sequence magazine 20

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SIMON GRUBER ITW NIKE 6.0 TRIP HOT MONTH CONTEST PHOTOFOLIO MAR-APR 09 | NR.20 4,90 € WWW.SEQUENCEMAG.TV COVER: DANIEL PLAZY Sped.inAbb. Post.DIV. DRT/DCB Pescara Cod.Sap.30280359

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Snowboard Italian Magazine

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SIMON GRUBER ITWN I K E 6 . 0 T R I PHOT MONTH CONTESTP H O T O F O L I O

MAR-APR 09 | NR.20 4,90 €W W W . S E Q U E N C E M A G . T V C O V E R : D A N I E L P L A Z YSped.inAbb. Post.DIV. DRT/DCBPescara Cod.Sap.30280359

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Mi piange sempre il cuore scrivere l’editoriale dell’ultimo

numero, indica la fi ne di una stagione, la neve inizia a

sciogliersi, le magherite saltano fuori dove fi no a qualche

settimana prima tiravamo giù curvazze in fresca, ma è così,

altrimenti non esisterebbe la pizza alle quattro stagioni.

Questi mesi sono stati un alternarsi di run in contest e

spazzolate in neve fresca, si passava da una run in park per

poi immergersi nella neve fi no al collo, proprio come quando

snowbordavano i nostri nonni (?). Un inverno veramente

sopra le righe, sia per gli amanti del park, sia per chi proprio

non può fare a meno di sentire l’odore ed i rumori della

montagna lontano dagli impianti.

Grazie a questa stagione siamo riusciti a capire il vero valore

dello snowboarding in Italia. I park, anche se con grandi

diffi coltà per la troppa neve che sommergeva le strutture,

sono riusciti ad ottenere grandissimi risultati, dimostrando

che non hanno nulla da invidiare al resto d’Europa. Anche

i constest, che se sono sempre molti, forse troppi, stanno

iniziando ad aggiudicarsi stelle e rispetto; il livello è alto ed

i montepremi sono molto golosi, attirando così anche l’at-

tenzione dei riders stranieri. I riders sono riusciti solo in rare

occasioni a dimostrare la loro tecnica ed il loro valore, ma

fi nalmente si sono confrontati in massa con i rider stranieri.

Sequence Magazine 20pagina 014

Parole & Fotografi eDenis Piccolo & Giorgio De Vecchi

CastelrottoItalia

Che dire, dal mio piccolo punto di vista di fotografo sono

soddisfatto, anche se si deve e si può fare di più. Penso

che attraverso le nostre pagine siamo riusciti a trasmettere

l’inverno di molti snowboarder italiani e grazie a forti colla-

borazioni che si stanno trasformando in amicizia, iniziamo fi -

nalmente insieme a documentare lo snowboard tricolore, con

professionalità e qualità. Grazie quindi alla crew di Random

che rappresenta e produce il video italiano probabilmente più

completo, grazie ai ragazzi di Prosport che fi lmano la parte

Est dell’Italia, raccontando una scena sempre più presente,

e grazie al gruppo di Rock in the Middle che documenta il

centro Italia e la fi losofi a dello Snowboarding. Queste crew,

oltre a fi lmare e produrre ottimi video, ci consentono di avere

una presenza attiva nel territorio, dove ogni fi occo di neve si

posa. Non siamo solo una rivista, ma un gruppo che cresce,

ed insieme vogliamo aiutare a far crescere lo snowboard in

Italia, regalandovi emozioni sempre più forti, imprimendole

sulla carta, sui dvd e sul web. Ringrazio tutte le persone che

quest’anno hanno creduto nel progetto “Sequence”. Ci vedia-

mo il prossimo anno raga.

Roby Bragotto e Marco “Rezza” Resenterra eseguono una parti-

colare danza della neve, nella loro stanza d’albergo, sembra aver

funzionato però. Photo Giorgio De Vecchi.

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EDITORPaolo Salvatore, Denis Piccolo, Cristian Murianni

DIRETTOREPaolo Salvatore

[email protected] RESPONSABILE

Andrea SisofoCOORDINAMENTO EDITORIALE

Denis Piccolo & MurioPHOTO EDITOR & ART DIRECTOR

Denis Piccolo - [email protected]

PHOTO SENIORAndrea Rigano

SEGRETERIA ABBONAMENTIMichaela Stefania

FRESH’NGOOD.COMAndrea Caviggia

FOTOGRAFI & FILMERDenis Piccolo, Murio, Andrea Rigano

Alessandro Killer Miniotti, Marco “Boiler” Boella, Arturo Bernardi,

Luca Benedet, Cristian Scalco, Damiano LevatiLuca Carta, Vasco Coutinho, Cyril, Eric Bergeri

Creager, Roby Bragotto, Giorgio De Vecchi, Matt GeorgesTESTI

Marco MILO MilardiDavide Calafà - Marco Contardi

THANXMartina Minetti, Litz, Giani Ramon, Fabrizio Bertone,Elbo&Matteo Storelli,

la Fede, Jena, Dedde, Riccardo Miracoli, Antonio Sallustio, Diego.EDITORE

JPG edizionidi Salvatore Paolo

Piccolo DenisCristian Murianni

Via Lazio 50 - 65127 PescaraTel. +39.085.290398

Fax. +39.085.4293096www.sequencemag.tv

[email protected]@dangermedia.it

STAMPAArti Grafi che Picene

DISTRIBUZIONEM-DIS

Via Rizzoli, 9 Milano SEQUENCE MAGAZINE

rivista mensileregistrata al tribunale di Pescara

il 14/05/2003 al numero 173/5COVER

Plazy- Laax - Pics. MurioTESTATA E COMPLIMENTI GRAFICI

STEUSORivoli - Torino

www.steuso.commyspace.com/steuso

COLOPHONLA CREW AL GRAN COMPLETO

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THE

BIG

STORIES

SEQUENCE 20

HOT MONTH CONTEST #ABOUT SIMON GRUBER #

NIKE 6.0 TRIP #RACCOLTA DI IMMAGGINI #

042058066076

THE SOUND #SNOWFALL ITW #

ROBY BRAGOTTO ITW #CHECK MARCO SILVESTRE #

CHECK NICOLO’ CIMINI #CHECK MARTA NEGRI #

MY BOARD #SUPER SHOTS #

PRODOTTI 2010 #LAST PAGE #

022024026030032034036038086096

CON-

TENTS

SOMMARIO

Olivero Mondino con la sua instaccabile motoretta della neve, riporta a

casa il suo amico Aaron, dopo aver costruito un kicker epico.

Photo Giorgio De Vecchi.

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GYM CLASS HEROEEESS

‘The Quilt’-CD

(Decaydance/Fueleeeed BByy RRRRammmeeeen))

Ultima tornata di consigli musicali anche per la tempestosa

stagione 2008/9 di questa rubrica che sta riscuotendo

consensi anche tra i meno avvezzi all’ascolto di musica deci-

samente poco commerciale; ultime 6 proposte che si aprono

con il nuovo disco dei Gym Class Heroes ‘The Quilt’. Combo

non tra i più conosciuti nel nostro paese, ma decisamente

hype oltreoceano dove, dopo aver conquistato il pubblico

con il singolo ‘Cupid’s Chokehold’ (tratto da un sampler dei

Supertramp), si ritrovano a dover far fronte al crescente suc-

cesso che sta maturando nei loro confronti; sweet reggae,

hiphop’90 poppunk, funk rock e soul fanno da contraltare

alle performances di Travis McCoy (fi danzato di Kate Perry)

e Disashi Lumumba-Kasongo chitarrista indomito e braccio

destro del tatuato cantante. 14 tracce costruite a puntino per

soddisfare le sempre maggiori richieste di musica commer-

ciale nell’ anima ma totalmente votate ai nuovi trend estetico

modaioli nel look; ahimè la qualità risiede altrove!

THURSDAY

‘Common Existencceee’--CCDDD

(Epitaph)

E’ inutile star qui a sindacare o peggio ad entrare in

polemica,chi nasce tondo non può morire quadro e l’emble-

matico caso dei Thursday sta qui a dimostrarcelo: se sei un

indipendente dentro a voglia che fi rmi per una major label,

prima o poi quando questa ti scaricherà per altri interessi

commerciali, tu ritornerai all’ovile (dove sottolineo ci sarà

sempre qualcuno che ti amerà per quello che sei e non per

il valore commerciale che proponi-ringraziate la Epitaph) più

incazzato e convincente che mai. Prova #5 per il quintetto del

New Jersey che in ‘Common Existence’ sfodera una classe

compositiva innata un gusto squisito per il songwriting;il post

rock proposto è quello di sempre ma variegato in termini di

ricerca continua e intelligenza musicale senza limite alcuno.

Emozionali, malinconici, romantici, ma anche rabbiosi,

caotici, disperati e sofferenti in una diabolica alchimia che

trasporta l’ascoltatore in un universo parallelo ma alternativo

a quello conosciuto. Era da ‘Full Collapse’ che aspettavamo

qui

NASHVILLE PUSSYY

‘From Hell To Texasss’--CCCDD

(SPV/Steamhammeeer))

5° prova su lunga distanza per i Nashville Pussy, ‘From Hell

To Texas’ riprende il percorso lasciato in sospeso dalla band 3

anni or sono; sudicio, deviato e vizioso rock’n’roll infl uenzato

da Ac/Dc, ZZ Top, Kiss, Motorhead e Lynyrd Skynyrd. Quartet-

to di sbandati formato dalla coppia sul set e nella vita reale

Blaine Cartwright/Ruyter Suys, e dai degni compari Jeremy

Thompson/Karen Cuda hanno intrapreso la strada polverosa

e dissestata dell’hard rock puzzolente di birra rancida e Jack

D senza ghiaccio, di una casa viaggiante su ruote, di stivali

da cowboy disintegrati e jeans lisi e sporchi di olio (e chissà

cos’altro visto le sconsiderate performances live di marito

e moglie). L’America vera dei red necks sudisti da sempre

sconvolti dal suono grezzo dell’accoppiata Gibson SG + Mar-

shall JCM 800, dal casereccio ma super genuino mood di chi

sa che nella vita non vincerà mai niente.Produzione digitale

di Daniel Rey (Entombed, Misfi ts, Ramones); i nostri eroi da

sempre…disco del mese sicuro

TROUBLE ANDREWW

‘Remixed And Remmasssttereeedd’--CCDDD

(Virgin)

Trevor Andrew, rockstar acclamata dell’universo degli

snowboarders, dopo il suo grave infortunio al ginocchio ha

deciso di approfi ttare di questo tempo morto per metter

in piedi una band; insieme al batterista Ian Longwell, il

chitarrista Joao Salamao e il bassista Massa ha tirato su i

Trouble Andrew Nel 2007 registrano il loro debutto che oggi

la major Virgin ristampa in forma uffi ciale; ‘Remixed And

Remastered’ racchiude tutto l’estro di cui questo personaggio

è dotato:hiphop, new wave, indie rock. Una decina di tracce

che al primo ascolto appaiono come uno sfortunato incrocio

tra Blink 182 e Cars, ma che poi rivelano un estroso percorso

tra campionamenti, synth anni’80 e pop punk made in MTV.

Beh se il Travis Barker della tavola da neve può sembrare un

emerito idiota per gli onnivori di musica di qualità, diventerà

invece un’icona nu thrash per chi vive e mangia in questo

sistema tipo Burton e Oakley che han deciso di investire

proprio in tipologie mediatiche come la sua. Good Luck!

ONE DAY AS A LIONNNN

‘S/T’-MCD

(Anti/Epitaph)

La curiosità che ha da ben 8 anni (data in cui il signor Zach

De La Rocha lasciò i Rage Against The Machine) ha frustrato

le fantasie di ogni fan degli autori di ‘The Battle Of Los Ange-

les’, viene con questo deludente esperimento, svelata. One

Day As A Lion è il nuovo progetto di mister RATM che insieme

a John Theodore (ex batterista dei Mars Volta) ha messo in

atto ricostruendo un nuovo percorso simile al precedente ma

molto più minimale; sì perché qui al posto dell’illusionismo

urbano chitarristico di Tom Morello,troviamo un misero

campionatore,a seguire no basso ma un rifacimento di bassa

lega delle imprese asettiche e monocordi di Brad Wilk (drum-

mer dei Rage). Un ep di debutto che forse segna una fase di

transizione (lo speriamo per loro), ma che come ‘The Fabled

City’ (disco solista dell’audace chitarrista degli Audioslave),

denuncia un’impressionante povertà di songwriting; l’unica

nota positiva davvero rimane la vitalità delle liriche sempre

più politicizzate,taglienti,eversive

RISE AGAINST

‘Appeal To Reason’-CCCDD

(Geffen)

Da quando i Rise Against sono passati sotto le grinfi e della

Geffen il loro spessore musicale ha riscontrato un maggiore

interesse mediatico, sebbene questo sia rimasto invariato

sotto il profi lo del messaggio esportato, sempre all’altezza

del debutto;‘Appeal To Reason’ è il 3° episodio che la band di

Chicago ha registrato in concomitanza con l’entrata in scena

del nuovo chitarrista Zach Blair-Only Crime-che ha preso il

posto del dimissionario Chriss Chasse. Punk rock melodico

in stile No Use For A Name, Anti-Flag, Strike Anywhere,

Ignite convenzionato con i voleri dell’etichetta che li gela su

clichès già adottati da Offspring e Sum 41,d’altronde anche

gli introiti di chi investe necessitano di certezze sicure. Sin-

ceramente li preferivo con Tim solo cantante, concentrato più

sulla potenza della sua ugola piuttosto che sulle doti tecniche

di accompagnamento acustico (‘Hero Of War’, un’inutile

quanto stucchevole ballatona antimilitarista) che abbassa-

no un po’troppo i toni. L’album comunque offre un ottimo

compromesso anche per chi non vuole sporcarsi troppo con i

colori di certa politica!

Sequence Magazine 20pagina 022

ByRigablood

Musica dal sottofondoe nuove espressioni musicali

( AAAA ))))) ( BBBB )))))) ( CCCC )))))

( DDDD ))))) ( EEE )))))) ( FFFF )))))

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Dopo tutti questi aannnnnii coossssa vvvi haaa ssspiinntoooo aa ritornare insieme

per scrivere della mmmmuussiccaaaa nuuoovvvaa?

Tutto è nato quasi per scherzo ascoltando le cassettine con

le registrazioni fatte in sala prove 10 anni fa, ci siamo detti:

però che bei pezzi perchè non proviamo a registrarli bene?

Non era assolutamente nostra intenzione scrivere canzoni

nuove ma con il tempo ci siamo resi conto che tante cose

fatte allora non ci appartenevano più. Abbiamo cosi iniziato

a lavorare per migliorarle quanto fosse possibile ma siamo

arrivati alla conclusione che forse era piu logico scrivere dei

pezzi ex novo, nel disco infatti si puo dire che solo un paio di

canzoni siano sopravvissute a tutti questi anni di oblio

Un 7” lasciato ai pooosstteerri eeee uunn fffulll llennnnghhht imminente cui quasi

sicuramente non faaaarààà seegggguittoo unnn ttouuuur pppproomozionale di grossa

rilevanza, cosa vi aaaspppeetttaaatte ssinnnccerrrammmmeenntte da questo lavoro?

Come ti dicevo la cosa è nata per scherzo senza nessuna

aspettativa e senza nessuna pretesa, l’obbiettivo era quello

di registrare le canzoni di un tempo per far contenti noi e

qualche vecchio fan; tutto quello che accadrà in futuro sarà

un qualcosa in più, noi siamo già contenti cosi

Rispetto al vostro eeeesoorrddioooo, lee innfl flflueeennnzze mmusicali sono indub-

La band al completo

biamente cambiateee, uun ffaaaattoorreeee ddi mmmaaaatuurrittà intellettuale, onestà

compositiva o semmpplicceemmmmenntteee dii cccreeesccittaa artistica?

Il nostro esordio ormai risale a piu di 10 anni fa’ il passare

del tempo ci ha cambiato per fortuna, non solo nell’aspetto

ma ha cambiato anche il nostro modo di sentire, ci ha resi

più esigenti e piu liberi di fare cio che ci pare. Tanta musica

che si ascoltava una volta non ci trasmette piu niente, e ci

siamo fatti infl uenzare dalle cose piu’ diverse e quindi ovvio

che anche il nostro modo di scrivere pezzi sia completamente

cambiato, personalmente credo che la musica sia una di

specie scienza che per potersi esprimere deve alimentarsi

sempre di nuovi stimoli e di nuove idee, e poi non ho mai

fatto della coerenza una bandiera in nessun ambito, per poter

andare avanti è necessario cambiare e stare al passo con

i tempi, odio i gruppi che suonano la stessa canzone da 20

anni o che ripropongono la solita formuletta ad oltranza

Quanto determinanntee è ssttttatoo ll’avvveer aaavuuutoo a disposizione uno

studio di registrazioonneee pprroooofeessssssioonaaaleee adddd ooltranza, se non fosse

stato così credi chee aaavvrreesssste oottttteenuuutoooo gli sstessi risultati?

L’idea di ritrovarci dopo tanto tempo è nata proprio dal fatto

di avere a disposizione gratuitamente lo studio di registrazio-

Sequence Magazine 20pagina 024

Intervista & Fotografi eRigablood

Music ITWItalia

ne senza il quale non avremmo neppure cominciato.

I vantaggi di comporre in studio sono enormi: innanzi tutto

si evita di spaccarsi le orecchie (e non solo quelle) in sala

prove, ma soprattutto si puo trasformare quello che si ha in

testa in suono in tempo (quasi) reale, si puo quindi avere già

ben chiaro da subito quello che può essere il risultato fi nale,

senza rischiare di prendere degli abbagli o peggio ancora di

litigare solo sulle impressioni

Quanto tempo e quuuuali ddifffifififi coolttàà aaavveetttee innnccontrato nel mettervi

d’accordo su orari eee mmmeettoooodoolloooogiia ddii lavvvvoro visto che ad oggi

ogni membro dellaa bbaaandd èèè immpppeegnnnaaatto in altri progetti?

Questo in effetti è stato un bel problema, aver a disposizione

la band una settimana sì e 3 mesi no ha dilatato enorme-

mente i tempi di produzione, non ti nascondo che mi sono

chiesto piu’ volte se sarei arrivato a fi ne lavoro. Ritornare

sugli stessi pezzi a distanza di molto tempo è stato spesso

noioso e pesante ma è servito a non farsi prendere dal trop-

po entusiasmo e a vedere il tutto sotto prospettive sempre

nuove e differenti tra loro

Fulvio, il drummer vvvieenee ccconnssiideeeraaatooo uuunn turnista o farà parte

in futuro delle lineuuuupp eefffeeettttivvaa???

Fulvio è un vecchio amico di Ale (il bassista) non è mai stato

un turnista vero

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Dove e quando seii naattoo??

Il 6 settembre del 1980 in un piccolo ospedale di Asolo in

provincia di Treviso, anche se vivo a Bassano del Grappa sin

dalla nascita... e a dire il vero sono pure felice di non essere

un puro cittadino bassanese... la città sarebbe anche bella se

si eliminassero gli abitanti...

Come è iniziata la tttuaa sstooooriaa dddi ffoottooggggraffffo??

Ho iniziato a skateare sin da piccolo e a 15anni mi sono

completamente distrutto i legamenti e il menisco di un ginoc-

chio fl ippando da otto gradini... ero troppo piccolo per essere

operato e così nell’attesa ho passato due anni a dilaniarmi

pure la cartilagine... e nello stesso periodo le confezioni del

Dixan ti regalavano la macchina fotografi ca orizzontale da

detective... così. E dallo skateboard allo snowboard il passo

non è poi così lungo...

Dove hai guadagnaaaatooo i pprrrimi ssssolddi coon llaa fotografi a?

Soldi?! Beh..., se si parla di “guadagni” allora fotografando

due persone che si dicono di sì a vicenda di fronte ad un’as-

surda promessa che in quel momento considerano eterna...

Quale è stata la tuaaa ppprrimmmaaaa ccaammmmeeeraaa fffootoooggrrafi ca?

Dopo quella del Dixan? Una Olympus 300 che mi è stata

BAMBI CAB 9 nel park di ALLEGHE | a dx ROBY

rubata dopo qualche mese... quando i carabinieri mi hanno

telefonato per farmi sapere che avevano trovato del materiale

rubato in casa di alcuni marocchini, davanti al tavolo della

refurtiva ho fatto fi nta che mi avessero preso una Pentax

P30t... ha funzionato...

Perchè hai iniziato aa ffoottooggggraaffaaare looo sssnnoowwbboard?

Perchè con le ginocchia che mi ritrovo non posso più

permettermi di skateare e la tranquillità e il silenzio della

montagna ancora oggi riescono a donarmi una pace interiore

diffi cilmente descrivibile... in montagna, non so come dire...,

respiro. E poi perchè mi permette di starmene più tempo

possibile sopra una tavoletta...

Quale è stato il tuoo pprriimmooo sccaatttttoo ppubbbbbliiccaato?

Sai che non me lo ricordo?! Forse su uno dei primi Baco... o

forse su Freestyler... o forse un piccolo check-out di France-

sco Pia su Snowboarder....

Cosa rispondi quanndoo tii cchieeddooonno peeeercchhèè non fai il fotografo

di moda?

Rispondo che preferisco continuare a vivere come sto

facendo, con pochissimi soldi in tasca e con le poche entrate

che mi permettono di sopravvivere, ma con la sicurezza di

svegliarmi alla mattina con un sorriso.

Da quando sei proffesssssioonnnisttaa????

Alla voce professione sulla carta d’identità c’è scritto “foto-

grafo” da qualche anno... ma l’ho fatto scrivere solo perchè

“alla ricerca” non me lo lasciavano mettere...

Hai studiato fotogrraafifi aaa oo ssssei uunnn fffaii dddaa tttee??

Non so se l’ho mai “studiata” a fondo, ma ho fatto l’istituto

d’arte di grafi ca pubblicitaria e fotografi a e stavo attento alle

lezioni... mi piaceva e mi sono appassionato, anche se non

so ancora se sono portato o meno... ma non smetterò mai

di studiarla, considero importantissimo l’apprendimento, la

conoscenza... credo che la conoscenza e la tecnica rendano

liberi. Il casino è unirle al talento che non so se possiedo...

Perchè il mestiere ddeel foottooograaafffo è diivverrsoo da quello del

fi lmer?

Non credo sia così differente... forse il lavoro maggiore del

fi lmer è pensare alla parte successiva, a quello che viene

dopo, alla totalità del concetto che vuole esprimere... il

fotografo, credo, deve invece saper raccontare una storia at-

traverso una singola immagine, un singolo attimo che vive in

quel momento... deve fermarlo e dare ad esso un senso, un

qualcosa, un motivo, una ragione, una storia... credo che uno

scatto senza storia non risulti altro che una foto da turisti. La

storia è ciò che differenzia i fi lmer e i veri fotografi dai turisti.

Sequence Magazine 20pagina 026

IntervistaDenis Piccolo

People ITWPhotographer

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Page 34: Sequence Magazine 20

Nome: Marco

Cognome: Silvestre

Soprannome: Pina

Sponsor: Salomon, Bonfi re, Salice, Switchshop, Spia, Skullcandy, Elm.

Hobbies: Skateboard, Snowboard.

Piatto Preferito: Pizza della mamma

Vomito Se Bevo: il Pink lady.

Donna Preferita: La mia

Miglior Amico: My brother Enry

Gruppo Preferito: method man redman

Spot Preferito: Livigno

Anni Di Snowboard: 13

Home Resort: Cimone

Regular-Goofy: Goofy

Stance: 62

Angles: +18; -9

Trick Preferito: Bs 1

Trick Da Imparare: Cab 9

Datti un voto da 1 a 10 0 iin i oogognni i ddddisccipiplplllinaaa: Jump 7, rail 8, pipe 5.

Il tuo promodel come ssaara eebbbbee:: Tavola con anima in bambù perchè è un

legno leggerissimo, morbida su nose e tail, lunghezza 155 e grafi ca fl uo.

Rider Italiano/Stranieroo PPPrreefferrittoooo: Matrao, Scotty Lago.

Fai una domanda al tuoo ridddeer pprrereefeeriritotooo: Si fa un giro in park ?

Rispondi alla stessa doommmaannndaa:: Certo ! Andiamo!

Rider più forte in assoluututoout iinn IItaaalllia: Filippo Kratter

Rider più sottovalutato innn Ittaaliiaa: Lorenzo Buzzoni.

Right Or Wrong nella scceeennaa a itataaliiaaal naa: Right per la crescita dello snowboard e

del livello, Wrong per lo scarso investimento generale in questa disciplina.

Cosa fai dopo aver snowowwwbbooaarrddadaatatto: Relax in casa con amici.

Cosa faresti alla tua doonnnnaaa iddeaeaalalle: Quello che faccio alla mia.

Cosa faresti alla donna a dddeell ttuuoo aaaamiiccoo seee fooossssee laaa tuua donna ideale: Nulla.

Vale la pena vivere per:: Divertimento, snow, amici, famiglia, cibo, sport,

viaggi, sesso, feste…vale la pena di vivere per tutto !!

Cosa farai tra 10 anni: Sicuramente snowboard ! Magari un lavoro allegato

alla tavola.

Miglior Pregio: Essere una persona ordinata.

Peggior Difetto: Essere una persona troppo ordinata!

Se non fossi uno snowbbboaab rrdrdeerr ccccosasaa ssssareeesttiti? Eh??!! Non riuscirei nemmeno

a immaginarlo !!

Pensi che diventerai unn suuppperr PPPRPRRO??? Nella vita nulla è impossibile !

Sequence Magazine 20pagina 030

Intervista & Fotografi eGiovanni Marchesi

Rock to Fakie

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Nome: Nicolò Mattia

Cognome: Cimini

Soprannome: Bang (SB)

Sponsor: Omatic, ElmCompany, Ashbury e Flux

Hobbies: Fare all’amore, skatare, dipingere

Piatto preferito: La carne alla pizzaiola di Stefy

Vomito se bevo: È diffi cile al massimo faccio tanta pipì….. dentro gli scarpo-

ni di Daniele

Donna preferita: La Stefy

Miglior amico: I servaggi di quartiere

Gruppo preferito: Truce boys e Gente de borgata

comunque mi piace tutta la musica

Spot preferito: Tutto ciò che è nuovo e da scoprire

Anni di snowboard: 7

Home resort: Swup a Campo Felice e Alien ad Ovindoli

Regular-Goofy: Goofy

Stance e Angles: Sta tutto lì il trucco….

Trick prefrito: Quello che mi riesce bene sul momento

Trick da imparare: Infi niti. Non si smette mai di imparare

Datti un voto da uno a ddddieeccii inn oooogniig ddiiissciiipliinaaa:: Non sono bravo a giudicare

Il tuo promo del come ssaaarreebbbbee:: 154 morbido sul nose e tail e reattivo al

centro con uno skate visto da sotto disegnato sulla soletta

Rider italiano/straniero ppprreefefferrittoooo: Italiano Gruber, straniero Eddie Wall

Fai una domanda al tuoo rididdeer pprrereefeeriritoooo: Ci prendiamo un grappino?

Rispondi alla stessa doommmaannndaa:: E dai, ma pure più d’una

Rider più forte in assoluututoout iinn IItaaallilia: Filippo Kratter

Rider più sottovalutato:: Il mio amico Albertino

Right or wrong nella scceeenanaa itaalliaaaanaa: Right che la scena italiana si sta muo-

vendo bene e si comincia a vedere un po’ di professionalità, wrong che ci

sono ancore troppe persone coinvolte che non ci capiscono un azzzzz….

Cosa fai dopo aver snowowwwbboorrddatatotooo: Ancora snowboard per le strade oppure

chill out in da house con birrino, playstation e quant’altro..

Cosa faresti alla tua doonnnaaan iddeaeaalalle: Già lo faccio perché ce l’ho

Cosa faresti alla donna a dddeell ttuuoo o aaaamiiccoo seee fooossssee laaa tuua donna ideale: Farei fi nta

di non conoscerla

Vale la pena di vivere ppeeer:: Godersela giorno dopo giorno

Sequence Magazine 20pagina 032

Intervista & Fotografi eRock in the Middle & Gigi Amore

Bs360 disaster 5-0 to Bs180 Out

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sequence 33-64.indd 1sequence 33-64.indd 1 16-03-2009 11:57:4216-03-2009 11:57:42

Page 38: Sequence Magazine 20

Nome: Marta

Cognome: Negri

Soprannome: Tata, ma per tanti sono la Zia.

Sponsor: VANS

Hobbies: tavole e tavolette

Piatto Preferito: pesce

Vomito Se Bevo: troppo

Donna Preferita: Rita Levi Montalcini, nello snow Tania Detomas

Migliori amiche: la Becks e la Lauretta

Gruppo Preferito:Per fare snowboard nella playlist ci sono le canzoni dei video che

mi gasano di più.Nella playlist ci sono le canzoni dei video che mi gasano di più.

Spot Preferito: Laax per il park e Alagna per il freeride

Anni Di Snowboard: 10

Home Resort: Bardonecchia

Regular-Goofy: goooooofy

Stance: 60

Angles: + 15 - 12

Trick Preferito: bs 180

Trick da Imparare: vorrei imparare a girare bene in pipe

Datti un voto da 1 a 10 innn n ogoggnni ddiissscsciplpliinaaaa: 4 sui jump, 5 in pipe, 6 1/2 sui rail, 8 in

freeride

Il tuo promodel come sarreeebbbbee: 150 reattivo per il park e 156 per il freeride

Rider Italiano/Straniero PPrrreffeerritto::o Filippo Kratter e Travis Rice

Fai una domanda al tuo rriiideerr prreeffeeeritoto:: Come si chiamerà il tuo prossimo video?

Rispondi alla stessa dommaanndda aa: Flights?! …like a pigeon?!?!!?

Rider più forte in assolutotooo innn IIt aaliiaaa:a:: senza dubbio Filippo Kratter ma spero conti-

nuino a girare con impegno Simon, Cianca, Munni, Buzzoni e Grigis perché penso

abbiano del talento.

Rider più sottovalutato inn Itaaaliial :: Ce ne sono diversi, penso ai rider che non fanno

gare o ai rookie che stanno crescendo.

Right Or Wrong nella sceennna a iittaliiaannnana: mi sembra che ci sia poca cultura.

Cosa fai dopo aver snowwbbboaaarrdaattd ooo::: il top resta l’idromassaggio, in generale relax.

Dovrei imparare a fare sempre stretching…

Cosa faresti al tuo uomoo iidi eeaaalee: vorrei farlo stare bene

Cosa faresti all’uomo delllalaa ttuuua aammmmicm aa sseeee foosossseee iill tuooo uoomo ideale: non starebbe

con la mia amica!

Vale la pena vivere per: tante cose.

Cosa farai tra 10 anni: mi darò al surf e metterò una mini in giardino per far

skateare i miei bambini

Miglior Pregio: sono buona

Peggior Difetto: troppo buona…

Se non fossi una snowbooaaardrddeer cooosssa ssaarrereesttiti? Perché lo sono?! Ahahah…bhe credo

che seguirei lo sport marketing e la comunicazione per FIAT Freestyle Team e

Quiksilver

Pensi che diventerai unaa sssuuppeerr PPRRRR O?? Perché non lo sono? ;)

Sequence Magazine 20pagina 034

Intervista & Fotografi eDenis Piccolo

Switch BoardSlide on the Fiat Qubo

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sequence 33-64.indd 3sequence 33-64.indd 3 16-03-2009 11:57:4516-03-2009 11:57:45

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Che Tavola Usi?

Drake DF1

Per quale motivo hhaaai sscceellttto pprrrroppprioo qqueeeella?

Perchè si adatta da dio a tutte le situazioni e in qualsiasi tipo

di terreno.

Dimmi qualcosa suuuul fl flexx eeee suulllle caaaraaaatteeeristiche della tua

tavola?

E’ una tavola abbastanza mordida ma rimane lo stesso molto

reattiva, ed è molto effi cace negli atteraggi, si pianta giù e

non va via, fi go.

Su che tipo di terreeeenoo pprreeeeferissssci ussaaarlaaa??

Personalmente preferisco usarla nei park impegnativi, come

ad esempio sulla linea XL del Snowpark Mottolino a Livigno,

un bel test girare su quei salti.

A che tipo di rider la ccconnssssigli??

La consiglio ad un rider esperto che vuole andare grosso, ma

anche un rider alle prime armi perchè è una tavola completa

da tutti i punti di vista.

Cambi misura per i vvaaarii tteeerrreennnni??

Certo!!!!

E’ fondamentale per il tipo di style che vuoi ottenere.

MATTEO ZAPPATERRA gasa la sua Drake nel park di Prato Nevoso

Quanto importantee èè la ggrrrafifi ccaaaa nnneelllaaa sccccellta di una tavola?

Bhe...un pò si, anche perchè se devi vederla tutti i giorni

un pò ti deve piacere, ma in questo Drake mi ha sempre

soddisfatto.

Cosa pensi dei proommmoodeel???

Per i rider è una fi gata.

Vorresti averne unooo ttuuuoo??

Ovviamente, a chi non piacerebbe.

Come sarebbe, lunnggghhheezzzzaaaa, laarrgghhhezzzzzaa, flflfl flex, caratteristiche e

grafi ca.

Sarebbe esattamente come quella che uso ora, mi trova

da Dio, invece sulla grafi ca la personalizzerei, ma ci dovrei

pensare un pò.

Negli ultimi anni chhhhee ddiffffeeeereennzzzza haaai ttrovvaato nell’evoluzione

delle tavole?

Si sono evoluti molto i materiali per un minor peso e le

sciancrature per migliorarne l’assetto si determinati terrain,

ad esempio la struttura a banana per la fresca, l’evoluzione

sarà continua.

Quante tavole rompppi ddduurraaaanteee uuuunnaa sstttaagiiioonne?

Generalmente 2 o 3, usandole tutti i giorni ad un buon livello

le metti a dura prova.

Rompi più tavole oo tii rroommmmpi ppiiùù ttte???

Figurati! Ci tengo troppo alla mia persona.

Ti hanno mai incullaaattoo uunnaaa taavvvolaaa fffuoori ddaal bar?

No, fortunatamente non mi hanno mai inculato la tavola, sto

sempre molto attento, cerco sempre dei posti sicuri e da

dove posso vederla.

E tu ne hai mai inccuuullaaataa uuuunaa??

Sinceramente non mi è mai passato nemmeno per la testa,

e non lo farò mai.

Sequence Magazine 20pagina 36

Intervista & Fotografi eDenis Piccolo

Board CheckPrato Nevoso

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Page 41: Sequence Magazine 20

sequence 33-64.indd 5sequence 33-64.indd 5 16-03-2009 11:57:4816-03-2009 11:57:48

Page 42: Sequence Magazine 20

064038

sequence 33-64.indd 6sequence 33-64.indd 6 16-03-2009 11:57:4816-03-2009 11:57:48

Page 43: Sequence Magazine 20

PHOTO : DENIS PICCOLOSPOT : GAVERLAND

NOME & NICK NAME

ETA’

SPONSOR

LOCATION PREFERITA

SNOW BASE

ALTEZZA & PESO

BOARD - BINDINGS - BOOTS

TRICKCOEFFICENTE DI DIFFICOLTA’

sequence 33-64.indd 7sequence 33-64.indd 7 16-03-2009 11:57:5016-03-2009 11:57:50

Page 44: Sequence Magazine 20

040

PHOTO : MURIOSPOT : VAL DI LUCE NOME & NICK NAME

ETA’

SPONSOR

LOCATION PREFERITA

SNOW BASE

ALTEZZA & PESO

BOARD - BINDINGS - BOOTS

TRICK COEFFICENTE DI DIFFICOLTA’

sequence 33-64.indd 8sequence 33-64.indd 8 16-03-2009 11:57:5216-03-2009 11:57:52

Page 45: Sequence Magazine 20

sequence 33-64.indd 9sequence 33-64.indd 9 16-03-2009 11:57:5416-03-2009 11:57:54

Page 46: Sequence Magazine 20

Burton European Open _Laax

HOT MONTH CONTESTIMMAGINI MURIO

042

sequence 33-64.indd 10sequence 33-64.indd 10 16-03-2009 11:57:5516-03-2009 11:57:55

Page 47: Sequence Magazine 20

danny davis_sw bs 720

Come ogni anno ecco che si ripresenta l’evento europeo di

snowboard più cool con l’aggiunta che i Beo quest’anno han-

no spento dieci candeline e per me è un vero piacere potervi

raccontare i momenti salienti di queste fantastiche giornate.

Non vedevo un’organizzazione così perfetta...E’ stato

fantastico vedere Jake Burton che abbracciava il suo pupillo

Shaun White anche se è arrivato terzo nella fi nale di slopest-

yle con tanto di “vaffanculo” a un fi lmer che lo riprendeva e

che lo seguiva in follow!

Ma veniamo alla competizione vera e propria che nello

slopestyle ha visto giocarsi tutto nell’utima run. Spine logjib,

wallride, downrail e downbox, halfpipe e kickers creavano un

percorso perfetto per delle run da paura. Shaun White (USA),

campione del 2008, avrebbe vinto anche quest’anno se non

fosse caduto nell’ultima run e se Danny Davis (USA) non si

fosse aggiudicato il primo posto con backside corked 360

handplant sul logjib, alleyoop rock’n’roll slide sul wallride,

switch backside lipside sui rail, un fantastico switch backside

invertito 720 nosegrab, un backside 720 mute grab in pipe

switch backside 900 mute, frontside 1080, 180 sul roller e

infi ne cab 900 crail nei kicker. Nelle donne Lisa Wiik (NOR) si

è imposta con un frontside 180 nose tap e un frontside 360

sul wallride e un 50/50 nosepress sul down box, frontside air

e backside invertito 540 in halfpipe, e ancora backside 540

mute, frontside 360 e backside 360 indy, facile capire che

questo le è bastato per imporsi sulle altre due pretendenti

allo stesso titolo, Sina Candrian (SUI) che è arrivata seconda

e Kjersty Oestgaard Buaas (NOR), terza.

Halfpipe 1°kevin pearce 2°shaun white 3°iouri podladtchikov Slope 1°danny davis 2°peetu piroinen 3°shaun white

sequence 33-64.indd 11sequence 33-64.indd 11 16-03-2009 11:57:5716-03-2009 11:57:57

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shaun white_bs rodeo alleyhoop

La prima giornata si è chiusa con la serata al Rider Palace e

con diverse birre al seguito, grazie all’imposizione di Denis

contro me e Murio che non avremmo disdegnato buttarci

sul letto.

La seconda giornata a Laax la competizione di halfpipe

è stata altrettanto spettacolare ed ha visto vincere due

americani: Kevin Pearce nei maschietti e Kelly Clark tra le

girls, entrambi già vincitori nella scorsa edizione dei BEO.

Kelly ha voluto stupire i giudici cambiando il tipo di esibizione

ad ogni run e il suo stile così vario l’ha portata di nuovo sul

gradino più alto di un podio tanto ambito. Anche nella fi nale

maschile di halfpipe Shaun White era dato per vincitore, ma

non ce l’ha fatta contro Kevin Pearce che, nell’ultima run, ha

dato veramente il massimo. E allora ecco cosa ha fatto per

vincere un’altra volta: enormi Crail e McTwist, frontside 1080

tailgrab, cab 1080 seguito da un perfetto frontside 900 per

concludere la sua prova con un superstiloso frontside grab.

Che dire? I Burton European Open hanno festeggiato davvero

alla grande il loro decimo compleanno in un clima di grande

competitività, ma come sempre anche di…grande voglia di

fare festa tutti insieme!!

Paolo Salvatore

PHOTO DENIS PICCOLO

044

sequence 33-64.indd 12sequence 33-64.indd 12 16-03-2009 11:58:0016-03-2009 11:58:00

Page 49: Sequence Magazine 20

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Page 50: Sequence Magazine 20

olivier glitter_mactwist

046

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terje haakonsen_incredible bs air

Air+Style_Innsbr uck

1°colin frei 2°petuu piroinen 3°olivier glitter

IMMAGINI MURIO

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Page 52: Sequence Magazine 20

colin frei_mactwist

Dopo esserci incontrati a Milano io e i miei compagni di

merende Denis e Murio ci dirigiamo verso Innsbruck, la città

dove si svolge il contest più famoso d’Europa, il Billabong Air

& Style. Arrivati a destinazione, mi trovo davanti ad una sce-

na che non rivedevo dall’ultimo concerto rock al quale sono

andato. File di ragazzi che sin dalle prime ore del pomeriggio

affollano le vie di Innsbruck diretti verso lo Stadio Bergisel.

Fatti gli accrediti, e dopo aver camminato 10 minuti a circa

zero gradi, arriviamo dove è posizionata la struttura con

il quarter pipe più alto del mondo, ben 12,2 metri ed una

rampa di 150m. Col passare del tempo l’arena si riempie e

inizia il training; la temperatura si abbassa notevolmente,

mentre gli animi iniziano a scaldarsi. Vedere 13.000 spettato-

ri con un tifo da stadio (di calcio) tutti lì per assistere ad una

competizione dello sport per me più bello ed importante è

stata un’emozione unica!

Il vincitore del Billabong Air & Style Innsbruck Tirol 09 è

Colin Frei (SUI) grazie ad uno silosissimo mctwist indy grab

da più di 6 metri di altezza. Il secondo ed il terzo posto della

competizione sono andati rispettivamente a Petuu Piiroinen

(FIN-backside 540 mute grab) e a Olivier Glitter (FR-mc twist

japan).

Il secondo classifi cato Petuu Piiroinen, sfi orando i 9 metri di

altezza, si è aggiudicato anche il noto premio Nokia Highest

Air Award.

L’atmosfera che si respirava, l’altissimo livello dei rider,

la perfetta visione del contest da ogni punto dello stadio

grazie all’alta defi nizione dell’enorme videowall, ma anche i

concerti di Mando Diao e Deichkind hanno reso la serata una

di quelle diffi cili da dimenticare. Viva Pupi.

Paolo Salvatore

048

sequence 33-64.indd 16sequence 33-64.indd 16 16-03-2009 11:58:0816-03-2009 11:58:08

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River Jump_Livignotato chiala_fs 720

IMMAGINI MURIO

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filippo kratter_tailgrab

Vincitore assoluto è stato Chris Soerman (SWE) dopo un testa

a testa che ha tenuto tutti fi no all’ultimo con il fi ato sospeso

durante una freddissima serata con il termometro ben oltre

sotto lo 0. Il tutto presso il fi ume Spoel, in centro a Livigno,

luogo in cui si è svolta la fi nale del River Jump edizione

2009. Ma il mattino tutti al Mottolino Snowpark per la spes-

sissima gara di Slope dove i rider, di cui molti italiani, si sono

confrontati con parte del meglio della scena europea.

Dopo giorni di brutto tempo, come per magia si apre un cielo

blu cobalto per la gara su al park del Mottolino, sempre in

perfette condizioni, moltissimi i partecipanti e pregevole il

livello, direi da guida “Slow Food”.

Yale Cousino (USA), vincitore della scorsa edzione del

RiverJump, si è aggiudicato quest’anno la fi nale dello

slopestyle con una run spettacolare: è partito con un cab 270

in 270 off sul pic-nic table, per passare a un back lipslide sul

street down rail da 13 m, un ampio cab 900 sul primo jump e

ha concluso il tutto con un enorme backside 900 sul secondo

jump “Sono felice di aver vinto uno Slopestyle in cui il set up

era così buono e divertente e il livello di riding davvero alto!”.

Niki Korpela (FIN), 17 anni, ha vinto anche il titolo di Best

Rookie, impressionando giuria e pubblico con due trick da

incorniciare: frontside 1080 e backside 720 sui due grandi

jump fi nali “Sono stracontento di questo premio, soprattutto

perché non me l’aspettavo, è stata una stupenda sorpresa!”

Mi sa che di lui ne sentiremo parlare.

All’imbrunire tutti nei pressi del fi ume Spoel, dove i migliori 8

dello Slopestyle hanno incontrato i 12 pro invitati per la sfi da

del vero e proprio River Jump.

Dopo essersi confrontati con trick davvero spessi, i 1000

erano all’ordine del giorno, i “superfi nalisti” sono stati Mark

Sollors (CAN), Chris Soerman (SWE), Yale Cousino (USA),

Christian Haller (Sui). Chris Soerman ha sbaragliato la

concorrenza con una run bella incazzata: Frontside 1000 indy

sul kicker da 18 metri, boardslide sul rail direttamente sul

fi ume e 360 sul bidone “Sono così gasato, davvero gasato!

Il percorso era da paura e le strutture erano ancora meglio

dopo il secondo reshaping. Il kicker dava una gran velocità

per cui si arrivava al salto del fi ume con una gran spinta che

ti spingeva al massimo, fun! .. e poi la musica, il pubblico..

tornerò sicuramente l’anno prossimo!”

Che dire...ti aspettiamo.

Denis Piccolo

River_ 1°soerman chris 2°sollors mark 3°haller christian

Slope_ 1°cousino yale 2°korpela niki 3°mustonen jonas052

sequence 33-64.indd 20sequence 33-64.indd 20 16-03-2009 11:58:1416-03-2009 11:58:14

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s

simon gruber_bs 720

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Iuter games_Bardolorenzo buzzoni_fs crail

IMMAGINI DENIS PICCOLO

054

sequence 33-64.indd 22sequence 33-64.indd 22 16-03-2009 11:58:2016-03-2009 11:58:20

Page 59: Sequence Magazine 20

aie benussi_fs air

1° lorenzo buzzoni 2° tato chiala e stefano munari

Ci andavo spesso da bambino, i fi ne settimana a scia-

re, ora ci torno un po’ meno. È tutto diverso. I ricordi si

affi evoliscono col tempo, ma avvicinandomi alla meta piano

piano si schiariscono e riprendono forma, ma non so mai

esattamente di cosa mi ricordo. Flash. Forse però era l’altra

valle e a Bardonecchia non ci ero mai stato, ma passavo

spesso gli inverni, i weekend a sciare con i miei amici da

queste parti. Forse ha cambiato nome recentemente…Di

sicuro dopo le Olimpiadi del 2006 qualche cosa è cambiato,

forse inveceè solo un’impressione. Per arrivare da Milano

hanno pensato bene, invece di abbassare la linea della

Tav, di alzare tutti i ponti. Così da creare un tunnel a cielo

aperto, una scenografi a da video Chemical Brothers, Star

guitar, dove tutto è identico per chilometri e chilometri,

noioso, dritto ed enorme!Lentamente le colline iniziano ad

alzarsi, le montagne mostrano le cime sempre più innevate.

Facciamo una pausa. Siamo in ritardissimo, l’aria è frizzante,

fredda, il sole brilla, scalda gli spiriti ma non la mia giacca.

Forse è ancora presto, ma di sicuro si prevede una giornata

bellissima, quello che ci vuole. Caffè e via.Il paese è colpito a

pieno da questa luce scintillante, che scioglie la neve a bordo

strada, tantissima, il riverbero è accecante, c’ è fermento,

macchine che vanno e vengono; casino. Oltre la montagna

c’è la Francia, dove tutto è più ordinato, ma da questo lato,

siamo ancora in italia, non c’è dubbio.Ho sentito di gente

che in preda a istinti di fuga, durante le Olimpiadi, è fi nita in

Francia e se ne è resa conto solo in dogana; convinta invece,

di andare verso Torino. Dicevo, qualche cosa è cambiato….

Bardonecchia località Melezet.

Una jam session, su tutte le strutture del PARK per tutta

la giornata, un contest di ollie ai piedi del pipe e, nel tardo

pomeriggio, la chiusura con una session collettiva in pipe.

Human fl ipper.

La manifestazione ha visto la partecipazione di un centinaio

di rider: dai migliori atleti della scena italiana fi no alle leve

piu’ giovani con l’invito aperto a girare a chiunque.

Giorgio Ciancaleoni, Stefano Munari e Lorenzo Buzzoni

hanno girato fortissimo in pipe, mentre citiamo Tato Chiala,

lo stesso Lorenzo Buzzoni, Max Stampfl , Max Galfrè e Nicola

Borella (lucido) per la session di jump.

Sono stati gli atleti stessi a giudicare e premiare i trick

migliori, riconoscibili da urla e schiamazzi da megafono, con

banconote da 50 Iuteuro, poi cambiati in moneta sonante alla

premiazione, per un montepremi totale di 3.000 euro.

Le medaglie assegnate sono state:

ORO: Lorenzo Buzzoni

ARGENTO: Tato Chiala/Stefano Munari a pari merito

SBRONZO: Nicola Borella

Davide Calafà

giacomo kratter e yan

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O’Neill Garden Of Roses_Siusisimon gruber_bs 720

In Alto Adige spaccano, si sa... Ci sono bravi riders, gli

snowparks sono al top, insomma la scena è veramente

gasata! Anche i contest che organizzano non sono per

niente male; tra l’altro, data la nota precisione dei sudtiroler,

eventuali cene, feste ed intrattenimenti vari legati alle gare

sono sempre interessanti...

Appena saputo che avevo l’occasione di farmi un giro al

Garden of Roses in veste di reporter, mi sono supervolentieri

liberato dai miei impegni per il weekend, e sono partito alla

volta dell’Alpe di Siusi con i miei amici fotografi Giorgio De

Vecchi e Roby Bragotto. Immaginatevi la fatica di sopportare

due persone che parlano nel loro gergo tecnico da fotografi ,

incomprensibile al resto del genere umano... Comunque le

due ore di viaggio da solo con loro sono fi nite, e comunque

gli voglio bene lo stesso!

Arrivati a destinazione, Franz ci sistema in un accogliente

hotel, un attimo di polleggio e andiamo subito alla cena

tipica altoatesina (che si è rivelata ottima) dove troveremo

tutti i rider e gli operatori media invitati. Ci sono un sacco di

personaggi stranieri, attirati dal fatto che il contest è un 4star

Ticket to Ride, quindi riveste la sua importanza, ed in più gli

1° josh shermann 2° tobias karlson 3° stefan karlson

sponsor mettono in palio un sacco di cash... Oggi ci sono

state le prequalifi che open per assegnare i tre posti liberi per

domani, quando si terranno la fi nale e poi la fi nalissima a 12.

Questa sera a letto presto...

Il set-up per la gara, shapeato dai Panettone Bros, è super.

Nazi-box salita e discesa, kicker da 16, 20 e 18m in linea,

ed in fondo un bel wallride. Bello impegnativo direi! I riders

sono belli in pompa, si vedono belle linee, con 720 to 720 o

addirittura 900 to 900. Peccato per il vento contrario che non

dà tanto margine ai riders, molti purtroppo atterrano corti...

Alla fi nale per decretare i 12 superfi nalisti, in mezzo a un

po’ di norvegesi, austriaci ed americani, la spuntano ben 5

italiani, cioè Simon Gruber, Stefano Munari, Marco Concin,

Tobias Sherlin ed il rookie Lukas Valentini. Bene, no? Sono

orgoglioso del loro risultato!

Purtroppo il vento aumenta, rendendo quasi impossibile

girare, e quindi le superfi nali sono rinviate a domani. Non ci

resta che gasarci a mangiare e bere grazie alla sapiente arte

grigliatoria dei Panettone Bros, e soprattutto prepararci per il

party di Carnevale, a tema ‘60 e ‘70, di stasera....

The day after... Tutti cominciano a riprendersi piano piano

dalla festa, ed i ricordi lentamente riaffi orano... Il contest

per fortuna inizia tardi, e per fortuna soprattutto non c’è più

quel guastafeste del vento di ieri. Oggi i riders si esprimono

decisamente meglio, non hanno più il problema di arrivare

a pelo sul landing, quindi osano di più. Sinceramente sono

frastornato da tutte queste rotazioni, tendo a non capire più

nulla, non saprei dire chi è in vantaggio sugli altri... Che gli

11 fi nalisti (uno non si è presentato al via) spacchino tutti è

comunque fuori di ogni dubbio, come non è in discussione il

super style di Simon Gruber.

Arrivano le premiazioni, con tutte le interviste e le foto di

rito, e vedo già tutti i presenti che si fi ondano come degli

avvoltoi al banco del bar per cominciare un’altra session di

wurstel&birra. Sarei tentato di stare qui ancora un po’, ad

abbronzarmi, mangiare e chiacchierare, ma i miei compagni

di viaggio mi riportano alla dura realtà: abbiamo parcheggia-

to in divieto di sosta per fare prima, meglio se ci muoviamo

per scongiurare una multa...

Grazie Garden of Roses, mi sono proprio divertito!

Marco “Rezza” Resenterra

IMMAGINI DENIS PICCOLO

056

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on

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SIMON GRUBER

about

FOTO & INTERVISTA DI DENIS PICCOLO

“ho conosciuto bene Simon in California, condividendo con lui

per molti giorni un letto da una piazza e mezza in uno squallido

“motel6”. E’ sicuramente il rider con la maggior determinazione

che abbia mai conosciuto, il primo a salire in park, l’ultimo ad

andarsene, ama lo snowboard oltre la sua immaginazione, non si

rende ancora conto di quanto è forte e di quanto ancora può mi-

gliorare. Qualcuno dice che ogni volta che lo incontra ha imparato

un nuovo trick, altri si fermano a godersi il suo stile, io mi limito a

fotografarlo, per la gioia delle mie lenti e dei nostri lettori”

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060

Simon, dove, quando è perché è iniziato tutto?

Tutto è iniziato in un piccolo resort qui vicino a casa mia, io

mi allenavo con gli sci per le gare, e vedevo i miei amici che

andavano con la tavola, così nella pausa pranzo ho deciso

di provare anche io, ma avevo le scarpe da ginnastica e non

mi sono divertito un granché..avevo 13 anni. Per un anno

ho ancora sciato poi mia madre mi ha regalato una tavola

da snowboard per Natale, una tavola senza marca con 3

scimmie sopra, c’è l’ho ancora, un ricordo fantastico.

Le collezioni tutte le tue tavole?

Sì, quasi tutte...specialmente le prime, ma molte degli

sponsor ho dovuto darle indietro, un vero peccato, ora però

me le fanno tenere.

Cosa rappresenta per te lo snowboard?

Una passione che ora è diventato un lavoro.

Se non fossi stato un rider cosa saresti stato?

Sarei un meccanico, forse in questo momento stavo truccan-

do una vespa. Era il mio lavoro prima di fare a tempo pieno

lo snowboarder, mi piace, è divertente. Chissà che un domani

non ci faccia un pensierino.

Sei tra i migliori rider della scena italiana, cosa ti manca o

quanto ti manca per esplodere anche in Europa?

Forse mi manca ancora un po’ di esperienza.

Recentemente abbiamo fatto un viaggio insieme in California

al Superpark di Mammoth. Che differenze hai trovato tra il

loro snowboarding ed il nostro?

Secondo me c’è molta più gente che è in grado di snowbor-

dare ad alti livelli, la mia sensazione e che si divertono molto

di più.

In che cosa siamo fottutamente indietro in Italia?

Sicuramente con il park, loro mettono a disposizione tutta

la montagna invece noi un pezzetto di qua e un pezzetto di

là, troppo poco, dobbiamo progredire in questa direzione,

servono intere piste dedicate allo snowboard.

Ti alleni moltissimo, sei sempre sulla tavola, è per migliorare

o perché non puoi proprio farne a meno?

Perchè non ne posso proprio fare a meno e perché mi piace

da impazzire la montagna, non riesco a starci lontano, è un

richiamo costante.

Ti sto iniziando a conoscere sempre di più, perché sei sem-

pre in mezzo alle palle....ti vedo dappertutto...la tua crescita

è esponenziale, dove vuoi e dove puoi arrivare?

Non mi sono posto dei limiti, cerco di sfruttare al massimo

tutto quello che mi capita e poi me ne tornerò a lavorare

veramente, vorrei fare magari il maestro di snowboard, il

prossimo anno cerco di iscrivermi al corso, è un’idea che mi

frulla nella testa.

Non è un po’ limitativo che un rider come te aspiri a fare il

maestro?

Lo vedo come un’opportunità, un lavoro in più che un domani

potrei fare e poi si guadagna bene.

Quando un rider raggiunge un certo livello generalmente si

trova davanti ad una scelta, partecipare ai contest oppure

fi lmare e fare shooting in quantità industriali. Che vantaggi ti

dà una scelta e quali invece l’altra?

Ai contest si riesce a tirare su dei soldi che servono sempre,

invece far shooting serve per la mia visibilità e per le mie

aziende, ma ad essere sincero mi piace fare tutti e due,

ma può capitare che invece una mattina non ho voglia di

fare né uno né l’altro. Ma per il futuro sarò più presente nei

video e sui mag, voglio concentrami maggiormente nelle

photosession.

Quanto è importante uscire nei mag e video italiani e quanto

invece lo è uscire in quelli europei?

E’ molto importante per gli sponsor e per la visibilità che

ottengono, in questo momento voglio cercare di uscire

maggiormente nei mag europei, in Italia ho già avuto molta

visibilità.

Sei molto legato alla tua crew Altotesina, quasi ognuno di

voi non volesse staccare i cordone ombelicale che vi lega,

come mai?

Ci vogliamo bene, ci piace girare insieme, ci divertiamo.

Si dice che quando siete insieme combinate poco, a diffe-

renza di quando siete distanti e producete risultati, conosci il

perché di questa cosa?

Sì è vero, si dice questo ed è anche vero, ma solo in fresca,

lì litighiamo sempre, abbiamo idee diverse, forse abbiamo

troppo confi denza uno con l’altro.

Perchè ti chiamano “spadino”?

E’ tutta colpa di Aie, perché un po’ di tempo fa ero piccolo

e minuto fi sicamente, ed ero ospite a casa sua a Cervinia,

cucinavo, pulivo, facevo tutto, e a lui piaceva chiamarmi

Spadino, non mi piace come soprannome.

Mammoth California - pics Denis Piccolo

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BS 900 melon Mammoth California - pics Denis Piccolo

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BS 720 melon Mammoth California - pics Denis Piccolo

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So che per poco ti è saltato il gancio per fi lmare con Isense-

ven, cosa non ha funzionato?

Loro erano molto motivati a fi lmare con me, ma purtroppo

non sono riuscito a trovare del budget per pagarmi la parte,

ma se riesco a beccarli ogni tanto durante i loro shooting

dovrebbero fami una piccola parte, questo non scriverlo

perchè è un segreto :-)

Chi è per te la persona più importante nel tuo cammino di

snowboarder?

Inizialmente Aie perché mi ha passato il primo sponsor

che fù Santa Cruz, poi Alex di Fakie mi ha dato una grossa

mano con Siusi, Dvs e vari contatti che senza di lui non ci

sarebbero mai stati, e poi mi dà la possibilità di collaborare

con il park di Siusi, che ci tengo moltissimo.

Il tuo prossimo viaggio.

Vorrei ritornare in America, sempre a Mammoth. Mi sono

trovato benissimo ed ho imparato davvero tanto.

Ti sei mai ispirato a qualche rider?

Una volta mi piaceva molto Hampus, mi piaceva il suo stile,

la sua precisione, il suo snowboarding.

Quali sono gli interessi oltre allo snowboard nella tua vita?

Mi piace arrampicare, mi piace andare in giro con la mia

vespetta, la sera spesso esco e faccio festa, amo lo skate e

la bici, insomma sono un ragazzo sportivo.

Ci sono differenze tra la scena est e quella dell’ovest?

Mi sembra che loro girino più in fresca e noi più in park.

Meglio un trick molto stiloso o meglio un trick molto tecnico?

Mi piace fare un trick molto tecnico con un bello stile, non mi

piace chi fa un trick super tecnico come un 900 ma senza

un minimo di stile, ci vuole il giusto mix.

Qual è stato il giorno in cui hai avuto più soddisfazione nel

tuo percorso di snowboarder.

Lo scorso anno in America al Superpark con te e Filippo,

quando abbiamo girato nel salto da 30 metri, la sera ero

contento, sono andato a letto felice.

Invece quello che vorresti dimenticare?

Due settimane fà a Campiglio nel training quando ho preso

una storta alla caviglia, ho rischiato di rovinare tutta la

stagione.

Cosa ne pensi del livello italiano nello snow?

E’ abbastanza basso, potrebbe essere più alto, forse i riders

non sono così motivati, manca un circuito di gare serio,

adesso è uscito questo Snowboard Challenge, speriamo!

Nelle gare italiane vengono troppo spesso invitati solo i

super pro, non si dà spazio ai rookie, quindi non si aprono le

porte a nuovi rider.

Cosa ne pensi dello Snowboard Challenge?

E’ una cosa abbastanza fi ga, tutti hanno la possibilità di

girare, mi sono divertito. Ma non voglio dire di più.

Per progredire nello snowboard è meglio girare con rider

sempre differenti o e meglio avere sempre la stessa crew?

Io preferisco girare sempre con la stessa crew, mi diverto

di più.

Cosa ne pensi della nazionale?

Mi piacerebbe entrarci per far delle gare, ma fi nora non ho

ancora raggiunto un livello decente in pipe, devo allenarmi

di più, ma comunque rimane un mio obbiettivo. Faccio fatica

a trovare un pipe comodo per girarci ed allenarmi, sono tutti

lontani, ma forse dovrei passarci un po’ di tempo dentro,

chissà cosa ne esce fuori.

Ti piacerebbe gareggiare alle Olimpiadi?

Certo, dev’essere un’emozione incredibile.

Che rapporto hai con i tuoi sponsor?

Un ottimo rapporto, molto amichevole.

Com’è deve essere il tuo park perfetto?

Deve avere almeno tre salti in fi la, minimo 15 metri, un po’

di rail per jibbare, con a fi ne pista delle ragazze che urlano

il mio nome!!

Ringrazia chi devi.

Rigrazio la mia famiglia, la Sequence Crew, Arturo di Random

ed invece Killer no :-), la mia ragazza, Forum, FourSquare,

Smith, Dvs, Skull Candy, Fakie Shop, Elm Company, Alex

Berger, tutta la crew degli Hobbit, i miei amici.

Switch Nosepress - pics Murio

Simon dopo le session californiane, sciolina e mail - pics Denis Piccolo

064

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FOTOGRAFIE MURIOPAROLE DAVIDE CALAFA’

066

LA MIA IDEA DI SNOWBOARD RUOTA INTORNO ALLA

MORBIDEZZA DEI MOVIMENTI ED ALLA SINTONIA DEL

RIDER CON LA TAVOLA. NON SI TRATTA DI STABILIRE SE

L’UOMO O LA NATURA SIA IL NOSTRO PRINCIPALE PUNTO DI

RIFERIMENTO, MA DI LASCIARSI TRASPORTARE IN UN MOTO

DI APPARTENENZA AL MONDO STESSO. SI AVVERTE QUINDI

UNO STIMOLO ALL’AVVENTURA SEMPRE PIÙ INCALZANTE; SI

CERCA IL GUSTO DELLA VERTIGINE IN OGNI CIRCOSTANZA,

L’AVVENTURA ROMPE INFATTI IL CICLO ORDINARIO DELLA

VITA, CHE UNISCE ED INTRECCIA EVENTI, LUOGHI E PERSO-

NE. E’ UN USCIRE DAGLI SCHEMI COSTRUITI A PARTIRE DA

UNA RETE DI ABITUDINI E CONDIZIONI FORTI DELLA SOCIETÀ

IN CUI VIVIAMO, ED UNA VOLTA FUORI SI VIVE IN UN MISTO DI

INCANTO E PAURA.

Con questo tipo di premessa poco importa quello che si è

una volta messa la tavola ai piedi: pro, fl ow o principiante,

l’importante è godere di quello che si fa, in armonia con

l’ambiente. Ci sono persone fortunate che hanno una

propensione naturale, stile fi n dall’inizio, magari senza fare

nulla di tecnico, ma esprimendo con energia la fusione

tra sé, tavola e neve, natural player. Altri che, lavorando

duramente, hanno comunque acquisito questa naturalezza a

forza di discese, jibbing e quant’altro. Un ritmo, uno stile, un

beat possono aiutare a defi nire l’ andatura di un rider, mentre

una canzone, magari riascoltata per caso, rimanda spesso

attraverso fl ashback, sprazzi di lucidità, e dejavù a viaggi ed

esperienze vissute in modo intenso. Swiss Switch tratta di

One week trip a Laax di Nike 6.0 ed è accompagnato da

un beat molto forte, incalzante, divertente che esprime una

carica positiva verso tutto quello che circonda… le nevicate,

il sole, gli amici, il team, la gente intorno, ma soprattutto

verso sé stessi. Lavorare a 15 sottozero è un’impresa diffi cile

se non si è convinti ed orientati verso l’obiettivo fi nale,

l’atmosfera del team era quindi forte di una stretta collabo-

razione tra i vari elementi, grande intesa, condivisione ma

anche e soprattutto di divertimento con l’occasione di potersi

confrontare e migliorare continuamente raggiungendo e

superando i propri limiti. Nike 6.0 rifl ette un mood di vita che

lega gli ambienti street alle varie realtà sportive, mood aperto

e non focalizzato su un’unica disciplina, è presente nella sce-

na snowboard, surf, skate, bmx wake, moto e mtb; non vuole

essere un brand tecnico, ma rappresenta più uno stile di vita

“with more smile and more style”, che si infonde tra i giovani

rider delle varie discipline per questioni di stile, creatività,

abilità. “Spawn tomorrow’s heroes of today”. E’ quindi in

questo mood che gli atleti cercano di raggiungere la destina-

zione prefi ssata per la realizzazione di Swiss Switch”: Laax.

Siamo abituati a vivere il viaggio solo a partire dal momento

dell’arrivo a destinazione, ad esempio non viene contato nel-

la nostra avventura il tragitto, siamo convinti che il viaggio in

quanto tale inizi una volta già a destinazione: arrivo, scendo

dall’aereo, aspetto il bagaglio, esco dall’aeroporto ed allora

inizia il viaggio…sentiamo, ma probabilmente se riuscissimo

a trovare un modo di far rientrare nelle nostre esperienze an-

che il “modo” di raggiungere la meta, vivremmo la questione

in maniera diversa. Il viaggio non è solo la meta, ma come

la si raggiunge. Mi raccontavano degli amici cileni che in

Cile, appunto, è molto diffuso l’Hijacking, l’autostop, perché

nelle abitudini della gente è ancora rimasta la consuetudine

di dover viaggiare sempre in almeno due per macchina, per

una forma di controllo durante la dittatura di Pinochet, e così

ancora oggi la gente offre e riceve passaggi a sconosciuti

NIKE 6.0 TRIP

Plazy skeita nel corridoio del riders palace...

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068

Davide Vagheggi

senza nessuna inibizione…Pollice verso, signifi ca… andia-

mo?? Ma in Svizzera, evidentemente non è proprio così; credo

complice di questi fraintendimenti sia anche la rigidità del

clima e la stretta osservanza di regole che portano le persone

a non trasgredire usi e costumi consolidati. I tre rider, Ruggero

Naccari, Davide Vagheggi e Daniel Plazy inneggiano allo scroc-

co di un passaggio con tavole e zaino, sotto la bufera di neve

che si intervalla a timidi sprazzi di sole, per potersi avvicinare

alla meta. Le reazioni della gente non sono quelle desidera-

te, chi bruscamente accelera per superare l’imbarazzo, chi

addirittura risponde da dietro il fi nestrino con un altro pollice

all’insu’, ma senza fermarsi o chi fa il segno di “peace” ma

da dentro un Suv con vicino la solita Barbie super pettinata,

si rischia l’investimento ma si cammina, con pollice all’insu’,

congelando, ma si sa, in questo ambito possono passare ore

prima di riuscire nell’intento o essere così fortunati da trovare

qualcuno che animato da pura compassione apra lo sportello

e carichi i tre routard. La giornata passa in un misto di gioia

e sconforto, gioia al momento del carico e del passaggio,

sconforto quando ad un incrocio bisogna scendere, nell’attesa,

col pollice all’insù, di un’altra macchina. Il morale è alto ed in

qualche modo i tre riescono ad arrivare a Laax riunendosi con

il resto del team produttivo. La fatica ed il disagio dell’autostop

vengono ricompensati da un’accoglienza calorosa all’interno

del Rider Palace. Posto al di sopra di un laghetto artifi ciale che

gode di un’ampia veduta su tutta la valle. L’architettura rifl ette

la scelta dei materiali di dialogare con il contesto, i volumi

semplifi cati ma mai totalmente puri sono immediatamente

riconoscibili. Vi è un’alternanza dei rivestimenti lignei e di

enormi vetrate, cosi anche dall’esterno è possibile identifi care

le varie aree… accoglienza, Bar, Lounge, e la posizione delle

camere. Corridoi dalle luci fl uorescenti di diverso colore per

ogni piano conducono alle stanze. Le camere sono molto

semplici e funzionali, ma estremamente comode, se non per

lo sportello del bagno che privo di ogni sistema di ventilazio-

ne si sfoga direttamente verso uno dei tre letti, il soffi tto di

tutto l’edifi cio è realizzato in pannelli di cemento imitando la

disposizione delle tavole in legno delle costruzioni rurali, in

una sorta di pietrifi cazione industriale, che ben si combina

con le trasparenze delle grandi vetrate a tutta altezza delle

stanze, permettendo all’edifi cio di non creare meraviglia, ma

di mostrarsi nella sua ordinaria concretezza . Rider palace si

propone come una realtà attiva offrendo una serie di eventi,

serate, party, all’interno della propria sede in concomitanza

con la scena snowboard di Laax. Si prende posto, si spiegano

le lenzuola, si aprono gli asciugamani, si svuotano le borse e ci

si abbandona ad un po’ di riposo. Si inizia a creare quel came-

ratismo da gita scolastica: si invadono le camere degli altri,si

usa il bagno degli altri, per via della fi nestrina sul letto, gli altri

usano il nostro bagno, si gira in skate nei corridoi, si montano

gli attacchi, si punta la receptionista… e si cena insieme. Il

problema in un paese straniero può essere la lingua, ma non

ho mai visto persone senza sapere una parola di quello che

dicevano spiegarsi così bene. Mangiavo sempre quello che

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Davide Vagheggi INDY nella pazzesca fresca di Laax

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Plazy NOSEPRESS con stile, molto stile

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non ordinavo, ero l’unico, così presi l’iniziativa di assecon-

dare le scelte degli altri in fatto di cibo, e alla fi ne arrivavano

queste megaportate di patatine e roshty con carne succulenta

guarnita con ogni genere di minchiata. La lentezza è una virtù

di vita, anche al ristorante. Slow food, slow people, slow man.

E’ normale come in un gruppo nascano spontaneamente nick,

modi di dire e di fare, come si evidenzino abitudini. Così ci

troviamo in compagnia di Slowman, sempre il primo e l’ultimo,

Zanca con le sue sigarette che fanno ridere, Ace cinghia lotto,

che post sbocco colma il suo vuoto con altrettante chips e

cola...

La prima sera si spende a girare in cerca di spot per rail

notturni e qualche ripresa in street, occhi listo su tutti i

corrimani e muretti, nevica… nevica… le ruote slittano.

Speriamo domani ci sia il sole! La sveglia suona. Ne suona

un’altra, e un’altra ancora…bisogna alzarsi, si aprono le tende

della stanza, e … c’è nebbia, le nuvole sono basse…Il

programma, come il prefi ggersi una meta, innesca dentro di

noi meccanismi piuttosto pericolosi, soggetti a continui

affanni, abbiamo scelto un obiettivo in un programma da

svolgere in un certo tempo. Una settimana di duro lavoro ci

aspetta; meteo, spirito del rider e location sono le tre variabili

per una session memorabile. Nevica, fa un freddo cane, il

posto è comunque ricco di nuovi spot, ma il tempo gioca un

brutto ruolo sullo spirito di gruppo. Dopo lo shock della sveglia

ci si concede una ricca colazione ed è in quel momento che

raggi di luce penetrano le nuvole ed iniziano ad illuminare la

valle; cambia il mood, la reattività delle persone è impressio-

nante di fronte alla presenza del sole, c’è frenesia, si corre, si

vuole andare in park; andiamo! Il sole illumina, e il riverbero

sulla neve permette di stare in felpa, si inizia a girare, si

scelgono una serie di jump come riscaldamento, il park è

grande, un pipe gigante divide l’area in due, piccoli funbox,

tronchi, rail compongono questa prima parte, mentre dall’altro

lato del pipe, kick di 18 metri in sequenza prendono il

sopravvento su qualsiasi infrastruttura, sopravvive un timido

pipe più modesto del primo per forma e dimensioni ma

ugualmente interessante. La scena snowboard in Swiss è

ricca di personaggi interessanti, dal gestore del park,

disponibilissimo per qualsiasi cosa, ai rider vari che senza

troppe parole e ricami girano forte nelle strutture del park.

Partenza, discesa, salto, la neve non tira molto, ma

ugualmente si chiudono bei trick, come un bel 720 in park di

Ruggero, la gente incita dalla seggiovia, qui la lingua conta

poco ed è l’entusiasmo dell’incitamento che gasa i rider, che li

spinge ad andare..andare…Si gira in pista, si trovano alberi da

boncare, trick da chiudere in fresca, c’è energia. Il panorama è

mozzafi ato, le nuvole scivolano via veloci tra le gole e le valli

dell’ intorno, le cime sono imponenti e graffi ano un cielo

limpido, pinete coperte di neve disegnano i fi anchi delle

montagne. La luce del sole radente accentua ogni dettaglio,

vediamo ciò che avremmo desiderato vedere. Il primo giorno è

sempre un misto tra prova, entusiasmo, novità e adrenalina. E

così anche la sera dopo aver mangiato e riposato si riparte in

cerca di altri spot per i giorni successivi. Il mattino ha l’oro in

bocca, ma se nevica pesto, ha tutto un altro sapore, Delle tre

variabili sopracitate ora la più imprevedibile resta il meteo, ci

si ingegna comunque per poter sfruttare al meglio anche la

situazione meteo meno adatta, girandola a favore per una

serie di riprese in fresca. Varie risalite in funivia permettono

una ricognizione aerea delle aree più interessanti, tetti di baite,

linee in fresca lungo pendii vergini, boschetti, pinetti da bonca-

re. Tutto viene poi valutato a terra, spesso tradendo le

aspettative, in effetti dall’alto tutto sembra perfetto, si valutano

i landing, o le posizioni per eventuali kick, si valutano i tetti

delle baite… continua sempre a fi occare e la nebbia si rompe

solo per alcuni momenti facendo fi ltrare la luce del sole. Dopo

vari tentativi si trovano alcuni spot interessanti, e si inizia a

costruire il kick, si tratta di una slashata sopra un pillow

enorme di 3 mt di altezza, Davide cerca di saltarlo e ci riesce,

atterraggio morbido, in fresca. Il pillow rimane così pieno di

neve che Ruggero cerca comunque di tagliarlo in due e

soddisfatto realizza la sua minislavina. Nel silenzio della

nebbia echeggiano i boati delle esplosioni antivalanga quasi a

monito che la montagna non può essere presa solo con una

seggiovia, e vincenti trovarsi in cima. La nebbia è cosi densa

che ci si perde subito lungo le piste per poi ritrovarsi in

albergo. Laax è strutturata intorno agli impianti sciistici, molto

ben organizzati, veloci e fl uidi nel gestire le code, un

comprensorio enorme con un park di tutto rispetto, ma si

preoccupa anche di costruire qualche struttura a fondo pista

cosi da democratizzarne l’uso. Questa ministruttura è

costituita da due rampe di scale con ai lati due funbox e

centrale il rail, posto di fronte al punto di arrivo dove sono

allestiti i vari servizi per turisti con tutta una serie di bar e

caffetterie che in serata sono aperti diffondendo buona musica

su tutto il piazzale. Una costante di queste giornate è la neve

che, variando di intensità, copre copiosamente ogni cosa ma

per fortuna scivolando via dai funbox…Si iniziano a montare

le luci, si decidono le postazioni, si preparano i cavi, si monta il

crane ed iniziano le riprese, una …due….la neve rende più

diffi cile ogni trick, ma si continua, non si perde un colpo…

dalla montagna scende un gruppo di amici con degli slittini

microscopici, velocissimi e saltano il cavo delle luci…già si

prevedeva il disastro! Plazy chiude la session con un

bellissimo XXXXXXXXXXXXXXXX che regala soddisfazione e da

buonfi nelavoro a tutto il team. Siamo tutti esausti, ma

soddisfatti del girato, si divora un panino, si vedono le riprese,

e ci si prepara per l’indomani. Si gira continuamente, si

cercano spot, ma le condizioni meteo non aiutano! Troviamo

una linea di pillow in chiusura di una cresta, ci sono i primi

pini, è una fatica pazzesca salire fi no in cima, la neve è

tantissima, ma ogni passo è un brivido in più da provare in

discesa, e allora si sale...si sale fi no in cima. Mentre i rider

salgono si prepara il campo base, si scelgono le angolazioni

migliori per le riprese e tutte le prove del caso. Ripresi con uno

zoom tele le sagome si distinguono appena per il colore delle

giacche…intorno…camionate di fresca vergine, che

disegnano una serie di pillow in sequenza. Il segnale di ok, si

appresta la videocamera, si imbraccia la fotocamera ed il

primo, Davide inizia a scendere... velocissimo…la neve è

tantissima, ci si rende conto della quantità solo al vederlo

sparire e ricomparire dopo un salto, sembra che i rider

sbuchino dal nulla..da questa nuvola di neve che si creano,

veloci, con stile chiudono uno dopo l’altro i loro trick sui pillow,

a volte si cade a volte no, è un equilibrio precario ma la

risposta di ogni rider è estremamente reattiva e ad ogni

discesa si stacca la tavola e ricomincia a salire…ancora ed

ancora. La gente incuriosita si ferma sulle piste ed osserva

meravigliata da lontano tutte le evoluzioni. La giornata si

consuma in un paio di spot, porta, sposta, smonta, rimonta, si

crea un attivismo che si fa beffe del maltempo, si apprezza il

lato bello del lavorare con entusiasmo solo se ci si è trovati

qualche volta in diffi coltà La sera si inizia a scalpitare, non si

fi lma ma si vuole uscire, jacky e toblerone la fanno da padrone

per alcuni, chi sviene sul letto per la giornata pesante, c’è chi

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Ruggero Naccari ROCK TO FAKIE in faccia al cemento

072

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Page 77: Sequence Magazine 20

Davide Vagheggi FS 180 BONK

trova un paio di tette fi nte, buona che il resto è vero, chi si

imbuca dentro una camera, insomma chi cerca trova, i

racconti del giorno dopo condiscono un po’ tutta la giornata

regalando quel pepe in più che fa saltare ancora più in alto. Si

cercano altri pillow, altre linee…altri spot, nevica ancora, le

linee del giorno prima sono state cancellate. Si trovano altri

spot, si inizia a costruire un kick di fronte ad un altro pillow

enorme, si inizia a giocare, salti, trick chiusi, cadute, nuvole di

neve, Davide chiude un backfl ip veloce e potente. Plazy

scende dalla montagna facendo un po’ di curving in fresca, la

surfata è potente, l’onda di fresca che si solleva è altissima,

destra, poi sinistra, poi destra…Ci si sposta su un’altra linea,

si vuole girare ancora su altri pillow. Abbiamo tutti sognato di

essere Tarzan da bambini, ci piaceva identifi carci con questo

personaggio nudo,allevato dalle scimmie in mezzo alla foresta,

era uno dei nostri idoli, volevamo essere come lui, imitavamo

il suo urlo nella giungla; questo è sintomo dell’amore che tutti

provano per l’avventura, ed il sogno dell’infanzia si concretizza

in età più adulta in una propensione per un certo tipo di sport,

estremi e spesso artifi ciosi, lo spingersi oltre. Scelta la zona si

decide quale percorso scegliere per la ripresa, poi ci si muove.

La salita a piedi è lunga, faticosa. Dalla cima i rider scrutano la

discesa, lanciano qualche palla di neve per valutare la

pendenza. Gli occhi vagano alla ricerca della linea perfetta

ideale, valutando tra una serie di dinamiche e variabili,

praticamente in automatico, forti delle proprie abilità ed

esperienze. Davide scende per primo, veloce, sicuro, salta, ma

in traiettoria, nel boncare un albero, perde stabilità e non

chiude il trick. Ci riprova, ora conosce il terreno, sa dove e

come staccare; parte , scende veloce, stacca altissimo, bonca

il pino di prima, e chiude un bel 360 in aria atterrando al limite

del landing. Uau! La giornata procede in tentativi, migliora-

menti, prove continue, fi no a quando la luce per fi lmare

scarseggia… si rientra. Le previsioni per l’indomani

prevedono miglioramenti. Così, forti di una bella giornata da

sfruttare, si programmano gli eventi; al risveglio però ci

sorprende l’esatto opposto, ha nevicato così tanto che non

sono nemmeno state battute le piste, divertenti per girare free,

con 30 cm di fresca ovunque (oltre a quella accumulata nei

giorni precedenti) ma le nuvole basse hanno fatto sì che la

maggior parte degli impianti restasse chiusa, a quel punto non

restava che ritornare in albergo, ma presi da un’insolita attività

ci siamo mossi alla ricerca di due street spot già intravisti per

valutare di giorno e costruire di notte. Il primo purtroppo non

offriva alcuna forma di atterraggio, tirava tantissimo, peccato!

Il secondo invece era l’ingresso di un sottopassaggio su cui

tentare un wall ride. Ci si prepara per intervenire la sera. Si

montano luci, fl ash, si prepara il generatore. Si inizia a spalare,

ci sono due trick possibili, un wall ride ed un pipe appoggiato

ad una di queste pareti. Si prepara il tutto. La gente passa

incuriosita, fa domande, osserva…Si inizia, si tenta con il wall

ride, purtroppo non c’e’ abbastanza spinta, allora Plazy si fa

trainare dal furgone per strada fi no al punto di stacco, uno,

due, tre tentativi ma non c’è abbastanza spinta, si riprova

senza successo, è dura non riuscire in un evento tanto

programmato, a volte non dipende dalle proprie capacità ma

da una serie di fattori imprevedibili che non vengono mai

tenuti in considerazione . Ruggero invece si è costruito un pipe

a regola d’arte ed ora è il suo turno, parte, scende, boom,

rock’n roll! Chiuso, allora si decide di sfruttare il trick per altre

inquadrature e allora via che Ruggero su e giù continua a

pompare il suo pipe! Si smonta ed è già mezzanotte,

domani…dicono, ci sarà il sole Si avverte nell’aria una

naturale propensione al caos, nei modi di fare, anche solo

durante una cena, passando una fetta di pane si riesce a

rovesciare bicchieri, bottiglie, far cadere tavole e alla fi ne, far

cadere anche il pane stesso, stando seduto per non

inciampare contro il tavolo con una naturalità degna di quello

che si diceva a piè pagina…natural player… Caos è una

forma di ordine. Geniale. La sveglia oramai collaudata ci porta

ad aprire la fi nestra e….nuvole…maledette nuvole, è l’ultimo

giorno e non abbiamo ancora visto il sole…Il destino è

beffardo, il tempo di una doccia e la stessa fi nestra inquadra

una scena totalmente diversa, le nuvole sfi lano veloci spinte

da un vento provvidenziale, si apre..si apre sempre di più,

allora è vero, oggi c’è il sole! Montiamo il crane su al park…Il

crane o gru è un sistema che permette certi movimenti

camera soprattutto in altezza, per bilanciare sul braccio il peso

della camera si posizionano una serie di pesi dell’ordine di 25,

30 kg. Tutta la struttura è in acciaio e portarla su in cima alle

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Ruggero Naccari SLASH dentro i muri ghiacciati del pipe

074

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Page 79: Sequence Magazine 20

Davide Vagheggi & Ruggero Naccari

piste è semplice, ma spostarla diventa ogni volta problemati-

co.La disponibilità del responsabile del park di Laax è stata

provvidenziale, un quad cingolato ci ha aspettato all’arrivo

della funivia, per poter caricare tutta la strumentazione. La

giornata era bellissima, meglio del primo giorno, il vento

soffi ava portando con se cristalli di neve che brillavano e si

rifl ettevano alla luce del sole, come se costantemente avessi

le allucinazioni…il sole!!! Il lavoro da fare è molto, si cerca di

riprendere nella zona di salti e minipipe. Ruggero parte, bonca

il tronco e chiude con una bella slashata sul pipe, da

copertina, è gasato, non si vuole fermare, va, scende, salta,

seguito a ruota da Plazy e Davide, i tre girano forte, su e giù,

purtroppo i tempi di risalita della seggiovia impongono di

rispettare un certo tempo tra una ripresa e l’altra cosi il nostro

amico del park si offre di dare uno strappo per un po’ di giri ai

rider…Il quad cingolato a nostra disposizione… beh,

sembrava essere in un videogioco, purtroppo una serie di

inconvenienti tecnici hanno imposto che solo uno dei rider

riuscisse a girare per questa ultima fase e quindi su e giù, il

kick era suo, rotazioni, 720....Bravo Ruggero, e nonostante

avesse girato fi no all’ultimo voleva ancora girare…Ci si

concede un po’ di relax, una birra al bar in cima alle piste, la

visione di un panorama che avremmo voluto vedere anche

durante gli altri giorni…Silenzio. Il sole si è fatto vivo, abbiamo

lavorato tutti duramente, il clima amichevole e di collaborazio-

ne nel team ha permesso a tutti di dare il massimo. Si carica e

si riparte, due curve e metà furgone dorme, altre due e anche

tutti gli altri cedono, sarà ma queste strade svizzere hanno un

non so che di inpnotico… tutto questo luccichio…

“Alessandro D’onofrio _ Anomalie della norma” “Può accadere

in una fredda mattina di inverno mentre si passeggia assorti,

in un’atmosfera densa, ogni cosa ci appare così nitida e defi -

nita da sembrare nuova. Ma non è un fenomeno prevedibile,

può manifestarsi in ogni momento: ad esempio quando si

sogna o si è ubriachi. Si tratta solo di un attimo. In queste cir-

costanze si ha la certezza che quello che ci appare non sono

dei semplici dati forniti da un occhio imparziale, si comprende

che le immagini sono costruite dalla nostra mente. Essa, pur

ricevendo un input, cambia improvvisamente l’interpretazione,

la logica, fermandosi su signifi cati capaci di disegnare nuove

realtà alternative. Ci si arresta, allora, con un senso di vertigine

sul limitare di un baratro: nulla di consolidato dietro le spalle,

infi nite possibilità di fronte. Il malessere passa rapidamente

e altrettanto velocemente si torna alle certezze di sempre.

Quello che rimane è un’ombra, un sospetto nei confronti della

realtà che distrattamente ci siamo costruiti”.

Il senso di tutto questo… è di non guidare sentendo gli altri

col rischio di parcheggiare la macchina su di un’altra e poi in

un attimo di lucidità, rendersi conto della realtà che distratta-

mente abbiamo costruito.

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100

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Page 81: Sequence Magazine 20

SIMON GRUBER FILIPPO KRATTERMammoth CaliforniaPhoto Denis Piccolo

Raccolta di immagini

DENIS PICCOLOMURIOANDREA RIGANOMATT GEORGESERIC BERGERIVASCO COUTINHO

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Page 82: Sequence Magazine 20

GIGI CAPPELLO | WallrideVezzena VicenzaPhoto Andrea Rigano

R][

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Page 83: Sequence Magazine 20

STEFANO CARINI | Monster Step DownLa Thuille

Photo Vasco Coutinho

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Page 84: Sequence Magazine 20

MATTEO BORGARDT | Stalefi shGaverLand Italia

Photo Denis Piccolo

R][sequence 65-96.indd 16sequence 65-96.indd 16 16-03-2009 12:02:4816-03-2009 12:02:48

Page 85: Sequence Magazine 20

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Page 86: Sequence Magazine 20

KALLE FRASSY | DropCervinia ItaliaPhoto Cristian Scalco

R][

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Page 87: Sequence Magazine 20

LUKAS GOLLER | WallrideSecret Spot

Photo Matt Georges

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Page 88: Sequence Magazine 20

FILIPPO KRATTER | BS 360ChilePhoto Eric Bergeri

R][

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Page 89: Sequence Magazine 20

ANDREA TORELLA | 50-50Milano

Photo Murio

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Page 90: Sequence Magazine 20

NITRO

MISFIT

La twin Misfi t l’anno prossi-

mo si presenterà rinnovata

nella grafi ca, ma soprattutto

nel fl ex con un camber più

basso (camberlow) renden-

dola ancora più freestyle

aiutandovi nell’andatura

in jibbing. Se la monterete

arretrata, avendo una

buona reattività, potrete

girarci bene anche in pista.

Rispetto all’attuale sarà più

morbida, disponibile anche

la versione Wide.

BURTON

JOYSTICK

E’ proprio vero, la Joystick

di Burton si utilizza

facilmente come la famosa

periferica che le dà il nome!

All Mountain freestyle con

il sistema VRocker che la

contraddistingue. Legno

superfl y 2 con fi bre triassiali

e Carbon Ibeam contro gli

sforzi torsionali. Fianchetti

10-45 per una maggiore

robustezza alle lamine negli

atterraggi sui rail e disponi-

bilità di misure Wide.

DC

HKD DEVUN WALSH

Quest’anno scorso la peco-

rella di Devun si è stancata

a saltare tutti quegli osta-

coli, l’anno prossimo infatti

si rilasserà con una birra su

una sedia sdraio dando vita

ad una grafi ca particolare

che ormai è diventata il

segno di riconoscimento di

questo pro-model. Allegge-

rita ulteriormente, darà la

possibilità di raidare anche

al principiante.

FORUM

SCALLYWAG

La casa capitanata da

Peter Line ci presenta una

tavola col sistema Chilly

Dog (una sorta di VRocker

ma dalle linee più morbide)

che permette di jibbare alla

perfezione avendo un ponte

oltre lo zero. Rinforzata sul

nose e sul tail in modo da

far divertire negli atterraggi

anche chi ha mangiato un

po’ di più…

CAPITA

THE GREEN MACHINE

In casa Capita è stata par-

torita una nuova tavola che,

sebbene studiata per il jib-

bing radicale con il fl atkick

per jibbare e raidare sui rail

in boardslide senza puntare

le lamine, potrà sbalordirvi

anche in neve fresca grazie

alla costruzione radius

toolfl at sul nose e sul tail…

purtroppo Capita!

Sequence Magazine 20pagina 086

a cura di Paolo Salvatore

Boards & Bindings & BootsPanoramica di Mercato

sequence 65-96.indd 22sequence 65-96.indd 22 16-03-2009 12:03:0116-03-2009 12:03:01

Page 91: Sequence Magazine 20

ROME

GRAFT

La Graft rinnovata nella

grafi ca e nel fl ex è molto

morbida facilitando l’utilizzo

per il jibbing stretto; il si-

stema di lamine particolare

brevettato da Rome evita

le ammaccature sui rail. La

casa costruttrice la consi-

glia anche ad un pubblico

meno esperto e con misure

di piedi fi no al 44.

DRAKE

DF1

La costruzione twintip con

lo shape direzionale molto

reattivo la rendono facile

da domare in pipe e su

grosse strutture. La soletta

strutturata consente, se

sciolinata bene, di affron-

tare anche kicker grossi

con poca rincorsa. Ottima

la lega usata per le lamine.

Sarà una delle tavole usate

dal team.

Sequence Magazine 20pagina 087

a cura di Paolo Salvatore

Boards & Bindings & BootsPanoramica di Mercato

UNION DANNY KASS TURBO

DC SILOH

FORUM SHAKA HERO

FORUM STUNNER HERO

RAIDEN MACHINE

NORTWAVE FREDOM

VANS ANDREAS WIIG II

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Page 92: Sequence Magazine 20

Sequence Magazine 20pagina 088

a cura di Paolo Salvatore

Googles & ElmetPanoramica di Mercato

OUT OF EYES

OAKLEY SHAUN WHITE A FRAME

SMITH INTRIGUE

GIRO REVOLVER

OAKLEY SHAUN WHITE A FRAME

OUT OF EYES

GUE

GIRO REVOLVER

GIRO BASIS

SMITH I/OS

DRAGON MACE

sequence 65-96.indd 24sequence 65-96.indd 24 16-03-2009 12:03:2116-03-2009 12:03:21

Page 93: Sequence Magazine 20

sequence 65-96.indd 25sequence 65-96.indd 25 16-03-2009 12:03:2916-03-2009 12:03:29

Page 94: Sequence Magazine 20

Sequence Magazine 20pagina 090

a cura di Paolo Salvatore

WearPanoramica di Mercato

BURTON THE WHITE COLLECTION VOLCOM GIGI RUF JACKET L1 FRUST BILLABONG SNAKE

FORUM AARON VERGIN

DC LINEAR 10T

SPECIAL BLEND CIRCA QUIKSILVER CREPEL

IUTER COCRETE

DC SHINODA

NIKE 6.0 MAVRC

NIKE 6.0 AIR ZOOM ONCORE HIGH

C SHINODCQUIKSILVER REGAL HIGH

0

ODAC SHINODC

NIKE 6.VANS AV3

sequence 65-96.indd 26sequence 65-96.indd 26 16-03-2009 12:03:3316-03-2009 12:03:33

Page 95: Sequence Magazine 20

sequence 65-96.indd 27sequence 65-96.indd 27 16-03-2009 12:03:4916-03-2009 12:03:49

Page 96: Sequence Magazine 20

WINTER 2008-2009

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FOTO & PAROLE MURIOQuando la scena di Pescara guarderà questa foto sfogliando

il giornale, la Crew di Caramellone dovrà mettersi sotto per

rimanere in scia con Paolo Salvatore e il suo stile.

La sua ricerca a nuovi trick lo ha portato ad esibirsi in un

sanchez-press, sotto gli occhi increduli di molte persone.

In questa foto traspare l’essenza dello snowboard, Paolo

dopo anni di esperienza in questo mondo riesce a rimanere

sulla cresta dell’onda e al passo con i tempi, fondendo l’old

school con la nuova era del jibbing.

Ogni volta che io e Paolo ci troviamo su una pista di snow-

bard gli prometto di immortalarlo ma questa volta è riuscito

a sorprendermi con un classico nosepress ad alta velocità e

per un centinaio di metri sulla pista ghiacciata di Livigno.

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