p. Maurizio Vanti,

padre Aldo e la presidenza ATSI. Cavallaro e GF. Trabuio

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za. Il protagonista dell’evento del Cena-colo è lo Spirito Santo, colui che vienedall’unità perfetta del Padre e del Figlio,dono reciproco e vincolo di amore fra lo-ro, un solo Dio, un solo Amore con loro.Inviato da Gesù e dal Padre, egli viene aconfermare nel cuore di Maria e degliapostoli l’opera compiuta da Gesù, aconsolidare in loro e a promulgare permezzo loro la nuova alleanza di Dio contutta l’umanità nel sangue di Gesù, lanuova legge dell’amore reciproco e con-tinuo (cfr. Gv 14,34),Lo Spirito Santo si manifesta come unsoffio impetuoso, segno della forza vita-le che lancerà la Chiesa nascente «finoagli estremi confini della terra» (Atti1,8); si manifesta anche sotto forma di«lingue come di fuoco» (Atti 2,3), sim-bolo della presenza di Dio che trasforma

gli apostoli in testimoni intrepidi di Ge-sù risorto. La presenza di Maria in mez-zo ai discepoli è molto significativa (At-ti 1,14). La Madre, con la sua presenzapiena di amore, stringe sempre più i fra-telli di Gesù a sè e tra loro per farne unterreno propizio alla nuova effusione del-lo Spirito a servizio dell’intera famigliaumana. È sui Dodici assieme a Maria ead altri che lo Spirito Santo discende.Chiamati da Gesù a seguirlo e da lui for-mati, essi sono poi scelti fra i discepoliper diventare suoi apostoli, cioè per esse-re investiti della missione di continuarevisibilmente la presenza di Gesù, mae-stro, sacerdote e pastore. Infatti gli apo-stoli, con Pietro a capo, avevano già rice-vuto la missione di testimoniare larisurrezione e il potere di mettere gli uo-mini in contatto con questo mistero di

Un primo gruppo di Amici di Terra Santaascolta con attenzione le tre relazionisulla Terra Santa.

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salvezza, ma soltanto dopo la Pentecoste,«rivestiti di potenza dall’alto» (Lc24,49), cioè pieni dell’amore divino, es-si cominceranno ad esercitare la loromissione. Con Maria e i Dodici ci sonoanche le «donne», che vivono con lei eaiutano il gruppo apostolico, e i «fratel-li» di Gesù cioè i suoi cugini, anch’essidiventati discepoli del Maestro (cfr Atti1,14; 2,1). Così, nell’avvento inizialedella Chiesa, c’è il nucleo completo delcorpo mistico. Tutti gli sviluppi futuri sa-ranno altrettante ramificazioni di questonucleo costitutivo della prima comunitàcristiana, la comunità di Gerusalemme.

L’annuncio di PietroLa festa giudaica della Pentecoste avevaattirato a Gerusalemme una grande fol-la. Per questo la predicazione degli apo-stoli ottiene subito una grande risonan-za. È lì che Pietro, trasformato dallo

Spirito, si rivolge alla gente, rendendotestimonianza della risurrezione di Gesùe annunciando l’avvenimento della sal-vezza. «Uomini d’Israele – egli dice –ascoltate queste parole: Gesù di Naza-reth – uomo accreditato da Dio presso divoi per mezzo di miracoli, prodigi e se-gni, che Dio stesso operò fra di voi peropera sua, come voi ben sapete – dopoche, secondo il prestabilito disegno e laprescienza di Dio, fu consegnato a voi,voi l’avete inchiodato sulla croce permano di empi e l’avete ucciso… QuestoGesù, Dio l’ha risuscitato e noi tutti nesiamo testimoni» (Atti 2,22 - 23.32).Pietro è ascoltato specialmente dai Giu-dei della diaspora venuti a Gerusalemmein pellegrinaggio, e questo spiega la pre-senza di piccole comunità cristiane chesi incontrano a Damasco, Antiochia,Alessandria d’Egitto e a Roma fin daiprimi tempi del cristianesimo.

Un secondo gruppo di A.T.S. partecipanti al Congressorivelano vivo interesse nell’ascolto delle origini e di quella

che è l’attualità del cristianesimo in Terra Santa

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La vita delle prime comunitàcristiane

In un primo momento i Dodici stessi e icristiani, venuti dal giudaismo continua-no a partecipare alla vita religiosa del lo-ro popolo, ma dimostrano una mentalitàmolto diversa da quella degli «scribi efarisei». I cristiani sono prima di tutto at-tenti alla carità e alle disposizioni delcuore con la conversione continua alvangelo e contemporaneamente si prodi-gano a vivere la carità e ad allargare laloro fraternità con tutti anche con le per-sone tradizionalmente escluse dalla co-munità giudaica, come i Samaritani,l’eunuco della regina d’Etiopia e il cen-turione Cornelio. Così, pur rimanendofedeli alle pratiche religiose del popoloebraico, gli Apostoli danno l’avvio ad unnuovo culto religioso concentrato sullaPersona e l’insegnamento di Cristo daloro ritenuto “Figlio di Dio”.

Conclusione

Per concludere menzioniamo ed elen-chiamo alcune delle più antiche ed im-portanti comunità cristiane di epoca apo-stolica, dopo aver descritto la “ChiesaMadre di Gerusalemme”.1. Lidda (oggi Lod, vicina all’aeroportodi Tel Aviv). Una delle primissime co-munità apostoliche visitata da San Pie-tro, nel suo primo pellegrinaggio aposto-lico, ove compì anche un miracolo: laguarigione istantanea del paraliticoEnea… Lo videro perfettamente guaritogli abitanti di Lidda e del Sharon e siconvertirono al Signore.

2. Joppe (Giaffa): seconda comunità cri-stiana visitata da San Pietro ove risusci-tò Tabità e ove vide scendere per tre vol-te dal cielo un lenzuolo carico dianimali, anche proibiti dalla Legge, eudì la voce: “Pietro uccidi e mangia”…contenente l’ordine di evangelizzare,convertire ed accogliere nella Chiesa an-che i pagani.

3, Cesarea Marittima: ove pure Pietroè invitato dal centurione Cornelio adevangelizzare, convertire e battezzaretutto il suo casato. Ove lo Spirito Santoscende sulla Famiglia di Cornelio ancorprima di ricevere il battesimo. Ha cosìinizio la prima famiglia cristiana conver-tita dal paganesimo.

4. La Samaria: visitata ed evangelizza-ta dal diacono Filippo che vi compì mol-ti miracoli e ove giunsero in seguito gliApostoli Pietro e Giovanni ad imporre lemani sui battezzati (con il battesimo delBattista…) facendo scendere su di lorolo Spirito Santo.

5, Antiochia di Siria: evangelizzata daSan Paolo e Barnaba chiesa ripiena di ca-rismi, di vita cristiana e di apostolato so-prattutto dopo i viaggi apostolici di Pao-lo e Barnaba in Asia Minore ed Europa.

6, Roma capitale dell’Impero Romanoove San Pietro trasporterà la sua secon-da Sede Apostolica (da Antiochia…) edove subiranno il martirio sia San Pietroche San Paolo divenendo Roma, ancheper questo e per secoli la capitale anchedel mondo Cristiano.

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La crisi attuale della presenza cri-stiana in Palestina non ha moltiprecedenti nei pur difficili seco-

li del passato. Prova ne sia il fatto che,quando gli inglesi raggiunsero Gerusa-lemme nel 1917, trovarono nel territo-rio una presenza cristiana che superavail quarto della popolazione globale, atte-standosi sul 26%. Oggi a fatica in quel-lo stesso territorio si sfiora il 2%.

Un primo tracollo si ebbe con il profu-gato dei palestinesi dopo la guerra del1948, quando fu costituito lo stato diIsraele.Per un ventennio circa si vagheggiò, a li-vello di Nazioni Unite, la costituzioneanche di uno stato palestinese accanto aquello israeliano, ma questa illusionetramontò per sempre con la guerra dettadei Sei Giorni del 1967, guerra che non

SECONDA RELAZIONE

La crisi della presenza cristianaoggi in Terra Santaa cura del prof. Ivano Cavallaro

ll Presidente Amici di Terra Santa,prof. Ivano Cavallaro dà inizio

alla seconda relazione.

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è mai stata effettivamente conclusa conun vero trattato di pace: chi lo avessetentato, come l’egiziano Sadat o l’israe-liano Rabin, venne ucciso. Non si ebbesubito un secondo profugato di massa,come nel 1948, ma da allora cominciòuna emigrazione palestinese che via viasi è andata aggravando: da quando sonocominciati i massicci insediamenti israe-liani, per ebrei provenienti soprattuttodalla Russia; da quando si sono fattegrandi strade interne vietate ai residenti;da quando la zona è stata frazionata incentinaia di posti di blocco; da quandoparte del territorio palestinese, con il pri-mo marzo del 2004, è stato “sbocconcel-lato” e inglobato da un muro che, tral’altro, impedisce agli abitanti di Bet-lemme di andare a lavorare a Gerusa-lemme, come prima avveniva. Così i cri-stiani maschi emigrano in terre chelontanissime (come il Canada, dove sta

sorgendo una Nuova Betlemme) e le ra-gazze cristiane restano come spose dimusulmani, diventando musulmane an-ch’esse. Nell’area mediorientale, una se-conda analoga tragedia è stata portatadalle due guerre del Golfo nel 1991 e del2003 in Irak, guerre che hanno portato ilCorano al posto del Vangelo. Meglio in-vece vanno le cose in Siria e soprattuttoin Libano dove in Parlamento, cristiani emusulmani concordi, hanno proclamatofesta nazionale il 25 marzo, ricorrenzaliturgica della Annunciazione: in onoredella Madonna, di cui anche i musulma-ni sono devotissimi (e puniscono con ilcarcere che la offende).Al termine del loro ventiduesimo Con-gresso, gli “Amici di Terra Santa” delTriveneto hanno potuto assistere ad unastraordinaria sacra rappresentazione, checostituiva contemporaneamente il testa-mento spirituale di san Francesco d’As-

ll congresso è in ascolto della splendida eprofonda omelia tenuta dal padre Provinciale

durnate la Santa Messa.

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sisi e del suo ammiratore ed imitatore difine Novecento, il grande germanista Ita-lo Alighiero Chiusano. San Francesco, diritorno dalla Terra Santa, lascia ad altri lecure e la direzione dell’Ordine per ritirar-si in una vita contemplativa che raggiun-ge il suo culmine nel romitorio del mon-te Verna, in terra toscana. Qui ilPoverello non solo riceverà le stimmate,ma anche dovrà trascorrere delle profon-de ed oscurissime notti dell’anima: dacui il titolo della drammatizzazione. Egliinfatti rivede ad una ad una le varie fasidella sua vita e incontra di nuovo mental-mente, i personaggi più importanti che l’-hanno caratterizzata. E, a poco a poco, lasua meditazione si trasforma in qualcosadi molto simile a quella che era stata l’a-gonia di Gesù nell’Orto degli Ulivi. O,quanto meno, nel suo animo vi è un al-ternarsi di momenti sereni e di fasi digrande sconforto. Sereni sono i momen-ti in cui gli ricompaiono nella memoria ifruttuosi rapporti con la gerarchia eccle-

siastica: il Cardinale Ugolino che, da Pa-pa, lo canonizzerà e i due Papi, Innocen-zo III e Onorio III, che hanno approvatola sua regola. Ovviamente è rasserenan-te anche il suo ricordo di Chiara. Ma al-tre immagini gli recano un profondosconforto: compresa quella di alcuni suoifrati, in difficoltà a capire la severità del-la Regola voluta dal Santo. E poi lo ama-reggia il fatto di non essere riuscito a por-tare la pace in campo crociato, vedendonel concetto stesso di guerra la negazio-ne del Vangelo e del suo sforzo di viver-lo. Anche dall’incontro con il sultanoFrancesco si aspettava di più. E poi lotormentano delle visioni di un futuro del-la Chiesa cui la sua opera sembra non ri-uscire a portare a salvezza: ed ecco allo-ra lacerazioni e conflitti, che soprattuttotroveranno il loro vertice nel distacco daRoma delle popolazioni germaniche adopera di Lutero, e che forse si sarebberopotuti evitare. Poi arrivano le stimmate,ma anche queste lo sono.

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Un caloroso benvenuto alle auto-rità religiose presenti: fra Anto-nio Scabio, padre provinciale

dei frati minori; fra Maurizio Vanti,guardiano del convento e parroco dellaChiesa Votiva dedicata alla MadonnaAusiliatrice della quale la Chiesa Catto-lica ha ricordato la memoria liturgica il24 maggio scorso.Non a caso cito questo riferimento litur-gico, perché c’è un legame logico tra il

tema trattato durante il 21° Congressodegli Amici di Terra Santa l’anno scor-so, e il tema di quest’anno. L’anno scor-so abbiamo centrato la nostra attenzionesul ruolo di Francesco nell’incontro colsultano Malik al Kamil durante le vicis-situdini belliche legate alla quinta cro-ciata, abbiamo approfondito il carismamissionario, specifico verso i musulma-ni, voluto da Francesco; abbiamo vistocome nella regola, approvata dal papa

TERZA RELAZIONE

Il Sinodo dei vescovimediorientalia cura del prof. Gianfranco Trabuio

ll vice-Presidente degli Amici di Terra Santa,prof. Gianfranco Trabuio mentre espone

la sua relazione ai congressisti.

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Onorio III, Francesco avesse dato dispo-sizioni precise sul comportamento che ifrati dovevano osservare quando si reca-vano tra i “saraceni”, e come sappiamobene il titolo della Madonna “AuxiliumChristianorum” lo portò nelle litanie lau-retane il papa san Pio V, in occasionedella vittoria di Lepanto, 7 ottobre 1571,il Papa aveva invitato tutta la cristianitàa pregare la Madonna col rosario per im-pedire che gli eserciti turchi conquistas-sero l’Europa cristiana.Oggi, invece, analizziamo i risultati delrecente Sinodo dei vescovi della Chie-

sa Cattolica dei paesi medio orientali,

tenutosi a Roma, in Vaticano, dal 10 al

24 ottobre 2010. Sinodo che è stato vo-luto dal Papa Benedetto XVI dopo il suopellegrinaggio in Terra Santa e in Gior-dania durante il mese di maggio del2009. In quella circostanza il Papa haavuto modo di vivere dal di dentro lecondizioni dei fedeli e delle chiese cat-toliche in quelle terre, ne ha conosciuto

le sofferenze, le angosce ma anche leenormi potenzialità. Così, dopo aver de-finito con i suoi collaboratori l’instru-mentum laboris (la pista di lavoro del Si-nodo) contenente tutti gli argomenti datrattare, dopo un anno di lavoro nei sin-goli episcopati, ecco la sessione plenariaromana, della quale oggi vedremo alcu-ni risultati emblematici.Intanto vediamo il significato del termi-ne “Sinodo”. Deriva dal greco “synodos”, che vuol dire “camminare assie-me”. Già questa espressione mette in evi-denza la potenzialità dell’evento. Se leparole hanno in loro stesse la forza dievocare sentimenti e passioni, non c’èdubbio che sinodo dà la direzione di mar-cia dentro al quale interagiscono gli atto-ri che devono muoversi sulle indicazionidel papa per andare insieme nel mondo atestimoniare la “Parola di Cristo”.A questa assemblea hanno partecipato lesette Chiese Cattoliche del medio

oriente: rito latino; rito maronita; rito si-

Sfilata dei Vescovimediorientali al Sinodo

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riaco-malabarese; rito armeno; rito cop-to; rito caldeo; rito greco-melkita. Giàquesto elenco di chiese ci fa capire qua-le sia la ricchezza della presenza cattoli-ca in quei territori, chiesa radicata nelleorigini della predicazione apostolica deidiscepoli di Gesù: in Israele, in Egitto, inLibano, in Siria, in Iraq, in Iran, nella pe-nisola Arabica.È indispensabile fare questo riferimentostorico: i cattolici sono presenti in quel-le terre dai tempi degli apostoli, 2000 an-ni fa. E allora, è sempre più urgente e ne-cessario che almeno i cattolici dellenostre terre conoscano la storia dellaChiesa delle origini. Ricordiamolo chela storia dell’uomo da 2000 anni a que-sta parte ruota attorno alle guerre e allepersecuzioni contro la Chiesa cattolica:“hanno perseguitato me, perseguiteran-no anche voi”.Al Sinodo hanno partecipato come udi-tori David Rosen, rabbino di Gerusalem-me, Muhammad al-Sammak consiglierepolitico e religioso del gran mufti dellaRepubblica libanese, un ayatollah ira-niano, Seyed Mostafa Mohaghegh Ah-madabadi, professore della Facoltà diDiritto dell’Università “Shahid Behesh-ti di Teheran e membro dell’Accademiairaniana delle Scienze.Anche questo è lo stile della Chiesa diRoma: apertura e trasparenza per evita-re manipolazioni giornalistiche delleagenzie che tentano sempre di mettere incattiva luce l’operato del Papa e dei suoicollaboratori.Come abbiamo visto nel congresso pre-cedente, il problema che risulta in mododrammatico è la convivenza degli abi-

tanti cattolici e cristiani in generale equelli musulmani o ebrei. Le vicissitudi-ni dei nostri fratelli nella fede in Gesù inquelle terre dove le chiese vengono bru-ciate, i fedeli uccisi e perseguitati soloperché cristiani, non scuote più di tantole comunità cristiane europee.Tra le gerarchie cattoliche, oltre al Papa,a qualche vescovo e a qualche cardinale,sono troppo pochi quelli che si spendononella difesa della presenza cristiana inmedio oriente. Il risultato è che, peresempio, nelle nostre comunità non sipuò parlare di Islam e della necessità del-la conoscenza di questa religione, perchéesiste un complesso di inferiorità da par-te delle gerarchie che non riescono nean-che a smuovere le comunità sulla urgen-za della conoscenza dell’antropologiaculturale islamica. I nostri vescovi, e inostri parroci sembrano molto interessa-ti al tema del dialogo con l’Islam, ma loconcepiscono come rapporto nella vitasociale, nella vita di relazione quotidiananon come dialogo tra due religioni chehanno ovvie implicazioni nella vita so-ciale. Anzi, hanno forse capito che è me-glio non intrigarsi su questioni religiose,meglio non far capire o far sapere cosadice Cristo e il suo vangelo.

Vescovi Sinodali

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I risultati sono a volte drammatici, bastipensare ai matrimoni misti e alla vita chedevono fare le nostre donne sposate aimusulmani.Ancora, basta leggere i giornali per ren-dersi conto come anche la famosa magi-stratura italiana ormai non condanni piùle violenze che vengono attuate sullemogli e sulle figlie islamiche, perchéfanno parte della loro cultura, e se la lo-ro Legge consente queste violenze non èil caso di condannarle.Si sta introducendo nella nostra patria deldiritto la “Legislazione Shaaritica” e noiosserviamo sgomenti queste situazioni,sia come credenti, che come cittadini. Lacapacità di comprensione del fenomenodell’immigrazione islamica è molto ri-dotta e sottovalutata, sempre dai nostrivescovi e dai nostri parroci. Basti pensa-re al tema della costruzione delle mo-schee, banalmente e stupidamente para-gonate a luoghi di culto, per cui è giustoe doveroso concedere ai musulmani lacostruzione dei loro luoghi di aggrega-zione sociale, salvo rendersi conto, dopoestenuanti indagini delle forze dell’ordi-ne, che sono luoghi di indottrinamentopolitico e a volte con finalità eversive,

come è stato ampiamente dimostrato dal-le indagini e dai processi. Perchè ho fat-to questo excursus sulle nostre difficoltàdi relazione con l’Islam? Perché propriocon l’Islam il rapporto è difficile e pro-blematico, perché per l’Islam non esisteseparazione tra la vita civile e la vita re-ligiosa, non esiste la libertà di religione,non esiste la libertà di coscienza. Anzi,chi cambia religione deve essere uccisosenza appello. Ecco perché è indispensa-bile conoscere il modo di pensare deimusulmani e di come concepiscano la vi-ta civile, le relazioni sociali, la legislazio-ne dello Stato. Chi non conosce questi fe-nomeni è bene che si documenti, efintantoché non li ha assimilati che stiazitto e umilmente si metta in ricerca. Ilquadro che ho evidenziato lo dovete ap-plicare alle comunità cristiane e cattoli-che dei paesi del Medio Oriente, e allo-ra, forse, riuscirete a percepire quali sonole loro difficoltà le loro sofferenze nellavita quotidiana. Forse riuscite a com-prendere perché i nostri fratelli nella fe-de, appena possono fuggono verso paesipiù ospitali dove rifarsi una vita senzal’incubo della persecuzione e dell’esclu-sione sociale. I fedeli sono le pietre vivedi quelle comunità, ma se le pietre vivese ne vanno rimangono le pietre morte, enon si costruisce più niente in quelle ter-re. I nostri fratelli nella fede se ne sonoandati a milioni, se facciamo i conti, daquando si sono scatenate le guerre controlo Stato di Israele e quelle successive fi-no alle più recenti. Dal Libano, dalla Pa-lestina, dalla Siria, dalla Giordania, dal-l’Iran e dall’Egitto. Hanno fondato cittànuove in Canada, negli USA, in Austra-

Metropolita con Vescovi Sinodali

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lia, in America del Sud con i nomi diNuova Betlemme, Nuova Nazareth,Nuova Gerico, Nuova Hebron, e così viagiusto per citare le più famose. Ecco per-ché il papa Benedetto XVI ha indetto ilSinodo delle Chiese del Medio Oriente,proprio per mettere a punto insieme coni vescovi delle linee operative di lavoroper fermare l’esodo e per sviluppare undialogo che appare sempre più difficile,sia con le autorità islamiche sia con quel-le ebraiche.I cristiani sono gli unici fedeli in grado didialogare con tutti, perché Cristo stesso ela sua dottrina forgiano quella culturadialogante che è l’unico strumento diconvivenza. I cristiani, grazie alle loroscuole e alla loro università, frequentateanche dai fedeli di altre religioni, forma-no una classe dirigente di altissimo livel-

lo che se viene a mancare, tutta la comu-nità si impoverisce. Questo lo sanno sialo Stato di Israele che l’Autorità Palesti-nese, come gli altri stati. Ma l’odio con-tro Cristo e i suoi fedeli è talmente vio-lento, che i fondamentalisti di questeriflessioni ne fanno volentieri a meno.Il Papa ha voluto questo Sinodo per ma-nifestare nel modo più forte possibile lavicinanza della Chiesa di Roma allechiese sorelle nel martirio e nella soffe-renza. Il Sinodo ha portato un messaggiodi incoraggiamento a quelle popolazionicosì provate: siate pietre vive per la vo-stra terra, la Chiesa di Roma vi aiuta enon vi dimentica!“Gerusalemme, Gerusalemme, chi saliràsul tuo monte santo?” Questa è la do-manda del salmista, ed è da questa do-manda che bisogna partire per compren-

Al Congresso, tra gli addobbidell’altare, anche dei bambini.

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dere da dove bisogna iniziare il dialogotra le tre religioni che in Gerusalemmehanno eletto la loro santa sede. Gli ebrei,perché a Gerusalemme c’era il tempio diDio; i cristiani, perché a Gerusalemme siè compiuta la redenzione dell’umanità; imusulmani, perché ricordano la salitanotturna di Maometto al cielo per incon-trare i profeti. È noto a chi si occupa dipolitica e di religione che la situazionedel problema della configurazione giuri-dica di Gerusalemme è la chiave di vol-ta della convivenza della pace tra le re-ligioni di quella terra.Tempo fa ho scritto questa poesia, sottoforma di preghiera:

GerusalemmeGerusalemme

chi salirà sul tuo monte santo?da dove arriveranno le tribù di Israele,le genti della stirpe di Davide,i popoli della progenie di Ismaele?Là sul tuo monte santotutti i popoli canteranno le tue lodi.ma quando Signore?Quanto ancora dovremo patireper poter insieme pregare?

Tu mandi il tuo figlioma nessuno lo accogliee parla di pacee parla di amoree parla di perdonoma noi siamo sordinessuno lo ascolta.

Gesù per questo Nataleritorna nella tua terranella grotta di Betlemmemanda ancora i tuoi angelimessaggeri di pacea noi popoli errantiche si convertano i cuoriche germini la speranzatutti aspettiamo il tuo amore.

I vescovi sinodali hanno presentato alPapa le loro conclusioni in un documen-to che segnerà per gli anni a venire ilmodello di comportamento delle chiesecattoliche del medio oriente. Questo do-cumento è costituito da 44 proposizioninelle quali sono indicate puntualmentele piste di lavoro per quelle comunità.Però, quelle 44 proposizioni sono valideanche per noi che abbiamo a cuore la vi-ta dei nostri fratelli nella fede, per noiche amiamo la Terra Santa quelle indica-zioni sono preziose perché da sole costi-tuiscono una chiave di lettura della si-tuazione sociale e religiosa, e ciconsentono di operare dall’Italia per ilbene dei nostri fratelli nella sofferenza.In particolare, per noi, operatori e colla-boratori della Custodia Francescana diTerra Santa, c’è un ulteriore impegno.Vedete, al Sinodo hanno partecipato ivescovi delle Chiese Cattoliche, ma haanche partecipato il nostro padre Custo-de, fra Pierbattista Pizzaballa. Il ruolodella Custodia Francescana nella tessitu-ra del dialogo tra Islam ed Ebraismo èstrategica ed essenziale. È dal CapitoloGenerale dei frati francescani del 1217che Francesco ha eletto perla di tutte leprovincie quella orientale. È dal 1218

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che i frati francescani sono su quelle ter-re per difendere la cristianità dei luoghiche hanno visto scorrere la vita di Gesù,dalla nascita a Betlemme, alla vita pub-blica, dalla Galilea alla Samaria, dallaGiordania alla Giudea, dove sarà uccisoe dove risorgerà. È Francesco che ha in-segnato ai suoi frati e a noi tutti come cisi rapporta con i musulmani. La violen-za genera violenza, solo la pace può pro-vocare la pace. La storia di 2000 anni dicristianesimo ci insegna questo: i segua-ci di Gesù saranno sempre perseguitati eanche uccisi, ma non c’è alternativa chequella di parlare ai cuori dei violenti perla loro conversione.Dal papa Benedetto XVI abbiamo avutoun grande insegnamento qualche annofa, quando all’Università di Ratisbona haaffermato con decisione che non ci puòessere un dio che ordini di uccidere il cre-dente di un’altra religione. Certo, questaaffermazione ha fatto imbestialire i mu-sulmani e ha fatto arrabbiare anche mol-ti vescovi e pastori, abituati al quieto vi-vere. Però tra i responsabili politicidell’Islam, da quella lezione è iniziato un

percorso di avvicinamento alle posizionidel Papa. In particolare il Principe eredi-tario della Giordania e altri 137 esponen-ti di tutte le correnti musulmane hannoscritto una lunga lettera al Papa, procla-mando la loro disponibilità a cominciareun percorso di conoscenza reciproca invista della convivenza pacifica. Da dueanni è attiva una commissione mista cat-tolica e musulmana che si ritrova per co-struire ponti di dialogo. Tutta la Chiesa èinvitata a pregare per il successo di que-sta iniziativa, noi amici di Terra Santa,ancora di più, siamo sollecitati ad appro-fondire la dimensione storica e teologicadi questi eventi, per essere i più solerticollaboratori del Papa e del Custode diTerra Santa, con la convinzione che solola preghiera può unirci in questo sforzodi costruzione della pace tra le religionie tra i popoli. Emblematica è l’ultima“propositio” del Sinodo, la 44.ma, dedi-cata alla Vergine Maria:“Maria, la vergine di Nazareth, è model-lo perfetto di ascolto della Parola di Dioe figlia benedetta della nostra terra. Findall’inizio della storia cristiana la rifles-

Partecipantial pranzo del

22° CongressoAmici Terra Santa

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sione teologica nelle nostre chiese dioriente ha contribuito in maniera decisi-va a definire Maria con il nome stupen-do di Theotokos, Madre di Dio. Nelle li-turgie di tutte le nostre chiese la VergineMaria occupa un posto di eccellenza edè circondata dal singolare affetto di tut-to il popolo di Dio. Proprio questa figliadella nostra terra, che tutte le genti chia-mano beata, viene giustamente invocataquale Madre della Chiesa, soprattutto apartire dal Concilio ecumenico VaticanoII. Consapevoli degli speciali legami cheper disegno di Dio ci uniscono alla Ma-dre di Gesù, proponiamo che le nostrechiese, unite insieme e con atto comune,affidino tutto il Medio Oriente alla pro-tezione della Vergine Maria”.Ecco, cari amici di Terra Santa, il modopiù semplice e più efficace per pregare,affidare alla Madonna le nostre comuni-tà, lei Madre di misericordia ha a cuorela nostra salvezza.

Da almeno due secoli la Madonna ha de-ciso di farsi conoscere direttamente aiseguaci di Gesù, da Benedetta Rencou-rel sulle montagne del Laus in Francia,a Caterina Labouré a Parigi, da Massi-mino e Melania a La Salette, da Lucia ei suoi cugini a Fatima, alle nostre appa-rizioni italiane alle Ghiaie di Bonate, aCivitavecchia, fino a Medjugorje doveancora la Madonna continua a sollecitar-ci a seguire Gesù e non il mondo, chealacremente sta lavorando per distrugge-re la memoria di suo Figlio.La nostra fede sarà forte se continuere-mo a pregare per le pietre vive della ter-ra di Gesù, i segni non mancano. Pensia-mo solo a quanto stanno realizzando inquelle terre i famosi movimenti ecclesia-li, dai Focolarini, a Comunione e Libe-razione, al Rinnovamento nello Spirito,all’Unitalsi, ai Neocatecumenali. Tuttequeste realtà ecclesiali stanno lavorandointensamente per testimoniare cosa si-

Invitati al pranzofraterno del

22° Congresso

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gnifichi essere cristiani oggi nella terradi Gesù. E qui oggi non possiamo fare amono di ricordare l’artefice di questanuova pentecoste: il beato GiovanniPaolo II. È grazie alla sua santità e al suodiscernimento se lo Spirito Santo, oggi,sta lavorando con la freschezza dell’en-tusiasmo dei giovani dentro ai movi-menti ecclesiali per far crescere nuovegemme di fede in Terra Santa. Ricordia-molo bene che non saranno i nostri pro-grammi a salvare la chiesa ma innanzitutto l’opera di Dio che passa attraversola preghiera, la vita e la passione di tan-te persone. La missione della Custodiafrancescana di Terra Santa è semprequella: badare ai luoghi santi – le pietredella memoria – e alle pietre vive – lacomunità cristiana. Stare nei luoghi san-ti oggi non è popolare, perché si parlamolto di comunità, di assemblea, mentremarcare il territorio ha un’importanzache soprattutto in Medio Oriente è capi-tale. Quindi stare in quei luoghi anche senon ci va nessuno, anche se sono isola-ti, anche se non è gratificante. Semplice-mente stare lì e celebrarne la memoriacon la preghiera, innanzi tutto. E poi c’èlo stare con la comunità cristiana, con le

pietre vive perché la società sta cam-biando. In questi giorni a Rimini si tienel’incontro annuale del Rinnovamentonello Spirito italiano, e a Rimini il pa-triarca latino di Gerusalemme, FouadTwal, ha tenuto una testimonianza com-movente venerdì 3 giugno davanti a20.000 fedeli. Ha spiegato come vivonoi nostri fratelli nella fede in quei territo-ri, ha partecipato le sofferenze, le violen-ze e le umiliazioni di chi si trova a vive-re nei territori occupati della Palestina.Le sfide che si aprono oggi sono enormie di lunga portata per le conseguenzepossibili. Il mondo è in perenne movi-mento, l’economia e gli uomini sono co-involti in tanti processi di cambiamentoe il Medio Oriente rappresenta l’Incuba-tore del nostro futuro. Solo un esempioper capire le potenzialità del cambiamen-to: nella Penisola Arabica c’è la diocesipiù grande del mondo che raccoglie unmilione e trecentomila cattolici, in granparte immigrati indiani e filippini. Ebbe-ne a capo di questa diocesi c’è il vesco-vo Paul Hinder, frate francescano cap-puccino, e risiede ad Abu Dhabi, capitaledegli Emirati Arabi Uniti. Questo è soloun segnale per farci capire che la storia è

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in movimento e che il Signore della sto-ria lavora con i tempi che non sono i no-stri tempi, ma ci fa capire che il percor-so è segnato e che tutti noi siamoconvocati a partecipare su questo cam-mino che richiede la riscoperta della vo-cazione della Chiesa. Cari amici di TerraSanta, oggi è la festa dell’Ascensione,Gesù lascia nello sconforto i suoi disce-poli che rimarranno soli e increduli per lasua dipartita, non hanno capito molto be-ne chi sarebbe stato quel “consolatore”che il maestro aveva loro promesso. Eb-bene, tra sette giorni sarà Pentecoste, ri-cordiamo lo Spirito Santo che scenderàsui discepoli e provocherà la rivoluzionepiù importante e lunga della storia del-l’uomo. Invochiamo lo Spirito Santo sudi noi tutti, sul nostro movimento, sullenostre comunità. Preghiamo per averel’effusione abbondante dello Spirito difortezza, di sapienza, di temperanza.Non perdiamo l’occasione, quando ci sa-rà offerta, di partecipare con la prepara-zione necessaria alle cerimonie di effu-sione dello Spirito Santo. Tutti abbiamobisogno di una nuova Pentecoste nellanostra vita. Il nostro impegno per la Ter-

ra Santa richiede che tutti noi siamo ani-mati da questa novella Pentecoste. A que-sto proposito vorrei terminare con unpensiero di fra Pierbattista Pizzaballa,padre Custode.“Essere minoranza non deve impedircidi dare vibrante testimonianza di fede edi appartenenza, di fare proposte cultu-rali attente e forti, unico spazio di con-fronto nella nostra terra, essere mino-ranza non ci deve chiudere, ma aprircia nuove forme di creatività, che non so-lo sono permesse, ma a volte addirittu-ra attese dai fratelli di altre fedi. Perquanto riguarda il delicato e soffertoscenario politico, senza entrare in que-stioni delicate e già fin troppo discusseanche tra noi, desidero sottolinearequanto anche a noi stessi non è semprechiaro, e cioè che spetta a noi cristianidi Terra Santa, che non rivendichiamoterritori e posizioni di privilegio, di cu-stodire, mantenere visibile e gelosamen-te difendere in tutte le forme possibili ein tutte le sedi pubbliche il carattere an-che cristiano della Terra Santa e di Ge-rusalemme, che non è sempre scontatoe che forse non è sempre accolto”.

Il gruppetto A.T.S.di Cittadella (PD)attende il pranzo

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Sul finire dell’estate del1224, Francesco, stan-co e ammalato, dopoaver dato ai suoi fra-

ti la Regola, fa sosta al montedella Verna. All’età di quaranta-due anni, egli desidera iniziareun nuovo viaggio di intimità conil suo Signore. L’autore immagi-na che alla Verna, attraverso unaserie di sogni e rapide sequenze,Francesco riviva l’itinerario, talvoltadrammatico e doloroso, del suo amoreper Gesù, per la Chiesa, per i poveri. Ave-va rinunciato a guidare personalmente l’Or-dine da lui fondato, ora lo attendeva il culminedell’esperienza dell’amore: il dare la vita.Nelle sequenze che il testo ci propone interven-gono molte figure che hanno avuto una granderilevanza nell’esperienza di Francesco e, insie-me, nella vita della Chiesa. Per primi gli amiciche abbracciarono il suo ideale evangelico: frateLeone, frate Elia, che lo succedette nella guidadell’Ordine. Il colloquio con frate Elia è forsequello più drammatico di tutto il testo: France-sco avverte come l’amore radicale al messaggioevangelico, spesso, esiga il prezzo dell’incom-prensione e della sofferenza. Nei sogni di Fran-cesco compaiono subito la mamma: MadonnaPica (tenero è il ricordo che, in sogno, Francescorivive, rivedendosi bambino), e il papà: PietroBernardone. Francesco non esita a riconoscereche nella sua vita ci sono “legami” che superanoquelli di sangue. Il testo ci fa incontrare: Guido,il vescovo di Assisi che per primo difese e appog-giò le sue scelte; un mendicante che riassume ilrapporto che Francesco ebbe con Madonna Po-vertà e con gli ultimi del suo tempo. Intenso è pu-re l’incontro con Papa Innocenzo III, uomo digrande spirito mistico che, eletto papa all’età di

di Italo AlighieroChiusano

Il GruppoTeatro Ricerca

di Mestre in collaborazione con

Compagnia Teatrale Altinatedi Mogliano presenta

Le nottidella Verna

Fotogrammi dellaSacra rappresentazione

Parole di presentazione

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soli trentasei anni, nel 1209 dette un primoassenso orale all'Ordine Francescano. PapaInnocenzo aveva capito che l'insoddisfazio-ne e i problemi dei ceti più umili potevanoessere facile preda dei predicatori che diffon-devano movimenti ereticali in ampie fettedella popolazione. Innocenzo fu il primo acambiare il tradizionale sospetto verso gli or-dini popolari, iniziando una strategia di favo-re verso quelli che non mettevano in discus-sione l'autorità della gerarchia. Un altro Pa-pa incrocia il percorso di Francesco, OnorioIII, uomo di studio, insistette molto sul fattoche il Clero dovesse ricevere un'intensa for-mazione, in particolare in teologia. PapaOnorio, nel 1216, su richiesta di Francesco(il testo ci presenta proprio questo episodio)istituì la solennità del Perdono di Assisi e il29 novembre 1223, diede l'approvazionepontificia alla sua Regola. Nelle sequenze enei ricordi emerge la bella figura di Chiarad’Assisi che, affascinata dalla predicazione edall’esempio di Francesco, abbandonandocoraggiosamente la famiglia e i beni materia-li e affidandosi a Dio, volle dare vita a una fa-miglia di claustrali povere, immerse nellapreghiera per sé e per gli altri. E le “Clarisse”,ancor oggi, attraverso una vita cadenzata dalsilenzio e dalla preghiera, continuano la ri-cerca di “altissima povertà” iniziata da Fran-cesco e Chiara. Proprio la difesa della pover-tà fu il tema centrale della esperienza misti-ca di Chiara, del suo seguire Gesù, da cui leinon volle essere mai dispensata, nemmenodal Papa. Quando il Cardinale Ugoli-no,vescovo di Ostia, che ebbe sempre gran-de rispetto e protezione nei confronti di Fran-cesco, divenne a sua volta Papa con il nomedi Gregorio IX, e volle dare a Chiara una nuo-va regola che attenuava la povertà, lei nonaccettò sconti e il papa le concesse il “privi-legio della povertà”. Il Cardinale Ugolinoaiutò molto Francesco ad ottenere da PapaOnorio III l'approvazione della Regola per ilnascente Ordine Francescano. Una delle se-quenze del testo, ci fa incontrare anche que-st’uomo di Chiesa che, divenuto Papa, pro-clamò Santi: Francesco d’Assisi, Antonio da

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Padova e Domenico di Guzman. L’esperien-za delle Crociate, che Francesco accompa-gnò, ci pone anche a confronto con il Solda-no Malìk al Kamìl, fratello di Saladino. Go-vernò l'Egitto e la Siria e, per due volte nelcorso del suo Sultanato, fu impegnato a con-trastare i Crociati che, tentarono di riconqui-stare Gerusalemme. Egli negoziò anche conFrancesco d’Assisi, e Francesco, con paroled’amore, cercò di convertire lo stesso Solda-no. Nelle notti al monte della Verna, France-sco, si metterà a colloquio con altre figure,sebbene venute nella storia molto dopo ilsuo passaggio: Martin Lutero, il frate Agosti-niano che, con la sua riforma e il suo inse-gnamento principale: la giustificazione per lafede, determinò la frattura dell’unità dei cri-stiani e la formazione del protestantesimo eGirolamo Savonarola, il frate domenicanoche si scagliò con veemenza contro il degra-do morale della Chiesa e della Firenze delsuo tempo, tanto che fu processato per ere-sia e quindi messo al rogo. Una figura tene-brosa domina su tutte e tesse la trama delle“notti” di Francesco, mettendolo alla provacome Gesù durante i quaranta giorni nel de-serto. Non avremo difficoltà a riconoscerne itratti. Sulla scena, come nei drammi medie-vali, il Tentatore, il Notturno, dà corpo allalotta di sempre. Ma l’Atteso, il Signore, nontarda a venire. Alla Verna, nelle sue notti dipreghiera, di solitudine e di rapimento, Fran-cesco ebbe il coraggio di chiedere al Signo-re un po’ dell’amore e del dolore che il Sal-vatore aveva provato nei giorni della sua Pas-qua di Morte e Resurrezione. Francesco fuesaudito. Intorno alla Festa dell’Esaltazionedella Croce, il 14 settembre del 1224, il suocorpo fu segnato dalle stesse piaghe del Cro-cifisso.

(a cura di Adriano Spolaor)

L’AUTOREL’autore de Le notti della Verna è Italo Ali-ghiero Chiusano (1925-95), scrittore tra i piùqualificati dell’ultimo Novecento, che a SanFrancesco ha dedicato questo dramma, unadelle opere migliori scritte sul Poverello.

Telefono 0422.405.505Fax 0422.405.395e-mail: [email protected]: IT70 J033 5901 6001 00000009933C.C.P. n. 224303Aut. Trib. Treviso del 27.03.98R.S. n. 1056Spedizione in Abb. Postale

ANNO XXIVN. 3-2011 Giugno - Luglio - AgostoOrgano Ufficialedegli Amici di Terra Santadel TrivenetoConvento Chiesa VotivaVia S. Venier, 3431100 Treviso

Art. 2 Comma 20/cLegge 662/96 - Filiale di TrevisoDirettore responsabile:Dino BusoRedattore:padre Aldo Mario ToniniStampa: Grafiche Dipro, Roncade (Tv)

Basso Gabriellaved. Carlesso

N. 14.12.1936 - † 16.06.2011

“Resterai per sempre nei cuoredei tuoi cari”

Cara Gabriella, grazie per essere stataAmica fedele di Terra Santa, peraver sostenuto il nostro Gruppo

con la tua assidua presenza, con il tuo sorri-so, la tua generosità. Ora hai compiuto i tuoipellegrinaggi in Terra Santa con il vero pel-legrinaggio nella Gerusalemme Celeste: dalCuore del Padre ottienici costanza e dedizio-ne nella nostra missione.

Amici di Terra Santadi Bassano del Grappa

ATTIMIS

Alla porta del Convento:Santa Maria degli Angelidelle sorelle clarissesacramentine di Attimis (Ud)

acrostico di Ivano Cavallaro

a ricordo della sua visita con

padre Aldo, al monastero

delle sorelle Clarisse,

Domenica 11 marzo 2007.

ATTIMIS

scolto il canto degli uccelli e penso:

utto qui è pace, e dono del Signore

utto qui prega in serenità.

ntorno tutto tace e tutto canta

entre nel chiostro cantano le vergini:

nsieme cielo e terra ti ringraziano,

ignore, nostro amico e nostro sposo.