sicurezza ambiente n.02-10
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La rivista è un interessante punto d’osservazione anche delle dinamiche sindacali, quelle che hanno visto l’Ugl tutta, e la federazione, conquistare un importante spazioTRANSCRIPT
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sanità, rifiuti, ambiente:le priOrità per renata pOlverini
la candidata alla presidenza della regione lazio incontra il segretario danilo scipio
Anno III - n. 2 - marzo/aprile 2010 - € 16.25 - Poste italiane SpaSpedizione in abb. Postale - D.L. 353/2003(conv. in L. 27/02/2004) art. 1
comma 1 DCB Milano - Autorizzazione Tribunale di Milano n. 103 del 12/2/2008
OrganO ufficiale dell’ugl federazione nazionale corpo forestale dello stato
dibattitO Ogm
zaia: «continueremo
a difendere i cittadini»
da kyOtO a cOpenaghen
il miraggio degli accordi
impossibili
legambiente
sfatiamo i luoghi comuni
sul sud italia
n.2 marzo/aprile
QuestO prOdOttO è cOmpletamente biO-degradabile e riciclabile, nel pienO rispettO dell’ambiente
N. 2 - - pag. 3
sommario4 - L’intervistaRifiuti, ambiente, sanità: il programma di Renata Polverini
6 - Il dibattitoOgm, Zaia: «Continueremo a difendere cittadini e agricoltori»
8 - EsteriDa Kyoto a Copenaghen: il miraggio di un’ energia ecosostenibile nel tempo della crisi
10 - EsteriInquinamento marino:l’Italia ratifica la convenzione di Londra
12 - LegambienteSud: sfatiamo i luoghi comuni e puntiamo sulla cultura
14 - FareambienteGabriella Carlucci: «Può lo show business difendere la causa verde meglio della politica stessa?»
16 - RegioniMolise, Liguria, Emilia Romagna
21 - CronacaFinalmente è partito il primo corso di formazione per il personale del servizio nautico
22 - Torino: bloccate dalla forestale altre 11.000 confezionidi propoli contaminate
23 - Joppolo (VV). Il WWF elogia il Corpo Forestale per il sequestro di alcune ville abusive
24 - SindacaleComunicati dell’ Ugl-CFS
30 - Cultura e territorioElementi di ecologia del paesaggioe protezione del territorio
32 - Interrogazione parlamentare
Nella foto: Renata Polverini
N. 2 - - pag. 4
l’iNTErVisTa
RIFIUTI, AMBIENTE, SANITà IL PROGRAMMA DI RENATA POLVERINI
Danilo Scipio incontra il Segretario Generale dell’Ugl candidato alla Presidenza della Regione Lazio
Buongiorno Renata. Benve-
nuta sulle pagine della no-
stra rivista. Cominciamo,
Sicurezza e Ambiente:
uno dei temi più sensibili
a questo riguardo è quello dei rifiuti.
La gestione dei rifiuti è certamente un
argomento molto importante e una
delle più delicate problematiche di
cui si occupino le regioni. Su una cosa
voglio essere assolutamente chiara:
nel Lazio non succederà quanto ac-
caduto in Campania. Però anche in
questo settore occorre una presa di
coscienza e un’assunzione di respon-
sabilità per superare il demagogico
stallo decisionale che ha contraddi-
stinto l’amministrazione uscente.
Quindi come intendi agire per evitare situazioni come quella campana?Il Lazio produce una grande quantità
di rifiuti e ha un’evidente necessità di
rivedere la pianificazione degli impian-
ti. Comune di Roma e Regione Lazio al
momento non sono riuscite a risolvere
il problema di Malagrotta, va trovato
il nuovo sito e su questo subito dopo
le elezioni andrà trovata una soluzio-
ne. Al di là del problema di Malagrot-
ta però, va sottolineato come nel
Lazio non ci sia stata una politica che
affrontasse il ciclo dei rifiuti in manie-
ra completa: dalla composizione alla
loro trasformazione e smaltimento.
Bisogna inoltre potenziare la raccolta
differenziata, attraverso azioni anche
di sensibilizzazione.
Su questo anche il Corpo Forestale
dello Stato potrà avere un importante
ruolo, oltre alle attività di repressione
e di investigazione.
Il Lazio è una regione commissariata per il deficit sanitario. Qual è la tua ricetta?Rinegozieremo il piano sanitario con il
governo.
Non intendo chiudere ospedali o ta-
gliare posti letto, quanto piuttosto in-
tervenire sugli sprechi eliminando enti
Il segretario nazionale Renata Polverini con il Segretario Nazionale UGL Corpo Forestale Danilo Scipio
N. 2 - - pag. 5
creati solo per collocare qualcuno,
poltrone di troppo, rimuovendo gli
amministratori che si sono dimostrati
incapaci.
Bisogna chiedere alla politica di fare
un passo indietro e premiare solo il
merito e la professionalità.
Quali altri provvedimenti metterai in campo?La nostra sarà una vera e propria ri-
voluzione nella gestione della sanità.
Occorre una nuova governance del
settore che ci permetta un reale con-
trollo della spesa, ma nel momento in
cui si forma, non solo a consuntivo,
quando gli sprechi ormai si sono pro-
dotti. Il centrosinistra lascia in eredità
un servizio sanitario che non è davve-
ro equo, né facilmente accessibile per
tutti.
Vogliamo fare in modo che si ricorra
all’ospedalizzazione solo quando è
necessario potenziando la rete terri-
toriale fino all’assistenza domiciliare.
Ci sono malattie croniche o quelle
della terza età per le quali non serve
l’ospedale, ma servizi alternativi che
ad oggi non ci sono.
Ancora un tema: hai passato 27 anni nel sindacato e non potrai non avere un occhio di riguardo per lo svilup-po economico e l’oc-cupazioneIl lavoro sarà prioritario.
Dobbiamo far uscire il
Lazio dalla crisi meno
povero di come ci è
entrato. Da una parte
si deve ripartire dalle
vocazioni tradizionali di
questo territorio, come
l’agricoltura e il turismo,
settori come il tessile, la
meccanica e la chimica.
Per questo è importan-
te fare in modo che le multinazionali
non abbandonino il Lazio. Sarà fonda-
mentale, inoltre, sostenere le piccole
e medie imprese, anche con incenti-
vi fiscali per chi assume. Altra parola
d’ordine, è innovazione. E quindi
ricerca e formazione. Vogliamo fare
del Lazio una regione all’avanguardia,
sviluppando il polo tecnologico. Per
questo incontrerò anche i gestori del-
le aziende di telecomunicazioni. No-
stro compito sarà quello di stimolare
gli investimenti in ricerca e sviluppo da
parte delle imprese, rafforzando le re-
lazioni tra loro e il sistema universitario
e della ricerca.
E poi dovremo finalmente sfruttare
al meglio i fondi europei, che finora
sono stati largamente sottoutilizzati,
per garantire ai lavoratori le migliori
opportunità per una formazione con-
tinua ed efficiente e, quando si renda
necessario, per una reale riqualifica-
zione.
Renata ti ringrazio e ti auguro in boc-
ca al lupo.Grazie Danilo, auguro a te,
ai tuoi associati e a tutti i Forestali, un
proficuo lavoro.
Chi è Renata Polverini:Dopo tanti anni di militanza sindacale,
ho scelto di candidarmi alla presiden-
za della regione Lazio. Un altro modo
per continuare a stare dalla parte del-
la gente. Vengo da una famiglia che
mi ha insegnato il valore del lavoro,
dell’impegno, della cura delle perso-
ne; oggi ho 47 anni, sono sposata, ma
porto impressa nella memoria la mia
infanzia, la scomparsa di papà quando
avevo solo due anni, la vita dura di mia
madre, il suo incontro con un uomo
splendido che mi ha fatto da padre e
che abbiamo assistito fino a quando ci
ha lasciate.
Da giovanissima ho respirato l’aria del
sindacato seguendo le orme di mia
madre, all’epoca giovane delegata
sindacale della CISNAL. Nell’organiz-
zazione è iniziata la mia avventura a
difesa dei diritti dei lavoratori, poi
continuata nella Unione generale del
lavoro (UGL), di cui sono stata respon-
sabile delle relazioni internazionali e
comunitarie, e che ho rappresentato
anche nel Comitato Economico e So-
ciale Europeo (CESE).
Per sei anni, dal 1999 al 2005, sono
stata vice segretario generale dell’Ugl,
occupandomi di importanti vertenze
al fianco dei lavoratori: dall’Alitalia
alla Fiat di Melfi, dalla Thyssen-Krupp
di Terni al rinnovo del contratto per il
pubblico impiego.
Nel 2006 il Congresso confederale mi
ha eletto alla guida della Ugl. Per la pri-
ma volta un sindacato ha eletto una
donna al proprio vertice.
Di me hanno detto che sono una sin-
dacalista non sindacalizzata. Probabil-
mente perché non mi perdo in chiac-
chiere e polemiche inutili. Il mio motto
è concretezza. Dal 29 marzo spero di
potere mettere entusiasmo e deter-
minazione al servizio dei cittadini del
Lazio (www.renatapolverini.it)
Renata Polverini
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il dibaTTiToOGM, ZAIA: «CONTINUEREMO A DIFENDERE CITTADINI E AGRICOLTORI»
A cura della redazione www.agricolturaitalianaonline.it
Il Ministero delle politiche agrico-
le, alimentari e forestali prende
atto della sentenza del Consiglio
di Stato sugli Ogm, chiarendo in
ogni caso che il procedimento in
questione è connesso ad un iter nor-
mato dal decreto legislativo 212/2001,
che stabilisce il previo parere di una
Commissione tecnica la quale, non
avendo a disposizione le prescrizioni
tecniche sulle modalità di coltivazione
delle colture Ogm ancora in corso di
definizione, difficilmente esprimerà un
parere favorevole.
E’ previsto inoltre un successivo prov-
vedimento amministrativo a firma del
Ministro delle politiche agricole alimen-
tari e forestali, di quello della Salute e
di quello dell’Ambiente e della tutela
del territorio e del mare.
Il Ministro delle politiche agricole ali-
mentari e forestali Luca Zaia afferma
che «la sentenza scritta dal Consi-glio di Stato, certamente seguendo il dettato delle leggi e dei codici, con-travviene in modo palese alla volontà della stragrande maggioranza dei cit-tadini e delle Regioni italiane. Primi fra questi, quegli agricoltori, ancora una volta la stragrande mag-gioranza, che non vogliono Ogm nei loro campi, consapevoli, innanzitutto, che è il valore identitario delle loro produzioni ad essere messo a repen-taglio, la fertilità del loro futuro». “Ci si chiede in particolare, aggiunge il
Ministro, come sia possibile la coltiva-
zione di Organismi Geneticamente Mo-
dificati se non in presenza di un piano
di coesistenza, piano che può essere
realizzato soltanto in accordo con le
Regioni. A proposito della volontà dei
cittadini, vale la pena di ricordare un
mondo scientifico ancora diviso sulla
natura degli OGM; un consumo che
divide la popolazione in abbienti che
hanno la possibilità di alimentarsi con
cibi biologici e certificati e di classi so-
cialmente disagiate che devono adat-
tarsi al cibo geneticamente modificato;
un mondo agricolo che viene privato
del valore dei semi, che inevitabilmen-
te finiranno nelle mani delle multina-
zionali”. “Mi par di notare inoltre che
gli stessi Stati Uniti, un tempo ammaliati
dal fascino delle coltivazioni OGM, con
l’amministrazione Obama, stiano valu-
tando i benefici delle biodiversità”.
“A quanti esultano ogni volta che si ac-
cenna agli Ogm, dico, afferma ancora
Zaia, di guarådarsi intorno, di guardare
proprio all’Europa.
L’Italia, con Francia e Germania in prima
linea, è in buona compagnia.
E voglio aggiungere che per il Mon810,
il mais Ogm in questione, l’autorizza-
zione alla coltivazione comunitaria è
scaduta e non è stata ancora rinno-
vata, poiché l’Autorità Europea per la
Sicurezza Alimentare (Efsa) sta valu-
tando le ricadute ambientali della col-
tivazione con un monitoraggio attento
ed esami approfonditi”. “Gli Ogm non
sono la risposta ad un mercato dove
i nostri cibi si confrontano con quelli
venduti a prezzi irrisori perché prodot-
ti da Paesi che pagano i loro braccianti
due euro al giorno, come avviene in
India, o cinque euro al giorno, come
accade in Cina. La risposta a questi problemi è una seria politica che im-ponga tracciabilità ed etichettatura
La proposta del ministro per le politiche agricole: un marchio etico che garantisca i consumatori contrari agli organismi geneticamente modificati
Pizzod
isevo
N. 2 - - pag. 7
dei prodotti agroalimentari”. “Ciò
detto, conclude Zaia, è ovvio che
porteremo in tutte le istanze possibili
questo punto di vista affinché venga
compreso da quell’autorità giuridico-
legislativa che ha la responsabilità di
rendere concreta la volontà generale,
piuttosto che di applicare, ignara del-
le conseguenze, codici e pandette”. Il
Ministro delle politiche agricole alimen-
tari e forestali torna poi sul tema lan-
ciando l’idea di un marchio etico che
garantisca consumatori e produttori
contrari ai prodotti geneticamente mo-
dificati. “Leggo alcune reazioni alla sen-
tenza del Consiglio di Stato sugli Ogm
e mi sembra non tengano nel dovuto
conto la volontà dei cittadini italiani
e della maggioranza di quelli europei
che, sempre di più e sempre più nume-
rosi, invocano prodotti di qualità, trac-
ciabilità e trasparenza. Credo si debba
riflettere su come andare in soccorso
di tale volontà, che certo si scontra
con gli interessi delle multinazionali e
di pochi produttori nazionali. Mi chie-do se la proposta di un marchio etico Ogm-free sarebbe in grado di aiutare i consumatori italiani a veder rispet-
tata la loro volontà fino sugli scaffali dei negozi e dei centri commerciali”. Con queste parole il ministro Luca Zaia
torna sul tema degli Ogm, lanciando
l’idea di un marchio etico che garanti-
sca consumatori e produttori contrari
ai prodotti geneticamente modificati.
“Un marchio, prosegue il Ministro, che
garantirebbe alla stragrande maggio-
ranza dei produttori di continuare a
fare agricoltura di qualità e certamente
più vicina alla conformazione culturale,
produttiva e persino commerciale dei
nostri territori”. “È pur vero che oggi,
anche se in misura contenuta, esistono
e circolano liberamente semi Ogm.
Il problema è contenere il fenomeno,
non svilupparlo: e questo per venire in-
contro alla struttura economica e iden-
titaria che meglio ci rappresenta nel
mondo”. “Chiedo ai fautori della rivo-
luzione di Frankenstein - afferma Zaia -
se i prodotti italiani all’estero sono più
conosciuti in virtù delle loro differenze,
e quindi della biodiversità che ne è alla
base, o dell’omologazione. E chiedo
se un processo che in modo irreversi-
bile ci renderebbe uguali a tutti i Paesi
che non hanno un’agricoltura di qualità
davvero sia in grado, anche dal punto
di vista economico, di aiutare le impre-
se agricole. Va ribadito che gli Ogm non
sono la risposta ad un mercato dove
i nostri cibi si confrontano con quelli
venduti a prezzi irrisori perché prodot-
ti da Paesi che pagano i loro braccianti
due euro al giorno, come avviene in In-
dia, o cinque euro al giorno, come ac-
cade in Cina. La risposta a questi pro-
blemi è una seria politica che imponga
tracciabilità ed etichettatura dei pro-
dotti agroalimentari”. “Infine, conclude
Zaia, ricordo che ben il 72% dei con-
sumatori italiani – e non faccio fatica a
ritenere che si possa dire la stessa cosa
anche ampliando lo sguardo ai consu-
matori dell’intero mondo occidentale
– ha dichiarato la propria disponibilità
a spendere di più per aver garantita la
qualità di ciò che mette in tavola. E i cittadini hanno più volte, reiterata-mente e cocciutamente, detto di no alla manipolazione dei semi. Ciò non significa essere contro la modernità, ma dare dei limiti allo strapotere di alcuni soggetti economici. Se per far
questo, un marchio etico dovesse es-
sere utile, marchio etico sarà”.
Il Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, Luca Zaia
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EsTEriDA KYOTO A COPENAGHEN: IL MIRAGGIO DI UN’ ENERGIA ECOSOSTENIBILE NEL TEMPO DELLA CRISI
C’è un unico elemento
capace di caratteriz-
zare ed accumunare
i lavori del Trattato
di Kyoto, così come
l’incontro di Davos e, per finire, la con-
ferenza di Copenhagen. Si tratta for-
se dell’obiettivo di definire strategie
comuni per arrestare l’inquinamento
del Pianeta e nel contempo garantire
all’uomo benessere economico e svi-
luppo attraverso l’uso di fonti di ener-
gia eco-sostenibili? Assolutamente no.
Tutto ciò è solamente il sottofondo di
speranze deluse, buoni propositi rin-
viati a data da destinarsi, previsioni ca-
tastrofiche mai seguite da impegni re-
ali e slogans ad effetto che riempiono
i tg nei giorni delle discussioni.
Purtroppo il dato più significativo che emerge da questi incontri è l’in-capacità della Governance mondiale di trovare un accordo per l’accet-tazione di regole comuni capaci di interrompere il pericoloso circolo vizioso dell’economia mondiale: la
rincorsa all’accrescimento rapido del
PIL a prescindere dallo sfruttamento di
risorse inquinanti. Una ricchezza così
prodotta che è disponibile per po-
che persone, specialmente in tempi di
“crisi finanziaria ed economica”, a co-
sto di un inquinamento a cui nessuno
può sottrarsi. E le prospettive future
delineate dalla conferenza di Copen-
hagen? Nebbiose, avvolte nei fumi
delle emissioni di CO2 che ancora una
volta non riusciremo a ridurre in modo
significativo.
La quindicesima sessione della Confe-
renza delle Parti (COP15) sui cambia-
menti climatici del dicembre 2009 ha
prodotto una mole non indifferente
di documenti (visionabili sul sito www.
unfcc.int) redatti a seguito di centinaia
di conferenze, negoziati impegnativi e
manifestazioni varie, ma si è di fatto
conclusa con un “non accordo”.
Sebbene siano stati accolti gli allarmi
degli scienziati circa i rischi dell’aumen-
to delle temperature globali oltre i 2°C
e nonostante sia stato formalmente ri-
conosciuto l’impatto devastante del
cambiamento climatico sui Paesi par-
ticolarmente vulnerabili (si pensi agli
Stati insulari, ad esempio), non è stato
raggiunto nessun compromesso lega-
le e vincolante per la riduzione di gas
serra. D’altronde, lo stesso Protocollo
di Kyoto, pur essendo formalmente in
vigore e con impegni vincolanti per
gli Stati firmatari, non viene ormai più
nemmeno preso in considerazione. In
fondo, per la COP15 non si è trattato
Di Fabio Lancianese
Francesco Cavallari Pho
tograp
hy
Nuove tecnologie e accordi impossibili per le prospettive di un futuro sospeso tra le nebbie della politica
N. 2 - - pag. 9
di un convegno scientifico, ma di una
conferenza prettamente politica, con
valutazioni determinate da interessi
economici-energetici prima di tutto.
Durante i giorni del vertice abbiamo
assistito alla forte presa di posizione di
tutti i Paesi africani e dei rappresentanti
del G77, i Paesi in via di sviluppo mag-
giormente interessati al “trasferimento
di tecnologie” ed al recepimento di
aiuti economici da parte degli Stati più
ricchi, con la minaccia di abbandono
della conferenza se non fossero state
intraprese azioni decise per la riduzio-
ne in breve termine delle emissioni.
Nonostante l’assenza di tali azioni, la
minaccia di abbandono è stata scon-
giurata dalla previsione per il periodo
2010-2015 di aiuti economici mirati
(o dovremmo dire “mascherati”?).
Di notevole interesse è stata,inoltre, la partita a scacchi giocata tra la de-legazione cinese, impegnata a non cedere nemmeno lo zero virgola zero della propria vertiginosa crescita economica in favore di un cielo meno grigio, e la delegazione americana, al lavoro per riversare sulla Cina le re-sponsabilità di un sistema MADE IN USA. Ed il Presidente Obama? Tutto fumi e
niente impegni, si direbbe.
Forse troppo frettolosamente insigni-
to del Nobel per la Pace e altrettan-
to incautamente considerato Pollice
Verde, il presidentissimo americano ha
chiesto a tutti di accettare un “accor-
do imperfetto” pur di andare avanti (
verso dove?), imbrigliato com’era dal-
la legge Waxmann-Markley approvata
dal Congresso a giugno 2009 e che
in sostanza contiene un limite massi-
mo al taglio delle emissioni e tasse alla
frontiera sui beni d’importazione da
Paesi in via di sviluppo “non virtuosi”
nella lotta ai cambiamenti climatici.
Quest’ultimo vero e proprio spaurac-
chio sui tavoli negoziali, ad ulteriore
dimostrazione di come il processo di
discussione per tali Conferenze sia ina-
deguato agli obiettivi prefissati, con le
principali superpotenze economiche
ed emettitrici a far la voce grossa.
Tutto rinviato, dunque, alla COP 16 del 2010 a Città del Messico, con un anno di tempo in più per cercare nuovi strumenti legislativi o , chissà, altri rinvii. Tra i pochi motivi di soddi-
sfazione di questo vertice vi è , infine,
il merito di aver contribuito a destare
nella pubblica opinione un interesse
sempre maggiore nei riguardi delle
tematiche ambientali. Non a caso il
2009 è stato un anno da record per
quanto riguarda idee e scoperte su
fonti di energia rinnovabili ed eco-so-
stenibili, sviluppate e diffuse attraverso
pubblicazioni tradizionali ma soprat-
tutto tramite i social-network,blogs
ecologisti, e testate giornalistiche on-
line, che stanno via via favorendo lo
sviluppo di una cultura e stili di vita
sempre più ecologici. Basti pensare
agli enormi passi in avanti per quanto
riguarda l’utilizzo dell’energia geoter-
mica o a quella sprigionata dal moto
ondoso dei mari, accanto alle sempre
più sfruttate eolica e solare. Un altro
strumento recentemente introdotto è
la Carbon Footprint, ovvero impronta
ecologica, che misura l’impatto delle
nostre azioni quotidiane sull’ambiente
e sull’habitat, e può essere utilizzata,
ad esempio, per valutare le aziende
più pulite e virtuose.
Come dire, i presupposti di una cultura
ecologista ormai matura sono innega-
bili, altrettanto forte è la consapevo-
lezza di non poter rimpallare alle fu-
ture generazioni gli errori di un’attuale
errata gestione delle risorse energeti-
che, spetta ora ai Governanti recepire
questi stimoli ed invertire la rotta.
Paulo Brand
ao
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EsTEriINQUINAMENTO MARINO: L’ITALIA RATIFICA LA CONVENZIONE DI LONDRA
A cura della Segreteria Nazionale UGL CFS
Il 21 gennaio di quest’anno anche il nostro Paese sottoscrive l’accordo sulla responsabilità civile per i residui di carburante
La salvaguardia ambientale è
una tema cruciale per garan-
tire uno sviluppo sostenibile
su scala globale. Proprio per
non deludere le aspettati-
ve di miliardi di cittadini del mondo e
assicurare un futuro ecologicamente
sicuro alle nuove generazioni, i gover-
ni mondiali, ciclicamente, cercano di
porre in essere iniziative vincolanti e
condivise.
Una tra queste è stata certamente la
Convenzione di Londra del 2001 (co-
nosciuta come Bunker Oil
Convention) sulla respon-
sabilità civile conseguente
all’inquinamento marino
causato da residui di car-
burante utilizzato per la
propulsione delle navi. La Convenzione, negoziata presso l’Organizzazione marittima internazionale (IMO), è entrata in vigore a livello internazionale il 21 novembre 2008. L’Italia ha
provveduto alla ratifica del-
la Convenzione, con un ddl
approvato in via definitiva il
21 gennaio 2010. Il documento è in
corso di pubblicazione sulla Gazzetta
Ufficiale. La Convenzione ha colmato
un vuoto legislativo nel diritto interna-
zionale, che non prendeva in conside-
razione l’inquinamento provocato dal-
la fuoriuscita e dal versamento in mare
di petrolio utilizzato per il funziona-
mento e la propulsione delle navi.
L’IMO è una delle Agenzie specializzate
delle Nazioni Unite, volta a promuove-
re la cooperazione tra i Paesi membri e
a garantire la sicurezza della navigazio-
ne e la protezione dell’ambiente mari-
no. Composta da un preambolo e da
19 articoli, la Convenzione prende in
esame tutte le dinamiche relative agli
incidenti che causano inquinamento:
dalla responsabilità degli armatori, al
campo di applicazione (le navi militari
ad esempio sono escluse), dagli obbli-
ghi assicurativi e la relativa certificazio-
ne di validità i cui Stati contenti s’im-
pegnano ad accertare per le navi che
entrano nei loro porti.
Gli ultimi articoli riportano låclausole
finali tra le quali quella che disciplina
la revisione o la modifica della con-
venzione che può avvenire mediante
una Conferenza ad hoc convocata
dall’IMO.
Obiettivi La Convenzione mira a garantire un risarcimento congruo, tempestivo ed efficace alle persone che subiscono danni dal versamento di petrolio tra-sportato dalle navi per il loro funzio-namento. Il testo approvato innalza
quindi le misure di tutela per tutte le
vittime di questo tipo di incidenti.
Campo di applicazione Il campo di applicazione della
Convenzione (art. 2) riguarda i
danni occorsi nel mare territo-
riale e nelle zone economiche
esclusive – o in aree marine
equivalenti - di pertinenza de-
gli Stati parti; nonché le misure
preventive rispetto a possibili
danni da inquinamento, ovun-
que adottate.
Danni da inquinamento inqua-drati dalla Convenzione È fondamentale chiarire la
nozione di danni da inquina-
mento ai sensi della Convenzione in
esame: essi si definiscono quali perdi-
te o danni causati al di fuori di un na-
tante dall’inquinamento derivato dalla
perdita o dallo scarico di carburanti, a
condizione che il risarcimento per la
compromissione dell’ambiente - fatta
esclusione dei mancati profitti da essa
N. 2 - - pag. 11
eventualmente derivanti - sia limitata ai
costi di ragionevoli misure di reintegra-
zione intraprese o da intraprendere.
Della nozione di danni da inquinamen-
to fanno parte altresì i costi delle misu-
re di carattere preventivo, nonché di
successive perdite o danni da queste
causati.
La responsabilità oggettivaLa Convenzione sancisce la responsa-
bilità oggettiva del proprietario della
nave (cui sono equiparati il noleggia-
tore, l’armatore e il gestore) per i dan-
ni causati dall’inquinamento, salvo che
egli fornisca la prova che il danno si sia
verificato per cause di forza maggiore
(conflitto armato, insurrezione e simili,
catastrofi naturali eccezionali e inevi-
tabili) o sia stato provocato da azione
od omissione intenzionale di un terzo,
ovvero dalla negligenza di un’autorità
pubblica responsabile della manuten-
zione dei fari o di altri aiuti alla navi-
gazione.
Il proprietario della nave e gli altri sog-
getti elencati possono, altresì, essere
esonerati dalla responsabilità, ove di-
mostrino che il danno sia stato causato,
in tutto o in parte, dall’azione dolosa o
colposa dello stesso danneggiato.
L’assicurazione e il certificatoIl fulcro della disciplina dettata dalla
Convenzione è contenuto nell’artico-
lo 7, che obbliga il proprietario della
nave di stazza superiore a 1.000 ton-
nellate a sottoscrivere un’assicurazione
o un’altra garanzia finanziaria per un
importo pari a quello del limite di re-
sponsabilità applicabile e, comunque,
non eccedente l’importo fissato dalla
Convenzione del 1976 sulla limitazio-
ne di responsabilità per crediti marit-
timi. Il certificato relativo è rilasciato
dall’autorità competente, che è quella
dello Stato Parte di immatricolazione,
ove la nave sia qui immatricolata, o, al-
trimenti, quella di qualsiasi Stato Parte.
Il certificato deve contenere i dati es-
senziali di identificazione della nave e
del proprietario, nonché l’indicazione
della durata della sua validità, che non
può essere superiore a quella dell’assi-
curazione o della garanzia. Ogni nave
deve tenere a bordo il certificato di cui
deve essere munita. Ogni Stato Parte non autorizza al commercio navi bat-tenti la sua bandiera e sottoposte agli obblighi stabiliti dalla Conven-zione, che non siano munite di certi-ficato di assicurazione; esso è tenuto
altresì a vigilare che un’assicurazione o
una garanzia corrispondente a quelle
sopra descritte copra qualsiasi nave di
stazza superiore a 1.000 tonnellate, a
prescindere dal suo Stato di immatri-
colazione, che giunga o lasci un suo
porto o un impianto al largo sito nel
suo mare territoriale.
Il risarcimento per danniLe domande di risarcimento per i dan-
ni da inquinamento oggetto della Con-
venzione possono essere proposte
contro l’assicuratore o il prestatore di
analoga garanzia, il quale può avvalersi
dei mezzi di difesa spettanti al proprie-
tario, incluso il diritto di limitazione di
responsabilità, ovvero, qualora tale ul-
timo diritto non spetti al proprietario,
può chiedere di limitare la propria re-
sponsabilità all’ammontare dell’assicu-
razione o della garanzia prestata.
N. 2 - - pag. 12
lEGambiENTESUD: SFATIAMO I LUOGHI COMUNI E PUNTIAMO SULLA CULTURAA cura dell’ Ufficio Stampa Legambiente
Presentato il Dossier sulle regioni meridionali, il presidente Dezza: «A fronte di alcuni passi di miglioramento bisogna intervenire su alcune idee diffuse,
non è vero che abbiano avuto finanziamenti maggiori del Nord e le infiltrazioni mafiose sono di uguale entità»
Negli ultimi anni, nelle
regioni meridionali, si
è andato formando un
variegato paesaggio di
esperienze amministra-
tive, di proposte, di pratiche imprendi-
toriali, di vittorie della legalità, di vivace
presenza della società civile, di distret-
ti industriali e di centri di ricerca, che
non è ancora una politica nazionale ma
da cui è opportuno partire per capire
attraverso quali leve questa parte del
Paese possa reagire alla crisi economi-
ca e alle criticità storiche che ne hanno
condizionato lo sviluppo”. Da questo
assunto parte l’idea di Legambiente di
monitorare e promuovere le esperien-
ze più originali e innovative attraverso
l’istituzione del Premio Innovazione
amica dell’ambiente per il Sud insieme
al Comitato Mezzogiorno di Confindu-
stria, e la realizzazione dossier periodi-
ci, inaugurati a fine gennaio con la pre-
sentazione di “Ambiente Sud, materiali
di lavoro per la rinascita”, nel quale si
cerca di fotografare attraverso l’analisi
di alcuni parametri ambien-
tali le fragilità e le debolez-
ze, ma anche le eccellenze
di un territorio variegato
ed eterogeneo che ci spin-
ge a parlare di tanti Sud
diversi, con esempi positivi
di amministrazione efficien-
te, di scuole e università di
livello, di comunità consa-
pevoli e capaci, di territori
che reagiscono all’illegalità
e alla criminalità, di distretti
e singole imprese all’avan-
guardia nell’innovazione
tecnologica, di risultati in
campo ambientale impor-
tanti. “La rinascita del Sud è condizione sine qua non per la rinascita dell’inte-ro Paese - ha dichiarato il
presidente nazionale di Le-
gambiente, Vittorio Cogliati
Dezza, nel suo intervento di intro-
duzione al dossier -, ma per realiz-zarla è necessario sfatare i luoghi comuni che zavorrano le poten-zialità di questa parte del Paese, a partire dall’idea diffusa che il Sud
sia stato inondato di risorse pubbli-
che, mentre, in realtà, la spesa pub-
blica pro capite nel Sud negli ultimi
dieci anni è diminuita a vantaggio
del Centro Nord. Idem per quel che
riguarda l’idea che alcuni problemi
appartengano solo a quelle terre,
come ad esempio la gestione delle
risorse territoriali: non c’è nessuna
differenza tra aree geografiche in
merito ai canoni di concessione
delle cave o delle acque minerali,
che le regioni potrebbero imporre.
Oppure, per quel che concerne i ri-
tardi nella realizzazione delle opere
pubbliche o l’incapacità di indiriz-
zare gli sforzi sulle infrastrutture che
servono. La stessa diffusione dell’il-
legalità mafiosa al Nord rientra in
questo quadro. Il Sud è certamente
un’area carica di debolezze e fra-
gilità, ma sempre con importanti e
significative eccezioni”.
Bisogna partire dalla valorizza-zione delle novità che i tanti Sud stanno producendo, avviando una nuova programmazione delle risor-se - come tentò di fare Carlo Aze-
glio Ciampi quando era ministro del
Tesoro - concentrando l’intervento
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pubblico sul miglioramento delle con-
dizioni di contesto perché il fattore
fondante per lo sviluppo di qualità del
Sud sta nel miglioramento delle condi-
zioni civili, culturali, sociali e ambientali
di tutta l’area. Tutto ciò come condizio-
ne di ordinarietà, fuori dall’emergenza
e dagli interventi straordinari, portan-
do a sistema le esperienze migliori,
trasformandole in norme ed incentivi.
Promuovendo cornici istituzionali varia-
bili, favorendo l’aggregazione di nuove
omogeneità territoriali senza badare
ai confini amministrativi, costruendo
un nuovo livello di collaborazione tra
Regioni perché le politiche strategiche
convergano verso un unico obiettivo:
migliorare il contesto civile, culturale,
sociale e ambientale, dotandosi anche
di strumenti di verifica e valutazione
delle politiche stesse. Per costruire un contesto di qualità diffuso, non si può non prescindere da due grandi leve: l’istruzione e l’ambiente. Serve infatti
più cultura, e che sia più diffusa, per
avere un livello superiore di consape-
volezza delle sfide che ogni cittadino,
ed il Paese nel suo complesso, si trova
ad affrontare, per valorizzare al meglio
le risorse umane di un territorio e per
cogliere le vocazioni specifiche di un
ambiente. La qualità ambientale poi,
è l’espressione diretta della coesio-
ne sociale delle comunità e della loro
permeabilità al nuovo, della qualità del
governo locale, del tessuto produttivo
e delle opportunità occupazionali, del-
la cultura che quel territorio esprime.
Alcune politiche in questa direzione
si sono avviate e soprattutto ci sono
esperienze diverse che stanno concre-
tamente trasformando le questioni am-
bientali in risorse per l’innovazione. E’
così nel settore dei rifiuti, dove cresco-
no i comuni ricicloni e città come Saler-
no fanno registrare risultati di grande ri-
lievo nella raccolta differenziata; è così
nel settore dei trasporti regionali dove
la Campania ha realizzato un sistema
che può essere assunto come modello
per tutte le Regioni e a Bari le politiche
dei trasporti urbani hanno raggiunto
risultati di assoluta eccellenza; è così
per il settore delle energie rinnovabi-
li, dove la Puglia è riuscita a imprimere
un’accelerazione per niente scontata.
Non mancano, ovviamente, in questo quadro le contraddizioni, i ritardi e gli errori catastrofici. Tra questi sicura-
mente la grande piaga dell’illegalità, la
questione della sicurezza idrogeologi-
ca che rappresenta un vero buco nero
e l’uso dissennato che è stato fatto del
territorio nei decenni passati che pesa
come un macigno sull’attuale classe di-
rigente e sulla sicurezza di tutti.
Nel complesso però, i ritardi evidenti
del Sud potrebbero trasformarsi oggi in
leve per la rinascita, se si riesce a capire
e a condividere la sfida che accompa-
gnerà i prossimi decenni. La tendenza
verso un’economia a basse emissioni di
CO2 infatti, comporterà nuovi prodotti,
diversi consumi, nuova organizzazio-
ne del trasporto e del vivere in città,
e questo aprirà la porta anche a nuovi
lavori, nuove imprese, spazi per la ri-
cerca e l’innovazione di processo e di
prodotto. In questa sfida, che riguarda
tutto il Paese e l’Europa, occorre sa-
pere che il Sud può e deve giocare un
ruolo eccezionale. I dati, che presen-
tiamo nel dossier confermano che il di-
vario tra Sud e Centro-Nord ovviamente
c’è, che si affastellano insieme problemi
storici e strutturali e nuove emergen-
ze, ma anche che ci sono numerosi
segnali di novità e di esperienze posi-
tive. Quello che manca è una politica nazionale coerente che, a partire da quelle che oggi sono “eccezioni po-sitive”, le porti a sistema, inaugurando un “modello Sud” originale e capace di migliorare le condizioni di chi al Sud vive e vuole continuare a vivere. Nel dossier, oltre all’introduzione di Vit-
torio Cogliati Dezza, dal titolo Il Mezzo-
giorno terra di eccezioni, … e se le ec-
cezioni fossero la regola?, interventi di
Luca Bianchi, vicedirettore Svimez (Le
risorse per il Mezzogiorno), Sebastiano
Venneri (Il peso dell’illegalità) e Anto-
nio Nicoletti (La conservazione della
natura nelle strategie di sviluppo locale
del Sud), seguiti da una serie di articoli
e schede dedicate a “Settori, modalità
d’intervento e proposte per un piano
di sviluppo delle regioni del Mezzogior-
no” così articolati: il territorio (Il rischio
idrogeologico, Le cave, Il rischio incen-
di); la gestione delle risorse ambienta-
li (Le risorse idriche, I rifiuti urbani, Le
energie rinnovabili, L’agricoltura di qua-
lità, L’impatto ambientale dell’industria,
Il fenomeno delle ecomafie); Abitare
e muoversi (Le città capoluogo viste
da Ecosistema Urbano, I pendolari, Il
Piano casa); la conoscenza per lo svi-
luppo (Il sistema dell’istruzione, I beni
culturali). Il Dossier è scaricabile dal sito
www.legambiente.eu
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FarEambiENTEGABRIELLA CARLUCCI: «PUò LO SHOw BUSINESS DIFENDERE LA CAUSA VERDE MEGLIO DELLA POLITICA STESSA?»A cura di Emanuela Barbati (www.fareambiente.it)
«È al di là delle gran-
di decisioni poli-
tiche che ognu-
no di noi può
dare il suo con-
tributo per la salvaguardia del pianeta,
rispettando l’ambiente per un futuro
più verde.» Così Gabriella Carlucci, Vi-
cepresidente della Commissione Parla-
mentare per l’Infanzia e l’Adolescenza
e membro della Commissione Scienza,
Cultura e Istruzione, ha intrapreso un
viaggio tra le ultime tendenze dell’eco-
logia.
Avvicinandosi a FareAmbiente ha in-
contrato i temi della tutela della biodi-
versità, lo sviluppo di nuove tecnologie
a basso contenuto di carbonio, la pro-
duzione di energia da fonti rinnovabili.
L’incontro con il Prof. Vincenzo Pepe,
presidente nazionale del sodalizio,
l’ha portata ad entrare a far parte della
nuova realtà dell’ambientalismo italia-
no, quello che guarda agli aspetti am-
bientali con il realismo.
Gabriella Carlucci che, come noto,
proviene dal mondo dello spettacolo
mostra oggi un volto di appassionata
ecologista ed in un’epoca in cui anche
la politica è diventata show, pone un
nuovo quesito: può lo show business
difendere la causa verde meglio della
politica stessa? In una realtà che lancia
segnali di speranza in vista delle sfide
economiche e ambientali del nostro
tempo è necessario sviluppare tecno-
logie sostenibili in grado di costruire un
futuro più verde e un’economia soste-
nibile. Anche per questo Gabriella Car-
lucci accostando la politica all’attività
di conduttrice televisiva può lanciare
un messaggio in difesa dell’ambiente. Il
Presidente del movimento ambientali-
sta europeo, Vincenzo Pepe, che le ha
consegnato la tessera di socio, l’ha de-
finita portabandiera dell’ambientalismo
moderato.
All’onorevole Carlucci, abbiamo chie-sto come è scoccata la scintilla che la ha avvicinata a FareAmbiente.Parafrasando il sommo poeta potrem-
mo dire che galeotta fu la trasmissio-
ne “Green – Un pianeta da amare”. Un
programma da me ideato e prodotto
per il canale Skyuno che ha attirato e
suscitato l’interesse immediato di Fa-
L’adesione dell’onorevole, volto noto dello spettacolo e appassionata ecologista
L’onorevole Gabriella Carlucci
N. 2 - - pag. 15
reAmbiente. Un viaggio tra le ultime
tendenze dell’ecologia che ha preso
spunto dal G8 Ambiente, svoltosi a
Siracusa in aprile, proiettando i temi
più attuali e controversi verso la Con-
ferenza Onu sul clima di Copenhagen
e al serrato dibattito sul Protocollo di
Kyoto 2012. Nasce così il mio incontro
con questa organizzazione importan-
te, estremamente rappresentativa, con
la quale ho intenzione di sviluppare
sinergie e collaborazioni anche nel
prossimo futuro. L’ambientalismo tra-
dizionale, rappresentato da movimenti
spesso vicini alla sinistra parlamentare,
non ha sortito la giusta tutela dell’am-
biente. Un ambientalismo bacchettone
e conservatore, contraddistinto da veti
e divieti che hanno di fatto impedito
la piena affermazione nel nostro Paese
di una politica ambientalista innovativa
che sapesse coniugare tecnologia e
tutela del territorio. FareAmbiente col-
loca al primo posto la sostenibilità am-
bientale affrontando le tematiche con
spirito realista. I movimenti ecologici ed ambientalisti italiani devono defi-nitivamente voltare pagina ed abban-donare i pregiudiziali niet posti finora a qualunque innovazione utile a tute-lare il nostro pianeta. Gli estremismi, anche nella protezione della Terra, non portano alcun beneficio. Occorre
inoltre valorizzare e sviluppare la fun-
zione didattica delle organizzazioni
come FareAmbiente perché soltanto
una conoscenza piena dei rischi e dei
pericoli che corriamo, può indurre le
persone comuni a tenere quotidiana-
mente comportamenti ecosostenibili.
Il nostro Paese aderendo al protocollo
di Kyoto ha dato un segnale importan-
te, preciso, inequivocabile, sulla sua
volontà di contribuire fattivamente al
salvataggio del pianeta. Il passaggio
successivo è quello del finanziamento
degli incentivi fiscali a tutte le strumen-
tazioni che possono aiutare a raziona-
lizzare consumi energetici ed inquina-
mento atmosferico. Occorre poi aiutare
gli enti locali più virtuosi nella raccolta
differenziata dei rifiuti, attraverso un
sistema premiale che fornisca risorse
a quei comuni, a quelle province, a
quelle regioni che obbligano i cittadini
a smaltire correttamente la spazzatura
prodotta. Le recenti esperienze delle
emergenze rifiuti, ci insegnano che non
si può dire sempre no, come quei no
che per lungo tempo non hanno con-
sentito di impiantare i termovalorizza-
tori; una politica disastrosa per la tutela
dell’ambiente e della salute.
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MOLISE: PROTOCOLLO TRA REGIONE E CORPO FORESTALE DELLO STATOA cura della Segreteria Regionale UGL CFS Molise
Nel mese di Febbraio
l’Assessore Regiona-
le ai Beni Ambiental,
Dott. Filoteo Di San-
dro, ha sottoscritto
il protocollo di intesa tra il servizio
per la Protezione Civile della Regio-
ne Molise e il Corpo Forestale dello
Stato - Servizio Meteomont Oggetto
dell’intesa è la definizione delle mo-
dalità di collaborazione, scambio
dati e studi di reciproco interesse
tra le parti, utilizzando le ricerche
effettuate in campo climatologico e
nivologico su tutto il territorio moli-
sano. Oltre allo scambio dei dati, nel protocollo di intesa, sono sta-bilite altre forme di collaborazione finalizzate a sviluppare le attività scientifiche di ricerca e sperimen-tazione a beneficio delle attività
svolte dal Corpo Forestale e dalla Protezione Civile che ricadranno sulla sicurezza di tutti. “Esprimo la mia più grande soddi-
sfazione ed un ringraziamento par-
ticolare al Dirigente Superiore del
Corpo Forestale dello Stato Nazario
Palmieri per la disponibilità dimo-
strata, in quanto con la firma della
convenzione è stata sancita la colla-
borazione tra i due enti su tematiche
di notevole importanza dal punto di
vista della sicurezza e della preven-
zione degli incidenti. - Ha dichiarato
l’assessore Di Sandro - La Protezio-
ne Civile del Molise compie, in tal
modo, un ulteriore passo avanti nel
processo di crescita delle attività di
controllo del territorio, attività che
ci pongono all’avanguardia rispetto
alle altre regioni italiane e che costi-
tuiscono un modello di riferimento
per tutti”.
Che cos’è il Meteomont del Corpo ForestaleE’ un servizio garantito dal Corpo
forestale dello Stato e dal Comando
delle Truppe Alpine, con la collabo-
razione del Servizio Meteorologico
dell’Aeronautica Militare. Nato nel
1978 per incrementare le condi-
zioni di sicurezza della montagna
innevata attraverso la previsione del
pericolo valanghe, in 30 anni di at-
tività ha esteso le sue competenze.
Oggi copre tutto il territorio monta-
no ed è finalizzato al monitoraggio
e alla previsione dei pericoli e dei
rischi naturali peculiari della mon-
tagna. Il Meteomont è formato da 950 unità tra uomini e donne qua-
rEGioNi
N. 2 - - pag. 17
lificati distribuiti lungo la dorsale appenninica e l’intero arco alpino, qualificati osservatori, esperti e previsori neve e valanghe che gra-zie all’esperienza e alla compe-tenza maturata quotidianamente sul campo e avvalendosi di mezzi fuoristrada, motoslitte ed elicot-teri, per la ricognizione ed i rilie-vi speditivi in quota, sono oggi preziosi riferimenti a disposizione dello sviluppo delle aree montane in condizioni di sicurezza. Profondi conoscitori della monta-
gna, ogni giorno e con ogni condi-
zione meteorologica sono presenti
sulle nostre nevi, sci ai piedi, per
controllare le condizioni del tempo,
della neve, valutare ed analizzare il
manto nevoso e la sua stabilità, vi-
gilare sulle zone a rischio, incro-
ciare e studiare i dati ed informare
3.000.000 di potenziali fruitori tra-
mite le 12 edizioni giornaliere del
Bollettino Nazionale della Neve e
delle Valanghe, consultabili sul sito
www.meteomont.org o tramite il
numero di emergenza ambientale
1515. Grazie a Meteomont, gli abi-
tanti della montagna, gli sciatori e i
turisti, possono conoscere al detta-
glio e per le singole località, le con-
dizioni del manto nevoso e decide-
re se esistono o meno le condizioni
di sicurezza per un’escursione.
Uomini e mezzi operativi sul territorio che concorrono alle attività Meteomont
- 300 Comandi stazione del Corpo forestale dello Stato- 75 Comandi provinciali - 15 Comandi regionali - 43 sale operative provinciali del numero di emergenza ambientale 1515- 15 sale operative regionali del numero di emergenza ambientale 1515 - 19 Coordinamenti Territoriali per l’Ambiente presso i Parchi Nazionali- 950 osservatori meteonivometrici - 35 previsori neve e valanghe- 80 esperti neve e valanghe - 250 unità qualificate per il controllo e il soccorso sulle piste da sci- 550 rilevatori Arva per la ricerca dei travolti in valanga- 156 mezzi fuoristrada- 54 motoslitte - 22 elicotteri da ricognizione e rilevamento speditivi in quota (mod.NH500 e AB412) - 30 unità cinofile per la ricerca dei dispersi in valanga - 180 Stazioni di rilevamento meteonivometrico manuale- 88 Stazioni meteonivologiche automatiche- 13 Centri Settore - Uffici Neve e valanghe - Sala Previsori- 2 Centri Nazionali - Bolzano e Roma- 15 Sale operative regionali- 1 Centrale operativa nazionale, in funzione 24 ore su 24
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A cura della Segreteria Regionale UGL CFS
LIGURIA: ALLA SCOPERTA DEL PARCO REGIONALE DELLE ALPI
rEGioNi
Un paesaggio ricco di contrasti dove l’ambiente montano si mescola a quello mediterraneo
Con Legge Regionale n° 34
del 15.11.2007 è stato
istituito il Parco naturale
regionale delle Alpi Liguri
ricadente nei territori dei
Comuni di Rocchetta Nervina, Pigna,
Triora, Montegrosso Pian Latte, Rezzo,
Mendatica e Cosio d’Arroscia. E’ costi-
tuito da 60 Kmq di area a “parco natu-
rale” e da 68 Kmq di area a “paesaggio
protetto”. La perimetrazione del Parco
Naturale racchiude il cuore di più am-
pie superfici della provincia di Imperia
caratterizzate da elevato valore natu-
ralistico e già facenti parte della Rete
Natura 2000 istituita dalla C.E. Il territo-
rio a “paesaggio protetto” esprime una
nuova tipologia di protezione rivolta
a quelle situazioni nelle quali la forma
naturale è così saldamente connessa
con le attività umane tradizionalmente
svolte da aver originato
un paesaggio il cui va-
lore consiste proprio in
questo stretto ed equi-
librato rapporto. Il Par-
co si sviluppa a ridosso
del crinale di confine
con l‘adiacente diparti-
mento francese des Al-
pes Maritimes, territorio
storicamente unito alla
parte italiana.
A fronte della presenza
di un confine territoriale
ormai solo sulla carta, il
versante alpino del Par-
co Naturale Regionale delle Alpi Liguri,
per forte volontà dei sette comuni che
ne fanno parte, si apre amichevolmen-
te all’altro versante della montagna che
scende verso la Roya, per riallacciare gli
antichi legami nella comune cultura del-
le genti di montagna.
LA NATURALa zona di Pian Cavallo rappresenta una tra le aree naturalisticamente più importanti della Liguria per l’estesis-sima copertura boschiva di grande qualità, costituita da lariceti, pinete a pino silvestre, faggete, formazioni arboree miste mesofile. E’ inoltre una
tra le zone carsiche di maggior rilievo a
livello europeo per le numerose e mae-
stose manifestazioni epigee ed ipogee
(grotte, cavità, sifoni). Di particolare
spettacolarità la forra di incisione della
Gola delle Fascette (circa 600 m di svi-
luppo), al confine con il Piemonte. La
dorsale Monte del Monte Saccarello -
Monte Frontè - Monte Monega si distin-
gue come il comprensorio montuoso
più elevato della Liguria (2.200 m), ca-
ratterizzata da praterie magre e terre-
ni erbosi. Nell’area del Monte Monega
compaiono praterie e boschi di caduci-
foglie (in particolare la magnifica faggeta
di Rezzo) e la pastorizia costituisce ele-
mento di mantenimento di un elevato
livello di biodiversità. La presenza del
substrato calcareo nella porzione nord
occidentale della valle Argentina si ma-
nifesta con forme carsiche di superficie
e con lo sviluppo di pareti subverticali
(falesie di Realdo e Loreto), gole di in-
cisione e forme ipogee. Il comprenso-
rio del Monte Gerbonte - M. Toraggio/
Pietravecchia, estremamente sceno-
grafico, ospita habitat
molto differenziati e
un elevato numero di
specie endemiche.
Nell’area è compresa
la Foresta Demaniale
di Gerbonte di 622 ha,
una foresta ancora in
evoluzione in conse-
guenza dei numerosi
rimboschimenti, dove
abeti e pini silvestri
sono accanto a faggi,
aceri e larici secola-
ri. I massicci selvaggi
e suggestivi del Mon-
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te Toraggio e del Monte Pietravecchia
vengono riconosciuti come straordinari
nell’ambito dell’intera catena alpina:
il substrato geologico, la vicinanza al
mare di cime prossime o superiori ai
2000 m, l’alternanza di periodi glaciali
e interglaciali hanno infatti determinato
microambienti con presenza di un nu-
mero elevatissimo di specie floristiche
di enorme interesse biogeografico I
rilievi sono caratterizzati dalla presen-
za di pareti subverticali e, in specie in
corrispondenza della Gola dell’Incisa
tra i monti Pietravecchia e Toraggio, di
fenomeni deformativi resi ancor più evi-
denti dall’erosione selettiva operata sui
diversi litotipi; numerose sono le for-
me carsiche tanto di superficie quanto
ipogee. La Foresta Demaniale di Testa
d’Alpe costituisce uno dei più bei bo-
schi liguri a dominanza di abeti bianchi,
aceri di monte e pini silvestri; le zone
di crinale ospitano in prevalenza una
vegetazione erbacea di grande impor-
tanza avifaunistica. La valle del Torrente
Barbaira, dal fascino selvaggio, ospita
laghetti e cascate di interesse naturali-
stico e grande pregio paesaggistico. Il
substrato calcareo, calcareo arenaceo
e a calcari nummulitici presenta nume-
rose cavità ipogee che rendono l’area
di notevole interesse speleologico.
Tutte e quattro le zonea Parco natu-
rale ospitano numerosissime specie
floristiche e faunistiche e habitat pro-
tetti a livello comunitario, nazionale e
regionale e sono interessate dalla pre-
senza di Siti d’Importanza Comunitaria
SIC (IT1313712 Cima di Piano Cavallo
- Bric Cornia, IT1314609 Monte Mone-
ga - Monte Prearba, IT1314610 Monte
Saccarello - Monte Fronte’, IT1314611
Monte Gerbonte, IT1315421 Monte To-
raggio - Monte Pietravecchia, IT1315313
Gouta - Testa D’Alpe - Valle Barbaira),
delle Zone di Protezione Speciale ZPS
(IT1313776 Piancavallo, IT1314677
Saccarello - Garlenda, IT1315380 Te-
sta d’Alpe - Alto, IT1314679 Toraggio
- Gerbonte).
CARATTERISTICHE ANTROPICHE Il Parco è ricompreso nell’areale della
cultura alpina di tipo ligure-provenzale-
occitanica. La pratica della pastorizia, in
particolare con l’uso della transumanza
degli armenti e delle greggi, ha rappre-
sentato uno dei principali elementi di
connessione fra le varie comunità locali
insediate nelle pendici alpine. Le stesse
caratteristiche dell’insediamento riflet-
tono tale appartenenza culturale e ne
marcano i confini, estesi alle valli pie-
montesi e brigasche in territorio france-
se. La storia di questa cultura ha lascia-
to ampie ed importanti testimonianze
di sé: basti pensare al ciclo di affreschi
del Canavesio e di altri pittori alpini del
tardo Quattrocento, alla grande scuola
dei lapicidi di Cenova di Rezzo.
IL PAESAGGIO PROTETTOIl “paesaggio protetto” rappresenta
una delle possibili modalità di tutela
del territorio previste a livello interna-
zionale, specificamente rivolta a quelle
situazioni nelle quali la forma naturale
è così saldamente connessa con le at-
tività umane tradizionalmente svolte da
aver originato un paesaggio il cui valo-
re consiste proprio in questo stretto
ed equilibrato rapporto. I territori del
paesaggio protetto appartengono for-
malmente al parco, nel senso che sono
oggetto di pianificazione e gestione
unitaria, ma hanno una classificazione
diversa da quella di “parco naturale”;
questo comporta, fra l’altro, che per
essi non operano i limiti all’attività ve-
natoria previsti dagli art. 22 e 32 della
legge 394/1991. Con l’introduzione del paesaggio protetto si è cercato quindi di associare e far interagire fra loro, con pari dignità, il parco natura-le con il parco paesistico. Il contenuto
effettivo della disciplina di tali territori
sarà precisato nel Piano del Parco, che
verrà a costituire il momento principale
dell’individuazione degli obiettivi spe-
cifici, delle conseguenti scelte di piani-
ficazione e dei progetti di intervento.
Sede del Parco (provvisoria) : c/o Provincia
di Imperia, P.za Roma - 18100 IMPERIA
Presidente : Lorenzo LANTERI
Tel. 0183 704341
E-mail: [email protected]
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rEGioNiEMILIA-ROMAGNA: UNA REGIONE TRA EVOLUZIONE E PROBLEMATICHE
Di Massimo Rosa – Vice Segretario Regionale UGL-CFS
I nuovi agenti assunti sono risultati una risorsa fondamentale, così come l’utilizzo di nuove tecnologie. Rimangono, tuttavia, le criticità di sempre come alloggi troppo cari, piante organiche assolutamente inadeguate
e una carenza di Ufficiali e Sottoufficiali
Il Corpo Forestale dello Stato,
lo sappiamo tutti, vive il quo-
tidiano cercando di districarsi
tra mille difficoltà con proble-
matiche che variano a seconda
delle diverse realtà con cui ci si deve
confrontare, e che gli addetti ai lavori
conoscono bene.
Nella nostra regione, a seguito degli
ultimi appelli, il bilancio tra perso-
nale acquistato e personale perso è
senz’altro in attivo. I nuovi arrivi dello scorso autunno e gli agenti dell’ultimo corso sono sta-ti una risorsa fondamentale per continuare ad accrescere la presenza sul territorio, e,
sebbene la scarsità di perso-
nale ci ponga ancora in uno
stato di grande difficoltà, il trend de-
gli ultimi tempi non può che renderci
fiduciosi per il futuro. Questo però ci
pone senza dubbio di fronte ad una
nuova sfida poiché l’attenzione ver-
so i “vecchi” e i “nuovi” colleghi non
deve venire meno e occorre anzi agi-
re al più presto per sistemare quelle
criticità facendo il possibile per ren-
dere la permanenza in regione, lunga
o breve che sia, sempre più accetta-
bile sia sotto il profilo umano che sot-
to quello strettamente professionale.
Un punto di cui sicuramente pos-
siamo essere soddisfatti è quello dell’attenzione mostrata verso le nuove tecnologie, e, grazie alle ener-
gie spese negli ultimi anni dal Coman-
do Regionale, c’è stato un aumento
delle risorse messe a disposizione
dall’Ente Regionale, cosicché oggi
siamo protesi verso un’informatizza-
zione sicuramente fondamentale per
l’evoluzione che il CFS deve affrontare
e che sempre più ci porta ad essere
un corpo di polizia moderno al servi-
zio della natura. Passo dopo passo si
continua ad investire in mezzi di sup-
porto sofisticati e continueremo ad
appoggiare le scelte dell’Amministra-
zione finché queste continueranno a
viaggiare in questa direzione.
Dobbiamo infatti considerare che
l’Emilia-Romagna è largamente ba-
sata sull’industria agroalimentare e,
alla luce di ciò, abbiamo possibilità
di intervento su vasta scala che po-
trebbero darci un risalto di prim’ordi-
ne. Il numero impressionante di fiere,
eventi e manifestazioni internazionali
in materie agroalimentari che hanno
luogo sul territorio ci pongono sotto
i riflettori continuamente, ed è un’oc-
casione troppo importante per non
sfruttarla come Corpo Forestale.
Per questo come sindacato continu-
iamo a chiedere all’Amministrazione
un potenziamento adeguato e anco-
ra maggiore di personale, strutture,
mezzi e risorse economiche.
Le criticità che ancora ci penalizzano
pesantemente sono ancora quelle di
ieri: alloggi troppo cari, pian-te organiche assolutamente inadeguate e una carenza di Ufficiali e Sottoufficia-li. Troppe volte infatti sono
agenti ed assistenti ad esporsi
in prima persona sia all’inter-
no dell’Amministrazione che al suo
esterno. La crescita del Corpo non è
separata dalle esigenze del singolo,
ed affrontare i problemi che il singolo
pone deve essere un imperativo per
tutti. Come UGL ci stiamo impegnan-
do al massimo e i risultati sono con-
fortanti, ma non possiamo abbassare
la guardia.
È per questo che chiediamo con for-
za ai colleghi di contattarci e farci
presente le loro problematiche af-
finchè si possa intervenire per porvi
rimedio.
La crescita del Corpo non è separata dalle esigenze del singolo, ed affrontare
i problemi che il singolo pone deve essere un imperativo per tutti.
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CroNaCaFINALMENTE È PARTITO IL PRIMO CORSO DI FORMAZIONE PER IL PERSONALE DEL SERVIZIO NAUTICODi Luigi Rita
Partecipano una ventina di allievi alla Maddalena, dall’11 gennaio al 31 marzo. Navigano Forze Armate da molto tempo ma è la prima volta
per il corpo forestale
Dopo circa trent’anni,
e dopo numerose lot-
te sindacali, è partito
finalmente il “1° Cor-
so di formazione per
il personale del Servizio nautico del
C.F.S.” svolto presso la Marina Milita-
re a Mariscuola (La Maddalena) nel
periodo compreso tra l’11 gennaio
ed il 31 marzo 2010. Al corso stanno
attualmente partecipando venti allie-
vi appartenenti ai vari ruoli (agenti e
assistenti – sovrintendenti – ispetto-
ri) del CFS. I corsisti svolgevano già
servizio in mare, pertanto possiamo
definirlo un corso a “sanatoria”. Tut-
to è stato progettato e programma-
to da un apposito tavolo tecnico,
e successivamente coordinato dal
Dott. Pennacchini della Scuola di Cit-
taducale, nonché responsabile del
Servizio Nautico e membro del sud-
detto tavolo tecnico. Potrebbe es-sere questa una svolta epocale per la nostra amministrazione, ed allo stesso tempo una sfida impegnativa; ci sono già molte Forze di Polizia e Forze Armate che navigano anche da molto tempo e con grandi tradizioni alle spalle; dovremo pertanto saper-ci distinguere, abilità che è nell’in-dole del CFS.Il tavolo tecnico per il servizio nautico
si è inoltre incaricato di individuare i
siti dove saranno realizzate le basi
per poggiare la prima pietra di tale
servizio; basi che sono realtà conso-
lidate come il Circeo, Follonica, l’iso-
la d’Elba, Monte Argentario e via via
tutte le altre. Il progetto del servizio
nautico si compone di due fasi: la pri-
ma è appunto quella di “formare” il
personale che svolge servizio a mare
con imbarcazioni aventi determinate
caratteristiche e di individuare le basi
all’interno dei parchi nazionali o dove
ci sono realtà in cui il personale CFS
svolge servizio sulle isole minori. La
seconda fase sarà quella di “andarci
a prendere” un segmento del servizio
nautico meno esasperato ed affolla-
to: le acque interne. Per ora è tutto
da realizzare, ma il primo passo c’è
stato…non resta che continuare!!
Allievi per la formazione del personale del servizio nautico
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CroNaCaTORINO: BLOCCATE DALLA FORESTALE ALTRE 11.000 CONFEZIONI DI PROPOLI CONTAMINATEA cura della Segreteria Regionale UGL CFS Piemonte
Undicimila confezioni
contenenti 450mila
pastiglie al propoli,
contaminate con an-
tiparassitari utilizzati
nella lotta al Varroa destructor, un pe-
ricoloso acaro delle api.
Le hanno scoperte e intercettate,
prima che giungessero a una ditta
del Torinese, gli agenti del Corpo fo-
restale dello Stato del Comando Pro-
vinciale di Ascoli Piceno in collabora-
zione con il Comando Provinciale di
Torino. L’operazione è il risultato di
una complessa indagine diretta dal
Procuratore Capo di Ascoli Piceno
Michele Renzo e coordinata dal So-
stituto Procuratore Carmine Pirozzoli
e fa seguito al recente ritrovamento,
in provincia di Forlì, di altre 2000 con-
fezioni di propoli contaminato. Nel
corso dell’attività investigativa, svolta
su tutto il territorio nazionale, il Cor-
po forestale dello Stato ha ricostruito
l’intera filiera della produzione, tra-
sformazione e commercializzazione
del propoli contaminato. Una vasta
e capillare azione di controllo sulle
ditte che ha rafforzato il sistema di al-
lerta alimentare. Dalle analisi è risul-tata la presenza nel propoli di due antiparassitari utilizzati per la lotta agli acari delle api con concentra-zioni superiori ai limiti consentiti per legge. Secondo l’Organizzazio-ne Mondiale della Sanità le sostanze antiparassitarie non consentite pos-sono costituire un serio pericolo per il sistema nervoso dell’uomo. Non a caso, uno degli antiparassitari
utilizzato nella lotta al Varroa destruc-
tor trovato nel propoli bloccato dalla
Forestale, è stato ritirato dal commer-
cio alla fine del 2003 dalla Direzione
competente del Ministero della Salu-
te.
E’ già stata avviata la procedura di al-
lerta alimentare attraverso gli organi
del Ministero della Salute per il ritiro
del prodotto contaminato che è sta-
to già eliminato dal mercato.
L’indagine, iniziata nelle Marche e sca-
turita da una vasta azione di monito-
raggio finalizzata ad accertare la qua-
lità del miele biologico, è stata svolta
con il supporto tecnico-scientifico
dell’Agenzia Regionale di Protezione
Ambientale delle Marche.
Con tale attività il Corpo forestale del-
lo Stato intende bloccare l’uso negli
alveari degli antiparassitari banditi
dall’Unione Europea, accertare le ir-
regolari quantità degli antiparassitari
consentiti e verificare la tracciabilità
della propoli se di provenienza na-
zionale o estera.
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JOPPOLO (VV). IL wwF ELOGIA IL CORPO FORESTALE PER IL SEQUESTRO DI ALCUNE VILLE ABUSIVEA cura della Segreteria Nazionale UGL CFS
Un altro passo avanti nella lotta all’abusivismo sulla cosidetta Costa degli Dei. Anche la recente istituzione del Parco Marino è stata determinante
per una gestione migliore del territorio
Il sequestro delle undici ville
costruite in località “Judice”
del comune di Joppolo (VV),
dopo gli interventi analoghi su
altri tratti della martoriata costa
vibonese, rappresentano una tappa
importante e significativa sulla strada
lunga e difficile della lotta all’abusivi-
smo edilizio che ha già prodotto gua-
sti irreparabili a quella che era una
delle zone più belle di tutta la Regio-
ne. Nonostante le conseguenze dello
scempio ambientale perpetrato per
decenni, con risvolti negativi proprio
sul settore turistico, siano ormai da
tempo sotto gli occhi di tutti, il seque-
stro di Joppolo conferma ancora una
volta come il territorio vibonese sia
sfruttato per la realizzazione di opere
che ne alterano gli equilibri idrogeo-
logici e ne sfigurano il paesaggio, ad
esclusivo vantaggio di pochi.
La selvaggia opera di cementifica-zione che si è concentrata per trop-po tempo sulla cosiddetta “Costa degli Dei”, spesso con la complici-tà e il benestare di amministrazioni locali,ha cominciato a determinare quell’effetto boomerang causato dal degrado urbanistico, dall’inqui-namento del mare, dalle discariche, dal caos automobilistico, con le legittime lamentele e la riduzione delle presenze turistiche. La recente
istituzione del Parco Marino, se saprà
conseguire l’obiettivo primario della
conservazione delle risorse naturali e
paesaggistiche, attraverso il coinvolgi-
mento di tutti i portatori di interesse,
può rappresentare uno strumento
determinante per operare una svolta
nei processi di gestione del territorio,
non più basati su operazioni di rapina
del suolo e distruzione delle bellezze
naturali, ma sulla protezione dell’am-
biente e lo sviluppo di un turismo so-
stenibile.
Al Procuratore Capo Dott. Mario Spa-
gnuolo, al Corpo Forestale dello Stato
e ai Carabinieri va il plauso del WWF
Calabria per la brillante operazione
effettuata, che ridà fiducia ai cittadini
che credono nel rispetto delle nor-
me e sognano un futuro diverso per
la Calabria.
CroNaCa
N. 2 - - pag. 24
siNdaCalE
Sede Federazione Nazionale U.G.L. – C.F.S: Via Carducci, 5 - 00187 ROMA – Tel. 06/46657070 Fax 06/46657008 Sito Internet: www.uglcorpoforestale.it - Indirizzo e-mail: [email protected]
COMUNICATO N. 1 DEL 2010
AMPLIAMENTO CONCORSO VICE ISPETTORI Si fa un gran parlare,in questi primi giorni del 2010, dell’ampliamento dei posti del concorso da vice ispettore. Come abbiamo da sempre sostenuto, l’ampliamento della graduatoria relativa alle vacanze 2004 – fino al limite massimo dei posti riservati alla procedura concorsuale esterna, e non già, quindi, alle vacanze degli anni successivi – deve necessariamente essere “accompagnata” dall’analoga previsione per il prossimo concorso. A tale scopo, abbiamo predisposto un emendamento che abbiamo trasmesso al presidente dei Senatori del PDL, Maurizio GASPARRI.
LE CONDIZIONI DELL’ UGL PER LA RIAPERTURA DEL TAVOLO NEGOZIALE Il giorno 18 dicembre 2009 abbiamo ricevuto una comunicazione con formale convocazione per partecipare ad un incontro al Dipartimento della Funzione Pubblica fissato per il giorno 22 dicembre inerente la prosecuzione delle trattative e della concertazione relative al biennio economico 2008-2009. Tuttavia vista la scarsa considerazione dimostrata dal Governo nei confronti degli operatori del Comparto abbiamo dichiarato, congiuntamente alle altre OO.SS. del Corpo Forestale, della Polizia di Stato e della Polizia Penitenziaria l’indisponibilità a partecipare alla riunione confermando lo stato di agitazione e mobilitazione fino a quanto non vi saranno segnali chiari e concreti di un’inversione di tendenza e fino a quando non si creerà un giusto clima e condizioni, nel metodo, ma soprattutto nel merito, per riprendere le trattative. Nei giorni scorsi poi come Coordinamento Sicurezza UGL abbiamo indirizzato ai Ministri Zaia, Maroni e Alfano un documento che riassume le condizioni del Coordinamento Sicurezza UGL per la riapertura del tavolo negoziale:
1. Riassetto del sistema indennitario ed accessorio, reperimento di risorse pari ad almeno 100 milioni di euro, da erogarsi nel corso del 2010, in aggiunta a quelle già destinate alla decontribuzione del trattamento economico accessorio del personale delle forze di polizia ad ordinamento civile e militare, dei vigili del fuoco e delle forze armate, previste dal combinato disposto di cui all’art. 4 della legge 28 gennaio 2009, n° 2 e art. 2 della legge n° 191 del 23 dicembre 2009 commi 146 e 147, per i soggetti con reddito non superiore a 40 mila euro;
2. Tempestiva pianificazione e approvazione da parte dall’Esecutivo di un piano triennale per il reperimento dell’intero ammontare delle risorse necessarie a definire, entro la vigente legislatura, un complessivo e definitivo riordino delle carriere e delle funzioni, anche allo scopo di conferire la massima funzionalità a ciascun modello organizzativo, secondo le proprie esigenze e necessità ma comunque in una logica di pieno coordinamento tra loro;
3. Pianificazione e approvazione di un adeguato impegno di spesa per l’avvio della previdenza complementare a decorrere dal 2011.
Auspichiamo quindi che i Ministri competenti si facciano carico affinché il Governo assuma un impegno chiaro, formale e concreto dando finalmente un tangibile segnale di attenzione alle migliaia di uomini e donne in divisa che danno lustro al Paese con la loro professionalità e il loro spirito di abnegazione.
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CONCESSIONE BUONI PASTO ALLE LAVORATRICI MADRI Abbiamo sollecitato in diverse occasioni l’Amministrazione a recepire gli orientamenti del comitato di Parità e dei diversi organismi che negli ultimi anni si sono espressi favorevolmente in merito alla concessione dei buoni pasto alle lavoratrici che usufruiscono dei permessi per “allattamento”, considerando che tali permessi sono equiparati dalla legge all’effettiva prestazione lavorativa. Tuttavia considerata l’inerzia dell’Amministrazione che, all’attualità, non ha inteso recepire tale previsione, nonostante altri enti abbiano già riconosciuto il beneficio, abbiamo deciso di investire della questione il Ministro per le Pari Opportunità On. Mara CARFAGNA al fine di dirimere definitivamente questa annosa questione.
PENSIONI: L’IMPEGNO CONCRETO DELL’UGL Il 23 dicembre 2009 presso la Camera dei Deputati, l’On. Marcello DE ANGELIS ha presentato un’interrogazione inerente il gravoso problema delle Pensioni del personale appartenente al Comparto Sicurezza e Difesa. La riforma Dini del 1995, introducendo il sistema contributivo, aveva previsto la contemporanea istituzione di Fondi Pensione Integrativi (cd. Previdenza complementare), ma ad oggi nulla è stato fatto. Confidiamo che tale sollecitazione possa dare avvio ad un celere tavolo di concertazione sulla materia, e che vengano assunte iniziative di carattere normativo volte a prorogare, per il personale appartenente al nostro Comparto, il termine di avvio del sistema di calcolo contributivo fino al 31 dicembre dell’anno di effettivo avvio della previdenza complementare. La problematica, come abbiamo sempre sostento, è risolvibile solo attraverso modifiche legislative e non già attraverso arzigogolati e discutibili ricorsi.
DECRETO SISTEMA RIFIUTI: LETTERA AL SIG. CAPO DEL CORPO Lo scorso 13 Gennaio è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il Decreto del Ministro dell’Ambiente concernente l’istituzione del sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti, cd. SISTRI. Ebbene, l’articolo 1 del testo prevede che la gestione del sistema sarà affidato direttamente ai Carabinieri. Ovviamente il Corpo Forestale, ai sensi dell’articolo 195 del Decreto Legislativo 152/2006, proseguirà nelle attività di controllo e repressione nell’ambito dei rifiuti, ma a nostro parere sarebbe stato giusto, proprio per il prezioso e professionale lavoro che negli anni l’amministrazione ha svolto nel settore, di coinvolgerci maggiormente. Abbiamo interessato il Capo del Corpo affinchè scongiuri un isolamento inaccettabile per il CFS ed un danno alla collettività! Restando così le cose, quella medaglia d’oro consegnata dal Ministro Prestigiacomo alla Festa del 185° annuale di fondazione, rappresenterebbe solo un mero riconoscimento personale da conferire a questo punto in altra sede ed altra circostanza.
NOTIZIE BREVI Sul nostro sito www.uglcorpoforestale.it è possibile visionare i seguenti documenti:
Appello Straordinario: sedi e modulistica
Concorso Ispettori Superiori
Haiti: Emergenza Umanitaria
Master UNISU in Scienze Criminologiche: iscrizioni fino al 30 Gennaio
Inpdap: Semplificazione procedure trattamento buonuscita
Roma, 21 gennaio 2010 Il Segretario Nazionale
f.to Danilo Scipio
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COMUNICATO N. 2 DEL 2010
CONCORSO VICE ISPETTORI – SE LA MATEMATICA NON E’ UN’OPINIONE Come già detto, lo scorso 25 gennaio, al Senato della Repubblica, sono stati presentati due emendamenti inerenti il concorso Vice Ispettori. In sostanza sono state recepite le nostre richieste, che prevedono di coprire tutti i posti disponibili (ulteriori 99) al 31 dicembre 2004 con il concorso appena espletato, utilizzando, quindi, anche l’aliquota destinata al concorso esterno; tale previsione resta poi valida anche per il prossimo concorso. E’ del tutto evidente, alla luce di quanto espresso da illustri Senatori, che l’unica ipotesi di ampliamento sostenibile, e che non lede diritti di altri colleghi è quella prospettata dall’UGL, tanto da essere recepita ed inserita negli emendamenti in questione; diversamente, se si utilizzassero tutti i posti destinati al concorso esterno sino alle vacanze 2009, per prendere pressoché tutti gli idonei del concorso 2004, come prevede la proposta del comitato idonei, e apparentemente sostenuta da sindacati improvvisati, il prossimo concorso interno avrebbe solo 200 posti anziché 400! Questo sarebbe il modo per non ledere i diritti di altri colleghi? Comprendiamo certamente le ragioni degli idonei non vincitori, e nel rispetto della legittimità delle soluzioni, non ci siamo pertanto limitati a sostenere una battaglia, ma abbiamo concretamente fatto la nostra parte; attenzione però ai cattivi consiglieri: chi troppo vuole, nulla stringe … e non per volontà dell’UGL, ma per quello che prevedono le norme ordinamentali. Allo stato dell’arte, abbiamo ritenuto di inviare una nota al Capo del Corpo per sollecitare la partenza del corso di formazione il cui testo riportiamo di seguito:
Al Sig. Capodel Corpo Forestale dello Stato
Ing. Cesare PATRONE SEDE
Prot. n. 32
OGGETTO: Concorso Vice Ispettori: Vincitori e Idonei.
Com’è ben noto, verso la fine della scorsa estate è stata approvata la graduatoria di merito del concorso a 182 posti da vice ispettore relativi alle vacanze al 31 dicembre 2004.
Da allora, oltre a sterili dichiarazioni d’intenti, nulla è stato fatto per fornire doverose e dovute informazioni sulla pubblicazione delle sedi ove destinare i vincitori di tale concorso e sull’avvio del previsto corso di formazione; l’attenzione di tutti si è spostata sul tema degli idonei non vincitori, questione che, grazie alla presentazione in questi ultimi giorni di appositi emendamenti nel senso indicato anche dall’UGL, potrebbe essere ora risolta.
Va evidenziato che ogni giorno di ritardo dall’inizio del corso di formazione, però, comporta un danno economico ai vincitori, in quanto la decorrenza giuridica ed economica del loro nuovo inquadramento, decorrerà solo al termine del predetto corso.
Ciò premesso, considerando imprevedibili ed incerti i tempi dell’eventuale approvazione dell’emendamento che consentirebbe lo scorrimento della graduatoria, e valutando inoltre inopportuno, alla luce del regolamento dei trasferimenti e delle piante organiche, porre sullo stesso piano idonei e vincitori, si chiede di attivare tempestivamente gli Uffici preposti al fine di permettere il rapido avvio del percorso formativo.
In attesa di cortese urgente riscontro, si porgono Distinti Saluti.
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ACCORDO NAZIONALE QUADRO Nel corso della riunione di ieri l’Ufficio Relazioni Sindacali ci ha informato che il prossimo 10 febbraio, presso la sala verde del Ministero, verrà sottoscritto alla presenza del Ministro Luca ZAIA il nuovo A.N.Q. . L’incontro con il Ministro sarà anche l’occasione per fare il punto su tutta una serie di questioni ancora aperte…..
CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DEL CFS Vi informiamo che il Consiglio di Amministrazione previsto per il 27 gennaio u.s. è stato rinviato al 10 febbraio 2010.
PROCEDURA RICONOSCIMENTO CAUSE DI SERVIZIO Come già comunicato nei mesi scorsi, diverse Amministrazioni dello Stato (Guardia di Finanza, Carabinieri) adottano per l’istruttoria dei pareri di riconoscimento della dipendenza delle infermità da causa di servizio un’ applicazione informatica predisposta dal relativo Comitato del Ministero dell’Economia e delle Finanze. Tale procedura di invio telematico dei fascicoli – prevista dal DPR 461/01 – renderebbe molto più snello, veloce e trasparente l’iter di valutazione delle pratiche del personale. Abbiamo provveduto a sollecitare nuovamente il competente Servizio dell’Ispettorato Generale affinchè il Cfs si possa allineare alle altre Forze di Polizia.
NOTIZIE BREVI Sul nostro sito www.uglcorpoforestale.it è possibile visionare i seguenti documenti:
Mancata corresponsione indennità per servizi esterni
Sistema SISTRI: la risposta dell’Amministrazione Partecipazione CFS alle Missioni Internazionali: Nota alla Commissione Difesa
Reggio Calabria: Notizie dal Territorio
Roma, 29 gennaio 2010 Il Segretario Nazionale
f.to Danilo Scipio
Il futuro è adesso!! - Indirizzo e-mail: [email protected]
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COMUNICATO N. 3 DEL 2010
AMPLIAMENTO CONCORSO VICE ISPETTORI Purtroppo non ci sono buone notizie sul fronte “Vice Ispettori”. Ieri, 3 Febbraio, presso la Commissione Affari Costituzionali del Senato è proseguita la discussione del cd. Decreto Milleproroghe. I due emendamenti concernenti la possibilità di ampliare i posti del concorso vice ispettori sembrano non avere vita facile. Sull’emendamento 2.0.2 il Relatore ha chiesto il ritiro da parte dei presentatori mentre sull’emendamento 4.0.4 ha espresso parere contrario. Ovviamente non è detta l’ultima parola, ma indubbiamente i presupposti non sono dei migliori. Confidiamo che nel corso delle prossime discussioni, sia in Commissione che in Assemblea, si possa modificare tale orientamento e ribaltare i pareri espressi. Oggi 4 Febbraio, alle ore 14.00, riprenderanno i lavori sul testo. Vi terremo informati…
FONDO EFFICIENZA 2009-2010 Martedì scorso l’Ufficio Relazioni Sindacali ha presentato alle OO.SS. la bozza di accordo sul fondo efficienza per l’anno 2009 e per il 2010. A nostro avviso il testo rappresenta una discreta base di partenza ma riteniamo necessiti di una serie di aggiustamenti che auspichiamo possano essere definiti in poche riunioni, in maniera tale da poter erogare le risorse disponibili in tempi rapidi.
5 x 1000 PER LE FORZE DI POLIZIA – INTERROGAZIONE PARLAMENTARE Su impulso dell’UGL, Martedì, l’On. Marcello DE ANGELIS ha depositato un’ interrogazione a risposta scritta per valutare la possibilità di introdurre l’istituto del 5 X Mille anche per le Forze di Polizia. A nostro avviso sarebbe un ulteriore modo per reperire fondi da destinare all’acquisto di vestiario e strumenti per il personale. Di seguito il testo.
Interrogazione a risposta scritta 4-05938 presentata da
ON. MARCELLO DE ANGELIS martedì 2 febbraio 2010, seduta n.276
ON. DE ANGELIS. - Al Ministro dell'economia e delle finanze.- Per sapere - premesso che:nell'anno 2006 è stato introdotto in Italia l'istituto del cinque per mille, ossia la possibilità per i contribuenti di destinare parte della propria imposta sul reddito a enti no profit, fondazioni, volontariato, ricerca scientifica, università e ricerca sanitaria;i cittadini, negli anni, hanno accolto con grande favore tale possibilità; le forze di polizia (Corpo forestale dello Stato, Polizia di Stato, Polizia Penitenziaria, Guardia di Finanza, Carabinieri) e i Vigili del Fuoco sono considerate da tutte le statistiche e le ricerche gli organi dello Stato più vicini alla cittadinanza e verso le quali si nutre un elevatissimo senso di rispetto e fiducia; spesso le stesse presentano difficoltà nel reperire fondi per l'acquisto di vestiario e strumentazioni per il proprio personale;da sempre l'impegno del Governo nei confronti del comparto sicurezza è vivo e fondamentale -:se non sia il caso di inserire tra i beneficiari del cinque per mille anche le Forze di polizia e i Vigili del fuoco, quale ulteriore segno di attenzione nei confronti di tali istituzioni.(4-05938)
Roma, 4 Febbraio 2010 Il Segretario Nazionale
f.to Danilo Scipio
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CUlTUra E TErriTorioELEMENTI DI ECOLOGIA DEL PAESAGGIO E PROTEZIONE DEL TERRITORIO
di Donato Forenza
Nei processi sistemici di protezione ambientale e paesaggistica la pianificazione della gestione interattiva di previsione, prevenzione ed emergenza territoriale,
richiede un continuo controllo della vulnerabilità degli ecosistemi per assicurare la loro conservazione ed il mantenimento della Biodiversità.
L’uomo, quale motore atti-
vo dei principi basilari della
“Protezione Ambientale”,
è elemento cardinale della
conservazione del creato.
La legislazione vigente deve assicura-
re un livello minimo inderogabile ed
indifferibile per garantire il manteni-
mento della
c o n t i n u i t à
degli equilibri
bioecologici.
Nel l ’ambito
della sosteni-
bilità e degli
standard di
qualità della
vita, la pro-
tezione del-
le foreste e
delle aree a
verde urba-
no e periur-
bano assume
una valenza
determinan-
te per il be-
nessere delle
popolazioni.
La carenza di
flussi di Pianificazione ecologica del
territorio e l’inadeguatezza di pro-
cessi di ottimizzazione nella Gestio-
ne delle risorse del pianeta possono
accelerare alcuni meccanismi che
inducono fenomeni di instabilità am-
bientale.
La vulnerabilità ambientale e paesag-
gistica, nel nostro Paese, costituisce
un indicatore rilevante per i processi
decisionali correlati alla Pianificazio-
ne ecologica
del territorio,
alla Pianifica-
zione pae-
saggistica ed
alla Pianifica-
zione inte-
grata di Aree
protette e
Parchi na-
turali, e per
l’attuazione
di Piani di
lotta alla cri-
minalità ed
al contrasto
incisivo di
attività ille-
cite corre-
late ai reati
ambientali e
paesaggisti-
ci. Infatti, per la gestione ecologica
di vasti territori urbani, rurali e fore-
stali, appare inscindibile la previsione
di Reti ecologiche che garantiscano
gli equilibri armonici uomo/ambiente/
paesaggio ed una revisione di Sistemi
di monitoraggio per la tutela attiva.
E’ utile far rilevare che i gradienti di fattibilità della manutenzione in-tegrata del territorio/paesaggio, in forma continua ed attiva, debbono tener conto (mediante algoritmi di previsione) della variabilità del ran-ge della vulnerabilità ambientale-antropologica di un determinato fenomeno, correlato alla specificità della pericolosità (inquinamento, incendio, sisma, abusivismo, reati, criminalità, sfruttamento ambienta-le, etc.) e di un definito territorio/paesaggio da proteggere (ad es.: re-
gione, provincia, comunità montana,
comune, parco, etc.).
E’ opportuno far rilevare, inoltre, che
il livello di stabilità e di omeostasi
degli ecosistemi costituenti il sistema
territoriale presenta una differente
resilienza in relazione alle diverse
componenti (uomo, clima, calamità,
attività, reati, etc.) che concorrono
alla pressione destabilizzante.
2. Occorre implementare, pertanto,
nel nostro Paese, una vasta azione di
strategia aggregante, e di revisione di
Pianificazione Ecologica del Territo-
spettaco
lop
uro
N. 2 - - pag. 31
rio (PET), e l’attuazione di nuove di-
mensioni assiomatiche della Scienza
del Paesaggio (Ecologia ed Architet-
tura) interconnesse alla Dimensione
Antropologica (DA) ed alla Gestione
Forestale Sostenibile (GFS). E’ quin-
di necessario un differente livello
definito di Pianificazione ecologica,
integrata con le differenti compo-
nenti del processo di Pianificazione
della Protezione Integrata Ambien-
tale e Paesaggistica (PPIAP), riferita
alla specificità della vulnerabilità. Sto-
ricamente è possibile quantificare, a
nostro avviso, le fasi sistemiche della
Protezione Ecologica Integrata (PEI)
in processi sinergici di retroazione
ciclica: Previsione, Prevenzione, In-
terventistica, Revisione, Ricostruzione
(Ricostituzione), Riqualificazione am-
bientale e Antropologica.E’ necessa-
ria la Riqualificazione della previsione
delle dinamiche ambientali e antro-
pologiche (ad es.: tasso di CO2; cre-
scita della popolazione, espansione
edilizia, reati ambientali, criminalità,
etc.). Si tratta di quantificare gli assi
sintagmatici di un processo sistemico
riedificante e riqualificante, capace
di condurre alla Riqualificazione am-
bientale e paesaggistica di un definito
territorio e della sua variabilità antro-
pologica, mediante i canoni della Pia-
nificazione ecologica del territorio,
della Sociologia, dell’Architettura del
Paesaggio, della Bioingegneria natura-
listica e di altre analisi della Teoria dei
Sistemi. Il fondamento scientifico for-
mante il rapporto dicotomico Uomo/
ambiente è la “cultura della protezio-
ne ecologico-antropica” nel processo
di Riqualificazione ambientale. Tale dimensione può essere intesa quale fulcro nodale, basata anche su una vasta e diffusa attività di Educazio-ne Ambientale informativa/formativa nell’ambito della partecipazione to-tale interattiva tesa alla conoscenza dei meccanismi e dei modelli che regolano i campi di esistenza della continuità della Biodiversità, del rin-novamento dei principi basilari del rispetto antropico e dei cicli bioe-cologici del sistema da gestire. Si
propone, infine, un Piano generale
di Coordinamento per la protezione
del territorio e la previsione di zone
da tutelare ed altre linee di indirizzo
per futuri interventi e miglioramento
di normativa e di standard territoriali.
Si auspica il potenziamento e l’attua-
zione dei Piani della Protezione Civile
dei Comuni, con particolare atten-
zione al territorio agricolo e forestale
e l’attivazione concreta di una vasta
campagna di Educazione ambienta-
le, paesaggistica e forestale, e delle
tradizioni locali, organizzata scientifi-
camente e rivolta alle Scuole di ogni
ordine e grado.
I cittadini, con l’ausilio di nuove ener-
gie sindacali, devono trasformarsi in
comunità “umane” ed acquistare con
gradualità una nuova capacità di inco-
minciare a trasformare il mondo che li
circonda (ambiente) per raggiunge-
re effetti positivi. Occorre una vasta
azione di innovazione e formazione
in connubio a incentivazione intel-
ligente e motivazione psicologico-
cognitiva delle persone. Nel 2010, istituzionalizzato quale “Anno Inter-nazionale della Biodiversità”, siamo
certi che una peculiare attenzione
alla tutela delle foreste ed al pae-
saggio forestale, da sempre custodi-
to mirabilmente dal CFS, sarà attuata
con maggiore cura per la sostenibilità
del nostro straordinario Paese e per il
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N. 2 - - pag. 32
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Atto Camera
Interrogazione a risposta scritta 4-06082 presentata da
MARCELLO DE ANGELIS mercoledì 10 febbraio 2010, seduta n.281
DE ANGELIS. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per le pari opportunità. Per sapere - premesso che: l'articolo 42-bis del decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151, prevede che «il genitore con figli minori fino a tre anni di età, dipendente di amministrazione pubbliche di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001 n. 165 e successive modificazioni, può essere assegnato, a richiesta, anche in modo frazionato e per un periodo non complessivamente superiore a tre anni, ad una sede di servizio ubicata nella stessa provincia o regione, nella quale l'altro genitore esercita la propria attività lavorativa, subordinatamente alla sussistenza di un posto vacante e disponibile di corrispondente posizione retributiva e previo assenso delle amministrazioni di provenienza e di destinazione»; destinatario del beneficio in oggetto è il personale dipendente delle pubbliche amministrazioni disciplinate dal decreto legislativo n. 165 del 2001, il cui articolo 1 contiene disposizioni che disciplinano l'organizzazione degli uffici e i rapporti di lavoro e di impiego alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche; per queste ultime, a tenore del secondo comma, «s'intendono» tra altro, «tutte le amministrazioni dello Stato, ivi compresi gli istituti e scuole di ogni ordine e grado e le istituzioni educative, le aziende ed amministrazioni dello Stato ad ordinamento autonomo, le Regioni, le Province, i Comuni, le Comunità montane, e loro consorzi e associazioni, le istituzioni universitarie...». Non può non essere osservato che proprio in tema di disciplina del rapporto di lavoro, nel successivo articolo 3 dello stesso decreto n. 165 del 2001 viene affermato che «rimangono disciplinati dai rispettivi ordinamenti: i magistrati ordinari, amministrativi e contabili, gli avvocati e procuratori dello Stato, il personale militare e le Forze di polizia di Stato...». L'ampia individuazione delle pubbliche amministrazioni, contenuta nel secondo comma dell'articolo 1 del decreto n. 165 del 2001, va dunque integrata, anche ai fini dell'applicazione dell'articolo 42-bis del decreto n. 151 del 26 marzo 2001, dal successivo articolo 3, per il quale «il personale militare e le Forze di polizia di Stato», rimangono disciplinati dai rispettivi ordinamenti. Negli ordinamenti delle forze di polizia ha però fatto successivamente ingresso, nell'ambito del rapporto di lavoro degli appartenenti a tale istituzione, prima la norma dell'articolo 14 del decreto del Presidente della Repubblica n. 170 del 2007 e poi la norma dell'articolo 18 del decreto del Presidente della Repubblica n. 51 del 2009 (decreti rispettivamente di recepimento dell'accordo sindacale per le forze di polizia ad ordinamento civile e militare e di integrazione di tale accordo): norme, entrambe di analogo tenore, che individuano una serie di disposizioni che si applicano al personale delle forze di polizia ad ordinamento civile con la dicitura: «oltre a quanto previsto dal decreto legislativo n. 151 del 2001...». Il che, ad una agevole lettura, comporta la oramai pacifica applicabilità al personale di cui è questione anche della disciplina recata dal citato decreto legislativo n. 151 del 2001, e quindi del suo articolo 42-bis;già nel 2005 l'allora sottosegretario di Stato per la funzione pubblica senatore Learco Saporito in relazione all'interrogazione a risposta immediata degli onorevoli Guerzoni, Cordoni, Motta e Trupia che chiedevano di sapere se la norma prevista dall'articolo 42-bis del decreto legislativo n. 151 del 2001 si applicasse anche al personale delle Amministrazioni cosiddette speciali, quali le Forze di Polizia, chiari, fermo restando quanto previsto dai singoli ordinamenti delle amministrazioni del «comparto sicurezza», che la norma si applica anche al personale appartenente al suindicato settore;sull'argomento in questione l'ispettorato generale del corpo forestale dello Stato con circolare n. 29559/09 del 23 dicembre 2009 a firma del capo del corpo ha inteso interpretare in modo restrittivo la norma escludendo l'applicazione del beneficio al proprio personale; tale situazione porta di fatto ad una disparità di trattamento fra dipendenti pubblici -: se non sia il caso, alla luce delle interpretazioni emerse negli anni e delle numerose sentenze della giustizia amministrativa, di emanare una disposizione esplicativa che chiarisca inequivocabilmente - come peraltro già spiegato dall'allora Sottosegretario Learco Saporito - come il beneficio in questione si applica anche agli appartenenti alle forze di polizia. (4-06082)
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corpo forestale dello Stato
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Sped. in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004) Art. 1 comma 1 - DCB MilanoAutorizzazione Tribunale di Milano n. 103 del 12/2/2008Il corrispettivo per l’abbonamento a questo periodico è escluso dal campo di applicazione dell’IVA ai sensi e per gli effetti del combinato disposto dall’ Art. 22 della legge 25/02/1987 n. 67 e dell’ Art.2.3° comma, lettera i) del D.P.R. del 26/10/1972 n.633 e successive modifiche e integrazioni. Qualora l’abbonato non dovesse trovare la pubblicazione di proprio gradimento potrà avvalersi della clausola di ripensamento e ottenere il rimborso della somma versata, richiedendola in forma scritta nei ter-mini previsti dalla legge. Dal rimborso sono escluse soltanto le eventuali spese accessorie, così come individuate ai sensi dell’ Art. 3 comma 2. Per soli fini amministrativi, l’abbonato che non intenda rinnovare l’abbonamento è pregato di darne tempestivamente comunicazione scritta alla società di diffu-sione. è vietata la riproduzione anche parziale dei testi e dei materiali pubblicati senza la preventiva autorizzazione scritta dall’Editore. I contenuti e i pareri espressi negli articoli sono da considerare opinioni personali degli autori stessi, pertanto non impegnano il Direttore né il comitato di redazione. Si precisa che “Sicurezza Ambiente” non è una pubblicazione dell’Amministrazione Pubblica, né gli addetti alla diffusione possono qualificarsi come appartenenti alla stessa. La dir-ezione declina ogni responsabilità per eventuali errori e omis-sioni, pur assicurando la massima precisione e diligenza nella pubblicazione dei materiali.
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