savarino flavia
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Poesie di Flavia SavarinoTRANSCRIPT
Cianciana
Superba gatta, all’alba sonnecchiante si risveglia,
sinuosa e femmina e odorosa..
di fiori, d’erba fresca, di magia!
Nei giorni cupi dell’inverno oscuro,
Cianciana si fa lupa…e piange
l’assenza dolorosa di quei figli
che non è riuscita ad accudire:
sono partiti per cercare altrove
il proprio nutrimento …
ed una sorte meno infame!
Ma ecco già l’estate la riscalda!
Torna così a sorridere radiosa!
Sia festa e sia la gioia contagiosa!
I figli suoi sono ritornati!
Domani andranno via, ma torneranno!
Amareggiata e stanca, Cianciana silenziosa, s’addormenta!
Si fa bambina e mostra all’occhio attento dell’insonne
tutta la sua bellezza luminosa…e si fa luna e luce
in cui risplende la notte del mio agitato cuore!
Madre mia!
Oh Madre mia,
nacqui in te,
vivo in te
ed è in te che morirò!
Ma tu dimmi, oh Madre,
perché non prometti un futuro?
Perché fai partire i tuoi figli
e lasci chi resta sempre più solo?
Che ti è successo, oh, Madre?
Chi ha imbrattato la tua beltà?
Chi ha reciso i tuoi fiori più belli
a lupara, violenza e viltà?
Tu rialzati, oh Madre,
ché ho tanto bisogno di te!
Non lasciarmi a terre lontane,
ché nel cuore il coraggio non c’é.
Non posso lasciarti, oh Madre!
Non posso vivere senza di te!
Dammi solo una mano
a sperare che avrò un futuro
vivendo ancora in te.
Io è qui che voglio restare,
nella terra più bella che c’è!
Il grido del silenzio
I miei occhi hanno visto
un barbone, sconfitto, giù a terra;
ed un viso di donna, narrare
dalle proprie rughe, lo stento
di una vita sfinita di sopraffazione.
I miei occhi hanno visto
bambini, sporchi di violenza,
con gli occhi smarriti,
nella loro innocenza violata.
I miei occhi hanno incontrato
i loro occhi e le loro labbra serrate;
e sebbene stessero muti,
io li ho sentiti gridare, in silenzio,
il dolore, la rabbia e la disperazione!
Incubi
Ho dormito incubi,
sognati nel terrore del risveglio.
Lottando spettri orrendi,
ho scoperto il loro volto
uguale al mio, eppure
ho tentato di vincere il domani.
Orrore di un sogno
che guarda al reale delle angosce,
sospese nei cieli del futuro.
Proiezioni d’incertezze
che soffocano l’anima,
afferrando collo e cuore.
Gallerie buie ed oscure,
come gli anni di una vita
vuota di certezze e sfinita
dal dolore di dover vivere il domani.
Camminerò arcobaleni soffici
Volando,
esplorerò terreni impervi,
fumanti di nebbia e fango.
Vivrò caverne d’urla silenti,
echeggianti del nulla sordo
d’ogni muto che sta a narrare,
d’ogni cieco che sta a guardare.
Incontrerò deserti freddi
e nuvole da riscaldare
ed i miei occhi avranno ancora
tanta pioggia da bagnare.
Planando, abbandonerò il volo
ed accoglierò il momento estremo
in cui il mio tempo incontrerà il cielo.
Finirà così il mio vagare!
Mi placherò e, finalmente quieta,
camminerò arcobaleni soffici,
intrisi d’eterno profumo
e cambierò ogni mia essenza,
per far posto ad un altro volo.
Vascelli
Vascelli pirati, i miei giorni
rubano le ali al mio destino;
assaltano il mio tempo
e lo trascinano al di là dell’orizzonte.
Io, seduta sulla spiaggia,
li osservo da lontano
scivolare via su acque
sconfinate di finito.
Procedono uno ad uno
in una lenta processione
ed io li guardo ancora,
memore di Salmi oramai dimenticati.
Scusa, papà
Scusati papà,
per tutto l’astio che mi hai dato;
per la tua rabbia folle
che mi ha ferita e accusata;
per tutti gl’insulti
che mi hanno umiliata.
Scusati papà,
per aver deciso ciò che era giusto per me;
per avermi impedito di sbagliare da me;
per aver desiderato una figlia perfetta,
ubbidiente, laureata
e magari un po’ ochetta.
Scusami papà,
se non sono così,
se avrei voluto una vita
diversa da quella avuta fin qui.
Scusami papà,
se non ti ho obbedito mai;
se ho visto la vita
con occhi diversi dai tuoi.
Scusami papà,
per tutto l’astio che ti ho dato;
per la mia rabbia folle
che sicuramente ti avrà ferito e umiliato;
per tutti gli insulti che ho ricambiato.
Ma...Grazie papà,
per quello che mi hai dato;
per avermi insegnato
che é difficile sorridere ancora
se la vita ti ha sfiancato e umiliato.
Grazie papà,
dell’amore che era in te,
di tutto quello che non mi hai detto mai,
di tutto quello che hai fatto per me.
Grazie papà,
perché oggi
l’unico orgoglio che ho
è di essere “ la figlia di Totò “ .
Senti papà,
già te l’ho detto e lo sai:
questa tua figlia stronza
non smetterà di amarti mai!
Senti papà,
anch’io lo so già:
neppure la morte è riuscita
a portarmi via il mio papà !
Prendimi per mano, Papà
Prendimi per mano papà,
come facevi quand’ero bambina.
Portami in mondi di luce,
per lenire il dolore
di questo vivere
che mi è oscuro.
Dammi gli abbracci
che mai mi donasti,
ed un nuovo calore
che annienti il freddo
che abbiamo passato.
Stringimi più forte
le mani papà,
e sollevami più in alto,
al di sopra di questa mia infelicità!
Un battito d’ali d’angelo
Un battito d’ali bianche
mi rimanda al tuo sorriso
e alle tue labbra stanche
di baci che mai ti donai.
Un fruscio d’ali candide
e ritorno a te e alle parole
che ti direi per rinnovare
il miracolo dei tuoi occhi
innamorati nei miei.
Se dietro tutto ciò un angelo c’é,
vorrei solo che ti desse per me
la spiegazione chiara del caos
che c’é qui, in me, per te.
Vorrei
Vorrei essere nelle
tue notti insonni:
in questo cielo nero,
muto e vuoto di stelle.
Vorrei essere nei
tuoi pensieri stanotte
e nello stesso cielo,
vorrei incontrare i tuoi occhi.
Per guardare la stessa
luna che guardi tu.
Per farti sentire lo stesso
amore che sento io.
Malinconia
Malinconia è un ricordo
che ti siede accanto;
è un dolore
che ti porti dentro;
è un viso
che per te non ha più un sorriso;
è l’amaro per tutto ciò
che non è mai esistito;
è ignorare tutto ciò
che non hai mai capito;
è il veleno
che ti nutre l’anima malata;
è il dolore
che ti fa la vita muta;
è uno sguardo
che non torna più;
è il tuo nome sussurrato
fino a dove non senti tu.
A Rosalinda, mia figlia.
Se
Se l’arcobaleno
mi rubasse il tuo sorriso
non vorrei più altri
orizzonti da varcare.
Ciò che voglio è annegare, da ora
fino ad ogni mio mattino,
nel chiarore dei tuoi occhi,
nel bagliore improvviso
di un tuo tenero sorriso!
E’ la vita che scandisce
ogni respiro, che da un senso
ad ogni pezzo d’universo,
ed esplode l’esistenza
in un attimo divino.
Quando guardo il tuo viso bambino,
l’indifesa bella tua innocenza,
percepisco quella luce del creato,
quel miracolo che, dall’aurora
del tuo viso, non può che condurmi
ad un altro tuo sorriso.
E sia per sempre luce,
gioia mia,
dalla tua vita alla mia!
Ti tengo fra le braccia
Ti tengo fra le braccia
e respiro il tuo cuore sopra il mio.
Cullo il sonno affinchè riposi tenera,
nel silenzio, la tua vita:
sia così finestra accesa
sul sereno del domani.
Aleggia, poi ci avvolge, nella stanza,
un odore misterioso di divino,mentre...
...ecco...già diviene eternità,
quando sorge come sole,
e mi sorprende d’improvviso
dal tuo sonno un sorriso...accennato,
poi sbocciato, immacolato,
sul tuo viso addormentato.
Terra di sangue al sole
Terra di sangue al sole;
di sole che guarda al sangue,
è la terra mia!
Terra di sangue sputato,
di zolle spaccate,
d’ideali infamati.
Terra di sole costretto
a brillare in silenzio
su un domani sradicato,
sventrato e già ammazzato.
Terra di giudici ragazzini,
di martiri prematuri,
di nomi scolpiti su strade
ad evocare percorsi di morte...
... e nomi nei cuori di altri nomi
che oppongono onestà a malvagità;
nomi di uomini che vogliono lottare
contro il corpo di un mostro che corpo non ha.
Eppure dalla terra escono i suoi artigli
e si ergono quasi a monumenti,
ad una cultura di storico senso del “rispetto”
che rispetto dell’uomo non ha!
Forse accadrà
Forse accadrà che dal cuore
d’ognuno sgorgheranno catene
ad amalgamare il bianco
col nero, l’amore con l’odio.
Ogni Dio sarà il Padre
di tutte le fedi, così come
di tutte le genti dei continenti.
Ogni Stato, uno “stato di pace”
dove fiori e cespugli
berranno l’orrore
di putride pozze di sangue.
Le guerre moriranno nella Pace
ed ogni terra sarà fecondata
da un candido sole divino:
sarà luce il volto di un unico Dio
che sorriderà compiaciuto e contento!
Se solo un uomo
Se solo un bambino
potesse essere bambino…
Se solo una madre
sapesse essere madre…
Se solo un padre
riuscisse ad essere padre…
Se solo ogni fratello
sapesse essere fratello…
ed un amico solo amico!
Se solo un uomo
sapesse essere uomo…
…forse ogni uomo
sarebbe meno cattivo e solo…
…e l’amore un solo amore,
non un amore solo!
Venga il dolore
Venga il dolore ad insegnarmi cose sconosciute,
per fare delle lacrime mattoni
e costruire luoghi dove l’altro,
bimbo o uomo, possa trovar riparo.
Possa io essere il faro
che dà luce dal divino
e matita per scrivere parole
che solo a Lui è dato di sapere.
Giacigli
Se i tuoi pensieri dormono
giacigli di rugiada
stringine forte l’odore…
sopra il petto!
Bagna i tuoi sogni
dove riposano solo Gioia e Amore.
Riposa e vivi come meglio sai!
Dormi e soffoca il mio nome:
non disturbi, stupido il mio viso,
il tuo riposo!
Ed io non dormo altro
che letti di dolore!
Avvolta da veli che nascondono
alla mente quando fui viva
solo nei tuoi occhi!
Morte mi donasti…ed ora
è per me quasi naturale
dirti:”Io non vivo più!”
Solitudine
La solitudine che ho t’appartiene.
Non maltrattarla!
Mi è sorella, compagna.
Scossa da venti che soffiano i miei abissi,
lei mi sorride tenera. Sprona, la sua voce,
il ricordo di un solo gesto che tanto m’appartiene
quanto non mi fu mai concesso!
Muta contempla i miei capelli stanchi;
poi mi porge banchi di nebbia
per costringermi a vagare finalmente
in paesaggi che sempre mi negasti.
Le gocce cristalline dai suoi occhi,
sembrano somigliare tanto a un dolore
che conosco! Amico com’è del tempo mio:
dei nostri ieri e dei miei domani.
Ti domandai
Ti domandai: “Sarò madre?”
poi, felice, chiesi ansiosa
che madre sarei stata!
Il buio avvolgeva la mia fede:
tutto era tenebra e deserto.
Deserta era anche la corsia
ma incontrai il tuo viso, Madre mia!
Sentii il tuo dolore uguale al mio
e disperata urlai all’arcobaleno:
“Per quanto tempo ancora sarò madre?”
Temevo la risposta e al tempo stesso
temevo che nessuno rispondesse;
ma vidi il deserto rifiorire
e la tua voce serenamente dire:
“Hai ancora tanto tempo! Non temere!”
Mi illuminasti il cuore
e fu l’alba di una nuova fede.