rassegna stampa 18 luglio 2013
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Presidenza del Consiglio dei Ministri DIPARTIMENTO PER LE PARI OPPORTUNITÀ
UFFICIO NAZIONALE ANTIDISCRIMINAZIONI RAZZIALI
RASSEGNA STAMPA MONITORAGGIO E APPROFONDIMENTO
DEI FENOMENI DISCRIMINATORI NEI MEDIA E SUL WEB
Anno IV - Roma,18 Luglio 2013
A cura di
Fernando FRACASSI Resp. Comunicazione
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Collaborazione
Monica D’Arcangelis,
Alessandro Tudino
Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web 18/07/2013
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Razzismo in classe: «Mi sporco le mani»
Il prete di Pianzano denuncia dal pulpito l’episodio accaduto alle
elementari: «Chi vota certi personaggi deve vergognarsi»
GODEGA DI SANT'URBANO. «Deve
vergognarsi chi è razzista e deve vergognarsi anche
chi vota questi personaggi». È questo il pensiero
espresso dal pulpito di don Vittorino Battistella
durante la messa domenicale. Il suo non è stato solo un anatema nei confronti del
vicepresidente del Senato Roberto Calderoli, ma anche nei confronti dei leghisti e chi dà
loro consenso. E intanto a Pianzano accade che un bambino si rifiuta di dare la mano a un
suo compagno di colore: «Non voglio sporcarmi le mani», ha spiegato il piccolo alla
maestra. «Ecco a cosa portano i commenti razzisti» ha detto il parroco. Don Vittorino ha
tenuto una dura e forte omelia e ripetuto più volte la parola «vergogna», commentando
quanto riferito poche ore prima da Calderoli, che aveva definito un «orango» il ministro
Cecile Kyenge.
Come esempio su cosa possano portare certe espressioni, è stato raccontato l'episodio del
bimbo di Pianzano che non voleva dare la mano al coetaneo dalla pelle scura. La sua è
stata un'omelia incentrata sull'anti razzismo e l'integrazione e l'accoglienza di chi viene in
Italia da altre parti del mondo in cerca di aiuto. Il prete però non solo ha condannato le
parole dell'ex ministro leghista, ma anche chi vota Lega. «Deve vergognarsi anche chi li
vota», ha affermato il parroco di Godega. Il partito del Carroccio non è stato nominato dal
sacerdote, ma chiaro è stato il riferimento a quei movimenti, come la Lega Nord. Don
Vittorino è da quasi dieci anni alla guida dell'Unita pastorale di Godega-Pianzano-Bibano
insieme a don Livio Dall'Anese. È stimato dai fedeli perchè oltre ad occuparsi delle anime
non esista a schierarsi a fianco dei cittadini per sostenere i loro problemi concreti. Non è la
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prima volta che don Vittorino Battistella critica i leghisti. Negli anni delle battaglie contro
l'apertura del casello dell'autostrada A28, il parroco si era schierato con i pianzanesi e i
comitati che si opponevano.
Non erano mancati attriti con l'allora vicegovernatore del Veneto Luca Zaia, che aveva
telefonato personalmente al prete per confrontarsi e chiarirsi. Qualche altro esponente
della Lega Nord aveva chiesto le dimissioni del parroco perchè aveva preso posizione e per
un'altra vicenda legata a un'omelia su Babbo Natale. Sicuramente le dimissioni non le ha
presentate Roberto Calderoli. Ieri, come nella migliore tradizione, questa sì tutta italiana, ha
fornite le sue scuse ma riferito che non lascerà la vicepresidenza del Senato. «Ho fatto una
sciocchezza ma il giudizio sul mio ruolo di vicepresidente deve essere dato su quello che
faccio in questa aula», ha dichiarato Calderoli in Senato, «il mio è un errore grave ma non è
razzismo».
(fonte http://tribunatreviso.gelocal.it/cronaca/2013/07/17/news/razzismo-in-classe-mi-sporco-le-mani-1.7435037)
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Insulti razzisti:punitii Velox e Cercivento
Dovranno giocare le partite del prossimo fine settimana senza pubblico a
causa delle offese rivolte domenica scorsa dai tifosi e dai tesserati nei
confronti di un giocatore avversario e di un arbitro
TOLMEZZO. Velox-Cavazzo e Cercivento-Il
Castello in programma nel prossimo fine settimana
non saranno due partite come tante. Già perchè si
giocheranno a porte chiuse, cioè senza spettatori,
senza tifosi. Un provvedimento “storico” non solo
per il campionato Carnico, ma per il calcio
dilettanti regionale, quello assunto dal giudice
sportivo della Delegazione di Tolmezzo, avvocato
Luigi Pugnetti che ha applicato le nuove norme in
materia di razzismo per punire le intemperanze dei
tifosi della Velox e dei tesserati del Cercivento
domenica scorsa nei confronti di un giocatore di
colore della Pontebbana e di un arbitro della sezione di Maniago di origine africana. Il
Carnico archivia con le decisioni di ieri sera una domenica “bestiale” dalla Prima alla
Seconda categoria. Da Paularo a Cercivento.
Partite di campionati diversi legate tra loro dall’odioso filo del razzismo. A Paularo, al
termine della gara persa dalla Velox per 1-2 con la Pontebbana, è stato il centravanti ospite
Jean Claude Bedi a essere preso di mira dai tifosi di casa. Pare che da un sarcastico «Chi
credi di essere Balotelli?», si è passati a insulti più pesanti, come spiegato dall’arbitro nel
suo referto, cioè a frasi «di chiaro contenuto discriminatorio per ragioni di razza e/o
colore». Atteggiamento da condannare davanti al quale a nulla valgono improbabili
giusitificazioni che tirano in ballo un presunto carattere irascibile del giocatore, pare non
nuovo a gesti e reazioni plateali e provocatorie nei confronti dei tifosi avversari. Il giudice
sportivo è andato giù pesante obbligando ora la Velox a giocare le prossime due partite,
con Cavazzo e Mobilieri, senza pubblico. Un provvedimento disciplinare da interpretare
come esempio per scongiurare repliche, visto che sotto il profilo puramente punitivo
rischia di aver scarsi effetti in quanto il campo di Paularo non essendo all’interno di una
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struttura chiusa, permetterà ugualmente la visione delle partite anche dalla strada limitrofa.
Da aggiungere anche l’inibizione del dirigente della Velox Fabrizio Blanzan sino al 18
gennaio 2014 per «reiterate proteste nei confronti del direttore di gara e per aver proferito
nei confronti del giocatore numero 9 della Pontebbana al momento dell’espulsione e alla
fine dell’incontro insulti per motivi di razza e/o colore». Come detto dovrà giocare un
turno a “porte chiuse” anche il Cercivento (Seconda categoria) a causa degli insulti
profferiti da due tesserati nei confronti dell’arbitro di origine africana.
L’allenatore Gilberto Tessitori è stato squalificato fino al 18 marzo del prossimo anno,
mentre il giocatore Devid Morassi dovrà restare lontano dai campi di gioco per dieci
giornate
(fonte http://messaggeroveneto.gelocal.it/sport/2013/07/17/news/insulti-razzisti-punitii-velox-e-cercivento-1.7436317)
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Pd Veneto denuncia nuovo caso di offese
razziste al ministro Kyenge da parte della
Lega
Gabriele Michieletto, presidente dell'assemblea comunale di Scorze' nel proprio
profilo in Facebook ha postato la foto di un orango commentata da una didascalia
in cui il primate si paragona al ministro per l'integrazione
Venezia - ''Dopo Calderoli e Stival, ora anche il presidente del Consiglio comunale di
Scorze'. Ormai si moltiplicano gli esponenti della Lega che scelgono di colpire
sistematicamente il ministro Kyenge: dal livello nazionale a quello regionale e locale, si
ripetono gli attacchi volgari e razzisti per delegittimare le istituzioni e fomentare
l'antipolitica''. Il consigliere regionale veneto Bruno Pigozzo prende posizione, insieme ai
colleghi del Pd, ''nei confronti di Gabriele Michieletto, presidente dell'assemblea comunale
di Scorze', che nel proprio profilo in Facebook ha postato la foto di un orango commentata
da una didascalia in cui il primate si paragona al ministro per l'integrazione Cecile Kyenge
aggiungendo 'ma io sono piu' bella e simpatica'''. ''Non vogliamo ne' possiamo accettare
queste becere provocazioni - scandisce Pigozzo - ed esigiamo dai responsabili istituzionali e
di partito fermezza ed atti concreti di denuncia per bloccare sul nascere questa pericolosa
deriva''. ''I danni che tale azione concentrica sta provocando sono gravi - aggiunge
l'esponente del Pd veneziano - soprattutto nei confronti delle giovani generazioni che
rischiano di assuefarsi a questi atteggiamenti, arrivando a considerare la mancanza di
rispetto come una prassi normale nei quotidiani luoghi di vita: famiglia, scuola, sport,
divertimento, convivenza sociale in genere. La Lega sta dimostrando tutta la propria
irresponsabilita' democratica e civile''.
(fonte http://www.stranieriinitalia.it/attualita-pd_veneto_denuncia_nuovo_caso_di_offese_razziste_al_ministro_kyenge_da_parte_della_lega_17498.html)
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Kyenge, condannata a 13 mesi leghista
che invitò a stupro
Padova - E' stata condannata a 13 mesi per direttissima Dolores Valandro, l'ex consigliera
di quartiere leghista di Padova (espulsa dal partito), che aveva pubblicato su Facebook la
frase "Mai nessuno che la stupri? ", facendo riferimento con un link al ministro
all'Integrazione, Cecile Kyenge. La richiesta del pm era stata di un anno e quattro mesi di
reclusione per istigazione alla violenza per fini razziali.
L'udienza si è tenuta oggi presso il Tribunale di Padova, dove la donna è apparsa in lacrime
e pentita. Quattro le parti civili a cui sono stati riconosciuti risarcimenti per complessivi 13
mila euro, di cui 10 mila al Comune di Padova e mille a testa a tre associazioni contro il
razzismo. Tuttavia il pagamento delle provviginali è stato sospeso in attesa dell'appello che
si terrà al Tribunale di Venezia. "Faremo ricorso - ha dichiarato infatti l'avvocato della
Valandro, Massimiliano Nicolai - perché già dalla condanna di primo grado si intuisce che
le prove sono insufficienti, la pena è il minimo possibile e la finalità razzista non c'è. Nella
frase della Valandro semmai c'è ingiuria o diffamazione, per cui sarebbe servita una querela
di parte dal ministro Kyenge. Non c'è alcun riferimento a questioni di pelle, o a etnia o
razzismo in genere".
( fonte LaPresse)
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Torna Sartori, xenofobia in salsa
accademica
Il Professore sul Corriere attacca di nuovo Kyenge. Poi nega che possa
esserci integrazione tra differenti etnie. La prova? La lettera di un suo lettore
Roma –- Credevamo e speravamo che il Corriere della Sera avesse ingloriosamente
"accomodato" lo sconclusionato Sartori nella pagina dei commenti se non proprio fuori
dalle pagine del quotidiano.
Ed invece eccolo rispuntare in un editoriale in cui tenta di dare una veste presentabile alle
"incontinenze" verbali di Calderoli & Co. Il bersaglio come al solito è la Ministra Kyenge
rea di essere un'oculista ispirata dalla "comunista" e "terzomondista" Livia Turco, e che per
aggravante, e questo proprio non doveva farlo, ha quella di non leggere i sacri scritti del
Sartori. Tutto il contrario di un noto accademico torinese che scrive al Sartori una lettera
che in 4 righe liquida definitivamente uno dei dibattiti contemporanei più complessi: "È
possibile che un nigeriano, un romeno ed un marocchino prendano il caffè nello stesso
bar?" . Ed ecco che con un estratto della lettera di un suo lettore e due sgangherate e
tautologiche affermazioni il Sartori dimostra che no, non è possibile. Quanto fortunati
siamo ad aver lui che ci illumina! Ma siccome la fortuna non è mai troppa eccolo rivelarci
cha anche il Presidente della Camera Laura Boldrini non ha, neanche lei, i numeri per stare
dove sta. Il perché non ce lo dice, ma ci fidiamo sulla parola. A Sartori segnaliamo solo che
il Presidente della Camera non ha nulla a che fare con il Presidente del Consiglio e la sua
squadra di Ministri. Per il resto ci mancan le parole... Al Corriere va, insieme alla nostra
comprensione, anche il nostro invito a riflettere se a volte non sia meglio pagare le penali
che i contratti con i collaboratori prevedono piuttosto che ospitare una simile accozzaglia
di xenofobia in salsa accademica. Soprattutto in un momento in cui il mondo intero si
indigna per un episodio, gli insulti razzisti della quarta carica dello Stato ad un Ministro
della Repubblica, unico nella storia contemporanea delle democrazie occidentali.
(Gianluca Luciano)
(fonte http://www.stranieriinitalia.it/attualita-
torna_sartori_xenofobia_in_salsa_accademica_17493.html)
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Kyenge, la Lega rilancia: a Torino una
manifestazione contro lo ius soli
Iniziativa decisa dai vertici del partito, durante la riunione della
segreteria federale: avrà luogo il sette settembre. Cavallotto, Lega
Nord “Il Ministro Kyenge dice idiozie”. Durando, Pastorale
migranti “Posizione anacronistica. Lo Ius soli è una necessità di
fatto”
TORINO – Non accenna a placarsi la polemica sugli insulti rivolti al ministro Cecile
Kyenge, le cui sembianze fisiche sono state paragonate a quelle “di un orango” dal
vicepresidente del senato Roberto Calderoli, intervenuto sul palco della “Festa del Trei”, a
Treviglio, nella Bassa bergamasca.
E proprio mentre l’ex ministro leghista – ora indagato dalla Procura di Bergamo per
istigazione all’odio razziale - respinge le dimissioni chieste a gran voce persino dal premier
Letta, la Lega rilancia indicendo “una grande manifestazione per la legalità e il contrasto
all’immigrazione clandestina”. L’iniziativa, concordata durante la riunione della Segreteria
federale del partito, si terrà a Torino il prossimo 7 settembre: sembra sia stato lo stesso
governatore Cota a chiedere che fosse il capoluogo sabaudo a ospitarla. Ancora una volta,
al centro della protesta c’è la proposta di legge sullo Ius soli, il diritto di cittadinanza per i
figli dei migranti nati sul suolo italiano, che il ministro per l’Integrazione Kyenge spera di
trasformare a stretto giro in legge dello stato.
Gli esponenti locali del partito sono molto chiari, sul punto: “Noi – spiega Mario Carossa,
presidente del gruppo leghista in Consiglio regionale – riteniamo che in Italia il problema
dell’immigrazione non sia neanche lontanamente gestito, al momento. E, con la legge sullo
Ius Soli, tutto questo non potrà che peggiorare. Sia chiaro, io non approvo quanto detto da
Calderoli, anche se credo che la sua fosse una semplice battuta di spirito. Ma continuerò a
lottare per non dover vivere in un paese invaso da altre nazioni”.
Ancora più esplicito l’ex deputato Davide Cavallotto, a sua volta Torinese, il cui mandato è
terminato nello scorso marzo: “Il caso Kyenge - spiega - con tutte le accuse di razzismo
che ne sono seguite, viene usato come una bandiera per sviare l’attenzione del paese da
problemi ben più gravi. Il punto, qui, non è il colore della pelle del ministro, che per
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quanto mi riguarda potrebbe essere anche di Pralormo (comune in provincia di Torino,
nda). Il problema è che la Kyenge dice una serie de infinita di cretinate, ed è su quelle che
noi la attacchiamo. Prendiamo, ad esempio, i paragoni fatti con altri paesi europei: l’unico a
prevedere lo Ius soli, in realtà, è la Francia, che ha situazione completamente diversa dalla
nostra, in materia di immigrazione. Per non parlare poi degli Stati uniti, che hanno una
legislazione ferrea in merito”.
Di tutto altro avviso, come prevedibile, il mondo dell’associazionismo, che con i migranti
vive e lavora a stretto contatto. “Quella leghista - chiarisce Sergio Durando, direttore della
Pastorale migranti e presidente dell’Associazione animazione interculturale – è una
posizione anacronistica, superata dai fatti. Mi capita sempre più spesso di incontrare
bambini con tratti somatici diversi dai nostri, che affermano candidamente di essere
torinesi: come possiamo dar loro torto, dal momento che sono nati qui? Eppure la legge
continua a disconoscerli. Negli stessi giorni in della manifestazione leghista, peraltro, a
Torino si svolgerà la Settimana sociale dei cattolici italiani, dove si discuterà, ancora una
volta, di famiglie immigrate. Nell’ultima edizione, quattro anni fa, il mondo cattolico aveva
espresso una posizione molto forte proprio in favore dello Ius soli: nel frattempo le
cosiddette ‘seconde generazioni’ sono aumentate. Ormai parliamo di una realtà di fatto ed è
arrivato il momento che la legge si metta al passo”.
“i paragoni con gli Stati Uniti – gli fa eco Roberto Forte, vicepresidente dell’associazione
Terra del fuoco, che da anni lavora con Rom e rifugiati politici – sono ridicoli. A tal
proposito, basti pensare che la lingua più parlata a Miami è lo spagnolo. Se loro riescono a
gestire la questione con flussi migratori infinitamente più grandi dei nostri, non vedo quale
dovrebbe essere il problema qui in Italia. Il nostro paese ormai è pieno di italiano di fatto,
che non lo sono però di fronte alla legge, visto che da noi vige ancora lo Ius Sanguis:
riconoscergli il diritto di cittadinanza è un atto dovuto. E non vuol certo dire, come
vorrebbero farci credere i leghisti, aprire le porte a orde fameliche che aspettano di
conquistarci; sarebbe un semplice atto di civiltà” (ams)
(www.redattoresociale.it)
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Cassazione: "Resta doppio cognome a chi
diventa italiano"
Accolto il ricorso di un uomo nato in Perù da genitori stranieri, diventato italiano
dopo aver risieduto in Italia per oltre 10 anni - che si era visto cancellare dal suo
atto di nascita e da quello dei suoi figli il doppio cognome dall'ufficiale di stato
civile italiano
Roma - Gli immigrati che hanno un doppio
cognome, come quelli provenienti da Paesi di
tradizione ispanica dove ai neonati viene attribuito
il primo cognome del padre e il primo della madre,
hanno diritto a mantenerlo anche nel momento in
cui acquisiscono la cittadinanza italiana. Lo ha
sancito la prima sezione civile della Cassazione,
accogliendo il ricorso di un uomo - nato in Perù da
genitori stranieri, diventato italiano dopo aver risieduto in Italia per oltre 10 anni - che si
era visto cancellare dal suo atto di nascita e da quello dei suoi figli il doppio cognome
dall'ufficiale di stato civile italiano. La Suprema Corte, dunque, non ha condiviso la tesi dei
giudici d'appello di Milano che, su reclamo del sindaco di Cornaredo e del Viminale,
avevano revocato una precedente decisione del tribunale milanese favorevole
all'immigrato, dichiarando legittima la correzione del cognome sui documenti effettuata
dall'ufficiale di stato civile, rilevando che "in caso di cambiamento di nazionalita' viene
applicata la legge dello Stato di nuova nazionalità", e la legge italiana prevede l'attribuzione
del solo cognome paterno. Per gli 'ermellini', invece, "il nome - si legge nella sentenza
depositata ieri - e' incontrovertibilmente un diritto della personalita', tutelato anche a livello
costituzionale, oltre che dalla normativa ordinaria", per cui "deve ritenersi che una
modifica coattiva del cognome potrebbe essere consentita solo in presenza di diritti di
rango parimenti elevato".
(fonte http://www.stranieriinitalia.it/attualita-cassazione_resta_doppio_cognome_a_chi_diventa_italiano_17499.html)
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OMOFOBIA. PIOGGIA DI EMENDAMENTI
PDL, TESTO IN AULA SLITTA AL 26
SI CERCA SINTESI: OLTRE 400 LE
PROPOSTE DI MODIFICA
Roma . - Slitta a venerdi' 26 l'approdo in aula sul testo con le nuove norme contro
l'omofobia. E' quanto ha deciso la capigruppo della Camera visto che in commissione sono
stati depositati 400 emendamenti da parte del Pdl e i gruppi hanno chiesto piu' tempo per
cercare di arrivare a una sintesi per una proposta piu' condivisa.
Il testo era atteso in aula a Montecitorio lunedi' 22 e adesso la discussione generale partira'
invece venerdi' 26. (DIRE)
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Rc auto e discriminazione tra i 2 sessi
Uno sguardo alle tariffe Rc auto: la parità tra i due sessi è
ancora lontana.
Stop alla differenziazione tra le tariffe Rc auto applicate
ai due sessi: lo ha stabilito la Corte di Giustizia Europea
rendendo obbligatoria la parità assicurativa a partire dal
21 dicembre 2012, tuttavia questa norma non sembra aver portato vantaggi al sesso debole.
=> Scopri tutti i rincari del settore auto
(http://www.manageronline.it/articoli/vedi/8453/aumento-iva-i-rincari-per-il-settore-
auto/)
Nonostante la condanna delle politiche discriminatorie in merito alle polizze assicurative
auto, infatti, le compagnie italiane sembrano applicare ancora tariffe differenti.
Il sesso non è più determinante nel calcolo dei premi e delle tariffe, ma stando al report
stilato dall'Ivass (Authority del settore assicurativo) le donne pagano attualmente il 13,5%
in più rispetto a un anno fa, prendendo in considerazione le neopatentate diciottenni con
una vettura di cilindrata pari a 1300 cc., in classe bonus-malus di C.U. 14.
=> Leggi come aumentano le polizze assicurative RCA
(http://www.manageronline.it/articoli/vedi/8138/spese-auto-in-aumento-nel-
2013/=%3E%20Leggi%20chi%20deve%20pagare%20il%20bollo%20in%20caso%20di%2
0Leasing)
Al contrario, le polizze stipulate dagli automobilisti uomini hanno subito una riduzione del
6,7%, e non mancano le differenze tra le Regioni del Nord e del Sud Italia. I costi per
l'assicurazione di un veicolo sono superiori nel meridione, basti pensare che l'importo
medio versato da un cinquantenne in possesso di un'auto di cilindrata medio-piccola paga
Napoli più di 1.200 euro, contro i 400 euro versati a Trento, Bolzano o Aosta.
=> Scopri le agevolazioni fiscali sulle auto uso ufficio
(http://www.manageronline.it/articoli/vedi/7028/assicurazioni-aumento-tariffe-rc-auto/)
(fonte http://www.manageronline.it/articoli/vedi/8713/rc-auto-e-discriminazione-tra-i-2-
sessi/)
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Immigrati, si rivoluziona il panorama
dell'integrazione: Piemonte in testa
Il rapporto Cnel rileva in due anni grandi cambiamenti: dal 2009 al 2011 cambia il
vertice della classifica. Il Friuli Venezia Giulia cade dal primo al quarto posto.
Scendono anche Toscana e Umbria, sostituiti al secondo e terzo posto da Emilia
Romagna e Liguria
ROMA – In soli due anni si rivoluziona il panorama
dell’integrazione in Italia. Cambia tutto al vertice della
classifica diffusa oggi dal Cnel nel suo nono rapporto
sugli indici di integrazione degli immigrati in Italia. Dai
primi tre posti scompaiono il Friuli Venezia Giulia, la
Toscana e l’Umbria, soppiantati rispettivamente da
Piemonte, Emilia Romagna e Liguria.
Il Friuli Venezia Giulia in questa nuova rilevazione scivola dal primo al quarto posto (con
oltre dieci punti in meno), la Toscana finisce all’ottavo e l’Umbria al dodicesimo. Il
Piemonte si piazza al vertice della classifica con un indice (62,8 su 100) inferiore di 8 punti
al primo della lista del 2009. L’Abruzzo e le Marche, rispettivamente al quinto e al sesto
posto con indici pressoché analoghi (60,2 e 60,1) completano il gruppo delle regioni di
fascia alta nella graduatoria. “Ancora una volta, significativamente, nessuna regione italiana
detiene un potenziale di integrazione tale che la proietti in fascia massima, con valori
dell’indice da 80,1 a 100” precisa il Cnel.
Al ridimensionamento del Friuli Venezia Giulia si accompagna quello del Veneto, passato
da un valore di 63,3 nel 2009 al 52,4 nel 2011, scendendo dal quarto al tredicesimo posto,
appena sopra il Lazio (stabile al 14esimo). Cala anche il Trentino Alto Adige, dal sesto al
nono posto. In definitiva, tutto il Nord Est – fatta eccezione per l’Emilia Romagna – “ha
conosciuto una notevole contrazione del proprio potenziale di integrazione, come
testimonia in maniera eloquente anche la graduatoria per grandi aree, dove nel corso dei
due anni considerati l’intera zona è precipitata dal secondo al penultimo posto, precedendo
solo il Sud Italia”. Questo perché l’area ha sofferto pesantemente la crisi che si è abbattuta
con particolare violenza sulle piccole e medie imprese. Fa da contraltare l’Emilia Romagna,
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unica che ha migliorato il proprio indice occupazionale e guadagnando il vertice della
rispettiva classifica.
Una rivoluzione si registra anche tra le province: Macerata, Mantova e Imperia
sostituiscono rispettivamente Trieste, Prato e Reggio Emilia, che avevano i potenziali di
integrazione più alti nel 2009. Ma anche in questo caso si abbassano le percentuali di
integrazione: se Trieste primeggiava con un valore di 71,9 e Prato e Reggio Emilia
seguivano con 69,0 e 68,4, ora Macerata arriva a 66,4, seguita a ruota da Mantova e Imperia
(66,2 e 65,9). Secco il crollo di Trieste, scivolata bruscamente al 30esimo posto, con un
potenziale di integrazione calato di oltre 11 punti. Male anche Gorizia e Pordenone, nel
2009 al quarto e quinto posto, oggi al cinquantesimo e al 27esimo. Prato è anch’essa
precipitata dal secondo al 19esimo posto. Una circostanza, questa, che il Cnel definisce
“particolarmente significativa alla luce della peculiarità dell’area, da dove negli ultimi tempi
si registra un esodo di imprenditori cinesi”. Reggio Emilia, dal canto suo, è passata dal
terzo al 25esimo posto.
(fonte http://www.redattoresociale.it/)
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Garbatella: via Ignazio Persico resta
inaccessibile ai disabili
Le fronde dell'albero, dimenticate sulla strada alcune settimane fa, rimangono al
loro posto. E per le persone disabili via Persico rimane off limits
Roma - Circa una settimana fa avevamo segnalato la presenza di rami accatastati a terra su
un marciapiede di via Ignazio Persico. Il fascio di rami, in parte arrotolati attorno ad un
nastro della polizia municipale, sta ancora lì. Probabilmente quelle fronde semi
carbonizzate, sono il risultato d’una potatura d’urgenza, resasi necessaria dopo che delle
fiamme avevano semi carbonizzato un albero e bruciato moto, scooter e biciclette, sul lato
opposto del marciapiede.
Una residente non deambulante, ovviamente impossibilitata a transitare su quel
marciapiede, ci aveva confessato d’ averlo trovato per giorni in quelle condizioni. Ora sono
passate settimane dall’incendio consumatosi in via Persico. E nonostante la segnalazione,
quei rami non sono stati rimossi. D’altra parte, come la residente aveva spiegato, non erano
neppure l’unica barriera architettonica presente su quella strada. Però era senz’altro quella
più facile da eliminare.
(fonte http://garbatella.romatoday.it/garbatella/via-persico-disabili.html)
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Arrivano le Olimpiadi dei sordi: 62 gli
atleti italiani
I Deaflympics si disputano un anno dopo le Paralimpiadi, a cadenza quadriennale.
Quest’anno si terranno a Sofia dal 26 luglio al 4 agosto. Per l’Italia occhi puntati
sulla tennista Barbara Oddone e il nuotatore Luca Germano. Domani la
presentazione della compagine azzurra
ROMA - Barbara ha 31 anni e viene da Rapallo,
provincia di Genova. Bionda, fisico statuario e occhi
orientaleggianti, col grazioso furore del suo braccio
sinistro ha conquistato 15 ori, due argenti e un
bronzo in 22 anni di carriera tennistica. Luca,
fiorentino di 25 anni, è altrettanto biondo, statuario
e aggraziato. La prima volta si è tuffato in piscina
all’età di dieci anni e da allora ne è uscito il minimo
indispensabile: giusto il tempo di dedicarsi all’altra sua passione, lo studio dell’arte. Nel
2009, a Taipei, mentre il Coni lo adocchiava come atleta “di interesse olimpico”, il
nuotatore ha stabilito tre record mondiali, nei 100 e 400 metri a stile libero e nei 200 a
farfalla. Ad accomunare Barbara e Luca, però, non c’è solo lo sport praticato a livello
agonistico. Tutti e due, infatti, sono sordi: oltre a gareggiare spesso con i normodotati, sono
entrambi iscritti alla Fssi, la Federazione italiana degli sport silenziosi. Barbara Oddone e
Luca Germano sono gli italiani di punta per le prossime Deaflympics, le Olimpiadi riservate
agli atleti non udenti, la cui edizione 2013 è alle porte a Sofia, in Bulgaria. Le gare
inizieranno il 26 luglio per chiudersi il 4 agosto: 62 gli atleti italiani presenti, che si
cimenteranno in 11 delle 19 specialità del programma (basket, bowling, nuoto, ciclismo,
mountain bike, judo, karate, orientamento, pallavolo, tennis, tennistavolo). La spedizione
azzurra viene presentata alla stampa domani, 18 luglio, nella sede del Cip a Roma.
La manifestazione è più antica delle stesse Paralimpiadi ma nonostante questo è pressoché
ignorata dai media e dal grande pubblico. Il mensile “SuperAbile Magazine”, edito
dall’Inail, ne parla in un articolo pubblicato sul numero di aprile. “In Italia – spiega Daniela
Mazzocco, presidente Fssi – gli sport delle persone sorde non sono molto conosciuti,
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perché nessuno ha interesse a pubblicizzarli. La televisione finora non ha mai ritenuto
opportuno mandare in onda questo tipo di competizioni, forse per la difficoltà a trovare
sponsorizzazioni”. Un vero peccato, visto lo spessore degli atleti espressi dal circuito dei
non udenti: nel 2009, al rientro dai Giochi di Taipei, fu lo stesso Germano, a confessare di
essersi dovuto ricredere sul livello degli avversari. “Mi aspettavo competizioni di media
difficoltà – ammise in seguito –, invece mi sono trovato di fronte a gente con una
motivazione mostruosa, con grinta e talento da vendere”. Quell’anno, Germano si portò a
casa sei medaglie (tre ori, due argenti e un bronzo), che lo incoronarono campione assoluto
del 2009. Non fu da meno la Oddone, che conquistò un oro nel singolo, un argento nel
doppio misto e un bronzo nel doppio femminile.
A Parigi era presente Emidio Piacenza, un giovane sordo che, rientrato a Milano, fondò il
primo club calcistico per non udenti, costituendo in seguito il Comitato sport silenzioso
d’Italia, progenitore della Fssi. Agli ultimi Giochi (Taipei 2009), la delegazione italiana è
tornata a casa con 14 medaglie, una in meno dell’edizione precedente, svoltasi nel 2005 a
Melbourne. Tutto questo, però, non è bastato a risvegliare l’interesse dei media nostrani.
La Nazionale di pallacanestro ha avuto una genesi tra le più insolite. A raccontarcela è il
direttore tecnico Beatrice Terenzi, giornalista sportiva per “Il Resto del Carlino” di Pesaro:
è stata soprattutto lei a volere questa squadra, nata attraverso il passaparola sul web. “Nel
2010, seguendo per il giornale la Nazionale silenziosa di volley, scoprii che in federazione
non esisteva ancora una squadra di basket –ricorda –. Con la mia collega Elisabetta Ferri
decidemmo di fare un tentativo: creammo una pagina Facebook, con un invito a
raggiungerci per tutte le cestiste non udenti”. All’appello rispondono ragazze da tutta Italia.
“Soltanto il capitano, Cristina Taurino, viene da Pesaro. Le altre sono arrivate da Mantova,
Palermo, Verona; molte di loro provenivano da altri sport e abbiamo dovuto formarle. La
stessa Taurino gioca tutt’ora a calcio, con ottimi risultati”.
Nel febbraio del 2009, poco prima delle Olimpiadi di Taipei, il Cip (Comitato paralimpico
italiano) ha riconosciuto la Fssi come Federazione paralimpica. “A oggi – conclude la
presidente Mazzocco – siamo parificati alle federazioni nazionali affiliate al Coni. Questo
perché abbiamo soddisfatto tutti i criteri necessari: abbiamo 28 discipline praticate in 20
regioni, con la partecipazione di circa 1.600 atleti per 105 società affiliate”. Una gioiosa
macchina da guerra che si sta già mettendo in moto per la Bulgaria. Con un preciso
obiettivo: superare gli eccellenti risultati di quattro anni fa. (Antonio Storto)
(fonte http://www.redattoresociale.it/)
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Irlanda: “messaggi di odio” a Dublino,
denuncia il Consiglio per gli immigrati
irlandese
L’organizzazione denuncia atti di xenofobia sempre più frequenti a Dublino; presi di mira
anche i suoi uffici.
C’è stato un aumento “notevole” di messaggi razzisti a Dublino negli ultimi giorni, secondo
quanto denuncia un gruppo che lavora in difesa dei diritti degli immigrati. Una casa a
Dublino è stata attaccata e i suoi muri imbrattati con graffiti che incitavano la famiglia, di
origine straniera che lì vive, ad andarsene. Il Consiglio per gli immigrati irlandese ha
osservato che l’attacco ha coinciso con l’affissione di manifesti razzisti nel centro della città
di Dublino e con l’apparizione di scritte e messaggi antisemiti dipinti sulla porta della sede
centrale della Anglo Irish Bank.
Alcuni dei manifesti in città sostengono che gli irlandesi sono stati vittima di pulizia etnica.
Due altri manifesti sono stati incollati sulle finestre degli stessi uffici del Consiglio per gli
immigrati facendo riferimento al ricongiungimento familiare degli immigrati che sono stati
separati dalle severe norme in materia di immigrazione in Irlanda. I poster recitano “Che ne
dite di ri-unire le famiglie irlandesi?”.
Denise Charlton, direttore del Consiglio per gli immigrati irlandese, ha dichiarato che i
manifesti apparsi nel centro della città sembrano essere parte di un’azione coordinata.
“Non c’è posto a Dublino per tali messaggi di odio”, ha detto Charlton. “È importante che
tali incidenti non siano minimizzati e siano gestiti in maniera seria”. Denise Charlton
denuncia altri otto incidenti di matrice razzista che sono stati segnalati in un solo giorno e
ha invitato i rappresentanti pubblici a cogliere “ogni occasione per far capire che non c’è
nessun livello accettabile di razzismo e xenofobia”.
(Samantha Falciatori)
(fonte http://www.immigrazioneoggi.it/daily_news/notizia.php?id=005554)
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Nozze gay, la Gran Bretagna dice sì
è arrivato anche il sigillo della Regina
LONDRA - Dopo un percorso parlamentare
travagliato ieri la legge sulle nozze gay ha
ottenuto il via libera definitivo grazie
all'approvazione formale della regina Elisabetta.
Dopo la Francia, anche la Gran Bretagna fa un
grande passo avanti verso l'uguaglianza e la
prossima primavera (il tempo di implementare
le norme) potrà celebrare i primi matrimoni tra
coppie dello stesso sesso.
La legge permette loro di sposarsi con cerimonia sia civile che religiosa e di convertire la
precedente civil partnership in matrimonio vero e proprio. Adesso toccherà alle diverse
organizzazioni religiose fare sapere se intendono o meno aderire. La chiesa cattolica e i
musulmani hanno già rigettato la proposta criticandola aspramente. Mentre la chiesa
d'Inghilterra e quella del Galles (pure contrarie) sono escluse per legge per evitare di
trovarsi impelagate in cause per discriminazione e violazione dei diritti umani. Il capo degli
anglicani, l'arcivescovo di Canterbury Justin Welby, aveva già espresso qualche settimana fa
il suo giudizio: «Questa decisione abolisce l'istituzione del matrimonio, la ridefinisce e la
ricrea. Il risultato è solo la confusione».
GLI ENTUSIASTI
Ad aver mostrato entusiasmo per questo importante passo sono stati finora i quaccheri e
l'ebraismo liberale. Il rabbino Danny Rich, che rappresenta 40 sinagoghe in tutto il Paese,
ha commentato al Daily Telegraph: «Mi congratulo con i parlamentari che hanno messo
l'uguaglianza prima del pregiudizio. Non vediamo l'ora di celebrare il nostro primo
matrimonio gay».
Anche le Camere hanno esultato quando è giunta la notizia del sigillo reale, nonostante
molti conservatori avessero votato contro durante i vari passaggi in parlamento. Elisabetta
II ha approvato una delle leggi più radicali del suo regno, commentano i giornali britannici.
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E il risultato è tanto più straordinario se si considera che la norma è stata fortemente voluta
da un premier conservatore, David Cameron, che ha rischiato di perdere il consenso del
suo stesso partito.
Mentre le associazioni in difesa dei diritti gay ieri proclamavano la loro vittoria, la chiesa
cattolica ha riservato parole durissime: «Il matrimonio ha perso significato. Non è più
l'unione tra un uomo e una donna per la procreazione dei figli. Hanno deciso che adesso
deve essere qualcosa di diverso di ciò che è stato per tutta la storia dell'umanità», ha
criticato Dave Landrum, direttore di Evangelical Alliance.
Ma qualche dichiarazione amareggiata è arrivata anche tra le file dei conservatori. «È
incredibile come una legge rifiutata dalla maggioranza dei Tory si sia fatta strada come un
bulldozer attraverso le due Camere», ha detto alla Bbc il deputato Gerald Howarth, da
sempre critico sull'iniziativa di Cameron.
VITTORIA SCHIACCIANTE
È alla camera Alta che il provvedimento ha incontrato la resistenza più dura. Lord Dear
aveva proposto un emendamento che ne avrebbe impedito un secondo passaggio
bloccandola definitivamente e mettendo in grave imbarazzo il premier. Ma alla fine la
vittoria è stata schiacciante: 390 voti contro 148. Mentre ai Comuni era passata con una
maggioranza di 205 voti.
Anche dall'Italia ci sono state reazioni. «È triste che la Repubblica italiana si faccia dare
lezioni di uguaglianza fra i cittadini da una testa coronata», ha dichiarato Sergio Lo Giudice,
senatore del Pd ed ex presidente di Arcigay.
(fonte
http://www.ilmessaggero.it/PRIMOPIANO/ESTERI/regina_elisabetta_nozze_gay_legge
_approvata/notizie/305552.shtml)
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Convegno nazionale:
Prove di futuro. Integrazione,
cittadinanza, seconde generazioni
Piacenza, 13 - 14 settembre 2013
Iscrizioni entro il 4 settembre
Integrazione, della cittadinanza e delle cosiddette
seconde generazioni rappresentano gli assi tematici
attorno a cui ruota questo importante convegno indetto
dal MIUR e dall’Ufficio Scolastico regionale, in collaborazione il Comune e la Provincia di
Piacenza, con l’Università cattolica del Sacro Cuore e la Fondazione Piacenza e Vigevano.
Piacenza – sede della facoltà di Scienze della Formazione dell’Università Cattolica del S.
Cuore che ospiterà il convegno, è anche una delle province a più alta densità di alunni di
cittadinanza non-italiana nelle scuole.
Il convegno si snoda attraverso due intense giornate di lavori, che vedranno la presenza di
rappresentanti del mondo accademico, scolastico e istituzionale. E’ prevista in apertura
anche la presenza del Ministro Cécile Kyenge.
Nel pomeriggio di venerdì 13 settembre si svolgeranno sessioni tematiche parallele. Ogni
sessione è coordinata da due figure: un esperto che introduce il tema, un coordinatore che
guida i lavori della sessione. Uno dei due relazionerà i risultati nelle plenaria finale.
In ogni sessione vengono presentate e discusse 5/6 esperienze e ricerche
Chiusura iscrizioni: 4 settembre 2013 e in ogni caso al raggiungimento di numero 300 posti.
(FONTE http://www.roma-intercultura.it/?sez=Notizia&indice=10396)