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SOCIOLINGUISTICA A (a.a. 2017-18, Univ. Pavia) Chiara Meluzzi (PhD) [email protected] 1

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SOCIOLINGUISTICA

A (a.a. 2017-18, Univ. Pavia)

Chiara Meluzzi (PhD)

[email protected]

1

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Il corso fino ad ora…

1. Definizione di SL

2. Il lavoro del SL

3. Le nozioni di base/1

4. Le nozioni di base/2

5. La situazione SL italiana

6. Lingue d’Italia

7. Multilinguismo e contatto

8. La SL laboviana

9. Altre chiavi interpretative

10. Il mutamento linguistico

11. La sociofonetica

12. Sociofonetica in Italia/1

13. Sociofonetica in Italia/2

14. Sociolinguistica storica

15. Le variabili SL in

prospettiva storica

16. Applicazioni della SL

storica

17. La socio-pragmatica

18. Conclusioni

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Lezione 2

O Il lavoro del sociolinguista

O Variabili & varianti

O Il “dato” in SL

O Il “paradosso dell’osservatore”

O Riferimenti bibliografici

Berruto & Cerruti (2015), cap. 6;

Calamai (2015), cap. 2

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SL «ante litteram»

O Kindaichi (1942): pronuncia di /g/ a Tokyo in base a sesso e classe sociale

O Fischer (1958): pronuncia del suffisso «-ing» in una comunità rurale del New England nei bambini e nelle bambine, anche in diafasia

O Levine & Crockett (1966): pronuncia del fono [r] nel North Carolina in base alla classe sociale del parlante

O Qual è la differenza con la sociolinguistica laboviana classica (Labov 1963)?

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Il metodo!!! O Impiego del registratore

O Usato per la prima volta da Labov a Martha’s Vineyard

O Possibilità di riascoltare le produzioni

O Riduce il rischio di soggettività nel riconoscimento delle

variabili (specialmente fonetiche)

O Consente a ricercatori diversi di produrre analisi diversi anche

sullo stesso testo (inteso in senso lato)

O Consente di tenere maggiorente in considerazione il contesto

linguistico in cui una variabile appare

O Domanda di ricerca: c’è una variazione linguistica a cui è

attribuibile un significato sociale?

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Le variabili SL

O Per la SL la variazione nei dati NON è

«rumore», ma è l’aspetto più importante

O Esiste una variazione casuale?

O Problema: il corpus e l’analisi quantitativa dei

dati

O Variabile sociolinguistica = variazione a

qualsiasi livello del sistema linguistico a cui

sia attribuibile significato sociale

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Quante variabili?

O Variabili linguistiche vs. Variabili sociali

O Variabili dipendenti vs. variabili indipendenti

O Variabili discrete vs. Variabili continue

O Variabili quantitative vs. variabili qualitative

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Variabili & Varianti

O Variabili & Varianti (≠ type & tokens)

O Labov (1963): (aƱ): [aƱ], [æƱ], [ǝƱ]

O Minimo 2 varianti per 1 variabile

O Le varianti possono essere contate

O Variabile: qualsiasi variazione linguistica

O Variante: la manifestazione concreta della

variazione (es. 2 allofoni per un fonema)

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Variabili linguistiche

Berruto Mioni

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- morfologia

sintassi

fonetica

lessico

semantica

+ pragmatica

- ortografia

morfologia (fless.)

sintassi

morfologia (der.)

lessico

+ fonetica-fonologia

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Variabili Sociali

O Età (= Tempo)

O Real time diachrony vs. Apparent-time diachrony

O Sesso (cfr. Cheshire 2002)

O ≠ Gender (≠ orientamento sessuale!)

O N.B. nella SL italiana si parla in generale di «genere» senza una chiara distinzione tra sesso biologico e gender!

O Livello di istruzione

O Classe sociale (Block 2012)

O Situazione comunicativa

O Grado di identificazione col gruppo

O Overt prestige vs. covert prestige

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Tipi di Variabili Sociolinguistiche

O Struttura sociolinguistica = il comportamento di

una variabile SL in un certo corpus

O Markers = variazione congiunta diafasica e

sociale («distribuzione di prestigio»)

O Indicators = variazione SOLO sociale ma non

diafasica

O Stereotypes = variazione SOLO diafasica ma non

sociale

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v. Berruto (1995: 136-7)

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Esempio: Labov (1966, 1972)

O Nell’inglese di NY il fonema /r/ può essere

pronunciato come tap [ɾ] oppure non

pronunciato per nulla Ø.

O /r/ = variabile linguistica

O [ɾ] e Ø= variante

O Labov scopre che questa variazione nella

pronuncia di /r/ è legata all’età e alla classe

sociale dei parlanti

(r) è una variabile sociolinguistica

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Dalle variabili al «dato»

O Il centro di interesse SL è la variazione

O Obiettivo di una ricerca SL è spiegare il

comportamento di una variabile linguistica

nel suo contesto sociale (e linguistico)

O La variabile e le sue varianti diventano

quindi «dati» linguistici

O SL ‘classica’: i dati linguistici variano in

relazioni a delle variabili sociali (indipendenti)

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Il «dato»

O Legame teoria – dato

«non solo la teoria filtra sempre e

inevitabilmente le informazioni sensoriali che

riceviamo dal mondo esterno, ma decide anche

implicitamente quali fra queste infinite

informazioni riceveranno lo statuto stesso di

‘dato’ e diventeranno pertanto elementi delle

nostre successive costruzioni teoriche»

(Iannàccaro 2002)

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Cos’è un dato?

O Cosa fa di un fenomeno un «dato»?

O Domanda generale che riguarda tutte le scienze (soprattutto le scienze sociali)

O «Scuole e orientamenti diversi possono essere più o meno disposti a comprendere nella categoria di ‘dato’ fenomeni di tipo piuttosto diverso» (Iannàccaro 2002) O La collocazione territoriale

O È un dato per un geolinguista

O È una informazione accessoria per un sintatticista

O L’etnia di un parlante O Irrilevante se studio la GU

O Fondamentale per l’AAVE (African American Vernacular English, Labov 1972)

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Tassonomia del dato (Iannàccaro 200o)

O Come sono stati raccolti i dati?

O Dato vs. fenomeno

O Elicitato esplicitamente vs. accadimento spontaneo

O Legato quindi alle ipotesi di lavoro & al paradigma teorico di riferimento

O Raccogliere dati vs. Inventare dati

O Dati reali, istanze realmente elicitate

O Dati ipotizzati o possibili

O Test in primo luogo su se stessi

O Test di accettabilità ai parlanti

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La raccolta dati (Iannàccaro 2000)

Per rinvenimento Per verifica

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O Acquisizione di dati sul campo da parte del ricercatore

O Dati <- competenza (meta)linguistica del parlante

O Es. inchiesta dialettologica

O Sottoponiamo ad altri le nostre ipotesi sul funzionamento di una lingua perché vengano valutate

O Evidenti teorie esplicite soggiacenti

O Legate sempre anche alle teorie implicite dell’informatore

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La raccolta dati (Iannàccaro 2000)

Per rinvenimento Per verifica

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O Acquisizione di dati sul campo da parte del ricercatore

O Dati <- competenza (meta)linguistica del parlante

O Es. inchiesta dialettologica

O Sottoponiamo ad altri le nostre ipotesi sul funzionamento di una lingua perché vengano valutate

O Evidenti teorie esplicite soggiacenti

O Legate sempre anche alle teorie implicite dell’informatore

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Modalità di raccolta dati (Iannàccaro 2000)

O 3 modalità (Iannàccaro 2000)

O A tavolino

O In laboratorio

O Sul campo

O Raccogliere e categorizzare

O N° categorie < n° tokens

O «Setaccio» categorico

O Maglie troppo strette: rischio di ipercategorizzazione

O maglie troppo larghe: posso perdere parametri di variazione

O Problema: la trascrizione (e poi annotazione!)

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Caveat!

O Le teorie guidano sempre la ricerca a qualsiasi livello!

O Teorie esplicite

O Teorie implicite

O Teorie del ricercatore vs. teorie dell’intervistato

O «Ends» nel modello SPEAKING (Hymes 1980)

O L’informante ha una sua teoria della sua lingua, del suo spazio sociolinguistico e identitario in una comunità (v. Cardona 1976)

O L’informante ha una sua teoria della ricerca linguistica stessa > di cosa ti possa interessare (anche al punto di inventare dati)

Cfr. «L’ultimo dei Vostiachi» di Diego Marani, 2001.

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Trascrivere vs. Annotare O Come trascrivo i miei dati?

O Ortografia standard

O E i dialetti non graficamente codificati?

O E le esitazioni, riformulazioni, sovrapposizioni?

Conversation Analysis

O Trascrizione fonetica

O Lunga e difficoltosa

O A che grado di finezza

O Non posso presentarla a un parlante qualsiasi per un commento (verifica)

O Come annoto i miei dati? O Quale fenomeno linguistico sono interessato ad analizzare?

O Trascrizione e Annotazioni sono 2 fasi della ricerca O Soprattutto l’annotazione è già ANALISI dei dati

O Devono seguire un ‘protocollo di ricerca’ esplicito e rigoroso

O Devono poter essere adatti a tipi di dati diversi e a fenomeni diversi che posso trovare nei dati

O Es. tap+fricativa (Celata, Meluzzi, Ricci 2016), affricate dentali intermedie (Meluzzi 2014)

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Alla «fonte» del problema O Tagliavini (1946: 58 n.1) «sono […] da evitare i soggetti troppo

chiacchieroni perché vi fanno perdere tempo e vogliono quasi esser loro a imporvi il metodo di lavoro e le parole, sentendosi quasi offesi di venir continuamente interrogati. È certo utile se il soggetto «collabora» all'inchiesta, aggiungendo sinonimi, andando da un termine all'altro ecc. Questo va bene, … purché non sia troppo e vi impedisca di completare il vostro questionario»

O Bottiglioni (1935: 204) «[gli informatori] sono loquaci e rinunziano malvolentieri ad aggiungere alle informazioni richieste quelle notizie che al raccoglitore spesso non servono, ma che a loro sembrano necessarissime; quando cercate d’interromperli per condurli in altro ordine di idee, mostrano il loro disappunto e si rassegnano malvolentieri a seguirvi»

O Su una linea simile anche le indagini dialettologiche di Rohlfs negli anni ’20.

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La raccolta dati (Iannàccaro 2000)

Per rinvenimento Per verifica

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O Acquisizione di dati sul campo da parte del ricercatore

O Dati <- competenza (meta)linguistica del parlante

O Es. inchiesta dialettologica

O Sottoponiamo ad altri le nostre ipotesi sul funzionamento di una lingua perché vengano valutate

O Evidenti teorie esplicite soggiacenti

O Legate sempre anche alle teorie implicite dell’informatore

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Tipologia dei dati (Iannàccaro 2000)

O Esempi O chiarificano e provano la coerenza e potenzialità esplicativa di una

teoria

O Antiesempi O rappresentano le potenziali ricadute empiriche in caso di mancata

applicazione di tale teoria

O l’antiesempio è caratterizzato, sul piano metalinguistico, da una capacità esplicativa addirittura più forte rispetto a quella dell’esempio stesso, dal momento che consente di portare all’attenzione del lettore elementi o strutture linguistiche che non si presentano naturalmente nella lingua considerata (Meluzzi 2015: 268)

O Controesempi O occorrenze linguistiche effettive, ma che non è previsto che

appaiano

O la scoperta di controesempi può portare, nella migliore delle ipotesi, a una critica alla teoria precedente

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L’uso dei diversi tipi di dato

O Ars Grammatica di Elio Donato (IV d.C.)

«sunt nomina speciem participiorum habentia, ut

tunicatus, galeatus, quae, quia a verbo non

veniunt, non sunt participiis adplicanda. ex quibus

sunt etiam illa, quae, cum participia videantur,

verborum tamen significatione privata sunt, ut

pransus, cenatus, placita, nupta, triumphata,

regnata: nam prandeor, cenor, placeor, nubor,

triumphor, regnor non dicitur»

(Ars Maior, De Participio, GL 645, 13-14 H)

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Regola:

I participi

sono

sempre

deverbali

Meluzzi, C. (2016, d) ‘Esempi, antiesempi e controesempi nella tradizione grammaticale donatiana’, in P. Dardano & M.

Benedetti (eds.) Grammatiche e grammatici. Teorie, testi e contesti, Roma, Il Calamo. ISBN: 978-88-98640-15.

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L’uso dei diversi tipi di dato

O Ars Grammatica di Elio Donato (IV d.C.)

«sunt nomina speciem participiorum habentia, ut

tunicatus, galeatus, quae, quia a verbo non

veniunt, non sunt participiis adplicanda. ex quibus

sunt etiam illa, quae, cum participia videantur,

verborum tamen significatione privata sunt, ut

pransus, cenatus, placita, nupta, triumphata,

regnata: nam prandeor, cenor, placeor, nubor,

triumphor, regnor non dicitur»

(Ars Maior, De Participio, GL 645, 13-14 H)

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ANTIESEMPI

Regola:

I participi

sono

sempre

deverbali

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L’uso di diversi tipi di dato

O Ars Grammatica di Elio Donato (IV d.C.)

«quaecumque nomina ablativo casu singulari o littera fuerint terminata, genetivum pluralem in rum syllabam mittunt, dativum et ablativum in is, ut ab hoc docto, horum doctorum, his et ab his doctis. contra hanc regulam invenimus, ab has domo, domorum, domibus et ab hoc iugero, iugerorum, iugeribus. sed scire debemus multa quidem veteres aliter declinasse, ut ab hac domu, harum domuum, domibus et ab hoc iugere, iugerum, iugeribus, verum euphoniam in dictionibus plus interdum valere, quam analogiam vel regulam praeceptorum»

(Ars Maior, De nomine, GL 627, 5-11 H)

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Regola:

Abl. Sing –o

> Gen. pl. -

rum

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L’uso di diversi tipi di dato

O Ars Grammatica di Elio Donato (IV d.C.)

«quaecumque nomina ablativo casu singulari o littera fuerint terminata, genetivum pluralem in rum syllabam mittunt, dativum et ablativum in is, ut ab hoc docto, horum doctorum, his et ab his doctis. contra hanc regulam invenimus, ab has domo, domorum, domibus et ab hoc iugero, iugerorum, iugeribus. sed scire debemus multa quidem veteres aliter declinasse, ut ab hac domu, harum domuum, domibus et ab hoc iugere, iugerum, iugeribus, verum euphoniam in dictionibus plus interdum valere, quam analogiam vel regulam praeceptorum»

(Ars Maior, De nomine, GL 627, 5-11 H)

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Regola:

Abl. Sing –o

> Gen. pl. -

rum

CONTROESEMPI

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L’uso di diversi tipi di dato

O Ars Grammatica di Elio Donato (IV d.C.)

«quaecumque nomina ablativo casu singulari o littera fuerint terminata, genetivum pluralem in rum syllabam mittunt, dativum et ablativum in is, ut ab hoc docto, horum doctorum, his et ab his doctis. contra hanc regulam invenimus, ab has domo, domorum, domibus et ab hoc iugero, iugerorum, iugeribus. sed scire debemus multa quidem veteres aliter declinasse, ut ab hac domu, harum domuum, domibus et ab hoc iugere, iugerum, iugeribus, verum euphoniam in dictionibus plus interdum valere, quam analogiam vel regulam praeceptorum»

(Ars Maior, De nomine, GL 627, 5-11 H)

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Regola:

Abl. Sing –o

> Gen. pl. -

rum

CONTROESEMPI Uso arcaico > periferia

epistemologica

Riaggiustamento

teorico

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Dal dato alla ricerca Come raccogliere i dati e (non) risolvere i

propri problemi

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Impostare una ricerca

Domanda di ricerca

Che tipo di dati voglio raccogliere? Come?

Come interpretare i risultati?

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La raccolta dati (per rinvenimento)

O Protocollo di ricerca

O Rigoroso

O Chiaro

O Flessibile

O Raccomandazioni generali

O Seguire la domanda di ricerca

O Eccezione: indagini preliminari (preliminary survey)

O Metadatazione

O Copie di back-up

O Privacy

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La fonte dei dati

Da parlanti (registrazioni) Da testi (archivio)

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O Campione SL

bilanciato

O Registrazioni chiare

O Metadati (contesto)

O Privacy & etica

O Sbobinatura!!!

O Campione NON SL bilanciato (!)

O Provenienza testi

O Metadati (contesto)

O Privacy & etica

O Traslitterazione / trascrizione

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Il «paradosso dell’osservatore» O «the aim of linguistic research in the community must

be to find out how people talk when they are not being systematically observed; yet we can only obtain this data by systematic observation» (Labov, Sociolinguistic Patterns, 1972)

O Problema: osservare senza che la presenza dell’osservatore influenzi il comportamento dei soggetti osservati

O N.B. il «pregiudizio del ricercatore» è diverso dal «paradosso dell’osservatore» O «pregiudizio» = influenza il tipo di dati che voglio

raccogliere, la ricerca stessa

O «paradosso» = influenza (o può influenzare) il modo in cui i dati sono stati raccolti

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Come risolvere il «paradosso»?

O Problema: le varietà del «vernacular», ossia quelle più informali

O Soluzione 1: il parlante non sa di essere registrato (Labov 1966, Coupland 1980)

O Problema: etico & privacy!

O Soluzione 2: registrazioni lunghe e/o molte registrazioni con lo stesso soggetto

O Problema: il tempo!

O Soluzione 3: ‘sviare’ parlanti dagli scopi reali della ricerca

O Problema: etico + controllo variabili/varianti

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Come interpretare i dati? O Variabile > varianti > dati

O Osservare la distribuzione dei dati secondo le variabili sociali e linguistiche

O Variabili sociali = variabili indipendenti

O Varianti/dati = variabili dipendenti

O Osservare ≠ Interpretare

1. Analizzare distribuzione dei dati

2. Discutere la distribuzione in termini di

Cambiamento linguistico (o sociale)

Prestigio

Metodo (campionamento, tipo di dati)

Variabili sociali e loro significato nel contesto

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Es. Labov (1966)

O Domanda di ricerca: la variazione nella pronuncia di /r/ può essere legata a un cambiamento linguistico in atto nell’inglese di NY?

O Variabile/varianti (r): [r], ø

O Metodo; osservazione anonima rapida O 264 soggetti in 6 ore e mezzo

O Pronuncia “Fourth Floor” (2 ripetizioni)

O Variabili indipendenti: O contesto linguistico (/r/ finale & interna parola)

O formalità (2 ripetizioni)

O classe sociale (3 magazzini)

O età del parlante (stabilita dal ricercatore)

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Osservare la distribuzione

38 Presenza della variante [r] (da Hudson 1998: xx)

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>15 anni >35 anni >55 anni

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>15 anni > 35 anni > 55 anni

0

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> 15 anni > 35 anni > 55 anni

Saks

Macy’s

Klein

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Discutere i dati

O Cambiamento linguistico in atto

O Mutamento della varietà di prestigio di riferimento

O Cambiamento top-down

O Il “ceto medio”

O La lingua riflette le aspirazioni sociali

O Metodologia

O Importanza di ipotesi di ricerca chiare

O Co-variazione di variabili sociali e linguistiche

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Riassumere una ricerca

Risultati della ricerca

Lettura dati Interpretazione

Dati utilizzati

Tipo di dati Raccolta dati

Scopo della ricerca

Contesto Domanda di ricerca

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Fine lezione 2 Lezione 3 (spoiler!): Il lavoro del sociolinguista!

Berruto & Cerruti (2015), cap. 6

Calamai (2015), cap. 2

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