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FIABA DI MAURO NERI ILLUSTRAZIONI DI FULBER www.risparmiolandia.it Le avventure di GELLINDO GHIANDEDORO SPARMI E... RISPARMI 2 Fammi vedere come ti vesti... e ti dirò chi sei!

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Le avventure di GELLINDO GHIANDEDORO

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FIABA DI MAURO NERIILLUSTRAZIONI DI FULBER

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Le avventure di GELLINDO GHIANDEDORO

SPARMI E... RISPARMI 2

Fammi vedere cometi vesti... e ti dirò chi sei!

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SPARMI E... RISPARMI 2

Nella sua “lunga” vita il nostro Gellindo Ghiandedoro ne aveva viste proprio mol-te, di cose strane, ma imbattersi nel mae-stro Abbecedario che se ne andava in giro per il Villaggio degli Spaventapasseri in pieno novembre con addosso i soli mutan-doni... superava ogni immaginazione!

– Ma si può sapere perché te ne vai in giro conciato in quel modo?! – esclamò lo scoiattolo risparmioso trattenendo a stento una sonora risata.

Maestro Abbecedario aprì la bocca per rispondere, quand’ecco dal fondo della via arrivare il farmacista Quantobasta che indossava soltanto una botte appesa alle spalle con due robuste tiracche.

E dietro di lui sbucò Fra’ Vesuvio in costume da bagno malgrado la giornata fredda e umida di autunno inoltrato...

Poi Bellondina con un accappatoio azzurro addosso...

E Casoletta anche lei in costume da bagno...

Il vecchio Empedocle con un paio di mutandoni di lana che arrivavano alle caviglie...

Pagliafresca con una canottiera che gli copriva le ginocchia...

Tisana la Dolce era in pantaloncini cor-ti... e Pasticcia in pigiama!

Dindondolo si riparava con un gonnelli-no a forma di campana...

Lingualunga indossava solamente il suo lungo cappotto nero...

– Ma siete tutti impazziti? – strillò Gel-lindo arruffando il pelo della coda. – Con questo freddo e con quest’umidità cor-rete il rischio di ammalarvi! Di prendervi un sonoro raffreddore e magari anche la bronchite!

Fu Maestro Abbecedario a parlare a nome di tutti. – Tu sai benissimo, Gellin-

do, che noi tutti vogliamo concorrere a “Sparmi e riSparmi”, il grande concorso della Festa del Risparmio di Risparmiolandia...

– Sì, lo so: per vincere il primo premio dovete presentare una forma di risparmio strana, originale e bizzarra...

– Appunto, è quel che volevo dire io! Abbiamo provato a risparmiare sulle parole, ma poi tu ci hai fatto capire che restare muti non aiutava certo ad essere amici tra di noi e che poteva essere anche pericoloso...

– E allora abbiabo provato a risparbiare sulle risate – intervenne Casoletta, che... etciummmm!... ad andare in giro vestita poco s’era già presa un grosso raffreddore.

– Ma poi tu ci hai fatto capire che non vale la pena di rimanere sempre seri, anche perché non è un bell’esempio per i nostri spaventapulcini – spiegò Bellondina.

– Ed allora eccola qui, una forma di risparmio originale, strana e senz’altro fuori dal comune – esclamò con un sorriso Quantobasta. – Abbiamo deciso di rispar-miare sui... veStiti!

Gellindo non rispose.Gellindo rimase ammutolito.Gellindo non commentò. Scrollò il capo,

sospirò rassegnato e se ne tornò a casa senza spiccicar parola. Si chiuse nella tana, s’infilò sotto le coperte e cercò di pensa-re a un modo per salvare i suoi amici dal pasticcio nel quale s’erano cacciati.

Di lì a poco s’addormentò e fece uno strano sogno.

Cade una neve novembrina, sul Villaggio degli Spaventapasseri: una neve giovane, neve d’autunno. Ha cominciato a cadere di mattina presto, quando ancora tutti gli spau-racchi erano a nanna, e già verso le otto una soffice coperta di dieci centimetri di spessore,

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bianca e soffice, copre ogni cosa.La neve copre il tettuccio del campanile e

trema sfarfallando pian piano verso il basso quando... Diiinnn! Dooonnn! Daaannn!... le campane suonano a distesa per annunciare che s’è alzato il sole.

La neve copre il piccolo parco giochi della Scuola: neve sullo scivolo, neve sul sedile dell’al-talena, neve sulla montagnola di sabbia...

La neve ricopre anche la discarica, così Ratto Robaccio e la sua signora Lilli Spatoc-cia possono starsene in casa a poltrire sul divano.

La neve veste di bianco le pianticine nell’orto di Tisana la dolce...

La neve è in piazza e negli orti, e riveste anche agli abiti stesi sui fili ad asciugare: i pantaloni di Quantobasta sono ghiacciati, così come la gonna di Chiomadoro, i calzini di Pagliafresca, il casco di RossoVerdeGiallo, la canotta di Passion di Fiaba...

– Ehi, amici – urla spaventato Gellindo por-tandosi le mani alla bocca. – DovE SiEtE finiti? Uscite a ritirare i vostri vestiti, altrimenti la neve ve li rovina!

Niente, nessuno risponde alle grida. Allora lo scoiattolo si dirige sicuro alla cioccolatEria di Casoletta: Dling Dlong... apre la porta di vetro e...

– Ciao, Gellindo! – urlano in coro tutti gli spauracchi del Villaggio, che se ne stanno lì, seduti ai tavoli, chi in mutande, chi in canot-tiera, chi con addosso il costume da bagno...

– Ma lo sapete che la neve sta coprendo i vostri vestiti stesi da asciugare?

– Lo sappiamo sì – gli risponde Casoletta mettendogli davanti una tazza di cioccolata bollente, – ma noi non abbiamo più bisogno dei nostri vestiti!

– E perché, poi?– Semplice – esclama Fra’ Vesuvio avvici-

nandosi ad un grande armadio. – Qua dentro

– dice il simpatico spauracchio napoletano battendo sulle assi del mobile, – qua dentro quest’estate abbiamo chiuso ben bene il sole dardeggiante di mezzogiorno. Abbiamo portato l’armadio in piazza, abbiamo aperto le ante e le abbiamo lasciate così dall’alba al tramonto della giornata più calda di luglio. Poi, alla sera, abbiamo chiuso le ante e por-tato l’armadio qui, al calduccio in cioccolatE-ria. Adesso che è novembre, nelle giornate più fredde e umide, ci ritroviamo tutti da Caso-letta, ci spogliamo appendendo gli abiti fuori, all’aperto, apriamo appena appena un’anta... e ci godiamo il caldo dell’estate, sudando quasi per l’afa e il calore!

– E quando sarà terminato il caldo rac-chiuso qua dentro? – domanda Gellindo.

– Semplice: a quel punto torneremo a ve-stirci normali, aspettando che arrivi il giorno più freddo dell’inverno...

– E che farete, allora? – Porteremo di nuovo l’armadio in piazza,

– spiega Quantobasta, – apriremo le ante al mattino e le chiuderemo appena cala il sole, chiudendo all’interno tutto il freddo che riusciremo a imprigionare...

– In questo modo – spiega Bellondina, – la prossima estate, nelle giornate più afose, verremo qui e ci rinfrescheremo col freddo dell’armadio!

– Lo fate sentire anche a me un po’ del caldo che c’è là dentro? – chiede allora lo scoiattolo indicando le ante ben tappate. – Aprite appena appena, solo pochi centimetri, ma fatemi sentire un po’ di caldo...

Abbecedario si avvicina all’armadio, affer-ra il pomolo di un’anta e tira... Wuuummm!... una ventata di aria tiepida investe Gellindo che sta in prima fila... – Che bellooo! Ancora, dai... Apri di più!...

Wuuummm! Wuuummm! Wuuummm! Wuu-ummm... Wuuummm...

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L’aria estiva esce tutta quanta, dall’ar-madio, raffreddandosi all’istante in quella giornata novembrina fredda e umida...

– Brrrr, che freddo! – cominciano a la-mentarsi gli spaventapasseri mezzi nudi.

– E adesso come facciamo a riscaldarci? – Il caldo è finito e i nostri vestiti sono là

fuori, coperti di neve, ghiacciati e inutilizza-bili!

– Non preoccupatevi, amici: corro a pren-dere tutte le coperte che trovo – urla allora lo scoiattolo. – Aspettatemi qui, torno subito...

– Sììì, torna subito! Torna subito! Torna subitooo...

Gellindo Ghiandedoro si svegliò che cor-reva impazzito in giro per la tana in cerca di coperte: uscì d’un balzo da quel sogno strano, ripensò all’avventura della neve che copriva ogni cosa e di quello strano armadio “cattura-calore”...

«Vuoi vedere che forse, quasi quasi... se ci metto un po’ di fantasia...»

Lo scoiattolo corse a radunare gli amici spauracchi nella piazzetta del Villaggio: in mutande e costume da bagno com’erano, tremavano tutti per il freddo e già molti tossivano e starnutivano a più non posso...

– Voi avete scelto una forma di rispar-mio senz’altro originale, di sicuro strana e, vi garantisco, oltremodo bizzarra! – co-minciò a dire Gellindo. – Se la gara finisse oggi, senz’altro il primo premio di “Sparmi e riSparmi” lo darebbero a voi, ma sarà difficile che arriviate fin là senza ammalar-vi. E allora nel frattempo ho pensato a un modo per tenervi al caldo...

– Vuoi regalare a ognuno di noi una stufa a legna? – chiese Fra’ Vesuvio.

– Vuoi procurarci coperte e sciarpe di lana? – domandò Passion di Fiaba.

– Nooo, ho pensato a qualcosa di

meglio! – rispose Gellindo alzando la voce perché tutti lo potessero sentire. – Lo ve-dete quest’armadio? – esclamò indicando un enorme armadio che si alzava al centro della piazzetta. – L’ho comprato questa mattina da uno stregone di passaggio, che mi ha assicurato che si tratta di un “arma-dio cattura-Sole”!

Abbecedario scosse perplesso la testa: – E come funziona, questa roba?

– Lo stregone mi ha detto che qua dentro, quest’estate, sarebbe stato impri-gionato il sole caldissimo di metà luglio: a questo punto basta aprire un poco le ante dell’armadio e il tepore estivo si diffonde-rà per tutto il Villaggio...

Quantobasta apprezzò quell’invenzio-ne strana, ma... – E se il caldo di quell’ar-madio non dovesse durare fino alla Festa del Risparmio, come faremo?

Casoletta, invece, che notoriamente non credeva alle panzane degli stregoni di passaggio, alzò la voce e si fece sentire... – E se fosse tutto una truffa? Se Gellindo fosse stato imbrogliato da quel manigoldo e qua dentro non ci fosse nulla? Né caldo né freddo?

– Ecco – fece allora Gellindo giungendo al dunque, – io vi propongo una cosa: tor-nate a vestirvi come sempre, rimettetevi pantaloni, magliette e maglioni e aspetta-te la vigilia della Festa. Solo allora ci ritro-veremo tutti qui in piazzetta e vedremo se veramente qua dentro è rimasto impri-gionato il sole di luglio. Se il caldo uscirà dalle ante aperte, bene: potrete togliervi i vestiti, partecipare al Concorso di “Sparmi e riSparmi” e magari vincere il primo pre-mio...

– E se invece dall’armadio non dovesse uscire nulla?

– Poco male: vorrà dire che, essendo la

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vigilia della festa, avrete tutto il tempo per cercare qualche altra forma di risparmio originale, strana e bizzarra...

Gli spauracchi si guardarono perplessi ma, soprattutto, sentirono all’improvviso il gran freddo che li attanagliava e decise-ro: – D’accordo – esclamò a nome di tutti Dindondolo battendo i denti: – per il mo-mento lasciamo perdere un risparmio così faticoso e pericoloso e corriamo tutti a

casa a vestirci, a scaldarci davanti al fuoco e a bere un ottimo tè bollente...

– E che qualcuno faccia la guardia all’armadio “cattura-sole”! – urlò l’ultimo spauracchio scappando via di corsa dalla piazzetta.

Fu così che quella volta Gellindo Ghiandedoro “risparmiò” ai suoi amici una montagna di raffreddori e pure di bron-chiti, e tutti lo ringraziarono!

(continua)

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Mangiare in compagniaè la cosa più allegra che ci siaQuando un’idea ti entra in testa e ti si pianta fissa fissa nel cervello, diventa ben presto un’oSSeSSione, qualcosa dalla quale poi è molto difficile liberarsi. Forse è per questo che l’idea fissa di partecipare al Grande Concorso “...Sparmi e riSparmi” con una forma di risparmio strana, originale e bizzarra impedì ai nostri amici del Villag-gio degli Spaventapasseri di ragionare e di attendere pazienti che finalmente a qual-cuno venisse in mente l’idea giusta.

E quella mattina...dling! dlong!– Ciao, Casoletta – esclamò Gellindo

Ghiandedoro entrando nella cioccolate-ria. – Mi prepari una tazza di cioccolato dolce e denso, con uno spruzzo di panna montata sopra?

La spauracchia non rispose e, seria seria, mise sul bancone una tazza di latte tiepido e un piattino colmo di dadetti di pane secco.

– E questo cosa sarebbe? – domandò lo scoiattolo strabuzzando gli occhi. – Io, a dire il vero, ho chiesto cioccolata e panna mont...

– Questo è quel che passa la cioccola-teria: latte tiepido e pan secco! – rispose Casoletta, mettendosi in bocca un dadino di mollica.

dling! dlong!In quell’istante fece il suo ingresso la

bella Chiomadoro, che andò a sedersi ad un tavolino d’angolo e... – Il solito, Casolet-ta: grazie!

– E quello sarebbe il solito? – commen-tò Gellindo girandosi alla nuova venuta, mentre Casoletta le portava un bicchiero-

ne di latte appena scaldato e una ciotolina di pane secco tagliato a dadi – Tu, che sei famosa per le colazioni a base di marmel-late e brioches, con miele e cioccolata bianca, ti accontenti d’un po’ di latte e di pane raffermo?

– Per prima cosa questo non è pane raffermo – esclamò Casoletta un po’ ar-rabbiata. – Questo è ottimo pane dell’altro ieri, tagliato a dadetti e riscaldato in forno. Ottimo col latte tiepido!

dling! dlong!Entrò Maestro Abbecedario...dling! dlong!...seguito dal farmacista Quantobasta...dling! dlong!...e subito dopo da RossoVerdeGiallo,

già pronto col casco in testa e il fischietto tra le labbra per iniziare il suo lavoro di vigile urbano,

– latte tiepido col pane! – ordinarono tutti e tre, sedendosi accanto allo scoiat-tolo risparmioso.

– Vedo che anche tu hai deciso di metterti a dieta – mormorò Abbeceda-rio, chinandosi a parlare nell’orecchio di Gellindo.

– A dieta io? E perché, poi?– Be’, anche tu fai colazione con latte e

pane, proprio come tutti noi!– Ah, ma allora è una dieta imposta, la

vostra! Io, a dire il vero, avevo ordinato cioccolato dolce e denso, con una spruz-zata di panna montata!

– Uh, che spendaccione! – strillò Ros-soVerdeGiallo, sorseggiando latte tiepido da un bicchiere.

– Che scoiattolo sprecone! – aggiunse

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Quantobasta con una smorfia e mettendo alcuni dadetti di pane nel suo latte.

– Ma non lo sai che dobbiamo tutti... riSparmiare? – concluse Chiomadoro, aspi-rando l’ultimo goccetto di latte dal fondo del bicchiere.

Gellindo stava per ribattere, ma si bloccò a metà respiro e si girò a guardare gli amici negli occhi. – nooo! – esclamò inorridito. – Nooo, non ditemi che... Non ditemi che questo latte e questo pane vecchio sono... sono la vostra nuova forma di risparmio strano, originale e bizzarro?

Il sorriso compiaciuto degli spauracchi radunati nella cioccolateria valeva come dieci risposte, ma ugualmente Abbeceda-rio aprì bocca per spiegare: – Dopo aver inutilmente risparmiato sulle parole, poi sulle risate e quindi sui vestiti, il popolo degli spaventapasseri di questo Villaggio ha deciso all’unanimità di prender parte al grande Concorso “...Sparmi e riSparmi”, economizzando sul... cibo!

Un silenzio profondo e profumato di latte tiepido calò nella cioccolateria: si sentivano solo i gorgoglii soddisfatti degli spauracchi che bevevano dai bicchieri e il rumore del cervellino di Gellindo che... tic... tic... tic... tic.. tic... lavorava a mille per cercar di capire.

A occhi chiusi s’immaginò la povera Pasticcia costretta a rinunciare alle sue celebri e buonissime lasagne ai funghi...

Vide Fra’ Vesuvio che voltava le spal-le ad una fumante pizza margherita e si accontentava di una tazza di latte tiepido...

E che dire degli spaventapulcini pronti per andare a scuola, costretti a sostituire in cartella le soffici tortine di pan di spa-gna con pezzi di pane secco?

– Non ditemi che avete coinvolto nelle vostre pazzie anche quei poveri spaurac-

chietti dei vostri figli! – esclamò alla fine lo scoiattolo, che già s’immaginava i piccoli Lampurio e Occhialetta, Frigerio, Frullet-ta e tutti gli altri lamentarsi per la fame e scoppiare a piangere davanti all’ennesimo bicchiere di latte tiepido col pane secco!

– Prevedendo quel che avresti potuto dire – rispose Casoletta pulendo il piano del bancone dalle gocce di latte e dalle briciole di pane vecchio, – abbiamo deciso che il “risparmio” di cibi avrebbe toccato solo gli spaventapasseri adulti. Per i picco-lini abbiamo preparato scorte di dolciumi, tortine e di leccornie che dureranno per almeno tre settimane, giusto in tempo per la Festa del Risparmio di Risparmiolandia!

Gellindo, a quel punto, sentì il mondo che gli crollava addosso e un’improvvi-sa stanchezza lo obbligò a saltar giù dal seggiola della cioccolateria e a dirigersi all’uscita.

– Dove stai andando? – chiese Chioma-doro alle sue spalle.

– Vado a casa mia, mi chiudo in tana e anticipo il letargo. Non mi vedrete più fino alla prossima primavera!

dling! dlong! Il povero scoiattolino aprì la porta

e fece per uscire, ma si fermò, si voltò indietro e... – Salutatemi Bellondina e tutti gli altri... Addio! – mormorò con tono sfiduciato e rassegnato. Non c’era proprio nulla da fare, contro quell’ossessione del risparmio!

Gellindo stava inutilmente cercando di addormentarsi, quando le vocine di alcuni spaventapulcini sotto la finestrella della tana attirarono la sua attenzione.

– Certo che è ben triste, la nostra vita di spaventapulcini – stava dicendo Oc-chialetta tirando su col naso. Forse pian-

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geva!– Vi ricordate quant’erano belle, una

volta, le domeniche di gran festa, quan-do mangiavamo tutti in piazza le torte di Casoletta e le lasagne di Pasticcia? – aggiunse Lampurio.

– E adesso invece si cibano solo di latte tiepido e pane vecchio – singhioz-zò Frigerio, – mentre noi piccoli siamo costretti a mangiar cibi conservati in frigorifero!

– I grandi sono impazziti! – sentenziò decisa Frulletta alzando un po’ la voce. – Non hanno pensato che mangiar cose buone è anche un modo per stare tutti assieme, per ridere e scherzare, per... per volersi bene, insomma!

– tombolaaa! – urlò a quel punto Gel-lindo, che aveva ascoltato ogni parola nascosto dietro all’imposta della fine-strella. – Ragazzi, siete portentosi!

– Cosa vuol dire... por... porten... quella-cosa-lì, insomma?

– Vuol dire che avete centrato il problema, che avete colpito nel segno e, soprattutto, che adesso so come far cambiare idea ai vostri genitori! Però...

– Però che cosa? – chiesero in coro gli spaventapulcini.

– Però... ho bisogno del vostro aiuto!– Per fare che cosa?– Venite con me... andiamo giù alla

discarica da Ratto Robaccio e da Lilli Spatoccia. Solo loro possono darci una mano!

Lo scoiattolo e gli spaventapulcini, le due pantegane Robaccio e Lilli, aiutati dai topolini Rattina Glassé, Liquirizio e Pancrazio lavorarono in cucina per due giorni interi, ma alla fine quel che venne servito a mezzogiorno della domenica

nella piazza del Villaggio fu un pasto sopraffino!

Quando gli spaventapasseri – che sta-vano a malapena in piedi a forza di latte tiepido e pane secco – vennero richiamati dal profumo squisito di cento pietanze, si trovarono dinnanzi a una tavolata colma di cibi semplici, sani e gustosi: focacce appena sfornate, timballi d’ogni tipo, zuppiere colme di pastasciutta condita con pomodoro e basilico, frittelline di mele croccanti e saporite... e poi, ancora: torte salate ripiene di formaggio e spina-ci, frittate ai funghi, minestre di fagioli, risotto ai piselli e patatine fritte, polenta fumante e fettine di formaggio fondente...

Maestro Abbecedario fu il primo a ri-prendersi dallo stordimento di tutti quei profumi, cercò con gli occhi Gellindo e lo fulminò con uno sguardo arrabbiato: – È stata un’idea tua, questa tavolata di cibi tentatori?

– A dire il vero l’idea è un po’ di tutti noi, di quelli che, pur vivendo nel Villag-gio, non possono partecipare alla vostra gara di risparmi strani, originali e bizzarri.

– E perché avete voluto metterci in difficoltà, preparando questa tavola piena di cose così buone? – piagnucolò Pasticcia. – Sapete benissimo quanto ci piaccia mangiar bene, mangiar saporito, mangiar...

– mangiare in compagnia, è questo che volevi dire Pasticcia, vero? – la interruppe Ratto Robaccio, che stava già sgranoc-chiando la grossa carota di un vassoio colmo fino all’orlo di insalata mista.

Gli spaventapasseri in dieta si guar-darono l’un l’altro come a cercar confer-ma di una cosa che tutti avevano capito benissimo e cioè che è bello mangiar cose buone, anche senza ingozzarsi, ma è

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Mangiare in compagnia è la cosa più allegra che ci sia

ancora più bello farlo tutti in compagnia, facendo festa e volendosi bene!

Ecco dove stava il difetto del loro risparmio strano, originale e bizzarro: non avevano tenuto conto che mangiar solo pane e latte, rinunciando ai buoni piatti di Pasticcia, alle pizze di Fra’ Vesuvio, alle torte e ai biscotti di Casoletta, significava soprattutto star meno in compagnia, es-sere quindi più tristi e, in fin dei conti, non far più festa tutti assieme!

Fu Bellondina a dar parola a quel che tutti pensavano in fondo al cuore: – Il buon Gellindo, Ratto Robaccio e Lilli Spatoccia, ma soprattutto i nostri cuccio-lotti ci hanno dato una gran bella lezione, amici: risparmiare sul cibo significa anche tirar la cinghia con l’amicizia, far dieta in solitudine e sentirsi meno amati. E allora io propongo...

– ...di sederci a tavola – la interruppe con una risata Quantobasta, prendendo posto a capotavola, – e di mangiar questi piatti sopraffini in mezzo a canti, a balli e a gran risate!

– Sì ma, scusate... – obiettò Gellindo: – e che fine farà il vostro grande Concorso? La Festa del Risparmio di Risparmiolan-dia? E la forma di risparmio più strana, originale e bizzarra?

– Ci dovremo pensare – mormorò Dindondolo prendendo dal vassoio una frittellina di mele. – E lo sai, caro il mio Ghiandedoro, che cosa diceva mio padre? Se vuoi pensare in grande, meglio farlo a stomaco pieno! eh! eh! eh!

E una risata generale diede il via al ban-chetto più ricco, più allegro, più chiassoso e pieno di amicizia che il Villaggio degli Spaventapasseri ricordi!

(continua)

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