«abbandoniamo ogni paura»: l’appello del papa all’inizio ... · presieduta dal cardinale...

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DI MICAELA CASTRO ’Anno Santo della Misericordia si aprirà in maniera davvero speciale per i bambini e i ragazzi degli oratori di Roma: domenica prossima 20 dicembre si raduneranno a piazza San Pietro accompagnati dai loro sacerdoti, animatori e genitori per celebrare il Giubileo e partecipare all’Angelus di papa Francesco. L’evento, inserito nel calendario ufficiale dell’Anno Santo, rappresenta un’occasione straordinaria per la comunità degli oratori di Roma per vivere, proprio nelle prime settimane di questo Anno giubilare, l’esperienza del passaggio della Porta Santa. L’incontro è stato preceduto da alcune settimane di preparazione accompagnate dal sussidio d’Avvento proposto dal Centro Oratori Romani «Cuore a Cuore. Misericordiosi come il Padre», che ha proposto un cammino per accompagnare i ragazzi a scoprire passo dopo passo la misericordia del Padre che in Gesù viene ad abitare in mezzo agli uomini. Opportunità per vivere l’esperienza dell’Anno giubilare con la gioia di chi si sente accolto, amato, perdonato. Bambini e ragazzi provenienti da molte parrocchie romane si raduneranno sin dalle prime ore del mattino nelle vicinanze di San Pietro per vivere l’esperienza giubilare, accolti da oltre un centinaio di animatori del Cor che da una trentina d’anni organizza l’evento. Quest’anno l’appuntamento, oltre alla tradizionale Benedizione dei Bambinelli, rappresenta la preziosa occasione di essere pellegrini attraverso le strade della città, oltrepassare insieme la Porta Santa e vivere a pieno l’esperienza dell’incontro con la Misericordia del Padre. I gruppi si sono dati appuntamento presso Castel Sant’Angelo dove comincerà il pellegrinaggio giubilare che li condurrà fino alla basilica nel giusto clima di gioia e preghiera. Dopo il passaggio della Porta Santa, a partire dalle 10 tutti insieme parteciperanno alla celebrazione eucaristica presieduta dal cardinale Angelo Comastri, arciprete della basilica papale, per poi spostarsi in piazza per l’Angelus. Accolti con canti tradizionali e oratoriani in una porzione riservata della piazza i bambini e i numerosi animatori del Cor guidati dal presidente Alessandro Ciafrei e dall’assistente ecclesiastico dell’associazione, don Giovanni Ippolito, attenderanno il saluto di papa Francesco pronti ad alzare i loro Bambinelli. Come tradizione, infatti, da oltre 30 anni il Pontefice benedirà in questa domenica le statuine che famiglie e ragazzi deporranno nei presepi delle loro case mantenendo l’appuntamento con questo tradizionale segno del Natale ormai vicino. «Siamo felici che siano proprio i ragazzi degli oratori romani a vivere uno dei primi appuntamenti del Giubileo», sottolinea il presidente Ciafrei alla vigilia dell’evento. «L’attenzione di papa Francesco per i più piccoli ci sostiene nel nostro apostolato fra bambini e ragazzi. Per questo abbiamo voluto far sperimentare a tutti i piccoli e alle loro famiglie la gioia del Giubileo vissuto insieme ad animatori e sacerdoti che con noi vivono quotidianamente il servizio nelle parrocchie della nostra citta». Tutte le informazioni per partecipare all’evento su www.centrooratoriromani.org. L DI CHRISTIAN GIORGIO uesta è la porta del Signore… apritemi le porte della giustizia… per la tua grande misericordia entrerò nella tua casa, Signore». Sono passati una decina di minuti dopo le 11, e quindici anni dopo l’ultimo Anno Santo, quando papa Francesco, l’8 dicembre, pronuncia la formula di rito per l’apertura della Porta Santa di San Pietro. Le mani spingono sulle formelle di bronzo dello scultore Vico Consorti. Una volta. Due. Francesco incontra resistenza, sembra non farcela. Poi, sull’anta sinistra, un riflesso repentino del sole, spuntato solo per pochi momenti, indica a tutti che la Porta si sta aprendo. Il silenzio dei fedeli in piazza si scioglie in un composto e breve applauso, mentre il Papa si ferma e prega sulla soglia della porta che è diventata quasi “periferica” rispetto a quella di Bangui, in Centrafrica, città indicata da Francesco come «Capitale spirituale del mondo». È un Giubileo straordinario, d’altronde: quello dell’indulgenza “globalizzata”, della moltiplicazione delle Porte Sante (almeno una per ogni diocesi del mondo), della compresenza di due Papi. Benedetto XVI non partecipa alla Messa sul sagrato di San Pietro, incontra Francesco poco prima e subito dopo l’apertura della Porta. Grande l’affetto della folla che applaude ripetutamente il Papa emerito ogni volta che viene inquadrato. Prima Francesco e poi Benedetto attraversano la Porta di San Pietro, entrando simbolicamente nel perdono di Dio. È con questo gesto, semplice ma dal senso profondissimo, che tanti pellegrini, fino alla chiusura dell’Anno Santo, scopriranno la «misericordia del Padre che tutti accoglie – dice Francesco nella breve omelia che precede l’apertura della Porta Santa – e ad ognuno va incontro personalmente». È grigio il cielo sopra San Pietro. A tratti, una pioggia leggera colora di ombrelli la piazza. I primi pellegrini arrivano intorno alle sei del mattino, ordinatamente, si sottopongono ai controlli di sicurezza. È anche il primo Giubileo della minaccia globale, dell’allerta 4, come a Parigi nei giorni successivi agli attacchi terroristici del 13 novembre. Ma è anche il Giubileo del perdono e del «primato della grazia», come dice il Papa. E come in Maria, «la pienezza della grazia è in grado di trasformare il cuore». Nella festa dell’Immacolata Concezione, Francesco sottolinea ancora una volta la misericordia di Dio che non solo «perdona il peccato», ma «in Maria giunge fino a prevenire la colpa originaria». Il Giubileo della Misericordia, nelle intenzioni di Papa Francesco, è forse innanzitutto questo: comprendere che l’intera «storia del peccato», a partire da quello commesso nel giardino dell’Eden, «si risolve nel progetto di un amore che salva», «che perdona». Come dimostrano le parole del libro della Genesi, aggiunge il Papa: «C’è sempre la tentazione della disobbedienza, che si esprime nel voler progettare la nostra vita indipendentemente dalla volontà di Dio». Eppure, «se tutto rimanesse relegato al peccato, saremmo i più disperati tra le creature, mentre la promessa della vittoria dell’amore di Cristo rinchiude tutto nella misericordia del Padre». Anche per questo, quello che ci prepariamo a vivere, riflette Francesco, «sarà un Anno in cui crescere nella convinzione della misericordia. Quanto torto viene fatto a Dio e alla sua grazia quando si afferma anzitutto che i peccati sono puniti dal suo giudizio, senza anteporre invece che sono perdonati dalla sua misericordia». «Abbandoniamo ogni forma di paura e di timore – è l’appello del Papa – perché non si addice a chi è amato; viviamo, piuttosto, la gioia dell’incontro con la grazia che tutto trasforma». La Porta Santa di San Pietro è stata aperta esattamente 50 anni dopo la chiusura del Concilio Vaticano II. Non è una casualità. Francesco lo dice chiaramente nell’omelia: «Il Concilio è stato un incontro. Un vero incontro tra la Chiesa e gli uomini del nostro tempo. Un incontro segnato dalla forza dello Spirito che spingeva la sua Chiesa a uscire dalle secche che per molti anni l’avevano rinchiusa in se stessa, per riprendere con entusiasmo il cammino missionario». Il Giubileo – conclude Francesco – «ci provoca a questa apertura e ci obbliga a non trascurare lo spirito emerso dal Vaticano II, quello del Samaritano, come ricordò il beato Paolo VI a conclusione del Concilio. Attraversare oggi la Porta Santa ci impegni a fare nostra la misericordia del buon Samaritano». Subito dopo la recita dell’Angelus e l’attraversamento della Porta Santa da parte delle autorità presenti alla Messa, tra cui il capo dello Stato Sergio Mattarella con la figlia Laura, il presidente del Consiglio Matteo Renzi, il ministro dell’Interno Angelino Alfano, il commissario di Roma Francesco Paolo Tronca, i varchi sono stati aperti ai pellegrini che attendevano in piazza. A fine mattinata, il Papa “esce” ancora una volta, «per andare incontro ad ogni uomo» in ogni parte del mondo. Questa volta lo fa dal suo profilo Twitter: «Che il Giubileo della Misericordia – scrive, inaugurando il primo Anno Santo dell’era dei social network – porti a tutti la bontà e la tenerezza di Dio». Q « Il grande giorno alla presenza di Benedetto XVI rdinati, infreddoliti e pronti ad affrontare con un sorriso paziente una piazza San Pietro davvero blindata. Circa 70mila persone, secondo la Sala Stampa Vaticana, hanno sfidato, l’8 dicembre, le misure di allerta massima previste dal piano antiterrorismo per non mancare all’appuntamento iniziale dell’Anno Santo indetto da Francesco. Enorme il dispiegamento delle forze dell’ordine. I pellegrini sanno bene che sono misure necessarie e dalle 6.30 continuano ad arrivare incessantemente fino alle 10. Una voce invita a entrare nel clima di preghiera senza innalzare cartelli né sventolare bandiere. Così l’ordine con cui i fedeli hanno vissuto le operazioni dei controlli si trasforma in un modo molto composto di vivere la liturgia. Di tanto i fedeli ritmano la loro partecipazione con applausi. Particolarmente lungo quello che segna l’abbraccio e il bacio tra Francesco e il predecessore Benedetto XVI, poco prima dell’apertura della Porta Santa. Un’immagine commovente regalata dalla regia di Wim Wenders, scelto dal Centro Televisivo Vaticano per curare la diretta. Dopo l’Angelus, i pellegrini si mettono in fila per raggiungere la Porta. Numerosi i volontari che hanno prestato il loro servizio quel giorno. Tantissimi quelli che hanno prestato la loro assistenza sanitaria: dalla Croce rossa alla Protezione Civile, dall’Ordine di Malta e le Misericordie all’Ares. «Il bilancio di questa giornata è molto positivo: abbiamo fatto circa 20 soccorsi, tutti codici verdi e solo un ricovero», racconta Annamaria Matarese, responsabile maxi emergenze di Ares, che ha coordinato sei ospedali da campo dislocati tra la piazza e via della Conciliazione, ambulanze e volontari. Poderoso anche lo sforzo dell’Unitalsi, con una postazione fissa in piazza Sant’Uffizio, circa 60 volontari e 200 persone disabili che hanno fatto richiesta di assistenza. La giornata si è conclusa con lo spettacolo serale «Fiat Lux: illuminating our common home»: su San Pietro sono state proiettate foto d’autore ispirate al tema della Laudato si’, alla misericordia, e al mondo naturale. Antonella Pilia O La Porta aperta all’incontro con la grazia Bambini degli oratori per il primo evento giubilare Domenica prossima l’appuntamento anche per la benedizione dei Bambinelli. Alle 10 la celebrazione di Comastri, poi alle 12 la partecipazione all’Angelus del Pontefice l’evento. «Abbandoniamo ogni paura»: l’appello del Papa all’inizio del Giubileo www.romasette.it facebook.com/romasette twitter.com/romasette Supplemento di Avvenire, - Responsabile: Angelo Zema Coordinamento redazionale: Giulia Rocchi Sede: Piazza San Giovanni in Laterano 6a 00184 Roma; [email protected] Tel. 06 6988.6150/6478 Abbonamento annuo euro 58.00 C. Corr. Postale n. 6270 intestato a Avvenire - Nei Spa Direzione vendite - Piazza Indipendenza 11/B 00185 Roma - Tel 06.68823250 - Fax 06.68823209 Pubblicità: Publicinque Roma- Tel. 06.3722871 ROMA SETTE Anno XLII • Numero 45 • Domenica 13 dicembre 2015 ggi Papa Francesco aprirà la Porta Santa di San Giovanni in Laterano, cattedrale di Roma. L’inizio della celebrazione è fissato alle 9.30. Il Pontefice la aprirà spingendola con le mani e la varcherà. Lo seguirà la delegazione composta dal cardinale vicario Agostino Vallini, dal vicegerente Filippo Iannone, dai vescovi ausiliari (compresi alcuni emeriti), dal Capitolo lateranense e dai padri penitenzieri. Quindi varcheranno la Porta Santa sei sacerdoti della diocesi di Roma, un diacono e quindici laici. Il Papa presiederà quindi la celebrazione eucaristica secondo la liturgia della III Domenica di Avvento. Ad animarla la Cappella musicale pontificia Sistina e il Coro della diocesi di Roma. Va ricordato che oggi ogni vescovo ape la Porta Santa della propria cattedrale. L’attuale Porta Santa di San Giovanni in Laterano è stata realizzata dallo scultore Floriano Bodini, nato a Gemonio (Varese) l’8 gennaio 1933 e morto a Milano il 2 luglio 2005. L’opera bronzea è alta 3,60 metri e larga 1,90 metri e il suo compimento ha richiesto circa due anni e mezzo di lavoro, dai primi disegni del 1998 alla fusione in bronzo, settembre-dicembre 2000. La sua chiusura è avvenuta il 5 gennaio del 2001, durante la celebrazione dei primi vespri dell’Epifania, con l’allora cardinale vicario Camillo Ruini. La basilica, durante tutto l’Anno giubilare, sarà il cuore dei pellegrinaggi delle parrocchie in particolare. Due volte al giorno, alle 10 e alle 17.30, la basilica offre ai pellegrini la celebrazione giubilare. All’ora stabilita, i pellegrini vengono accolti all’ingresso, davanti alla Porta Santa, dopo un’adeguata preparazione con il sacramento della Penitenza. È attivo un servizio di prenotazioni on line: [email protected]. Da domani sarà visitabile il Museo del Tesoro Lateranense: ne parleremo ampiamente sul prossimo numero di Roma Sette. O Stamani Francesco a San Giovanni in Laterano Alle 9.30 varcherà la Porta Santa, poi la Messa

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Page 1: «Abbandoniamo ogni paura»: l’appello del Papa all’inizio ... · presieduta dal cardinale Angelo Comastri, arciprete della basilica papale, per poi spostarsi in piazza per l’Angelus

DI MICAELA CASTRO

’Anno Santo della Misericordia siaprirà in maniera davvero specialeper i bambini e i ragazzi degli

oratori di Roma: domenica prossima20 dicembre si raduneranno a piazzaSan Pietro accompagnati dai lorosacerdoti, animatori e genitori percelebrare il Giubileo e partecipareall’Angelus di papa Francesco.L’evento, inserito nel calendarioufficiale dell’Anno Santo, rappresentaun’occasione straordinaria per lacomunità degli oratori di Roma pervivere, proprio nelle prime settimanedi questo Anno giubilare, l’esperienzadel passaggio della Porta Santa.L’incontro è stato preceduto da alcunesettimane di preparazioneaccompagnate dal sussidio d’Avventoproposto dal Centro Oratori Romani«Cuore a Cuore. Misericordiosi come

il Padre», che ha proposto uncammino per accompagnare i ragazzia scoprire passo dopo passo lamisericordia del Padre che in Gesùviene ad abitare in mezzo agli uomini.Opportunità per vivere l’esperienzadell’Anno giubilare con la gioia di chisi sente accolto, amato, perdonato.Bambini e ragazzi provenienti damolte parrocchie romane siraduneranno sin dalle prime ore delmattino nelle vicinanze di San Pietroper vivere l’esperienza giubilare,accolti da oltre un centinaio dianimatori del Cor che da una trentinad’anni organizza l’evento. Quest’annol’appuntamento, oltre alla tradizionaleBenedizione dei Bambinelli,rappresenta la preziosa occasione diessere pellegrini attraverso le stradedella città, oltrepassare insieme laPorta Santa e vivere a pienol’esperienza dell’incontro con la

Misericordia del Padre. I gruppi sisono dati appuntamento presso CastelSant’Angelo dove comincerà ilpellegrinaggio giubilare che licondurrà fino alla basilica nel giustoclima di gioia e preghiera. Dopo ilpassaggio della Porta Santa, a partiredalle 10 tutti insieme parteciperannoalla celebrazione eucaristicapresieduta dal cardinale AngeloComastri, arciprete della basilicapapale, per poi spostarsi in piazza perl’Angelus. Accolti con cantitradizionali e oratoriani in unaporzione riservata della piazza ibambini e i numerosi animatori delCor guidati dal presidente AlessandroCiafrei e dall’assistente ecclesiasticodell’associazione, don GiovanniIppolito, attenderanno il saluto dipapa Francesco pronti ad alzare i loroBambinelli. Come tradizione, infatti,da oltre 30 anni il Pontefice benedirà

in questa domenica le statuine chefamiglie e ragazzi deporranno neipresepi delle loro case mantenendol’appuntamento con questotradizionale segno del Natale ormaivicino. «Siamo felici che siano proprioi ragazzi degli oratori romani a vivereuno dei primi appuntamenti delGiubileo», sottolinea il presidenteCiafrei alla vigilia dell’evento.«L’attenzione di papa Francesco per ipiù piccoli ci sostiene nel nostroapostolato fra bambini e ragazzi. Perquesto abbiamo voluto farsperimentare a tutti i piccoli e alleloro famiglie la gioia del Giubileovissuto insieme ad animatori esacerdoti che con noi vivonoquotidianamente il servizio nelleparrocchie della nostra citta». Tutte leinformazioni per partecipareall’evento suwww.centrooratoriromani.org.

L

DI CHRISTIAN GIORGIO

uesta è la porta del Signore… apritemi le portedella giustizia… per la tua grande misericordiaentrerò nella tua casa, Signore». Sono passati una

decina di minuti dopo le 11, e quindici anni dopo l’ultimoAnno Santo, quando papa Francesco, l’8 dicembre,pronuncia la formula di rito per l’aperturadella Porta Santa di San Pietro. Le manispingono sulle formelle di bronzo delloscultore Vico Consorti. Una volta. Due.Francesco incontra resistenza, sembra nonfarcela. Poi, sull’anta sinistra, un riflessorepentino del sole, spuntato solo perpochi momenti, indica a tutti che la Portasi sta aprendo. Il silenzio dei fedeli inpiazza si scioglie in un composto e breveapplauso, mentre il Papa si ferma e pregasulla soglia della porta che è diventataquasi “periferica” rispetto a quella diBangui, in Centrafrica, città indicata daFrancesco come «Capitale spirituale delmondo». È un Giubileo straordinario,d’altronde: quello dell’indulgenza“globalizzata”, della moltiplicazione dellePorte Sante (almeno una per ogni diocesidel mondo), della compresenza di duePapi. Benedetto XVI non partecipa alla Messa sul sagrato diSan Pietro, incontra Francesco poco prima e subito dopol’apertura della Porta. Grande l’affetto della folla cheapplaude ripetutamente il Papa emerito ogni volta che vieneinquadrato. Prima Francesco e poi Benedetto attraversano laPorta di San Pietro, entrando simbolicamente nel perdonodi Dio. È con questo gesto, semplice ma dal sensoprofondissimo, che tanti pellegrini, fino alla chiusuradell’Anno Santo, scopriranno la «misericordia del Padre chetutti accoglie – dice Francesco nella breve omelia cheprecede l’apertura della Porta Santa – e ad ognuno vaincontro personalmente». È grigio il cielo sopra San Pietro.A tratti, una pioggia leggera colora di ombrelli la piazza. Iprimi pellegrini arrivano intorno alle sei del mattino,ordinatamente, si sottopongono ai controlli di sicurezza. Èanche il primo Giubileo della minaccia globale, dell’allerta4, come a Parigi nei giorni successivi agli attacchi terroristicidel 13 novembre. Ma è anche il Giubileo del perdono e del«primato della grazia», come dice il Papa. E come in Maria,«la pienezza della grazia è in grado di trasformare il cuore».Nella festa dell’Immacolata Concezione, Francescosottolinea ancora una volta la misericordia di Dio che nonsolo «perdona il peccato», ma «in Maria giunge fino aprevenire la colpa originaria». Il Giubileo della Misericordia,

nelle intenzioni di Papa Francesco, è forse innanzituttoquesto: comprendere che l’intera «storia del peccato», apartire da quello commesso nel giardino dell’Eden, «sirisolve nel progetto di un amore che salva», «che perdona».Come dimostrano le parole del libro della Genesi, aggiungeil Papa: «C’è sempre la tentazione della disobbedienza, chesi esprime nel voler progettare la nostra vita

indipendentemente dalla volontà di Dio».Eppure, «se tutto rimanesse relegato alpeccato, saremmo i più disperati tra lecreature, mentre la promessa della vittoriadell’amore di Cristo rinchiude tutto nellamisericordia del Padre». Anche per questo,quello che ci prepariamo a vivere, rifletteFrancesco, «sarà un Anno in cui crescerenella convinzione della misericordia.Quanto torto viene fatto a Dio e alla suagrazia quando si afferma anzitutto che ipeccati sono puniti dal suo giudizio, senzaanteporre invece che sono perdonati dallasua misericordia». «Abbandoniamo ogniforma di paura e di timore – è l’appello delPapa – perché non si addice a chi è amato;viviamo, piuttosto, la gioia dell’incontro conla grazia che tutto trasforma». La Porta Santadi San Pietro è stata aperta esattamente 50anni dopo la chiusura del Concilio Vaticano

II. Non è una casualità. Francesco lo dice chiaramentenell’omelia: «Il Concilio è stato un incontro. Un veroincontro tra la Chiesa e gli uomini del nostro tempo. Unincontro segnato dalla forza dello Spirito che spingeva la suaChiesa a uscire dalle secche che per molti anni l’avevanorinchiusa in se stessa, per riprendere con entusiasmo ilcammino missionario». Il Giubileo – conclude Francesco –«ci provoca a questa apertura e ci obbliga a non trascurare lospirito emerso dal Vaticano II, quello del Samaritano, comericordò il beato Paolo VI a conclusione del Concilio.Attraversare oggi la Porta Santa ci impegni a fare nostra lamisericordia del buon Samaritano». Subito dopo la recitadell’Angelus e l’attraversamento della Porta Santa da partedelle autorità presenti alla Messa, tra cui il capo dello StatoSergio Mattarella con la figlia Laura, il presidente delConsiglio Matteo Renzi, il ministro dell’Interno AngelinoAlfano, il commissario di Roma Francesco Paolo Tronca, ivarchi sono stati aperti ai pellegrini che attendevano inpiazza. A fine mattinata, il Papa “esce” ancora una volta,«per andare incontro ad ogni uomo» in ogni parte delmondo. Questa volta lo fa dal suo profilo Twitter: «Che ilGiubileo della Misericordia – scrive, inaugurando il primoAnno Santo dell’era dei social network – porti a tutti labontà e la tenerezza di Dio».

Il grande giorno alla presenza di Benedetto XVIrdinati, infreddoliti e pronti ad affrontare conun sorriso paziente una piazza San Pietrodavvero blindata. Circa 70mila persone,

secondo la Sala Stampa Vaticana, hanno sfidato, l’8dicembre, le misure di allerta massima previste dalpiano antiterrorismo per non mancareall’appuntamento iniziale dell’Anno Santo indetto daFrancesco. Enorme il dispiegamento delle forzedell’ordine. I pellegrini sanno bene che sono misurenecessarie e dalle 6.30 continuano ad arrivareincessantemente fino alle 10. Una voce invita aentrare nel clima di preghiera senza innalzare cartelliné sventolare bandiere. Così l’ordine con cui i fedelihanno vissuto le operazioni dei controlli si trasformain un modo molto composto di vivere la liturgia. Ditanto i fedeli ritmano la loro partecipazione conapplausi. Particolarmente lungo quello che segnal’abbraccio e il bacio tra Francesco e il predecessoreBenedetto XVI, poco prima dell’apertura della PortaSanta. Un’immagine commovente regalata dallaregia di Wim Wenders, scelto dal Centro Televisivo

Vaticano per curare la diretta. Dopo l’Angelus, ipellegrini si mettono in fila per raggiungere la Porta.Numerosi i volontari che hanno prestato il loroservizio quel giorno. Tantissimi quelli che hannoprestato la loro assistenza sanitaria: dalla Croce rossaalla Protezione Civile, dall’Ordine di Malta e leMisericordie all’Ares. «Il bilancio di questa giornata èmolto positivo: abbiamo fatto circa 20 soccorsi, tutticodici verdi e solo un ricovero», racconta AnnamariaMatarese, responsabile maxi emergenze di Ares, cheha coordinato sei ospedali da campo dislocati tra lapiazza e via della Conciliazione, ambulanze evolontari. Poderoso anche lo sforzo dell’Unitalsi, conuna postazione fissa in piazza Sant’Uffizio, circa 60volontari e 200 persone disabili che hanno fattorichiesta di assistenza. La giornata si è conclusa conlo spettacolo serale «Fiat Lux: illuminating ourcommon home»: su San Pietro sono state proiettatefoto d’autore ispirate al tema della Laudato si’, allamisericordia, e al mondo naturale.

Antonella Pilia

O

La Porta apertaall’incontrocon la grazia

Bambini degli oratori per il primo evento giubilare

Domenica prossima l’appuntamento ancheper la benedizione dei Bambinelli. Alle 10la celebrazione di Comastri, poi alle 12la partecipazione all’Angelus del Pontefice

l’evento.«Abbandoniamo ogni paura»: l’appello del Papa all’inizio del Giubileo

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ROMA SETTEAnno XLII • Numero 45 • Domenica 13 dicembre 2015

ggi Papa Francesco aprirà la Porta Santa di SanGiovanni in Laterano, cattedrale di Roma. L’iniziodella celebrazione è fissato alle 9.30. Il Pontefice la

aprirà spingendola con le mani e la varcherà. Lo seguirà ladelegazione composta dal cardinale vicario Agostino Vallini,dal vicegerente Filippo Iannone, dai vescovi ausiliari(compresi alcuni emeriti), dalCapitolo lateranense e dai padripenitenzieri. Quindivarcheranno la Porta Santa seisacerdoti della diocesi di Roma,un diacono e quindici laici. IlPapa presiederà quindi lacelebrazione eucaristica secondola liturgia della III Domenica diAvvento. Ad animarla laCappella musicale pontificiaSistina e il Coro della diocesi diRoma. Va ricordato che oggiogni vescovo ape la Porta Santadella propria cattedrale. L’attualePorta Santa di San Giovanni inLaterano è stata realizzata dalloscultore Floriano Bodini, nato aGemonio (Varese) l’8 gennaio

1933 e morto a Milano il 2 luglio 2005. L’opera bronzea èalta 3,60 metri e larga 1,90 metri e il suo compimento harichiesto circa due anni e mezzo di lavoro, dai primi disegnidel 1998 alla fusione in bronzo, settembre-dicembre 2000. Lasua chiusura è avvenuta il 5 gennaio del 2001, durante lacelebrazione dei primi vespri dell’Epifania, con l’allora

cardinale vicario Camillo Ruini.La basilica, durante tutto l’Annogiubilare, sarà il cuore deipellegrinaggi delle parrocchie inparticolare. Due volte al giorno,alle 10 e alle 17.30, la basilicaoffre ai pellegrini la celebrazionegiubilare. All’ora stabilita, ipellegrini vengono accoltiall’ingresso, davanti alla PortaSanta, dopo un’adeguatapreparazione con il sacramentodella Penitenza. È attivo unservizio di prenotazioni on line:[email protected] domani sarà visitabile ilMuseo del Tesoro Lateranense:ne parleremo ampiamente sulprossimo numero di Roma Sette.

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Stamani Francesco a San Giovanni in LateranoAlle 9.30 varcherà la Porta Santa, poi la Messa

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Inauguratol’ostello CaritasIl Papa in visitaIl cardinale Vallini ha riaperto giovedìla struttura di via Marsala dopoi lavori. Presenti Galantino e FerociIl cardinale Vallini e monsignor Feroci all’inaugurazione dell’ostello. Sopra il mosaico realizzato da padre Rupnik sulla Porta Santa della Carità

DI ALBERTO COLAIACOMO

’ostello e la mensa della Caritas a viaMarsala tornano ad essere la «casa» per ipoveri di Roma. Giovedì mattina,

infatti, l’ostello «Don Luigi Di Liegro» e lamensa «San Giovanni Paolo II» alla StazioneTermini sono stati inaugurati dopo i lavoridi ristrutturazione. L’incontro si è aperto conla benedizione del cardinale Agostino Vallinie il tradizionale taglio del nastro. Il vicariodel Papa ha svelato la Porta Santa dellaCarità con il mosaico realizzato dall’artistagesuita padre Marko Ivan Rupnik cheFrancesco varcherà il prossimo 18 dicembre.Alla presenza del vescovo Nunzio Galantino,segretario generale della Cei, di numeroseautorità e degli sponsor che hannosostenuto l’iniziativa, è stato il direttore dellaCaritas, monsignor Enrico Feroci, ad apriregli interventi di saluto accompagnato daRosa, Francesca e Ulderico, tre degli ospitiche saranno accolti nella nuova struttura.«La parola che ci scaturisce dal cuore èquella di profonda gratitudine», ha detto ilsacerdote: «Un grazie da dire al Signore checi ha permesso di avere una disponibilità neiconfronti di coloro che sono la sua stessapresenza in questa nostra città». Il direttoredella Caritas ha però ricordato anche«quanti non saranno tra i duecento accoltiin questa struttura: più di cinquemilapersone che ogni notte dormono in strada.Vorrei - ha detto - che a Roma questo tipo diCaritas non ci fosse più, perché tutti hannodiritto a una casa e un lavoro, a una famigliae a relazioni di amicizia». Il vescovo NunzioGalantino è arrivato alla cerimonia diinaugurazione direttamente dall’aeroporto,proveniente dal Kurdistan iracheno, dove

Laveva inaugurato un’università finanziatadalla Cei. «Ciò che unisce quei luoghi aquesto - ha osservato - sono le persone cheper motivi diversi fanno fatica a vivere condignità la loro esistenza. La povertà ha unsolo volto, quello di Cristo, ma anche unasola risposta, che è quella dell’accoglienza».Per il segretario della Cei, «l’ostello è unarealtà che deve aiutarci ad educareall’accoglienza, perché è l’unica strada che cipermette di andare un po’ oltre». Arappresentare le istituzioni, il prefetto diRoma Franco Gabrielli e il presidente dellaRegione Lazio, Nicola Zingaretti. «La cittàaveva bisogno che questo spazio riaprisse -ha dichiarato Gabrielli -. È mancato questoluogo di sofferenza e di umanità». Luogoche, ha rimarcato Zingaretti, «ci aiuta a nonfar passare in secondo piano il senso più

profondo del Giubileo, a parlare con leparole della misericordia». Il cardinaleVallini ha invece evidenziato che si inaugura«un piccolo miracolo, un’opera chedovrebbe convincere tutti che quando c’èuna cospirazione al bene si possono faretante cose. La cultura del positivo - hacontinuato -, con le giuste dialettiche, deveportarci al bene che ci unisce. Ecco lamissione profetica dell’ostello». Il vicario haquindi concluso il suo interventopresentando la Porta Santa della Carità chevenerdì prossimo il Papà attraverserà. «Inquesto luogo - ha spiegato - si potrà lucrarel’indulgenza facendo servizio ai poveri. Èquesto lo spirito del Giubileo: un’esperienzache deve migliorarci, che ci deve rendereuomini e donne uniti dalla categoriamisericordia, dalla forza dell’amore».

La Porta Santa firmata da Rupniko avete fatto a me» è la frase del Vangelo diMarco che campeggia dentro la mensa "San

Giovanni Paolo II" nel lato di uscita, alle spalle dellaPorta Santa della Carità. Papa Francesco il 18 dicem-bre alle ore 16.30 varcherà la soglia di ingresso passan-do sotto il mosaico dell’artista gesuita padre Marko I-van Rupnik (nella foto); dopo di lui migliaia di pelle-grini per tutto l’Anno Santo passeranno la porta per lu-crare l’indulgenza giubilare prestando un servizio divolontariato. «All’uscita - spiega monsignor Enrico Fe-roci, direttore della Caritas - tutti ricorderanno chequesto loro pellegrinaggio insieme ai fratelli più pove-ri è stato l’incontro con Gesù sofferente». Il mosaico diRupnik è stato svelato dal cardinale Vallini durante lacerimonia di inaugurazione dell’ostello e raffigura illogo del Giubileo. «C’è il Buon samaritano - ha detto ilcardinale - con la persona colpita sulle spalle. La carat-teristica, intuizione dell’artista, è che le due figure

hanno solo tre occhi, perché Cristo Buonsamaritano vede con gli occhi del povero.È questo il senso vero dell’esperienza dimisericordia per i volontari». Un gruppodi animatori della Caritas di Roma per tut-to l’anno accoglierà i pellegrini, come sin-goli o in gruppo, che vogliano vivere ilpassaggio della Porta della Carità comeoccasione profonda di conversione, condi-visione e servizio. Il passaggio attraversola soglia giubilare è parte di un percorsoche verrà preparato insieme a ospiti, ope-ratori e volontari dei servizi diocesani eparrocchiali della diocesi. Sarà possibile,per i gruppi accompagnati da un sacerdo-te, celebrare la Messa presso la cappelladell’ostello (informazioni sul sito www.ca-ritasroma.it). (Al. Col.)

L’opera delgesuita raffigurail logo giubilareUn gruppodi animatoriper tutto l’annoaccoglierài pellegrini chevorranno lucrarel’indulgenzaprestandovolontariato

2 Domenica13 dicembre 2015

San Giovanni, Messa per le vittime di Parigi

DI CLAUDIO TANTURRI

un mese dai drammatici attentati del 13novembre, martedì si pregherà per levittime di Parigi nella basilica di San

Giovanni in Laterano. L’occasione sarà offertadalla tradizionale «Missa pro natione Gallica»che sarà presieduta alle 17 dal cardinalevicario Agostino Vallini, il quale guiderà laprocessione introitale del clero e dei fedelipresenti attraverso la Porta Santa e celebrerà inlingua francese. Tra le personalità transalpine«è prevista la partecipazione di Francois XavierTilliet, incaricato d’affari dell’Ambasciata di

Francia presso la Santa Sede», come fa sapereil canonico francese del Capitolo Lateranensemonsignor Arnould Louis Duval cheaggiunge: «Il servizio liturgico sarà curatodagli studenti del Seminario Francese di Romache si occuperanno anche dei canti insiemealla Cappella Ludovicea, coro sostenutodall’Ambasciata di Francia, diretti dal maestroIldebrando Mura». La solenne liturgia, chetradizionalmente è fissata alla data del 13dicembre - quest’anno posticipata a causadell’apertura della Porta Santa di domenicacon Papa Francesco -, fa memoria dellospeciale legame che unisce la nazione francesecon la cattedrale di Roma a partire dallaconversione al cattolicesimo del re di FranciaEnrico IV di Borbone, nato a Pau il 13dicembre 1553 (da qui la scelta del 13dicembre come data della celebrazione) emorto a Parigi il 14 maggio 1610. Enrico IV, il25 luglio 1593, entrò trionfante nella capitale

francese al termine della cosiddetta guerra deitre Enrichi che vide fronteggiarsi, per laconquista del trono di Francia, Enrico Guisa,Enrico III e il re di Navarra Enrico IV il quale,dopo essersi convertito pubblicamente alcattolicesimo, nel 1598 promulgò l’editto diNantes con cui proclamava il cattolicesimoreligione ufficiale assicurando la libertà diculto ai protestanti. Traccia di tale legame è lastatua bronzea raffigurante proprio Enrico IVposta nel 1608 sotto il portico dell’ingressolaterale di San Giovanni - quello di accessodiretto al transetto - e che fu voluta daicanonici del Capitolo lateranense beneficiatidallo stesso re. Non solo: da allora, prima tuttii re di Francia e poi tutti i presidenti dellaRepubblica francese assumono di diritto iltitolo di protocanonico del Capitololateranense. In più, per la stessa tradizione,almeno un canonico dello stesso Capitolo è dinazionalità francese.

A

Preghiera e vicinanza ai francesinella tradizionale celebrazione «pronatione gallica» che martedì 15sarà presieduta dal cardinale vicario

Una storia iniziata nel 1987 con don Luigi Di LiegroNel 2009 la raccolta fondi per far partire i lavoriDI LORENA AFFINATI

a carità alla stazione Termini haradici lontane, e prende forma dalleparole di Papa Paolo VI che,

nell’istituire la Caritas nel 1971, esortò lacomunità intera a promuovere una caritàconcreta e consapevole. Una carità chepartisse dai fatti reali per arrivare acomprenderli, sollecitando tutti amettersi con responsabilità e attenzioneal servizio dei poveri. Fondamentalel’opera promotrice di don Luigi DiLiegro, fondatore della Caritas diocesana:è stato lui, ormai 28 anni fa, a darel’annuncio, nella prefazione all’indagine"Essere barboni a Roma", dell’aperturaimminente di un ostello per i poveridella città. Qualche mese dopo, il 27aprile 1987, l’ostello di via Marsalaveniva inaugurato, per aprire

ufficialmente i battenti il 2 giugno. Pochianni dopo, era il 1992, un crollostrutturale ha portato don Di Liegro alanciare un appello per trovare spazisostitutivi: il 28 gennaio del ’93 sonostati consegnati i locali di via Giolitti. Apochi giorni di distanza, inaugurati ildormitorio e la mensa: da alloraquest’ultima ha cambiato sede, nome etipologia di utenti ma è rimasta semprela mensa-simbolo, dove il dare damangiare si traduce soprattutto neltrasmettere ospitalità e rispetto. Intantoproseguivano i lavori al nuovo ostello invia Marsala, inaugurato il 5 febbraio1997. Da allora fino a oggi, i servizi dellaCaritas a Termini sono un "luogo-nonluogo" dove chi è escluso può trovareriparo: il polo integrato include l’ostello"Don Luigi Di Liegro", la mensa serale"Giovanni Paolo II", il centro di ascolto e

il poliambulatorio. Dopo oltre vent’annidi attività, nel luglio del 2009 è statolanciato il progetto di restauro: la primapietra viene simbolicamente posta il 14febbraio 2010 da Papa Benedetto XVI invisita in occasione dell’Anno europeodella lotta alla povertà e all’esclusionesociale. Parte la raccolta fondi, spinta dauna campagna di sensibilizzazionepubblica fortemente voluta dalla Chiesadi Roma e condivisa anche dal Comune,dalla Provincia e dalla Regione Lazio.Obiettivo: l’ambizioso risultato diquattro milioni di euro. Nel dicembre2012 gli ospiti di via Marsala vengonotrasferiti nei locali di via CasilinaVecchia, dove ha sede la Cittadella dellaCarità della Caritas diocesana. Giovedìscorso viene inaugurato il nuovo ostello,dove papa Francesco varcherà il 18dicembre la "Porta Santa della Carità".

L

Così il restauro:gli interventiper ambientifunzionalie confortevoli

Messa a norma e sostituzionedi tutti gli impianti,incremento dei servizi e dellasuperficie a disposizione,riposizionamento degli spazi,rifacimento delle infrastrutture. Sonoquesti i punti principali del restauro che hainteressato le strutture Caritas dellastazione Termini. La superficie del polo èstata ampliata da 3.000 a 4.000 metriquadri grazie ai tetti alti che hannoconsentito di recuperare un pianosuperiore: una parte è stata adibitaall’accoglienza notturna (circa 700 metriquadri) e circa 300 metri quadri allosvolgimento delle attività diurne nell’areasoppalcata sopra la mensa. Tutte le stanzedel dormitorio sono state riposizionate sulfronte porticato, quello più esposto allaluce del sole, e dotate di finestre: lametratura di ciascuna stanza è raddoppiata

da 12 a 24 mq e ora è possibile accogliereanche ospiti con disabilità motoria. Tutto ilcomplesso è stato dotato di un nuovoimpianto di climatizzazione e sono statiricavati una sala tv/conferenze (capienza 40posti), una sala informatica con 10postazioni e una polifunzionale per attivitàdi valorizzazione delle abilità degli ospiti.Nel cortile esterno è stata introdotta unagradonata fruibile come ambiente disocializzazione. Al centro di ascolto larevisione degli spazi ha puntato a garantirela privacy degli utenti durante i colloqui esono state predisposte 6 postazioni,unitamente a una innovativa reception e auna sala d’aspetto più confortevole.

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Rinnovamento del linguaggio pastorale, formazio-ne, centralità delle famiglie, opere di carità, sino-dalità: sono i punti chiave emersi nei lavori delConvegno ecclesiale nazionale di Firenze, conclusoil 13 novembre, che il cardinale vicario AgostinoVallini sottolinea in una lettera rivolta ai parroci, avicari parrocchiali, consacrati, diaconi e operatoripastorali della Diocesi di Roma. Pubblichiamo iltesto integrale del documento, datato 8 dicembre.

arissimi,come è a tutti noto, dal 9 al 13novembre scorso, si è tenuto a Firenze il

V Convegno Ecclesiale Nazionale della ChiesaItaliana. Con i VescoviAusiliari e unadelegazione di sacerdoti elaici della nostra Diocesiho vissuto quelle giornatein un clima di docileascolto dello Spirito, dicomunione e di fraternodialogo e riflessione con idelegati di tutte le Chieseparticolari italiane sultema “In Gesù Cristo ilnuovo umanesimo”. Ildiscorso del Santo Padrenel Duomo di Firenze ela Sua omelia durante laCelebrazione Eucaristica hanno suscitato ungrande entusiasmo e orientato i lavori. Il sensodell’intervento del Papa potrebbe essere cosìriassunto: occorre leggere con rinnovataattenzione e slancio missionario i segni deitempi. Non è più il momento di ragionarecome in un’epoca di cristianità, in cuil’adesione alla fede poteva darsi per scontata.A differenza di alcuni decenni fa, quando laChiesa – la Chiesa italiana, e anche la Chiesadi Roma – poteva contare su un diffusoriconoscimento sociale, ora non è più così.Questo però può non essere un danno, ma unguadagno (cfr Fil 3,7)! La Chiesa ha seguito ilcammino di spogliamento del Signore (cfr Fil2,7) ed essendo più povera è pronta a vivereuna stagione di nuova fecondità pasquale:«Una Chiesa libera e aperta alle sfide delpresente, mai in difensiva per timore diperdere qualcosa». Questa consapevolezzaincoraggia l’audacia di uscire, di mettersi incammino, di inaugurare sentieri nuovi, diattivare processi senza avere la presunzione dicontrollarli nel dettaglio. In questo modo laChiesa imiterà Gesù che, incontrando lungo lestrade della Terra Santa la povera gente, eraprofondamente commosso (cfr Mc 8,2; Mt9,36; 14,14; 15,32). Come il suo Signore eMaestro la comunità cristiana presteràmaggiore attenzione ai poveri, ai fragili, agliesclusi, ai “periferici”, anzi ne assumerà latestimonianza. Papa Francesco ci ha invitato a leggere con

occhi nuovi l’Esortazione Apostolica Evangeliigaudium, incoraggiandoci ad assimilarlainteriormente, affinché penetri sempre di piùnella vita delle nostre parrocchie e le aiuti avivere la missionarietà come dimensioneessenziale della comunità cristiana, così darivelare la Chiesa «mamma dal volto lieto evicina a tutti i suoi figli». Questo «sogno» delPapa per un nuovo umanesimo è statocostantemente ripreso nei lavori delConvegno, di cui intendo in questa lettera –frutto dell’esperienza della nostra delegazione– proporvi alcuni punti, che mi paiono comeil “filo rosso” che lega il progetto pastorale

diocesano alla riflessionedella Chiesa italiana.

1. Rinnovamento dellinguaggio pastorale. È stataevidenziata fortemente lanecessità di unrinnovamento dellinguaggio: nella liturgia,a partire dalle nostreMesse domenicali,evitando gli eccessi tantodella trasandatezzaquanto del formalismo;nella predicazione (comeindicato da E. G.);

nell’annuncio, con linguaggi nuovi e piùefficaci, più vicini alla vita della gente, capacidi raccogliere anche la sfida delle nuovetecnologie (“pastorale digitale”, è stato detto).La Chiesa di Roma da tempo lavora in questadirezione: ma occorre insistere di più, contenacia e convinzione.

2. Formazione. Nei laboratori del Convegno èemersa la necessità di curare maggiormente laformazione, a tutti i livelli. Anzitutto laformazione dei sacerdoti, dei diaconi e deiseminaristi (per questi ultimi avvalendosianche del contributo delle famiglie, perchépossano comprendere meglio le attese e ibisogni dei laici); poi la formazione deiconsacrati (anche attraverso iniziative tramembri di più istituti); ma soprattutto laformazione dei laici, con “scuole della Parola”o analoghe iniziative di cammini di fede,estendendosi poi ad altri aspetti, come ad es.alla Dottrina sociale della Chiesa, al fine difavorire una presenza più attiva dei cristiani –particolarmente dei giovani – nella società.Papa Francesco ha scritto: «Ciascun battezzato,qualunque sia la sua funzione nella Chiesa e ilgrado di istruzione della sua fede, è unsoggetto attivo di evangelizzazione e sarebbeinadeguato pensare ad uno schema dievangelizzazione portato avanti da attoriqualificati in cui il resto del popolo fedelefosse solamente recettivo delle loro azioni. Lanuova evangelizzazione deve implicare un

nuovo protagonismo di ciascuno deibattezzati» (E. G., n. 120). Tutti hannoconcordato nel dichiarare che l’impegno peruna maggior formazione della coscienzacristiana è ormai una priorità ineludibile, dasviluppare non solo attraverso conferenze dispecialisti, ma anche con esperienze di vita,valorizzando le risorse interne alle comunità,attivando processi permanenti di auto–formazione, mediante una miglioreinterazione fra presbiteri e laici. Nella nostraDiocesi i corsi di formazione per catechisti ealtri operatori pastorali, avviati da alcuni annia livello di Prefettura, sono sicuramente diaiuto in questa direzione, ma l’esigenza diavere laici ben preparati per essere una “Chiesain uscita” ci spinge ad un maggiore sforzo,perché questa azione formativa diventicapillare.

3. Centralità delle famiglie. Del Convegnofiorentino mi sta molto a cuore ricordare, inparticolare, la grande attenzione che è statadata alla famiglia, ribadita come centrale per ilfuturo della Chiesa e per la società. La nostraDiocesi, soprattutto in questi ultimi anni, hatra i suoi obiettivi prioritari la promozionedella pastorale familiare ponendo a tema latrasmissione della fede alle nuove generazioni.Un pionieristico percorso di formazione pre–e post–battesimale ci ha fatto concentrare sulruolo dei genitori.Importanti poi sono statele conclusioni delConvegno diocesano diquest’anno. Più volte hoavuto modo di esprimereapprezzamento per i passiche stiamo muovendo,ma desidero rinnovare atutti l’invito a curare dipiù le famiglie, in modoparticolare quelle giovani,avendo cura anche diquelle “ferite”, che ilrecente Sinodo deiVescovi ha chiesto diaccogliere e far sentire parte viva dellacomunità cristiana.

4. Opere di carità. Tra le proposte più ricorrentia Firenze, soprattutto in vista del Giubileo, èstato suggerito di potenziare l’impegno per latestimonianza della misericordia attraverso «lafede che si rende operosa per mezzo dellacarità» (Gal. 5,6). In questo campo tanteesigenze pastorali dovremmo incoraggiare epotenziare. Ne ricordo alcune: la cura degliadolescenti a rischio, del cosiddetto “popolodella notte”, dei poveri e dei migranti,impegnando ciascun battezzato e le comunitàad attivare “segni giubilari” permanenti, allivello parrocchiale, di prefettura e diocesano.

Questa attenzione operativa va accostata aduna maggiore accoglienza e ad un ascolto piùempatico di tutti, nessuno escluso. I duemovimenti – accoglienza e annuncio – vannoinfatti di pari passo.

5. Sinodalità. Infine, è stata sottolineata moltola dimensione della sinodalità, cioè delcamminare insieme. Lo stile di fraternacondivisione che ha caratterizzato le giornatefiorentine ha suscitato in molti nostri delegatiil grato ricordo del Sinodo Diocesano e lalunga preparazione del Giubileo del 2000. Ilpassaggio dalla collaborazione dei laici allaloro piena corresponsabilità pastorale – temaaffrontato in Diocesi già alcuni anni or sono –sembra non essersi ancora pienamentecompiuto, e merita un approfondimento. Sichiede anche una collaborazione piùsistematica tra i diversi uffici pastoralidiocesani: grazie a Dio, abbiamo fatto untratto di strada, ma mi pare necessarioprocedere più speditamente, perché laddove ilcammino è stato più intenso i frutti si sonomoltiplicati. Carissimi, il Giubileo, che oggi il Santo Padreapre ufficialmente, dopo il grande segnodell’apertura della Porta Santa nella Cattedraledi Bangui, è un’ulteriore tessera del mosaicoche la Provvidenza va componendo peraccompagnare la Chiesa a essere sempre più

sacramento universale disalvezza. Un mosaico cheper la nostra Chiesa diRoma ha i tratti delSinodo e delle tappesegnate dai Convegnidiocesani annuali, con iloro orientamenti e conl’impegno silenzioso egeneroso delle comunitàche progressivamentemostrano il volto di unaChiesa che ha a cuore difar conoscere a tutti GesùRedentore dell’uomo. È ilSignore che guida il suo

popolo nel tempo. Sentiamoci parte di questounico corpo, approfondiamo il senso diappartenenza ecclesiale da cui scaturisconol’impegno e la corresponsabilità pastorali. Leesperienze di comunione e di collaborazionefra Parrocchie, Aggregazioni laicali e Ufficipastorali del Vicariato e delle Parrocchieall’interno delle Prefetture, sono essenziali perarmonizzare la ricchezza di cui ciascuno,singolo o comunità, è portatore e annunciarela bellezza del Vangelo. Con l’augurio di unAnno Santo ricco di grazie spirituali, vi affidoalla materna protezione della Vergine Maria,Salus Populi Romani. Di cuore invoco su tuttila benedizione del Signore.

Cardinale Agostino Vallini

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La lettera del cardinaleVallini dopo il Convegnoecclesiale nazionale,frutto dell’esperienzadella delegazionediocesana. Il «sogno»del nuovo umanesimo

Il rinnovamento dellinguaggio pastorale, laformazione, la centralitàdelle famiglie, le operedi carità, la sinodalità:i punti chiave emersinelle giornate dell’assise

L’audacia di sentieri nuovi:ecco il lascito di Firenze

Un’immagine del Papa a Firenze in occasione del Convegno nazionale della Chiesa italiana

Le «cinque vie» dei lavoriscire», «Annunciare», «Abitare»,«Educare», «Trasfigurare» sono

le cinque “vie” che hannocaratterizzato la riflessione ai lavori delquinto Convegno nazionale dellaChiesa italiana sul tema «In Gesù Cristoil nuovo umanesimo», ospitato aFirenze dal 9 al 13 novembre e che haavuto nell’incontro con il Papa (il 10) ilsuo momento culminante. I lavori sisono conclusi con la condivisione dellesintesi e delle proposte elaborate neigruppi di lavoro. Duecento gruppi ealtrettanti facilitatori; 20 moderatori,quattro per ciascuna delle cinquetematiche approfondite, per arrivare aicinque interventi conclusivi, che hannoriportato in assemblea plenaria quantoè stato condiviso in oltre sette ore diconfronto. Alla trasversalità della lorocomposizione (in quasi ogni gruppoc’era un vescovo, sacerdoti e laici,religiose e religiosi, giovani e menogiovani) è corrisposta unapartecipazione estremamente intensae propositiva. Nel suo intervento, nellacattedrale di Santa Maria del Fiore,Francesco ha indicato nell’umiltà, neldisinteresse e nella beatitudine i tretratti sull’umanesimo cristiano che«dicono qualcosa anche alla Chiesaitaliana che oggi si riunisce percamminare insieme in un esempio disinodalità». Per i prossimi anni il Papaha lasciato l’indicazione diapprofondire la Evangelii gaudium inogni comunità, in ogni parrocchia eistituzione, in ogni Diocesi e regione.

la scheda

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Un docufilm sulla vita del beato Contardo Ferrini

DI PIETRO MARIANI

ccademico, giurista, scienziato. Lastoria del professor Contardo Ferrini,

terziario francescano e testimone di unautentico umanesimo cristiano, è stataraccontata dal regista Alberto Di Gigliotramite un docu–film presentato venerdì,in anteprima a Roma, alla Sala CinemaAnica. È la prima volta che vieneraccontata sul grande schermo (a destraun’immagine del film) la parabola umana,professionale e spirituale di Ferrini, natoa Milano nel 1859 e morto a Suna diVerbania, sul Lago Maggiore, nel 1902 asoli 43 anni. Dal 1942 il suo cuore è

custodito in un reliquiario nella chiesa diSanta Lucia di Suna, mentre il suo corporiposa nella cripta dell’ UniversitàCattolica del Sacro Cuore a Milano.Eccelso studioso di diritto romano, uomomite e caritatevole in un’epoca, laseconda metà dell’Ottocento, nella quale idocenti universitari erano spessoanticlericali.Di lui, papa Pio XII nell’omelia dellaMessa di beatificazione, disse: «Scienza efede resero insigne il nostro Contardo,quella scienza che non osteggia la fede,ma della quale egli si fece un gradino perelevarsi più in alto verso Dio e la religionedei suoi padri, abbracciando, come in unasintesi della sua vita, la scienza umana ela scienza religiosa, per poggiare infineverso un’altra scienza sovreminente, lascienza della carità di Cristo. Scienzaumana, scienza religiosa e scienza dellacarità di Cristo: ecco i gradi del genio,delle virtù e della santità di Contardo. Egli

aveva compreso che l’uomo è un “ensfinitum, quod tendit ad infinitum”; che haun’anima immortale, la quale varcal’abisso che divide il mondo materialedallo spirituale e, separandosi dal corpo,vola a posarsi sulla sponda dell’eternitàdavanti allo sguardo e al giudizio di Dio».C’è tutto questo nel ritrattodell’accademico e giurista lombardo,patrono dei giuristi e delle universitàcattoliche, tracciato da “Con il vento nelpetto”, opera non solo diretta ma ancheprodotta da Di Giglio, che ha scritto i testiinsieme a Marco Invernizzi, storico eautore di un libro su Ferrini, da un’ideadell’Associazione Piccola Porziuncola diVerbania, in collaborazione con l’OrdineFrancescano Secolare di Verbania. Lacolonna sonora del docu–film è affidataall’estro artistico del musicista,cantautore e arrangiatore BeppeFrattaroli. La fotografia e il montaggiosono di Daniele Massa.

Il percorso esistenziale di Ferrini vieneaffrontato dal regista tramite immaginisuggestive della vita del beato (da Milanoa Suna, passando per Berlino, Pavia,Messina e Modena), le illustrazionidell’artista romano Spartaco Ripa chericostruiscono i momenti più significatividell’infanzia, della formazione edell’impegno politico del professore,interviste ad esperti del mondoaccademico e cattolico, e parti recitatedagli attori Stefano Grillo, Bruno Furini eSebastiano Russo. Ferrini è interpretatodall’attore Bruno Furini ed una colonnasonora originale accompagna la vocenarrante di Massimo Dapporto.Alla presentazione presso la Sala Anica, laproiezione è stata introdotta dall’attriceMarta Bifano e dal giornalista e scrittoreAndrea Monda, mentre al termine si ètenuto un dibattito con il regista e coninterventi di giuristi, magistrati edesponenti del mondo universitario.

A

Una stagionedi musica sacraper il Giubileo

etti una stella nel nostrocielo»: all’insegna di questo

slogan ha preso il via martedì lacampagna di Natale 2015 promossadalla Fondazione PoliclinicoUniversitario Agostino Gemelli diRoma, che si concluderà il 6 gennaio,coinvolgendo l’intero ospedale e lacomunità che si raccoglie intorno aesso. Un’iniziativa – spiega uncomunicato – che intende rafforzareil profondo legame, già da tempoesistente, fra il Gemelli e le oltre 40associazioni di volontariato che vioperano con oltre 400 volontari.«Quest’anno – si legge nella nota – alGemelli la solidarietà sarà il filoconduttore delle manifestazioni peril Natale. Ricco è il calendario dieventi per grandi e bambini, che sisvolgeranno nella hall del Policlinico,grazie all’apporto delle associazioni».Intrattenimento e concerti, ma ancheincontri di preghiera e di riflessione.

Domani, ad esempio, è inprogramma lo spettacolo deiClowndottori, a cura di “AndreaTudisco Onlus”, dalle 15 alle 17;martedì la veglia, presepe e canti diNatale, a cura di don Angelo Auletta,dalle 15. «A queste manifestazioniideate per celebrare la Nativitànell’ospedale insieme ai degenti e ailoro familiari – dicono ancora dalGemelli – si salda una importanteiniziativa raccolta fondi. Tramite ledonazioni fatte attraverso la Stellinadella Solidarietà, una decorazione invetro da collezione creata incollaborazione con Thun, si potrà

sostenere il lavoro quotidiano di tantivolontari, medici e infermieri». Conuna donazione minima di 7,50 eurosi potrà ricevere la Stellina dellasolidarietà, disponibile finoall’Epifania nella hall del Policlinico,presso le associazioni e presso lelibrerie Arion di Roma, partnerdell’iniziativa. I fondi raccolti con ledonazioni, oltre alle iniziative diassistenza curate dalle associazioni,andranno a incrementare il progettoFondo Carità da poco istituito dallaFondazione Gemelli. Un Fondo natoper aiutare e sostenere chi soffre e habisogno di aiuto: il suo contributointerverrà, infatti, per quei casi diparticolare bisogno e urgenza, comenel caso delle necessità sanitarie dipersone, ricoverate nei reparti delGemelli, e che sono in situazioni dicomprovata difficoltà economica. AlFondo Carità è possibile aderire condonazioni volontarie.

DI MARIAELENA FINESSI

itengo che la musica, la cultura e il lavorareinsieme di queste istituzioni siano un segnoconcreto per trasmettere al pubblico un

messaggio di forza davanti alla violenza esplosa inquesti ultimi giorni, per entrare con i fatti nello spiritodell’Anno della Misericordia e offrire agli ascoltatoriun prezioso e insostituibile spazio in cui recuperarel’essenza e il meglio della nostra umanità». MassimoPalombella, direttore della Cappella MusicalePontificia Sistina, racconta le ragioni dell’ineditosodalizio stretto con le altre due maggiori istituzionimusicali della capitale in occasione del Giubileo dellaMisericordia: il Pontificio istituto di musica sacra e ilTeatro dell’Opera di Roma. Omaggio ai pellegrini chefaranno tappa nella Capitale e che potranno coglierel’occasione di assisteregratuitamente ad un preziosocartellone, quello proposto conl’iniziativa «I concerti delGiubileo della Misericordia». «Èun articolato, vario e affascinantepercorso – spiega ilsovrintendente del Teatrodell’Opera Carlo Fuortes – cheporterà lo spettatore nel cuoredella storia della musica sacra,dal canto gregoriano a Britten, daPierluigi da Palestrina sino alcontemporaneo WolfgangRihm». L’idea dellacollaborazione è stata lanciatadalla Sistina, la più antica e importante compagine dimusica vocale sacra al mondo, a cui già Benedetto XVIaveva dato il compito di dialogare musicalmente conle altre confessioni cristiane, raccomandando ditrovare punti di unità, ma anche di recepire le altrediverse culture. E oggi, finalmente, «ci si lascia allespalle anni d’isolamento culturale che, in qualchemodo, le istituzioni musicali romane hannoinconsciamente coltivato – ammette il maestroPalombella – nell’illusione che l’essere a Roma leponeva al centro del mondo e automaticamente inun’eccellenza dovuta». Realizzata in collaborazionecon Roma Capitale, la manifestazione, inauguratanello stesso giorno d’inizio dell’Anno Santo,proseguirà fino al 7 maggio 2016. Il primo concerto,tenutosi l’8 dicembre, verrà replicato mercoledì 30dicembre, ore 19, nella parrocchia di Sant’Anna inVaticano, con ingresso da Porta Sant’Anna. Ad eseguire

il programma “Canto Gregoriano: antifone dalCantico dei Cantici e Magnificat”, sarà il coro delPontificio istituto di musica sacra (Pims), diretto daFranz Karl Prassl. Il coro femminile del Costanzi,diretto da Roberto Gabbiani, eseguirà invece musichedi Gabriel Fauré, Francis Poulenc e Felix Mendelssohn.Soliste Marika Spadafino (soprano) Angela Nicoli(soprano), Michela Nardella (contralto) e MarziaZanonzini (contralto). All’organo, Gea Garatti Ansini.Gli appuntamenti successivi avranno tutti comescenario la basilica di Sant’Agostino in Campo Marzio.Così sabato 23 gennaio 2016, ore 21, con una seratadedicata ai “Brani della misericordia”: esecuzioneaffidata ancora al Pims. Con il Coro della “Sistina” cheeseguirà brani di Felice Anerio e Gregorio Allegri, e ilCoro e Orchestra del Teatro dell’Opera cheeseguiranno musiche del compositore tedesco

Wolfgang Rihm e dell’ingleseBenjamin Britten, due grandiautori contemporanei. Nelconcerto di sabato 20 febbraio, ilprotagonista è lo Stabat Mater,preghiera del XIII secolo attribuitaa Jacopone da Todi. Le treistituzioni si cimenteranno in dueveri capolavori: lo Stabat Mater,per doppio Coro, di Palestrina –commissionato all’artista nel1735, poco prima della suamorte, dalla laica confraternitanapoletana dei Cavalieri dellaVergine dei Dolori di San Luigi alPalazzo – e quello del periodo

barocco firmato da Domenico Scarlatti per CoroMisto. Aprirà la serata lo “Stabat Mater dalSequenziario tardivo di San Gallo”. Ultimoappuntamento, sabato 7 maggio, per ascoltare “CantoGregoriano: brani della Solennità dell’Ascensione”eseguiti dal Pims, con brani di Palestrina affidati alla“Sistina” e un brano di Olivier Messiaen affidatoinvece al coro femminile e all’orchestra dell’Opera. «Inun simbolico viaggio nell’intimità dell’anima –conclude Roberto Gabbiani, direttore del Coro delCostanzi – il filo conduttore è volto all’esegesi delpensiero spirituale inerente al Giubileo dellaMisericordia», evento che «non poteva preludere aduna partecipazione attiva delle più importanti realtàmusicali della città in una ricca proposta di concertidove le varie culture si uniscono per affrontare unviaggio musicale lungo quei secoli in cui la spiritualitàha espresso insigni capolavori corali».

Il Teatro dell’Opera,la Cappella musicaleSistina e il Pontificioistituto insieme per unaserie di concerti nellachiesa di Sant’Agostinoin Campo Marzio

Presentato venerdì «Con il ventonel petto», dedicato al giuristapatrono degli atenei cattolici,con interviste ad alcuni esperti

Fino a maggio un percorso articolato dal cantogregoriano a Britten, da Pierluigi da Palestrinasino al contemporaneo Wolfgang Rihm

L’iniziativa per sosteneregli ammalati in difficoltàeconomica si saldaalle manifestazioniper il Natale nell’ospedale

Il Gemelli propone la «Stellina» per il Fondo carità

4 Domenica13 dicembre 2015

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Sanità, il vescovo Leuzzi scriveagli ammalati e agli operatori« gni venerdì avrà luogo la celebrazione della

Misericordia di Dio, soprattutto nell’ora piùdrammatica della vita del Signore Gesù, quando dal-la Croce ha promesso di attirarci tutti a sé. Sarà unanno davvero pieno di consolazione per tutti». Cosìscrive il vescovo ausiliare Lorenzo Leuzzi (nella foto),delegato per la pastorale sanitaria, nella lettera ri-volta agli operatori socio-sanitari in occasione del-l’apertura del Giubileo della Misericordia, spiegan-do l’iniziativa che vede il coinvolgimento di tutte lecappellanie ospedaliere, dove ogni venerdì alle 15sarà recitata la Coroncina della misericordia comesostegno alla sofferenza dei malati, ma anche per es-sere vicini a coloro che li accompagnano nel per-corso del dolore.Proprio al personale che opera quotidianamentenelle strutture sanitarie il vescovo Leuzzi si rivolgenella sua missiva: «La Chiesa di Roma - sottolinea -desidera ringraziarvi per ciò che fate talvolta nellasolitudine e nelle attuali difficoltà strutturali ed or-ganizzative. Infatti le vostre mani, i vostri sguardi so-no per i nostri fratelli ammalati, le mani e gli sguar-di del Signore Gesù, il Buon Samaritano che li visitacon voi e in voi».Il vescovo mette in evidenza anche il problema so-ciale che spesso incombe su chi vive la malattia:quello dell’emarginazione fuori dai circuiti della vi-ta normale e produttiva nella società: «A voi - conti-nua il presule rivolgendosi agli operatori sanitari - èaffidato il compito di accogliere il fratello malato eridonarlo alla comunità perché possa proseguire ilsuo cammino; E quando ciò non è possibile non la-sciatelo solo ma accompagnatelo in una delle tap-pe più significative della sua esistenza: quella dellamorte». Proprio ai malati il vescovo Leuzzi ha dedi-cato per l’apertura di questo anno giubilare un’altralettera, dove il filo conduttore è proprio la sofferen-za di Cristo per l’uomo.

«È la solitudine - spiega monsi-gnor Leuzzi - il pericolo più gran-de della nostra esistenza, quan-do ci accorgiamo che la diffi-coltà psicofisica può ridurre lenostre capacità e rendere la no-stra vita meno utile per gli altri».Parlando del Vangelo della Mi-sericordia, che è Gesù, il vesco-vo ricorda che l’uomo vale perquello che è e non per quelloche fa: «Nella morte e resurre-zione - sottolinea il presule - Ge-sù ci ha manifestato questogrande amore: ci ama per quel-

lo che siamo e non per quello che facciamo. Lui èColui che ha sofferto pur essendo innocente. Con Luila malattia si trasforma in benedizione per se e pergli altri». In occasione dell’Avvento il vescovo Leuzzi celebreràla Messa in preparazione al Natale in diverse strut-ture ospedaliere: domani alle 11.30 sarà al San Fi-lippo Neri; venerdì alle 12.30 visiterà invece l’ospe-dale pediatrico Bambino Gesù. Il 22 alle 12.30 pre-siederà la celebrazione al Policlinico universitarioUmberto I, e il 23 alle 11.30 visiterà prima l’ospe-dale San Giovanni-Addolorata, e alle 13 il Policlini-co Universitario di Tor Vergata.

Marina Tomarro

OL’omaggio alla VergineMadre della Misericordia

L’atto di venerazione del Papa all’Immacolata in piazza di Spagna nella solennità dell’Immacolata Concezione (Foto Gennari)

DI LORENA LEONARDI

ggi, qui, nel cuore diRoma, sentiamo la tuavoce di madre che chiama

tutti a mettersi in cammino versoquella Porta che rappresenta Cristo».Così Papa Francesco, nel pomeriggiodell’8 dicembre, in piazza di Spagna,ha detto in occasione deltradizionale atto di venerazione allaMadonna per la solennitàdell’Immacolata Concezione.Accanto a lui, in una piazza blindatacome il resto della Capitale, ilcardinale vicario Agostino Vallini e ilcommissario Francesco PaoloTronca. Tutt’intorno i fedeli e, inmodo particolare, i malatidell’Unitalsi: in più di 100 assistonoall’omaggio floreale alla statua dellaMadonna dopo avere partecipato, inmattinata, all’apertura della PortaSanta che ha dato inizio al Giubileostraordinario della Misericordia.«Vengo a presentarti l’omaggio difede e d’amore del popolo santo diDio che vive in questa città ediocesi», continua Francesco nellasua preghiera, aggiungendo: «Vengoa nome delle famiglie, con le lorogioie e fatiche; dei bambini e deigiovani, aperti alla vita; degli anziani,carichi di anni e di esperienza; inmodo particolare vengo a te da partedegli ammalati, dei carcerati, di chisente più duro il cammino. Comepastore – prosegue – vengo anche anome di quanti sono arrivati da terrelontane in cerca di pace e di lavoro.Sotto il tuo manto c’è posto per tutti,perché tu sei la madre dellaMisericordia. Il tuo cuore è pieno ditenerezza verso tutti i tuoi figli: latenerezza di Dio, che da te ha presocarne ed è diventato nostro fratello,Gesù, salvatore di ogni uomo e diogni donna». La tradizionedell’omaggio floreale alla Madonnain piazza di Spagna si prinnovadall’8 dicembre del 1857, momentodell’inaugurazione del monumentoda parte di 220 vigili del fuoco: perquesto i primi, ieri come ogni anno,a deporre una ghirlanda di fiori inpiazza Mignanelli sono stati proprio

i vigili del fuoco. La presenza delPapa è tradizione, invece, dal 1853:da allora i pontefici lasciano fiori aipiedi del monumento progettatodall’architetto Luigi Poletti, checulmina con la statua della Madonnarealizzata dallo scultore GiuseppeObici. «Guardando te – continuaFrancesco rivolgendosi alla Vergine –riconosciamo la vittoria della divinamisericordia sul peccato e su tutte lesue conseguenze e si riaccende in noila speranza di una vita migliore,libera da schiavitù, rancori e timori.Tu dici a tutti: “Venite, avvicinatevi

fiduciosi; entrate e ricevete il donodella misericordia; non abbiatepaura, non abbiate vergogna: il Padrevi aspetta a braccia aperte per darvi ilsuo perdono e accogliervi nella suacasa. Venite tutti alla sorgente dellapace e della gioia”». Francescoconclude la sua preghieraringraziando la Madonna perché,sottolinea, «in questo cammino diriconciliazione tu non ci fai andareda soli, ma ci accompagni, ci staivicino e ci sostieni in ogni difficoltà».La solennità della celebrazione siscioglie, subito dopo alcuni saluti

5 Domenica13 dicembre 2015

L’atto di venerazione del Papanella festa dell’Immacolataa piazza di Spagna: «Vengo

soprattutto a nome di chi sentepiù duro il camminoIl tuo cuore è pieno di tenerezza»

la novità

istituzionali, nell’applauso dellafolla, nel sorriso e nelle carezze chePapa Francesco riserva ai malati: perciascuno una parola, un abbraccio,persino qualche foto. I bambini glicircondano il collo. In sottofondo sisente «Viva il Papa Francesco», «Tivoglio tanto bene Papa Francesco»,mentre lui, salutando dal finestrinoaperto, lascia piazza di Spagna perandare a rendere omaggio, in SantaMaria Maggiore, all’icona SalusPopuli Romani dove, da quando èPapa, è stato in preghiera già 28volte.

Iniziativa avviata da Santa MariaImmacolata per i giovani della«movida». Altre novità per i poveriDI ROBERTA PUMPO

esiderio di Misericordia». È il titoloscelto per la nuova edizione de «La Nottedei desideri» in programma sabato 19

dalle 22 nella parrocchia Santa Maria Immacolata eSan Giovanni Berchmans, a San Lorenzo.L’iniziativa è rivolta ai giovani che animano la«movida» del quartiere, e, per quest’Anno giubilare,è stata pensata come un vero e propriopellegrinaggio, con tanto di mappa che saràconsegnata all’entrata, alla riscoperta dellamisericordia di Dio nella vita di ognuno. Nellanavata centrale della chiesa parrocchiale sarannoallestite 4 postazioni. Si partirà con testimonianze

video come quella di Chiara Corbella, giovanemamma romana morta nel 2012 che ha rinunciatoa curarsi per salvare il figlio che aveva in grembo. Ipartecipanti potranno così fare memoria di quandohanno fatto esperienza della misericordia di Dio. Sipasserà alla Riconciliazione, con il parroco, padreAntonio Molinaro, e con padre Paulo Dhian Paiz,disponibili per la Confessione. Successivamentesaranno spiegate le opere di misericordia spirituali ecorporali e i ragazzi dovranno scrivere su uncartoncino qual è l’amore che possono donare. Allafine del pellegrinaggio ai giovani sarà spiegato che,varcando la porta d’uscita della chiesa, dopo averriflettuto su quanto sono amati da Dio che liaccoglie sempre e su quanto amore sono in gradodi dare, sono chiamati a entrare nel mondo pervivere concretamente il pellegrinaggio, cioè una vitad’amore. Le «Notti dei desideri» sono nate nel 2010dall’idea di alcuni giovani della parrocchia che neorganizzano quattro l’anno. Ad ogni appuntamentopartecipano circa 600 ragazzi, italiani, stranieri,

credenti e non credenti, e in questi cinque anni unatrentina sono rimasti in parrocchia entrando a farparte di vari gruppi. Molti si sono riavvicinati alsacramento della Riconciliazione dopo anni. Altermine di ogni serata i ragazzi scrivono su uncartoncino il loro desiderio, la maggior parte deiquali riguarda la famiglia e gli affetti in generale.«Per il Giubileo abbiamo tante iniziative in cantiere- dice il parroco, della Congregazione deiGiuseppini del Murialdo -. Tra 10 giorni ospiteremodue profughi, come richiesto dal Papa, entro l’annopartirà il servizio doccia per i poveri. Una volta almese, dopo un momento di preghiera comunitaria,ceneremo tutti insieme con i senzatetto della zona:prossimo appuntamento a Natale». Per l’Annogiubilare la parrocchia ha inoltre inaugurato la seriedelle cinque Preghiere di Famiglia incentrate sultema della misericordia. Il primo incontro si èbasato su tre parabole della misericordia: La pecoraperduta (Lc 15, 1-10), Il figliol prodigo (Lc 15, 11-32) eIl servo spietato (Mt 18, 23-35).

A San Lorenzo si accende la «Notte dei desideri» Inauguratoil presepedi Fioronialla chiesadegli artisti

Il presepe di SantaMaria in Montesanto,la chiesa degli artisti,affidato ogni annoall’interpretazione diuna diversapersonalità artistica, perquesto Natale porterà lafirma di Giosetta Fioroni. Acurare l’allestimentodell’opera la FondazioneCarla Fendi. Quello di Fioroni

è un nome di spicco della«Scuola di piazza del Popolo».Il presepe raccoglie lasimbologia della Nativitàintrecciata all’espressivitàpoetica dell’artista.

artedì vi porto tutti con me inpiazza San Pietro. Mi facciovostro rappresentante e

quando passerò attraverso la Porta Santapregherò anche per tutti voi». Questa lapromessa del cardinale Agostino Vallini aimalati ospiti della Fondazione SantaLucia di via Ardeatina. Domenica ilvicario di Roma ha celebrato la Messanella cappella della struttura e,nell’omelia, ricordando che stiamo pervivere «una grazia speciale come quelladel Giubileo», ha sottolineato che «laPorta Santa è anche in ospedale, anche alSanta Lucia». Rivolto al cappellano don

Gilberto Serpi, ha ribadito che «anche lacappella diventa Porta Santa, l’ha detto ilPapa, la riconosce come tale perché arrivila grazia del Giubileo». «Che bellosarebbe se ognuno di noi vivesse ilGiubileo ricominciando a riequilibraretutte le relazioni umane secondo lavolontà del Signore – ha aggiunto Vallini–. È utopia pensare che il mondo cambima se nel quotidiano diventiamo uominie donne di pace e serenità questo nostromondo un po’ intristito, scoraggiato esconfortato può diventare un mondo cheriprende salute». La Fondazione ha 320posti letto, 6 unità operative, 750dipendenti tra medici, terapisti einfermieri più 250 lavoratori esternalizzatiper le cucine e le pulizie. «Ogni annodimettiamo in media 2.300 pazienti afronte di 5.000 domande di ricovero – haspiegato il direttore sanitario AntoninoSalvia –. Forniamo ogni anno 400 milaprestazioni ambulatoriali e riabilitativeper l’età pediatrica». La cosa che colpisce

percorrendo le corsie dell’ospedale èvedere tanti giovani ricoverati. «Su 300pazienti – ha detto Salvia – il 25% ècomposto da giovani al di sotto dei 30anni. Tutti qui per traumi dovuti adincidenti stradali». La struttura svolgeinoltre intense attività di ricerca: in Italia èil primo Istituto di ricovero e cura acarattere scientifico in ambito delleneuroscienze e il quinto in assoluto.«Siamo qualificati anche in ambitodidattico – ha concluso Salvia -. Abbiamo300 studenti, futuri infermieri,fisioterapisti, logopedisti, grazie ad unaconvenzione con l’Università di TorVergata». Non mancano però i problemi.La struttura è da anni al centro di unaquerelle con la Regione Lazio. «Viviamouna situazione molto difficile – haspiegato il direttore generale LuigiAmadio -. Da circa otto anni c’è iltentativo da parte della Regione dicambiare la nostra struttura,dequalificarla e depotenziarla. Abbiamo

fatto vari ricorsi e li abbiamo vinti tuttima ad oggi non ci vengono riconosciuti ifondi per le assistenze e i rimborsi sonoinferiori del 40% sui costi. Ci siamo dettipiù volte disponibili a trovare un accordoma dall’altra parte incontriamo unmuro». «La Fondazione è un’eccellenzanel campo della riabilitazione ma haanche le sue croci – ha detto il cardinaleVallini a proposito della grave situazioneche sta vivendo –. Però voi andate avanticon coraggio e non scoraggiatevi mai». Ilvicario di Roma ha esortato gli ammalatiad accettare la malattia affidandola alSignore: «Potete dire: sto cooperando allasalvezza del mondo in modo pesante emisterioso perché guardando il Crocifissoso che anche la mia croce ha un senso».Prima di andare via il cardinale habenedetto il presepe allestito nellacappella e ha rivolto un invito a tutti ipresenti: «Fate e diffondete il presepe,perché riunisce, fraternizza e fa bene».

Roberta Pumpo

Il cardinale ha incontratoi malati ospiti della Fondazione:anche la cappella luogo pervivere la grazia del GiubileoSu 300 pazienti il 25% giovani

Vallini al Santa Lucia: Porta Santa anche in ospedaleCav Ardeatino, quattro anni:la gioia per le vite salvate

veva già prenotato l’interruzione digravidanza ma, dopo aver vissuto la

Messa e la festa insieme a noi, grazie all’in-tercessione dell’Immacolata, una giovanemamma ha deciso di non abortire». È incon-tenibile la gioia di Francesca Siena, presiden-te del Centro di aiuto alla vita Roma Ardeati-no. L’annuncio giunge all’indomani dellaquarta festa di compleanno del Cav ospitatodal 2011 nei locali della parrocchia di SantaGiovanna Antida, a Fonte Meravigliosa, traArdeatina e Laurentina. L’anniversario è sta-to festeggiato l’8 dicembre con volontari, as-sistite e famiglie, amici, parenti e sostenitori.«La più grande novità del 2015 - raccontaFrancesca - è l’acquisto di una macchina eco-grafica, donata dal Gran Priore dell’Ordine diMalta». Il Cav Ardeatino rafforza così la suamissione. I numeri sono incoraggianti: nel2015 sono nati 50 bambini, le mamme assi-stite sono state un centinaio. (An. Pil.)Articolo integrale su www.romasette.it

aiuto alla vita

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6 Domenica13 dicembre 2015

La morte di padre Boccardelli - La storia dei Giubilei al corso per guide turistiche - Raccolta farmaci per i poveriSparagna a San Giovanni Battista de La Salle - A Santa Maria Regina Mundi mostra di presepi e concerto

luttoMORTO PADRE BRUNO BOCCARDELLI. Èmorto padre Bruno Boccardelli,francescano dei Frati MinoriConventuali, già vicario parrocchiale aSanta Dorotea. Era giudice esterno delTribunale regionale di prima istanzaper le cause di nullità di matrimonio.Le esequie sono state celebrate lunedìnella parrocchia di Trastevere.

I FUNERALI DEL SENZA DIMORA EVASIO ANOSTRA SIGNORA DI COROMOTO.Celebrati giovedì dal vescovo ausiliarePaolo Selvadagi nella parrocchia diNostra Signora di Coromoto ai ColliPortuensi i funerali di Evasio, l’uomosenza fissa dimora morto la settimanascorsa. Evasio, con la sua simpatia,aveva conquistato il cuore di tantiabitanti di Monteverde e Portuense. Lapreghiera della Comunità diSant’Egidio nel suo ricordo ha raccoltocentinaia di persone.

incontriAL SERAPHICUM QUATTRO INCONTRISULLA «DEUS CARITAS EST».Questamattina alle 9.15, alla PontificiaFacoltà Teologica “San Bonaventura”Seraphicum (via del Serafico, 1), sisvolgerà il primo di quattro incontri su«Deus caritas est – Il magistero diBenedetto XVI sull’amore nell’annogiubilare della misericordia». Si partecon «Le parole dell’amore: Eros eAgape – differenza e unità» con fraDomenico Paoletti.

A SANTA MARIA IN MONTERONE «GESÙSECONDO MARIA».Questa sera alle 18,nella chiesa di Santa Maria inMonterone (via di Monterone,75),lettura del testo «Gesù secondo Maria».

ALL’ARCICONFRATERNITA DI SANTACATERINA LA STORIA DEI GIUBILEI.Martedì 15, alle 17.30, presso laconfraternita di Santa Caterina daSiena (Via Giulia,151/b) nell’ambitodel corso di formazione per guideturistiche sull’Anno Santo si terràl’incontro su «La storia dei Giubilei. Lavia dei pellegrini, la Porta Santa. Romacittà eterna: introduzione spirituale. LaBasilica di San Pietro in Vaticano». Neparleranno monsignor AndreaLonardo e Mario Prignano (Tg1).

AI «SERMONI DELL’ORATORIO» SI PARLADELLA PRATICA DELLE INDULGENZE.Giovedì 17, alle ore 18.30, nella chiesadi Santa Maria in Vallicella (piazzadella Chiesa Nuova), nell’ambito delciclo dei «Sermoni dell’Oratorio»,l’oratoriano padre Rocco Camillò,preposito della Congregazionedell’Oratorio di Roma, parlerà di«Teoria e pratica delle indulgenzeprima del 1300».

IL CARDINALE ANGELO AMATO AL SABATOMARIANO DI SANTA MARIA IN VIA LATA.Proseguono nella basilica di SantaMaria in via Lata (via del Corso, 306),gli incontri del ciclo del Sabatomariano promossi dal Centro dicultura mariana. Sabato prossimo, alleore 16, il cardinale Angelo Amato,prefetto della Congregazione per leCause dei santi, parlerà sul tema «Isanti mariani, maestri e missionari dimisericordia».

CATECHESI PROMOSSE DAL MOVIMENTOAPOSTOLICO IN TRE PARROCCHIE. IlMovimento Apostolico promuovedegli incontri di catechesi sul tema «LaChiesa serva e mediatrice dellaMisericordia di Gesù Cristo per unanuova famiglia cristiana». Le catechesisi svolgeranno nelle parrocchie diSanta Maria del Carmine e SanGiuseppe (via del Casaletto, 691), la IIe la IV domenica di ogni mese alle17.30; San Romano Martire alTiburtino (Largo A. Beltramelli, 23), ilI e il III mercoledì alle 19.30; SantaSilvia al Portuense (viale GiuseppeSirtori, 2), il II e IV venerdì alle 18.30.

culturaA SANTA MARIA REGINA MUNDI MOSTRADI PRESEPI E CONCERTO DI NATALE.Oggialle 11 è in programmal’inaugurazione della mostra di 560presepi in miniatura presso laparrocchia Santa Maria Regina Mundia Torre Spaccata (via A. Barbosi, 6).Inoltre sabato 19, alle 19 ci sarà iltradizionale concerto di Natalepromosso dall’associazione PiccoliCantori di Torrespaccata. Si esibirannotutti i differenti cori (piccoli, puericantores, juvenes, femminile e adulti).

CONCERTO DI SPARAGNA A SANGIOVANNI BATTISTA DE LA SALLE.Mercoledì 16 alle 19 concerto diAmbrogio Sparagna e Coro popolaredell’Auditorium Parco della Musica su:«Le novene popolari del Natale».Appuntamento nella parrocchia SanGiovanni Battista de La Salle (viadell’Orsa Minore, 59).

solidarietàMOSTRA MERCATO DELL’ASSOCIAZIONEKIM ONLUS.Oggi nella Sala Mazzoni inpiazza San Giovanni in Laterano,78/80 , dalle 10 alle 20, avrà luogo latradizionale mostra mercato di Nataledell’associazione Kim onlus KimArte.Il ricavato dell’evento è destinato allacopertura delle spese di accoglienzadei due centri di accoglienza per iminori e le loro mamme: la Casa diKim e l’Oasi di Kim.

GLI STUDENTI DELL’ UNIVERSITÀEUROPEA DI ROMA DIVENTANO ANGELIPER UN GIORNO.Oggi gli studentidell’Università Europea di Romasaranno «Angeli per un giorno»,iniziativa di volontariato delmovimento Regnum Christi dedicata abambini in situazioni di difficoltà. Lagiornata inizierà alle 9.30 presso ilcentro commerciale Parco Leonardo.Dopo l’accoglienza, la Messa previstaper le 11.00. Nel pomeriggio tantigiochi e l’arrivo di Babbo Natale.

BANCO FARMACEUTICO: AL VIA LARACCOLTA DI MEDICINALI PER I POVERI.In occasione dell’Anno giubilare, 10nuove farmacie situate a Roma eprovincia si aggiungono alle altre 43che hanno aderito al progetto diraccolta di farmaci per i poveripromossa dal Banco Farmaceutico,dove è possibile portare queimedicinali non più utilizzati, maancora validi per gli enti caritatevoli.Per conoscere le farmacie aderenti:www.bancofarmaceutico.org.

DONAZIONI DI SANGUE CON L’AVIS NELLEPARROCCHIE. Domenica 20 saràpossibile donare il sangue con l’Avisnella parrocchia di Santa Faustina (viaIndro Montanelli, 9)

Venerdì Uto Ughiper i bambini siriani

enerdì 18 di-cembreappun-

tamento all’Audito-riumConciliaazionecon Uto Ughi. Ilmaestro si esibirà,alle 21, per la cam-pagnaUnicef «Bam-bini in pericolo». Inparticolare per ibambini siriani.

V

dicembre, e non è unanovità, le offerte di filmsi moltiplicano in

modo considerevole. Ilcinema si fa avanti conmolte proposte variegate estimolanti, che offronol’imbarazzo della scelta. Lacommedia fa la parte delleone con Pieraccioni, i

comici dalla risata fin troppo facile (Vacanze aiCaraibi; Natale con il boss), il Woody Allen chesegna gli 80 anni del maestro newyorchese(Irrazional man), l’atteso seguito di Star wars;molte favole d’animazione per piccoli efamiglie; per finire, come in una trottolaimpazzita, con il nuovo titolo di CheccoZalone, Quo vado, in uscita il primo gennaio. Epoi, così fuori parte da sembrare quasi unintruso, Francofonia, un film prodotto traFrancia, Germania e Paesi Bassi, presentato alla72ma Mostra del Cinema di Venezia, e inuscita il 17 dicembre nella sale italiane. A

dirigere il film c’è Aleksandr Sokurov,attualmente il più noto regista russocontemporaneo, ammirato e apprezzato pertitoli quali Madre e figlio, Moloch, e Faust, Leoned’oro a Venezia nel 2011. Bisogna ricordareanche Arca Russa (2002), girato dall’autoretutto all’interno dell’Hermitage di Leningrado,in grado di muoversi dentro stanze, corridoi ecortili e di toccare la poesia invisibile dietroquegli scenari artistici. Partendo da quelprecedente, l’autore si occupa ora del Louvre apartire dall’occupazione tedesca di Parigiall’inizio della seconda guerra mondiale.Francofonia si propone infatti come la storia diJacques Jaujard, direttore in quegli anni delmuseo parigino, e di Franziscus WolffMetternich, ufficiale dell’occupazione nazista eresponsabile della struttura per parte tedesca.Gli anni della dominazione germanica in terradi Francia rappresentano solo un punto dipartenza. Dal quale Sokurov muove peresplorare il rapporto tra arte e potere. Il grandemuseo parigino diventa esempio vivo di civiltà

e occasione per entrare nel profondodell’importanza che l’opera d’arte ha sulle viteche la osservano. «Chi sarei stato senza averpotuto vedere gli occhi di chi è vissuto primadi me?», dice il narratore, riflettendo su unagalleria di ritratti, non semplici ricordi di voltima radiografie di corpi e spirito, memoriafissata per noi di sensazioni e sentimenti cheda un preciso periodo storico trapassano nelvortice di una storia universale. Il lavoro diSokurov impressiona per la ricchezza di spuntie suggestioni che trasmette, conquista ecommuove per la capacità di essere insiemediario, testimonianza, affresco.Una capacità non comune di farsi interprete dinoi esseri umani in balia del tempo che passa edell’arte che spesso lasciamo colpevolmente inmano alla violenza e alla guerra. Tristementefolle e attuale, è un film da vedere e meditare:affidato, con scelta intelligente per la versioneitaliana, alla voce di Umberto Orsini, unaricchezza in più.

Massimo Giraldi

A«Francofonia»,grandeaffrescosuarteepoterecinema musica

Noadiscriminazionisìalledifferenze

proposito di maschile e femminile non possiamo nonribadire che, se da un lato combattiamo la polverizza-zione della dualità maschio/femmina come una nuo-

va forma di discriminazione, dall’altro però non sosteniamoaffatto le varie forme di discriminazione sessista. Insommadistinguiamonettamente l’identità sessuale (maschile e fem-minile appunto) dai ruoli sessuali - cioè le attese socialmen-te e culturalmente date dall’essere maschi e femmine e chepossono essere modificate sulla base di nuove istanze socia-li e culturali - e non siamo affatto ingenui: alcune stereoti-piedi ruolo sono inutili eda volte francamentediscriminanti.Ecco le discriminazioni che non ci piacciono.Non ci piace che in Italia il tasso di disoccupazione femmi-nile sia più altodi quellomaschile e addirittura altissimonel-le donne con figli. Non ci piace il fatto che il 100% degli uo-mini percepisca la pensione e che solo il 69,2% delle donnela percepisca. Come ha ribadito Papa Francesco non ci piaceper nulla che in Italia e in tutta Europa le donne, a parità dimansioni, guadagnino in media il 16% in meno.Ancora meno ci piace il dato sugli asili nido: in Italia copro-no solo il 6% del fabbisogno per i bimbi fino a due anni e ol-tre la metà delle madri è costretta ad affidare ai nonni i pro-pri figli. I permessi per maternità in Italia coprono 22 setti-mane all’80% dello stipendio, in Gran Bretagna fino a 52 set-timane al 90%. La media mondiale della partecipazione po-litica delle donne è del 20% circa, mentre in Italia su quasi9000 sindaci solo il 13% sono donne.Ai lavori domestici le donne italiane sono inchiodate per untempo tre-quattro voltemaggiore rispetto agli uomini. In ge-nerale gli uomini hannopiù opportunità delle donnedi svol-gerealmegliounaprofessione. Eppure ledonne sonopiùbra-ve degli uomini nello studio e nei risultati accademici.Insomma i privilegi dovuti al predominio maschile sono an-cora netti e questo accade in tutti i Paesi del mondo, com-presi quelli a maggior tasso di sviluppo e ovviamente anchein Italia. No, lo stereotipo del macho non ci piace, ma nean-che vogliamo i "maschi di cartone", come li ha ribattezzatiHanna Rosin, annunciando la fine del maschio.Rinunciare a privilegi e prepotenze deve essere una faccen-da che riguarda gli stereotipi di ruolo, non certo l’identità.Per esempio: i ruoli che riguardano la gestione domestica so-no sicuramente intercambiabili. Ma il ruolo di padre e quel-lo dimadre no. Insomma, stop aprivilegi odiosi e sessisti,manonbuttiamovia ladualitàmaschio/femmina: comediceGa-ber, in un celebre monologo, è «dalla differenza dei corpi edei pensieri che nasce l’universo».

AMARTEDÌ 15Alle ore 17, a San Giovanni inLaterano, celebra la Santa Messa"pro natione gallica".

SABATO 19Alle ore 10 è in visita al cacere diRebibbia.

Nostra Signora di Valme:il presepe artistico

ella parrocchia Nostra Signo-radi ValmeaVillaBonelli (via

di Vigna Due Torri, 82) è stato rea-lizzato un grande presepe artisticoartigianale in stile palestinese, conunanarrazioneaudiovisiva specia-le per l’Anno della Misericordia.È allestito suuna superficie di tren-ta metri quadrati, con proiezionidi video ed effetti speciali di luce.La narrazione - spiegano don Al-fredo Fernandez e don Carlo Tau-riz - è «una catechesi sulla storiadella salvezza, la grandezza dellaMadonna e il senso del Natale. So-no particolarmente invitate le fa-miglie». In primo piano c’è la grot-tadellaNatività,mentre il villaggiolascia intravedere le capanne deldeserto e le montagne sullo sfon-do. Il presepe sarà esposto da do-mani al 10 gennaio 2016 (orari: lu-nedì-sabato, ore 16-19, domenicae festivi ore 11-13 e 16-19).

N

parrocchie