ravenna festival magazine 2010
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l’eterno contrasto L’iniziazione zen del Cloud Gate Dance Theatre of Taiwan Stein racconta I demoni di Dostoevskij Opera: Betulia liberata, “staffetta” fra Jommelli e Mozart/ Elettronica: dall’avanguardia colta al pop/Jarrett e un leggendario trio jazz/Cardo rosso, la tragedia va in scena al Tiro a Segno All’interno Redazione: 0544.271068 [email protected] Pubblicità: 0544.408312 [email protected] Editore: Reclam srl - Ravenna www.reclam.ra.it EEddiizziioonnee 22001100TRANSCRIPT
EEddiizziioonnee 22001100Supplemento gratuitoa “Ravenna & Dintorni”nr. 396 del 3 giugno 2010
Redazione: [email protected]à: [email protected]
Editore: Reclam srl - Ravennawww.reclam.ra.it
nel buio, una luce
DanzaL’iniziazione zen del Cloud Gate Dance Theatre of Taiwan
TeatroStein raccontaI demonidi Dostoevskij
l’eterno contrasto
Ravenna Festival Magazine
Opera: Betulia liberata, “staffetta” fra Jommelli e Mozart/ Elettronica: dall’avanguardia coltaal pop/Jarrett e un leggendario trio jazz/Cardo rosso, la tragedia va in scena al Tiro a Segno
All’interno
In collaborazione con
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2010
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Ex tenebris ad lucemS’l’é nöt u s’farà dè
Meditazioni«Ella incede in bellezza come la notte»:
riflessioni sul lato oscuro dell’uomo a partire da Cuore di tenebra di Conrad pag_11
ConcertiMuti e Abbado, due grandi maestri
rivolti al futuro ...dei giovaniOspiti del festival anche Dutoit, Termikanov
e gli eclettici Philharmonics pag_16
OperaBetulia Liberata, azione sacra “di propaganda”
da Jommelli a Mozart. Alla scoperta del ‘700musicale napoletano pag_20
Antica e Sacra Liturgie e polifonie fra oscurità e splendori;
dal medioevo alla contemporaneità pag_22
Musica e NaturaDue passi al calar del sole fra le vestigia e la
maestosa pineta di Classe accompagnati dai ritmipopolari di Ambrogio Sparagna pag_24
Avanguardie sonoreVecchi e nuovi pionieri dell’elettronica, rielaborati in Tempo Reale. Gli omaggi a Stockhausen, Kagel
e le performance di David Moss. Le Tenebrædi Adriano Guarnieri e Cristina Muti pag_28
L’intervistaParola di Micha van Hoecke. Le tenebre tra il dolore
individuale e il destino dell’Umanità. La nuovacreazione in “chiaroscuro del coreografo pag_35
Ravenna Festival Magazine 2010sommario 7
Il musicalEvita, Peron e il “Che” per raccontare una storia
di amore e potere, scritta da Rice e Lloyd Webbergeni del teatro musicale moderno pag_38
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RAVENNAVia Argentario, 22 / Ph. 0544 213396MILANO MARITTIMAViale Matteotti, 16 / Ph. 0544 991055CESENAVia Cesare Battisti, 46 / Ph. 0547 25700Centro Montefiore / Ph. 0547 631811FORLICorso della Repubblica, 151 / Ph. 0543 33442
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Ravenna Festival Magazine 2009sommario 9
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Un supplemento di RRaavveennnnaa && DDiinnttoorrnnii, autorizzazione Tribunale di Ravenna n. 1172 del 17 Dicembre 2001
DIRETTORE RESPONSABILE: FFaauussttoo PPiiaazzzzaa
Hanno collaborato alla redazione: FFeeddeerriiccaa AAnnggeelliinnii,, AAlliiccee BBaallddaassssaarrrrii (grafica), AAlleessssaannddrroo FFooggllii,, SSeerreennaa GGaarrzzaannttii,, LLuuccaa MMaannsseerrvviissii
Collaboratori: TTaarrcciissiioo BBaallbboo,, RRoobbeerrttaa BBeezzzzii,, CChhiiaarraa BBiissssii,, PPaaoolloo BBoollzzaannii,, LLoorreennzzoo DDoonnaattii,, EElliissaabbeettttaa GGiirroonnii (grafica), LLiinnddaa LLaannddii,, MMaarriinnaa MMaannnnuuccccii,,DDoommeenniiccoo MMoolllluurraa,, MMaarriiaalliivviiaa SScciiaaccccaa,, SSeerreennaa SSiimmoonnii.
Si ringrazia per la collaborazione la Direzione del RRaavveennnnaa FFeessttiivvaall, e in particolare FFaabbiioo RRiiccccii e SStteeffaannoo BBoonnddii dell’Ufficio Stampa.
Referenze fotografiche: AAnnggeellaa AAnnzzaalloonnee, HHoollggeerr BBaaddeekkoovv, AAllbbeerrttoo GGiioorrggiioo CCaassssaannii, AAnnddrreeaa BBooccccaalliinnii, MMaarrccoo CCaasseellllii NNiirrmmaall,, RRoossss AAnnnnee CCoollaavviittoo,RRoobbeerrttoo DDeerrii, LLoorreennzzoo FFrraannzzii, PPaaoolloo GGeennoovveessii,, PPaauull BB.. GGooooddee,, SSiillvviiaa LLeellllii,, LLeeee MMiinngg--HHssuunn,, TToommmmaassoo LLee PPeerraa,, EElliissaabbeettttaa MMaaccuummeellllii,, MMaauurriizziiooMMoonnttaannaarrii,, SStteeffaannoo SScchhwweeiiggeerr,, AAnnggeellaa TTaayylloorr,, SSvveenn TThheeiillmmaannnn,, VVaalleennttiinnaa VVeennttuurrii,, LLeeoo VVoonn VVeellzzeenn,, MMaauurroo ZZoorrzzeennoonnii,, KKaarreell ZZwwaanneevveelldd..
NELLA FOTO DI COPERTINA, UNA SCENA DI SONGS OF THE WANDERERS DEL CClloouudd GGaattee DDaannccee TThheeaattrree ooff TTaaiiwwaann, PROTAGONISTA DI UNA SERATA DEL RAVENNA FESTIVAL 2010.
Editore: EEddiizziioonnii ee CCoommuunniiccaazziioonnee ssrrll - www.reclam.ra.itViale della Lirica 43 - 48124 Ravenna. Tel. 0544 408312. DIREZIONE GENERALE: CCllaauuddiiaa CCuuppppii
AREA COMMERCIALE E MARKETING: DDeenniissee CCaavviinnaa,, CCaarrlloottttaa CCoommaannddiinnii,, VVaalleennttiinnaa FFeelllleettttii,, NNiiccoollaa NNeerrii
ORGANIZZAZIONE E LOGISTICA: TTeerreessaa RRaaggaazzzziinnii -- AMMINISTRAZIONE: MMiicchheellaa ZZaammaa,, RRoosssseellllaa BBaacccchhiilleeggaa
STAMPA: AArrbbee iinndduussttrriiee ggrraaffiicchhee -- www.arbegrafiche.it
CartelloneIl calendario di tutti gli appuntamenti del festival e degli eventi alle 7 della sera e dintorni pag_53
Luoghi e immaginiCaravaggio e la luce in un mondo
sul crinale dell’oscurità pag_88Un dramma in scena nel vecchio Tiro a Segno pag_92
L’emblema Eni che segnò la rinascita del Paese pag_98Trieste: tre nazioni insieme
nel nome della grande musica pag_104
Prosa e ricerca I demoni di Peter Stein, dodici ore di sovversione,
sentimento e libertà pag_80Rileggere Schwab per racconare la ferocia pag_83
Un trittico delle Albe, un contagio nel limbo tra infanzia ed età adulta pag_84
Contaminazioni sonore“Weird Tales”, da Murcof a Broadcast pag_64
Fennesz/Lillevan, il rito della creazione pag_66
“Black is beautiful”, dall’Africa al funky pag_72
Keith Jarret e lo “standard” della sintonia pag_74
Bande e fanfare dai Balcani alla Puglia pag_76
DanzaLa storia americana secondo Bill T. Jones pag_42
Dansgroep, un connubio per la ricerca pag_44Quell’apollo del cubano Acosta pag_46
La mistica gestualità del Cloude Gate pag_48L’omaggio al mito dei “balletti russi” pag_49
La passione notturna del Tango pag_50
Ravenna Festival Magazine
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Via L. Braille 1 - Fraz. Fornace Zarattini (RA) Tel. 0544 502465 - Fax 0544 504993
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DI MARINA MANNUCCI
«Le religioni sono come le lucciole:per splendere hanno bisogno
delle tenebre»AArrtthhuurr SScchhooppeennhhaauueerr
«L’orizzonte era sbarrato da unnero banco di nuvole equell’acqua, scorrendo scurasotto un cielo coperto, sembravacondurre dentro al cuore diun’immensa tenebra». Nel 1890 il Capitano KonradKorzeniowsky, conosciuto con lopseudonimo di Joseph Conrad,polacco di cittadinanza inglese,risale il Fiume Congo. Otto anni dopo esce la primapuntata di un racconto intitolatoHearth of Darkness, Cuore diTenebra. Questo titolo, cherimanda alle zone dell’Africa nonancora esplorate, conduce illettore attraverso un itinerariointimo di trasformazione che,attraverso l’esperienza di paura,di dubbio e d’incertezze cheassale chi intraprende unviaggio, svela una complessitàinteriore, un orrore, che nonsempre trapela dall’apparentenormalità della vita. Il romanzo racconta del capitanodi vaporetto Marlow, al qualeviene affidato un incarico lungoun fiume nell’Africa Nera. Scopodell’impresa è raggiungere Kurtz,un commerciante di avoriodivenuto una sorta di divinitàoscura, un percorso cheattraversa luoghi in cui nonesistono le istituzioni, “la civiltà”,ed in cui si può essere uomini ebasta, perché i poteri strutturatinon sono riconosciuti. l viaggio reale si intreccia infatticon un viaggio simbolico versol’ignoto ed il pensiero è costrettoa confrontarsi con gli albori dellaciviltà, un percorso a ritroso cheipnotizza e che obbliga a >>
«Ella incedein bellezza
come la notte»
Marlon Brando è il tenebrosocolonnello Kurtz nel film
capolavoro di Francis FordCoppola Apocalypse Now,
ispirato al Cuore di Tenebradi Joseph Conrad
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Sopra: Parigi, Gargouille di Notre Dame; in basso a sinistra: Palermo, via dello Spasimo, graffito (foto diAlberto Giorgio Cassani); nella pagina a destra: Soeur Marie Keyrouz, canto notturno a San Vitale
>> riscoprire le “remoteparentele coi selvaggi”. Ma ilCuore di Tenebra narrato daConrad non è il selvaggio, l’altro,l’esotico: Kurtz rappresenta ilcuore demoniaco dell’Occidente. Il percorso di Marlow versol’orrore è un itinerario che oltre acondurre alla conoscenza del sé,si propone anche comeparadigma dell’imperialismo, delconfronto dell’Occidente con lastoria del colonialismo da cuitrarrà ispirazione, nel 1979, il filmApocalypse Now di Francis FordCoppola. Interpretato da MartinSheen, Marlon Brando, RobertDuvall e Dennis Hopper il film èambientato in Vietnam ed inquesto caso è il capitanoBenjamin Willard a ricevereistruzioni dai suoi superiori dilocalizzare ed eliminaredefinitivamente il colonnelloWalter E. Kurtz, il quale staconducendo con un gruppoarmato di tribù montane, che lovenerano come un dio, una suaguerra spietata contro i Vietcong.Attraverso un’interpretazionemetafisica della guerra, la camerada presa del regista svolgeun’indagine psicologica sullasituazione dei soldati che sitrovano ad affrontare situazionispesso drammatiche, e che
L’uomo ritrova la vera sostanza dell’intimità dell’essere nella notte. Le tenebre, in quanto simbolo del “fascinans” e del “tremendum” del nostro inconscio, sono luoghi privilegiati
incarnazione del male e la suaeliminazione rappresenta unultimo tentativo di espiazione deitroppi errori commessidall’esercito americano. Il filmobbliga a riflettere
sull’esaltazione degli invasori chespesso perdono di vista il limitedelle proprie competenze, nonrispettando i diritti degli indigeni;saranno, paradossalmente,proprio le tenebre in cui è avvoltoKurtz, a riscattarlo, perché, inogni caso, è solo lui a provareancora sentimenti dicomprensione e di rispetto perl’avversario e ad apprezzarne isuoi metodi, se pur selvaggi.Anche il film girato da StanleyKubrick nel 1987, Full MetalJacket, tratta della violenza dellaguerra del Vietnam e dellascomoda eredità tenebrosa chel’uomo si trascina dietro dasempre: la sua nascosta partemaligna. La pellicola è divisa indue parti: la prima narral’addestramento, spesso sadicoed umiliante, delle reclute,durante il quale avviene ladepersonalizzazionedell’individuo. La seconda partevede gli stessi soldati combatterein Vietnam, con colpi di mortaio,raffiche di M60 e imboscate. Ladescrizione della guerra, nei suoireali aspetti violenti e disumani,illustra la brutalità umana el’effetto psicotico dellamoltitudine sul singolo, i cuivalori sono travolti e scardinatidalla logica comportamentale delgruppo, adattandosi eduniformandosi ad esso. Con strumenti narrativi diversi,nel testo Gomorra di Roberto
lentamente sono travolti dallafollia. Kurtz, interpretato daMarlon Brando, rappresenta illato oscuro, tenebroso, di chi,trovandosi a contatto stretto conil male, diventa, a sua volta,
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Savianovengonosvelate realtàsommerse, perdelineare, inquesto caso, lacomplessa formaorganizzativa dei sistemi criminalidella camorra. Sono tuttenarrazioni che, utilizzando laparafrasi dell’attraversamentodelle tenebre, sfondano limiti edoltrepassono gli sbarramentidella psiche, per accompagnareall’origine della mitologia, dellareligione, della violenza e perconfrontarsi con la psicologiadella follia e la psicoticità dellanatura umana. Roberto Savianosvela la realtà del silenzio, estraela verità dalle tenebre dellapaura, ed informa sulla logica esulle diramazioni dell’imperoeconomico della camorra. Il suo èun resoconto dettagliato delfunzionamento di un SistemaCriminale e della sua espansione,del Male elevato a Sistema e deimiti edificati nell’immaginariopopolare, una narrazione anchequesta deflagrante che parte daun secco resoconto di fatti. E dellato nascosto, oscuro, tenebroso,represso in ognuno di noi parlaSigmund Freud: «ogni uomo haistinti aggressivi e passioniprimitive che lo portano allostupro, all’incesto e all’omicidioche sono tenute a freno, inmaniera imperfetta, dalleistituzioni sociali e dai sensi dicolpa». Le persone non sonoquindi o buone o cattive, lepersone sono sia buone checattive, ed il prevalere dell’una odell’altra componente dipende da
fattoripsicologici ed
occasionali che rendono ilcomportamento umano spessoimprevedibile. Nei conflitti bellici, uccidere non èpiù un comportamento vietato esi perde il controllo dei freniinibitori; allo stadio, in mezzo allafolla, si innescano spessocomportamenti violenti edistruttivi; così, anche insituazioni criminali collettive incui entrano in gioco interessi eoccasioni per trarre vantaggipersonali, possono prevalerecondotte antisociali cheabbassano la soglia d’interventodei freni inibitori. Il tema è affrontato anche daUmberto Galimberti in La terrasenza il male. Jung: dall’inconscioal simbolo, in cui l’autore affermache «Se il sacro si allontanatroppo si rischia infatti didimenticare le regole che gliuomini hanno appreso perproteggersi, e allora il sacroirrompe e la sua violenza producequel vero e proprio dia-ballein(diavolo) che è la dissociazione:essere posseduti dall’inconsciosignifica appunto esseredilacerati». Attraverso lo sforzomillenario della cultura di«estrarre dal caos del cosmo[dalle tenebre] misure certe,coerenze geometriche, logicheineludibili», l’uomo occidentaleha potuto «dispiegare la suapotenza progettuale,sottoponendo quanto dellamateria è dominabile alle >>
via Gordini 29 Ravenna 346 1731022 [email protected]
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>> rassicuranti coercizioni dellatecnica». L’avanzare del pensierologico-razionale ha però azzeratotutto ciò che eccede i suoiorizzonti, ponendo una distanzaormai incolmabile dalla “terrasenza il male”. «Dopo la morte diDio – dice Galimberti – dobbiamouscire sia dalla visioneoggettivistica che pensa l’uomocome una qualunque cosa tra lesue cose, sia dalla visionesoggettivistica che riduce l’uomoalla sua egoicità». Per Elsa Morante, il Male, è LaStoria, concepita dall’autricecome «uno scandalo che dura dadiecimila anni». «È una Storiacieca, immutabile, che non sisvolge secondo una leggesuperiore di progresso, nétantomeno secondo un pianoprovvidenziale, ma si sostanzia ingravi ingiustizie, odioseprevaricazioni e follie omicide,destinate a travolgere i deboli egli indifesi». Secondo la narrativadi Elsa Morante, l’uomo puòinvertire la rotta tenebrosa dellastoria solo assecondando gliistinti primordiali sepolti erepressi in lui, tornando così alsuo elemento primitivo
«[...] Faust alzava gli occhi aicomignoli delle case che nella luce
della luna sembravano puntiinterrogativi [...]»
DDiinnoo CCaammppaannaa,, CCaannttii oorrffiiccii
«Ma contro la forza del Destino,architetto supremo di tutti imondi, cosa possono il Dio checreò questo mondo e un piccoloDiavolo di provincia come me,che negandolo lo sostengono?Ma com’è possibile sostenerequalcosa negandola? [...] Tuttovive perché si oppone a qualcosa.Io sono quello a cui tutto sioppone. Me se io non esistessi,non esisterebbe nulla». Nel testoL’ora del diavolo di FernandoPessoa il diavolo si esprimeattraverso riflessioni cheesprimono un pensiero lucido echiaro, che non incute paura,svelando al lettore una societàattraversata da una profondacrisi perché troppo impegnata adisperdere le sue energie nelcostruire figure sempre piùprecise entro cui ricondurre ladistinzione tra il Bene e il Male.
«Nei sotterranei d’insondabile tristezzadove il destino m’ha già relegato;
dove mai entra un raggio roseo e gaio;dove, solo con la notte, ospite imbronciata
io sono come un pittore
che un Dio beffardo condanna a dipingere,
ahimé, sulle tenebre [...]»CChhaarrlleess BBaauuddeellaaiirree,, LLee TTeenneebbrree
Dunque l’uomo ritrova la verasostanza dell’intimità dell’esserenella notte, nelle tenebre, temaaffrontato del resto anche daNovalis negli Inni alla Notte. Per ilpoeta, filosofo e scrittore tedescola notte che segue il giorno,“regina del mondo”, eccelsaannunciatrice di mondi sacri”,diviene misura del mondomateriale ed è l’infinito dove l’ios’immerge superando i limiti dispazio e tempo. Per Jorges LuisBorges in L’altro, lo stesso, «Lenotti son solite arrecaremisteriosi doni e rifiuti, di oggettiper metà ceduti per metàtrattenuti, di gioie con unemisfero oscuro [...] con che cosapotrei trattenerti? [...] Posso dartila mia solitudine, le mie tenebre,la fame del mio cuore: tento diallettarti con l’incertezza, colpericolo, con la sconfitta».Ed accompagnati dalle tenebre, avolte in gruppo, altre volte dasoli, i writers realizzano i loropezzi, si mettono in gioco,sfuggono ai controlli e spendonocifre considerevoli, con l’unicoscopo di gridare le loro “verità” almondo, o, più semplicemente,cercando una conferma al loroesistere attraverso “la creazionedi segni”.Le tenebre, in conclusione, inquanto simbolo del “fascinans” edel “tremendum” del nostroinconscio, sono quindi luoghiprivilegiati. �
«Era la Terra che dava la vitaall’uomo; gli dava il nutrimento, il
linguaggio e l’intelligenza, e quandomoriva se lo riprendeva [...]
ferire la Terra è ferire te stesso, e sealtri feriscono la Terra, feriscono te. Ilpaese deve rimanere intatto com’era
al tempo del Sogno, quando gliAntenati col loro canto crearono il
mondo... ogni antenato, nel suoviaggio per tutto il paese, ha sparsosulle proprie orme una scia di parole
e note musicali, rimaste come punti dicomunicazione fra le tribù più lontane[...] di notte, mentre vegliavo sotto le
stelle, le città dell’occidente misembravano tristi e aliene [...]
Gli aborigeni credono che una terranon cantata sia una terra morta; se icanti vengono dimenticati, infatti, la
terra ne morirà»BBrruuccee CChhaattwwiinn,,
Anatomia dell’irrequietezza
Massimo Cacciari, torna a Ravenna con le sue conversazioni asondare e commentare in profondità il tema del festival.Quest’anno il filosofo è più che mai sintonizzato sul rapporto“luce/tenebre”, visto che i suoi scritti sulla crisi della razionalitàmoderna e il pensiero negativo (nell’esplorazione di pensatoricome Nietzsche, Heidegger, Wittgenstein, Trakl...) danno parolaalla nuova opera di Adriano Guarnieri Tenebræ, prodotta inesclusiva per il Ravenna Festival con la regia di Cristina MazzavillaniMuti. Appuntamento con Massimo Cacciari, al teatro Alighieri,prima della “prima” di Tenebræ, il 18 giugno alle 19.
Tenebre e luce secondo Cacciari:riflessioni da Nietzsche a Heidegger
Folla nei giardini della basilica di San Vitale (2009) per l’evento “Vocinella Preghiera”, suggestiva e intensa occasione di ascolto e dialogo
fra le tre grandi religioni del Libro: ebraica, cristiana e musulmana.Quest’anno l’incontro – ideato e diretto da Cristina Mazzavillani Muti– verrà riproposto con l’introduzione del filosofo Umberto Galimberti,
venerdì 11 luglio, al tramonto, sempre nel complesso di San Vitale.
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La Cassa e la Fondazione
Cassa di Risparmio
di Ravenna, da sempre
promotrici di grandi
iniziative, operano
in armonia allo sviluppo
economico-sociale
ed alla tradizione artistica.
“PER LA MUSICA”“PER LA MUSICA”15_CARIRA_RFM_2010 1-06-2010 9:30 Pagina 1
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Muti e Abbado, due grandi maestri rivolti
al futuro ...dei giovani
DI TARCISIO BALBO
Ne hanno parlato come di unauna rivalità alla Callas e Tebaldi,di una competizione alla Coppi eBartali o alla Mazzola e Rivera. Disicuro, nell’antagonismo traClaudio Abbado e Riccardo Mutic’è quel pizzico di leggendabuono per stimolare lo spirito dicompetizione musicale non tantotra i due direttori, che hannosempre smentito rivalità di sorta,quanto tra gli ascoltatori e gliappassionati. Di sicuro, dallaleggenda ci ha guadagnato lamusica, che a Muti e Abbadodeve fior d’incisioni, proposte eprogetti soprattutto legati aigiovani. Il punto di svolta è unconcerto del 2008 al Paladozza diBologna, con Abbado alla testa ditre orchestre (la sua Mozart, laCherubini fondata da Mutiquattro anni prima, la GiovanileItaliana) in un programma chelasciava il segno col ciclopico TeDeum di Berlioz: una marea diviolini, un’enorme massa di fiati,tre cori, dodici arpe...Dispiace allora che i problemi disalute impediscano ad Abbado di
inaugurare come previstol’edizione 2010 di RavennaFestival, benché,paradossalmente, l’assenzarenda con ancora maggioreevidenza l’impegno del Maestronel diffondere la cultura musicaleper e coi giovani. Il 9 giugno sulpodio ci sarà un ragazzo diventicinque anni: DiegoMatheuz,
venezuelano, tra i frutti rigogliosidel “Sistema”, il programma dieducazione musicale creato inVenezuela da José Antonio Abreuche da tempo Abbado sostienecon passione, e che in cifre sitraduce in 150 orchestre giovanili,140 infantili, un numeroimpressionante di cori, 250.000giovanissimi e giovani studenti dimusica. Assistente del Maestro,direttore ospite di alcuni tra igrandi teatri italiani e stranieri,Matheus dirigerà l’OrchestraMozart nello stessoprogramma scelto da Abbado:un inno al vigore giovanilecon l’esuberante SinfoniaItaliana di un Mendelssohnventiquattrenne, fino allamozartiana SinfoniaJupiter, con in mezzo ilTerzo Concerto perpianoforte che SergejProkof’ev compone atrent’anni nel 1921, eche vedràprotagonista lagiovane efunambolica
pianista cinese YujaWang, 23 anni lo scorso febbraio.
Da par suo, l’impegno di RiccardoMuti con l’Orchestra GiovanileLuigi Cherubini non conoscesoste, e in un festival dedicatoalle tenebre e alla luce il Maestronon poteva non riconfrontarsi, il12 e 13 luglio, con uno deicapolavori che lui stesso hacontribuito a diffondere: ilRequiem in do minore di LuigiCherubini è del 1817, nato percommemorare Luigi XVI diBorbone morto ghigliottinato 24anni prima; un Requiemammirato persino da Beethoven,che considerava Cherubini ilmaggior musicista del propriotempo, e che Muti ha inciso ormai35 anni fa in un’edizionememorabile con Renata Scotto eAgnes Baltsa, con l’AmbrosianChorus e la PhilharmoniaOrchestra. Col Requiem diCherubini, Muti prosegue sullastrada inaugurata nello scorsoconcerto per “Le viedell’Amicizia”, dove formazioni esolisti di rango suonavano fiancoa fianco coi giovani. Quest’annoMuti va oltre, e in quel croceviaculturale che è da sempre la cittàdi Trieste riunirà l’Orchestra >>
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Ravenna Festival Magazine 2010concerti18
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ORARI DI APERTURAdalle 10 alle 13
dalle 16 alle 19.30chiuso la domenica
>> Giovanile Luigi Cherubini el’Orchestra Giovanile Italianaassieme al coro La StagioneArmonica, a numerosi coriitaliani, sloveni e croati, e aigiovani musicisti dell’Accademiadi Musica dell’Università diLubiana e dell’Accademia diMusica dell’Università diZagabria.A completare il politticosinfonico, due colonne delladirezione d’orchestra e duegrandi compagini: il 20 maggioCharles Dutoit sarà alla testadella Royal PhilharmonicOrchestra in un programma cherispecchia la sua passione per lamusica francese e russa, con laShéhérazade del “maestro”Rimskij-Korsakov e L’oiseau defeu dell’allievo Igor’ Stravinskij.Tutto russo sarà anche il concertodel 3 luglio, con Jurij Temirkanova guidare la PhilharmoniaOrchestra tra i meandri delleultime due sinfonie di Cajkovskij:la mastodontica Quinta del 1888e la celeberrima Patetica del1893. Variegata infine la seriedelle proposte cameristiche: il 26giugno i Solisti dell’OrchestraGiovanile Luigi Cherubini si
Nelle foto della pagina a sinistra Riccardo Muti e Claudio Abbado acontronto; in basso il giovanissimo direttore Diego Matheuz che ha
sostituito l’indisposto Abbado; il alto i sette solisti dei Wiener, e iritratti dei maestri Dutoit e Termikanov
cimenteranno, col direttore Hans-Jörg Schellenberger e l’oboistaMartin Gabriel, in un capolavorodella letteratura per fiati: la GranPartita composta a Monaco nel1781 da un Mozartventicinquenne impegnato conl’allestimento del proprioIdomeneo, e dedicata agli amicidella celebre orchestra diMannheim. Il 9 luglio Domenico Nordio alviolino e Andrea Bacchetti alpianoforte proporranno unprogramma “notturno” che daChopin approderà all’America diAaron Copland e all’ironiadissacrante di Schnittkeattraverso i virtuosismi diKreisler, Ysaye, Szymanowski. In mezzo, ancora dei giovani ditalento: il 1° luglio toccherà aiPhilharmonics, i giovani membridei Wiener Philharmoniker, in unprogramma che definirecomposito è poco, zeppo dievergreen di Ravel, Brahms eRimskij-Korsakov, ma con anchebrani di Johann Strauss,Piazzolla, John Williams(ricordate la colonna sonora diGuerre stellari?), fino al jazz diRichard Rodgers e Chick Corea. �
Sul podio del festival anche i direttoriCharles Dutoit e Jurij Termikanov.
Nella cameristica spiccano i giovani ed eclettici Philharmonics
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Betulia liberataazione sacra “di propaganda”
da Jommelli a MozartDI TARCISIO BALBO
Cominciamo con lo sgombrare ilcampo. La cosiddetta Scuolanapoletana, più che una realtà,è un’idea: nel senso che non èmai esistita una “scuola” insenso stretto, con delle proprielinee guida, un unico alberogenealogico di maestri e allievi,uno stile fortementeindividuato. E neppure si puòparagonare il cosiddetto stile“alla napoletana” a una sorta dikoinè, ovvero a una precisa eperfezionata tipologia dilinguaggio musicale: troppoampio è l’arco temporale su cuila locuzione vanta il propriodominio, e troppo diversi gliesiti musicali che sotto questaetichetta si vorrebberoraggruppare, cosicché, peresempio, esiste un vero eproprio abisso stilistico tra lamusica di Alessandro Scarlatti(morto a Napoli nel 1725, manato a Palermo nel 1660) equella di Johann Adolf Hasse,amburghese classe 1660, mortoa Venezia nel 1783, ma che aNapoli trascorre almeno unsettennio dal 1721. Ancora, èpalpabile la differenza tra lecomposizioni di NiccolòJommelli (1714-1774, nato adAversa, e quindi tra i pochicampani d.o.c. in questarassegna) e quelle diGiovanni Paisiello(Taranto 1740 -Napoli 1816;
nel 2009 Muti ha riproposto aRavenna la sua Missadefunctorum), tra NicolaZingarelli (napoletano verace,1752-1837, maestro di Bellini eMercadante) e Nicola Manfroce(calabrese di nascita, mortoappena ventiduenne nel 1813). In mezzo ci sono nomi di tuttorispetto come Porpora,Pergolesi, Piccinni, Cimarosa. Eallora, perché “scuolanapoletana”? Perché tra la finedel Sei e l’inizio dell’OttocentoNapoli e la sua musica sono unasorta di marchio CE, unacertificazione di qualità con cuisi attesta la generale adesionedel tale o talaltro musicista auna serie di abitudini didattiche,di principi formativi, di schemiformali, di pratichecompositive ed esecutive,riscontrabili nella messesterminata dicompositori, cantanti estrumentisti che siformano neiconservatorinapoletani (ibrefotrofi cheavevano
nell’educazione musicale ilnerbo del proprio programmaeducativo), e che da Napoli sispargono ai quattro venti incerca di fortuna e gloria,formando a loro volta schiere didiscepoli altrettanto numerose.Persino il quindicenne WolfgangAmadé Mozart non sfugge alfascino di questo universomusicale così composito. Tra il1769 e il 1771 il giovanottoaustriaco visita per la primavolta l’Italia: soggiorna per unmese a Napoli dove conosceNiccolò Jommelli, mentre aTorino conoscerà Paisiello; sicimenta con i primi esperimentioperistici “alla napoletana” perMilano (Mitridate re di Ponto,
1770;
Ascanio in Alba l’anno dopo) eapprende i linguaggi dei“napoletani” con la prodigiosa egeniale rapidità che tutticonoscono. La leggenda vuoleche il settantunenne Hassecommenti lapidario la musicadel giovanotto: «Questo ragazzoci farà dimenticare tutti». Tra irisultati di questo formidabileprocesso di assimilazione vi èanche un’azione sacra delgrande Pietro Metastasio, il più“napoletano” tra i librettisti,benché nato a Roma, e benchépoeta cesareo alla corte diVienna per la maggior partedella vita. Betulia liberata eranata nel 1734 proprio perVienna, come opera che oggidefiniremmo “di propaganda”:infuriava la guerra disuccessione polacca, eservivano exempla capaci dispronare gli austriaci il cuiesercito aveva subito in Italiauna pesantissima disfatta aBitonto; cadeva perciò a fagiolola storia dell’eroina biblicaGiuditta che libera la città diBetulia dall’assedio degli Assiri.Partendo dalla versionemozartiana della Betulialiberata, Riccardo Muti aggiunge
un altro tassello alla propriaesplorazione tra capolavori
del patrimoniomusicale
“napoletano”, emette a
Immagini della Betulia liberata, che ha debuttato al Festival di Pentecoste di Salisburgo; al Ravenna Festival è attesa per il 2, 4 e 6 luglio
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Progettiamo la tua luce con:
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confronto la fatica giovanile delSalisburghese (2, 4 e 6 luglio)con una sua importanteantenata, la Betulia liberata cheNiccolò Jommelli aveva giàintonato nel 1743 per Venezia, eche sarebbe stata eseguitissimanei decenni a venire (5 luglio;grazie a Muti Jommelli è unnome noto agli spettatori diRavenna Festival, del Festival diPentecoste a Salisburgo e ditanti altri teatri europei).«Corri a Napoli a sentire icapolavori di Leo, di Durante, diJommelli e di Pergolesi»,scriveva Rousseau a un amico.Si potrebbe dire che l’interessedi Muti per il repertorionapoletano sia contagioso: il 19giugno Sergio Balestracci,presenza ormai consueta aRavenna Festival, dirigerà
l’ensemble La StagioneArmonica in un suggestivacomposizione di AlessandroScarlatti: un Ufficio delleTenebre, ovvero la sezione dellaLiturgia delle Ore celebratadurante le notti del triduopasquale, compostoprobabilmente nel 1708 econservato in un preziosomanoscritto oggi a Bologna. Il 21giugno, la ravennate ElenaSartori guiderà i propri MelodiCantores, assieme al gruppoHarmonicus Concentus e a unanutrita schiera di solisti, nellaricostruzione di un Vespromariano di Pergolesi (nato a Iesigiusto tre secoli fa) eseguito perla prima volta nel 1732, alculmine di una serie di terremotiche avevano funestato Napolisin dall’anno prima. �
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Liturgiee polifoniefra oscurità e splendori
DI TARCISIO BALBO
Non conosciamo più né il buio nésilenzio: siamo uomini ormaiurbanizzati, con l’iPod collegatoalle orecchie, e sempre piùincreduli nel leggere che c’è statoun tempo in cui buio, freddo esilenzio erano entità palpabili. Loaveva capito più di novant’anni faJohan Huizinga in quel classicostoriografico che è Autunno delMedioevo: «Se l’estate el’inverno formavano allora uncontrasto più forte che nellanostra esistenza, non minore era
quello tra la luce e il buio, ilsilenzio e il rumore. La cittàmoderna non conosce quasi più ilbuio perfetto o il vero silenzio, nél’effetto di un lumicino isolatonella notte o di un grido nellalontananza». Ex tenebris adlucem. S’l’è nöt u s’farà dè, è iltema del Festival di quest’anno, eal tema della luce e delle tenebre,del bene e del male, dell’anima edel corpo, della parola e delsilenzio, si rivolge uno dei gruppidi punta nell’attuale panoramadella musica antica: l’ensembleLaReverdie, presenza ormai nota
al pubblicoravennate, sarà il filrouge di un percorsomusicale che sisnoderà tra i luoghi egli appuntamentidell’intero Festival. A cominciaredall’appuntamento del 12giugno in cui LaReverdieaccompagnerà GérardDepardieu nella lettura delleConfessioni di sant’Agostino, incui tenebre e luce simboleggianol’iter spirituale di uno dei grandiautori cristiani: «il tuo volto,
Signore,ricercherò, perché lontani
dal tuo volto si è nelle tenebredella passione» (I.18); e ancora«Quali meriti aveva nei tuoiconfronti l’embrione dellacreatura spirituale per fluttuare,sia pure, tenebrosa e simile
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Rihm si alterneranno alle intricatepolifonie seicentesche diGesualdo da Venosa e alle lineeessenziali e cristalline di GiovanniPierluigi da Palestrina: ancoratenebre e luce quindi, con al
all’abisso, dissimile da te, finché… ad opera della suailluminazione non fosse fattaluce, conforme, se non uguale, auna forma uguale a te?» (XIII.13).LaReverdie tornerà al tema dellaluce e delle tenebre non solonella liturgia che il 13 giugnoaprirà nella Basilica di san Vitaleil consueto ciclo In templo Domini(in programma, preziose paginedal quattrocentesco codice 16bisdella cattedrale di Sainte Anned’Apt), ma anche nel concerto chein serata percorrerà importantipagine musicali dei secoli XI-XIValternando gregoriano, polifoniae composizioni degli stessimusicisti, dalle tenebre del Diesirae di Tommaso da Celano aglisplendori di Vergene bella, lachanson che Guillaume Dufayintona sul testo con cui si chiudeil Canzoniere del Petrarca.Non meno variegato è ilprogramma dell’altra grandegloria italiana della musicaantica: l’ensemble Odhecaton,capitanato da Paolo Da Col, siprodurrà il 17 giugno in unconcerto nel quale le musiche deicontemporanei Arvo Pärt,Salvatore Sciarrino e Wolfgang
A sinistra, l’attore Gerard Depardieu – quest’anno insignito del“Premio Ravenna Festival 2010” – leggerà le Confessioni di
Sant’Agostino accompagnato dalle musiche antiche dell’EnsembleLa Reverdie. Sopra, il gruppo vocale Cantar Lontano che eseguirà
Ad vesperas di Diego Ortiz e le Leçons des Ténèbres di Couperinnelle basiliche di San Vitale e S. Maria Maggiore
centro il recente Responsoriodelle Tenebre (2001) di Sciarrinoincastonato tra le analogheTenebrae (1611), i ResponsoriaSabbati Sancti di Gesualdo. Adaprire e chiudere il concerto la
musica di Pärt: dall’oscurità delDe profundis alla luce di Summa,sul testo del Credo cattolico.Ultima chicca della sezioneantiqua del Festival è la propostadell’ensemble Cantar Lontanodiretto da Marco Mencoboni: undittico concertistico che il 16giugno si snoderà tra le basilichedi San Vitale e Santa MariaMaggiore: s’inizierà con unVespro mariano costruito coibrani dal Musices Liber Primus(1565) di Diego Ortiz, con cui siverrà idealmente proiettati nellaNapoli spagnola del secolo XVI,per poi proseguire nell’abbaziafrancese di Longchamp, ove nel1714 risuonarono le Leçons desTénèbres di François Couperin.L’esecuzione delle Leçons (sultesto delle Lamentazioni delprofeta Geremia, recitate di solitodurante il Mattutino del triduopasquale) sarà ripropostaseguendo il rito tradizionale, cheprevede l’uso di un candelabrocon quindici candele (gli undiciapostoli fedeli, le tre Marie, Gesùstesso) che verranno man manospente lasciando accesa solo lacandela più alta, immagine diCristo. �
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concerto acustico dell’orchestradiretta da Ambrogio Sparagna,con il coro Amarcanto. Lamusica sacra popolaredell’Adriatico risuonerà fra gliori bizantini. Nenie, ninnenanne, invocazioni apriranno lavia verso la pineta di Classe.Sulla pista attrezzata e allimitare del grande bosco sialzeranno le melodie popolaridel Dante cantato per finire consaltarelli, pizziche, serenate nelcuore della pineta dove ipellegrini del suono troverannoristoro con la festa nell’aia. Labreve “via dei canti” romagnolaimpone l’ambiente naturalecome teatro, per lasciar spazioalla poesia e alla musica dellafesta popolare. Maestro dicerimonia Ambrogio Sparagna,etnomusicologo, già noto alpubblico del festival per il Dantecantato, la musica nelle saline ela Notte della Taranta a palazzoSan Giacomo di Russi. Sparagna vanta collaborazionicon i maggiori interpreti dellacanzone italiana e prosegue laricerca nei repertori tradizionaliregionali. L’evento, patrocinato dallasoprintendenza per i Beniarcheologici, dal parco del Delta
Due passial calar del solee a suon di musicafra vestigiae maestose pinete
DI CHIARA BISSI
Più volte declinato dal festivalin ambienti urbani e industriali,il tema del cammino e delpellegrinaggio, per la primavolta trova un’ambientazionenaturale di grande pregio.L’ascolto si unisce almovimento grazie al ConcertoTrekking, promosso il 10 giugnoda Ravenna Festival e da TrailRomagna con la partecipazionedi Ambrogio Sparagna el’orchestra Popolare italianadell’Auditorium parco dellamusica di Roma. A piedi,dall’antico porto di Augusto allapineta di Classe passando per labasilica di Sant’Apollinarel’archeologia, la storia, l’arte,incontrano al calar del sole lanatura maestosa della pineta,cantata da Dante. A scandire letappe del viaggio incontrimusicali fra tradizione e festa.Organetti, ciaramelle, chitarrebattenti e tamburelliaccoglieranno i camminatori -ascoltatori. Suoni di conchigliee di corni segneranno l’inizio delpercorso, al parco archeologicodi Classe, alle 19 la basilica diSant’Apollinare aprirà le porteal pubblico dei trekkers per il
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A sinistra, un sentiero nella pineta di Classe; in alto , il maestroAmbrogio Sparagna con l’Orchestra Popolare Italiana
dell’Auditorium Parco della Musica di Roma. Il Concerto Trekkingsi concluderà in tarda serata con una grande festa sull’aia
all’insegna di canti, balli e un buon ristoro romagnolo
del Po e da RavennAntica nasceda un’idea di Trail Romagna.L’associazione ravennate natanel 2008, promuove il rapportofra la pratica sportiva el’ambiente naturale. Correre ecamminare nei parchi naturalidella Romagna o anche neiparchi urbani, conoscere oriscoprire il proprio territorio,avvicinare lo sport a tutte le età,sono alcuni degli obiettiviindicati da Trail Romagna.«Siamo un movimento ecosportivo unico in Italia –spiegano Ciro Costa e GiovanniTrabalza, presidente eresponsabile organizzativo –nell’anno internazionale dellabiodiversità abbiamo volutopromuovere una serie diappuntamenti nei parchi,racchiusi nella manifestazioneParks Romagna Life. L’attività innatura e il benessere fisico dallepinete alle valli del parco delDelta, fino alle foresteCasentinesi diventano sentierida esplorare, laboratori diosservazioni, teatri per
L’itinerario naturalistico, archeologico e musicale farà tappa agli scavi dell’antico porto di Augusto, alla basilica di Sant’Apollinare e alla pineta di Classe, accompagnatodai ritmi e dalle melodie popolari dell’orchestra di Ambrogio Sparagna
spettacoli musicali in itinerecome nel caso del ConcertoTrekking, evento clou,promosso con il festival. Per noiè fondamentale costruirerelazioni virtuose e progetti congli enti e le strutture operantinel territorio, che speriamo neltempo diventino sempre piùfruttuose, ben consapevolidell’apporto fondamentale deglisponsor privati. In soli due annigrazie alla passione di tantivolontari abbiamo promossoecomaratone, il Trail delleforeste Casentinesi el’ecorunning della Vena delGesso, visite guidate a giardinibotanici, passeggiate di ruolo eletture in pineta, birdwatchingcon un’incredibile risposta dipubblico». Il Concerto Trekking si avvia adiventare un appuntamentofisso per le prossime edizionidel festival, pronto a scoprirenuovi territori sonori e apercorre itinerari in natura. Per informazioni:www.trailromagna.eu �
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DI CHIARA BISSI
Se l’opera di Guarnieri,Tenebræ, diretta da CristinaMazzavillani Muti rappresental’evento generatore di tutto iltema del festival, il progettoelaborato su commissione daTempo Reale il centro diproduzione musicale fiorentinofondato da Luciano Berio nel1987, rappresenta una delletante possibili declinazioni deltema stesso. Tre gli eventiinseriti nel progetto “Notturnoelettronico”, tutti ospitati alle
pulses, un ciclo dedicato alle 24ore del giorno el’interpretazione di Spiral(1968), opera storica realizzatain occasione dell’Expò di Osaka.Concludono gli Aidoru, giovaneformazione cesenate, con unarilettura di Tierkreis, 12 canti informa di Zodiaco elettrico.«Prosegue la collaborazione conTempo Reale – assicura FrancoMasotti, della direzione artisticadel festival – il centro di ricercadi computer music fondato daLuciano Berio, molto vitale e daanni presente al festival.
Il progetto prevede tre seratenelle quali prevarrà, a dispettodi coloro che pensano allamusica elettronica comequalcosa di cupo eincomprensibile, uno spiritogiocoso e dissacrante fraclassici e riletture». Il 15 giugno il tributo andrà aMauricio Kagel, compositore diorigine argentina, scomparsonel 2008. Tempo Reale proporràl’opera Acustica, per produttoridi suono sperimentali ealtoparlanti. «Mauricio Kagel –spiega Masotti – costruisce un
Artificerie Almagià: il 13 giugnoil pubblico ravennate potràassistere alla StockhausenNacht, un omaggio in tre parti algrande compositore tedescoscomparso nel 2007.Innovatore, direttored’orchestra, didatta,protagonista dagli anniCinquanta della musicaelettronica, ha incarnato ilprofilo del genio eccentricocapace di varcare ogni confine.Il programma della serataprevede l’esecuzionedell’ultimo capolavoro Cosmic
Vecchi e nuovi pionieridella musica elettronica
rielaborati in Tempo Reale
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A sinistra, il gruppoAidoru chiamato
ad eseguire Tierkreis, 12canti sullo Zodiaco di
Stockhausen; a fianco, ilperformer David Moss,
vocalist e percussionistafra i più innovativi del
nostro tempo. Nella pagina seguente, Francesco Giomi di
Tempo Reale, il centro fondato
da Luciano Berio e dedicatoalla ricerca sulle nuove
tecnologie musicali
vero paesaggio sonoro a partiredal suono degli oggetti construmenti non convenzionali, frateatro e improvvisazione. Dallospirito ludico dell’argentino sipassa poi all’ecologia di DavisMoss, figura di spicco dellascena sperimentale newyorkesecon una produzione dove si faspazio il suono di materialiriciclati». L’ultimo appuntamento, il 17giugno The Table of the Earth,voce e tavolo sensibile, nascedalla collaborazione fra ilperformer e vocalistamericano David Moss eTempo Reale. «Solo fino a dieci anni fa –conclude Franco Masotti -l’elettronica era legata allasperimentazione deidecenni precedenti. Oggic’è interesse per ipionieri e grandecuriosità nel pubblicogiovanile. Alla basedell’esperienza dei dje vj c’è l’idea della musicacome oceano sonoro di suoni eimmagini. Si tratta di unfenomeno di consumo di cuipochi conoscono l’origine. Cage,
I “notturni” all’Almagià renderanno omaggio a compositori come Stockhausen, Cagel, Moss
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Brian Eno, Berio, Stockhausensono il riferimento culturale piùalto a dimostrazione che esisteuna contiguità fra un ambitocolto e sperimentale e un ambitodi più largo consumo dellamusica. Dagli esperimenti dimusica per ambienti di Satie deiprimi anni del Novecento c’èvoluto buona parte del secoloper arrivare a una formacompiuta, nonostante ancoraoggi in qualsiasi ambientepubblico siamo costretti adascoltare musica casuale, eraramente si trova un repertorioadeguato, che eppure esiste». Un’oscurità, quelle delle nottiravennati, attraversata dalle
sperimentazionisonore delle nuove tecnologiema anche dalla spiritualità diantichi riti e liturgie oggidimenticate. Così la musicamedievali incontrerà nel corsodel programma compositoricontemporanei come Pärt,Sciarrino e Rihm, passando perGesualdo da Venosa, Couperin,Alessandro Scarlatti e Pergolesi,mentre la Rocca Brancaleoneospiterà i Racconti del misteronella rassegna Musica&Visioni”,ulteriore e autonoma proposta,nel solco tracciato dalla grandeepopea dell’elettronica delNovecento. �
Tenebræ, il videoratorio creatoda Adriano Guarnieri e Cristina Muti
Dopo l’Apocalissi evocata in Pietra di diaspro, CristinaMazzavillani Muti, torna alla regia con una produzione inprima assoluta, co-prodotta con il Teatro dell’Opera di Roma.Elemento generatore del tema dell’intero festival, lospettacolo atteso all’Alighieri il 18 e 19 giugno, porta nelnome la summa delle tante suggestioni offerte dalprogramma 2010. Tenebræ, già definito “videoratorio”,prenderà la forma di una cantata video scenica per voci sunastro, con l’ensemble del Teatro dell’Opera di Roma e liveelectronics, su testi di Massimo Cacciari e musica di AdrianoGuarnieri. In scena sono attesi le soprano Alda Caiello eSonia Visentin, il controtenore Antonio Giovannini, la vocerecitante di Elena Bucci e la danzatrice Catherine Pantigny.«Si tratta di uno spettacolo totale e totalizzante – spiegaFranco Masotti della direzione artistica del festival – dopol’approccio ai classici del repertorio operistico, il percorso
personale di Cristina, condiviso con il festival, ha trovato unaprima espressione nel 2007 in Pietra di diaspro e oraapproda con Tenebræ a un nuovo capitolo». Dall’esperienza estetica di Caravaggio e di Gesualdo daVenosa, si dipana attraverso la lettura di testi del filosofoMassimo Cacciari, una trama che vive nella continuamutazione della spazializzazione del suono e nellatrasformazione dello spazio visivo, grazie all’utilizzo dellepiù aggiornate tecniche di sintesi ed elaborazione digitaledell’immagine. Ezio Antonelli alle scenografie virtuali, LuigiCeccarelli alla regia del suono, Vincent Longuemare alle luci,completeranno l’architettura di Tenebræ. «La parte sonora – precisa Masotti – prevede l’elaborazionedel suono con un tappeto di voci continuo e denso. L’anticoufficio delle tenebrae, inteso come veglia notturna, rivivenella ritualità popolare degli strepiti. Una modalità ancoraviva fino a qualche decenni fa nel nostro Appennino. Durantele veglie notturne venivano infatti usate delle battole,strumenti in legno, che precedevano nell’oscurità l’arrivodella luce del giorno». Lo spettacolo propone una via sperimentale alle potenzialitàdella voce umana, delle tecniche di spazializzazione digitaledel suono e di sintesi digitale dell’immagine; una via chemuove dalla tradizione artistica e filosofica, ma anche dallaritualità religiosa e popolare. «Attraverso una’atmosferaneomadrigalistica – conclude Franco Masotti – il pubblicopotrà assistere all’attualizzazione di qualcosa di antico. Iltema delle tenebre infatti dalla prima ispirazione si irradieràdavvero su tutto il festival».
Nella foto un bozzetto della scena di Tenebræ
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Micha van Hoecke, le tenebre tra il dolore individuale
e il destino dell’Umanità
DI ROBERTA BEZZI
Mentre è impegnato con la regiae coreografia di Giulietta eRomeo con musiche di RiccardoCocciante, il prossimoappuntamento di Micha vanHoecke ha un solo nome:Ravenna Festival. Da oltrevent’anni l’artista di originebelga rinverdisce la fertilecollaborazione, con una nuovaproduzione. Quest’anno si trattadi Claire-Oscure, in cui il suoestro creativo si nutre grazie allasuggestione degli opposti: luce ebuio, suono e silenzio, vita emorte. Lo spettacolo proponedue brani: La fanciulla e la mortesulle musiche di Franz Schubert,orchestrate da Gustav Mahler, e
La notte trasfigurata sui brani diArnold Schönberg. In scena aldebutto il 24 giugno (ore 21)nella cornice del Teatro Alighieri,oltre al suo Ensemble, vanHoecke porta LucianaSavignano, con cui ha un legamedi amicizia che risale a quandolavoravano insieme al fianco diMaurice Béjart. CCoommee nnaassccee ll’’iiddeeaa ddii qquueessttaapprroodduuzziioonnee?? AA ccoossaa ssii èè iissppiirraattoo??«Cristina Mazzavillani mi haproposto l’idea e ho accettato,come sempre, molto volentieriquesto invito che è un grandericonoscimento nei mieiconfronti e che dimostra unatotale armonia di pensiero fra dinoi. Ho scelto due braniimportanti e ambiziosi che >>
DI
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Ravenna Festival Magazine 2010l’intervista36
>>corrispondonoal magnifico temadell’edizione 2010del RavennaFestival, il Buio e la notte,secondo varie declinazioni eaccenti. Un percorso difficile mamolto legato ai problemi dellanostra epoca perché riguardal’umanità e il suo destino sullaterra. In un momento cosìconfuso, caratterizzato dallacaduta delle ideologie e dalritorno al bisogno di spiritualità,ho curato un allestimento che mista molto a cuore. Mi sonoispirato soprattutto al percorsodalle tenebre alla luce di unachiesa che ho avuto modo divisitare in Francia lo scorsoanno». LLaa RReeggiinnaa ddeellllaa NNoottttee,, LLeeVVooyyaaggee,, SSaalloomméé,, LLee BBaaccccaannttii,,ssoolloo ppeerr cciittaarree llee ssuuee pprroodduuzziioonniiddii qquueessttii uullttiimmii qquuaattttrroo aannnnii ee,,oorraa,, CCllaaiirree OObbssccuurree.. IInn qquueessttiioollttrree vveenntt’’aannnnii ddii RRaavveennnnaaFFeessttiivvaall cc’’èè uunn llaavvoorroo aa ccuuii èè ppiiùùaaffffeezziioonnaattoo??«Certamente quest’ultimoperché le motivazioni personalisopravanzano quelle artistiche.Dedico infatti lo spettacolo allamemoria della mia sorellagemella, Marina van Hoecke,
purtroppo scomparsa di recente.Credo nel destino e mi stupiscodel fatto che, ancora una volta,Cristina Mazzavillani – dasempre in grado di precorrere itempi – sia riuscita anche adanticipare gli eventi della miavita. Approfondire un tema cosìdrammatico come quello diquest’anno al Festival è andatodi pari passo con il mio grandedolore personale. Marina erauna grande insegnante di danzache ha sempre seguito conattenzione il mio percorsoprofessionale, sapendoall’occorrenza consigliarmi. Lei èsempre nei miei pensieri ed è leiche più di tutti mi ha guidato inquest’ultima creazione. ProprioMarina, per esempio, mi avevasegnalato una giovanedanzatrice di dieci anni, Noemi,sua allieva, un vero fenomenonon solo per la buona tecnica maanche per l’eccellentemusicalità. Ballerà nella primaparte dello spettacolo». IIll 22001100 llee hhaa rriisseerrvvaattoo aanncchheeuunn’’aallttrraa iimmppoorrttaannttee nnoovviittàà.. HHaaaappppeennaa ffiirrmmaattoo uunn ccoonnttrraattttoo ddiittrree mmeessii ccoommee ccoonnssuulleennttee aallllaa
A pagina 34, due scatti all’ensemble di danzatori di Micha vanHoecke. In questa pagine, due celebri ritratti del poliedrico artista
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ddiirreezziioonnee aarrttiissttiiccaa ddeell ccoorrppoo ddiibbaalllloo ddeellll’’OOppeerraa ddii RRoommaa.. CCoommeessii aapppprreessttaa aadd aaffffrroonnttaarree qquueessttaannuuoovvaa ssffiiddaa??«Certamente con entusiasmo.Questa opportunità è legata allamia collaborazione con ilmaestro Riccardo Muti checonosco da ancor prima diiniziare il Ravenna Festival.L’obiettivo è di formare unaéquipe solida e di lavorare inun’unica direzione, facendo sìche la musica, il canto e la danza
si uniscano verso un destinocomune in un continuointerscambio artistico. Vado lìper servire il teatro, per farecultura e per cercare di invitarepersone e far vedere ciò cheaccade nel mondo». �
«Questo spettacolo è dedicato a mia sorella gemella, Marina, scomparsa pochimesi fa. È incredibile la sintonia conCristina Muti che, chiedendomi dilavorare su questo tema, ha anticipatoanche un dolore della mia vita personale»
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Evita, Peron e il “Che”per raccontare una storia
di amore e potereDI ROBERTA BEZZI
Nell’anno del Bicentenario dellanascita dell’Argentina, ilRavenna Festival rende omaggioal mito di Eva Duarte de Perón,un nome che ha superato lapropria storia, con cinqueserate dal 22 al 26 giugno alPala Credito di Romagna diForlì. Il musical, scritto da TimRice e musicato da AndrewLloyd Webber, ripercorre la vitadella carismatica first-lady –moglie del presidente argentinoJuan Domingo Perón – daglianni giovanili della salita alpotere al fianco del marito sinoalla prematura scomparsaall’età di 33 anni per un cancro.In scena viene mostrato da unlato l’amore, spinto fin quasialla venerazione da parte delpopolo e, dall’altro,l’atteggiamento ironicamentedisincantato di un narratored’eccezione, Ernesto Guevarade la Serna, meglio noto come“Che Guevara”, altra iconasenza tempo, interpretato daMark Powell. Lo show si apre sullospettacolare funerale di Eva,compianta dal suo popoloadorante. Inizia così un lungopercorso a ritroso nel quale siracconta la spregiudicataascesa al potere di Eva e il suoincontro con il colonnello Perón.L’uomo diventa governatoredell’Argentina e, graziesoprattutto al carisma dellamoglie, ottiene unostraordinario successopopolare. Il musical mette inevidenza gli aspetti positivi enegativi di una figura femminileambigua e controversa, con unaserie di quadri musicali cheseguono la strabiliante carrieradi Eva e la sua tragica fine.Risale al 1978 il debutto, alPrince Edward Theatre di
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Londra, della versione originaleinglese del musical di Webber eRice che fu uno degli spettacolipiù visti nel Regno Unito,con quasi 3 mila repliche,con Elaine Page nel ruolodi Evita. Lo spettacolo fu portatoanche a Broadway doveconquistò sette Awards altermine della sua primastagione a New York. Quellaproposta dai registi BobTomson e Bill Kenwright è unamessa in scena originale in tuttoe per tutto, proveniente dalWest End londinese, che non hanulla a che vedere con laversione cinematografica diAlan Parker del 1996 che vedevala star internazionale Madonnanel ruolo di Evita e di AntonioBanderas in quello del Che.«L’originalità della mia versione– spiega il regista Tomson – stanella parte umana di Evita a cuisi lega la storia d’amore delladonna con Peron. Questa è laprima versione per palcoscenicodove l’elemento della lovestory viene portato in rilievo,incluso il triangoloPeron, Eva e Che».A vestire i pannidi Evita è AbigailJaye, figliad’arte di unacantanted’opera e undirettore
fino a “You Must Love Me”,scritta da Webber per Madonna(da lei ripresa anche nel suorecente tour mondiale), e orainglobata nello spettacoloteatrale. Dopo gli straordinarisuccessi di
Cats,Mamma Mia, West
Side Story” e One Touch ofVenus, il Ravenna Festivalpropone dunque un altroindiscusso e universalmenteacclamato capolavoro dellastoria del musical. Lo spettacolo sarà interpretatoda un cast di venti interpretiaccompagnati da un’orchestradi dieci elementi. �
In scena viene mostrato da un lato l’amore,che arriva alla venerazione, da parte del popolo, dall’altro l’atteggiamento disincantato e ironico di un narratore d’eccezione: Ernesto Guevara de laSerna, meglio noto come il “Che”.
d’orchestra con studi inuna drama school, checanta alcune canzoni
uniche, potenti emeravigliose, fra cui “Don’t
Cry for Me Argentina”, dalbalcone della Casa Rosada il
giorno della proclamazionedell’elezione a presidente (17ottobre del 1945) delmarito, al
suo paese e allasua gente. Ma lo spettacolopropone anche altre memorabilihit della storia del musical:“Another Suitcase in AnotherHall”, “On This Night of aThousand Stars”, “She is aDiamond”, “On What a Circus”
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il flagello dell’Aids, perapprodare nel 2008proprio a Serenade che
apre una riflessionepluridirezionale etrasversale sulla figuradi Abraham Lincoln.Mentre l’occhioabbraccia ivirtuosismi tecnicidei ballerini, che sistagliano sufondali e arrediscenici evocatividi un’americanitàvisivamente
richiamataattraverso le
colonne diPantheon, Casa
Bianca edausteresale daballodi
epoca
coloniale,musiche
originali(composte ed
eseguite daJerome Begin,
Lisa Komara eChristopherAntonio WilliamLancaster) sialternano a spartitie testi che spazianoda Mozart, a JuliaWard Howe, aWilliam Walker sino
ad Alexander Means,lasciando spazio anche alfolk tradizionale made in Usae al verbo stesso di Lincoln. L’effetto è uno scorrimentolento e avvolgente incarezzevoli memorie delpassato, un fermo immagineanticato, e allo stesso temporecente, su cartolineottocentesche dalla cifracromatica in bianco e nero,stemperata da parche note dirosso cucite nelle trame deglisplendidi costumi. I corpi stessi dei danzatorihanno colori e fisionomiedell’America multirazziale eportano sulla scena, senzafare esplicito riferimento al
DI LINDA LANDI
Un palinsesto di suggestionidal sapore americano quellodi Serenade/The Proposition,produzione della statunitenseBill T. Jones-Arnie Zane DanceCompany, ensemble chefonde un impeccabile stileneoclassico d’avanguardiacon una vocazione allo studiodi temi estrapolati da storia eattualità obiettivamente nonfacili da trasporre sulla scenasenza scivolare nelladidascalia. Una storia coreografica cheaffronta coraggiosamente l’11settembre, la guerra in Iraq, o
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La storia americana secondo laBill T. JonesArnie Zane company
Lo spettacolo Serenade, in scena alFestival, è del 2008 e apre una riflessione pluridirezionalee trasversale su Abraham Lincoln
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Lo foto dello spettacoloSerenade sono di Paul B. Goode
personaggio storico eletterario, e senza lasciartrasparire un giudizio critico,proprio le questioni morali,sociali e politiche sollevatedal presidente durante il suomandato. Il leitmotiv del pezzo, “Si puòdire che la storia è...”, vienereiterato per tutta la duratadella coreografia e muove lariflessione sulla presenza (osull’assenza) di un nostrolegame con la storia,abbracciando melodiecomposite al suono dipianoforte, violoncello esoprano. Serenade haesordito all’American DanceFestival ed è un saggioesemplificativo dell’altissimaqualità artistica checontraddistingue le ventottolune di produzione della BillT. Jones-Arnie Zane DanceCompany. Bill T. Jones e ilsuo partner Arnie Zane (1948– 1988) hanno infatticambiato il volto della danzaamericana fin dal 1983, annodel debutto con IntuitiveMomentum che coinvolgevauna leggenda dellepercussioni, il musicista Max
Roach. La compagnia diHarlem da allora ha solcato ipalcoscenici di più diduecento città in tutto ilmondo, forgiando la sua cifrastilistica su collaborazionicreative con artisti e
musicisti del calibro di KeithHaring, l’Orion StringQuartet, Cassandra Wilson, ilpianista jazz Fred Hersch,Ross Bleckner, Jenny Holzer,Robert Longo, Julius Hamphille Peteris Vasks. �
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Dansgroep un connubio
DI LINDA LANDI
Rigore e dinamismo, motirepentini d’energia, lineecangianti e contrapposizioni disolo e coralità.I cultori delle emozioni visive edel palcoscenico in fibrillazionenon possono lasciarsi sfuggire ilpassaggio a Ravenna delDansgroep Amsterdam,entusiasmante connubio tra lementi dei coreografi Itzik Galili eKrisztina de Châtel, che lorendono indubbiamente una dellepunte di diamante della danzacontemporanea internazionale. La compagnia olandese metteràin scena tre lavori distinti,accomunati però da grandepulizia nello studio delle forme edella loro distribuzione nellospazio. A partire da Six, che portala firma di Galili, eccellentecoreografo nato a Tel Aviv che,sulle note di Six Marimbas del
compositore Steve Reich,drammatizza un incessantefermento di corpi e geometrie sulpalco: dieci danzatori incrocianosuggestioni legate allo spazio e altempo in un continuum dianatomie umane earchitettoniche, in cui cinquepannelli mobili in dialogo coimovimenti rapinosi dei corpi,ridisegnano il luogo scenicostravolgendo le percezioniprospettiche dello spettatore. Ilsecondo lavoro di Galili è SUB,otto danzatori, solo maschi, alleprese con la complessità ed ilpotere ritmico degli spartiti diWeather One di Michael Gordon.Celebrato dalla stampainternazionale come uno deilavori più riusciti del coreografoisraeliano, SUB si concentra sulleinesprimibili sensazioni che cicomunica il corpo: la pelle, imuscoli, i tendini, lo scorrerestesso del sangue. Le parole
falliscono, lo sguardorincorre una messa afuoco fuori tempoe le immaginifuggono viaveloci. Unlavoro dallagrande potenzaicastica, quello diGalili, che haall’attivo più dicinquantacinque operecontraddistinte da unaforte propensione allaricerca. Non a casoproprio la rilettura dellaluce è uno dei capisaldidella sua poetica che lo portaa creare personalmente il lightdesign degli spettacoli e adottenere importantiriconoscimenti. L’altra metà del cielo delDansgroep è l’unghereseKrisztina de Châtel, ecletticacoreografa che travalica i confini
della danza più sperimentale perentrare a pieno titolo nel campodell’arte visiva tout court, conincursioni extrateatrali in musei epaesaggi naturali e collaborazionicon grandi artisti contemporanei(un nome tra tutti, MarinaAbramoviç). Pulse nasce insiemealla collaborazione con MassimoMolinari e viene considerato ungrande classico tra le sueproduzioni. Sei danzatoriseguono il ritmo pulsantedell’Études pour piano di GyörgyLigeti, compositore austro-ungherese tra i maggiori dell’etàcontemporanea a cui la de Châtelsi sente profondamente legataper via di quel “virtuosismoungherese” che trasuda dalle suenote seppur lontane dal folk. Eproprio quel cuore ungherese chepulsa nel petto di Ligeti sispecchia nelle linee, nei vortici enei solo appassionati chetrascinano l’individuo fuori dalcoro. �
Foto di Karel Zwaneveld e Leo Von Velzen
con propensione allaricerca
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Il gran galàcon l’apollo
di AcostaDI ROBERTA BEZZI
Grande protagonista sulpalcoscenico del Pala DeAndré, domenica 4 luglio(ore 21), sarà Carlos Acostacon i solisti dell’EnglishNational Ballet e del BalletNacional de Cuba.Insieme daranno vita al“Carlos Acosta &Guests”, progettoche l’artista diorigini cubaneha sviluppatocon successo apartire dal2005,basandosi suun repertoriodi creazionigià esistenti odel tuttooriginali.Tutto insalita è statoil percorsoche haportatoAcosta daun’infanziadifficile dipovertà a unacarriera disuccesso. Deve ringraziarela danza, suavera passioneche non ha maipiùabbandonatodopo averseguito leprimelezioni.CresciutoallaNationalBalletSchool ofCuba, si è
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aggiudicato la medaglia d’oro alPrix de Lausanne del 1990. Poi ha girato il mondo comeballerino lavorando in prestigiosecompagnie internazionali, qualiNacional Ballet of Cuba, TheRoyal Ballet e Bolshoi Ballet. Tra il 2005 e il 2009 ha creatonumerose produzione che hannoriportato un notevole riscontro dicritica e di pubblico al Sadler’sWells, al London Coliseum e alManchester InternationalFestival. Dall’inizio di quest’annoha presentato un nuovoprogramma con il meglio delrepertorio delle sue esibizionilondinesi in un lungo ecoinvolgente galà, in cui sialternano coreografie di GeorgeBalanchine, Ben Stevenson, BenVan Cauwenberg e GeorgesGarcia. Tra queste, da nonperdere Apollo in cui il pas dedeux di Apollo (interpretato dallostesso Carlos Acosta) e Tersicoreè un brillante esempio dellachiarezza e della modernità cheBalanchine ha apportato nelmondo della danza del XIXsecolo. Creato per i Ballets Russes di
Diaghilev nel 1928, ha posto lebasi del neo-classicismo.Nonostante la presenza delle treMuse a educare il Dio Apollo, sitratta di un’opera senza trama. La sobrietà e l’eleganza dellapartitura di Igor Stravinskij perarchi si sposa con la coreografia.Da non perdere inoltre un assolofemminile ballato sulla celebrecanzone “Je ne regrette rien”,simbolo della vita tragica diEdith Piaf che ha lasciatoun’indimenticabileinterpretazione. �
Nel progetto, che l’artista cubano sviluppadal 2005, coreografie di GeorgeBalanchine, Ben Stevenson, Ben VAnCauwenberg e Georges Garcia
Sopra, un ritratto di JohanPersson. A sinistra l’Apollo
fotografato da Angela Taylor
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I fiocinini erano i pescatori di frodo delle anguille,
piatto tipico del Ristorante che riscopre i sapori
della tradizione comacchiesee propone solo
ppeessccaattoo ddii ggiioorrnnaattaa, dalla crudità alla brace.
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Un viaggio iniziaticonei pellegrinaggi
dell’animaDI LINDA LANDI
La sorte di chi sta fermo, non si muove; si alza quando quello
si desta; dorme quando quello è nel sonno; si muove quando quello è
in movimento. Pertanto, mettiti in viaggio!
Con questa delicata parabolabuddista, in cui il dio Indrasprona il giovane Rohita adintraprendere la vita delviandante nell’AitareyaBrahmana, il coreografo LinHwai-Min, anima del Cloud GateDance Theatre di Taiwan,
introduce il suo Songs of theWanderers. Osannato dalla stampa di tutto ilmondo come uno struggenteviaggio iniziatico neipellegrinaggi dell’anima, questolavoro del 1994 è una danzaepurativa immersa nel biancoperla dei chicchi di riso. L’idea nasce da un viaggio realecompiuto da Hwai-Min – ritenutouno dei più importanti coreografiorientali viventi – nell’estatedello stesso anno a Bodhgaya,luogo in cui il Buddha ebbel’illuminazione sotto un alberodella bodhi. La quiete della
meditazione el’osservazione delleplacide acque di unfiume animanol’aura di questadanza dal saporezen: novanta minutidi immersione in unmondo in cui lanatura riportal’uomo alladimensione basica e pura dellospirito, allontanando le entropiedel quotidiano. I ventiquattro danzatori dellacompagnia (che ruba il nome allapiù antica danza cinese di cui siabbia conoscenza, il CloudeGate, pratica rituale risalente acirca cinquemila anni fa) dal1973 si sono nutriti dimeditazione, arti marziali eteatrali, tecniche Tai Chi Tao Yin,oltre che di studio delle articoreutiche orientali e
occidentali, sia antiche checontemporanee. I loro gesti in Songs of theWanderers sono un percorsoverso il Nirvana sulle note dellecanzoni popolari della Georgiaeseguite dal Coro Rustavi, ehanno portano il pubblico ditanti luoghi nel mondo a unlivello di commozione tale danon voler più uscire da teatro. �
La compagnia, composta daventiquattro danzatori, ruba ilnome alla più antica danza cinese di cui si abbia conoscenza,il Cloude Gate, pratica ritualerisalente a circa 5mila anni fa
Foto di Lee Ming-Hsun
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Omaggio ai Ballets Russesdal “coreografo senza tempo”
DI ROBERTA BEZZI
Arriva al Ravenna Festival, unastorica compagnia tedesca dalprestigio indiscusso: l’HamburgBallett che, mercoledì 7 luglio(ore 21), presenta un Hommageaux Ballets Russes al Pala DeAndré. Dal 1973 il corpo di ballo èdiretto da uno dei piùapprezzati coreografi del nostrotempo, l’americano JohnNeumeier che ha saputo – intutti questi anni – infondere almeglio il suo talento creativoproponendo un ampiorepertorio di lavori classici econtemporanei, aumentando gliallievi iscritti alla scuola di balloe guadagnando nuovi spazi incui esibirsi anche fuori dalteatro dell’opera. In particolare il BallettzentrumHamburg, aperto nel 1989, chedispone di varie sale adisposizione della compagnia,una scuola e un convitto. Il grande maestro porta aRavenna un grande tritticointeramente consacrato aVaslaw Nijinsky e ai BalletsRusses. Si inizia con una anteprimaassoluta per l’Italia: Vaslaw, sumusica di Johann SebastianBach, è un balletto ispirato eincentrato sull’uomo e artistache ha rivoluzionato l’immaginedel maschio che danza,promuovendo una concezionemoderna della coreografia. A seguire Prélude à l’après-midid’un Faune per chiudere poi conLe Sacre che ricordano ecelebrano la straordinariairruzione dei Ballets Russes diDiaghilev a Parigi e poi in tuttaEuropa un secolo fa. Un omaggio alla compagnia piùinfluente del XX secolo, contutta la forza innovativa dellesublimi invenzioni musicalifirmate da geni assoluti come
Debussy e Stravinskij. Ilpubblico potrà dunqueammirare una performance riccadi corpi armonici e vibranti.«Quando guardo la danza vedodelle immagini che parlanosenza parole e… suscitanoemozioni che rivelano la partepiù nascosta di noi»: ecco comeama definire la danza il grande“coreografo senza tempo”Neumeier, noto per la capacitàdi saper compiere le sceltetecniche ed espressive piùfunzionali alle proprie esigenzecreative e al bisogno di dare«un senso drammatico alladanza». �
Una scena dalla coreografia Le sacre,
foto di Holger Badekow
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La trasgressiva forza nottura del Tango
DI MARIALIVIA SCIACCA
Vi sono cose antiche in quegli accordi,la pergola intravista, l'altro patio.
(Dietro, i suoi muri sospettosi il sudha in serbo una chitarra e un pugnale).
Quest'incantesimo, questa ventata,il tango, sfida gli anni affaccendati;di polvere e di tempo, l'uomo dura
meno della leggera melodia,che è solo tempo.
Il tango crea un torbido passato ch'è irreale e in parte vero,
un assurdo ricordo d'esser mortoin duello, a un cantone del sobborgo.
Jorge Luis BorgesEl Tango
Ho sempre sentito storie dai toniaccesi, ogni volta che di tango siparlava. C’era una mia amica chedopo lunghe notti insonni ha sentitodi dover scegliere tra il tango e il suoinnamorato, e così ha trovato ancheun nuovo lavoro. Su cosa sia cadutala scelta s’intuisce. C’era uncompagno di biblioteca all’universitàche non ha preso più l’abbonamentodi fedelissimo allo stadio Meazza eanche la sua fidanzata ha dovutoscegliere: o imparare a ballare o
lasciare che lui stringessequalcun’altra nella sensualità deicerchi tangueri ladomenica sera. E infine hovisto in un locale storico diun centro città un signore inpapillon scuro, di ottantaanni solari schioccati, fumarea dispetto del ministro Sirchiamentre metteva sumusicassette incise di tango inuna serata interamente dedicataa questo ballo. Tango inizia con la stessa lettera ditrasgressione, di trasformazione edi tenebre, una delle chiavi delRavenna Festival 2010. Contienetutte e tre, e le dispiegherà nellaserata dedicata a quest’arte, se cosìsi può definire: domenica 13 giugnoil Palazzo San Giacomo, sull’arginedel fiume Lamone a Russi, apre lasua corte a “La Notte del Tango”.Tenebre, perché non è solo le primeore di buio, ma tutta una notte che iltango si prende al Festival, e tenebreperchè è dall’oscurità dei ritrovi edei lupanari degli immigrati diBuenos Aires e Montevideo che iltango nasce. Il tango ètrasgressione perché chi lo porta in
alle percussioni e Marco Siniscalcoal basso. Nel terreno tradizionaledegli stilemi della musica da tangoseminano cristalli di jazz e li fannovibrare dell’improvvisazione di cuiquesto genere si nutre. La Grande Orchestra di Tango JuanJosè Mosalini è formata da dodicimusicisti, tutti rigorosamenteargentini, come richiede la miglioretradizione dell’ “orquesta tipica”degli anni Quaranta e Cinquanta,formatasi quando il tango giungevasulle coste europee e lì rapidamentesi diffondeva. È compostaprecisamente da tre bandonèones
scena al Festival sono interpretiparticolari, di un’autorevolezza nelcampo assolutamente fuori dalcomune. Vivono l’essenza del tangoma proprio quando lapadroneggiano al massimo sipermettono di immergervisi e diinterpretarla. Così ne oltrepassano iparametri tradizionali. Sul palco l’argentino Javier Girottocon gli Aires Tango e la GrandeOrchestra di Tango Juan JosèMosalini. I primi sono quattro percinque strumenti: Javier Girotto sax,baritono e flauti andini, AlessandroGwis al pianoforte, Michele Rabbia
Il tango è una danza di estrema vicinanza econtemporaneamente di lontananza, quella che immigrati in Argentina sentivanodell’odore dei propri compaesani
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(fisarmoniche), quattro violini, viola,violoncello, pianoforte,contrabbasso, la cantante SandraRumolino e i ballerini JorgeRodriguez e Maria Filali-Favqui, tuttirigorosamente argentini. Ai loro ritmi che si richiamano alleorigini e le fanno ondeggiare nellenuove frappe della musicacontemporanea, anche il pubblico èinvitato a ballare. Sia Girotto con gliAires Tango che l’Orchestra diMosalini hanno trasgredito esuoneranno la loro trasformazionedel tango, infrangendo i limiti che iltempo e lo spazio possiedono, ma dicui la musica e le emozioni umanesono molto più carenti. Gli Aires Tango vivono da quindicianni un modo di suonare in continuaevoluzione, con richiami espliciti ecelebri, come quello ad AstorPiazzolla, e un continuo ricambio delproprio repertorio. Con l’ingresso disonorità jazz vorrebbe forse lasciarcadere la profonda malinconiaesistenziale intrisa nel tango, chericorda le sue origini, ben oltre unsecolo fa. Il tango è una danza diestrema vicinanza econtemporaneamente lontananza,quella che immigrati in Argentina
Nella pagina accanto: Juan José Mosalini e la sua Grande Orchestra (in basso). Sopra: Aires Tango.
sentivano dell’odore dei propricompaesani. È uno di quei fenomeni nati nelletrasformazioni sociali, mentre lepersone si adattano e sentono unanostalgia del vecchio che ancora nonsi riesce a dimenticare e stenta amorire dentro di loro. Come ognivolta che si attraversano i passaggidalle tenebre alla luce, c’è il daziodella malinconia da lasciare sulbancone al confino. Dal primopassaggio della vita dalle tenebrealla luce, il più traumatico e violento,sino a tutti i successivi, si imparanoa danzare le abitudini sui propribattiti e ritmi, stringendosi a chi siha di più caro, un po’ come neltango». �
Due ritratti di Juan JoséMosalini, nella pagina accanto il
suo ensemble. Sopra: gli AiresTango.
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lunedì 7 giugno Teatro di Mirabilandia, ore 22
RRAAVVEENNNNAA -- MMAAZZAARRAA DDEELL VVAALLLLOO
CCEERRCCAATTOORRII DDII TTRRAACCCCEEriscrittura da Sofocle
regia MMaarrccoo MMaarrttiinneellllii,, AAlleessssaannddrroo RReennddaa
spazio luci VViinncceenntt LLoonngguueemmaarree
con la partecipazione dei FFrraatteellllii MMaannccuussoo
e con cciinnqquuaannttaa aaddoolleesscceennttii ssiicciilliiaannii ee ttuunniissiinnii
Coproduzione Ravenna Festival,“Circuito del Mito” - Assessorato alTurismo della Regione Siciliana, incollaborazione con Ravenna Teatro
- Teatro delle Albe, Diocesi diMazara del Vallo
SERVIZIO A PAGINA 84
mercoledì 9 giugnoPalazzo Mauro de André, ore 21
OORRCCHHEESSTTRRAA MMOOZZAARRTTdirettore DDIIEEGGOO MMAATTHHEEUUZZ
pianoforte YYuujjaa WWaanngg
musiche di WW.. AA .. MMoozzaarrtt, Sinfonian. 41 K 551 Jupiter ; FF.. MMeennddeellssssoohhnn
Sinfonia n. 4 op. 90 Italiana;SS.. PPrrookkooff’’eevv, Concerto
per pianoforte n. 3 op. 26SERVIZIO A PAGINA 16
giovedì 10 giugnoParco Archeologico di Classe
ore 18.30
CCOONNCCEERRTTOO TTRREEKKKKIINNGGAA PPIIEEDDII DDAALLLL’’AANNTTIICCOO PPOORRTTOO DDII
AAUUGGUUSSTTOO AALLLLAA PPIINNEETTAA DDII CCLLAASSSSEEPPAASSSSAANNDDOO PPEERR LLAA GGRRAANNDDEE BBAASSIILLIICCAA,,
TTRRAA MMUUSSIICCAA,, SSTTOORRIIAA EE NNAATTUURRAAcon la partecipazione di
AAmmbbrrooggiioo SSppaarraaggnnaa ee ll’’OOrrcchheessttrraaPPooppoollaarree IIttaalliiaannaa ddeellll’’AAuuddiittoorriiuumm
PPaarrccoo ddeellllaa MMuussiiccaa ddii RRoommaa
Al parco 1º Maggio (ore 21.30)“La festa nell’aia”, gran finale
con musica e danzeSERVIZIO A PAGINA 24
venerdì 11 giugno Basilica e Giardini di San Vitale
ore 21
…c’è un luogo, incontriamoci là…(anno secondo)
VVOOCCII NNEELLLLAA PPRREEGGHHIIEERRAA
ideazione e regia CCrriissttiinnaa MMaazzzzaavviillllaannii MMuuttii
introduce UUmmbbeerrttoo GGaalliimmbbeerrttii
SERVIZIO A PAGINA 14
sabato 12 giugnoBasilica di Sant’Apollinare
in Classe, ore 21
à partir du profond de mon âme
GGÉÉRRAARRDD DDEEPPAARRDDIIEEUULLEEGGGGEE SS.. AAGGOOSSTTIINNOOAl termine della serata Gerard
Depardieu riceverà il“Premio Ravenna festival 2010”
SERVIZIO A PAGINA 22
sabato 12 giugnoPalazzo San Giacomo (Russi)
ore 21.30
S’l’è nöt u s’farà dè, grande festa di musica popolare
TTRRAA SSPPOONNDDEEUUNN PPOONNTTEE MMUUSSIICCAALLEE
TTRRAA II BBAALLCCAANNII EE LL’’IITTAALLIIAALa KKooccaannii OOrrkkeessttaarr incontra laBBaannddaa MMuunniicciippaallee BBaallccaanniiccaa,
(Puglia)guest RRoobbeerrttoo OOttttaavviiaannoo sax
SERVIZIO A PAGINA 76
domenica 13 giugnoBasilica di San Vitale ore 21
EEXX TTEENNEEBBRRIISS
AADD LLUUCCEEMM Luce e Tenebre nella musica
medievale fra l’XI e il XIV secolo
LLAARREEVVEERRDDIIEE
musiche di TToommmmaassoo ddaa CCeellaannoo,,PPeerroottiinnuuss MMaaggnnuuss,, WWiippoo vvoonn
BBuurrgguunndd,, HHiillddeeggaarrdd vvoonn BBiinnggeenn,,GGuuiillllaammee DDuu FFaayy e altri autori
SERVIZIO A PAGINA 22
domenica 13 giugnoPalazzo San Giacomo (Russi)
ore 21.30
LLAA NNOOTTTTEE DDEELL TTAANNGGOOcon JJaavviieerr GGiirroottttoo && AAiirreess TTaannggooe la GGrraannddee OOrrcchheessttrraa ddii TTaannggoo
di JJuuaann JJoosséé MMoossaalliinniiSERVIZIO A PAGINA 50
domenica 13 giugnoArtificerie Almagià, ore 23
Notturno elettronico 1
TTEEMMPPOO RREEAALLEE e AAIIDDOORRUU
SSTTOOCCKKHHAAUUSSEENN NNAACCHHTTmusiche di KKaarrllhheeiinnzz SSttoocckkhhaauusseenn:Cosmic pulses (2007), Spiral (1968),
Tierkreis (Zodiaco elettrico secondo Aidoru)
SERVIZIO A PAGINA 28
martedì 15 giugnoPalazzo Mauro de André, ore 21
BBIILLLL TT.. JJOONNEESSAARRNNIIEE ZZAANNEE
DDAANNCCEE CCOOMMPPAANNYYSerenade/The Propositioncoreografie di BBiillll TT.. JJoonneess
SERVIZIO A PAGINA 42
martedì 15 giugnoArtificerie Almagià, ore 23
Notturno elettronico 2
TTEEMMPPOO RREEAALLEE
OOMMAAGGGGIIOO AA MMAAUURRIICCIIOO KKAAGGEELL
musiche di MMaauurriicciioo KKaaggeell: Acustica (1968 - 70) per produttori
di suono sperimentali e altoparlantiSERVIZIO A PAGINA 28
mercoledì 16 giugnoBasilica di San Vitale, ore 21
Basilica di Santa Maria Maggioreore 23.30
AADD VVEESSPPEERRAASS Vespri solenni nella Napoli
spagnola antifone, salmi e mottetti di DDiieeggoo OOrrttiizz
LLEEÇÇOONNSS DDEESS TTÉÉNNÈÈBBRREESSdi FFrraannççooiiss CCoouuppeerriinn
con l’ensemble vocaleCCAANNTTAARR LLOONNTTAANNOO
viola d’arco CCrriissttiiaannoo CCoonnttaaddiinndirettore MMaarrccoo MMeennccoobboonnii
SERVIZIO A PAGINA 23
giovedì 17 giugnoBasilica di San Vitale, ore 21
TTEENNEEBBRRAAEE FFAACCTTAAEE SSUUNNTTOODDHHEECCAATTOONN
direttore PPaaoolloo DDaa CCoollmusiche di GGeessuuaallddoo ddaa VVeennoossaa,,GGiioovvaannnnii PPiieerrlluuiiggii ddaa PPaalleessttrriinnaa,,
AArrvvoo PPäärrtt,, WWoollffggaanngg RRiihhmm,,SSaallvvaattoorree SScciiaarrrriinnoo
SERVIZIO A PAGINA 23
MARCO MENCOBONI / CANTAR LONTANO
FIORISTA
Rosa Scarlattadi Bandini Cristina
FIORISTA
Rosa Scarlattadi Bandini Cristina
Via Bovini, 30 - 48123 RavennaTel. 0544 771094Cell. 349 2983111
tradizioni mediterranee
gastronomia e primizie
Vendita al dettaglio:V.le Alberti 38, Ravenna
tel/fax 0544 194095
ENSEMBLE LAREVERDIE
CRISTINA MAZZAVILLANI MUTI
RaFest 57-65.qxd 1-06-2010 19:10 Pagina 25
Ravenna Festival Magazine 2010il cartellone54
giovedì 17 giugnoArtificerie Almagià, ore 23
Notturno elettronico 3
TTEEMMPPOO RREEAALLEE e DDAAVVIIDD MMOOSSSS
TTHHEE TTAABBLLEE OOFF EEAARRTTHHperformance di DDaavviidd MMoossss:
The Table of the Heart (2010) per voce e tavolo sensibile
SERVIZIO A PAGINA 29
venerdì 18 giugnosabato 19 giugno
Teatro Alighieri, ore 21
TTEENNEEBBRRÆÆcantata video-scenica per voci sunastro, ensemble di 14 esecutori
e live electronics
testi di MMaassssiimmoo CCaacccciiaarriimusica di AAddrriiaannoo GGuuaarrnniieerrii
(Edizioni RaiTrade)direttore PPiieettrroo BBoorrggoonnoovvoo
regia di CCrriissttiinnaa MMaazzzzaavviillllaannii MMuuttii
Coproduzione Ravenna Festival,Teatro dell’Opera di Roma,
prima rappresentazione assolutaSERVIZIO A PAGINA 30
sabato 19 giugnoBasilica di San Vitale, ore 21
Omaggio ad Alessandro Scarlattinel 350° anniversario della nascita
IINNNNII DDEELL VVEENNEERRDDÌÌSSAANNTTOO EE UUFFFFIICCIIOODDEELLLLEE TTEENNEEBBRREE
LLAA SSTTAAGGIIOONNEE AARRMMOONNIICCAA
direttore SSeerrggiioo BBaalleessttrraacccciiSERVIZIO A PAGINA 21
domenica 20 giugno Palazzo Mauro de André, ore 21
RROOYYAALL PPHHIILLHHAARRMMOONNIICCOORRCCHHEESSTTRRAA
direttore CCHHAARRLLEESS DDUUTTOOIITT
musiche di NNiikkoollaajj RRiimmsskkiijj--KKoorrssaakkoovv,, Shéhérazade, suite
sinfonica op. 35; IIggoorr’’ SSttrraavviinnsskkiijj,L’oiseau de feu
SERVIZIO A PAGINA 18
lunedì 21 giugnoTeatro Rasi, ore 21
SSCCHHWWAABBun progetto delle compagnieNNeerrvvaall TTeeaattrroo e JJuuhhaa MMaarrssaalloo
drammaturgia di LLuucciiaa CCaallaammaarrooregia di MMaauurriizziioo LLuuppiinneellllii
ballerino e coreografo JJuuhhaa MMaarrssaalloo
Produzione Armunia Festival costadegli Etruschi di Castiglioncello,
Regione Toscana, 3 bis f d’Aix enProvence, anteprima nazionale
SERVIZIO A PAGINA 83
lunedì 21 giugnoBasilica di Sant’Apollinare Nuovo
ore 21
Omaggio a G.B. Pergolesi nel 300°anniversario della nascita
VVEESSPPRROO DDEELLLLAA BBEEAATTAAVVEERRGGIINNEE
MMEELLOODDII CCAANNTTOORREESS EENNSSEEMMBBLLEEHHAARRMMOONNIICCUUSS CCOONNCCEENNTTUUSS
organo MMiirrkkoo MMaallttoonniiclavicembalo FFrraanncceessccaa BBaacccchheettttaa
direttore EElleennaa SSaarrttoorrii
SERVIZIO A PAGINA 21
martedì 22 giugno
mercoledì 23 giugno
giovedì24 giugno
venerdì 25 giugno
sabato 26 giugno
Pala Credito di Romagna, Forlì ore 21
EEVVIITTAAlibretto di TTiimm RRiiccee
musica di AAnnddrreeww LLllooiidd WWeebbbbeerrregia di BBoobb TToommssoonn
e BBiillll KKeennwwrriigghhttscene di MMaatttthheeww WWrriigghhttcoreografie di BBiillll DDeeaammeerr
light designer MMaarrkk HHoowweettttsound designer BBeenn HHaarrrriissoonnorchestrazione DDaavviiddee CCuulllleenn
arrangiamenti e direzione musicaleDDaavviidd SStteeaaddmmaann
personaggi e interpreti:Eva AAbbiiggaaiill JJaayyeeChe MMaarrkk PPoowweellll
ELENA SARTORI
RaFest 57-65.qxd 1-06-2010 19:10 Pagina 26
Peron MMaarrkk HHeeeenneehhaannMistress AAbbiiggaaiill MMaatttthheewwss
SERVIZIO A PAGINA 38
mercoledì 23 giugnoRocca Brancaleone, ore 21.30
Musica&Visioni 1
WEIRD TALES
FFEENNNNEESSZZ ++ LLIILLLLEEVVAANNSERVIZIO A PAGINA 66
giovedì 24 giugnoTeatro Alighieri, ore 21
EENNSSEEMMBBLLEE DDII MMIICCHHAA VVAANN HHOOEECCKKEE
CCLLAAIIRREE--OOBBSSCCUURREEuna nuova creazione di
MMiicchhaa VVaann HHooeecckkee
musiche di AArrnnoolldd SScchhöönnbbeerrgg,,FFrraannzz SScchhuubbeerrtt,, GGuussttaavv MMaahhlleerr
OORRCCHHEESSTTRRAA GGIIOOVVAANNIILLEE LLUUIIGGII CCHHEERRUUBBIINNII
direttore HHaannss--JJöörrgg SScchheelllleennbbeerrggeerr
Una produzione Ravenna FestivalSERVIZIO A PAGINA 34
sabato 26 giugno
domenica 27 giugnoPalazzetto dello Sport Angelo Costa, ore 11
II DDEEMMÒÒNNIIdal romanzo di
Fëdor Michajlovicˇ Dostoevskij
adattamento e regia di PPEETTEERR SSTTEEIINN
Produzione Tieffeteatro TeatroMilano e Wallenstein Betriebs-
GmbH Berlino, in collaborazionecon Napoli Teatro Festival
SERVIZIO A PAGINA 80
sabato 26 giugnoChiostri della Biblioteca
Classense, ore 21.30
LLAA GGRRAANN PPAARRTTIITTAASSOOLLIISSTTII DDEELLLL’’OORRCCHHEESSTTRRAA
GGIIOOVVAANNIILLEE LLUUIIGGII CCHHEERRUUBBIINNIIdirettore e oboe
HHaannss--JJöörrgg SScchheelllleennbbeerrggeerroboe MMaarrttiinn GGaabbrriieell
musiche di WW.. AA.. MMoozzaarrtt: Sonata infa maggiore KV 374b per violino e
pianoforte nella trascrizione perdue oboi di Friedrich Eugen
Thurner; Quartetto KV 368b in famaggiore per oboe, violino, viola e
violoncello; Serenata per 12 strumenti a fiato e contrabbasso
KV 370a “La gran partita”SERVIZIO A PAGINA 18
domenica 27 giugnoPalazzo Mauro de André, ore 21
CCLLOOUUDD GGAATTEE DDAANNCCEETTHHEEAATTRREE OOFF TTAAIIWWAANN
SSOONNGGSS OOFF TTHHEE WWAANNDDEERREERRSS
coreografie LLiinn HHwwaaii--MMiinnSERVIZIO A PAGINA 48
domenica 27 giugnoRocca Brancaleone, ore 21.30
Musica&Visioni 2
WWEEIIRRDD TTAALLEESS
BBRROOAADDCCAASSTT && TTHHEE FFOOCCUUSS GGRROOUUPP
SERVIZIO A PAGINA 64
lunedì 28 giugno
martedì 29 giugnoVecchio tiro a segno,
Darsena di Città, ore 21.30
TTEEAATTRROO DDUUBBRROOVVKKAA DDII MMOOSSCCAA
2266 OOTTTTOOBBRREE 22000022““CCAARRDDOO RROOSSSSOO””testo e drammaturgia di
MMaaddddaalleennaa MMaazzzzooccuutt--MMiissregia e interpretazione CChhiiaarraa MMuuttii
musiche di GGiioovvaannnnii SSoolllliimmaavioloncelli GGiioovvaannnnii SSoolllliimmaa,,
MMoonniikkaa LLeesskkoovvaarr
Produzione di Ravenna festival,prima nazionale
SERVIZIO A PAGINA 94
CHIARA MUTI
Ravenna Festival Magazine 2010il cartellone 55
RaFest 57-65.qxd 1-06-2010 19:10 Pagina 27
Ravenna Festival Magazine 2010il cartellone56
mercoledì 30 giugnoRocca Brancaleone, ore 21.30
Musica&Visioni 3
WWEEIIRRDD TTAALLEESS
MMUURRCCOOFF ++ AANNTTIIVVJJSERVIZIO A PAGINA 64
giovedì 1 luglioTeatro Alighieri, ore 21
TTHHEE PPHHIILLHHAARRMMOONNIICCSSDDAA JJOOHHAANNNN SSTTRRAAUUSSSS
AA CCHHIICCKK CCOORREEAA
violini TTiibboorr KKoovvaacc,, SShhkkeellzzeenn DDoolliiviola TThhiilloo FFeecchhnneerr
violoncello SStteepphhaann KKoonncczzcontrabbasso ÖÖddöönn RRaacczz
clarinetto DDaanniieell OOtttteennssaammeerrpianoforte FFrraannttiisseekk JJaannoosskkaa
SERVIZIO A PAGINA 18
venerdì 2 lugliodomenica 4 lugliomartedì 6 luglio
Teatro Alighieri, ore 20.30
BBEETTUULLIIAA LLIIBBEERRAATTAAazione sacra in due parti KV 118
libretto di PPiieettrroo MMeettaassttaassiioomusica di WW.. AA.. MMoozzaarrtt
(New Mozart Edition,Bärenreiter Kassel)
direttore RRiiccccaarrddoo MMuuttiiregia MMaarrccoo GGaannddiinniiscene IIttaalloo GGrraassssii
costumi GGaabbrriieellllaa PPeessccuucccciiluci MMaarrccoo FFiilliibbeecckk
personaggi ed interpretiOzia MMiicchhaaeell SSppyyrreess
Giuditta AAlliissaa KKoolloossoovvaaAmital AAnnnnaa KKaassyyaann
Achior NNaahhuueell ddii PPiieerrrrooCabri BBaarrbbaarraa BBaarrggnneessiiCarmi AArriiaannnnaa VVeennddiitteellllii
OORRCCHHEESSTTRRAA GGIIOOVVAANNIILLEE LLUUIIGGII CCHHEERRUUBBIINNII
VVIIEENNNNAA PPHHIILLHHAARRMMOONNIIAA CCHHOOIIRRmaestro del coro WWaalltteerr ZZeehh
SERVIZIO A PAGINA 20
venerdì 2 luglioDarsena dei Magazzini del Sale,
Cervia, ore 21.30
BBLLAACCKK IISS BBEEAAUUTTIIFFUULL
RROOKKIIAA TTRRAAOORRÉÉLa più ammaliante delle nuove voci
dell’Africacon Mamah Diabaté ngoni
Eric Lohrer chitarraNaba Traoré voce
Christophe Minck bassoEmiliano Turi batteria
SERVIZIO A PAGINA 72
sabato 3 luglioDarsena dei Magazzini del Sale,
Cervia, ore 21.30
BBLLAACCKK IISS BBEEAAUUTTIIFFUULL
AA FFUUNNKKYY CCEELLEEBBRRAATTIIOONNMMAACCEEOO PPAARRKKEERR && BBAANNDD
FFRREEDD WWEESSLLEEYY AANNDD TTHHEE NNEEWW JJBBSS
con Maceo Parker voce, sassofono, flauto
Ron Tooley trombaDennis Rollins trombone
Will Boulware tastiereBruno Speight chitarra
Rodney “Skeet” Curtis bassoJamal Thomas batteria
Corey Parker voceNeta Hall voce
Fred Wesley tromboneBruce Cox percussioniDwayne Dolphin basso
Peter Madsen pianoforte e tastiereReggie Ward chitarra
Chris Andrews sassofonoGary Winters tromba
SERVIZIO A PAGINA 72
sabato 3 luglioPalazzo Mauro de André, ore 21
PPHHIILLHHAARRMMOONNIIAAOORRCCHHEESSTTRRAA
direttore YYUURRII TTEEMMIIRRKKAANNOOVV
musiche di PPëëttrr IIll’’iicc CCaajjkkoowwsskkiijj::Sinfonia n. 5 in mi minore op. 64;
Sinfonia n. 6 in si minore, op 74 “Patetica”
SERVIZIO A PAGINA 18
domenica 4 luglioPalazzo Mauro de André, ore 21
ROKIA TRAORÉ
RaFest 57-65.qxd 1-06-2010 19:10 Pagina 28
CCAARRLLOOSS AACCOOSSTTAA && GGUUEESSTTSS
con CCAARRLLOOSS AACCOOSSTTAAe i SSOOLLIISSTTII DDEELLLL’’EENNGGLLIISSHH
NNAATTIIOONNAALL BBAALLLLEETTe del BBAALLLLEETT NNAACCIIOONNAALL DDEE CCUUBBAA
coreografie di GGeeoorrggee BBaallaanncchhiinnee,,BBeenn SStteevveennssoonn,, BBeenn VVaann
CCaauuwweennbbeerrgg,, GGeeoorrggeess GGaarrcciiaamusiche di IIggoorr’’ SSttrraavviinnsskkiijj,, SSeerrggeejj
RRaacchhmmaanniinnoovv,, EEddiitthh PPiiaaff,, JJaaqquueessBBrreell,, JJuulleess MMaasssseenneett
SERVIZIO A PAGINA 46
lunedì 5 luglioBasilica di Sant’Apollinare in
Classe, ore 21
BBEETTUULLIIAA LLIIBBEERRAATTAAOratorio per 4 voci,
coro e strumenti
libretto di PPiieettrroo MMeettaassttaassiioomusica di NNiiccccoollòò JJoommmmeellllii(Ut Orpheus Edizioni, Bologna)
direttore RRiiccccaarrddoo MMuuttii
personaggi e interpretiGiuditta LLaauurraa PPoollvveerreellllii
Ozia TTeerrrryy WWeeyyCarmi DDiimmiittrrii KKoorrcchhaakkAchior VViittoo PPrriiaanntteevv
OORRCCHHEESSTTRRAA GGIIOOVVAANNIILLEE LLUUIIGGII CCHHEERRUUBBIINNII
VVIIEENNNNAA PPHHIILLHHAARRMMOONNIIAA CCHHOOIIRRmaestro del coro WWaalltteerr ZZeehh
SERVIZIO A PAGINA 20
mercoledì 7 luglioPalazzo Mauro de André, ore 21
Hommage aux Ballets Russes
HHAAMMBBUURRGG BBAALLLLEETTTTcoreografie di JJoohhnn NNeeuummeeiieerr
Prélude à l’après -midi d’un faunemusiche di CCllaauuddee DDeebbuussssyy
Le Sacremusiche di IIggoorr’’ SSttrraavviinnsskkiijj
SERVIZIO A PAGINA 49
giovedì 8 luglioTeatro Alighieri, ore 21
Per i 90 anni di Tonino Guerra
MMIIEELLEE di TToonniinnoo GGuueerrrraa
TTEEAATTRROO TTAAGGAANNKKAA DDII MMOOSSCCAA
regia di JJuurryy LLjjuubbiimmoovvmusica di AAll’’ffrreedd SScchhnniittkkee,,
VVllaaddiimmiirr MMaarrttyynnoovvdirettore del coro TTaatt’’jjaannaa ZZaannoovvaa
movimenti AAnnddrreejj MMeellaanniinnSERVIZIO A PAGINA 58
venerdì 9 luglioChiostri della Biblioteca
Classense, ore 21.30
Non solo Chopin
NNOOTTTTUURRNNOODDOOMMEENNIICCOO NNOORRDDIIOO violino
AANNDDRREEAA BBAACCCCHHEETTTTII pianoforte
musiche di FF.. CChhooppiinn,, NN.. MMiillsstteeiinn,,AA.. CCooppllaanndd,, GG.. TTaarrttiinnii,, FF.. KKrreeiisslleerr,,
FF.. MMeennddeellssssoonnhhnn,, JJ.. HHeeiiffeettzz,, EE.. YYssaayyee,, AA.. SScchhnniittttkkee,,
KK.. SSzzyymmaannoowwsskkii
SERVIZIO A PAGINA 18
venerdì 9 luglioRocca Brancaleone, ore 21.30
Musica&Visioni 4
WWEEIIRRDD TTAALLEESS
LLAA CCAADDUUTTAA DDEELLLLAACCAASSAA DDEEGGLLII UUSSHHEERRLa chute de la maison Usher
regia JJeeaann EEppsstteeiinn (1928)
musicato dal vivo dai MMAASSSSIIMMOO VVOOLLUUMMEE
SERVIZIO A PAGINA 65
Ravenna Festival Magazine 2010il cartellone 57
ANDREA BACCHETTI
MASSIMO VOLUMEHAMBURG BALLET
RaFest 57-65.qxd 1-06-2010 19:10 Pagina 29
sabato 10 luglio
domenica 11 luglioTeatro Rasi, ore 21
TTEEAATTRROO DDEELLLLEE AALLBBEE
RRUUMMOORREE DDII AACCQQUUEEdi MMAARRCCOO MMAARRTTIINNEELLLLII
ideazione MMaarrccoo MMaarrttiinneellllii,EErrmmaannnnaa MMoonnttaannaarrii
regia MMaarrccoo MMaarrttiinneelllliiin scena AAlleessssaannddrroo RReennddaa
musiche originali eseguite dal vivoFFrraatteellllii MMaannccuussoo
luci e costumi EErrmmaannnnaa MMoonnttaannaarrii,,EEnnrriiccoo IIssoollaa
Coproduzione Ravenna Festival,Ravenna Teatro - Teatro delle Albe“Circuito del Mito” - Assessorato al
Turismo della Regione SicilianaSERVIZIO A PAGINA 84
sabato 10 luglioTeatro Alighieri, ore 21
DDAANNSSGGRROOEEPP AAMMSSTTEERRDDAAMM
DDEE CCHHÂÂTTEELL && GGAALLIILLIIcoreografie di IIttzziikk GGaalliillii,, KKrriisszzttiinnaa
ddee CChhaatteell,, MMaassssiimmoo MMoolliinnaarrii
Six musica di SStteevvee RReeiicchhSUB musica di MMiicchhaaeell GGoorrddoonnPulse musica di GGyyöörrggyy LLiiggeettii
SERVIZIO A PAGINA 44
lunedì 12 luglioPalazzo Mauro de André, ore 21
LLUUIIGGII CCHHEERRUUBBIINNII
RREEQQUUIIEEMM IINN DDOO MMIINNOORREEdirettore RRIICCCCAARRDDOO MMUUTTII
OORRCCHHEESSTTRRAA GGIIOOVVAANNIILLEE LLUUIIGGIICCHHEERRUUBBIINNII
OORRCCHHEESSTTRRAA GGIIOOVVAANNIILLEE IITTAALLIIAANNAA
MMuussiicciissttii ddeellll’’AAccccaaddeemmiiaa ddii MMuussiiccaaddeellll’’UUnniivveerrssiittàà ddii LLuubbiiaannaa ee
ddeellll’’AAccccaaddeemmiiaaddii MMuussiiccaa
Ravenna Festival Magazine 2010il cartellone58
In un certo senso è la storia artistica del Novecento stesso adandare in scena sul palco dell’Alighieri con lo spettacolo Miele,che unisce due giganti indiscussi dell’arte poetica, teatrale,cinematografica. Il testo è infatti firmato dal grande ToninoGuerra, la rappresentazione diretta da Jurij Ljubimov, regista delleggendario e sovversivo Teatro Taganka di Mosca. Due grandivecchi, il primo ha novant’anni (l’evento è il modo in cui il Festivalcelebra il suo novantesimo compleanno), il secondo addiritturanovantatre, si ritrovano per la prima volta insieme per un lavoroincentrato proprio sulla memoria, sulle gioie della vita, sulle coseumane, in una sorta di “preghiera di ringraziamento” alla Vita peril solo fatto di esserci stata data. Un’occasione per scoprirel’inesauribile creatività del regista russo e assaporare la dolcezzaquasi infantile della poetica di Guerra in uno scampionecessariamente proficuo e quanto mai coinvolgente.
Il Miele di Tonino Guerra e Jurij Liubimovin scena all’Alighieri per i 90 anni del poeta
RaFest 57-65.qxd 1-06-2010 19:10 Pagina 30
Ravenna Festival Magazine 2010il cartellone 59
ddeellll’’UUnniivveerrssiittàà ddii ZZaaggaabbrriiaa
LLaa SSttaaggiioonnee AArrmmoonniiccaaCCoorrii iittaalliiaannii,, sslloovveennii,, ccrrooaattii
coordinati dall’Associazione CoraleGoriziana “C. A. Seghizzi”
maestro del coro SSeerrggiioo BBaalleessttrraacccciiSERVIZIO A PAGINA 16
martedì 13 luglioTTrriieessttee, Piazza dell’Unità d’Italia,
ore 21
Le vie dell’AmiciziaItalia - Slovenia -Croazia
LLUUIIGGII CCHHEERRUUBBIINNII
RREEQQUUIIEEMM IINN DDOO MMIINNOORREE
direttore RRIICCCCAARRDDOO MMUUTTII
OORRCCHHEESSTTRRAA GGIIOOVVAANNIILLEE LLUUIIGGIICCHHEERRUUBBIINNII
OORRCCHHEESSTTRRAA GGIIOOVVAANNIILLEE IITTAALLIIAANNAA
MMuussiicciissttii ddeellll’’AAccccaaddeemmiiaa ddii MMuussiiccaaddeellll’’UUnniivveerrssiittàà ddii LLuubbiiaannaa ee
ddeellll’’AAccccaaddeemmiiaaddii MMuussiiccaaddeellll’’UUnniivveerrssiittàà ddii ZZaaggaabbrriiaa
LLaa SSttaaggiioonnee AArrmmoonniiccaaCCoorrii iittaalliiaannii,, sslloovveennii,, ccrrooaattii
coordinati dall’Associazione CoraleGoriziana “C. A. Seghizzi”
maestro del coro SSeerrggiioo BBaalleessttrraacccciiSERVIZIO A PAGINA 104
martedì 13 luglio
Palazzo Mauro de André, ore 21
Un leggendario trio del jazz
KKEEIITTHH JJAARRRREETTTT GGAARRYY PPEEAACCOOCCKK
JJAACCKK DDEE JJOOHHNNEETTTTEE
SERVIZIO A PAGINA 74
STANDARDS TRIO
Apicius realizza il tuo ristorante privato,dall’allestimento completo per una sala accoglienteed ospitale, alla cucina perfettamente attrezzata.
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Prevendite• Biglietteria del Festival• On-line sul sito www.ravennafestival.org• Cassa di Risparmio di Ravenna• IAT Ravenna, via Salara 8 - Ravenna
(tel. 0544 482838)• IAT Marina di Ravenna, via Dora Markus 8
(tel. 0544 531108)• IAT Punta Marina, via della Fontana 21
(tel. 0544 437312)• IAT Milano Marittima, via Matteotti 39
(tel. 0544 993445)
Informazioni generaliGli abbonamenti, i carnet e i singoli bigliettiacquistati non possono essere rimborsati, non sono nominativi e possono essere ceduti
ad altre persone.Tariffe ridotte riservate a: Associazioni liriche, Cral Aziendali,insegnanti, pensionati, spettatori fino a 26 anni,enti convenzionati, possessori di carta bianca.Diritto di prevendita: il servizio di prevenditacomporta la maggiorazione del 10% sui prezzidei carnet e dei biglietti (maggiorazione chenon sarà applicata ai biglietti acquistati albotteghino nel giorno di spettacolo).
Gruppi e associazioniAlle associazioni, alle agenzie specializzate in viaggi culturali e ai gruppi (minimo 15persone) sono riservati specifici contingenti e condizioni agevolate per l’acquisto dei biglietti.Ufficio Gruppi: tel. 0544 [email protected].
Biglietteria: modalità e orari
BIGLIETTERIA / BOX OFFICE
Teatro Alighieri via Mariani 2 , Ravenna
Tel. +39 0544 249244 - Fax +39 0544 215840Orari: dal lunedì al sabato dalle 10 alle 13, giovedì dalle 16 alle 18.
da lunedì 7 giugno anche la domenica, dalle ore 10 alle 13
Anche il Ravenna Festivalha un suo profilo su Facebook
Anche Ravenna Festival non poteva non avere una sua pagina suFacebook, il celebre social network dove la storica manifestazioneravennate (quella di quest’anno è la XXI edizione) conta già oggipiù di 2.000 fan. Nel profilo del Festival interviste, novità delleultime ore e anche piccoli concorsi a premi, con in palio bigliettiper gli eventi in programma. Sono presenti anche le foto degli artisti protagonisti enaturalmente un rimando al sito internet ufficiale(www.ravennafestival.org), che resta il punto di riferimento perchiunque cerchi informazioni dettagliate sul festival.
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Ravenna Festival Magazine 2010alle 7 della sera e dintorni60
mercoledì 9 giugnoCasa Circondariale, ore 19
CCOONNCCEERRTTOO AASSSSIIEEMMEE AAII CCAARRCCEERRAATTII
Percorso realizzato da LLuuccaa LLoorreettaacon AAmmbbrrooggiioo SSppaarraaggnnaa e l’OOrrcchheessttrraa
PPooppoollaarree IIttaalliiaannaa ddeellll’’AAuuddiittoorriiuumm PPaarrccooddeellllaa MMuussiiccaa ddii RRoommaa
Nel carcere della città, non solo per un con-certo, ma per realizzare un percorso musicaleche vede come protagonisti gli stessi reclusi.
domenica 13 giugnoBasilica di San Vitale, ore 10.30
In Templo Domini
LLAA NNOOTTTTEE DDEELLLLAA CCHHIIEESSAA una liturgia al tempo
del Grande Scisma d’Occidenteddaall ccooddiiccee 1166 bbiiss ddeellllaa CCaatthhééddrraall
SSaaiinnttee--AAnnnnee dd’’AAppttLLAARREEVVEERRDDIIEE EENNSSEEMMBBLLEE
lunedì 14 giugnoPiazza del Popolo, ore 19
OOMMAAGGGGIIOO AA CCHHEERRUUBBIINNII SSoocciieettàà FFiillaarrmmoonniiccaa ““PP.. MMaassccaaggnnii””
ddii IIoolloo;; FFiillaarrmmoonniiccaa ““GG.. PPuucccciinnii”” ddii AAbbbbaaddiiaa SSaann SSaallvvaattoorree;; OOrrcchheessttrraa
IIttaalliiaannaa ddii FFiiaattii ““AAccccaaddeemmiiaa”” ddii LL’’AAqquuiillaa AAssssoocciiaazziioonnee CCoorraallee ““GG.. VVeerrddii””
ddii AArrcciiddoossssoo;; GGrruuppppoo CCoorraallee SSaannttaaFFeelliicciittaa ddii LLuuccccaa
soprano SSiillvviiaa PPaacciinniidirettore AAlleessssiioo SSttaabbiillee
Cherubini giunse a Parigi nel 1784. Nel perio-do della Rivoluzione gli fu commissionata
molta “musica militare”. Nel suo Hymne duPantheon eseguito in onore di Marat c’è lo
spirito dell’epoca ama cnhe tutta la genialitàdel compositore.
martedì 15 giugnoPiazza S. Francesco, ore 19
La Banda Musicale fra tradizione e innovazione
BBAANNDDAA CCIITTTTÀÀ DDII RRAAVVEENNNNAA
con la partecipazione degli Allievi dei corsi per strumento a fiato
della Scuola Media a indirizzo musicale“Don Minzoni”
Doveroso omaggio alle bande musicali chehanno rappresentato il principale veicolo didiffusione della musica a livello popolare.
giovedì 17 giugnoBasilica di S. Francesco, ore 19
RREEQQUUIIEEMMCCOORROO PPOOLLIIFFOONNIICCOO LLUUDDUUSS VVOOCCAALLIISS
EENNSSEEMMBBLLEE MMOOSSAAIICCII SSOONNOORRIIsoliste EEmmiilliiaa FFeerrrraarrii,, IIddaa NNaarrddii
direttore SStteeffaannoo SSiinnttoonnii
Composizione di John Rutter, musicista ingle-se vivente, nato a Londra nel 1945.
Particolarmente popolare negli Stati Uniti,Rutter si dedica alla musica corale ricevendo
spesso ispirazione dai testi sacri.
venerdì 18 giugno Teatro Alighieri, ore 19
EEXX TTEENNEEBBRRIISS AADD LLUUCCEEMM
MMAASSSSIIMMOO CCAACCCCIIAARRIIconversazione sul tema del festival
Dai libri di Massimo Cacciari sono tratti i testimusicati da Adriano Guarnieri per la suanuova opera, Tenebræ, che darà forma e
consistenza visiva al tema di questa edizionedi Ravenna Festival.
sabato 19 giugnoAnfiteatro Banca Popolare, ore 19
DDAAVVEE KKAAYYEE:: IINN VVIIAAGGGGIIOO CCOONN LLAA MMUUSSIICCAA
DDaavvee KKaayyee voce, chitarra, didgeridooMMaarrccoo CCaavviinnaa violino, voce;GGiiaaccoommoo SSaannggiioorrggii basso
SStteeffaannoo CCaallvvaannoo,, SStteeffaannoo FFaabbbbrriipercussioni
CCaatteerriinnaa SSaannggiioorrggii flauto, vocee con RRaaiimmoonnddoo RRaaiimmoonnddii, chitarra
Il musicista australiano unisce gli elementiacqua e aria, terra e fuoco evocando suoni a
tratti ancestrali in modo unico e originale.
domenica 20 giugnoBasilica di S. Apollinare Nuovo, ore 11
In Templo Domini
LL''AALLBBAA DDII UUNNAA NNUUOOVVAALLIITTUURRGGIIAA
La Messa dopo la Controriformamusiche di TThhoommaass LLuuiiss DDee VViiccttoorriiaa,,
CCllaauuddiioo MMoonntteevveerrddii,, FFrraanncceessccooBBiiaanncciiaarrddii,, AAlleessssaannddrroo SSaallvvoolliinnii,,
LLeeoonnaarrddoo MMoorreellllii
LLAA SSTTAAGGIIOONNEE AARRMMOONNIICCAAdirettore SSeerrggiioo BBaalleessttrraaccccii
lunedì 21 giugnoTeatro Alighieri, ore 19
LLEEZZIIOONNEE DDII DDAANNZZAA CCOONN MMIICCHHAA VVAANN HHOOEECCKKEE
SSppeettttaaccoollii ee iinnccoonnttrrii aadd iinnggrreessssoo ggrraattuuiittoo,, iinniizziioo oorree 1199 ssee nnoonn ddiivveerrssaammeennttee iinnddiiccaattoo
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Ravenna Festival Magazine 2010alle 7 della sera e dintorni62
Ballerino e coreografo cresciuto accanto ad un mito del 900 quale Béjart terrà una propria lezione con gli allievi delle scuole
di danza della città.
martedì 22 giugnoChiostri della Classense, ore 19
LLAA MMUUSSIICCAA CCEELLTTIICCAADDEEII JJIIGG RRIIGG
con AAlleessssaannddrraa CCaappoonnii,, AAlleessssiiooMMoonnttaaggnnaannii,, AAnnddrreeaa GGaattttii,, BBlleerriimm GGuurrii,,
FFrraanncceessccaa BBiiaannccoonnii,, IIllaarriiaa LLaannddii,, GGrraazziiaa NNoovveellllii,, FFiilliippppoo MMaarrccoorrii
Otto musicisti di formazione diversa unitidalla voglia di suonare e divertirsi nel nome
della musica celtica animano feste paesane eimportanti manifestazioni.
mercoledì 23 giugnoCorte Mosaico, ore 19
TTAANNGGOO TTRREESS““GGUUAARRDDIIAA VVIIEEJJAA ””
DDoonnaattoo DD’’AAnnttoonniioo chitarra classicaViittttoorriioo VVeerroollii violino
SSiillvviioo ZZaallaammbbaanniisax soprano e arrangiamenti
RRuubbéénn AAnnddrreess CCoossttaannzzoo narratore
Il trio propone il tango del primo periodo,noto come “Guardia Vieja” negli stili in voga
tra il 1880 e il 1920 in America latina.
mercoledì 23 giugnoRocca Brancaleone, ore 23
TTEEOODDOORRIICCOO,, LLAA SSTTOORRIIAA EE LLAA LLEEGGGGEENNDDAA
regia CCrriissttiiaannoo BBaacccchhiiideazione SStteellvviioo DDee SStteeffaannii
audio & visual design GGiiaannnnii GGaauuddeennzziitesti PPaaoolloo PPaanniizzzzaa
Il cortometraggio traccia un profilo del grandeRe Ostrogoto avendo particolare cura nel
narrare la parte della vita di Teodorico menoconosciuta ma forse più misteriosa
giovedì 24 giugnoChiostri della Classense, ore 19
Incontro con un celebre violinista ravennate
LLUUDDOOVVIICCOO SSIIRRMMEENN Emanuela Marcante e Daniele Tonini
narrazione e percorso musicaleAlessandro Tampieri violino
Un musicista ravennate da riscoprire dallacarriera ricca di contatti e umori, tra Parigi eSan Pietroburgo, che vibra dello spirito del
secondo Settecento europeo.
venerdì 25 giugnoBasilica di S. Francesco, ore 19
GGLLII SSTTRRUUMMEENNTTIISSTTIIDDEELLLLAA CCHHEERRUUBBIINNII
Integrale delle suites per cellodi JJoohhaannnn SSeebbaassttiiaann BBaacchh (I parte)
I violoncelli dell’0rchestra Cherubini si con-frontano con un capolavoro bachiano.
domenica 27 giugnoAnfiteatro Banca Popolare, ore 19
GGLLII SSTTRRUUMMEENNTTIISSTTIIDDEELLLLAA CCHHEERRUUBBIINNIImusiche di MMoozzaarrtt e BBeeeetthhoovveenn
Il quartetto op. 95 di Beethoven detto“Serioso” è accostato alla raffinatezza
timbrica che scaturisce dall’intreccio dellacantabilità del clarinetto con il quartetto
d’archi nel Quintetto K 581 di Mozart.
domenica 27 giugnoBasilica di S. Agata Maggiore, ore 11,30
In Templo Domini
EE LLAA LLUUCCEE VVEENNNNEE NNEELLLLEE TTEENNEEBBRREE
Missa O magnum Mysteriumdi G.P. da Palestrina
musiche di AAnnddrreeaa GGaabbrriieellii,, FFrraanncciissccooGGuueerrrreerroo,, GG..MM.. TTrraabbaaccii,, SSeebbaassttiiaann ddee
VViivvaannccoo,, LLeeoonnaarrddoo MMoorreellllii
VVOOXX LLIIBBEERRAAdirettore DDaarriioo TTaabbbbiiaa
domenica 27 giugnoGiardini della Provincia, ore 23
GGLLII SSTTRRUUMMEENNTTIISSTTIIDDEELLLLAA CCHHEERRUUBBIINNIIIntegrale delle suites per cello
di JJoohhaannnn SSeebbaassttiiaann BBaacchh (I parte)
lunedì 28 giugnoS. Giovanni Evangelista, ore 19
VVIIVVAALLDDII EE IILL SSAACCRROOSSttrruummeennttiissttii ddeell CCoonnsseerrvvaattoorriioo
BBrruunnoo MMaaddeerrnnaa ddii CCeesseennaacon PPaaoollaa CCiiggnnaa soprano
Brani strumentali e vocali del maestro vene-ziano ed in particolare il Mottetto In furore
iustissimae irae ed il Salve Regina.
mercoledì 30 giugnoAnfiteatro Banca Popolare, ore 23
DDAANNSS LL’’AAIIRR DDUU SSOOIIRRmusiche di CCllaauuddee DDeebbuussssyy
FFRREESSCCOOBBAALLDDII CCOONNSSOORRTTcon FFrraanncceessccaa AAccccaarrddii,, GGiiaaccoommoo
CCaarrddeellllii,, MMaatttteeoo CCaarrddeellllii,, GGiioovvaannnniiFFaabbiiaannii,, DDaavviiddee FFiinnoottttii,, LLuuiiggii MMaannaarreessii,,
DDaanniieellaa SSeerraaffiinnoo,, FFiilliippppoo TTeerrnnii
I brani in programma richiamano l’intimo
fascino della notte nella poetica del raffinatocompositore francese.
giovedì 1 luglioAnfiteatro Banca Popolare, ore 19
DDUUOO SSPPIIRRIITTOOSSOOJJeeffffrreeyy MMccFFaaddddeenn chitarra classica
AAnnddrreeww ZZoohhnn hitarra classica
Apprezzati solisti (l’uno canadese, l’altro sta-tunitense), collaborano dal 2004 e incidono
per la “Naxos” e pubblicano per “ LesProductions d’Oz”.
giovedì 1 luglioBasilica di S. Francesco, ore 23
GGLLII SSTTRRUUMMEENNTTIISSTTIIDDEELLLLAA CCHHEERRUUBBIINNIIIntegrale delle suites per cello
di JJoohhaannnn SSeebbaassttiiaann BBaacchh (III parte)
domenica 4 luglioBasilica di San Vitale, ore 10,30
In Templo Domini
LLAA LLUUCCEE RRIIFFLLEESSSSAAMissa Ecce Ancilla Domini
di Guillaume Dufaymottetti mariani di HHeeiinnrriicchh IIssaaaacc,,
JJoossqquuiinn DDeesspprreezz
CCAANNTTIICCAA SSYYMMPPHHOONNIIAALLaauurraa FFaabbrriiss soprano, GGiiuusseeppppee MMaalleettttootenore e direzione, FFaabbiioo FFuurrnnaarrii tenore,
MMaarrccoo SSccaavvaazzzzaa baritono
domenica 4 luglioGiardini Provincia, ore 23
BBUURR ((BBUUIIOO))testi dialettali tratti dal poemetto Bur di GGiiuusseeppppee BBeelllloossii, letti dall’autore
arpa celtica PPhhiill HHoollaanndd
L’accostamento del dialetto romagnolo allamusica celtica è tutt’altro che bizzarro: la tribù
dei Senoni occupò la nostra area intorno al350 a.C. dando vita ad un insediamento i cuisegni permangono nel dialetto romagnolo.
martedì 6 luglioChiostri Biblioteca Classense,ore 19
GGEENNEE BBAARROOCCCCOO La sonata a tre in Germania
musiche di GG.. PP.. TTeelleemmaannnn,, GG.. FF..HHäännddeell,, JJ.. SS.. BBaacchh
La Trio Sonata è una delle più importantiforme strumentali barocche. Il concerto prevede l’utilizzo di strumenti originali.
mercoledì 7 luglioGiardino Casa Muti, ore 19
GGRRUUPPPPOO DDAA CCAAMMEERRAADDEELLLL’’OORRCCHHEESSTTRRAA
GGIIOOVVAANNIILLEE CCHHEERRUUBBIINNIImusiche di BBootttteessiinnii,, RRaavveell ee DDvvoorráákk
Tre culture e tre modi di scrivere musicaa confronto fra ‘800 e ‘900
giovedì 8 luglioChiostri della Classense, ore 19
OOMMAAGGGGIIOO AA TTOONNIINNOO GGUUEERRRRAA
tre grandi poeti in musicaRaffaello Baldini, Tonino Guerra,
Nino Pedretticon DDaanniieellaa PPiiccccaarrii,, AAnnddrreeaa AAlleessssii,,GGiiaannnnii PPeerriinneellllii,, DDiieeggoo SSaappiiggnnoollii,,DDiimmiittrrii SSiillllaattoo,, SSiimmoonnee ZZaanncchhiinnii,
Concerto in cui la tradizione popolare dellaRomagna, e in aprticolare il dialetto, si fonde
con il jazz, la musica etnica e la malinconiadella chanson francese.
venerdì 9 luglioCorte Mosaico, ore 23
DDEELLIICCAATTEE AATTMMOOSSFFEERREE DDUUOO KKEERRYYLLOOSS
Elisa Parodi flautoMichela La Fauci arpa
Il Duo Kerylos è vivacità, calore ed espressivi-tà; le esecuzioni delle due interpreti sono
sempre emotivamente coinvolgenti.
domenica 4 luglioBasilica Metropolitana, ore 11,30
In Templo Domini
LLUUXX PPEERRPPEETTUUAAIn memoria delle vittime del terremoto
Missa pro defunctis a quattro voci mistedi Orlando di Lasso
CCOORROO PPOOLLIIFFOONNIICCOO EE SSCCHHOOLLAA GGRREEGGOORRIIAANNAA PPAAEERR
direttore UUggoo RRoollllii
domenica 11 luglioAnfiteatro Banca Popolare, ore 19
CCOONNCCEERRTTOO AA--CCAAPPPPEELLLLAADDEEII ““MMEEZZZZOOTTOONNOO””PPIICCCCOOLLAA OORRCCHHEESSTTRRAA IITTAALLIIAANNAA
SSEENNZZAA SSTTRRUUMMEENNTTIIcon DDaanniieellaa DDeessiiddeerrii,, FFrraanncceessccaa
LLeeoonnee,, AAnnddrreeaa MMaauurreellllii,, FFaabbiioo LLeeppoorree,, MMaarrccoo GGiiuulliiaannii
I Mezzotono cantano a-cappella brani in ita-liano. L’approccio con il pubblico e gli interes-
santi arrangiamenti rendono accattivante illoro spettacolo.
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Ravenna Festival Magazine 2010contaminazioni sonore64
Suoni visionaritra elettronica e cinema muto da Murcof ai Broadcast
DI ALESSANDRO FOGLI
“Musica&Visioni”, l’usualerassegna del Festival incentratasul connubio tra suoni eimmagini, si chiamerà quest’anno“Weird Tales” e, grazie all’ineditacollaborazione con BronsonProduzioni, porterà alla RoccaBrancaleone quattro nomi digrande rilievo, soprattutto per gliamanti della musica elettronicasperimentale. Si inizia il 23giugno con il genietto austriacodel glitch, Christian Fennesz (vediintervista a pagina ),
accompagnato dal video-artistatedesco Lillevan, al quale seguirà(27 giugno) il duo electro-psichedelico di BirminghamBroadcast. I Broadcast – lafascinosa cantante Trish Keenane il polistrumentista James Cargill– sono attivi da più di dieci annisulla scena elettronica a cavallotra il pop e lo sperimentale, conuna ricerca sonorapersonalissima. Sin dalle origini,il loro sound affonda le radicinella musica americana degli anniSessanta, mescolando l'elementopsichedelico a loop e
Qui sopra i bolognesi Massimo Volume che saranno protagonistialla Rocca Brancaleone nell’ultimo appuntamento della rassegna
Werid Tales, quando “insonorizzeranno” il film muto La caduta dellacasa degli Usher . A destra, invece, una foto suggestiva di Trish
Keenan, la cantante degli inglesi Broadcast, a Ravenna il 27 giugno
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Ravenna Festival Magazine 2010contaminazioni sonore 65
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del dopospettacolo
campionamenti che ne dilatanoed evidenziano la natura. AllaRocca il gruppo presenterà partedel loro repertorio e il nuovolavoro, Broadcast and The FocusGroup Investigate Witch Cults ofthe Radio Age, un mini albumrealizzato con il Focus Group(ossia Julien House, loro amico dilunga data) uscito alla fine del2009, e che la rivista The Wire (la“Bibbia del rock”) ha nominatomiglior Lp dell’anno. Il discounisce le atmosfere deiprecedenti album dei Broadcastcon il loro interesse per le
colonne sonore dei film anniSettanta e i brani contenuti nelle“music library”, cioè quellecanzoni non protette da dirittid’autore che possono essereutilizzati nelle trasmissionitelevisive e radiofoniche.Recentemente protagonisti di unoshow strepitoso al festival inglese
Atp, i Broadcast dal vivo sonoun’esperienza unica. Imperdibileappare anche la data del 30giugno, quando sul palco saliràFernando Corona, in arte Murcof,insieme al collettivo di arti visiveAnti Vj. Murcof è uno dei piùinnovativi e affermati esponentidella scena elettronica mondiale,
nonché tra i maggiormenteoriginali. Ispirato da autoriclassici, in particolare Bach, econtemporanei, come HenrykGorecki e Arvo Pärt, Murcof hatentato con successo la strada diuna difficile e felice sintesi tra iritmi digitali della technominimale e i suonidell’esecuzione orchestrale,campionati e ricontestualizzatiattraverso l’uso di macchine esoftware. Nella sua musicapredomina la componenteastratta, solcata da rumori difondo ed echi indistinti, e anchel’uso dei silenzi diventa parteintegrante della creazione.Diverse, infine, le atmosferedell’ultimo appuntamento, il 9luglio, con i bolognesi MassimoVolume impegnati nel creare dalvivo una colonna sonora“possibile” del film muto Lacaduta della casa degli Usher,film del 1928 con la regia di JeanEpstein. Tra immagini fantastichee horror (al film collaborò il futuromaestro del cinema surrealista,Luis Buñuel) i suoni dei MassimoVolume disegnano gli scenarifuturi di una realtà trasfiguratadai sogni. �
La collaborazionecon BronsonProduzioni portaalla RoccaBrancaleonela rassegna“Weird Tales”
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Ravenna Festival Magazine 2010contaminazioni sonore66
Dall’Austria Fennesz,il rito della creazione
e tutti i colori della musicaDI ALESSANDRO FOGLI
L’austriaco Christian Fennesz èsenza dubbio fra i più ironici ecomplessi autori della nuovagenerazione di compositorielettronici. Con un passato dachitarrista punk, Fennesz (come èsemplicemente conosciuto) hasaputo unire il suono acido edistorto della chitarra elettricacon i glitch e i rumori generati dalsuo laptop, con una curamaniacale per dettagli eprospettive, in chiave elegante epotente, ma sempresensibilmente al confine trasperimentazione e ammiccamentielettrici. E l’interazione con il
video-artista tedesco Lillevansarà la chiave di volta delconcerto di Ravenna Festival dimercoledì 23 giugno (alla RoccaBrancaleone), un’unione diimmagini in movimentoall’emergere delle note, secondoquella contaminazione tralinguaggi che sempre più si ponecome direzione imprescindibiledelle avanguardie elettronichemondiali.Fennesz, può spiegarci come ènata la collaborazione conLillevan? E come ladescriverebbe?«È da dieci anni che, a fasialterne, in qualche modolavoriamo insieme, ma da >>
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Andrea Manetti del Fandango (il secondo da destra) scherza con alcuni amici scrittori: l'italiano Pino Cacucci e i sudamericani Santiago Gamboa e Luis Sepulveda
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Ravenna Festival Magazine 2010contaminazioni sonore68
D Di ia a
r ri io o
E Ed di it t
o or ri ia a
l le e2 20 0
1 10 0
setteanni di
collaborazione con
al servizio della
culturae della città di
Ravenna
Appuntamento al
2011con una nuova
edizioneanche nazionale
>> quando lui ha lasciato ilprogetto “Rechenzentrum” è perforza di cose diventato piùdisponibile e abbiamo cominciatoad unire i nostri sforzi in modopiù continuativo. Penso che siauno dei più interessanti edesperti visual artist che lavoranoin ambito musicale. È in grado diricreare in immagini le atmosferedella mia musica in modograndioso».Per quanto riguarda proprio lasua musica, dal vivo i pezzi sonoproposti in maniera moltodiversa da quelli sui dischi. È unmodo per dare qualcosa di unicoal pubblico? «Cerco di intraprendere unapproccio diverso ogni volta chesuono. È molto importante perme. Non voglio riprodurre inmaniera troppo fedele quello cheho già fatto sul disco, con lamusica elettronica sarebbe
veramente noioso, e non sarebbeuna sfida, perché troppo facile.Cerco allora di creare qualcosa diveramente speciale, quasi comeun re-mix, un tentativo di ricrearei pezzi in modo nuovo». Quando sente l’ispirazione perun disco nuovo è perché haqualcosa dentro di lei, unsentimento da esprimere, o piùper provare nuovi suoni? Ossia, èpiù forte la sua espressioneinteriore o la ricerca di novità alivello sonoro? «Entrambe le ispirazioni vannosicuramente insieme. Michiedono sempre perché hobisogno di così tanto tempo perfare un disco nuovo: oltre al fattoche lavoro a tante cosecontemporaneamente, il motivoper cui mi occorre parecchiotempo è perché il mio disco è unamissione a cui tengo tantissimo.Devo comunicare qualcosa. Nel
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Ravenna Festival Magazine 2010contaminazioni sonore 69
Appuntamento al
2011con una nuova
edizioneanche nazionale
mondo viene prodotta tantissimamusica, ma molta di questa è finea sè stessa, non dice nulla. Ioinvece sono convinto che occorra“dire” qualcosa, e se non misento di dire qualcosa, non facciomusica. È molto facile comeconcetto. È semplice. Quandosento che ho una “dichiarazione”pronta è anche totalmenteconnessa a nuove forme diespressione che ho trovato, nuovisuoni». Il fatto che sia stato invitato asuonare in una grande kermesse
orientata più verso la musicaclassica come il RavennaFestival è secondo lei un segnoche qualcosa sta cambiando perla musica elettronico-sperimentale?«Nel mio caso a dire il vero non èuna novità, ho suonato in uncontesto del genere abbastanzaspesso e lavoro con orchestresinfoniche e da camera benequanto mi riesce con musicistielettronici, del campodell’improvvisazione o del rock.Mi sono sentito più volte come“in mezzo” e questo mi è sempre
piaciuto. In generale, invece,credo si possa dire che
stiamo assistendo semprepiù spesso a scambi trageneri diveri e questanon può che essereun’ottima cosa». >>
Non è una novità per me suonarein un festival di musica classica:ho lavorato con orchestre sinfonichee da camera così come con artisti rocke nel campo della sperimentazione.Mi piace sentirmi “nel mezzo”
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Ravenna Festival Magazine 2010contaminazioni sonore70
>> Ho letto in un’intervista che èd’accordo con John Cage quandodice che non si può descrivere lamusica, perché sarebbe come“ballare di architettura”.«Sì, adoro quell’espressione!» Quindi come ci si potrebbe fareun’idea della sua musica? «Beh, non lo so. Ti faccio unesempio: quando parlo con iregisti dei film con cui holavorato per la colonna sonora,hanno tutti un modo moltodiverso di esprimere quello chevogliono. Io confronto sempre lamia musica ai colori e così loro
capiscono. Quindi dico: “faccioqualcosa che è più marrone”, eloro ci arrivano! Forse attraverso icolori possiamo confrontare lamusica qualche volta con lafotografia, i dipinti; forse ilcromatismo potrebbe essere unlegame». Lei fa parte di quella chepotremmo definire la scenad’avanguardia, sperimentale. Èuna scena che cresce? «Mi sembra che la scenad’avanguardia cambi molto daPaese a Paese. Sto viaggiandomolto, vado in tantissimi luoghi
diversi e ho l’impressione che inogni posto sia diverso. Quandovado in Giappone potrei dire chela scena sperimentale siacolossale; là è musicaconosciuta, mainstream, magarinon popolare, ma molto più popche in Europa, perché per loro è
una cosa diversa. Però è vero chei suoni su cui lavoriamo da anniormai sono stati accettati dalpubblico. Dieci anni fa era unacosa molto, molto speciale, avevimagari venti persone che sipresentavano ai tuoi show.Nessuno la ascoltava, musica delgenere, era così, una cosa strana.Adesso è molto più accettata».Nella sua musica è quasiimpossibile individuareun’influenza, ma io credo che cisiano tracce del tuo passato. Cen’è una in particolare? «Non una in particolare, ma dopoessere cresciuto con la musicarock degli anni Sessanta eSettanta, e aver suonato in ungruppo punk, qualcosa da lì è perforza venuto. Non ci sono soloinfluenze da musica elettronica,ma anche dal rock. Voglio direche sicuramente non ho retaggi
solo di elettronica. Se dovessifarti qualche nome potrei direBrian Eno, Sonic Youth,Stockhausen, Miles Davis». Ci sono state tantissimecollaborazioni con i tuoicolleghi, ma una in particolare,quella con Ryuichi Sakamoto per
una canzone, è rimasta moltoimpressa a tutti. Come èsuccesso? Lo ha cercato lei o hachiesto lui di far parte del suoprogetto? «È andata così: quando hoiniziato a lavorare all’albumVenice ero già da tanti anni ungrandissimo fan di Sakamoto eho cercato di convincerlo a fareuna canzone con me. Poi èsuccesso che io e David Sylvianabbiamo collaborato ai reciprocidischi, e così lui, che aveva giàlavorato con Sakamoto, me l’hapresentato. Un giorno Sakamotomi ha chiamato mentre ero intour a New York e mi ha chiestodi andare da lui, a parlare,prenderci un caffè. Quindi non hopotuto fare altro che andare acasa sua, abbiamo improvvisatouna jam session, ed è nata lacollaborazione». �
L’austriaco Christian Fennesz con il suo album diesordio nel 1997 per la label Mego, Hotel Paral.lel,ha indicato il sentiero della musica glitch elettronicadell’ultimo decennio; percorso proseguito con isuccessivi Plus forty seven degrees 56’ 37” minussixteen degrees 51’ 08” (Touch Records) e FieldRecordings 1995:2002, senza dimenticare i lavori asei mani, insieme ai compagni Jim O’ Rourke e PeterRehberg, ancora per la Mego, di Magic Sound ofFenn O’ Berg e The Return of Fenn O’Berg. L’albumconsiderato il suo capolavoro è però EndlessSummer, del 2001, profonda riflessione in suonisulla genuina e tramontata freschezza dei BeachBoys. Il sound di Fennesz è considerato il più visivodell’elettronica contemporanea, quasi pittorico:così in Endless Summer la solare California sembravista con gli occhi di un alieno, mentre nelsuccessivo Venice (del 2004, album registrato inparte proprio a Venezia e che al Teatro FondamentaNuove ha avuto il suo debutto) il riverbero di canalie maestosi edifici riluce di grazia spaziale. Lacarriera del compositore austriaco prosegue conuna collaborazione con mostri sacri come DavidSylvian e Ryuichi Sakamoto (con quest’ultimo perl’album Cendre , del 2007) f ino ad arrivareall’ultimo album, Black Sea (2008), raccolta dimusica atmosferica.
Gli album di Fennesz,dall’esordio del ‘97 a Black sea
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Ravenna Festival Magazine 2010contaminazioni sonore72
I tanti volti della musica nera,dalle melodie dell’Africa
al funky di James BrownDI ALESSANDRO FOGLI
Sarà l’antica darsena di Cervia afare da palcoscenico alle dueserate di “Black is beautiful”,dedicate evidentemente allamusica nera. Si inizia il 2 lugliocon la maliana Rokia Traoré,considerata unanimemente unadelle stelle più fulgide delpanorama africano. Cantautricee chitarrista, la Traoréappartiene all'etnia deiBamana, o Bambara, popolo diguerrieri, e data la professionedel padre (diplomatico) ècostretta a viaggiare moltodurante la sua infanzia traAfrica, Arabia Saudita edEuropa, raccogliendo in questipaesi tante influenze che ha poiconvogliato nella sua
produzione musicale. L’annopiù importante per la suacrescita artistica è sicuramenteil 1997, quando comincia alavorare con Ali Farka Touré,vince il Radio FranceInternationale Prize e pubblica ilsuo primo album, Mouneïssa. Ildisco è esemplificativo dellostile poi a venire di RokiaTraoré, mescolandosapientemente la musicatradizionale del paese d’originecon influssi musicali piùmoderni, che vanno dal popinternazionale al jazz. Ma anchel’amore per la tradizione dellasua terra è testimoniatodall’uso di strumenti tipici delMali. L'ultimo album dellaTraoré è Tchamatche, altrapoetica e armoniosa
espressione della tradizionemusicale africana da cui questacantautrice proviene, e cheancora una volta incontra altriritmi come il rock, il jazz e ilblues.
Non occorrono invece molteparole per descrivere la serata del3 luglio, fin dal titolo – A FunkyCelebration – un evidenteomaggio alla grande tradizionedella musica “funky” e a JamesBrown, scomparso pochi anni orsono. Protagonisti, Maceo Parkere Fred Wesley, ossia due tra i piùimportanti musicisti che hannomilitato nella storica band diJames Brown, contribuendo inprima persona (è lo stesso Parkera essere accreditato comeinventore del funky e direttoispiratore dello stesso Brown) alladefinizione e all’affermazioneplanetaria di questo stile,caratterizzato da riff ossessivi e daun ritmo incalzante.Entrambi imusicisti si presentano con leformazioni al completo. �
In alto Maceo Parker e, qui sopra, Rokia Traoré
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Foto di Sven Theilmanne Rose Anne Colavito.
DI ALESSANDRO FOGLI
Quando, nel 1983, nasceva ilcosiddetto Trio Standards – ovverol’incontro di Keith Jarrett con ilcontrabbassista Gary Peacock (unvero e proprio monumento,coinvolto in mille avventure del jazzpiù creativo e meno conservatore,da Bill Evans a Don Cherry, da SteveLacy a Paul Bley) e il batterista JackDeJohnette – le velleità sottese alprogetto non erano maggiori diquelle che tre mostri sacri del jazzsi aspettassero da una delle tantecollaborazioni che molto spesso,nel loro ambito, venivano messe inatto. Molto semplicemente inquell’anno Jarrett propose aPeacock e a De Johnette (con i qualiaveva collaborato nel 1977 allosplendido Tales of another) diregistrare un album distandard jazz, intitolatosemplicemente Standards, Vol.1, al quale però fannoimmediatamente seguitoStandards, Vol. 2 e Changes (incui compaiono invece composizionioriginali), registrati nella medesimasessione (e tutti finiti su Ecm).Quello che, forse, il pianista e i suoidue soci in quest’avventura non siaspettavano – almeno in queitermini – fu il successo incredibiledi questi album e quello,conseguente, del tour del gruppo. Aquel punto, dopo poco più di dodicimesi dalla sua nascita, questonuovo Standards Trio viene giàconsacrato nel novero delleformazioni jazz storiche. E in effettiil trio è un piccolo miracolo diequilibrio e creatività, diispirazione, di intesa e diperfezione formale, il vero grandeerede del Trio Bill Evans – ossia iltrio pianistico per eccellenza – ingrado di reinventare la maniera diinterpretare gli standard, dandonuova linfa ai classici di sempre delsongbook americano. Da allora ilsuccesso discografico e soprattuttodei concerti live dello “StandardTrio” lo hanno reso il più
Il leggendario Trio Standardscon i “telepatici”
Jarrett, Peacock e Dejohnette
conosciuto,prolifico e duraturo trio della storiadel jazz, una formazione che ancoraoggi continua a suonare e aregistrare album e che ad ogniconcerto riserva sorprese. Il trioJarrett/Peacock/DeJohnette eseguee registra comunque anche musicaoriginale: molti album contengonoinfatti sempre una track originale odue, quasi sempre improvvisazioni.E le registrazioni live Inside Out eAlways Let Me Go, pubblicate nel2001, testimoniano propriol’interesse del trio verso la pura
improvvisazione libera. In buona sostanza, quella che ne
risulta, nel corso di oltreventicinque anni, è una collezionedi dischi superbi, la cui icona puòessere il monumentale cofanetto disei cd registrato nel 1994 al BlueNote, il tempio del jazz newyorkese.La comunicazione fra i tre artisti èpraticamente telepatica e leimprovvisazioni raggiungono unacomplessità tale che i tre strumentisi fondono in un’unica melodia.Naturalmente il Trio ha intrapresodiversi tour mondiali, sempre insale da concerto, gli unici palchi,salvo sporadiche eccezioni, suiquali Jarrett, noto purista del
suono, intende esibirsi (e tra leeccezioni forse molti ricordanoquella del 1996 al RavennaFestival, quando il pianista siesibì nel giardino retrostantela Loggetta Lombardesca).Ascoltare insieme Jarrett,Peacock e DeJohnettesignifica assistere a unasession musicaleirripetibile, nel corsodella quale i tre
raggiungono un’intesa e unacomunicazione unica, sia nel corsodell’interpretazione che nelmomento dell’improvvisazione.L’ultimo disco del trio è SettingStandards: The New York Sessions,del 2008, edito ancora una voltadalla Ecm. �
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Nelle serate del Festival, dal 7 Giugno al 13 Luglio,il ristorante rimarrà aperto fino all’’una di notte
Nelle serate del Festival, dal 7 Giugno al 13 Luglio,il ristorante rimarrà aperto fino all’’una di notte
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Balcani e Pugliasi incontrano sul palcograzie a musicisti “resistenti”
DI LUCA MANSERVISI
La suggestiva cornice di PalazzoSan Giacomo, a Russi, ospiteràuna sorta di ponte musicale tra iBalcani e l’Italia grazie a unaserata – denominataesplicitamente “Tra sponde” e inprogramma il 12 giugno – nelcorso della quale i macedoni dellaKocani Orkestar incontreranno ipugliesi della Banda MunicipaleBalcanica. Una tra le più famosefanfare dell’est europeo, quindi, siunirà sul palco con la giovane, magià affermata, banda nostrana,
per un progetto che si annunciaesplosivo in cui ogni ensemblearrangerà e interpreterà branidell’altro. Parteciperà a quello cheè già stato definito come unasorta di rito collettivo anche ilgrande sassofonista RobertoOttaviano, al quale abbiamorivolto qualche domanda.OOttttaavviiaannoo,, ccii ppuuòò ssppiieeggaarree ccoommeeèè nnaattoo qquueessttoo pprrooggeettttoo??«Abbiamo suonato la prima voltatutti insieme lo scorso ottobre,anche se avevo già conosciuto laKocani anni fa. L’idea è stataquella di coniugare il mio
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background di improvvisaotrejazz con le loro sonoritàbalcaniche, che per la loro forzapotrebbero comunque richiamarele vecchie band arcaichejazzistiche del New Orleans. LaBanda Municipale ha invece il“compito” di trasferire in queisuoni un pizzico di modernità etrasgressione».CCoossaa ll’’hhaa ssoorrpprreessaa ddii ppiiùùppaarrtteecciippaannddoo aa qquueessttoo iinnssoolliittooccoonnnnuubbiioo??«Direi la loro grandissimaresistenza. I membri delle dueorchestre sono un tutt’uno con la
musica, non smettono mai: inalbergo, in pullman, mentre siviaggia. Si esprimono sempre conla musica».EE qquuaallii ssoonnoossttaattee iinnvveeccee lleeddiiffffiiccoollttàà??«La musica devodire che è statauna“mediazione”molto utile, cosìcome il fatto che anche loro sisono rivelati un po’ avventuriericome me. È stato importante poi ilfatto che nella mia storia abbia
avuto la possibilità di collaborarecon tanti musicisti provenienti daogni parte del mondo, Asia e
Africa inparticolare,utilizzandolinguaggi diversifra loro. Inquesto caso ladifficoltà èsoprattuttolegata all’idea
ritmica che esprimono le dueorchestre, molto composta ediversa da quella a cui sonosempre stato abituato».
CChhee ttiippoo ddii ccoonncceerrttoo ssaarràà qquueelllloocchhee pprrooppoorrrreettee aall RRaavveennnnaaFFeessttiivvaall??«Difficile dirlo perché ogni volta èun po’ come se fosse unhappening. All’interno dellascaletta c’è sempre molto spazioper l’improvvisazione.Sicuramente proporremocomunque un paio dicomposizioni nuove a cuiabbiamo lavorato. Entro l’anno,infatti, abbiamo intenzione diregistrare qualcosa insieme che inparte sarà dal vivo e in partelavorato in studio». �
Al sax, RobertoOttaviano:«I nostri concerticome happening»
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I demoni di Peter Steindodici ore di sovversione, sentimento
e libertàDI LORENZO DONATI
Giunge al Ravenna Festivall’atteso allestimento de IDemoni di Fëdor Dostoevskijcon la regia Peter Stein,un’esperienza artistica didodici ore consecutive e chenon va assolutamente persa.Nell’opera di un maestro sileggono i tempi che l’hannovista nascere, trasfigurati,raccontati, criticati. L’opera diun maestro è immersa neglianni in cui vive, conserva
memoria del passato e anticipascenari del futuro, ma capitache non sia “contemporanea”,che non si adegui allo spiritoimperante, e per questo vengamessa in un angolo. Eppure èda questi angoli che possiamoprovare a capire qualcosa delnostro presente.Stein è una delle figure chehanno rivoluzionato una certaidea di teatro del secondoNovecento. Per l’approcciofilologico ai testi, per laconsuetudine a viaggi
Peter Stein
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preparatori nei luoghidell’autore prima di ogni messain scena, per il radicaleripensamento dell’idea dispazio e tempo dellarappresentazione. Fin quialcuni dati della storia delteatro, che non bastano perdare conto della storiadell’artista. Una colletta afavore dei Vietcong chiudevaDiscorso sul Vietnam nel 1968.Nove ore di durataabbracciavano coro espettatori, tutti congiunti, inuna rinnovata idea didemocrazia propostadall’Orestea nel 1980, achiusura degli anni di piombotedeschi. Oltre venti ore nel 2000 perFaust, trattato sui limitidell’uomo un anno prima checon le torri crollasse la ciecafiducia nelle sorti progressivedel mondo globale. Sono solo alcuni esempi di una
carriera lunghissima, che haportato il regista tedesco afondare e dirigere per diecianni la Schaubühne di Berlino,circondandosi di attori come
Bruno Ganz e Edith Clever. De I Demoni che vedremo aRavenna Festival si è giàparlato molto. In programmanel 2009 allo Stabile di Torino,lo spettacolo venne “tagliato”per mancanza di fondi ecancellato dal cartellone. >>
Stein è una delle figure che hanno rivoluzionatouna certa idea di teatro, per il radicale ripensamento dell’idea di spazio e tempo della rappresentazione
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>>Stein proseguì la produzioneautonomamente, invitando glispettatori a una permanenza didodici ore nella sua tenuta inUmbria. Lo spettacolo è in programma il26 e 27 giugno al Palazzettodello Sport Angelo Costa,l’inizio è previsto alle 11 e lafine alle 23, comprese tre ore dipausa per pranzo, cena e cambidi scena. Il lavoro parla di sovversione,disincanto, libertà, religione,temi centrali nel romanzo diDostoevskij, messo in scenaquasi integralmente. Siamo al cospetto di un gruppodi giovani e meno giovani nellaRussia zarista, diviso fratensioni sovversive e pigri vuotidell’anima. L’allestimento è minimale, conpochissimi oggetti scenici, e
una recitazione veloce mira adavvicinare le biografie deipersonaggi alla sensibilità dichi guarda. Stein afferma di avere optatoper un registro recitativo“russo”, in cui si punta dritti alnocciolo emotivo delsentimento, e di avere tradottola semplicità registica in seccavisione spaziale. Fra i nomi di punta della scenaeuropea, il settantatreenne diBerlino resta uno dei pochi“persuasi” del valore diconoscenza del teatro, e IDemoni testimonia di untentativo di condivisione edivulgazione oggi sempre piùraro. �
La foto di questa pagina è di Tommaso La Pera, le foto nelle pagineprecedenti, sempre relative allo spettacolo
I demoni, sono di Andrea Boccalini
Lo spettacolo venne “tagliato” per mancanza di fondi e cancellato dal cartellone. Stein proseguìautonomamente la produzione invitando gli spettatori a una permanenza di dodici ore nella sua tenuta in Umbria
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DI LORENZO DONATI
Maurizio Lupinelli è un attore, e diattori a ben vedere non è pieno ilteatro. Il cosiddetto “teatro diprosa” è infatti abitato dainterpreti, persone che si limitanoa timbrare un cartellino. Nel teatrodi sperimentazione le cose sifanno più complesse, ma restanocomunque in pochi a porsidomande d’attore. Per chi sta inscena la questione è diventata ladisperante ricerca di verità: in unmondo in cui tutto èrappresentato, e in cui tutti siamospettatori di tutto, come provare aessere “veri”, “plausibili”? Membro del Teatro delle Albedagli anni ’90, “Lupo” intraprendeun percorso personale e nel 2006fonda Nerval Teatro. La “ricerca” dovrebbe essere unviaggio verso ciò che non siconosce, per mettere indiscussione le tante etichettenormalizzanti del nostro presente.Così è stato per Marat, allestito aCastiglioncello nel 2007 con ungruppo di attori disabili, ma ancheper gli affondi drammaturgici suAntonio Moresco, come in FuocoNero, lavoro sull’orlo di unadeflagrazione, quella dellarappresentazione teatrale e deisuoi canoni. Al Ravenna Festival Lupinellipresenta il progetto Schwab, chenello spettacoloAppassionatamente incrocia lebiografie degli attori con la vita deldrammaturgo austriaco morto nel1994 a 35 anni per overdosealcolica. Oltre a tre attori disabili,in scena Elisa Pol, Michele Bandinie lo stesso Lupinelli dialogano conSchwab, che registra la fine delleapparenze borghesi, mostra condisincanto e senza alcuno sconto“a che punto siamo della notte”.Eravamo negli anni ’90, il nofuture di ascendenza punk si era
realizzato da tempo, eirrimediabilmente ogni suadrammaturgia ne prendeva atto(Drammi Fecali è la raccolta di tretesti pubblicata da Ubulibri, unicatraduzione di un corpus piùampio, della quale ricordiamoalmeno Sterminio messo in scenadalle Albe nel 2006).«Durante le prime fasi del lavoro –racconta Lupinelli – ci siamochiesti cosa fosse per ognuno dinoi la ferocia, nel senso più banaledel termine, cosa volesse direessere cattivi o al contrarioricevere benessere. Poi ci siamospostati sui temi indagati dai testidi Schwab: la famiglia, la politica,la chiesa, l’ossessione del potere,il cibo. Gli attori disabilipresentano microstorie legate alloro quotidiano, che raccontano ilmodo in cui la banalità diventaferocia, in uno spazio scenicooscuro, una “scatola nera” in cuisi alternano frammenti veritieri,parole secche, piccolezze checolpiscono alla pancia». La regia èdello stesso Lupinelli, che firmaanche la scrittura drammaturgicainsieme a Eugenio Sideri. �
Rileggere Schwabper raccontarela ferocia
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Maurizio Lupinelli, detto “Lupo”
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Un trittico delle Albe, un contagio nel limbo
tra infanzia ed età adultaDI LORENZO DONATI
Del Teatro delle Albe stupiscel’incessante costruzione dicomunità. Nel mondo di oggi,globale solo per merci e finanza,fondare cellule comunitariesignifica costruire un linguaggio,e condividerlo con più personepossibile. Non si spiegherebbealtrimenti il “contagio” in atto dadecenni, partito dalle sponde“africane” delle nostre spiagge,quando arrivarono i primi “vu’cumprà”, e passato per tante
latitudini adolescenziali, daChicago a Scampia. Diadolescenza si tratta in tuttiquesti casi e anche a Mazara delVallo, di viaggi per mettere incrisi le proprie certezze sulmondo e sull’arte, per fare inmodo che l’arte torni a parlare ainostri anni. Spesso le Albehanno tentato l’impresaabitando quel limbo fra l’infanziae l’età adulta, quando tuttoè ancora di là davenire,
quando il cuore pulsa dipropositi, di amori, di fratture. Sichiede al teatro un po’ di verità,e una tagliente e stupita visione. Da mesi Alessandro Renda eMarco Martinelli si sono divisi fraRavenna e la Sicilia, progettandoun trittico curato anche daErmanna Montanari e sollecitatoda Ravenna Festival. Con oltrecinquanta adolescenti siciliani etunisini hanno condotto unlaboratorio partendo da I Satirialla caccia di Sofocle, chevedremo il 7 giugno alle 21.30
alla Rocca Brancaleone col titoloCercatori di Tracce. Le creaturespaccone del teatro grecoclassico vivono nei corpi deiragazzi di oggi, in cercadell’ebbrezza di Dioniso e dellato “visionario” della vitaquotidiana, che i grigi cielidell’occidente organizzatoscacciano senza indugio. Le Albe vanno in cerca dell’altrofacendo salire sul palco tutto ciòche sta “fuori”, per allargare lacerchia di persone disposte aritenere “vero” qualcosa. Quisiamo di fronte al canale diSicilia, tragico limbo chesospende tanti aneliti a unavita migliore. Sono stati mesi di interviste,questi delle Albe,soprattutto a pescatori, amilitari, immigrati. Storieda cui alimentarsi per
provare a essere presential proprio tempo, e per scrivere il
monologo Rumore di Acque (10 e11 luglio al Rasi), unadrammaturgia originale diMartinelli. In scena c'è Alessandro Renda,uno strano guardiano che
accoglie le anime di chi si èpreso il mare e ne raccontaframmenti biografici, scavandonel lato oscuro dell’umana pietà.Le musiche del lavoro, come inCercatori di Tracce, saranno >>
Nel mondo di oggi, globale solo per merci e finanza, fondare cellulecomunitarie significa costruire un linguaggio e condividerlo con più persone possibile
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Vincenzo D’Anetra- GIOIELLI -
Progettazione e designLaboratorio orafo
e di incastonatura pietre
Via Castel San Pietro, 52 - Borgo San Rocco, Ravennatel. 0544 471839 - Cell. 393 2517005
>> eseguite dal vivo dai FratelliMancuso, straordinari interpretidella tradizione musicaleisolana. Infine, come un punto di arrivo edi congiunzione, a gennaio 2011è prevista l’uscita di SatiriDanzanti, documentario firmato
dallo stesso Renda, in cuiMazara diviene l’occasione persondare i millenari rapporti fra ledue coste, dalla merci all’arte,per allargarsi a tutti i “muri” cheseparano l’uomo. Navigando, leAlbe hanno incontrato CapitanCiccio, un pescatoresemianalfabeta che segue leleggi del mare. Hanno insiemeparlato del Satiro Danzante,magnificente scultura di bronzoritrovata dal suo pescherecciosui fondali e ora esposta nelmuseo della città. Una statuache volteggia pur stando ferma,senza braccia ma con occhi chesfuggono e vorticano («Chiunquegiunge a Mazara ne avverte lapresenza, e sa che prima o poidovrà recarsi a fargli visita. Per
vederla bisogna girargli intorno, edè come se il Satiro iniziasse amuoversi» ci racconta AlessandroRenda). Un satiro che danza sulle immemoritragedie dell’uomo, che balla comei tarantolati protetti da San Vito,“malati” perché fra sé e il mondo
avvertono una ferita, chesanguina e produce visioni.Quelle delle Albe, quelle delmondo. �
Chiunque arrivi a Mazara sa che prima o poi dovrà andare a far visita al Satiro danzante. Bisogna girargli intorno ed è come se la statua iniziasse a muoversi
Nelle sequenze, lo spettacoloCercatori di Tracce. In alto adestra, il satiro danzante di
Mazara del Vallo. Nella foto inbasso a sinistra, nella paginaprecedente, Marco Martinelli
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Tutte le sere in modo itinerante per Lido Adriano, spettacoli di Musica, Danza, Teatro a partire dalle ore 18.00 fino alla conclusione della serata nel palco centrale alle ore 22.00
Viale Virgilio, Viale Petrarca, Viale Tasso, Viale Alfieri, Viale Puccini, Spiaggia Libera,Centro Commerciale Leonardo, Centro Commerciale Augusta
MOSTRA DI PITTURA • CORTOMETRAGGI • TEATRO • AVANSPETTACOLO • DANZA • DJ • BALLBREAKERS • CONCERTI
Giovedì 24
Venerdì 25
Sabato 26
Domenica 27
22.00 Concerto Musica e Danze dai Balcani
21.00 Concerto Mente Clandestina21.30 Concerto C.N.E.22.00 Concerto Lato Oscuro della Costa + Lord Assen
22.00 Concerto di Pizzica Danze del Sud,Paranza, Ammiscata
22.15 Concerto Reggae Narconauti
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Caravaggioe la luce in un mondo
sul crinale dell’oscuritàDI SERENA SIMONI
Nel 1610, il 18 luglio, muorenell’ospedale di Santa MariaAusiliatrice di Porto Ercole, sullacosta grossetana, Michel AngeloMerisi da Caravaggio, abbattutoda una malattia che pone finealla vita di uno dei pittori piùfamosi al mondo. Inquieto, turbolento, pocoincline a sottostare a regole,condusse una vita fra la gloria eil fango: basta il racconto dellasua vita – fra scommesse digioco, partite di pallacorda escontri di armi, denunce eincarcerazioni, ferimenti,evasioni, fughe, botte e unomicidio – per riconfermarequell’unione consolidata neltempo fra genio e inquietudine.Nonostante gli storici dell’arte siaffannino a dimostrare come ilCaravaggio provenisse da unafacoltosa famiglia lombarda alservizio degli Sforza e deiColonna, che non ci siano provea dimostrazione della suaomosessualità e che il furore el’esperienza delle armi fosserocaratteristiche consuete degliuomini di quei tempi, a cui non sisottrassero nemmeno gli artisti,è in buona parte su tutto ciò chesi nutre la sua fama di artistamaledetto, ancora lontana daltramonto. Lo confermano le filelunghissime di persone che siformano ogni giorno davanti alleScuderie del Quirinale di Roma,in un’attesa di ore per potervedere la bella mostra a luidedicata nel centenario dellamorte, basata su una quantitàlimitata di dipinti autografi eprovenienti da collezioni di tuttoil mondo.Maledetto o no, è certo che ilfascino del suo lavoro sta menonella sua biografia, quanto piùnella sua ricerca inedita,
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condotta fra un realismo apicalee un dosaggio sapientementedrammatico di contrasti di luce eombra, che creò una maniera eseguaci in tutta Europa per unastagione temporalmente breve. Al suo linguaggio fu poi preferitoil classicismo dei pittoribolognesi e poco più tardi gliartifici del Barocco, che megliorispondevano al trionfalismodella Chiesa del ’600. Il suorealismo troppo ardito neltratteggiare santiindecorosamente sporchi omanifestatamente illetterati, eMadonne scomposte nella mortee dal ventre gonfio,posizionavano il sacro in un hicet nunc pericolosamente troppovicino alla terra. Secondo laversione più ortodossa, i poveridovevano essere educati alverbo e sentirsi coinvolti nellescene sacre, provarecompassione ma in una distanzatale da non permettere alcunaidentificazione dissacrante:Caravaggio invece aveva sempreprivilegiato una parola di Diorivolta alla gente umile e aipoveri, che si rivelavano iprotagonisti principali dei suoidipinti religiosi. La sua interpretazionepauperistica della Chiesa era lamedesima appoggiatadall’ordine degli Oratoriani – iFilippini – e dal cardinaleFederico Borromeo, entrambicommittenti e fedeli ammiratoridell’artista.É sulla base quindi di unaprofonda conoscenza del testosacro e di una partecipazionenon superficiale alle spinte piùradicali interne alla Chiesa che
va letto il realismo radicale diCaravaggio, così come la letturadrammatica dei contrastichiaroscurali presenti nei dipintidella maturità. La luce è sinonimodella Grazia divina, così comeall’opposto le tenebrerappresentano una vita deprivataspiritualmente, secondoun’opposizione individuata giàdal neoplatonismo storico,
ripreso in una lettura cristiana dalfiorentino Marsilio Ficino, verso lafine del ’400. Era stato il medico e filosofofiorentino dei Medici a riprendereil binomio oppositivo fra materiae spirito, da cui conseguiva unalotta estenuante fra il corpo –prigione dell’anima – e la partepiù divina di ciascun essereumano. >>
Caravaggio aveva sempre privilegiatouna parola di Dio rivolta alla genteumile e ai poveri, protagonisti principalidei suoi dipinti religiosi, secondo lavisione pauperistica degli Oratoriani
Nella pagina accanto: La flagellazione, 1607, Napoli, Museo diCapodimonte. In questa pagina: in alto, Cattura di Cristo nell’orto, 1602.
Dublino, National Gallery (1599-1600). Sotto, La conversione di Saulo,1600-1601, Roma, collezione privata
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>> Ficino aveva scritto su comeoperare un controllo rigoroso delcorpo e delle sue funzioniproprio al fine di non lasciarlo inbalia dei suoi istinti naturali,inclini a tornare a quella materiacieca da cui provengono.Le sue intuizioni si eranotalmente divulgate da esseretradotte e arricchite da altriintellettuali, italiani e stranieri,ed erano trapassate nei cenacolidi una committenzainternazionale raffinata: gli artistipiù còlti, quali Botticelli eTiziano, ne avevano descritto consuccesso gli esiti di pensiero indipinti famosi. Michelangelostesso aveva inscritto quella lottafra spirito e materia, luce e
tenebra, nei suoi ignudi dellaSistina e nella serie delle sculturedei prigioni, bozzoli spirituali chea stento faticano a uscire dalnon-finito della materia.Il secolo successivo – quello delMerisi – non aveva smesso diriflettere sull’argomento in tuttaEuropa: l’esemplare Vocazione diMatteo, eseguita per la cappellaContarelli di San Luigi deiFrancesi – chiesa simbolo dellanazione a Roma –, allude alladiscesa della Grazia sul futuroapostolo ma anche allacontemporanea conversione alcattolicesimo di Enrico IV.L’apostolo e il re francese perlibero arbitrio – proprio uno deiprincipali temi dell’insanabile
disputa fra protestanti e cattolici– scelgono la luce e la via dellasalvezza della vera fede.Caravaggio decide di sostanziarela conversione in un abbagliantefascio di luce che nasce da unafinestra alle spalle di Cristo, inlinea convergente al suo braccioteso alla chiamata: egli è il mezzomandato dal Padre per la salvezzadegli uomini.La luce diventa quindi il tema di
questo e dei dipinti maturi diCaravaggio: sempre provenienteda fonti esterne alle tele se nondalle figure sacre in esseraffigurate, è talmente intensa darafforzare un senso teatrale allarappresentazione, quasi asottolineare la potenzadell’exemplum che le immaginidovevano possedere secondo idettami tridentini. Il teatro possedeva e possiede
La luce divina diventa il tema dei dipinti maturi di Caravaggio: sempre proveniente da fonti esternealle tele se non dalle figure sacre, è talmente intensa da rafforzare un senso teatrale alla rappresentazione
Vocazione di San Matteo (1599-1600) Roma, Chiesa di San Luigi de' Francesi
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infatti quella doppia valenza direaltà e di finzione, per cui lospettatore può alternareimmedesimazione e distanza,secondo un espedienteprobabilmente troppo sofisticatoper essere accettato da tutta lacommittenza dell’artista.Come la metafora della lucericorre nelle parole del Vangelodi Giovanni, così al suo oppostosono presenti le tenebre: neltesto più spirituale del NuovoTestamento, Cristo è Luce, che«risplende fra le tenebre, ma letenebre non l’hanno ricevuta».Così nei dipinti di Caravaggiosono spesso presenti visi inpenombra o nella quasi totaleoscurità, come di colui checamminando nelle tenebre «nonsa dove andare» e non «avrà laluce della vita».Le opere mature di Caravaggio inmostra a Roma manifestano lapresenza costante delle ombrespirituali, le stesse che tagliano ivolti dei carnefici nellaFlagellazione di Napoli, chesmangiano i contorni dei visi deicuriosi nella Cattura di Cristo diDublino. Al contrario, la lucedella Conversione di Saulo è
talmente potente da accecarel’apostolo a terra, arso da unfascio luminoso che proviene daCristo, senza che Egli ne sia lafonte visibile.Il testo di Giovanni è quindi unaguida per comprendere questalotta eterna fra il bene e il male,di cui Caravaggio è testimone.Per la sua stessa vita dipeccatore, omicida e fuggiasco,l’artista comprende negli anni lacomplessità di uno scontro maifinito, che giustifica il popolo deisuoi personaggi minori – servi,vecchie, carcerati, aguzzini,astanti e comparse – investiti datagli di luci ambigue e toccati dauna Grazia che costantementeperdona ed è a disposizione diun mondo sul crinaledell’oscurità. �
Ritratto di Caravaggio eseguito amemoria da Ottavio Leoni nel
1621 Firenze, BibliotecaMarucelliana
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Una tragedia in scenadove si coltivava
l’esercizio del tiro Nella storica struttura di via d’Alaggioandrà in scena una produzione originale del Ravenna Festival con Chiara Muti e Giovanni Sollima,basata su un terribile fatto di cronaca:la strage nel teatro di Dubrovka
DI PAOLO BOLZANI
II Festival conquista a ogniedizioni nuovi suggestivi,inaspettati scorci di città. Inquesto 2010, a sorprenderci saràuno spettacolo, produzioneoriginale del Festival, che andràin scena nello storico Tiro asegno, in zona Darsena. Comeriporta Lorenzo Miserocchi nelsuo Ravenna e Ravennati nelSecolo XIX, pubblicato in città nel1927, con una serie di DecretiReali del 1861 venivano istituiti «itiri a segno provinciali, comunalie mandamentali» e veniva«regolata la costituzione dellesocietà pel tiro, e fu stabilito chequeste diverse società avesserouna direzione unica data dapersone perite in questi esercizi,ed informate a sentimentipatriottici e di devozione al Re».La prima conseguenza a Ravennadell’emanazione di questi decretiavviene il 28 aprile 1862 con lacostituzione dalla Società peltiro a bersaglio, fondata e
promossa dai conti GiovanniGhirardini e Francesco Corradini,dall’ingegnere Luigi Guaccimannie da Francesco Cagnoni. LoStatuto della Società vieneapprovato dall’AssembleaGenerale dei soci il 18 febbraio1866 e vi si sottoscrive l’obbligodi mantenere il funzionamento diun Poligono di tiro per le truppedel presidio di Ravenna, situatonella Pinarella, vale a direla pineta che circa finoagli anni Cinquantadel secolo scorso sidistendeva a norddel Cimitero>>
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Oggi, dei due principali fabbricati originari,resta solo quello orientale posto a sinistra di chi entra nel Poligono e non privo di un certo fascino modernista con le lunghecornici a sagomare le finestre e il cornicione di coronamento dentellato
>> Municipale, tra il fossoFagiolo e lo scolo Fiumetto e chequindi ora risulta quasicompletamente sostituita dallacittadella dell’Anic e dalle altrefabbriche ad ovest della viaBaiona. In seguito venne promulgata lalegge 2 luglio 1882, n. 883, cheistituiva nel Regno il Tiro a SegnoNazionale con la finalità di«curare l’istruzione nell’impiegodelle armi e di coltivarel’esercizio del tiro» e definivascopi, norme e modalità delfunzionamento del Poligono. A questa data fa riferimentoGaetano Savini, allorché segnalala presenza del «Tiro a segno»con affaccio sul Candiano, lungola via d’Alaggio. Siamo allora nel1908 e Savini scrive nel VI volume
della sue Piante Panoramiche,mostrando inoltre anche una fotodei due principali fabbricati rivoltial Candiano, dei quali oggirimane soltanto quello orientale,posto a sinistra di chi entra nelPoligono e non privo di un certofascino quasi modernista, con lelunghe cornici a sagomare lefinestre e il cornicione dicoronamento dentellato. Inrealtà, come ben spiegavaMiserocchi nel 1927, questocampo di tiro a segno di viad’Alaggio risale soltanto al 1895,e fu il primo esclusivo di una«Società Mandamentale di Tiro aSegno», costituitasi nel febbraio1888 come effetto della Legge del1882, e che il 23 marzo 1890inaugurava il Poligono dellaPinarella.
Pubblichiamo di seguito un’autopresentazione dello spettacoloCardo Rosso che andrà in scena al Tiro a segnoa firma di MaddalenaMazzocut-Mis, Chiara Muti, Giovanni Sollima.«La tragedia, che nasce da un’idea di Cristina Mazzavillani Muti, è ispirata ai fatti avvenuti nel teatro Dubrovka quando, il 23 ottobre2002, un gruppo di ceceni sequestra spettatori, attori e musicistidurante la rappresentazione del musical Nord-Ost. La trasposizioneteatrale tradisce la consequenzialità degli eventi, mantenendo l’ambientazione, l’esasperazione viscerale creata dalla situazione di stallo tensivo e di costrizione forzata. L’incursioneavviene all’inizio del secondo atto. il tema della “festa interrotta”,che ritorna a ogni ripresa della canzone Cardo rosso, è utilizzato peresasperare la tragedia e mai edulcorarla. La sequenza temporale cosìcome la musica si adattano ai ritmi, ai tempi e agli spazi del ricordo,attraverso la voce della donna cecena; la ricostruzione degli eventi edel “qui e ora” è lasciata alle parole e ai pensieri della donna russa;la stridente realtà umana di un militare russo è demandata agli sms;infine il coro si appropria della poesia tragica che è commento. Cardorosso non è un testo politico. si raccontano fatti per decifrare fatti:vittima e carnefice sfumano, si confondono eppure riemergono neiracconti e nel “qui e ora” del dramma. Non si ha paura di morire solonella disperazione, quando la propria individualità non conta piùnulla e la vita è solo l’ultima carta da giocare. L’insensibilità è il fruttodel dolore e l’agire è nient’altro che vendetta. Nessuna pietà dovenon c’è perdono; nessun perdono dove non c’è comprensione. La donna cecena (B) e la donna russa (A) non hanno volutamente unnome; sono due madri che si riconoscono vicendevolmente cometali, ma che non sanno creare un varco tra paura e odio. Può, tra un morto vivente (B) e un vivo morente (A),tra la disperazione di chi è già morto come individuo e l’angoscia dichi sa di essere condannato, instaurarsi un legame, riaccendersi unsussulto di riconoscimento di una dimensione dell’umano? Quandola vittima A cerca il suo carnefice B, spera ancora in uno sguardod’intesa, non per sé ma per la figlia, la giovane ballerina. spera,forse, solo fino a quando da fuori, da un altrove che nullacomprende, una nebbia (quella del gas) cancella tutto. Una nebbiache azzera ogni possibilità. La nebbia della rimozione dei corpi, dellecolpe e di qualsiasi cardo rosso che, ancora radicato, vuole resistere;la nebbia della normalizzazione che addirittura costringe le vittimesuperstiti, rimossi i cadaveri, ripulito il teatro, ad assisterenuovamente alla “festa interrotta”.»
Noi desideriamo morirepiù di quanto voi desideriate vivere
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Nel 1927 Miserocchi segnalavainoltre la presenza di un altroPoligono a Porto Corsini – alloraquella che tre anni dopo sisarebbe intitolata «Marina diRavenna» – per l’artiglieria delpresidio ravennate. Il lotto del «Tiro a SegnoNazionale» ha inizio dal fronterivolto all’ampia via d’Alaggio e sidistende di fianco al canale Lama– lungo le cui rive non è rarotrovare un bell’airone cenerinointento a presidiare le acqueverdi e melmose – per circacinquecento metri, fino a viaTrieste, dove si erge unfabbricato anni Cinquanta-Sessanta. Proveniendo dal “LungoCandiano” si perviene a unpiazzale, largo circa quarantametri e bordato a sud da unfabbricato porticato incemento armato,
costituito dauna serie di pilastri con
capitelli ornati e travi reticolari,ma soprattutto omaggiato alcentro in sommità daun’imponente scultura in pietraartificiale, vagamente Decò,raffigurante una grande aquilacoronata ad ali dispiegate eappollaiata con sguardo truce epostura regale sul rotondobersaglio, sotto cui si trova,labente, la scritta in caratterilittorii «Tiro a segno nazionale».Attraverso il fabbricato porticatosi giunge al Poligono vecchio e daquesto, oltrepassato un altomuro rinforzato da speroni incemento armato, ad un grandespazio libero, largo quasicinquanta e lungo circa trecentometri, che termina in un grandeterrapieno, nei pressi del quale sitrova l’attuale «Galleria di Tiro
Belgio Mazzavillani». Disseminati nella vegetazionespontanea d’erbe di campo, traacacie, roverelle e pioppi bianchi,si ergono dei grossi setti dabersaglio in muratura sagomata,mentre l’edera risale lungo i rossimattoni dai giunti erosi. �
A pagina 92, la scultura dell’aquila che svetta sulla parte storica delTiro a Segno. In questa pagina, sopra l’ingresso della struttura e in
basso una veduta sul canale Lama. Nella pagina acccanto, il musicista Giovanni Sollima, protagonista dello spettacolo
che il festival propone in un questo luogo fino a oggi mai impiegato prima per situazioni analoghe.
Foto di Valentina Venturi e Paolo Genovesi.
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Quel cane con una marcia in più
che ha messo in moto l’ItaliaDI DOMENICO MOLLURA
Un marchio, un simbolo, lastoria di un’azienda e di unPaese lunga oltre mezzo secoloche rivive nella mostra “Il canea sei zampe” allestitanell’ambito del Ravenna Festivalpresso la Biblioteca Classensedal 3 al 26 giugno.Il “segno” immaginato da LuigiBrogini nel 1952 ha attraversatola seconda metà del Novecentoaccompagnando gli italianilungo la strada dellamodernizzazione, cambiandocon tre restyling per adeguarsiai tempi. E in occasione dell’ultimarivisitazione del propriomarchio, ancora fortementeincentrata sul “cane a seizampe”, Eni ha deciso diraccogliere le immagini dellapropria storia e di raccontarlaper la prima volta.La mostra ha carattereitinerante ed è stata allestitaalla fine del 2009 presso CasaDepero-MART di Rovereto perrendere omaggio all’artistatrentino Fortunato Depero,anche lui partecipante alconcorso di idee indetto da Eninel ’52. L'esposizione si èspostata poi a Roma,ampliandosi nei contenuti, pergiungere a Ravenna, dove Eniarrivò nel 1954 in occasionedello scavo dei primi pozzimetaniferi presso Porto Corsini.Anche le prossime sedi dellamostra saranno legate allastoria dell’azienda e a quella delsuo primo Presidente EnricoMattei: Milano, Stresa (che videMattei attivo come partigiano) eVenezia.Il concorso del 1952 nacquedalla precisa volontà di Eni, finoad allora indicata dalla solasigla societaria, di trasformarsiin una azienda moderna,
riconoscibile da un marchioaccattivante, altamentesimbolico e identitario. Il bandorichiedeva la realizzazione deimarchi e dei cartellonipubblicitari per due diverse >>
Eni ripercorre la propria storia in unamostra che espone l’evoluzione del suomarchio e il bando di concorso del ’52che vide vincere il “cane a sei zampe”
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>>società del gruppo – Agipgase Supercortemaggiore –rispettivamente impegnatenell’estrazione e distribuzionedi gas e petrolio. Eni guardavaormai ai mercati internazionaliaprendo propri impianti in moltipaesi esteri e “unificando”l’Italia con la sua fitta rete didistributori di carburante.La competizione grafica, chemetteva in palio un primopremio di 10 milioni di lire, ebbeuno straordinario successo. Insoli due mesi, infatti, arrivarono4000 proposte che
impegnarono in un lungo eintenso lavoro una giuria diprestigio composta, tra gli altri,da Mario Sironi, Gio Ponti eMino Maccari. La scelta ricadde,per il marchio“Supercortemaggiore”, sullaproposta del grafico milaneseGiuseppe Guzzi, dietro al qualec’era in realtà l’artista LuigiBrogini.La “paternità” del cane a seizampe venne scoperta solodopo la morte dello stessoBrogini avvenuta nel 1983 ecostituisce solo una delle tante
La competizione grafica, che mettevain palio ben 10 milioni, ebbe uno straordinario successo. In soli due mesiarrivarono 4mila proposte
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leggende nate attorno almarchio, scelto perrappresentare non solo labenzina Supercortemaggiorema tutto il Gruppo Eni. Storie eleggende raccontate e sfatatedalla mostra, che ha ricostruitoanche le vicende concorsualiattraverso i verbali delleriunioni di giuria (ben 14).Il cane, simbolo di fedeltà, vienestilizzato in forma araldica,profilo netto e colore uniforme,manifestando con le sue seizampe – e la leggerainclinazione in avanti – lamarcia in più, la spinta verso ilprogresso che Mattei volevaimprimere all’Italia attraversol’energia, rappresentata dallafiamma rossa che questomisterioso animale sprigionadalla bocca, segno quasi“fiabesco” reso ancora più fortedallo sfondo giallo del marchio.Nel 1972 il grafico Bob Noorda el’agenzia Unimark aggiornaronoil cane di Broggini riducendonele dimensioni, alleggerendo lesue creste e “inventando” ilcarattere tipograficoistituzionale formato dalclassico Standard Bold nero,personalizzato da un filettobianco, quasi a ricordare lalinea spartitraffico al centrodella strada; nel 1998 ancoraNoorda accorpa sullo sfondogiallo il cane e la scritta Eniseparati verticalmente da una
linea rossa. Il marchio del 2009parte da quest’ultima versionespostando il cane verso l’alto,per metà fuori dal campo giallo,mentre la scritta Eni (ora tutta inminuscolo) è composta da uncarattere che aggiorna quellodel ‘72.I documenti in mostraprovengono dall’archivio storicoEni e da collezioni private edesprimono con la forza delleimmagini il ruolo del marchioattraverso tutti gli strumenti chene hanno veicolato ilmessaggio: fotografie,materiale pubblicitario, video(caroselli, filmati aziendali),vignette. Infine, una sezionearricchita da materiali originali èdedicata al concorso del 1952,quando nacque il cane che misein moto l’Italia. �
A pagina 98: Deposito carburanti elubrificanti, Vridj Abidjan, Costa
d’Avorio, 1988. Nella pagina a fianco: operai egizianial lavoro in un pozzo di perforazionedella Saipem, Egitto, 1959; in basso,
cartellone pubblicitarioSupercortemaggiore, Via Aurelia,
Roma, 1953. In questa pagina, sotto:Distributore Agip, Cortina D'Ampezzo,
anni ’50. Le foto sono tutte tratte dall’archivio storico Eni.
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Trieste, tre paesi insieme nel nome dell’ambasciatrice somma:la musica
DI LUCA MANSERVISI
«La musica è l’ambasciatricesomma, non porta con séconcetti, editti o proclami, ma èin grado di unire attraverso ilcomune “sentire”». Il significatointrinseco delle Vie dell’amiciziaè ben riassunto dalla frase delmaestro Riccardo Muti, che nelcorso della presentazionedell’ormai tradizionaleappuntamento del RavennaFestival – che consistenell'organizzare ogni anno unconcerto in un luogo
particolarmente simbolicoe bisognoso di “amicizia”,appunto – ha insistitomolto sul concetto dellamusica come valore ingrado di cancellare ledifferenze e superare leostilità, molto megliodella politica.E questo è quello che sipropone anche il viaggiodi quest’anno che per laseconda volta inquattordici anni restaall’interno dei confini nazionali,andando a fare tappa a Trieste (il 13 luglio) e concludendo così
una sorta di ponte ideale tra ilSud e il Nord della Penisoladopo il concerto di due anni fa aMazara del Vallo. Al cospetto diuno splendido golfo dove siaffacciano tre nazioni – Italia,Slovenia e Croazia – risuonerà ilgrande, sontuoso requiem delcompositore più amatoda Beethoven, ilRequiem in do minoredi Luigi Cherubini, dicui quest’anno ricorreil 250° anniversariodalla nascita, «tra i piùgrandi della storiaeppure così prestodimenticato propriodalla sua Italia», hasottolineato il maestroMuti che a Cherubiniha dedicato addiritturala “sua” orchestragiovanile, che loaccompagnerà in questoconcerto insieme alla Giovanileitaliana. Saranno eseguiti inoltrebrani delle due nazioni“gemelle” con Muti che sarà allaguida anche di musicisti e coristidelle Accademie di musica delleuniversità di Lubiana e Zagabriae del conservatorio Tartini diTrieste. Con loro, il coroStagione Armonica, il coroaccademico France Preseren diKranj e l’ensemble corale
interprovinciale del Friuli, direttidal maestro Sergio Balestracci.Al concerto parteciperanno invia straordinaria il Presidentedella Repubblica GiorgioNapoletano e i presidenti diSlovenia, Danilo Turk e diCroazia, Ivo Josipovic. Eventonell’evento sarà poi il luogo del
concerto, piazza dell’Unitàd’Italia, con oltre ottomila postia ingresso libero – vero omaggiodel Ravenna Festival a trenazioni che desiderano respirareinsieme un nuovo clima difratellanza – e una scenografianaturale che potrà contare sullosfondo del golfo che perl’occasione verrà solcato dacentinaia di barche a vela.Oltre al pubblico che potràpartecipare all’evento, >>
In piazza dell’Unità d’Italia ci saranno il Presidente della Repubblica italiana,Giorgio Napolitano e i presidenti di Slovenia, DaniloTurk, e di Croazia, Ivo Josipovic,ad ascoltare il requiem in do minorie di Luigi Cherubini
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>>potranno goderne ancora unavolta anchegli ascoltatori diRadio Rai Tre – lo trasmetterà indiretta – e i telespettatori di RaiUno, visto che andrà poi in onda,registrato, il 29 luglio in secondaserata, preceduto da unapprofondimento di BrunoVespa che su questo
appuntamento ha già spesoparole importanti.«L’appuntamento diTrieste – ha detto ilcelebre giornalistatelevisivo – è forse ilpiù importante traquelli organizzati finoraall’estero perché stiamoparlando della nostrapelle, della zona piùtormentata della nostrastoria moderna. Il concertodel maestro Mutirappresenta una sorta diconciliazione fisica, chearriva naturalmente dopoquella politica». Mentrel’ambasciatore croato in Italiaha sottolineato come l’eventopotrebbe coincidere con laconclusione del negoziato conl’Unione Europea per abbatterefinalmente anche i confini delPaese dell'ex Jugoslavia. Il maestro Muti ha voluto invecesottolineare l’eccezionalità dellacaratteristica principale di questiconcerti, quella di coinvolgeremusicisti del luogo prescelto perle Vie dell’amicizia, «al fine diprovare tutti insieme le stessesensazioni. La potenza dellamusica è anche questa e noi nonvogliamo utilizzarla solo come
Viaggi dell’AmiciziaL’albo d’oro1997 - Sarajevo (Bosnia)1998 - Beirut (Libano)1999 - Gerusalemme (Israele)2000 - Mosca (Russia)2001 - Erevan e Istanbul
(Armenia e Turchia)2002 - New York (Usa)2003 - Il Cairo (Egitto)2004 - Damasco (Siria)2005 - Tunisi e El Jem (Tunisia)2006 - Meknes (Marocco)2007 - Roma - Quirinale
(Italia, per il Libano)2008 - Mazara del Vallo
e Atene (Italia, per il Nord Africa,e Grecia)
2009 - Sarajevo (Bosnia)2010 - Trieste
A pagina 104, il maestro Muticon l’orchestra giovanile
Cherubini (foto di Silvia Lelli). Inquesta pagina due immagini
della suggestiva piazza Unitàd’Italia, a Trieste (foto di Mauro
Zorzenoni).
uno slogan maandando direttamente
sul posto e “sperimentando”questa sua potenzialità. Lanostra non deve mai diventareuna sorta di passeggiataturistica. Soprattutto nel caso diTrieste – ha concluso Muti –questa iniziativa si riveleràimportante solo se sarà in gradodi comporre qualcosa che nonsia stato ancora composto». �
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EEddiizziioonnee 22001100Supplemento gratuitoa “Ravenna & Dintorni”nr. 396 del 3 giugno 2010
Redazione: [email protected]à: [email protected]
Editore: Reclam srl - Ravennawww.reclam.ra.it
nel buio, una luce
DanzaL’iniziazione zen del Cloud Gate Dance Theatre of Taiwan
TeatroStein raccontaI demonidi Dostoevskij
l’eterno contrasto
Ravenna Festival Magazine
Opera: Betulia liberata, “staffetta” fra Jommelli e Mozart/ Elettronica: dall’avanguardia coltaal pop/Jarrett e un leggendario trio jazz/Cardo rosso, la tragedia va in scena al Tiro a Segno
All’interno
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