scultura greca di iv secolo

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SCULTURA GRECA I GRANDI MAESTRI DEL IV SECOLO Prassitele – Scopas - Lisippo

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Page 1: Scultura Greca Di IV Secolo

SCULTURA GRECA

I GRANDI MAESTRI DEL IV SECOLO

Prassitele – Scopas - Lisippo

Page 2: Scultura Greca Di IV Secolo

PrassiteleBibliografia: A.Corso…Biografia: apparteneva a una famiglia di scultori (figlio di

Cefisodoto). Fu scultore soprattutto in marmo (Nikias apportava il colore alle sue opere) ma non mancano citazioni di opere di bronzo. Attivo fra il secondo e il terzo quarto del IV sec.a.C. (Plinio colloca il suo floruit tra 364 e il 361) soprattutto ad Atene: lavorò per committenza pubblica e privata.

Fu attivo:• Grecia: Atene, Megara, Argo, Olimpia, Elide, Mantinea,

Platea, Tebe, Tespie, Lebadia, Delfi, Anticira• Asia Minore: Cnido, Apollonia al RindacoTemi prediletti: divinità giovani e belle; soggetti eleusinii; temi

dionisiaci; Afrodite ed Eros; Apollo e divinità associate; personificazioni di stati d’animo e divinità del destino; divinità salutifere

Page 3: Scultura Greca Di IV Secolo

Prassitele

Fonti: abbiamo 117 fonti che parlano di Prassitele (fra il IV sec.a.C. e il XIII), pertanto è il terzo scultore più citato di tutta l’antichità (dopo Fidia: 165 fonti; e Lisippo: 127 fonti); dopo Prassitele c’è Policleto con 64 fonti. Da notare però che se ci limitiamo ai soggetti divini (agalmata) Prassitele è secondo solo a Fidia.

• Epigrafiche: circa 20 iscrizioni che coprono un arco cronologico che va dal IV sec. Al II d.C.

• Letterarie: 97 testi. Fra le più significative Pausania e Plinio

Page 4: Scultura Greca Di IV Secolo

PrassiteleOpere principali sulla base delle fonti (Pausania)• Atene: Satiro della Via dei Tripodi; Artemide Brauronia per il

santuario sull’Acropoli• Megara: dodekatheon; satiro; Peitho e Paregoro; triade

apollinea• Argo: Leto con fiaccola• Olimpia: Hermes dionysophoros (ripresa di un tema paterno)• Elide: Dioniso• Mantinea: Leto, Artemide, e base con Muse; Hera in trono• Platea: Rhea con la pietra; Hera pronuba• Tebe: frontoni con fatiche di Ercole• Tespie: Eros• Levadia: Trophonios (divinità guaritrice)• Delfi: Frine• Cnido: Afrodite • Apollonia al Rindaco: Apollo Sauroctono

Page 5: Scultura Greca Di IV Secolo

PrassiteleOpere principali sulla base delle fonti (Plinio)• Ratto di Proserpina (tema eleusinio)• Katagousa (nella Katagousa si può forse identificare

Proserpina)• Liber Pater • Methe (tema dionisiaco)• Satiro periboetos (forse il satiro in riposo)• Stephanousa (Afrodite che si incorona) • Pselioumene (Afrodite che cinge una collana)• Menadi (tema dionisiaco)• Tiadi • Cariatidi• Sileni• Tespiadi

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Prassitele

Caratteristiche stilistiche salienti• Figure ad S (satiro che versa; Eros di Tespie)• Figure femminili (Artemide, Afrodite)- panneggiate (Artemide, Muse)- nude (Afrodite)• Figure in appoggio (Apollo Sauroctono; Hermes dionysophoros; Satiro

periboetos)

Concezione della figura • Bidimensionale• In appoggio• Estranea allo spettatore

Ambientazione• Preferibilmente in una silva (gli appoggi ai tronchi non sono solo

funzionali alla statica ma fanno parte della inventio della figura)

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Prassitele

Sostegno triangolare di tripode, da Atene, Via dei Tripodi. Sui tre lati: Dioniso con cantaro; Nike con oinochoe; Nike con phiale.Da notare i panneggi ampi e avvolgenti, tipici della produzione tarda del maestro (v. infra base di Mantinea)

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Prassitele

Eros tipo Tespie: riprende posizione e ritmo del satiro: puntello e faretra sono aggiunte del copista

Satiro che versa: copia in marmo dall’originale da Via dei Tripodi che Prassitele considerava una delle sue opere più belle (aneddoto di Frine): da notare l’accentuata sinuosità del corpo che riprende schemi policletei e si svilupperà nei ritmi in appoggio, l’acconciatura a ciocche folte e disordinate; l’atto che il satiro compie lo estrania dallo spettatore. L’originale è attribuito al 370.

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Prassitele

Moneta di Parion con Eros prassitelico

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Prassitele

Artemide tipo Dresda. Copia di un tipo di statua che lo scultore scolpì per Megara e Mantinea: la dea è colta nell’atto di estrarre la freccia dalla faretra

La dea, con veste talare, è caratterizzata da una maestosa solennità.

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Prassitele

Artemide di Gabii: forse copia della statua che lo scultore scolpì per il santuario di Artemide Brauronia ad Atene; la dea è colta nell’atto di allacciarsi la veste, in un gesto quotidiano; da notare l’atteggiamento assorto. 350 a.C. circa.

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PrassiteleAfrodite d’Arles (a dx con restauri).Lo studio della fuigura femminile in seminudità è prodromico alla ricerca che si svilupperà con la Cnidia. Opera giovanile attribuibile al 360 ca. nota da numerose copie romane. La figura si dispiega nella veduta frontale, i piedi sono affiancati, il destro discosto; sul braccio sinistro poggiava forse un erote; il braccio destro aperto accentua la visione bidimensionale; nessuna volontà di approfondimento spaziale.

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Prassitele

Poco dopo la metà del IV sec. Prassitele crea la famosa Afrodite per il tempio posto sul promontorio di Cnido, tempio di forma circolare accessibile sia dal lato frontale che da quello posteriore che consentiva di vedere le terga della dea. La copia del Vaticano è ritenuto una delle migliori. La statua era un anathema e non una statua di culto

Anche qui il supporto è parte integrante della creazione artistica: la composizione si dispiega in senso bidimensionale e la dea, assorta, non interagisce con lo spettatore.

Da notare le forme piene del corpo femminile, ispirate a quelle dell’amante Frine. Tali proporzioni subiranno poi sensibili modifiche nel corso dell’ellenismo.

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Prassitele

La statua cnidia fu copiata innumerevoli volte con funzioni sia decorative che sacrali; in particolare essa fu ripetuta nei bronzetti per i larari. Le fonti raccontano che tali bronzetti venivano offerti alle giovani spose con funzione beneaugurante.

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Prassitele

La testa della Cnidia, a sinistra, e della Venere d’Arles: stessa concezione del volto dall’ovale largo; stessa acconciatura

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Prassitele

Apollo sauroctono per Apollonia al Rindaco. Il dio giovinetto sta per uccidere una lucertola (simbolo del male, allusivo all’uccisione di Pitone: non si tratta dunque di una scena di genere ma di una voluta allusione al culto).

Appoggio esterno che esaspera la concezione bidimensionale della figura concepita come emergente da un piano di fondo e totalmente scollegata dai fedeli.

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Prassitele

Hermes Dionysophoros: dal tempio di Era ad Olimpia. Pausania lo ricorda e gli scavatori tedeschi lo hanno riportato alla luce.

Ritroviamo tutte le caratteristiche della poetica prassitelica: l’appoggio esterno, lo straniamento del gruppo rispetto allo spettatore, la ripresa del tema paterno del dio che regge un fanciullo (Eirene e Pluto). Appartiene all’ultima fase dell’attività dello scultore.

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Prassitele

Appoggio esterno; da notare il contrasto fra la carne luminosa e la pelle ferina drappeggiata intorno a corpo; ripresa dell’appoggio della mano al fianco di lontana ascendenza policletea, a cui si può ricollegare anche la posizione delle gambe, non immemore di certe invenzioni scopadee.

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Prassitele

Particolare della testa che riprende il gusto per il contrasto fra compattezza del volto assorto e massa scomposta della chioma.

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Prassitele

Per Mantinea Prassitele scolpì la triade apollinea e la base con Muse su cui essa insisteva.

Le lastre mostrano le Muse riccamente abbigliate con vesti consistenti ma che segnano i corpi: si tratta di un nuovo modo di consepire l’abbigliamento femminile (si ricordi il sarcofago delle Piangenti di Sidone).

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Prassitele

Lastra dalla base di Mantinea: Apollo e Marsia

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PrassiteleLa nuova concezione della veste femminile informa di sé anche alcune creazioni statuarie che godettero poi di grandissima fortuna come statue iconiche: la Piccola e la Grande Ercolanese, da taluni attribuite a Prassitele (più probabilmente alla sua scuola) e identificate con Artemide e Core.

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Prassitele

Particolari della testa della Grande e Piccola Ercolanese: acconciatura del tipo “Melonenfrisur”.

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SCOPA DI PAROBibliografia: A. Stewart, Skopas of Paros, New Jersey 1977Biografia: apparteneva a una famiglia di scultori. Fu scultore

soprattutto in marmo e architetto. Attivo fra il secondo e il terzo quarto del IV sec.a.C.

Fonti: 48 fonti letterarie parlano di Skopas, fra cui spiccano, come di consueto Pausania (in particolare per Tegea) e Plinio. Da ricordare anche Callistrato, retore del IV sec.d.C. che ricorda la Menade.

Stile: accentuazione del patetismo attraverso espedienti nel volto e nella posizione del corpo; adesione alla tradizione “ricca”

Fu attivo:• Grecia: Arcadia (Gortina; Tegea); Elide; Beozia (Tebe);

Argolide; Attica (Atene, Megara)• Asia Minore: Ionia (Efeso); Bitinia; Caria (Alicarnasso,

Cnido); Troade (Crise)• Samotracia

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SCOPA DI PAROOpere (gli sono attribuite una trentina di statue):• Afrodite Pandemos su capro (Elide)• Apollo citaredo per Ramnunte poi al Palatino (v. base di

Sorrento)• Asclepio e Igea (Tegea, Gortina)• Eros Himeros Pothos (Megara)• Afrodite, Pothos e Fetonte (Samotracia, per le nozze di

Filippo e Olimpiade)• Leto con Apollo e Artemide (Efeso)• Columnae caelatae (Efeso: fonte Plinio che attribuisce a

Sopas ben 36 delle 127 colonne del tempio)• Apollo Sminteo (Crise in Traoade)• Atena e Dioniso (Cnido)• Menade• Meleagro• Sculture per Alicarnasso

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Tegea: tempio di Atena AleaIl tempio della dea soccorritrice e guerriera fu distrutto nel 395 e

ricostruito dopo il 370 (dopo Leuttra) in concomitanza con la dedica degli Arcadi a Delfi; il simulacro era una statua di avorio opera di Endoios, accanto a cui furono posti i simulacri di Asclepio e Igea opera di Scopa.

Scopa progettò anche il tempio (dorico, esastilo con 14 colonne –h = diam x 6- sui lati lunghi e peristasi interna di semicolonne); accesso tramite due rampe (una a est e l’altra a nord in corrispondenza della fonte sacra presso cui era avvenuto l’incontro fra Eracle e Auge da cui era nato Telefo).

Scopa scolpì i frontoni: Achille e Telefo nella pianura del Caico (la valorizzazione di Telefo potrebbe essere letta in chiave antimacedone dal momento che Achille era l’eroe prediletto dai Macedoni) ad ovest e caccia al cinghiale calidonio con Atalanta Meleagro e Teseo ad est; gli acroteri laterali con Nikai e Ninfe e l’acroterio centrale con elementi floreali: forte l’influsso del tempio di Epidauro.

Scopa scolpì anche le statue di Asclepio e Igea che affiancavano l’antica statua di culto opera di Endoios

Fonti: Pausania

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Tegea: tempio di Atena Alea

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Tegea: tempio di Atena Alea

Acroterio ovest: figura danzante (Ninfa?)

Pianta e alzato

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Tegea: tempio di Atena Alea, frontoniAchille e Telefo nella pianura del Caico (la valorizzazione di Telefo potrebbe essere letta in chiave antimacedone dal momento che Achille era l’eroe prediletto dai Macedoni) ad ovest e caccia al cinghiale calidonio con Atalanta Meleagro e Teseo ad est. Acroteri laterali: Nikai o Ninfe; centrale: elemento floreale.

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Tegea: tempio di Atena Alea

Frontone ovest: testa di Achille, di Telefo, di Ercole. Da notare nelle prime due l’infossatura degli occhi e la torsione della testa; impalcatura ossea poderosa; fronte bassa; labbra spesse e carnose

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Afrodite Pandemos

Per Elide Skopas avrebbe scolpito un’Afrodite Pandemos: ce ne dà notizia Pausania che parla di una statua di bronzo su capro (secondo alcuni l’unica opera in bronzo dello scultore): in un coperchio di specchio è conservata l’immagine della dea.

L’opera è datata nella prima fase dell’attività dello scultore ed è chiara espressione della sua adesione allo stile ricco.

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Apollo

Per Ramnunte lo scultore avrebbe scolpito un Apollo del tipo del citaredo con lunga veste (v. anche Euphranor) che sarebbe stato poi portato a Roma dove assieme alla Artemide di Timoteo e alla Latona di Cefisodoto il giovane, figlio di Prassitele, avrebbe creato la triade del tempio di Apollo sul Palatino.

La triade è nota dalla base di Sorrento

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Skopas a Alicarnasso

I ritmi attorti tipici dello scultore sono attestati nelle sculture del Mausoleo

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MenadeLa statua di Dresda è una copia di ottima qualità della Menade che Skopas scolpì forse per il gruppo di Sicione, che rappresentava il dio Dioniso attorniato dai suoi seguaci. Splendida la descrizione di Callistrato.

Il ritmo attorto e l’abbigliamento la apparentano allo stile ricco. Il volto è caratterizzato dagli occhi infossati, labbra semiaperte, accentuato patetismo

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Copia Vaticana e copia da Cambridge

La statua, nota in 31 copie, è caratterizzata da ritmi complessi. Stante sulla gamba dx, con braccio appoggiato al gluteo (influssi policletei); con il dx reggeva forse la lancia.

MELEAGRO

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MELEAGRO: particolari della testa Vaticana

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Herakles e pelike di Leningrado

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Afrodite Pothos Fetonte: gruppo di Samotracia

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Pothos

Per Samotracia scolpì un gruppo con Afrodite Pothos (desiderio d’amore) e Fetonte dedicato da Filippo per le sue nozze con Olimpiade. Il Pothos, noto da una quarantina di copie è stato identificato dal Furtwaengler.

Un Pothos con Himeros e Afrodite era stato eseguito anche per il santuario di Megara.

Figura effemminata, appoggio esterno, gambe incrociate (v. Paride di Eufranore e Artemide di Timoteo). Testa quadrata, fronte bassa e triangolare, labbra grosse e dischiuse. Nell’acconciatura ricorda le Afroditi prassiteliche.

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Samotracia

Fetonte e particolare del Pothos

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LisippoBibliografia: P.Moreno, Lisippo. Vita ed opereBiografia: nato a Sicione intorno al 390 a.C. fu in contatto con la locale scuola pittorica

(Eupompo). La familiarità con Panfilo gli valse la chiamata presso Filippo. Fu bronzista e scultore in marmo; la sua attivitàsi sviluppa dal terzo quarto del IV sec. fino alla fine dello stesso. Secondo Plinio fu autore di 1.500 opere.

Fu attivo:• Sicione (statua di Prassilla: ritratto intenzionale)• Olimpia: Troilo (372); Polidamante (337); Chilone (322)• Argo: Eracle in riposo• Corinto: Posidone• Delfi: donario di Daoco II; caccia di Cratero • Rodi: carro del Sole • Pella: Alessandro che doma Bucefalo• Farsalo: donario di Daoco II• Tespie: Eros con l’arco• Elicona: Dioniso seduto; Muse• Dion: caduti al Granico• Asia: per Lampsaco il leone caduto; per Efeso l’Alessandro con la lancia; per Sagalasso

Alessandro a cavallo; per Mindo un eros con l’arco; ritratto di Efestione• Alessandria: Alessandro ktistes• Megara: Muse• Tebe: Corfida (vincitore a Delfi)

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LisippoOpere: --note da • tradizione letteraria (127 attestazioni);• iscrizioni• copie in marmo• basi di statue • monete e rilievi--attribuite sulla base di criteri stilistici (Moreno)

Stile: Senocrate lo pone al vertice dello sviluppo dell’arte greca; era noto per raffigurare gli uomini quali apparivano e non quali erano; la ponderazione era antitetica (contrazione di una parte del corpo); la testa era più piccola rispetto al canone policleteo, di forma quasi circolare e inscrivibile in un cubo. Fece opere colossali (Zeus di Taranto 18 m) e di piccolissimo formato (epitrapezios)

Temi: atleti; ritratti (di ricostruzione: Prassilla; alcuni personaggi del donario di Daochos; intenzionali: Polidamante; Socrate; fisionomici: Alessandro; Efestione); divinità (Zeus; Eracle, Posidone; Dioniso; le Muse; Helios); personificazioni (Eros; Kairos); animali (leone; cavalli; cani)

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Olimpia: Base della statua di Polidamante di Scotussa: 337 a.C.

L’atleta, rinomato per la sua forza fu chiamato alla corte del re di Persia: in alto raffigurato mentre si scontra con il leone

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Il leone morto: Polidamante che affronta la fiera di fronte al Gran Re e alla sua corte

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Polidamante e atleta: le due opere sono accomunate dall’analogia nella struttura (zigomi larghi e tendenza alla rotondità)

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Atleta di Fano

Databile al 340 a.C. ca.

Corpo slanciato e testa piccola gli occhi erano in pasta vitrea; la parte conservata è circa 1,50.

Sul capo si pone la corona: tipica ponderazione lisippea: una parte contratta, la dx, una rilasciata, la sx.

Rinvenuto nel Mare Adriatico nel 1961; attualmente a Malibu, al Paul Getty Museum

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Donario di Daochos II

Daochos II, tetrarca di Tessaglia innalzò a Farsalo, dopo la vittoria di Cheronea del 338, ilo gruppo in bronzo dei suoi antenati; nell’anno successivo replicò la dedica a Delfi; le statue vennero trovate entro un sacello rettangolare posto nella parte nord del santuario.

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Donario di Daochos

Apollo citaredo

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Daochos I

Sisifo I

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Daochos II. Figura in appoggio; corpo snello.

Acnonio.

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Agias: il primo tessalo che aveva vinto a Delfi nel pancrazio (combinazione di lotta e pugilato), intorno alla metà del V sec. Ritratto di ricostruzione. Nuova misura del canone lisippeo: figura snella con gambe lunghe; testa 1/8 del corpo. Ponderazione originale. Parte destra contratta, parte sinistra rislasciata. Testa rotondeggiante, compatta; bocca breve, occhi piccoli e infossati.

Page 53: Scultura Greca Di IV Secolo

ApoxyomenosLa più celebre delle statue di Lisippo sarebbe stata portata a Roma da Marco Agrippa e esposta in Campo Marzio. Corpo bilanciato; braccia protese, testa volta verso la parte contratta.

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Apoxyomenos

Page 55: Scultura Greca Di IV Secolo

Caccia di Alessandro per DelfiBase da Messene che riproduce il gruppo dedicato a Delfi da Cratero. Il gruppo era inserito in un ampio vano tra il tempio di Apollo e la scena del teatro; nell’originale le figure dovevano essere a grandezza naturale.

Alessandro è a piedi, accompagnato da due cani: il leone ha colpito uno dei due animali, ma l’arrivo di Cratero distrae la fiera: l’evento si svolse a Sagalasso nel 332.

Secondo Plutarco Lisippo avrebbe scolpito il leone e i cani; Leocare AlessandroStatua di cagna ferita, firmata dal copista Sopatro, ora

al Museo Barracco

Page 56: Scultura Greca Di IV Secolo

Lisippo ritrattista di Alessandro

Alessandro aveva scelto come artisti di corte Lisippo, Apelle e Pirgotele (incisore). Essi lo seguirono nella campagna d’Asia ma presto i rapporti con Lisippo si guastarono perché egli si rifiutava di ritrarlo in vesti divine.

A Lisippo è attribuito il Gruppo del Granico, prima opera della campagna d’Asia e alcune immagini del duce stante. Si ricorda che lo scultore sapeva cogliere gli aspetti più intimi del duce macedone e aveva fatto del suo difetto (teneva la testa un po’ storta) un vezzo.

Page 57: Scultura Greca Di IV Secolo

Il Gruppo del GranicoNel 334 dopo la vittoria al Granico Alessandro volle dedicare a Dion il gruppo dei cavalieri (etairoi) caduti in battaglia guidati da lui stesso. Il gruppo fu poi portato a Roma da Quinto Cecilio Metello Macedonico e espostonella porticus Metelli.Un bronzetto da Ercolano viene considerato copia in piccolo formato di Alessandro che incombe sul nemico.

Page 58: Scultura Greca Di IV Secolo

Alessandro

Dopo la battaglia del Granico ad Efeso Alessandro volle farsi ritrarre da Apelle (che lo rappresentò seduto con fulmine in veste giovia) e Lisippo che lo rappresentò stante con lancia, volendolo ritrarre come uomo ispirato dalla divinità e non come divinità.

Bronzetto da Veleia

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Erma Azara

Riproduce i tratti caratteristici del sovrano macedone: acconciatura leonina con anastole des komes, volto ispirato.

Page 60: Scultura Greca Di IV Secolo

Lisippo in Asia

Ritratto probabilmente di Efestione, l’amico fraterno morto a Ecbatana

Page 61: Scultura Greca Di IV Secolo

Lisippo in Asia

Anche a Lampsaco si trovava verisimilmente un monumento commemorativo per i caduti del Granico, che coincide probabilmente con il leone caduto ricordato da Strabone, che venne poi da Agrippa trasferito a Roma ed esposto in Campo Marzio; del leone lisippeo abbiamo forse un’eco nel tondo adrianeo riutillizzato nell’arco di Costantino.

Si veda anche la base di Polidamante dove c’è lo stesso soggetto.

Page 62: Scultura Greca Di IV Secolo

Il carro del sole Alessandro avrebbe donato ai Rodii una quadriga con il Sole alla guida, che taluno ha riconosciuto nel gruppo di S.Marco.

Alcuni bolli d’anfora rodii ci forniscono una pallida eco del monumento, con i cavalli frementi al galoppo che ricordano quelli del gruppo del Granico

Page 63: Scultura Greca Di IV Secolo

PosidoneCopia del Laterano : da notare la tensione della parte sx in rapporto all’atteggiamento rilasciato della destra. Rispetto al canone lisippeo le proporzioni sono leggermente diverse, con testa grande e massiccia.

La posizione con piede appoggiato a un supporto è segno di vittoria.

Da Luciano sappiamo che Lisippo scolpì una statua in bronzo del dio per un santuario sull’Istmo.

Page 64: Scultura Greca Di IV Secolo

Posidone

Particolare della testa della copia del Laterano; bronzetto che riproduce il medesimo tipo; moneta dei Bruzi del III sec.a.C.

Page 65: Scultura Greca Di IV Secolo

Ercole in riposo

Dal santuario di Ercole Curino presso Sulmona.

Posizione bilanciata. Parte destra contratta, sinistra rilasciata.

Page 66: Scultura Greca Di IV Secolo

Ercole in riposo

Statua colossale dalle terme di Caracalla, firmata dal copista ateniese Glykon.

Divisione fra parte in tensione e parte rilassata; gamba portante spinta molto indietro; piedi quasi allineati; indispensabile l’appoggio esterno

Page 67: Scultura Greca Di IV Secolo

Eracle Eracle epitrapezio: cantato da Marziale e da Stazio che ne ricordano le piccole dimensioni (1 piede) e lo dicono eseguito per Alessandro che lo portava sempre con sé era poi passato per le mani di Annibale e Silla per finire sulla tavola di Novio Vindice. I poeti esaltano la capacità dello scultore di rendere la maestà anche in un piccolo formato.

La mano sx era appoggiata alla clava, la destra protesa con la coppa. Gamba dx tesa, sx retratta. Posizione attorta.Epitrapezios può significare “Ercole a tavola” o “Ercole sulla

tavola”, nel senso che l’opera era destinata a ornare la mensa.

Page 68: Scultura Greca Di IV Secolo

Lisippo a TarantoL’attività di Lisippo in Magna Grecia corrisponde all’ultimo periodo (fine IV sec.). Per Taranto lo scultore scolpì uno Zeus colossale (la tradizione di scolpire opere colossali è ben diffusa nella tarda classicità e nell’ellenismo), alto 18 m; secondo Plinio il colosso poteva essere mosso con una mano eppure non crollava sotto i soffi di una tempesta. Davanti ad esso c’era una colonna che doveva frangere il vento. Lo Zeus non venne portato a Roma da Fabio Massimo nel 209, che disse lasciamo i loro dei irati ai Tarantini (ciò permette di ipotizzare che fosse raffigurato nel gesto di scagliare il fulmine).

Per Taranto Lisippo scolpì anche un Eracle seduto, che venne portato a Roma da Fabio Massimo.

Page 69: Scultura Greca Di IV Secolo

Eracle seduto

Anche questa statua doveva essere colossale (circa 5 m) ed era posta sull’acropoli della città; Fabio Massimo la dedicò sul Campidoglio e accanto vi pose la sua statua equestre; l’imperatore Giuliano la fece portare a Costantinopoli dove perì nel sacco del 1204.

Muscolatura possente; posizione chiusa ma con incroci di linee che invitano lo spettatore a girare attorno alla figura per coglierla appieno.

Page 70: Scultura Greca Di IV Secolo

Pugile

Pugile in bronzo conservato al Museo Nazionale Romano. La figura è contenuta entro un solido geometrico (ritmo chiuso: l’unica apertura è data dalla posizione della testa; si ipotizza un legame con l’Eracle da Taranto. Da notare il gesto delle maniesprimente meditazione. Da notare che i piedi sono consunti: probabilmente la statua era oggetto di venerazione.

Page 71: Scultura Greca Di IV Secolo

Ermes Eracle epitrapezios

ERMES: fra le tematiche predilette da Lisippo c’è anche quella delle figure sedute: l’Eracle di Taranto, il pugilatore, e questo Ermes, noto da una quindicina di copie e da alcune gemme.

Ritroviamo alcuni principi dell’estetica lisippea: una parte contratta, la dx,, una rilasciata, la sx.

La figura mostra diverse prospettive e realizza appieno la spazialità lisippea.

Secondo la descrizione il dio era seduto sulla pelle di leone, con la mano sx sulla clava la dx protesa con la coppa di vino.

Page 72: Scultura Greca Di IV Secolo

Eros

Eros con l’arco: due repliche una per Tespi (fra il 338 e il 335 quando Alessandro stava a Tespi per organizzare lo scontro contro Tebe; la replica più bella e completa è quella dei Musei Capitolini). Il braccio che taglia la figura crea un piano innanzi ad essa. Acconciatura con treccia alla sommità del capo.

Eros “distratto” per Mindo in Caria. Lo schema del precedente è rielaborato con moltiplicazione dei piani (la testa girata crea un’ulteriore spazialità.

Page 73: Scultura Greca Di IV Secolo

Eros

Testa di CopenhagenEros con l’arco, copia da Ostia

Page 74: Scultura Greca Di IV Secolo

KairosLa statua in bronzo, menzionata in un epigramma di Posidippo, poeta contemporaneo allo scultore, nomina l’autore della statua e la descrive: in corsa con piedi alati, con un rasoio, con i capelli davanti al viso e calvo all’occipite.

Ampia descrizione anche in Callistrato.

Rilievo: probabilmente un falso moderno

Page 75: Scultura Greca Di IV Secolo

Kairos

Rilievo neo attico da Trogir; disegno ricostruttivo che ripropone il particolare della sfera su cui l’Occasione posava in equilibrio instabile

Page 76: Scultura Greca Di IV Secolo

Ritratto di Socrate

La fonte che attribuisce a Lisippo una statua di Socrate è Diogene Laerzio. Il monumanto si trovava nel Pompeion; lo scultore avrebbe scolpito l’opera quando era al servizio di Cassandro. Accentuazione dell’aspetto satirico del volto.