slides_da gesù a cristo

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Settore M-STO/07 - CFU 6 - Semestre II Docente: Elena Zocca Storia del cristianesimo I - Codice 1024849 Storia del cristianesimo I A -Codice 1024849 Storia del cristianesimo II A - Codice 1024853 Cdl associati: - L-42 Storia, Antropologia, Religioni - 15943 ; - L-11 Lingue, Culture, Letterature, Traduzione - 15941; - L-12 Mediazione linguistica e interculturale - 26001 LAUREA TRIENNALE a.a. 2014-2015 Da Gesù a Cristo

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  • Settore M-STO/07 - CFU 6 - Semestre II

    Docente: Elena Zocca

    Storia del cristianesimo I - Codice 1024849

    Storia del cristianesimo I A -Codice 1024849

    Storia del cristianesimo II A - Codice 1024853

    Cdl associati: - L-42 Storia, Antropologia, Religioni - 15943 ;

    - L-11 Lingue, Culture, Letterature, Traduzione - 15941;

    - L-12 Mediazione linguistica e interculturale - 26001

    LAUREA TRIENNALE a.a. 2014-2015

    Da Ges a Cristo

    http://www.lettere.uniroma1.it/users/elena-zocca

  • Perch da Ges a Cristo?

    Programma sul sito:

    Il corso intende illustrare ed esplorare alcune fra le

    contemporanee teorie scientifiche sul cosiddetto Ges storico e

    sulle origini della religione cristiana. Verranno dunque prese in

    considerazione:

    la Ricerca sul Ges storico,

    la natura dei documenti paleocristiani,

    le origini di un nuovo movimento religioso

    come questo si trasform in una religione strutturata

    Ma perch da Ges a Cristo? Quale differenza?

  • Ges Cristo, non un nome proprio,

    ma una preposizione nominale con copula sottintesa:

    Ges () il Cristo

    Christos = participio aggettivato di Chrio, verbo greco che significa ungo

    Ges il Cristo = Ges lunto

    Che corrisponde allebraico

    Ges il Messia (Mashiah)

    Ges Cristo, quindi non un nome proprio ma una confessione di fede

    Il rabbi che cominci a percorrere le strade della terra di Israele e raccogliere

    intorno a s un gruppo di discepoli si chiamava infatti :

    Yehoshua ben Yosef - Ges Figlio di Giuseppe

    E a partire dalle antiche fonti cristiane e poi nella costruzione teologica successivache compare il qualificativo Cristo

    Ges Cristo = Iesous Christos

  • Perch?

    Studiare la storia del cristianesimo

    Indagare quale rapporto leghi questa religione alla persona che ne costituisce il presupposto necessario: il Ges terreno ed il Ges annunciato/confessato

    Ricostruire come e perch si siano sviluppate alcune idee, pratiche, usi, mentalit

    Pu aiutarci a comprendere meglio Il nostro passato culturale

    Ma anche e non secondariamente

    il nostro presente

  • Le domande di

    partenza

    Ges fa parte

    della storia del

    cristianesimo e

    delle chiese?

    Possiamo

    immaginare o

    conoscibile un

    Ges a

    prescindere dalle

    chiese?

    Come valutare le

    fonti che ne

    riportano storia e

    messaggio?

    Michelangelo Merisi da Caravaggio, La Cena in Emmaus, 1601-1602,

    conservato presso la National Gallery di Londra.

  • Il Ges Storico

    Sembrerebbe dunque potersi distinguere fra:

    Iesous

    Christos

    (= Ges [] il Cristo )

    Esprimevano

    Un giudizio

    Quando i discepoli di Ges si riferivano a lui chiamandolo

    Proclamavano una

    professione di fede

    Luomo Ges loggetto dellannunzio e della fede

    degli Apostoli

  • Il Ges Storico

    LEt antica e Medioevo

    non dubitarono della perfetta identit fra il Ges della Storia ed il Cristo

    della Fede, n supposero mai che potesse esserci una discontinuit o

    addirittura uno iato fra luomo e laltro

    MA

    Il prodursi di nuovi fattori culturali cominci a far sorgere deidubbi:

    Il progredire degli studi filologici in generale eneotestamentari in particolare

    Lo svilupparsi di una mentalit scientifica

    E , non ultimo, il Concilio di Trento .

  • Il Ges Storico

    il Concilio di Trento (1545-1563) aveva proclamato la perfetta identit tra:

    Per reazione ci si propose direcuperare per una via autonoma i caratteri del Ges che visse in Palestina,ripudiando la mediazione Biblico-dogmatica:lasciare Cristo in cielo e ricollocare Ges nel nostro mondo ben piantato con i Piedi per terra (B. Bauer)

    Ges della storia: personaggio nato e vissuto in un certo luogo e in un certo

    tempo

    Ges Cristo biblico:

    limmagine del Ges morto e risorto come

    scaturisce dalle antiche fonti

    crist.

    Il Cristo dogmatico: limmagine del Dio-uomo quale stata definita nei grandi concili

  • Il Ges Storico

    La PRIMA FASE della Ricerca sul Ges storico

    sarebbe nata con lilluminismo e in part. con Reimarus, unprofessore amburghese di lingue orientali:

    Fra il 1774 e il 1778, E. Lessing (filosofo e drammaturgotedesco) pubblica i Frammenti dellAnonimo di Wolfenbttel,in realt di Reimarus

    Il pi celebre di questi frammenti, il settimo Sullo scopo diGes e dei suoi discepoli afferma che: Ges in realt sarebbe stato uno dei tanti profeti/messia dalla fine sfortunata

    Alla sua morte, alcune frange dellebraismo gli avrebbero attribuito il titolodi Messia

    Questo gruppo ben presto sarebbe rimasto vittima della repressione romana

    Gli apostoli, che provenivano da attivit lavorative molto gravose, nonvolendo tornare alle loro normali occupazioni, avrebbero allora trasposto la vicenda di questo derelitto, crocifisso dai Romani,

    sul piano mitico facendone il Cristo Risorto

    Secondo lo schema classico proposto dagli studiosi di lingua tedesca

  • La prima ricerca

    Nonostante la soluzione proposta da Reimarus sia apparsa immediatamente inadeguata e troppo rozza

    per la prima volta: si distingueva in maniera sistematica fra il Ges della storia e

    lelaborazione su di lui operata dai discepoli

    si poneva il problema delle ragioni della definizione di Ges come Cristo

    Dal problema cos posto nasce dunque la cosiddetta Prima ricerca sul Ges Storico

    Suo scopo precipuo fu raggiungere nuove conoscenze sulla figura storica di Ges di Nazareth, sul suo tempo, sulla

    societ contemporanea

  • Le reazioni alla prima ricerca

    Martin Khler (1896),Distingue fra luomo di Nazareth (Ges) e il salvatore predicato dalla chiesa (Cristo),

    Afferma che solo il Cristo biblico comprensibile per noi, ed egli solo ha significato durevole per la fede

    Rudolf Bultmann (1929) aggiunge:

    Io sono indubbiamente del parere che noi non possiamo sapere pi nulla della vita edella personalit di Ges, poich le fonti cristiane non si sono interessate al riguardose non in modo molto frammentario e con taglio leggendario, e perch non esistonoaltre fonti su Ges.

    A suo avviso: gli evangelisti non erano interessati a ricostruire la figura storica di Ges,

    poich loro scopo primario ed esclusivo era lannuncio di lui (Kerigma) come Cristo, Figliodi Dio.

    Nei Vangeli pertanto si sarebbe potuto trovare solo il Cristo della fede;

    il personaggio di Ges era sicuramente esistito, ma la fede di cui stato fatto oggetto lo hacompletamente sottratto alla storia e sarebbe assurdo pretendere di ricostruirne la vita a partire daiVangeli

    Del resto, quand'anche si riuscissero a elaborare delle le ricostruzioni storiche, queste nonavrebbero nulla da dire al credente,

    perch egli, con la sua fede, salta la storia a pi pari, se ne disinteressa.

    BibliografiaM.Khler, Der sogenannte historische Jesus und der geschichtliche, biblische Christus, Munchen, Kaiser, 1896; trad. ital. Il cosiddetto Ges storico [historisch] e lautentico [geschichtlich] Cristo biblico Napoli, DAuria, 1993 ; R. Bultmann, Jesus, Berlin, Deutsche Bibliothek, 1929; trad. ital. Ges, Brescia, Queriniana, 1972, in part. p. 103.

  • Le reazioni a Bultmann e la New quest

    Ernst Ksemann nel 1953 reag alle posizioni del maestro nell articolo: Il problema del Ges storico,

    Vi venivano avanzate tre tesi importanti:1. Venendo meno ogni connessione tra il Cristo della fede e il Ges della storia, il cristianesimo

    diviene un mito astorico, e lannuncio cristiano un annuncio docetista

    2. Se la Chiesa antica aveva cos poco interesse per la storia di Ges, perch produsse i Vangeli, con quel forte richiamo alla storia ad ogni passo?

    3. Anche se i Vangeli sono un prodotto della fede postpasquale, essi richiedono una fiducia nellidentit tra Ges terreno e Signore risorto.

    Lintervento di Ksemann d inizio della cosiddetta Nuova ricerca sul Ges storico.

    La novit sta soprattutto nellorizzonte teologico in cui essa si inseriva: mentre la ricerca precedente aveva contrapposto un Ges storico alla predicazione dei suoi discepoli;

    e Bultmann, copovolgendone limpostazione, si era concentrato sulla predicazione, resa indipendente dal Ges storico;

    la nuova ricerca voleva ricomporre la frattura tra i due elementi.

    Fu Ksemann per primo ad elaborare una serie di criteri grazie ai quali sarebbe stato possibile risalire dai Vangeli al Ges storico e pronunciarsi, con un buon grado di probabilit, sulla storicit effettiva di questo o quel detto o fatto di Ges.

    BibliografiaE. Ksemann, Das Problem des historischen Jesu, in Zeitschrift fr Theologie und Kirche LI (1954), pp. 125-153; trad. ingl. The Problem of Historical Jesus, inEssays on New Testament Themes, SBT 41, London, 1964, pp. 15-47; Idem., Saggi esegetici, Trad. ital. Casale Monferrato, 1985

  • I criteri

    Criterio dellimbarazzo (o contraddizione):

    Criterio della discontinuit (o dissomiglianza o originalit o doppia irriducibilit):

    Criterio della molteplice attestazione:

    Criterio della coerenza (o concordanza):

    Criterio di spiegazione necessaria (o sufficiente):

    Alcuni autori preferiscono raggruppare alcuni dei criteri precedenti sotto una denominazione unica:

    criterio di plausibilit storica

    Attento agli effetti esercitati da Ges sulla tradizione e viceversa esercitati su di lui o il suo insegnamento dal contesto storico in cui ha operato.

    l'applicazione di questi criteri, i quali hanno un valore diverso tra loro, non assolutamente meccanica, ma tiene conto di diversi fattori e gradi di probabilit. Essi, inoltre, vengono utilizzati in modo convergente: cum plurima cuncurrunt, maiora sunt indicia.

  • Criterio dellimbarazzo (o

    contraddizione)

    molto improbabile che la Chiesa abbia creato

    qualcosa che le causasse imbarazzo. La

    tendenza negli stadi successivi della tradizione

    piuttosto quella di attenuarlo (ad esempio, il

    battesimo di Ges da parte di Giovanni, che

    poteva offuscare la superiorit di Ges di fronte

    al Battista).

    N.B. non necessariamente ci che a noi pu

    sembrare imbarazzante lo era per la Chiesa primitiva.

  • La pena della crocifissione

    Imbarazzante per il mondo giudaico

    Cfr. Dt 21,23: 22 Se un uomo avr commesso un delitto degno di morte e tu lavrai messo a morte eappeso a un albero, 23 il suo cadavere non dovr rimanere tutta la notte sullalbero, ma lo seppellirai

    lo stesso giorno, perch lappeso una maledizione di Dio e tu non contaminerai il paese che il

    Signore tuo Dio ti d in eredit.

    Gal 3,13-14: 13Cristo ci ha riscattati dalla maledizione della Legge, diventando luistesso maledizione per noi, poich sta scritto: Maledetto chi appeso al legno,14perch

    in Cristo Ges la benedizione di Abramo passasse ai pagani e noi, mediante la fede,

    ricevessimo la promessa dello Spirito.

    Imbarazzante per il mondo romano:

    Cicerone chiama la crocifissione

    crudelissimum taeterrimumque supplicium (Cic. Verr. 2.5.165); il summum

    supplicium [sommo supplizio] o lestrema forma di punizione (Verr. 2.5.168).

    I Romani usavano la crocifissione per sedare ammutinamenti delle loro truppe, per

    stroncare la volont dei popoli vinti e per indebolire la resistenza di citt ribelli

    assediate, per condannare predoni e briganti

    era impiegata soprattutto come servile supplicium [supplizio per gli schiavi], (servitutis extremum

    summumque supplicium (Cic. Verr. 2.5. 169) ed era una pena considerata indegna di un cittadino

    romano (Cic. Pro Rabirio, 16)

  • Criterio della discontinuit (o dissomiglianza o

    originalit o doppia irriducibilit):

    Sono da ritenersi storicamente autentici i dati evangelicinon riconducibili n alle concezioni del giudaismo, n allinguaggio, alla prassi e al pensiero della Chiesa delleorigini.

    Questo criterio stato recentemente un ridimensionato, in quanto la suaapplicazione radicale fa di Ges un isolato dallambiente di origine eseparato dalla Chiesa che lo considera suo fondatore, insistendo tropposulla unicit e sulla superiorit di Ges su di essi.

    Si tende allora a ritenerlo comunque valido in senso positivo e non in negativo:con questo criterio si pu stabilire un nucleo sicuro di detti o fatti a Gescertamente attribuibili, ma non si possono escludere gli altri in blocco.

    D'altra parte occorre ricordarsi che la nostra conoscenza del giudaismo e delcristianesimo dell'epoca pur sempre imperfetta.

  • Criterio della coerenza (o

    concordanza):

    Sono considerati probabilmente autentici i detti ole azioni conformi all'ambiente o all'epoca diGes e coerenti con il suo insegnamento, la suaprassi e la sua immagine in generale.

    Questo criterio interviene dopo che una certa quantit dimateriale storico stato isolato dai criteri precedenti. Vacomunque ricordato che la predicazione di Ges, che non ci nota in forma di esposizione di una dottrina sistematica, nonsempre pu essere valutata sulla base di questo criterio.

  • Criterio di spiegazione

    necessaria (o sufficiente)Sono probabilmente storici quegli elementi la cui autenticit

    necessario riconoscere per comprendere altri elementistoricamente accertati.

    Questo criterio pu avere una duplice funzione: da una parte, utilizzando dati gi certi, esso cerca di individuare una

    spiegazione necessaria dei fatti, che sia coerente e sufficiente, la qualeillumini e disponga armoniosamente tutti questi elementi (che altrimentirimarrebbero inspiegabili);

    dall'altra, quando l'interpretazione necessaria nota, pu essere di aiutonell'isolare gesti e parole che la supportino.

    il caso della spiegazione del perch Ges fu sottoposto al supplizio capitale(qualcuno parla di un apposito criterio del rifiuto e dell'esecuzione): c' gi undato di fatto (ovvero la condanna a morte di Ges da parte delle autorit): ilcompito diviene quello di cercare gli elementi nei testi che la giustificano. Allostesso modo, quei dati storici la cui autenticit gi stata verificata servono aspiegarci il motivo della sua condanna, e ne confermano indirettamente la storicit.Non pu in questo senso essere storico un Ges blando, semplice creatore disimboli che parlava per enigmi e non minava alle radici le persone, specie leautorit giudaiche e romane che ne decretarono la morte; la sua esecuzione,infatti, risulterebbe incomprensibile.

  • Criterio della molteplice

    attestazione: da considerare probabilmente storico ci che

    attestato unanimemente da pi tradizionineotestamentarie (e/o non neotestamentarie) oche si pu ritrovare presente in pi formedifferenti (narrazioni, controversie, discorsi,ecc.).

    Occorre per tener conto che lattestazione di una singola fontenon un motivo sufficiente per escludere un racconto, e non impossibile che un detto non autentico ma molto antico siapotuto entrare in pi linee della tradizione (relativa antichit non= gesuanit).

  • Mc 12,13-17

    Gli mandarono per alcuni farisei ed erodiani per coglierlo in fallo nel discorso. Evenuti, quelli gli dissero: Maestro, sappiamo che sei veritiero e non ti curi di nessuno; infatti nonguardi in faccia agli uomini, ma secondo verit insegni la via di Dio. lecito o no dare il tributo aCesare? Lo dobbiamo dare o no? . 15 Ma egli, conoscendo la loro ipocrisia, disse: Perch mitentate? Portatemi un denaro perch io lo veda. 16 Ed essi glielo portarono. Allora disse loro: Dichi questa immagine e liscrizione? . Gli risposero: Di Cesare. 17 Ges disse loro: Rendete aCesare ci che di Cesare e a Dio ci che di Dio. E rimasero ammirati di lui.

    Mt 22, 15-22

    15 Allora i farisei, ritiratisi, tennero consiglio per vedere di coglierlo in fallo nei suoi discorsi. 16Mandarono dunque a lui i propri discepoli, con gli erodiani, a dirgli: Maestro, sappiamo che seiveritiero e insegni la via di Dio secondo verit e non hai soggezione di nessuno perch non guardiin faccia ad alcuno. 17 Dicci dunque il tuo parere: lecito o no pagare il tributo a Cesare? . 18 MaGes, conoscendo la loro malizia, rispose: Ipocriti, perch mi tentate? 19 Mostratemi la moneta deltributo. Ed essi gli presentarono un denaro. 20 Egli domand loro: Di chi questa immagine eliscrizione? . 21 Gli risposero: Di Cesare. Allora disse loro: Rendete dunque a Cesare quello che di Cesare e a Dio quello che di Dio. 22 A queste parole rimasero sorpresi e, lasciatolo, se neandarono.

    Continua

    Il logion di Cesare

    Sopra: Denarius di Tiberio: con Pontifex Maximus sul verso Sotto: denarius di Cesare con Venere sul verso

  • Lc 20,20-26

    20 Postisi in osservazione, mandarono informatori, che si fingessero persone oneste, percoglierlo in fallo nelle sue parole e poi consegnarlo allautorit e al potere del governatore. 21Costoro lo interrogarono: Maestro, sappiamo che parli e insegni con rettitudine e non guardiin faccia a nessuno, ma insegni secondo verit la via di Dio. 22 lecito che noi paghiamo iltributo a Cesare? . 23 Conoscendo la loro malizia, disse: 24 Mostratemi un denaro: di chi limmagine e liscrizione? . Risposero: Di Cesare. 25 Ed egli disse: Rendete dunque aCesare ci che di Cesare e a Dio ci che di Dio. 26 Cos non poterono coglierlo in fallodavanti al popolo e, meravigliati della sua risposta, tacquero.

    Vangelo di Tommaso (100)

    Mostrarono a Ges una moneta d'oro e gli dissero "La gente dell'imperatore romano cichiede tasse". Egli rispose loro "Date all'imperatore quello che appartiene all'imperatore, date a aDio quello che appartiene a Dio e date a me ci che mio".

    Papiro Egerton (3,1-6, frammentario):

    Vennero da lui e lo interrogarono per metterlo alla prova. Chiesero "Maestro, Ges, noisappiamo che tu sei [da Dio], in quanto le cose che fai ti mettono sopra tutti i profeti. Dicci, allora,va permesso di pagare ai governanti ci che loro dovuto? Dobbiamo pagarli o no?" Ges sapevacosa stavano facendo, e si indign. Poi disse loro "Perch mi chiamate maestro, ma non [fate] ciche dico? Con quanta precisione Isaia profetizz di voi dicendo Questa gente mi onora con lelabbra, ma i loro cuori restano molto lontani da me; la loro adorazione per me vuota [in quantoinsistono su insegnamenti che sono umani] comandamenti []"

    Logion di Cesare/2

  • Limpurit

    Marco 7,15 non c nulla fuori delluomo che, entrando in lui, possa

    contaminarlo; sono invece le cose che escono dalluomo acontaminarlo.

    Matteo 15,11 Non quello che entra nella bocca rende impuro luomo, ma

    quello che esce dalla bocca rende impuro luomo!

    Tommaso 14 Ci che entrer nella vostra bocca, questo non vi render impuri;

    ma ci che esce dalla vostra bocca, questo vi far impuri

  • Diversa partizione delle fasi della ricerca

    Alcuni studiosi non condividono la cronistoria propostadai colleghi tedeschi e spesso ripetuta nei manuali: Sottolineano

    Che un Interesse per lebraicit di Ges emerge gi dal XVIs.

    Fattori culturali di vario genere Sviluppo degli studi filologici di fine 800

    Il modernismo

    La repressione antimodernista e la reazione che ne deriv

    La pubblicazione da parte di Pio XII nel 1943 dellenciclica Divinoafflante Spiritu (che apriva alluso del metodo storico-critico negli studibiblici)

    La riforma del Concilio Vaticano II (funzione della Bibbia nella vita dellaChiesa e preoccupazione per eventuali letture che distogliessero dallafede)

    Ecc. ecc. ecc.

    tutti comunque convengono sullimportanzadei criteri stabiliti dal dibattitocritico,sebbeneseneauspichiunimpiego quantopipossibile cauto

  • La terza ricerca

    Nellultimo decennio del 900 prende avvio la cosiddetta Terza Ricerca, questa rivolge tre critiche alla precedente:

    leccessiva analiticit e importanza della storia delle forme;

    Il criterio di dissomiglianza isola in modo innaturale Ges dal suo ambiente

    Eccessiva enfasi posta sul Kerigma come criterio per il recupero di Ges.

    La terza ricerca si caratterizza anche per: rifiutare la tendenza precedente a negare o demitizzare i racconti miracolosi, dei quali

    cerca di ritrovare non la spiegazione scientifica o metafisica, bens la percezione popolare.

    una maggior fiducia nel valore storico delle fonti primarie: Vangeli canonici e apocrifi

    Pi forte attenzione ai contesti storico-culturali

    Abbandono o messa fra parentesi della preoccupazione teologica

    Tuttavia, nonostante le solenni dichiarazioni di neutralit storica, talora affiorano le motivazioni ideologiche:

    neo-positivismo (E. P. Sanders),

    teologia della liberazione (Marcus J. Borg, Douglas E. Oakman Richard A. Horsley),

    rapporto con lebraismo in senso eccessivamente giudaizzante (E. P. Sanders) o troppo scarsamente (J. D. Crossan).

    Per il resto si notano prospettive anche molto divergenti: Valorizzazione dellebraicit di Ges

    Grande attenzione al vangelo di Tommaso, nel senso di un Ges quasi gnostico, puramente sapienziale, la cui ebraicit pesantemente cancellata.

    e ancora: Ges rivoluzionario o pacifista, restauratore di Israele, stoico-cinico o mago.

  • Alcuni interventiLallontanamento dalla problematica teologica

    Ed Parish Sanders, Ges e il giudaismo, 1985 (tr. It. 1992)

    Suo scopo : Indagare quale sia stato lintento di Ges e di conseguenza quali siano state le relazioni da lui avute con con i suoi contemporanei allinterno del giudaismo

    Il suo interesse non si rivolge ai detti ma ai fatti di Ges ed in particolare: attivit pubblica e sue conseguenze

    J.D Crossan, The Historical Jesus. The Life of a Mediterranea Jewish Peasant, 1991

    Gerd Theissen A. Merz, Il ges storico. Un manuale, 1996, tr. It 1999

    J.P. Meier, Un ebreo marginale. Ripensare il Ges Storico, 3vv., 1991-2001,tr. it. 2001

    Giuseppe Barbaglio, Ges ebreo di Galilea. Indagine storica, 2002

    James D. Dunn., Gli albori del cristianesimo, 3vv., 2006-2007, tr. It 2011-12

    A. Destro- M. Pesce, LUomo Ges. Luoghi, giorni, incontri di una vita, Milano, Mondadori, 2008.

    A. Destro- M. Pesce, La Morte di Ges. Indagine su un mistero, Milano, Rizzoli, 2014.

    A. Destro- M- Pesce, Il racconto e la scrittura. Introduzione alla lettura dei vangeli, Roma, Carocci, 1914

  • Le ultime fasi della ricerca

    Diversa Lettura e valutazione delle fonti

    Ricorso a metodologie dedotte dalla antropologia, psicologia (formazione delle memorie), scienze umane in generale

    Attenzione spostata dai detti o dall insegnamento

    A fatti, pratiche, luoghi

    Nuove analisi stratigrafiche dei testi

    Non pi limitate al Nuovo Testamento

    Ma ampliate sino a comprendere tutti i testi che tramandano le pi antiche memorie cristiane o del contesto:

    Letteratura extra canonica

    Apocrifi

    Letteratura giudaica del tempo

  • Appendici

    Per approfondire (oltre i testi sopra citati)

    Il Ges storico nelle fonti del I-II secolo. Atti del X Convegno di Studi Neotestamentari (Foligno, 11-13 settembre 2003), a cura di A. Pitta, Bologna, Edizioni Dehoniane, 2005 (= Ricerche Storico Bibliche XVII/2, 2005) (con articoli, fra gli altri di Gianotto, Jossa, Norelli, Pesce)

    C. Gianotto, E. Norelli, M. Pesce, Lenigma Ges. Fonti e metodi della ricerca storica , a c. di E. Prinzivalli, Roma, Carocci 2008

    G. Gaeta, Il Ges moderno, Torino, Einaudi, 2009

    Un altro Ges? I vangeli apocrifi, il Ges storico e il cristianesimo delle origini, a c. di A. Guida- E.Norelli, Trapani 2009

    Newsletter del Gruppo di Ricerca sul Ges Storico, in Annali di Storia dellEsegesi ASE 27/2 (2010) 183-184; ASE 29/1 (2012) 175-210

  • Tradizioni, Tradenti, Scritti

    Come si formano le

    tradizioni su Ges?

    Come si trasmettono?

    Come si coagulano in

    testi?

    Quali sono le pi

    antiche fonti:

    (proto) Cristiane?

    Giudaiche?

    Pagane?

    Affresco raffigurante Ges, Roma, catacombe diCommodilla, fine IV-inizi V sec.

  • I luoghi: Bacino Mediterraneo e Terra di Israele

    Augusto 63 a.C. - 14 d.C

    Tiberio 42 a.C 37 d.C.

    Tito 39-81

    Domiziano 51-96

    Traiano 98-117

    Adriano 76 -138

  • Gli inizi della storia

    Ges

    Nasce sotto il regno di Ottaviano Augusto

    ( 14 d.C.), mentre ancora viveva Erode

    il Grande ( 4 a.C.)

    Viene crocifisso a Gerusalemme, mentre

    ne governatore Ponzio Pilato (26-36

    d.C.) E ebreo, figlio di ebrei, e per lui si

    compiono i riti comuni al popolo ebraico: Circoncisione (Lc 2,21)

    Presentazione al tempio (Lc 2,22-23)

    festeggia la Pasqua a Gerusalemme con i

    genitori secondo luso (Lc 2,41)

    In et adulta segue Giovanni il Battista,

    un profeta ebreo, forse vicino al

    movimento degli esseni e da lui riceve il

    battesimo

    Dopo un periodo con lui, comincia, la sua

    predicazione, preferendo alle citt

    villaggi e campagne

    Raccoglie intorno a s un gruppo di

    discepoli

    Lascia ai suoi il compito di andare e

    predicare (Mc 16,15)

  • Prime fasi della trasmissione

    a) Prima fase

    Vicende di Ges, condivise dai seguaci

    b) Periodo di interruzione, re-inizio, interpretazione

    Morte di Ges e ripensamento dei seguaci

    c) Seconda fase

    Racconti della vicenda di Ges dopo la morte

    d) Terza fase

    Messa per iscritto di parole, atti, vicende

    e) Quarta fase

    Continua la trasmissione orale precedente

    Rioralizzazione delle opere precedenti

    Nuovi Scritti

    Ricostruzione di A. Destro- M- Pesce, Il racconto e la scrittura. Introduzione alla lettura

    dei vangeli, Roma, Carocci, 1914, p. 26

    Scena di Battesimo. Roma.

    Catacombe di S. Callisto. III

    s.

    Buon Pastore fra le pecorelle.

    Roma Catacombe di Priscilla. III

    s.

  • Continua%

    Paradigma dei flussi

    a) Pluralit, sin dallinizio, dei flussi di trasmissione dei materiali su Ges

    b) Pluralit dei gruppi che divulgarono informazioni su di lui

    c) Pluralit dei luoghi in cui avvenne la trasmissione

    d) Parzialit dellinformazione che ciascun gruppo aveva su Ges

    Una esemplificazione

    Sicuramente in ciascun villaggio in cui risiedevano seguaci di Ges vennerotrasmesse notizie e opinioni su di lui

    Diedero, inoltre, informazioni su di lui quei seguaci che lo avevano seguito da vivoe accompagnato a Gerusalemme dove fu ucciso

    Quindi diffusero notizie su Ges, in luoghi disparati, i predicatori che percorsero la terra di Israele, nonch zone diverse del Mediterraneo e Vicino oriente antico (nei primi decenni dopo la scomparsa)

    Le notizie portate da questi ultimi furono conservate dalle persone che vivevanonelle localit cos raggiunte

    Ricostruzione di A. Destro- M- Pesce, Il racconto e la

    scrittura. Introduzione alla lettura dei vangeli, Roma,

    Carocci, 1914, pp. 81-82

    Cristo fra gli Apostoli, affresco nelle Catacombe di Domitilla, IV sec.

  • Come presentano il problema della tradizione le fonti pi antiche?

    Paolo

    1 Cor. 11,23-25: Io, infatti, ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta viho trasmesso: il Signore Ges, nella notte in cui veniva tradito, prese del panee, dopo aver reso grazie, lo spezz e disse: Questo il mio corpo, che pervoi; fate questo in memoria di me. Allo stesso modo, dopo aver cenato,prese anche il calice, dicendo: Questo calice la nuova alleanza nel miosangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me.

    1 Cor 15,3-5: Vi ho trasmesso dunque, anzitutto, quello che anchio horicevuto: che cio Cristo mor per i nostri peccati secondo le Scritture, fusepolto ed risuscitato il terzo giorno secondo le Scritture, e che apparve aCefa e quindi ai Dodici.

    Luca

    Prologo (al Vangelo): Poich molti han posto mano a stendere un raccontodegli avvenimenti successi tra di noi, come ce li hanno trasmessi coloro chene furono testimoni fin da principio e divennero ministri della parola, cos hodeciso anchio di fare ricerche accurate su ogni circostanza fin dagli inizi e discriverne per te un resoconto ordinato, illustre Tefilo, perch ti possarendere conto della solidit degli insegnamenti che hai ricevuto

    Cristo insegna agli

    Apostoli, altorilievo

    di un sarcofago in

    marmo, da

    Rignieux-le-Franc.

    Parigi, Louvre, IV s.

  • Continua%

    Papia (120/125)

    Ireneo di Lione, Adversus haereses V, 33, 4, su Papia:

    Uditore di Giovanni e compagno di Policarpo uomo del tempo antico (Per Giovanni si intende qui

    lapostolo, per Policarpo il vescovo di Smirne, vissuto a cavallo fra I e IIs.,che a sua volta era stato

    discepolo di Gv o degli Apostoli)

    Di Papia circolano dei libri (cinque) che sono intitolati anche Esposizione dei detti del Signore

    Non esiter a disporre in ordine per te, includendolo tra le interpretazioni, anche tutto ci

    che un tempo ho appreso dai presbiteri (=anziani) e ben redatto, garantendone la verit.

    Infatti non traevo piacere, come fa la moltitudine, da coloro che parlano molto, ma da coloro

    che insegnano la verit; n da coloro che tramandano la memoria dei precetti. Estranei, ma

    da coloro che tramandano la memoria dei precetti dati dal Signore alla fede e provenienti

    dalla verit stessa. Se poiu per caso veniva anche qualcuno che era stato discepolo dei

    presbiteri, chiedevo le parole dei presbiteri, che cosa aveva detto Andrea, che cosa Pietro,

    che cosa Filippo, che cosa Tommaso o Giacomo, che cosa Giovanni o Matteo o qualunque

    altro dei discepoli del Signore. Infatti non pensavo che le cose tratte dai libri, mi giovassero

    tanto quanto le cose provenienti da una voce viva e permanente

  • Il passaggio dalloralit alla Scrittura:

    Vangeli canonici e altri scritti del Nuovo

    Testamento (schema di ricostruzione classico)

  • Prime notizie su scritti cristiani autorevoli

    Giustino (Flavia Neapolis, ? - Roma, 165) afferma che le "Memorie degli apostoli,, erano lette in chiesa nel giorno del Signore insieme agli

    scritti dei profeti, prima della cena eucaristica (I Apol. 67,3),

    Papia di Gerapoli (c. 70- c. 130) (vedi sopra)

    Nellopera Spiegazione, dei detti del Signore (circa primi decenni del IIs.), conosciuta frammentariamente tramite Ireneo e Eusebio, d alcune notizie esplicite su Mc e Mt:

    Anche questo diceva il presbitero : 'Marco, divenuto interprete di Pietro, scrisse accuratamente ma non certoin ordine quanto si ricordava di ci che il Signore aveva detto o fatto'. Infatti non aveva ascoltato direttamenteil Signore n era stato suo discepolo, ma in seguito, come ho detto, era stato discepolo di Pietro. Questisvolgeva i suoi insegnamenti in rapporto con le esigenze del momento, senza dare una sistemazione ordinata aidetti del Signore. Sicch Marco non sbagli affatto trascrivendone alcuni cos come ricordava. Di una cosa solainfatti si preoccupava: di non tralasciare nulla di quanto aveva udito e di non dire nulla di falso in questo".

    "Matteo dunque ha composto una raccolta di detti in lingua ebraica, e ciascuno li ha interpretati secondo lesue capacit. Eus., Hist. Eccl. III,39,15)

    Ireneo di Lione (ultime decadi IIs.) sui 4 Vangeli. (Adv. Haer. III,11,8): i Vangeli possono essere solo 4, n di meno n di pi: 4 come i punti cardinali e i venti, 4 come i Viventi

    dell'Apocalisse (cfr. Ap 4, individua poi una precisa corrispondenza Viventi-Vangeli determinandoun'attribuzione di simboli che rimarr nella tradizione, cfr. Infra: )

    Taziano Verso il 170/175 (comunque dopo la morte di Giustino e probabilmente dopo il rientro in Siria) il diatessaron

    ( "attraverso i Quattro") scrisse una armonia evangelica, composta a partire dai 4 vangelicanonici (ma forse non solo ). Loriginale sembra sia stato in greco (si ritrovato un frammento in questalingua risalente al 254), ma fu tradotto quasi immediatamente in siriaco. Incontr larghissima diffusionedivenendo testo ufficiale nella Chiesa di Siria. Nel V sec., per, affermatasi l definitivamente l'ortodossia, ivescovi rifiutarono il testo e ne bruciarono le copie, nuocendo probabilmente ad esso la fama di eretico(encratita) formatasi attorno al suo autore.

  • Il canone delle Scritture: dai Primi tentativi

    Prima notizia di un canone : Canone di Marcione (c. 150) Marcione rifiutava tutto l'AT, in quanto espressione di un Dio

    diverso e inferiore rispetto a quello della nuova economia, accettavacome "Scrittura" solo gli scritti cristiani che meno erano influenzatidall'AT, quindi:

    Paolo (10 lettere, escluse le pastorali e Eb)

    il Vangelo di Luca, discepolo di Paolo (ma con tagli: ad esempio, deiprimi 2 capp. e delle parti in cui comparivano riferimenti all'AT: cfr.Ireneo, Adv. Haer. I,27,2).

    Primo canone noto di ambito romano (ortodosso),Canone Muratoriano verso la fine del II s. (scoperto dalMuratori nel 1740)

    Il frammento, del VII secolo, lacunoso manca sia linizio sia la fine del testo.

    Alcuni elementi presenti nel testo permettono di affermare che si tratti della traduzione dal greco di un originale databile fra il 170 e il 200 d. C:

    lautore si riferisce al pontificato di Pio (142 - 157) come a evento recente

    I testi accolti sono:

    4 vangeli (citati nominalmente solo Lc e Gv)

    Atti degli Apostoli

    13 lettere di Paolo (esclusa quella agli Ebrei)

    Lettera di Gd e 2 lettere di Gv

    Apocalisse di Gv e Apocalisse di Pt

    Cita poi tra le opere non canoniche (autore troppo recente e non risalente all'epoca apostolica), quali il Pastore di Erma, che il testo dice fratello di papa Pio I.

  • Il canone delle Scritture: alla FISSAZIONE definitiva

    Nel IV secolo Eusebio di Cesarea ancora distingue fra scrittihomologoumena, cio comunemente accettati, e antilegomena,cio discussi: homologoumena: Mt ,Mc, Lc, Gv, At., epp. Paolo, 1Gv, 1Pt e

    forse Ap

    antilegomena: quelli che godono di prestigio presso la maggioranza: Gc, Gd, 2 Pt, 2-

    3 Gv

    spuri: Atti di Paolo, Pastore di Erma, Apocalisse di Pietro, Lettera diBarnaba, Didach

    IN ORIENTE si ha una fissazione del canone del NT conAtanasio, patriarca di Alessandria nel 367

    IN OCCIDENTE la prima formulazione completa si trova neiConcili di Ippona del 393 e di Cartagine del 397

    Fissazione definitiva del canone cattolico (AT e NT): Conciliodi Trento nel 1563

  • Il Nuovo Testamento

    27 SCRITTI

    4 VANGELI:

    Matteo, Marco e Luca (sinottici)

    Giovanni

    ATTI DEGLI APOSTOLI

    CORPUS PAOLINO

    13 lettere attribuite a Paolo

    o 7 sicuramente autentiche: Rm, 1-2Cor, Gal, 1 Tess, Fil, Flm.

    o Altre dellambiente: Ef. Col., 2Tess

    o Lettere pastorali: 1-2 Tim., Tit.

    Lettera agli Ebrei

    7 LETTERE CATTOLICHE:

    Giacomo,

    1-2 Pietro,

    1-3 Giovanni,

    Giuda

    APOCALISSE

    Miniatura irlandese, circa VIII s.,

    Recante i simboli dei quattro evangelisti

    (Ez 15,1 e Ap. 4,7: i 4 viventi):

    Marco = il leone

    Inizio vangelo: predicazione

    del Battista nel deserto

    Matteo = uomo alato

    Inizio vangelo: discendenza di

    Ges, annunciazione

    dellangelo

    Luca = Bue

    Inizio vangelo:,Zaccaria nel

    tempio, dove si compiva il

    sacrificio animale;

    Giovanni = l'aquila.

    Inizio vangelo: contemplazione di Dio

  • Gli scritti pi antichi Paolo

    Linno di Filippesi 2,6-11

    Abbiate in voi gli stessi

    sentimenti che furono in Cristo

    Ges,

    6 il quale, pur essendo di

    natura divina,

    non consider un tesoro

    geloso

    la sua uguaglianza con Dio;

    7 ma spogli se stesso,

    assumendo la condizione di

    servo

    e divenendo simile agli

    uomini;

    apparso in forma umana,

    8 umili se stesso

    facendosi obbediente fino alla

    morte

    e alla morte di croce.

    9 Per questo Dio lha esaltato

    e gli ha dato il nome

    che al di sopra di ogni altro

    nome;

    10 perch nel nome di Ges

    ogni ginocchio si pieghi

    nei cieli, sulla terra e sotto

    terra;

    11 e ogni lingua proclami

    che Ges Cristo il Signore,

    a gloria di Dio Padre

    Lastra del loculo di Asellus- sec IV Musei Vaticani

    Il gruppo delle sette lettere autentiche si collocanegli anni 49 e 56/60 (a seconda delle diverse datazioniipotiuzzati per le epp.)

    Le lettere dellambiente si attribuiscono allaseconda generazione cristiana

    La lettera agli ebrei forse met IIs.

    Nelle lettere paoline sicuramente possonoindividuarsi delle forme letterarie derivanti dallatradizione pre-redazionale della chiesa primitiva:

    confessioni di fede, acclamazioni, dossologie, inni,cataloghi di vizi e virt, codici domestici

    Non si hanno certezze su di una loro preesistenzain forma scritta, bisogna comunque sempre tenerpresente, in rapporto al mondo in cui venneroscritte, la possibilit di tradizioni mnemonichecodificate

  • Il Ges di Paolo Giudaicit di Ges (Gal 4,4; Rm 9,5) e sua discendenza davidica (Rm 1,3)

    Fu consegnato di notte (1Cor 11,23)

    Gli ebrei ebbero una responsabilit nella sua morte (1Tess 2,15)

    Memoria della morte di Ges, avvenuta per crocifissione (1Cor 1,13.17.18.23; 2,2.8;ecc.)

    Memoria tradizionale dellultima cena (1 Cor. 11,23-25)

    Ripresa di alcuni precetti di Ges, in part:

    divieto del Divorzio (1Cor 7,10-11); liceit del trarre sostentamento dallapredicazione del vangelo (1Cor 9,14); la parusia (1Tess 4,16-17); limpurit (Rm 14,14)

    Sembra conoscere una prima collezione di detti di Ges, che utilizza nella suaargomentazione (talvolta senza citarla), grazie alla quale possibileindividuare la struttura fondamentale delletica di Ges:

    fondata sullamore (Gal 5,14, cfr Mc 12, 29-31) e sulla coerenza essenziale fra la vitae la morte di Ges stesso (2Cor 8,9; Gal 1,3; Rm 2,24s.)

    Si comprende che le persone con cui Paolo parla avevano accesso ad una tradizioneche riguardava Ges e gli avvenimenti principali della sua storia, che Paolo nonritiene necessario ripetere

    Paolo sembra relativamente poco interessato ai detti e fatti di Ges, la suaattenzione si concentra tutta sullevento della croce e della resurrezione,comprese come manifestazione dellazione salvatrice di Dio

    Paolo scrive per il presente,

    Per costruire il modo di vita ed il pensiero di destinatari reali, non necessariamenteper raccontare il passato

    Permane la necessit strategica di un riferimento al passato,

    M si tratta di parole che, appunto, considera note e presenti, servono per fondare lavita attuale, non per ricordare il passato

    Paolo e Ges

    Roma, catacomba di

    Via Dino Compagni,

    IV s.

  • Vangeli sinottici:Vangeli secondo Marco, Matteo, LucaScritti fra gli anni 60 e 80 del I s. d.C. (in greco)

    Sono detti Sinottici perch, nel caso si ponessero sucolonne parallele, sarebbe possibile leggerli insinossi, trovando una nutrita serie di coincidenze,ma anche delle distinzioni:

    Teorie delle 2 fonti

    quando Marco, Matteo e Luca concordano fra di loro,

    Matteo e Luca derivano da Marco (che sarebbe il piantico)

    . quando Matteo e Luca concordano fra loro ma noncon Marco

    Derivano da una fonte comune , detta Q

    Sia Matteo che Luca hanno inoltre fonti proprie

    Altre

    tradizioniAltre

    tradizioni

    Le fonti dei sinottici

    Papiro 45 P. Chester Beatty I, Egitto, circa 250,,

    contiene Mt 20-21 e 25-25, Mc 4-9 e 11-12, Lc 6-7

    e 9-14, Gv 4-5 e 10-11, AT 4-17, il pi antico

    manoscritto contenente tutti i 4 vang. canonici

  • La Fonte Q

    Q = Quelle =fonte in tedesco

    Cos si designa il materiale comune a Matteo e Luca, maassente in Marco,

    che si ritiene derivante da una fonte perduta ma presupposta comespiegazione necessaria delle concordanze Mt-Lc

    Probabilmente di origine Galilea, elaborata tra il 40 e il 60

    Nel momento in cui viene utilizzata da Mt e Lc potrebbe essere gi esistita informa scritta, in greco

    Circa 40 pericopi, relative (quasi esclusivamente) a:

    detti di Ges (=loghia)

    talvolta incorniciati in brevi racconti (apoftegmi o Chreiai)

    Gli unici passi narrativi sono i racconti di: Battesimo (cf Lc 3,21-22); Tentazioni (cf Lc 4,1-13); guarigione del figlio delcenturione (cf Lc 7,1-10); un esorcismo (cf Lc 11,14-15. 17-23)

    Introduce Ges in stretto rapporto con il Battista (cf Lc 3,7 -9,16s)

    Sono assenti i 12

    Mancano i racconti della passione e della pasqua

  • 7Q5: IL VANGELO DI MARCO A

    QUMRAN?

    Luogo: Nella grotta 7Q (Qumran) sono stati ritrovatiframmenti papiracei in lingua greca compilati soloda un lato (quindi provenienti da rotoli e non dacodici).

    Datazione: le grotte di Qumran furono sigillate nel68 d.C. a causa dell'invasione romana del territorio,i testi sono dunque precedenti a tale data. Secondoi papirologi, lo stile in cui sono scritti i papiri 7Q,indicherebbe una datazione tra il 50 a.C. e il 50d.C.

    Contenuto: Il papirologo O'Callaghan identifica il Fr.7Q5, con Mc 6, 52-53: In realt non avevano bencapito il fatto dei pani perch il loro cuore eraindurito. E avendo attraversato il lago verso terragiunsero a Genesaret e sbarcarono.

    Lidentificazione farebbe di questo papiro latestimonianza pi antica in assoluto, malinterpretazione appare allo stato attualealtamente ipotetica

    Ipotesi di ricostruzione

  • Il Ges dei SinotticiScritti fra gli anni 60 e 80 del I s. d.C.

    Essi offrono ritratti teologici di Ges, frutto della loro comprensione difede

    trasmettono tradizioni molto antiche in un tempo ancora assai vicino ai fattinarrati ed in cui molti testimoni oculari possono ancora essere viventi

    ma potrebbero avere una informazione parziale sia dei fatti che dei detti

    Tracciano una storia a grandi linee della vita di Ges:

    linizio :

    in Mc e Q: il battesimo

    In Mt e Lc: genealogia e narrazione della nascita

    (Gv invece ha un prologo sulle origini divine, il protoevangelo di Gc si spingeroltre, fino alla vita di Maria)

    esposizione dei fatti e delle parole pi importanti secondo uno schematopografico e cronologico (sommario)

    prima in Galilea e poi a Gerusalemme (con differenze fra gli evenagelisti)

    Lattivit pubblica di Ges si svolge in un arco di tempo di circa un anno

    racconto assai esteso di:

    passione, morte e resurrezione

    Essi conservano inoltre memoria di alcuni elementi peculiari equalificanti della vita del Nazareno:

    annuncio del regno

    guarigioni ed esorcismi,

    Parole in forma di parabola e detti sapienziali

    Riportano linsegnamento di Ges con accentuazioni peculiari a ciascuno

    Ges guarisce lemorroissa (Mc 3,10, Mt 9, 10-20, Lc 8, 40-48)Roma, Catacombe di Marcellino e Pietro, Pittura murale, III s.

  • Il Ges di GiovanniScritto intorno agli anni 90

    Il quarto vangelo, nonostante la sua forte impostazioneteologica, resta comunque memoria del Ges terreno, di cuitraccia a grandi linee una Biografia

    origine divina

    attivit pubblica:

    introdotto sulla scena da Giovanni Battista

    Ges stato suo seguace ed egli stesso ha battezzato (Gv 3,22-24.)

    circondato da discepoli, alcuni dei quali provengono dallacerchia del Battista (Gv 1, 35ss.)

    Si muove tra la Galilea e la Giudea

    La sua missione pubblica occupa allincirca un triennio,essendo scandita da tre Pasque (Gv 2, 13.23; 6,4; 11,55;12,1; 13,1)

    Appare proteso verso un momento culminante: laglorificazione della croce

    Racconto dettagliato della passione che si conclude con lamorte alla vigilia di Pasqua

    udienza presso il sommo sacerdote

    non preceduta da alcun processo giudaico

    Ges processato e condannato dal tribunale di Ponzio Pilato(18,12ss.)

    Papiro 52

    E' il pi antico ms del

    N.T. Sembra risalire al

    125. Tra la redazione

    finale di Gv (verso fine

    Is. d.C) . e questo

    papiro intercorrono

    meno di 50 anni.

    Appartiene alla John

    Rylands Library di

    Manchester. Prova

    definitivamente che

    Gv, bench scritto

    probabilmente in Asia,

    era gi conosciuto

    verso il 120-130 nella

    valle del Nilo, da cui

    proviene P52. Sul

    recto si leggono vv.

    31-33 e sul verso i vv.

    37-38 di Gv 18

  • Alcune caratteristiche

    MARCO

    Sembra voler distinguere tra le parole di Ges e la loro successiva interpretazione

    Distingue infatti fra il messaggio pubblico di Ges e quello riservato ai discepoli, che

    consisterebbe

    Nel mistero del regno di Dio (Mc 4,10-13)

    Questo non chiaro a tutti (quelli di fuori) e deve essere spiegato

    Il suo vangelo si propone come un chiarimento, una soluzione a problemi, domande,

    incertezze

    Non semplice ripetizione di una tradizione, ma sua correzione ed esplicitazione

    Ges vi presentato come figura autorevole: preannunciato da Giovanni il Battista

    Ma intende proporlo anche ad un ambiente non giudaico come un leader religioso

    comprensibile e dotato di autorit secondo i parametri religiosi della cultura cui si

    appartiene.

    Di Ges vengono sottolineate le capacit personali di esorcista, taumaturgo

    Le sue capacit di maestro si rivelano soprattutto nellinsegnamento riservato allinterno

    (esoterico)

  • Alcune caratteristiche % MATTEO

    Intende mostrare la legittimit di una svolta

    Il messaggio di Ges viene rivolto anche i non giudei, nonostante egli avesse datoordine di limitarsi alle pecore perdute della casa di Israele (Mt 10,5; 15,24)

    la legittimit di rivolgersi ai non giudei viene fondata sulle Scritture

    Ma si aggiungono anche criteri conoscitivi accettabili nel modo ellenistico romano:

    Sogno e rivelazione astrologica

    Afferma inoltre che le parabole di Ges devono essere comprese, ciointerpretate

    Ed anche per questo necessario fare ricorso alla sapienza degli scribi, dunquealle Scritture giudaiche

    Per MT narrare Ges significa immetterlo nella storia giudaica,

    intesa comunque come parte di una storia universale (REGNO: legittima Ges,tramite una genealogia, risalente ad Abramo, che afferma la sua discendenzadavidica)

    In lui Ges raffigurato soprattutto come Messia, Maestro, interprete dellalegge

    LUCA

    Non intende solo confermare la verit dellannuncio dei seguaci di Ges, mavagliare criticamente le tradizioni confuse trasmesse su Ges

    effettuando una indagine che pu avere anche i caratteri di tipo giudiziale

    La vicenda di Ges deve essere immessa nella storia politica Romana: lagenealogia segnala il carattere di universalit risalendo a Adamo

  • GIOVANNI

    Anche lui si oppone ad errate interpretazioni della vicenda di Ges e nepropone una propria

    Vuole legittimare una particolare forma aggregativa di seguaci (gruppigiovannisti)

    Fa appello ad una comprensione dei fatti del passato alla luce dellainterpretazione dello spirito santo

    Tale appello riflette una concezione tipicamente giudaica

    Meccanismo della memoria ispirata: un ricordare che, grazie ad una ispirazionesoprannaturale, permette di capire atti e parole di Ges meglio di quanto avesserofatto i discepoli che gli erano stati vicini nel corso della sua vita (allontanamento daiprimi tempi)

    Ritiene fondante la testimonianza di un discepolo che ha vissuto con Ges

    Egli avrebbe trasmesso quello che afferma il vangelo

    Anche per lui rimane importante verificare la veridicit di ci che il discepolo hatrasmesso

    La legittimazione di Ges qui data mediante lappello ad una entitdivina che si fa presente in lui

    Egli espressione del logos che, secondo la teologia giudaico ellenistica,manifesta il Dio giudaico nella sua dimensione universale

    Permane la legittimazione mediante le Scritture giudaiche, in quanto si rivolgesia a giudei che a non giudei

    Il lui Ges rappresentato come un essere soprannaturale che offre agliesseri umani la possibilit di raggiungere uno stato perfetto della vita inun contesto iniziatico, in un contatto inscindibile con Ges stesso

    Alcune caratteristiche %%

  • Vangeli apocrifi e

    letteratura extra-canonica

    Papiro Egerton 2, in greco, forse Is. o inizi II

    5 frammenti recto/verso contenenti 4 pericopi: 1. Una disputa tra Ges e gli uomini della legge, che cercano invano di lapidarlo; 2. Una guarigione di un lebbroso; 3. Una disputa circa la legittimit del pagamento delle tasse; 4. Un miracolo (indefinito) di Ges presso il Giordano

    Presenta paralleli con il vangelo di Gv , forse databile al I s.

    Frammento del Fayum, in greco, databile al III s.

    contiene una rielaborazione di materiale sinottico (cfr. Mc 14,27.29-30), originariamente appartenente con ogni probabilit a un vangelo sconosciuto.

    Papiro di Ossirinco 840, in greco, databile al IV-Vs.

    Riporta una violenta disputa di Ges sulla spianata del Tempio con un sacerdote fariseo di nome Levi (cfr Mc 7,1-23) relativa alle norme di purit; una visita di Ges e dei suoi discepoli al tempio

    Papiro di Ossirinco 1224, in greco, databile fine II inizi IVs.

    Riporta una controversia e qualche parola

    Papiro dettoVangelo della moglie di Ges, in copto, forse copia di un testo del II s.

    1 frammento recto/verso contenente 8 righe: tra le parole leggibili (quasi tutte sul recto) compare la frase " Ges ha detto loro: 'mia moglie...' ", da cui il nome del frammento

    Reso noto nel Congresso Internazionale di Studi Copti. Roma, 18/09/2012.

  • La letteratura extra-canonica: I FRAMMENTI

    Poche citazioni conservate da autori crist. antichi o semplice menzione di:

    Vangelo dei nazareni

    noto grazie alla testimonianza di Girolamo (IV-V sec.);

    Vangelo degli ebioniti

    Notizia da Epifanio di Salamina, autore cristiano del IV

    s., che ne cita alcuni passi allinterno di unopera

    antieretica;

    Vangelo degli ebrei

    Parzialmente accessibile attraverso le citazioni di autori, quali Clemente (II sec.) e Origene (III sec.), e ancora Girolamo

  • Vangelo di Pietro

    Noto fin dallantichit (cfr. Eus.. H.E. VI,12,2-6),

    ne fu scoperto un ampio frammento in greco (racconto Passione Ges) nel

    1886-87,

    quindi uno pi piccolo (dialogo Pietro-Ges) nel 1993

    il testo tradisce una marcata polemica antigiudaica:

    la responsabilit della morte di Ges viene attribuita esclusivamente ad Erode Antipa ed ai capi

    giudaici)

    Datato dalla maggioranza degli studiosi alla I met del II s.;

    per Crossan possibile risalire da questo testo ad un primitivo vangelo della croce

    del 40;

    Discussa la possibilit che conservi tradizioni indipendenti

    rispetto a quelle confluite nei sinottici

    Eusebio in H.E. VI,12,2-6 riporta un brano duna lettera o trattato di Serapione, vescovo di Antiochia (190-203) relativa a

    questo Vangelo che, adottato da alcuni membri della comunit di Rhossos, aveva l creato delle discussioni. Il vescovo

    in un primo tempo, non avendo letto il testo, pur ritenendolo pseudoepigrafo, ne aveva consentito la lettura per riportare

    la pace allinterno della comunit. Successivamente, informato di possibili contenuti eterodossi, compie una indagine pi

    accurata, dalla quale conclude che In quel vangelo molte cose concordavano con la retta fede del Salvatore, e che

    alcune erano state aggiunte, con riferimento ad una interpolazione successiva operata da aderenti al docetismo

    Un ostrakon del Vi-VII s. dimostra che questo vangelo era ancora utilizzato in Egitto diversi secoli pi tardi

  • Vangelo di Tommaso Nel 1948 ne fu ritrovata nella biblioteca di Nag Hammadi una copia

    completa in copto risalente alla met del IV s.

    A cavallo del 900 ne erano stati gi trovati dei frammenti in greco(Papiri di Ossirinco I, 654, 655) risalenti, rispettivamente, al 200 e al250, contenenti allincirca la met del vangelo, con materiale identico,ma disposto diversamente (il che indica un lungo camminoredazionale)

    E un "vangelo di detti", simile alla fonte Q

    Contiene 114 logia, quasi tutti introdotti con: Ges disse

    Non vi si trovano racconti, solo pochi dialoghi e brevi riferimentiallambiente sociale

    Per la met sono detti di Ges paralleli a quelli presenti nei vangelicanonici, altri invece sono nuovi

    DATAZIONE:

    la sua origine posteriore al 70, perch il detto 71 si riferisce allacatastrofe di Gerusalemme

    Si attribuisce in genere allinizio del IIs.

    Si pensa come ambiente di origine alla Siria

    Si discute se i detti del Vangelo di Tommaso:

    dipendano dai vangeli canonici (p. es. J. Majer) o se invece derivino daantiche tradizioni orali indipendenti (p. es. Robinson e Crossan)

    La maggioranza degli studiosi propende oggi per una verifica caso percaso

  • Vangelo segreto di Marco

    nel 1958 fu scoperta una copia di lettera diClemente Alessandrino ad un certoTeodoto, contenente un frammento di questovangelo:

    racconto della resurrezione di un giovane, simile allanarrazione della resurrezione di Lazzaro in Gv(problema: Gv dipende dal fr. o il fr. da Gv?)

    Clemente lo considera una secondaversione pi spirituale del vangelo di Mc,stilata dallo stesso Mc ad Alessandria perpromuovere la conoscenza (gnosis) dicristiani progrediti

    Lo scopritore, Morton Smith, lhautilizzato come base per affermare la suateoria di Ges Mago

  • Vangelo di Giuda

    Ritrovato nel deserto dell'Egitto (National Geographic Society) e pubblicato nel 2006,

    Il ms. (codice Tchacos) contiene, oltre al vangelo di Giuda, altri tre trattati, due dei quali gi presenti nei codici V e VIII di Nag Hammadi ). Il codice composto di 66 pagine; il vangelo di Giuda occupa le pagine 33-58.

    L'esistenza era nota sin dallanjtichit:

    Ireneo di Lione (180 circa), Adv. Haer. I,31,1: la setta gnostica dei Cainiti "ha prodotto una composizione da loro chiamata Vangelo di Giuda"

    Il manoscritto risale al III o al IV secolo d.C.; la chiara provenienza gnostica e il contenuto dello scritto suggeriscono di datare la stesura dell'originale non pi tardi del 180 d.C. (epoca in cui Ireneo gi ne testimonia l'esistenza) ma certamente non prima dell'inizio del II secolo.

    L'originale fu scritto in greco, ma pervenuto solamente in una traduzione copta

  • Protovangelo di Giacomo il pi antico titolo reperibile nei mss: Nativit di Maria.

    Rivelazione di Giacomo testo in greco, trasmesso da numerosi mss. fra gli altri si trova in un ms del IVs. che presenta gi

    tratti secondari, ritrovato anche in antiche traduzioni che riportano

    strati anteriori del testo.

    Non descrive la vita e il ministero di Ges.

    la sua nascit punto darrivo del racconto.

    Pseudoepigrafo: si presenta come scritto da Giacomo,fratellastro di Ges a Gerusalemme (25,1),

    suggerisce come autore Giacomo il Giusto (m. 62 d.C.),fratello (o cugino) del Signore, primo capo dellacomunit di Gerusalemme, identificato dalla tradizionecattolica con Giacomo il Minore figlio di Alfeo

    LA. combina i racconti di MT e Lc, ma ha accesso anche adaltre tradizioni, di cui si serve liberamente

    Scarsa conoscenza della Palestina e dei suoi usi

    Il testo insiste ossessivamente sulla purezza di Maria,

    quindi posteriore alla polemica giudaica sulla vergine

    Composto prima della fine del IIs., forse in Siria oppure inEgitto

    Il testo prende lavvio

    dalla preistoria della

    nascita di Maria, quindi

    descrive la sua infanzia

    e il matrimonio con

    Giuseppe, nascita di

    Ges, i Magi, la strage

    degli innocenti e la fuga

    in Egitto

  • Gli agrapha

    Diversi scritti cristiani di etantica riportano parole di Gesnon attestate nei vangelicanonici

    Oltre i casi citati, occorrericordare: autori di et patristica

    antichi testi liturgici

    Sulla loro autenticit gesuana sidiscute ancora vivacemente

    Anche per gli agrapha la criticapropende per una valutazionecaso per caso.

    La pi recenteraccolta in italiano(con testo originale afronte) stata curatada M. Pesce per lafondazione LorenzoValla (2004)

  • Le fonti esterne

    testimonianze dal mondo

    Giudaico

    e

    Romano

  • Flavio Giuseppe

    Testimonianze sul cristianesimo

    In Antichit giudaiche, XVIII, 63-64 si trova il cosiddetto Testimonium

    Flavianum

    Tito Flavio Giuseppe (Titus Flavius Iosephus; , Gerusalemme, 37 circa Roma, 100 circa) storico, politico e militare. Lingua di scrittura: greco.

    Anano [...] convoc i giudici del Sinedrio e introdusse davanti a loro un uomo di nome Giacomo, fratello di Ges, che era soprannominato Cristo, e certi altri, con l'accusa di avere trasgredito la Legge, e li consegn perch fossero lapidati.

    In Antichit giudaiche, XX.200 cita Giacomo il Giusto come fratello di Ges, e, parlando del processo a lui intentato, scrive:

  • Antichit giudaiche, XVIII, 63-64

    , : , , , : . : . .

    Ci fu verso questo tempo Ges, uomosaggio, se pure bisogna chiamarlo uomo:era infatti autore di opere straordinarie,maestro di uomini che accolgono conpiacere la verit, ed attir a s moltiGiudei, e anche molti dei greci. Questiera il Cristo. E quando Pilato, perdenunzia degli uomini notabili fra noi, lopun di croce, non cessarono coloro cheda principio lo avevano amato. Egli infattiapparve loro al terzo giorno nuovamentevivo, avendo gi annunziato i diviniprofeti queste e migliaia d'altremeraviglie riguardo a lui. Ancor oggi non venuta meno la trib di quelli che, dacostui, sono chiamati Cristiani.

    La critica Il testo viene riportato nella forma sopra citata in tutti i manoscritti antichi dellopera di

    Flavio Giuseppe . Esso tuttavia non appare coerente con la mentalit dellautore

    Gli studiosi che hanno esaminato la questione si dividono grosso modo in tre correnti: 1. il testo originale e autentico cos come ci stato tramandato 2. il testo stato interpolato successivamente da un autore cristiano 3. il testo una interpolazione nella sua totalit

  • Pro e contro lautenticitPRO

    1.la tradizione testuale forte:

    1.Tutti i manoscritti greci delle opere diGiuseppe che noi possediamo dal secolo XI ingi, contengono questo passo nellamedesima forma;

    2.Esusebio lo cita due volte (inizi IV s.) nellamedesima forma

    2.Le espressioni uomo saggio, operestraordinarie; con piacere accolgonola verit sono tipiche di Flavio Giuseppe;

    3.Laffermazione convinse molti Giudei eGreci riecheggia la realt di Roma nelmomento in cui vi soggiorna FlavioGiuseppe;

    4.laccento posto sullesecuzione ad operadi Pilato rispecchia una conoscenza direttadelle condizioni giuridiche della Giudea;

    5.La designazione dei cristiani cometrib denuncerebbe un tonodispregiativo, non coerente con uninterpolatore cristiano.

    CONTRO

    1. Origene (met IIIs.)

    In Comm. Matth X,17, attribuisce Giuseppe laffermazione cheGerusalemme fu distrutta per castigo divino in punizione delmartirio dellapostolo Giacomo, aggiungendo: E la cosasorprendente che egli, pur non ammettendo che Ges fosse ilCristo, ci nondimeno rese a Giacomo attestazione di tantagiustizia In unaltra opera riprende il medesimo concetto,facendo egualmente rilevare come Giuseppe dica queste cosesebbene non credente in Ges come il Cristo

    Tuttavia Origene sembra non conoscere bene lopera di GiuseppeFl. Poich egli in nessun passo afferma che per il martirio diGiacomo Gerusalemme si attir la punizione divina. Errore in cuicade anche Eusebio, che attribuisce a Giuseppe la medesimasentenza..

    2. Lespressione ammesso che lo si possa chiamare uomo, tradisce unafede nella divinit di Cristo da parte di chi scrive, cosa che non potevaessere per Giuseppe Flavio);

    3. Laffermazione questi era il Cristo, chiaramente tipica di chicrede che Ges il Cristo, cio il Messia;

    4. Laffermazione apparve loro il terzo giorno, di nuovo vivo, avendo idivini profeti detto queste cose su di lui e altre meraviglie, cherimanda alla fede nella resurrezione

    IPOTESI

    la forma originaria di Giuseppe avrebbe potuto essere :Questi era detto il Cristo oppure Questi era creduto il Cristo dai suoi discepoli

    Una simile forma risulterebbe coerente con altre due espressioni sicuramente autentiche: Una interna allo stesso brano: continua a esistere la trib dei cristiani che da lui

    prende il nome Laltra relativa al passo su Giacomo di Ant.Giud. XX, 199-203: Ges che detto il

    Cristo

    Bibl.: Il Ges storico nelle fonti del I-II secolo. Atti del X Convegno di Studi Neotestamentari (Foligno, 11-13 settembre 2003), a cura di A. Pitta, Bologna, Edizioni Dehoniane, 2005 (= Ricerche

    Storico Bibliche XVII/2, 2005), pp. 137-147.

  • Testimonium flavianum: tentativi di soluzione

    Versione araba del X secolo

    Nel 1971 Shlomo Pins dell'Universit Ebraica di Gerusalemme pubblic una traduzione araba del Testimonium, rinvenuta in un manoscritto del Xs. contenente lopera duno storico arabo cristiano, Agapio di Hierapolis

    Agapio riporta in modo approssimativo il titolo dell'opera di Giuseppeed afferma di basarsi su una antica cronaca in siriaco di Teofilo diEdessa (morto nel 785, lopera perduta) questo il testo in traduzioneitaliana:

    In questo tempo viveva un uomo saggio che si chiamava Ges, e la sua condottaera irreprensibile, ed era conosciuto come un uomo virtuoso. E molti fra i Giudei ele altre nazioni divennero suoi discepoli. Pilato lo condann a essere crocifisso emorire. E quelli che erano divenuti suoi discepoli non abbandonarono la proprialealt per lui. Essi raccontarono che egli era apparso loro tre giorni dopo la suacrocifissione, e che egli era vivo. Di conseguenza essi credevano che egli fosse ilMessia, di cui i Profeti avevano raccontato le meraviglie.

    Ipotesi di ricostruzione del testimonium sulla base della versione

    araba

    In quel tempo comparve Ges, un uomo saggio. Si diceva che compisse delle operestraordinarie, insegnava alla gente che con piacere ricevono la verit: e attir as molti discepoli sia fra Giudei che fra gente di origine Greca. E quando Pilato, a causa diun accusa fatta dai maggiori responsabili del nostro popolo, lo ha condann alla croce,coloro che lo amarono fin dallinizio non cessarono di farlo e fino ad oggi la trib dei cristiani(che da lui prende il nome) continua ad esistere

  • Giustino e lebreo Trifone

    Giustino intorno al 160 scrive il Dialogo col giudeo Trifone

    Egli intende dimostrare che il cristianesimo era la naturale continuazione dellebraismo.

    Lopera strutturata in forma di dialogo: fra lautore e lebreo Trifone

    Secondo alcuni questi non sarebbe un personaggio fittizio ma il famoso Rabbi Tarphon ( cfr. J. MAIER in Ges Cristo e il cristianesimo nella tradizione giudaica antica, Brescia 1994, p. 219-220).

    o Se cos fosse (ma lipotesi non confermata il dialogo sarebbe leco di una reale discussione avvenuta tra i due ad Efeso intorno al 135.

    In ogni caso il testo trasmette una lettura di Ges corrente fra gli ebrei al tempo dellautore

    In Dial. 108,2 Giustino ricorda un avvertimento che sarebbe statoinviato dagli Ebrei palestinesi ai Giudei della diaspora:

    E sorta uneresia senza Dio e senza Legge da un certo Ges, impostoreGalileo; dopo che noi lo avevamo crocifisso, i suoi discepoli lo trafugarononottetempo dalla tomba ove lo si era sepolto dopo averlo calato dallacroce, ed ingannano gli uomini dicendo che risorto dai morti e asceso alcielo

    Laccusa relativa al trafugamento del corpo e conseguente inganno deiseguaci di Ges risulta confermata da una fonte di poco posteriore aGiustino

    Tertulliano, De Spectaculis 30 (scritta fra il 198 e il 206)

  • Johann Maier ha preso in esame tutti quei passi della tradizionerabbinica in cui tradizionalmente si sono viste allusioni alcristianesimo.

    Secondo lo studioso solo pochi reggerebbero ad unindaginecritica.

    Per il giudaismo il cristianesimo fu in un primo tempo un fenomenomarginale tra altri; pi tardi, il cristianesimo innalzato a religione distato fu a tal punto visto come la prosecuzione di Roma, cheelementi specificamente cristiani non vennero nemmeno percepiti inquanto tali. Le affermazioni anticristiane contenute nei testi rabbiniciriposano su interpolazioni e rielaborazioni posteriori, e sono quindi daconsiderarsi come fonti per la conoscenza dei rapporti tra giudaismo ecristianesimo non nellantichit bens nel primo medioevo (J. Maier,Ges e il cristianesimo nella tradizione giudaica antica, Brescia 1994).

    Il Talmud babilonese riporta il seguente racconto, tra parentesi quadre le parole contenute solo in alcuni manoscritti (cfr. Maier, p. 204; R. Penna, lambiente storico culturale delle origini cristiane, Bresci 1994, pp. 244-5):

    Viene tramandato: [al venerd] alla sera della Parasceve si appese Jeu[ha-nser = il cristiano]. Un araldo per quaranta giorni usc davanti alui: Egli [Jeu ha-nser] esce per essere lapidato, perch ha praticatola magia e ha sobillato e deviato Israele. Chiunque conosca qualcosa asua discolpa, venga e larrechi per lui. Ma non trovarono per lui alcunadiscolpa, e lo appesero [al venerd] alla sera della Parasceve.

    Disse Ulla: Credi tu che egli [Jeu ha-nser] sia stato uno per il qualesi sarebbe potuto attendere una discolpa? Egli fu invece un istigatoreallidolatria, e il Misericordioso ha detto Tu non devi averemisericordia e coprire la sua colpa!. Con Jeu fu diverso, perch eglistava vicino al regno (Sanhedrin B, 43b)

    Ges nelle fonti rabbiniche

    Giudaismo - Lessico

    MIDRASH (ricerca) Metodo di

    indagine applicato alle

    leggi (Scrittura);

    lindagine stessa; la

    raccolta degli esiti

    dellindagine

    MISHNAH Legge orale (II/IIIs.) di

    carattere particolare; le

    norme applicative della

    legge generale

    GHEMARAH Studio e completamento

    della Mishnah (riflette le

    discussioni delle scuole

    rabbiniche)

    TALMUD Mishnah + Ghemar =

    Talmud; la redazione del

    Talmud Palestinese si

    chiude nel 425; la

    redazione del Talmud

    babilonese viene ultimata

    alla fine del VIs.

  • Ges nelle fonti rabbiniche

    Un altro passo in cui compare il nome di Ges, conservato nel Talmud babilonese(Aboda Zara 16b); ne esistono per altre due recensioni relativamente differenti(Tosefta Hullin 2,24 e Midrash Qohelet Rabba 1,1.8). Richiamerebbe un racconto di rabbiEliezer ben Hyrkanos (I-II sec.).

    Tosefta HullinMentre una volta passeggiavo lungo la strada di Sepphoris, trovai Giacomo, un uomo di Kfar Siknin, e mi disse una parola di eresia in nome di Jea ben Pntjrj:

    Midrash Qohelet RabbaIo, una volta, andavo lungo la strada di Sepphoris. Mi venne incontro un uomo e Giacomo da Kfar Siknaja era il suo nome. Egli mi disse una parola in nome di Je ben Pndr e questa parola mi ha fatto piacere:

    Aboda ZaraIo, una volta, passeggiavo sulla strada superiore di Sepphoris, e trovai un uomo dei discepoli di Jeu ha-nser e Giacomo da Kfar Siknaja era il suo nome. Egli mi disse

    Continuando con la sola recensione babilonese:Sta scritto nella vostra Tor: Tu non devi portare il prezzo del meretricio e del cane nella casa delSignore Dio tuo [Deut. 23,19]. Si pu dunque fare una latrina per il sommo sacerdote?Ma io gli risposi di no.Egli mi disse: Cos mi ha insegnato Jeu ha-nser: Dal prezzo del meretricio raccolto, al prezzodel meretricio deve tornare [Mic. 1,17]. Dal luogo della sporcizia sono venuti, al luogo della sporciziadevono tornare.E la cosa mi piacque, e per questo sono stato arrestato, per eresia

    Ipotesi: un detto di Ges riportato da una fonte rabbinica, che richiama la sua lotta allosservanza (possibile

    parallelo Mt 27,6-7) condannata da rabbi Eliezer riferimento a Ges, ma logion inventato dai Giudei per screditarlo il passo originariamente non aveva nulla a che fare con Ges e la confusione sarebbe frutto di una

    maldestra interpolazione medievale (cfr. J . MAIER, pp. 143-16) N.B. Esistono numerose citazioni rabbiniche di un certo Jea ben Pandera o

    Panteri/Pantera; il fatto che fonti non ebraiche (Celso) parlassero di un certo Ges figlio diPanther fa pensare alla stessa persona (corruzione del greco parthnos, vergine, o nome disoldato romano?). Cfr. p, successiva

  • Polemica su Ges di ambito giudaico

    Origene, Contra Celsum I,28-I,71 (data opera Origene: 248; dataopera Celso: 178c.)

    (Origene trascrive qui il passo dellopera di Celso in cui lautore,introducendo un dialogo fittizio fra un ebreo e Ges, riporta le critichecircolanti sulla vita e lopera di questultimo in ambiente giudaico)

    I, 28 Ti inventasti la nascita da una vergine: in realt tu sei originario da unvillaggio della Giudea e figlio di una donna da quel villaggio, che viene inpovert, filando a giornata. Inoltre costei, convinta di adulterio fu scacciatadallo sposo, falegname di mestiere. Ripudiata dal marito e vergognosamenterandagia, essa ti gener quale figlio furtivo (espressione omerica Il. VI,24 riferita al frutto di un amore segreto). Spinto dalla povert andasti a lavorarea mercede in Egitto, dove venisti a conoscenza di certe Facolt per le qualigli egiziani vanno famosi. Quindi ritornasti, orgoglioso di quelle facolt egrazie ad esse ti proclamasti Dio.

    I,32: Tua madre, dunque fu scacciata dal Falegname, che laveva chiesta inmoglie, perch convinta di adulterio e fu resa incinta da un soldato di nomePantera ( Cos la tradizione rabbinica, dalla quale Ges chiamato BenPandera o Panthera figlio di P. confutata dagli apologisti, i qualisostenevano che Ben Pandera era il nonno di Ges o un antenato comune diGiuseppe e Maria. Commentando Osea Eusebio di Cesarea confutava ancoraquesta calunnia. Il nome Panthera che si ritrova in iscrizioni di soldati romaniin Palestina stato anche spiegato come fraintendimento o storpiaturadellespressione Figlio della vergine gr. parthenos).

  • Polemica sui cristiani in ambito giudaico

    emn esre - le Diciotto benedizioni, che apriva la celebrazionesinagogale, non ci pervenuto nel testo originario, ma in diverseredazioni, una delle quali (quella di un frammento della Genizah delCairo) conserva esplicita menzione dei cristiani (o nazareni)allinterno della dodicesima benedizione:

    Che per gli apostati non vi sia speranza; sradica prontamente ai nostrigiorni il dominio dellusurpazione, e periscano in un istante i Cristiani(nserm) e gli eretici (minim): siano cancellati dal libro della vita e nonsiano iscritti con i giusti. Benedetto sei tu, Signore, che schiacci gliarroganti(cfr. J. MAIER, p. 63, con altri passi paralleli; R. PENNA, p. 248.).

    La maledizione dei Giudei nei confronti dei Cristiani allinterno dellapreghiera, testimoniata anche da Giustino (I Apol.31; 49,5), Girolamo(Ep. 112,13; Amos 1,11-12; Isaia 5,18-19; 49,7; 52,2-6) ed Epifanio( Panarion I,2,29,9)

    Giustino, in particolare, rinfaccia ai Giudei di maledire nelle sinagoghecoloro che si son fatti cristiani. (cfr. W. HORBURY, The Benediction of theMinim and Early Jewish-Christian Controversy, in Journal of TheologicalStudies XXXIII (1982), pp. 19-61).

    TUTTAVIA solo la redazione citata nomina esplicitamente i cristiani, mentrele altre versioni nominano genericamente i minim (eretici). Non sicuro seesistesse una sola redazione della preghiera, uguale per tutti, bench essa,secondo la tradizione talmudica, sarebbe originaria di Jamnia, negli anni80 del I secolo, sotto rabbi Gamaliele I.

    Inoltre, la ricostruzione delle varie redazioni del testo alquanto difficile,ed stato messo in dubbio il valore assoluto del frammento della genizah.

  • Suetonio (70-126), Vitae Caes., (lopera pubblicata fra il 119 e il 122)

    Claudius 25,4: Iudaeos impulsore Chresto assidue tumultuantes Roma expulit

    (Scacci da Roma i giudei che tumultuavano continuamente per istigazione di Cresto)

    Lepisodio inserito allinterno di una rassegna relativa a misure amministrative

    Alcuni studiosi lo datano al 41, altri (ipotesi prevalente) al 49

    Sebbene alcuni abbiano interpretato Chrestus come nome proprio di un capopolo del tempo,

    oggi opinione pressoch unanime che si tratti di un fraintendimento per Christus

    avvalorano lipotesi:

    Tacito, Ann. 15,44 : quos vulgos appellabat CHRESTIANOS (citato infra )

    Tertulliano, Apologeticum 3, 5: "Christianus" vero, quantum interpretatio est, de unctione deducitur. Sed etcum perperam "CHRESTIANUS" pronuntiatur a vobis ---- nam nec nominis certa est notitia penes vos ----,de suavitate vel benignitate compositum est. Oditur itaque in hominibus innocuis etiam nomen innocuum('cristiano', stando al significato, deriva da 'unzione'. Ma anche quando si pronunzia da voi malamente crestiano,nemmeno la conoscenza esatta del nome c' tra di voi), risulta da parola che 'soavit' o 'bont' significa).

    Tertulliano, Ad Nationes 1.3, 9: Etiam cum corrupte a uobis CHRESTIANI pronuntiamur ...

    Conferma indiretta dellevento in At 18,3:

    Paolo incontra a Corinto Aquila, un ebreo originario del Ponto, venuto dallItalia insieme alla moglie Priscilla,in seguito allordine di Claudio che allontanava da Roma tutti i giudei

    lo stesso Paolo nomina la coppia in 1Cor1,14ss; 16,19; Rm 16,3-5.

    Disordini sappiamo essere accaduti anche altrove (fonte: Atti) come conseguenza della missione fra le comunitgiudaiche.

    Le tensioni fra giudei e cristiani attirano lattenzione

    dellimpero

  • Tacito (c. 55- c. 117), Annales 15,44

    La composizione degli Annali va situata dopo il proconsolato in Asia di Tacito,

    avvenuto fra il 112 e il 114,

    le notizie fornite dallautore riguardano avvenimenti in relazione con il disastroso

    incendio prodottosi a Roma a partire dal 19 luglio 64.

    Laffermazione isolata fra gli autori pagani, e per un certo tempo anche fra i

    cristiani (cfr. Melito, Apol. In Eus H.E. IV, 26,9 ; Tert, Apol. 5,3 ; Eus, H.E., II, 35).

    Ergo abolendo rumori Nero subdidit reos etquaesitissimis poenis affecit, quos per flagitiainvisos vulgus Chrestianos appelabat. 3.Auctor nominis eius Christus Tiberioimperitante per procuratorem PontiumPilatum supplicio adfectus erat; repressaquein praesens exitiabilis superstitio rursumerumpebat, non modo per Iudaeam, originemeius mali, sed per urbem etiam, quo cunctaundique atrocia aut pudenda confluuntcelebranturque. 4. Igitur primum correpti quifatebantur, deinde indicio eorum multitudoingens haud proinde in crimine incendii quamodio humani generis convicti sunt. Etpereuntibus addita ludibria, ut ferarum tergiscontecti laniatu canum interirent aut crucibusadfixi atque flammati, ubi defecisset dies, inusu(m) nocturni luminis urerentur. 5. Hortossuos ei spectaculo Nero obtulerat et circenseludicrum edebat, habitu aurigae permixtusplebi vel curriculo insistens. Unde quamquamadversus sontes et novissima exempla meritosmiseratio oriebatur, tamquam non utilitatepublica, sed in saevitiam unius absumerentur.

    Cos Nerone, per soffocare le voci che correvano, indic comecolpevoli, e colp con castighi ricercatissimi, quelli che, odiosiper le loro nefandezze, erano chiamati Cristiani. Allorigine diquesto nome era Cristo che, al tempo dellimpero di Tiberio,era stato messo a morte per ordine del procuratore PonzioPilato; repressa sul momento, la funesta setta di fanatici alloranuovamente andava diffondendosi, e non solo in Giudea, terradi origine di quella calamit, ma perfino a Roma doveconvergono e prosperano criminose turpitudini di ogniprovenienza. Per prima cosa, dunque, vennero presi coloroche confessavano, poi, indicate da questi, furono incriminatemoltissime persone, non certo colpevoli del delitto diincendio, ma a causa del loro odio verso lumanit. Aicondannati a morte si aggiunse la derisione: vennero fattiperire sbranati dai cani, dopo essere stati mascherati da bestieselvagge, oppure crocefissi e dati alle fiamme, al calar delgiorno, fatti ardere ad uso di fiaccole per rischiarare la notte.Nerone aveva concesso i propri giardini per questo spettacolooffrendo nelloccasione anche esibizioni da circo,mescolandosi alla plebe in tenuta dauriga, oppure in piedi sudi un carro. Perci, nei confronti delle vittime, che pure eranoesseri nocivi e meritevoli di esemplare rigore, nasceva unsentimento di piet, dal momento che erano evidentementesacrificati non al pubblico bene, ma alla crudelt di unsingolo.

  • Signore, per me una regola sottoporti tutte le questioni sulle quali ho dei dubbi. Chiinfatti potrebbe meglio dirigere la mia incertezza o istruire la mia ignoranza? Non ho maipartecipato a inchieste sui cristiani, non so pertanto quali fatti e in quale misura si debbanopunire o perseguire, e con non poca esitazione mi sono chiesto se non vi sianodiscriminazioni a motivo dellet o se la tenera et debba essere trattata diversamentedalladulta; se si deve perdonare a chi si pente oppure se a chi del tutto cristiano nullagiova abiurare; se viene punito il solo nome anche se mancano atti delittuosi, o i delitti(flagitia) connessi a quel nome. Frattanto, ecco come mi sono comportato con quanti misono stati deferiti come cristiani. Domandai a loro stessi se fossero cristiani. A quelli che loammisero, ripetei due o tre volte la domanda, minacciando il supplizio; quelli cheperseveravano li ho fatti uccidere.

    PLINIO IL GIOVANE, governatore della Bitinia, Epist. X,96 a TRAIANO (111-113).

    Non dubitavo, infatti, qualsiasi cosa fosse ci che essi confessavano, che si dovesse punire almeno talepertinacia e inflessibile ostinazione. Altri, presi dalla stessa follia, poich erano cittadini romani, li misiin nota per mandarli a Roma. Ben presto, come accade in simili casi, estendendosi il crimine con ilproseguire dellinchiesta si presentarono molti casi differenti. Fu presentata una denuncia anonimacontenente i nomi di molte persone. Coloro che negavano di essere cristiani o di esserlo stati, seinvocavano gli di secondo la formula che avevo imposta e se facevano sacrifici con incenso e vinodavanti alla tua immagine che avevo fatto recare a tale scopo, e inoltre maledicevano Cristo tutte coseche mi dicono impossibile ottenere da quanti sono veramente cristiani ho ritenuto che dovesseroessere rilasciati. Altri, il cui nome era stato fatto da un denunciatore, dissero di essere cristiani e poi lonegarono; lo erano stati, ma poi avevano cessato di esserlo, alcuni da tre, altri da pi anni, altri perfino daventanni. Anche tutti costoro hanno adorato la tua immagine e la statua degli di e maledissero Cristo.Daltra parte essi affermavano che tutta la loro colpa era consistita nellabitudine di riunirsi in un giornostabilito prima dellalba, e di cantare alternatamente un inno a Cristo come a Dio e di obbligarsi congiuramento non a perpetrare qualche delitto ma a non commettere furti o brigantaggi o adulteri, a nonmancare alla parola data n a negare se invitati, a effettuare un deposito. Compiuti questi riti avevanolabitudine di separarsi e di riunirsi ancora per prendere cibo, ma comune e innocente. Perfino da questapratica avevano desistito dopo il mio decreto con il quale vietavo le associazioni secondo i tuoi ordini.Ho ritenuto tanto pi necessario strappare la verit anche con tortura a due schiave che venivano detteministrae, ma non scoprii altro che una superstizione irragionevole e smisurata perci, dopo aver sospesolinchiesta, ricorro a te per consiglio.

  • Dal Ges della Storia

    Cristo Pantocratore. Duomo di Monreale (Palermo) Catino Absidale. Mosaico XII-XIIIs.

    alCristo delle Chiese

  • Lautocomprensione di Ges

    Non attribuisce mai a se stesso il titolo di Messia

    Sono gli altri che lo chiamano in tal modo

    Pietro in forma affermativa (Mc 8,29; Mt 16,5 e Lc 9,20)

    Il Sommo sacerdote durante il processo in forma interrogativa(Mc 14,61)

    In entrambi i casi accetta la qualifica.

    Nel primo per (versione sinott.) impone il silenzio:

    Ges qualifica se stesso con i titoli:

    Figlio delluomo

    Figlio (in Gv anche Figlio di Dio)

    Fu privo di coscienza

    messianica? O lavrebbe sviluppata

    successivamente?

    Segreto messianico?

    Volont di evitare

    fraintendimenti connessi con il

    titolo?

  • Lautocomprensione di GesIl titolo figlio delluomo prima di Ges

    Originariamente un semitismo = uomo

    Nellapocalittica giudaica designa una figura misteriosa,

    superumana

    Daniele

    7,13ss.

    Verr sulle nubi del cielo

    Figura individuale

    Figura collettiva

    Personificazione del popolo eletto chiamato a dominare i gentili

    Libro di Enoch

    (strati pi recenti?)

    Figura individuale, celeste, superiore agli angeli,

    preesistente alla creazione del mondo, partecipe della

    saggezza divina a met fra il divino e lumano.

    Disceso sulle nuvole alla fine dei tempi, eserciter sulla terra un potere, secondo alcuni eterno, secondo altri destinato ad essere sostituito da Dio

    stesso, a conclusione della rivoluzione cosmica.

    Cfr. testo

    Daniele 7, 13-14Guardando ancora nelle visioni notturne, ecco apparire, sulle nubi del cielo, uno, simile ad un figlio di uomo; giunse fino al vegliardo e fu presentato a lui, che gli diede potere, gloria e regno; tutti i popoli, nazioni e lingue lo servivano; il suo potere un potere eterno, che non tramonta mai, e il suo regno taleche non sar mai distrutto.

    Primo libro di Enoc, 37-71Il Figlio delluomoEletto Giusto Messia fu scelto e nascosto innanzi a Dio prima che fosse creato il mondo sieder sul trono della gloria e giudicher Azazel e tutta la sua compagnia giudicher le azioni dei santi dallalto dei cieli tutto il male passer dalla faccia della terra.

    Cfr. testo

    Ges_Storico_Dogmatico.ppt#42. Daniele 7,13ss.Ges_Storico_Dogmatico.ppt#43. Primo libro di Enoc, 37-71

  • Lautocomprensione di GesIl titolo figlio delluomo nei vangeli can.

    Lespressione sembra rivestire un ruolo fondamentale soprattutto secollegata con le tematiche del regno di Dio e del servosofferente di JHVH (Is. 53)

    La maggior parte della critica la ritiene gesuana, anche se

    Alcuni distinguono tre gruppi di detti concernenti il Figlio delluomo:

    1. Detti sul Figlio delluomo venturo, in cui Ges non si identificherebbe ma lodistinguerebbe da s

    2. Detti sul Figlio delluomo nella sua attivit terrene

    3. Detti sul Figlio delluomo in rapporto a Passione e resurrezione

    Solo il primo gruppo sarebbe autenticamente Gesuano: Il criterio diquesta esegesi : Cosa avrebbe potuto effettivamente dire di sGes in quel contesto storico-culturale?

    Altri (ed in part. lesegesi cattolica) notano che esiste unaconcordanza o almeno una possibilit di armonizzazione nelleversioni pi antiche che induce ad accreditare lautenticit gesuanadellinsieme dei detti

    Cfr. scheda 3

    Cfr scheda 4-6

    Ges_Storico_Dogmatico.ppt#44. Isaia 53 Il canto del servo sofferente di IHVHGes_Storico_Dogmatico.ppt#45. Il Figlio delluomo/1

  • Lautocomprensione di Ges : Il titolo di figlio

    Mc13,32 (Mt 24,32-36; Lc 21, 25-27)

    28 Dal fico imparate questa parabola: quando gi il suo ramo si fatenero e mette le foglie, voi sapete che lestate vicina; 29 cos anchevoi, quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli vicino,alle porte. 30 In verit vi dico: non passer questa generazione primache tutte queste cose siano avvenute. 31 Il cielo e la terra passeranno,ma le mie parole non passeranno. 32 Quanto poi a quel giorno o aquellora, nessuno li conosce, neanche gli angeli nel cielo, e neppure ilFiglio, ma solo il Padre.

    Mt 11,27 (cfr. Lc 10 21-22)

    25 In quel tempo Ges disse: Ti benedico, o Padre, Signore del cielo edella terra, perch hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agliintelligenti e le hai rivelate ai piccoli. 26 S, o Padre, perch cos piaciuto a te. 27 Tutto mi stato dato dal Padre mio; nessuno conosce ilFiglio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio ecolui al quale il Figlio lo voglia rivelare.

  • Cosa pens Ges di s?le domande e la critica moderna

    Ges quando prese coscienza della sua missione?

    al momento del battesimo

    Ges proclam il regno come presente o futuro?

    differenti prospettive nellevoluzione della sua carriera

    Ges ebbe coscienza della fine che lo aspettava?

    lo avrebbe compreso gradualmente, man mano che constatava il fallimento della

    sua predicazione

    Ges quale senso attribu alla sua morte, pot percepirsi come il campione

    dellattacco portato sin dentro il regno del male da cui sarebbe emerso

    vittorioso?

    La concezione della sua vicenda come offerta sacrificale, gesto estremo e

    sostitutivo del culto del tempio sarebbe una costruzione a posteriore dei discepoli,

    sgomenti di fronte alla sconfitta rappresentata dalla sua morte ignominiosa

    Ges si comprese come Messia?

    non si autoqualifica mai in tal modo, sarebbe quindi una attribuzione dei discepoli

  • Cosa pensarono di lui i suoi primi seguaci?Qualcuna delle prime risposte

    Profeta? Figlio?Uomo-Dio?

  • Chi dite che io sia? Le confessioni di Pietro

    MARCO 8,27-29 : Poi Ges part con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesaradi Filippo; e per via interrogava i suoi discepoli dicendo: Chi dice la gente che io sia? .Ed essi gli risposero: Giovanni il Battista, altri poi Elia e altri uno dei profeti. Ma eglireplic: E voi chi dite che io sia? . Pietro gli rispose: Tu sei il Cristo. E impose loroseveramente di non parlare di lui a nessuno.

    LUCA 9,20 : Un giorno, mentre Ges si trovava in un luogo appartato a pregare e idiscepoli erano con lui, pose loro questa domanda: Chi sono io secondo la gente? . Essirisposero: Per alcuni Giovanni il Battista, per altri Elia, per altri uno degli antichi profetiche risorto. Allora domand: Ma voi chi dite che io sia? . Pietro, prendendo laparola, rispose: Il Cristo di Dio. Egli allora ordin loro severamente di non riferirlo anessuno.

    MATTEO 16,13-20 : Essendo giunto Ges nella regione di Cesara di Filippo, chiese aisuoi discepoli: La gente chi dice che sia il Figlio delluomo? . Risposero: AlcuniGiovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti. Disse loro: Voi chidite che io sia? . Rispose Simon Pietro: Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente. EGes: Beato te, Simone figlio di Giona, perch n la carne n il sangue te lhannorivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli. E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietraedificher la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. A te dar lechiavi del regno dei cieli, e tutto ci che legherai sulla terra sar legato nei cieli, e tuttoci che scioglierai sulla terra sar sciolto nei cieli. Allora ordin ai discepoli di nondire ad alcuno che egli era il Cristo.

    GIOVANNI 6, 67-71: Disse allora Ges ai Dodici: Forse anche voi volete andarvene?. Gli rispose Simon Pietro: Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna; noiabbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio. Rispose Ges: Non ho forsescelto io voi, i Dodici? Eppure uno di voi un diavolo! . Egli parlava di Giuda, figlio diSimone Iscariota: questi infatti stava per tradirlo, uno dei Dodici.

  • Chi dite che io sia? Altre confessioni: il centurione

    Il centurione romano ai piedi della croce:

    Mc 15,39: Allora il centurione che gli stava difronte, vistolo spirare in quel modo, disse:Veramente questuomo era Figlio di Dio! .

    Mt 27,54: Il centurione e quelli che con