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Vivi Don Bosco Magazine Sommario Pagina 1-3 Educare con Don Bosco Il “cuore oratoriano” Pagina 4- 5 Oratorio: Il cristiano non può dormire.. “Sognando Torino” Pagina 6-9 Legalità: Perché gli italiani non leggono??? Pagina 10-11 Spazio associazioni: Donare il sangue, uno stile di vita Pagina 12 Tradizioni in città: Cos’è per me il mare..il mio mare! Pagina 13-148 Ambiente: Parco Jalari. Incontro su turismo, ambiene e cultura nel territorio. Operazione Gotha 5 Pagina 19 Radio Dimensioni giovani Pagina 20-21 Un mese di calcio a 5: Verdetto finale Pagina 22-24 Calcio serie D: Campionato provinciale: Rush finale Pagina 25 BaskeTtiamo: Vincitori Pagina 26 Volley: PGS Hodeir Pagina 27 Noi animatori: Cosa significa essere un animatore salesiano Pagina 28 Chi siamo IL “CUORE ORATORIANO”: UNO STILE PER VIVERE LA “PASSIONE EVANGELIZZATRICE” ALL’ORATORIO E ALTROVE L’espressione “cuore oratoriano” è un modo di dire che ha fatto fortuna tra i salesiani negli ultimi vent’anni. Ha alla radice il riferimento della prassi di Don Bosco nell’Oratorio di Valdocco. La prassi di Don Bosco e Madre Mazzarello Gli Oratori non li ha inventati Don Bosco. Ma Don Bosco li ha assunti e trasformati secondo un suo progetto educativo e pastorale. Per questo viene spontaneo pensare a Don Bosco per progettare gli Oratori anche oggi. Per comprendere cosa cosa significa “cuore oratoriano” nel progetto di Don Bosco, dobbiamo fare “memoria”… certo “una memoria sapiente”. Perché l’oratorio di ieri è memoria, ed è importante, ma l’oratorio si costruisce oggi. Nel corso degli anni almeno dopo gli anni ’40, vi è stato una frattura negli oratori, poiché si camminava a settore o filoni, le scuole, i centri di formazione, gli internati, …e poi c’era l’oratorio. Come se fosse la cenerentola. È stata forse una lettura miope della realtà. Poiché in una scelta educativa, in un luogo privilegiato dove si coniuga educazione ed evangelizzazione, non ci sono primi posti, ma uno “spazio” necessario per l’annuncio, per l’incontro. È retorico dire e ridire che don Bosco Madre Mazzarello, la Morano don Rua, l’avevano ben capito, il problema che facciamo fatica noi oggi a capirlo. Se oggi ci dovessero chiedere cos’è l’Oratorio, cosa risponderemo? Abbiamo il coraggio di affermare: che esso è il luogo concreto in cui si realizza un progetto educativo, dove si evangelizza, dove il sistema preventivo è il manuale attuale da seguire. Perché l’oratorio non è il luogo informale, anzi i la casa, dove, accogliendo avviene la costruzione di una nuova società poiché: avviene la rigenerazione della società attraverso i giovani e con i giovani

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Vivi Don Bosco Magazine

Sommario

Pagina 1-3 Educare con Don Bosco

Il “cuore oratoriano”

Pagina 4- 5 Oratorio: Il cristiano non può

dormire.. “Sognando Torino”

Pagina 6-9 Legalità:

Perché gli italiani non leggono???

Pagina 10-11 Spazio associazioni:

Donare il sangue, uno stile di vita

Pagina 12 Tradizioni in città: Cos’è per me il

mare..il mio mare!

Pagina 13-148 Ambiente: Parco Jalari.

Incontro su turismo, ambiene e cultura nel territorio.

Operazione Gotha 5

Pagina 19 Radio Dimensioni giovani

Pagina 20-21 Un mese di calcio a 5:

Verdetto finale Pagina 22-24 Calcio serie D:

Campionato provinciale: Rush finale

Pagina 25 BaskeTtiamo:

Vincitori

Pagina 26 Volley: PGS Hodeir

Pagina 27 Noi animatori:

Cosa significa essere un animatore salesiano

Pagina 28 Chi siamo

IL “CUORE ORATORIANO”: UNO STILE PER VIVERE LA “PASSIONE EVANGELIZZATRICE”

ALL’ORATORIO E ALTROVE L’espressione “cuore oratoriano” è un modo di dire che ha fatto fortuna tra i salesiani negli ultimi vent’anni. Ha alla radice il riferimento della prassi di Don Bosco nell’Oratorio di Valdocco.

La prassi di Don Bosco e Madre Mazzarello Gli Oratori non li ha inventati Don Bosco. Ma Don Bosco li ha assunti e trasformati secondo un suo progetto educativo e pastorale. Per questo viene spontaneo pensare a Don Bosco per progettare gli Oratori anche oggi. Per comprendere cosa

cosa significa “cuore oratoriano” nel progetto di Don Bosco, dobbiamo fare “memoria”… certo “una memoria sapiente”. Perché l’oratorio di ieri è memoria, ed è importante, ma l’oratorio si costruisce oggi.

Nel corso degli anni almeno dopo gli anni ’40, vi è stato una frattura negli oratori, poiché si camminava a settore o filoni, le scuole, i centri di formazione, gli internati, …e poi c’era l’oratorio. Come se fosse la cenerentola. È stata forse una lettura miope della realtà. Poiché in una scelta educativa, in un luogo privilegiato dove si coniuga educazione ed evangelizzazione, non ci sono primi posti, ma uno “spazio” necessario per l’annuncio, per l’incontro. È retorico dire e ridire che don Bosco Madre Mazzarello, la Morano don Rua, l’avevano ben capito, il problema che facciamo fatica noi oggi a capirlo.

Se oggi ci dovessero chiedere cos’è l’Oratorio, cosa risponderemo? Abbiamo il coraggio di affermare: che esso è il luogo concreto in cui si realizza un progetto educativo, dove si evangelizza, dove il sistema preventivo è il manuale attuale da seguire. Perché l’oratorio non è il luogo informale, anzi i la casa, dove, accogliendo avviene la costruzione di una nuova società poiché:

avviene la rigenerazione della società attraverso i giovani e con i giovani

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l’educazione diviene strumento privilegiato: dalla parte dei giovani da adulti

la forza propositiva dell’ambiente, che si costruisce insieme, dove non c’è spazio per l’anonimato, dove in quel posto tu impari a credere in te stessa/ fino in fondo, dove tu sei necessario

la dimensione religiosa dell’esistenza, dove ti confronti con gli altri e con Dio, dove scopri che l’amore non ha classifiche.

La proposta cristiana “nell’educazione”

Il progetto fondamentale di Don Bosco era “religioso” (la salvezza dell'anima, come diceva lui). Interpretarlo sotto altre preoccupazioni, è tradire la sua esistenza. E, inoltre, sappiamo molto bene che i modelli antropologici e teologici in cui Don Bosco comprendeva la salvezza cristiana, erano notevolmente diversi da quelli attorno cui cresce e si esprime la fede della Chiesa conciliare. Vorremo dire che comunque, in una società sempre più liquida, indecisa, battagliata dal crescente edonismo, dalla perdita di senso e dagli attagli dall’intransigenza di alcune religioni, forse un cammino di autenticità cristiana è auspicabile. Vi voglio felici nel tempo e nell’eternità, soleva dire don Bosco e per questo con interventi nell'ambito sociale e politico per ribadire la valenza di un Uomo Cristiano nella società, e di fronte un’Europa che vuole cancellare la sua radice cristiana, è urgente sapere chi siamo e per chi siamo.

I giovani per la rigenerazione della società

Negli ultimi anni della sua vita in Don Bosco cresce la coscienza della necessità di una rigenerazione globale della società italiana (progressivamente allontanata dalla religione e dai suoi valori): per questa operazione considera i giovani la forza di rigenerazione. E si impegna appassionatamente per la loro educazione globale. In fondo, questa è la “passione” di Don Bosco, il suo progetto di vita: vuole rigenerare la società in cui vive e decide che la rigenerazione sociale passa attraverso i giovani e la loro capacità rigenerativa. Per questo si impegna con essi. Ha un sogno grande su essi e immagina che giovani rinnovati siano capaci di rinnovare la società. Cristiano coerenti, convinti, capaci di avere sogni e progetti veraci nel mondo della politica, dell’imprenditoria, liberi dalle lobby di poteri amanti del servizio alla società e perché no, di servire poveri, guardarsi attorno e dare un’adeguata risposta alle tante domande. Oggi dietro il vuoto ideologico, i fallimenti dei partiti, siamo nell’era in cui si costruisce dalle macerie della politica che ha saccheggiato oltre a patrimoni, culture, etica, morale e perfino la dignità. I giovani dell’Oratorio devono rigenerare dall’interno questa società, dormiente, pigra e ignorante. Quanti tra i Cristiani conoscono il Compendio della dottrina Sociale della Chiesa? Il Cristiano partecipa alla vita della società, la rifonda a partire da valori profondi e concreti che si sperimentano anche all’oratorio. Madre Morano nella sua esperienza di madre e maestra, girava tra le botteghe artigiane, nei luoghi di lavoro e dava a tutti la Parola di Vita (il Vg) la dignità di cittadini lavoratori impegnati, poiché non si scinda la vita cristiana e l’impegno civile. Si scinde essere liscivo e bramoso dei poteri forti e avvolte occulti del “sistema Politico” che va oggi scardinato e superato.

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Un ambiente dove sperimentare

Don Bosco è un grande costruttore di opere educative per i giovani. Lo ha fatto per raccoglierli dalla strada, per assicurare esperienze di crescita, abilitarli ad una professione che potesse rassicurarli verso il futuro. I frutti di questo coraggio si sono disseminati velocemente per il mondo. Il “cuore oratoriano” ci impegna a costruire luoghi dove poter sperimentare in modo concreto la speranza verso il futuro. Sono luoghi dove si respirano fatti di speranza, nel coraggio di affrontare le questioni della vita quotidiana secondo modalità alternative a tante dominanti. I nostri oratori devono essere questo luogo alternativo e fortemente formativo ed innovativo. Dove di gioca si Sta insieme ma si cresce, ci si confronta si affina una dialettica prepositiva. Non è un luogo dell’anonimato ma è la casa fatta di calore, di idee, di messaggi, di esperienza. All’oratorio si vive Cristo, lui che ha cambiato la storia, lui che ha spezzato ogni catena del compromesso, con la logica dell’amore e della verità. Abbiamo presente tutti l’immagine di Gesù innanzi a Ponzio Pilato, l’autorità politica a Gerusalemme….. gli ha ribadito chi era e per quale era seduto su quella sedia.

L’oratorio aiuta i giovani a trovare una dimensione nuova, ma gli addetti i lavori dobbiamo esigere che ciò diventi:

· casa che accoglie,

· casa che evangelizza,

· scuola che avvia alla vita,

· cortile per incontrarsi tra amici e vivere in allegria”.

Se da una parte la situazione di pluralismo culturale e interreligioso, come è quello che stiamo vivendo oggi anche in Italia, pone delle difficoltà a fare proposte esplicite di educazione della fede, La domanda ha una sua faccia ancora più concreta: se a qualcuno non interessa scoprire chi è Gesù per noi, devo rispettare la sua libertà e sensibilità, scegliendo la strada del silenzio?

Credo che il messaggio Cristiana, l’esperienza con Gesù è attualissima, affascinante, bella, le modalità, gli stereotipi, la credibilità dei cristiani è spesso messa in discussione, non certo Cristo. L’annuncio del Vangelo è un gesto di amore, totalmente gratuito e radicalmente decentrato verso gli altri. Non può mai diventare un processo di proselitismo e nemmeno qualcosa che assomiglia al bisogno di esternare i pregi della squadra per cui faccio il tifo.

L’oratorio è una porta aperta verso la vita e gli addetti ai lavori devono prenderne coscienza.

Marilena Mercurio

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Il cristiano non può dormire… Aprile dolce dormire...recita un proverbio...ma non dormono gli animatori che continuano ad impegnarsi in tutte le attività dell'oratorio f.m.a. La Pasqua come momento forte liturgico è trascorsa, ma ha lasciato una bella iniziativa che, da questo mese in poi, coinvolgerà tutti i nostri giovani nella lectio serale mensile. Un momento di riflessione, di confronto, di approfondimento della nostra sempre superficiale conoscenza di Dio e delle Scritture. Una possibilità di silenzio da tutte le altre parole e voci per ascoltare attraverso la voce di un sacerdote la Parola di Dio, l'unica che da' ristoro, che è via verità e vita. E sapere che dei giovani provano a mettersi all'ascolto di questa Parola è un motivo di profonda gioia. Continua la formazione dei leader. Continuano le prove del musical su santa chiara che andrà in scena per le scolaresche di Barcellona a fine aprile, un lavoro davvero ricco di insegnamenti e spunti riflessivi su due modelli di santità come Chiara e Francesco. E continuano le iniziative per finanziare il pellegrinaggio a Torino, nei luoghi del nostro amatissimo don Bosco, con la scorsa festa di primavera e la prossima festa bimbi di domenica 26 aprile. ...no ad aprile non si dorme...e anzi si comincia ad abbozzare il prossimo grest 2015. Il cristiano non può dormire e aspettare tempi migliori. Il cristiano fa migliori questi tempi. E semina sempre... buone intenzioni, buone parole, buoni gesti...e guardandosi allo specchio cerca di vedere quel volto di Cristo risorto che è il modello cui costantemente tendere.

Annalisa Longo

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"SOGNANDO TORINO"

Ormai siamo agli sgoccioli: "19-20-21 Giugno 2015". Le date tanto attese da noi Giovani Animatori dell'oratorio FMA di Barcellona P.G. stanno ormai per arrivare! Saranno giorni in cui il Karisma Salesiano potrà essere respirato a pieni polmoni, li' nelle terre di Don Bosco, il Nostro Padre, Maestro ed Amico a cui affidiamo i nostri Cuori, le nostre Preghiere e i nostri amatissimi Giovani, per i quali quotidianamente ci spendiamo impiegando le nostre Energie, i nostri Sogni, il nostro Tempo che, ricordiamo, e' la cosa più preziosa che di Noi possiamo Donare. Non si tratta di un semplice pellegrinaggio che ci vedrà coinvolti solamente in quelle specifiche date: si tratta, piuttosto, di un evento che ha fatto mettere in moto la nostra creatività, stimolandola a trovare sempre nuove idee, nuove iniziative da proporre in modo da permetterci un autofinanziamento che potesse farci sentire maggiormente partecipi e coinvolti in prima

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persona per il raggiungimento di questo obiettivo: "Sognando Torino", è questo il nostro Slogan! Ognuno di noi, con le proprie esperienze, con le proprie capacità ha dato l'input per realizzare qualcosa che accendesse l'entusiasmo di Tutti. Abbiamo pensato a sorteggi in oratorio, iniziative teatrali, e tanti altri eventi in cui stiamo riponendo i nostri sforzi e i nostri impegni in modo da poter avere, ci auguriamo, brillanti soddisfazioni. Tra le tante iniziative quelle che hanno sicuramente riscosso maggior successo sono le nostre Fantastiche Feste per tutti i Bambini. Due esperimenti fino ad ora magnificamente riusciti, con in programmazione un altro Straordinario appuntamento dal titolo "La Scatola Magica". Giorno 26 Aprile 2015 presso l'oratorio FMA di Via Regina Margherita, dalle ore 17:00 è previsto un intenso pomeriggio che vedrà protagonisti tutti i Bambini di Barcellona e Paesi limitrofi che avranno il piacere di trascorrere il loro tempo in compagnia dell'allegria della "Saltimbanco Animazione" (che si occuperà di tutta l'animazione) e di molti altri Volontari dell'Oratorio che coinvolti nel "Sogno di Torino" aiuteranno ad accogliere al meglio l'enorme ciurma di piccini che si prevede, dopo i grandi numeri che l'istituto ha ultimamente accolto nelle passate iniziative. A darci molta carica e sostegno, oltre il nostro bellissimo scopo e i teneri sorrisi dei bimbi, l'entusiasmo dei genitori che costantemente chiedono di realizzare più frequentemente manifestazioni di questo tipo: sono momenti "magici" che divertono i piccini e fanno fare un tuffo nel passato a tutti gli adulti che non riescono a trattenere le risa alla vista dei simpaticissimi sketch o buffi trucchi di magia. Insomma, con un piccolissimo contributo che gioverà a finanziare il pellegrinaggio di Torino, verranno garantite un paio d'ore di puro divertimento intervallate da giochi, balli, scenette comiche, salti sui gonfiabili, merenda e tanto altro ancora.. Non resta dunque che darci appuntamento Domenica 26 Aprile, alle ore 17:00 in Oratorio per partecipare tutti insieme al Grande "Sogno di Torino", ricordando che "La Scatola Magica" ci aspetta con un mare di sorprese!

Dorella Marzullo

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Perché gli Italiani non leggono??? Una domanda che mi pongo spesso. Perché, non leggiamo fatti ed avvenimenti, libri, eventi, in pratica la storia. Qualche anno fa Giancarlo Caselli scrisse un articolo, poi pubblicato da famiglia Cristiana, che per intero io ripropongo. Per il momento a Barcellona P.G, vi è una polemica immane dietro le dichiarazioni dell’Onle. Fava, della Bindi, e su tanti contesti politici avvenuti, in cui si dice che Barcellona P.G al momento è una roccaforte della Mafia….lo è stata, ed oltre la mafia dei poteri forti. La massoneria per esempio. I Barcellonesi esterrefatti di queste affermazioni, già perchè non tutti sono mafiosi è chiaro, tanti uomini e donne di buona volontà contrastano la mafia. Ma un fatto è certo mal grado le forze dell’ordine e la magistratura ha scardinato alcuni tasselli, la mafia si ricompatta, ieri 15 Aprile 2015, 22 arresti ed altri indagati, le nuove leve che si fanno spazio. Cosa fertilizza le mafie?. C’è si vede e si sente, ancor più grave è la cultura mafiosa, quella fatta di raccomandazioni, di reciproco favore, di “ci penso io, stai tranquillo…., và bè poi le cose si aggiustano…”. Perché reduci di percorsi amari, insanguinati ancora si continua…. (Caselli Giancarlo ) La lotta a Cosa Nostra, i tre "livelli" per vincerla, Falcone, Andreotti, i colletti bianchi e le coperture della politica. Intervista esclusiva all'ex procuratore di Palermo alla vigilia del suo addio alla magistratura: "Gli uomini d'onore continuano a prosperare perché godono di coperture in alto. E' così da duecento anni. Ma verrà il giorno in cui verrà cancellata. Anche se quel giorno è ancora lontano".

“C’è l’antimafia delle manette, quella sociale e dei diritti e quella della cultura. Devono viaggiare insieme e alla stessa velocità per sconfiggere le mafie”. A 50 anni dall’avvio dei lavori della Commissione antimafia e alle soglie della pensione il procuratore Gian Carlo Caselli

spiega perché il fenomeno non solo non è stato sconfitto, ma si è allargato a macchia d’olio. Ma lascia anche uno speranza perché “come diceva Giovanni Falcone: la mafia è una vicenda umana come tutte le altre e come ogni vicenda umana ha un inizio, uno sviluppo e potrebbe benissimo avere una fine”.

Fine che sembra ancora tanto lontana, però.

Io credo che sia possibile sconfiggere la mafia nonostante il suo camaleontismo, la sua purtroppo straordinaria capacità di adattarsi alle varie fasi che la interessano in modo da resistere anche ai colpi più duri per potersi poi ripresentare magari meglio

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organizzata di prima. Questo camaleontismo è una caratteristica riscontrabile nei secoli. Però credo anche in ciò che diceva Falcone, parole frutto della sua intelligenza, esperienza, della sua capacità unica al mondo di penetrare, capire in profondità questi fenomeni. Soltanto che questa cosa non basta dirla, bisogna organizzarsi perché accada e organizzarsi con continuità, non con alti e bassi, luci e ombre, momenti positivi e periodi, di solito più lunghi, negativi. Anche questa è una caratteristica costante che attraversa la storia di mafia.

diceva delle tre antimafie. Come devono agire?

Quella repressiva, che tocca alle forze dell’ordine e ai magistrati, si basa anche sulla capacità di capire e penetrare l’organizzazione mafiosa. Per decifrarla occorre avere a disposizione gli strumenti che ne svelano i segreti. Altrimenti le si gira attorno , se tutto va bene e si è fortunati, si scalfisce qualche scheggia della corazza esterna della mafia, ma dentro non si va. Per entrare dentro ci vuole una password, una specie di grimaldello e questa password e questo grimaldello sono rappresentati dalla conoscenza dei segreti di mafia. Ma per conoscerli ci vuole qualcuno che te li racconti. Possono essere le intercettazioni e quindi guai a toccare questo strumento indispensabile. Ma anche per le intercettazioni sono preliminarmente indispensabili le collaborazioni dei pentiti perché bisogna sapere dove mettere le cimici, sapere quali telefoni intercettare. Una volta aggredita l’organizzazione che è l‘oggetto primario non bisogna accontentarsi dei mafiosi di strada, dei mafiosi una volta con coppola e lupara, oggi non più soltanto questo. Bisogna attaccare anche le relazioni esterne (naturalmente con tutte le garanzie di diritto), cioè l’intreccio labirintico di affari comuni, di interessi reciproci, in sostanza di coperture, complicità, collusioni che sono la spina dorsale delle mafie.

Non basta dunque mettere dentro soltanto chi spara?

Bisogna fare attenzione. I mafiosi sono gangster perché commettono anche i reati previsti dal codice penale – rapine, estorsioni, omicidi, stragi, traffici di droga, armi, rifiuti tossici, esseri umani, organi di esseri umani, appalti truccati, riciclaggio -, però non sono soltanto gangster. Se fossero soltanto questo scomparirebbero come tutte le bande di gangster in qualunque parte del mondo. In Italia abbiamo le mafie da almeno due secoli. Questa persistenza significa capacità di adattarsi, di poter contare su appoggi, coperture, connivenze, che sono, appunto, le relazioni esterne. Non attaccare – naturalmente nelle ipotesi in fatto e in diritto riconosciuti e sussistenti – anche le relazioni esterne, anche le coperture significa aggredire la mafiasoltanto a metà lasciando fuori dall’obiettivo giudiziario la parte più consistente e pericolosa. E poi vanno attaccati nel patrimonio. Al carcere sono abituati, attrezzati. Temono di più

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di essere toccati nel portafoglio. Accumulano ricchezze immense ed essere aggrediti anche su questo versante è decisivo. E qui non si può non ricordare l’antimafia sociale, l’antimafia dei diritti. La seconda antimafia di cui si parlava. Anche questa è decisiva?

Ripeto, devono camminare insieme. L’antimafia dei diritti, quella che - attraverso il sequestro e la confisca dei beni dei mafiosi e la loro assegnazione ad attività socialmente utili – restituisce alla collettività il male tolto, dimostra che l’antimafia e la lotta all’illegalità sul versante mafioso paga in termini di lavoro, di iniziative imprenditoriali libere. Dimostra che coloro che, in determinate aree del nostro Paese, sono succubi della mafia possano diventare alleati dello Stato.

E poi c’è l’antimafia culturale. Cosa significa?

Che oltre a catturare i latitanti, ricostruire i delitti di mafia, accertare le responsabilità, fare i processi, eseguire le condanne, restituire alla collettività il male tolto, c’è anche bisogno di discutere, spiegare, confrontarsi con la gente, soprattutto con i giovani. Occorre spiegare e far vedere che i mafiosi e la mafia non sono uomini d’onore, non sono associazioni benefiche che danno lavoro, non sono uomini di pacificazione. Sono criminali, criminali spietati, pericolosi. Che arrivano al punto di sequestrare il figlioletto tredicenne di un collaboratore, tenerlo prigioniero per 18 mesi durante i quali lo sottopongono a maltrattamenti di ogni tipo, per poi ucciderlo strozzandolo a mani nude e sciogliere il suo cadavere nell’acido. La colpa di questo bambino, sto parlando di Giuseppe Di Matteo, era di essere figlio di Santino cioè l’uomo che aveva rivelato il segreto dei segreti di cosa nostra e cioè di come era stato materialmente eseguito l’attentato di Capaci. Come magistrato sono stato io a raccogliere la prima confessione di Santino Di Matteo e, conseguentemente insieme con i miei colleghi, ho dovuto poi registrare con angoscia la tragedia che lo ha colpito attraverso il figlio. Questa è la mafia: violenza estrema, efferata, prepotenza, il peggio del peggio che si possa presentare. Di questo bisogna parlare soprattutto con i ragazzi, soprattutto là dove il mito del mafioso uomo di onore può ancora fortemente attecchire.

Perché il tema mafia è sparito dal dibattito politico?

La crisi economica allontana ogni altro tema. Ma in questo caso è un allontanamento indebito perché la crisi economica ingrassa le mafie. Lo diceva Draghi quando era presidente della banca d’Italia – ma basta guardarsi attorno per vedere che è così – in questo momento di crisi economica i mafiosi non hanno problema di liquidità e quindi hanno, rispetto all’imprenditoria onesta, vantaggi consistentissimi: denaro a costo zero e non necessità di guadagnare subito per cui possono praticare condizioni di mercato che espellono o rendono la vita difficile alla concorrenza così da alterare il

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buon funzionamento delle regole di mercato e della concorrenza. E allora di mafia bisognerebbe continuare a parlare perché ne va della qualità della nostra vita, non soltanto sul piano dei diritti, della turbativa dell’ordine pubblico, ma anche sul piano della turbativa della nostra economia con conseguenze che dio solo sa quante e quali possono essere nel medio e lungo periodo. È solo questo il motivo per cui non se ne parla?

Non se ne parla anche perché finché ti occupi di mafiosi di strada va tutto bene, ma quando cominci a occuparti di zona grigia, delle relazioni esterne non va più bene, vieni attaccato e quel che fai non solo non interessa molto, ma viene addirittura nascosto, quando non stravolto nella sua reale portata. E naturalmente chiunque mi conosce sa che l’esempio clamoroso a riguardo è il processo Andreotti dove si è parlato e si parla di assoluzione cosa che non sta né in cielo né in terra, perché in quella sentenza sono accertati – benché prescritti – i reati di mafia.

Gli ultimi processi dicono che le mafie non solo soltanto un problema del Sud. È così?

A Torino, a Milano, in Liguria i processi per infiltrazione mafiosa, in particolare ndraghetista ormai si moltiplicano. La presenza delle mafie, in particolare della ndrangheta, in queste aree è dimostrata ed è una presenza consolidata, articolata, diffusa, che ha potuto prosperare anche nella indifferenza, sottovalutazione di troppi soggetti responsabili a vario titolo, politico amministrativo istituzionale, informativo. Quello delle mafie è un problema complesso che vuole molte cure e molte medicine, molti interventi al capezzale. E invece di interventi , di solito, ce n’è uno soltanto: quello repressivo. Gli altri interventi di cui parlavamo ci sono, ma non con quella intensità, continuità, determinazione che sarebbe necessaria.

Adesso che il procuratore Caselli è in pensione continuerà a somministrare le altre cure? L’antidoto alle mafie quella potrà essere?

È arrivato il momento di porre in modo significativo di porre la parola Fine.

Marilena Mercurio

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Donare il sangue, uno stile di vita L’AVIS è costituita da coloro che donano volontariamente, gratuitamente, periodicamente e anonimamente il proprio sangue. In poche righe vorrei sfatare alcuni falsi miti sul dono del sangue. Innanzitutto l’associazione non rivende il sangue, non raccoglie il sangue a fini di lucro, ma si adopera per la comunità e per il benessere dei cittadini. Nessuno dei membri del consiglio direttivo (a tutti i livelli) ha introiti o utili. Tutto viene fatto solo ed esclusivamente a fini solidali. La paura dell’ago non è un buon motivo per non “porgere il braccio”, una puntura d’insetto vale la vita di un bambino? O di un nostro caro? Vivendo tutti i giorni nei reparti di emergenza-urgenza mi sono reso conto di quanto sia importante una sacca di sangue per salvare una vita e di come quella sacca, con tanta fatica inseguita, sia introvabile. E quindi la paura dell’ago si può superare facilmente con la consapevolezza di aver contribuito ad aiutare qualcuno grazie al nostro gesto. Non vi è mai capitato che un intervento chirurgico programmato sia stato rinviato perché manca il sangue? Non possiamo e non dobbiamo attribuire sempre la colpa al sistema sanitario o ai medici. La colpa è principalmente di noi cittadini, che fintanto che non siamo toccati direttamente dal problema, guardiamo con scetticismo a un gesto di solidarietà. Molti donatori si sono accostati al dono del sangue solo dopo aver avuto un evento spiacevole in famiglia, che ha toccato la sensibilità personale. Io vi invito a non aspettare il momento del bisogno. Assomigliamo al religioso che si rifugia in Dio nelle difficoltà. Donare il sangue è come una fede. Se ci credi, devi porgere il braccio. Sempre. Donare il sangue non è solo solidarietà verso gli altri, ma è anche un buon modo per effettuare controlli periodici gratuitamente. Alcuni donatori hanno scoperto di essere affetti da alcune patologie, grazie agli screening seriati durante le donazioni. A Barcellona l’AVIS è nata nel 1993, grazie all’impegno del Dott. Salvatore Paratore, che in più di 20 anni ha lavorato e lavora per incrementare il numero di sacche raccolte. Da circa 5 anni ci stiamo adoperando per l’accreditamento del centro

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fisso di raccolta. Ma l’iter è lungo, economicamente dispendioso, e soprattutto, difficile. Nel 2014 abbiamo raccolto più di 500 sacche. Troppo poco per un comprensorio vasto come quello del Longano, composto da 45.000 abitanti. Realtà più piccole (Alì Terme, Lipari, Falcone) raccolgono il doppio. Per molto tempo ci siamo chiesti quale sia il problema. Forse il personale del Direttivo. Forse le nostre scelte associative. Il nostro modo di fare. Abbiamo cambiato molte cose, ma ci siamo resi conto che è la mentalità barcellonese a frenare il meccanismo. Non possiamo fare di tutta l’erba un fascio. Abbiamo circa 500 soci attivi di cui andiamo molto fieri e sono il nostro fiore all’occhiello, ma capite bene che 500 soci (e 500 sacche) su 45.000 abitanti sono un po’ pochi. Speriamo in un 2015 migliore. Più sensibile. Più solidale. Chi dona può ricevere. Entra anche tu a far parte della nostra famiglia. Dona il Sangue! Per info: www.avisbarcellona.it – [email protected] – Tel 0909799211

Genovese Antonino

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Cos’è per me il mare…il mio mare! E’ un’attrazione fatale! Irresistibile…a volte sento il suo richiamo, forte e impetuoso. E come se mi volesse dire qualcosa, ma poi mi accorgo che sono io che voglio parlargli. Mi avvicino a lui se sono triste e non e in vari momenti della mia vita ha accolto i miei pensieri e i miei silenzi e mi ha accarezzato con le sue onde lente e dolci ed io mi sono calmata come se avessi ricevuto le più belle e dolci parole consolatorie. Quando lo guardo tempestoso e spumoso, mi avvicino e ne respiro “il suo respiro” e mi accorgo che avevo bisogno di questa comunione. Mi avvicino a lui se il mio animo è pervaso da una serena gioia e lo cerco anche quando è calmo e baciato dal sole. Mi pervade il corpo e la mente con i suoi bagliori caldi ... e poi... e poi... mille altri momenti. E’ un mondo nel mondo, un’energia infinita! Starei per ore e ore a guardare le onde che si rincorrono e quando mi abbandono fra le sue braccia, mi sento come se volassi libera senza peso e senza confini. Mi piace sentirne il profumo, guardare l'orizzonte e... mi piace soprattutto ascoltarlo.

L’uomo appartiene al mare…nel mare ritrova se stesso, è lì davanti a sé che luccica, risplende, a volte spaventa, ma è esattamente così la nostra semplice eppur ambigua natura.

Il mio mare, il nostro mare…ci appartiene!

Loredana Irato

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Parco Jalari. Proficuo incontro su 'Turismo, ambiente e cultura' nel territorio Un incontro-tavola rotonda di un certo rilievo e interesse, quello avvenuto nello scorso fine settimana all’interno della favolosa location del Parco Jalari, con al centro del dibattito, così come dal titolo dell’evento, 4 componenti fondamentali da promuovere e valorizzare per il rilancio del nostro comprensorio e non solo: ‘Turismo, territorio, ambiente e cultura’. All’evento hanno preso parte oltre agli ideatori del Parco- Museo Jalari, i fratelli Mariano e Sebastiano Pietrini, diversi relatori-rappresentanti istituzionali e territoriali, dall’Assessore regionale ai Beni culturali e all’Identità siciliana Antonio Purpura, all’onorevole regionale Giuseppe Lupo, in sostituzione dell’assente per motivi istituzionali, l’assessore al Turismo Cleo Li Calzi, al soprintendente ai Beni culturali per la provincia di Messina, Rocco

Scimone. Inoltre sono intervenuti diversi rappresentanti della politica locale e regionale: l’onorevole regionale Marcello Greco e Franco Rinaldi e il sindaco di Ficarra e segretario provinciale Pd Basilio Ridolfo. L’incontro è stato ben moderato dall’Ing. Filippo Floramo. Ad aprire la tavola rotonda e fare gli onori di casa, Vera Giorgianni, rappresentante dell’Associazione culturale, etnografica e ambientale

Jalari, la quale dopo aver ringraziato tutti i promotori e i presenti all’iniziativa, ha fatto un breve ed incisivo exscurs storico del Parco Jalari e le sue numerose attività ed eventi realizzati in questi anni: “Uno degli obiettivi principali originari del Parco è il rispetto della natura, qui sono stati piantati più di 30.000 alberi realizzando un vero e proprio Parco naturale. Poi tanto spazio dedicato alle botteghe con gli oggetti dell’etnografia siciliana. Il nostro scopo originario, che portiamo sempre avanti, è la riscoperta della storia della nostra terra anche attraverso gli utensili e i mestieri antichi. Inoltre il Jalari – continua la Giorgianni - è anche luogo di visite didattiche oltre ai diversi e importanti eventi messi a punto ogni anno come la Festa della Vendemmia, Espressivamente e Jalari in corto con la realizzazione di filmati da tutto il mondo. Il nostro Parco-Museo è un luogo sociale e un luogo di studio, con numerosi studenti che hanno realizzato più di 25 tesi di laurea dedicate al luogo. Infine il Jalari si è aperto anche agli scambi interculturali con i progetti Erasmus Plus.

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La sfida da affrontare oggi – conclude - è quella di fare impresa attraverso la valorizzazione del nostro luogo. Tutto questo, ricordo a tutti, grazie al sacrificio, all’impegno e alla creatività di una gestione privata e senza ausilio di contributi pubblici”. Per il Soprintendente ai beni culturali, Rocco Scimone: “In Sicilia abbiamo l’oro ha portata di mano e non riusciamo a percepirlo e valorizzarlo. Dobbiamo intervenire sui beni culturali insieme all’assessorato competente attraverso una nuova politica culturale. L’obiettivo è mettere a regime tutte le nostre risorse migliorando le infrastrutture, affinché il turista venga comodamente sul territorio portando sviluppo e benessere. Dobbiamo cercare di fare turismo – conclude Scimone - puntando sulla cultura. Siamo noi stessi gli attori e i protagonisti del rilancio territoriale”. Secondo l’Assessore regionale ai Beni Culturali, Antonio Purpura: “Sulla valorizzazione dei beni culturali la Regione scommette tanto, attraverso un nuovo percorso di sviluppo. Se noi non riusciamo a dare una risposta credibile a chi viene a trovarci perdiamo tutti. Noi vogliamo dare al turismo quegli agganci che finora non ci sono stati, cercando di creare il giusto collegamento tra patrimonio storico-paesaggistico e turismo. In Sicilia, abbiamo tante attività ricettive ma che lavorano solo al 30 per cento rispetto alle reali potenzialità. C’è di bisogno di creare investimenti e abbiamo urgenza di dare risposte celeri e concrete. Un economia e una popolazione come la nostra che ha dimensioni da paese europei ha di bisogno di un tessuto produttivo che punti anche sull’agricoltura e sul turismo. Secondo gli ultimi dati stiamo iniziando a crescere nuovamente in Sicilia sul piano turistico-culturale. Ma abbiamo bisogno non solo del turismo stagionale bensì di un turismo più strutturato come in Toscana o a Malta. Abbiamo dei profili di alto livello presenti nelle strutture regionali ma si deve lavorare sulla managerialità e le pratiche di valorizzazione culturali. Certamente dobbiamo lavorare con le poche risorse a disposizione e cercando di fare evolvere le risorse presenti nei dipartimenti e nelle varie strutture regionali. Infine abbiamo bisogno di ripartire dalla valorizzazione degli antichi saperi e mestieri come il fabbro e il sarto. Il Parco Jalari ripropone bene queste esperienze essendo luogo di memoria, di condivisione e di aggregazione. Così come la Fiumara d’Arte di Tusa di Antonio Presti. Quella che per oggi – sottolinea Purpura - è tradizione può diventare innovazione. Dobbiamo lavorare sulle opere d’arte e culturali puntando nel radicamento territoriale e nella capacità di innovarlo. Cerchiamo di industrializzare il nostro turismo dei beni culturali – conclude - attraverso i nuovi saperi e la freschezza dei nostri giovani. Recuperare quindi le nostre antiche conoscenze attraverso una prospettiva innovativa”. Intervenuto anche l’onorevole regionale Marcello Greco, che ha messo in evidenza come, “l’assenza della politica in questi anni si è fatta sentire, sta adesso a noi ritrovare una nuova sinergia tra i vari dipartimenti regionali per il rilancio della nostra terra. Dobbiamo ripartire dalla base, soprattutto dalle infrastrutture, i nostri turisti trovano forte difficoltà a visitare le nostre meravigliose bellezze. La politica deve occuparsi di quest’aspetto fondamentale.

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Un turista norvegese o svedese avrebbe forti difficoltà a raggiungere un posto meraviglioso come il Jalari. A riguardo credo che un’opera come l’aeroporto sia sempre più necessaria per il rilancio territoriale. Ma sta alla politica rioccuparsi del territorio – conclude Greco - in questo momento di difficoltà, anche attraverso il contributo dei fondi europei anche per intervenire sull’occupazione dei giovani”.

Francesco Barca direttore responsabile

del nuovo progetto editoriale di OraWebTv.it

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‘Operazione Gotha 5′. Duro colpo alle nuove leve di Barcellona e Comprensorio

Duro colpo alle cosche criminali del Comprensorio avviato dalle prime ore di ieri, in diverse località della provincia di Messina, un azione congiunta tra i Carabinieri del R.O.S., della Compagnia Carabinieri di Barcellona Pozzo di Gotto ed i poliziotti del Commissariato P.S. di Barcellona Pozzo di Gotto e della Squadra Mobile di Messina, hanno portato a termine una vasta operazione antimafia coordinata dalla D.D.A. di Messina, dando esecuzione ad

un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. del Tribunale di Messina Dr.ssa Maria Luisa Materia, su richiesta della medesima Direzione Distrettuale Antimafia (il Procuratore Lo Forte ed i Sostituti Cavallo e Di Giorgio). L’operazione ha portato all’arresto di 22 soggetti per associazione mafiosa, estorsioni, rapine, porto abusivo di armi ed altri reati contro la persona e il patrimonio. Altre 5 persone sono state indagate e denunciate in stato di libertà per gli stessi reati nell’ambito di quella che è stata chiamata operazione “GOTHA V”, che deve il suo nome all’azione di individuazione che ha colpito i nuovi assetti del so dalizio criminale, già duramente provato dagli esiti dell’operazione “GOTHA IV”. I provvedimenti scaturiscono da una complessa attività investigativa, avviata nel 2013, sul conto del sodalizio mafioso riconducibile a Cosa Nostra siciliana denominato “dei barcellonesi”, operante sul versante tirrenico della Provincia di Messina e della sua storica diramazione territoriale cd. “dei mazzarroti”. I soggetti tratti in arresto sono Alessio Alesci, Angelo Bucolo, Tindaro Calabrese, Salvatore Calcò Labruzzo, Antonino Calderone, Giuseppe Cammisa, Agostino Campisi, Marco Chiofalo, Carmelo Crisafulli, Bartolo D’Amico, Miloud Essaoula, Antonino Genovese, Salvatore Italiano, Filippo Munafò, Franco Munafò, Giuseppe Ofria, Mario Pantè, Giovanni Pino, Giuseppe Reale, Orazio Salvo, Sebastiano Torre, Maurizio Trifirò. Andando hai dettagli dell’operazione Gotha5 che ha colpito il nuovo sistema di Cosa nostra barcellonese e del clan dei mazzarroti, eseguita all’alba dai militari del Ros e dagli agenti del commissariato della città del Longano e della squadra mobile

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di Messina. Ventidue arresti, scattati su richiesta del procuratore Guido Lo Forte e dei sostituti Cavallo e Di Giorgio. I provvedimenti, che scaturiscono da una complessa attività investigativa avviata nel 2013, traggono spunto dalle dichiarazioni di Salvatore Artino, figlio di Ignazio, già esponente di primo piano e rappresentante dei mazzarroti, ucciso in un agguato di mafia nel 2011, che ha avviato la sua collaborazione con la giustizia dopo essere stato arrestato nel luglio 2013 nell’ambito di Gotha IV. Le dichiarazioni di Artino, raccolte dai Carabinieri del ROS e dalla Polizia di Stato, hanno contribuito a far luce sull’evoluzione della consorteria mafiosa barcellonese e della sua articolazione dei “mazzarroti”. Ne è scaturito un panorama puntuale della nuova composizione del sodalizio mafioso, operativo nell’hinterland barcellonese, rinnovatosi seguendo il collaudato meccanismo mafioso del “rimpiazzo”. Individuati i responsabili di diverse estorsioni, in particolare nei confronti di alcuni locali notturni e discoteche di Milazzo, nonché gli esecutori materiali di alcuni fatti di sangue del recente passato, come la rapina ai danni di un supermercato di Campogrande di Tripi, nel dicembre 2012, conclusasi con la gambizzazione di un cliente che aveva opposto resistenza. Estorsioni, ma anche spaccio tra le attività prevalenti delle nuove leve. E’ il caso di Alessio Alesci e del nipote Giuseppe Ofria, figlio di Salvatore e nipote di Sem Di Salvo, considerati ai vertici della famiglia mafiosa barcellonese e già tratti in arresto nell’ambito dell’operazione Gotha, nel giugno 2011. L’attività del Commissariato di Barcellona Pozzo di Gotto ha permesso inoltre di svelare il nuovo assetto operativo dell’agguerrita frangia dei “Mazzarroti”, un tempo retta dall’odierno collaboratore Carmelo Bisognano e poi da Tindaro Calabrese, attualmente detenuto in regime di “carcere duro”. In particolare, gli elementi acquisiti soprattutto attraverso le attività di intercettazione hanno consentito di accertare l’attuale impegno della cosca dei “Mazzaroti” per garantire continuità all’azione del gruppo nel settore delle estorsioni, di cui si occupavano direttamente Sebastiano Torre, Giuseppe Cammisa e Orazio Salvo. I proventi estorsivi, acquisiti “con violenza e minaccia” nelle “tradizionali” rate di Natale, Pasqua e Ferragosto, garantivano il sostentamento dell’associazione mafiosa ed in questo contesto sono state accertate consegne di denaro a Salvatore Italiano, attualmente agli arresti domiciliari a seguito dell’operazione Gotha IV. Il gruppo criminale disponeva inoltre di numerose armi, anche di elevato potenziale, compreso un kalashnikov, di cui si serviva per il controllo del territorio, con annesse spedizioni punitive. Nell’ambito dell’operazione è stato tratto in arresto per associazione mafiosa e detenzione illegale di armi da fuoco anche Angelo Bucolo, fratello dell’attuale sindaco di Mazzarrà, incastrato dalle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia Salvatore Campisi e Salvatore Artino, ritenute attendibili dal Gip. Bucolo viene indicato come uno dei componenti storici del gruppo mafioso dei Mazzaroti, impegnato nella riscossione dei proventi estorsivi

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che provvedeva a consegnare ad esponenti di Cosa Nostra barcellonese, partecipando, insieme a Giuseppe Reale e Giovanni Pino, ad attentati ed atti incendiari contro i responsabili della discarica di Mazzarrà S. Andrea, dove lo stesso lavorava. Dalle dichiarazioni dei collaboratori è inoltre emerso che Bucolo, il quale si era anche occupato di custodire ed occultare alcune armi per conto di Reale, sarebbe stato contattato, senza esito, da altri sodali “affinchè convincesse il fratello, sindaco di Mazzarrà, ad intervenire nei confronti della società Tirreno Ambiente affinché quest’ultima riprendesse a pagare le somme a titolo estorsivo”. Particolarmente significativa l’intercettazione ambientale che ha documentato un incontro tra rappresentanti armati della cosca dei “mazzaroti” con esponenti della mafia catanese per la reciproca “messa a posto” di imprese operanti nelle due province, nell’ambito di quello che il Gip definisce un “sistema di estorsioni incrociate”. All’esito dell’incontro veniva confermato il reciproco rispetto tra le due organizzazioni mafiose (“allora da quando è … è sempre stato così, sempre così!) secondo una consolidata alleanza (“gemellaggio”) tuttora operativa. Anche alla luce degli elementi probatori individuati dall’Arma Territoriale, dal R.O.S. e dalla Polizia di Stato, è stato poi formulato un giudizio di gravità indiziaria a carico dei detenuti, già tratti in arresto dal R.O.S., Agostino Campisi, Tindaro Calabrese, Salvatore Calcò Labruzzo e Maurizio Trifirò, in relazione alle estorsioni che ciascuno di loro, in periodi diversi, ha posto in essere ai danni dell’imprenditoria locale, alcune delle quali già emerse nel corso dell’indagine denominata “Vivaio”, ma ancora non contestate agli indagati. Nel medesimo procedimento sono inoltre indagate altre quattro persone per un episodio di scambio elettorale politico mafioso, con riferimento alle elezioni amministrative del 2007 presso il Comune di Mazzarrà Sant’Andrea. Un pactum sceleris tra uno dei candidati ed il sindaco uscente, già condannato in secondo grado per concorso esterno in associazione mafiosa, da un lato, e due esponenti della cosca dei “Mazzaroti” dall’altro.

Francesco Barca

direttore responsabile del nuovo progetto editoriale

di OraWebTv.it

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RADIO DIMENSIONE GIOVANI

La Vivi Don Bosco non si ferma al ciclismo, al calcio a 5, al teatro, all’animazione, aggiunge un’altra attività molto interessante: una web radio. Nasce infatti RADIO DIMENSIONE GIOVANI! Partorita dalle menti di Ingegneri e Miano, l’idea della radio è di creare un punto di aggregazioni di giovani emergenti che in questo modo possono avere un loro spazio, libero da vincoli commerciali, ove farsi sentire. Infatti al più presto verrà inserito nel palinsesto una rubrica che tende a far conoscere le band del territorio provinciale con spazio anche alle band nazionali emergenti. Infatti sul sito, dove è anche possibile ascoltare la radio, radiodimensionegiovani.altervista.org è possibile trovare tutte le info per inviare i propri mp3 liberi da diritti commerciali da inserire nel palinsesto. Ma la web radio non vuole soffermarsi solo al campo musicale… ma vuole ampliare il raggio d’azione anche alla letteratura emergente… quindi la lettura di racconti brevi e poesie o ancora di dare voce e spazio a chiunque abbia un’idea e voglia curare una propria rubrica. Musica è cultura… l’idea di essere sempre un movimento costante di idee, di condividere con gli altri un universo che regala emozioni che ti fanno vivere appieno la vita, è lo scopo principe degli associati Vivi Don Bosco. Un moderno approccio all’universo giovanile che sempre più ha bisogni di aggregazione e punti di riferimento. E siamo certi che Don Bosco possa essere di forte appeal per queste nuove generazioni.

Ottavio Miano

Trovaci su facebook RadioDimensioneGiovani

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VERDETTO FINALE

Si è da poco concluso il campionato regionale di serie C2 girone B che ha visto impegnate 14 squadre della provincia di Messina e di Catania . Già promossa con tre giornate in anticipo la Sicily Gym di Gravina di Catania , ottiene l’accesso nella serie superiore per la stagione successiva con 61 punti all’attivo.

Delusione per il Savio Messina che con 47 punti resta la prima squadra esclusa dai play off promozione , visto che le ultime vittorie di Merì che raggiunge quota 48 e del Salina che raggiunge quota 49 si affronteranno tra loro , come per le altre due squadre di testa , Sport Club Peloritana 53 punti e Virtus Milazzo 51 .Le partite si giocheranno in casa delle squadre meglio p iazzate e le vincenti si contenderanno nella prossima gara l’altro posto utile per la promozione in serie C1.

Campionato sempre tranquillo invece per le compagini Real Aci che chiude con 38 punti ,Montalbano 34 punti , Trinacria 31 punti ,queste ultime hanno affrontato il torneo nella parte centro alta della classifica senza mai rischiare di sprofondare nella zona retrocessione.

Retrocedono invece direttamente la squadra messinese Atene con 22 punti e la squadra Barcellonese Libertas Zaccagnini che ha concluso il suo campionato con soli 3 punti e non ha mai lasciato l’ultima posizione in classifica. Per una

A.S.D. Atene la squadra messinese retrocede in serie D

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serie di infortuni ,episodi sfortunati e un anche per un po’ di inesperienza, la squadra biancorossa ha pagato con numerose sconfitte , anche se le prestazioni non sempre hanno rispecchiato l’esito finale delle partite. Si salva il Ludica Lipari per una favorevole classifica avulsa che costringe il Castroreale appaiato a 29 punti di affrontare la difficile gara di Play – out salvezza contro il Nicolosi che conclude il campionato con 27 punti . In attesa di questi spareggi , le altre squadre si sono concesse un periodo breve di riposo ,ma sono già pronte a ripartire e programmare la nuova stagione , prendere parte anche ai numerosi tornei estivi che mettono in evidenza numerosi giovani talenti da preparare e far subentrare in questa nuova realtà che da anni impegna molte società Barcellonesi.

Alessandro Molino

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Serie D – calcio a5 – Campionato Provinciale: Rush Finale Come da titolo ormai siamo agli sgoccioli, per quanto riguarda la regular season, del campionato provinciale di serie D di calcio a5. Bisogna giocare l’ultima giornata, la 22^, in entrambi i gironi e poi così avremo altre certezze, anche se già molti verdetti sono stati emessi sia per quanto riguarda le promozioni, sia per quanto riguarda la griglia dei play off. Ma andiamo per ordine

Girone A In questo raggruppamento, già da qualche settimana, si conoscono i nomi delle squadre che andranno a compilare la griglia dei Play Off, l’unica cosa, molto importante, è decretare la compagine vincente del girone, che garantirà la promozione diretta in C2. Questo verdetto si avrà sabato 18 aprile, alle ore 15:00, quando si incontreranno la squadra della Meriense e quella del Città di Oliveri. Tutto quindi si decide negli ultimi 60 minuti e non ci saranno appelli. Gli ospiti (Città di Oliveri) hanno un piccolo vantaggio, possono contare su due risultati su tre, in virtù del punto di distacco in classifica, mentre dalla loro, la Meriense, hanno un ruolino di marcia in casa che recita 10 vittorie su altrettante gare disputate, quindi, in fin dei conti, il risultato finale è quanto mai incerto. Per quanto riguarda l’altro aspetto del girone, i Play Off, le squadre interessate, oltre alla perdente del big-match Meriense-Città di Oliveri, sono in ordine: 3° L’Iniziativa, 4° Nuova Rinascita, 5° Libertas Basicò.

CLASSIFICA COMPLETA ALLA 21^ GIORNATA SQUADRA PT G V N P GF GS DR

CITTA ́DI OLIVERI 53 21 17 2 2 133 73 60

MERIENSE 52 21 17 1 3 155 65 90

L´INIZIATIVA 49 21 16 1 4 167 100 67

NUOVA RINASCITA 48 21 16 0 5 151 60 91

LIBERTAS BASICO ́ 39 21 12 3 6 93 60 33 NEBROSPORT 32 21 10 2 9 114 120 -6

POLISPORTIVA GIOIOSA 24 21 8 0 13 119 119 0 MONTAGNAREALE A.S.D. 24 21 7 3 11 115 117 -2

CIRCOLO GHIDA 19 21 6 1 14 71 102 -31

C ANSPI SAN LORENZO GROUP

18 21 6 0 15 86 140 -54

STEFANO CATANIA 7 21 2 1 18 62 154 -92

ACQUEDOLCESE 6 21 2 0 19 52 208 -156 Note

Promozione Play Off

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CLASSIFICA MARCATORI PRIME POSIZIONI Gol Fatti

59 Cottone Andrea (L´INIZIATIVA) 51 Lo Vetere Gianluca (POLISPORTIVA GIOIOSA) 37 Casella (NUOVA RINASCITA) 36 Di Pino (NUOVA RINASCITA) 33 Campochiaro Erminio (L´INIZIATIVA) 30 Calarco (NUOVA RINASCITA) 28 Trusso (NEBROSPORT) 26 Maisano Giuseppe (CITTA ́DI OLIVERI) 25 Calderone Costanzo (LIBERTAS BASICO´)

Giuffrè (C ANSPI SAN LORENZO GROUP) 24 Scaffidi Rosario (NEBROSPORT) 23 Donato (MERIENSE) 22 Accordino Tinuccio (MONTAGNAREALE A.S.D.) 21 Munafò Francesco (LIBERTAS BASICO´) 20 Blandi Sergio (NEBROSPORT)

Merenda Davide (POLISPORTIVA GIOIOSA)

Girone B Tutta diversa è, invece, la storia di questo raggruppamento della serie d provinciale. Già sin dall’inizio del torneo si sapeva che sarebbe stato un campionato a due tra Football School e Mortellito e che quindi di conseguenza non sci sarebbero stati Play Off dopo la regular Season, l’unica cosa da stabilire era chi tra le due avrebbe staccato il biglietto diretto verso la C2. Ebbene questo verdetto è arrivato, infatti nella giornata di sabato 11 Aprile, presso il Centro Sportivo “Sant’Anna” di Barcellona P.G., le due squadre si sono affrontate e la Football School del duo Spinella/Campo ha avuto la meglio sul Mortellito vincendo anche la gara di ritorno, dopo che aveva vinto anche quella dell’andata, decretando di fatto, anche se per quello dimostrato durante l’anno non aveva lasciato dubbi, la promozione nella categoria C2 di calcio a5, mentre il Mortellito dovrà affrontare gli spareggi con le vincenti dei Play Off degli altri girone, per seguire, anche lei, i rivali nella categoria superiore.

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CLASSIFICA COMPLETA DOPO LA 21^ GIORNATA SQUADRA PT G V N P GF GS DR

FOOTBALL SCHOOL BARCELLONA

57 19 19 0 0 143 31 112

MORTELLITO 51 19 17 0 2 149 44 105 OR.SA. P.G. 35 19 11 2 6 75 70 5 CITTA´ DI BARCELLONA 28 20 9 1 10 70 66 4

ACR BORGATESE S. ANTONINO

26 19 8 2 9 73 76 -3

VIVI DON BOSCO 22 19 7 1 11 69 92 -23

REAL MERI ́ 22 19 6 4 9 66 94 -28 BARCELLONA P.G. 21 19 6 3 10 74 86 -12 SIRIO 19 19 5 4 10 77 109 -32

RODI´ MILICI 19 19 6 1 12 64 128 -64

SANTANTONINO 4 19 0 4 15 52 116 -64 LIBERTAS ZACCAGNINI

(Fuori Classifica)

0 0 0 0 0 0 0 0

CLASSIFICA MARCATORI PRIME POSIZIONI Gol fatti

35 Gambino (FOOTBALL SCHOOL BARCELLONA) 34 Massaro (MORTELLITO) 31 Miragliotta (MORTELLITO) 22 Cicciari (REAL MERI´)

Giannilivigni Luciano (RODI ́MILICI) Giuffrida (FOOTBALL SCHOOL BARCELLONA)

20 Pellegrino (MORTELLITO) 19 Bonanno Federico (BARCELLONA P.G.)

Interdonato (FOOTBALL SCHOOL BARCELLONA) 18 Catalano Daniele (BARCELLONA P.G.)

Coppolino (FOOTBALL SCHOOL BARCELLONA) Deponte (ACR BORGATESE S. ANTONINO) Maccari (VIVI DON BOSCO)

Giovanni Tamburella

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VINCITORI

Si vincitori, perché questo sono i 10 leoni che hanno onorato la maglia fino alla fine della stagione, che hanno continuato da professionisti il loro campionato anche con le mille difficoltà incontrate. Una vittoria nell’ultimo impegno casalingo che segue quella di Biella, la prima in trasferta della stagione, proprio sul finire; una vittoria dicevamo contro la seconda della classe, e il raggiungimento di un “record”, ovvero quello di essere stata l'unica squadra a battere le prime 2 della classe.

Vittoria condita da una partita veramente spettacolare, ne danno prova due azioni spettacolari di Shepherd nella top ten della lega di giornata gara, e poi ancora Gara di tiro offerta dallo sponsor Via Lattea, premiazione dei bambini delle scuole medie per il concorso "SCHIACCIA L'ILLEGALITA'" buffet di dolci con i giocatori a fine partita offerto dal main sponsor Orange Moon e dai tifosi: Questi sono stati gli ingredienti di questa fantastica giornata di sport, indimenticabile per certi versi, triste per altri se si pensa che ad oggi non si sa quale sarà il futuro dei nostri colori. Ma è dalle parole del capitano Maresca che bisogna assolutamente ripartire che da il giusto tributo all' uomo che ha salvato il basket a Barcellona con il suo lavoro e la sua caparbietà: "lo sceriffo" Giovanni Perdichizzi. Poi fa un appello a chi di dovere, affinchè si possa decidere in fretta e magari ripartire dallo stesso gruppo di quest' anno, senza più i timori e le incertezze della stagione appena conclusa. Toccanti anche le parole dello speaker nonchè responsabile area stampa Be nny Ortitullo: "10 eroi, nella stagione più difficile, hanno dimostrato che non contano gli squadroni faraonici. Nello sport contano cuore, testa, attaccamento alla maglia, e soprattutto le palle!” A seguire foto con i bambini delle scuole e con tutti i tifosi, per salutare una stagione ricca di emozioni, bella, brutta, ma sicuramente indimenticabile.

Maurizio Molino

Il vincitore del concorso “Schiaccia l illegalità”

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PGS Hodeir Oggi in campo neutro, alla Palestra comunale di Milazzo, è andata in scena la finale interprovinciale PGS Libera Femminile, dove Perdichizzi e compagne si sono imposte 3 - 0 contro la compagine Stella Volley già incontrata nel campionato di 1 divisione femminile. Obbiettivo raggiunto che proietta la squadra alle finali regionali PGS di Kastalia.

Archiviato questa finale, la squadra adesso si prepara ad affrontare l'obbiettivo più importante della stagione, centrare la promozione in serie D, affrontando con sole gare di andata la Società Nebrodi e la Società Tremonti Volley, squadre che sicuramente cercheranno di mettere in difficoltà la nostra squadra.

Giovanni Di Mauro

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COSA SIGNIFICA ESSERE UN’ ANIMATRICE SALESIANA? In oratorio c'è sempre un clima di “amore” e “amicizia” veri. Da piccola ho frequentato diversi oratori della mia città, in cui ho trovato una cosa comune : la gioia di stare insieme. Giocare, imparare a stare in gruppo e ad aiutare gli altri, ballare e fare lavoretti sono molte attività che fanno divertire, ma anche maturare. Queste esperienze sono infatti accompagnate dalla costante presenza della fede e dei principi cristiani che fin da bambini fanno parte della nostra vita. Oggi sono un'animatrice, ma il mio percorso come tale è iniziato un po' per caso. Facendo anche parte di un gruppo teatrale pian piano sono stata introdotta in questo mondo e ormai da parecchi anni ne faccio parte. Col passare del tempo, partecipando al grest,

ho imparato a stare a contatto con i bambini e cercare di trasmettere loro valori da cui io stessa prendo esempio. A volte il comportamento di un bambino può far comprendere aspetti della vita che non avevi mai colto. Non sono un tipo particolarmente estroverso, quindi il mio obiettivo come animatrice è più quello di comprendere i bisogni dei bambini, di stargli accanto e proteggerli uno ad uno, in modo da farli sentire come “a casa”. Perchè credo che un posto come l'oratorio debba far sentire cosi. La mia esperienza in oratorio continua

anche in inverno, dove partecipo alla formazione. In queste occasioni ho imparato a conoscere le figure che in passato hanno dato vita a questo mondo, primo fra tutti Don Bosco da cui tutti noi dovremmo prendere esempio. É vero che non si finisce mai di imparare e, infatti, queste esperienze mi arricchiscono sempre di più. Crescendo di capisce quali sono le cose importanti della vita. Credo che una delle principali sia la fede e la messa in pratica degli insegnamenti che ne derivano.

Eleonora Torre

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