rassegna stampa 18 luglio 2013

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Contact Center 800.90.10.10 - www.unar.it Presidenza del Consiglio dei Ministri DIPARTIMENTO PER LE PARI OPPORTUNITÀ UFFICIO NAZIONALE ANTIDISCRIMINAZIONI RAZZIALI RASSEGNA STAMPA MONITORAGGIO E APPROFONDIMENTO DEI FENOMENI DISCRIMINATORI NEI MEDIA E SUL WEB Anno IV - Roma,18 Luglio 2013 A cura di Fernando FRACASSI Resp. Comunicazione Contact Center Collaborazione Monica D’Arcangelis, Alessandro Tudino

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Contact Center 800.90.10.10 - www.unar.it

Presidenza del Consiglio dei Ministri DIPARTIMENTO PER LE PARI OPPORTUNITÀ

UFFICIO NAZIONALE ANTIDISCRIMINAZIONI RAZZIALI

RASSEGNA STAMPA MONITORAGGIO E APPROFONDIMENTO

DEI FENOMENI DISCRIMINATORI NEI MEDIA E SUL WEB

Anno IV - Roma,18 Luglio 2013

A cura di

Fernando FRACASSI Resp. Comunicazione

Contact Center

Collaborazione

Monica D’Arcangelis,

Alessandro Tudino

Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web 18/07/2013

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Razzismo in classe: «Mi sporco le mani»

Il prete di Pianzano denuncia dal pulpito l’episodio accaduto alle

elementari: «Chi vota certi personaggi deve vergognarsi»

GODEGA DI SANT'URBANO. «Deve

vergognarsi chi è razzista e deve vergognarsi anche

chi vota questi personaggi». È questo il pensiero

espresso dal pulpito di don Vittorino Battistella

durante la messa domenicale. Il suo non è stato solo un anatema nei confronti del

vicepresidente del Senato Roberto Calderoli, ma anche nei confronti dei leghisti e chi dà

loro consenso. E intanto a Pianzano accade che un bambino si rifiuta di dare la mano a un

suo compagno di colore: «Non voglio sporcarmi le mani», ha spiegato il piccolo alla

maestra. «Ecco a cosa portano i commenti razzisti» ha detto il parroco. Don Vittorino ha

tenuto una dura e forte omelia e ripetuto più volte la parola «vergogna», commentando

quanto riferito poche ore prima da Calderoli, che aveva definito un «orango» il ministro

Cecile Kyenge.

Come esempio su cosa possano portare certe espressioni, è stato raccontato l'episodio del

bimbo di Pianzano che non voleva dare la mano al coetaneo dalla pelle scura. La sua è

stata un'omelia incentrata sull'anti razzismo e l'integrazione e l'accoglienza di chi viene in

Italia da altre parti del mondo in cerca di aiuto. Il prete però non solo ha condannato le

parole dell'ex ministro leghista, ma anche chi vota Lega. «Deve vergognarsi anche chi li

vota», ha affermato il parroco di Godega. Il partito del Carroccio non è stato nominato dal

sacerdote, ma chiaro è stato il riferimento a quei movimenti, come la Lega Nord. Don

Vittorino è da quasi dieci anni alla guida dell'Unita pastorale di Godega-Pianzano-Bibano

insieme a don Livio Dall'Anese. È stimato dai fedeli perchè oltre ad occuparsi delle anime

non esista a schierarsi a fianco dei cittadini per sostenere i loro problemi concreti. Non è la

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prima volta che don Vittorino Battistella critica i leghisti. Negli anni delle battaglie contro

l'apertura del casello dell'autostrada A28, il parroco si era schierato con i pianzanesi e i

comitati che si opponevano.

Non erano mancati attriti con l'allora vicegovernatore del Veneto Luca Zaia, che aveva

telefonato personalmente al prete per confrontarsi e chiarirsi. Qualche altro esponente

della Lega Nord aveva chiesto le dimissioni del parroco perchè aveva preso posizione e per

un'altra vicenda legata a un'omelia su Babbo Natale. Sicuramente le dimissioni non le ha

presentate Roberto Calderoli. Ieri, come nella migliore tradizione, questa sì tutta italiana, ha

fornite le sue scuse ma riferito che non lascerà la vicepresidenza del Senato. «Ho fatto una

sciocchezza ma il giudizio sul mio ruolo di vicepresidente deve essere dato su quello che

faccio in questa aula», ha dichiarato Calderoli in Senato, «il mio è un errore grave ma non è

razzismo».

(fonte http://tribunatreviso.gelocal.it/cronaca/2013/07/17/news/razzismo-in-classe-mi-sporco-le-mani-1.7435037)

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Insulti razzisti:punitii Velox e Cercivento

Dovranno giocare le partite del prossimo fine settimana senza pubblico a

causa delle offese rivolte domenica scorsa dai tifosi e dai tesserati nei

confronti di un giocatore avversario e di un arbitro

TOLMEZZO. Velox-Cavazzo e Cercivento-Il

Castello in programma nel prossimo fine settimana

non saranno due partite come tante. Già perchè si

giocheranno a porte chiuse, cioè senza spettatori,

senza tifosi. Un provvedimento “storico” non solo

per il campionato Carnico, ma per il calcio

dilettanti regionale, quello assunto dal giudice

sportivo della Delegazione di Tolmezzo, avvocato

Luigi Pugnetti che ha applicato le nuove norme in

materia di razzismo per punire le intemperanze dei

tifosi della Velox e dei tesserati del Cercivento

domenica scorsa nei confronti di un giocatore di

colore della Pontebbana e di un arbitro della sezione di Maniago di origine africana. Il

Carnico archivia con le decisioni di ieri sera una domenica “bestiale” dalla Prima alla

Seconda categoria. Da Paularo a Cercivento.

Partite di campionati diversi legate tra loro dall’odioso filo del razzismo. A Paularo, al

termine della gara persa dalla Velox per 1-2 con la Pontebbana, è stato il centravanti ospite

Jean Claude Bedi a essere preso di mira dai tifosi di casa. Pare che da un sarcastico «Chi

credi di essere Balotelli?», si è passati a insulti più pesanti, come spiegato dall’arbitro nel

suo referto, cioè a frasi «di chiaro contenuto discriminatorio per ragioni di razza e/o

colore». Atteggiamento da condannare davanti al quale a nulla valgono improbabili

giusitificazioni che tirano in ballo un presunto carattere irascibile del giocatore, pare non

nuovo a gesti e reazioni plateali e provocatorie nei confronti dei tifosi avversari. Il giudice

sportivo è andato giù pesante obbligando ora la Velox a giocare le prossime due partite,

con Cavazzo e Mobilieri, senza pubblico. Un provvedimento disciplinare da interpretare

come esempio per scongiurare repliche, visto che sotto il profilo puramente punitivo

rischia di aver scarsi effetti in quanto il campo di Paularo non essendo all’interno di una

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struttura chiusa, permetterà ugualmente la visione delle partite anche dalla strada limitrofa.

Da aggiungere anche l’inibizione del dirigente della Velox Fabrizio Blanzan sino al 18

gennaio 2014 per «reiterate proteste nei confronti del direttore di gara e per aver proferito

nei confronti del giocatore numero 9 della Pontebbana al momento dell’espulsione e alla

fine dell’incontro insulti per motivi di razza e/o colore». Come detto dovrà giocare un

turno a “porte chiuse” anche il Cercivento (Seconda categoria) a causa degli insulti

profferiti da due tesserati nei confronti dell’arbitro di origine africana.

L’allenatore Gilberto Tessitori è stato squalificato fino al 18 marzo del prossimo anno,

mentre il giocatore Devid Morassi dovrà restare lontano dai campi di gioco per dieci

giornate

(fonte http://messaggeroveneto.gelocal.it/sport/2013/07/17/news/insulti-razzisti-punitii-velox-e-cercivento-1.7436317)

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Pd Veneto denuncia nuovo caso di offese

razziste al ministro Kyenge da parte della

Lega

Gabriele Michieletto, presidente dell'assemblea comunale di Scorze' nel proprio

profilo in Facebook ha postato la foto di un orango commentata da una didascalia

in cui il primate si paragona al ministro per l'integrazione

Venezia - ''Dopo Calderoli e Stival, ora anche il presidente del Consiglio comunale di

Scorze'. Ormai si moltiplicano gli esponenti della Lega che scelgono di colpire

sistematicamente il ministro Kyenge: dal livello nazionale a quello regionale e locale, si

ripetono gli attacchi volgari e razzisti per delegittimare le istituzioni e fomentare

l'antipolitica''. Il consigliere regionale veneto Bruno Pigozzo prende posizione, insieme ai

colleghi del Pd, ''nei confronti di Gabriele Michieletto, presidente dell'assemblea comunale

di Scorze', che nel proprio profilo in Facebook ha postato la foto di un orango commentata

da una didascalia in cui il primate si paragona al ministro per l'integrazione Cecile Kyenge

aggiungendo 'ma io sono piu' bella e simpatica'''. ''Non vogliamo ne' possiamo accettare

queste becere provocazioni - scandisce Pigozzo - ed esigiamo dai responsabili istituzionali e

di partito fermezza ed atti concreti di denuncia per bloccare sul nascere questa pericolosa

deriva''. ''I danni che tale azione concentrica sta provocando sono gravi - aggiunge

l'esponente del Pd veneziano - soprattutto nei confronti delle giovani generazioni che

rischiano di assuefarsi a questi atteggiamenti, arrivando a considerare la mancanza di

rispetto come una prassi normale nei quotidiani luoghi di vita: famiglia, scuola, sport,

divertimento, convivenza sociale in genere. La Lega sta dimostrando tutta la propria

irresponsabilita' democratica e civile''.

(fonte http://www.stranieriinitalia.it/attualita-pd_veneto_denuncia_nuovo_caso_di_offese_razziste_al_ministro_kyenge_da_parte_della_lega_17498.html)

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Kyenge, condannata a 13 mesi leghista

che invitò a stupro

Padova - E' stata condannata a 13 mesi per direttissima Dolores Valandro, l'ex consigliera

di quartiere leghista di Padova (espulsa dal partito), che aveva pubblicato su Facebook la

frase "Mai nessuno che la stupri? ", facendo riferimento con un link al ministro

all'Integrazione, Cecile Kyenge. La richiesta del pm era stata di un anno e quattro mesi di

reclusione per istigazione alla violenza per fini razziali.

L'udienza si è tenuta oggi presso il Tribunale di Padova, dove la donna è apparsa in lacrime

e pentita. Quattro le parti civili a cui sono stati riconosciuti risarcimenti per complessivi 13

mila euro, di cui 10 mila al Comune di Padova e mille a testa a tre associazioni contro il

razzismo. Tuttavia il pagamento delle provviginali è stato sospeso in attesa dell'appello che

si terrà al Tribunale di Venezia. "Faremo ricorso - ha dichiarato infatti l'avvocato della

Valandro, Massimiliano Nicolai - perché già dalla condanna di primo grado si intuisce che

le prove sono insufficienti, la pena è il minimo possibile e la finalità razzista non c'è. Nella

frase della Valandro semmai c'è ingiuria o diffamazione, per cui sarebbe servita una querela

di parte dal ministro Kyenge. Non c'è alcun riferimento a questioni di pelle, o a etnia o

razzismo in genere".

( fonte LaPresse)

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Torna Sartori, xenofobia in salsa

accademica

Il Professore sul Corriere attacca di nuovo Kyenge. Poi nega che possa

esserci integrazione tra differenti etnie. La prova? La lettera di un suo lettore

Roma –- Credevamo e speravamo che il Corriere della Sera avesse ingloriosamente

"accomodato" lo sconclusionato Sartori nella pagina dei commenti se non proprio fuori

dalle pagine del quotidiano.

Ed invece eccolo rispuntare in un editoriale in cui tenta di dare una veste presentabile alle

"incontinenze" verbali di Calderoli & Co. Il bersaglio come al solito è la Ministra Kyenge

rea di essere un'oculista ispirata dalla "comunista" e "terzomondista" Livia Turco, e che per

aggravante, e questo proprio non doveva farlo, ha quella di non leggere i sacri scritti del

Sartori. Tutto il contrario di un noto accademico torinese che scrive al Sartori una lettera

che in 4 righe liquida definitivamente uno dei dibattiti contemporanei più complessi: "È

possibile che un nigeriano, un romeno ed un marocchino prendano il caffè nello stesso

bar?" . Ed ecco che con un estratto della lettera di un suo lettore e due sgangherate e

tautologiche affermazioni il Sartori dimostra che no, non è possibile. Quanto fortunati

siamo ad aver lui che ci illumina! Ma siccome la fortuna non è mai troppa eccolo rivelarci

cha anche il Presidente della Camera Laura Boldrini non ha, neanche lei, i numeri per stare

dove sta. Il perché non ce lo dice, ma ci fidiamo sulla parola. A Sartori segnaliamo solo che

il Presidente della Camera non ha nulla a che fare con il Presidente del Consiglio e la sua

squadra di Ministri. Per il resto ci mancan le parole... Al Corriere va, insieme alla nostra

comprensione, anche il nostro invito a riflettere se a volte non sia meglio pagare le penali

che i contratti con i collaboratori prevedono piuttosto che ospitare una simile accozzaglia

di xenofobia in salsa accademica. Soprattutto in un momento in cui il mondo intero si

indigna per un episodio, gli insulti razzisti della quarta carica dello Stato ad un Ministro

della Repubblica, unico nella storia contemporanea delle democrazie occidentali.

(Gianluca Luciano)

(fonte http://www.stranieriinitalia.it/attualita-

torna_sartori_xenofobia_in_salsa_accademica_17493.html)

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Kyenge, la Lega rilancia: a Torino una

manifestazione contro lo ius soli

Iniziativa decisa dai vertici del partito, durante la riunione della

segreteria federale: avrà luogo il sette settembre. Cavallotto, Lega

Nord “Il Ministro Kyenge dice idiozie”. Durando, Pastorale

migranti “Posizione anacronistica. Lo Ius soli è una necessità di

fatto”

TORINO – Non accenna a placarsi la polemica sugli insulti rivolti al ministro Cecile

Kyenge, le cui sembianze fisiche sono state paragonate a quelle “di un orango” dal

vicepresidente del senato Roberto Calderoli, intervenuto sul palco della “Festa del Trei”, a

Treviglio, nella Bassa bergamasca.

E proprio mentre l’ex ministro leghista – ora indagato dalla Procura di Bergamo per

istigazione all’odio razziale - respinge le dimissioni chieste a gran voce persino dal premier

Letta, la Lega rilancia indicendo “una grande manifestazione per la legalità e il contrasto

all’immigrazione clandestina”. L’iniziativa, concordata durante la riunione della Segreteria

federale del partito, si terrà a Torino il prossimo 7 settembre: sembra sia stato lo stesso

governatore Cota a chiedere che fosse il capoluogo sabaudo a ospitarla. Ancora una volta,

al centro della protesta c’è la proposta di legge sullo Ius soli, il diritto di cittadinanza per i

figli dei migranti nati sul suolo italiano, che il ministro per l’Integrazione Kyenge spera di

trasformare a stretto giro in legge dello stato.

Gli esponenti locali del partito sono molto chiari, sul punto: “Noi – spiega Mario Carossa,

presidente del gruppo leghista in Consiglio regionale – riteniamo che in Italia il problema

dell’immigrazione non sia neanche lontanamente gestito, al momento. E, con la legge sullo

Ius Soli, tutto questo non potrà che peggiorare. Sia chiaro, io non approvo quanto detto da

Calderoli, anche se credo che la sua fosse una semplice battuta di spirito. Ma continuerò a

lottare per non dover vivere in un paese invaso da altre nazioni”.

Ancora più esplicito l’ex deputato Davide Cavallotto, a sua volta Torinese, il cui mandato è

terminato nello scorso marzo: “Il caso Kyenge - spiega - con tutte le accuse di razzismo

che ne sono seguite, viene usato come una bandiera per sviare l’attenzione del paese da

problemi ben più gravi. Il punto, qui, non è il colore della pelle del ministro, che per

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quanto mi riguarda potrebbe essere anche di Pralormo (comune in provincia di Torino,

nda). Il problema è che la Kyenge dice una serie de infinita di cretinate, ed è su quelle che

noi la attacchiamo. Prendiamo, ad esempio, i paragoni fatti con altri paesi europei: l’unico a

prevedere lo Ius soli, in realtà, è la Francia, che ha situazione completamente diversa dalla

nostra, in materia di immigrazione. Per non parlare poi degli Stati uniti, che hanno una

legislazione ferrea in merito”.

Di tutto altro avviso, come prevedibile, il mondo dell’associazionismo, che con i migranti

vive e lavora a stretto contatto. “Quella leghista - chiarisce Sergio Durando, direttore della

Pastorale migranti e presidente dell’Associazione animazione interculturale – è una

posizione anacronistica, superata dai fatti. Mi capita sempre più spesso di incontrare

bambini con tratti somatici diversi dai nostri, che affermano candidamente di essere

torinesi: come possiamo dar loro torto, dal momento che sono nati qui? Eppure la legge

continua a disconoscerli. Negli stessi giorni in della manifestazione leghista, peraltro, a

Torino si svolgerà la Settimana sociale dei cattolici italiani, dove si discuterà, ancora una

volta, di famiglie immigrate. Nell’ultima edizione, quattro anni fa, il mondo cattolico aveva

espresso una posizione molto forte proprio in favore dello Ius soli: nel frattempo le

cosiddette ‘seconde generazioni’ sono aumentate. Ormai parliamo di una realtà di fatto ed è

arrivato il momento che la legge si metta al passo”.

“i paragoni con gli Stati Uniti – gli fa eco Roberto Forte, vicepresidente dell’associazione

Terra del fuoco, che da anni lavora con Rom e rifugiati politici – sono ridicoli. A tal

proposito, basti pensare che la lingua più parlata a Miami è lo spagnolo. Se loro riescono a

gestire la questione con flussi migratori infinitamente più grandi dei nostri, non vedo quale

dovrebbe essere il problema qui in Italia. Il nostro paese ormai è pieno di italiano di fatto,

che non lo sono però di fronte alla legge, visto che da noi vige ancora lo Ius Sanguis:

riconoscergli il diritto di cittadinanza è un atto dovuto. E non vuol certo dire, come

vorrebbero farci credere i leghisti, aprire le porte a orde fameliche che aspettano di

conquistarci; sarebbe un semplice atto di civiltà” (ams)

(www.redattoresociale.it)

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Cassazione: "Resta doppio cognome a chi

diventa italiano"

Accolto il ricorso di un uomo nato in Perù da genitori stranieri, diventato italiano

dopo aver risieduto in Italia per oltre 10 anni - che si era visto cancellare dal suo

atto di nascita e da quello dei suoi figli il doppio cognome dall'ufficiale di stato

civile italiano

Roma - Gli immigrati che hanno un doppio

cognome, come quelli provenienti da Paesi di

tradizione ispanica dove ai neonati viene attribuito

il primo cognome del padre e il primo della madre,

hanno diritto a mantenerlo anche nel momento in

cui acquisiscono la cittadinanza italiana. Lo ha

sancito la prima sezione civile della Cassazione,

accogliendo il ricorso di un uomo - nato in Perù da

genitori stranieri, diventato italiano dopo aver risieduto in Italia per oltre 10 anni - che si

era visto cancellare dal suo atto di nascita e da quello dei suoi figli il doppio cognome

dall'ufficiale di stato civile italiano. La Suprema Corte, dunque, non ha condiviso la tesi dei

giudici d'appello di Milano che, su reclamo del sindaco di Cornaredo e del Viminale,

avevano revocato una precedente decisione del tribunale milanese favorevole

all'immigrato, dichiarando legittima la correzione del cognome sui documenti effettuata

dall'ufficiale di stato civile, rilevando che "in caso di cambiamento di nazionalita' viene

applicata la legge dello Stato di nuova nazionalità", e la legge italiana prevede l'attribuzione

del solo cognome paterno. Per gli 'ermellini', invece, "il nome - si legge nella sentenza

depositata ieri - e' incontrovertibilmente un diritto della personalita', tutelato anche a livello

costituzionale, oltre che dalla normativa ordinaria", per cui "deve ritenersi che una

modifica coattiva del cognome potrebbe essere consentita solo in presenza di diritti di

rango parimenti elevato".

(fonte http://www.stranieriinitalia.it/attualita-cassazione_resta_doppio_cognome_a_chi_diventa_italiano_17499.html)

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OMOFOBIA. PIOGGIA DI EMENDAMENTI

PDL, TESTO IN AULA SLITTA AL 26

SI CERCA SINTESI: OLTRE 400 LE

PROPOSTE DI MODIFICA

Roma . - Slitta a venerdi' 26 l'approdo in aula sul testo con le nuove norme contro

l'omofobia. E' quanto ha deciso la capigruppo della Camera visto che in commissione sono

stati depositati 400 emendamenti da parte del Pdl e i gruppi hanno chiesto piu' tempo per

cercare di arrivare a una sintesi per una proposta piu' condivisa.

Il testo era atteso in aula a Montecitorio lunedi' 22 e adesso la discussione generale partira'

invece venerdi' 26. (DIRE)

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Rc auto e discriminazione tra i 2 sessi

Uno sguardo alle tariffe Rc auto: la parità tra i due sessi è

ancora lontana.

Stop alla differenziazione tra le tariffe Rc auto applicate

ai due sessi: lo ha stabilito la Corte di Giustizia Europea

rendendo obbligatoria la parità assicurativa a partire dal

21 dicembre 2012, tuttavia questa norma non sembra aver portato vantaggi al sesso debole.

=> Scopri tutti i rincari del settore auto

(http://www.manageronline.it/articoli/vedi/8453/aumento-iva-i-rincari-per-il-settore-

auto/)

Nonostante la condanna delle politiche discriminatorie in merito alle polizze assicurative

auto, infatti, le compagnie italiane sembrano applicare ancora tariffe differenti.

Il sesso non è più determinante nel calcolo dei premi e delle tariffe, ma stando al report

stilato dall'Ivass (Authority del settore assicurativo) le donne pagano attualmente il 13,5%

in più rispetto a un anno fa, prendendo in considerazione le neopatentate diciottenni con

una vettura di cilindrata pari a 1300 cc., in classe bonus-malus di C.U. 14.

=> Leggi come aumentano le polizze assicurative RCA

(http://www.manageronline.it/articoli/vedi/8138/spese-auto-in-aumento-nel-

2013/=%3E%20Leggi%20chi%20deve%20pagare%20il%20bollo%20in%20caso%20di%2

0Leasing)

Al contrario, le polizze stipulate dagli automobilisti uomini hanno subito una riduzione del

6,7%, e non mancano le differenze tra le Regioni del Nord e del Sud Italia. I costi per

l'assicurazione di un veicolo sono superiori nel meridione, basti pensare che l'importo

medio versato da un cinquantenne in possesso di un'auto di cilindrata medio-piccola paga

Napoli più di 1.200 euro, contro i 400 euro versati a Trento, Bolzano o Aosta.

=> Scopri le agevolazioni fiscali sulle auto uso ufficio

(http://www.manageronline.it/articoli/vedi/7028/assicurazioni-aumento-tariffe-rc-auto/)

(fonte http://www.manageronline.it/articoli/vedi/8713/rc-auto-e-discriminazione-tra-i-2-

sessi/)

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Immigrati, si rivoluziona il panorama

dell'integrazione: Piemonte in testa

Il rapporto Cnel rileva in due anni grandi cambiamenti: dal 2009 al 2011 cambia il

vertice della classifica. Il Friuli Venezia Giulia cade dal primo al quarto posto.

Scendono anche Toscana e Umbria, sostituiti al secondo e terzo posto da Emilia

Romagna e Liguria

ROMA – In soli due anni si rivoluziona il panorama

dell’integrazione in Italia. Cambia tutto al vertice della

classifica diffusa oggi dal Cnel nel suo nono rapporto

sugli indici di integrazione degli immigrati in Italia. Dai

primi tre posti scompaiono il Friuli Venezia Giulia, la

Toscana e l’Umbria, soppiantati rispettivamente da

Piemonte, Emilia Romagna e Liguria.

Il Friuli Venezia Giulia in questa nuova rilevazione scivola dal primo al quarto posto (con

oltre dieci punti in meno), la Toscana finisce all’ottavo e l’Umbria al dodicesimo. Il

Piemonte si piazza al vertice della classifica con un indice (62,8 su 100) inferiore di 8 punti

al primo della lista del 2009. L’Abruzzo e le Marche, rispettivamente al quinto e al sesto

posto con indici pressoché analoghi (60,2 e 60,1) completano il gruppo delle regioni di

fascia alta nella graduatoria. “Ancora una volta, significativamente, nessuna regione italiana

detiene un potenziale di integrazione tale che la proietti in fascia massima, con valori

dell’indice da 80,1 a 100” precisa il Cnel.

Al ridimensionamento del Friuli Venezia Giulia si accompagna quello del Veneto, passato

da un valore di 63,3 nel 2009 al 52,4 nel 2011, scendendo dal quarto al tredicesimo posto,

appena sopra il Lazio (stabile al 14esimo). Cala anche il Trentino Alto Adige, dal sesto al

nono posto. In definitiva, tutto il Nord Est – fatta eccezione per l’Emilia Romagna – “ha

conosciuto una notevole contrazione del proprio potenziale di integrazione, come

testimonia in maniera eloquente anche la graduatoria per grandi aree, dove nel corso dei

due anni considerati l’intera zona è precipitata dal secondo al penultimo posto, precedendo

solo il Sud Italia”. Questo perché l’area ha sofferto pesantemente la crisi che si è abbattuta

con particolare violenza sulle piccole e medie imprese. Fa da contraltare l’Emilia Romagna,

Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web 18/07/2013

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unica che ha migliorato il proprio indice occupazionale e guadagnando il vertice della

rispettiva classifica.

Una rivoluzione si registra anche tra le province: Macerata, Mantova e Imperia

sostituiscono rispettivamente Trieste, Prato e Reggio Emilia, che avevano i potenziali di

integrazione più alti nel 2009. Ma anche in questo caso si abbassano le percentuali di

integrazione: se Trieste primeggiava con un valore di 71,9 e Prato e Reggio Emilia

seguivano con 69,0 e 68,4, ora Macerata arriva a 66,4, seguita a ruota da Mantova e Imperia

(66,2 e 65,9). Secco il crollo di Trieste, scivolata bruscamente al 30esimo posto, con un

potenziale di integrazione calato di oltre 11 punti. Male anche Gorizia e Pordenone, nel

2009 al quarto e quinto posto, oggi al cinquantesimo e al 27esimo. Prato è anch’essa

precipitata dal secondo al 19esimo posto. Una circostanza, questa, che il Cnel definisce

“particolarmente significativa alla luce della peculiarità dell’area, da dove negli ultimi tempi

si registra un esodo di imprenditori cinesi”. Reggio Emilia, dal canto suo, è passata dal

terzo al 25esimo posto.

(fonte http://www.redattoresociale.it/)

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Garbatella: via Ignazio Persico resta

inaccessibile ai disabili

Le fronde dell'albero, dimenticate sulla strada alcune settimane fa, rimangono al

loro posto. E per le persone disabili via Persico rimane off limits

Roma - Circa una settimana fa avevamo segnalato la presenza di rami accatastati a terra su

un marciapiede di via Ignazio Persico. Il fascio di rami, in parte arrotolati attorno ad un

nastro della polizia municipale, sta ancora lì. Probabilmente quelle fronde semi

carbonizzate, sono il risultato d’una potatura d’urgenza, resasi necessaria dopo che delle

fiamme avevano semi carbonizzato un albero e bruciato moto, scooter e biciclette, sul lato

opposto del marciapiede.

Una residente non deambulante, ovviamente impossibilitata a transitare su quel

marciapiede, ci aveva confessato d’ averlo trovato per giorni in quelle condizioni. Ora sono

passate settimane dall’incendio consumatosi in via Persico. E nonostante la segnalazione,

quei rami non sono stati rimossi. D’altra parte, come la residente aveva spiegato, non erano

neppure l’unica barriera architettonica presente su quella strada. Però era senz’altro quella

più facile da eliminare.

(fonte http://garbatella.romatoday.it/garbatella/via-persico-disabili.html)

Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web 18/07/2013

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Arrivano le Olimpiadi dei sordi: 62 gli

atleti italiani

I Deaflympics si disputano un anno dopo le Paralimpiadi, a cadenza quadriennale.

Quest’anno si terranno a Sofia dal 26 luglio al 4 agosto. Per l’Italia occhi puntati

sulla tennista Barbara Oddone e il nuotatore Luca Germano. Domani la

presentazione della compagine azzurra

ROMA - Barbara ha 31 anni e viene da Rapallo,

provincia di Genova. Bionda, fisico statuario e occhi

orientaleggianti, col grazioso furore del suo braccio

sinistro ha conquistato 15 ori, due argenti e un

bronzo in 22 anni di carriera tennistica. Luca,

fiorentino di 25 anni, è altrettanto biondo, statuario

e aggraziato. La prima volta si è tuffato in piscina

all’età di dieci anni e da allora ne è uscito il minimo

indispensabile: giusto il tempo di dedicarsi all’altra sua passione, lo studio dell’arte. Nel

2009, a Taipei, mentre il Coni lo adocchiava come atleta “di interesse olimpico”, il

nuotatore ha stabilito tre record mondiali, nei 100 e 400 metri a stile libero e nei 200 a

farfalla. Ad accomunare Barbara e Luca, però, non c’è solo lo sport praticato a livello

agonistico. Tutti e due, infatti, sono sordi: oltre a gareggiare spesso con i normodotati, sono

entrambi iscritti alla Fssi, la Federazione italiana degli sport silenziosi. Barbara Oddone e

Luca Germano sono gli italiani di punta per le prossime Deaflympics, le Olimpiadi riservate

agli atleti non udenti, la cui edizione 2013 è alle porte a Sofia, in Bulgaria. Le gare

inizieranno il 26 luglio per chiudersi il 4 agosto: 62 gli atleti italiani presenti, che si

cimenteranno in 11 delle 19 specialità del programma (basket, bowling, nuoto, ciclismo,

mountain bike, judo, karate, orientamento, pallavolo, tennis, tennistavolo). La spedizione

azzurra viene presentata alla stampa domani, 18 luglio, nella sede del Cip a Roma.

La manifestazione è più antica delle stesse Paralimpiadi ma nonostante questo è pressoché

ignorata dai media e dal grande pubblico. Il mensile “SuperAbile Magazine”, edito

dall’Inail, ne parla in un articolo pubblicato sul numero di aprile. “In Italia – spiega Daniela

Mazzocco, presidente Fssi – gli sport delle persone sorde non sono molto conosciuti,

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perché nessuno ha interesse a pubblicizzarli. La televisione finora non ha mai ritenuto

opportuno mandare in onda questo tipo di competizioni, forse per la difficoltà a trovare

sponsorizzazioni”. Un vero peccato, visto lo spessore degli atleti espressi dal circuito dei

non udenti: nel 2009, al rientro dai Giochi di Taipei, fu lo stesso Germano, a confessare di

essersi dovuto ricredere sul livello degli avversari. “Mi aspettavo competizioni di media

difficoltà – ammise in seguito –, invece mi sono trovato di fronte a gente con una

motivazione mostruosa, con grinta e talento da vendere”. Quell’anno, Germano si portò a

casa sei medaglie (tre ori, due argenti e un bronzo), che lo incoronarono campione assoluto

del 2009. Non fu da meno la Oddone, che conquistò un oro nel singolo, un argento nel

doppio misto e un bronzo nel doppio femminile.

A Parigi era presente Emidio Piacenza, un giovane sordo che, rientrato a Milano, fondò il

primo club calcistico per non udenti, costituendo in seguito il Comitato sport silenzioso

d’Italia, progenitore della Fssi. Agli ultimi Giochi (Taipei 2009), la delegazione italiana è

tornata a casa con 14 medaglie, una in meno dell’edizione precedente, svoltasi nel 2005 a

Melbourne. Tutto questo, però, non è bastato a risvegliare l’interesse dei media nostrani.

La Nazionale di pallacanestro ha avuto una genesi tra le più insolite. A raccontarcela è il

direttore tecnico Beatrice Terenzi, giornalista sportiva per “Il Resto del Carlino” di Pesaro:

è stata soprattutto lei a volere questa squadra, nata attraverso il passaparola sul web. “Nel

2010, seguendo per il giornale la Nazionale silenziosa di volley, scoprii che in federazione

non esisteva ancora una squadra di basket –ricorda –. Con la mia collega Elisabetta Ferri

decidemmo di fare un tentativo: creammo una pagina Facebook, con un invito a

raggiungerci per tutte le cestiste non udenti”. All’appello rispondono ragazze da tutta Italia.

“Soltanto il capitano, Cristina Taurino, viene da Pesaro. Le altre sono arrivate da Mantova,

Palermo, Verona; molte di loro provenivano da altri sport e abbiamo dovuto formarle. La

stessa Taurino gioca tutt’ora a calcio, con ottimi risultati”.

Nel febbraio del 2009, poco prima delle Olimpiadi di Taipei, il Cip (Comitato paralimpico

italiano) ha riconosciuto la Fssi come Federazione paralimpica. “A oggi – conclude la

presidente Mazzocco – siamo parificati alle federazioni nazionali affiliate al Coni. Questo

perché abbiamo soddisfatto tutti i criteri necessari: abbiamo 28 discipline praticate in 20

regioni, con la partecipazione di circa 1.600 atleti per 105 società affiliate”. Una gioiosa

macchina da guerra che si sta già mettendo in moto per la Bulgaria. Con un preciso

obiettivo: superare gli eccellenti risultati di quattro anni fa. (Antonio Storto)

(fonte http://www.redattoresociale.it/)

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Irlanda: “messaggi di odio” a Dublino,

denuncia il Consiglio per gli immigrati

irlandese

L’organizzazione denuncia atti di xenofobia sempre più frequenti a Dublino; presi di mira

anche i suoi uffici.

C’è stato un aumento “notevole” di messaggi razzisti a Dublino negli ultimi giorni, secondo

quanto denuncia un gruppo che lavora in difesa dei diritti degli immigrati. Una casa a

Dublino è stata attaccata e i suoi muri imbrattati con graffiti che incitavano la famiglia, di

origine straniera che lì vive, ad andarsene. Il Consiglio per gli immigrati irlandese ha

osservato che l’attacco ha coinciso con l’affissione di manifesti razzisti nel centro della città

di Dublino e con l’apparizione di scritte e messaggi antisemiti dipinti sulla porta della sede

centrale della Anglo Irish Bank.

Alcuni dei manifesti in città sostengono che gli irlandesi sono stati vittima di pulizia etnica.

Due altri manifesti sono stati incollati sulle finestre degli stessi uffici del Consiglio per gli

immigrati facendo riferimento al ricongiungimento familiare degli immigrati che sono stati

separati dalle severe norme in materia di immigrazione in Irlanda. I poster recitano “Che ne

dite di ri-unire le famiglie irlandesi?”.

Denise Charlton, direttore del Consiglio per gli immigrati irlandese, ha dichiarato che i

manifesti apparsi nel centro della città sembrano essere parte di un’azione coordinata.

“Non c’è posto a Dublino per tali messaggi di odio”, ha detto Charlton. “È importante che

tali incidenti non siano minimizzati e siano gestiti in maniera seria”. Denise Charlton

denuncia altri otto incidenti di matrice razzista che sono stati segnalati in un solo giorno e

ha invitato i rappresentanti pubblici a cogliere “ogni occasione per far capire che non c’è

nessun livello accettabile di razzismo e xenofobia”.

(Samantha Falciatori)

(fonte http://www.immigrazioneoggi.it/daily_news/notizia.php?id=005554)

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Nozze gay, la Gran Bretagna dice sì

è arrivato anche il sigillo della Regina

LONDRA - Dopo un percorso parlamentare

travagliato ieri la legge sulle nozze gay ha

ottenuto il via libera definitivo grazie

all'approvazione formale della regina Elisabetta.

Dopo la Francia, anche la Gran Bretagna fa un

grande passo avanti verso l'uguaglianza e la

prossima primavera (il tempo di implementare

le norme) potrà celebrare i primi matrimoni tra

coppie dello stesso sesso.

La legge permette loro di sposarsi con cerimonia sia civile che religiosa e di convertire la

precedente civil partnership in matrimonio vero e proprio. Adesso toccherà alle diverse

organizzazioni religiose fare sapere se intendono o meno aderire. La chiesa cattolica e i

musulmani hanno già rigettato la proposta criticandola aspramente. Mentre la chiesa

d'Inghilterra e quella del Galles (pure contrarie) sono escluse per legge per evitare di

trovarsi impelagate in cause per discriminazione e violazione dei diritti umani. Il capo degli

anglicani, l'arcivescovo di Canterbury Justin Welby, aveva già espresso qualche settimana fa

il suo giudizio: «Questa decisione abolisce l'istituzione del matrimonio, la ridefinisce e la

ricrea. Il risultato è solo la confusione».

GLI ENTUSIASTI

Ad aver mostrato entusiasmo per questo importante passo sono stati finora i quaccheri e

l'ebraismo liberale. Il rabbino Danny Rich, che rappresenta 40 sinagoghe in tutto il Paese,

ha commentato al Daily Telegraph: «Mi congratulo con i parlamentari che hanno messo

l'uguaglianza prima del pregiudizio. Non vediamo l'ora di celebrare il nostro primo

matrimonio gay».

Anche le Camere hanno esultato quando è giunta la notizia del sigillo reale, nonostante

molti conservatori avessero votato contro durante i vari passaggi in parlamento. Elisabetta

II ha approvato una delle leggi più radicali del suo regno, commentano i giornali britannici.

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E il risultato è tanto più straordinario se si considera che la norma è stata fortemente voluta

da un premier conservatore, David Cameron, che ha rischiato di perdere il consenso del

suo stesso partito.

Mentre le associazioni in difesa dei diritti gay ieri proclamavano la loro vittoria, la chiesa

cattolica ha riservato parole durissime: «Il matrimonio ha perso significato. Non è più

l'unione tra un uomo e una donna per la procreazione dei figli. Hanno deciso che adesso

deve essere qualcosa di diverso di ciò che è stato per tutta la storia dell'umanità», ha

criticato Dave Landrum, direttore di Evangelical Alliance.

Ma qualche dichiarazione amareggiata è arrivata anche tra le file dei conservatori. «È

incredibile come una legge rifiutata dalla maggioranza dei Tory si sia fatta strada come un

bulldozer attraverso le due Camere», ha detto alla Bbc il deputato Gerald Howarth, da

sempre critico sull'iniziativa di Cameron.

VITTORIA SCHIACCIANTE

È alla camera Alta che il provvedimento ha incontrato la resistenza più dura. Lord Dear

aveva proposto un emendamento che ne avrebbe impedito un secondo passaggio

bloccandola definitivamente e mettendo in grave imbarazzo il premier. Ma alla fine la

vittoria è stata schiacciante: 390 voti contro 148. Mentre ai Comuni era passata con una

maggioranza di 205 voti.

Anche dall'Italia ci sono state reazioni. «È triste che la Repubblica italiana si faccia dare

lezioni di uguaglianza fra i cittadini da una testa coronata», ha dichiarato Sergio Lo Giudice,

senatore del Pd ed ex presidente di Arcigay.

(fonte

http://www.ilmessaggero.it/PRIMOPIANO/ESTERI/regina_elisabetta_nozze_gay_legge

_approvata/notizie/305552.shtml)

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Convegno nazionale:

Prove di futuro. Integrazione,

cittadinanza, seconde generazioni

Piacenza, 13 - 14 settembre 2013

Iscrizioni entro il 4 settembre

Integrazione, della cittadinanza e delle cosiddette

seconde generazioni rappresentano gli assi tematici

attorno a cui ruota questo importante convegno indetto

dal MIUR e dall’Ufficio Scolastico regionale, in collaborazione il Comune e la Provincia di

Piacenza, con l’Università cattolica del Sacro Cuore e la Fondazione Piacenza e Vigevano.

Piacenza – sede della facoltà di Scienze della Formazione dell’Università Cattolica del S.

Cuore che ospiterà il convegno, è anche una delle province a più alta densità di alunni di

cittadinanza non-italiana nelle scuole.

Il convegno si snoda attraverso due intense giornate di lavori, che vedranno la presenza di

rappresentanti del mondo accademico, scolastico e istituzionale. E’ prevista in apertura

anche la presenza del Ministro Cécile Kyenge.

Nel pomeriggio di venerdì 13 settembre si svolgeranno sessioni tematiche parallele. Ogni

sessione è coordinata da due figure: un esperto che introduce il tema, un coordinatore che

guida i lavori della sessione. Uno dei due relazionerà i risultati nelle plenaria finale.

In ogni sessione vengono presentate e discusse 5/6 esperienze e ricerche

Chiusura iscrizioni: 4 settembre 2013 e in ogni caso al raggiungimento di numero 300 posti.

(FONTE http://www.roma-intercultura.it/?sez=Notizia&indice=10396)

Presidenza del Consiglio dei Ministri DIPARTIMENTO PER LE PARI OPPORTUNITÀ

UFFICIO NAZIONALE ANTIDISCRIMINAZIONI RAZZIALI

unar.it