· quotidiano economico, giuridico e politico tasse sì ma solo a rate dal 2008 al 2012 concesse...

38
QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO www.italiaoggi.it Tasse sì ma solo a rate Dal 2008 al 2012 concesse quasi 2 milioni di dilazioni per 22 miliardi di euro. E i pagamenti sono regolari nell’80% dei casi Le rateizzazioni riscuotono successo. E funzionano. I dati resi noti ieri dal direttore delle Entrate Attilio Befera in audizione in commissione Finan- ze alla camera evidenziano che dal 2008 al 2012 Equitalia ha concesso 1.917.000 dilazioni di pagamento per un totale di 22 miliardi di euro incas- sati. Il 77% dei quali è arrivato diretta- mente da persone fisiche e solo il 23% da persone giuridiche e partite Iva. Tra i contribuenti che decidono di avvalersi dello strumento di rateizzazione, più dell’80% riesce a pagare l’ammontare di tutte le rate. Migliorini a pagina 21 LO DICE PIERO FORMICA Di soldi per la ricerca ce ne sono abbastanza. È che sono spesi male Ponziano a pag. 12 «Il Pd non doveva proprio nascere e fu un errore mador- nale unire roba che non riesce a stare insieme. Ci voleva una forza di sinistra, moderata ma moderna». Parola di Riccardo Barenghi, la Jena che sulla Stampa fustiga spesso il Pd. «Ma adesso dividersi rischie- rebbe di diventare ancora peg- gio». Il Pd è messo male: «Sia- mo alle correnti personali: un uomo, una corrente, ormai. O si dà una sveglia, o sono guai seri. C’è Guglielmo Epifani, ma lui stesso dice d’essere a termine». Spazio a Renzi? «Deve dimo- strarsi alternativo alla filosofia berlusconiana. Per ora non mi pare lo sia troppo. Ci vogliono proposte che dicano che la pen- sa in modo diverso». Pistelli a pag. 5 Per Barenghi il Pd non avrebbe mai dovuto sposarsi con la Margherita • Nuova serie - Anno 22 - Numero 134 - € 1,20* - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Venerdì 7 Giugno 2013 A MARSIGLIA Inaugurato il Museo del Mediterraneo Galli a pag. 13 RIMBORSI Il fisco tedesco non è inflessibile Giardina a pag. 14 NUOVI RICCHI Il Paperone africano vale 20 miliardi di $ Galli a pag. 14 * Nella provincia di Rimini ItaliaOggi è in abbinata obbligatoria reciproca con Il Quotidiano di Rimini € 0,50 (0,38+0,12) * con guida «Unico 2013» a € 6,00 in più; con il «Manuale Lavoro» a € 9,90 in più; con guida «L’assicurazione obbligatoria dei professionisti» a € 5,00 in più; con guida «IMU 2013» a € 5,00 in più; con guida «Le nuove regole del condominio» a € 5,00 in più E di in ze 20 1. un sa m da i c de de di 90 secondi La rubrica di Pierluigi Magnaschi a Punto e a capo (Class tv Msnbc, canale 27, ore 20) Scuola - Il ministro Carroz- za vuole assorbire 44 mila precari in tre anni Migliorini a pag. 35 Banche - I piccoli inadempimenti del cliente non possono portare alla chiusura del conto Ciccia a pag. 22 Fisco - Decreto energia, per il bonus arredi possibile l’effetto retroattivo Bongi a pag. 26 su www.italiaoggi.it Documenti/1 - L’audizio- ne del direttore delle Entra- te Befera in commissione Finanze alla camera Documenti/2 - La circolare della Rgs sul piano risparmi dei ministeri Documenti/3 - La decisione dell’Abf sui piccoli inadempimenti dei cor- rentisti ci rc p m D - del Ban i n d p a co C IL Giornale dei professionisti * * * IN EDICOLA CON Un politico non può assumersi de- gli impegni e poi rimangiarseli come se niente fosse? Se lo fa, dovrebbe dimettersi. E se non si dimette, dovrebbe essere costretto a farlo dall’indignazione dei media (che però guardano altrove) e dagli altri politici che, non facendolo, perdo- no la faccia. Giovanna Melandri, pd, ex ministro dello sport, dopo un numero eccessivo di legislature, fu spinta dal Pd a lasciare il posto ad altri. Nemmeno fosse Tarzan, si ag- grappò subito alla liana della pre- sidenza del Maxxi (museo arti del XXI secolo). Di fronte all’indigna- zione di tutti, la Meladri disse che non avrebbe preso nemmeno un’euro («la mia indennità è zero!!!»). Adesso si scopre che sarà retribuita. DIRITTO & ROVESCIO La Ragioneria chiede un piano di risparmi entro la metà di giugno per pagare i debiti verso le imprese I ministeri messi a stecchetto Scatta la fase 2 del percorso per il pagamento dei debiti pregressi delle amministrazioni centrali dello stato in attua- zione del decreto sblocca debiti, appena convertito in legge. La ragioneria generale dello stato ha chiesto ai ministeri di predisporre, entro il 15 giugno, un apposito piano di rientro finalizzato al conseguimento di risparmi da destinare al pa- gamento di quanto dovuto a enti, persone fisiche e imprese. Barbero a pagina 34 IN GERMANIA Il sesso in copertina non vende più bene Giardina a pag. 18 p n p n s a g s X z n ( s CLASS CNBC-MF Nasce il nuovo format multimediale Alert Mercati Giura a pag. 17 e in più IL SETTIMANALE DEI PROFESSIONISTI DELLA P.A. da pag. 33 083048051048051057048051052 http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'S03039034' - http://www.italiaoggi.it http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'S03039034' - http://www.italiaoggi.it

Upload: others

Post on 19-Oct-2020

2 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

Page 1:  · QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO  Tasse sì ma solo a rate Dal 2008 al 2012 concesse quasi 2 milioni di dilazioni per 22 miliardi di euro. E i pagamenti

QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO

www.italiaoggi.it

Tasse sì ma solo a rateDal 2008 al 2012 concesse quasi 2 milioni di dilazioni per 22 miliardi di euro. E i pagamenti sono regolari nell’80% dei casi

Le rateizzazioni riscuotono successo. E funzionano. I dati resi noti ieri dal direttore delle Entrate Attilio Befera in audizione in commissione Finan-ze alla camera evidenziano che dal 2008 al 2012 Equitalia ha concesso 1.917.000 dilazioni di pagamento per un totale di 22 miliardi di euro incas-sati. Il 77% dei quali è arrivato diretta-mente da persone fi siche e solo il 23% da persone giuridiche e partite Iva. Tra i contribuenti che decidono di avvalersi dello strumento di rateizzazione, più dell’80% riesce a pagare l’ammontare di tutte le rate.

Migliorini a pagina 21

LO DICE PIERO FORMICA

Di soldi per la ricerca ce ne sono abbastanza.

È che sono spesi malePonziano a pag. 12

«Il Pd non doveva proprio nascere e fu un errore mador-nale unire roba che non riesce a stare insieme. Ci voleva una forza di sinistra, moderata ma moderna». Parola di Riccardo Barenghi, la Jena che sulla Stampa fustiga spesso il Pd. «Ma adesso dividersi rischie-rebbe di diventare ancora peg-gio». Il Pd è messo male: «Sia-mo alle correnti personali: un uomo, una corrente, ormai. O si dà una sveglia, o sono guai seri. C’è Guglielmo Epifani, ma lui stesso dice d’essere a termine». Spazio a Renzi? «Deve dimo-strarsi alternativo alla fi losofi a berlusconiana. Per ora non mi pare lo sia troppo. Ci vogliono proposte che dicano che la pen-sa in modo diverso».

Pistelli a pag. 5

Per Barenghi il Pd non avrebbe mai dovuto sposarsi con la Margherita

• Nuova serie - Anno 22 - Numero 134 - € 1,20* - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Venerdì 7 Giugno 2013 •

A MARSIGLIAInaugurato il Museo del MediterraneoGalli a pag. 13

RIMBORSIIl fisco tedesco non è inflessibileGiardina a pag. 14

NUOVI RICCHIIl Paperone africano vale 20 miliardi di $Galli a pag. 14

* Nella provincia di Rimini ItaliaOggi è in abbinata obbligatoria reciproca con Il Quotidiano di Rimini € 0,50 (0,38+0,12) * con guida «Unico 2013» a € 6,00 in più; con il «Manuale Lavoro» a € 9,90 in più; con guida «L’assicurazione obbligatoria dei professionisti» a € 5,00 in più; con guida «IMU 2013» a € 5,00 in più; con guida «Le nuove regole del condominio» a € 5,00 in più

E diinze201.unsamdai cdededi

90 secondiLa rubrica di Pierluigi Magnaschi a Punto e a capo (Class tv Msnbc, canale 27, ore 20)

Scuola - Il ministro Carroz-za vuole assorbire 44 mila precari in tre anni

Migliorini a pag. 35

Banche - I piccoli inadempimenti del cliente non possono portare alla chiusura del

conto Ciccia a pag. 22

Fisco - Decreto energia, per il bonus arredi possibile l’effetto retroattivo

Bongi a pag. 26

su www.italiaoggi.itDocumenti/1 - L’audizio-ne del direttore delle Entra-te Befera in commissione Finanze alla camera

Documenti/2 - La circolare della Rgs sul

piano risparmi dei ministeri

Documenti/3 - La decisione

dell’Abf sui piccoli inadempimenti dei cor-

rentisti

circpm

D-

del

Banindpa

coC

IL Giornale dei

professionisti* * *

IN EDICOLA

CON

Un politico non può assumersi de-gli impegni e poi rimangiarseli come se niente fosse? Se lo fa, dovrebbe dimettersi. E se non si dimette, dovrebbe essere costretto a farlo dall’indignazione dei media (che però guardano altrove) e dagli altri politici che, non facendolo, perdo-no la faccia. Giovanna Melandri, pd, ex ministro dello sport, dopo un numero eccessivo di legislature, fu spinta dal Pd a lasciare il posto ad altri. Nemmeno fosse Tarzan, si ag-grappò subito alla liana della pre-sidenza del Maxxi (museo arti del XXI secolo). Di fronte all’indigna-zione di tutti, la Meladri disse che non avrebbe preso nemmeno un’euro («la mia indennità è zero!!!»). Adesso si scopre che sarà retribuita.

DIRITTO & ROVESCIO

La Ragioneria chiede un piano di risparmi entro la metà di giugno per pagare i debiti verso le imprese

I ministeri messi a stecchetto Scatta la fase 2 del percorso per il pagamento dei debiti

pregressi delle amministrazioni centrali dello stato in attua-zione del decreto sblocca debiti, appena convertito in legge. La ragioneria generale dello stato ha chiesto ai ministeri di predisporre, entro il 15 giugno, un apposito piano di rientro fi nalizzato al conseguimento di risparmi da destinare al pa-gamento di quanto dovuto a enti, persone fi siche e imprese.

Barbero a pagina 34

IN GERMANIA

Il sesso in copertina non vende più bene

Giardina a pag. 18

pnpnsagsXzn(s

CLASS CNBC-MF

Nasce il nuovo format multimediale Alert Mercati

Giura a pag. 17

e in più IL SETTIMANALE DEI PROFESSIONISTI DELLA P.A.dapag.33

083048051048051057048051052

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'S03039034' - http://www.italiaoggi.it

http

://w

ww

.mila

nofin

anza

.it -

que

sta

copi

a è

conc

essa

in li

cenz

a es

clus

iva

all'u

tent

e 'S

0303

9034

' - h

ttp://

ww

w.it

alia

oggi

.it

Page 2:  · QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO  Tasse sì ma solo a rate Dal 2008 al 2012 concesse quasi 2 milioni di dilazioni per 22 miliardi di euro. E i pagamenti

2 Venerdì 7 Giugno 2013 I C O M M E N T I

Oggi i leader del le due sole grandi superpotenze mondiali del

Ventunesimo secolo, Usa e Cina, si incontrano, lontano dagli occhi dei curiosi, in un ranch a Sannylands, nel deserto californiano. Oggi infat-ti è in svolgimento il primo incontro fra Xi Jinpig, neo presidente cinese, e Barack Obama, presidente degli Stati Uniti d’America. Ma non è il primo viaggio all’estero di Jinpig, anche se si è insediato da solo poche settimane nella sua nuova carica di primo cittadino cinese.

La prima visita signifi cativa infatti Jinpig l’ha fatta in Europa. Ma non è atterrato né a Bruxelles (sede della Commissione euro-pea) né a Strasburgo (sede del Parlamen-to europeo) bensì a Berlino per potersi incontrare con il premier tedesco Angela Merkel. Con questa scelta (anche simbolica) Jinpig è andato al sodo e ha puntato sull’unico leader europeo che, ai suoi occhi, conta, dando uno schiaffo alla Comunità europea.

Per i cinesi, a seguito della loro storia quinquimillenaria, contano sì i fatti, ma non sono meno importanti i simboli. Ed è dal punto di vista sim-bolico che va interpretato l’incontro di Jinpig con il suo omologo messi-

cano nel suo viaggio di avvicinamento agli Usa. Con l’ incontro

in Messico (che gli Usa considerano come una sorta di loro anticamera) Jinpig ha infatti voluto dimostrare che egli non sarà succube di nes-sun tabù degli altri, e tratterà con tutti i paesi con i quali la Cina ha interesse a parlare, senza timori né riverenze.

Il clou delle trattative Usa-Cina sarà senz’altro, oltre che la spartizione del mondo in aree di infl uenza, anche la spartizione o le regole di coabitazione delle due su-perpotenze nell’Oceano Pacifi co, un

tempo dominio esclu-sivo degli americani ma che oggi deve es-sere gestito a mezza-dria con Pechino.

In questo sum-mit emerge l’as-senza della Russia

di Putin che è stata superata, non solo economicamente ma anche poli-ticamente, dalla Cina. La Russia, più che un grande potenza economica (non lo è mai stata; e meno che meno lo è ora) resta una grande potenza militare, imbottita com’è di testate nucleari ma incapace di vendere nel mondo una sua auto, una sua chiave inglese o anche un suo spillo. Solo armi, gas e petrolio, può vendere. Ma non andrà lontano, se non saprà ri-convertirsi.

Un summitnel desertocaliforniano

DI PIERLUIGI MAGNASCHI

L’ANALISI

Jinpig e Obama nel ranchper spartirsi il mondo

DI SERGIO LUCIANO

Ma cosa disse davve-ro Piero Fassino, nella celeberrima telefonata inter-

cettata dalla Procura e offerta su un vassoio d’argento da uno spione infedele a Silvio e Pa-olo Berlusconi, che la fecero pubblicare dal loro giornale? Secondo le cronache, l’allora segretario Ds disse, festante: «Abbiamo una banca!», allu-dendo alla circostanza - ahi-lui infondata - che l’Unipol si fosse già messa al sicuro il controllo della Bnl. Secondo l’interlocutore di Fassino, cioè l’allora presidente e ammini-stratore delegato dell’Unipol, Gianni Consorte, Fassino quella frase, o pressapoco, la pronunciò sì, ma ridendoci sopra e aggiunse immedia-tamente dopo. «Oh guarda, Gianni, che sto scherzando». Il che se è vero (e se lo dice Con-sorte, è vero: non andrebbe a raccontare il falso su inter-cettazioni che sono agli atti) cambia radicalmente il senso della frase dell’allampanato segretario.

La polemica sulla re-

sponsabilità penale di Berlusconi, condannato in primo grado per violazione di segreto istruttorio, è com-prensibile: in teoria, l’allora capo dell’opposizione, sapendo che quell’intercettazione era un atto istruttorio, avrebbe

dovuto sapere che comprarla signifi cava rendersi complice del reato oggi ascrittogli. Ma la «ragion politica» del Ca-valiere è chiara: Berlusconi voleva discreditare gli av-versari diessini, mostrandoli molto più attaccati al potere fi nanziario di quanto si fosse-ro sempre rappresentati.

Ben più rilevante, però, so-prattutto rispetto al futuro, è la domanda se davvero, dietro la tentata scalata di Unipol alla Bnl, ci fosse un disegno politico avallato dai capi dei Ds o ci fosse solo, o prevalente-mente, un disegno industriale di Consorte.

La verità è che la re-sponsabilità (ma anche il merito: l’operazione non era affatto male, strategicamen-te) di quel piano era tutta di Consorte, che aveva poi spie-gato ai suoi referenti politici che quel disegno industriale avrebbe anche colmato la storica lacuna della sinistra italiana nella presenza alme-no indiretta dentro il settore creditizio. La sintesi corretta è quindi la peggiore possibi-le, per i Ds. Incompetenti e incapaci a strutturare, negli anni, un rapporto organico con «pezzi» di sistema credi-tizio e fi nanziario (al punto da lasciare anche le banche emiliane nell’orbita Dc!), i Ds, con la gestione dalemiana, scoprono il fascino dei soldi e avallano (ma attenzione: non escogitano!) il piano di Con-sorte. Poi però sono talmente imbelli da lasciar solo il loro campione a fronteggiare, non soltanto i nemici ma anche e soprattutto il «fuoco amico» della Margherita, non anco-ra confl uita nel Pd. E quindi perdono la banca e la faccia. Unica morale: più cretini di così, si muore.

IL PUNTO

La telefonata di Consorte a Fassinocome esempio della confusione Ds

DI MARCO BERTONCINI

L’elezione di presidenti di commissioni parlamen-tari spettanti, per legge o per prassi, alle opposizioni, ha segnato un punto per la maggioranza. I partiti di governo hanno deciso di rispettare l’assegnazione, ormai tradizionale, della presidenza della giunta delle elezioni e immunità al Senato e della vigilanza sulla Rai a gruppi di mi-noranza, così come alcuni giorni addietro avevano fatto per le due giunte (elezioni e autorizzazioni) della Camera. Sono sotto-stati all’obbligo di legge di eleggere un parlamentare di opposizione alla guida del Copasir, il comitato per i servizi.

La faccenda era ro-gnosa, politicamente e parlamentarmente. Però Pd e Pdl (Sc è andata a rimorchio, senza distur-bare gli accordi fra i due maggiori soci) hanno su-perato gli ostacoli. A Fd’It è andata la presidenza della giunta delle elezio-

ni a Montecitorio, mercé un posto elargito dal Pdl a Ignazio La Russa, con susseguente elezione a presidente. Alla Lega (che è all’opposizione, ma si astiene: vero è che a pa-lazzo Madama l’astensio-ne si somma ai no) è an-dato il Copasir, sventando le richieste sia dei grillini sia di Sel. A Sel è arrivata così la giunta del Senato. La frattura tra Pd e Sel è accentuata da questo epi-sodio. Quanto ai 5Stelle, portano a casa la vigilanza Rai e la giunta per le elezio-ni di Montecitorio.

L’accordo fra Pd e Pdl ha retto, scontentando Sel e M5S. Se, fuori degli addetti ai lavori, potrebbe apparire faccenda di poco conto, nel palazzo si assegnava forte rilievo a queste presidenze: si era tardato alquanto per mancanza d’intesa. È, tec-nicamente e politicamente, un successo dei gruppi par-lamentari di maggioranza e, quindi, un rafforzamento del governo. Un problema di meno, se non altro.

© Riproduzione riservata

LA NOTA POLITICA

Vertici commissioni,il governo si rafforza

Con le banche,non ci hannomi saputo fare

Today the leaders of the only two global 21st cen-tury super powers, Usa and China, meet hidden

from prying eyes at a ranch in Sannylands, in the Californian desert. Today the first meeting between Xi Jinpig, newly elected Chinese president and US presi-dent Barack Obama will take pla-ce. But this isn’t Jinpig’s first trip abroad, even thou-gh he has become president only a few months ago.

His first im-

portant trip was to Europe. But he didn’t land in Bruxel-les (home of the EU Commission) nor in Strasbourg (home of the EU Parliament) but in Berlin in order to meet with German chancellor Angela Merkel.

Through this choice (which is also symbolic) Jinpig went straight to the point, aiming for the only European leader which he thinks matters and slapping the European Community.

The Chinese, because of their 5000 year history, give importan-ce to facts but also to symbols. His meeting with Mexican president, in his trip towards the US, must be thus interpreted symbolically. Through the meeting in Mexico

(that the Americans see as a sort of reception room) Jinpig wanted to demonstrate that he will not be subjected to what others con-sider as taboos, and he will treat every country China is interested in talking to without any fear or reverence.

The key aspects of the US-

China negotiations will de-finitely be the division of the world in regions of influence, and the division of co-habitation rules

between the two superpowers in the Pacific Ocean, which once fell only under American dominium, but that must now be managed with Beijing.

This summit is marked by the exclusion of Putin’s Russia, which has now been surpassed, both economically and politically, by China.

More than a great economic po-wer (it never was and isn’t one now) Russia remains a giant mi-litary power, stuffed as it is with nuclear weapons, yet unable to sell any of its cars, screw drivers or pins to the world. It only knows how to sell weapons, gas and oil. But it won’t go very far if it doe-sn’t change.

IMPROVE YOUR AMERICAN ENGLISH

Jinpig and Obama at the ranch to split up the world among themt

fi le audiowww.italiaoggi.it

083048051048051057048051052

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'S03039034' - http://www.italiaoggi.it

http

://w

ww

.mila

nofin

anza

.it -

que

sta

copi

a è

conc

essa

in li

cenz

a es

clus

iva

all'u

tent

e 'S

0303

9034

' - h

ttp://

ww

w.it

alia

oggi

.it

Page 3:  · QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO  Tasse sì ma solo a rate Dal 2008 al 2012 concesse quasi 2 milioni di dilazioni per 22 miliardi di euro. E i pagamenti

3Venerdì 7 Giugno 2013Venerdì 7 GiugnP R I M O P I A N OIIl presidente smentisce duramente di avere fi ssato una scadenza per il governo Letta

Napolitano, avanti sulle riformeSì del governo al primo ddl. Draghi: inevitabile altro rigore

DI FRANCO ADRIANO

Prima ha lasciato tra-pelare tutta la sua insoddisfazione per l’atteggiamento della

maggioranza e dell’esecuti-vo di Enrico Letta. Poi, di fronte all’interpretazione che avrebbe dato una scadenza al governo, ha smentito dura-mente la circostanza. Il caso politico-giornalistico che ha per protagonista il presiden-te Giorgio Napolitano, de-scrive perfettamente l’attuale situazione politica. Con Letta obbligato a cercare un patto a livello europeo sulla di-soccupazione perchè non ha soldi da mettere sul tavolo e a concentrarsi sulle riforme su impulso di Napolitano perché sennò è pronto a la-sciare platealmente, mentre i suoi ministri sono alla spa-smodica ricerca delle risorse necessarie non per inventare le politiche di crescita che il passato esecutivo non era stato capace dui mettere in piedi, ma semplicemente per evitare l’aumento dell’Iva, disinnescare la bomba Imu in un’unica soluzione, dare qualche risposta concreta alle aziende e ai lavoratori in piazza. Il premier nella lunga intervista tv a Lilli Gruber non ha soltanto manifestato l’ambizione di arrivare a fine legislatura, ma ha anche spie-gato che il suo compito alme-no è quello «di rendere pra-ticabile il campo». Insomma, l’interruzione del campionato vero per una sorta di parti-ta amichevole Pd-Pdl prima di tornare ad una «salutare» alternanza politica. Ma Napo-litano contava su qualcosa di più. Se fallisce Letta è lui che fallisce tanto più che l’emer-genza economica non aspet-ta. Dopo aver visto buttare a mare il governo di Mario Monti proprio sull’onda con-traria al rigore, sarà insoste-nibile per i cittadini ricevere ancora richieste di sacrifici. Evidente la responsabilità di chi ha creato aspettative irre-alizzabili. Il presidente della Bce, Mario Draghi, che di solito anticipa il corso politico italiano, ieri ha spiegato che la ripresa «è più lontana», che occorre ancora procedere con le riforme strutturali e con le politiche di rigore.

Una breve smentita che la dice lunga

Una breve smentita che la dice lunga. Va letta integral-mente la nota del Quirina-le sulla supposta scadenza stabilita da Napolitano sul governo Letta. «Si continua ad accreditare (da ultimo, da parte della giornalista del Fat-to Quotidiano Silvia Truzzi, nella sua intervista a Barba-ra Spinelli) il ridicolo falso

di un termine posto dal Pre-sidente della Repubblica alla durata dell’attuale governo. E ciò nonostante quel che egli aveva già detto in proposito la sera del 2 giugno ai gior-nalisti presenti in Quirinale e che dal giorno seguente fi gura

sul sito della Presidenza della Repubblica. Sarebbe un fatto di elementare correttezza te-nerne conto e non insistere in una polemica chiaramente in-fondata». Letta è in diffi coltà in economia, ma deve andare avanti per le riforme. Ieri, al

Quirinale si sono presentati i 35 saggi che devono imbasti-re la nuova struttura costitu-zionale. Intanto, il Consiglio dei ministri ha approvato il disegno di legge costituziona-le che istituisce il Comitato parlamentare per le riforme

costituzionali ed elettorali.Il ministro Gaetano Quaglia-riello conferma la tabella di marcia: «Tutto si conclude in 18 mesi al massimo». Il varo conclusivo: ottobre 2014.

Continua a pagina 4

083048051048051057048051052

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'S03039034' - http://www.italiaoggi.it

http

://w

ww

.mila

nofin

anza

.it -

que

sta

copi

a è

conc

essa

in li

cenz

a es

clus

iva

all'u

tent

e 'S

0303

9034

' - h

ttp://

ww

w.it

alia

oggi

.it

Page 4:  · QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO  Tasse sì ma solo a rate Dal 2008 al 2012 concesse quasi 2 milioni di dilazioni per 22 miliardi di euro. E i pagamenti

4 Venerdì 7 Giugno 2013 P R I M O P I A N ODel governo Letta, anche se tutti (per scaramanzia?) si sono gettati su questo argomento

È meglio non parlare di durataLa precarietà dell’esecutivo, dato costante in Italia

DI CESARE MAFFI

Curioso paese, il nostro. L’attualità politica fa nascere e morire pro-blemi epocali e storici

(tali, almeno, sono ritenuti) qua-si settimanalmente, a volte anzi con variazioni giorna-liere. Poi, d’improvviso come sono sorti (col codazzo di retrosceni-sti, politologi, notisti, dirigenti di partito, uo-mini di spettacolo tele-visivo…), altrettanto d’acchito scompaiono. Ieri la durata della legislatura era il tema dominante.

Guglielmo Epifani auspicava che Silvio Berlusconi lasciasse vivere l’esecutivo due anni. Enrico Letta, con candido o studiato ottimi-smo, sparava la possibilità di un termine pari alla legislatu-ra. Gaetano Quagliariello, ri-ferendosi alla tempistica delle riforme, fi ssava a ottobre 2014 la data per chiudere la parti-ta. Quanto al Colle, usciva un comunicato stizzito e acre per negare che il capo dello Stato avesse posto un termine alla vita dell’esecutivo. Insolita la dura espressione usata (“ridi-colo falso”), insolita l’esplicita

citazione di Barbara Spinelli (nume-mito del partito dei re-publicones).

A guardare la storia non ci sarebbe da star molto allegri sulla vita dei governi. L’inizio, appena emanato lo Statuto albertino, fu disastroso: sette

governi fra il 1848 e il ’49. Con la destra storica andò bene sol-tanto nei gabinetti pluriennali di Cavour, più uno di d’Azeglio e uno di Lanza. Pure sotto la sinistra storica i gabinetti si succedevano nel volgere di pochi mesi. Tempi un po’ più lunghi gratificarono statisti come Crispi e Giolitti, ma fi no a Mussolini dominarono gover-ni sempre limitati a un anno e anche meno. Chiuso il venten-nio, nella prima repubblica la

durata media era di un anno: oltre il biennio andarono solo De Gasperi, Moro e Craxi, e per un solo esecutivo ciascuno. I governi di legislatura, con le modifi che politiche del ’93-’94, avrebbero dovuto costituire la normalità: tale era il motto dei

tifosi del maggiorita-rio. Non se n’è visto uno che sia uno, per lo meno con riferimento a una legislatura ordi-naria quinquennale. Soltanto Berlusconi è riuscito, per due volte, a superare il triennio, accostandosi a Ca-vour.

Dunque, parlare di durata dei governi da noi è attività inutile; anzi, sotto sotto è in-fausta. Eppure negli ultimi giorni pare uno

sport diffuso, con lanci e rilanci cronologici, quasi che ciascuno volesse attribuire preventiva-mente alla controparte (che spesso coincide con un teorico alleato nella maggioranza) la responsabilità della brusca in-terruzione delle larghe intese. La verità è che pochi scom-mettono sulla reale resistenza dell’esecutivo, mentre molti hanno un solo obiettivo: far sì che Letta affoghi presto, anzi prestissimo. Tolti ministri, vi-

ceministri e sottosegretari (ma nemmeno tutti), e tolti i parla-mentari di Scelta civica, sono

sparuti i veri amici del governo, specie in casa democratica.

© Riproduzione riservata

Via libera al primo ddl sulle riforme e alla Tav

Il primo disegno di legge sulle rifor-me, approvato ieri dal consiglio dei ministri, stabilisce una normativa accelerata per la disciplina del pro-cedimento di revisione costituzionale. È prevista l’istituzione di un comitato composto da venti senatori e venti de-putati nominati dai presidente delle Camere e scelti tra i membri delle commissioni permanenti per gli af-fari costituzionali rispettivamente del Senato e della camera. Ne faran-no parte di diritto i presidenti delle predette Commissioni. La nomina dei componenti del comitato avverrà su designazione dei gruppi parlamentari delle due camere seguendo il criterio della consistenza numerica dei grup-pi; del numero di voti conseguiti dalle liste e dalle coalizioni di liste ad essi riconducibili; assicurando almeno un rappresentante per ogni gruppo e un rappresentante delle minoran-ze linguistiche. Il comitato così com-posto dovrà esaminare i progetti di revisione dei titoli I, II, III e V della parte seconda della costituzione che riguardano le materie della forma di stato, della forma di governo e del bicameralismo. Saranno i presidenti di senato e camera ad assegnare al comitato i disegni e le proposte di leg-ge perché vengano esaminati in sede referente. Una volta completato l’esa-me della proposta di legge, il comitato trasmetterà ai presidenti delle came-re i progetti di legge costituzionale, corredati di relazioni illustrative e di

eventuali relazioni di minoranza. Per la votazione dei testi nelle assemblee si osserveranno le norme dei rispet-tivi regolamenti. L’approvazione da parte del parlamento di questo dise-gno di legge av-verrà entro la fine di ottobre 2013, «quando la Commissio-ne degli esperti avrà già termi-nato di lavo-rare e fornito le proprie con-clusioni al go-verno», si legge nel comunicato del governo. Il comitato parla-mentare invece lavorerà fino alla fi ne di feb-braio 2014. Alla fine di maggio la prima lettura di una camera; per gli inizi di settem-bre la prima lettura dell’altra camera. Per la fi ne di ottobre 2014 la seconda deliberazione e l’approvazione fi nale della riforma, salvo l’eventuale svol-gimento del referendum confermati-vo. La legge o le leggi costituzionali approvate, infatti, saranno sottoposte a referendum solo se, entro tre mesi dalla loro pubblicazione, ne faranno richiesta un quinto dei membri di una Camera o 500 mila elettori o cinque consigli regionali. Ciò anche se sono state approvate nella seconda vota-zione a maggioranza dei due terzi

dei componenti di ciascuna camera. Il Consiglio dei ministri, ieri, ha an-che ratifi cato l’accordo fra l’Italia e la Francia per la realizzazione e l’eser-cizio della nuova linea ferroviaria

Torino-Lione, fi rmato a Roma il 30 gennaio 2012.

La vigilanza Rai a M5S, il Copasir alla Lega

Il senatore leghista Giacomo Stucchi è il stato eletto presidente del Copasir (Comitato di controllo dei servizi di informazione) nel corso della riunione dell’organismo appo-sitamente costituitosi oggi. Stucchi ha ottenuto sei voti mentre con tre voti Giuseppe Esposito (Pdl) è ri-sultato eletto vicepresidente e Felice

Casson (Pd) è stato eletto segretario con un voto. Il neopresidente ha rin-graziato in terza persona: «Con l’ac-cordo raggiunto si è scelta una fi gura collaudata, esperta della vita parla-

mentare e del settore». «Sareb-be un successo se io fossi l’ulti-mo presidente della Vigilanza Rai»è stato invece il commento di Roberto Fico, esponente del Movimento 5 stelle eletto ieri al vertice dell’organismo bicame-rale che si occupa del servizio pubblico radiotelevisivo. «Il sal-to da fare è usare il patrimonio pubblico a benefi cio dei cittadini e non dei partiti». Interessanti, infi ne, anche le parole del neo-eletto presidente della Giunta per le elezioni del senato, Da-rio Stefano (eletto con Sel, ma proveniente dall’Udc), a capo dell’organismo che potrebbe oc-cuparsi del voto sull’ineleggibi-lità di Silvio Berlusconi. Avreb-be già frenato sulla possibilità

che si arrivi nel giro di poco tempo a calendarizzare la questione: «Non è un videogame», ha spiegato, «devo sentire quali sono gli argomenti sul tavolo e quali le priorità. Non schiac-cio un pulsante e parte l’ineleggibi-lità». Parole che Vito Crimi di M5S nemmeno vuol considerare: «Niente scuse, il primo atto dovrà essere l’ine-leggibilità di Berlusconi», ha detto, dopo essersi scusato per il ritardo in giunta: «Non sapevo dove fosse S’Ivo alla Sapienza (sede della giunta ndr), mi sono perso».

© Riproduzione riservata

SEGUE DA PAGINA 3

Primo Piano di Riccardo Ruggeri

Letta&Alfano per il CdM adottate un tavolo da picnic • ripiegabile, così nei prossimi giorni nessuno potrà farlo saltareFollini lascia il Pd. Come lo sostituiranno? Civati o • Serracchiani?Che paese saremmo se non avessimo Enrico Bondi?• Una leader femminista turca: «Erdogan vuole le don-• ne chiuse in casa». Anche fra i musulmani ci sono i maschilisti?

EticaE così anche oggi Barbara Spinelli mi ha sistemato: • «che cos’è la non-imputabilità se non la fi ne di ogni etica pubblica?»«Un cristiano non usa un linguaggio socialmente edu-• cato e incline all’ipocrisia». Grazie Papa Francesco, almeno per oggi ho sistemato le élite.

CronacaAlle 8, sotto i portici di via Pietro Micca vedo una 500 par-cheggiata (!) mentre tre ciclisti sfrecciano su bici comunali (!). Torino città della cultura?CucinaAi gourmet giapponesi il sashimi di balena non piace più. Peccato che non abbiano informato i pescatoriSportBuffon sulla campagna acquisti Juve: «Se mancano i soldi, noi usiamo il cervello». Cairo, hai capito l’antifona?

BRIOCHE E CAPPUCCINO

Vignetta di Claudio Cadei

Vignetta di Claudio Cadei

083048051048051057048051052

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'S03039034' - http://www.italiaoggi.it

http

://w

ww

.mila

nofin

anza

.it -

que

sta

copi

a è

conc

essa

in li

cenz

a es

clus

iva

all'u

tent

e 'S

0303

9034

' - h

ttp://

ww

w.it

alia

oggi

.it

Page 5:  · QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO  Tasse sì ma solo a rate Dal 2008 al 2012 concesse quasi 2 milioni di dilazioni per 22 miliardi di euro. E i pagamenti

5Venerdì 7 Giugno 2013Venerdì 7 GiugnP R I M O P I A N OPer Barenghi ci voleva una forza di sinistra, moderata ma moderna, tranquilla e solida

Il Pd non sarebbe dovuto nascereInsieme stanno male ma dividersi sarebbe anche peggio

DI GOFFREDO PISTELLI

Le larghe intese sono un affare da Jena. Il gover-no del Pd con l’odiato B., le fatiche, i dubbi, le crisi

di nervi che ne sono seguite e ne stanno seguendo, sono un tema su cui sentire Riccardo Barenghi, l’implacabile fusti-gatore della politica patria in generale ma della sinistra in particolare. La sua rubrica quo-tidiana su La Stampa si dice sia capace di cambiare il mood di tanti leader politici, particolar-mente quelli che stanno a Lar-go Nazareno, sede nazionale dei democrat. Se si alza il latrato

sinistro della fiera della savana, se la fantasia corrosiva dell’ex direttore del Manifesto colpisce, per alcuni è come il sale sulle ferite. «Il Pd è pronto a tutto se Berlusconi fa saltare il tavolo, perfino a riperdere», ha scritto pochi giorni fa. Un genio. Roma-no, classe 1957, cronista politico di razza, Barenghi arrochisce la voce con l’ennesima sigaretta mentre risponde al telefono.

Domanda. Dunque queste larghe intese, per il Pd sono una sofferenza vera.

Risposta. Più che una soffe-renza, un tormento. Anzi, una tortura oraria, sottile, sotto le ossa, estenuante. Perché qua-si tutti non la volevano fare questo accordo, per cui la gran parte soffre come un deportato di Guantanamo, a cui passino la ciotola d’acqua.

D. Ad accuire la soffe-renza di alcuni, il fatto che Matteo Renzi, ogni due per tre, gli sbatta in faccia la contraddizione: davano a lui del «berluschino» e poi con Berlusconi hanno fatto un governo…

R. Certo, Renzi, si toglie il sassolino dalla scarpa. Però un attimo…

D. Un attimo...R. Renzi, deve dimostare

sul serio alternativo a Silvio Berlusconi. E non basta la gherminella di dire che prima si deve fare la legge elettora-le quando l’altro, il Cavaliere, sostiene che ci voglia il presi-denzialismo. Sono entrambe posizioni strumentali.

D. Il presidenzialismo di B. non le pare sincero?

R. Berlusconi vuole il pre-sidenzialismo così questo go-verno dura il più possibile. Poi magari, nella sua megaloma-nia, anche considerando che il personaggio non muore mai, accarezza l’idea di fi nirci lui al Quirinale. Ma questo viene un attimo dopo.

D. E la strumentalità di

Renzi, dove sta?R. Che vuole la riforma elet-

torale perché, una volta fatta, è evidente che parlamento, eletto col vecchio sistema, sia di colpo delegittimato, per cui bisogne-rebbe andare nuove elezioni. Entrambi, direi, guardano molto al loro futuro. Personale e politico.

D. Ma Renzi che cosa deve fare?

R. Deve dimostrare alterna-tivo alla fi losofi a berlusconiana. Per ora non mi pare lo sia trop-po: la cena ad Arcore, la parteci-pazione ad Amici, ora anche il pranzo con Flavio Briatore. Sceneggiate francamente ber-lusconiane.

D. E invece ci vorrebbe?R. Ci vogliono proposte poli-

tiche, sociali, che dicano che la pensa in modo diverso. Anzi che dicano che la pensa il qualche modo. Perché mi pare che, anco-ra, manchi un programma, che proceda ancora molto a battute. C’era la rottamazione e ora non c’è più nemmeno quella…

D. Ma lei crede a quest’ul-tima dichiarata disponibi-lità di Renzi a fare il segre-tario?

R. Il problema non è se ci credo io, ma se ci crede lui. De-cidesse. Stiamo qua e la situa-zione si va facendo grottesca, ridicola. Col Pd ridotto com’è.

D. Appunto, com’è ridotto

il Pd?R. Ma siamo alle correnti

personali: un uomo, una corren-te, ormai. O si dà una sveglia, questo partito, o sono guai seri. Certo c’è Guglielmo Epifani, ottima persona, dirigente serio. Ma lui stesso dice d’esserea a termine, non mi pare che riesca a dare una scossa.

D. Chi può essere allora?R. Bella domanda. Può esse-

re Renzi? Può essere Gianni Cuperlo? O anche Fabrizio Barca? Chiunque sia, occorre un’idea,un programma, una squadra, una politica, una pro-spettiva. Perché così, non si è capito dove il Pd voglia andare. Perché Enrico Letta, se non sbaglio, stamane ha detto di voler durare cinque anni…

D. Parrebbe così..R. Prima il tempo necessario

per fare alcune riforme, poi 18 mesi, ora siamo a cinque anni. E nel frattempo il Pd che fa? Cosa dice agli elettori che torneranno ai seggi? Che hanno governato cinque anni con B. perché non sapevano che cosa fare?

D. Un nome fra quelli da lei citati, Barca, dopo aver suscitato molte speranze, pare essersi eclissato. Per-ché?

R. L’apparato del partito

non ha gradito. Barca non ha riscosso un grande risultato col suo documento. È stato sentito come il professore che fa la sua lezioncina, come quello che vie-ne da fuori a dire che cosa fare: recuperate le sezioni, organiz-zate la struttura ecc. Classica reazione: «Vabbè, e chi sei?». Dico il dirigente medio eh, io lo conosco e lo stimo da tanto. Questa reazione sorda e un po’ ostile sembra dire: «Prima devi sporcarti le mani col congres-so».

D. A proposito di congres-so, è iniziato il tormentone della necessità che il segre-tario sia distinto da candi-dato premier. Che gliene pare?

R. Problema irrilevante. Così non vanno da nessuna parte. Ma dico io: se uno è leader del partito, perché non può essere candidato premier? Non ne trovano neanche uno, fi gurati due. Ne trovassero uno alme-no, uno! Si sono attaccati all’ex segretario della Cgil per fargli traghettare il partito, non si sa dove. Mi pare ci sia una grande confusione.

D. Ad aumentare la con-fusione c’è un ex segretario,

Pier Luigi Bersani, che pare essersi ributtato subito nell’agone. Non era meglio prendersi una pausa, come avevano fatto, a suo tempo, Massimo D’Alema e Walter Veltroni?

R. Ma quale pausa? Veltro-ni si è autorottamato ma poi ha fatto libri, riempie teatri, rilascia interviste. C’è sempre stato. D’Alema poi non è mai uscito. Ma è giusto, è il loro la-voro…

D. Secondo qualcuno l’aver dilapidato un patri-monio di consenso, come nel caso di Bersani, doveva suggerire di stare un po’ fermo un giro…

R. Intendiamoci Bersani ha sbagliato la campagna eletto-rale, ha le sue responsabilità, ma ricordiamoci della Dc, un grande partito che non ho mai

amato: c’erano leader che, in certi momenti, erano in auge, in altri prendevano le botte. Ma stavano lì. Erano dei dirigenti. E così Bersani, al quale non sono attaccato, ma il punto è che lì dovrebbe essere la nuova leva del partito. Gente che di-cesse: «Adesso basta, facciamo noi e vi chiamiamo se abbiamo bisogno». La vede? I giovani sono tutti legati qualcuno.

D. Insomma Bersani ha fatto bene a rifarsi sotto...

R. Ma che si deve uccidere? Avrà diritto di parlare? E infat-ti il gruppo dirigente di Epifani, mi pare che ricalchi abbastanza il suo.

D. E anche nel governo, ci sono i suoi uomini.

R. Questo è sbagliato? Pro-babilmente sì. Si era dimesso, hanno scelto Epifani. Ma, ri-peto, il problema è che non il ricambio non c’è.

D. Allora ha ragione D’Ale-ma a ironizzare sui Giovani Turchi, che han cominciato a fare cose buone ma…

R. … a Istambul, appunto. Certo che ha ragione. Diceva-no «mai con Berlusconi, mai con Berlusconi» e Andrea Orlan-do va a fare il ministro, Ste-fano Fassina il viceministro. Ora, so bene che coerenza e politica non vanno insieme ma c’è un limite.

D. Che doveva fare Fassi-na, quando Letta l’ha chia-mato?

R. Mettersi di lato, insomma. Per mesi e mesi hai detto basta con B., che vuoi smacchiare il giaguaro e ci governi assieme.

D. Qualcuno, un mese fa, aveva cominciato a vagheggiare di un nuovo partito a sinistra: pezzi di Pd con Nichi Vendola, per riaggregare un mondo. Lei ci crede?

R. Mah, intanto Vendola ha preso il 3%, s’è dimesso da de-putato, ed è tornato in Puglia. Il peso di Sel è di poco superiore a quello di Rifondazione. Quando, non tanto tempo fa, avevano, insieme, quasi l’8%. No, Vendo-

la è messo peggio del Pd che, almeno, ha una struttura, ha una forza del 25%. Spiegare il tracollo di Sel non è semplice: le primarie in cui si è dissan-guata, certo, ma Vendola paga i suoi errori d’aver appoggiato

acriticamente Bersani. Non ha mai avuto niente da dire.

D. Per cui un’altra cosa a sinistra la vede diffi cile?

R. Boh, e con chi? Un pezzet-to di Pd? La strada vecchia è dissestata e piena di buche ma prima di lasciarla ci penseran-no non una ma 150 volte.

D. Fra le righe di molte sue risposte, si può leggere come il nodo da sciogliere sia il Pd. Un partito che non

sembrerebbe aver mai su-perato la somma delle due eredità politiche che l’han-no costituito e non aver as-sunto una sua personalità autonoma…

R. Con me sfonda una parta aperta. Ho detto e scritto, tante volte, che il Pd non doveva pro-prio nascere e che fu un errore madornale unire roba che non riesce a stare insieme. Ci vole-va una forza di sinistra, mode-rata ma moderna, tranquilla, solida dal punto di vista ideo-logico, mi scusi il termine. Una cosa che c’è in tutta Europa. E poi allearsi con la Margherita. Questo non hanno fatto ma adesso dividersi rischierebbe di diventare ancora peggio. D’Alema disse una volta che è mancato l’amalgama. Per me non è mai esistito.

D. In tutto questo, sul manto del giaguaro aumen-tano le macchie anziché sparire…

R. Il giaguaro non muore mai. È una bestia fortissima, terribile. Vediamo le sentenze e le probabili condanne. Ma io ho una convinzione…

D. E qual è?R. Che al grosso del popolo

italiano non gliene freghi più

niente. Certo, B. ha perso voti, parecchi, quasi sette milioni, ma ormai s’è assestato. Poi ci saranno strilli e urla ma B non affossa il governo, tiene il Pd per il collo e meglio così non po-teva andargli. Era morto, prima delle elezioni, e il suo obiettivo era semplicemente non far vin-cere il centrosinistra.

D. Obiettivo raggiunto…R. Eh sì, volevano fare il go-

verno con Beppe Grillo e lui, B., a dire: «Siamo pronti». Ge-niale, da parte sua. E ora sta lì. Letta dice ancora per cinque anni.

© Riproduzione riservata

Riccardo Barenghi

il Pd?

pctdnstdc

Renzi adesso deve dimostrare di essere sul serio alternativo rispetto a Berlusconi

la è messo peggio del Pd che,

msaptdec

Nel Pd siamo ormai alle correnti perso-nali. Ormai siamo

al rapporto un uomo una corrente

D. Allora ha ragione D’Ale-i i i Gi i

v

v

Il Cavaliere vuole il presidenzialismo

solo perché vuol fare durare il più a lungo

il governo

sembrerebbe aver mai su

Epifani è una brava persona ma lui stesso dice: sono a termine Non credo possa dare

una scossa

sinistro della fiera della savana,

l

tpdmrpC

Il governo del-le larghe intese è

una tortura oraria, sottile, sotto le ossa,

estenuante

Pier Luigi Bersani, che pare

Pcg

fvpPr

Renzi invece vuol dare la priorità alla riforma elettorale

perché vuol andare alle nuove elezioni

niente. Certo, B. ha perso voti,

Segretario Pd che non può essere pre-

mier? Non ne trovano nemmeno uno, come

fanno a trovarne due?

083048051048051057048051052

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'S03039034' - http://www.italiaoggi.it

http

://w

ww

.mila

nofin

anza

.it -

que

sta

copi

a è

conc

essa

in li

cenz

a es

clus

iva

all'u

tent

e 'S

0303

9034

' - h

ttp://

ww

w.it

alia

oggi

.it

Page 6:  · QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO  Tasse sì ma solo a rate Dal 2008 al 2012 concesse quasi 2 milioni di dilazioni per 22 miliardi di euro. E i pagamenti

6 Venerdì 7 Giugno 2013 P R I M O P I A N OIn questi ultimi tempi l’ex picconatore pd si è rivelato anguillesco come un doroteo

Che cosa farà, da grande, Renzi?Premier sì, ma anche no. Segretario? Si vedrà, ragazziDI ROMANO PERISSINOTTO

In queste ultime settimane è curioso osservare come il paladino del rinnova-mento, della politica del

fare, del «poche chiacchiere e pedalare», abbia assunto un comportamento ondivago, a volte infastidito, sempre più sfuggente. Curioso perché quel paladino di nome fa Matteo e di cognome Renzi. Il guasco-ne toscano possiede il dono di saper recepire gli umori della gente come pochi altri leader politici italiani (paragonabile credo ad uno solo che lo invitò a pranzo a casa sua per studiar-lo), il talento di tradurli in mes-saggi semplici e comprensibili a tutti e non solo ad una ristretta cerchia di eletti depositari della verità, con quella giusta dose di populismo che serve per arriva-re alla pancia degli elettori. La natura gli ha regalato un fisico che gli consente la spavalderia di presentarsi in tv indossan-do un giubbotto alla Fonzie, in una trasmissione condotta dalla nazional popolare Maria, che non è sicuramente un salot-to intellettuale radical chic caro

ai brontosauri bacchettoni del Pd, ma fa milioni di ascolto.

Cosa sta succedendo ora al monello rompiscatole, ex rottamatore del Pd, ovvero cosa vuole fare da grande? Chiama-to a rispondere su questioni che riguardano il suo futuro ruolo nello scenario politico nazio-nale, Renzi appare sostanzial-mente poco, per nulla chiaro. Si candiderà a segretario del suo partito? Il monello risponde sì, no, forse, se il partito lo chia-merà. Ma come, caro sindaco, dove è fi nita la spinta propul-siva, l’attivismo e l’energia del-le primarie? Che fai, aspetti? E sulla premiership? Non era il suo turno, dice. E poi lui use-rebbe il trapano e non il caccia-vite come sostiene stia facendo Letta, lanciandogli peraltro un non piccolo siluro. Da una parte si dichiara disponibile a succedergli, dall’altra la cosa gli interessa poco, almeno nell’im-mediato futuro. Mah.

Infi ne sul tema del giorno, il presidenzialismo, Renzi si esprime con toni tiepidamente favorevoli, ma vede di buon oc-chio anche un premierato for-te. Se da una parte riconosce

la fondamentale importanza che ci sia qualcuno in grado di assumersi la responsabilità di decidere, dall’altro svilisce così il tutto ad una questione di se-condaria importanza ciò che invece riguarda l’assetto isti-tuzionale della Repubblica, con implicazioni dirette nella vita quotidiana di tutti i cittadini. Quello che alla fi ne traspare, e soprattutto viene percepito,

è uno stato confusionale che fa a pugni con l’immagine di chiarezza, novità e decisioni-smo che l’abile sindaco di Fi-renze si è costruito nel tempo. Sebbene il suo gradimento sia ancora elevato, tutto ciò rischia di avvitarlo in una spirale peri-colosa, per i suoi futuri progetti, che sa di stantio e più consona a vecchi modelli di ispirazione e memoria dorotea. Rischia, il

monello, che la sua proclamata rivoluzione blairiana, in un pa-ese volubile come il nostro, resti nell’archivio dei progetti sogna-ti, etichettata come incompiuta: dato il suo talento, le preroga-tive personali e le indubbie capacità, sarebbe uno spreco e Dante lo condannerebbe si-curamente all’inferno. Suvvia, Matteo, dicci chiaramente cosa vuoi fare da grande.

DI FABRIZIA ARGANO

Ma Matteo Renzi si candi-da alla segreteria del Pd o no? È la domanda che ci si pone leggendo l’ennesima

intervista del sindaco di Firenze in cui rivela che potrebbe scendere in campo ma sempre a determinate condizioni. Abbiamo cercato di capire qualcosa di più da un deputato renziano doc come Angelo Rughetti. Nell’inter-vista, l’ex segretario generale dell’Anci elenca anche una serie di errori che sta commettendo il Pd, a partire dal governo Letta e per finire con Flavio Briatore... Andiamo con ordine.Domanda. Onorevole, Renzi ha deciso cosa fare?Risposta. Il problema che Renzi pone non è il suo destino personale, se farà o meno il segretario ma cosa vuole fare il Pd. Se vogliamo riprendere temi vitali come il lavoro e l’economia, se vogliamo dettare una linea sulle ri-forme, serve un partito con la schiena dritta e un’immagine forte. E per que-sto è interesse del partito chiamare “Matteo”.D. Come giudica il Pd sotto la nuova guida di Epifani?R. Il Pd è in una fase di transizione e non si può chiedere di più a Epifa-ni che si è sacrificato in una logica di servizio per il bene del partito. Su al-cuni temi però dovremmo essere più propositivi, incidere di più.D. Quali temi?R. Penso per esempio all’Imu. Siamo andati troppo a rimorchio del Pdl, è stata presa come un’emergenza e

per ora non è costata un euro. Ma il conto, prima o poi, arriverà. Avremmo dovuto far sentire di più la nostra voce su cose altrettanto importanti come il non aumento dell’Iva.D. Che pensa della nuova squa-dra scelta da Epifani per la sua segreteria?R. Non commento nello specifico per-ché, nei giorni scorsi, si era fatto il mio nome e non vorrei che qualcuno pen-sasse che il mio giudizio dipenda dal fatto che non ne faccio parte. Penso però, a prescindere dalle persone, che sia una scelta che tende a fotografare l’esistente e non dia l’idea di un partito che vuole ripartire.D. Un partito che non vuole ri-partire e diviso su molti temi a

partire dal presidenzia-lismo. Lei che idea ha a riguardo?R. È una discussione molto delicata perché riguarda le regole che determinano lo stare insieme di un Paese. Io, personalmente, sono più favorevole al premie-rato forte che al modello presidenziale perché per-mette di non stravolgere la Costituzione e di lasciare l’impianto attuale, la de-mocrazia parlamentare con due contrappesi forti, il presidente della Repubbli-ca e il Parlamento. Penso comunque che per i cittadi-ni la priorità sia la riforma elettorale, non quella costi-tuzionale. Bisogna creare

un rapporto più diretto.D. Anche sulla legge elettorale non c’è una voce all’unisono nel Pd?R. Io sono per il doppio turno di colle-gio uninominale. Con questo modello si restituirebbe il potere ai cittadini. Invito però il Pd a esprimere una linea su questo tema. Capisco che il governo Letta non possa fare la sua proposta perché è materia che spetta al Parla-mento. Ma che il Pd si autolimiti per evitare di creare problemi a Letta, credo sia un errore. Faccia la sua pro-posta. Il rischio è che se continuiamo così, alla crisi di governo, torneremo a votare ancora con il Porcellum.D. Ma quando potrebbe esserci questa crisi di governo? Molti

pensano che se Renzi diventerà segretario, staccherà la spina all’esecutivo…R. Penso che sia il contrario. Letta e Renzi sono due risorse importanti per il Pd e per il Paese. La presenza di «Matteo» alla segreteria del Pd raf-forzerebbe il governo, la sua influenza si tradurrebbe in provvedimenti più incisivi dell’esecutivo. Considerare Renzi un problema, lasciarlo fuori dalle stanze del potere è sbagliato. La sua energia non va contenuta ma valorizzata.D. Il clima intorno a Matteo Ren-zi nel Pd è cambiato? Largo del Nazareno è disposto ad accettarlo alla sua guida?R. Sicuramente il gruppo parlamen-tare democratico è più libero, le pri-marie hanno permesso l’ingresso di tanti ragazzi. Per quanto riguarda il Pd-apparato, spero davvero non ci sia l’ennesima contrapposizione tra ex Ds ed ex Margherita. Bisogna smettere di ragionare in termini di correnti.D. Molti nel Pd non amano l’aper-tura di Renzi verso «Amici» in tv o Flavio Briatore…R. Le relazioni umane non devono avere dei limiti, tanto più se sei un politico, bisogna parlare con chiun-que perché chiunque può dare degli stimoli. E in riferimento a Briatore, è un altro errore clamoroso quello del-la sinistra italiana nel considerare la ricchezza una cosa negativa che va combattuta. Dobbiamo puntare a far sorridere i poveri, non a far piangere i ricchi.

www.formiche.net

IL DEPUTATO RENZIANO ANGELO RUGHETTI ASSOLVE I RAPPORTI DEL SINDACO CON BRIATORE

Noi del Pd dobbiamo riuscire a far sorridere i poveri e non cercare di far piangere i ricchi

Non sa niente «da Keynes in avanti», quindi si rende necessario erudirlo un po’, e così gli hanno affi ancato un’istitutrice, anzi una «tata». Ma il giovane Alessandro Bertoldi (commissario provinciale del Pdl altoatesino, fondatore dell’Armata azzurra di Silvio Cesare, gaffeur come il suo duce, 19 anni ma ne dimostra di meno, diciamo 8 o 9) non ha l’aria di saperla granché più lunga riguardo ai tempi, dal Big Bang in su, ve-nuti prima di Keynes. Be’... diciamo meglio: prima del Cavaliere. È con Papi, infatti, che

inizia la nuova storia del mondo. Berlusco-ni che scende in campo: quello il Messia, questo l’Avvento. Sandrino Bertoldi, con la sua faccia da Zecchino d’Oro e la sua cultura da tv dei ragazzi, è l’apostolo del Salvatore di Villa Certosa e Palazzo Grazioli. Non ha ancora l’età per il bunga bunga (anche se, a differenza di Ruby, è almeno maggiorenne, magari di poco). È presto anche per le sto-rielle troppo osé e per il burlesque. Ma ha l’età giusta per fi nire in burletta.

© Riproduzione riservata

IL CORSIVO

Ha 19 anni ma ne dimostra meno, diciamo pure 8 o 9

Vignetta di Claudio Cadei

083048051048051057048051052

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'S03039034' - http://www.italiaoggi.it

http

://w

ww

.mila

nofin

anza

.it -

que

sta

copi

a è

conc

essa

in li

cenz

a es

clus

iva

all'u

tent

e 'S

0303

9034

' - h

ttp://

ww

w.it

alia

oggi

.it

Page 7:  · QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO  Tasse sì ma solo a rate Dal 2008 al 2012 concesse quasi 2 milioni di dilazioni per 22 miliardi di euro. E i pagamenti

7Venerdì 7 Giugno 2013Venerdì 7 GiugnP R I M O P I A N OIl sindaco è l’opposto di quello che ho sempre immaginato per un centrosinistra illuminato

Renzi segretario? Non sia maiAsor Rosa: c’è troppa poca sinistra in Italia, ragazza mia

DI COSTANZA RIZZACASA D’ORSOGNA

I l ritorno di Bersani? «Francamente non ci ho fatto caso». La nuo-va segrete-

ria del Pd? «Chi sono? Non ne co-nosco quasi nes-suno». L’incon-tro di Renzi con Briatore e Lucio Presta , su cui perfino Veltroni, che aveva appe-na incoronato il sindaco di Fi-renze come «il più adatto alla premiership», ha dovuto scuotere il capo, che lui una cosa del genere non l’avrebbe mai fatta? «Per non incontrare Briatore non c’è certo bisogno di essere un gigante. Basta essere una persona comune bene educata».

Che colpo dev’essere, per il cuore marxista di Al-berto Asor Rosa , il Pd di questi ultimi mesi. Ot-tant’anni a settembre, ex deputato del Pci e grande storico della letteratura, regala a ItaliaOggi un po’ del suo cinismo. In parti-colare sull’ambizioso (ex) Rottamatore che, davanti al rischio di restare fuori da tutto, oggi si candida a una segreteria che fino a ieri snobbava. «Ognuno che sia iscritto al Pd ha il diritto di aspirare a diven-

tarne segretario», chiosa il critico. «Certo, Renzi è anni luce dal mio modo di pen-sare, un homo novus sotto tutti i punti di vista. L’op-posto di quello che ho sem-

pre immaginato dovesse essere il tipo politico di un centrosini-stra illuminato e vicino alle masse lavoratrici, della sinistra riforma-trice moderata collegata ai mo-vimenti sociali p iù avanzat i . L’idea che diven-ti segretario è lontanissima dal

mio modo di vedere l’impe-gno politico e il partito».

Domanda. Partito che versa in grave crisi, e il buon risultato delle am-ministrative non deve trarre in inganno.

Risposta. Prima di parla-re di buon risultato, questo andrebbe consolidato nei ballottaggi. La buona per-formance al primo turno rappresenta un manteni-mento di credito da parte dell’elettorato più incor-porato nella tradizione democratica di sinistra. È tutt’altro che un’apertura di credito illimitata e senza condizioni. Certo, la scelta di Marino è stata una scelta di opinione pubblica, oltre che di partito. Io l’ho votato con convinzione. Credo che un suo successo potrebbe

sospingere anche il Pd, più liberamente e coraggiosa-mente, verso un rinnova-mento interno di cui per ora non si vedono avvisaglie.

D. Certo, Epifani non è quel che si dice un uomo di visione.

R. Di visione? Scherza? Guardi che se nel Pd c’è un barlume di continuazione è già tanto. Epifani è un po-litico di lunga durata, cor-retto e serio. Penso che per governare questo passaggio, cioè per accompagnare il Pd fino al Congresso, sia la per-

sona ideale. Mi pare lo stia facendo bene. Certo, non è un trascinatore. Però è una persona sensata.

D. Ma lei chi vedrebbe come prossimo segreta-rio?

R. Non mi faccia far nomi. Stimo molto Barca, cono-sco Cuperlo da quando era bambino e considero Enri-co Letta una persona seria che si muove dentro condi-zioni molto difficili.

D. Ha letto il libro di Veltroni, E se noi doma-ni? Che ne pensa?

R. Non l’ho letto. Veltro-ni ha fatto e ha detto tante cose. Ma questo non può impedirgli di continuare a farne, e soprattutto a dirne, tante altre.

D. Anche Occhetto ha scritto un libro: La gioio-sa macchina da guerra. Uscirà a giorni.

R. Sono contento per lui.D. C’è troppo poca sini-

stra nel Pd, diciamolo.R. C’è troppa poca sini-

stra in Italia, ragazza mia.@CostanzaRdO

© Riproduzione riservata

DI DIEGO GABUTTI

Quando Hannah Arendt, nel 1963, pubblicò La banalità del male, Feltrinelli 2009, un reportage filosofico, oggi

considerato un classico, nel quale sviluppava le sue corrispondenze per il New Yorker dal processo ad Adolf Eichmann, il burocrate che aveva organizzato lo sterminio degli ebrei, tutto s’aspettava tranne che la tesi del suo libro avrebbe sollevato il pu-tiferio ideologico che segnò gli ultimi anni della sua vita. A differenza d’altri commentatori, meno profondi e sotti-li di lei, Hannah Arendt si rifiutava di vedere nei macellai nazisti come Eichmann dei demoni votati al male. Vedeva in loro qualcosa di peggio: persone grigie, vuote, senza qualità, spaventosamente normali. All’autrice delle Origini del totalitarismo questa osservazione illuminante sulla banali-tà dei malvagi e delle loro imprese non fu perdonata. Fu attaccata sui gior-nali, amici e conoscenti le voltarono le spalle e, in Germania, ci fu persino chi cercò di vietare la pubblicazione del libro (ed era un po’ come bruciarlo in piazza, à la Hitler). Ebrea, si disse, aveva assolto gli assassini antisemiti

e condannato le vittime, per esempio ricordando che i consigli ebraici, nell’il-lusione di placarne la ferocia, avevano collaborato con le autorità genocide.Ursula Ludz e Thomas Wild - cu-ratori di Eichmann o la banalità del male. Intervista, lettere, documenti, Giuntina 2013, pp. 214, 14,00 euro, dove sono raccolte, tra le altre cose, anche le lettere scambiate tra Arendt e Joachim Fest, il futuro biografo di Hitler - ricostruiscono tutta la storia e ne illustrano, attraverso citazioni e documenti d’archivio, i contenuti, a cominciare da quello più inquietante: la natura del male, la sua banalità. Arendt, illuminista, non tollerava che il male fosse trattato sub specie metafisica, favolistica, mentre i suoi avversari, compresi i più sobri, par-tivano facilmente per la tangente religiosa. Fest la pensava più o meno come lei, e anche lui sarebbe stato inchiodato, in futuro, alla «banaliz-zazione» del Führer, ma più ancora all’eccessiva comprensione che ebbe per Albert Speer, ministro degli armamenti e architetto di Hitler.

«Quando si viene demonizzati», disse Arendt parlando alla radio te-desca, «non soltanto si viene resi in-

teressanti, ma ci si vede attribuire segretamente anche un’abissalità che gli altri non hanno. Gli altri sono tal-mente superficiali da non avere mai ucciso uomini nelle camere a gas». Citò Brecht: «I grandi criminali poli-tici vanno assolutamente denunciati, esponendoli soprattutto al ridicolo. Perché essi, prima di tutto, non sono affatto grandi criminali politici [...] Come il fallimento delle sue impre-se non fa di Hitler uno stupido, così la mole di tali imprese non ne fa un granduomo». Spiegò: «Nelle opere di Brecht si assiste di continuo alla messa in scena della tentazione al bene alla quale bisogna resistere. Se andiamo a vedere nella storia della teoria politi-ca, lei potrà leggere questa cosa anche negli scritti di Machiavelli, perfino in un certo senso anche in quelli di Kant. Eichmann e molte altre perso-ne furono molto spesso tentati di fare, dunque, quello che noi chiamiamo bene. Vi hanno però resistito proprio perché si trattava d’una tentazione».

È come banalità del male, insegnò Hannah Arendt nell’ultima parte della sua vita, che la sventura poli-tica prende una forma storica. Agli amici, poco prima di morire, mandò

una copia ciclostilata dei Calunnia-tori politici, una vecchia poesia di Gottfried Keller (1819-1890): «Dalla buia caverna esce / un ladrone per gi-rovagare; / danaro vorrebbe arraffare, / ma trova qualcosa di più prezioso: / trova una polemica / intorno a niente, un sapere folle, / un vessillo strappa-to, / un popolo completamente solo. / Ovunque vada, trova / il vuoto dei miseri tempi; / una situazione in cui può procedere senza timori, / diven-tando allora un profeta; / su macerie appoggia / questa canaglia i suoi piedi / e fa sibilare i suoi saluti / nel mon-do sbalordito. / Avvolto da una veste d’infamia / come offuscato dall’ombra d’una nube, / un bugiardo dinanzi al popolo / s’erge presto al potere / grazie al gran numero d’aiutanti, / di vario ordine e grado, / adocchiando l’occasio-ne / per farsi scegliere alle elezioni».

Guardiamoci intorno: il sapere folle non manca, non ci sono che polemiche intorno al niente, il popolo è completamente solo, le canaglie non fanno che adocchiare le occasioni per essere scelti alle elezioni e i tempi non potrebbero essere più miseri e vuoti.

© Riproduzione riservata

CON IL SUO «LA BANALITÀ DEL MALE» ANALIZZÒ LE TRAGEDIE CHE POSSONO FARE LE PERSONE ORDINARIE

Hannah Arendt descrisse, ben 50 anni fa, i nostri tempi

Alberto Asor Rosa

DI ANDREA GIACOBINO

Si riorganizza il consistente gruppo im-mobiliare che fa capo alla famiglia di Franco Bassanini, presidente della Cassa Depositi e Prestiti. La holding

Risberme ha liquidato il socio elvetico Cetra Sa che possedeva il 22,2% con il corrispettivo di 11,6 milioni di franchi svizzeri, vincolando all’acquisto dei titoli i 9,3 milioni di euro di riserva in conto capitale, salvo compensazione con dei crediti vantati dalla stessa Risberme verso la società rossocrociata. Risberme, di cui 4 fratelli Bassanini (Franco, Piero, Chiara e Marco) detengono ciascuno l’11,1% mentre il 33,3% fa capo alla madre defunta, possiede diversi stabili prestigiosi nel centro di Milano attraverso la controllata Fimpa.

Ma le diffi cili condizioni del mercato immobiliare hanno suggerito una svaluta-zione prudenziale di 10,5 milioni in Fimpa e così il valore di carico degli asset di mattoni è diminuito a 92,5 milioni dai 102,6 milio-ni del 2011, impattando signifi cativamente anche sul conto economico che, dalla mini-perdita di 407.867 euro del 2011, è passato ad un rosso di 8,5 milioni, ripianto mediante l’utilizzo della riserva di rivalutazione. Gli immobili dei Bassanini hanno garantito un fl usso di affi tti di oltre 4 milioni mentre nello stato patrimoniale fi gurano liquidità per 1,9 milioni e attività fi nanziarie per cir-ca 4,1 milioni rappresentate fra l’altro da due gestioni patrimoniali (Lmf Partners e Banca Sella) e dalla sottoscrizione di fondi comuni Allianz Bank.

© Riproduzione riservata

NEL 2011 LA MINUSVALENZA ERA STATA DI 408 MILA €

Con gli immobili, i Bassaninihanno perso 8,5 mln di euro

083048051048051057048051052

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'S03039034' - http://www.italiaoggi.it

http

://w

ww

.mila

nofin

anza

.it -

que

sta

copi

a è

conc

essa

in li

cenz

a es

clus

iva

all'u

tent

e 'S

0303

9034

' - h

ttp://

ww

w.it

alia

oggi

.it

Page 8:  · QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO  Tasse sì ma solo a rate Dal 2008 al 2012 concesse quasi 2 milioni di dilazioni per 22 miliardi di euro. E i pagamenti

8 Venerdì 7 Giugno 2013 P R I M O P I A N OMa è una riforma osteggiata da destra e sinistra che preferiscono avere un paese imbalsamato

Il semipresidenzialismo fa benePetruccioli: in un colpo tutti sarebbero costretti a rinnovarsi

DI MICHELE PIERRI

Il percorso delle riforme costituziona-li è un cammino irto di ostacoli. Con la nomina dei 35 saggi che si occupe-ranno di formulare il disegno di legge

di modifi ca dell’assetto istituzionale del Paese, il governo Letta si è incammina-to su un sentiero del quale non conosce ancora i tempi di percorrenza né le sa-lite, ma che ha riportato al centro del dibattito pubblico la modernizzazione della macchina dello Stato. E per dare nuovo slancio all’Italia, superare le at-tuali istituzioni è un punto centrale per Claudio Petruccioli, giornalista, già parlamentare del Pci-Pds ed ex presi-dente della Commissione di Vigilanza sulla Rai. Petruccioli spiega perché il Paese ha bisogno di puntare su nuovi modelli di governo, anche di carattere presidenzialista.

Una nuova Costituzione - Per Pe-truccioli è da molto tempo che la Costitu-zione italiana dovrebbe essere adattata ai tempi nuovi. «La nostra Carta», rileva, «è stata disegnata facendo riferimento a un sistema proporzionale. Ogni aspetto che regola la macchina dello Stato, i mec-canismi decisionali e i processi politici è fatto per funzionare con quel modello. Solo che allora c’erano partiti forti che pretendevano, e ci riuscivano, di essere l’alfa e l’omega di tutto. C’era una sorta di regime partitico che riusciva, a fronte di un voto, a dare al Paese un governo e un presidente del Consiglio. Oggi questo non si riesce più a fare ed è quindi ne-cessario indirizzare la democrazia su un modello che consenta la governabilità. Anche la Francia, prima della riforma gollista, era nella nostra stessa situa-zione. Poi ha deciso di sposare il semi-presidenzialismo, una scelta come tante,

certo, ma pur sempre qualcosa. Il fatto che in Italia nessun tipo di riforma sia ancora stata realizzata la dice lunga sulla pochezza della sua attuale classe dirigente».

Il problema culturale - Secondo, l’intellettuale riformista, nel rifi utare il presidenzialismo, i partiti appaiono divisi, ma sono in realtà più uniti che mai. «Non supporto il presidenzialismo a prescindere», spiega Petruccioli, «ma non è vero che il centrodestra lo vorreb-be, mentre il centrosinistra lo rifi uta.La verità è che ci sono resistenze in en-trambi gli schieramenti. E la ragione è puramente culturale. Cambiare modello signifi cherebbe cambiare radicalmente anche la nostra società».

L’alternanza necessaria - Per Pe-truccioli, «i mutamenti non arrivano mai da soli» e con il presidenzialismo «in un colpo solo sarebbero costretti a rinnovarsi la politica, i sindacati, le imprese, i cittadini stessi. Invece tutto in Italia è strutturato secondo un mec-canismo di tipo «contrattualistico», che la porta inevitabilmente a trovare convergenze al centro. È un problema antico. È il consociativismo che si fa prassi e lo fa nel mezzo, nel punto di equilibrio, quello che fa dire: «Va bene, forse non vincerò, ma se ottengo un buon risultato farò pesare il mio pac-chetto». È per questo che i governi si fanno e si faranno sempre al centro fi nché qualcosa non cambierà. Ora noi dobbiamo solo chiederci se trarremmo giovamento da una politica che porti a una vera alternanza. Io credo che un piccolo assaggio lo abbiamo avuto negli ultimi vent’anni. E penso anche che la risposta sia sì: il semipresidenzialismo farebbe bene all’Italia»

www.formiche.net

DI BENEDETTO IPPOLITO

Il dibattito sulle riforme istituzio-nali è soltanto all’inizio. Saggi a parte, a rilanciare la partita sono stati ieri due uomini poli-

tici che non temono certo il cambia-mento: Silvio Berlusconi e Matteo Renzi. Entrambi sostengono, infatti, un rafforzamento del peso elettorale dei cittadini, sebbene non s’intendano sul rimedio migliore da adottare. Il Cavaliere approva l’elezione diretta del capo dello Stato, per completare così la rivoluzione avviata con l’intesa sul governo Letta. Il sindaco di Fi-renze ripete, invece, che è suffi ciente cambiare la legge elettorale, con un sistema simile a quello che vota ades-so i municipi.

Un’inutile divergenza. In effet-ti, l’essenziale è portare la gente a sentirsi protagonista attiva della politica, a prescindere dalla forma di Governo che si predilige. E poiché il fronte dei contrari è strisciante e trasversale, e la guerra di posizione rischia di spegnere ogni buona volon-tà, il presidenzialismo dovrebbe re-

stare un obiettivo prioritario, essendo supportato oltretutto da argomenti di sostanza che spingono senza dubbio a tale soluzione.

Basta guardarsi attorno per ve-dere ovunque il radicale scollamen-to degli organismi rappresentativi, siano essi locali o centrali, dalla vita delle persone. Il fenomeno, fi no a dieci anni fa, coincideva con il dualismo po-litico di centrodestra e centrosinistra. L’alternanza ha funzionato, in real-tà, fi n quando l’economia avanzava, e l’apparato politico e amministrativo era suffi cientemente forte da sostene-re Prodi o Berlusconi. Poi crisi, debito, Europa e banche ci hanno messo in ginocchio, lasciando il Paese sotto i colpi di una magistratura indomita e di una comunità nazionale spenta e rattrappita.

All’Italia oggi non basta il go-vernissimo, non basta la riforma della legge elettorale e non basta neanche avere qualche politico tra i tanti in grado ancora di raccogliere un consenso. La soluzione deve ve-nire dal vertice. Il primo passaggio

obbligato è collocare la democrazia alla sommità della Repubblica, per-ché, alla base, vi è la percezione ormai che lo Stato sia un esattore unico di privilegi. Il presidenzialismo, in que-sto senso, è una terapia in funzione non tanto dei poteri di decisione del Governo quanto del superamento della distanza tra Stato e società. Dando al popolo il diritto di eleggere chi rappresenta tutti, si dà al popolo stesso la responsabilità e il controllo dei poteri pubblici non elettivi, come la magistratura e la difesa.

Anche l’economia, d’altronde, ha bisogno di motivazioni, e le motivazioni affiorano soltanto se i cittadini sono i primi attori nella scelta di chi, per un certo tempo, pre-siede al bene comune. A tal fi ne può bastare un semipresidenzialismo o solo un presidenzialismo minimo, nel quale il capo dello Stato abbia perfi no meno poteri di quelli che detiene già. Perché, a ben vedere, contro la crisi economica serve l’elezione diretta del presidente, e non un uomo della prov-videnza che non c’è e mai arriverà.

© Riproduzione riservata

È UN TERAPIA PER SUPERARE L’ENORME DISTANZA FRA LO STATO E LA SOCIETÀ

Con il presidenzialismo si riesce a collocarela democrazia al sommità della Repubblica

di Pierre de Nolac

Il sindaco di Terni colpito dall’ombrello di un operaio.

Sembra la scena di una vignetta di Altan.

* * *

Uno sciame di api sul portone del Quirinale.

I restauratori hanno usato troppa cera..

* * *

Armani sale al Colle.

È andato a prendere le misure.

* * *

Berlusconi assicura fedeltà al governo.

Sa bene che i divorzi costano cari.

PILLOLE

DI PUCCIO D’ANIELLO

Giornate di visite importanti: Papa Francesco riceverà il pre-sidente della Repubblica Giorgio Napolitano, nella mattinata di domani, sabato. Ieri a Firenze il sindaco Matteo Renzi ha incon-trato a palazzo Vecchio, in visita privata, Carlo De Benedetti. E lo stilista Giorgio Armani è salito al Colle per salutare il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. L’unico che è stato dimen-ticato da tutti è l’ex segretario del Pd, Pier Luigi Bersa-ni: nessuno lo cerca. E Gianfranco Fini ha un’agenda molto più ricca di lui.

* * *

La serata di festeg-giamenti per Giorgio Armani verrà ricordata a lungo, a Roma: da tempo non si vedevano centina-ia di auto a noleggio pronte a far arrivare gli invitati a un evento. Con ingorghi di traffico anche alle prime ore del mattino.

* * *

Le statue dello stadio dei Marmi, gli affreschi del salone d’onore, la stanza delle fiaccole olimpiche: lo stilista Giorgio Armani ha visi-

tato la sede del Coni, osservando con attenzione anche i dettagli. Ha fatto domande e dispensato consigli al presidente del Comi-tato olimpico, Giovanni Mala-gò, che gli faceva da cicerone: per esempio, togliere le piante sulle scale di palazzo H, e un commen-to sulla negatività del design ‘ci-miteriale’ delle iscrizioni dei me-

dagliati sul muro. Una visita voluta per il fornitore uf-ficiale delle divise azzurre di Londra 2012.

* * *

Due mesi di media-zione gratuita per le imprese e i cittadini di Roma e provincia grazie a un’inizia-tiva della Camera di commercio di Roma. Attraverso la Camera arbitrale,

sua azienda speciale e a seguito dell’adesione al progetto «Rilancio degli strumenti di giustizia alter-nativa: mediazione e arbitrato», approvato da Unioncamere, l’isti-tuzione camerale ha deciso di offri-re gratuitamente, a giugno e luglio, il servizio di mediazione a imprese, consumatori e cittadini. Un’occa-sione unica per dare anche mag-gior risalto alla «settimana della conciliazione», in programma dal 24 al 30 giugno.

INDISCREZIONARIO

Giovanni Malagò

083048051048051057048051052

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'S03039034' - http://www.italiaoggi.it

http

://w

ww

.mila

nofin

anza

.it -

que

sta

copi

a è

conc

essa

in li

cenz

a es

clus

iva

all'u

tent

e 'S

0303

9034

' - h

ttp://

ww

w.it

alia

oggi

.it

Page 9:  · QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO  Tasse sì ma solo a rate Dal 2008 al 2012 concesse quasi 2 milioni di dilazioni per 22 miliardi di euro. E i pagamenti

9Venerdì 7 Giugno 2013Venerdì 7 GiugnP R I M O P I A N OIl M5S è sicuramente in diffi coltà ma tutti i sondaggi lo danno ugualmente sopra questa barra

Grillo ha il 20% dei consensiMa deve continuare a giostrare fra sinistra e destra

DI MARCO BERTONCINI

Dopo l’esito del primo turno delle elezioni comunali è un sus-seguirsi di necrologi

per il M5S. Ieri, i giornali erano ricolmi di sbandiera-ti annunci dell’abbandono del movimento: autori, due deputati grillini. Un’inter-pretazione diffusa è che i gruppi parlamentari siano vicini alla scissione. Non c’è che dire: Beppe Grillo è in calo. Prima di annunciarne la scomparsa, però, è il caso di compiere qualche rifl essione.

Gli otto milioni e passa d’italiani che hanno votato 5Stelle l’hanno fatto, in lar-ghissima misura, per espri-mere una corale protesta con-tro la politica, contro i partiti, contro la casta, contro la classe dirigente. In misura ridotta, vi sono state frange di elettori tradizionalmente di sinistra che hanno captato, in questo o in quel punto del programma grillino, elementi facenti parte del proprio patrimonio politico: hanno votato M5S come fosse un partito di sinistra, ma di maggior affi dabilità rispetto al Pd o a Sel o alla defunta lista di Antonio Ingroia. Ovviamente, in queste settimane successive alle elezioni politiche, lo spetta-colo offerto dagli eletti grillini è stato avvilente. Più parlano, più danni recano all’immagine del movimento.

Quand’anche, però, de-putati e senatori grillini fossero altrettanti Cavour, non potrebbero mutare d’acchito la conduzione della politica na-zionale. La delusione, alme-no in molti elettori, è dunque scontata. La ribellione, tutta-

via, permane. Se, al momento di «aboli-re il finanziamento pubblico ai partiti», l’esborso erariale resta immodificato, al punto che si deve introdurre una nor-ma per evitare che le nuove disposizioni lo facciano incrementa-re, i cittadini si sen-tono sbertucciati: ovvio che, alla prima occasione, continuino nel segnalare la pro-pria protesta, incrementando l’astensionismo, senz’altro,

ma in parte spingendo ancora i pentastellati.

Grillo è conscio di quanto sia dif-ficile tenersi legati gli elettori. Dà per scontato che una fet-ta dei propri eletti se ne vada: anzi, fi nora gli è andata bene, essendo le perdite limitate. Se cedesse alla propensione alle intese con la sinistra serpeggiante fra spez-zoni dei propri gruppi

parlamentari, rischie-rebbe di perdere se-

guito elettorale sia fra i delusi del centro-destra che l’hanno

votato, sia genericamente fra coloro che non vogliono con-taminazione con alcuna par-te politica. Grillo deve perciò barcamenarsi, consapevole dell’impossibilità di tramutare il voto di generica protesta in voto di adesione.

Però resta un fatto inne-gabile: nessun sondaggio gli attribuisce un elettorato po-tenziale inferiore al 20%. Più la classe politica continuerà a dimostrarsi incapace di vere riforme, più è probabile che il M5S mantenga seguito.

© Riproduzione riservata

Vignetta di Claudio Cadei

DI MASSIMO TOSTI

Come si può dar torto a Matteo Renzi, quando critica la nomi-na dei 35 saggi, sostenendo che «la politica fa così quando non

vuole risolvere le cose»? I trentacinque saggi di oggi (frutto di una accurata lot-tizzazione) sono la fotocopia (ingrandita) dei dieci che Napolitano nominò alla fine di marzo per fornire orientamenti sull’economia e le riforme istituzionali. Il loro lavoro si concluse con due relazioni nient’affatto esaltanti nei quali si elen-cavano le diverse ipotesi per risolvere i due problemi chiave che il nuovo governo avrebbe dovuto affrontare.

Adesso il nuovo governo è stato costituito, Napolitano ha incassato un nuovo mandato settennale, e le larghe intese hanno risposto alle indicazioni del capo dello Stato. E l’impressione che i nuovi saggi debbano preparare il terreno alla commissione di 40 parlamentari sia un modo per rinviare le decisioni politi-che sembra fondata. Tutto questo, però, non autorizza a concludere che, alla fi ne, nessuna riforma sarà varata. Berlusco-

ni continua a dire che le sentenze dei tri-bunali contro di lui non provocheranno conseguenze per la vita del governo (che adesso Enrico Letta defi nisce «di legi-slatura», confortato anche dalle parole di Napolitano che smentisce di averlo mai defi nito «a termine»).

Se il Pdl e (soprattutto) il Pd riu-sciranno davvero a mettere da parte i pregiudizi reciproci, un accordo sulle riforme sarebbe ancora possibile. Gio-vanni Sartori (decano e guru dei polito-logi italiani) sostiene che i saggi appena nominati «sono troppi» e «non combine-ranno nulla» e che «ai partiti delle fi rme costituzionali interessa poco o nulla». Ma è un’opinione, soltanto un’opinione (an-che se autorevole). Il percorso complesso che è stato avviato dal governo (con la benedizione del presidente della Repub-blica) può, vedendola in positivo, aiutare le due forze di governo a far decantare le ostilità e i pregiudizi.

Se fra sei mesi il clima di non bel-ligeranza avrà lasciato il campo alla fiducia reciproca, dare finalmente al paese un assetto più moderno potrebbe non essere più soltanto un’illusione. Se

il governo saprà avviare la ripresa eco-nomica (che è il problema più urgente) potrebbe avviare un circolo virtuoso che farebbe cadere le diffi denze reciproche e trovare un’intesa anche sui problemi istituzionali. È chiaro che questo per-corso sarà favorito da un’eventuale sen-tenza favorevole a Berlusconi da parte della Corte di Cassazione (e questo è il passaggio che, al momento, comporta i maggiori interrogativi).

È pur vero che di riforme si parla da decenni senza che se ne sia realizzata neanche una. Ma è altrettanto vero che proprio nel momento in cui l’Italia vive la più grave crisi economica degli ultimi decenni e mentre la classe politica ha raggiunto il punto più basso di credibili-tà, la casta può trovare (per un naturale istinto di sopravvivenza) la forza per fare quel che non è mai riuscita a fare (né con la Commissione Bozzi, né con quella presieduta da De Mita e poi dalla Jotti, né con la bicamerale di D’Alema). Cioè adeguare le istituzioni. La carte fonda-mentale ha sessantacinque anni: un’età nella quale qualunque signora pensa a qualche ritocco dal chirurgo estetico.

LA COSTITUZIONE HA 65 ANNI, ETÀ IN CUI QUALSIASI SIGNORA PENSA SIA NECESSARIO UN RITOCCO

I saggi, dai 10 di Napolitano, sono già diventati 35

083048051048051057048051052

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'S03039034' - http://www.italiaoggi.it

http

://w

ww

.mila

nofin

anza

.it -

que

sta

copi

a è

conc

essa

in li

cenz

a es

clus

iva

all'u

tent

e 'S

0303

9034

' - h

ttp://

ww

w.it

alia

oggi

.it

Page 10:  · QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO  Tasse sì ma solo a rate Dal 2008 al 2012 concesse quasi 2 milioni di dilazioni per 22 miliardi di euro. E i pagamenti

10 Venerdì 7 Giugno 2013 P R I M O P I A N OIn due passano con la maggioranza del sindaco de Magistris. E il Pdl spara sui centristi

A Napoli l’Udc si sta estinguendoEffetto domino dopo il tracollo elettorale del Terzo Polo

DI EMILIO GIOVENTÙ

Nati con l’ambizione di essere centrali e quindi determinanti. Alla fine sono stati messi in un

angolo. Sono quelli dell’Udc. Ovvero i facenti parte del ter-zo polo, che dopo il voto delle politiche e delle amministrative si è liquefatto più velocemente di un ghiacciolo al caldo d’ago-sto. Un tracollo con conseguen-te fuga e affan-nosa ricerca di posizionamento che dal livello nazionale cade verticalmente fino alle perife-rie. Come a Na-poli, dove l’Udc continua a per-dere colpi fino alla quasi totale disgregazione. Si prenda per esempio quanto sta avvenendo nel consiglio co-munale.

Il presidente dell’Assem-blea, Raimondo Pasquino, ex rettore universitario e re-cente pezzo da novanta nella batteria centrista, e il consi-gliere David Lebro hanno vo-tato il consuntivo approntato dalla giunta dal sindaco Luigi de Magistris. Il gesto si tra-duce, nei fatti, nell’ingresso nella maggioranza che sostie-ne il sindaco. Già, proprio loro, rappresentanti di una realtà

politica che si è sempre tenuta alla larga dalle derive estremi-ste della sinistra vendoliana e giustizialiste dell’Idv che invece fanno da fondamenta all’avven-tura amministrativa di de Ma-gistris che a sua volta, invece, non riesce a portare dalla pro-pria parte il Pd.

Chi si diverte a ragiona-re di politica dalle parti del Vesuvio lascia intendere che

dietro il movimen-tismo di Pasquino, prossimo alla sca-denza del manda-to come Rettore dell’università di Salerno, c’è l’aspi-razione a candi-darsi a sindaco proprio nel capo-luogo di provincia «abbandonato» da Vincenzo De

Luca diventato viceministro alle Infrastrutture del Gover-no Letta. Pasquino è in cerca di sponde che possano dargli la giusta spinta e una l’avreb-be individuata nel movimento che ruota intorno al sindaco di Firenze, Matteo Renzi. Più tormentato, invece, il cammino che attende Lebro. L’ingresso nella maggioranza conferme-rebbe che i rapporti tra lui e il sindaco di Napoli sono sempre più stretti. Ritiene l’accaparra-mento con l’ex pm un approdo sicuro, visto che di inciuciare con il centrodestra proprio non

ne vuole sapere, strategia che invece cercherebbe di attuare Pier Ferdinando Casini a li-vello nazionale. C’è chi a Napoli punta sul passaggio di Lebro al Partito democratico.

La scelta di Pasquino e Lebro di entrare nella mag-gioranza che appoggia il Sin-daco de Magistris non è stata presa bene dall’opposizione. Per i consiglieri comunali di Napoli del PdL, Marco Man-sueto, Gennaro Addio, Sal-vatore Guanci e Gabriele Mundo e quello di Grande Sud Stanislao Lanzotti, e il portavoce Ernesto Caccava-le, i due fanno parte dell’Udc e per questo vanno all’attacco: «È sconcertante che un parti-to che si defi nisce moderato come l’Udc, che governa con il Pdl alla regione Campa-nia e nelle amministrazioni provinciali di Napoli, Caser-ta ed Avellino, decida inopi-natamente di puntellare la traballante maggioranza del sindaco de Magistris, insieme a tutti i partiti di estrema si-nistra, proprio nel momento in cui de Magistris mostra tutta la sua debolezza ed inettitudine, condita dalla consueta arroganza». Nel mi-rino dei consiglieri comunali dell’opposizione di centrode-stra c’è soprattutto uno dei due. «In particolare delude fortemente il comportamento di Pasquino, che si dimostra

una volta di più un collezio-nista di poltrone ed incarichi. Rettore dell’università di Sa-lerno, presidente del consiglio comunale di Napoli, candida-to sindaco due anni fa contro tutto e tutti ed ora sponsor del sindaco de Magistris, sull’orlo del fallimento. Complimenti ed auguri!».

L’Udc, sentendosi in un angolo, cerca di sfuggire dall’attacco abbandonando sul campo Pasquino e Lebro. Per Giuseppe De Mita, deputato

Udc ed ex vicepresidente della Regione Campania, «la decisio-ne di Pasquino e Lebro di aderire alla maggioranza che sostiene de Magistris rientra nel campo delle scelte assunte a titolo esclusivamente perso-nale. Si tratta di una decisione che non ha coinvolto e che non riguarda il partito dell’Udc». Anche Antonio De Poli, capo della segreteria politica Udc, è stato chiaro: «A Napoli l’Udc resta all’opposizione».

© Riproduzione riservata

Raimondo Pasquino

DI RICCARDO RUGGERI

In termini di immagine interna-zionale il momento più basso per l’Italia l’avemmo quando, a fronte di una domanda di un

giornalista, in diretta planetaria, Merkel e Sarkozy si scambiarono un orrendo sguardo d’intesa, e un ancora più orrendo sorriso finta-mente trattenuto. Le élite nostrane esultarono, vivendolo come l’attacco finale al loro storico avversario po-litico, senza rendersi conto, stante la loro miserabile statura intellet-tuale, che esso era riferito a tutti i cittadini italiani. In un caso simile, questa volta in Germania, col gaf-feur socialdemocratico tedesco di turno, Napolitano fu implacabile nei confronti di questo modo di at-teggiarsi degli altri europei verso di noi. L’essere vecchio, e conoscendo bene queste élite europee giacobino-calviniste, con le quali sono convis-suto trent’anni, mi ha insegnato di rimanere rilassato, tanto si tratta solo di attendere qualche tempo per rispondere. Ripeto, conoscendo il pro-fondo degrado morale di questi popo-li, mascherato da straordinarie doti di dissimulazione, nessun stupore.

Nel caso dei francesi il momen-to è arrivato. Di norma, da loro, a uno scandalo di impronta sessuale ne segue uno di impronta economica: le élite occidentali che ci governano non sono particolarmente fantasio-se, la droga è talmente diffusa che non fa più notizia, la cocaina è ormai diventata, per costoro, una «commo-dity», quattrini e sesso la fanno da padroni. Dopo lo scandalo dei conti ministeriali socialisti nei paradisi fiscali arriva questo. Due anni fa c’era stato il terremoto Strauss-Kahn, direttore del Fmi, futuro presidente, fi nito in manette a New York con l’accusa di aver stuprato una cameriera nera. La Francia, in base al manuale Cencelli internazio-nale, pretese di continuare a occu-pare quella poltrona con i fantasiosi foulard di Christine Lagarde. Ora anche costei è fi nita nei guai, quasi certamente sarà indagata per di-strazione di fondi pubblici e falso in atto pubblico. Lagarde fu il potente ministro Economia e Finanze di Ni-colas Sarkozy, ora è inquisita dai tre giudici del Tribunale dei mini-stri, unico organismo che ha il pote-re in Francia di aprire procedimenti che abbiano come oggetto l’operato di membri del governo. L’accusa ri-

guarda il suo controverso arbitrato, come ministro, nella disputa miliar-daria fra l’uomo d’affari Bernard Tapie, ex politico socialista passato poi in area Sarkozy, e il Crédit Lyon-nais. L’arbitrato fruttò a Tapie 403 milioni di euro sull’unghia, a titolo di risarcimento per il presunto dan-no subito nel 1993, quando la banca comprò Adidas.

I sussurri che si colgono nei salotti di Parigi parlano di accu-se che diffi cilmente consentiranno alla Lagarde, che pure avrà a di-sposizione tutto il tempo e i mezzi per spiegarsi, di evitare di fi nire fra gli indagati. Le élite bipartitiche ce la metteranno tutta per evitarlo e lavoreranno affi nché i giudici la di-chiarino «testimone informato dei fatti». I capi d’accusa del dossier pesano però come macigni. E nei verbali c’è anche un «autogol» della Lagarde, che ha già dichiarato sotto giuramento di aver agito di propria iniziativa nell’arbitrato, scagionando così Sarkozy, che adesso non può più essere chiamato in causa. Emerge, secondo le «fughe» di notizie pari-gine, che la decisione di «arbitrare» non fu conveniente per lo stato e sa-rebbe scaturita da una lettera del ’99 dell’allora ministro Dominique

Strauss-Kahn (arrieccolo) che defi -nì il Tesoro francese parte in causa nella diatriba, mentre secondo gli esperti questa posizione era «priva di ogni fondamento giuridico». Soli-ti imbarazzanti incroci fra Destra e Sinistra, da sempre «alleati» negli scandali economico-sessuali.

Alcune rifl essioni. In Francia i membri del governo sono giudica-ti da un tribunale dei Ministri, i Pm sono alle dipendenze del ministro della Giustizia, Christine Lagarde si è ben guardata dal dare le dimis-sioni, la stampa francese ha avuto sul caso la durezza di una piuma, l’austero Hollande ha fatto sape-re a un collaboratore della Lagarde (lo rivela Le Canard Enchaîné, nel caso di scandali politici l’unica voce libera): «non chiederemo che lasci il Fmi, neppure se la Corte di giustizia della Repubblica la inquisisse» (pen-sa te). Possiamo chiamare la Francia «nazione infetta», o dobbiamo ancora attendere? La Francia come l’Italia? Sì, l’Italia come la Francia, salvo due gocce di Chanel n°5. Immaginate cosa sarebbe successo in Italia, tri-stemente mi limito a sorridere, come allora Merkel e Sarkò.

[email protected]@editoreruggeri

LE ÈLITE CHE CI GOVERNANO IN EUROPA SONO MARCE. AVEVA POCO DA RIDERE SARKOZY SULL’ITALIA

Dopo Strauss Kahn scoppia in Francia un altro caso: Lagarde Sul quale la stampa transalpina usa la durezza di una piuma

SCOVATI NELLA RETE

Non importa quante risorse hai;se non sai come utilizzarle, non saranno mai abbastanza

083048051048051057048051052

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'S03039034' - http://www.italiaoggi.it

http

://w

ww

.mila

nofin

anza

.it -

que

sta

copi

a è

conc

essa

in li

cenz

a es

clus

iva

all'u

tent

e 'S

0303

9034

' - h

ttp://

ww

w.it

alia

oggi

.it

Page 11:  · QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO  Tasse sì ma solo a rate Dal 2008 al 2012 concesse quasi 2 milioni di dilazioni per 22 miliardi di euro. E i pagamenti

11Venerdì 7 Giugno 2013Venerdì 7 GiugnP R I M O P I A N O

Una pm che vale come un intero call centerHo letto attonito le cronache del procedimento disciplinare in partenza presso il Csm a carico della Pm napoletana Claudia De Luca, impigliata nella valanga di intercettazio-ni fatte dalla Procura attorno al caso De Magistris e sotto accusa per aver fatto, col telefonino di servizio, 69 chiamate a un servizio 899 di astrologia oltre a sedicimila telefonate al marito, tra il 2005 e il 2007, e ventiduemila al collega magistrato Daniele Cenci, anche lui indagato. Avete letto bene: 38 mila telefonate in tre anni, ovvero 12.600 all’anno. Trentaquattro al giorno, Natale compreso. Ci sono una serie di considerazioni da dire, sul caso. La prima è seria: poichè la dottoressa De Luca è stata già condannata per peculato, con sentenza approvata in Cassazione, cosa ci fa ancora in toga? Com’è possibile che non ci sia un automatismo tra una condanna del genere e una sospensione dalle funzio-ni giudiziarie? La seconda è di natura diversa. Semiseria. Innanzitutto sarebbe giusto che Telecom e gli altri gestori telefonici l’assumessero subito, da sola, la dottoressa vale un call center. E poi bisogna riconoscere al marito e al dottor Cenci la laurea honoris causa nella virtù della pazienza.

Mario Delindati - Brescia

Quei tanti, ma proprio tanti, lavoratori domenicali

Mi riferisco al caustico Diritto&Rovescio di giovedì scorso che ironizza sulla ripulsa, espressa dal cardinale Scola, per l’apertura festiva dei negozi. È curioso che insigni presuli se la prendano perché qualche migliaio di commessi, cassieri e dipendenti degli esercizi commerciali, oltre che i medesimi negozianti, lavorino qualche domenica e tacciano nei riguardi di alcuni milioni di italiani che regolarmente lavorano la domenica e nelle altre feste, civili e religiose. Se il cardinale, nel corso della sua prossima omelia, elencasse questi lavoratori festivi, difficilmente troverebbe spazio per aggiungervi una sola riflessione. Così, a casaccio, sono una parte, quella di turno, dei lavoratori della sicurezza: carabi-nieri, poliziotti, agenti di custodia, finanzieri, vigili urbani, e ancora pompieri e militari e guardie giurate. Lavorano, nell’editoria, giornalisti, fotografi, tipografi, compositori, di-stributori, edicolanti. Nel comparto sanitario non mi risulta che siano chiusi ospedali e cliniche, che le ambulanze stiano nelle rimesse, che non vi siano servizi di emergenza. Ci sono pure ambulatori privati, studi dentistici, servizi medici che pubblicizzano la propria apertura domenicale. Alle emer-genze provvedono addetti a telefoni, gas, luce, acqua. Non si capisce perché dovrebbe obbligatoriamente chiudere i negozi di generi alimentari, mentre sono aperti bar, pizzerie, tavole calde, ristoranti, ove lavora personale ben più numeroso. Un turista la domenica, dopo aver dormito in albergo (portieri di notte e di giorno, camerieri, personale di assistenza lo agevola), va in qualche museo, aperto grazie a custodi, cas-sieri, dipendenti che sono al lavoro. Circola grazie a tassisti, macchinisti, conduttori, bigliettai, controllori, autisti dei più svariati mezzi. Se gira con la propria automobile, trova distri-butori aperti, autostrade accessibili, soccorso stradale fun-zionante. Quanto alla campagna, il cardinale Scola vorrebbe che nessuno accudisse alle vacche? Ha mai sentito parlare di lavori domenicali in periodo di raccolta?

Corrado Bellofiore - Palermo

I (quasi) nudi dell’Huffi ngton

Leggo o forse leggevo assiduamente Huffington Post edizione italiana. Fino a ieri, quando mi sono imbattuto (perchè su Facebook m’è arrivato un messaggio pubblicitario che mi segnalava la cosa) in un servizio fotogiornalistico dedicato dal giornale on-line di Lucia Annunziata a Pamela Anderson, la bellona plastificata americana, in costume da bagno (si fa per dire) su Vogue Brasile, ripresa appunto dall’Huffington Post italiano con una ricca galleria d’immagini che non lasciava nulla all’immaginazione. Lei dirà: ecco il solito moralista di sinistra, che si scandalizza appena una compagna si mostra meno bacchettona di quanto il togliattismo d’antan impor-rebbe. No, direttore, non è questo: è che non ho potuto scac-ciare dalla mente un’associazione insostenibile, l’Annunziata in costume da bagno. No, quand’è troppo, è troppo!

Ciro Andreani – Caserta

I giornalisti hanno picchiato Grillo da piccolo?

Ma Grillo, qualche giornalista l’ha picchiato, da piccolo? Non riesco a capire la sua acrimonia nei confronti di questa cate-goria di professionisti. Anche perché non mi pare che, come in quasi tutto ciò di cui si occupa, Grillo proponga alternative valide su come comunicare le informazioni alla gente. A meno che egli non ritenga un’alternativa valida un sistema diffuso di blog, in cui ognuno dice quello che vuole, senza verifiche e riscontri. Ma queste, al mio paese, si chiamano chiacchiere in libertà. Senza considerare che la gente non ha un tempo infinito per informarsi, per cui di professionisti che diano un ordine alla congerie di informazioni di cui siamo inondati, c’è e ci sarà sempre bisogno. Mario T. Donnelli – Firenze

LETTERE

DI PAOLO SIEPI

Ce l’ho con i segretari dei partiti che van-no in tv a farsi intervistare dai loro dipen-denti, che tolgono i soldi alla scuola pubblica e ai malati di Sla e che si chiudono nei loro

teatrini e non capiscono la rivoluzione della rete. Bep-pe Grillo. Corsera.

Lo «storico melanzana» è il segno della radicale am-biguità del Don Chisciotte,

dove tutto è, al tempo stesso, assolutamen-te falso e assolutamente vero; dove il vero, senza cessare di essere vero, è assoluta-mente falso, e dove il falso, senza cessare di essere falso, è assolutamente vero. Non è un rompicapo, ma la celebrazione dell’im-maginario letterario che nel Don Chisciotte arriva alla massima raffi natezza. Pietro Citati, Il Don Chisciotte. Mondadori.

La scienza non dovrebbe essere guida-ta dalla politica com’è oggi in eccesso, coi governi che fi nanziano solo temi fashion quali le nuove energie e censurano quelli impopolari come gli ogm. Pierdomenico Perata, rettore del Collegio Sant’Anna di Pisa. l’Espresso.

I ragazzi di Barack Obama nell’Ohio, negli ultimi giorni del voto per le presi-denziali Usa, quando bussavano alla casa di un indeciso, sapevano che programmi tv vedeva, a che chiesa andava, per che squa-dra tifava, e si regolavano di conseguenza. Enrico Deaglio. la Repubblica.

In Germania il termine austerità non esi-ste, si usa «sparkus», percorso di risparmio, o «hausaufgeben machen», fare i compiti. Il contrario è «schulden machen», fare il de-bito. Mats Persson, diret-tore del think tank Open Europe. Telegraph.

Simenon fece la fortuna di Adelphi, e Adelphi fece la fortuna di Simenon, e non solo in Italia. Il suo primo titolo pub-blicato, nel 1985, fu Lettera a mia madre, che Mondadori aveva sempre snobbato, perché «troppo corto». Il più bello? Per Calasso, Le fi nestre di fronte, un romanzo con il quale Simenon come nessun altro «era entrato nelle vene di quell’immenso sistema poliziesco e persecutorio che era la Russia sovietica». Luigi Mascheroni. Il Giornale.

La scomparsa della borghesia si è ac-centuata fi no a diventare il nervo scoperto di un paese in affanno, sostanzialmente fermo, barricato a difesa del proprio alto livello di benessere e incapace di proiet-tarsi verso il futuro. Giuseppe De Rita e Antonio Galdo: L’eclissi della borghe-sia. Laterza.

L’Italia ce la farà solo se riuscirà a riacquistare quel senso del dovere che ha ri-mosso per molti decenni accarezzando soltanto il più facile senso dei diritti. Dobbiamo evitare il rischio

velenoso del galleggiamento consociativo. C’è in giro una cultura alimentata dai media che parla solo di diritti, come se le cose fossero dovute, come se la ricchezza nascesse sugli alberi. Così, per esempio, si sviluppa sempre più nel nostro paese un livido sentimento antitedesco. La verità è che noi, i tedeschi, non li vogliamo capire. A noi italiani manca la consapevolezza di quanto gli altri paesi abbiano faticato per conquistare il benessere in cui vivono. Non c’è premio senza sforzo. Linda Lanzillot-ta, senatore Sc. Il Foglio.

Le sovvenzioni indiscriminate per arte

e letteratura hanno creato una bolla di parassitismo e dilettantismo artistico. Lo affermo con prove: ridurre i contributi, per esempio, ai teatri lirici ha innescato, in molti casi, un circuito virtuoso: il tea-tro La Fenice di Venezia è oggi il teatro più produttivo d’Italia, ha aumentato del 30% le affl uenze proponendo più repliche della Traviata e curandone l’esportazione all’estero. Cesare De Michelis, editore di Marsilio. Libero.

Uno studio di McKinsey presentato già nel 2011 aveva indicato il Bangladesh come la piazza ideale per diventare un «nuova Cina», dal momento che le maggiori marche occidentali tendevano ad abbandonare par-zialmente le fabbriche cinesi rese meno conve-nienti dall’aumento dei costi. Ma l’espansione continua del settore (che fornisce il 45% dei posti di lavoro industriali del paese, alimenta l’80% delle sue esportazioni e contribui-sce al suo pil per il 15%) viene pagata al prezzo di deplorevoli condizioni di lavoro di cui il crollo del Rana Plaza è la di-mostrazione. Le Monde.

Teheran non è solo una preoccupazione israeliana, non voglio che di-venti un nostro monopolio. È un pericolo per tutto il mon-do, è il centro del terrore e della violenza: adesso vuole realizzare un ordigno nu-cleare. Nessuno li minaccia.

Perché allora i leader iraniani minacciano gli altri? Shimon Peres, presidente di Israele. Corsera.

Non v’è nulla di peggio che avere rabbia in corpo e mancare di un avversario contro cui riversarla. Più della metà dei cittadini ha buoni motivi per essere esasperata. Di solito ci si sfoga parlando male del gover-no di turno. Però è spesso uno sfogo poco soddisfacente: per avere un bersaglio non del tutto astratto bisognerebbe intendersi di politica, optare per un partito anziché per un altro. Invece l’uomo comune in ge-nere non ha né tempo né voglia di entrare nei dettagli. Vorrebbe protestare e basta. È questo un primo motivo di nostalgia per i tempi in cui il comunismo forniva a tut-ti gli scontenti lo strumento più comodo e appassionante per le loro proteste: la lotta di classe. Armando Plebe, Tornerà il co-munismo? Piemme.

La donna brutta non appartiene al sesso femminile che di nome, perciò bisognerebbe accordarle la piena parità con gli uomini, non escluso il sevizio militare obbligatorio. Tom Antongini, segretario di D’Annun-zio, in Lo zio Gustavo e le donne. Mon-dadori, 1958.

La fotografi a più curiosa che ho visto (dal 1970 a oggi) è questa. Buffalo Bill nel 1906 in tournée in Italia con il suo circo. Tra la serata di Vicenza e quella di Verona ha un pomeriggio libero. Cosa fa? Va a Venezia in gita. Nella foto infatti si vede Buffalo Bill in gondola con, di fi anco, un capo india-no con tanto di costume com-pleto. Che bella foto! Mauri-zio Milani. Il Foglio.

Non riuscirei mai a essere scapolo. Il ma-trimonio mi attira come i fari di un’auto attraggono gli occhi di una lepre. Roberto Gervaso. Il Messaggero.

È diventato diffi cile persino morire. Non la si fi nisce mai di vivere. Gli ospizi sono saturati di vecchi priapici e di ottantenni vezzose. Non viviamo in una vecchiaia eterna. Olivier Dazat: Hier encore. Hoebeke.

© Riproduzione riservata

PERISCOPIO

Teheran non èisvuddrcl

Perché allora i l

terip

ilb

dove tutto è, al te

en», fare il de-

mo titolo pub

inchsnsddp

Va a Venezia

scapolo Il ma

li condizioni di Pl è l di

rismapD

velenoso del gall

083048051048051057048051052

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'S03039034' - http://www.italiaoggi.it

http

://w

ww

.mila

nofin

anza

.it -

que

sta

copi

a è

conc

essa

in li

cenz

a es

clus

iva

all'u

tent

e 'S

0303

9034

' - h

ttp://

ww

w.it

alia

oggi

.it

Page 12:  · QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO  Tasse sì ma solo a rate Dal 2008 al 2012 concesse quasi 2 milioni di dilazioni per 22 miliardi di euro. E i pagamenti

12 Venerdì 7 Giugno 2013 P R I M O P I A N OLo dice Piero Fòrmica, economista a Roma, Bologna, Pechino, Riyad e adesso in Irlanda

Ricerca, i soldi basterebberoSe fossero spesi meglio e non dati solo agli ammanicati

DI GIORGIO PONZIANO

Il mondo si muove, l’Italia sta ferma e si ritrova più povera, cioè con meno benessere e più disoccupati. Il fatto è che

ci guardiamo l’ombelico e non vediamo quando accade fuori dai nostri confini. Per esempio, la Germania ha sottoscritto ac-cordi di reciproci investimenti con la Cina e sta puntando sull’Asia più che sull’Europa. Ha una politica economica e industriale. Noi invece ci arra-battiamo sul fat-to se è meglio il presidenzialismo o il semipresiden-zialismo mentre loro fanno affari e diventano più ricchi. Sa quale sarà la conclusio-ne ? Un blocco europeo formato da Germania, Austria, Olanda e il Nord Europa che interagirà col Sud Est asiatico e coi nuovi mercati e progredirà, e un’Europa del Sud che arran-cherà nella povertà.

La Cina ha individuato nella Germania il partner privilegia-to dell’Ue, fi no a costruire un asse euroasiatico in cui l’Europa è identifi cata con la Germania e i Paesi a essa omogenei. Del resto noi siamo condannati da una politica fatta da dilettanti allo sbaraglio e da imprenditori che invece di investire nei loro gruppi hanno preferito farlo nelle autostrade, nella fi nanza, nelle utilities, nell’immobiliare. C’è da stupirsi se il Paese ar-retra?»

Piero Fòrmica, economi-sta, ex-docente a Roma, a Bologna, a Pechino, a Rihyad, ora insegna all’università dell’Irlanda, a Dublino. Ha 70 anni e una lun-ga bibliografi a. Segni caratte-ristici: propone senza remore tesi controcor-rente e spregiu-dicate. Come il j’accuse ai suoi colleghi econo-misti di essere impreparati di fronte alla crisi perché prigio-nieri di modelli e di teorie del passato. Spiega: «Non si posso-no affrontare i problemi nuovi con le medicine d’una volta. Prendiamo la disoccupazione. Fiumi di parole sdegnate. Ma nessuno che dica che l’industria tradizionale è destinata a per-dere occupazione e i nuovi po-sti di lavoro si creano in settori nuovi, con idee, ricerca, voglia di competere. Negli Usa il rilancio dell’occupazione è avvenuto con Apple, Google, le app, l’infor-matizzazione del lavoro, degli uffi ci, della sanità. Ho visitato Google, mi hanno spiegato che hanno gruppi di lavoro che si sono autoformati e hanno eletto

i loro coordinatori: in un anno ognuno dei gruppi deve elabo-rare un progetto da trasformare possibilmente in business». Fòr-mica aggiunge: «Giro il mondo e vedo start up che, in sinergia con le università, si sviluppano

e si consolidano sul mercato. In Italia è una de-solazione: l’uni-versità fa ricerca autoreferenziale infischiandose-ne delle ricadute sull ’ industria, gli imprenditori pensano al quoti-diano e mettono i guadagni nei titoli di Stato, le banche non lo ricevono neppure un giova-

ne con un progetto d’impresa in tasca. Poi ci lamentiamo della disoccupazione».

Domanda.Però il governo ha annunciato un piano per combattere la disoccupazio-ne giovanile.

Risposta.Ancora col vec-chio metodo degli incentivi a casaccio, tanto per dire: vedete, stiamo facendo qualcosa. Ma dove sono le imprese manifat-turiere tradizionali, poniamo quelle che producono bulloni, che hanno bisogno di mano-dopera, forse necessitano di tecnologia e automazione ma non di manodopera. Invece l’occupazione nel mondo si crea attorno a Internet, all’evoluzio-ne della rete, alla biomedicina, alla geotermia, alle nuove fonti energetiche, alle nanotecnolo-

gie, ai nuovi materiali. Se rimaniamo legati alle produzioni tradizionali continuere-mo coi re-quiem sulla disoccupa-

zione giovanile. Intendiamoci, la manifattura deve continua-re e svilupparsi ma non è lì che si crea nuova occupazione.

D. Un’analisi impieto-sa…

R.Non può essere altrimenti, se vogliamo che sia onesta, non si possono chiudere gli occhi sui lacci e lacciuoli che fi nisco-no per ingabbiare tutti. Prenda l’università. A Bologna c’è un colosso che supera i 100mila studenti e così in tante altre città. Non sarebbe diverso se ci fossero 5 università con 20 mila studenti in concorrenza tra loro sia nella formazione dei giovani che nella ricerca le-gata al business? L’università italiana è un elefante mentre

oggi servono delle gazzelle. A proposito di ricerca mi lasci dire una cosa impopolare: sono bal-le che lo Stato spenda poco in ricerca, la verità è che si tratta di una spesa cattiva, che non ha ricadute sull’economia e rima-ne nel chiuso degli atenei. Così come la spesa pubblica. L’Italia non spende più degli altri pa-esi ma spende male, spreca. Il problema non è ridurre la spesa pubblica, come sento dire per-ché è di moda, ma riorientarla. E ancora: gli ordini professiona-li che senso hanno se non quello di difendere delle lobby? Il pre-sidente degli avvocati inglesi è un laureato in fi sica, a un certo punto s’è messo a studiare, ha fatto pratica in un grande stu-dio legale e si è affermato come avvocato. Insomma, la mobilità contro l’immobilismo. Quest’ul-timo fa affondare la barca e chi è sopra la barca vivendo il pro-prio affondamento potrebbe anche ribellarsi,

D. Insomma, la ricetta

vincente è mobilità più in-novazione?

R. Sì ma guardi che spesso si confonde l’innovazione col gio-vanilismo. Ci sono due tipi di innovazione che debbono con-

vivere, quella degli over 40 che riescono a fare meglio quanto già sapevano fare e quella degli under 30 che debbono pensare a nuove risposte. L’Italia è as-sente in questa seconda fascia.

D. Crede che il governo Letta sia in grado di av-viare un’in-versione di tendenza ?

R. Non mi pare, si conti-nua a cercare di vivacchia-re mentre il paese avreb-be bisogno di uno choc.

D. Lei mi sembra il più pessimista degli economi-sti.

R. Perché non sono legato al potere, a nessuna lobby, a nes-suna università. Posso dire la verità e se ci fosse consapevo-lezza, se si acquisisse la cultura dell’innovazione forse qualcosa si potrebbe recuperare. Un’altra consapevolezza da raggiungere è quello della positività delle culture diverse, meglio un’aula universitaria o un laboratorio di ricerca dove si trovano stu-denti di tanti Paesi piuttosto che un locale chiuso nel proprio provincialismo. A Cambridge troviamo decine di nazionalità diverse, nelle nostre università si guarda in cagnesco chi viene da un’altra regione.

D. Come vede il futuro dell’euro ?

R. La moneta unica è neces-saria se l’Europa vuole giocare

un ruolo sul mercato globale. Ma non ci può essere moneta unica senza una politica eco-nomica integrata tra gli Stati. Quindi il futuro dell’euro di-penderà dalla disponibilità dei governi a cedere competenze e a realizzare une vera banca

centrale. Il fat-to è che la Ger-mania mi pare più interessata a guidare i Pa-esi a lei più vi-cini e omogenei sullo scacchie-re economico mondiale e

sull’interscambio con la Cina e l’India piuttosto che impegnarsi in uno stretto rapporto coi Paesi del Sud, verso i quali ha molte diffi denze, alcune giustifi cate e altre no”.

D. Gli economisti hanno toppato sulla previsione di questa crisi. Proviamo a individuare quale sarà la prossima bolla che esplo-derà ?

R. Intanto non è vero che nessuno l’avesse prevista, chi metteva in guardia non era ascoltato perché c’era una ubriacatura generalizzata sui derivati, tanto che arrivò per-fi no il Nobel a chi aveva inven-tato una formuletta ritenuta magica. Una prossima scossa all’economia mondiale potrebbe essere provocata da una guerra di svalutazioni competitive di cui già si vedono i segnali.

© Riproduzione riservata

Piero Fòrmica

i loro coordinatori: in un anno

ogpuleridrinco

Negli Usa, il rilancio dell’occupazione è

avvenuto con Apple, Google, le app non nelle

fabbriche d’un tempo

tompaecisurem

ll’i t bi

Giro il mondo è vedo start-up che, in siner-gia con le università,

si sviluppano. In Italia invece è la desolazione

mpreparati di

gmrileptrcomqd

zione giovanile. Int

Da noi, l’università fa della ricerca autoreferenziale e se ne infi schia

compiaciuta delle ricadute sull’industria

vincente è mobilità più in-

cècuddcptds

Letta, per non creare occupazione, ricorre agli incentivi a ca-

saccio tanto per dire: vedete che stiamo

facendo qualche cosa?

DI ISHMAEL

È la prima piazza mediorientale che chiede meno (e non più) Islam. Ed è anche la prima piazza in assoluto alla quale un governo brutale e de-

voto (alla chiesa, alle istituzioni democrati-che, al tempio, al potere del popolo oppure ai minareti) chieda scusa promettendo di non farlo più dopo avere assassinato a freddo sei manifestanti e averne feriti non sapremo mai quante migliaia. Non sappiamo nemme-no come finirà, probabilmente male, secondo copione, ma intanto un altro governo dell’area vacilla, e per una volta a farlo oscillare non è una piazza islamista.

Anche qui non è detto che l’idillio duri. Prima o poi (è già accaduto e accadrà ancora) gl’islamisti s’uniranno alla protesta e urlando i loro slogan fascisti e proclamando urbi et orbi la grandezza, la misericordia e l’onnipotenza d’Allah cercheranno di rivolta-re la piazza come una babbuccia da Mille e una notte. Tutto, anche unirsi ai modernisti, purché la modernità non passi. Non c’è movi-mento di protesta, nei paesi islamici, né tanto meno moto rivoluzionario, che non sia sotto un bando: il bando islamista, che è poi il ban-do, per chiamarlo così, del controllo popolare.

Perché, nei paesi islamici, il popolo, che

in Occidente (dopo due secoli d’illuminismo) appare più attento ai valori della libertà e del-la democrazia che a quelli della devozione, è tuttora sotto incantesimo religioso: pastori erranti dell’Asia nel mondo delle missioni su Marte, di Skype, del rock and roll e di Homer Simpson. Prigioniero d’una sorta di circuito chiuso culturale, anzi di loop temporale, come in certe storie di fantascienza, il popolo dei paesi islamici ama i tiranni, tanto che non è mai facile scegliere con chi schierarsi, o anche solo decidere di schierarsi.

Come in Siria, dove il tiranno ha un appuntamento con una corda insaponata, al pari degli aristocratici nelle illustrazioni della Primula rossa, ma dove i suoi oppositori e ne-mici, di cui Assad sta facendo strage, non sono più democratici o compassionevoli di lui. Ma in Turchia, per il momento, la piazza di Istanbul sta manifestando contro l’abbattimento di 600 alberi in un parco e contro la costruzione, una volta abbattuti gli alberi, d’un supermercato e d’una moschea. È soltanto un pretesto, natu-ralmente: quel che vuole la piazza è la testa di Recep Tayyip Erdogan, il premier turco. Diffi -cilmente l’avrà. Ma anche il pretesto, da solo, ha un suo solido e inedito perché. Avere alzato la voce contro la costruzione d’una moschea è un precedente non meno e forse più importan-te dell’abbattimento d’un tiranno.

E CHE ALZA LA VOCE CONTRO LA COSTRUZIONE DI UNA MOSCHEA

Turchia, prima piazza mediorientale che chiede meno (e non più) Islam

083048051048051057048051052

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'S03039034' - http://www.italiaoggi.it

http

://w

ww

.mila

nofin

anza

.it -

que

sta

copi

a è

conc

essa

in li

cenz

a es

clus

iva

all'u

tent

e 'S

0303

9034

' - h

ttp://

ww

w.it

alia

oggi

.it

Page 13:  · QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO  Tasse sì ma solo a rate Dal 2008 al 2012 concesse quasi 2 milioni di dilazioni per 22 miliardi di euro. E i pagamenti

13Venerdì 7 Giugno 2013ESTERO - LE NOTIZIE MAI LETTE IN ITALIALo ha inaugurato martedì il presidente francese Hollande. E oggi apre al pubblico

Nuovo grande museo a MarsigliaÈ dedicato al Mediterraneo. Punta su 300 mila visitatori

DI ELENA GALLI

È uno degli ultimi grandi cantieri pubblici fran-cesi, costato ben 167 milioni di euro, fi nan-

ziati per il 65% dallo stato e per il 35% da collettività loca-li, dipartimento e regione. Tra l’idea e l’apertura sono passati dodici anni di discussioni, esi-tazioni, ripensamenti, cambiamenti di direttori e anche di inaugurazioni uffi ciali annullate, come quella prevista all’inizio dell’anno e poi cancellata a causa della guerra in Mali. Ma François Hol-lande aveva promesso di ritornare. E così è stato. Martedì scorso a Marsi-glia il presidente della repubblica francese ha fi nal-mente inaugurato il MuCem, il museo delle civiltà dell’Eu-ropa e del Mediterraneo, che apre al pubblico proprio oggi, a metà dell’anno che consacra Marsiglia capitale europea della cultura.

Il MuCem, che affi ora dalle acque del Mediterraneo ed è

stato progettato da un archi-tetto mediterraneo, l’algerino Rudy Ricciotti, ha una gran-de missione: avvicinare le due rive del Mare nostrum attra-verso la sua collezione perma-nente e le mostre temporanee, che puntano ad attirare 300 mila visitatori quest’anno e altrettanti nel 2014.

L’edificio proget-tato da Ricciotti è molto ardito. Col-legato da una pas-serella pedonale al

forte Saint-Jean, nel porto vecchio, che è stato riquali-fi cato, il MuCem, che occupa una superfi cie di 44 mila mq, riconfigura completamente l’area nella quale sorge, cre-ando un insieme aperto sulla città e al contempo proteso nel mare.

Le facciate vetrate del com-

plesso, interamente dedicato a mostre, dibattiti e concerti, sono circondate da una griglia in calcestruzzo che, fi ltrando la luce, intende proteggere sia le opere esposte sia i vi-sitatori, garantendo al tempo stesso una vista eccezionale sul mare, dal quale sembra emergere l’edifi cio. Uno spa-zio dedicato alle collezioni permanenti e un piano con-sacrato alle mostre tempora-nee permettono di offrire ai visitatori una superfi cie di 3

mila metri quadri. Le collezio-ni del museo sono costituite dal vecchio fondo del museo delle arti e tradizioni popolari, chiuso nel 2005 e da una parte di quello dell’uomo. A queste si aggiungono acquisizioni e prestiti. Per il momento sono proposte due mostre: « Le noir et le bleu», che presenta, in maniera storica e pedagogi-ca, rivalità, conquiste e scambi delle civiltà euromediterranee dal XVIII secolo a oggi; e «Au bazar du genre», che si concen-tra, con brio e umorismo, sul concetto di genere.

«Se si arriverà, grazie alla cultura, ad avvicinare delle civiltà e delle società, allora avremo avuto successo», sot-tolinea Bruno Suzzarelli, presidente del MuCem, ag-giungendo: «Una grande dota-zione come questa può anche aiutare a modifi care l’imma-gine della città, incitando le aziende a insediarvisi».

C’è un’altra Marsiglia oltre a quella della criminalità e della violenza. E vuole forte-mente che lo si sappia.

© Riproduzione riservata

DI SIMONETTA SCARANE

Apple si appresta a lanciare la iRadio, il nuovo servizio di ascolto persona-lizzato su internet secondo l’analisi delle abitudini e i gusti degli ab-

bonati. Il nuovo servizio sarà gratuito e a finanziarlo ci penserà al pubblicità che Apple inserirà nei brani tra-smessi. Alla iRadio si accederà attraverso tutti gli apparecchi Apple collegati a internet, in par-ticolare iPhone e l’iPad. La novità sarà presentata nella prossima conferenza del gruppo di Cu-pertino in programma a giugno, tradizionale occasione per an-nunciare le novità del marchio della mela. Il servizio ha avuto una lunga gestazione e il suo lan-cio ha un’azione difensiva: ser-virà cioè a trattenere gli utenti che potrebbero essere tentati da Spotify, che già trasmette musi-ca su internet ai suoi abbonati che pagano una quota di 10 euro al mese per ascoltare la loro musica preferita sele-zionata tra milioni di titoli. Utenti che potrebbero anche decidere di optare per il nuovo servizio che Google sta per presentare che prevede la possibilità di acquistare le loro canzoni preferite su iTunes. A differenza del modello di business di Deezer e di Spotify, la iRadio di Apple funzionerà alla maniera di Pandora, che ha creato la radio con ascolto

personalizzato creato in base all’analisi delle abitudini di ascolto degli abbonati. Pandora è molto apprezzata negli Stati Uniti, dove l’applicazione è la più scaricata dall’arrivo dell’iPhone, dietro Facebook e non ha con-correnti della stessa stazza.

Anche il servizio di Pandora è gratuito, fi-nanziato dalla pubblicità inse-

rita nel mezzo dei brani mu-sicali. Per chi non gradisce, Pandora ha pensato anche un abbonamento a meno di un dollaro (0,99 dollari) per eliminare gli annunci dall’applicazione. Al mo-mento l’iRadio sarà gratu-ita: gli iAd sono già pronti a vendere gli spazi agli in-serzionisti. Inoltre, Apple ha già negoziato nuovi diritti con le case discografiche, l’ultima la Warner Music Group. Forti della solidità finanziaria di Apple, le ma-jor musicali sono riuscite a portare a casa contratti mi-gliori rispetto a quelli siglati

con Pandora, dell’ordine dello 0,16% per ogni brano diffuso. Apple verserà anche una percentuale dei suoi

ricavi pubblicitari cal-colati su un montante minimo garantito. In sostanza Apple potrebbe sob-barcarsi il peso di restringere i sui margini di guadagno sul contraltare di aumentare le vendite dei suoi prodotti e servizi.

© Riproduzione riservata

Servizio gratuito su internet finanziato con la pubblicità

Apple lancia la iRadiocon ascolti personalizzati

DI ANGELICA RATTI

In Argentina il dollaro è tornato ad essere una mo-neta rifugio. L’inflazione galoppa al tasso del 25%

l’anno (anche se per il governo l’indice ufficiale è il 10%) tanto che nel Paese si sta diffondendo una certa inquietudine e pre-occupazione. Così, si stanno molti-plicando i cambi a nero tra i pesos ar-gentini e i dollari, valutati il doppio del valore ufficia-le di cambio: si pa-gano 10 pesos per un biglietto verde. Da gennaio la mo-neta americana è cresciuta del 40% sul mercato argen-tino anche per effetto delle re-strizioni imposte dal governo, a partire dal 2011, all’acquisto della divisa Usa, e delle altre monete estere. Cambi con il contagocce anche in caso di va-canze oltreconfine. Con questo provvedimento il governo cerca di limitare la fuga di capitali per equilibrare il livello delle riserve di cambio della banca centrale che hanno raggiunto il livello più basso da sei anni a questa parte.

Gli argentini hanno perso

fiducia nella propria mone-ta. Temono una svalutazione del pesos che penalizzerà il loro potere d’acquisto. E per questo, di colpo, il dollaro è ridiventato un valore rifugio. I botteghini clandestini di cambio a nero stanno prolife-rando nelle città che approfi t-tano della crescita continua di

valore del biglietto verde in Argentina. Un fenomeno che la presidente Cristina Kirch-ner minimizza, attribuendo all’opposizione la volontà di accentuare la gravità della situazione con l’intento di cre-are un clima di instabilità nel Paese. Gli esperti prevedono un impatto pesante della cre-scita del valore del dollaro sul-le attività e gli investimenti. Il mercato immobiliare è già paralizzato.

© Riproduzione riservata

Valgono il doppio al mercato nero

In Argentina caccia ai dollari

Il MuCem di Marsiglia è costato 167 mln di euro

083048051048051057048051052

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'S03039034' - http://www.italiaoggi.it

http

://w

ww

.mila

nofin

anza

.it -

que

sta

copi

a è

conc

essa

in li

cenz

a es

clus

iva

all'u

tent

e 'S

0303

9034

' - h

ttp://

ww

w.it

alia

oggi

.it

Page 14:  · QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO  Tasse sì ma solo a rate Dal 2008 al 2012 concesse quasi 2 milioni di dilazioni per 22 miliardi di euro. E i pagamenti

14 Venerdì 7 Giugno 2013 ESTERO - LE NOTIZIE MAI LETTE IN ITALIASta valutando il rimborso a un automobilista che ha fatto il pieno di nafta per errore

Il fisco tedesco è comprensivoAnche quando il danno subito è prodotto da disattenzione

da Berlino ROBERTO GIARDINA

La notizia non varrebbe neppure un paio di ri-ghe. Un automobilista fa il pieno con il diesel

invece che con la benzina e rovina il motore. Non esisto-no statistiche al riguardo. Quante volte capita? Perso-nalmente, so di un mio amico e collega che ha combinato lo stesso guaio con una Fiat multipla. Temo che, prima o poi, possa succedere anche a me, a causa della mia di-strazione. E non capisco per-ché le pompe alle stazioni di servizio non abbiano colori ancora più appariscenti per evitare guai. O perché le case automobilistiche non costruiscano serbatoi in cui sia impossibile introdurre la pompa sbagliata. Saran-no domande ingenue, per i tecnici.

Che cosa succede quando l’automobilista confusiona-rio è tedesco? È capitato a un pendolare in Bassa Sassonia al mattino, mentre era diret-

to al posto di lavoro. Il guaio gli è costato 4.300 euro. Dap-prima ha cercato di averli in-dietro dalla sua compagnia di assicurazione, dato che aveva stipulato una polizza casco, contro tutti i rischi. Ma non contro la stupidità. Se si fosse ribaltato fuori strada distruggendo l’auto, la compagnia avrebbe risar-cito i danni, neanche un cent se si confonde il carburante. «Lei ha agito con colpevole trascuratezza», gli hanno ri-sposto. La distrazione è un grande rischio, come un tor-nado, esclusa dalle normali polizze.

Allora si è rivolto alla so-cietà che gestisce la Tank-stelle, la stazione di servizio. Niente da fare. Gli hanno citato la giurisprudenza in materia: non era l’unico, e i giudici hanno sempre dato torto agli automobilisti. In qualunque altra parte del mondo, non sarebbe restata che la resa. Il nostro tedesco invece ha cercato di farsi rimborsare almeno dal Fi-nanzamt, l’uffi cio delle im-

poste. L’incidente, se si può defi nirlo così, era avvenuto mentre era diretto al posto di lavoro, e il fi sco riconosce le spese di trasporto: 30 cent al chilometro, da casa all’uf-fi cio o alla fabbrica, andata e ritorno, cinque volte alla settimana. Per chi abita a 50 chilometri di distanza si arriva a oltre 3.500 euro di sconto in un anno. Non im-porta se si va in bicicletta, o addirittura a piedi: senza prove si ottiene comunque il rimborso come se si fosse

usata l’auto.La vertenza è giunta fi no

al ministero delle finanze. A gennaio i funzionari fede-rali hanno scritto all’uffi cio imposte regionale dando parere negativo. Le spese di trasporto sono rimborsate a forfait, e i 30 cent includono ogni possibile costo, dalla benzina alle riparazioni, e quindi anche al pieno sba-gliato. I giudici della Bassa Sassonia, tuttavia, hanno vo-luto dimostrare Kulanz, ter-mine tedesco di cui abbiamo

già parlato, che defi nisce una facilitazione non dovuta, da parte di un uffi cio pubblico o di un’impresa privata, per venire incontro al cittadino o al cliente. Si può chiudere un occhio anche se la legge o il contratto non lo prevedono. Il danno potrà essere dedotto dalle tasse, hanno sentenzia-to, considerandolo come pas-sivo sul reddito, e non come costo per il trasporto. La ver-tenza non è fi nita, si è tramu-tata in un casus bellis tra il Land, la regione, e il Bund, la federazione; l’ultima parola sarà del Bundesfi nanzhof, il tribunale finanziario fede-rale.

Come andrà a fi nire, forse non conta. La notizia rivela il diverso rapporto tra fi sco e contribuente in un paese dove le tasse le pagano tutti, sia pure malvolentieri, e con qualche eccezione. E, sarebbe inutile precisarlo, il protago-nista è un pendolare qualun-que, senza tessera di partito, senza amici infl uenti. È solo un gran distratto.

© Riproduzione riservata

DI ETTORE BIANCHI

La Grande Mela si sco-pre in guerra con i topi, che prendono di mira quell’oasi naturalistica

che è Central Park. Anche per questo, all’interno dell’immenso polmone verde di Manhattan, stanno per essere sostituiti i bi-doni della spazzatura e i conteni-tori della raccolta differenziata. Quelli nuovi, in tutto più di 700, sono fatti di alluminio e prende-ranno il posto di quelli in plastica, che erano un centinaio di meno.

L’obiettivo della metropoli americana è du-plice: da un lato, far sì che i cittadini abbiano a disposizione un numero maggiore di bidoni ed evitino di buttare per terra i rifi uti; dall’altro, debellare la piaga dei topi. Per la prima volta Central Park avrà più recipienti per il riciclo che bidoni della pattumiera. Al posto dei 300 contenitori in plastica spunteranno presto 418 bidoni in alluminio: alcuni per le bottiglie, altri per le scatolette e altri ancora per la carta.

Sono circa 2 mila le tonnellate di rifi uti che ogni anno vengono raccolti dal parco e fi niscono in discarica, mentre soltanto 60 tonnellate ven-gono avviate al riciclo. Ora, con l’incremento dei contenitori per il recupero, si conta di invertire la tendenza e di portare il materiale riciclato a 80-90 tonnellate.

Dal Central Park Conser-vancy, l’organismo non profit incaricato di gestire l’area, sono fi duciosi che si possa ottenere un buon risultato e che la situa-zione sia destinata a cambiare.

I nuovi contenitori sono stati pagati grazie a una donazione di 500 mila dollari (378 mila euro) effettuata da Alcoa Foundation, il brac-cio caritativo del colosso industriale Alcoa. La sostituzione è avvenuta anche per combattere i topi, che usano i bidoni della spazzatura come luogo per consumare i pasti. Come spiegano all’ente di Central Park, per ragioni sconosciu-te i topi di New York sembrano più dinamici e intelligenti di quelli che popolano le altre aree urbane. I nuovi bidoni, grazie alla loro confor-mazione e al fatto di essere più alti, dovrebbero impedire ai topi di penetrare all’interno. Non solo: essi saranno posizionati nei luoghi dove la gente è più presente e si muove. I visitatori di Central Park sono in crescita e l’anno scorso hanno raggiunto quota 38 milioni, un record. L’iniziativa rientra in un piano più ampio, vo-

luto dal sindaco di New York, Michael Bloomberg, che inten-de portare la quota di raccolta differenziata al 30% nel 2017, il doppio rispetto a quanto av-viene ora.

© Riproduzione riservata

A Central Park sono in arrivo nuovi bidoni della spazzatura

New York è costretta a difendersi dai topi

DI MASSIMO GALLI

Il Paperone d’Africa si chiama Aliko Dangote, 56 anni. L’uomo più ric-co del continente, poco

conosciuto nel mondo occi-dentale, si trova al venticin-quesimo posto nella classifica delle persone più ricche del pianeta redat-ta dalla rivista Forbes, dopo avere recen-temente su-perato il ma-gnate indiano d e l l ’ a c c i a i o L a k s h m i Mittal.

Dangote ha un patrimonio stimato in ol-tre 20 miliardi di dollari (15,2 mld euro). La sua attività principale riguar-da il cemento: egli detiene il gruppo Dangote Cement, che nel primo trimestre del 2013 ha registrato un utile lordo in aumento dell’81% su base annua a 339 milioni di dollari (257 mln euro). Ma il miliardario è presente an-che in altri settori: dal credito all’agroalimentare, all’immo-biliare.

Il ricco nigeriano, peraltro,

fa compagnia ad altri Pape-roni africani, tra cui fi gura-no un altro nigeriano, Mike Adenuga (petrolio e teleco-municazioni) e i sudafricani Nicky Oppenheimer, re dei diamanti, e Johann Rupert, presidente del colosso svizze-ro del lusso Richemont.

La leggenda, alimentata in parte dal di-retto interes-sato, riferisce che Dangote, all’età di otto anni, guada-gnava già le prime mance confezionan-do caramelle che poi erano

vendute dai d o m e s t i c i d e l l a s u a

famiglia. A 20 anni suo zio, un potente uomo d’affari, lo aiutò a muovere i primi passi nell’imprenditoria, for-nendogli dei camion e una somma di denaro per avvia-re il commercio del cemento. Oggi Dangote Cement è una delle più grandi aziende del comparto in tutta l’Africa. E il suo proprietario, in sordi-na, continua ad accumulare dollari.

© Riproduzione riservata

È Dangote, un nigeriano di 56 anni

Africa, Paperone da 20 miliardi $

Le due pagine di «Estero

- Le notizie mai lette in

Italia» sono a cura di

Sabina Rodi

Aliko Dangote

I nuovi contenitori per la spazzatura

083048051048051057048051052

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'S03039034' - http://www.italiaoggi.it

http

://w

ww

.mila

nofin

anza

.it -

que

sta

copi

a è

conc

essa

in li

cenz

a es

clus

iva

all'u

tent

e 'S

0303

9034

' - h

ttp://

ww

w.it

alia

oggi

.it

Page 15:  · QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO  Tasse sì ma solo a rate Dal 2008 al 2012 concesse quasi 2 milioni di dilazioni per 22 miliardi di euro. E i pagamenti

21Venerdì 7 Giugno 2013

LE NUOVE REGOLEDEL CONDOMINIO

IN EDICOLA CONDiritto

IN EDICOLA CON I& Fisco& Fisco

Il direttore delle Entrate Attilio Befera sull’attività dell’Agenzia tra il 2008 e il 2012

Fisco, 2 mln di rateizzazioni Le dilazioni concesse da Equitalia ammontano a 22 mld

DI BEATRICE MIGLIORINI

Le rateizzazioni ri-scuotono successo. E funzionano. Dal 2008 al 2012 Equitalia ha

concesso 1.917.000 dilazioni di pagamento per un totale di 22 miliardi di euro incas-sati. Il 77% dei quali, è arri-vato direttamente da perso-ne fisiche (16,94 miliardi di euro). Inferiori invece (23%) i casi di dilazioni concesse a persone giuridiche e partite Iva, che complessivamente hanno fatto affluire nelle casse dell’Erario poco più di 5 miliardi di euro in quattro anni. Tra i contribuenti che decidono di avvalersi dello strumento di rateizzazione, più dell’80% riesce a pagare l’ammontare di tutte le rate. Questi i dati resi noti ieri, dal diretto dell’Agenzia delle en-trate, Attilio Befera, durante le audizioni che si sono svolte ieri in Commissione finanze alla camera.

Le rateizzazioni. In base a quanto emerso durante l’audizione, sono quindi le persone fi siche i contribuenti che usufruiscono prevalente-mente delle dilazioni di pa-gamento. La distinzione tra persone fi siche e giuridiche non è però la sola a essere stata fatta da Befera. Delle differenze sostanziali esisto-no anche dal punto di vista geografi co. Le istanze di ra-teizzazione, infatti, sono per-venute maggiormente dal Sud Italia, dove ci sono state 760 mila operazioni per un totale di 8,8 miliardi di euro incas-sati. Nel Nord Italia invece, le richieste di rateizzazione, sono state minori. Negli ulti-mi quattro anni infatti, sono stati registrati 605 mila casi, per un totale di 7,9 miliardi di euro affluiti nelle casse dell’erario. Al Centro Italia invece, sono state 551 mila le istanze di rateizzazione che, in tutto, hanno fruttato 5,2 miliardi di euro.

L’Iva e i rimborsi. I dati illustrati dal numero uno del-le Entrate, hanno mostrato come l’attività dell’Agenzia abbia tenuto conto della situa-zione delle imprese. Nel 2012, per imposte dirette e indiret-te, sono stati infatti erogati rimborsi per 16,5 miliardi di euro ed effettuate compensa-zioni per più di 23 miliardi. Di questi ultimi, più di 14, sono

stati di Iva. Sempre per quel che riguarda l’Imposta sul valore aggiunto, il direttore ha spiegato come «nel 2012, gli interventi esterni hanno dato luogo a 9.900 verifi che che, complessivamente, han-no portato ad accertare più di 750 milioni di euro di maggio-re imposta accertata».

La lotta all’evasione. Nel 2012, la lotta all’evasione ha fruttato 12,5 miliardi di euro, ovvero 2,5 miliardi di euro in più rispetto a quanto le stime delle Entrate avevano calcola-to. «L’attività di accertamen-to delle imposte dirette, Iva, Irap e Registro, per il 2012, ha prodotto 400 mila controlli sostanziali», ha spiegato Be-fera, «a fronte dei quali, sono state accertate maggiori im-poste per oltre 28 miliardi di euro». Dato, quest’ultimo, a cui i controlli esterni in ma-teria di imposte dirette e Irap hanno contribuito per il 50% del totale.

La delega fi scale. Duran-te l’intervento, il direttore, ha poi espresso il proprio parere favorevole sul progetto di de-lega fi scale, spiegando che «è un’occasione che deve essere

sfruttata per ridare ordine e chiarezza al sistema fi scale italiano, perché a oggi», ha dichiarato Befera, «una delle principali ragioni per cui gli imprenditori non investono in Italia, è proprio l’incertezza della nostra normativa fi sca-le».

A questo proposito, è sta-ta affrontata anche la que-stione relativa alle sanzioni previste in caso di ritardo nel pagamento dei tributi. Befe-ra, ha infatti dichiarato che «a breve sarà pubblicata una circolare, sul punto, perché è

inaccettabile che un contri-buente sia soggetto a delle sanzioni pecuniarie in caso di ritardi di uno o due giorni, nel pagamento di tributi che poi», ha concluso il direttore, «vengono incassati effettiva-mente dall’erario dopo mesi». A conclusione dell’intervento, è stato poi nuovamente sot-tolineato come il software necessario per interfacciare i dati delle Entrate con le dichiarazioni Isee, sia stato ultimato e quindi pronto a diventare operativo.

© Riproduzione riservata

È in fase di studio una tassa sulle sigarette elettroniche. Ad annun-ciarlo, in un’audizione in commissione fi nanza della camera, è stato il direttore dell’Agenzia delle dogane e dei Mono-poli, Giuseppe Peleggi, a pochi giorni di distanza dal parere del Consiglio superiore di sanità che, di fatto, ha parifi cato le cosiddette e-cig alle siga-rette classiche, imponen-do divieti nelle scuole o per le donne in gravidan-za o allattamento. Secon-do Peleggi «sicuramente una regolarizzazione del settore va fatta», ma oc-corre «attendere che si esprima il ministero del-la salute per capire se vale il criterio dei danni alla salute per l’accisa, oppure decidere in al-tro modo». Il direttore dell’Agenzia delle do-gane e dei Monopoli ha esaminato poi il trend negativo delle entrate nel settore dei giochi, malgrado la tassazione sia stata aumentata. E infatti, nel 2012 la rac-colta è stata di 88,5 mld per 8 mld di entrate, per effetto della «decisa di-minuzione» delle entrate da Lotto, Superenalotto e Scommesse e il «rile-vantissimo aumento» della raccolta di slot ma-chine con videoloteries e dei giochi online che avendo una tassazione più bassa «non produce entrate idonee ad as-sorbire il decremento» degli altri giochi. Dopo aver sottolineato che la fusione dei Monopoli con le Dogane presenta «buone innovazioni, ma anche punti di criticità abbastanza forti», Pe-leggi ha riferito che nel 2012 le Dogane hanno controllato 15,5 milioni di dichiarazioni dogana-li, recuperando circa 3,4 miliardi. Gli introiti ac-certati, tra accise, diritti doganali sono stati pari a 52,9 miliardi.

E-cig verso tassazione

L’Imu va modifi cata. E in particolare è neces-sario escludere dall’imposizione tutti gli im-mobili strumentali all’attività d’impresa, in quanto si tratta di beni che non rappresen-tano una forma di accumulo di patrimonio, o quantomeno di attenuare, nell’immediato, l’impatto dell’imposta su tali immobili, di-mezzando l’aliquota o prevedendo la dedu-cibilità dal reddito d’impresa determinato ai fi ni delle imposte sui redditi (Irpef/Ires) e dell’Irap. È la richiesta di Rete imprese Ita-lia che, in occasione dell’audizione presso la commissione fi nanze del senato in materia di tassazione degli immobili, ha ribadito i gravi effetti negativi dell’Imu sul patrimonio immobiliare evidenziando il suo particolare aggravio impositivo sui settori dei servizi e della produzione che non hanno benefi cia-to, in alcun modo, di qualche attenuazione dell’imposta, né in fase di determinazione della base imponibile da parte dello stato né

in fase di determinazione delle aliquote da parte dei comuni. In questa fase, si legge in una nota della confederazione delle pmi che riunisce Cna, Casartigiani, Confcommercio e Confesercenti, «con una pressione fi sca-le già a livelli record, continuare a gravare in maniera così consistente le imprese, so-prattutto quelle del terziario di mercato e dell’artigianato, non solo si penalizzano le loro potenzialità di crescita, ma si mette a rischio la loro stessa sopravvivenza». Per Rete Imprese Italia, quindi, l’Imu dovrebbe essere inquadrata e modulata quale impo-sta sui servizi locali (la cosiddetta «service tax») e non come mera imposta sul patrimo-nio, rappresentando così un costo inerente all’attività economica svolta. Inoltre, non si può prescindere dalla riforma del catasto, riprendendo i principi contenuti nel disegno di legge delega di riforma fi scale, senza ulte-riori aggravi sulla tassazione immobiliare.

Rete Imprese Italia: Imu da cambiare

Attilio Befera

stati di Iva Sempre per quel

Totale 1.917.762 casi 22,019 miliardi di euro

77% persone fi siche 1.476.676 casi 16,94 miliardi di euro

23% persone giuridiche e P.Iva 441.085 casi 5,019 miliardi di euro

T t l 1 917 762 i 22 019 ili di di

Rateizzazioni concesse da Equitaliatra il 2008 e il 2012

083048051048051057048051052

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'S03039034' - http://www.italiaoggi.it

http

://w

ww

.mila

nofin

anza

.it -

que

sta

copi

a è

conc

essa

in li

cenz

a es

clus

iva

all'u

tent

e 'S

0303

9034

' - h

ttp://

ww

w.it

alia

oggi

.it

Page 16:  · QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO  Tasse sì ma solo a rate Dal 2008 al 2012 concesse quasi 2 milioni di dilazioni per 22 miliardi di euro. E i pagamenti

22 Venerdì 7 Giugno 2013 GIUSTIZIA E SOCIETÀDecisione dell’Abf condanna l’istituto che aveva chiuso il conto

Banche, serve pazienzaPiù tolleranza per piccoli inadempimenti

DI ANTONIO CICCIA

Non basta un piccolo inadempimento per segnalare un conto «a sofferenza». Occor-

re motivare l’insolvenza del cliente in base ad una valu-tazione complessiva della sua situazione.

È quanto ha deciso l’Arbitro bancario e fi nanziario (collegio di Roma) con il provvedimen-to n. 1667 del 27 marzo 2013, che ha condannato la banca a risarcire i danni.

Nel caso specifi co il titolare di un conto corrente affi dato, di una carta revolving e di un pre-stito personale, è stato segna-lato a «sofferenza» in Centrale dei rischi della Banca d’Italia. Contemporaneamente la ban-ca ha revocato del fi do e chiuso il conto. Secondo il correntista la presa di posizione della ban-ca è stata sproporzionata in quanto nel corso del rapporto ci sarebbero stati solo modesti ritardi nel pagamento delle rate del fi nanziamento a causa di un gravissimo problema di salute. Il prestito sarebbe stato

estinto regolarmente.La banca, inoltre, gli aveva

disabilitato la tessera banco-mat, così come pure l’accesso alla banca multicanale (home banking). Tutto questo sen-za comunicazioni o avvisi. A fronte di quanto capitato il correntista ha chiesto all’ar-bitro bancario la can-cellazione del suo nominativo dalla Centrale rischi Banca d’Ita-lia e la con-danna della banca a risar-cire i danni. La banca, dal canto suo, si è difesa il-l u s t r a n d o le posizioni debitorie (di piccolo importo) e ritenen-do giustifi cato il suo operato. L’arbitro bancario ha dato tor-to alla banca.

Quanto alla segnalazione a «sofferenza» nella Centrale dei rischi l’arbitro ha valutato carenti i presupposti di legge per la segnalazione. A «soffe-

renze» vanno, infatti, segna-lati i soggetti in stato di in-solvenza, anche non accertato giudizialmente, o in situazioni sostanzialmente equiparabili. La segnalazione, invece, non può scaturire automatica-mente da un mero ritardo del cliente nel pagamento del de-

bito .Nel caso specifi co è emerso che la de-

cisione della ban-ca di segnalare

«sofferenza» la posizione del ricorrente r iguardava un debito in-soluto di poco più di mille euro relativo alla carta re-volving. Non è invece risul-

tato che l’intermediario, sulla base di una valutazione della complessiva situazione fi nan-ziaria del cliente, abbia accer-tato uno stato di insolvenza dello stesso. E per insolvenza si intende una condizione di incapacità di soddisfare re-golarmente le proprie obbli-

gazioni. La segnalazione a sofferenza per debiti piccoli è, dunque, utilizzata impro-priamente ed appare piutto-sto quale strumento di pres-sione psicologica per indurre il cliente al pagamento.

Dall’accertata illegittimità della segnalazione deriva la risarcibilità dei danni purché provati sia nel loro genere sia nel loro ammontare. Tra questi, secondo la decisione in commento, possono essere riconosciuti anche i danni di natura non patrimoniale. Deve anche essere riconosciuto il ri-sarcimento del danno, avente natura patrimoniale, relativo al tempo e alle risorse impiega-ti per la tutela delle proprie ra-gioni. In mancanza della prova esatta della quantifi cazione, i danni patrimoniali e non pa-trimoniali possono essere con-teggiati equitativamente.

© Riproduzione riservata

DI PAOLO BOZZACCHI

Ultimi passi prima del traguardo per il mutuo ri-conoscimento delle decisio-ni giudiziarie nell’Unione europea. Il Consiglio giu-stizia e affari interni ha infatti adottato ieri il nuovo regolamento che riguarderà i procedimenti civili e si at-tiverà su esplicita richiesta della persona coinvolta. Ed entrerà in vigore a partire da inizio 2015. All’imple-mentazione del provvedi-mento prenderanno parte attiva anche il Regno Unito e l’Irlanda, si è sfi lata invece la Danimarca.

Il nuovo regolamento si pone come obiettivo la tu-tela della libertà, dell’inte-grità psicologica e sessuale e della sicurezza personale. Ad esempio nei casi di pre-venzione di violenze basate sull’orientamento sessuale, strettamente fi siche, legate allo «stalking», o intimi-dazioni e coercizioni anche indirette. «Il regolamento», sottolinea il Consiglio, «si applicherà a persone di qualsiasi orientamento ses-suale». E proprio in questo il provvedimento contiene una sfida culturale per l’Unione europea, perché a oggi le legislazioni naziona-li e le tradizioni sono molto diverse tra paesi membri. Soprattutto perché in alcuni paesi quelli in questioni sono reati penali e in altri civili. L’Unione europea conta di introdurre un meccanismo effi ciente di riconoscimento delle decisioni giudiziarie in grado di assicurare una libera circolazione degli ef-fetti delle decisioni in tutta Europa.

Le misure protettive con-template dal regolamento includeranno gli obblighi e i divieti imposti alle per-sone che rappresentano un rischio effettivo per le altre, tra cui: il divieto di frequen-tazione di un posto dove la persona protetta risiede o lavora abitualmente, quel-lo d’ingresso nella residen-za abituale, quello di con-tatti anche solo telefonici o telematici (e-mail e simili) e infi ne quello dell’avvici-namento fi sico a una certa distanza prestabilita dalle autorità giudiziarie. Questo nuovo regolamento fa parte di un pacchetto legislativo che intende rafforzare la protezione delle vittime dei reati nell’Unione europea e include anche una direttiva su standard minimi comu-ni di garanzia. Per ulterio-ri informazioni è possibile consultare il sito internet del Consiglio www.consi-lium.europa.eu.

©Riproduzione riservata

IN EUROPA

Sentenze senza

nazionalità

Ticket da rimborsare ai pensionati d’oro. Dopo la sentenza della corte costituzione n. 116/2013, che ha dichiarato il-legittimo il prelievo straordinario sulle pensioni oltre i 90 mila euro, infatti, si apre la strada del rimborso ai pensio-nati della trattenuta subita nei primi anni (il ticket opera dal 2011). La buona notizia per i pensionati è bilanciata, tuttavia, dalle conseguenze negative per le casse statali. Infatti, le somme necessarie al rimborso e quelle relative al mancato introito (il ticket doveva valere fi no al 2014) andranno ora rimpiazzate nel bilancio pubblico.

Tutti i pensionati sono interessatiLa sentenza (si veda ItaliaOggi di ieri) da dichiarato inco-stituzionale quello che tecnicamente si chiama «contribu-to di perequazione sui trattamenti pensionistici» e che in pratica taglia le pensioni che risultano, complessivamente, superiori a 90 mila euro lordi annui. Sono interessati tutti i pensionati, sia ex lavoratori pubblici che privati, in quan-to ai fi ni dell’individuazione dei soggetti tenuti al prelievo non si fa riferimento al rapporto di lavoro precedente alla pensione, ma soltanto all’importo complessivo di pensione intascato, considerando tutti le pensioni obbligatorie e quelle integrativi e complementari, erogate da Inps, ex Inpdap nonché da enti diversi, con esclusione delle pre-stazioni assistenziali (assegni straordinari di sostegno a reddito, pensioni erogate alle vittime del terrorismo, rendite Inail). Ma, nella realtà, a intascare pensioni di tale taglio sono soprattutto gli ex dipendenti pubblici (magistrati, avvocati dello stato, ambasciatori, docenti universitari, alti funzionari, dirigenti pubblici, ammiragli, generali, manager pubblici e privati).

Via al rimborsoLa sentenza ha conseguenze per i pensionati interessati e per le casse dello stato, sia per il passato che per il futuro. Per i pensionati, sul passato determina il diritto al rimbor-so delle trattenute operate dall’Inps; sul futuro determina lo stop al prelievo. Per lo stato le conseguenze sono tutte fi nanziarie, con la necessità di trovare risorse sostitutive in bilancio. Il rimborso è probabile che avverrà in via auto-matica da parte di Inps e altri enti previdenziali che hanno trattenuto il ticket, senza necessità per i pensionati di produrre richiesta o ricorrere al giudice.

Daniele Cirioli

Ticket da rimborsare ai pensionati d’oro

È annullabile l’accertamento della guida alterata dall’alcol se prima di soffi are nell’etilometro la poli-zia non avverte il conducente che ha facoltà di farsi assistere da un difensore. Quindi come prima cosa vigili polizia e carabinieri devono compilare un modulo dove attestano di avere informato il trasgressore. Solo dopo possono procedere agli accertamenti tecnici previsti dal codice stradale. Lo ha stabilito il tribunale di Mi-lano con la sentenza del 15 maggio 2013. Un giovane conducente è stato fermato dalla polizia alla guida di un’autovettura risultando positivo all’alcol test. Con-tro la conseguente denuncia per guida alterata ai sensi dell’art. 186 del codice stradale l’interessato ha propo-sto con successo censure al tribunale. In particolare il legale del conducente ha evidenziato al gip, in sede di rito abbreviato, che l’accertamento effettuato con l’etilometro effettuato dalla polizia stradale è stato effettuato in mancanza della preventiva informazione al trasgressore della facoltà di farsi assistere da un difensore. Solo dopo l’esecuzione dell’alcoltest, infatti, risulta annotato a verbale questo avviso. A parere del giudicante questa modalità operativa risulta errata e l’accertamento dell’alterazione alcolica nullo. Il codi-ce stradale, specifi ca la sentenza, confi gura l’accerta-mento dello stato di ebbrezza come un accertamento tecnico irripetibile «stante l’alterabilità, modifi cabilità e tendenza alla dispersione degli elementi di fatto che sono oggetto dell’analisi». Per questo motivo prima dell’esecuzione del controllo l’interessato deve esse-re informato che il suo legale ha facoltà di assistere senza diritto di essere preventivamente avvisato si sensi dell’art. 356 cpp. In buona sostanza quest’obbli-go, conclude il tribunale, non ricorre unicamente se la prova con l’alcoltest viene effettuata in via esplo-rativa, a titolo di controllo di polizia amministrativa. Nel caso esaminato dal giudice invece la polizia ha annotato nel verbale che già al momento del fermo l’autista risultava alterato con occhi lucidi e alito vi-

noso. Quindi trattandosi subito di un’attività di polizia giudiziaria sono mancate le necessarie garanzie difensive.

Stefano Manzelli

Etilometro, avviso il legale e soltanto dopo soffi o

La decisionesul sito www.italia-oggi.it/documenti

La decisionesul sito www.italia-oggi.it/documenti

083048051048051057048051052

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'S03039034' - http://www.italiaoggi.it

http

://w

ww

.mila

nofin

anza

.it -

que

sta

copi

a è

conc

essa

in li

cenz

a es

clus

iva

all'u

tent

e 'S

0303

9034

' - h

ttp://

ww

w.it

alia

oggi

.it

Page 17:  · QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO  Tasse sì ma solo a rate Dal 2008 al 2012 concesse quasi 2 milioni di dilazioni per 22 miliardi di euro. E i pagamenti

23Venerdì 7 Giugno 2013VenerdGIUSTIZIA E SOCIETÀL’analisi di Confedilizia sugli adempimenti previsti dal decreto energia (63/2013)

Attestati energetici in stand byPer far scattare il nuovo obbligo serve un dm apposito

DI GIOVANNI GALLI

Norma sull’attestato di prestazione ener-getica non immedia-tamente operativa.

Lo sostiene Confedilizia, in una nota relativa al decreto legge n. 63/2013, recante di-sposizioni in materia di pre-stazioni energetiche, in vigo-re da ieri. Il provvedimento dispone, su imposizione dell’Unione europea, che, in occasione di trattative per la compravendita o la locazione di unità immobiliari, debba essere reso disponibile per il potenziale acquirente o per il nuovo locatario l’Attestato di prestazione energetica istitu-ito dal nuovo provvedimento, attestato che dovrà essere consegnato alla conclusione delle trattative di cui si è det-to (mentre rimane invariata, in materia, la situazione degli edifi ci storici). Ma è da rite-nersi, a parere dell’Ufficio legale della Confedilizia e nonostante l’equivocità e ge-nericità del testo, che le di-posizioni in parola non siano di immediata applicazione, atteso che il nuovo testo di legge prevede l’emanazione di un decreto interministe-riale per l’adeguamento del precedente provvedimento sulla documentazione ener-getica, fi ssando criteri e con-tenuti obbligatori del nuovo Attestato di prestazione ener-

getica. Di conseguenza, pur dopo l’emanazione del decreto legge deve ritenersi, secondo Confedilizia, che debbano continuare a osservarsi le previgenti norme nazionali o regionali. «La direttiva euro-pea prevede che gli stati mem-bri possano rinviare fi no al 31 dicembre 2015 l’applicazione delle disposizioni concernenti la messa a disposizione e con-segna degli Attestati di pre-stazione energetica. In questo momento, se c’è una cosa che non ha bisogno di essere ul-teriormente scoraggiata, con l’imposizione oltretutto di oneri buroindotti, è la loca-zione e in particolare quella dei proprietari diffusi, che ci ha fi nora in gran parte sal-vati da una più grave emer-genza abitativa. Auspichiamo che il parlamento, in sede di conversione del decreto legge imposto dall’Ue, si avvalga di questa facoltà concessa dalla normativa europea», afferma il presidente della Confedili-zia, Corrado Sforza Fogliani.

© Riproduzione riservata

Il cosiddetto V Conto energia per gli incentivi al fotovoltaico scadrà il prossimo 6 luglio. Lo ha stabilito l’Autorità per l’energia. L’Authority infatti ha indicato con una delibera, il raggiungimento della soglia di 6,7 miliardi di euro annui per incenti-vare l’energia solare come previsto dal decreto interministeriale 5 luglio 2012 sul V Conto energia. «Sempre secondo quanto previsto dal decreto interministeriale 5 luglio 2012», spiega l’Autorità, «la scadenza del V Conto energia è da indicarsi nel 30esimo giorno solare dal raggiungi-mento della soglia: di conseguenza la data ultima è il 6 luglio 2013».

Semaforo rosso per i bookmaker esteri privi di concessione. La com-missione tributaria di Como, infor-ma Agipronews, ha deciso in senso favorevole all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (Adm) la prima causa in Italia relativa all’applicazione dell’imposta unica sulle scommesse nei confronti di un operatore estero non autorizzato. Nel caso specifi co, il gestore di un centro trasmissione dati affi liato alla società austriaca Goldbet aveva impugnato un avviso di accertamento emesso dall’Uffi cio regionale della Lombardia dell’Adm per il recupero dell’imposta unica sulla scommesse non versata. Secon-do quanto si è appreso dalla segre-

teria della commissione tributaria, il giudice ha respinto il ricorso del contribuente condannandolo anche alle spese per 300 euro.

«Si va verso lo stop all’applicazio-ne della riforma previdenziale al comparto sicurezza-difesa. Con l’im-pegno e la condivisione di presidenti

di commissione e con l’attenzione del governo si sta affermando la tesi del Pdl. La specifi cità va rispettata. Il regolamento ipotizzato va cancellato. Lavoriamo in questa direzione, nel rispetto del mio ordine del giorno approvato mesi fa all’unanimità al senato». Lo dice Maurizio Gasparri, vicepresidente del senato, Pdl.

Per la Cgia di Mestre è meglio lo stop all’aumento programmato dell’Iva e

all’Imu prima casa anziché il taglio del cuneo fi scale. Nei primi quattro mesi del 2013 il gettito Iva è calato del 7,8%, ricorda la Cgia, secondo la qua-le l’ideale sarebbe togliere l’Imu sulla prima casa, almeno per coloro che nel 2012 hanno pagato fi no a 400 euro, di scongiurare l’aumento dell’Iva e di abbassare anche il cuneo fi scale. Ma secondo gli artigiani mestrini, vista l’esiguità delle risorse a disposizione, «pare di capire che tutto ciò non potrà essere realizzato». La Cgia auspica quindi che il Governo Letta scongiuri l’aumento dell’Iva ed esoneri dal pa-gamento dell’Imu le famiglie più in diffi coltà (costo totale per il 2013 pari a 4,1 miliardi di euro circa), anziché ridurre il costo del lavoro.

«La decisione della capigruppo di questa mattina (ieri mattina, ndr) di calendarizzare il ddl sulle pene alternative al carcere nell’ultima settimana di giugno è una buona notizia. Adesso la commissione giu-stizia della camera lavorerà a ritmi serrati per portare in aula un testo che abbia la più ampia condivisione dei gruppi parlamentari, così da approvarlo in tempi certi». Lo ha detto al termine della seduta della Commissione giustizia della camera la presidente Donatella Ferranti, del Pd, a proposito del provvedimento di cui è relatrice che prevede misure al-

ternative al carcere per chi commette reati con pena massima fi no a quat-tro anni e introduce, per la prima volta nel codice penale, la possibilità della messa alla prova per gli adulti per reati di piccola entità.

Annullare il decreto intermini-steriale che aumenta le tariffe da corrispondere all’Aci per le pratiche auto, con un impatto per la colletti-vità «valutabile in 30-40 milioni di euro, un ulteriore salasso che ricade ingiustifi catamente su automobilisti e imprese». È quanto chiede Unasca, l’Unione nazionale autoscuole e studi di consulenza automobilistica, che ha presentato ricorso al Tar del Lazio per ottenere l’annullamento del decreto del ministero dell’economia di concerto con il ministero della giustizia del 21 marzo 2013.

«Il presidente di Equitalia Attilio Befera dichiara che occorrono 5 anni per la realizzazione del nuovo catasto (si veda ItaliaOggi del 5 giu-gno, ndr) e noi abbiamo l’obiettivo 2014 per la presentazione del piano strategico richiestoci dall’Europa. Come possiamo farcela?»: è l’allarme lanciato da Luca Dondi direttore generale di Nomisma nel corso del Congresso «Innovare per rilanciare» organizzato da Green Build Council all’interno di Eire.

BREVI

Durante le trattative (di compravendita o di locazione) venditori e locatori do-• vranno «rendere disponibile» al potenziale acquirente o al nuovo conduttore l’«attestato di prestazione energetica» (che ha validità temporale massima di 10 anni, a partire dal suo rilascio)In caso di vendita, l’attestato dovrà essere consegnato all’acquirente• In caso di locazione, l’attestato dovrà essere consegnato al conduttore• In caso di vendita o locazione di un edifi cio prima della sua costruzione, «il ven-• ditore o locatario» dovrà fornire «evidenza» della futura prestazione energetica dell’edifi cio e produrre l’attestato di prestazione energetica congiuntamente alla dichiarazione di fi ne lavoriNei contratti di vendita o nei nuovi contratti di locazione dovrà essere inserita • apposita clausola con la quale l’acquirente o il conduttore dà atto di aver ricevuto le informazioni e la documentazione, comprensiva dell’attestato, in ordine alla attestazione della prestazione energetica degli edifi ciNel caso di offerta di vendita o di locazione, i relativi annunci tramite tutti i • mezzi di comunicazione commerciali dovranno riportare l’indice di prestazione energetica dell’involucro edilizio e globale dell’edifi cio o dell’unità immobiliare e la classe energetica corrispondenteIn caso di vendita, il proprietario che viola l’obbligo di dotazione dell’attesta-• to di prestazione energetica è punito con una sanzione amministrativa non inferiore a 3.000 euro e non superiore a 18.000 euroIn caso di nuovo contratto di locazione, il proprietario che viola l’obbligo di • dotazione dell’attestato di prestazione energetica è punito con una sanzione amministrativa non inferiore a 300 euro e non superiore a 1.800 euroIn caso di violazione dell’obbligo di riportare i parametri energetici nell’annun-• cio di offerta di vendita o locazione, «il responsabile dell’annuncio» è punito con una sanzione amministrativa non inferiore a 500 euro e non superiore a 3.000 euro

Durante le trattative (di compravendita o di locazione) venditori e locatori do

Attestato energetico, gli obblighi previsti

Fonte: Confedilizia-Uffi cio Studi

Altri servizi sul decretoenergia a pag. 26

Il testo del decretoenergia sul sito www.italiaoggi.it/documenti

Maurizio Gasparri

083048051048051057048051052

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'S03039034' - http://www.italiaoggi.it

http

://w

ww

.mila

nofin

anza

.it -

que

sta

copi

a è

conc

essa

in li

cenz

a es

clus

iva

all'u

tent

e 'S

0303

9034

' - h

ttp://

ww

w.it

alia

oggi

.it

Page 18:  · QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO  Tasse sì ma solo a rate Dal 2008 al 2012 concesse quasi 2 milioni di dilazioni per 22 miliardi di euro. E i pagamenti

24 Venerdì 7 Giugno 2013 I M P O S T E E TA S S EIl tribunale di Gorizia ricostruisce la fattispecie giuridica

Il trust? Non è il maleLo scopo illecito non è un presupposto

DI STEFANO LOCONTE

Il trust non è in quanto tale un istituto giuridicamen-te inconsistente e volto a scopi illeciti. È compito

ancora una volta dei giudici sancire la piena legittimità di questo istituto giuridico e questa volta è il Tribunale di Gorizia, sezione penale (Pres. Barzazi, Est. Marani), che con un articolato provvedimento del 18-30 aprile 2013 ne ha ricostruito la fattispecie giuri-dica delineandone i contenuti essenziali e precisando come un approccio corretto a tale istituto è quello di esaminare le clausole contrattuali ed il concreto svolgimento del rap-porto negoziale, verificando, quindi, possibili invalidità del negozio quale «atto» ovvero quale «fatto». In sostanza, se-condo la corretta interpretazio-ne del giudice, non è l’istituto in sé e per sé a essere caratte-rizzato da profi li di illiceità ma, al pari di qualsiasi ulteriore istituto o strumento giuridico, l’uso che le parti ne fanno. Si legge nella sentenza come il trust rappresenta il generale meccanismo segregativo di un valore e tale segregazione deve essere al servizio di interessi meritevoli di tutela secondo il

diritto italiano. La posizione del trustee, poi, si caratterizza come quella di un «fi duciario» ma non secondo l’accezione che questo termine ha nell’or-dinamento italiano e, quindi, come un soggetto legato da un rapporto obbligatorio con il fiduciante e che di regola deve seguirne le istruzioni nel corso del rapporto. All’opposto, secondo l’accezione del «fi du-ciario» nel diritto straniero, il trustee non è legato da alcun rapporto obbligatorio con il di-sponente e nessuno può impar-tire direttive al trust, se non in quanto e nella misura in cui il disponente si sia riservato que-sto potere nell’atto istitutivo o lo abbia conferito ad altri. Pa-rimenti, l’esistenza del potere di impartire disposizioni nega l’essenza del trust tutte le volte in cui esso abbia quale ogget-to l’intera attività del trustee o una sua parte signifi cativa. In applicazione di tali principi giuridici, il tribunale ha riget-tato la richiesta di applicazio-ne di una misura cautelare nei confronti di una persona fi sica che aveva apportato il proprio patrimonio immobiliare in fa-vore di un trust istituito al fi ne del soddisfacimento dei bisogni e delle esigenze di vita di sé medesimo e della sua famiglia,

rappresentata dal coniuge e dai quattro fi gli. La Procura della Repubblica aveva argomentato la richiesta di concessione della misura cautelare sulla base del presupposto della mantenuta disponibilità dell’immobile in capo al medesimo disponente e del suo nucleo familiare e di una presunta, ma in alcun modo provata, istituzione del trust al fi ne di vanifi care frau-dolentemente l’aggressione del patrimonio immobiliare da parte dell’amministrazione fi nanziaria, nei cui confronti il disponente era debitore per cospicui importi. Il Tribunale ha rigettato la richiesta della Procura ricordando, in via pre-liminare, come l’ordinamento italiano ha riconosciuto piena legittimità all’istituto del trust con la legge 16/10/1989, n. 364 di ratifi ca ed esecuzione della Convenzione internazionale sulla legge applicabile ai trusts e sul loro riconoscimento adot-tata all’Aja il 1° luglio del 1985 e che, conseguentemente, è al-trettanto pacifi ca la possibili-tà di istituire un trust anche quando lo stesso assume un rilievo meramente interno e, cioè, quando l’unico elemento di estraneità rispetto all’ordi-namento italiano è rappresen-tato dalla legge regolatrice (di

cui lo stato italiano non è dota-to). Il compito dell’interprete, per giudicare la validità di un trust, è verifi care l’esistenza di una causa giustifi catrice e, nel caso posto all’attenzione del giudice, questa era rappresen-tata dall’esigenza di regolare i rapporti inerenti alcuni fi gli nati fuori dal matrimonio dei coniugi evitando l’interferenza di diversi regimi successori e fa-migliari che avrebbero potuto determinare una confl ittualità o quanto meno uno stato di in-certezza tra i diversi eredi dei coniugi. Una fi nalità che senza ombra di dubbio si presenta come meritevole di tutela da parte dell’ordinamento e che, conseguentemente, legittima pienamente l’utilizzo del trust a nulla rilevando la circostanza che tale fi nalità avrebbe potuto essere soddisfatta anche me-diante altri strumenti giuridici attesa l’esistenza di una facoltà di scelta, in capo all’operatore del diritto, tra i diversi schemi negoziali consentiti dall’ordina-mento.

DI DEBORA ALBERICI

Linea dura sui reati da colletti bianchi. Rischia una condanna penale senza le attenuanti generiche il pro-fessionista che riceve parte dei suoi ricavi in nero. La sottofatturazione attuata mediante una frode può avere come conseguenza il carcere. È quanto affer-mato dalla Cassazione che, con la sentenza 24816 del 6/6/2013, ha confermato la condanna per dichiarazio-ne infedele a carico di un avvocato che aveva sotto-fatturato i suoi compensi, facendo confl uire la parte in nero su conti esteri. I particolare all’uomo sono stati confermati otto mesi di carcere, sospesi con la condizionale perché in-censurato, in relazione a una frode fi scale aggrava-ta dalla sua professione. Il legale aveva infatti fattura-to solo una parte del com-penso, facendo confl uire le altre somme all’estero. In Cassazione ha presentato ricorso contro la decisio-ne della Corte d’Appello di Milano in relazione alla mancata applicazione del-le attenuanti generiche. Ma ad avviso dei Supremi giudici il ragionamento seguito dai magistrati del capoluogo lombardo è as-solutamente corretto. La valutazione di gravità del-le condotte, ad avviso della Cassazione, in quanto col-legata anche alla natura «fraudolenta» delle stesse è stata oggetto di specifi ca e non illogica motivazione da parte della Corte di appello. È evidente che i giudici di merito non han-no preso in esame il solo elemento del ricorso a sot-tofatturazione, ma hanno sottolineato il complessivo meccanismo di frode posta in essere dall’imputato e caratterizzato sia dal tra-sferimento delle somme di denaro «estero su estero» sia dallo schermo costituito dalla riferibilità a un noto studio professionale asso-ciato della fattura emessa e della relativa operazione contabile. In più la Corte territoriale ha considerato la complessiva gravità del fatto, mentre il giudizio in tema di applicazione dell’art. 62-bis cod. pen. ha valutato la qualifi cazione professionale dell’imputa-to, e i doveri che a questa si collegano, nonché l’enti-tà dell’importo sottratto a imposizione tributaria.

CASSAZIONE

Colletti bianchi,

linea dura

Contribuenti meno garantiti in sede amministrativa. Il contraddittorio con il cittadino diventa obbligatorio per il fi sco solo quando l’iscrizione a ruolo avviene per incer-tezze su aspetti rilevanti della dichiarazione dei redditi.Lo ha sancito la Corte di cassazione che, con la sentenza n. 14144 del 5 giugno 2013, ha respinto il ricorso di una società, alla quale è stato di fatto impedito di produrre i documenti che giustifi cavano i versamenti.Insomma l’amministrazione può avviare la procedura di riscossione rifi utandosi di ascoltare le giustifi cazioni del contribuente nella maggior parte dei casi. Infatti è obbli-gata a ricevere l’utente solo nel caso in cui l’incertezza sulla dichiarazione dei redditi non sia di poco conto.«In tema di riscossione delle imposte», si legge in un pas-saggio chiave della sentenza, «l’art. 6 dello Statuto non impone l’obbligo del contraddittorio preventivo in tut-ti casi in cui si debba procedere a iscrizione a ruolo, ai sensi dell’art. 36-bis del dpr 29 settembre 1973, n. 600, ma soltanto qualora sussistano incertezze su aspetti ri-levanti della dichiarazione, situazione, quest’ultima, che non ricorre necessariamente nei casi soggetti alla dispo-sizione appena indicata, la quale implica un controllo di tipo documentale sui dati contabili direttamente ripor-tati in dichiarazione, senza margini di tipo interpretati-vo; del resto, se il legislatore avesse voluto imporre il contraddittorio preventivo in tutti i casi di iscrizione a ruolo derivante dalla liquidazione dei tributi risultanti dalla dichiarazione, non avrebbe posto la condizione di cui al citato inciso». La vicenda riguarda una srl alla quale era stato rettifi cato il reddito perché ad avviso del fi sco il debito d’imposta esposto in dichiarazione era troppo basso. Non solo. L’uffi cio aveva contestato anche l’omesso versamento di ritenute alla fonte, invitando, nella stessa comunicazione con la quale venivano liquidati interessi e sanzioni, il contribuente al contraddittorio. A questo punto la cartella era stata contestata davanti a ctp e ctr ma senza successo. La Cassazione ha reso defi nitivo il verdetto.

Debora Alberici

Contribuenti, meno tutele in sede amministrativa

Il sequestro dei beni dell’evasore fi scale è legittimo anche in assenza del difensore. Il professionista può assistere solo se prontamente reperibile. Non solo. La misura ablativa può essere disposta sull’immobile del fondo patrimoniale. E an-cora, se l’impresa è fallita la confi sca è legittima anche se lo stato non si è insinuato al passivo. Sono questi, in sintesi, i principi affermati dalla Corte di cassazione con la sentenza n. 24842 del 6 giugno 2013. Ma non è ancora tutto. In questa interessante motivazione i Supremi giudici chiariscono inoltre che l’evasore Iva non ha diritto al gratuito patrocinio.

Assistenza dell’avvocato. In proposito il Collegio di le-gittimità precisa che la presenza del difensore all’esecuzione del sequestro è facoltativa ed è pacifi co negli arresti di que-sta Corte che non è contemplato alcun dovere di preavvisare il difensore stesso (anche se d’uffi cio) non presente poiché il diritto della parte a essere assistita da quest’ultimo non può giustifi care la sospensione o l’arresto dell’atto di indagine, in attesa dell’eventuale arrivo del difensore d’uffi cio per l’occa-sione nominato. In altri termini il professionista ha facoltà di assistere al compimento dell’atto in funzione di assistenza dell’indagato purché sia prontamente reperibile.

Fondo patrimoniale. Su questo punto la Corte richiama un precedente identico (sent. 40364/2012) con il quale è stato affermato che in relazione a reati fi scali, è legittimo il seque-stro sul 50% di un immobile appartenente al contribuente, benché incluso nel fondo patrimoniale, dal cui atto costituti-vo non emergeva alcuna destinazione per il soddisfacimento degli interessi del fi glio minore, che il sequestro preventivo funzionale alla confi sca per equivalente, non presupponendo alcuna forma di responsabilità civile, può avere a oggetto an-che beni inclusi nel fondo patrimoniale familiare, in quanto appartenenti al soggetto che ve li ha conferiti.

Fallimento. La terza sezione penale ha escluso la necessità per l’erario che procede alla confi sca di insinuarsi al passivo. Infatti ciò non è ostativo al sequestro preventivo funzionale alla confi sca disposto per violazioni tributarie.

Gratuito patrocinio. Nulla da fare ad avviso di Piazza Cavour neppure sull’assistenza gratuita del difensore.

Debora Alberici

Sequestro all’evasore ok anche in assenza di legale

La decisione del tribunale sul sito www.italiaoggi.it/documenti

Le sentenzesul sito www.italia-oggi.it/documenti

083048051048051057048051052

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'S03039034' - http://www.italiaoggi.it

http

://w

ww

.mila

nofin

anza

.it -

que

sta

copi

a è

conc

essa

in li

cenz

a es

clus

iva

all'u

tent

e 'S

0303

9034

' - h

ttp://

ww

w.it

alia

oggi

.it

Page 19:  · QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO  Tasse sì ma solo a rate Dal 2008 al 2012 concesse quasi 2 milioni di dilazioni per 22 miliardi di euro. E i pagamenti

083048051048051057048051052

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'S03039034' - http://www.italiaoggi.it

http

://w

ww

.mila

nofin

anza

.it -

que

sta

copi

a è

conc

essa

in li

cenz

a es

clus

iva

all'u

tent

e 'S

0303

9034

' - h

ttp://

ww

w.it

alia

oggi

.it

Page 20:  · QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO  Tasse sì ma solo a rate Dal 2008 al 2012 concesse quasi 2 milioni di dilazioni per 22 miliardi di euro. E i pagamenti

26 Venerdì 7 Giugno 2013 I M P O S T E E TA S S EL’effetto della lettura combinata della norma contenuta nel decreto sulle ristrutturazioni

Il bonus arredi vale al passatoBenefi ciano del 50% gli acquisti precedenti al dl 63

DI ANDREA BONGI

Un bonus arredi con possibile effetto re-troattivo. Potranno, infatti, rientrare

nell’agevolazione pari al 50% del costo sostenuto per l’acquisto di mobili fi naliz-zati all’arredamento dell’im-mobile oggetto di ristrut-turazione, per un importo massimo complessivo non superiore a 10 mila euro, da ripartire tra gli aventi di-ritto in dieci quote annuali anche gli acquisti effettuati prima dell’entrata in vigo-re del decreto energia (dl 63/2013, pubblicato sulla G.U. n. 130 del 5 giugno).

Tutto ciò per effetto della lettura combinata della di-sposizione introduttiva del nuovo bonus sull’acquisto degli arredamenti. Tale nuo-va agevolazione è, infatti, in-serita nel comma 2 dell’arti-colo 15 del decreto energia con la tecnica del richiamo espresso ad altra disposi-zione dello stesso articolo, il comma 1. Per comprendere meglio vediamo testualmen-te come si esprime la norma in questione: «ai contribuen-ti che fruiscono della detra-zione di cui al comma 1 è altresì riconosciuta una de-trazione dall’imposta lorda, fi no a concorrenza del suo ammontare, nella misura del 50% delle ulteriori spese

documentate per l’acquisto di mobili fi nalizzati all’ar-redo dell’immobile oggetto di ristrutturazione». Ma la detrazione di cui al comma 1 alla quale fa riferimen-to la norma richiamata è quella del 50% sulle spese di ristrutturazione edilizia, in vigore a far data dal 26 giugno 2012 per effetto del-le disposizioni di cui al dl 83/2012.

Ecco dunque che una let-tura orientata della disposi-zione può tranquillamente portare a ritenere che tutti coloro che si sono già avvalsi

o si avvarranno, delle norme relative al bonus ristruttu-razioni in misura pari al 50% delle spese sostenute nel limite massimo di spe-sa ammissibile di 96 mila euro per unità immobiliare, potranno benefi ciare anche dell’ulteriore agevolazione sull’acquisto dei mobili e arredi. Se pertanto un con-tribuente in possesso dei requisiti validi per la detra-zione del 50% sulle spese di ristrutturazione sostenute, per esempio, nei primi mesi del 2013, avesse anche spese documentate e tracciate re-

lative all’acquisto di mobili e arredi nel limite di spesa di 10 mila euro potrebbe accedere, nel silenzio della norma sulla data di ingresso del nuovo benefi cio fi scale, a entrambi gli sconti nella dichiarazione dei redditi da presentare nel 2014.

L’esempio da fare al ri-guardo potrebbe essere quel-lo di un contribuente che ha sostenuto spese per ristrut-turazione edilizia e arredi nel mese di febbraio 2013.

In un caso del genere il contribuente in sede di Uni-co 2014 porterà in detrazione le spese di ristrutturazione per un importo pari al 50% delle stesse nel limite di 96 mila euro per unità immo-biliare e le spese aggiuntive per l’acquisto degli arredi per un importo pari anche in questo caso al 50% delle spese sostenute nel limite però di 10 mila euro.

Del resto per ottenere il bonus arredi non sono neces-sarie istanze da presentare né comunicazioni preventive da effettuare. L’unico ele-mento indispensabile è che tali acquisti siano fi nalizza-ti all’arredo dell’immobile oggetto di ristrutturazione potendo pertanto risultare contestuali, precedenti o anche successivi alle spese di ristrutturazione.

Quanto alle formalità da rispettare per accedere a

questa nuova agevolazio-ne è chiaro che l’acquisto deve essere documentato da fattura intestata allo stesso soggetto che usufru-isce anche del bonus sulla ristrutturazione dell’immo-bile. Quanto al pagamento della stessa, nel silenzio della norma, è comunque indispensabile che lo stesso sia avvenuto tramite stru-menti tracciabili (bonifico in primis) che consentano la verifi ca a posteriori sia dell’effettivo pagamento che della data dello stesso.

Altro elemento che emer-ge dalla lettura del testo normativo riguarda il tipo di arredi che possono esse-re ammessi al nuovo bonus fiscale. Letteralmente la norma usa l’espressione di «acquisto di mobili» senza far riferimento al fatto che detti beni debbano essere fissi, come per esempio le cucine o gli armadi a muro, oppure possano essere an-che non ancorati alle mura estendendo di fatto la platea degli acquisti agevolabili.

© Riproduzione riservata

Problematica l’aliquota Iva ordinaria sulle «sommi-nistrazioni» di alimenti e bevande nei distributori

automatici installati in luoghi di-versi da quelli agevolati, prevista dal dl n. 63/2013 (si veda ItaliaOg-gi di ieri). In alcuni casi, infatti, il prodotto prelevato al distributore pagherebbe un’imposta superiore a quella che normalmente grava sul-la vendita. Per esempio, patatine, frullati di frutta, snack di panette-ria quali crackers, tarallucci ecc., se acquistati in negozio scontano l’Iva del 10%, mentre se prelevati dall’apparecchio automatico l’im-posta sale al 21%. Ma questo non avrebbe molto senso e contraste-rebbe con il principio di neutralità che informa il sistema dell’Iva co-munitaria, il quale vieta di tratta-re in maniera diversa operazioni sostanzialmente identiche.

Eppure sembra proprio questo l’effetto delle modifi che che l’art. 20 del dl n. 63/2013 ha apportato alla tabella A allegata al dpr n. 633/72, con decorrenza dal 1° gennaio 2014 (c’è dunque tutto il tempo, even-tualmente, per correggere il tiro).

Prima delle modifi che, le sommi-nistrazioni di alimenti e bevande mediante apparecchi distributori automatici erano così tassate dalla legge Iva:

- aliquota del 4% per i distri-butori collocati in stabilimenti, ospedali, case di cura, uffi ci, scuo-le, caserme e altri edifi ci destinati a collettività; ciò in base al n. 38) della tabella A, parte II;

- aliquota del 10% per i distribu-tori collocati in luoghi diversi da quelli di cui sopra (es. pubbliche vie, centri commerciali, negozi, stazioni ferroviarie, aeroporti); ciò in base alla previsione generale del n. 121 della tabella A, parte III, riguardante tutti i servizi di «somministrazioni di alimenti e bevande».

Questo regime, che continuerà ad applicarsi fi no al 31 dicembre 2013, suscita per il vero qualche perplessità per quanto riguarda la qualifi cazione delle operazioni come «somministrazioni di ali-menti e bevande» e, dunque, come prestazioni di servizi ai sensi dell’art. 3, secondo comma, n. 4), del dpr 633/72. Parrebbe, infatti,

che gli elementi caratteristici del prelievo di alimenti e bevande dai distributori automatici siano quelli dell’acquisto di beni e non quelli della prestazione di servizi, con la conseguenza che l’Iva dovrebbe ap-plicarsi in ogni caso con l’aliquota propria di ciascun prodotto.

Nuova disciplina dal 1° gen-naio 2014. Le modifi che apportate dal dl n. 63/2013 non si limitano ad abrogare il punto n. 38) del-la parte II della tabella A, il che avrebbe l’effetto di uniformare al 10% l’aliquota sulle somministra-zioni di alimenti e bevande, ma in-tegrano inoltre il punto 121) della tabella A, parte III, inserendovi il contenuto del citato punto 38). Per effetto di questa integrazione, il punto 121) stabilisce ora che l’aliquota del 10% si applica, oltre che alle somministrazioni di ali-menti e bevande in genere (e agli appalti aventi a oggetto forniture e somministrazioni di alimenti e bevande), alle «somministrazioni di alimenti e bevande effettuate mediante distributori automatici collocati in stabilimenti, ospedali,

case di cura, uffi ci, scuole, caserme e altri edifi ci destinati a collettivi-tà». Deve gioco forza concludersi, quindi, che se le (presunte) sommi-nistrazioni mediante distributori collocati nei predetti luoghi sono assoggettate all’aliquota interme-dia del 10%, quelle effettuate me-diante distributori collocati in altri luoghi non possono più ritenersi comprese nelle somministrazioni di alimenti e bevande in genere (altrimenti l’integrazione sarebbe del tutto inutile), ma vengono a ri-cadere nell’ambito di applicazione dell’aliquota Iva ordinaria (attual-mente del 21%, forse 22% dal 1° luglio prossimo). Questo passaggio all’aliquota ordinaria parrebbe però evidenziare le incongruenze impositive segnalate in apertura, che a loro volta potrebbero pro-vocare una riconsiderazione del-la qualifi ca dell’operazione come cessione di beni piuttosto che come prestazione di servizi; riconsidera-zione che andrebbe però a investire inevitabilmente anche la previsio-ne agevolativa del punto 121).

Roberto Rosati© Riproduzione riservata

ALIQUOTA AL 10% NEI NEGOZI E AL 21% NEI DISTRIBUTORI

Su snack e patatine c’è Iva e Iva

Il decreto legge su risparmio energetico e bonus ristruttura-zioni su www.italia-oggi.it/documenti

083048051048051057048051052

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'S03039034' - http://www.italiaoggi.it

http

://w

ww

.mila

nofin

anza

.it -

que

sta

copi

a è

conc

essa

in li

cenz

a es

clus

iva

all'u

tent

e 'S

0303

9034

' - h

ttp://

ww

w.it

alia

oggi

.it

Page 21:  · QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO  Tasse sì ma solo a rate Dal 2008 al 2012 concesse quasi 2 milioni di dilazioni per 22 miliardi di euro. E i pagamenti

27Venerdì 7 Giugno 2013DIRITTO E AGRICOLTURAInnovativa sentenza della Ctp Mantova sul riconoscimento in Catasto

La ruralità a effetto retròSenza diniego sgravi fi scali, anche dopo 5 anni

DI SERGIO TROVATO

Le domande presentate dai contribuenti per il riconoscimento dei re-quisiti di ruralità, con

relative richieste di variazio-ni catastali, si intendono ac-colte se è passato tanto tempo dall’invio dell’autocertifi ca-zione all’Agenzia del terri-torio e non è stato emanato alcun provvedimento ammi-nistrativo di diniego.

I benefici fiscali spettano anche oltre i 5 anni prece-denti fissati dalla legge se è dimostrabile che non sono intervenute variazioni sul possesso dei requisiti.

È quanto ha affermato la commissione tributaria pro-vinciale di Mantova, seconda sezione, con la sentenza n. 63 del 29 marzo 2013.

Per i giudici tributari, il co-mune ha negato il rimborso Ici per la mancanza del re-quisito di ruralità poiché gli immobili non erano censiti nelle categorie A6 o D10.

Questo impedimento, dunque, «è superato con il deposito della domanda di variazione catastale», per l’attribuzione delle categorie A6 agli immobili rurali a uso abitativo e D10 a quelli stru-

mentali all’attività agricola, «che per il lungo lasso di tem-po intercorso per effettuare i controlli amministrativi è da considerarsi defi nitiva».

Peraltro, nonostante la leg-ge preveda che la variazione o l’annotazione catastale abbia-no effi cacia retroattiva, nulla impedisce il riconoscimento dell’esenzione anche oltre i 5 anni, quindi per il 2004 e 2005, se «nulla è cambiato nel tempo».

Il principio affermato non può essere condiviso.

La sentenza non è in linea né con le disposizioni nor-mative né con le direttive dell’Agenzia del territorio (circolare 2/2012).

Infatti, è fissato il limite temporale di 5 anni per la

retroattività dell’agevola-zione fi scale in presenza dei requisiti.

Inoltre, non è contemplata alcuna forma di silenzio-as-senso decorso un determinato periodo di tempo in mancan-za dell’adozione di un prov-vedimento di accoglimento o rigetto da parte dell’Agenzia del territorio. Non a caso l’articolo 1 del decreto mini-steriale del 26 luglio 2012 ha stabilito che per l’iscrizione negli atti catastali del requi-sito di ruralità occorre «una specifica annotazione». Del resto, l’articolo 4 dello stesso decreto impone all’Agenzia di provvedere alla verifica, anche a campione, delle au-tocertifi cazioni allegate alle domande per ottenere l’an-

notazione. Dagli atti cata-stali possono risultare anche le annotazioni negative sugli immobili, che impediscono ai contribuenti di poter fruire dei benefi ci fi scali.

Nel caso di esito negativo del controllo sulle domande e autocertifi cazioni prodotte dagli interessati, l’Agenzia è tenuta a notifi care un atto di disconoscimento del requisito di ruralità.

L’eventuale esito negativo della verifi ca viene accertato con provvedimento motivato del direttore dell’uffi cio pro-vinciale e registrato negli atti catastali.

Come indicato nella circo-lare 2/2012 deve essere appo-sta la seguente annotazione: «mancato riconoscimento della ruralità dichiarata con domanda/richiesta prot. n…. del…..».

Naturalmente il diniego è impugnabile, entro 60 gior-ni dalla notifi ca, innanzi al giudice tributario qualora il contribuente ritenga che non sia suffi cientemente motivato e, nel merito, che sussistano i requisiti previsti dalla legge per riconoscere agli immobili posseduti la natura di fabbri-cati rurali.

© Riproduzione riservata.

DI MARILISA BOMBI

Anche se l’incarico asse-gnato da un Consorzio di bonifica a terzi è a costo zero va fatta ugualmente la gara perchè l’ente che lo ha assegnato è comun-que un ente pubblico. In sostanza, il Consorzio non può derogare alla procedura prevista per il conferimento dell’incarico prescritto per tutti gli al-tri enti. Lo ha stabilito il Tar Friuli - Venezia Giulia, con la sentenza 316 del 30 maggio, nel dirimere una questione che ha visto opposti i due più grossi sindacati che operano nel settore dell’agricoltura. Si tratta di Confagricoltu-ra e Coldiretti alla qua-le, senza alcuna gara, il Consorzio di bonifi ca del-la pianura isontina aveva conferito incarico di assi-stenza legale in materia di lavoro e previdenziale, ma anche la sottoscrizio-ne della delega «Datori di Lavoro». Con tale delega, in particolare, Coldiretti avrebbe assunto la veste di sindacato datoriale, fatti-specie che, in base art. 11 della legge 334/1968 con-sente di ottenere l’autoriz-zazione ministeriale alla riscossione dei contributi associativi riscuotendo la quota sindacale che il Consorzio versa tramite il rimborso Inps che ammon-ta a cifre di ben maggiore rilevanza. Sintetica ma perentoria la decisione del giudice amministrativo. Il Consorzio di bonifica, in qualità di organismo di di-ritto pubblico, tale essendo configurato dall’allegato III del dlgs n. 163/2006 è tenuto a uniformarsi alle disposizioni del Codice dei contratti. E, di conseguen-za, non poteva sottrarsi alla procedura pubblica prevista anche per quei «servizi di consulenza ge-stionale e affi ni» che sono menzionati, fra quelli og-getto di appalto, dal n. 11 dell’Allegato II al Codice dei contratti pubblici. Nello specifi co, precisa la senten-za, si tratta di un appalto di servizi, dal momento che nel provvedimento im-pugnato si rappresenta la diffi coltà dell’ente, che ha 21 dipendenti, a seguire direttamente con le proprie risorse interne le problema-tiche in materia di diritto del lavoro peraltro sempre più complesse. Di qui la de-cisione di avvalersi, per le stesse, di Coldiretti, scelta che il Tar ha ritenuto in-compatibile con il suddetto codice dei contratti.

© Riproduzione riservata

PER IL TAR FVG

Bonifiche,niente gara addio lavoro

«Oltre 32 milioni di euro per i pagamenti dei debiti del 2012, che verranno liquidati il prima possibile»: è quanto an-nunciato ieri dal ministro alle politiche agricole, Nunzia De Girolamo, a sostegno del mondo dell’ippica, colpito da una dura crisi strutturale. «Nei giorni scorsi ho anche fi rmato un decreto per la semplifi cazione delle procedure di pagamento, che ora è alla controfi rma del ministro dell’economia e che consente di rendere più rapido l’iter burocratico previsto», ha spiegato il ministro. «Si tratta di due interventi urgenti che mi auguro riescano a dare respiro alle migliaia di lavoratori del settore e alle loro famiglie», ha chiosato.

I numeri. Nel dettaglio, il Mipaaf ha ottenuto dal mi-nistero dell’economia e delle fi nanze la somma di 32,18 milioni di euro per pagare i debiti accumulati per il 2012 dall’ex Assi, grazie all’attuazione del decreto legge 35/2013 sui debiti della pubblica amministrazione. I 32,12 milioni si sommano ai 30 milioni di euro già erogati agli operatori, anche questi a pagamento di debiti 2012. L’intero ammontare dell’indebitamento 2012 è di circa 97 milioni di euro. Nel 2013 arriveranno poi altri 17,5 milioni di euro di trasferi-menti al Mipaaf dal dicastero dell’economia per il settore ippico; si tratta delle cosiddette «maggiori entrate del Preu» (la tassazione delle scommesse) degli anni 2011 e 2012 ai sensi dell’art. 30-bis del decreto legge 185/08.

Nel complesso, il Mipaaf conta di coprire nel 2013 oltre l’82% del debito dell’ex Assi, annullando così gran parte degli effetti in termini di taglio delle corse dovuto dal decreto 31 gennaio 2013 (il cosiddetto Piano di rientro). I 32,18 milioni di euro verranno pagati agli operatori nelle prossime setti-mane con la procedura semplifi cata già prevista per il pa-gamento dei primi 30 milioni di euro: i decreti sono già stati trasmessi all’Uffi cio centrale del bilancio (uffi cio del Mef) che, si auspica, opererà rapidamente i controlli di rito.

Sempre nell’ottica di accelerare le procedure di pagamento, una nota Mipaaf spiega che il decreto di semplifi cazione fi rmato nelle scorse settimane dal ministro De Girolamo prevede il pagamento attraverso conti correnti dell’ex Assi ed è ora alla controfi rma del ministro dell’economia e delle fi nanze.

Ippica, ora 32 mln. L’82% dei debiti pagati nel 2013 IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ENRICO LETTA «SEGUE CON

MASSIMA ATTENZIONE GLI SVILUPPI RELATIVI ALLA POSSIBILE APERTURA DA PARTE DEL GOVERNO CINESE DI UN’INDAGINE ANTIDUMPING SULLE IMPORTAZIONI DI VINO PROVENIENTE DALL’UNIONE EUROPEA» (si veda ItaliaOggi del 5 e 6 giugno 2013). Lo reso noto ieri Palazzo Chigi, sottolineando che «data l’importanza del settore per l’Italia, il presidente ha dato man-dato ai ministri competenti di mantenersi in stretto contatto sulla vicenda con la Commissione di Bruxelles e con gli altri partner europei, anche in vista delle prossime riunioni del

Consiglio». E anche il ministro alle politi-che agricole, Nunzia De Girolamo, ieri è intervenuta sul caso: «L’indagine aperta dalla Repubblica popolare cinese sui vini europei va seguita con la massima atten-zione ma non ci deve spaventare, perché il prezzo dei nostri prodotti non è frutto di sovvenzioni o aiuti all’esportazione».

A SETTE MESI DALL’ENTRATA IN VIGORE DELL’ART. 62 DEL DECRETO LEGGE 1/2012 (CONVERTITO NELLA LEGGE 27/2012), I TEMPI MEDI DI PAGAMENTO ALLE COOPERATIVE DA PARTE DEL-LA GRANDE DISTRIBUZIONE ORGANIZZATA SI SONO RIDOTTI DEL 20%. È il risultato di una indagine congiunturale realizza-ta da Nomisma nell’ambito delle attività di ricerca svolte dall’Osservatorio della cooperazione agricola italia-na istituito presso il Mipaaf. L’art. 62, ha fi ssato l’obbligo di forma scritta per le transazioni commerciali di prodotti agroalimentari e tempi di pagamento a 60 giorni (a 30 nel caso di prodotti deperibili). Dall’indagine, realizzata su 100 cooperative dei settori latte, ortofrutta e vino, è emerso che i tempi medi necessari all’incasso delle vendite nel periodo compreso tra ottobre 2012, data dell’entrata in vigore della legge, e febbraio 2013 sono in media di 74 giorni, e che calano a 65 giorni per i prodotti più deperibili, quali ortofrutta e latte. Se si prendono ad esame, poi, i soli pagamenti che la gdo effettua alle cooperative per la fornitura di agroalimen-tari, i tempi sono in media di 62 giorni, con un minimo di 30 e un massimo di 108 giorni. Rispetto al precedente periodo monitorato (da gennaio a ottobre 2012) i giorni medi hanno avuto una contrazione del 20%.

NEWS

083048051048051057048051052

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'S03039034' - http://www.italiaoggi.it

http

://w

ww

.mila

nofin

anza

.it -

que

sta

copi

a è

conc

essa

in li

cenz

a es

clus

iva

all'u

tent

e 'S

0303

9034

' - h

ttp://

ww

w.it

alia

oggi

.it

Page 22:  · QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO  Tasse sì ma solo a rate Dal 2008 al 2012 concesse quasi 2 milioni di dilazioni per 22 miliardi di euro. E i pagamenti

28 Venerdì 7 Giugno 2013 LAVORO E PREVIDENZA

Interinale più caroI costi indeducibili ai fi ni Irap

DI BENITO FUOCOE NICOLA FUOCO

I costi sostenuti dall’impre-sa per l’utilizzo di lavoro interinale non sono dedu-cibili ai fi ni Irap. Tali com-

ponenti negativi, quindi, non essendo deducibili dalla base imponibile, costituiscono un aggravio fiscale per l’impre-sa utilizzatrice. Sono le con-clusioni che si rilevano nella sentenza n.152/21/13 della Ctr Lazio, depositata nella segreteria capitolina lo scorso 29 maggio.

Il caso a Roma, dove l’Agen-zia delle entrate notifi cava a carico di una società a capitale pubblico, interamente parteci-pata dalla Agea, un avviso di accertamento che riprendeva a tassazione i costi relativi al lavoro interinale, dedotti dalla base imponibile Irap. Il lavoro interinale, più correttamente inquadrato come fornitura di lavoro temporaneo, consente all’impresa utilizzatrice di avvalersi di prestazioni lavo-rative (temporanee) fornite da dipendenti assunti da una

diversa impresa, fornitrice, la quale addebita in fattura il costo delle prestazioni fornite. Gli accertatori sostenevano che componenti negativi di questa specie fossero comun-que equiparabili ai costi per il personale dipendente e doves-sero, quindi, considerarsi inde-ducibili ai fi ni Irap. La società si opponeva alla ripresa con ricorso proposto all’attenzione della Ctp di Roma.

Il punto è, in effetti, contro-verso, in quanto nella prassi aziendale si è soliti inquadra-re le prestazioni relative al lavoro interinale come costi per l’acquisizione di servizi e, come tali, pienamente deduci-bili dalla base imponibile Irap. Il primo grado di giudizio si

concludeva con l’accoglimento del ricorso e l’annullamento del rilievo.

Di parere opposto la Ctr Lazio che ha riformato la de-cisione dei giudici provinciali e riconosciuto validità all’accer-tamento. «I costi afferenti alla provvista di lavoro interinale vanno classifi cati dal punto di vista sostanziale della relativa funzione economica», osserva la commissione, indipendente-mente dall’impostazione for-male attraverso cui gli stessi vengono addebitati all’im-presa. «Tali costi», prosegue il collegio, «vanno esposti in bilancio come “costi per il per-sonale” e non come “costi per servizi”: il che ne comporta in pratica l’indeducibilità per la società benefi ciaria delle pre-stazioni». La commissione

laziale effettua poi un paral-lelismo con la fattispecie del lavoro distaccato: «Stante la perfetta analogia sostanziale tra le due diverse ipotesi, le conclusioni in tema di spese relative al personale distacca-to devono applicarsi anche al lavoro interinale».

DI DANIELE CIRIOLI

Non serve causale per la somministrazione a termine di soggetti senza lavoro da sei

mesi o di quelli senza diploma di scuola superiore o di quelli occupati in settori con forte disparità uomo-donna. Lo sta-bilisce il decreto 20 marzo, re-gistrato il 16 maggio alla corte dei conti e in attesa di pubbli-cazione in gazzetta uffi ciale. Il decreto è fi nalizzato a favorire l’occupazione delle categorie svantaggiate di lavoratori,

per i quali dà possibilità di stipulare i contratti di sommi-nistrazione di lavoro a termine senza necessità di prevedere una ragione di carattere tec-nico, produttivo, organizzati-vo e sostitutivo che, invece, va necessariamente individuata per l’avvio ordinario della som-ministrazione a termine.

Il decreto, emanato in base al Regolamento Ce n. 800/2008, dà attuazione all’articolo 20, comma 5-ter del dlgs n. 276/2003, introdotto dal dlgs n. 24/2012, in base al quale la somministrazione a termine «è libera» (cioè senza causa-le) per l’utilizzo di soggetti disoccupati percettori di Aspi o di mini-Aspi da almeno sei mesi; di soggetti percettori di ammortizzatori sociali, anche in deroga, da almeno sei mesi; e di lavoratori svantaggiati.

Quest’ultima categoria vie-ne ora defi nita dall’unico ar-ticolo del decreto in esame, in base al quale sono lavoratori svantaggiati:

a) chi non ha un impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi, ovvero co-loro che negli ultimi sei mesi non hanno prestato attività lavorativa riconducibile ad un rapporto subordinato del-la durata di almeno sei mesi ovvero coloro che negli ultimi sei mesi hanno svolto attività lavorativa in forma autonoma o parasubordinata dalla quale derivi un reddito inferiore al reddito annuo minimo perso-nale escluso da imposizione (4.800 euro);

b) chi non possiede un di-ploma di scuola media supe-riore o professionale (Isced 3) ovvero coloro che non abbiano conseguito un titolo di studio d’istruzione secondaria su-periore, rientrante nel livello terzo della classifi cazione in-ternazionale;

c) chi è occupato in uno dei settori economici dove c’è un tasso di disparità uomo-donna che supera di almeno il 25% la disparità media uomo-donna in tutti i settori economici italiani, ovvero coloro che sono occupati in settori in cui sia riscontrato il predetto differenziale nella misura di almeno il 25%, come annualmente individuati dalla rilevazione sulle forze di lavoro Istat e appartengono al genere sottorappresentato.

Svantaggiato chi è senza diploma

DI CARLA DE LELLIS

Via libera alle doman-de per i nuovi eso-dati. Con circolare n. 19/2013, infatti, il

ministero del lavoro ha for-nito modello e istruzioni per richiedere l’ammissione al benefi cio del pensionamento in base ai requisiti previgenti alla riforma Fornero, da par-te dei soggetti rientranti nel terzo decreto esodati (10.130). Le domande, anche via posta elettronica certificata (Pec), si possono presentare fi no al 25 settembre. I lavoratori in-teressati sono i prosecutori volontari della contribuzione, i lavoratori in mobilità e i la-voratori cessati con incentivi all’esodo, autorizzati dalla leg-ge n. 228/2012 (legge Stabilità 2013) e individuati da dm 22 aprile pubblicato sulla G.U. n. 123/2013. Tutti i lavoratori devono presentare domanda per aver accesso alla salva-guardia, alcuni alla direzione territoriale del lavoro (dtl) e altri all’Inps. L’Inps ha già dif-fuso i moduli che devono essere utilizzati dai lavoratori auto-rizzati alla prosecuzione volon-taria (messaggio n. 8824/2013 si veda ItaliaOggi del 1° giu-gno); adesso lo fa il ministero del lavoro rivolgendosi, nello

specifi co, ai lavoratori cessati dal rapporto di lavoro entro il 30 settembre 2012 e collocati in mobilità ordinaria o in de-roga che devono presentare istanza alla dtl competente per territorio; e ai lavoratori che hanno risolto il rapporto di lavoro entro il 30 giugno 2012 che devono presentare istanza alla dtl dove sono stati sotto-scritti gli accordi privati ovvero alla dtl competente in base alla residenza del lavoratore inte-ressato nell’ipotesi di accordo collettivo. Il nuovo modello è disponibile in formato pdf editabile sul sito del ministero del lavoro. L’istanza può esse-re presentata via Pec o tramite raccomandata postale a/r. L’in-vio (via Pec) può avvenire non solo personalmente da parte del soggetto interessato, ma anche avvalendosi dei soggetti abilitati (tra l’altro, consulenti del lavoro, dottori commercia-listi, avvocati, patronati, ecc.). Infi ne, il ministero precisa che la procedura disciplinata dalla circolare in esame deve ritener-si diversa ed altra rispetto alle procedure de primi due decreti dei quali ha fornito indicazioni, rispettivamente, con circolare n. 19/2012 (decreto 1° giugno 2012 dei 55mila) e circolare n. 6/2013 (decreto 8 ottobre 2013 dei 55mila).

Pronto il modello per il terzo gruppo

Nuovi esodati, domande al via

DI CARLA DE LELLIS

Via libera al fi nanzia-mento degli ammor-tizzatori sociali in deroga. Ieri infatti,

il ministro del lavoro, Enri-co Giovannini, e il ministro dell’economia, Fabrizio Sacco-manni, hanno fi rmato i decre-ti che assegnano 780milioni di euro a regioni e province autonome per il sostegno al reddito dei lavoratori di aziende in crisi, come previsto dalla legge di Stabilità per il 2013. Intanto il governo as-sicura che anche le risorse previste dal dl n. 54/2013 sa-ranno presto ripartite. Lo si apprende da un comunicato stampa congiunto lavoro-economia.

Ammortizzatori in de-roga. Gli ammortizzatori in deroga sono interventi di cassa integrazione e mobili-tà a favore di lavoratori o di imprese non destinatari, ordinariamente, della nor-mativa sulle integrazioni guadagni (perciò «in dero-ga», ossia in eccezione alle norme ordinarie). Il provve-dimento di autorizzazione (o reiezione) è a carico delle Regioni, mentre l’Inps resta il soggetto erogatore. Ai fi ni operativi, pertanto, valgono

le singole discipline dettate dalle Regioni le quali, peral-tro, concorrono alla spesa di fi nanziamento.

Ripartiti 780 milioni. I decreti appena fi rmati ri-guardano il finanziamento della cassa integrazione in deroga. In tutto, 780 milio-ni di euro a disposizione di regioni e province autonome per i pagamento delle pre-stazioni ai lavoratori delle aziende in crisi. Nel detta-glio, la ripartizione premia la Lombardia che riceve circa 129,700 milioni di euro, se-guita da Puglia con 85,222 mln di euro e Veneto con 63,358 mln di euro. Nel Mez-zogiorno, inoltre, 49,727 mln di euro vanno alla Campania; 42,375 mln alla Sardegna e 41,216 mln alla Calabria. In coda a chiudere l’elenco la provincia autonoma di Tren-to (2,843 mln), quella di Bol-zano (1,228 mln) e la Valle d’Aosta (con 721.858 euro).

Nel comunicato stampa di ieri si legge, inoltre, che il governo assicura che anche le risorse stanziate con il dl 54/2013 (si veda ItaliaOg-gi del 18 maggio), verranno erogate con la massima tem-pestività, appena defi nita la ripartizione in accordo con le Regioni.

Firmato il decreto con la ripartizione

Cig in deroga, arrivano i fondi

Per la Ctr Lazio conta la funzione reale della fornitura. Somministrazione semplifi cata

DI DANIELE CIRIOLI per i quali dà possibilità di

Chi non ha un impiego regolarmente retribuito da • almeno sei mesiChi non possiede un diploma di scuola media • inferiore o professionale Chi è occupato in uno dei settori economici dove • c’è un tasso di disparità uomo-donna che supera di almeno il 25% la disparità media uomo-donna in tutti i settori economici italiani

Chi h i i l t t ib it d

Di chi si tratta

083048051048051057048051052

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'S03039034' - http://www.italiaoggi.it

http

://w

ww

.mila

nofin

anza

.it -

que

sta

copi

a è

conc

essa

in li

cenz

a es

clus

iva

all'u

tent

e 'S

0303

9034

' - h

ttp://

ww

w.it

alia

oggi

.it

Page 23:  · QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO  Tasse sì ma solo a rate Dal 2008 al 2012 concesse quasi 2 milioni di dilazioni per 22 miliardi di euro. E i pagamenti

29Venerdì 7 Giugno 2013Venerdì 7 GiugnP R O F E S S I O N IDal ministero, in risposta a un’interrogazione, nessuna azione concreta

Commercialisti al paloElezioni rimesse alla giustizia amministrativa

DI BENEDETTA PACELLI

Il ministero della giusti-zia fa spallucce sulla vi-cenda elettorale dei com-mercialisti. E rimanda di

nuovo alla giustizia ammini-strativa il compito di dirime-re la vicenda. Si è conclusa così, con un nulla di fatto, l’interpellanza avanzata da Enrico Zanetti vicepresiden-te della commissione fi nanze della Camera (Scelta Civica) al ministero della giustizia Anna Maria Cancellieri sul tema delle elezioni per il rin-novo dei vertici del Consiglio nazionale di categoria. Nes-sun vincitore proclamato e nessun provvedimento di «autotutela», quindi, come invece era stato richiesto nell’interpellanza perché, è stata la risposta del sot-tosegretario alla giustizia Giuseppe Berretta in aula della camera, questo non avrebbe fatto altro che ali-mentare l’insorgere di «altro inutile contenzioso». Quindi, ha precisato Berretta in una risposta breve e circoscritta,

«prima di assumere tutti gli opportuni e conseguenziali provvedimenti ammini-strativi si ritiene di dovere attendere le decisioni nel merito delle diverse autori-tà giudiziarie, tenendo conto della prossima pronuncia di merito da par-te del giudice amministrati-vo prevista per il prossimo 19 giugno».

Il riferimen-to è all’udien-za prev is ta davanti al Tar del Lazio che, come indicato dal Consiglio di stato, dovrà effettuare «gli opportuni ap-profondimenti», non solo sui vizi individuati nella compo-sizione di una delle due liste candidate (la lista Insieme per la professione guidata da Gerardo Longobardi), ma anche sulla «deliberazio-

ne che ha immediatamente preceduto le determinazioni del Consiglio nazionale» e dovrà poi entrare nel merito dei voti degli ordini di Bari e Enna e verifi care se, dopo le

dimissioni dei rispettivi pre-sidenti, questi avessero dirit-to a parteci-pare al voto, a meno che tale partecipazio-ne avvenisse in regime di p r o r o g a t i o . Una vicenda, comunque, de-stinata a pro-trarsi ulterior-mente visto che l’udienza per via dei ri-corsi in appel-lo, potrebbe

non essere risolutiva e ap-prodare anche al Consiglio di stato. Da qui la richiesta avanzata da Zanetti nell’in-terrogazione e sostenuta da circa 50 ordini di categoria, di insediare un consiglio

nazionale operativo, fosse anche sub iudice di ricorsi pendenti che vedranno il loro accoglimento o respin-gimento nelle competenti sedi giudiziarie. Zanetti si è dichiarato comunque sod-disfatto per aver sollecitato l’attenzione del ministero della giustizia su una vi-cenda nata per inadempien-za degli stessi funzionari. «Certo sarebbe stata una piacevole sorpresa l’accogli-mento dell’autotutela», ha dichiarato il parlamentare montiano, «ma sarebbe stato un atto più unico che raro e tanto più diffi cile visto che l’udienza del Tar è fissata tra meno di due settimane. Il mio obiettivo è comunque stato raggiunto ed è stato quello di aver richiamato l’attenzione del livello politi-co, così come ha sottolineato il sottosegretario nella sua risposta. È infatti, evidente che la gestione della vicenda a livello dei funzionari mini-steriali è nata male e sareb-be proseguita peggio».

© Riproduzione riservata

DI SIMONA D’ALESSIO

Cassa forense all’opera per sbrogliare la matassa delle elezioni del comi-tato dei delegati, dopo il «richiamo» del ministero del welfare che boccia la decisione di farle tenere a novembre, sebbene indet-te a febbraio. E orientata, a seguito di una riunione in serata, ad anticipare la tornata a una data più vicina, forse a settembre. Soluzione che però potreb-be incassare l’ennesimo «niet» del direttore gene-rale del dicastero Edoardo Gambacciani: come si legge nella lettera del 3 giugno che ItaliaOggi ha diffu-so ieri, via Veneto non ha autorizzato «né formal-mente, né informalmen-te» proroghe del mandato dell’attuale comitato, in

scadenza in questo mese. E sollecita l’ente guidato da Alberto Bagnoli a non far passare tempo, poiché le consultazioni «dovranno necessariamente svolger-si» a giugno, malgrado sul tavolo dei ministeri vigilan-ti ci siano due delibere di modifi ca regolamentare e statutaria, redatte per ot-temperare alle novità della riforma della professione forense (legge 247/2012).

Ecco la strada che il ver-tice della cassa previden-ziale degli avvocati pensa di percorrere: considerate «le disposizioni del vigen-te regolamento elettorale e la tempistica prevista, il periodo delle elezioni non potrebbe essere rifi ssato prima della settimana del 9, ovvero del 16 settem-bre, con termine per la presentazione delle liste entro 60 giorni prima»; e, in virtù della «sollecitata anticipazione delle vota-zioni», si potrebbe ritene-re superabile la questione del rinnovo del presidente e di parte del consiglio di amministrazione «pri-ma dell’insediamento del comitato neoeletto». Al fi anco dell’ente l’Oua, Or-ganismo unitario dell’av-vocatura, che denuncia «i pretestuosi tentativi del ministero», di mettere in discussione l’autonomia della cassa privatizzata.

IERI IL CDA

Cassa forense

verso il voto

RAGIONIERI

Capuozzopresidente Ugrc Milano

L’Unione giovani ragionieri commercialisti di Milano ha eletto, all’unanimità, Luigi Ca-puozzo quale nuovo presidente dell’associazione e rinnovato il proprio consiglio direttivo. Che sarà così composto: Luca Gilar-doni (vicepresidente), Cristian Licheri (segretario), Patrick Cattaneo (tesoriere), Paolo Cargnel, Giuliana Cassioli, Giulio Maione, Emanuele Pisati, Nadia Pozzi, Moira Rossi, Nicola Tarenghi (con-siglieri).

Già Consigliere, da sempre impegnato nel portare avanti le attività dell’Associazione, Capuozzo ha espresso il desi-derio di continuare il percorso iniziato dal presidente che lo ha preceduto, Walter Silba, che ha ringraziato per il lavoro svolto in questi anni e per aver reso Ugrc Milano un’associazione dall’alto profi lo a servizio dei propri iscritti.

«La biologia come strumento di salva-guardia dei beni culturali». Se ne parlerà oggi e domani in un doppio appuntamento nell’Archivio centrale dello stato (piazzale degli archivi 27, Roma), che coinvolge l’ordine nazionale dei biologi. Venerdì alle 11, si inizia con la presentazione dell’analisi condotta sulla copia originale della costituzione per poi discutere delle tecniche fi siche per la diagno-stica e la conservazione dei beni culturali. Nel pomeriggio si inizierà con l’applicazione della biologia alla conservazione dei beni culturali per poi passare all’utilizzo della biologia a tutela dei paramenti sacri. Si concluderà la giornata analizzando gli sbocchi professiona-li ed occupazionali post lauream per i biologi nella conservazione dei beni culturali. Sabato alle 10 si inizierà con il racconto dell’espe-rienze made in Usa di Darius Arya, direttore American Institute for Roman Culture, sul connubio tra Archeologia e Biologia, per poi trattare il ruolo della Biologia nell’esperienza dell’Iscr.

Società tra professionisti. Dallo scorso 22 aprile per le professioni ordinistiche si è aperto un nuovo scenario: le Società tra pro-fessionisti, che rendono possibile l’esercizio dell’attività professionale regolamentata in forma societaria. Tema su cui ancora pesano aspetti assai controversi, sui quali l’Ordine dei

dottori commercialisti e degli esperti contabili di Milano vuole fare luce con il convegno «Le società tra professionisti: analisi di criticità, opportunità e nuovi scenari», che si terrà oggi a Palazzo Clerici dalle 9.00 alle 13.30.

Nasce la Federazione autonoma delle alte professionalità (Fadap), organizzazione indipendente che si propone di rappresentare

le istanze di una sempre più vasta fascia di lavoratori appartenenti al «middle mana-gement». Questa categoria si vede, infatti, investita dagli effetti della crisi economica e della globalizzazione del lavoro, che, nelle piccole e medie imprese come nelle grandi aziende, si sta traducendo in un sistematico appiattimento professionale e retributivo se non addirittura nell’espulsione dal ciclo produttivo. Aperta all’adesione trasversale di tutti gli ambiti di mercato e di sindacati e associazioni culturali o professionali, Fadap è promossa da DirCredito (Associazione sin-dacale nazionale dell’area direttiva in ambito creditizio, fi nanziario e bancario) e da Snfi a (Sindacato nazionale funzionari imprese assicuratrici).

È arrivata anche in Lombardia, questa mattina, la fi rma per il nuovo protocollo d’intesa tra Ancit, Associazione nazionale consulenti tributari, rappresentata dalla presidente regionale Nicoletta Ruiu, e l’Agen-zia delle entrate - Direzione regionale, nella persona del direttore. Eduardo Ursilli. Come già avvenuto in diverse altre regioni, il proto-collo fa seguito all’Accordo quadro già fi rmato a livello nazionale tra Ancit e Agenzia delle entrate per la semplifi cazione dei rapporti coi contribuenti e la facilitazione all’accesso ai canali di comunicazione informatica.

Autostrade per l’Italia e le organizza-zioni sindacali di categoria (Cgil, Cisl, Uil, Ugl e Sla/Cisal) hanno sottoscritto un accordo sull’internalizzazione delle attività di call center. L’intesa salvaguar-

da la piena occupazione del personale dipen-dente, attraverso un processo di riconversione e riqualifi cazione professionale, e garantisce l’ulteriore miglioramento dei servizi di call center offerti dall’azienda. L’accordo si inse-risce nell’ambito dell’innovativa strategia di internalizzazione delle attività, perseguita negli ultimi anni dal gruppo Atlantia in ac-cordo con le organizzazioni sindacali.

BREVI

Enrico Zanetti

Luigi Capuozzo

Alberto Bagnoli

083048051048051057048051052

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'S03039034' - http://www.italiaoggi.it

http

://w

ww

.mila

nofin

anza

.it -

que

sta

copi

a è

conc

essa

in li

cenz

a es

clus

iva

all'u

tent

e 'S

0303

9034

' - h

ttp://

ww

w.it

alia

oggi

.it

Page 24:  · QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO  Tasse sì ma solo a rate Dal 2008 al 2012 concesse quasi 2 milioni di dilazioni per 22 miliardi di euro. E i pagamenti

30 Venerdì 7 Giugno 2013 F I S M I C C O N F S A LLe reazioni all’accordo tra Confindustria e Cgil, Cisl e Uil

Fismic, intesa bocciataVerso ricorsi amministrativi e giudiziari

DI VINCENZO BACARANI

«Altro che intesa storica, come la vogliono defini-re. Qui siamo di

fronte a un atto tra associa-zioni private che è anticostitu-zionale e che tende a difende-re i privilegi degli interessati. Contro questa intesa faremo ricorso in tutte le sedi, anche alla Corte costituzionale». Il segretario generale della Fismic, Roberto Di Maulo, critica aspramente l’accordo raggiunto la scorsa settimana tra Confi ndustria e Cgil-Cisl-Uil sulla rappresentanza.

Domanda. Segretario, che cosa la colpisce negativamen-te?

Risposta. Innanzitutto lascia sconcertati l’assoluta assenza di una premessa al documento che lo contestua-lizzi e ne spieghi le ragioni. In un momento di grande crisi, con la disoccupazione al record storico, con eserci-zi commerciali che chiudono, con fabbriche che delocalizza-no, con interi settori (siderur-gia tra tutte) al collasso, con un cuneo fi scale che uccide il lavoro, un accordo sulla rappresentanza era l’ultima delle cose di cui sentivano la necessità i lavoratori e gli in-dustriali. Pertanto non si può che rimanere allibiti di fronte all’esultanza con cui il gover-no e i partiti di sinistra hanno accolto questa intesa.

D. In dettaglio, quali sono i punti che non condivide?

R. L’intesa parte dall’as-sunto che dovranno essere accertati i dati della rappre-sentatività delle organizza-zioni sindacali attraverso la certificazione delle dele-ghe e dei voti ottenuti nelle elezioni delle Rsu (Rappre-sentanze sindacali unitarie, ndr). Nessuna certifi cazione è necessaria per le organiz-zazioni datoriali e chissà perché: evidentemente sono

rappresentative per defi nizio-ne e per scelta divina. Questa «certifi cazione» è impossibile per due buone ragioni: non viene considerato che nel settore privato non esiste un «Election Day», come nel pub-blico impiego, e che si vota soltanto nei metalmeccanici (grandi e medie imprese), nei chimici (grandi imprese) e nel settore della grande distribuzione. Nel resto del mondo del lavoro da sempre non si effettuano regolari ele-zioni di Rsu, ma nomine delle Rsa (Rappresentanze sinda-cali aziendali, ndr) spettanti solo ai sindacati stipulanti il Ccnl (solitamente i tre con-federali); inoltre la raccolta delle deleghe per il tramite della delega trattenuta dalle Aziende spetta solo ai sinda-cati stipulanti».

D. Ma chi certifi ca queste deleghe?

R. Il numero delle deleghe viene certifi cato dall’Inps e trasmesso al Cnel: a parte che ci sarebbe da obiettare sulla terzietà e neutralità di organismi composti in larga maggioranza dai firmatari stessi dell’accordo, della se-rie: chi controlla il control-lore. Ma la vera questione è un’altra: secondo la legge 300/70 riformata dal referen-dum, oggi le aziende possono operare trattenute sindacali esclusivamente ai sindacati fi rmatari dei contratti collet-tivi. Vengono quindi escluse dalla possibilità di certifi ca-re propri iscritti tutte quelle sigle che non sono fi rmatarie del Ccnl e, quindi, per la pro-prietà transitiva, saranno conteggiate esclusivamente le deleghe di Cgil, Cisl, Uil. Ai fi ni della misurazione del voto espresso dai lavoratori vengo-no inoltre, è scritto nell’accor-do, «ricompresi soltanto i voti validi ottenuti nelle elezioni delle Rsu dai sindacati fi rma-tari la presente intesa». Ecco nuovamente una conventio ad

excludendum assolutamente illegittima, autoritaria e an-ticostituzionale. Il voto dei lavoratori pesa soltanto se espresso a favore di una orga-nizzazione fi rmataria l’intesa. Il Cnel, e non si capisce con quale competenza e garanzia di terzietà, raccoglie i dati, elabora e stabilisce per editto quale organizzazione sinda-cale può sedersi al tavolo del rinnovo del Ccnl, ovviamente scegliendo tra i sindacati fi r-matari della presente intesa e non tra tutti.

D. E per le contrattazioni di secondo livello?

R. Ecco, qui siamo al mas-simo della anti democraticità (e della assoluta inapplicabi-lità): al punto 7 dell’intesa si stabilisce che anche la ti-tolarità della contrattazione di secondo livello spetta alle organizzazioni sindacali che abbiano i requisiti di cui so-pra, impedendo ogni titolarità di diritti contrattuali a livello aziendale anche a sigle che abbiano il 100% della rap-presentanza in azienda. Per meglio specifi care il concetto, anche organizzazioni sindaca-li che non avessero raggiunto i requisiti a livello nazionale, ma li avessero ampiamente raggiunti a livello di unità produttiva, non potrebbero esercitare i diritti di rappre-sentanza a livello aziendale o locale, ma li avrebbero esclu-sivamente le organizzazioni sindacali che hanno superato i limiti nella misurazione a li-vello nazionale. Tutto questo anche se non avessero ne-anche un iscritto nell’unità produttiva in questione, con il risultato paradossale che chi è rappresentativo resta escluso dalla contrattazione di secondo livello, mentre chi non è rappresentativo eserci-ta tutti i diritti.

D. In sostanza, chi ci gua-dagna da questo accordo e chi ci rimette?

R. Questo è un accordo con-

sociativo che rafforza esclu-sivamente il potere di chi lo ha sottoscritto, blindando di fatto un’egemonia sulle forze del lavoro e presentando i fi r-matari come interlocutori for-ti di un governo debole e divi-so. Aumenta il peso di lobbing di chi lo ha voluto e ripristina quel sistema immobilizzante della concertazione che il go-verno Monti aveva mandato in soffi tta tra le cose vecchie. Non solo, quest’intesa rimet-te in pista la Fiom, che potrà continuare a giovarsi del dop-pio vantaggio di essere con-temporaneamente al governo e all’opposizione. Gli altri due sindacati, anche associando-si, non raggiungeranno mai il 51% dei consensi previsti per validare un contratto. Quindi possiamo dire che è un’intesa Cgil-centrica. Inoltre questo accordo mette ai margini del-la clandestinità tutte le or-ganizzazioni sindacali libere da condizionamenti politici e per questo giudicate scomode anzitutto da Confi ndustria e dalla signora Camusso. Ri-pristina «l’idillio» nato due estati fa tra Squinzi e la Ca-musso, costretto ad andare nel dimenticatoio per l’opera positiva del governo Monti e negativa della Fiom.

D. Quali sono allora le reali fi nalità di questo accordo?

R. Prima di tutto occorre dire che questo è un accordo non voluto e non richiesto da nessuno degli associati alle organizzazioni firmatarie, che hanno ben altri proble-mi, ma è stato salutato con altisonanti paroloni: gran parte dei media lo hanno de-fi nito storico. E invece è stato concluso soltanto per sancire l’accrescere di peso politico di chi lo ha fi rmato nello scena-rio, desolante, della politica nazionale e per ribadire una pretesa egemonia su tutte le forze del lavoro. In ultima analisi, si tratta di un’inte-sa nata soltanto per contra-

stare il declino e il crescente distacco esistente tra le orga-nizzazioni fi rmatarie e le loro rispettive basi, per arginare dissensi e novità come quelle costituite dalla contrattuali-stica Fiat.

D. In questo quadro che cosa intende fare la Fismic?

R. La Fismic contrasterà questo accordo fi no in fondo, sia riunendo tutte le forze del sindacalismo autonomo e partecipativo in un unico contenitore, sia chiamando tutti i potenziali esclusi a verificare le condizioni per ricorsi in sede amministra-tiva e giudiziaria da aprire congiuntamente.

Inoltre la Fismic, forte del fatto che la legge non può es-sere peggiorata da accordi e che, in tal caso, valgono le leg-gi dello stato e non gli accordi peggiorativi, farà riferimento a quanto disposto dalla giuri-sprudenza italiana in materia di lavoro e rappresentanza, a partire dal dettato costituzio-nale (che garantisce la libertà associativa e il diritto del la-voratore e della impresa a far-si rappresentare liberamente e senza vincolo alcuno), fi no ad arrivare all’applicazione integrale della legge 300/70. E ciò facendo valere i dirit-ti acquisiti da trenta anni di contrattazione nazionale, come per esempio avviene oggi nel contratto nazionale dell’industria metalmecca-nica e dell’installazione di impianti. È inoltre mia inten-zione anche promuovere una riunione con tutte le organiz-zazioni escluse dall’intesa, proponendo iniziative legali in comune sia in sede ammi-nistrativa (ricorso ai Tar) che in sede giudiziaria.

La rappresentanza sindacale nei luoghi di lavoro si basa sul dettato costituzionale, su alcune leggi (fondamentale fi nora la Legge 300 del 1970 - Statuto dei lavoratori) e su alcuni accordi interconfederali risalenti al 1993 e al 1994.Nella Costituzione viene assicurata la li-bertà di associazione e la parità dei diritti dei cittadini di fronte alla legge; in par-ticolare l’art. 18 garantisce ai cittadini il diritto di associarsi liberamente e all’art. 39 vieta ogni obbligo, che non sia la loro registrazione e l’adesione a uno statuto democratico. Inoltre l’art. 40 garantisce il diritto di sciopero nell’ambito delle leggi che lo regolamentano e il 46 prevede la partecipazione dei lavoratori alla gestione delle aziende, ma questi ultimi due articoli sono ampiamente inattuati. Lo Statuto dei lavoratori sancisce il diritto per i lavora-tori di costituire associazioni sindacali e

di svolgere attività sindacale e all’art. 15 vieta qualunque coercizione operata nei confronti dei lavoratori per farli aderire a una organizzazione sindacale e ogni azione volta a fargli cessare di fare parte di un sindacato.L’art. 19 sancisce che possono costituire rappresentanze sindacali esclusivamente le associazioni sindacali che siano fi rmatarie di contratti collettivi applicati nell’unità produttiva. Analogamente le trattenute sindacali da parte del datore di lavoro pos-sono essere operate esclusivamente a favo-re delle associazioni sindacali fi rmatarie dei contratti nazionali applicati nell’unità produttiva. Per quanto riguarda gli ac-cordi interconfederali, quelli del ‘93 e ‘94 che sono la base di ogni regolamentazione dell’esercizio dei diritti di rappresentanza sindacale, stabiliscono la nascita delle Rsu al posto delle Rsa.

Rappresentanza tutelata da più norme

Fismicvia delle Case Rosse 23

00131 ROMATel: 06/71588847 - Fax: 06/71584893

www.fismic.it

083048051048051057048051052

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'S03039034' - http://www.italiaoggi.it

http

://w

ww

.mila

nofin

anza

.it -

que

sta

copi

a è

conc

essa

in li

cenz

a es

clus

iva

all'u

tent

e 'S

0303

9034

' - h

ttp://

ww

w.it

alia

oggi

.it

Page 25:  · QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO  Tasse sì ma solo a rate Dal 2008 al 2012 concesse quasi 2 milioni di dilazioni per 22 miliardi di euro. E i pagamenti

31Venerdì 7 Giugno 2013CONSULENTI DEL LAVORODall’Ancl idee per incentivare le assunzioni abbattendo la burocrazia

Occupazione da aiutare Un mercato del lavoro da modernizzare

DI FRANCESCO LONGOBARDI PRESIDENTE

NAZIONALE ANCL

Quello che è diventato l’obiettivo apparen-temente primario dell’azione del nuovo

governo, ovvero il lavoro, la promozione di nuova occupa-zione (si auspica non disgiunta dal sostegno alla occupazione esistente) è il frutto, come an-che segnalato dal Capo dello stato, di un periodo troppo lungo di disattenzione sulla problematica, neanche fosse che la malattia dovesse gua-rirsi da sola. La drammaticità violenta della disoccupazione giovanile che ormai pervade il nostro mercato del lavoro da troppi anni, di fatto, ha già eroso almeno una generazione lavorativa, con ripercussioni inimmaginabili e già concrete sul futuro sostentamento di questa generazione a livello previdenziale e pensionistico: nessuno dice, e ognuno tace, sul fatto che una generazione di giovani che non lavora, non solo non ha reddito né futuro,

ma neanche avrà una pensio-ne, un dignitoso trattamento previdenziale, non avendo so-stanzialmente contribuito al sistema della previdenza. Tra meno di trent’anni sarà questa la bolla che farà implodere il predetto sistema, in maniera talmente defl agrante da risul-tare una emergenza sociale di impensabili proporzioni. Ma del che, non sembra interes-sare ai più. Posta l’estrema serietà del problema, striscian-te com’è, silenzioso come lo si vuol tenere, tutti si sbracciano a chiedere riforme di qua e ri-forme di là. Si chiede al legi-slatore di turno quasi d’inven-tarsi i posti di lavoro che non ci sono a colpi di decreto, quasi fosse solo questione di volontà . Anche questo governo, come si diceva, dovrà prendere di pet-to l’attuale situazione e dettare dei rimedi. Ma se le idee che circolano di recente, si ridu-cono miseramente a qualche sgravio contributivo, che poi verrà annacquato o complicato da questa o quell’altra circola-re, con le quali come al solito si richiederà la perfezione celeste

dell’azienda per poter accedere alle agevolazioni, siamo punto e a capo. Una dimostrazione effi cace sulla ineffi cacia della leva dell’incentivo contributi-vo è sotto l’evidenza di tutti: si guardi all’apprendistato, per il quale continua a non ba-stare la decontribuzione per conquistare la fi ducia dei da-tori di lavoro nei confronti di tale istituto, ancora una volta riscritto male, riformulato peggio dalle Regioni, e ancora zeppo di adempimenti e buro-cratizzazione la cui elimina-zione varrebbe ben oltre uno sgravio contributivo. Dall’ap-prendistato che non decolla, va presa una grande lezione: le concrete esigenze delle im-prese, specie sulla speditezza della normativa, sulla affi da-bilità e sulla certezza della stessa valgono doppio, ma la normativa stessa gira la testa dall’altra parte. Ed è così che i datori di lavoro si trovano a fare impresa in una rete di vincoli, lacci e lacciuoli, che spesso portano a rinunciare a un onesto e regolare rapporto di lavoro, preferendo le strade

dell’irregolarità e, quando va meglio, della precarietà dif-fusa. Ne consegue, in questa deprimente organizzazione del mercato del lavoro, che quel 1.700.000 posti di lavoro stabili che l’Ilo chiede all’Italia per armonizzare il sistema so-ciale dell’occupazione, riman-gono l’ennesima maglia nera senza che un richiamo simile generi un impeto di riscossa che invece dovrebbe avere i caratteri dell’epocalità. Io mi ostino a credere e in questo paese delle eccellenze, del made in Italy, dei cervelli che fuggono, della splendida real-tà artigiana, delle pregiatezze manifatturiere, che il lavoro non ci sia. Credo invece che il lavoro c’è ma è legato, imbava-gliato: tanto, da costringere i datori di lavoro di qualsiasi di-mensione a rifuggire sugli in-vestimenti in capitale umano, specie nel medio-lungo termi-ne e ad accontentarsi dell’esi-stente. Almeno per ora, fi nché non passa la bufera. Soffrendo di quelle politiche sociali che continuano a non cogliere le vere esigenze di liberalizza-

zione positiva del mercato del lavoro, nella direzione di apri-re le porte a ogni possibilità di lavoro, dignitoso, regolare, e di nuove ed estreme aper-ture . Ecco allora che quando sorge una proposta davvero liberalizzatrice, praticabi-le nell’immediato, di quelle «shock» ma terrene ed effi ca-ci da subito, l’Ancl ritiene di cavalcarle e di farle proprie. È la proposta che intendiamo da subito, portare all’attenzione di chi le leggi deve scriverle. Ad applicarla e valorizzarla, il legislatore troverà i Consu-lenti del lavoro,quell’anello di congiunzione unico e di straor-dinaria competenza tra norma e imprese che può fare decisa-mente la differenza.

C’è un esempio, tanto raro quanto unico, nella nostra legislazione più recente, di come il legislatore (pur

se con i ritardi atavici della nostra cultura legislativa) è riuscito a com-penetrare le istanze che sorgevano dal mercato del lavoro e dalle impre-se con una complesso di norme re-golatrici che hanno saputo tradurre le esigenze imprenditoriali in occu-pazione vera, concreta, palpabile: la somministrazione del lavoro. Senza introdurmi in analisi sociologiche o economiche o di dinamiche occupa-zionali, va colto un elemento fondan-te del successo di quella normativa introdotta con dlgs 2762003: vi era una fetta sostanziosa di domanda di lavoro che rifuggiva dai vincoli della subordinazione pura, dall’incremento dell’organico aziendale per forza, da tutte le consulenze legate a rappor-ti subordinati (tfr, ferie, contenziosi, tetto della forza lavoro e tutela reale, organico aziendale soggetto agli ob-blighi di collocamento obbligatorio, rappresentanze sindacali ecc.) : tutti istituti sacrosanti, ma che per quel-la fetta datoriale, rappresenta(va)no una palla al piede per poter scommet-tere sulla propria crescita aziendale e sul proprio sviluppo produttivo. Una fetta datoriale che ha scelto di pagare di più, e non poco di più, pur di ave-re risorse lavorative effettive, pronte, disponibili, immediatamente fruibili, senza altre responsabilità. Nel pano-rama assolutamente variegato della somministrazione di lavoro, si naviga oggi dai più lunghi e pressoché stabili

rapporti di staff leasing, ai rapporti di somministrazione ripetuti, anche di un solo giorno. Ciò posto, giriamo pagina per un solo attimo. Qual’e il fenomeno più recente che è stato espresso dal mercato del lavoro reale nell’ultimo periodo? indubbiamente il lavoro a partita Iva. La filosofia è che postula tale fenomeno e più o meno la stessa che era sottesa al lavoro som-ministrato: rifuggire dai vincoli della subordinazione pura, dall’incremento dell’organico aziendale per forza, da tutte le consulenze legate a rapporti subordinati, e, soprattutto, non avere vincoli contrattuali di lungo periodo. Piaccia o non piaccia, questa è l’esi-genza manifestata dalle imprese, che va addirittura ben oltre l’ormai im-possibile co.co.pro o il lavoro a termi-ne. Come coglie il legislatore questo fenomeno nella recente riforma del mercato del lavoro? Non certo con la stessa filosofia regolatrice adottata in tema di somministrazione, ma, percorrendo la strada più impropria, con la repressione. Cioè si è detto: la prestazione di lavoro con partita Iva è irregolare al ricorrere di de-terminati parametri, cioè non si può fare, cioè va perseguita e repressa. Una normativa schiacciante (quella contenuta nella legge 92/2012) che per molti versi rimarrà inapplicata perché auto-inapplicabile. Senza contare poi, che la repressione delle partite Iva vale solo per il settore privato, visto e considerato ( come già formalmente si è espresso il di-partimento della funzione pubblica) che la l. 92/2012 non si applica al

settore pubblico. Per la serie: il da-tore di lavoro privato che utilizza impropriamente il lavoro a partita iva è perseguibile e sanzionabile; quanto alla pubblica amministra-zione, questa può continuare a de-linquere, pardòn, ad agire, essendo esente per lo stesso lavoro e la stessa prestazione da ogni conseguenza. E allora, se questa esigenza di ottene-re prestazioni di lavoro al di là di ogni tipologia o modello tradizio-nale di rapporto di lavoro è di fatto esigenza diffusa del settore privato e del settore pubblico, lo si regola-menti sul serio, liberando il lavoro di chi lo offre e di chi lo cerca. Altro che reprimerlo. Se gli insegnamen-ti consolidati e radicati del nostro diritto ci spiegano che ogni attivi-tà umana può essere realizzata in forma subordinato o autonoma, si tratterebbe molto semplicemente di consentire prestazioni di lavoro au-tonomo a partita iva nell’abito della libera scelta delle parti del modello contrattuale. In altre parole, per tutte quelle qualifiche previste dai contratti collettivi e tipicamente ri-condotte dagli stessi Ccnl a rapporti di lavoro subordinato, si consenta di espletare le stesse alternativamente con partita Iva, ponendo a carico del datore di lavoro i soli vincoli inerenti la sicurezza sul lavoro . Al datore di lavoro che prediligesse la prestazio-ne con partita Iva in luogo di quella subordinata, dovrebbe essere richie-sta la corresponsione obbligata di un importo maggiorato di X rispetto alla paga contrattuale di riferimento, per

consentire al lavoratore autonomo di potersi dignitosamente pagare con-tributi, Inail e imposte su reddito. In questo periodo particolarissimo di volatilità economica, sia dia la cer-tezza di poter lavorare in qualche maniera: legittima, protetta, rego-lare. Se quindi verrà introdotta la possibilità di realizzare ogni presta-zione lavorativa anche in forma au-tonoma, è di stragrande evidenza il potenziale di lavoro che si potrebbe liberare, senza attese, senza vincoli, da subito. Certo, la discussione che può aprirsi a riguardo è estrema-mente ampia: assoggettare tali uti-lizzazioni di lavoro a comunicazioni obbligatorie?

Forse sarebbe il caso di sì; chia-marla auto-somministrazione? perché no; limitare il ricorso del lavoratore a forme di successivo contenzioso che rivendichino la natura subordinata del rapporto ? forse anche. Anche in questa nuova tipologia contrattuale, i Consulenti del lavoro avranno modo di eserci-tare il proprio ruolo, con la tenuta della contabilità del lavoratore, gli adempimenti fiscali, contributivi e reddituali, le comunicazioni di rito. La discussione è aperta.

Sta di fatto che davanti a situazio-ni eccezionali, come quella corrente, necessitano misure eccezionali. Quella sopra proposta, la riconduco sommessamente a una misura asso-lutamente normale perchè pratica-bile da ora . Le proposte eccezionali, sono compito di altri.

Renzo La Costa

LA PROPOSTA

Dai modelli tradizionali all’auto-somministrazione

Pagina a curaDELL’UFFICIO STAMPA E RELAZIONI ESTERNE

DELL’ANCL,ASSOCIAZIONE NAZIONALE CONSULENTI DEL LAVORO

Tel: 06/5415565www.anclsu.com

083048051048051057048051052

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'S03039034' - http://www.italiaoggi.it

http

://w

ww

.mila

nofin

anza

.it -

que

sta

copi

a è

conc

essa

in li

cenz

a es

clus

iva

all'u

tent

e 'S

0303

9034

' - h

ttp://

ww

w.it

alia

oggi

.it

Page 26:  · QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO  Tasse sì ma solo a rate Dal 2008 al 2012 concesse quasi 2 milioni di dilazioni per 22 miliardi di euro. E i pagamenti

32 Venerdì 7 Giugno 2013 ISTITUTO NAZIONALE REVISORI LEGALIOccorre completare la normativa professionale e contrastare il monopolio delle big four

L’Inrl in campo per i giovaniPer le nuove leve l’opportunità della revisione legale

Forte impegno per com-battere la disoccu-pazione intellettuale giovanile e azioni di con-

trasto per azzerare le rendite di posizione di altre professio-ni contabili, commercialisti in primo luogo, che vanno rigoro-samente distinte da quella del revisore legale che, rispetto a consulenze di parte, espleta un’attività super partes e sem-mai di controllo delle attività contabili svolte da altri profes-sionisti. Queste le due priorità che l’Inrl intende affrontare. L’emergenza nazionale della disoccupazione intellettuale giovanile è resa evidente dai recenti dati del Censis secon-do i quali dal 2006 ad oggi, oltre 12 mila giovani laureati professionisti hanno lasciato il nostro paese per mancanza di opportunità lavorative e che il 35% dei neo-laureati italiani lo scorso anno, ha già deciso di trovare fortuna oltre confi ne. Dati allarmanti che impongo-no all’esecutivo e alla classe politica una inversione di con incentivi sostanziali per l’av-viamento e il consolidamento

delle attività professionali. In tale contesto l’Inrl rilancia la necessità di valorizzare queste risorse intellettuali, sfruttan-do appieno recenti legislazioni come quella sulla nuova revi-sione legale. «Da tempo», evi-denzia il presidente dell’Istitu-to Virgilio Baresi, «sosteniamo con il supporto di attendibili stime, l’urgenza di intervenire per fronteggiare la disoccupa-zione intellettuale giovanile, ponendo per esempio come proprio nella libera professio-ne di revisore legale, esistono

delle potenzialità enormi, pari ad almeno 200 mila consulenze professionali che sarebbero in-tercettabili da giovani profes-sionisti se solo si agisse su due fronti: da un lato defi nendo le competenze afferenti la nuova revisione legale, attraverso il varo degli ultimi decreti attua-tivi del dlgs 39/2010 e dall’altro contrastando il monopolio delle big four che in Italia e nel resto d’Europa, penalizza l’ingresso nel mondo della consulenza. A tal proposito», aggiunge Baresi, «l’Istituto ha potuto constata-

re come la stessa Commissione europea per il mercato interno, presieduta da Michel Barnier, sia determinata ad annullare quel vantaggio competitivo del-le big four società di revisione, che con operazioni di cartello sottraggono lavoro a migliaia di giovani risorse professionali. Non è un caso», ricorda Baresi, «se l’Inrl ha istituito il gruppo dei giovani revisori che darà un prezioso contributo di idee e proponimenti per la conquista di ciò che spetta, per legge, ai revisori legali e di ciò che an-drebbe fatto per ripristinare, in Italia e in Europa, una libera concorrenza nelle consulenze professionali, senza più mo-nopoli o politiche di cartello di grandi società di revisione». Privilegi che l’Inrl intende contribuire a contrastare so-prattutto in Europa lancian-do, tra l’altro, un network in-ternazionale per la revisione legale in grado di garantire un interscambio professionale tra i paesi-membri dell’Unio-ne europea. Contestualmente, l’Istituto continuerà a operare per il completamento del qua-

dro delle competenze professio-nali dei revisori legali con un adeguamento normativo sulla rappresentanza tributaria e dall’altro le tutele a favore della categoria con la fi naliz-zazione del progetto previden-ziale condiviso con la Cassa dei ragionieri. «Abbiamo già attivato», spiega il presidente dell’Istituto, «relazioni a livello politico-istituzionale per assi-curare ai revisori legali en-trambi gli obiettivi che consen-tiranno nell’immediato futuro il legittimo espletamento dei loro ruoli». Questi e altri temi verranno dibattuti al Consiglio nazionale dell’Inrl convocato per il 14 giugno prossimo.

Virgilio Baresi

Pagina a cura diINRL

Istituto nazionale revisori legaliSede: Via Agnello, 2 20121 - Milano

Tel. 02 669.84.967 - Fax 02 700.38.329Uff. Rappresent.: Via Uffici del Vicario,49 -

Roma Rue de L'industrie, 42 - Bruxelles

email: [email protected]

*Oltr

e al

pre

zzo

del g

iorn

ale

Disponibile anche sul sito www.classabbonamenti.comIN EDICOLA CON

COSA FARE PER:

nominare e revocare

l’amministratore,

ristrutturare le parti comuni,

convocare l’assemblea,

staccarsi dall’impianto

centralizzato,

far pagare i condomini morosi...

E MOLTO ALTRO ANCORA

LA RIFORMA DEL CONDOMINIOGUIDA PRATICA ALLA RISOLUZIONE DEI PROBLEMI

083048051048051057048051052

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'S03039034' - http://www.italiaoggi.it

http

://w

ww

.mila

nofin

anza

.it -

que

sta

copi

a è

conc

essa

in li

cenz

a es

clus

iva

all'u

tent

e 'S

0303

9034

' - h

ttp://

ww

w.it

alia

oggi

.it

Page 27:  · QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO  Tasse sì ma solo a rate Dal 2008 al 2012 concesse quasi 2 milioni di dilazioni per 22 miliardi di euro. E i pagamenti

33Venerdì 7 Giugno 2013

Oonin edicola co

Enti localiin edico

& Federalismo& FederalismoIL GIORNALE DELLE AUTONOMIE

Le Finanze rispondendo a un ente non commerciale spiegano i criteri da applicare

Non profit, saldo Imu al 2014Per l’acconto 2013 valgono le regole dell’anno scorso

Pagina a curaDI ILARIA ACCARDI

Gli enti non commer-ciali possono versare l’acconto Imu sulla scorta degli elementi

e dei dati già a disposizione per lo stesso anno. Il congua-glio dell’Imu per l’anno 2013 deve essere effettuato con il versamento della prima rata dell’anno 2014. L’acconto Imu 2014 sarà pari al 50% dell’im-posta relativa al 2013.

Queste sono le linee guida che si ricavano dalla risolu-zione n. 7/df del 5 giugno 2013 della direzione legislazione tributaria e federalismo fi scale del dipartimento delle fi nanze, rivolta agli enti non commer-ciali si sono trovati ancora una volta a fare i conti con le varie disposizioni in materia di Imu. I tecnici del ministero hanno di fatto condiviso le conclusioni di un ente non commerciale che chiedeva come poter effettua-re correttamente il pagamen-to entro il prossimo 17 giugno della prima rata dell’Imu.

I dubbi nascono dal fatto che gli enti non commerciali per l’anno 2012 hanno prov-veduto a versare l’Imu in base all’art. 7, comma 1, lett. i) del dl 30 dicembre 1992, n. 504 modi-fi cato dall’art. 91-bis, comma 1,

del dl 24 gennaio 2012, n. 1, che riconosce l’esenzione Imu solo se l’attività dell’ente è svolta con modalità non commerciali. Dal 1° gennaio 2013 trovano, invece, applicazione i commi 2 e 3 di quest’ultima norma, che riguardano l’uti-lizzazione mista delle unità immobiliari e prevedono rispettiva-mente che:

- l’esenzione Imu si applica solo alla frazio-ne di unità nella quale si svolge l’attività di natura non commer-ciale, se identifi cabile attraverso l’individua-zione degli immobili o porzioni di immobili adibiti esclusivamente a tale attivi-tà;

- nel caso in cui non sia pos-sibile procedere all’accatasta-mento separato dell’immobile o della porzione di immobile, l’esenzione si applica in pro-porzione all’utilizzazione non commerciale dell’immobile stesso quale risulta da un’ap-posita dichiarazione, come anche precisa il regolamento 19 novembre 2012, n. 200 di attuazione del citato comma 3.

Può pertanto verificarsi il caso che gli enti non com-merciali che abbiano dovuto

pagare l’Imu per l’anno 2012, potrebbero essere tenuti a versare per il 2013 un impor-to inferiore a quello dell’anno precedente, in quanto hanno benefi ciato delle disposizioni riguardanti l’accatastamento

separato e il computo della percentuale di utilizzazio-ne mista. Era logico, quindi chiedere se detti enti possono o meno calcolare e versare la prima rata dell’Imu per l’anno 2013 sulla scorta degli elementi e dei dati già a di-sposizione per quest’anno. La linea interpretativa seguita nella risoluzione prende le mosse da quanto precisato nella risoluzione n. 1/df del 3 dicembre 2012 e cioè che il pagamento dell’Imu per l’anno 2012 doveva essere effettuato già tenendo conto di quanto stabilito agli artt. 3 e 4 nel re-golamento n. 200 del 2012 che

individuano rispettivamente i requisiti che si devono è pos-sedere affi nché le attività pos-sano essere considerate svolte con modalità non commerciali e gli ulteriori requisiti speci-fi ci a seconda della tipologia

di attività. Soltanto dall’anno d’imposta 2013 l’Imu deve essere versata non solo sulla base degli anzidetti requisiti, ma anche in ragio-ne rapporto propor-zionale, individuato dall’art. 5 del rego-lamento.

Pertanto, gli stes-si criteri seguiti per

l’anno 2012 devono essere os-servati anche per l’anno 2013, per quanto riguarda le dispo-sizioni dell’art. 4 del dm n. 200 del 2012. Unica differenza è che per l’anno 2013 devono es-sere tenuti in considerazione anche i criteri dell’art. 5 che individuano il citato rapporto proporzionale che tiene con-to, per esempio, della super-fi cie dell’immobile destinata allo svolgimento di attività commerciali e del numero di soggetti nei cui confronti sono svolte. Ciò non esclude che nel caso in cui non sono mutate le condizioni di applicazione delle disposizioni complessiva-

mente richiamate, l’ente non commerciale potrà seguire per versamento della prima rata dell’Imu, lo stesso comporta-mento osservato per l’anno 2012. E ciò in base alla nuova norma contenuta nell’art. 10, comma 4, lett. b), del dl n. 35 del 2013 che prevede che il versamento della prima rata, è eseguito sulla base dell’ali-quota e delle detrazioni dei 12 mesi dell’anno preceden-te. La seconda questione era come e quando pagare il sal-do dell’Imu per il 2013 fi ssata al 16 dicembre 2013. In tale data, infatti, potrebbero non essere defi nitivi e disponibili tutti i dati e gli elementi ne-cessari per la determinazione del rapporto proporzionale di cui all’art. 5 del dm n. 200 del 2012, né disponibili i dati ri-sultanti dai bilanci degli enti. È perciò possibile sostenere che il conguaglio per il 2013 vada effettuato unitamente al versamento della prima rata dell’Imu per l’anno 2014. Questa rata, per giunta, dovrà essere calcolata in un importo pari al 50% dell’imposta rela-tiva al 2013, così come deter-minata defi nitivamente anche sulla base dei dati risultanti dai bilanci degli enti non com-merciali.

© Riproduzione riservata

Il presupposto impositivo e i soggetti passivi dell’imposta di sbarco sono individuati dalla legge e non posso-no essere modifi cati dal regolamen-to comunale. I comuni possono solo stabilire la misura del tributo entro i limiti stabiliti dalla legge statale.

È questo quanto laconicamente af-fermato dal Consiglio di stato nell’or-dinanza n. 2126 del 5 giugno 2013, respingendo l’istanza cautelare di un comune che ha impugnato la senten-za n. 444 del 21 marzo 2013 del Tar Toscana che, su ricorso del ministero dell’economia e delle fi nanze, aveva riconosciuto illegittimo il regolamen-to comunale con il quale l’ente locale aveva istituito l’imposta di sbarco.

Tra le norme considerate illegit-time vi era innanzitutto quella che individuava un nuovo soggetto pas-sivo del tributo in colui che utilizza vettori pubblici o privati o comunque

altri soggetti diversi dalle compagnie di navigazione, sui quali peraltro ve-nivano addossati gli obblighi relativi alla responsabilità per il pagamento e la riscossione dell’imposta.

L’art. 4, comma 3-bis, del dlgs 14 marzo 2011, n. 23, prevede, invece, che siano solamente le «compagnie di navigazione che forniscono colle-gamenti marittimi di linea» a poter riscuotere, unitamente al prezzo del biglietto, l’imposta di sbarco, in misu-ra fi no a euro 1,50.

I giudici di palazzo Spada hanno negato la sospensione della senten-za del Tar sulla considerazione che «la sentenza gravata appare condi-visibile laddove ravvisa la violazione a opera del regolamento comunale della norma di cui all’art. 4 comma 3-bis del dl n. 23 del 2011, atteso che la norma primaria a monte individua presupposto e soggetti passivi dell’im-

posta di sbarco, mentre le autonomie locali sono legittimate a incidere solo sulla relativa aliquota, conformemen-te al principio di riserva di legge di cui all’art. 23 Cost.».

Appare, quindi, assai chiara la posizione del Consiglio di stato in ordine a un principio che sembra, di fatto, assai chiaro e coerente con l’ordinamento tributario e con i dog-mi costituzionali. Come già rilevato dal Tar una norma regolamentare di tale fatta oltrepassa i limiti stabilito dall’art. 4, comma 3-bis, del dlgs n. 23 del 2011, giacché impone, attra-verso una fonte regolamentare, una prestazione patrimoniale a carico

di soggetti diversi da quelli stabiliti dalla norma statale, violando così la riserva di legge sancita dall’art. 23 della Costituzione.

In ordine, poi, al presunto danno che ha indotto il comune a presenta-re domanda di sospensione dell’effi -cacia della sentenza, il Consiglio di stato ha messo in evidenza che non è condivisibile «la maggior rilevanza del danno subito dal comune per il mancato introito fi nanziario, rispet-to all’incisione sulla massa indistin-ta della pluralità di soggetti passivi, sia perché in valore numerario esso appare del tutto equivalente all’altro, globalmente considerato, sia perché è quanto meno improbabile che si possa procedere ad un rimborso, stante la mancata individuazione dei singoli sottoposti al prelievo, per cui di fatto si legittimerebbe un indebito oggetti-vo in favore dell’amministrazione».

CONSIGLIO DI STATO: GLI ENTI DEVONO MUOVERSI NEL SOLCO TRACCIATO DALLA LEGGE STATALE

Imposta di sbarco, comuni con le mani legate

Supplemento a cura di FRANCESCO CERISANO

[email protected]

083048051048051057048051052

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'S03039034' - http://www.italiaoggi.it

http

://w

ww

.mila

nofin

anza

.it -

que

sta

copi

a è

conc

essa

in li

cenz

a es

clus

iva

all'u

tent

e 'S

0303

9034

' - h

ttp://

ww

w.it

alia

oggi

.it

Page 28:  · QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO  Tasse sì ma solo a rate Dal 2008 al 2012 concesse quasi 2 milioni di dilazioni per 22 miliardi di euro. E i pagamenti

34 Venerdì 7 Giugno 2013 E N T I L O C A L ILo chiarisce il Mef nelle istruzioni per l’invio delle domande relative alla seconda tranche

La deroga al Patto va richiestaNuova istanza per gli enti che non hanno ottenuto il 100%

Pagina a cura DI MATTEO BARBERO

Gli enti locali che non hanno ottenuto il 100% del bonus sul Patto richiesto in

base al decreto «sblocca debi-ti», defi nitivamente conver-tito in legge dal parlamento, (la pubblicazione in G.U. del provvedimento è attesa per oggi) devono presentare una nuova richiesta per la diffe-renza entro il 5 luglio.

È quanto si evince, con qualche diffi coltà, dalle istru-zioni (non chiarissime) che il Mef ha diffuso a corredo del modello per l’invio delle do-mande relative alla seconda tranche di aiuti, che verrà distribuita entro il 15 del prossimo mese.

Come noto, l’art. 1 del dl 35/2013 ha stanziato 5 mi-liardi di «spazi fi nanziari» per consentire a comuni e provin-ce soggetti al Patto di pagare i propri debiti di parte capitale in essere al 31 dicembre 2012. Di tale somma, il 90% (4,5 mi-liardi) è già stata assegnata

da Via XX Settembre con il dm del 14 maggio scorso. I restanti 500 milioni verranno ripartiti entro il 15 luglio, in base alla richieste che perver-ranno entro il 5 luglio.

Per fare domanda, occorre compilare un prospetto on line analogo a quello già utilizza-to per le domande trasmesse entro fine aprile. Le moda-lità di compilazione sono diverse, rispettivamente, per gli enti che hanno già presentato richiesta e per quelli che lo fa(ra)nno per la prima volta.

I primi hanno diverse possibilità. Il caso proba-bilmente più diffuso, su cui peraltro potrebbero inge-nerarsi pericolosi equivoci, è quello degli enti che non intendano chiedere nuovi spazi oltre a quelli non con-cessi nel primo riparto. In tal caso, le istruzioni si presen-tano contraddittorie. Da una parte, infatti, si legge che «gli enti che non hanno necessità di modifi care i dati già inse-riti o che non hanno necessità di chiedere spazi fi nanziari

non sono tenuti a compilare il modello». Successivamente, però, si precisa che gli enti la cui richiesta iniziale non è stata interamente soddisfat-ta, per fare richiesta della quota non ottenuta, devono compilare il modello indican-do la differenza nella colonna E. Le istruzioni riportano an-che un esempio chiarifi catore:

se l’ente ha chiesto spazi per 100 e ne sono stati concessi 62, per ottenere i restanti 38 dovrà indicare tale cifra nella predetta colonna. Attenzione: in mancanza, si verrà esclusi dal secondo riparto.

Ovviamente, la compila-zione del nuovo prospetto è

necessaria nei casi in cui si intendano domandare spazi ulteriori rispetto a quelli già richiesti. Per esempio, se ot-tenuti 100 l’ente necessità di altri 20, dovrà indicare tale importo nella colonna E.

Com’è naturale, si potrà avere anche un terzo caso: l’ente ha chiesto 100, ha otte-nuto 62 e vuole chiedere, oltre

ai 38 non concessi in prima istanza, altri 20. In simili casi, nella colonna E occor-rerà digitare 58 (38+20).

Oltre che un aumento, gli enti che hanno par-tecipato al primo riparto possono anche richiedere una riduzione degli spazi già concessi, indicando nel-la colonna F il valore non più necessario (che verrà rimesso in circolo e ridi-

stribuito). Per esempio, se un ente che ha ottenuto 100 si rende conto di avere necessità solo di 80, indicherà 20 (col se-gno +) nella colonna F. Si trat-ta di un’occasione importante specie per chi ha diffi coltà di cassa e rischia di incappare nelle sanzioni previste dal

dl 35 in caso di pagamenti inferiori al 90% degli spazi ottenuti. Ovviamente, la va-lutazione va condotta anche tenendo conto dell’entità del-le eventuali anticipazioni di liquidità ottenute dalla Cassa depositi e prestiti.

Infine, è possibile anche modificare (sia verso l’alto che verso il basso) l’ammon-tare dei debiti già comunicati, anche se non è chiarissimo se un’eventuale riduzione possa comportare anche un abbat-timento della quota già asse-gnata.

Gli enti che compilano per la prima volta il modello, inve-ce, dovranno solo valorizzare le colonne D (indicando i loro debiti) ed E (quantifi cando gli spazi fi nanziari richiesti). Ri-cordiamo che, in base all’ac-cordo sancito in Conferenza stato-città e autonomie locali il 9 maggio, il riparto andrà prioritariamente a soddisfare la quota delle richieste pre-sentate dagli enti al debutto e relative a debiti non ancora estinti alla data dell’8 aprile scorso.

Non solo le deroghe al Patto e le iniezioni di liquidità per favorire lo sblocco dei debiti pregressi. Nel corso degli ultimi passaggi parlamentari, il dl 35/2013 ha imbarcato anche numerose altre misure di interesse per gli enti locali, che vanno dalla proroga del termine per l’approvazione del bilancio di previsione 2013 e di quello per l’uscita di Equitalia dal mercato della riscossione dei tributi comunali alla (ennesima) revisione della disciplina dell’Imu. Vediamo nel dettaglio le principali novità.

Bilanci al 30 settembre. La dead line per l’approvazione dei preventivi si sposta dal 30 giugno al 30 settembre. Ove il varo sia successivo al 1° settembre, per quest’anno è facoltativa l’adozione della delibera consi-liare sugli equilibri di bilancio.

Equitalia fi no a fi ne anno. I comuni possono continuare ad avvalersi per la riscossione dei propri tributi di Equitalia e delle società da essa partecipate anche oltre la scadenza del 30 giugno fi no 31 dicembre 2013. La proroga non riguarda le società private di riscossione e neppure le partecipate comunali.

Imu. Cambiano le regole sia per i contribuenti che per i comuni. I primi dovranno calcolare l’acconto in base alle aliquote e alle detrazioni rela-tive all’anno precedente, con eventuale conguaglio al momento del saldo sulla base degli atti pubblicati sul sito del Mef alla data del 28 ottobre. I comuni dal canto loro, dovranno trasmettere telematicamente a Via XX Settembre i loro provvedimenti entro il 21 ottobre (in mancanza varranno le regole fi ssate l’anno prima). I sindaci incassano anche l’eliminazione della riserva statale sugli immobili produttivi di categoria D di proprietà comunale e siti sul territorio dell’ente e la compensazione per il mancato gettito 2102 dovuto alla cd Imu da autopagamento (ovvero quella che i comuni avrebbero dovuto pagare a se stessi e che ha comportato la decurtazione delle spettanze).

Nuovi criteri per distribuire i tagli. Per i comuni, i tagli previsti dal dl 95/2012 (che quest’anno valgono 2.250 milioni) saranno ripartiti in proporzione alla media delle spese sostenute per consumi intermedi nel triennio 2010-2012, desunte dal Siope, ma la riduzione per abitante di ciascun ente non potrà superare la media pro-capite della rispettiva classe demografi ca. Per le province (soggette a una sforbiciata da 1,2 miliardi), invece, varranno i dati Siope 2011 relativi all’acquisto di beni e servizi, con l’esclusione delle spese per formazione professionale, tra-sporto pubblico locale, raccolta di rifi uti solidi urbani e servizi social-mente utili fi nanziati dallo stato. Solo fi no al 2014, però, perché dal 2015 torneranno applicabili i criteri già previsti.

Oneri di urbanizzazione liberi fi no al 2014. È stata prorogata fi no al 2014 la facoltà per i comuni di utilizzare i proventi dei permessi di costruire per fi nanziare spese correnti. Potranno coprire, per una quota non superiore al 50%, spese correnti indifferenziate e, per una quota non superiore ad un ulteriore 25%, spese di manutenzione ordinaria.

Spending review, nuovi criteri per distribuire i tagli

Scatta la fase 2 del percorso per il pagamento dei debiti pregressi delle amministrazioni centrali dello stato in attuazione del decreto «sblocca debiti», appena convertito in legge dal parlamento. Entro il 15 giugno, i ministeri dovranno predisporre un apposito piano di rientro fi nalizzato al conseguimento, attraverso misure di razionalizzazione e riorganizza-zione della spesa, di risparmi da destinare al pagamento di quanto do-vuto a enti, società, persone fi siche, istituzioni e organismi. Le modalità operative sono state dettate dalla circolare n. 27/2013 della Ragioneria generale dello stato, diffusa ieri.

Tale passaggio rappresenta il secondo step della procedura avviata dall’art. 5 del dl 35/2013. In precedenza, le p.a. centrali si erano viste assegnate una quota del fondo da 500 milioni stanziato pronta cassa dal comma 2, che è stato ripartito con il decreto del Mef n. 40124 del 15 mag-gio 2013. Le relative risorse sono state attribuite alle amministrazioni statali interessate, con l’esclusione delle spese relative ai fi tti passivi.

Il predetto art. 5 ha previsto, al comma 4, che qualora l’ammontare dei debiti risultasse superiore alle somme assegnate, i ministeri interessati, per la quota dei debiti non soddisfatta e al fi ne di prevenire il formarsi di nuove situazioni debitorie in quelli successivi, dovessero predisporre, entro il 15 giugno 2013, un apposito piano di rientro eventualmente articolato in più anni.

I piani di rientro, precisa ora la circolare n. 27, dovranno essere redatti tenendo conto della quota dei fi tti passivi non assegnata attraverso il riparto del fondo, delle eventuali ulteriori situazioni debitorie incluse negli elenchi e non assentite, nonché di eventuali ulteriori situazioni non segnalate. Queste ultime fattispecie, in particolare, mirano a consentire alle amministrazioni di riorganizzare la propria spesa per sanare even-tuali debiti cosiddetti «fuori bilancio» senza limitarsi agli acquisti di beni e servizi presso fornitori privati, ma considerando anche trasferimenti ad altre amministrazioni o a enti pubblici vari.

Ogni piano dovrà essere composto da due sezioni: nella prima andrà esposto il quadro complessivo dei risparmi da conseguire tramite una va-lutazione circa la natura congiunturale o strutturale delle cause dell’in-sorgenza dei debiti, nella seconda dovranno essere indicate le risorse di bilancio da destinare alla copertura, sia attraverso rimodulazioni della spesa, sia attraverso specifi che misure di risparmio.

Come ricorda la circolare, in caso di mancata adozione del piano di rientro entro il 15 luglio 2013, il ministro competente dovrà inviare apposita relazione sulle cause dell’inadempienza alle competenti com-missioni parlamentari e alla Corte dei conti con l’indicazione puntuale delle motivazioni.

A partire dal 30 settembre e con cadenza trimestrale, scatterà il mo-nitoraggio dei pagamenti, che dovrà essere completato entro 20 giorni dalla data di conclusione di ciascun periodo.

Ministeri, piani di rientroper pagare i creditori

083048051048051057048051052

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'S03039034' - http://www.italiaoggi.it

http

://w

ww

.mila

nofin

anza

.it -

que

sta

copi

a è

conc

essa

in li

cenz

a es

clus

iva

all'u

tent

e 'S

0303

9034

' - h

ttp://

ww

w.it

alia

oggi

.it

Page 29:  · QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO  Tasse sì ma solo a rate Dal 2008 al 2012 concesse quasi 2 milioni di dilazioni per 22 miliardi di euro. E i pagamenti

35Venerdì 7 Giugno 2013Venerdì 7 GiugnoE N T I L O C A L IL’obbligo previsto dal dlgs 33/2013 deve essere considerato immediatamente operativo

Partecipate, la trasparenza pagaNiente fondi se la p.a. omette informazioni sulla governance

DI LUIGI OLIVERI

Niente soldi agli enti di qualsiasi genere partecipati dagli enti pubblici, se non ga-

rantiscono la trasparenza.L’articolo 22, comma 4, del

dlgs 33/2013 impone alle am-ministrazioni ed agli enti par-tecipati di accelerare in modo bruciante nell’applicazione delle disposizioni contenute nell’articolo 22 stesso, pena l’illegittimità di erogazioni fi -nanziarie.

Il comma 4 citato dispone che nel caso di mancata o in-completa pubblicazione dei dati relativi agli enti parteci-pati «è vietata l’erogazione in loro favore di somme a qualsi-voglia titolo da parte dell’am-ministrazione interessata».

Poiché nel dlgs 33/2013 non è indicata alcuna disposizione di diritto transitorio, né si pre-vede per l’adempimento in ar-gomento un termine iniziale, è da ritenere che il divieto posto dall’articolo 22, comma 4, sia immediatamente operante.

L’onere di pubblicare i dati

ricade in capo alle ammini-strazioni pubbliche, chiamate a inserire nel sito istituziona-le, nell’apposita sotto sezione della sezione amministrazione trasparente: l’elenco degli enti pubblici (comunque denomi-nati, istituiti, vigilati e fi nan-ziati dalla amministrazione medesima ovvero per i quali l’amministrazione ab-bia il potere di nomina degli amministratori dell’ente); l’elenco delle società di cui detiene direttamente quote di partecipazione anche minoritaria indicando-ne l’entità; l’elenco degli enti di diritto privato, comunque denominati, in controllo dell’ammini-strazione. Per ciascuno di detti enti, inoltre, oc-corre elencare le funzio-ni attribuite e le attività svolte in favore dell’amministrazione o le attività di servizio pubblico affi date.

Infine, occorre pubblicare anche una o più rappresenta-zioni grafi che che evidenziano i rapporti tra l’amministrazione

e gli enti partecipati.Come si nota, la norma

coinvolge sostanzialmente qualsiasi soggetto partecipa-to, qualunque ne sia la natura. Si va, infatti, dagli enti pub-blici (nel caso degli enti locali l’esempio è un’azienda spe-ciale) alle società, fi no a qual-siasi altro soggetto di diritto

privato. L’estensione soggetti-va della norma è amplissima. Del resto, è lo stesso articolo 22 a precisare che «ai fi ni delle presenti disposizioni sono enti di diritto privato in controllo pubblico gli enti di diritto privato sottoposti a controllo

da parte di amministrazioni pubbliche, oppure gli enti co-stituiti o vigilati da pubbliche amministrazioni nei quali siano a queste riconosciuti, anche in assenza di una parte-cipazione azionaria, poteri di nomina dei vertici o dei com-ponenti degli organi». Basta, dunque, che lo statuto anche

di una fondazione o di un’associazione asse-gnino all’ente pubblico un potere di nomina o prevedano direttamen-te che un componente dell’ente partecipante faccia parte degli orga-ni di amministrazione, che scatta l’obbligo di pubblicità fi ssato dalla norma.

Le amministrazioni, dunque, debbono effet-tuare il più presto pos-

sibile una ricognizione accu-rata di tutti i soggetti ai quali partecipino o rispetto ai quali svolgono funzioni di controllo, nel senso esplicitato dal legi-slatore.

Nessun provvedimento di erogazione di somme di dena-

ro a vantaggio di detti sogget-ti può legittimamente essere adottato, se sul sito non siano presenti le informazioni pre-viste.

È, dunque, compito dell’uffi -cio istruttore curare di verifi ca-re che sul sito siano pubblicati i dati come richiesto dall’arti-colo 22, per poter adottare il provvedimento. E della pub-blicazione è opportuno che si dia espresso riscontro nel provvedimento, anche per per-mettere agli uffi ci fi nanziari di effettuare i necessari controlli. In effetti, la pubblicazione ri-chiesta costituisce, anche se il legislatore non lo ha precisato espressamente, condizione di legalità del pagamento delle erogazioni fi nanziarie.

Poiché dette erogazioni sono vietate «a qualsiasi titolo», se le pubblicazioni non sono ri-spettate, qualsiasi tipologia di pagamento agli enti è vietato: dal contributo al corrispettivo del contratto di servizio, alla stessa eventuale erogazione di quote associative o di par-tecipazione.

© Riproduzione riservata

Scadenze e numero delle rate di versamento della Tares deliberate an-che dalla giunta comunale. È la proposta di modifi ca avanzata dall’Anci da apportare all’articolo 10 del dl 35/2013 in sede di conversione del dl 54/2013. L’articolo 10 del dl 35/2013, infatti, non prevede espressamente l’organo competente a deliberare le scadenze. Quindi, sono sorti dubbi interpretativi soprattutto perché la stessa norma consente di fi ssare le rate per il pagamento del nuovo tributo in attesa del regolamento, che è atto di competenza del consiglio comunale. Con l’emendamento presen-tato dall’Anci, per l’anno in corso viene disposta una deroga all’articolo 14 del dl 201/2011, che disciplina la Tares, il quale a regime demanda al consiglio comunale il compito di modifi care le scadenze stabilite dalla legge. La ratio della proposta di modifi ca è quella di accelerare l’iter per la riscossione del tributo in acconto e far fronte all’esigenza di comuni e gestori di anticipare la data di pagamento e l’incasso delle somme dovute dai contribuenti, al fi ne di garantire lo svolgimento del servizio di smalti-mento dei rifi uti. L’intento è forse anche quello di sanare, nell’incertezza dell’attuale formulazione della norma di legge, le deliberazioni adottate da molti comuni che, proprio perché pressati dall’esigenza di riscuotere la tassa in tempi brevi, hanno già fi ssato le date di pagamento con delibera di giunta. La prima rata non deve più essere versata a luglio, come previsto dal dl rifi uti (1/2013), ma può essere anticipata anche qualora il comune non abbia adottato il regolamento, il cui termine per la deliberazione è stato differito al prossimo 30 settembre. Solo nel caso in cui l’ente non indichi le scadenze il tributo va versato a luglio e ottobre. L’articolo 14, a partire dal prossimo anno, prevede come date di scadenza i mesi di gennaio, aprile, luglio, ottobre, che possono essere modifi cate solo con regolamento. Per il 2013, è espressamente disposto che per le prime due rate i comuni possono inviare ai contribuenti i modelli di pagamento pre-compilati già predisposti per il pagamento di Tarsu, Tia1 o Tia2 o indicare altre modalità di versamento giù utilizzate in passato. Considerato che la nuova disposizione prevede che i comuni hanno anche la facoltà di fare ricorso alle altre modalità di pagamento «già in uso per gli stessi prelievi», è sostenibile la tesi che i gestori possano incassare i versamenti sia in acconto che a saldo. Le somme pagate verranno poi scomputate da quella dovuta, a titolo di Tares, per l’anno 2013, che verrà richiesta con l’ultima rata. Anche la maggiorazione sui servizi si pagherà con l’ultima rata, ma il gettito è riservato allo stato. Come ha evidenziato l’Ifel, con una nota del 21 maggio scorso, le scadenze per il pagamento della Tares («dal 1° giorno ed entro il 16° giorno di ciascun mese di scadenza delle rate») indicate nel decreto con il quale è stato approvato il bollettino di conto corrente postale non sono obbligatorie perché non previste dalla norma di legge. Il nuovo bollettino potrà essere utilizzato a partire dal 1° luglio e riporta un unico numero di conto corrente valido per tutti i comuni.

Sergio Trovato

Su scadenze e rate Tares sia la giunta a decidere

Un turnover di 44 mila dipendenti scolastici in tre anni, per assor-bire le masse di personale precario che prestano servizio a tempo determinato nella scuola. Un piano straordinario di reclutamento dei ricercatori. Ripristinare i 300 milioni di euro di Fondo di fi nanzia-mento ordinario delle università statali. Liberare gli enti locali dai vincoli di fi nanza pubblica per il miglioramento dell’edilizia scolasti-ca. Questi gli obiettivi che ieri, il ministro della pubblica istruzione, Maria Chiara Carrozza, ha dichiarato di voler raggiungere, durante l’audizione alla Commissione istruzione di camera e senato.

Il personale. Il progetto del ministero, prevede che nel triennio 2014-2017 il personale scolastico sarà soggetto a un turnover che coinvolgerà 44 mila unità. Questo, attraverso un iter che dovrà es-sere improntato alla creazione e al mantenimento di un equilibrio tra l’assorbimento del personale precario e le assunzioni a mezzo di concorso pubblico. Il tutto, sfruttando l’incidenza dell’ultima riforma del sistema pensionistico sulle cessazioni dal servizio. Oltre al tur-nover, nei piani del ministro, entra in gioco anche la qualifi cazione dei docenti. Nei progetti del ministro infatti, anche un sistema di valutazione delle prestazioni professionali collegato a una progres-sione di carriera, che però sia svincolata dalla mera anzianità di servizio. «L’obiettivo», ha dichiarato il ministro Carrozza «è quello di diffondere all’interno del personale scolastico, la cultura della valutazione senza che questa sia connotata da alcun spirito punitivo». In quest’ottica, si pone anche la proposta, volta alla creazione di un piano straordinario di reclutamento dei ricercatori. La Carrozza, durante l’audizione, ha infatti spiegato che «per concretizzare il piano di reclutamento è necessario estendere anche ai candidati italiani, quello che il Programma per i giovani ricercatori Rita Levi Montalcini, attua già per i ricercatori italiani all’estero».

L’edilizia. Banca europea per gli investimenti e Banca dello svi-luppo del Consiglio d’Europa. Questi i due principali candidati per fornire i fi nanziamenti necessari per affrontare il piano di risana-mento dell’edilizia scolastica in Italia. Gli istituti scolastici che ne-cessitino di manutenzione, sono infatti più di 43 mila. Tra le proposte avanzate, anche quella di ripristinare il Fondo di fi nanziamento ordinario 300 milioni di euro per le università statali. Secondo il ministro infatti, l’importo «potrebbe essere distribuito come quota premiale, in modo da migliorare i servizi e le strutture di cui gli stu-denti devono usufruire». A conclusione dell’intervento, la Carrozza, ha inoltre dichiarato che «l’obiettivo che vogliamo raggiungere è quello di fare in modo che gli enti locali possano sforare i vincoli di fi nanza pubblica per interventi di ristrutturazione o costruzione di edifi ci scolastici».

Beatrice Migliorini

Turnover di 44 mila dipendentiper assorbire i precari della scuola

083048051048051057048051052

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'S03039034' - http://www.italiaoggi.it

http

://w

ww

.mila

nofin

anza

.it -

que

sta

copi

a è

conc

essa

in li

cenz

a es

clus

iva

all'u

tent

e 'S

0303

9034

' - h

ttp://

ww

w.it

alia

oggi

.it

Page 30:  · QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO  Tasse sì ma solo a rate Dal 2008 al 2012 concesse quasi 2 milioni di dilazioni per 22 miliardi di euro. E i pagamenti

36 Venerdì 7 Giugno 2013 A G E VO L A Z I O N IBandi aperti in Lombardia, Emilia-Romagna e Campania. Stanziati oltre 60 mln

Sviluppo rurale, arrivano i fondiContributi al 100% per strade, rete idrica ed energetica

Pagina a curaDI ROBERTO LENZI

Contributi a fon-do perduto fino al 100% della spesa per migliorare le

condizioni del territorio, dell’ambiente e dello spazio rurale. Gli interventi devo-no riguardare la viabilità a fondo naturale o comunque non asfaltato di strade ru-rali interpoderali e vicinali esistenti e funzionali a più aziende agricole, il miglio-ramento della rete idrica e di quella energetica. Sono questi alcuni degli investi-menti infrastrutturali che gli enti locali possono fi nan-ziare attraverso il ricorso al piano di sviluppo rurale, in particolare alla misura 125 dei piani di riferimento di ciascuna regione. La misu-ra si rivolge in particolare al sostegno alla realizzazione di infrastrutture di servizio all’agricoltura ubicate quin-di in aree rurali.

Ciascuna regione gestisce autonomamente l’uscita dei

bandi e la distribuzione del-le risorse. Attualmente, ad esempio, i bandi della misu-ra 125 sono aperti in Lom-bardia, Emilia-Romagna e Campania.

Campania, 50 milioni di euro per le opere ir-rigue

Sono oggetto di fi nanzia-mento gli interventi riguar-danti la ristrutturazione, l’ammodernamento e il com-pletamento di impianti irri-gui comprensoriali esistenti. Nelle aree di ampliamento dei perimetri consortili e in quelle esterne, sono fi nanzia-bili anche la realizzazione di nuovi impianti irrigui com-prensoriali esclusivamente in quelle aree già interessa-te da ordinamenti produttivi irrigui.

In particolare gli inter-venti riguardano opere di presa, bacini e vasche di accumulo, reti di adduzione e distribuzione, impianti di sollevamento, trattamento, riutilizzo di acque reflue, telecontrollo e conturizza-

zione. Potranno essere rea-lizzati anche impianti per la produzione di energia da fonti energetiche rinnovabi-li, nella misura massima del 20 % dell’importo del proget-to irriguo di cui si richiede il fi nanziamento.

Sono destinatari dei fi-nanziamenti i consorzi di bonifi ca in qualità di conces-sionari per la progettazio-ne, realizzazione e gestione delle opere pubbliche di bo-nifi ca integrale. Per la rea-lizzazione degli interventi è previsto un contributo pub-blico in conto capitale la cui entità è pari al 100% della spesa ammissibile. Ciascun soggetto potrà avere fi nan-ziati massimo due progetti di investimento e comunque l’importo complessivamente fi nanziato non potrà eccede-re gli 11 milioni di euro. Il bando scade il 1° luglio.

Lombardia, 3,5 milioni di euro per i consorzi di bonifi ca

Il bando della regione Lombardia finanzia inter-

venti per il sostegno ai con-sorzi di bonifi ca le cui opere sono state danneggiate da-gli eventi sismici del 20 e 29 maggio 2012 in provincia di Mantova.

Gli interventi sono am-messi se fi nalizzati all’esclu-sivo ripristino e/o alla rico-struzione di opere e impianti di bonifica e irrigazione danneggiati dalla suddetta calamità naturale. L’ aiuto è concesso mediante contri-buto in conto capitale nella misura del 90% della spesa massima ammessa, stabilita in un milione di euro.

Non sono ammissibili interventi il cui importo complessivo sia inferiore a 60 mila euro. La domanda telematica deve essere pre-sentata, tramite Siarl, fi no al 15 luglio 2013.

Emilia Romagna, bando aperto solo alle aggrega-zioni di agricoltori

Ammonta ad oltre 7,7 mi-lioni di euro lo stanziamento messo in campo dalla Regio-ne Emilia Romagna per la

riapertura del bando della misura 125 del Psr 2007-2013. Il bando, in questo caso, si rivolge ad aggrega-zioni di produttori agricoli di base. È prevista l’erogazione di incentivi a fronte di inve-stimenti per la realizzazione e il potenziamento di invasi di accumulo idrico a indiriz-zo plurimo e delle connesse reti di distribuzione ubicati nel territorio della regione Emilia-Romagna, nonché per la realizzazione di ope-re di distribuzione da reti idriche.

Gli invasi devono avere carattere interaziendale, una dimensione compresa tra 50.000 e 250.000 mc ed essere al servizio delle imprese agricole socie del Consorzio di scopo. I proget-ti devono avere una dimen-sione fi nanziaria compresa tra 100 mila e un milione di euro. L’intensità dell’aiuto è fi ssata nella percentuale del 70% calcolata sul totale del-la spesa ammessa. Il bando scade il 1° luglio 2013.

© Riproduzione riservata

DOMANDE ENTRO IL 18/7

Campania, 7 mln per conciliare famiglia e lavoro

Sono previsti contributi fi no a 200 mila euro per ciascun programma che favorisca la conciliazione tra tempi di vita e di la-voro e alleggerisca i carichi familiari per sostenere la partecipazione delle donne al mercato del lavoro. Si tratta del ban-do del Por Campania Fse 2007-2013 Asse II Obiettivo Operativo: f2) «promuovere azioni di supporto, studi, analisi nonché la predisposizione e sperimentazione di modelli che migliorino la condizione fem-minile nel mercato del lavoro». Il bando fi nanzia interventi a favore dell’inclusione sociale, concentrando l’attenzione soprat-tutto sulla riduzione delle ineguaglianze delle opportunità legate alle condizioni economico-sociali della famiglia, favoren-do la sostenibilità del lavoro per le donne. Potranno partecipare all’avviso le reti ter-ritoriali composte dai seguenti soggetti: enti locali e loro associazioni, associazioni datoriali e sindacali più rappresentative sul piano nazionale, aziende sanitarie, Soggetti del terzo settore, consorzi delle aree di sviluppo industriale, altri servizi pubblici territoriali, Altri soggetti pubblici o privati interessati. Nelle reti territoria-li devono essere rappresentati almeno 5 soggetti tra le diverse tipologie previste. I programmi devono essere rivolti a occupa-ti, sia dipendenti che lavoratori autonomi, con priorità alle donne e ai soggetti svan-taggiati. Gli accordi territoriali di genere sono intesi come uno strumento innovativo per la creazione di servizi che favoriscano la conciliazione dei tempi di vita e di la-voro. Le domande di agevolazione devono essere presentate entro il 18 luglio 2013.

© Riproduzione riservata

Ue, contributi fi no a 25 mila euro per la mobili-tà degli operatori giova-nili. Ammonta a 775 mila euro lo stanziamento della Commissione europea per fi nanziare l’Azione 4.3 - «sostegno alla mobilità degli operatori giovanili» del programma «gioventù in azione». Gli enti locali possono presentare pro-getti di mobilità e scambi tra gli operatori giovanili allo scopo di promuovere l’acquisizione di nuove capacità e competenze per arricchire il loro profi lo professionale nel settore della gioventù. La scaden-za del bando è fi ssata al 10 settembre 2013.

Abruzzo, prorogato il bando per la messa in sicurezza dei municipi. È stato prorogato al 27 giugno 2013 il bando che fi nanzia interventi di mes-sa in sicurezza dal rischio sismico delle strutture ove hanno sede i municipi e/o altre funzioni pubbliche comunali. Con lo stesso atto di proroga è stato eliminato l’obbligo di cofi -nanziamento per i comuni fi no a 3 mila abitanti. Il bando relativo alla Linea di azione VI.1.2.a del Par Fas Abruzzo 2007/2013 conta su uno stanziamento di 18,3 milioni di euro.

Veneto, 250 mila euro per la musica giovanile.

Scade il 1° luglio 2013 il bando della regione Veneto di promozione e sostegno della musica giovanile ai sensi della lr 8/2009. Sono finanziabili progetti di realizzazione di servizi e strutture, di diffusione e di formazione professionale connessi alla musica giova-nile. Gli enti locali possono ottenere contributi fi no al 50% della spesa prevista.

Sicilia, riaprono i ter-mini per i contributi alle manifestazioni tu-ristiche. I comuni sicilia-no possono nuovamente presentare domanda di contributo a sostegno delle manifestazioni turistiche organizzate sul territorio, ai sensi della circolare n. 29598 del 28 dicembre 2011. La regione Sicilia interviene finanziaria-mente a sostegno delle spese di realizzazione delle manifestazioni promosse e organizzate dagli enti locali, entro il limite mas-simo del 50% delle spese complessive riconosciute ammissibili. Le domande potranno essere presentate fi no al 20 giugno 2013.

AGEVOLAZIONI IN PILLOLELA SCADENZA È IL 17 GIUGNO

La Puglia stanzia 7,7 milioni di euro per tutelare i boschi

Scade il 17 giugno 2013 il bando con il quale la regione Puglia distribuisce risor-se per 7,7 milioni di euro per la tutela e la salvaguardia dei boschi. Si tratta del bando relativo alla misura 227 del Piano di sviluppo rurale 2007-2013, che si rivol-ge a comuni, province ed enti parco, oltre anche a soggetti privati. Possono essere fi nanziati interventi di diradamento in boschi di conifere alloctone e/o nelle fu-staie di latifoglie, nonché introduzione di latifoglie autoctone di pregio e specie autoctone sporadiche. Sono ammissibili inoltre gli interventi di rinfoltimento, se-mina o piantagione di specie autoctone, arboree e arbustive. Sono ammissibili anche le spese per effettuare dirada-menti selettivi, potature di produzione delle piante portaseme e recinzioni pe-rimetrali in legno dei boschi, allo scopo di tutelare e conservare il patrimonio genetico forestale e di giungere a una distribuzione delle piantine ottenute. Infi ne, sono ammissibili i progetti per la valorizzazione turistico-ricreativa dei boschi. In quest’ultimo caso, rientrano interventi di realizzazione dei percorsi naturalistici, ginnici e ricreativi. Gli enti locali possono ottenere un contributo a fondo perduto a copertura del 100% del-le spese ammissibili, comunque succes-sive alla presentazione della domanda di aiuto. Non sono ammissibili spese per acquisto e/o esproprio di terreni, non-ché investimenti infrastrutturali. Sono considerati prioritari gli interventi da realizzare nelle aree Natura 2000.

© Riproduzione riservata

a cura diSTUDIO R.M.

VIA V. MONTI, 8 20123 MILANOTEL. 02 22228604 FAX 0247921211

VIA C. MASSEI, 78 55100 LUCCATEL. 058355465 FAX 0583587528

WWW.STUDIORM.EU SKYPE: STUDIORMMILANO

083048051048051057048051052

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'S03039034' - http://www.italiaoggi.it

http

://w

ww

.mila

nofin

anza

.it -

que

sta

copi

a è

conc

essa

in li

cenz

a es

clus

iva

all'u

tent

e 'S

0303

9034

' - h

ttp://

ww

w.it

alia

oggi

.it

Page 31:  · QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO  Tasse sì ma solo a rate Dal 2008 al 2012 concesse quasi 2 milioni di dilazioni per 22 miliardi di euro. E i pagamenti

37Venerdì 7 Giugno 2013OSSERVATORIO VIMINALEMa l’utilizzo deve essere limitato alle sole fi nalità istituzionali

Edilizia senza segretiPermessi di costruire accessibili ai consiglieri

Il responsabile del servizio che riceve, da parte di un consigliere comunale, la richiesta di accesso agli

atti relativi al rilascio di un permesso di costruire è obbli-gato a comunicarlo al titolare del permesso stesso, in qualità di interessato al procedimen-to, in virtù dell’asserita natura riservata dei documenti? Sus-siste, nel caso di accesso agli atti, un dovere di «astensio-ne», per eventuale conflitto di interesse, in capo al consigliere richiedente?

Come sostenuto dalla com-missione per l’accesso ai docu-menti amministrativi, il «dirit-to di accesso» ed il «diritto di informazione» dei consiglieri comunali nei confronti della p.a. trovano la loro disciplina specifi ca nell’art. 43 del dlgs n. 267/2000, che riconosce ai consiglieri comunali e provin-ciali il «diritto di ottenere dagli uffi ci, rispettivamente, del co-mune e della provincia, nonché dalle loro aziende ed enti di-pendenti, tutte le notizie e le informazioni in loro possesso, utili all’espletamento del pro-

prio mandato». Al consigliere comunale viene, pertanto, ri-conosciuto un diritto dai con-fi ni più ampi sia del diritto di accesso ai documenti ammini-strativi, attribuito al cittadino nei confronti del Comune di re-sidenza (art. 10, Tuel) sia, più in generale, nei confronti della p.a., quale disciplinato dalla legge n. 241/90. Ciò in ragione del ruolo di garanzia demo-cratica svolto dal consigliere comunale; del particolare mu-nus espletato, affi nché questi possa valutare con piena cogni-zione di causa la correttezza e l’effi cacia dell’operato dell’am-ministrazione; della funzio-ne pubblicistica dallo stesso esercitata (a maggior ragione qualora il consigliere comuna-le appartenga alla minoranza, istituzionalmente deputata allo svolgimento di compiti di controllo e verifi ca dell’opera-to della maggioranza). Il con-sigliere comunale non deve motivare la propria richiesta di informazioni, poiché, la p.a. si ergerebbe ad arbitro delle forme di esercizio delle pote-stà pubblicistiche dell’organo

deputato all’individuazione e al perseguimento dei fi ni col-lettivi. Conseguentemente, gli uffi ci comunali non hanno il potere di sindacare il nesso intercorrente tra l’oggetto delle richieste di informazioni avan-zate da un consigliere comuna-le e le modalità di esercizio del munus da questi espletato. Ciò, anche nel rispetto della sepa-razione dei poteri sancita per gli enti locali dall’art. 107 del dlgs n. 267/2000 che richiama il principio per cui i poteri di indirizzo e di controllo politico-amministrativo spettano agli organi di governo, essendo ri-servata ai dirigenti la gestione amministrativa, fi nanziaria e tecnica. La giurisprudenza del Consiglio di stato si è orienta-ta nel senso di ritenere che ai consiglieri comunali spetti un’ampia prerogativa a otte-nere informazioni, senza che possano essere opposti profi li di riservatezza nel caso in cui la richiesta riguardi l’esercizio del mandato istituzionale, re-stando fermi, peraltro, gli ob-blighi di tutela del segreto e i divieti di divulgazione di dati

personali secondo la vigente normativa sulla riservatezza. L’eventuale segretezza (del-le indagini o professionale) che pure opera nei confronti del consigliere comunale non è quella legata alla natura dell’atto ma al divieto di di-vulgare, «nei casi specifica-mente determinati dalla leg-ge», il contenuto degli atti ai quali ha avuto accesso, stante il vincolo previsto in capo al consigliere comunale dal ci-tato art. 43 all’osservanza del segreto d’uffi cio nelle ipotesi specifi catamente determinate dalla legge nonché al divieto di divulgazione dei dati persona-li ai sensi del dlgs 196/2003 e successive modifi cazioni

In merito al caso di specie deve farsi riferimento alla de-cisione n. 549 del 23 maggio 1997 con cui, la V sezione del Consiglio di stato ha ricono-sciuto che «in virtù dell’art. 22 della legge 241 del 1990, qual-siasi soggetto abitante nel co-mune ha diritto di accesso agli atti relativi ad una concessione edilizia rilasciata dal sindaco». In particolare, trattandosi di

diritto del cittadino di acce-dere ai documenti del proprio comune, la materia è soggetta non alla disciplina generale della legge n. 241/1990 ma a quella particolare della legge 17 agosto 1942, n. 1150, che all’art. 31, comma 8, stabilisce che «chiunque può prendere vi-sione presso gli uffi ci comunali della concessione edilizia e dei relativi atti di progetto», e del dlgs n. 267/2000, art.10.

I permessi per costruire non sono, pertanto, soggetti a par-ticolare riservatezza, potendo essere conosciuti da qualsiasi cittadino. A maggior ragione, il consigliere comunale, non può essere escluso dall’ac-cesso e conseguentemente ha diritto a ottenere copia di tali atti, fatto salvo il loro utilizzo per finalità esclusivamente istituzionali.

Autore - Raffaele Guari-niello

Titolo - Il T.U. sicurezza sul lavoro commentato con la giurisprudenza

Casa editrice - Iposa, As-sago (Mi), 2013, pp. 1152

Prezzo - 70

Argomento - L’applicazio-ne del T.u. sicurezza sul la-voro comporta importanti obblighi e responsabilità per i dato di lavoro, pub-blici e privati. Diventa allora davvero essenziale conoscere le decisioni pre-se dalla magistratura sui problemi concreti in tema di sicurezza. Il volume in oggetto, commentato in maniera organica con l’au-silio della più aggiornata giurisprudenza, rappre-senta uno strumento di la-voro indispensabile per gli operatori della sicurezza che cerchino orientamen-ti e risposte a questioni concrete. L’autore ha sele-zionato la giurisprudenza della Corte di cassazione in tema di sicurezza del lavoro, sintetizzando casi pratici e relative decisioni con un linguaggio chiaro e attento alle esigenze dei tecnici.

Autore – Aa.vv.

Titolo – La disciplina dei giochi in Italia tra mono-

polio pubblico e mercato

Casa editrice - Giuffré, Milano, 2013, pp. 464

Prezzo - 48

Argomento - Il settore dei giochi e delle scommesse, pur nella molteplicità e sovrapposizione delle normative susseguitesi nel tempo, ha assunto in Italia un’importanza crescente e rappresenta una realtà dalla quale non può pre-scindersi: sia sotto il profi -lo fi scale, essendo i giochi e le scommesse una attività dalla quale lo stato ritrae consistenti entrate, sia sotto il profi lo economico, tanto che i giochi sono con-siderati una tra le prime industrie italiane, sia sotto il profi lo del lavoro, attesi gli indubbi indotti occupa-zionali del settore. A fronte di ciò, è diffusa l’opinione, sia nella collettività che nelle istituzioni, del di-svalore morale e sociale del settore del gioco e delle scommesse, del quale si tendono a sottolineare solo alcuni aspetti negativi, quali la infi ltrazione della criminalità organizzata attratta dalle prospettive di remunerazione offerte dal settore ed il rischio per la salute dei cittadini (c.d. ludopatie) con particolare riguardo ai soggetti svan-taggiati.

Gianfranco Di Rago

LO SCAFFALE DEGLI ENTI LOCALI

AbruzzoIstruttore direttivo contabile part-time. Comune di Cupello (Ch), un posto. Scadenza: 24/6/2013. Tel. 0873/316801.G.U. n. 41

CalabriaDirigente amministrativo contabile. Comune di Rende (Cs), due posti parzial-mente riservati. Scadenza: 13/6/2013. Tel. 0984/1659200. G.U. n. 38

CampaniaIstruttore tecnico. Comune di Pisciotta (Sa), un posto. Scadenza: 17/6/2013. Tel. 0974/73035. G.U. n. 39

Emilia-RomagnaIstruttore geometra a tempo determi-nato e parziale. Comune di Fornovo di Taro (Pr), un posto. Scadenza: 2/7/2013. Tel. 0525/400611. G.U. n. 42

LazioDirigente. Provincia di Latina, un posto. Scadenza: 27/6/2013. Tel. 0773/401273.G.U. n. 42Istruttore amministrativo part-time. Comune di Rocca Massima (Lt), un posto. Scadenza: 27/6/2013. Tel. 06/9669001.G.U. n. 42

LiguriaIstruttore direttivo contabile. Comune di Sassello (Sv), un posto. Scadenza: 1/7/2013. Tel. 019/724103. G.U. n. 43

LombardiaAgente di polizia locale. Comune

di Gerenzano (Va), un posto. Scaden-za: 22/6/2013. Tel. 02/96399106. G.U. n. 40Collaboratore amministrativo. Comune di Sumirago (Va), un posto. Scadenza: 1/7/2013. Tel. 0331/905150.G.U. n. 42

MarcheEducatrici prima infanzia. Comune di Pesaro (Pu), un posto. Scadenza: 11/6/2013. Tel. 0721/387400. G.U. n. 39

PiemonteIstruttore amministrativo contabile. Comune di Tornaco (No), un posto. Scaden-za: 27/6/2013. Tel. 0321/846377.G.U. n. 42

PugliaAmministratore di sistema informa-tivo. Comune di Bari, due posti parzial-mente riservati. Scadenza: 4/7/2013. Tel. 080/5771111. G.U. n. 44

SardegnaIstruttore amministrativo contabile. Comune di Oniferi (Nu), un posto. Scaden-za: 24/6/2013. Tel. 0784/70051.G.U. n. 41

ToscanaIstruttore amministrativo. Comune di Chiusi (Si), un posto. Scadenza: 12/6/2013. Tel. 0578/22361. G.U. n. 38

UmbriaIstruttore tecnico. Comune di Attiglia-no (Tr), un posto. Scadenza: 3/7/2013. Tel. 0744/994224. G.U. n. 44

CONCORSI

LE RISPOSTE AI QUESITISONO A CURA

DEL DIPARTIMENTO AFFARI INTERNI E TERRITORIALI

DEL MINISTERO DELL’INTERNO

083048051048051057048051052

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'S03039034' - http://www.italiaoggi.it

http

://w

ww

.mila

nofin

anza

.it -

que

sta

copi

a è

conc

essa

in li

cenz

a es

clus

iva

all'u

tent

e 'S

0303

9034

' - h

ttp://

ww

w.it

alia

oggi

.it

Page 32:  · QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO  Tasse sì ma solo a rate Dal 2008 al 2012 concesse quasi 2 milioni di dilazioni per 22 miliardi di euro. E i pagamenti

38 Venerdì 7 Giugno 2013 SERVIZI PUBBLICI LOCALIUna recente ordinanza della Cassazione ha riconosciuto legittime le ragioni dei contribuenti

Telefonini, spiragli sui rimborsiLa tassa di concessione governativa manca di presupposti

DI DUCCIO CUCCHI

Con un’inattesa, anche se sperata, «inversione di marcia», la Corte di cassazione in una re-

centissima ordinanza (Cass. ord. n. 12056 del 17/5/2013), ha riconosciuto legittime le ragioni del contribuente in me-rito al rimborso della tassa di concessione governativa sulla telefonia mobile. Il tema, come si ricorderà, inerisce la Tcg che a seguito dell’introduzione del nuovo codice delle telecomuni-cazioni (dlgs n. 259/2003) ha abrogato la norma preceden-temente inserita dal legislato-re (art. 318 del dpr 156/1973), quale presupposto giuridico per la debenza della tassa, sta-bilita dall’art. 21 della tariffa della Tcg. Il mutamento della giurisprudenza della Cassazio-ne è netto e come viene espli-citamente ammesso dai giudici romani, il collegio ha ritenuto di non aderire alla soluzione interpretativa fornita dal pre-cedente proprio orientamen-to espresso con la sentenza n. 23052 del 14/12/2012, che invece respingeva le tesi del contribuente.

Esistendo quindi un con-fl itto giurisprudenziale tra i magistrati della Cassazione,

la soluzione di tale contrasto viene demandata alle sezioni unite della Corte che si espri-merà sulla vicenda. Ci sembra particolarmente interessante mettere in evidenza le conside-razioni con le quali la Cassazio-ne ha analizzato per la prima volta in modo particolarmente approfondito il tema, soprat-tutto riferendosi alle differenze riscontrabili tra la previgente normativa delle telecomunica-zioni e il nuovo codice di cui al dlgs n. 259/2003. Cercando di semplifi care il tema e di trarre una diffi cile sintesi sulla scor-ta dell’analisi fatta dai giudici nella sentenza, si può rilevare quanto segue, prendendo come riferimento le conclusioni trat-te dall’ordinanza in esame. La vicenda della liberalizzazione del mercato nel settore delle telecomunicazioni e la sostitu-zione dell’originario provvedi-mento concessorio con l’attuale «autorizzazione generale» pre-scritta per «la fornitura di reti o di servizi di comunicazione elettronica», si riferisce esclu-sivamente agli operatori com-merciali, rimanendo estranei i diversi rapporti tra il gestore e gli utenti fi nali del servizio.

Per le ragioni esposte l’at-to amministrativo (licenza di esercizio o documento sosti-

tutivo) indicato nella voce ta-riffaria, e attualmente ancora previsto per l’esercizio degli «impianti radioelettrici», non può (più) essere riferito - giu-sta la normativa speciale co-munitaria e statale di settore - agli «apparecchi terminali di comunicazione», cioè ai cellula-ri, il cui acquisto e impiego non è soggetto ad autorizzazione o ad altro provvedimento ammi-nistrativo. Quindi se il solo con-tratto stipulato dall’utente con il gestore del servizio non può assurgere neppure in via me-ramente interpretativa, senza che venga a essere immutato il presupposto impositivo defi -nito dalla legge, in violazione della riserva di legge, a fatto generatore del tributo, allo stato della attuale evoluzione normativa non è dato ravvisare alcun provvedimento ammini-strativo od alcuna attività amministrativa di verifica o controllo, al quale corrispon-da il presupposto impositivo indicato dall’art. 1 del dpr n. 641/1972, che regola le Tcg. Il fondamento del diritto al rim-borso della tassa versata dal contribuente, non va pertanto rinvenuto, nella «liberalizza-zione della fornitura di servizi di comunicazione elettronica», essendo del tutto inconferente,

per quanto attiene all’impiego dell’apparecchiatura termina-le da parte dell’utente fi nale, la disciplina della gestione delle reti e della fornitura dei servizi di comunicazione, rivolta ai soli soggetti che operano in regime di concorrenza sul mercato, né tanto meno trova fondamento nella abrogazione del dpr n. 156/1973, art. 318, disposta dal dlgs n. 259/2003, art. 218, c. 1, lett. q), atteso che tale con-clusione, fondata su una gene-rica comparazione dei principi generali che hanno ispirato la nuova disciplina di settore e di quelli che informavano il precedente regime normativo, poggia sull’erroneo convinci-mento che la eliminazione del provvedimento di concessione abbia automaticamente travol-to anche la «licenza di eserci-zio» dell’impianto radioelettrico (avente ad oggetto, invece, la verifi ca di compatibilità tecnica dell’impianto), ma deve invece essere rinvenuto nel rappor-to di specialità tra i distinti complessi normativi (dlgs n. 259/2003; direttiva n. 5/1999 e dlgs n. 269/2001) determinatosi in seguito alla separazione del-la disciplina normativa e tecni-ca degli «apparecchi terminali di radiotelecomunicazione» (che non prevede interventi

autorizzativi del ministero per l’acquisto e l’impiego di tali apparecchi) dalla disciplina generale degli (altri) impianti radioelettrici dettata dal T.u. n. 259/2003 (che ne assoggetta ancora l’impiego al preventivo rilascio della «licenza di eser-cizio»). Traendo la conclusione dal ragionamento, secondo tale ordinanza non esiste al-cun presupposto oggettivo che inerisca tributi che si rendano dovuti in conseguenza dell’uso dell’utente del telefono cellula-re e quindi la Tcg sui cellulari non sarebbe pertanto dovuta dai contribuenti; ma su questo attendiamo l’ultima (o quasi) parola delle Sezioni unite della Cassazione.

*dottore commercialista e revisore contabile

in Firenze

Con la circolare n. 7/E del 29 marzo 2013 l’Agenzia delle en-trate ha chiarito i requisiti di applicazione della c.d. partici-

pation exemption («pex») per le società di progetto costituite ai sensi dell’art. 156 del dlgs n. 163/2006 («Codice dei contratti pubblici») per la realizzazio-ne e/o gestione di infrastrutture o di servizi di pubblica utilità. Si tratta in particolare delle società costituite ad hoc dal soggetto aggiudicatario di una concessione di lavori pubblici («project fi nancing») avente a oggetto, di regola, la progettazione defi nitiva, la progetta-zione esecutiva e l’esecuzione di opere pubbliche o di pubblica utilità, e di la-vori a essi strutturalmente e diretta-mente collegati, nonché la loro gestione funzionale ed economica (art. 143 del dlgs n. 163/2006). In merito all’applica-zione del regime della pex l’articolo 87, comma 1, lettera d), del Tuir richiede, come è noto, la verifi ca del requisito della «commercialità», ovvero l’eserci-zio da parte della società partecipata, le cui partecipazioni sono oggetto di cessione, di un’impresa commerciale secondo la defi nizione di cui all’art. 55 del Tuir. Detto requisito a norma dell’articolo 87, comma 2, del Tuir deve sussistere ininterrottamente, al mo-mento del realizzo, almeno dall’inizio del terzo periodo d’imposta anteriore al realizzo stesso della partecipazione. La circolare n. 7/E ha ribadito che la

ratio del requisito della commercialità è quella di limitare l’applicazione della pex alle società caratterizzate da vere e proprie aziende funzionali all’eserci-zio di attività di impresa, dotate di una capacità, anche potenziale, al concreto svolgimento di un’attività produttiva. Al riguardo la verifi ca del requisito della commercialità risultava partico-larmente complessa per le società di progetto costituite nell’ambito di un project fi nancing, atteso che la loro attività è generalmente caratterizza-ta da una prima fase nella quale viene svolta la progettazione e la costruzione dell’opera pubblica e da una seconda fase che attiene alla gestione dell’opera stessa. Solo con l’avvio della fase di ge-stione la società di progetto realizza i primi ricavi, derivanti dai fl ussi di cas-sa ricavabili dalla gestione dell’opera pubblica, ma tale situazione si può ve-rifi care anche dopo diversi anni dalla progettazione e dall’avvio dell’attività di costruzione. Si poneva pertanto la questione di come considerare ai fi ni dell’applicazione della pex l’eventuale cessione della partecipazione in una società di progetto durante la fase di progettazione e di costruzione o, comunque, prima che fossero decorsi tre periodi di imposta dall’avvio dell’attività di gestione. Al riguar-do si riteneva che la natura commerciale

della società di progetto non potesse farsi coincidere con l’avvio dell’attività di gestione ma dovesse essere consi-derata sussistente anche nella fase di costruzione in quanto l’attività di costruzione è un’attività tipica di tale tipo di società (prevista dalla conces-sione e dallo statuto sociale) e in ogni caso è un’attività propedeutica al con-seguimento dei ricavi tramite la fase di gestione. Tali conclusioni sono state sostanzialmente recepite dalla circola-re n. 7/e la quale per quanto riguarda lo specifi co ambito delle concessioni di progettazione, esecuzione e gestione funzionale ed economica di opere di interesse pubblico o di pubblica utilità di cui al dlgs n. 163/2006, ha chiari-to (par. 3.1) che l’esercizio di impresa commerciale deve ritenersi sussistente già nelle fasi iniziali di progettazione e realizzazione dell’investimento, in quanto attività direttamente ricon-ducibili al più ampio oggetto sociale per il quale la società risulta costi-tuita. In tal senso, è corretto ritenere che le attività in esame costituiscano la realizzazione parziale dell’oggetto sociale e qualifi chino l’impresa come «commerciale» anche nell’ipotesi in cui non risulti ancora avviata la succes-

siva fase di gestione dell’opera.

Pertanto la cessio-ne delle partecipa-zioni in una società

di progetto può benefi ciare della pex anche durante la fase di costruzione dell’opera, quando la società non ha ancora realizzato alcun ricavo. Infat-ti, come chiarito dalla circolare n. 7/E, non osta, ai fini del riconoscimento dell’esercizio di impresa commercia-le nell’ambito della disciplina della pex, la circostanza che determinate attività possono, in ragione delle loro specifi cità, portare a conseguire i primi ricavi anche a distanza di anni dalla costituzione della società, «atteso che il conseguimento di ricavi costituisce un indicatore utile ma non essenziale ai fi ni della verifi ca concernente la sus-sistenza o meno del requisito in ogget-to». La circolare n. 7/E precisa inoltre che quello che risulta determinante ai fi ni della commercialità è il fatto che l’impresa «disponga di una struttura adeguata a soddisfare la domanda del mercato in tempi ragionevoli, in quanto si trova nella condizione di dare inizio alla realizzazione dell’opera infrastrutturale che, nel caso specifi co, comprende anche la fase progettuale iniziale». Si deve dunque ritenere che la cessione delle partecipazioni può benefi ciare del regime pex anche se la società di progetto si trova ancora nella fase di progettazione dell’ope-ra, purché sia comunque presente la struttura necessaria per avviare la fase di costruzione.

Fabio Giommoni

NOTA DELLE ENTRATE CHIARISCE I REQUISITI IN MATERIA DI PARTICIPATION EXEMPTION

Partecipazioni esentasse nella fase di progettazione

Pagina a cura diFINANZA PER LE

INFRASTRUTTURE S.P.A.

L’articolo «dichiarazioni Imu al 30 giugno - Certezza sul termine e possibilità di ravvedimento operoso» an-dato in stampa lo scorso 3 maggio, non è fi rmato da Dario Capobianco, come erroneamente trascritto, ma da Duccio Cucchi.

RETTIFICA

083048051048051057048051052

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'S03039034' - http://www.italiaoggi.it

http

://w

ww

.mila

nofin

anza

.it -

que

sta

copi

a è

conc

essa

in li

cenz

a es

clus

iva

all'u

tent

e 'S

0303

9034

' - h

ttp://

ww

w.it

alia

oggi

.it

Page 33:  · QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO  Tasse sì ma solo a rate Dal 2008 al 2012 concesse quasi 2 milioni di dilazioni per 22 miliardi di euro. E i pagamenti

39Venerdì 7 Giugno 2013

Nessuna azione, per ora, a vantaggio del credito per le piccole e medie imprese Ue

Bce frena speranze di ripresaE rivede al ribasso le stime di crescita per il 2013

A un mese dal taglio dei tassi di interes-se, la Banca centrale europea mantiene in-

variata la politica monetaria della zona euro e lascia il refi rate stabile al minimo storico dello 0,5%, in linea alle attese dei mercati. Tuttavia, secondo la Bce, peggiorano le prospet-tive economiche per la zona euro, con la revisione al ri-basso delle sti-me di crescita e di inflazione per quest’an-no, notizia che ha fortemente penalizzato le borse, soprat-tutto quella milanese.

Il consiglio direttivo della Bce ha deciso di lasciare in-variato il tasso di interesse sul-le operazioni di rifi nanziamen-to allo 0,5%, quello sulle operazioni di rifinanziamento marginale all’1% e quello sui depositi presso la Bce allo 0%. Ha poi rivisto al ribasso sia le stime di crescita per quest’anno al -0,6% dal -0,5% previsto prece-dentemente, sia quelle sull’in-flazione all’1,4% dall’1,6%.Per il 2014, la Bce ha invece deciso di alzare le previsioni sull’espansione economica al +1,1% dal +1% e ha lasciato invariate quelle sull’indice dei prezzi al consumo all’1,3%.

Nulla di fatto anche sull’ipo-tesi di un piano sugli Abs (asset

backed security). Il presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi, in conferenza stampa, si è limitato a dire che la Bce ha tenuto «un’ampia di-scussione su come riparare i meccanismi di trasmissione della politica monetaria» e in particolare sugli Abs e su un tasso sui depositi negativo.

Un programma sugli Abs è più complicato di altre misu-

re e servirebbe molto tempo per renderlo f u n z i o n a n -te, ha preci-sato Draghi.Tuttavia, la Banca centra-le europea ri-mane «pronta ad agire sui tassi di inte-resse». «Siamo tecnicamente pronti a un tasso sui depo-siti negativo», ha spiegato il numero uno dell’Eurotower, aggiungendo

però che ci sono conseguenze indesiderate con un tasso de-positi negativo. In Danimarca, infatti, gli istituti di credito hanno coperto i costi imposti dalla Bce con un aumento dei tassi sui prestiti.

Di fatto, Draghi ha riba-dito la posizione di politica monetaria già espressa il mese scorso. Finora, nella zona euro «non ci sono stati sufficienti cambiamenti che giustificassero un’azione», ma la Bce rimane «pronta ad agire», ha ribadito il numero

uno dell’Eurotower.Draghi ha inoltre spiegato

che «le pressioni sui prezzi do-vrebbero rimanere moderate nel medio termine» e che le aspettative infl ative, sempre nel medio termine, sono «fer-mamente ancorate». Quindi, «la posizione di politica mo-netaria rimarrà accomodante per il tempo necessario», ha aggiunto Draghi.

Infi ne, il numero uno della Bce ha lanciato un monito ai governi. «Non devono rilassa-re il ritmo di attuazione delle riforme» e devono proseguire con il consolidamento fi scale, altrimenti l’economia non può crescere, ha detto Draghi.

Riproduzione riservata

Giornata da dimenticare per le borse eu-ropee e per Milano in particolare. I listini, solo modestamente deboli fi no al primo po-meriggio, hanno preso una china nettamente negativa dopo le parole del presidente della Bce, Mario Draghi e sul nuovo taglio delle stime di crescita dell’Eurozona per il 2013, anche se la Bce vede un leggero migliora-mento delle previsioni per il 2014.

Sono poi state deluse le attese per possibili segnali positivi in termini di riattivazione del mercato delle cartolarizzazioni (Abs), come strumento per far ripartire il credito delle pmi. Da qui il brusco rialzo dello spread, che, dagli iniziali 262 pb, ha chiuso a oltre 286

pb e al parallelo crollo del listino milanese. Il Ftse Mib ha ceduto il 2,63% a 16.525 punti (il minino intraday). Ftse All share -2,45%, Ftse Mid cap -1,28%, Ftse Star -0,98%. Male anche il resto d’Europa: Dax -1,9%, Cac-40 -0,99%, Ibex-35 -0,89% e Ftse 100 -1,3%. A metà seduta, anche i listini americani hanno accentuato le perdite: il Dow Jones segnava -0,56%, l’S&P 500 -0,44%, il Nasdaq Com-posite -0,54%.

Sul paniere principale, le banche hanno re-gistrato la peggiore performance. Banca Mps -8,08%, Ubi banca -6,16%, Banco popolare -5,23%, Bper -5,02%, Unicredit -4,65%, Inte-sa Sanpaolo -4,49%, Popolare Milano -3,34%

e Mediobanca -3,82%.Forti vendite anche su

Fiat (-6,48%) a causa di prese di profitto, Fonsai (-4,01%), Generali (-2,71%) e Mediolanum (-2,35%).

Le borse giù: Mib -2,63%, spread 286 pb

Mario Draghi

CambiDivisa Valuta/ U.i.c. Var. Cross Euro prec. ass. su $

Quotazioni indicative rilevate dalle banche centrali

LEGENDA TASSI Prime rate. Il prime rate Abi è la media dei tassi ai migliori clienti rilevati tra gli istituti bancari. È rilevato ogni quindici giorni, all’inizio e alla metà del mese. Pil. I tassi di crescita del prodotto interno lordo riportati nella tabella sopra sono rilevati con periodicità trimestrale. Infl azione. È la variazione dell’indice dei prezzi al consumo rilevato ogni mese dall’Istat.

Tassi e dati macro Ultima Prece- Variaz. rilevazione dente assoluta

Tassi EuroE.O.N.I.A. E.O.N.I.A. Scadenza Scadenza

Preziosi e metalli Den. Let. Den. Let.

EuriborEuribor Euribor Scadenza Scad. Euro $ Usa Sterl. Fr. sviz. Yen

IrsInt. Rate Swap (Euro) Scad. Denaro Lettera

Il primo quotidianofi nanziario italiano

Corona Ceca 25,778 25,846 -0,0680 19,6509Corona Danese 7,4548 7,4545 0,0003 5,6829Corona Norvegese 7,581 7,605 -0,0240 5,7791Corona Svedese 8,6072 8,6255 -0,0183 6,5614Dollaro Australiano 1,3789 1,3647 0,0142 1,0512Dollaro Canadese 1,3529 1,3509 0,0020 1,0313Dollaro N Zelanda 1,6485 1,6331 0,0154 1,2567Dollaro USA 1,3118 1,3067 0,0051 -Fiorino Ungherese 297,37 294,67 2,7000 226,6885Franco Svizzero 1,2357 1,2371 -0,0014 0,9420Rand Sudafricano 13,045 12,9501 0,0949 9,9444Sterlina GB 0,8491 0,85105 -0,0020 0,6473Yen Giapponese 129,96 130,13 -0,1700 99,0700Zloty Polacco 4,2759 4,2452 0,0307 3,2596

Tasso uffi ciale di riferimento 0,50 0,75 -0,25Rendistato Bankitalia(lordi) 3,18 - -Tasso Infl azione ITA 1,20 1,10 0,10Tasso Infl azione EU 1,10 1,70 -0,60Indice HICP EU-12 119,80 119,80 0,00HICP area EURO ex tobacco 116,83 116,94 -0,11Tasso annuo crescita PIL ITA -2,30 -2,80 0,50Tasso di disoccupazione ITA 12,77 11,58 1,19

1 sett 0,0821 mese 0,0892 mesi 0,0823 mesi 0,0794 mesi 0,0805 mesi 0,080

6 mesi 0,0817 mesi 0,0848 mesi 0,0879 mesi 0,08910 mesi 0,09412 mesi 0,106

Preziosi ($ per oncia)Oro 1414,97 1415,46Argento 22,73 22,77Palladio 758,5 761,8Platino 1525,5 1529,5Metalli ($ per tonn.)Alluminio 1927 1928Rame 7311 7311Piombo 2205 2206Nichel 14915 14920

Stagno 20890 20900Zinco 1895 1896Monete e Preziosi (quote in €)Sterlina (v.c.) 240,57 281,11Sterlina (n.c.) 245,05 290,78Sterlina (post 74) 245,05 290,78Marengo Italiano 186,41 225,29Marengo Svizzero 183,44 222,26Marengo Francese 183,44 220,71Marengo Belga 182,89 220,71

1 Sett. 0,088

2 Sett. 0,093

3 Sett. 0,105

1 M 0,114

2 M 0,160

3 M 0,200

4 M 0,233

5 M 0,266

6 M 0,300

7 M 0,330

8 M 0,360

9 M 0,392

10 M 0,421

11 M 0,450

12 M 0,480

1 sett 0,028 0,133 0,480 -0,003 0,093

1 sett 0,037 0,159 0,486 -0,003 0,101

1 mese 0,060 0,193 0,493 -0,003 0,120

2 mesi 0,089 0,230 0,499 0,006 0,140

3 mesi 0,117 0,274 0,507 0,016 0,154

6 mesi 0,199 0,410 0,589 0,080 0,242

12 mesi 0,399 0,685 0,891 0,244 0,434

1 anno 0,323 0,363

2 anni 0,388 0,428

3 anni 0,480 0,520

4 anni 0,613 0,653

5 anni 0,774 0,814

6 anni 0,943 0,983

7 anni 1,105 1,145

8 anni 1,258 1,298

9 anni 1,400 1,440

10 anni 1,529 1,569

12 anni 1,749 1,789

15 anni 1,980 2,020

20 anni 2,143 2,183

25 anni 2,198 2,238

30 anni 2,217 2,257

Fonte: Icap

TA S S I E VA L U T E

MercatiIN EDICOLA CON I

& Finanza& Finanza

Continua a pag. 41Quotazioni Realtime

083048051048051057048051052

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'S03039034' - http://www.italiaoggi.it

http

://w

ww

.mila

nofin

anza

.it -

que

sta

copi

a è

conc

essa

in li

cenz

a es

clus

iva

all'u

tent

e 'S

0303

9034

' - h

ttp://

ww

w.it

alia

oggi

.it

Page 34:  · QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO  Tasse sì ma solo a rate Dal 2008 al 2012 concesse quasi 2 milioni di dilazioni per 22 miliardi di euro. E i pagamenti

40 Venerdì 7 Giugno 2013 MERCATI E FINANZA

www.aspecta.it

Unit Linked valori in EUROAPF-Linea bilanciata xx/xx/2013 xx,xxxAPF-Linea europea xx/xx/2013 xx,xxxAPF-Linea nord america xx/xx/2013 xx,xxxAPF-Linea mondiale xx/xx/2013 xx,xxxSeven Stars Invest xx/xx/2013 xx,xxxUBS (Lux) Money Market Invest-EUR P-dist xx/xx/2013 xx,xxxUBS (Lux) Bond Fund-EUR P-acc xx/xx/2013 xx,xxxFidelity Funds-FPS Moderate Growth Fund A xx/xx/2013 xx,xxxTempleton Growth (Euro) A Acc xx/xx/2013 xx,xxxFidelity Funds-European Growth Fund A xx/xx/2013 xx,xxx

ASPECTA Assurance International Luxembourg S.A.Sede secondaria di Milano: via Russoli 5 - 20143

Sede legale: L 2453 Luxembourg . Goldbell 1 - Rue Eugène Ruppert, 5

APF-Linea bilanciata 06/06/2013 50,80

APF-Linea europea 06/06/2013 89,60

APF-Linea mondiale 06/06/2013 53,02

APF-Linea nord america 06/06/2013 89,71

Seven Stars Invest 06/06/2013 117,82

UBS (Lux) Money Market Invest-EUR P-dist 05/06/2013 311,30

UBS (Lux) Bond Fund EUR P acc LU0033050237 05/06/2013 352,83

Fidelity Funds FPS Moderate Growth Fund A EUR LU0056886558 05/06/2013 10,60

Templeton Growth (Euro) A Acc LU0114760746 05/06/2013 12,37

Fidelity Funds European Growth Fund A EUR LU0048578792 05/06/2013 11,08

Valori al 06/06/2013

EMG Ivy Asset Strategy A (EUR) EUR 1225,67

POLAR CAPITAL FUNDS

www.polarcapital.co.uk

Comparto Classe NAV Valori aldi Azioni

Global Technology EUR 14,09 04/06/2013 GBP 12,04 04/06/2013 USD 18,41 04/06/2013

Healthcare Opportunities EUR 11,39 05/06/2013 GBP 9,68 05/06/2013 USD 10,88 29/05/2012

Polar Japan Fund USD 19,66 06/06/2013 GBP 12,72 06/06/2013 JPY 1947,18 06/06/2013

UK Absolute Return EUR 11,39 06/06/2013 GBP 9,66 06/06/2013 USD 14,93 06/06/2013 EUR 11,64 06/06/2013 GBP 9,87 06/06/2013 USD 15,26 06/06/2013

Class AClass AClass AClass IClass IClass I

Valori al 05/06/2013www.reyl.com

Reyl (Lux) Global SicavElite France-Europe B EUR 103,52Em Mkts Eq B($) USD 154,07Em Mkts Eq F($) USD 152,01Em Mkts Eq J(Chf) CHF 136,87Em Mkts Eq L EUR 153,05Em Mkts Eq O EUR 154,85European Equities B EUR 262,93European Equities C(Chf) CHF 238,81European Equities D($) USD 261,25European Equities F EUR 255,18European Equities H EUR 248,04Long/Short Em.Mkts Eq B ($) USD 110,68Long/Short Em.Mkts Eq E EUR 109,89Long/Short European Eq B EUR 111,54Long/Short European Eq D ($) USD 111,82North American Eq. B($) USD 184,91North American Eq. E EUR 173,88North American Eq. F($) USD 180,58North American Eq. G EUR 168,47North American Eq. H($) USD 170,09Reyl (Lux) Tactical AllocationsDiv Income D USD 125,70Div Income E EUR 127,58Div Income F EUR 125,60Div Income H USD 124,00Quality Bond Fund D USD 133,12Quality Bond Fund E EUR 133,97Quality Bond Fund F EUR 130,67Quality Bond Fund H USD 129,93

www.metlife.it

MetLife Europe LimitedRappresentanza Generale per l’Italia

Via Andrea Vesalio n. 600161 Roma

Valorizzazione al:

MetLife Liquidità 1,000

MetLife Protezione in Crescita 70% 1,144

MetLife Protezione in Crescita 80% 1,102

MetLife Protezione in Crescita 90% 1,053

Alico Monet. Protetto 05/06/13 1,107

Alico P.P. Eur 2013 05/06/13 1,012

Alico P.P. Eur 2014 05/06/13 1,024

Alico P.P. Eur 2015 05/06/13 0,993

Alico P.P. Eur 2016 05/06/13 1,016

Alico P.P. Eur 2017 05/06/13 1,031

Alico P.P. Eur 2018 05/06/13 1,032

Alico P.P. Eur 2019 05/06/13 1,077

Alico P.P. Eur 2020 05/06/13 1,073

Alico P.P. Eur 2021 05/06/13 1,082

Alico P.P. Eur 2022 05/06/13 1,082

Alico P.P. Eur 2023 05/06/13 1,090

Alico P.P. Eur 2024 05/06/13 1,065

Alico P.P. Eur 2025 05/06/13 1,029

Alico P.P. Eur 2026 05/06/13 1,225

Alico P.P. Eur 2027 05/06/13 1,064

Alico P.P. Eur 2028 05/06/13 0,957

Alico P.P. Eur 2029 05/06/13 1,022

Alico P.P. Eur 2030 05/06/13 1,061

Alico P.P. Eur 2031 05/06/13 1,074

Alico P.P. Eur 2032 05/06/13 1,023

Alico P.P. Usa 2013 05/06/13 1,016

Alico P.P. Usa 2014 05/06/13 1,036

Alico P.P. Usa 2015 05/06/13 1,046

Alico P.P. Usa 2016 05/06/13 1,088

Alico P.P. Usa 2017 05/06/13 1,086

Alico P.P. Usa 2018 05/06/13 1,106

Alico P.P. Usa 2019 05/06/13 1,160

Alico P.P. Usa 2020 05/06/13 1,152

Alico P.P. Usa 2021 05/06/13 1,193

Alico P.P. Usa 2022 05/06/13 1,158

Alico P.P. Usa 2023 05/06/13 1,173

Alico P.P. Usa 2024 05/06/13 1,107

Alico P.P. Usa 2025 05/06/13 1,125

Alico P.P. Usa 2026 05/06/13 1,341

Alico P.P. Usa 2027 05/06/13 1,130

Alico P.P. Usa 2028 05/06/13 1,049

Alico P.P. Usa 2029 05/06/13 1,120

Alico P.P. Usa 2030 05/06/13 1,150

Alico P.P. Usa 2031 05/06/13 1,176

Alico P.P. Usa 2032 05/06/13 1,108

Alico P.P. Global 2013 05/06/13 1,004

Alico P.P. Global 2014 05/06/13 1,016

Alico P.P. Global 2015 05/06/13 0,992

Alico P.P. Global 2016 05/06/13 1,024

Alico P.P. Global 2017 05/06/13 0,967

Alico P.P. Global 2018 05/06/13 1,050

Alico P.P. Global 2019 05/06/13 1,148

Alico P.P. Global 2020 05/06/13 1,092

Alico P.P. Global 2021 05/06/13 1,107

Alico P.P. Global 2022 05/06/13 1,074

Alico P.P. Global 2023 05/06/13 1,096

Alico P.P. Global 2024 05/06/13 1,075

Alico P.P. Global 2025 05/06/13 1,066

Alico P.P. Global 2026 05/06/13 1,267

Alico P.P. Global 2027 05/06/13 1,043

Alico P.P. Global 2028 05/06/13 0,960

Alico P.P. Global 2029 05/06/13 1,042

Alico P.P. Global 2030 05/06/13 1,046

Alico P.P. Global 2031 05/06/13 1,091

Alico P.P. Global 2032 05/06/13 1,024

Alico Prot.Trim. Eur 05/06/13 1,080

Alico Prot.Trim. Usa 05/06/13 1,071

Alico Gest.Bilanc.Glob 05/06/13 1,258

Alico Gest.Cresc.Glob 05/06/13 1,235

Alico Gest.Azion.Glob 05/06/13 1,222

Alico Gest.Bilanc.Eur 05/06/13 1,258

Alico Gest.Cresc. Eur 05/06/13 1,209

Alico Gest.Azion. Eur 05/06/13 1,223

Alico Aper.Indiciz.Eur 05/06/13 0,873

Alico Aper.Indiciz.Usa 05/06/13 1,189

Alico Aper.Indiciz.Glo 05/06/13 1,040

Alico Aper.Indiciz.Ita 05/06/13 0,705

Alico Liquidita’ 05/06/13 1,091

Alico R. Prudente 05/06/13 1,111

Alico R. Bilanciato 05/06/13 1,021

Alico R. Crescita 05/06/13 0,997

Alico R. Multi Comm. 05/06/13 0,736

Alico Multi Comm. 05/06/13 0,765

Alico R. Peak Usa 2013 05/06/13 1,013

Alico R. Peak Usa 2014 05/06/13 1,039

Alico R. Peak Usa 2015 05/06/13 1,040

Alico R. Peak Usa 2020 05/06/13 1,119

Alico R. Peak Usa 2025 05/06/13 1,132

Alico R. Peak Usa 2030 05/06/13 1,129

Alico R. Peak Usa 2035 05/06/13 1,041

Alico R. Peak Eur 2013 05/06/13 1,049

Alico R. Peak Eur 2014 05/06/13 1,052

Alico R. Peak Eur 2015 05/06/13 1,078

Alico R. Peak Eur 2020 05/06/13 1,147

Alico R. Peak Eur 2025 05/06/13 1,143

Alico R. Peak Eur 2030 05/06/13 1,179

Alico R. Peak Eur 2035 05/06/13 1,037

Alico R. Peak Asia 2013 05/06/13 1,073

Alico R. Peak Asia 2014 05/06/13 1,098

Alico R. Peak Asia 2015 05/06/13 1,128

Alico R. Peak Asia 2020 05/06/13 1,236

Alico R. Peak Asia 2025 05/06/13 1,295

Alico R. Peak Asia 2030 05/06/13 1,340

Alico R. Peak Asia 2035 05/06/13 1,252

Alico Sec. Acc. 2016 05/06/13 0,993

Alico Sec. Acc. 2017 05/06/13 1,091

Alico R. Sec. Acc. 2017 05/06/13 1,126

Alico P.P. Asia 2013 05/06/13 1,095

Alico P.P. Asia 2014 05/06/13 1,126

Alico P.P. Asia 2015 05/06/13 1,149

Alico P.P. Asia 2020 05/06/13 1,241

Alico P.P. Asia 2025 05/06/13 1,278

Alico P.P. Asia 2030 05/06/13 1,271

Alico P.P. Asia 2035 05/06/13 1,260

Alico Long Investment 05/06/13 0,681

Alico Energy 05/06/13 0,329

Alico Agriculture 05/06/13 0,634

Alico Metals 05/06/13 0,660

05/06/13

UNIT LINKED

INDEX LINKED

UNIT LINKED - FONDI INTERNI

FPA - LINEE

Helvetia Compagnia Italo-Svizzeradi Assicurazioni sulla Vita S.p.A.Via G.B. Cassinis, 21 - 20139 Milano

Chiara Vita S.p.A.Via Gaggia, 420139 Milano

UNIT LINKED - FONDI INTERNI

FPA - LINEE

INDEX LINKED

Entra in Chiara Vita conil tuo Smartphone

Entra in Helvetia conil tuo Smartphone

PIP - FONDI INTERNI

PIP - FONDI INTERNI

ATTIVO SPECIFICO

www.chiaravita.itwww.helvetia.it

UNIDESIO 760071 11,831 31/05/2013

UNIDESIO 760072 11,028 31/05/2013

UNIDESIO 760073 11,062 31/05/2013

UNIDESIO760074 11,927 31/05/2013

UNIDESIO 760075 12,520 31/05/2013

UNIDESIO 760077 11,208 31/05/2013

UNIDESIO 760078 10,877 31/05/2013

UNIDESIO 760079 11,089 31/05/2013

UNIDESIO 760080 10,986 31/05/2013

UNIDESIO 760082 10,327 31/05/2013

UNIDESIO 760085 10,662 31/05/2013

UNIDESIO 760087 12,060 31/05/2013

UNIDESIO 760088 11,106 31/05/2013

UNIDESIO 760091 11,393 31/05/2013

UNIDESIO 760092 11,352 31/05/2013

UNIDESIO 760095 10,488 31/05/2013

UNIDESIO 760096 10,692 31/05/2013

UNIDESIO 760097 11,304 15/03/2013

UNIDESIO 760098 11,601 31/05/2013

UNIDESIO 760099 11,293 31/05/2013

UNIDESIO 760100 11,103 31/05/2013

UNIDESIO 760102 10,904 31/05/2013

UNIDESIO 760104 10,546 31/05/2013

UNIDESIO 760105 10,736 31/05/2013

AZZOAGLIO CONSERVATIVO 6,3640 31/05/2013

AZZOAGLIO DINAMICO 4,8610 31/05/2013

AZZOAGLIO EQUILIBRATO 6,0510 31/05/2013

UNIDESIO PRUDENTE 11,1960 31/05/2013

UNIDESIO MODERATO 10,8670 31/05/2013

UNIDESIO ATTIVO 10,6020 31/05/2013

UNIDESIO VIVACE 9,9220 31/05/2013

OBBLIGAZIONARIO MISTO 10,3110 31/05/2013

AZIONARIO EURO 8,1550 31/05/2013

AZIONARIO GLOBALE 9,8550 31/05/2013

INDEX TOP 22 108,8200 29/05/2013 A+/S&P

THREE 2009 107,9000 29/05/2013 AA-/S&P

INDEX SIX 2009 101,0000 29/05/2013 AA-/S&P

FTSE MIB 96,9150 05/06/2013

FTSE MIB 2010 95,1570 05/06/2013

EUROSTOXX 50 - 2010 96,2660 05/06/2013

INDEX TRENTA 2011 100,5250 05/06/2013

INDEX FOUR E 50 - 2011 99,9300 05/06/2013

INDEX STOXX EUROPE - 2011 100,4140 05/06/2013

EUROSTOXX 50 - 2012 96,3480 05/06/2013

PREVIMISURATO 12,8240 30/05/2013

PREVIBRIOSO 11,3540 30/05/2013

PREVIDINAMICO 12,5460 30/05/2013

LINEA 1 12,0020 31/05/2013LINEA 1 - FASCIA A 12,4070 31/05/2013LINEA 1 - FASCIA B 12,0950 31/05/2013LINEA 2 11,8660 31/05/2013LINEA 2 - FASCIA A 12,0890 31/05/2013LINEA 2 - FASCIA B 12,1310 31/05/2013LINEA 3 11,7520 31/05/2013LINEA 3 - FASCIA A 11,8930 31/05/2013LINEA 3 - FASCIA B 12,7310 31/05/2013

UNIDESIO 760106 11,157 31/05/2013

UNIDESIO 760109 11,150 31/05/2013

UNIDESIO 760110 10,848 24/05/2013

UNIDESIO 760124 11,582 31/05/2013

UNIDESIO 760125 11,306 31/05/2013

UNIDESIO 760129 11,727 31/05/2013

UNIDESIO 760130 10,806 31/05/2013

UNIDESIO 760133 11,044 31/05/2013

UNIDESIO 760137 10,629 31/05/2013

UNIDESIO 760139 11,588 31/05/2013

UNIDESIO 760140 11,537 31/05/2013

UNIDESIO 760141 10,296 31/05/2013

UNIDESIO 760145 11,332 31/05/2013

UNIDESIO 760147 11,270 31/05/2013

UNIDESIO 760149 11,267 31/05/2013

UNIDESIO 760150 11,310 31/05/2013

UNIDESIO 760156 10,192 31/05/2013

UNIDESIO 760157 11,425 31/05/2013

UNIDESIO 760158 10,203 31/05/2013

UNIDESIO 760159 11,030 31/05/2013

UNIDESIO 760160 10,737 31/05/2013

UNIDESIO 760163 10,165 31/05/2013

UNIDESIO 760167 10,795 31/05/2013

UNIDESIO 760169 11,522 31/05/2013

UNIDESIO 760170 11,031 31/05/2013

UNIDESIO 760173 10,775 31/05/2013

UNIDESIO 760174 11,023 31/05/2013

UNIDESIO 760179 10,716 31/05/2013

UNIDESIO 760180 10,872 31/05/2013

UNIDESIO 760181 10,833 31/05/2013

UNIDESIO 760182 9,848 31/05/2013

UNIDESIO 760183 10,804 31/05/2013

UNIDESIO 760184 10,776 31/05/2013

UNIDESIO 760185 10,789 31/05/2013

UNIDESIO 760186 10,712 31/05/2013

UNIDESIO 760187 10,886 31/05/2013

UNIDESIO 760188 10,672 31/05/2013

UNIDESIO 760189 10,902 31/05/2013

UNIDESIO 760191 10,343 31/05/2013

UNIDESIO 760192 10,950 31/05/2013

UNIDESIO 760193 10,936 31/05/2013

UNIDESIO 760198 9,471 31/05/2013

UNIDESIO 760201 10,743 31/05/2013

UNIDESIO 760202 10,954 31/05/2013

UNIDESIO 760203 11,514 31/05/2013

UNIDESIO 760205 10,506 31/05/2013

UNIDESIO 760206 10,488 31/05/2013

UNIDESIO 760210 10,500 31/05/2013

UNIDESIO 760216 9,978 31/05/2013

BILANCIATO 10,4130 31/05/2013

CONSERVATIVE 10,3380 31/05/2013

BOND MIX 10,4540 31/05/2013

BALANCED 10,8430 31/05/2013

GLOBAL EQUITY 12,0090 31/05/2013

UNIDESIO OBBLIGAZIONARIO BREVE TERMINE 10,2550 31/05/2013

UNIDESIO OBBLIGAZIONARIO MEDIO TERMINE 10,7440 31/05/2013

UNIDESIO AZIONARIO AREA EURO 9,6370 31/05/2013

UNIDESIO AZIONARIO INTERNAZIONALE 11,5950 31/05/2013

SCK DYNAMIC 99,99 31/05/2013 A+/S&P

S&BRIC 8-40 107,15 31/05/2013 A2/S&P

S&BRIC 8-40 SECOND EDITION 128,55 31/05/2013 A2/S&P

HELVETIA 4-30 99,54 05/06/2013

HELVETIA QUATTRO.10 97,8211 05/06/2013

HELVETIA WORLD EQUITY 119,5000 04/06/2013

HELVETIA EUROPE BALANCED 189,5300 04/06/2013

HELVETIA WORLD BOND 219,2800 04/06/2013

HELVETIA GLOBAL BALANCED 154,6500 04/06/2013

HELVETIA GLOBAL EQUITY 101,6300 04/06/2013

LINEA GARANTITA 11,5920 31/05/2013

LINEA BILANCIATO 12,3390 31/05/2013

LINEA OBBLIGAZIONARIO 11,9610 31/05/2013

LINEA AZIONARIO 8,6820 31/05/2013

HELVETIA MULTIMANAGER FLESSIBILE 10,5100 04/06/2013

HELVETIA MULTIMANAGER EQUITY 10,5100 04/06/2013

083048051048051057048051052

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'S03039034' - http://www.italiaoggi.it

http

://w

ww

.mila

nofin

anza

.it -

que

sta

copi

a è

conc

essa

in li

cenz

a es

clus

iva

all'u

tent

e 'S

0303

9034

' - h

ttp://

ww

w.it

alia

oggi

.it

Page 35:  · QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO  Tasse sì ma solo a rate Dal 2008 al 2012 concesse quasi 2 milioni di dilazioni per 22 miliardi di euro. E i pagamenti

41Venerdì 7 Giugno 2013VenerdìMERCATI E FINANZANuova società in borsa entro ottobre. Edizione può scendere sotto 50%

Autogrill, sì allo spin offSaranno divise la ristorazione e i duty free

L’assemblea di Auto-grill ha dato il suo benestare, a maggio-ranza, alla scissione

delle attività di ristorazione da quelle retail & duty free, con l’approvazione del proget-to di scissione parziale propor-zionale, mediante la quale Au-togrill trasferisce alla società beneficiaria (interamente posseduta) World duty free le attività del gruppo nel settore Travel retail & duty free.

La scissione ha uno scopo «preminentemente industria-le», ha spiegato il presidente, Gilberto Benetton. La crea-zione di due distinti gruppi, focalizzati nei rispettivi setto-ri di attività Food & Beverage e Travel Retail & Duty Free, «permetterà a ciascuno di essi di meglio perseguire le pro-prie strategie e di migliorare i propri risultati, facendo leva sui rispettivi punti di forza».

Benetton ha spiegato all’assemblea che, «entro fine settembre-primi di ot-tobre, avverrà le quotazione della società» che nascerà

dallo scorporo». Benetton ha anche aperto le porte a even-tuali nuovi soci, in passato già interessati a entrare e a scendere anche sotto il 50% in entrambe le società che saranno quotate.

Prima del voto, l’a.d. Gian-mario Tondato Da Ruos ha illustrato lo stato del busi-ness del gruppo. Nella risto-razione, Italia ed Europa, restano le aree di maggiore sofferenza per Autogrill. Per quanto riguarda la situazione italiana, l’a.d. ha rammentato che «negli ultimi tre anni, il calo medio del traffi co è stato del 13-14%», il che comporta per Autogrill «quello che si defi nisce un aumento di costi percentuali. Stiamo lavorando molto per cercare di contener-lo, anche se oltre una certa so-glia, su questo fronte, non ci si può spingere. Occorre tornare a vendere di più». Considera-zioni che trovano riscontro nel calo dell’ebitda Italia. «Mentre nel 2000 ne facevamo 150-160, nel 2011 ne abbiamo fatti solo 130». Il bilancio del 2012 ha

visto calare ancora l’ebitda Italia a 86,7 milioni.

Quanto all’Europa, «l’eco-nomia resta stagnante, la speranza è che possa stabi-lizzarsi». L’a.d. ha rammen-tato la buona operazione conclusa lo scorso anno il Spagna. «Avevamo 600 mln di contratti in scadenza, ab-biamo rinnovato tre pacchetti su tre, a seguito di una gara. Quella è diventata l’operazio-

ne più importante che ci sia al mondo nel campo del travel retail, perché ha una durata di 8-10 anni e perché supera abbondantemente i 7 miliardi di ricavi stimati».

Buone notizie per il gruppo arrivano invece dalla «parte americana, che ha avuto un buon andamento. Il margine sta migliorando. Prima c’era una grossa pressione sulle materie prime che ora si sta affievolendo», ha spiegato ancora Tondato. Per quanto riguarda i paesi emergenti, l’a.d. di Autogrill ha spiegato che «stiamo sviluppando il bu-siness. La crescita che osser-viamo è molto rapida. Stiamo quindi investendo sul futuro», ha concluso il top manager.

L’assemblea ha anche ap-provato il bilancio 2012 e ha riportato a nuovo la perdita di 14,5 mln euro. L’anno pas-sato si è chiuso con un utile netto di 96,8 mln (126,3 mln nel 2011).

Il titolo ha chiuso in ribasso a 9,89 euro, -1,44%.

© Riproduzione riservata

Edizione holding ha ven-duto tutte le azioni che deteneva in Prelios, pari a oltre il 2% del capitale. Lo ha annunciato il numero uno della fi nanziaria, Gil-berto Benetton, a margine dell’assemblea di Autogrill.Edizione resterà però in Pi-relli. «Resteremo azionisti di lungo periodo, fuori pat-to, a supporto della gestione Tronchetti Provera». Edi-zione è socio con il 4,773%.«Penso che Pirelli abbia molte possibilità di crescita. Ha sostenuto molti investi-menti che, credo, daranno frutti molto importanti», ha concluso Benetton.

Edizione non partecipe-rà invece all’aumento di capitale di Rcs. «Noi», ha spiegato ancora Benetton, «non sottoscriviamo. Siamo stati chiari fi n dal primo momento. Restiamo, ma con una quota inferiore», considerata la diluizione della partecipazione post-aumento.

VIA DA PRELIOS

I Benettonrestano

in Pirelli

In leggero rialzo, invece, Buzzi Unicem (+0,77%), Tod’s (+0,37%) e Fiat industrial (+0,17%).Sul resto del listino, in forte calo Rcs (-4,26%), Unipol (-3,39%), Mila-no ass. (-3,27%), Hera (-3,53%) e Iren (-2,1%).Ottima, invece, la perfor-mance di Poltrona Frau, +6,71% a 1,4 euro.

Quanto all’euro, ha chiuso in forte rialzo a 1,3182 dollari dopo che la Bce ha lasciato i tassi invariati e il presidente dell’Eurotower, Mario Draghi, non è sembrato propenso, in conferenza stampa, a portare pre-sto i tassi sui depositi in territorio negativo. La moneta unica ha poi pro-seguito la sua corsa e, in prima serata, ha sfonda-to la soglia di 1,32 euro, a 1,3228 sul dollaro, nuovo picco da oltre un mese. I forti ribassi registrati delle borse europee han-no riportato gli acquisti sullo yen, considerato un bene difensivo. La divisa nipponica è avanzata a 129,89 sull’euro e a 98,49 sul dollaro.

Infine il petrolio, in modesto rialzo sui mer-cati internazionali: a metà seduta, a New York, il future luglio sul Wti era quotato 94,94 dollari al barile, contro i 103,69 dollari del Brent a Londra.

© Riproduzione riservata

SEGUE DA PAG. 39

Gianmario Tondato da Ruos

L’assemblea di Mai-re Tecnimont ha dato via libera, ieri, all’aumento

di capitale. Inoltre è stato approvato il raggruppamen-to delle azioni nel rapporto di 1 nuova azione priva di valore nominale ogni 10 azioni, senza procedere alla riduzione del capitale sociale di 16.125.000 euro attualmente suddiviso in 322.500.000 azioni e che, dopo il raggruppamento, sarà pertanto diviso in 32.250.000 azioni.

Quanto all’aumento di capitale, sarà di 15.277.500 euro, e quindi nel limite del 10% del capitale sociale preesistente, riservato ad Arab development establi-shment.

L’operazione avverrà mediante con di 1.697.500 azioni ordinarie post-rag-gruppamento, a un prezzo di sottoscrizione di 9 euro post raggruppamento, di cui 8,50 euro quale sovrapprezzo, che avranno godimento regola-re, caratteristiche identiche a quelle delle altre azioni in circolazione al momento della loro emissione e benefi -ceranno dei diritti di opzione derivanti dal successivo au-mento di capitale.

Inoltre è stato deliberato

un aumento di capitale per massimi 134.722.500 euro, da offrire in opzione a tutti gli azionisti, con l’emissio-ne di nuove azioni ordinarie, che avranno caratteristiche identiche a quelle in circo-lazione, da eseguire dopo la sottoscrizione della prima operazione di ricapitalizza-zione ed entro il 30 settem-bre 2013.

© Riproduzione riservata

Uno riservato e uno per gli azionisti

Maire varadue aumenti

Autostrade per l’Italia (Atlantia) e i sindacati hanno sottoscritto un accordo sull’internaliz-zazione del call center. L’intesa salvaguarda la piena occupazione del personale dipendente, attraverso un processo di riqualificazione pro-fessionale e garantisce l’ulteriore miglioramento dei servizi di call center.L’accordo si inserisce nell’ambito dell’innovati-va strategia di internaliz-zazione delle attività, per-seguita negli ultimi anni dal gruppo Atlantia in accordo con i sindacati.

Autostradee call center

083048051048051057048051052

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'S03039034' - http://www.italiaoggi.it

http

://w

ww

.mila

nofin

anza

.it -

que

sta

copi

a è

conc

essa

in li

cenz

a es

clus

iva

all'u

tent

e 'S

0303

9034

' - h

ttp://

ww

w.it

alia

oggi

.it

Page 36:  · QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO  Tasse sì ma solo a rate Dal 2008 al 2012 concesse quasi 2 milioni di dilazioni per 22 miliardi di euro. E i pagamenti

* Rating della Società Incorporante Banco Popolare Scarl - ** Rating della Società Incorporante Madre Unicredit S.p.A. - (1) La Compagnia assume integralmente il rischio di controparte

SEMPREINDIPENDENTE

PROSPETTO DEI VALORI CORRENTIDELLE POLIZZE INDEX LINKED

DATA ULTIMA QUOTAZIONE AL 15 MAGGIO 2013

PRODOTTO INDEX VALORE AL EMITTENTE TITOLO MOODY | S&P | FITCH EMITTENTE OPZIONE MOODY | S&P | FITCH 15/05/2013 OBBLIGAZIONARIO

Index Up 1-2008 98,240 MORGAN STANLEY Baa1 | A- | A SOCIETÉ GENERALE A2 | A | A+

CARISMI Più Certezza 8 101,500 UNICREDIT S.p.A. Baa2 | BBB+ | BBB+** SOCIETÉ GENERALE A2 | A | A+

Carismi Più Certezza 9 98,200 MEDIOBANCA S.p.A. - | BBB+ | - SOCIETÉ GENERALE A2 | A | A+

PRODOTTO INDEX VALORE AL EMITTENTE TITOLO MOODY | S&P | FITCH EMITTENTE OPZIONE MOODY | S&P | FITCH 15/05/2013 OBBLIGAZIONARIO

Global Alternative Energy & Water Serie XIII Settembre 2007 99,200 C.SSE CENTR.DU CREDIT IMM. DE FRANCE Baa2 | - | A CREDIT SUISSE INTERNATIONAL A1 | A+ | A

Lombarda vita 6&6 104,490 MEDIOBANCA S.p.A. - | BBB+ | - COMMERZBANK AG Baa1 | A | A+

Lombarda vita 6&6 New 104,320 MORGAN STANLEY Baa1 | A- | A ABN AMRO BANK NV A3 | A | A

Lombarda Vita Best of Euro-USA 2008-2014 112,250 ABN AMRO BANK NV A3 | A | A SOCIETÉ GENERALE A2 | A | A+

Lombarda Vita BRIC 40 “5 + 5” 103,090 NIBC Bank NV - | (1) | - CREDIT SUISSE INTERNATIONAL A1 | A+ | A

LOMBARDA VITA BRIC 40 “5,10 + 5,10” 103,690 MEDIOBANCA S.p.A. - | BBB+ | - BNP PARIBAS A2 | A+ | A+

Lombarda Vita Classic Markets 103,314 CREDIT SUISSE INTERNATIONAL A1 | A+ | A

Lombarda Vita Classic Markets New 104,160 MEDIOBANCA S.p.A. - | BBB+ | - BANCO BILBAO SA Baa3 | BBB- | BBB+

Lombarda Vita Euro Sector 104,380 MEDIOBANCA S.p.A. - | BBB+ | - FORTIS BANK SA A2 | A+ | A+

Lombarda Vita Euro Sector New 104,100 BANCA IMI S.p.A. - | BBB+ | BBB+ BNP PARIBAS A2 | A+ | A+

083048051048051057048051052

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'S03039034' - http://www.italiaoggi.it

http

://w

ww

.mila

nofin

anza

.it -

que

sta

copi

a è

conc

essa

in li

cenz

a es

clus

iva

all'u

tent

e 'S

0303

9034

' - h

ttp://

ww

w.it

alia

oggi

.it

Page 37:  · QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO  Tasse sì ma solo a rate Dal 2008 al 2012 concesse quasi 2 milioni di dilazioni per 22 miliardi di euro. E i pagamenti

43Venerdì 7 Giugno 2013VenerdìMERCATI E FINANZASecondo Crif, nei primi 5 mesi fl essione del 45%

Crollo dei mutuiIn maggio scesi di un altro 12%

Continua, inesorabile, il calo della richiesta di mutui in Italia. In maggio, secondo l’Os-

servatorio Crif, si è registra-ta l’ennesima flessione, -12%, rispetto allo stesso mese del 2012. Il dato è coerente con la tendenza negativa ormai con-solidata da più di un biennio. La flessione aggregata nei primi cinque mesi dell’anno si somma a una contrazione del 45% che aveva caratteriz-zato il corrispondente periodo 2012 sul 2011.In termini as-soluti, il numero di richieste registrato nei primi 5 mesi del 2013 rappresenta il dato peg-giore degli ultimi 10 anni.

Secondo Crif, inoltre, conti-nua a scendere anche l’impor-to medio richiesto per i mutui: a fi ne maggio si è attestato a 127.646 euro, contro una me-dia di 131.397 euro rilevata nel 2012.

«L’andamento delle doman-de di mutuo rappresenta un indicatore fondamentale per tastare il polso, in modo si-stematico e tempestivo, alle famiglie e valutare la loro

propensione ad acquistare un immobile residenziale», spie-ga Simone Capecchi, diretto-re Sales & marketing di Crif. «La dinamica negativa che stiamo registrando è ricon-ducibile alla estrema fragilità del quadro congiunturale, con le compravendite che, nell’ulti-

mo anno, si sono riposizionate su volumi non paragonabili a quelli registrati negli anni di picco, tra il 2004 e il 2008». Del resto, negli ultimi due anni le famiglie italiane, hanno per lo più deciso di rinviare l’acquisto della casa.

© Riproduzione riservata

Si chiamerà Cnh indu-strial n.v. la nuova società che nascerà dalla fusione di Fiat industrial con Cnh. Le azioni di Cnh industrial sa-ranno quotate al New York stock exchange e, immedia-tamente dopo l’effi cacia del-la fusione, anche sul Mer-cato telematico azionario, gestito da Borsa italiana.L’accordo relativo alla fusio-ne include usuali dichiara-zioni e garanzie e le fusioni sono soggette a condizioni sospensive, compresa quella per cui l’esborso per l’eserci-zio del diritto di recesso da parte degli azionisti e per le opposizioni dei creditori di Fiat industrial non ecceda l’importo di 325 mln euro.

Le fusioni sono anche condizionate all’approvazio-ne degli azionisti delle due società. Fiat industrial, che detiene circa l’87% di Cnh, voterà a favore. Il closing dell’operazione si prevede che possa avvenire nel corso del terzo trimestre.

© Riproduzione riservata

DA FIAT IND-CNH

Nascerà Cnh

industries

Intesa Sanpaolo Vita, nei primi tre mesi, ha riportato un utile netto di 108,7 mln euro, in linea con i 108,8 mln dell’analogo periodo 2012. I proventi operativi netti sono stati di 174,1 mln (183,5), il risultato ante im-poste di 157,4 mln (161,4).

Mir capital, fondo di priva-te equity costituito da Gaz-prombank e Intesa Sanpaolo per il supporto alla crescita di medie aziende italiane e russe con elevata propensio-ne all’internazionalizzazio-ne, ha fatto il suo primo in-vestimento, acquisendo una

partecipazione di minoran-za in Packer service group, azienda russa specializzata nella fornitura di servizi e soluzioni hi-tech.

Ima ha perfezionato, attra-verso la controllata Coraz-za, la cessione per 40,4 mln, dell’intera partecipazione in Stephan machinery, che produce sistemi integrati nel processo produttivo per dairy and convenience food, a fondi gestiti da Deutsche beteiligungs. Dopo l’opera-zione, l’indebitamento fi-nanziario netto del gruppo si ridurrà di 40,4 mln euro.

BREVI

Telefono 02/58219.1 - e-mail: [email protected]

I fatti separatidalle opinioni

Direttore ed editore:Paolo Panerai (02-58219209)

Direttore ed editore associato: Pierluigi Magnaschi (02-58219207)

Condirettore: Marino Longoni (02-58219207)

Vicedirettore: Sabina Rodi (02-58219339)

Capo del la redazione romana: R o b e r t o M i l i a c c a ( 0 6 - 6 9 7 6 0 2 8 ) ; Caporedattori: Gianni Macheda (02-58219220). Caposervizio: Franco Adriano (06-69760827); Giorgio Bertoni (02-58219321); Giampiero Di Santo (06-69760826); Alessandra Ricciardi (06-69760822). Vicecaposervizio: Cristina Bartelli (02-58219342); Franca Floris (02-58219341); Roberto Gagliardini (02-58219795); Ignazio Marino (02-58219468). Redazione: Lucia Benenati ( 0 2 - 5 8 2 1 9 9 2 6 ) ; M a r c o C a p i s a n i (02-58219235); Francesco Cerisano (02-58219333); Luigi Chiarello (02-58219226); Elena Galli (02-58219589); Massimo Galli (02-58219588); Valentina Giannella (02-58219610); Emilio Gioventù (06-69760851); Silvana Saturno (02-58219378); Andrea Secchi (02-58219251); Simonetta Scarane (02-58219374); Francesca Sottilaro (02-58219232); Roxy Tomasicchio (02-58219335). Segreteria: Manuela Bettiga (Milano); Anna Cioppa e Flavia Fabi (Roma)

Impaginazione e grafica: Alessandra Superti (responsabile)ItaliaOggi Editori - Erinne srl - 20122 Milano, via Marco Burigozzo 5, tel. 02-58219.1; telefax 02-58317598; 00187 Roma, via Santa Maria in Via 12, tel. 06-6976081 r.a.; telefax 06-69920373, 69920374.Stampa: Milano, Seregni Cernusco srl, Cernusco S/N (Milano), via Brescia 22 - Roma, Litosud srl, via Carlo Pesenti 130 - Catania, Società Tipografica Siciliana Spa, Catania, Strada 5ª n. 35 - Cagliari, L’Unione Editoriale Spa, Via Omodeo, Elmas (Cagliari).Concessionaria esclusiva per la pubblicità:Class Pubblicità SpADirezione Generale: Milano, via Burigozzo 8 - tel. 02 58219522Sede legale e amministrativa: Milano, via Burigozzo 5 - tel. 02 58219.1Class Roma: Roma, Via Santa Maria in Via 12 - tel. 06 69760855 Executive Chairman: Andrea Mattei. VP Sales: Gianalberto Zapponini. Chief Marketing Officer: Domenico Ioppolo. Group Publisher Quotidiani: Francesco Rossi. Direttore Commerciale: Stefano Maggini. Per informazioni commerciali: [email protected]

Distribuzione: Erinne srl - via Marco Burigozzo 5 - 20122 Milano, tel. 58219283.Tariffe abbonamenti ItaliaOggi: Euro 320,00 annuale, estero euro 900 annuale: Abbonamento estero via aerea.ItaliaOggi - Registrazione del tribunale di Milano n. 602 del 31-7-91 - Direttore responsabile: Paolo Panerai.

Testata che fruisce dei contributi statali diretti di cui alla legge 7 agosto 1990 n. 250.

Accertamento Diffusione Stampacertifi cato n. 7397 del 10/12/2012

FUSIONE PER INCORPORAZIONE IN BUZZI UNICEM SpADI BUZZI UNICEM INVESTIMENTI S.r.l.

Si informano gli azionisti che il Consiglio di Amministrazione del 10 maggio2013 ha approvato il progetto di fusione per incorporazione in BuzziUnicem SpA di Buzzi Unicem Investimenti S.r.l., (società interamenteposseduta dallʼincorporante) nonché la relativa Relazione illustrativa.Il suddetto progetto di fusione è stato depositato nel Registro delle Impresedi Alessandria, come previsto dallʼart. 2501-ter c.c., in data 6 giugno 2013.Il progetto sarà sottoposto allʼapprovazione del Consiglio diAmministrazione dellʼincorporante ai sensi dellʼart. 2505, comma 2, c.c.,come previsto dallʼart. 17 dello statuto sociale.Quanto sopra fatta salva la possibilità, ai sensi dellʼart. 2505, comma 3,c.c., per i soci di Buzzi Unicem SpA che rappresentino almeno il cinque percento del capitale sociale, di chiedere, che la decisione di approvazionedella fusione da parte della incorporante sia adottata dallʼassembleastraordinaria, a norma dellʼart. 2502, comma 1, c.c.I soci eventualmente interessati ad avvalersi di tale facoltà, dovrannoindirizzare la domanda a mezzo raccomandata con ricevuta di ritornoindirizzata a Buzzi Unicem SpA - Direzione Affari Legali edAmministrazione - Via Luigi Buzzi 6 – 15033 Casale Monferrato AL, entrootto giorni dal predetto deposito del progetto di fusione nel Registrodelle Imprese di Alessandria, corredata dallʼapposita certificazionecomprovante la titolarità delle azioni e anticipando tutta la documentazioneper fax al n. 0142/416350.Ai sensi della vigente normativa la documentazione relativa allʼoperazionein oggetto è a disposizione del pubblico presso la sede sociale, sul sitointernet della società www.buzziunicem.it e sul sito di Borsa Italiana S.p.A.www.borsaitaliana.it.

Buzzi Unicem S.p.A.Sede sociale in Casale Monferrato (AL) - Via L. Buzzi 6 - Capitale socialeversato € 123.636.658,80 - Registro Imprese Uff. Alessandria n. 00930290044

BANCA POPOLARE DI CORTONA Soc. Coop. p.a.via Guelfa, 4 - 52044 Cortona

Tel. 0575 - 698909 - Partita Iva 00121760516

PAGAMENTO DIVIDENDO ESERCIZIO 2012

L’Assemblea dei Soci della Banca Popolare di Cortona Soc. Coop. p.a. tenutasi il 5 maggio 2013,dopo aver approvato il bilancio relativo all’esercizio 2012, ha deliberato la distribuzione di undividendo unitario di € 0,65 per azione, posto in pagamento dal 10 maggio 2013. I Soci potran-no incassare il dividendo presso le Agenzie della Banca, ovvero i rispettivi intermediari; in casodi azioni non ancora dematerializzate, dovranno preventivamente consegnare le stesse ad unintermediario per l’ammissione nel sistema di gestione accentrata in regime di dematerializza-zione ai sensi della delibera Consob n. 11768 del 23.12.1998.

Si rende noto che la documentazione prevista dall’articolo 110 della delibera Consob n. 18214è depositata dalla data odierna presso la Sede sociale. Il resoconto dell’esercizio 2012 è dispo-nibile nel sito internet della Banca, www.popcortona.it

Cortona, 4 giugno 2013 Banca Popolare di Cortona

BILANCIO DI ESERCIZIO 2012

COGETA PALACEHOTELS GESTIONI S.P.A.Sede in Milano, Via della Moscova n. 18

Capitale Sociale Euro 7.262.112 i.v.C. F. e Registro delle Imprese Milano n. 10502000150Partita IVA 04202600377 R.E.A. di Milano n. 1499037

Convocazione di assemblea ordinariaI Signori Azionisti sono convocati in Assemblea ordinaria per il giorno 25 giugno 2013 alle ore 13,45, in prima convocazione, ed occorrendo per il giorno 26 giugno 2013, alle ore 13,45, in seconda convocazione, presso la sede legale di Milano, Via della Moscova n. 18, per discutere e deliberare sul seguente

Ordine del Giorno1. relazione del Consiglio di Amministrazione e del Collegio Sindacale sul bilancio chiuso al 31

dicembre 2012; bilancio al 31 dicembre 2012 e deliberazioni conseguenti;2. determinazione dei compensi per l’esercizio 2013 per i componenti del Consiglio di

Amministrazione;3. nomina del Collegio Sindacale per scadenza dei termini e relativi compensi;4. nomina della Società di revisione e relativi compensi; 5. varie ed eventuali.Per partecipare all’Assemblea gli azionisti dovranno osservare le norme di Legge e di Statuto.Milano, lì 6 giugno 2013

Il Presidente del Consiglio di AmministrazioneComm. Roberto Polito

COGETA PALACEHOTELS GESTIONI S.P.A.Sede in Milano, Via della Moscova n. 18

Capitale Sociale Euro 7.262.112 i.v.C. F. e Registro delle Imprese Milano n. 10502000150Partita IVA 04202600377 R.E.A. di Milano n. 1499037

Convocazione di assemblea straordinariaI Signori Azionisti sono convocati in Assemblea straordinaria per il giorno 25 giugno 2013 alle ore 15,30, in prima convocazione, ed occorrendo per il giorno 26 giugno 2013, alle ore 15,30, in seconda convocazione, presso la sede legale di Milano, Via della Moscova n. 18, per discutere e deliberare sul seguente

Ordine del Giorno1. modifica del regolamento del prestito obbligazionario convertibile denominato “Cogeta 2013-

2028” deliberato il 16/1/2013;2. emissione di un nuovo prestito obbligazionario convertibile per massimo Euro 11 milioni con

approvazione del relativo regolamento;3. aumento del capitale a servizio del nuovo prestito obbligazionario convertibile; delibere

inerenti e conseguenti;4. varie ed eventuali.Per partecipare all’Assemblea gli azionisti dovranno osservare le norme di Legge e di Statuto.Milano, lì 6 giugno 2013

Il Presidente del Consiglio di AmministrazioneComm. Roberto Polito

083048051048051057048051052

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'S03039034' - http://www.italiaoggi.it

http

://w

ww

.mila

nofin

anza

.it -

que

sta

copi

a è

conc

essa

in li

cenz

a es

clus

iva

all'u

tent

e 'S

0303

9034

' - h

ttp://

ww

w.it

alia

oggi

.it

Page 38:  · QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO  Tasse sì ma solo a rate Dal 2008 al 2012 concesse quasi 2 milioni di dilazioni per 22 miliardi di euro. E i pagamenti

083048051048051057048051052

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'S03039034' - http://www.italiaoggi.it

http

://w

ww

.mila

nofin

anza

.it -

que

sta

copi

a è

conc

essa

in li

cenz

a es

clus

iva

all'u

tent

e 'S

0303

9034

' - h

ttp://

ww

w.it

alia

oggi

.it