salute 10 più nr. 4 anno 2012

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Descrizione Salute 10 più è il mensile gratuito dedicato alla salute, al benessere e molto altro ancora. È disponibile nelle più importanti farmacie e negli studi medici di Ravenna e dintorni.

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Page 1: Salute 10 più Nr. 4  Anno 2012

MENSILE DI INFORMAZIONE SU SALUTE E BENESSERE » N. 4 - APRILE 2012

RAVENNAIN QUESTO NUMEROIN QUESTO NUMERO

Anestesia generaleLa medicina naturale

L’attacco di panico

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La Casa dei Piccoli è un luogo particolare,un luogo di vita, di accoglienza, di incon-tro, di esperienze, ma prima di tutto unluogo di ascolto e di confronto dove siapossibile far posto a tutte le domande chespesso sorgono con l’arrivo di un bambino.

E’ per questo che la Casa dei Piccoli sirivolge a tutti i piccoli accompagnati dailoro genitori, nonni o babysytter, durantequesti primi anni così importanti dovetutto è in divenire.

A questa età niente o quasi niente èancora fissato.

Alla Casa dei Piccoli i bambini trovanoun luogo di incontro intermedio fra l’inti-mità della vita familiare e la socializzazio-ne con gli altri per la presenza rassicu-rante dei loro genitori.

I bambini e i loro genitori sono accolti daun’équipe di 2/3 persone che prestanoascolto alle domande che ciascuno puòporre nel proprio modo.

L’équipe è composta da psicologi mem-bri dell’Associazione per lo sviluppo dellaPsicoterapia Psicoanalitica di Ravenna.

Ogni famiglia può entrare nella Casa deipiccoli come e quando vuole, in base aipropri desideri ed ai propri bisogni, senzaiscriversi, senza appuntamento, senzadocumentazione.

I futuri genitori sono ugualmente i benvenuti.

La Casa dei Piccoli è aperta dal 15 marzoal 15 giugno in fase sperimentale e gratuita

di lunedì, martedì, mercoledì, giovedì, dalle 14 alle 17.

Per informazioni - Tel. 0544.215963Lun. - Mart. - Merc. - Giov.- Sabato dalle 9 alle 12.

Via Corrado Ricci, 29 - 48121 Ravenna - Scala B - 1° piano.

Dott.ssa Maria Nives Visani

BENESSERE

2 LA MEDICINA NATURALE…

Dott. Pierpaolo Casalini

SANITÀ

4 ANESTESIA GENERALE - Come funziona, i rischi…

Dott. Lauro Di Meo

BELLEZZA

17 MAMMOPLASTICA ADDITIVA

Dott. Fausto Pasqualini Galliani

ODONTOIATRIA

18 DENTI BIANCHI - Consigli per migliorare il nostro sorriso.

Dott. Ugo Cimberle

OCULISTICA

77 MACULOPATIA - Un’alterazione della retina dell’occhio.

Dott. Flaviano Jacopi

CARDIOLOGIA

10 IL CARDIOPALMO - Un’anomalia del battito cardiaco.

Dott. Roberto Salgemini

SANITÀ

12 LA SINDROME DELL’INTESTINO IRRITABILE

Dott. Andrea Baldisserri

SANITÀ

14 ATTENTI ALLA TIROIDE

Dott. Andrea Bulzacca

I NOSTRI AMICI ANIMALI

30 PET THERAPY

SOMMARIO » Nr. 4 - Aprile 2012

Proprietà, redazione e realizzazioneMultiservice sas: via A. Gnani, 4 - 48100 Ravenna - Tel. 0544.501950 - [email protected]

SALUTE 10+ N. 4.2012 - Aut. Trib. Ravenna n. 1381 del 23/11/2011.

Dott.ssa Dalila Visani

SALUTE

20 ATTACCO DI PANICO

Tiziano Zaccaria

SANITÀ

22 IL PAPILLOMA VIRUS - Cosa è, come vaccinarsi...

Dott. Stefano Carlini

BENESSERE

24 RALLENTARE L’INVECCHIAMENTO CON I PESI

Barbara Sartoni

PEDAGOGIA

27 L’EDUCAZIONE AMBIENTALE E I BAMBINI

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L’importanza del magnesioC’è stress e stress

BENESSERE

La medicinanaturale controansia e stressCome fronteggiare l’eccessivo affaticamento fisico ementale attraverso la naturopatia.

Dott.ssa Maria Nives VisaniFarmacista - NaturopataE-mail: [email protected]

C’è stress e stressAttraverso l’omeopatia, la nutriterapia,la fitoterapia, la floriterapia (utilizzo deifiori di Bach, foto a fianco) si cerca dimantenere o riportarel’equilibrio, recupe-rando l’energianecessaria peraffrontare lefatiche quotidia-ne e usare almeglio il potenziale di salute che ognu-no possiede. Una piccola dose di stress,in realtà, ci è necessaria e ci dà la spin-ta per affrontare momenti difficili, perrealizzare progetti importanti, per vive-re intensamente le emozioni: questo èil cosiddetto eu-stress (stress positivo).Quando invece l’organismo non riescepiù ad adattarsi alla quantità delle rea-zioni a cui deve rispondere, entra nellafase di dis-stress (stress negativo): allo-ra compariranno ansia, insonnia, tachi-cardia, somatizzazioni varie a livello distomaco ed intestino o della pelle, emi-crania, irritabilità, contratture muscola-ri, crampi e per le donne l’accentuazio-ne della sindrome pre-mestruale (ner-vosismo e depressione).

Chiunque, almeno una volta nella vita,si è lasciato sfuggire l’esclamazione “Chestress!”. Parola di moda in questi tempidi eccessivo affaticamento fisico e men-tale, provocato da ritmi di vita semprepiù incalzanti, dalle quotidiane pressioniprofessionali e famigliari, da diversi tipidi tensioni (interne ed esterne, positive enegative) che costringono il nostro orga-nismo e la nostra mente a incessanti edimmediate reazioni, e che coinvolgonoanche i bambini, sottoposti a richiestedi prestazioni sempre più competitivesia in campo scolastico che sportivo.Alcuni trattamenti della medicina natu-rale consentono di intervenire in modointegrato, non aggressivo, mirato neiconfronti dei disturbi causati da stress edelle sue conseguenze, ansia e insonnia.

L’importanza del magnesioNello stress si ha un aumento dellasecrezione di adrenalina e altre sostan-ze, che determinano variazioni del bat-tito cardiaco e della pressione, oltreche secrezioni delle ghiandole gastri-che e sudoripare e una forte elimina-zione di magnesio. Perciò è importan-te, durante i periodi in cui si è sotto-posti a stress, fare una supplementa-zione di questo minerale, che si trovain particolare concentrazione in crusca,cioccolato amaro, farina di soia, man-dorle, cacao, fagiolini, arachidi, noci,farina integrale; in misura minore èpresente in mais, bietole, riso integra-le, fichi secchi, pane integrale, datteri,spinaci, frutta secca. Il magnesio serveper controllare gli impulsi nervosi,l’eccitabilità nervosa e muscolare, maserve anche per la crescita delle ossa,per diminuire la perdita di altri mine-rali quali fosforo e potassio, per favori-re il processo digestivo, per protegge-re il cuore e migliorare i processi meta-bolici. Insieme al magnesio è utile l’u-tilizzo della vitamina B6 (piridossina),che favorisce il buon funzionamentoenergetico delle cellule nervose.

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La risposta dellamedicina naturale

Curare l’insonniacon la natura

La risposta dellamedicina naturaleIn fitoterapia troviamol’Eleuterococco, utile per affrontareperiodi di preparazione ad esami,oppure per controllare le cosiddettesomatizzazioni d’ansia si possono utiliz-zare la Melissa, la Passiflora, il Luppolo,il Biancospino e l’Avena, sotto forma ditinture madri o estratti secchi. In flori-terapia, per combattere lo stress, si puòoptare su Walnut, Larch, Gentian,Aspen e Mimulus, ma l’aspetto piùimportante è che l’utilizzo dei fiori diBach è molto personale e vanno sceltiin base alle caratteristiche del soggetto.Sempre nel caso di ansia, è possibileutilizzare diversi rimedi omeopatici,

come l’Ignazia, l’Argentum nitricum, ilGelsemium, l’Arsenicum album,anch’essi scelti sulla base alle caratteri-stiche del singolo individuo. In nutrite-rapia è spesso utile, soprattutto in alcu-ni soggetti, il complesso vitaminico B,per dare un sostegno alle funzionimetaboliche delle cellule, in particolarequelle nervose.

Curare l’insonniacon la naturaCome detto, lo stato d’ansia può mani-festarsi anche con l’insonnia, un sinto-mo importante che può essere causatoanche da allergie alimentari, abuso disostanze alcooliche, utilizzo di alcunifarmaci, disordini del ritmo sonno-veglia, come per i viaggiatori costretti acambiare fuso orario o per i lavoratorinotturni. In questo caso è opportunointervenire ai primi segnali, con rimediprivi di effetti collaterali, che non pro-vochino dipendenza, soprattutto se sitratta di giovani, e che assecondino iritmi naturali dell’organismo.

Si valuteranno così rimedi omeopaticicome la Coffea cruda, la Nux vomica,la Chamomilla, il Lycopodium clavatume altri rimedi che il medico potrà indi-care. La fitoterapia propone invecela Valeriana officinalis, la Tilia tomento-sa, l’Escoltia californiana e le altre pian-te già viste nel controllo dell’ansia.Le piante possono essere prese anchein associazione, per ottenere un’azionesinergica dei principi attivi, assunteprima di coricarsi. Un altro aiuto ci arri-va dalla Melatonina, utile per il riequi-librio del ritmo sonno-veglia per chiviaggia, durante i cambiamenti stagio-nali e per i lavoratori turnisti costretti avariare le ore di sonno notturno. FINE

ELEMENTI DI FITOTERAPIA

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quale è stato previsto l’utilizzo della ane-stesia generale. Esse sottolineano la nor-male reazione di paura a ciò che non siconosce e non si controlla. Durante l’ane-stesia generale, infatti, il nostro organi-smo per un po’ di tempo viene affidatocompletamente al medico anestesista.Molte persone si fanno idee errate e tira-no conclusioni personali, attribuendoall’anestesia effetti collaterali e disturbiche in realtà hanno altre cause. E’ dunqueopportuno fare chiarezza.

Cos’è l’anestesia generale?L’anestesia generale è una tecnica com-plessa che ha come obiettivo il mantene-re in equilibrio l’intero organismo men-tre è sottoposto all’intervento chirurgico.Ha una storia lunga. Le basi teoriche delfunzionamento della circolazione delsangue e della respirazione, pienamenteutilizzate dall’anestesista, risalgono addi-rittura ai primi anni del Seicento.Successivamente, dall’800 si sono sco-perti farmaci con proprietà diverse eutili all’anestesia generale: i narcotici cheinducono e mantengono il sonno.Ancora più tardi furono scoperti gli anal-gesici maggiori che proteggono daldolore, rendendo l’organismo poco sen-sibile alle manovre chirurgiche.

SANITÀ

E all’inizio del Novecento furono scopertii miorilassanti, che provocano una parali-si muscolare e rendono possibile l’acces-so ai distretti profondi dell’organismosenza la contrazione di difesa dei musco-li. A queste scoperte fondamentali siaggiunge una miriade di altri farmaci cheproteggono da riflessi circolatori, cardia-ci, riducono la pressione del sangue oforniscono proprietà utili di volta in voltaa quell’intervento o a quel paziente.

Come si ottieneil sonno artificiale?Il sonno, tecnicamente narcosi, è l’aspet-to più caratteristico ed inquietante del-l’anestesia generale. E’ un sonno artifi-ciale, ottenuto con farmaci diversi cheagiscono sul cervello. Alcuni di questifarmaci vengono somministrati per viaendovenosa. Hanno effetti rapidissimi,potenti e di essi si conoscono bene lesedi del cervello in cui agiscono.Assomigliano parecchio ai farmaci chemolte persone utilizzano a casa per dor-mire o per risolvere l’ansia, rispetto aiquali però sono più potenti e agisconoanche sulla respirazione e sulla circola-zione. Il medico anestesista, dopo avereprovocato il sonno, provvede ad assiste-re alla respirazione del paziente usando il

Scopriamo cos’è e come agisce. I rischi esi-stono, ma gli eventi avversi sono rarissimi.

ANESTESIAGENERALEANESTESIAGENERALE

Dott. Pierpaolo CasaliniMedico-Chirurgo U.O.Anestesia e Rianimazionedell’Ospedale di FaenzaE-mail: [email protected]

- Cos’è l’anestesia generale?

- Come viene praticata e controllata?

- E’ pericolosa?

- C’è la possibilità di risvegliarsi duran-

te l’intervento?

- Se ne possono fare tante nella vita

o c’è un limite?

- Si può essere allergici all’anestesia

generale?

Sono alcune delle domande che vengonorivolte al medico anestesista dal pazienteche deve sottoporsi ad un intervento chi-rurgico o a un esame diagnostico per il

- Come si smaltisce?

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SANITÀrespiratore (se necessario); spesso proce-de all’intubazione delle vie aeree permeglio regolare la respirazione e conl’aiuto del personale di sala, adeguata-mente preparato, e strumenti appositi,controlla e regola tutte le funzioni del-l’organismo.

Farmaci che agisconosul cervelloAltri farmaci che inducono e mantengo-no il sonno vengono assunti direttamen-te con il respiro stesso, tramite unamascherina o il tubo stesso: passanocome vapori insieme all’aria e all’ossige-no, agendo su varie aree del cervellocome “falsi trasmettitori”, cioè confondo-no i contatti fra le cellule. Come risultato,il cervello diventa momentaneamente,anche se non completamente, inattivo.In entrambi i casi i farmaci vengonosomministrati in maniera continua, per-chè sono potenti ma anche molto fuga-ci, cioè l’organismo li smaltisce rapida-mente. Questa proprietà viene sfruttatadall’anestesista che sceglie il momentopiù opportuno per sospenderne la som-ministrazione e iniziare in questo modola procedura di risveglio, che normal-mente avviene già in sala operatoria, altermine dell’intervento, salvo casi parti-colari, spesso già previsti.

Non esiste un dosaggiodi anestesia prestabilitoPrima, durante e dopo l’intervento, ilmedico anestesista controlla e correggei parametri vitali del paziente, se altera-ti dalle procedure chirurgiche, proteg-gendolo da danni altrimenti inevitabili.Non esiste quindi un vero dosaggiodell’anestesia generale, o meglio ildosaggio viene continuamente adegua-to in base alle necessità di quel pazien-te, portatore di determinate malattie, edell’intervento. Si potrebbe descriverequesta procedura come un viaggio cheha un autista, il medico anestesista, unamacchina, il paziente coi suoi limiti (lemalattie) e un percorso, rappresentatodall’intervento chirurgico che potrebbeessere più o meno accidentato (le com-plicazioni intraoperatorie).

I potenziali rischiLa delicatezza dei procedimenti cherichiede un’anestesia, la qualità e lecaratteristiche dei farmaci usati, alcu-ni dei quali possono provocare moltoraramente allergie, la difficoltà degliinterventi chirurgici, ma soprattutto lecondizioni del paziente, possonoaumentare i rischi a cui lo stessopaziente si sottopone. Molti sonominori (dall’asportazione di un denteper un’intubazione difficile o allostravaso di farmaci a causa di unavena danneggiata), altri sono invecepiù importanti. Ma sono eventi raris-simi, soprattutto se confrontati con ilgrande numero di anestesie generalieffettuate ogni giorno negli ospedalie hanno cause diverse. Non è possibi-le calcolare sul singolo paziente l’en-tità del rischio, anche se su internetesistono siti che forniscono punteggidi previsione. In realtà si può dareun’approssimazione, che si riferiscepiù a categorie di persone che nonalla singola persona! Queste valuta-zioni fanno già parte della visita preo-peratoria, effettuata dal medico ane-stesista che sceglierà strategie, pianifi-cando il percorso più sicuro, valutan-do rischi e benefici insieme ai chirur-ghi o altri specialisti.

Il post-interventoE dopo? Il medico anestesista continuerà asorvegliare quel paziente che necessiterà diprescrizioni particolari nel periodo immedia-to dopo l’intervento, per avere un buon con-trollo del dolore e un equilibrio adeguatodel suo organismo. In qualche caso questasorveglianza viene effettuata nelle terapieintensive, dove strumenti e personale sonopiù ricchi di quelli dei reparti di degenzanormali e dove, se necessario, la stessa ane-stesia generale può essere continuata, ancheper giorni, per le particolari necessità di quelpaziente e della sua malattia.E’ reale la credenza che alcuni farma-ci permangano a lungo nell’organi-smo, creando disturbi come nausea,vomito, cefalea o disturbi mentali?In generale i farmaci fondamentali ven-gono eliminati dall’organismo in pocheore, alcuni addirittura in pochi minuti,rendendo oggi possibile la dimissione acasa nella giornata dell’intervento ancheper operazioni di media entità. I farmacipiù spesso responsabili di effetti fastidiosicome la nausea e il vomito sono gli anal-gesici maggiori e non gli anestetici pro-priamente detti, ma la terapia del dolore,costantemente aggiornata e migliorata, èuna condizione insostituibile, senza laquale non sarebbe neanche possibileeffettuare un intervento chirurgico. FINE

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Dott. Ugo CimberleStudio OculisticoDal Fiume-Cimberle - RavennaE-mail: [email protected]

OCULISTICA

MACULOPATIAE’ un’alterazione da invecchiamento della retina centrale dell’oc-chio. Oggi esistono terapie con discrete probabilità di successo.Ma occorre agire in fretta, al presentarsi dei primi sintomi.

Con l'avanzare degli anni alcune perso-ne iniziano ad avere dei problemi divista anche importanti. Possono com-parire distorsioni delle immagini,ondulamento delle linee, zone di offu-scamento oppure di vera e propriamancanza di visione, difficoltà crescen-te nel distinguere le cose più piccole eda leggere; a volte si percepiscono icaratteri di un giornale e non si riesce

a decifrarli, altre volte all'in-terno di una parola manca-no alcuni caratteri. Tutti que-sti sintomi di solito portanoad una diagnosi di degene-razione maculare o maculo-patia. Si tratta di un’altera-zione da invecchiamentodella retina centrale.

Come funzionala retinaLa retina è la “pellicola” dell’occhio, lazona dove si formano le immagini e dovedelle cellule nervose “traducono” i raggiluminosi in segnali elettrici che vengonoinviati alla corteccia cerebrale. Il puntocentrale della retina è quello deputato allavisione distinta degli oggetti; lì, in unapiccola zona inferiore ad un millimetro,sono concentrate il maggior numero dicellule retiniche (i coni) e grazie ad esse

» SEGUE

possiamo distinguere anche cose edoggetti piccolissimi, possiamo leggere edinfilare l’ago. Con l'avanzare degli anniin questa zona si accumulano tutte lesostanze di scarto di queste cellule,sostanze che, in soggetti predisposti,l’organismo non riesce ad eliminare.A ciò si aggiunge nel tempo un dannoossidativo (con il rilascio dei famosiradicali liberi) legato alla luce ed ai

COROIDE

RETINA

DISCOOTTICO

VASISANGUIGNI

NERVO OTTICO

LENTE

CORNEA

PUPILLA

IRIDE

CORPO CILIAREL’OCCHIO UMANO

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» raggi ultravioletti che entrano nell'oc-chio e che vengono appunto concen-trati in questa zona. Le sostanze di scar-to accumulate sotto la macula (le dru-sen) progressivamente disturbano loscambio di sostanze nutritive nella zonaed i coni un po' alla volta muoiono.

I sintomiLa maculopatia così innescata puòevolvere verso due forme: la formasecca, dove un po' alla volta le cellu-le muoiono e il tessuto retinico in que-sta zona diventa un foglietto fibrosonon più funzionante, e la formaumida, dove l’organismo, nel tentati-vo di portare ossigeno e nutrienti allaretina, forma dei vasi sanguigni ano-mali, che portano più danni che van-taggi, perdendo siero, rompendosi e

sanguinando fino a stimolare la for-mazione di una grossa cicatrice.Quindi, si possono avere due tipi dievoluzione dei sintomi: nella formasecca la vista centrale un po’ allavolta si riduce, resta la percezioneperiferica, ma quando si cerca di met-tere a fuoco qualcosa, questo rimaneindistinto, opaco, fino a non appariredel tutto; nella forma umida di soli-to si ha un’improvvisa perdita divisione centrale, compare una mac-chia più o meno scura che impediscedi leggere, e quanto si riesce a vedereè spesso molto distorto. Di soventequesti sintomi improvvisi sono precedu-ti da un periodo variabile di settimaneo mesi, dove la visione non è più quel-la di prima, le linee appaiono un po’ondulate e alcuni contorni indistinti.

In tutti i casi non si perde però com-pletamente la vista: rimane intatta lavisione periferica, che permette dimuoversi nell’ambiente in modo auto-nomo.

La causeLa degenerazione maculare senile èuna malattia multifattoriale. Su unabase di predisposizione genetica inte-ragiscono dei fattori ambientali equelli che provocano una carenza diossigeno e nutrienti ad un tessuto“affamato” come la macula (soprattut-to il fumo, l’ipertensione arteriosa,l’obesità, il consumo di alcolici, lecarenze vitaminiche ecc.), oppure chestimolano un danno ossidativo ecces-sivo (esposizione non protetta perlungo tempo alla luce solare).

Le possibili terapieSulle cause ambientali si può agirecon una corretta igiene di vita e conl'assunzione anche a scopo preventivodi sostanze antiossidanti (vitamine,omega3, luteina, zeaxantina, zincoecc. quasi tutte contenute in vegeta-li e pesce). La dieta orientale, giap-ponese, thailandese, e la nostra medi-terranea, se ben condotte, portano auna bassissima incidenza di maculopa-tie. Come dicevamo, la maculopatia èuna malattia con una componenteereditaria. Oggi è possibile eseguire,per i soggetti a rischio, cioè soggettiche abbiano un familiare colpito, deisemplici test genetici per stabilire l'en-tità del rischio. L'oculista esegue unsemplice striscio di mucosa dalla boccaed un laboratorio specializzato indivi-dua un certo numero di geni coinvoltinella predisposizione alla maculopatia,fornendo un indice di rischio nello svi-luppo della malattia.

Agite in tempoE' importante riconoscere precoce-mente l'apparire della maculopatia,perchè in alcune forme è possibileuna terapia con discrete probabilità disuccesso. Alcune sostanze, iniettateall'interno dell'occhio, riescono a

STRUMENTO OCULISTICO PER DIAGNOSTICARE

OCULISTICA

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bloccare la formazione dei neovasidelle forme umide ed asciugano illiquido retinico da questi prodotti.L'efficacia di queste sostanze è alta,ma il risultato dipende dallo stadiodella malattia: intervenendo preco-cemente, le probabilità di fermarlasono molto buone, nei casi pur-troppo avanzati i risultati possonoessere scadenti. Perciò è fondamen-tale sottoporsi a visite oculistiche perio-diche, senza aspettare alla comparsadei disturbi visivi tipo distorsioni delleimmagini, difficoltà di lettura o piccolemacchie fisse nel campo visivo centrale.Questi farmaci da iniettare nell’occhiosono oggi di tre tipi, tutti con una effi-cacia simile (cambiano solo i costi) eoggi tutti gli oculisti sono in grado dipraticare questa terapia o indirizzaredove praticarla. L'importante è nonperdere tempo. Logicamente per indi-care una terapia occorre formulare unadiagnosi esatta. Una visita accurata,seguita in caso di sospetto da alcuniesami specifici della retina, permetteuna diagnosi corretta ed un’indicazio-ne per una terapia che oltre ai farmaciintravitreali sopra citati può essere unafotocoagulazione laser per delle mem-brane neovascolari non centrali, o unaterapia laser fotodinamica più selettiva,ma anch’essa con qualche rischio nelleforme centrali.

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FINE

OCULISTICA

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Dott. Flaviano JacopiSpecialista in cardiologiae medicina dello sportDirettore Sanitario AstreaMedical Center - FaenzaE-mail: [email protected]

st’ultimo caso, sarebbe utile cercare diverificare se la frequenza del battito èelevata (superiore a 100 al minuto),oppure se è normale (60-90 al minuto)o se è lenta (inferiore a 60 al minuto). Lavalutazione della frequenza non è facileper un non addetto ai lavori, comunquesi deve tentare di prendere il polso econtrollare più o meno il numero di bat-titi al minuto (in genere in 15 secondi,poi si moltiplica x 4). In ogni caso è suf-ficiente rilevare un dato indicativo.

(tum… tum... tum…)oppure irregolare (tum…tum… tum, tum, tum…tum), quanto dura (pochisecondi, un minuto, ore,giorni), se è stato provocatoda qualche causa: un’emo-zione, uno sforzo, l’ingestio-ne di cibo, un colpo di tosse,oppure, se non c’è stataalcuna causa scatenante. Unaltro rilievo importante, incaso di cardiopalmo conti-nuo, è verificare se l’insor-genza è brusca (ad esempio:tum… tum… tum, tum,tum, tum) o graduale, e

Il cardiopalmo, detto più comunemen-te batticuore, è, assieme al dolore tora-cico, uno dei disturbi che porta più fre-quentemente una persona dal cardiolo-go. Con il termine cardiopalmo, siintende la sensazione di un aumentodei battiti cardiaci o comunque di unaumento dell’attività cardiaca, chegeneralmente si associa al rilievo dipolso veloce o lento o irregolare. Il car-diopalmo è un sintomo che può averemolti e diversi significati, a secondadelle sue caratteristiche, che è moltoimportante imparare ad esaminare perpoterle riferire. Infatti, quando si andràdal dottore, quasi sempre il disturbonon sarà presente.

Caratteri del batticuore

Innanzitutto occorre verificare se il bat-tito è sporadico e isolato, cioè se siavverte qualche colpo in più (o qualche‘’farfalla’’ dentro il petto o in testa),oppure se è persistente, cioè se la sensa-zione di batticuore è continua. In que-

CARDIOLOGIA

Anche sulla base delle indicazioni del paziente, il medicopuò orientarsi correttamente sulla natura del disturbo e, senecessario, impostare adeguatamente gli accertamenti.

Quando il cuore batte forte o in modo irregolare

Il cardiopalmo

analogamente se la scomparsa è brusca ograduale. Infine è molto importante saperriferire se durante il cardiopalmo si sonoavvertiti disturbi, in particolare vertigini,senso di mancamento, dolore toracico,affanno di respiro ecc. Riassumendo: bat-tito isolato o cardiopalmo persistente; fre-quenza cardiaca alta, normale o bassa;cardiopalmo regolare o irregolare; duratadel cardiopalmo; insorgenza e/o scompar-sa brusca o graduale; eventuali sintomiassociati: con l’aiuto di questi elementi,raccontati dal paziente, e comunque accu-ratamente appurati dal medico, è possibi-le orientarsi correttamente sulla natura deldisturbo e se necessario impostare ade-guatamente gli accertamenti.

Un altro rilievo importante,in caso di batticuorecontinuo, è valutarese il battito è regolare…

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CARDIOLOGIA

Significato del cardiopalmoE’ evidente che la natura e le cause delcardiopalmo sono le più svariate.Innanzitutto, nelle forme più comuni, ilbatticuore non è altro che la sensazionedi ritmo accelerato scatenato da emo-zioni o fatiche muscolari o piccolidisturbi tipo indigestione, oppure dafebbre. Si parla in questi casi di tachi-cardia sinusale. Una volta escluse questeforme, che, come detto, sono le piùcomuni, molto probabilmente il cardio-palmo è provocato da un’aritmia, cioèda una anomalia del normale ritmo car-diaco, che può essere una tachiaritmiaquando il numero dei battiti è alto, ouna bradiartmia quando il numero deibattiti è basso. A questo punto, il pro-blema diventa complesso e sta al car-diologo decidere l’iter diagnostico. Nonè questa la sede per scendere nei parti-colari, basterà dire che innanzitutto, unavolta deciso che il problema è un’arit-mia, bisognerà individuarne il tipo e lecaratteristiche. Andrà inoltre verificatose sono presenti malattie sistemiche o FINE

ormonali, in particolare della tiroide.Infine, e questa è forse la cosa piùimportante, andrà verificata la presenzadi una malattia organica di cuore chepossa sostenere l’aritmia stessa, edeventualmente essere aggravata da essa.Nel caso che la cardiopatia sia esclusa (èquello che molto spesso succede), lasituazione è molto favorevole, con poche

eccezioni, e si configura il quadro diaritmia cardiaca benigna che spesso nonnecessita di alcun trattamento.Prossimamente parleremo di alcunedelle aritmie più comuni, in particolarela fibrillazione atriale e i blocchi cardia-ci, per aiutare chi ne soffre a conosceremeglio i suoi problemi… e ad avernemeno paura.

BATTITO NORMALE FIBRILLAZIONE ATRIALEATRIO SINISTRO

ATRIO DESTRO

NODOSENOATRIALE

NODOATRIOVENTRICOLARE

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SANITÀ

“Ho sempre mal di pancia”. “Ho mangiato pochissimo e dopoqualche minuto mi sentivo molto gonfio”. “Ieri ero sempre inbagno”. Queste le frasi più frequenti di un paziente che pre-senta questa affezione.

Dott. Roberto SalgeminiMedico-Chirurgo convenzionato SSN.E-mail: [email protected]

Cos’èLa sindrome dell’intestino irritabile è unaffezione motoria definita clinicamentecome alterato ritmo delle evacuazioni,dolore addominale ed assenza di pato-logia organica evidenziabile. I sintomipossono essere influenzati da fattori psi-cologici e da situazioni di vita stressan-te. Quattro sintomi aiutano a distin-guerla da malattie organiche: la disten-sione addominale visibile, la regressio-ne del dolore addominale con la defe-cazione, più frequenti evacuazioni conl’avvento del dolore e feci più scioltecon l’esordio del dolore. Il 91 per centodei pazienti con sindrome dell’intestinoirritabile presenta due o più di questi

quattro sintomi, mentre le donne pre-sentano questa sintomatologia il dop-pio rispetto agli uomini. La maggioran-za dei pazienti accusa una modificazio-ne del ritmo delle evacuazioni iniziatanell’adolescenza o all’inizio dell’etàadulta. Il disturbo della funzione intesti-nale è gradualmente progressivo, costi-tuito dall’alternanza di stipsi o diarrea,con predominanza di uno di questi sin-tomi. La principale manifestazione dellasindrome dell’intestino irritabile è ildolore. Un dolore sotto fortma di cram-pi, anche di intensità acuta, spesso maltollerato ed invalidante. Scatenato dalpasto, che tende a venir alleviato dalla

defecazione o dall’evacuazione di gas.Feci dure e caprine accompagnate dasforzo durante l’evacuazione con sensa-zione di incompleto svuotamento oppu-re feci molli o poco formate con brucio-re anale residuo. Al dolore si associanospesso senso di tensione e distensioneaddominale. Per porre diagnosi èopportuno che i sintomi sopradescrittisiano presenti da almeno sei mesi.

Cosa non èAl paziente, a seconda dei fattori dirischio presenti (età, sesso, famigliarità,abitudini di vita, etc.), devono essereescluse patologie dovute ad alterazio-ni anatomiche, genetiche (allergie,intolleranze alimentari, deficit enzima-tici), alterazioni del metabolismo, pro-cessi infiammatori, pseudo-ostruzioneintestinale, neoplasie. Quindi ilpaziente deve essere sottoposto adindagini di laboratorio, radio diagno-stiche e strumentali. Il paziente consindrome dell’intestino irritabile non

ha patologie organiche.

La sindromedell’intestinoIRRITABILE

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eI mass-media enfatizzano l’evacuazio-ne giornaliera come fosse la regola.Non è possibile. Viene ritenuto fisiolo-gico evacuare tre volte al giorno comeandare in bagno ogni tre giorni, ognu-no di noi ha un proprio “orologio” bio-logico che determina tale meccanismo.

Lo stressNon è possibile identificare un unicoelemento patogenetico che porti allaSindrome dell’intestino irritabile. Piùfattori concorrenti quali pregresseinfezioni intestinali, predisposizionegenetica, assunzione di farmaci, iper-sensibilità viscerale al sistema neuro-endocrino che sovraintende tutti i pro-cessi digestivi, concorrono alla sindro-me. Il profilo psicologico del pazienteconcorre alla ricorrenza della malattiacon fasi di remissione e riesacerbazio-ne, queste ultime precedute da intensistress psico-fisici. E’ innegabile che ildolore e il fastidio addominale sonoessi stessi causa di stress, ansia eapprensione. Situazioni psicologicheche possono innescare un circolo vizio-so. A onor del vero i ricercatori anglo-sassoni tendono a distinguere laSindrome dell’Intestino Irritabile condiarrea a seconda se questa si presenticon dolore o senza. La diarrea senzadolore sarebbe un ‘entità distinta dallaSII e manifestazione di uno stressrecente e ravvicinato nel tempo. Una“diarrea nervosa” di breve duratasenza dolore come risposta fisiologicaad un evento stressante accaduto dapoco tempo. Una popolazione sanasperimenta tale evento abbastanza fre-quentemente. A volte si tende a gene-ralizzare identificando la SII comesomatizzazione di ansia ma a tutt’oggiè un ipotesi non documentata concertezza. E’ plausibile unacorrelazione tra pazientiparticolarmente sensibilie sindrome dell’intestinoirritabile ma è probabileche al momento attualesiano i limiti della ricercamedica a non riuscire adidentificare con ragionevole

Un’attività fisica regolare serve permigliorare l’evacuazione. Se variante diar-roica assunzione di prebiotici eliminandodolciumi e latticini freschi nella fase acuta.Se i sintomi sono severi un diario delleproprie abitudini alimentari, anche seimpegnativo, porterebbe ad una migliorconoscenza di se stessi con i rimedi oppor-tuni. Per il dolore l’uso di spasmoliticitenendo sempre presente che è necessa-rio non vi siano segni di ostruzione inte-stinale (dolore, no feci, no gas, addomegonfio, vomito situazione che deve esseresempre valutata da mano medica).

L’uso di ansiolitici e/o antidepressivi asso-ciato ad eventuale psicoterapia è un presi-dio da valutare con estrema attenzionenel contesto di un buon rapporto medi-co-paziente volto ad eliminare gli ele-menti alla base dei disturbi d’ansia odepressione, elementi ricordo che pos-sono concorrere alla sindrome dell’inte-stino irritabile ma che non ne rappre-sentano l’unica causa. FINE

CAUTELA CON GLI ANTIDEPRESSIVI

Gli esperti consiglianodi assumere acquain quantità.

certezza la causa di tale sindrome.D’altronde sono troppi i fattori(muscoli, ormoni, neuro-ormoni, ali-mentazione, alimenti, fattori fisici,psicologici etc.) che concorrono alprocesso digestivo e sono quindinecessari ulteriori approfondimenti.

Cosa fare?

I sintomi si curano con attenzione e“buon senso”. Il paziente con sinto-matologia lieve farà una navigazio-ne a vista con sintomatici al bisogno.Se variante stipsi consigliato assun-zione di fibre in genere diminuendomela cruda o banana matura ebevendo acqua con generosità.

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Dott. Andrea BaldisserriMedico-Chirurgo specialistain otorinolaringoiatriaE-mail: [email protected]

La tiroide è una ghiandola a forma difarfalla, posta nella parte anteriore delcollo. Ha un ruolo molto importantenella regolazione del metabolismo,nello sviluppo del nostro sistema nervosocentrale, dei vari organi, e nell’accresci-mento corporeo. Gli ormoni prodotti daquesta ghiandola regolano la velocità deibattiti del cuore, il livello di colesterolo, ilpeso corporeo, la forza muscolare, la cre-scita dei nostri capelli e tante altre fun-zioni. Questi ormoni contengono iodio,per cui è necessario che non ci sia caren-za di questa sostanza nella nostra alimen-tazione, per evitare malfunzionamentitiroidei. Per ridurre questo rischio si è dif-fuso il sale iodato, cioè sale con aumen-tata percentuale di iodio, per integrare lescarse quantità di questa sostanza, soprat-tutto nei paesi lontani dal mare.

ATTENTIALLA TIROIDE

SANITÀ

Questa ghiandola, molto importante per la regolazione dellacrescita e del metabolismo corporeo, può essere soggetta adiverse patologie, come l’eccessiva o la scarsa produzione diormoni, ma anche la formazione di neoplasie.

ATTENTIALLA TIROIDE

L’ipertiroidismo

Le malattie che colpiscono la tiroidesono frequenti soprattutto nella donna.Sostanzialmente sono caratterizzate daalterazioni della funzione, cioè possonodare eccessiva produzione di ormone(ipertiroidismo) oppure scarsa produzio-ne (ipotiroidismo), oppure alterazionidella struttura (malattie neoplastiche).

I sintomi dell’ipertiroidismo sono:

Si curano con farmaci, cure radiometa-boliche o chirurgiche.

A volte è sufficiente eliminare unacrema dimagrante che contiene ormonetiroideo per risolvere una tachicardiaindotta da eccessivo ormone nel sangue.

L’ipotiroidismo

I sintomi che portano all’ipotiroi-dismo sono:

I motivi che portano all’ipotiroi-dismo sono:

Si curano per lo più farmacologica-mente, con l’assunzione orale diormone tiroideo, oppure correggen-

Tachicardia - Insonnia - TremoriDimagrimento - Ansia - Caduta deicapelli - Irregolarità mestrualiEsoftalmo (occhio sporgente).

Debolezza - Sonnolenza - StipsiAumento di peso - Perdita deicapelli - Colesterolo elevato.

La carenza di iodio - Le tiroiditiI farmaci che interferiscono con laghiandola - Le lesioni ipofisarieLe malattie metaboliche - La gra-vidanza ed altri, meno diffusi.

Il morbo di Basedow (gozzo)Malattie immunitarie - Noduli iperse-cernenti - Tiroiditi - Assunzione impro-pria di ormone tiroideo ed altri.

Le cause delll’ipertirodismo sono:

Ovvero quando la tiroidefunziona troppo

Ovvero quando la tiroidefunziona poco

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do le carenze di iodio. Un datoemblematico sulla diffusione di que-ste malattie: la sola tiroidite su baseimmunitaria si ritiene che colpisca il5 % della popolazione adulta.

Le malattie tumorali

Oltre ai problemi di funzionalità, latiroide può presentare noduli beni-gni o maligni. Spesso non c’è corre-lazione fra le neoformazioni e la fun-zionalità tiroidea, cioè possiamoavere una tiroide che produce per-fettamente l’ormone, ma è malata dicancro. Trovare noduli nella tiroidenon è raro, per fortuna i più di que-sti sono benigni. Ma il cancro dellatiroide colpisce anche in giovane etàe nulla deve essere trascurato perapprofondire la diagnosi. Uno deidati molto negativi riguarda l’esposi-zione a radiazioni. Dopo il disastrodi Cernobyl, per esempio, questaneoplasia è aumentata parecchionelle zone interessate dalla catastro-fe, anche a decine di chilometri didistanza. Questi tumori possonoessere curati con la terapia chirurgi-ca, la radioterapia, la chemioterapiae la terapia radiometabolica. Solodue parole su quest’ultima, un po’particolare: somministrando per viaorale al paziente dello iodio radioat-

Ghiandola tiroidale

SANITÀ

tivo, questo viene assorbito tuttodalla tiroide, ma grazie alla radioat-tività di cui è stato caricato riesce auccidere le cellule tumorali in modomirato, senza provocare altri danni.

Prevenire complicanzealla tiroide attraversoesami di diagnostica

Ma come possiamo diagnosticare lemalattie della tiroide? Un banaleprelievo di sangue ci permette diottenere i dati sulla funzionalità einquadrare le possibili malattie. Giàuna visita prevede una palpazionedella tiroide, poi ci serviamo soprat-

tutto dell’ecografia per avere un’im-magine precisa della ghiandola. Sevengono individuati noduli sospetti,si ricorre alla agobiopsia (meglioconosciuta come agoaspirato), checonsiste nell’andare, guidati dall’e-cografo, a forare questi noduli pereffettuare un piccolo prelievo di cel-lule e capire dall’esame istologico diche natura sono. E’ come una puntu-ra, lo stesso dolore, ma invece diinoculare farmaci si aspirano cellule.E’ comunque opportuno ricordareche banali sintomi come l’aumento oil calo di peso immotivato, le palpi-tazioni, una persistente debolezza,nervosismo o anche la caduta dicapelli, possono essere la spia che latiroide non lavora bene. FINE

DOVE SI TROVALA TIROIDE?

POLIAMBULATORIOPOLIAMBULATORIO

» Fisiochinesi terapia» Riabilitazione post-traumatica» Riabilitazione post-operatoria» Massofisioterapia» Rieducazione motoria» Idrochinesi terapia

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APERTI DOMENICA E LUNEDÌ MATTINADomenica dalle 10 alle 20dal Lunedì al Sabato dalle 9 alle 21

A

Ì

DO

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Dott. Lauro Di MeoChirurgia Plastica, ricostruttiva ed esteticaRavenna Medical CenterE-mail: [email protected]

La Mammoplastica additiva è l’inter-vento chirurgico teso ad aumentare ilvolume del seno. Naturalmente è indi-cato alle donne che hanno un senopiccolo, ridotto di volume, ma anchelievemente abbassato a seguito di unagravidanza. L’intervento viene eseguitoin anestesia generale, oppure in ane-stesia loco-regionale, in day-surgery(chirurgia di giorno). Attraverso unabreve incisione a livello dell’ascella,oppure nel solco mammario o peria-reolare, viene posizionata una protesidi silicone al di sotto della ghiandolamammaria e sottomuscolare.

Il post interventoAl momento della dimissione, lapaziente indosserà un reggiseno appro-priato, che dovrà portare per circa unmese e durante i primi 15 giorni anchedi notte. I punti di sutura, qualora nonsiano di tipo riassorbibile, verrannorimossi dopo circa 15 giorni.

BELLEZZA

INGRANDIMENTO

DEL SENO

Nei giorni immediatamente successiviall’intervento si formeranno delleecchimosi dolenti, che si possonoestendere anche ampiamente all’interaarea interessata dall’operazione.Movimenti limitati delle braccia edesercizi fisici sono permessi, purchè ese-guiti con moderazione durante le primetre - quattro settimane; poi si può tor-nare gradualmente ad una normaleattività. Sono preclusi per un mese imovimenti e gli esercizi che richiedonoun coinvolgimento della regione petto-rale, quali ad esempio circonduzionedelle braccia, praticare pesistica enuoto. Nei primi mesi si osserverà unadiminuzione della sensibilità su granparte della regione pettorale, che però,lentamente, riprenderà fino al recuperototale. Le cicatrici saranno nei primimesi arrossate, dure, lievemente rileva-te, ma dopo sei - dodici mesi gradual-mente si schiariranno e si appiattiranno.Nei primi sei mesi le cicatrici non devo-no essere esposte al sole.

Possibili complicanzeLe complicanze della mammoplasticaadditiva, sono quelle comuni ad ogniintervento chirurgico, quali la formazionedi una raccolta di siero o di sangue, l’infe-zione, inoltre si può avere la diminuzionedella sensibilità tattile del capezzolo e dellacute circostante, la formazione di cicatriciirregolari o ispessite. Altra complicanzapuò essere la cosiddetta “contratturamuscolare”, cioè la visibilità della formadella protesi ed il suo indurimento al tatto,accompagnata da sensazioni variabili dalleggero fastidio alla dolenzia che, nei casipiù gravi, porta all’espulsione della prote-si stessa. La diminuzione della sensibilità,la formazione di cicatrici ispessite e la con-trattura capsulare non sono prevedibiliprima dell’intervento, perché si tratta direazioni soggettive dell’organismo allostress chirurgico e ad un corpo estraneoquale è la protesi di silicone, che, peraltro,è un materiale inerte ed estesamente uti-lizzato da molti anni in varie branche dellachirurgia.

Cos’è la mammoplastica additiva, quali sono le norme dicomportamento e le possibili complicanze post-intervento.

PRIMA… …E DOPO

FINE

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Regole più stringentidalla UE

Dott. Fausto Pasqualini GallianiResponsabile clinico “Dental Unit”Maria Cecilia Hospital CotignolaE-mail: [email protected]

co, che difende dalla carie. Chi tiene amostrare incisivi e canini immacolati,invece, dovrebbe stare alla larga dacaffè, tè, bevande zuccherate, salsa disoia e vino. Senza dimenticare il princi-pale responsabile di un sorriso giallo-gnolo: il tabacco.

Regole più stringentidalla UEAd ogni modo si può sempre ricorrerealle tecniche di sbiancamento, che però èopportuno eseguire soltanto su unabocca sana. A tal proposito va precisato

ODONTOIATRIA

DENTI BIANCHI?DENTI BIANCHI?Ecco come…Ecco come…Alcuni cibi ingialliscono i denti; altriinvece aiutano a mantenere il sorrisosmagliante. Si può comunque ricorreread una sbiancamento: ecco qualcheconsiglio utile.ingiallisce il sorriso, ma è altrettantovero che alcuni alimenti possono aiu-tare a mantenere una dentatura bian-ca e in salute. Frutta e verdura fresche,come mele, cavolfiori e sedano, graziealla loro azione meccanica contribui-scono alla pulizia dei denti durante lamasticazione. Non solo, promuovendola salivazione, questi alimenti proteg-gono dagli acidi che danneggiano losmalto dei denti. Altro toccasana per ilsorriso sono i formaggi a pasta dura,come il parmigiano, preziosa fonte dicalcio, che irrobustisce, e di acido latti-

Per mantenere i denti bianchi e il sorri-so smagliante, occorre fare attenzioneanche a cosa che c'è nel piatto. Spesso,infatti, ciò che si mangia e si beve

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» SEGUE

Lo sbiancamentoprofessionale

“Sbiancare”,ma non per sempre

ODONTOIATRIA

FINE

che dall’ottobre scorso una direttiva delConsiglio Europeo rende più stringenti leregole per la vendita di sbiancanti perdenti. Gli Stati membri hanno tempo finoal 30 ottobre 2012 per recepire la norma:oltre tale data i prodotti per ridare splen-dore al sorriso che contengono dallo 0,1al 6 per cento di perossido di idrogeno(l'acqua ossigenata, principale compo-nente dei gel usati nei trattamenti sbian-canti) potranno essere venduti soltanto dadentisti. In farmacia resteranno disponibi-li solo quelli con concentrazioni inferiori.

“Sbiancare”,ma non per sempreComunque, anche se per lo sbianca-mento si usano prodotti ad alta con-centrazione, non bisogna farsi troppeillusioni. Macchie provocate dall'invec-chiamento naturale dei denti, da caffè,tè e tabacco sono più facili da elimina-re, mentre quelle sopraggiunte per unprolungato uso di farmaci, come l'anti-biotico tetraciclina, sono una sfida piùimpegnativa per il dentista.

È sempre meglio, quindi, chiedere ilparere di un esperto, che saprà consi-gliare il tipo e la durata del trattamen-to più adatto per ogni sorriso. Inoltrelo sbiancamento dei denti non è persempre: perché dia buoni risultati varipetuto, secondo l'AssociazioneNazionale Dentisti Italiani, ogni dueanni. Tra una seduta e l'altra si racco-manda di seguire una corretta igieneorale e di mangiare i cibi giusti.

Lo sbiancamentoprofessionaleRibadito quindi che è meglio evitare isistemi “fai da te”, i metodi di sbianca-mento professionale svolti presso unostudio odontoiatrico utilizzano gel con

concentrazioni di perossido di idroge-no fino al 35%. Il gel può essere posi-zionato sui denti dal medico dentista elasciato agire semplicemente per circa45 minuti, oppure può essere posizio-nato ed esposto ad una sorgente lumi-nosa (lampada alogena, lampada alplasma, laser) in modo che vengaancor più accelerata la reazione. Inbase alla sorgente luminosa e al tipo didiscolorazione, il gel è applicato da unaa tre volte e sottoposto alla sorgenteluminosa per un tempo variabile, finoa 15 minuti per applicazione. Inentrambi i metodi viene applicata unaprotezione di gomma intorno ai denti,per non fare entrare in contatto il gelcon le gengive.

PRIMA DEL TRATTAMENTO… …E DOPO

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SALUTE

per avvertire un fastidioso formicolio amani e piedi e capogiri. Inoltre la per-sona può sperimentare un’alternanza trabrividi di freddo e vampate di calore,accompagnati da un aumento dellasudorazione. Talvolta sono presentianche sintomi gastrointestinali, comenausea o vomito. La tensione può deter-minare anche capogiri, sensazione disbandamento, di instabilità e di sveni-mento. Questi sintomi sono anchedescritti come sensazione di avere “latesta vuota o leggera” o di “dondolare”come si fosse su una barca. Infine, pos-sono presentarsi temporaneamente sin-tomi dissociativi, come la sensazione diessere distaccato dalle proprie percezio-ni, emozioni, pensieri, azioni o di osser-varsi dall’esterno (depersonalizzazione)e l’impressione che l’ambiente circo-stante sia lontano, irreale (derealizzazio-ne). La depersonalizzazione viene fre-quentemente descritta come la sensazio-

ATTACCO DI PANICOo normale ansia?

ne di “essere fuori dal proprio corpo”,mentre la derealizzazione come “di vive-re in un sogno”. Gli attacchi di panico durano, solita-mente, pochi minuti e, raramente, siprotraggono per alcune ore.Generalmente il picco sintomatico si rag-giunge dopo 10 minuti. Alla crisi acutasegue un periodo di intensa spossatezza,senso di “svuotamento” e confusione.Questi sintomi fisici generano nella per-sona che li sperimenta la convinzione diessere sul punto di perdere il controllo,di impazzire, di avere un attacco cardia-co o di morire. Spinto dalla convinzionedi avere un problema cardiaco o neuro-logico, spesso l’individuo si rivolge alproprio medico di base o a specialistinel tentativo di ricevere rassicurazioni,che però producono un sollievo solo nelbreve termine, lasciando presto nuova-mente spazio alla preoccupazione. Circaun 10% della popolazione riferisce unattacco di panico in un qualche momen-to della propria vita. Alcuni individuipossono sperimentare attacchi di panicoin periodi particolarmente stressanti odurante momenti di passaggio da unafase all’altra della vita (ad esempio, dal-l’adolescenza alla prima età adulta),durante i quali la tensione può intensifi-carsi e trasformarsi in veri e propri epi-sodi di panico. Tuttavia, poiché molte diqueste persone non manifesta successi-vamente un’ansia persistente rispetto alripetersi di questi episodi di panico enon modifica il proprio comportamentoquotidiano, non sviluppa successiva-mente un disturbo da attacchi di panico.

Dott.ssa Dalila VisaniPsicologa - PsicoterapeutaOspedale privato San FrancescoCell. 331.7324658 Email: [email protected]

Da un punto di vista clinico esiste un’importantedistinzione tra ansia, paura e panico.

L’ansia, dal latino anxious, che significapreoccupato per un evento incerto, èun’emozione legata alla sensazione dipericolo incombente e all’attesa di unevento potenzialmente spiacevole. Lapaura, molto simile all’ansia, è uno statodi turbamento emotivo che nasce comenormale risposta nei confronti di unoggetto o situazione noti, che rappre-sentano un pericolo reale per l’indivi-duo. Il panico è uno stato di terroreacuto che compare all’improvviso.L’attacco di panico è un episodiopreciso e inaspettato di terrore odisagio intenso, accompagnato dauna serie di sintomi fisici. Durantel’attacco di panico la persona può avver-tire palpitazioni o un aumento della fre-quenza cardiaca (tachicardia), talvoltaassociati a fastidio o dolore al petto e daun senso di oppressione nella partesuperiore dell’addome. Spesso ha lasensazione di respirare con difficoltà(dispnea), di soffocare o di non avereabbastanza aria (asfissia), per questeragioni respira affannosamente, finendo SPOSSAMENTO E CONFUSIONE

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SALUTE

Cosa fare durante un attacco di panico?Il primo consiglio è quello di trovareuna posizione comoda e regolarizzare ilrespiro: inspirate lentamente contandofino a 3, trattenete il respiro per circa 3secondi e poi espirate sempre contando,senza forzare il vostro organismo. Seosservate il vostro ventre o vi poggiatesopra una mano, noterete che il movi-mento “su e giù” legato alla respirazionediventa progressivamente sempre piùregolare. Cercate di rilassare i muscoli,contraendo e rilasciando ritmicamente idiversi gruppi muscolari. In particolareoccorre evitare di serrare troppo strettele mascelle, perché questo potrebbeaumentare la salivazione e il senso dinausea. E’ utile anche massaggiare leparti del corpo che si avvertono comeparticolarmente doloranti. Se siete ingrado di restare in piedi e camminare,passeggiate lentamente. E’ inoltre difondamentale importanza cercare dinon abbandonarsi a pensieri catastroficirispetto a quanto sta succedendo.

Come possono essere interpretati i sintomidell’ansiaAccade, infatti, che i sintomi fisici del-l’ansia vengano interpretati comesegnali di un imminente pericolo (adesempio, “sto avendo un attacco dicuore”, “sto per morire”, “queste brut-te sensazioni non passeranno mai”),questa interpretazione catastrofica asua volta conferma la sensazione diuna minaccia incombente e si traducein un aumento dei livelli di ansia, in uncircolo vizioso che si autoalimenta.Non dimenticate che l’attacco di pani-co è limitato nel tempo e presto tutti isintomi si attenueranno fino a scompa-rire. Ricordate, inoltre, che tutti i sinto-mi sopra descritti sono legati all’attiva-zione fisiologica (un aumento dell’atti-vità del sistema nervoso simpatico) checontraddistingue la reazione di “lotta ofuga”, sollecitata da situazioni di peri-colo e che mette l’organismo in condi-zione di affrontare direttamente laminaccia o a fuggirla.

Chi si trova ad assistere una personadurante un attacco di panico, devecomunicare con lei in modo tranquil-lo, cercando di aiutarla nelle operazionipratiche sopra descritte e ricordandoleche l’attacco di panico è passeggero enon avrà conseguenze dannose sul pianofisico e mentale. E’ altresì fondamentaleche crei un clima il più possibile distesoe rilassante che disconfermi la sensazio-ne di pericolo imminente.

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FINE

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Eseguita dagli operatori sanitari degliambulatori vaccinali, la vaccinazioneprevede tre iniezioni intramuscolarinella parte alta del braccio, nell’arco disei mesi. La vaccinazione contro il virusHpv, tipi 16 e 18, è parte della strategiacomplessiva del Servizio SanitarioRegionale per la prevenzione dei tumoridel collo dell’utero, che comprendeanche il programma di screening conl’invito a eseguire un pap-test, gratuita-mente, ogni tre anni alle donne dai 25 ai64 anni. La diagnosi precoce di lesionipre-cancerose permette di interveniretempestivamente con le cure necessarie,impedendo la loro trasformazione in car-cinomi invasivi.

Cos’è il Papilloma VirusL’Hpv è un gruppo di virus molto diffu-si; ne esistono oltre 120 tipi, di cui piùdi 40 possono provocare infezioni del-l’apparato genitale, principalmente alcollo dell’utero e alla vagina. La fre-quenza dell’infezione è più elevata subi-to dopo l’inizio dell’attività sessuale erimane alta nella fascia di età attorno ai25 anni, prima di un rapido declino.

SANITÀ

L’infezione è spesso senza sintomi, tran-sitoria e più del 90 per cento delleragazze guarisce spontaneamente entrodue anni. I virus Hpv sono classificati a“basso rischio” e ad “alto rischio”, inbase alla loro potenziale capacità di cau-sare tumori del collo dell’utero. Sononoti almeno 13 tipi ad alto rischio; diquesti i tipi 16 e 18 sono associati aoltre il 70 per cento dei tumori del collodell’utero. Dall’infezione con un Hpv adalto rischio possono trascorrere moltianni, dai dieci ai venti, prima che si svi-luppi il tumore.

Nel 2012 prosegue in tutta l’EmiliaRomagna il programma regionale divaccinazione gratuita contro l’Hpv, acro-nimo di Human Papilloma Virus, per laprevenzione dei tumori del collo dell’u-tero. Il programma è rivolto alle ragaz-ze che entrano nel dodicesimo anno dietà, tuttavia questo diritto alla vaccina-zione gratuita si mantiene fino al com-pimento dei 18 anni. Studi recentihanno dimostrato che la protezione delvaccino è duratura. Ad oggi, nelledonne che hanno eseguito la vaccina-zione nei primi anni di ricerca, ovveronei primi anni 2000, permangono altilivelli di anticorpi protettivi. L'Hpv puòprovocare comuni infezioni a trasmis-sione sessuale; i suoi sierotipi 16 e 18possono arrivare a provocare alterazionicellulari del collo dell’utero, in grado dievolvere in tumore se non curate contempestività. L’efficacia massima dellavaccinazione si ha prima dell’inizio deirapporti sessuali, quindi prima del pos-sibile contagio, perciò la vaccinazioneviene offerta alle dodicenni.

In tutta l’Emilia Romagna è in atto una campagna di prevenzio-ne dei tumori del collo dell’utero provocati dal pericoloso Hpv.

Vaccinarsi gratuitamente

per prevenire ilPapilloma Virus

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di Tiziano Zaccaria

Riproduzione digitale del Papilloma Virus

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Secondo l’Organizzazione Mondialedella Sanità, il virus Hpv è fattore indi-spensabile per lo sviluppo del tumore delcollo dell’utero. È però necessaria la pre-senza di altri elementi che interagisconocon il virus, quali l’elevato numero dipartner sessuali, il fumo di sigaretta, l’usoprolungato di contraccettivi orali, la co-esistenza di altre infezioni sessualmentetrasmesse (come ad esempio Clamidia,Herpes, HIV). Ogni anno in Italia si regi-strano 3.500 nuovi casi, con circa 1.000decessi. In Emilia-Romagna si registranocirca 160-170 nuovi casi l’anno e circa 60decessi.

Perchè vaccinarsiIl Papilloma Virus si trasmette con i rap-porti sessuali, anche non completi. La tra-smissione può avvenire anche tramite ilcontatto tra pelle e pelle e, tra mucose.Provoca la più comune infezione trasmes-sa per via sessuale, molto frequentesoprattutto fra le donne intorno ai 25anni. L’uso del preservativo riduce, manon impedisce, la trasmissione del virus,in quanto questo può essere presenteanche in parti di pelle non protette dalprofilattico. La vaccinazione contro Hpv16 e 18 impedisce l’infezione persistentee quindi anche la formazione delle alte-razioni cellulari che possono portare altumore. Secondo studi clinici internazio-nali che hanno interessato circa 40miladonne di diversi Paesi del mondo, lacapacità di prevenire lesioni pre-tumoralisi è dimostrata massima tra le donne chenon avevano ancora avuto rapporti ses-suali: tra il 90 e il 100 per cento.

Un vaccino sicuro ed efficaceIl vaccino è costituito da particelle simili aquelle dell’involucro esterno dei virusHpv, ottenute mediante tecniche di inge-gneria genetica: in pratica gusci vuotisenza Dna, capaci di evocare una efficacerisposta immunitaria ma, non contenen-do il virus vivo attenuato, senza alcunapossibilità di causare infezione. Gli effetticollaterali del vaccino sono rari. Tra que-sti, i più comuni sono: dolore nella zonadell’iniezione, febbre, nausea, vertigini,mal di testa, dolori articolari e reazioni da

ipersensibilità. Generalmente sono dilieve entità e di breve durata. La prote-zione data dal vaccino, considerato il ciclodi base di tre somministrazioni ad inter-valli prestabiliti, si è dimostrata duratura:ad oggi, nelle donne che hanno eseguitola vaccinazione nei primi anni di ricerca,permangono alti livelli di anticorpi prot-tetivi, dimostrando un’elevata efficacianei confronti delle lesioni precanceroseprovocate da Hpv 16 e 18. Tuttavia, sonoancora in corso gli studi che fornirannoinformazioni sulla necessità o meno diuna dose di richiamo.Il Servizio sanitario regionale dell’EmiliaRomagna garantisce la vaccinazione gra-tuita a tutte le dodicenni, invitatedall’Azienda Usl di residenza ad effettua-re la vaccinazione gratuita con una lette-ra inviata a domicilio. Considerato che ilvaccino è stato autorizzato nel 2007, tuttele ragazze nate dal 1996 in poi conserva-no il diritto a ottenere la vaccinazionegratuita fino al compimento dei 18 anni.Per le ragazze nate prima del 1996, finoai 25 anni di età, il Servizio sanitarioregionale garantisce la vaccinazione negliambulatori vaccinali delle Aziende Usl aun prezzo agevolato. Il costo a caricodelle utenti è inferiore a quello praticatosul mercato e corrisponde al puro costodel vaccino per l’Azienda Usl più il costodella vaccinazione.

Come si eseguela vaccinazione

La vaccinazione è eseguita dagli operato-ri sanitari degli ambulatori vaccinali delleAziende Usl. Il vaccino non deve esseresomministrato alle donne in gravidanza:gli studi clinici effettuati fino ad ora nonhanno dimostrato particolari problemiper la donna o per il feto, ma, per averecertezze maggiori, sono necessari ulterio-ri approfondimenti. Occorre tenere pre-sente che circa il 30 per cento dei tumoridel collo dell’utero non è provocato daHpv 16 e 18, ma da altri sierotipi di Hpvnon contenuti nel vaccino. Perciò è neces-sario effettuare regolarmente anche ilpap-test, un semplice esame che permet-te di diagnosticare tempestivamente lapresenza di eventuali alterazioni cellulari

del collo dell’utero, anche non provocateda Hpv 16 e 18. In questo modo ci sipotrà accorgere per tempo se si stannoformando alterazioni sospette dellemucose del collo dell’utero. Il Serviziosanitario regionale dell’Emilia-Romagna,dal 1996, ha in corso un programma discreening per la prevenzione e la diagno-si precoce dei tumori del collo dell’utero,che ha prodotto risultati importanti: inuovi casi di tumore registrati ogni annoin regione sono passati da 300 primadello screening a 160-170; i decessi sonopassati da 90 a meno di 60.

Per maggiori informazioniE’ possibile rivolgersi aiServizi vaccinali dell’Azienda Usldi residenza, ai consultorifamiliari, al pediatra e al medicodi famiglia. Ulteriori informazionisu programma e vaccinazionesi possono richiedere ancheal Numero Verde Gratuitodel Servizio Sanitario Regionale800.033033, tutti i giorni ferialidalle ore 8,30 alle 17,30 edil sabato dalle ore 8,30 alle 13,30.

IL VACCINO È GRATUITO FINO AL COM-PIMENTO DEI 18 ANNI, PER TUTTE LERAGAZZE NATE DAL 1996 IN POI.

FINE

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La sarcopenia

Chi sono gli anziani

BENESSERE

RALLENTARE

Dott. Stefano CarliniDocente F.I.F. per i corsi: Fitness Funzionale,Preparatore Atletico, Power PumpE-mail: [email protected]

La popolazione del mondo diventa sem-pre più anziana? Allora che alla grandeetà ci si arrivi in salute, così da trascorre-re una età d’argento in forma e capacidi quella autostima che migliora la qua-lità della via. Inoltre, un anziano informa diminuisce il carico sociale all’ap-parato sanitario, diminuendo i costi delsistema. Le palestre, e soprattutto gliistruttori, hanno così l’importante inca-rico di traghettare le persone verso unaetà adulta in uno stato fisico di buonlivello, minimizzando gli effetti dell’etàsull’organismo.

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l’invecchiamento

La sarcopeniaParlando di muscoli, si tende a perdere ilvolume, e quindi la funzione, attraverso unprocesso che si chiama “sarcopenia”, iniziapiù o meno a quarant’anni e consiste nellacessata attività del motoneurone che portaimpulsi al muscolo. Il volume complessi-vo, perciò diminuisce. Nei soli Stati Uniti, ilfatto che la popolazione anziana ha pro-blemi di movimento (problemi che sonospesso causa di cadute) costa al sistemasanitario del governo, circa 18 miliardi didollari all’anno. È accertato che un ade-guato allenamento con carichi, allontanagli effetti della sarcopenia, regola il sonnoe il senso dell’appetito e aumenta i livellidi testosterone.

È davvero possibile, quindi, allon-tanare gli effetti dell’invecchia-mento? La risposta affermativa èormai unanime dal mondo scientifico:si può mantenere un fisico in formapraticamente a qualunque età.Ovviamente, affinché questo avvengaoccorre allenarsi convenientemente,che significa fare esercizio fisico divaria natura, dando però la preceden-za agli esercizi che prevedano un cari-co. Per un soggetto anziano, quindi,conviene fare i pesi.

Chi sono gli anzianiChi può essere definito anziano? Laletteratura scientifica ha trovato unalinea di demarcazione: si diventaanziani a 65 anni, in quanto è questal’età in cui viene accelerato il decadi-mento fisico. La buona notizia è che ildecadimento viene così rallentato, conl’attività fisica, che i parametri fisici diun soggetto ottantenne allenato(diciamo, la cilindrata del suo motore)sono pari a quelli di un trentacin-quenne sedentario. MUSCOLI ATTIVI » MUSCOLI NON ATTIVI

Si può vivere la grande età in piena forma,perché grazie a un corretto allenamento sirallentano i processi degenerativi.

CON I PESI

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Sette regole da seguirequando si allenaun soggetto anziano

I risultati di una ricercaBENESSERE

I risultati di una ricercaRicerche su anziani e allenamento ce nesono a decine, ma mi sembra opportunoe interessante citare questa, pubblicatadal dottor Len Kravitz, un ricercatoreamericano che sfrutta spesso gli ambitifitness. La ricerca parte dal presuppostoche esistono 179 geni la cui trasforma-zione è associata all’invecchiamento.Dopo aver sottoposto 26 soggetti anziania 24 settimane di allenamento, si è sco-perto come i 179 geni assumevano carat-teristiche simili a quelle di soggetti giova-ni, grazie alla biopsia (l’asportazione diun frammento di muscolo) cui erano sot-toposti i soggetti testati. Gli esercizi cheeseguivano gli anziani oggetto di studio?Soprattutto esercizi per gli arti inferiori:leg press, leg extension, leg curl, maanche chest press, lat machine e shoulderpress, con macchine isotoniche, evitandol’uso di pesi liberi.

Sette regole da seguirequando si allenaun soggetto anziano

FINE

1 - Dare priorità alla corretta tecnica di ese-cuzione, rispetto ai carichi.

2 - Molti anziani non capiscono il concet-to di carico progressivo: educateli a questo.

3 - Fate apprendere il concetto di movimen-to controllato e senza dolore.

4 - Educate il soggetto alla corretta respi-razione (senza bloccarla mai).

5 - Ponete attenzione alle fasi eccentrichedel movimento, devono essere lente pernon causare danni; ricordate comunque cheè proprio questa fase quella che garantisce imaggiori adattamenti.

6 - Per favorire l’apprendimento dell’esercizioa un soggetto anziano, fatelo iniziare con unperiodo di allenamento con piccoli attrezzi,come palle mediche o piccoli manubri.

7 - Non superate i 60 minuti di allena-mento.

Sarà inoltre possibile introdurre il concet-to di allenamento funzionale. Inutile direche sarà graduale e di intensità commi-surata alle potenzialità del soggetto. Saràcomunque per lui (o per lei) un diversivoallenante divertente e motivante.

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PEDAGOGIA

Barbara SartoniInsegnante di Scuola PrimariaFondazione Marri - Sant’Umiltà Faenza

L'educazione ambientale consiste nel tentativo di educarealla conoscenza dell'ambiente (e degli ambienti) e allagestione dei propri comportamenti, allo scopo di impararea vivere in modo sostenibile. Vivere in modo sostenibile,come sappiamo, significa rispettare e non alterare gliequilibri naturali, mirando al soddisfacimento delle pro-prie esigenze presenti, senza compromettere la possibilitàdelle future generazioni di sopperire alle proprie. L'esigenzadi un’educazione ambientale è sorta negli anni Settanta e siè acuita dopo l’aggravarsi di fenomeni tali da compromette-re gli equilibri del nostro pianeta. Per anni l'educazioneambientale ha coinciso con l'impegno a difesa dell'ambientenaturale e delle specie in via d'estinzione. Oggi il concetto siè ampliato e si cerca di creare una nuova sensibilità verso iproblemi della Terra, secondo l'idea che, più si è informati,più ci si comporta in maniera responsabile.

Esistono sistemi di apprendimento peraiutare i più piccoli a costruirsi una con-sapevolezza di tutela dell’ambiente.

» SEGUE

L’EDUCAZIONEAMBIENTALEE I BAMBINI

POTER TOCCARE E SCAVARE LA TERRA PUÒ ESSERE

UN’ESPERIENZA EMOZIONANTE MA ANCHE PARTE DI UN

PERCORSO DIDATTICO-EDUCATIVO

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PEDAGOGIA

Anche il concetto di ambiente ha assunto una valenza piùestesa: con esso non si vuole designare unicamente lo spa-zio naturale, ma anche il territorio modificato dall'uomo el'ambiente sociale. Oggi, rispetto al passato, si fa maggiorleva sul concetto di relazione.Ogni ambiente, infatti, è caratterizzato da relazioni tra isuoi elementi: relazioni tra esseri viventi e non viventi(aria, terreno, acqua, flora e fauna), tra esseri viventi(catene alimentari) e tra l'uomo e gli esseri viventi enon viventi. Ruolo fondamentale della scuola (e della fami-glia, per ciò che le compete) è educare dei cittadini respon-sabili e attivi. Dunque, educazione ambientale non solocome traguardo da raggiungere, ma anche come ottimostrumento per educare alla relazione e alla cooperazionecon gli altri.

L'ambiente e i bambiniDate queste premesse, la scuola primaria (dai 6 agli 11anni) svolge un ruolo fondamentale nell'avviare il bambinoad una sensibilità particolare verso l'ambiente e nel coin-volgerlo e stimolarlo ad assumere comportamenti adeguatialla sua tutela. Al di là della teoria, però, la scuola deveadottare strategie e linguaggi adatti al bambino, facilmen-te comprensibili e attinenti la sua sfera esperienziale. Eccoallora che, come approccio all'educazione ambientale, gliinsegnanti privilegiano metodi incentrati sul gioco, sull'a-zione diretta del bambino e sulla sua capacità di relazionar-si con gli altri (lavori di gruppo e di cooperazione). Ecco diseguito qualche esempio pratico.

PRIMI CONTATTI CON IL TERRENO

Il germinatoioL'ambiente può essere paragonato ad una scatola, un con-tenitore in cui convivono diversi protagonisti: l'aria, l'ac-qua, il terreno, la luce, alcune piante e alcuni animali. Eperché non realizzare insieme un ecosistema, partendo dauna scatola o da una bacinella di plastica non più utilizza-ta? La si riempie di terra, la si inumidisce con acqua, siseminano alcuni fagioli, alcuni ceci e alcuni piselli e la siricopre con un telo di plastica trasparente. Infine la si ponesul davanzale di una finestra o, comunque, in un angoloilluminato dal sole. Ecco che è nato il nostro germinatoio diclasse! Dopo qualche giorno, se agiremo in maniera respon-sabile, ricordandoci di innaffiare e controllare lo stato dellanostra “scatola”, le prime piantine germoglieranno. Dopoche le piantine saranno nate, potremo osservarne elementiin comune e differenze, avviando i bambini al concetto dibiodiversità.Infine, siccome ai ragazzi piace sperimentare lecose, nei giorni successivi si potranno avviare alcuni sempli-ci esperimenti, separando le piantine e mettendone unanell'armadio, senza luce, una in un sacchetto senza aria euna in un vaso senza acqua. Prima di giungere alla mortedelle tre piantine in questione, si farà notare ai bambinicome le stesse stiano deperendo. Si chiederà loro il motivodi tale fenomeno: che cosa possiamo fare affinché le pian-tine non muoiano? Essi, divisi in piccoli gruppi, si consulte-ranno e proveranno ad avanzare delle ipotesi. Ecco che, inun colpo solo, avremo raggiunto tre obiettivi: coinvolgere ibambini anche a cercare possibili soluzioni ad un problema,avviarli ad una sensibilità speciale verso ciò che li circonda,stimolarli a collaborare per la soluzione del problema. Allafine analizzeremo le loro ipotesi e spiegheremo che, non

solo nel nostro germinatoio, ma ovunque,sulla Terra, è importante mantene-

re equilibrio tra i diversi pro-tagonisti che la popolano.

NEL GERMINATOIO SONO PRESENTI TUTTI GLI ELEMENTI

NECESSARI A CREARE UN PICCOLO ECOSISTEMA

»

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PEDAGOGIA

L’orto e la compostieraCon i più grandicelli, anziché costruireun semplice germinatoio, si può opta-re per la realizzazione di un orto. Ibambini, a gruppi, saranno chiamatialle azioni necessarie alla conduzionedell'orto stesso. Alla fine si potrà rea-lizzare una semplice ricetta con i pro-dotti che l’orto fornirà! Ma non solo:durante la coltivazione, si metterannoin una cassetta i resti organici comefoglie, erbacce, resti di frutta e verduraprovenienti dalla consumazione dellemerende: in questo modo si realizzeràanche una compostiera e il compostottenuto verrà utilizzato per concimarel’orto! Il Ministero delle politiche agri-cole, forestali e alimentari, ma anchediverse aziende pubbliche e private,indicono concorsi o iniziative a soste-gno dell’educazione ambientale, sti-molando i docenti e i ragazzi alla rea-lizzazione di progetti e percorsi suvarie tematiche.

Raccolta differenziatain classeA volte si sente dire che, contro l'in-quinamento e la degenerazione delPianeta, il singolo, ormai, non può piùfare nulla. Se è vero che spetta allaPolitica il compito di avviare i macro-interventi, è altrettanto vero che tuttociò che il singolo può fare, va comun-que sollecitato e sostenuto. E la raccol-ta differenziata è cosa che tutti possia-mo fare. A scuola i bambini vengonoeducati a separare i rifiuti in base almateriale e, in classe, vi sono appositicontenitori per ciascuna tipologia dirifiuto. Inoltre, visto che il primoambiente che il bambino sperimentaquotidianamente è la propria aula, daalcuni anni nella nostra scuola è incorso un'iniziativa che premia la classepiù virtuosa nella gestione dell'aula(areazione, stato di arredi e oggetti...) edella raccolta differenziata. Ancora unavolta si pone l'accento sull'aspetto rela-zionale e cooperativo della vita: l'aulaè un bene comune che tutti vogliamopreservare! Per rinforzare il concetto diraccolta differenziata, si può utilizzare

anche la palestra, riadattando giochi dimovimento tradizionali come “L'uomonero”, denominato per l'occasione “Ilsacco nero”. Obiettivo del gioco saràevitare che il sacco nero diventi troppogrosso, perché i rifiuti (cioè i bambini,ognuno dei quali rappresenta un tipodi rifiuto) vorranno raggiungere lecampane gialle o i sacchi blu, postiall'altra estremità del campo di gioco.Ad un segnale, le campane e i sacchiblu potranno intervenire a liberare glieventuali rifiuti catturati dal sacco nero.Allo scadere del tempo stabilito, si con-teranno i rifiuti che, ahimè, sarannorimasti nel sacco nero.

Raccolta differenziatain… musicaCome si evince dalle attività illustrate,l’educazione ambientale non è di spe-cifica pertinenza dell'insegnante diScienze, supportata magari da quella diGeografia, ma è interdisciplinare ecoinvolge il soggetto educativo in tuttele sue sfere: conoscenze, espressività,azione e comportamento. Ecco allorache la raccolta differenziata può diveni-re l'argomento di una canzone. L’annoscorso le classi quinte del nostro istitu-to hanno creato una canzone rap, conmusica composta dall'insegnante diquesta materia e testo redatto dairagazzi, che hanno scritto frasi in rimariguardanti i rifiuti e la loro raccolta.

I cartoni… rianimatiOltre alla raccolta differenziata esisto-no altre parole con la R che contribui-scono a salvaguardare l'ambiente: ilRiuso e il Riciclo. Qui gli insegnanti (e igenitori!) possono sbizzarrirsi nel chie-dere ai ragazzi di costruire oggetti divario genere, partendo da un “rifiuto”.

Si possono creare cornici con i vassoidella pasticceria, portapenne con i rotolidella carta igienica, porta-ricette con lescatole degli alimenti per gatti... Infine,utilizzando grandi scatoloni, si possonocreare dei cartoni ri... animati.Spieghiamo di cosa si tratta. Si chiede allaclasse come potrebbe essere possibilerianimare dei vecchi scatoloni. Facendoleva sul gioco di parole cartone animato /cartone rianimato, si illustrano le sequen-ze di una storia e si collegano i disegniottenuti in un'unica striscia. Preso unoscatolone e inciso a dovere, in modo chela striscia di disegni vi possa passare, si fascorrere la striscia fino alla conclusionedella storia, cioè del cartone animato. Loscatolone, in poche parole, funge da sup-porto tv per le strisce di disegni. E si pos-sono illustrare tutte le storie che voglia-mo! Lo scatolone si rianima, noi ci diver-tiamo e l'ambiente ringrazia!

Puliamo il mondoDurante l'anno scolastico alcune classipartecipano all’iniziativa “Puliamo ilmondo”, indetta da Legambiente.Muniti di guanti e sacchi, i bambini siimpegnano per una mattinata a pulireuna fetta della propria città: un parco, unargine, etc. Al di là dell'evento ufficiale,l'attività conti-nua a scuola,dove, a cadenzamensile, ogniclasse è chiama-ta a ripulire ilgiardino. Le atti-vità che si posso-no organizzare afavore dell'edu-cazione ambien-tale sono davve-ro le più svariate. L'importante è nonperdere mai di vista l'obiettivo di fondo:fare in modo che le informazioni e leconoscenze trasmesse agli alunni si tra-ducano in comportamenti attivi e virtuo-si. Sono i bambini, infatti, quelle gene-razioni future di cui si parla nei variProtocolli internazionali sull'ambiente. Aloro viene chiesto di lasciare in eredità ailoro figli un ambiente migliore di quelloche noi lasciamo a loro.

DIFFERENZIARE PER RICICLARE

FINE

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animali, dando loro da mangiare e acca-rezzarli, hanno lo scopo di far socializza-re i bambini. Altre esperienze riguardanoanziani ospiti di case di riposo. Si è osser-vato che a periodi di convivenza con ani-mali è corrisposto un generale aumentodel buon umore, una maggiore reattivitàe socievolezza, contatti più facili con iterapisti. Un miglioramento nello statogenerale di benessere per chi spesso, acausa della solitudine e della mancanzadi affetti, si chiude in sé stesso e rifiutarapporti interpersonali.

Un sostegnoalla medicina tradizionaleIn sostanza la Pet Therapy si affianca alleterapie mediche tradizionali. L’interventodegli animali è mirato a stimolare l’atten-zione, a stabilire un contatto visivo e tatti-le, a favorire il rilassamento, a controllare

PET THERAPYI NOSTRI AMICI ANIMALI

Dott. Andrea BulzaccaMedico Veterinario - FaenzaE-mail: [email protected]

verati in ospedale, ad esempio, soffronospesso di depressione, con disturbi delcomportamento, del sonno e dell’appe-tito, dovuti ad ansia, paura, noia e dolo-re determinate dalle loro condizioni disalute, dal fatto di essere costretti lontanidai loro familiari, dalla loro casa, dalleloro abitudini. La gioia e la curiositàmanifestate dai piccoli pazienti durantegli incontri con l’animale, consentono dialleviare i loro sentimenti di disagiodovuti alla degenza, rendendone piùsereno l’ap-proccio con leterapie e il per-sonale sanita-rio. Le attivitàludiche orga-nizzate in com-pagnia con lostimolo degli

Nel corso degli ultimi secoli il valoreterapeutico degli animali ha assuntosempre maggiore rilevanza. Oggi perindicare questo tipo di approccio medicosi parla di Pet Therapy, un neologismoanglosassone coniato dallo psichiatrainfantile Boris Levinson negli anniSessanta del secolo scorso. Il termineindica una serie di attività del rapportouomo-animale in campo medico e psi-cologico, per migliorare la qualità dellavita di alcune categorie di persone, comebambini affetti da sindrome di Down,anziani colpiti da demenze senili, ciechi,pazienti affetti da sclerosi multipla, mala-ti terminali, patologie cognitive (permigliorarne la memoria e alcune capa-cità mentali), comportamentali e psicolo-gici (per migliorare le capacità relaziona-li e dell’autostima). Anche ipertesi e car-diopatici possono trarne vantaggio: acca-rezzare un animale riduce la pressionearteriosa e contribuisce a regolare la fre-quenza cardiaca. Etologi, medici, veteri-nari, psicologi e pedagogisti utilizzano laPet Therapy sia in ambito sociale, all’in-terno di ospedali, carceri ed istituti, siacome supporto psicologico individuale.

Elemento socializzante

Il contatto con un animale garantisceaffetti mancanti o carenti ed è particolar-mente adatto a favorire i contatti inter-personali, offrendo spunti di conversa-zione e di gioco. Che si tratti di un coni-glio, un cane o un gatto, la sua presenzastimola energie positive. I bambini rico-

Gli animali possono essere di aiuto come tera-pia per alcune categorie di persone

SCOPERTA ED EMOZIONE

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ansia ed eccitazione, ad aiutare la manua-lità di chi ha limitate capacità di movimen-to, ad esempio accarezzando l’animale ocamminando sotto la sua conduzione. Igruppi di lavoro che operano nella PetTherapy sono composti, oltre che dall’ani-male co-terapeuta, da medici, psicologi efisioterapisti. Veterinari, etologi, addestrato-ri e conduttori professionisti spetta si occu-pano invece della salute e del benesseredell’animale, che con generosità lavora peraiutare il suo amico uomo. Occorre infattitenere presente che l’animale, messo a con-tatto con persone che possono manifestarecomportamenti anomali e reazioni malde-stre, può vivere situazioni di stress, perciòdeve essere molto equilibrato.

Dal cane al gatto,al cavalloNella Pet Therapy vengono abitual-mente coinvolti animali domesticiquali cani, gatti, criceti, conigli,asini, capre, mucche e cavalli.

Da millenni il cane ha un rapporto pri-vilegiato con l’uomo e in parecchieoccasioni se ne può apprezzare la colla-borazione, perciò viene impiegato difrequente quale co-terapeuta, attraver-so l’invito al gioco e l’offerta di compa-gnia. Il gatto, per la sua indipendenza efacilità d’accudimento, lo si preferisceper persone che vivono sole. Ancheaccarezzare e prendersi cura di criceti econigli può arrecare beneficio, soprat-tutto ai bambini che attraversano una

fase difficile nella loro crescita. Il caval-lo, oltre ad attività sportive o ricreative,viene utilizzato per l'ippoterapia, medi-ca, psicologico-educativa, riabilitativa,praticata generalmente in struttureattrezzate con il supporto di personalespecificatamente addestrato. A benefi-ciare dell'ippoterapia sono soprattutto ibambini autistici, i bambini Down, disa-bili, persone con problemi motori e com-portamentali. Tra l’animale co-terapeutae la persona trattata avviene uno scam-bio reciproco, fatto di emozioni e di sti-moli, che provocano effetti positivi inentrambi. Con persone disturbate, glianimali trovano un canale preferenziale

per entrare in contatto, riuscendo a voltea sbloccare condizioni patologiche croni-cizzate negli anni. Tale dialogo, infatti,non conosce rigide regole sociali e senti-menti competitivi. Inoltre, prendersi curadi un cano o un gatto favorisce il sensodi responsabilità, auspicabile nel caso dibambini e di adulti che hanno persofiducia in sé stessi.

Il ruolo del veterinarioIl veterinario che opera per la PetTherapy deve, innanzitutto, selezionarel’animale più adatto al tipo di terapia daattuare, dopodiché sorvegliarne lo statodi salute fisico e psicologico. Gli animalisono sottoposti a controlli periodici conparticolare attenzione a segni clinicirelativi a zoonosi (specie parassitosi emicosi), trasmissibili all’uomo: i soggettiche manifestano sintomi di malattia osegni di malessere vengono esclusi. Ilveterinario è affiancato da un etologo,che contribuisce alla scelta dell’animalein base alle sue caratteristiche attitudi-nali e comportamentali, e successiva-mente fornisce criteri per valutare e sal-vaguardare il suo benessere. Cruciale èpoi l’addestramento dell’animale, affi-dato ad istruttori con specifica prepara-zione, soprattutto qualora assistapazienti con handicap fisici.

IPPOTERAPIA

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Dott. Michele Ciani - Osteopata - Fisioterapista Dottorein psicologia presso la clinica Domus Nova di Ravennae il poliambulatorio OsteolabE-mail: [email protected] - www.micheleciani.com

Dott. Giuseppe VisaniDirettore Ematologia e Centro TrapiantiOspedale di PesaroE-mail: [email protected]

Dott. Mario VitaleResponsabile NeurochirurgiaMaria Cecilia Hospital CotignolaE-mail: [email protected]

Dott. Stefano CostaEco Istituto Ecologia Scienza e societàVia Castellani, 7 - FaenzaE-mail: [email protected]

Barbara SartoniInsegnante di Scuola PrimariaFondazione Marri - Sant’Umiltà - Faenza

Dott.ssa Monica NegosantiDietista Maria Cecilia Hospital Cotignola

E-mail: [email protected]

Dott.ssa Maria Nives VisaniFarmacista - Naturopata

E-mail: [email protected]

Dott. Ugo CimberleStudio OculisticoDal Fiume-Cimberle - RavennaE-mail: [email protected]

Flaminia ButtazziIstruttrice Cosmos Fitness Club FaenzaTitolare brevetti FIF e FBI per insegnare pilatesE-mail: [email protected]

Dott. Roberto SalgeminiMedico-Chirurgo convenzionato SSN.

E-mail: [email protected] Cinzia CesariPsicologa e psicoterapeutaMaria Cecilia Hospital Cotignola

Dott. Maurizio SantariniMedico Veterinario, Ravenna

E-mail: [email protected]

Dott. Stefano SteaResponsabile U.O di Chirurgia Maxillo-FaccialeMaria Cecilia Hospital Cotignolawww.stefanostea.itDott.ssa Laura VenturelliCoordinatrice attività didattiche Scuola Secondaria 1° gradoLiceo Scienze Umane e Liceo LinguisticoFondazione Marri - Sant’Umiltà - FaenzaDott.ssa Dalila VisaniPsicologa - PsicoterapeutaOspedale privato San Francesco - Tel. 331.7324658E-mail: [email protected]

Claudia Serena MonghiniEducatore cinofilo, Ravenna

E-mail: [email protected]

Dott. Flaviano Jacopi - Specialista in cardiologiae medicina dello sportDirettore sanitario Astrea Medical Center - FaenzaE-mail: [email protected]

Dott. Lauro Di MeoChirurgia Plastica, ricostruttiva ed esteticaRavenna Medical CenterE-mail: [email protected]

Dott. Andrea BaldisserriMedico-Chirurgo specialistain otorinolaringoiatriaE-mail: [email protected]

Marco MastropasquaResponsabile tecnico attività acquaticheCosmoss Fitness Club FaenzaE-mail: [email protected]

Dott.ssa Chiara BarboniMedico Veterinario - Ravenna

E-mail: [email protected]

Dott. Fausto Pasqualini GallianiResponsabile clinico “Dental Unit”Maria Cecilia Hospital CotignolaE-mail: [email protected]

Dott.ssa Anna PasiSpecialista in ginecologia e ostetricia

E-mail: [email protected]

Dott. Edmondo ErraniMedico sociale del C.A. Pallacanestro FaenzaTerapia antalgica - Studio professionale,via Laghi, 69 - Faenza - Tel. 0546.25010Dott. Antonio IammarinoSpecialista in oculistica

E-mail: [email protected]

Dott.ssa Barbara PallaretiMedico Veterinario specialista in patologia e clinicadegli animali d’affezioneE-mail: [email protected]

Dott. Pierpaolo CasaliniMedico-Chirurgo U.O. Anestesia e Rianimazionedell’Ospedale di FaenzaE-mail: [email protected]

Dott. Stefano CarliniDocente F.I.F. per i corsi: Fitness Funzionale,Preparatore Atletico, Power PumpE-mail: [email protected]

Dott. Marco NeriDottore in scienze alimentariDietista e preparatore atletico F.I.F.Federazione Italiana Fitness - E-mail: [email protected]

Dott. Marco BulzaccaMedico Veterinario - Faenza

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HAI UNA LAUREA O UNA SPECIALIZZAZIONE IN AMBITO MEDICO-SCIENTIFICO? SALUTE 10+ RICERCA PERSONE INTERESSATE A DIVENTARE GIORNALISTI MEDICO-SCIENTIFICICONTATTA LA NOSTRA REDAZIONE: Multiservice sas - Via A. Gnani, 4 - 48124 Ravenna - Fax 0544.502495 - E-mail: [email protected]

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Domenica6 MAGGIO PER INFORMAZIONI

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MERCATINO DI PRIMAVERAMERCATINO DI PRIMAVERA

La soffitta in piazza 2012La soffitta in piazza 2012

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Villanova di Bagnacavallo (RA)

Antiquariato - Modernariato - Collezionismo - Arte - NaturaAntiquariato - Modernariato - Collezionismo - Arte - Natura

Tel. e fax 0545.47122

Gli espositori dovrannopresentare domandaentro il mese di gennaio.

Giornata di recupero in caso di maltempo DOMENICA 20 MAGGIO.

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