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74 n. 14 - dicembre 2010 L’appello al nuovo questore Tagliente da parte di un anonimo graduato della Polizia con decennale espe- rienza di stadio “Vi racconto lo schifo che vedo ogni giorno, spe- rando che ci sia ancora il tempo per cambiare questo sistema” L a segnalazione ci è stata fatta pervenire in forma strettamente confidenziale. La lettera, partendo da alcuni complimenti per le modalità con cui la nostra attività giornalistica veniva svolta, toccava poi alcuni punti interessanti per le temati- che da sempre affrontate da Rivista Romanista e si concludeva più o meno così: “Comprendo benissimo in quale situazione di abbrutimento culturale e di prin- cipi si trovi il nostro Paese e sono peraltro consapevole di quanto sia arduo per i cittadini per bene rischiare in prima persona per provare a cambiare qualcosa. Lei certamente ha questo coraggio e lo dimostra nei suoi articoli. Per comprensibili motivi, non desi- dero chiarire in questa sede tutte le questioni di cui vorrei parlarle, ma lo farò sicuramente se riterrà di volermi incontrare personal- mente”. Così, qualche giorno dopo, il vostro cronista ha ritenu- to opportuno incontrare l’autore della missiva, dopo essersi accer- tato della sua identità e del suo ruolo assolutamente non margi- nale nell’attività di ordine pubbli- co con decennale esperienza di comandi allo stadio Olimpico di Roma. Di fronte, nel tavolino del bar scelto per l’incontro, siede un signore di mezza età, graduato della Polizia di Stato, pronto ad aprire il sacco dei suoi segreti, con una sola inevitabile garanzia: l’anonimato. “Se denunciassi tutto con il mio nome e il mio cognome, farei un servizio migliore alla società civile, ma sarei chiamato a render conto di tutti i reati a cui ho assistito negli anni e che per omertà, per non mettere nei guai dei colleghi, non ho denunciato. Il senso del mio incontro con lei oggi, invece, dovrebbe servire unicamente da monito per il prossimo futuro. A Roma è stato da poco nominato questore il dottor Tagliente, la mia speranza è che lui sappia dare una svolta all’attività della sicurezza e dell’ordine pubblico allo stadio Olimpico, a far finire questo schifo. C’è molto da lavo- rare”. di Daniele Lo Monaco foto di Roberto Tedeschi 74-79.qxp:RR 10-03 pp. 72-79 14/11/10 15:09 Pagina 74

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74 n. 14 - dicembre 2010

L’appello al nuovoquestore Tagliente

da parte di unanonimo graduatodella Polizia condecennale espe-rienza di stadio

“Vi racconto loschifo che vedo

ogni giorno, spe-rando che ci siaancora il tempo

per cambiarequesto sistema”

L a segnalazione ci è statafatta pervenire in formastrettamente confidenziale.

La lettera, partendo da alcunicomplimenti per le modalità concui la nostra attività giornalisticaveniva svolta, toccava poi alcunipunti interessanti per le temati-che da sempre affrontate daRivista Romanista e si concludevapiù o meno così: “Comprendobenissimo in quale situazione diabbrutimento culturale e di prin-cipi si trovi il nostro Paese e sonoperaltro consapevole di quantosia arduo per i cittadini per benerischiare in prima persona perprovare a cambiare qualcosa. Leicertamente ha questo coraggio elo dimostra nei suoi articoli. Percomprensibili motivi, non desi-dero chiarire in questa sede tuttele questioni di cui vorrei parlarle,ma lo farò sicuramente se riterràdi volermi incontrare personal-mente”. Così, qualche giornodopo, il vostro cronista ha ritenu-to opportuno incontrare l’autoredella missiva, dopo essersi accer-tato della sua identità e del suo

ruolo assolutamente non margi-nale nell’attività di ordine pubbli-co con decennale esperienza dicomandi allo stadio Olimpico diRoma. Di fronte, nel tavolino delbar scelto per l’incontro, siede unsignore di mezza età, graduatodella Polizia di Stato, pronto adaprire il sacco dei suoi segreti,con una sola inevitabile garanzia:l’anonimato. “Se denunciassitutto con il mio nome e il miocognome, farei un serviziomigliore alla società civile, masarei chiamato a render conto ditutti i reati a cui ho assistito neglianni e che per omertà, per nonmettere nei guai dei colleghi, nonho denunciato. Il senso del mioincontro con lei oggi, invece,dovrebbe servire unicamente damonito per il prossimo futuro. ARoma è stato da poco nominatoquestore il dottor Tagliente, lamia speranza è che lui sappiadare una svolta all’attività dellasicurezza e dell’ordine pubblicoallo stadio Olimpico, a far finirequesto schifo. C’è molto da lavo-rare”.

di Daniele Lo Monacofoto di Roberto Tedeschi

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la Piovra

Perché ci ha chiamato?

“Perché sono convinto che unbuon poliziotto debba svolgere lasua attività tenendo sempre benpresenti i diritti e il rispetto diogni cittadino. Purtroppo questonon accade più”.

Da parte dei poliziotti?

“No, principalmente di chi liguida”.

Può spiegarsi meglio?

“Sul vostro giornale avete giàtrattato il caso Gugliotta. A checosa crede sia dovuto?”.

Beh, nervi scoperti, imprepara-zione fisica, tecnica e psicologi-ca, rambismo, abuso di potere.O no?

“Per me molto più semplicemen-te parliamo di gestione dell’ordi-ne pubblico insensata. Primamagari si chiede ai poliziotti chevanno per strada di far finta dinon vedere, di usare buon senso,di chiudere un occhio, poi all’im-provviso, magari perché arrivauna telefonata allarmata dall’alto,

non scrivere niente”.

E di fronte a qualche deriva diquesto tipo, un poliziotto one-sto e corretto non potrebbeopporsi o farlo presente ai supe-riori?

“C’è un meccanismo tale nellastrutturazione interna che ildenunciante rischierebbe lui unprocedimento disciplinare. Holetto sulla sua rivista l’intervista aMichelangelo Fournier: quandolui parlò di macelleria messicanaa Genova in pochi glielo perdo-narono nel corpo”.

C’è una parola precisa per tuttoquesto e si usa nel gergo mafio-so: omertà.

“Il nostro sistema non è mafioso,ma il principio è identico. Cisono pochissime tutele per chivolesse comportarsi secondo lalegge”.

Ritiene che la gestione delMinistro Maroni incentivi que-ste derive?

“Guardi, la riforma della smilita-rizzazione della Polizia di Statodel 1981 era mossa proprio daltentativo di riavvicinare la genteall’istituzione. Qui invece mipare che si vada nella direzioneopposta e evidentemente leresponsabilità partono sempredall’alto. Una polizia realmentetrasparente non la vuole nessu-no. Quel che è successo, adesempio, con la ragazza maroc-china nelle grazie del presidentedel Consiglio, e con le varie tele-fonate da gabinetti e questure lofa capire chiaramente”.

A suo giudizio, l’Arma deiCarabinieri in questo sensogarantisce maggior senso civi-co?

“Il mio parere? Se la Ruby fossestata fermata dai Carabinieri, diquesta storia non si sarebbe maisaputo niente. I carabinieri

o perché i media fanno pressio-ne, trasmetti l’ordine di arrestarecomunque qualcuno da dare inpasto all’opinione pubblica. Epuntualmente, pochi minutidopo, ecco il teppista preso, pic-chiato e impacchettato. Peccatoche sia stato un clamoroso erro-re”.

Vede molte responsabilità nelcaso Gugliotta?

“Io non voglio accusare nessuno,se ci sono responsabilità sarannoaccertate e i responsabili perse-guiti”.

Ritiene dunque che sia princi-palmente un problema di gestio-ne?

“Il collega che si sente Rambo èuna figura piuttosto frequentenell’amministrazione, ma se ilcapo che lo comanda è personaequilibrata e corretta, il “Rambo”non potrà far troppi danni. Seinvece lo scateni è finita… Seinviti a picchiare quello picchia.Se dici di non scrivere niente neirapporti quello è stracontento di

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sanno essere ancora più rigidi neldifendere i propri territori.L’unica certezza è che chi gestiscel’ordine pubblico in realtà cercasemplicemente di portare a ter-mine il proprio compito senzatroppi danni. Ma della sicurezzadel cittadino non gli importaniente”.

È un’accusa gravissima.

“È solo il mio pensiero. Nel cal-cio, ad esempio, le complicitàsono diffuse ad ogni livello. Conle società, con i tifosi, con i poli-tici. È un carrozzone che muovemolte carriere”.

Ci faccia capire. Che tipo dicomplicità può esserci tra igestori dell’ordine pubblico e letifoserie?

“Mi pare evidente. Un questoredura al massimo un paio d’anni,poi sa di poter puntare alla pol-trona di prefetto, in quel periododeve solo far passare il temposenza creare troppi danni”.

E quindi si impegnerà per farrispettare l’ordine secondodirettive comuni a tutti i questo-ri.

“Il contrario. Lui deve fare bellafigura e non combinare casini.Magari può essere convenientestringere accordi con i capiultras, se poi quando finisce latregua il nuovo questore si trovasituazione infuocate chissenefre-ga. Così finché comandi tu lasciche gli ultrà curino i loro busi-ness, a volte chiudi un occhio sequalcuno fa qualche cazzata, glifai entrare lo striscione a pattoche non vi siano insulti contro ilMinistro degli Interni, sennòaddio carriera, in sostanza rico-nosci un ruolo ai capitifosi, avolte proteggendo anche chi fada tramite, come certi imbonito-ri radiofonici. Addirittura alcunivengono foraggiati, tanto esisto-no i fondi per gli informatori che

non necessitano di alcuna auto-rizzazione. Tutto finalizzato alquieto vivere”.

E le denunce che fioccano? E idaspo?

“Ma quelli sono per i pesci picco-li. Per i teppistelli che si fannobeccare come polli. Lo peschi colfumogeno e lo tieni fuori daglistadi. Ma se un fumogeno loprendi a un protetto, allora chiu-di un occhio, e il sequestro ècontro ignoti”.

La legge sugli stadi, insomma,non funziona.

“Fa ridere. Secondo lei uno ste-ward può assumere le funzioni dipubblico ufficiale? Per trenta

euro lorde un ragazzotto manda-to a svolgere questa funzione inuno stadio secondo lei si mette aperquisire o a far accomodarefuori dai cancelli chi si comportamale? Senza alcuna tutela chehanno i veri pubblici ufficiali? Equindi col rischio che quello chemagari hai fatto arrestare ti vengaa prendere sotto casa il giornodopo? Follia pura. Semmaidovrebbero fare come a Milano:lì i club pagano società privateche garantiscono professionalitàperfettamente addestrate. Maallora bisogna pagarli profumata-mente. Qui da noi gli si dannoquattro soldi. Noi ne abbiamoarrestato uno una volta che hadifeso un sospetto ostacolandol’inseguimento dei poliziotti…Per non dire di quando tra glisteward abbiamo riconosciuto avolte anche personale dellaProtezione Civile. Ma chi li paga-va quelli? Misteri italiani”.

Con le società che compromessisi fanno?

“Le società hanno tutto l’interes-se a mantenersi certi rapporti.Così regalano ogni volta centina-ia e centinaia di ingressi per ognipartita. Senza considerare le tes-sere non nominative delle forzedell’ordine che dovrebbero essereaccompagnate dal tesserino diriconoscimento e invece servonoa far entrare quasi sempre gliamici degli amici”.

Nessuno controlla?

“Quando mai? C’è addirittura undirigente del commissariatocostretto a star all’ingresso allostadio solo per garantire l’accessodi chi non avrebbe alcun titoloper entrare. In sostanza, si entraallo stadio o con i biglietti omag-gio elargiti dalle società, o con itesserini ma anche senza alcuncontrollo. In totale, diverse centi-naia di ingressi. Tra cui ristora-tori, macellai, giornalai, parenti,

“Il caso Gugliottasi deve solo allapressione messaagli agenti cheerano in strada.

Serviva un arrestoimmediato, è

arrivato subito...”

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romanisti in campo furonominacciati di morte: dall’inchie-sta non uscì niente, il Catania fumultato dopo una rapida inchie-sta federale per 15000 euro.

“Perfetta triangolazione di rap-porti società, tifosi, istituzionipolitiche e calcistiche…”.

Torniamo ai compromessi.Quali sono quelli che riguarda-no i politici?

“La carriera è interesse di tutti. Esi sa che in questo campo le pro-tezioni politiche per fare passiavanti sono fondamentali”.

Possibile che nessuno fa maicarriera per bravura?

“Diciamo in casi molto limitati”.

E la tessera del tifoso?

“Un palliativo buono per gli isti-tuti di credito che è servito solo amascherare il flop del decretosugli stadi. Tutti gli esperti diordine pubblico sanno che è solouna presa in giro”.

Ma Maroni sbandiera il calodegli incidenti.

“Sì, certo, tanto ormai allo stadionon va più nessuno”.

Dal provvedimento della tesseranon si torna indietro?

“Finché ci sarà Maroni al mini-stero no. Si è speso troppo perquesto provvedimento. Lei sapràche tutte le società erano contra-rie alla tessera, ma sono statesostanzialmente costrette a pie-garsi, pena l’agibilità degli stadi”.

Ma l’Olimpico ora è a norma?

“Ovviamente no. Ma a forza dideroghe si continua a chiudereun occhio”.

Le telecamere che vengonomonitorate nella grande salacontrollo sopra la Monte Mariocoprono bene tutti gli spalti?

“Non proprio ovunque, ma già èun bel passo avanti. Il fatto è checerti servizi sono davvero costo-si. Anche il posto di Poliziaall’Olimpico è inadeguato. È pic-colo, stretto, doveva essereampliato da tempo, ma poi si sacome vanno queste cose”.

Ci sono celle di sicurezza?

“Due, ma non sono omologatecome tali, diciamo che servonoper un primo intervento. E sedentro ci stanno quattro-cinquetifosi viene pure a mancare l’aria,non c’è neanche una finestra”.

Torniamo a Roma. Il derby èandato bene.

“Si vede che il questore ha fatto

amici, conoscenti, questuanti,portaborse e via degenerando,tutti amici degli amici. QuandoRoma e Lazio vanno bene incampionato sono dolori, lerichieste aumentano”.

E dove siedono?

“Ovunque. Non ha mai vistobambini nel settore Autorità,quello destinato, per l’appunto,solo alle autorità? E poi inTribuna d’onore, in Monte Marioe ovviamente sulle scalette. Nonsi chiede perché le scale dellenostre tribune sono sempreoccupate?”.

In Inghilterra sono sempresgombre…

“Lì la prassi del “Mi fai entrare?”è sconosciuta. È una questioneculturale. Da noi il bigliettoomaggio è un must. Chi ne bene-ficia spesso se ne potrebbe per-mettere decine a pagamento. Maè molto trendy scroccarlo. E nonparliamo dei concerti…”.

Che interesse hanno le societàdi calcio a rinunciare a tantiingressi a pagamento?

“Intanto i rapporti personali conle istituzioni che poi sanno esse-re riconoscenti. E poi quandobisogna prendere le decisionisull’ordine pubblico le societàmolto spesso hanno delle richie-ste che poi vengono esaudite,magari sull’orario di inizio.Potere per il potere. Ho visto coni miei occhi dirigenti e politiciumiliarsi per avere una magliettafirmata di un giocatore. Alcunihanno persino accesso alcampo”.

Torna in mente l’ultima giornatadi tre campionati fa, quando laRoma si giocò lo scudetto aCatania e il Catania si giocava lasalvezza. Sul campo c’erano cen-tinaia di persone, capi ultrasgestivano la sicurezza in curva, i

“Con istituzionipolitiche e calci-stiche, società etifoserie ci sonomolte complicitàa diversi livelli,ognuno pensa

solo ai suoi affari”

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MANISTAIVISTA

le cose per bene, non consenten-do ai tifosi a rischio di poteraccedere alla Tribuna Tevere el’orario pomeridiano ha favoritola tranquillità. L’anno scorso ipresidenti avevano preteso divendere i biglietti della Tevere”.

È stato un successo del nuovoquestore?

“Si vede che ci teneva a dare unsegnale forte, anche con l’opera-tività del daspo immediato. Nesono stati conferiti nove”.

Alla vigilia sul Messaggeroerano uscite notizie riguardoun’informativa giunta allaDigos, su possibili regolamentidi conti interni alla Curva Nordcon complicità della tifoserianapoletana.

“Diciamo che sono cose cheprima di un derby escono spesso,così se poi gli incidenti accadonosi può dire che era stato lanciatol’allarme e se non accadonosignifica che ha funzionato l’ope-

ra di prevenzione”.

Sembra come quei rinvenimentidi armi nei giardini intorno allostadio o dentro le macchine par-cheggiate la notte prima di unbig-match.

“Se avvengono dentro le macchi-ne non può esserci dubbio, lamacchina a qualcuno deveappartenere, non si scherza sucerti dettagli. Se invece il ritrova-mento è all’interno di un sacco…qualche dubbio sulla reale prove-nienza del materiale è lecito…”.

Ma insomma se si volesse man-tenere un po’ di ottimismo per ilfuturo questa intervista nonconcede molte chances.

“Io spero nel nuovo questore. Mafinché chi si comporta male con-tinua ad avere la certezza che siaintoccabile non si può essere

T ra le più controverse vicende riguardo labizzarra interpretazione che alcuni rappre-sentanti delle forze dell’ordine danno ai

doveri di controllo del territorio e sicurezza dei cit-tadini, quella di Stefano Gugliotta è una delle piùconosciute. Il caso del ragazzo scambiato per unfacinoroso e picchiato senza alcun motivo sottocasa ha fatto il giro delle case italiane grazie adun video amatoriale girato con un telefonino daun testimone affacciato per caso ad una finestradi un palazzo di via Pinturicchio, quartiereFlaminio, a Roma. La storia è nota: la sera del 5maggio scorso nel postpartita della finale diCoppa Italia tra Roma e Inter scoppiano dei taffe-rugli nei pressi dello stadio tra le forze dell’ordinee alcuni tifosi evidentemente non soddisfatti del-

l’andamento della gara. Una volante intercetta unmotorino guidato dal Gugliotta in via delPinturicchio, in una zona attigua allo stadio dovesecondo alcune testimonianze erano confluitialcuni degli ultras coinvolti negli incidenti. MaStefano non sa niente di ciò che sta accadendo.Tifoso tiepido della Lazio, abita da quelle parti (inpiazza Melozzo da Forlì) e si trova a passare inquella strada su un motorino insieme con il suoamico Fabio solo per raggiungere il cugino peruna festa di compleanno. All’alt intimato da unpoliziotto si ferma immediatamente, ma mostran-do una baldanza che viene scambiata per traco-tanza o, peggio, provocazione teppista. Cosìscatta il pestaggio, ricostruito in tutti i suoi detta-gli nella denuncia presentata dal suo legale, l’av-

QUEL FOGLIO STRAPPATO

Caso GugliottaL’ultimo sfregio

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ottimisti”.

Si riferisce a qello che è succes-so con Gabriele Sandri?

“Quella è stata una brutta storiaoltretutto gestita malissimo. Mipare evidente che il collega nonabbia sparato per ammazzare, mail suo errore è stato grave e i ten-tativi di copertuna successivihanno aggravato la condizionedolorosa. Se posso permettermiuna valutazione personale, ledico anche che capisco poco ildesiderio di vendetta così forte.

Non dei parenti, non mi permet-terei mai. Ma dei tifosi di tuttaItalia. Così non si risolve niente”.

Quanto guadagna un poliziotto?

“Una miseria. Se va bene e fai unpo’ di straordinari arrivi ai 1500euro. Poi ci si stupisce del tassodi suicidio così alto. È anche pro-vato che il turno in quinta creascompensi fisiologici”.

Che cos’è il turno in quinta?

“I nostri turni sono fatti così: silavora dalle 19-24, poi il giornodopo dalle 13 alle 19, poi il gior-no dopo dalle 7 alle 13 e poi damezzanotte alle 7. Si chiamaturno in quinta. E determinadisequilibri”.

La bella realtà che si vede in fic-tion tipo “Distretto di polizia” èpura finzione?

“Io vedo solo continue mortifica-zioni, mogli incazzate, figli chenon si vedono mai e turni sem-pre più lunghi di straordinari per

poter incassare qualche euro inpiù”.

Un’ultima curiosità. La sera del-l’assalto alle caserme la ricorda?Che idea se n’è fatta?

“Ricordo bene tutto e non miabbandona un’idea: che quellasera si è trattato di un attaccopremeditato e organizzato politi-camente. C’erano gruppi troppoomogenei abilissimi nella guerri-glia urbana, con tecniche vere,pronti a gestire situazioni pesan-tissime, che ad un certo puntosono spariti simultaneamente. Equando noi chiamavano ai pianialti per sapere qualcosa nessunosi faceva trovare al telefono. E inostri capi che non arrivavano.Troppo strano, tutto troppo stra-no”.

Ma qualcuno è stato arrestato.

“Qualcuno che è rimasto colcerino in mano. Magari senzacapire troppo bene in che cosaera stato coinvolto…”.

vocato Cesare Piraino, che Rivista Romanista hapotuto leggere integralmente. Mentre Fabio,oltretutto claudicante per via di un incidente aduna gamba (e per questo in possesso di unastampella che lo aiuta a camminare) riesce adallontanarsi rapidamente, Stefano resta in pieditenendo una mano ferma sul motorino e l’altra aschivare i colpi che invece lo raggiungono inserie: prima uno schiaffo, poi un calcio ad unacoscia, poi un durissimo colpo alla testa che gliapre una ferita sul cuoio capelluto e ancora altricalci e altri pugni. Poi, trascinato a forza semisve-nuto su un cellulare di polizia, viene fatto stende-re a terra, immobilizzato con feroci modalità (conun ginocchio piantato sul torace ad impedirgliquasi di respirare) e quasi strozzato.Portato al posto di polizia dello stadio Olimpico,Gugliotta trova un rappresentante delle forze del-l’ordine finalmente comprensivo che gli garanti-sce qualche minuto di serenità. Ma poi, partico-lare fin qui inedito, torna nell’incubo e subiscel’ennesimo atto di violenza che, se confermato,potrebbe configurare un altro reato piuttostograve: uno dei tutori dell’ordine delegati alla sua

custodia gli sottopone infatti un modulo di rico-noscimento da firmare, ma Stefano ha la prontez-za di aggiungere a penna che non avrebbe rifiu-tato il ricovero in ospedale, stanti le sue precariecondizioni fisiche dopo il pesante trattamentosubito. La circostanza manda su tutte le furie ilpoliziotto che d’imperio gli strappa il foglio dallemani e se ne va, non mancando di insultarepesantemente il malcapitato, salvo ritornarepochi minuti più tardi con un nuovo foglio da fir-mare. Qualora i testimoni confermassero lavicenda denunciata dal Gugliotta, sarebbe dun-que provato il reato contestato di “Falsità mate-riale di pubblico ufficiale in atti pubblici con sop-pressione, distruzione e occultamento di atti uffi-ciali, oltre all’ingiuria e alla violenza privata”. Iprincipali reati contestati per il pestaggio sonoinvece per “le lesioni personali continuate edaggravate, abuso dei poteri, violazione dei dove-ri della pubblica funzione e di pubblico servizio eviolenza con armi – manganelli – e da più perso-ne”. Attualmente, Stefano risulta in ogni casoancora indagato per “resistenza a pubblico uffi-ciale”. (d.l.m.)

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