quotidiano economico, giuridico e politico … di pierluigi magnaschi a punto e a capo (class tv...

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• Nuova serie - Anno 21 - Numero 135 - € 1,20* - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Giovedì 7 Giugno 2012 OSPITALITÀ L’Hotel Bulgari sbarca a Londra Ratti a pag. 13 INDAGINE Le Smart e le ibride inquinano meno servizio a pag. 13 DA FILOSOFI I tedeschi pensano in maniera diversa Giardina a pag. 14 * con «Guida all’IMU » a € 5,00 in più; con guida «Decreto Fiscale» a € 5,00 in più; con guida «Credito Oggi» a € 6,00 in più; con guida «Lotta alla contraffazione » a € 6,50 in più; con guida «La Mia Casa » a € 2,00 in più; con guida «La Mia Pensione» a € 2,00 in più. QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO www.italiaoggi.it 90 secondi La rubrica di Pierluigi Magnaschi a Punto e a capo (Class tv Msnbc, canale 27, ore 20) La Legge - Processo luma- ca? Da 500 a 1.500 € per ogni anno di ritardo Ciccia a pag. 37 Auto blu - La stretta non si può applica- re a regioni ed enti locali Cerisano a pag. 37 Spesometro - In arrivo la ricevuta con frontespizio e riepilogo degli invii Bartelli a pag. 23 Energia - Incentivi al so- lare maggiorati per chi usa materiali europei e toglie l’amianto Chiarello-Pascucci a pag. 30 su www.italiaoggi.it Documenti/1 - Il provvedimento delle Entrate sull’Ivie Documenti/2 - La bozza di decreto sulla crescita La riforma delle professioni in mano agli ordini. Saranno direttamente le ca- tegorie a dover recepire, entro sei mesi, le novità delle liberalizzazioni all’inter- no dei loro statuti. È l’orientamento del ministero della giustizia che, mentre ha ultimato il regolamento sulle società tra i professionisti e ha inviato il decreto sui parametri giudiziali al Consiglio di stato per il parere di legittimità, tenta lo sprint sul decreto di delegificazione da emanare entro metà di agosto. Obiet- tivo: portarlo sul tavolo del Consiglio dei ministri che si riunirà la prossima settimana. Molti sportelli non accettano ancora il modello F24 semplificato. Si va verso una proroga Banche e Poste respingono l’Imu Il pagamento dell’Imu con F24 semplificato si blocca allo sportello. I centri di assistenza fiscale (Caaf) stanno ricevendo segnalazioni che alcuni sportelli di Poste e banche rimandano indietro i contribuenti che si presentano a pagare l’acconto Imu utilizzando il modello composto di un foglio invece dei tre consueti. È successo in molti uffici della Lom- bardia, a Imperia e Genova. La denuncia arriva anche dall’Anutel (As- sociazione nazionale uffici tributi enti locali). Insomma la confusione è tanta. Perciò il governo sembra sempre più orientato a concedere una proroga di 20 giorni, come anticipato da ItaliaOggi del 19 maggio. Bartelli a pag. 29 D p D bo Il duo Alesina-Giavazzi ha scritto ieri, in un fondo del Cor- sera, che il governo sbaglia a in- vestire nelle infrastrutture: «Che beneficio dà, a un’impresa, rispar- miare mezz’ora tra Civitavecchia e Grosseto se poi deve attendere 10 anni per la risoluzione di una causa civile?». Non si sommano le pesche con le pere, cari prof. Per cambiare la giustizia bisogne- rebbe che il Parlamento fosse più forte dei magistrati, eliminando così le sedi giudiziarie di comodo, controllando la produttività del sistema e così via. Non è quindi non spendendo per le autostrade che si trova la volontà politica per sciogliere i nodi della giusti- zia. Tra i due temi non c’è alcun rapporto. DIRITTO & ROVESCIO no re l S IL Giornale dei professionisti * * * Professionisti fai da te È pronto il decreto del governo che rinvia ai singoli ordini la scrittura dei regolamenti che daranno attuazione alla riforma Pacelli a pagina 32 GARAVAGLIA A ITALIAOGGI È la Germania che deve uscire dall’euro perché è incompatibile con tutti gli altri paesi Ricciardi a pag. 5 l d ll F24 lf S Vincenzo De Luca, sindaco di Salerno, torna a scagliarsi con- tro il Pd: un partito in mano ai pezzenti della politica. De Luca salverebbe non più del 10% del gruppo dirigente. Il restante 90% prima lo si liquida meglio è. «Pier Luigi Bersani non può fare il segretario, organizzando il traffico delle correnti di par- tito». Ma è in Campania che il Pd sembra stare peggio. «Una palude nella quale si sta af- fondando visto che anche qui i consiglieri regionali del partito tentano di fare i pezzenti della politica. De Luca avverte: «Non presterò mai più il mio volto a un partito senza dignità». E dice che «non c’è limite alla pulsione suicida di questo partito». Gioventù a pagina 5 De Luca: il Pd in mano a pezzenti politici Vada a casa il 90% dei dirigenti nazionali POLITECNICO MILANO Pubblicità sul web: meglio se si sposa con la carta Secchi a pag. 19 MARKETING Baudi ed Illy spiegano come vincere la crisi Cervini a pag. 17 e in più IL SETTIMANALE DEI PROFESSIONISTI DEL DIRITTO da pag. 37 d da pa pa 7 37 IN EDICOLA A SOLI € 2,00 CON http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

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• Nuova serie - Anno 21 - Numero 135 - € 1,20* - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Giovedì 7 Giugno 2012 •

OSPITALITÀL’Hotel Bulgari sbarca a LondraRatti a pag. 13

INDAGINELe Smart e le ibride inquinano menoservizio a pag. 13

DA FILOSOFII tedeschi pensano in maniera diversaGiardina a pag. 14

* con «Guida all’IMU » a € 5,00 in più; con guida «Decreto Fiscale» a € 5,00 in più; con guida «Credito Oggi» a € 6,00 in più; con guida «Lotta alla contraffazione » a € 6,50 in più; con guida «La Mia Casa » a € 2,00 in più; con guida «La Mia Pensione» a € 2,00 in più.

QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO

www.italiaoggi.it

90 secondi

La rubrica di Pierluigi Magnaschi a Punto e a capo (Class tv Msnbc, canale 27, ore 20)

La Legge - Processo luma-ca? Da 500 a 1.500 € per ogni anno di ritardo

Ciccia a pag. 37

Auto blu - La stretta non si può applica-re a regioni ed enti locali

Cerisano a pag. 37

Spesometro - In arrivo la ricevuta con frontespizio e riepilogo degli invii

Bartelli a pag. 23

Energia - Incentivi al so-lare maggiorati per chi usa materiali europei e toglie l’amiantoChiarello-Pascucci a pag. 30

su www.italiaoggi.itDocumenti/1 - Il provvedimento delle Entrate sull’Ivie

Documenti/2 - La bozza di decreto sulla

crescita

La riforma delle professioni in mano agli ordini. Saranno direttamente le ca-tegorie a dover recepire, entro sei mesi, le novità delle liberalizzazioni all’inter-no dei loro statuti. È l’orientamento del ministero della giustizia che, mentre ha ultimato il regolamento sulle società tra i professionisti e ha inviato il decreto sui parametri giudiziali al Consiglio di stato per il parere di legittimità, tenta lo sprint sul decreto di delegifi cazione da emanare entro metà di agosto. Obiet-tivo: portarlo sul tavolo del Consiglio dei ministri che si riunirà la prossima settimana.

Molti sportelli non accettano ancora il modello F24 semplificato. Si va verso una proroga

Banche e Poste respingono l’ImuIl pagamento dell’Imu con F24 semplifi cato si blocca allo sportello.

I centri di assistenza fi scale (Caaf) stanno ricevendo segnalazioni che alcuni sportelli di Poste e banche rimandano indietro i contribuenti che si presentano a pagare l’acconto Imu utilizzando il modello composto di un foglio invece dei tre consueti. È successo in molti uffi ci della Lom-bardia, a Imperia e Genova. La denuncia arriva anche dall’Anutel (As-sociazione nazionale uffi ci tributi enti locali). Insomma la confusione è tanta. Perciò il governo sembra sempre più orientato a concedere una proroga di 20 giorni, come anticipato da ItaliaOggi del 19 maggio.

Bartelli a pag. 29

Dp

Dbo

Il duo Alesina-Giavazzi ha scritto ieri, in un fondo del Cor-sera, che il governo sbaglia a in-vestire nelle infrastrutture: «Che benefi cio dà, a un’impresa, rispar-miare mezz’ora tra Civitavecchia e Grosseto se poi deve attendere 10 anni per la risoluzione di una causa civile?». Non si sommano le pesche con le pere, cari prof. Per cambiare la giustizia bisogne-rebbe che il Parlamento fosse più forte dei magistrati, eliminando così le sedi giudiziarie di comodo, controllando la produttività del sistema e così via. Non è quindi non spendendo per le autostrade che si trova la volontà politica per sciogliere i nodi della giusti-zia. Tra i due temi non c’è alcun rapporto.

DIRITTO & ROVESCIO

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S

IL Giornale dei

professionisti* * *

Professionisti fai da teÈ pronto il decreto del governo che rinvia ai singoli ordini la

scrittura dei regolamenti che daranno attuazione alla riforma

Pacelli a pagina 32

GARAVAGLIA A ITALIAOGGI

È la Germania che deve uscire dall’euro

perché è incompatibile con tutti gli altri paesi

Ricciardi a pag. 5

l d ll F24 l f S

Vincenzo De Luca, sindaco di Salerno, torna a scagliarsi con-tro il Pd: un partito in mano ai pezzenti della politica. De Luca salverebbe non più del 10% del gruppo dirigente. Il restante 90% prima lo si liquida meglio è. «Pier Luigi Bersani non può fare il segretario, organizzando il traffi co delle correnti di par-tito». Ma è in Campania che il Pd sembra stare peggio. «Una palude nella quale si sta af-fondando visto che anche qui i consiglieri regionali del partito tentano di fare i pezzenti della politica. De Luca avverte: «Non presterò mai più il mio volto a un partito senza dignità». E dice che «non c’è limite alla pulsione suicida di questo partito».

Gioventù a pagina 5

De Luca: il Pd in mano a pezzenti politiciVada a casa il 90% dei dirigenti nazionali

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POLITECNICO MILANO

Pubblicità sul web: meglio se si sposa

con la carta Secchi a pag. 19

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Baudi ed Illy spiegano come vincere

la crisi Cervini a pag. 17

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2 Giovedì 7 Giugno 2012

Un tempo era co-nosciuta come la scienza tri-ste. Per molti decenni è stata

così etichettata l’economia, una scienza sociale incapace di far sorridere o di scal-dare le passioni. Da quando è comincia-ta la crisi, non prevista dagli economisti nonostante i molti modelli a disposizio-ne, è diventata anche una scienza senza idee, tanto sono scarse e rare le propo-ste credibili per uscire dal ciclo negativo iniziato nel 2008. Due giorni a Trento al Festival dell’economia, evento in qualche modo unico nel suo genere, mi sono bastati per certificare questa totale mancanza di fantasia, di pensiero laterale e origi-nale. Tanto la precedente grande crisi, quella a ca-vallo tra gli anni Venti e Trenta del secolo scorso, era stata un incredibile fertilizzante per la produ-zione di nuove idee e proposte di politica economica, quanto quella attuale è ste-rile nel generare la benché minima no-vità. Perché? Parte del problema è nella formazione degli economisti. Quelli del secolo scorso, i grandi economisti del No-vecento, non erano dei polli in batteria sfornati da programmi di Ph.D, di fatto tutti eguali, pensati e organizzati per pubblicare qualche buon paper quanti-tativo sulle riviste di settore. I grandi economisti del secolo scorso erano per-sonalità complete, capaci di spaziare trasversalmente tra i vari argomenti e di andare ben oltre la sola economia.

John Maynard Keynes ha scritto di moneta, di teoria della probabilità,

di bilancia commerciale, di sociologia, di relazioni internazionali e di molto altro ancora. Ha lavorato come agente di cambio e come imprenditore prima di abbracciare l’accademia. Friederich Von Hayek si è occupato di biologia, psi-cologia oltre che di microeconomia e di fi sco. Perché, per poter proporre qualcosa di sistemico e di innovativo, un grande economista deve avere una capacità di astrazione e di analisi che deve andare ben oltre l’analisi tradizionale del con-tingente. Non può essere quel professore

di economia di Harvard descritto con tanta sa-gacia da John Kenneth Galbraith nel suo libro dato alle stampe proprio con questo titolo: un pro-fessore che tutto sapeva del mercato delle lava-

trici, sua specializzazione nel Ph.D, ma nulla o quasi capiva del resto.

Ora la scienza triste è popolata da tan-ti professori di Harvard, tanti specialisti, più o meno bravi consulenti di settore, incapaci di avere una visione originale della crisi in corso da tempo. La diffi coltà nell’individuare una strategia innovati-va per lasciare alle spalle la recessione dipende molto da ciò: gli economisti di oggi non servono a prevedere i terremoti forza 9 e neppure aiutano molto nella ri-costruzione. Pubblicano tanti papers ma producono poche ricette praticabili.

*Twitter@EdoNarduzzi

IL PUNTO

Adesso la scienza triste è anche priva di idee

DI EDOARDO NARDUZZI*

te di politica trici, sua specia

Gli economistisono prodotti

in batteria

Sono anni che il premier francese e quello tedesco si incontrano per poi dire frasi

inconcludenti e compiaciute davanti alle telecamere. I vertici di questi due premier sono preparati accuratamente da imponenti uffici stampa pubblici (tut-ti spesati dai contribuenti del Vecchio continente) che diffondono preventiva-mente attese messianiche. Le troupe tv, conseguentemente, affluiscono a sciami verso i posti dell’incontro per poi rac-cogliere un pugno di mosche che però debbono essere presentate almeno come pernici se non, come grand gibier, cac-cia grossa, perché, se non facessero così, la volta successiva non sarebbe-ro più inviati in costose e inconcludenti trasferte dove vengono tesi quat-trocento microfoni verso le bocche disgustate dei due leader, quando ne basterebbe uno.

Sennonché questa melina sta venen-do a noia a tutti, compresi i premier. I summit europei infatti sono occasioni di zucchero fi lato. Spalanchi la bocca, afferri gli argomenti diluiti in dossier monumentali preparati da degli sher-pa poliglotti che, nello scriverli, sanno già che non serviranno a nulla, stringi le mascelle e tutto fi nisce in un liquido dolciastro e appiccicaticcio di cui faresti a meno.

I big dell’Europa hanno da tempo ca-pito che, davanti a loro, ci sta un ostacolo che non sono in grado di superare, do-

vuto al fatto che l’euro è nato enormemente prematuro. Adesso

però la pasta dentifricia dell’euro è uscita dal tubetto. C’è chi dice (e non ha tutti i torti) che sarebbe opportuno ri-metterla dentro. Ma non è facile. E forse non è nemmeno possibile. La moneta, da sempre e dovunque, è il simbolo, il segno, della sovranità statuale. Lo Stato ha bi-sogno di una bandiera ma una bandiera senza Stato non è più un bandiera ma un pezzo di stoffa, un oggetto, al limi-te, un giocattolo. Uno Stato, per essere considerato tale, deve avere una politica di bilancio (fatta di entrate e di uscite,

da lui decidibili), una politica estera (per sta-bilire i rapporti con gli altri paesi), una politica militare (per difendersi dalle aggressioni altrui o comunque per esibire la sua forza al fi ne di far

prevalere i suoi interessi). Solo dopo es-serci assicurate queste funzioni, lo Stato può dar vita a una politica monetaria credibile, espressa, solo a questo punto, dalla sua moneta che è da esso stampata e vigilata nella sua circolazione e di cui lo Stato stesso, attraverso l’istituto di emissione, è garante di ultima istanza. Per fare dell’euro una moneta, tutte le funzioni statali poc’anzi indicate dovreb-bero essere trasferite a livello continen-tale. Ammesso che ciò venisse accettato da vari Stati, ci vorrebbero almeno 20-30 anni per realizzare questo processo. E nel frattempo?

erebbe uno. prevalere i suoi

Vertici, incontri,scambi. Ma tutto

resta al palo

DI PIERLUIGI MAGNASCHI

L’ANALISI

L’Europa continuaa fare della melina

PUNIL PUNTO

I C O M M E N T I

DI ANTONIO CALITRI

Napoli ancora amarissima per Pier Luigi Bersani e per il suo fi do Andrea Orlando. Che fu inviato a commissa-riare il partito dopo la di-sfatta delle primarie dello scorso anno per ricostruire il Pd e dopo essere rimasto impantanato tra le varie anime e proprio quando si avviava a completare l’ope-razione con l’elezione di un segretario unitario (per tornare a Roma da vincen-te), gli casca sulla testa un rottamatore. Si tratta del ventottenne consigliere provinciale Livio Falcone, legato all’ex ministro Luigi Nicolais ma simpatizzan-te del sindaco di Firenze Matteo Renzi. Che prima ancora della presentazione uffi ciale di Gino Cimmino, che doveva rappresentare il candidato unitario per la segreteria provinciale da eleggere al congresso del 14 e 15 luglio, ha deci-so di candidarsi puntando proprio sulla politica del primo rottamatore e an-

dando a colpire un altro uomo chiave della segrete-ria Bersani, il responsabile giustizia. I giovani turchi, quarantenni che vogliono

rinnovare il partito dall’in-terno senza strappare con il segretario ma tagliando la strada alle intrusio-ni come quella di Renzi sono sotto attacco. A Roma l’uscita di Stefano Fassina

sulle elezioni anticipate ha scatenato un putiferio portando alcuni personag-gi del partito a chiederne le dimissioni. A Napoli, l’al-tro giovane scalpitante sul quale aveva riposto la fi ducia il segretario nazio-nale, rischia di non porta-re a successo la lunga ope-razione di ricostruzione. Che dopo la sconfi tta alle comunali del capoluogo, ha perso ancora consensi alle ultime amministrati-ve, facendo registrare nei comuni al voto una me-dia del 15-16%. E ora, la sua politica bersaniana del laissez-faire ha crea-to anche un rottamatore che ieri ha esordito con il peggiore degli affronti a Orlando e al segretario nazionale, elogiando il sindaco di Firenze che «ha ragione sulla necessità di

rinnovamento, ma accanto alle analisi ci deve essere un progetto chiaro di socie-tà. Accanto alle facce nuo-ve aggiungerei il merito, la capacità».

© Riproduzione riservata

IL CASO DEL GIORNO

Un rottamatore anche a Napolicontro Bersani e il fido Orlando

DI MARCO BERTONCINI

È francamente complicato capire che cosa sperassero, Silvio Berlusconi e Angelino Alfano, dalla riforma costitu-zionale semipresidenziale. Il trionfale annuncio del depo-sito degli emendamenti cor-risponde alla consapevolezza che una revisione così fonda-mentale non si può far pas-sare nel giro di poche ore di dibattito nell’aula di palazzo Madama. C’è da restare incer-ti anche a valutare il peso che la ripulsa, da parte di ampi settori del senato, potrebbe, per converso, tradursi in pro-paganda elettorale per il Pdl. Gli stessi giornali di area, tolti un po’ di titoli strepitosamen-te elogiativi, non sono apparsi né entusiasti né persuasi.

A dirla tutta, si è trattato dell’ennesima riforma che si sarebbe dovuto proporre e soprattutto approvare (in questa o in altra forma, per esempio superando il semi-presidenzialismo per appro-dare al presidenzialismo, secondo antiche proposte pacciardiane, missine e per-fi no di alcuni costituenti di

sinistra) all’avvio della legi-slatura. Non se ne fece nulla, perché il Cav non aveva ben chiara la propria ambizione per il 2013: Quirinale o palaz-zo Chigi? Adesso i tempi sono scaduti.

Dalla vicenda è emerso, ancor più di prima, il ruolo di eterno rimorchio svolto da Alfano. Il segretario del Pdl si è, anche in questa oc-casione, confermato privo di autorevolezza e prono alle richieste del Cav, incapace di una linea politica autonoma. Per risalire la corrente non è certamente utile un pugno di emendamenti costituzionali, fra l’altro discutibili perfi no sotto il profi lo tecnico.

Alfano è incapace di scrol-larsi di dosso la cappa berlu-sconiana e di avanzare vere proposte politiche. Resta un debole, dall’immagine appan-nata. In compenso, i fatti sono lì a dire che il seguito eletto-rale del Pdl è oggi valutato la metà di quattro anni addie-tro. È autolesionistico sperare il recupero mediante proposte avanzate persino fuori della zona Cesarini.

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LA NOTA POLITICA

Le proposte di B.non fanno il botto

Pier Luigi Bersani

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3Giovedì 7 Giugno 2012Giovedì 7 GiugP R I M O P I A N O

E palazzo Madama dice no all’arresto di De Gregorio e dà poteri a Bondi su Quirinale e Camere

La carica di Schifani su SilvioIl presidente del Senato invita Berlusconi a non giocare col caos

DI FRANCO ADRIANO

Renato Schifani ha de-ciso di usare in pieno il suo ruolo di seconda carica dello Stato per

attaccare Silvio Berlusconi e chi nel Pdl giocherebbe con il caos. «A breve affiderò alla mia penna il mio pensiero politico», aveva confidato ai giornalisti in mattinata. In serata il disvela-mento nell’anticipazione di una lettera al direttore del Foglio, Giuliano Ferrara, dopo una giornata stranamente convulsa in aula al Senato, dove tra l’al-tro il governo è andato sotto o sulla spending review e Sergio De Gregorio è stato salvato, a sorpresa, dall’arresto.

Schifani ad alzo zero

«Caro Direttore», attacca Schifani, «se la crisi non fosse così aggressiva e lacerante, se la confusione delle idee non fosse così dispersiva e incon-cludente, continuerei a stare rigorosamente entro i confi ni di quella terzietà che la carica istituzionale mi impone. Ma sarebbe come rinchiudersi tra le quattro mura». In sintesi, il presidente del Senato chiede a Silvio Berlusconi di non gio-care con il caos inseguendo il grillismo e a farsi da parte per lasciare defi nitivamente spazio a Angelino Alfano per defi nire una linea di responsabilità nei confronti dell’Italia.

Va bene a De Gregorio

Potrebbe non essere un caso, allora, ma un segnale politico (non l’unico) che l’aula del Se-nato proprio ieri abbia negato l’arresto di Sergio De Grego-rio, difformemente da quanto chiesto dalla Giunta per le im-munità. In sede di dichiarazioni di voto, il Pdl ha annunciato il proprio no. Al termine delle vo-tazioni Schifani ha chiuso ogni possibile polemica passando immediatamente ad altro ar-gomento.

Sotto torchio anche il Senato

Ma l’incidente più clamoroso avvenuto nell’aula di palaz-zo Madama è stato quando il governo è andato sotto su un emendamento alla spendig re-view presentato dalla senatrice Adriana Poli Bortone, in cui si dànno poteri al commissario straordinario per la raziona-lizzazione della spesa pubbli-ca, Enrico Bondi, anche su Quirinale, Camera Consulta ed anche il Senato. Un altro preciso segnale politico? Tanto per questi organi verrà invoca-ta l’autonomia costituzionale e l’autodichia. Importante che Bondi abbia ricevuto anche pie-ni poteri sull’acquisto di beni e servizi su tutte le società par-tecipate.

Anticorruzione al paloL’aula della Camera, intanto,

ha sospeso l’esame del ddl an-ticorruzione, dopo la votazione di alcuni articoli accantonati. Oggi, si riunirà il comitato ri-stretto per tentare un’intesa sulle incandidabilità per i con-

dannati per delitti non colposi; sugli incarichi fuori ruolo per i magistrati; e sulle norme pe-nali proposte dal ministro della Giustizia Paola Severino. La prospettiva di un ennesimo voto di fi ducia al governo si avvicina. È passata la proposta del gover-

no sull’incompatibilità degli in-carichi di vertice nella Pa per i condannati, anche con sentenza non passata in giudicato. In-compatibilità anche per gli ex politici dirigenti nella stessa amministrazione in cui hanno svolto un incarico.

La lega salva FormigoniÈ stata bocciata dal Consiglio

regionale della Lombardia la mozione di sfi ducia presentata da Pd, Idv e Sel, votata anche dall’Udc, al presidente Rober-to Formigoni. Determinante la Lega.

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4 Giovedì 7 Giugno 2012 P R I M O P I A N O

Sono quelli che si rifanno, grosso modo, alla vecchia An. Il più vicino a loro è Storace

Un milione di voti privi di leaderNon servono a vincere le elezioni: sono utili a farle perdere

DI CESARE MAFFI

Sul le prospett ive d i voto per la Destra di Francesco Storace e Teodoro Buontempo

c’è qualche istituto, come l’Ip-sos, che è piuttosto avaro: solo l’1,4%. Un po’ meglio Demopo-lis: 1,8%. C’è anche però chi, come Swg, classifica il partito a un livello più che apprezza-bile: 3,5%. Infine, SpinCom lo piazza addirittura al 4,4%. A conti fatti, si potrebbe dire che almeno un milione di elettori si potrebbe indirizzare verso l’ultimo erede del dissolto Mo-vimento sociale italiano.

Sussiste, insomma, una base non trascurabile (né oggettiva-mente, né se inserita nella divi-sione bipolare fra centro-destra e centro-sinistra, ove potrebbe anche risultare determinante) di votanti che si sentono schierati nettamente a destra, bisognosi di un’identità. Il fenomeno è ben presente ai vertici del Pdl, soprattutto a taluni esponen-ti già di An. C’è una considerazione schiettamente numerica: sono utili, e possono essere indispensabili, cen-tinaia di migliaia di elettori che si collocano in una condizione di quasi ininfluenza politica, esprimendosi per un partito che trova ben poca accoglienza sui mezzi di comunica-zione e che, escluso dal parlamento,

conta uno sparuto numero di rappre-sentanti negli enti locali. Soprattutto se si arrivasse alle elezioni con il por-cellum, bisognerebbe porsi, da parte sia del Pdl sia degli altri alleati, il comportamento da tenersi verso un movimento capace di attrarre voti altrimenti inutilizzabili, ma capaci di indebolire lo schieramento anti-sinistra, se non inseriti in una co-alizione.

C’è chi guarda, però, anche alla matrice comune della destra italia-na. Da qualche giorno, in particolare per impulso di Marcello Veneziani,

intervenuto sia sul Secolo d’Ita-lia sia sul Gior-nale, si è aperto un d ibat t i t o , essenzialmente fra antichi mili-tanti del Msi, a proposito della presenza della destra sullo sce-nario politico. Si vuole, insomma, rivendicare un ruolo polit ico che molti riten-gono annacqua-to dal berlusco-nismo e, in ogni modo, dissolto tra più partiti, dalla Destra al Pdl a Fli. È ov-

vio che, mentre si discute di liste civiche, di una lista del Cav, di li-ste animate dallo «spirito del ‘94», emerga anche l’aspirazione a rico-stituire un riferimento comune e identitario per chi si riconosce a destra. Pochi ritengono fattibile una simile operazione; tuttavia, se davvero si giungesse a spacchetta-re il Pdl (più si smentisce l’ipotesi, più crescono le possibilità che si traduca in realtà), dalle discussio-ni a tavolino si passerebbe a più concreti fatti.

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Signori, il governo. Doveva annunciare, urbi et orbi, «la sua soluzione per sbloccare i circa settanta miliardi di crediti che le imprese vantano nei confronti della pub-blica amministrazione», ma ci ha ripen-sato, scrive su Libero Franco Bechis. Se ne riparlerà in occasione più propizia (se con «propizia», però, s’intende un futuro esubero di cassa, be’, temo che le imprese creditrici debbano prepararsi a un’attesa da misurarsi in ere cosmiche). Niente di male. Anche i governi bocconiani, col loro aplomb accademico e i loro bei modi gen-tilizi da jet set, devono poter godere degli stessi privilegi che tengono di buon umore (e generalmente in buona salute) i governi politici, primo tra tutti il diritto alle pro-messe mancate e, se occorre, anche alle menzogne vere e proprie. Non ci sono fon-di, ergo non posso pagare, pagherò dunque quando potrò, dice lo stato tecnico ai suoi creditori. È lo stesso stato europeista, caro ai mercati, lodato dalla Cancelleria tede-sca, che non perdona un’ora di ritardo nei pagamenti delle gabelle ai cittadini sem-pre più squattrinati. Fortuna che rimane qualche estremo privilegio anche al popolo dei contribuenti: oggi il ricorso all’evasio-ne fi scale, in futuro (e all’occorrenza) le forche e un quarantotto.

©Riproduzione riservata

CORSIVO

Lo stato paga quandovuole: fino a quando?

L’anomalia è stata più volte segnalata ai ta-voli della spending review. E di una accorpa-mento di strutture si parla anche nel decreto delega di riforma del pubblico impiego, at-teso per il consiglio dei ministri di domani: troppe scuole di formazione dei dipendenti e dirigenti pubblici, il Viminale da solo ne detiene due, oltre a quella della Polizia. La prima per le amministrazione locali, la Sspal, la seconda per i prefetti, Ssai. E mentre

il ministero di Anna Maria Can-cellieri è ancora alle prese con la definizione del complesso del pacchetto di ta-gli da fare, sulle scuole pare che non debba ac-cadere proprio nulla. Ieri in conferenza sta-to-regioni sono

stati designati i componenti del comitato tecnico scientifi co della Sspal, deputato a defi nire le attività didattiche: confermato Francesco Pizzetti, entrano Salvatore Cur-rao, Veronica Nicostra, Emanuela Garroni e Riccardo Carpino, prefetto, ex capo di gabi-netto di Raffaele Fitto e attualmente capo di gabinetto del ministro per i rapporti con le regioni, Piero Gnudi. Al Viminale sull’ipo-tesi di un accorpamento tra le due strutture, che costano complessivamente sui 15 milioni di euro annui, in pochi sono pronti a scom-mettere.

Alessandra Ricciardi©Riproduzione riservata

Altro che spendingBis di scuole al Viminale

DI MARCO BERTONCINI

Fra le cause dell’angoscia che travaglia il Pdl non va mai dimenticata la condizione perso-nale di deputati e senatori in carica. Nel 2008 sotto il simbolo del neonato predellino furono

eletti 276 deputati e 144 senatori. Lasciamo da parte la considerazione, peraltro non secondaria, che oggi i gruppi del Pdl contano rispettivamente 210 iscritti a Montecitorio e 127 a palazzo Madama: infatti, fra i trasmigrati in altri lidi ve ne sono alcuni che si considerano o sono considerati ancora organici al partito. Quanti di quegli originari 420 par-lamentari sono oggi certi della riconferma?A essere abbondanti, si potrebbe dire un ter-zo. Ma forse sono molto meno numerosi i par-lamentari seguaci del Cav che, in cuor loro, se ne stanno del tutto sicuri o, insomma, ragio-nevolmente e presuntivamente sicuri. Gli altri o sono incerti o dubitano molto o sono sicuri, sì, ma della mancata ricandidatura (o, in ogni modo, di non riconquista-re la poltrona). Di qui il clima d’incertezza, per non dire di sbando, che domina nei due gruppi parlamentari. Un tempo, bastava esse-re nella manica del Cav. Oggi, ci si rende conto che la sconfitta elettorale (data per certa nelle condizioni odierne) toglierebbe un esorbitante numero di posti. Non solo: anche a collocarsi fra i ben visti da Silvio Berlusconi, la vicinanza al Cav po-

trebbe non servire a molto, vuoi perché ricorrenti sono le voci di una lista berlusconiana in senso stretto, innovativa quanto a nomi proposti, vuoi perché c’è l’incognita del sistema elettorale. Se dalla nomina si tornasse all’elezione, aumenterebbero le difficoltà, perché gli eventuali collegi sicuri sarebbero limitati e verosimilmente già assegnati.La ricerca di una via d’uscita personale sta quindi all’origine di molte fra le proposte estemporanee che emergono in questi giorni. Molti parlamentari studia-

no non già quale sia la strada migliore per mette-re insieme i cocci degli elettori non di sinistra, bensì per parare il posteriore proprio. Questa ricerca di salvezza personale spiega altresì la facilità con la quale si postulano liste e lista-relle varie. Chi oggi, nella graduatoria di un grande gruppo parlamentare, è collocato oltre

la metà e quindi patisce la strizza per il pro-prio avvenire, pensa che in una piccola

formazione potrebbe essere, se non il numero uno o due, almeno il nu-mero cinque o sei, e sperare quindi

di farcela. Basterebbe guardare alla quantità industriale di si-

gle che contraddistinguono le componenti dei gruppi misti o ingolfano altri gruppi (Popolo e terri-torio alla Camera, Udc e Coesione nazionale al

Senato) per capire che le ambizioni di riproporsi agli

elettori schierati in un movimento purchessia, ma capace di fare qualche eletto, sono esorbitanti.

©Riproduzione riservata

DA QUI IL PANICO DA MANCATA RICONFERMA DIFFUSO IN PARLAMENTO

Dei 420 parlamentari eletti col Pdlne sarebbe rieletto solo un terzo

Vignetta di Claudio Cadei

Anna Maria Cancellieri

Silvio Berlusconi

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5Giovedì 7 Giugno 2012Giovedì 7 GiugP R I M O P I A N O

Il sindaco di Salerno: in Campania sono senza dignità, pronti a vendersi l’anima per il potere

Il Pd è in mano ai pezzentiDe Luca contro Bersani e la classe dirigente del partito

DI EMILIO GIOVENTÙ

La diplomazia non è la sua virtù. Ammette. Dire le cose in faccia gli riesce mol-to meglio. La verità è che se

vai cercando un pensiero critico sul Pd con Vincenzo De Luca, sindaco ormai storico di Salerno, vai sul sicuro.

Domanda. Sindaco, lei va dicendo che il Pd è un partito inutile, citazione liberamen-te tratta dall’incontro con il suo collega fi orentino, Matteo Renzi.

Risposta. Ribadisco il mio punto di vista che è quello di un amministratore che non ha visto alcuna decisione concreta se non ulteriori e drammatici colpi alle autonomie. In questo momento, nella indifferenza generale, i tra-sferimenti ai comuni sono tagliati dell’80%. Nella prima rata trime-strale abbiamo avuto un taglio del 30%, nella rata trimestrale arri-vata questa settimana abbiamo avuto un taglio del 50%. Tradotto vuol dire che le risorse che lo sta-to deve trasferire ai comuni nei primi sei mesi sono state taglia-te dell’80%. I comuni non sono in condizione di poter pagare la cor-rente elettrica e i telefoni. Questo si traduce nell’impossibilità dei servi essenziali, nell’imbarbari-mento dei nostri territori oltre

che nel fallimento dei comuni Lei pensa che un dato di questa drammaticità possa rimanere del tutto sconosciuto e privo di una iniziativa incalzante, ultimativa, da parte di un partito che, inve-ce, dovrebbe essere legato allo sviluppo della vita democratica e dei territori? È immaginabile che un partito che abbia un mi-nimo di serietà di fronte a questo dato non dica nulla e non ne sia neanche consapevole? Ecco cosa intendo quando dico che questo è un partito inutile. Se un par-tito non riesce a essere utile di fronte a un fatto di una portata drammatica e immensa sulla vita delle famiglie io credo che abbia certifi cato uffi cialmente la sua inutilità.

D. Lei dà la colpa di tutto ciò alla mancanza di leader-ship nel partito.

R. La causa principale è che non c’è gruppo dirigente. Si è cre-ato un insieme di anime morte che non ha alcuna connessione né con la vita né con i territori. Io credo che non si possa salvare più del 10% del gruppo dirigente nazionale, il restante 90% prima lo si liquida meglio è.

D. In questo 90% c’è anche il segretario Pier Luigi Ber-sani?

R. Io ho stima per Bersani, ma non credo che possa fare il

segretario, organizzando come un vigile il traffi co delle correnti di partito, né credo che possa con-sentirsi il lusso di una segreteria assolutamente improbabile e sconcertante per la mancanza di autorevolezza. In un partito serio il responsabile de-gli enti locali è un dirigente di peso. Il responsabile dell’organizza-zione non man-da il segretario del partito a fare fi guracce a Paler-mo. Il segretario di organizzazione e quello degli enti locali insieme non portano il partito in Sicilia ad as-sumere una posi-zione da pezzenti della politica che per gestire un po’ di potere si vendono l’anima. In Campania abbiamo tentazioni analoghe.

D. Ecco appunto, parliamo della Campania, qui il Pd sta messo peggio che altrove?

R. In Campania, dicevo, ci sono tentazioni dei consiglieri regiona-li del partito di fare anche qui i pezzenti della politica perché non ce la fanno a stare all’opposizione per più di due anni. In Campania abbiamo un partito quasi privo di

direzione politica perché abbiamo un segretario regionale che si pre-occupa di dove deve candidarsi e non, invece, di fare il suo dovere. In queste condizioni non si dirige un partito.

D. De Luca, gira e rigira, lei dice di sti-marlo, ma con Bersani ce l’ha proprio.

R. Dico solo che il partito non esiste, così come non esiste un partito nel quale il responsabile economico (Ste-fano Fassina, ndr) non è né un dirigente né un politico, ma un professore di vio-lino. Ci vuole un dirigente politico

che sappia che cosa è il territorio e che cosa sono i cristiani in carne e ossa e che risponde ai proble-mi reali. Nei paesi anglosassoni, ma anche in Francia, la scuola di formazione dei dirigenti sono i territori, i comuni. Qui niente. Qui regna totale separazione e to-tale autoreferenzialità del gruppo dirigente. Qui abbiamo qualcosa di più, abbiamo un responsabile economico che quando parla ci perdere 10mila voti a botta.

D. Ritorniamo in Campa-nia.

R. Qui c’è una palude nella quale si sta affondando allegra-mente. Voglio chiarire, rispetto al Pd in Campania, che non presterò mai più il mio volto a un partito privo di dignità.

D. Addirittura sindaco!R. Ricordo soltanto che due

anni avevamo perduto il rispet-to della gente. In Campania e a Napoli in particolare era diffi cile perfi no aprire bocca. Io ho portato 200mila voti, il distacco più am-pio che abbia mai avuto un can-didato alle regionali rispetto alla sua coalizione, 200mila martiri che chiudendo gli occhi e il naso di fronte al disastro del centrosi-nistra campano hanno compiuto un atto di fi ducia. Da allora non è successo niente. Abbiamo indegni che si ritrovano nelle istituzioni e sono pronti a vendersi al miglior offerente senza che la direzione politica nazionale faccia sentire un sospiro. Non è tollerabile. E per quel che mi riguarda non lo tollererò.

D. In questa palude torna ad agitarsi Antonio Bassoli-no. Che ne dice?

R. Ho imparato che non c’è limite alla pulsione suicida di questo partito. E anche all’inde-cenza.

© Riproduzione riservata

DI ALESSANDRA RICCIARDI

Massimo Garavaglia, senatore, vi-cepresidente della commissione bilancio, leghista. É uno degli esponenti del Carroccio più sti-

mati, anche dagli avversari politici. In trin-cea sulla spending review, che è giunta alle battute finali a Palazzo Madama, Garavaglia ha le idee chiare sulla crisi. «La Germania deve uscire dall’area euro, è economicamente insostenibile per tutti gli altri paesi». Comun-que Monti ha sbagliato la manovra, «invece di mettere nuove tasse, potrebbe trovare20mi-liardi facili facili nella sanità». E, a proposito di tasse, «l’Imu va pagata, anche se ingiusta sulla prima casa e insopportabile sulla secon-da e sulle imprese».

Domanda. Le stime del Tesoro indica-no meno entrate rispetto alle previsioni, mancano 3,5 miliardi: rischia di saltare il rinvio dell’aumento dell’Iva.

Risposta. Non mi pare il danno peggiore, del resto non si trattava di sterilizzare l’au-mento ma solo di rinviarlo da ottobre a gen-naio. Una presa in giro. Il problema grosso è che Monti ha sbagliato tutta la manovra. I conti non tornano.

D. Quali conti?R. Le entrate registrano un aumento di

45 miliardi di euro, le uscite di 10, dovreb-be esserci un miglioramento del saldo di 35 miliardi. Ma il terremoto in Emilia costerà 5 miliardi, a voler essere ottimistici. Gli esodati,

altri 10 miliardi. Poi ci sono gli interessi. Tra l’altro, ricordo che nella stesura del bilancio i calcoli sono stati effettuati con lo spread a 200, ma è stabilmente sopra 400. Questo vuol dire altri 10 miliardi. E poi ci sono le mancate entrate, è ovvio che se aumentano le tasse, le attività chiudono con maggiore facilità, la gente compra meno. A fi ne anno si arriverà alla somma di 10 miliardi. Ecco che ci siamo mangiati i 35 miliardi di maggiori entrate.

D. E in tutto ciò, che contributo darà la spending review?

R. Risibile. Forse tireremo fuori i 4 miliardi

promessi, ma non bastano. Mentre si trova-no 20 miliardi facili facili applicando i costi standard nella sanità. Non parlo della perfe-zione della Lombardia, ma del costo standard sperimentazione a 20 milioni italiani nelle regioni del Nord e nella Toscana: 1800 euro a cittadino. E hanno servizi migliori che al Sud. Basterebbe questo per scovare 20 mi-liardi senza mettere nuove tasse sui cittadini e mandare il paese sul lastrico. Agendo sulle uscite e non più sulle entrate.

D. Se fosse così facile, l’avrebbero fat-to. O no?

R. Non si agisce su quel fronte un po’ per non dare ragione a noi della Lega e poi perché eliminare gli sprechi signifi cherebbe elimina-re tutti i privilegi e le opacità.

D. C’è chi prospetta della necessità di un piano B per evitare che l’Italia esca dall’euro.

R. Il problema è la Germania, è la Germa-nia che deve uscire dalla zona euro, è econo-micamente insostenibile per tutti, non solo per Grecia, Portogallo o Italia. Monti deve spingere per una soluzione europea che ri-solveva i problemi di tutti i paesi,

D. Proponente sempre di non pagare l’Imu come azione di protesta?

R. Non pagare l’Imu non è serio, ma certo si tratta di una tassa ingiusta sulla prima casa e insostenibile per le seconde e le attività com-merciali. E accadrà che molti cittadini non la pagheranno perché non potranno farlo.

©Riproduzione riservata

Massimo Garavaglia: Monti ha sbagliato la manovra, 20 miliardi subito dalla sanità

La Germania fuori dall’area euroL’Imu? Va pagata, parola di leghista

Vincenzo De Luca

Massimo Garavaglia

di Pierre de Nolac

Il Pd sceglieil dermatologo Soroper l’AgCom.

Giusto: è un’authority che tratta temi pruriginosi.

* * *

Authority: Di Pietro,«i curricula sono stati usati come cartada cesso».

Sono cose che dice quanto gli bocciano il candidato.

* * *

Fini: «Ho cinqueproposte choc,destinate a spaccare».

Peggio del terremoto?

* * *

Beppe Grillo: «Montiè come Andreotti».

Non poteva fare un compli-mento migliore al premier.

* * *

Bersani: «Ha ragione Obama a dire che tocca all’Europa fare un passo».

Sì, per cadere nel burrone.

PILLOLE

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6 Giovedì 7 Giugno 2012 P R I M O P I A N O

Lo ha detto a un gruppo di universitari milanesi l’ex ministro dell’economia, Giulio Tremonti

La finanza è più forte degli StatiMa l’industria manifatturiera italiana può resistere alla crisi

DI GOFFREDO PISTELLI

«Possiamo resistere alla crisi grazie alla nostra industria ma-nifatturiera e al no-

stro risparmio: solo che quando lo dicevo io ero un ottimista, ora che lo dice il professor Mario Monti, è oggettivo». È un Giulio Tre-monti scoppiettante quello che l’altro ieri ha tenuto una lezione sulla crisi a oltre un centinaio di studenti-eccellenti del Collegio di Milano, una piccola Normale meneghina. L’ex-superministro dell’Economia, abbandonata di fatto la politica politicata (pur rimanendo deputato), si diverte come un matto a scandalizzare i borghesi con le sue irriverenti analisi sulla crisi e sulle sue cau-se. Lo ha fatto anche ieri offrendo i giudizi e le idee raccolte nel suo ultimo libro, Uscita di sicurezza (Rizzoli). Lezione appassionata terminata con una dotta citazio-ne dal Giulio Cesare di Shakespe-are: «La colpa, caro Bruto, non è nelle stelle, ma in noi stessi, se siamo schiavi». Vale a dire con l’invito a non essere schiavi del-le logiche che governano questo mondo: in cui le nazioni e i popoli contano sempre meno, e dove «la finanza sta sopra gli Stati». Toni vagamente socialisti che stavano sepolti da qualche parte del suo animo da quando, negli anni ‘80, faceva parte dei Reviglio boys, gli allievi dell’economista Franco, che Bettino Craxi volle al mini-stero delle Finanze.

Una lezione appassionata, ini-ziata proprio dall’obiezione che gli è stata rivolta a più riprese nell’ultimo periodo: e cioè perché non avesse lui, Tremonti, prota-gonista della vita politica degli ul-timi tre lustri, fatto qualcosa per impedire la crisi, avendone intu-ite le ragioni. «La stessa doman-da potrebbe essere rivolta con lo stesso fondamento al presidente Barak Obama», ha controdedotto, citando le lettere, i documenti, gli atti uffi ciali in cui aveva messo nero su bianco i rischi e i pericoli di una crisi «largamente peggiore di quella del 1929». A cominciare proprio da questo esatto vaticinio che fece nel novembre 2006, ovve-ro due anni prima della crisi dei mutui «subprime», e addirittura dalle colonne del Corsera. Così come, nei giorni in cui Lehmann brothers saltava, lui, Tremonti, scriveva a Christine Lagarde, ministro europeo delle fi nanze di turno, una ricetta sintetica che prevedeva una via d’uscita rapi-da anche se non certo indolore: riscrittura delle regole fi nanzia-rie e contabili, uscita dalle borse dei titoli bancari per strapparli alle oscillazioni, pool di fondi ov-vero eurobond, e attacco deciso della speculazione. Una misura, quest’ultima, che ora è diventa-ta, papale papale, «bloccare la fi nanza derivata», come ha detto agli studenti, mostrando grafi ci terrifi canti in cui la curva del Pil mondiale, fra la metà degli anni ‘80 e dei ’10 del nuovo millennio,

viene inesorabilmente superata e poi distanziata da quella im-petuosa degli swap. Basta poi mostrare anche solo un pezzo del folle algoritmo di un tipico contratto derivato, un orribile geroglifi co di svariate righe, per conquistare l’uditorio. A segui-re una critica montante e serrata alla globalizza-zione ma soprattutto alla tempistica scel-lerata con cui è stata introdotta, secondo i furori «di un’ideo-logia mercatista»: «Dagli accordi Gatt nel 1984 alla nascita dell’Organizzazione mondiale del commer-cio, nel 1995, all’en-trata della Cina, nel 2001, e poi de-

gli altri Paesi asiatici, passano pochissimi anni». E ha concluso con un excursus economico-politi-co che parte dalla Ricchezza delle nazioni di Adam Smith, «delle na-zioni appunto, non delle banche», passando per il Capitale di Karl Marx, e arrivando alla Caritas in

veritate di Benedetto XVI, «si può avere fede o non

averla ma rimane un documento fonda-mentale per capire questa crisi».

Ma è sulle doman-de degli studenti che è venuto fuori

il Tremonti miglio-re. «Lo sviluppo non si fa per decreto», ha ricordato con ri-ferimento alla situa-

zione italiana mentre, sollecitato, a dire

la sua sul Mez-zogiorno ha spiegato

che «l’Italia è un Paese duale, ciò che si può fare al Nord non va bene per il Sud». Nel Meridio-ne, ha detto, «ci vuole più Stato» come, per esempio, finirla con «le opere a gara, che diventano preda della burocrazia infi nita o della malavita e operare diretta-mente, come si faceva con l’Iri», e dove rilancerebbe la sua Banca del Mezzogiorno. Per l’Italia nel suo complesso, ha spiegato, il problema «è la struttura giuridi-ca, che rende impossibile ogni cosa», rivendicano la proposta

di modifi ca costituzionale che «permetteva tutto ciò che non fosse espressamente vietato». A documentazione dell’ingessatu-ra legislativa che ci blocca ha citato il caso dell’Ikea, venuta a produrre in Veneto, e della Bri-tish Petroleum, fuggita da Brin-disi, dove dopo 10 anni di iter amministrativi non è riuscita a costruire un rigassifi catore: «È il segno che la nostra struttura produttiva funziona, quella giu-ridica no».

© Riproduzione riservata

«Si autorizza l’attività di rinvenimento brioches»: questa scritta campeggia nel documento di «Integrazione di au-torizzazione sanitaria» esposto in bella vista, quasi con legittimo orgoglio, in un bar di Piazza Lima, a Milano, e chissà in quanti altri simili, dove in mancanza di un’autoriz-zazione generale a vendere «cibi cotti» o fare «tavola calda», ma in presenza di una semplice licenza da «tavola fredda» (niente a che fare con l’obitorio, a dispetto dell’assonanza) la burocrazia commerciale prevede l’obbligo surreale di autorizzare esplicitamente quella banalissima operazione che consiste nel fi ccare le brioches congelate in un fornetto che le scaldi e le faccia lievitare. Ecco, questa Italia che fa «rinvenire le brioches» sta facendo svenire l’economia. Caro premier Monti, nel suo decreto «semplifi ca Italia», perchè non avete compreso le povere brioches? E i baristi che de-vono chiedere, e pagare, un’autorizzazione ad hoc?

Rinvenendo le briochesi ammazza l’economia

DI MAURO MELLINI

Un comico più che mediocre, pare sia diventato un leader politico. Così pare. È invece purtroppo assolutamente certo che qual-

che leader politico è divenuto comico. Lasciamo perdere di quale livello. Ma, se proprio è necessario questa qualificazio-ne, direi comico d’avanspettacolo di peri-feria, da festa patronale.

Non parlo di Giuliano Ferrara che si «traveste» da comico. Ognuno ha diritto ai trastulli che più gli aggradano, anche de-cisamente al di fuori della sfera della pri-vacy. Parlo delle evoluzioni che sembrano inarrestabili di altri personaggi, che tra-volgono nella comicità triste, affi orante o prorompente nella loro personalità, forze politiche, speranze, interessi di un Paese. Silvio Berlusconi per anni è stato oggetto di una campagna mediatico-giudiziaria con il fi ne pressoché dichiarato di ridico-lizzarlo e di neutralizzare quel tanto di buono che rischiava di produrre nella sua azione di governo. Non è divenuto, tutta-via, malgrado certe sue spiccate tendenze, un personaggio comico fi nché è rimasto a Palazzo Chigi. Oggi possiamo dire che proprio l’accanimento nei suoi confronti di centinaia di magistrati, di diecine di personaggi televisivi, di migliaia di pen-nivendoli del coro gli ha consentito di ri-manere una fi gura tutto sommato dram-matica e quindi, suo malgrado, seria.

La comicità sembra averlo sopraffatto

quando ha lasciato il Governo. Ha grida-to, e per lui, hanno gridato i suoi, quelli che hanno il compito di gridare, che biso-gnava tornare alle urne. Poi è diventato sostenitore del «Governo dei Tecnici», at-teggiandosi a Leader della maggioranza di questo governo. Ha scoperto la bellezza dell’abbraccio col Pd e dell’«unità nazio-nale», ha voltato le spalle alla Lega, poi ha invocato la sua alleanza sperando di poterla «lavorare ai fi anchi» alimentando la campagna contro il «marciume» della «gestione famigliare». Ha agitato il fantasma della disgregazione dell’antipo-litica, del Beppegrillismo, ma ha ritenuto che potesse rappresentare un vero peri-colo solo per il Pd. Ha chia-mato i suoi alla riscossa stretti attorno al suo quasi successore, Angelino Alfa-no, presentandolo come un autentico Superman della politica, quando tutto lo indicava come un medio-cre burocrate con un’orizzonte legato al suo provincialismo d’origine, senza però la capacità ed il gusto del potere, che im-perava là dove si è formato. Nel cercar di mettere in piedi una forza politica capace di opposizione e di ricominciare da capo, non ha fatto nemmeno le scelte che, per la formazione del suo ultimo governo, lo ave-vano portato a valersi abbondantemente

di criteri estetici, nella convinzione che dessero un’impressione di giovinezza e di novità. Quella novità che non è riuscito a trovare e che non ha neppur cercato per l’esercizio delle funzioni di governo.

È andato alla prova delle elezioni am-ministrative, importanti perché erano le prime dopo la fine del suo governo, assolutamente allo sbando. Cercando di «mettere il cappello» su qualche lista

civica e su un po’ di «anti-politica» ed un po’ di paura della disgregazione dell’an-tipolitica. Dopo il disastro elettorale, i suoi giornali inneggiano al «beppegris-silismo» invitando il Popolo della Libertà, o quel tanto di esso che di esso si pre-tende esista ancora, a met-tersi a fare concorrenza a Beppe Grillo, giurando che già l’elettorato Pdl ha vota-to per questo nuovo grande teorico della politica-anti-politica. Direte che in tutto ciò c’è ben poco di comico.

È un inseguire affannoso delle apparenze dei sondaggi di opinione (nella migliore delle interpetrazioni). D’accordo. Ho par-lato di politici che diventano dei comici. Non che trovano la comicità. Non c’è nulla di più malinconico e di meno comico di un preteso comico che non riesce a far ridere nessuno. Non c’è proprio da ridere.

© Riproduzione riservata

È QUESTA LA PIEGA CHE HANNO PRESO I LEADER POLITICI NEL PANICO

Non c’è nulla di più tristedi un comico che non fa ridere

Giulio Tremonti

Beppe Grillo

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7Giovedì 7 Giugno 2012Giovedì 7 GiugP R I M O P I A N O

Perché sono strumenti patologici che si sono diffusi in tutto il mondo come una metastasi

Adesso bisogna vietare i derivatiPer ogni dollaro vero ci sono in circolo 9 dollari «falsi»

DI PIERPAOLO ALBRICCI

L’origine della crisi eco-nomica ha un nome: derivati fi nanziari. Nel mondo, per ogni dolla-

ro vero, circolano 9 dollari di de-rivati. Dollari veri contro dollari falsi: il problema è tutto qui. E i poteri forti, quelli che si sono ar-ricchiti con i dollari falsi, stanno solo cercando di usare la crisi economica, provocata in origine dai derivati Usa, per scaricare sui contribuenti-sudditi il costo dello smaltimento dei titoli tos-sici. E farla franca. Sono ladri di ricchezza dei popoli, e vanno fermati.

I derivati sono titoli fi nanzia-ri che si basano su scommesse rivolte al futuro. Niente a che fare con i titoli trattati in Bor-sa. Dietro a una comune azione c’è una realtà concreta, un’impresa, una fabbrica di prodotti. Dietro un derivato, invece, c’è per lo più una scommessa sull’andamento futuro di un indice. Un’astrazione pura. Secon-do i calcoli più recenti, nel mondo per ogni dollaro di moneta vera ci sono 9 dollari falsi (derivati). Si tratta, dunque, di denaro falso coniato dalle banche, senza alcuna limitazione da parte delle autorità. I derivati si sono rivelati titoli tossici: l’abuso ha avve-lenato le banche, e ne sta provocando il collasso, con l’inevitabile paralisi

dell’economia reale mondiale.Per fermare la crisi, e poi tentare

di uscirne, il primo passo dovrebbe essere quello di vietare la produzio-ne ulteriore di moneta falsa da parte delle banche. E un governo degno di questo nome dovrebbe stabilire con una legge di poche righe che è vietato d’ora in poi emettere titoli fi nanziari che non siano espressione di attività economiche reali, e da tali attività garantiti. Quanto ai derivati in cir-colazione, di cui nessuno conosce il vero ammontare (il rapporto 1 a 9 è

probabilmente una sottostima), se ne dovrebbe vietare l’ulterio-re circolazione tra le banche, e tra le banche e altri soggetti (governi, imprese, enti locali), imporre un censimento severo per stabilirne la vera entità, e varare un piano pluriennale di smaltimento a carico di chi li ha emessi, e non della collettività.

Questo dovrebbe fare un go-verno degno di questo nome. Do-vrebbe farlo il governo Usa, ma non lo fa: anzi la corsa alla Casa Bianca è tra un candidato che si è arricchito con i derivati e si oppone a qualsiasi regolamenta-zione della materia (Romney), e un presidente uscente che non ha saputo dominare il mostro. Dovrebbe farlo un governo euro-peo, se ci fosse, invece di predi-care l’austerità e suggerire solo tasse. Dovrebbe farlo anche un

governo nazionale italiano, a pat-to che non fosse espressione delle banche e del Bilderberg Club (che nella sua ultima riunione ha messo un miliardo di dollari a disposizione di Romney per vincere le elezioni e impedire la regolamentazione dei derivati).

Purtroppo non lo fa nessuno per-ché pochi, anche per la diffusa igno-ranza del problema, hanno capito che questa è la vera posta in gioco nel mondo, oggi.

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DI DIEGO GABUTTI

A conclusione d’un saggio del 1950, Note sur la suppres-sion générale des parties politiques, tradotto da Ca-

stelvecchi come Manifesto per la sop-pressione dei partiti politici, pp. 80, € 6,00, Simone Weil scriveva che «qua-si ovunque l’operazione di prendere partito, di prendere posizione pro o contro, si è sostituita all’operazione del pensiero. Si tratta d’una lebbra che ha avuto origine negli ambien-ti politici, e si è espansa, attraverso tutto il Paese, alla quasi totalità del pensiero. Non è certo che sia possibi-le rimediare a questa lebbra, che ci sta uccidendo, senza cominciare dalla soppressione dei partiti politici».

Non era un’opinione dettata soltan-to dall’esistenza dei partiti terroristi-ci di massa (il partito fascista, quello hitleriano, il partito comunista) che avevano infestato con guerre civili (e universali) gli ultimi trent’anni di vita europea.

Erano i partiti in sé, non tanto l’idea politica che li sorreggeva (i par-titi, pensava Simone Weil, non hanno alcuna idea, specie politica) quanto i propositi di dominio che li animava-no, più o meno morbidi che fossero, a dettare le sue parole d’allarme: «La democrazia, il potere della maggio-ranza non sono un bene. Sono mezzi in vista del bene, stimati effi caci a torto o a ragione. Se la Repubblica di Weimar, al posto di Hitler, avesse

deciso, per vie più rigorosa-mente parlamentari e lega-li, di mettere gli ebrei nei campi di concentramento e di torturarli con metodi raf-fi nati fi no alla morte, le tor-ture non avrebbero avuto un atomo di legittimità in più di quanta ne abbiano adesso.

E un tale fatto non è in alcun modo inconcepibile». Se «il temperamento rivo-luzionario porta a concepire la totalità, il temperamento piccolo-borghese porta a con-vivere con l’immagine di un progresso lento, continuo e illimitato. Ma nei due casi la crescita materiale del partito diviene l’unico crite-rio rispetto al quale si defi -niscono in ogni cosa il bene e il male. Esattamente come se il partito fosse un anima-le all’ingrasso, e l’Universo fosse stato creato per farlo ingrassare». Chissà allora, scrive ancora Simone Weil, «quante volte, in Germania, nel 1932, un comunista e un nazista, parlando per la strada, devono essere stati colti da vertigini mentali constatando che erano d’accordo su ogni punto!»

Sguardo lungo, nessun compromes-so intellettuale, Simone Weil anticipa di qualche decennio il cattivo pensie-ro che oggi è nell’aria, l’idea cioè che la tradizione partitica europea, iden-

titaria, settaria, spesso delirante, non è soltanto un peso per le economie e una fonte perenne di corruzione, ma ha anche «contaminato l’intera vita mentale della nostra epoca. (…) S’ammette che lo spirito di partito ac-ceca, che rende sordi alla giustizia, che spinge anche le persone oneste

all’accanimento più crudele con-tro gli innocenti. Lo si ammette, ma non si pensa a sopprimere gli organismi che fabbricano un tale spirito. Ciononostante, si vieta-no gli stupefacenti».

Così come non c’è da spettarsi nulla dall’antipolitica, che nella sua passione divorante per il po-tere sub specie trasformazione del mondo somiglia alla politica da cui prende le distanze e ren-de alle nazioni lo stesso servizio, non c’è da sperare nemmeno ne-gli antipartiti, nei partiti nega-tivi, nelle leghe, nei movimenti che raccolgono famelicamente consensi elettorali. Beppe Gril-lo non ci salverà da Pier Luigi Bersani o dalla Buonanima.

Nella migliore delle ipotesi, ne prenderà il posto, perchè «i partiti», esattamente come gli antipartiti, «sono un meravi-glioso meccanismo in virtù del quale non uno spirito dedica la sua attenzione allo sforzo di di-scernere, negli affari pubblici, il bene, la giustizia, la verità.

Ne risulta che, eccezion fatta per un piccolo numero di coin-

cidenze fortuite, vengono decise e intraprese solo misure contrarie al bene pubblico, alla giustizia e alla verità. Se si affi dasse al diavolo l’or-ganizzazione della vita pubblica, non saprebbe immaginare nulla di più in-gegnoso».

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ERANO I PARTITI IN SÉ, NON TANTO LE LORO IDEE, CHE SUSCITAVANO L’ALLARME DELLA PENSATRICE

Simone Weil auspicava la soppressione dei partiti politici

Simone Weil

DI PUCCIO D’ANIELLO

Festa per i cento anni del gruppo Astaldi, all’Au-ditorium di Roma. Presenti tutti i big del mondo delle costruzioni per assistere a uno straordinario show di Fiorello, che ha deliziato così il pubblico di vip, parlando della crisi: “Quello di stasera è il primo show che mi pagano, quest’anno”.

* * *

Lunedì prossimo tre illustrazioni di Lorenzo Terranera verranno battute all’asta dall’ex direttore dell’Unità Concita De Gregorio. L’iniziativa si svolge nell’ambito della mostra “L’Italia di Ballarò” nello Spazio 88 di via dei Cappellari: Terranera ha realizzato più di cento tavole ad acrilico su legno e quattrocento acque-relli in cui è possibile riconoscere le vicende poli-tiche, economiche e sociali che hanno alimenta-to il dibattito nel talk show di RaiTre condotto da Giovanni Floris. L’incasso della serata (ingresso 10.00 €, cena inclusa) sarà devoluto a sostegno delle idee e dei progetti dell’associa-zione “Stentore Corrado Sannucci”: borse di studio per i giovani, manifestazioni sportive, progetti editoriali, concorsi sulla scrittura..

* * *

La teodem Paola Binetti è ricercatissima come presentatrice di libri: e lei non si tira certo in-dietro. Ha partecipato, da protagonista, anche al “battesimo” di “Pnl Medica e Salute: dal corpo all’emotività”, di Claudio Pensieri, pubblicato da Armando Curcio editore.

INDISCREZIONARIO

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8 Giovedì 7 Giugno 2012 P R I M O P I A N O

I due economisti sono troppo intelligenti per proporre soluzioni che funzionino davvero

Giavazzi e Alesina sbagliano le cureCome i medici di Nanni Moretti, prescrivono medicine inutili

DI GUSTAVO PIGA*

A & G (Alesina e Giavazzi, come farei senza di loro?) dicono che sono giorni cruciali per l’euro e che

le infrastrutture non sono la prio-rità dell’Italia: «A un Paese post industriale come l’Italia non ser-vono più infrastrutture fisiche». Non servono infrastrutture fi si-che a un paese post-industriale come l’Italia? Non so quanto pos-siamo chiamarci post-industriali con un manifatturiero al 25% con la Francia al 18%, il Regno Unito al 21, gli Stati Uniti al 22, secondi solo alla Germania che ha il 28%. Se Obama spende e spande per le infrastrutture con convinzio-ne, se non lo facciamo deve essere per un altro motivo che l’essere post-industriali. Forse ne abbia-mo troppe, di infrastrutture? Da-niele Franco della Banca d’Italia suggerisce il contrario e ricorda come il problema non sia quan-te infrastrutture abbiamo (anzi, ne abbiamo troppo poche) ma lo spreco che sosteniamo rispetto agli altri partner nello spende-re troppo per esse, ottenendone troppo poche. «Purtroppo non è ubriacandoci di asfalto e traver-se ferroviarie che il Paese rico-mincerà a crescere». Servono, secondo A&G, riforme. Ma certo facciamole le riforme, assoluta-

mente. Per esempio una buona riforma dell’università, su cui concordo. Salveremo l’euro con una buona riforma dell’univer-sità? Crescerà il Pil del 2012, 2013, 2014, 2015 con una buona riforma dell’Università? Crolle-ranno gli spread con una buona riforma dell’università? Ma dai. Altro che ubriacarsi di asfalto. Qui si muore di sete, c’è bisogno di acqua! Altro che vino, di buona o cattiva e qualità. C’è bisogno di acqua, così basica, essenziale: sono le tantissime manutenzioni, e non i nuovi progetti, di cui han-no bisogno cittadini e imprese e che aiutano l’occupazione, spe-cie delle persone più a rischio disoccupazione, quelle con meno istruzione e che più facilmente sarebbero chiamati dalle imprese a lavorare negli appalti. Di? Di ri-

costruzione di ospedali, territorio (effetti sisma compresi), patrimo-nio culturale, scuole da mettere in sicurezza! Nanni Moretti ci dice che «i medici sanno parlare però non sanno ascoltare» e rac-conta «di essere stato circondato da medicine inutili prese in un anno». Forse ci ricorda qualche economista-medico di cui non c’è più tanta voglia di sentire la pa-rola perché non sanno ascoltare il lamento portentoso che pro-viene dal territorio e dal Paese? Solo questa spesa pubblica, oltre a essere essenziale per tenere in buona salute il corpo del nostro Paese – come dice Nanni Moret-ti – e dell’euro nel lungo perio-do, ci disseta e ci fa sopravvivere oggi, al nostro paese ed all’euro. Dateci una fontana.

*da Blitz quotidiano

DI SEBASTIANO LUCIANI

Alberto Alesina e Francesco Giavazzi: due professori di fama internazionale che riescono a parlare malissimo di un ministro, Corrado Passera, senza mai nominarlo. Leggendo il testo della coppia universitaria pubblicato sulla prima pagina del Corriere della Sera si può notare un attacco ad alzo zero la politica di investimenti pari a cento miliardi di euro progettata dall’ex banchiere, in un fondo che cela all’attenzione del grande pub-blico l’autore, ovvero Passera. I prof dileggiano senza pietà le idee del titolare del ministero di porta Pia: «A un paese post industriale come l’Italia non servono più infrastrutture fi siche». Per lanciare poi un attacco pesantissimo anche alle ambizioni di far carriera nei palazzi del potere romana da parte del tecnico Passera: «Quando i politici progettano infrastrutture lo fanno perché non sanno che cosa altro fare, bloccati dai mille vincoli che impediscono le vere riforme. Più facile costruire strade e ferrovie aumentando le tasse, che fare quelle riforme a costo zero che però toccano lobby potenti. Purtroppo non è ubria-candoci di asfalto e traverse ferroviarie che il paese ricomincia a crescere. Senza contare che con tassi sul debito pubblico al 6% non è un buon momento per indebitarsi». Infi ne, una stoc-cata per gli amanti delle vacanze a Capalbio e dintorni, con la scusa di prendere per il collo Passera: «Che benefi cio arreca a un’impresa risparmiare mezz’ora fra Civitavecchia e Grosseto se poi deve attendere dieci anni per la risoluzione di una causa civile, due per sapere da un giudice se dovrà reintegrare sul posto di lavoro un dipendente che aveva licenziato, oltre un anno per essere pagata da un’amministrazione pubblica»? An-che quest’ultima nota pare dedicata a Passera, che propugna un veloce pagamento dei debiti da parte dello stato.

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E parlano male di Passera senza mai farne il nome

Il premio Masi va soloagli aderenti all’associazione

Con riferimento all’articolo di ItaliaOggi di ieri dal tito-lo: «Squinzi si da un premio dà solo» mi preme sottoline-are che il titolo paventa un intervento nepotistico che non sussiste. Il Premio Oscar Masi viene infatti attribuito ogni anno, dal 1984, ad un socio dell’Associazione. E ovvio quindi che quest’ultimo sia conferito ad un prodotto della ricerca di un’azienda che fa parte dell’Associazione Italiana per la Ricerca Industriale. Il premio viene assegnato da una giuria, ritengo eminente e al di sopra delle parti. L’ambito indu-striale nel quale individuare la ricerca da premiare viene identifi cato un anno prima della premiazione. Il Premio 2011 è stato dedicato all’innovazione nella chimica. La decisione di premiare Vinavil è stata presa lo scorso marzo. Vinavil è stata premiata il 15 maggio. Ricordo, infi ne, solo per citare i casi più noti, che in passato Airi ha premiato il socio Fiat per la ricerca Twin Air o Pirelli per un innovativo sistema fl essibile di produzione dei pneumatici di alta gamma.

professor Renato UgoPresidente Airi- Milano

Quel naso tappatodi Roberto Formigoni

Ho visto una foto del presidente della Regione Lombar-dia, Formigoni, immortalato in un fantozziano tuffo in piedi, con il naso scrupolosamente tappato «à la Montanelli», una nuova plastica e perfetta metafora del suo rapporto con la «politica».

Francesco Illuminato - Taormina

LETTERA

Alberto Alesina

Esopo era uno schiavo, brutto, gobbo, ladro (fu giustiziato), però capiva gli uomini, al punto di trasformarli in animali da favola per raccontarli. Quali animali avrebbe scel-to per narrare la Grecia d’oggi? Penso tre: pecore (i greci), lupi (G8-FMI-FR-BCE-WS-G&S-JPM), avvoltoio (Kenneth Dart). Due sono noti, chi è Dart? Suo nonno inventa le targhette-riconoscimento dei soldati ame-ricani, suo padre crea il colosso Styrofoam (contenitori per alimenti), Dart ricchissimo, finanziatore democrat, si trasferisce in Belize (motivi fiscali), fonda «Dart Management», vulture fund (i fondi avvoltoio sono assolu-tamente legali).La favola. Anni fa, alcuni lupi greci puntano a far entrare i loro pascoli in quelli europei, pur sapendo che non hanno i requisiti mini-mi, incaricano lupi americani di manipolare i dati, i lupi alpha europei si distraggono, approvano. Per alcuni anni, le pecore greche vivono alla grande, lupi tedeschi vendono loro addirittura armamenti, seppur taroccati e inutili: carri armati paralitici, sommergi-bili che non si immergono. Come già fanno le altre pecore europee, anziché pascolare per cibarsi, pretendono di starsene sdraiate nelle stalle, ricevere erba medica, spiluccare. Arriva la Grande Crisi, generata da branchi di famelici lupi alpha anglo-americani: una strage. Curiosamente, non vengono abbattuti, come si usa fare nei paesi civili dopo stragi di animali. Il pascolo greco, come ovvio, è il primo a collassare. I lupi alpha europei impongono alle pecore greche pascoli brulli e un lupo locale come capo gregge, molte si

suicidano. I lupi alpha euro-americani sus-surrano che le greche devono andarsene dal gregge europeo, minacciandole «la vostra lana varrà il 60-70% in meno». Terrorizzate corrono in banca, ritirano la lana colà depo-sitata, la nascondono nell’ovile, s’addossano una all’altra. I lupi alpha si ritrovano nel verde pascolo di Camp David, dichiarano serafici: «le pecore greche restino pure nel gregge, a due condizioni: mangiare meno erba, produrre più latte e agnelli, votare per i lupi alpha».Kenneth Dart, nato lupo costretto a trasfor-marsi in avvoltoio perché espulso dal branco, pochi mesi fa ha fatto incetta di titoli greci emessi alla City di Londra (immuni quindi dal taglio volontario degli interessi imposto da Bruxelles) pagandoli il 70% del valore nominale. Nei giorni scorsi, Atene (costretta al primo coito «default-interruptus») li ha dovuti rimborsare al nominale: plusvalenza per Dart 120 milioni di euro (tutto legale). Un piccolo antipasto dell’abbuffata da 6 mi-liardi del banchetto susseguente al prossimo coito (interruptus-completo)? Sostiene Esopo, «tutti gli animali hanno di-ritto di svolgere il ruolo loro assegnato dalla natura, le pecore facciano le pecore, gli av-voltoi facciano gli avvoltoi, diffidate però dei lupi, sono malvagi». A breve, toccherà alle pecore spagnole (alcune, già nel 1786, presero il nome di merino di Wüttemberger), i lupi alpha saranno gli stessi, sempre più famelici, cambierà il favolista, non più Esopo ma il valenziano Enric Valor.

[email protected]

A CIASCUNO IL SUO

La guerra fra pecore greche, lupi tedeschi ed avvoltoi statunitensi

DI RICCARDO RUGGERI

Francesco Giavazzi

Domani in ufficio, macchina o motorino? VE LO DICE

®

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9Giovedì 7 Giugno 2012Giovedì 7 GiugP R I M O P I A N O

Non c’è soltanto l’Anci per il business delle tasse locali che verrà abbandonato da Equitalia

Riscossione, scoppia la bagarreLegautonomie in campo. Si studia una società con Engineering

DI STEFANO SANSONETTI

Il business fa gola. E la vo-glia di affrontarlo da pro-tagonisti cresce man mano che ci si avvicina al 1° gen-

naio 2013. Data fondamentale, perché a partire dall’anno pros-simo, come peraltro è previsto dalla legge, Equitalia uscirà dal settore della riscossione dei tributi locali, aprendo un mercato che fa gola. A rendersene conto, dopo l’Anci, adesso è Legautonomie, orga-nismo che riunisce circa 2.500 enti locali tra regioni, province, comuni e comunità montane. L’associa-zione, presieduta dal sindaco di Pisa Marco

Filippeschi (Pd), sta valutan-do da qualche giorno l’opportu-nità di trovare una partnership con qualche operatore locale del settore della riscossione per farsi trovare pronta in vista del 2013. Nessuno dalle parti di Legautonomie vuole sbilanciarsi più di tanto, ma secondo quanto risulta a Italia-

Oggi sono già stati attivati contatti

con il gruppo E n g i n e e -ring inge-gneria in-formatica. Q u e s t ’ u l -timo è già att ivo nel settore at-

traverso la c o n t r o l l a t a

E n g i n e e r i n g Tributi, che ha al suo attivo la bel-

lezza di circa 850 comu-ni clienti (tra questi Roma, Mi-

lano, Napo-li, Bologna,

Palermo, Genova). Per questi enti locali, in pratica, Engine-ering Tributi svolge un’attività che va dalla fornitura del siste-ma informativo alle attività di supporto nella liquidazione e riscossione dei tributi locali. Ma in che modo può concre-tizzarsi la collaborazione tra la società e Legautonomie? Il modello dovrebbe grosso modo es-sere quello al quale sta già l a v o r a n d o l’Anci. L’as-soc iaz ione dei comuni, guidata dal s i n d a c o d i Reggio Emi-lia Graziano Delrio (Pd), sta infatti percorren-do la strada dell newco, ovvero di una nuova società di cui l’Anci do-vrebbe man-t e n e r e i l 51% del ca-pitale, met-tendo invece

a gara il restante 49%. Almeno questo è lo schema che era sta-to descritto dal segretario gene-rale dell’associazione, Angelo Rughetti (vedi ItaliaOggi del 5 maggio 2012).

Insomma, lo stesso canovaccio è oggetto di analisi all’interno di Legautonomie, per quello che potrebbe profi larsi come un au-

tentico derby con l’Anci nella riscossione dei tributi loca-

li. Attività che, come det-to, a breve sarà lasciata libera da Equitalia, la società pubblica gui-data da Attilio Be-fera e controllata da Agenzia delle entra-te (51%) e Inps (49%). Del resto Legauto-

nomie non è

completamente a digiuno di gestioni societarie. Per esempio vanta una partecipazione signi-fi cativa all’interno di Leganet, un srl attraverso la quale l’as-sociazione fornisce servizi infor-matici agli enti locali associati. Naturalmente anche il gruppo Engineering avrebbe interesse a stabilire una collaborazione con Legautonomie. I vertici della controllata Engineering Tributi, infatti, sanno bene che per loro sarebbe un grande vantaggio potersi appoggiare a un’organizzazione che raccoglie qualcosa come 2.500 enti locali. E questo fa anche capire come sia fondamentale la ricerca del partner giusto. Anche l’Anci, infatti, avrà bisogno che il 49% della società che ha intenzione di costituire sia acquisito da

un operatore dei tributi locali attivo sul territorio e dotato

di risorse importanti. Lo stesso Rughetti aveva ipo-

tizzato che tra i partner ideali ci potesse esse-re Poste, attraverso la controllata Poste Tributi.

© Riproduzione riservataGraziano DelrioMarco Filippeschi

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10 Giovedì 7 Giugno 2012 P R I M O P I A N O

Terremoto e fuga di notizie fanno cambiare la natura dell’evento in programma a Bologna

Repubblica, niente festa a Saviano Il lancio della lista-partito diventa un concerto di Abbado

DI ANTONIO CALITRI

Il partito di Repubblica, spiazzato dalla fuga di no-tizie sulla lista Saviano e dal terremoto che continua

a far tremare l’Emilia Roma-gna, rinvia il suo debutto. E la «Repubblica delle idee» che doveva essere il pretesto per la discesa in campo, dopo le smentite e le nuove scosse tel-luriche si sta trasformando in una gara di beneficenza. Dove al posto di Eugenio Scalfari e Roberto Saviano, la nuova stella su cui punta l’editore è il maestro Claudio Abbado. Non per la guida del partito/lista al posto dello scrittore di Casal di Principe o di Concita De Gre-gorio, ma per un concerto che ora diventa l’evento dell’evento con la E maiuscola, per aiutare i terremotati. Era stato tutto calcolato nei minimi dettagli. Una festa che da giovedì 14 a domenica 17 giugno, come una festa di partito o una Woodstock grillina ma più chic, doveva ri-empire il centro di Bologna con un centinaio di intellettuali vicini al quotidiano di via Cri-

stoforo Colombo ma soprattutto del suo fondatore Scalfari, da Gustavo Zagrebelsky a Lu-cia Annunziata, da Natalia Aspesi a Michele Serra, solo per citarne qual-cuno. Facendo dimenticare quel Vaffaday che ha dato vita alla scalata politica di Beppe Grillo. E poi, domenica pomeriggio, il direttore del quotidiano Ezio Mauro nel suo assolo in piazza

Maggiore, avrebbe dovuto lan-ciare «Saviano for president». Un’operazione che da ostile al Pd stava diventando amica con l’autore di Gomorra utilizzato per contrastare il boom di Grillo che come è trapelato, avrebbe avuto perfino la benedizione di Pier Luigi Bersani a caccia di idee per fermare il comi-co genovese. Svanito l’effet-to sorpresa, nel Pd hanno incominciato a marcare l’operazione e il segreta-rio costringendo di fatto alla smentita tutto il pia-no alto del gruppo, dall’editore Carlo De Benedetti al direttore e al fondatore

del quotidiano, finiti comunque sotto attacco. Così come è fini-to quello che doveva guidare la lista, Saviano, indebolito an-che dalla notizie della querela da 4,7 milioni di euro che sta intentando contro il Corrie-

re del Mezzogiorno e il suo direttore Marco Demarco, per aver criticato e confuta-to il suo racconto a Vieni via con me su un giovane Be-nedetto Croce che,

finito sotto le mace-rie del terre-

moto di Ischia del 1883, per salvarsi avrebbe offerto una mazzetta ai soccorritori. A tut-to questo poi, la natura ci ha messo del suo con il terremoto che sta martoriando l’Emilia Romagna. Il colpo finale che ha fatto decidere di annullare l’operazione politica, considera-ta ormai inopportuna. Così da qualche giorno, la festa, che non sarà più tale perché festeggiare con le macerie a pochi chilome-tri non sarebbe stato bello, si sta trasformando in una gara di solidarietà. Magari anche di idee per la ricostruzione ma soprattutto di raccolta di denaro. E sulle locandine del-la manifestazione è apparso il flash con la richiesta di aiuto per i terremotati e il numero al quale inviare un sms solidale. E ancora di più con l’anticipo dell’operazione «Repubblica delle idee» che inizierà dome-nica 10 con il maestro Abbado che all’Auditorium Manzoni dirigerà l’orchestra Mozart per l’anteprima dell’evento, rinun-ciando al cachet e devolvendo l’incasso ai terremotati.

© Riproduzione riservata

DI ISHMAEL

Non c’è merito nel merito. Al-berto Asor Rosa, storico (e teo-logo) della letteratura italiana, comunistissimo e egualmente pieno di meriti accademici, è dell’idea che la condizione di primo della classe, quale gli toccò da giovane per meriti scolastici, sia una condanna. Come sarà venuto in mente al ministro dell’istruzione Fran-cesco Profumo d’istituire per decreto «l’incoronazione, isti-tuto per istituto, dello studente migliore dell’anno»? Effettiva-mente sembra una sciocchezza anche a me. Come le «coccarde» per il «rendimento» e la buona condotta nelle scuole elemen-tari di cinquant’anni fa, non incoraggia la buona condotta e neppure l’homo homini lupus ma (nel migliore dei casi) l’en-nui esistenziale, l’umore sar-castico e la frivolezza. Non di meno, se l’agonismo scolastico esagerato è da condannare in quanto perdita di tempo, per di più scarsamente educativa, o almeno da sconsigliare come l’onanismo troppo insistito negli adolescenti, il merito scolastico è un’altra cosa, e va premiato. Dietro questa con-statazione non c’è un proposito discriminatorio (come sembra credere, tra gli altri, Giovani Fioroni, ministro dell’istruzio-ne nell’ultimo governo Prodi). Nessuno, nemmeno il più tec-

nico e bocconiano dei ministri, intende adottare un regime d’apartheid scolastico, come nell’antica Cina dei mandari-ni e degli esami di stato. È solo che il merito non è un criterio, tanto meno un criterio di clas-se, come direbbe il marxista che alberga nel cuore del pro-fessor Asor Rosa. È un fatto. Un fatto certo ed evidente. Come l’altezza, come il colore degli occhi e le impronte digita-li, il merito è un segno caratte-ristico. Così come, nei normali rapporti sociali, è premiata la bellezza, oppure l’intelligenza, allo stesso modo va dunque riconosciuto e premiato, con il merito professionale, anche il merito scolastico. Se la scuola, in odio all’ineguaglianza, si proponesse d’ignorare se non addirittura di punire il merito, liquidandolo sprezzantemente come il mero ordine d’arrivo d’«una corsa a ostacoli», non se ne avvantaggerebbe un ide-ale di parità e d’eguaglianza, e nemmeno una scuola nobil-mente intesa come «sforzo co-mune», per citare l’espressione retorica (e un po’ vuota) usata da Asor Rosa per ricordare i suoi anni d’università, ma un sistema scolastico degenerato, con gli anni e le disgrazie, in una fabbrica di conformismo e crassa sapienza.

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ASOR ROSA ERA BRAVO E NE SOFFRE ANCORA

Si può premiare tutto, ma il merito scolastico no

Carlo De Benedetti

Roberto Saviano

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11Giovedì 7 Giugno 2012Giovedì 7 GiugP R I M O P I A N O

Il piano: tagli degli stipendi, spazi in afi tto e dismissioni

Da ospedali a coopLa riforma della Sanità di Boldrin

DI PIERRE DE NOLAC

Più che una riforma sa-nitaria, sarà un vero e proprio terremoto. L’economista Michele

Boldrin sta preparando un documento che sconvolgerà il mondo della salute, preve-dendo la trasformazione degli ospedali in cooperative. Finirà sul tavolo del presidente del consiglio Mario Monti. Bol-drin sta mettendo a punto un paper nel quale smonterà l’at-tuale sistema sanitario italia-no, rendendo protagonisti i me-dici e il personale paramedico. Obiettivo dichiarato è quello di tagliare drasticamente il costo delle cure e migliorare la qua-lità delle prestazioni, togliendo di conseguenza dai bilanci delle regioni il peso ormai insosteni-bili delle spese per la sanità.

Boldrin è da quasi trent’an-ni negli Stati Uniti, insegna nel dipartimento di economia della Washington University, e nel suo sito internet, sotto la foto che lo ritrae, ha voluto scrivere la frase «Whereof one cannot speak, thereof one must be silent». Insieme con Alberto Bisin, Sandro Brusco, An-drea Moro e Giulio Zanella due anni fa ha pubblicato il li-bro «Tremonti. Istruzioni per il disuso», proprio quando l’allora ministro dell’Economia godeva di una popolarità straordina-ria, ritenuto anche dal mondo

accademico un «genio». Ora Boldrin sfi da il moloch

della sanità: una scommessa quasi impossibile da vincere e che punta tutto sul modello co-operativo applicato alla salute. Non sarà facile. Innanzitutto, l’adozione di una gestione coo-perativa prevede una riduzione (e non certo indifferente) degli stipendi di primari e medici e la valorizzazione delle professiona-lità assieme all’au-mento del numero delle prestazioni. Magari anche con la concessione di fruire degli spazi ospedalieri per gli studi professio-nali dei medici, affi ttando i locali anche ai luminari che oggi ricevo-no privatamente. Fondamentale, per la riuscita dell’operazione, la forza straor-dinaria della patrimonializza-zione immobiliare della sanità pubblica italiana: si tratta di aree preziosissime, spesso si-tuate nei centri storici delle grandi città e in cattive condi-zioni a causa della vetustà, che potrebbero essere destinate a una dismissione per creare ex novo poli funzionali e moderni, con minori costi di funziona-menti, da affi dare alle coope-rative di camici bianchi. Ma già c’è chi critica il progetto di Bol-

drin, prevedendo una fortissi-ma infl uenza del mondo assicu-rativo nel sistema sanitario, e in particolare dalle compagnie legate alle coop: un legame che però sembra quasi indispensa-bile, anche per le diffi coltà che oggi incontrano medici e Asl con le assicurazioni, che ne-gano la stipula delle polizze o obbligano a pagare dei premi

stellari. Ma si trat-ta di una strada da percorrere rapida-mente, a quanto dicono gli esperti di economia sani-taria, dato che la sanità pesa sui bi-lanci delle regioni anche fi no al 90%. Tanto da provocare dissesti fi nanziari e interventi statali per ripianare i de-biti (per non par-

lare della crisi delle industrie farmaceutiche, che attendono anche due anni per incassare i crediti relativi alle forniture di medicinali).

A quanto pare, comunque, il progetto di Boldrin sarebbe l’unico destinato a non fi nire impallinato sotto il tiro dei sindacati, ostili alla privatiz-zazione della sanità ma certo non contrari (almeno formal-mente) a una ridefi nizione del sistema ospedaliero scegliendo un modello cooperativo.

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DI GIOVANNI BUCCHI

Guai in vista per il Paperon de’ paperoni’ del consiglio comunale di Imola. Guido Ferrari, 54enne primario di Radiologia nell’ospedale della città sul Santerno

nonché consigliere comunale eletto nella lista del Partito democratico, è indagato per abuso d’ufficio dalla Procura di Bologna. Proprio ieri, Ferrari in una lettera al sindaco Daniele Man-ca ha annunciato le sue dimissioni dall’incarico in Comune per «evitare il generarsi di inutili e sterili polemiche». Un’accusa gravissima quella piovuta sulla testa del medico-politico che alcuni anni fa tentò (in-vano) la scalata alla direzione generale dell’Ausl imolese. Ferrari era pure il più ricco tra gli eletti in Comune con i suoi 506mila euro di reddito dichiarati nel 2010, scesi a 448.820 nel 2011. Ed è proprio su questa ricchezza accumulata che po-trebbero essersi concentrate le indagini di Clau-dio Santangelo, il pm che ha firmato il decreto di sequestro eseguito di recente dai carabinieri del Nas, come ha riportato il dorso locale del Resto del Carlino.Il mezzo milione di euro dichiarato da Ferrari non è solo frutto del suo stipendio da primario di Radiologia. Il medico imolese prestato alla po-litica svolge anche l’attività libero professionale sia in alcune cliniche private sia nell’ospedale imolese (intra-moenia) e quella in simil-alp, uno strumento con cui l’azienda sanitaria di Imola acquista prestazioni dai propri professionisti per smaltire le liste di attesa. Che proprio nel reparto di Radiologia guidato da Ferrari sono

storicamente molto lunghe. L’abuso d’ufficio ipotizzato dal pm Santangelo fa riferimento all’attività di Ferrari degli ultimi quattro anni almeno, e infatti i carabinieri dovranno visionare le cartelle cliniche e i documenti sia cartacei sia digitali sequestrati, per verificare se realmente il medico abbia utilizzato personale e macchinari del reparto di Radiologia da lui diretto per quelli che invece sono i suoi pazienti privati, curati in attività libero-professionale.L’indagine, ancora alle fasi preliminari (Ferrari ha saputo di recente della sua iscrizione nel re-gistro degli indagati) ha comunque sollevato un polverone politico a Imola, dove appena un anno e mezzo fa fu arrestato un primario dell’ospeda-le riabilitativo di Montecatone, il dottor Mauro Menarini, per aver firmato un certificato medi-co falso al mafioso Silvio Balsamo. In quell’in-chiesta finì indagato anche l’ex vicepresidente di Montecatone, il dottor Ilja Gardi, un altro me-dico legato al Pd (è stato membro della direzione imolese), che secondo la Procura aveva cercato di intralciare le indagini. Dal Pdl, il coordinatore comunale Alessandro Mirri e il vice provinciale Francesco Mariani ricordano di aver chiesto più volte, con interro-gazioni e convocazioni di commissione, delucida-zioni sull’attività in ospedale del medico-politico Ferrari, ma nessuna risposta gli è mai stata data. Adesso ci penserà la magistratura a fare chiarez-za. Dal canto suo, Ferrari dice di voler «mettere al primo posto, in cassaforte, la credibilità delle istituzioni arrestando qui la mia esperienza isti-tuzionale».

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FERRARI ANNUNCIA LE DIMISSIONI DA CONSIGLIERE COMUNALE

Imola, indagato il primario del Pd

Michele Boldrin

DI PAOLO SIEPI

Montezemolo deve stare attento ai lupi della Casta. Sono rabbiosi e famelici. Hanno il terrore di sparire. Si vedono circondati da mute di elettori che gli danno la caccia. Per questo attendono al varco l’alieno Montezemolo. Con una voglia sola: sbranarlo. Giampaolo Pansa. Libero.

Quando lo spread tornerà sopra quota 500, Napolitano chiederà le dimissioni anche a Monti e al suo equipaggio per lanciare (dopo il governo politico e il governo tecnico) un governo di dilettanti? Dal blog di Gianni De Felice.

Se un mio possibile fornitore mi fi nanzia la campagna elettorale è chiaro che poi tocca a me alzare il telefono e rispondere quando mi chiede qualcosa in cambio. Luca Zaia, presidente della Regione Veneto. Panorama.

Milano, nel ’68, fu l’unico posto al mondo di un

movimento studentesco che sfi lava con decine di mi-gliaia di ragazzi inalberando ritratti di Stalin e del suo capo dei servizi segreti, Beria. Enrico Deaglio. il venerdì.

Sono entrato in politica con dei principi semplici e fermi. Il

primo dei quali è quello che l’Italia abbia bisogno di una legge elettorale che obblighi a un accorpamento degli elettori. Le leggi elettorali non sono fatte per fotografare un paese, ma per dare a esso un governo possibilmente stabile ed effi ciente. Romano Prodi. Tempi.

La sublime porcata dei contributi elettorali poteva contenere

un paio di norme di minima decenza: la proposta Idv di revocare i rimborsi ai partiti che candidano condannati; e quella del Pd Fon-tanelli per obbligare i tesorieri a dichiarare, non solo la propria posizione patrimoniale, ma anche quella dei congiunti di primo e secondo grado. Emendamenti puntualmente respinti. Contro quelli piddini si è scagliato Ugo Sposetti, tesoriere dei Ds (che non esi-stono più, ma hanno ancora, incredibilmente, ancora un tesoriere, dunque un tesoro): l’ha defi nito un «tentativo di criminalizzare la fi gura del tesoriere» (come se non bastassero i Lusi, i Naro e i Bel-sito). Poi, con aria ispirata e posa ciceroniana, s’è lanciato in una commossa difesa di tutti i tesorieri presenti, futuri, ma soprattutto passati. Marco Travaglio. Il Fatto quotidiano.

Umberto Bossi e la sua famiglia li stanno fu-cilando come i bolscevichi fecero con Nicola II e i Romanov. Uno di quelli che li ammazzò, poi palpò la principessa trapassata di proiettili. Mi ricorda un giornalista. Trascrivo due titoli dal Fatto quotidiano: «I pm riformano la Lega» e «Unica riforma: le manet-te». Il godimento per il dolore del prossimo, in nome

dei buoni sentimenti di pulizia. Renato Farina. Tempi. La Nazionale di calcio a Coverciano sta come il governo Amato

nell’anno di Tangentopoli: è nelle mani dei pm. Volendo, le procure potrebbero fare la formazione. Antonio Polito. Corsera.

Ciò che non è produttivo sarà dismesso. Giuseppe Rotelli, nuo-

vo padrone del San Raffaele, ai dipendenti. Il Giornale.

Sono felice perché non desidero quello che non posso avere. Mar-gherita Hack, astrofi sica. La Stampa.

Quando una persona viene uccisa, il primo a essere indagato è il coniuge. Questo la dice lunga sul nostro concetto da famiglia. George Orwell.

È morto don Verzé. Su consiglio del commercialista. Spinoza (Aliberti editore).

Quando Amintore Fanfani era candidato alla presidenza della Repubblica, al primo scrutinio qualcuno sulla scheda scrisse: «Nano maledetto, non sarai mai eletto». E al secondo scrutinio replicò: «Nano maledetto, non sarai mai eletto. E te lo avevo detto». Antonio Martino, deputato Pdl, economista, su La Stampa.

Narra la leggenda che, al primo giorno di lavoro di Sergio Mar-chionne ai vertici Fiat, l’autista che era andato a prelevarlo in albergo si ritrovò, al momento di aprire la portiera dell’auto, la maniglia in mano. Ugo Bertone. Il Foglio.

L’orologio sopra la credenza segna le 3 e 39. Mi affaccio dalla fi nestra sulla strada. Non un’automobile in giro, né un uomo. Il giallo intermittente dei semafori pulsa come un cuore. In cucina due gatti immobili ti osservano con uno sguardo di rimprovero. Non dovresti essere qui, dicono, la casa è nostra, a quest’ora. Marina Corradi. Tempi.

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PERISCOPIO

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12 Giovedì 7 Giugno 2012 P R I M O P I A N O

Il Palazzo Reale di Napoli è sede di questa istituzione che dovrebbe tutelare i monumenti

La soprintendenza trascura casa suaNon si può nemmeno dire che manchino i soldi, visti gli sprechi

DI TOMMASO MONTANARI*

Le immagini del degrado abissale di Palazzo Rea-le di Napoli mandate in onda da Sky equivalgono

a un salutare e ben assestato calcio nel sedere. Non che non esistano luoghi monumentali di Napoli messi anche peggio: la climax dello sfascio del pa-trimonio storico e artistico è inesauribile. Quel che è signifi -cativo, e perfi no simbolico, è che a esser ridotto in questo stato sia proprio Palazzo Reale: e non solo perché è come se a versare in condizioni allucinanti fosse Palazzo Pitti a Firenze, o Palaz-zo Madama a Torino. Il punto è che Palazzo Reale è la sede della Soprintendenza per i beni architettonici, paesaggistici, storici, artistici ed etnoantro-pologici per Napoli e provincia, retta in questo momento da Ste-fano Gizzi.

Quale credibilità può avere un’istituzione che non riesce, non sa o non vuole tutelare nemmeno la propria (straordi-naria) sede? Come non imma-ginare che qualunque cittadino napoletano che da oggi riceva un richiamo da parte della Soprintendenza non risponda: «medico, cura te stesso»?

O il soprintendente Gizzi in-

tenderà forse concedere il bis delle sue stupefacenti dichia-razioni sui Girolamini, dicendo che, anche questa volta, si trat-ta di un complotto ordito dalla stampa per favorire chissà quali riposti interessi, e che Palazzo Reale è in verità tenuto come Versailles? E che almeno ci si risparmi l ’intollerabile ipocrisia della rituale giusti-ficazione economica, per cui la cronica mancanza di fondi giustificherebbe lo sfascio.

Qualcuno ricorda la «deco-razione» della cupola della sala prove ipogea del San Carlo, denunciata dal Cor-riere del Mezzogiorno nell’ot-tobre del 2010? Un dosso di cemento, irto di cavalli dalla testa di alluminio e compresso tra due alti muri di pietra che lacera la prospettiva architet-tonica del Palazzo Reale visto da Castel Nuovo, vulnerando un segno fondamentale delle vedute che hanno consegnato a tutta Europa il ritratto di Na-poli. I soldi per ferire l’identità storica di Palazzo Reale si sono trovati: come sostenere che non ce ne sono per la manutenzione ordinaria?

E cosa dire della mostra sul-la regina Margherita, tenutasi esattamente un anno fa a Pa-lazzo Reale? Una docu-fi ction

«culturale» composta da tavole apparecchiate con pasticcini veri, grandi schermi che pro-iettavano improbabili dialoghi «storici», e molti oggetti scelti perché «facevano Savoia».

Una mostra senza progetto scientifico, realizzata da una fondazione che produce format espositivi sui soggetti più di-sparati. E soprattutto una mo-stra il cui allestimento inva-dente e grossolano devastava le sale storiche di Palazzo Rea-le, coprendone gli arazzi e ren-dendo impossibile il godimen-to di molti capolavori pittorici. Ebbene, per quella mostra, i soldi si sono trovati, eccome. Il Palazzo Reale di Napoli ha dunque tutte le carte in regola per diventare il simbolo della «valorizzazione» all’italiana: lasciar andar in malora tutto il nostro patrimonio all’infuori di qualche sala rileccatissima che possa servire da location per Grandi Eventi.

La vera domanda suscitata dalle immagini di Sky non è «come possiamo cambiare le cose?», ma: «Perché, in fondo, non ci interessa cambiarle?». Finché non rispondiamo a que-sta domanda, nulla davvero cambierà.

*dal Corriere del Mezzogiorno

DI FRANCESCO STAMMATI

Non erano fi niti i festeggia-menti nel Pd della Brianza per i successi elettorali della tornata amministrativa di maggio, da Monza a Meda, a Lissone, che nel partito di Pier Luigi Ber-sani è scoppiata una polemica velenosissima che potrebbe ave-re risvolti legali. Per adesso non mancano quelli politici perché, a dirimerla, è stato chiamato il piddino più forte della zona, Giuseppe Civati, ex-rottama-tore che punta alla successione di Roberto Formigoni.

Una giovane avvocatessa democrat, Emanuela Beac-co, già presidente del consiglio co-munale nella sua città, Giussano, e già consigliere del Parco del Lambro, in procinto di di-ventare assessore all’Urbanistica a Lissone, cittadina in cui ha lo studio, s’è vista accanto-nata per le pres-sioni e le maldi-cenze provenienti dall’interno del suo stesso partito.

Come ha raccontato lunedì nel suo blog, quando la neo-sindaca di Lissone, Concetta Monguzzi, Pd anche lei, aveva già scelto la Beacco, ammini-strativista esperta in contro-versie legate all’edilizia, per il delicato assessorato (Lissone, 43mila abitanti, praticamente un grande mobilifi cio, è il comu-ne più cementifi cato dell’intera provincia di Monza) c’è stato, improvviso, un clamoroso ri-pensamento: via l’avvocatessa, dentro un ex-assessore della vicina Muggiò, piddina anche lei ovviamente.

Contestualmente al cambio in corsa, la giovane quasi-assessora ha saputo di forti pressioni sul sindaco e sul Pd lissonese affi nché non la chia-masse in giunta. Motivi politici ma infarciti da pesanti insi-nuazioni che derubricavano la stimata professionista, che ol-tretutto è passata alla politica direttamente dall’oratorio e da una militanza il Legambiente, a compagna di un influente personaggio della zona.

Un’infamia cui la Beacco ha reagito dando mandato a un collega penalista di querelare ma amche denunciando, pub-blicamente e politicamente, l’accaduto. Perché secondo lei, l’azzoppamento è fi glio di una sua decisione di qualche anno prima quando, eletta in consi-

glio a Giussano, si opposte alle scelte urbanistiche dell’allora sindaco di centrosinistra, Franco Riva. «Ecco il conto che il Pd di Monza e Brianza ha deciso di presentarmi per le posizioni assunte nel 2009 sull’’affare outlet e sull’urbani-stica giussanese», ha scritto nei giorni scorsi nel blog. Lo stesso diario online in cui, a gennaio, aveva ricordato che, proprio per quelle scelte, l’ex-sindaco era fi nito nell’inchiesta per cor-ruzione contro Massimo Pon-zoni, ex-assessore regionale e coordinatore Pdl.

Ma se per le menzogne c’è la carta bollata e l’ironia, «ri-

entrerei nel rodato schema berlusco-niano delle «danza-trici di burlesque». Rispetto alle donne di Silvio, sarei solo più vecchia» ha scritto, per la po-litica c’è appunto l’appello a Pippo, il Rosso Civati, or-mai stella di prima grandezza del Pd nazionale.

«Caro Civati, chiedo a te, paladino

delle primarie, portavoce del nuovo, fautore di una politica diversa che rompa gli schemi da Pravda sovietica, di volermi prendere come emblema del-la necessità di rottamare un partito gerontocratico», gli ha scritto la Beacco, «che sacrifi ca alle ripicche personali, ai veti incrociati, ed alla politica auto-referenziale chi ha il coraggio di alzare la voce per denuncia-re un sistema mummificato che si alimenta di ipocrisia e connivenze».

A Civati, l’avvocatessa chie-de di fare chiarezza: «Di pren-dere pubblicamente le mie di-fese denunciando come si sono svolti i fatti. Di chiarire chi e perché ‘mi hanno fatta fuori’». Un appello accorato che termi-na con una richiesta perento-ria: «Ti chiedo, perché so che ne hai il potere, di rendermi giu-stizia». Civati non ha risposto, per adesso. Almeno pubblica-mente. Probabilmente perché presissimo dalla mozione di sfiducia al governatore For-migoni e alla sua campagna di mobilitazione #Liberalase-dia, cui recentemente è riuscito a dare un vero e proprio inno rap. Cose più alte e impegna-tive di una piccola querelle (con querela) di provincia che, oltretutto, non dà certo lustro al partito. Rottamarlo va bene, svergognarlo forse no.

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SULLA NOMINA DI UNA GIOVANE AVVOCATESSA

Brianza, il Pd stravince ma è già scoppiata la rissa

DI GOFFREDO PISTELLI

Continua la libera uscita dal Pdl piemon-tese. Dopo la fuga dei cinque consiglieri regionali di Progett’azione, in rotta coi vertici di partito Enzo Ghigo e Agosti-

no Ghiglia, coordinatore e vice, perfetto tandem di ex-Fi e ex-An, un piccola diaspora interessa l’Asti-giano. Destinazione, probabile anche se smentita, Luca Cordero di Montezemolo. Come ha ripor-tato la cronaca locale de La Stampa ieri, un gruppo di under40 ha infatti fondato Asti futura, associa-zione politico-culturale che ricorda, fin nel nome, il movimento lanciato dal presidente della Ferrari e che parteciperà alle politiche del 2013. «Mai avuto contatti con alcuno che rappresenti Montezemolo», ha subito obiettato Maurizio Rasero, classe 1973, vicepresidente della Fondazione CariAsti, con un passato di assessore provinciale e comunale, con Forza Italia e poi col Pdl di cui è il vicecoordinatore cittadino. «Il progetto non è legato alla formazione di Montezemolo», ha protestato ieri sul suo blog, Marcello Coppo, 34enne, consigliere comunale Pdl e cofondatore di Asti futura, «è indipendente, non è una formazione politica ma un luogo di pen-siero, azione e interazione».

E’ mancata allora la fantasia perché il logo scel-to, una «A» maiuscola che sta per Asti, e una «f» piccola, nella posizione di esponente, sta appunto per «futura» sembra quello dei futuristi monteze-moliani. Stesso schema visuale e caratteri tipogra-fi ci praticamente simili per il movimento di Monty, cambia solo il campo: rosso per entrambi ma ro-tondo per gli astigiani, rettangolare per i futuristi. C’è pure il bordino bianco e verde, a formare il tricolore, in entrambi i loghi. Se non c’è un accordo

politico, quelli di Italia Futura dovrebbero intra-prendere un’azione legale per «vile imitazione» se non per plagio. Ma tant’è, con Rasero e Coppo ci sono anche Fabrizio Imerito, anche lui del parti-to del predellino, e Salvatore Falletta, consigliere di una lista civica che aveva appoggiato il sindaco uscente Giorgio Galvagno, sconfi tto dal candidato del centrosinistra nel ballottaggio di alcune setti-mane fa. Anche ad Asti, come già a Palazzo Lasca-ris a Torino, la sede del consiglio regionale, dove i fuoriusciti di Progett’Azione hanno fondato un gruppo autonomo, si nega ogni volontà scissionista: «Continuerò ad essere il vicecoordinatore del Pdl e i consiglieri entreranno in Comune con i partiti in cui sono stati eletti», ha detto Rasero, che ha preso le distanze anche da Maria Teresa Armosino, la presidente delle Provincia e deputato pidiellino, e molto vicina, con Vito Bonsignore, eurodeputato Pdl, proprio al gruppo di Progett’Azione. «Siamo un gruppo di giovani che guarda all’area del centrode-stra, ma non solo, non abbiamo padroni nè padrini, non siamo di Galvagno o di Armosino, siamo per una politica vicina ai cittadini», ha ribadito Rasero. Intanto però Asti futura, per ammissione dei suoi stessi fondatori, punta a raccogliere «un migliaio di tesserati entro l’anno». Numeri e scadenze che fanno pensare a qualcosa di più di circolo culturale di nuova generazione politica. «Se qualche over 40 la pensa come noi è bene accetto, non escludia-mo nessuno», ha rilanciato Rasero, «alle ultime elezioni nella nostra area c’è chi non è andato a votare o ha scelto altri e oggi è spaesato e chiede un ricambio generazionale». Conforterà gli spae-sati un’associazione politica dal simbolo che pare clonato da quello di un’altra cui nega di volersi richiarmare? Agli astigiani l’ardua sentenza.

IL LOGO È SIMILE A QUELLO DI MONTEZEMOLO MA LORO NEGANO QUESTO SBOCCO

Il Pdl continua a perdere pezzi in Piemonte Ad Asti dei giovani hanno fondato Astifutura

Pippo Civati

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13Giovedì 7 Giugno 2012ESTERO- LE NOTIZIE MAI LETTE IN ITALIA

Il 5 stelle di Lvmh sarà inaugurato il 12 giugno nel lussuoso quartiere di Knightsbridge

L’Hotel Bulgari debutta a LondraE tre! Dopo Milano e Bali si aggiunge la capitale inglese

DI ANGELICA RATTI

E tre! Dopo Milano e Bali adesso è Londra che brilla con la nuova pe-pita dell’impero Lvmh.

Il nuovo hotel Bulgari, gioiello dell’hotellerie, si trova nel lus-suoso quartiere Knightsbridge, nel centro di Londra, vicino ai grandi magazzini Harrods, nei pressi della Royal Albert Hall e di Hyde Park. Un’area pregia-ta della capitale inglese. Conta 85 camere (43 metri quadrati lo standard minimo), delle quali 7 sono suite (fra 65 e 80 mq). Lo stile è quello di un lusso contem-poraneo, mai ostentato, caratte-rizzato dalla classe italiana, con un’atmosfera conviviale e chic, impeccabile. La facciata in ma-teriale lapideo di Portland, lo stesso utilizzato per Bucking-ham Palace e la cattedrale di St. Paul, con inserti bronzei. L’hotel gioca sulle sfumature del nero con graniti e marmi, del metallo argentato. Linee dritte, croma-ture, e colori conferiscono un motivo delle memoria quando Sotirio Bulgari sbarco a Roma nel 1879, valigia alla mano. Gli

interni, secondo i progettisti, Antonio Citterio, Patricia Viel and Partners, di Milano, hanno scelto lo stile Riva, il motoscafo di lusso in legno con interni chiari in pelle che solcava le onde dei canali di Venezia ricordato nella scel-ta del colore del parquet e dei muri. Tonalità che sembrano conferire un potere sedativo tanto è confortevole il risul-tato. La perla è una grande valigia verticale realizzata appositamente dalla maison Bulgari. Tappezzata di cuoio grigio chiaro racchiude il bar e una macchina per il caffè espresso, italiano, ben inte-so. Cambio totale di atmosfe-ra per il bagno dove l’effetto sorpresa è assicurato dal pa-vimento e i muri rivestiti di marmo nero venato di bianco. Un grande specchio da star del cinema della Dolce vita romana, una doccia a pioggia una vasca da bagno bianca, e grosse spu-gne di mare come decorazione e bugie per le candele dissemi-nate a rivelare la morbidezza che si ritrova anche nella pila di salviette e prodotti a discre-

zione che renderanno certi riti sicuramente indimenticabili. Esplorando gli spazi comuni, l’hotel Bulgari di Londra of-fre, tanto per cominciare, un bar spettacolare con una vasta navata in argento martellato capace di evocare l’atmosfera della gioielleria Bulgari. E una

rampa dello stesso metallo por-ta ad un piano più basso dove si trova il ristorante: la cucina è affidata al giovane chef Robbie Pepin cresciuto alla scuola di Ducasse. Sorpresa, per Londra, il fumoir per gustarsi in tran-quillità un vero sigaro di Cuba originale. Ancora: una sala per

il fitness e una spa di 2 mila mq con trattamenti originali, e una piscina di 25 metri di lunghezza con quattro cor-sie che vanno a finire in una Jacuzzi gigantesca ricoperta di mattonelline mosaico do-rate. Altro fiore all’occhiello, e non certo ultimo, è l’eco-sostenibilità dell’edificio che utilizza le energie rinnovabi-li per il risparmio energetico, compresa la geotermia, e un tetto verde che ospita anche i nidi per i falchi. A disposizio-ne degli ospiti ci sono vetture elettriche, e biciclette anche dei residenti. L’hotel Bulgari di Londra viene considerato esso stesso un’opera d’arte per questo non ci sono quadri, sculture o creazioni d’avan-guardia nelle parti comuni. A differenza degli altri, questo

hotel non è una galleria d’arte. © Riproduzione riservata

Sono le Smart e le macchi-ne ibride le automobili che inquinano meno in Francia. A sostenerlo è

la classifica redatta dall’Ademe, l’agenzia francese per l’ambiente e l’energia. L’iniziativa, imposta da una direttiva di Bruxelles, prende in considerazione le emissioni di anidride carbonica e il consumo di carburante.

Per quanto riguarda le vetture diesel, ai primi due posti si sono piazzati quattro modelli Smart, le cui emissioni di Co2 non su-perano gli 87 grammi per chilo-metro. Un modello della Renault Clio condivide la terza posizione con due veicoli Seat Ibiza e Sko-da Fabia, insieme alla Volkswa-gen Polo Bluemotion. Per il car-burante, tre ibride della Toyota (Lexus, Auris e Prius) occupano i primi due posti, seguiti da due Fiat 500.

L’anno scorso, in Francia, sono state vendute 13.200 vetture ibride. Che siano a gasolio o a ben-zina, l’inquinamento è pressoché identico per le auto presenti nella top ten. Le performance delle automobili sono garantite dai costruttori per 160 mila chilometri e vengono calcolate su una gui-da standard. Si assiste a continui miglioramen-ti: quest’anno, per la prima volta, le prime dieci in classifi ca sono tutte in classe A (meno di 100 grammi di anidride carbonica per chilometro), Nel 2030 le emissioni di tutte le vetture dovranno essere inferiori a 95 grammi.

Negli ultimi sei anni il consumo complessivo è diminuito di 300 mila tonnellate per il gasolio

e di 200 mila per la benzina. Va anche detto che l’incremento dei prezzi alla pompa è anch’esso alla radice di questo mutamento. I consumi e l’in-quinamento delle 4x4 e dei potenti suv scendono anch’essi, ma il loro peso le penalizza.

Secondo François Loos, presidente di Ademe, la scelta di un’automobile non è del tutto razio-nale, contrariamente a quanto avviene per i ca-mion, dove solo i parametri tecnici vengono presi in considerazione. L’auto non è soltanto un mezzo di trasporto, ma anche un oggetto per esibire il proprio status sociale ed economico. Poco importa se si inquina di più.

© Riproduzione riservata

Lo sostiene una ricerca dell’Agenzia dell’ambiente francese

Le Smart e le vetture ibridele auto meno inquinanti

DI SIMONETTA SCARANE

Continua a crescere la pressione sul primo ministro indiano Man-mohan Singh. Giovedì,

tutto il paese si è fermato per lo sciopero generale indetto per pro-testare contro il rialzo del prezzo della benzina, il più alto da dieci anni a questa parte. L’impennata del costo del carburante ha reso impopolare il governo, che viene anche accusato di corruzione. Inoltre, non è stato bene accolto l’annuncio che la crescita econo-mica del Paese sta rallentando ancora e che si è ridotta al 5,3% tra gennaio e marzo, ultimo tri-mestre dell’esercizio 2011-2012. Un decremento notevole se para-gonato all’8,4% dell’anno scorso e che fa registrare la peggiore per-formance da nove anni a questa parte. La produzione industria-le è diminuita dello 0,3% come quella agricola. L’industria delle

costruzioni insieme a quella mi-neraria hanno dato risultati infe-riori al previsto. La situazione è molto complessa e il governo deve controllare anche l’inflazione che è arrivata a quota 7%. Per ten-tare di contenere la svalutazione della rupia, che ha raggiunto il record di ribasso rispetto al dol-laro (56,50 per un dollaro), il go-verno ha annunciato una serie di riforme che serviranno a snelli-re e semplificare la normativa in materia di investimenti esteri. Provvedimenti che favoriranno in particolare l’afflusso di capitali dei Paesi del Golfo e dell’Unione europea, che potrebbero investire direttamente fino a un miliardo di dollari in Borsa. Il ministro del-le finanze, Pranab Mukheriee ha assicurato che l’India ritroverà percentuali di crescita intorno al 76% nel 2012-2013, ma gli anali-sti rimangono scettici ritenendo che si attesterà intorno al 6%.

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E il governo è sempre meno popolare

L’India rallenta, crescita al 5,3%

Le due pagine di «Este-ro - Le notizie mai lette in Italia» sono a cura di

Sabina Rodi

L’Hotel Bulgari di Londra

LE VETTURE MENO INQUINANTI

DIESEL

BENZINA

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14 Giovedì 7 Giugno 2012 ESTERO - LE NOTIZIE MAI LETTE IN ITALIA

È per questo che hanno successo anche economico. Lo spiega la rivista Philosophie Magazine

I tedeschi pensano in modo diversoNon a caso le imprese assumono molti laureati in fi losofi a

da Berlino ROBERTO GIARDINA

La Germania ha il record mondiale dell’export, con mille e 60 miliardi di euro, l’11,4 % in più rispetto al

2010, il saldo positivo supera i 158 miliardi, il livello più basso di disoccupazione, in particola-re di quella giovanile, il pil au-menta e i debiti diminuiscono, l’inflazione è sotto controllo, si investe nella ricerca più degli al-tri europei messi insieme. Allo stesso tempo prospera la cul-tura, sono aperti 6 mila musei, altro record europeo, e nessun altro paese vanta tanti scrittori e artisti, oltre 300 mila, ha 84 teatri dell’opera, un settimo di quelli esistenti al mondo.

Qual è il motivo? Perché il made in Germany non ha riva-li, perché la politica della Mer-kel è più accorta, avvantaggia i suoi connazionali e danneggia gli altri europei? Sarà, ma la rivista Philosophie Magazine in copertina si chiede: «Denken Deutsche anders?», i tedeschi pensano in modo diverso. Il me-rito del successo in economia è

anche dei suoi fi losofi , Kant o Hegel, tanto per citare i soliti. Il direttore e fondatore del-lo Spiegel, Rudolf Augstein, quando scrisse una storica intervista con Martin Hei-degger, affermò con consa-pevole arroganza: «I fi losofi francesi, se cominciano a pensare, devono scrivere in tedesco». Allusione a Jean-Paul Sartre, che si era ispi-rato fi no al limite del plagio al pensiero di Heidegger.

«L’Europa è in crisi. E la Germania prospera. E il suo nuovo ruolo guida su-scita paura», scrive la ri-vista nel numero di mag-gio-giugno, «e ci si chiede all’estero perché il paese dei poeti e dei pensatori esporta più di tutti? Perché l’ecologia è qui importante, e il timore per il futuro così grande?». Dietro que-sti interrogativi ci sono radici fi -losofi che? Diciamo, paradossal-mente, che la rivista si risponde con la sua semplice esistenza. In quale altro paese d’Europa po-trebbe sopravvivere un simile periodico, in concorrenza perfi no con un altro, il mensile Philoso-

phie Heute. E dove, per spiegare un boom economico e fi nanziario, si indagherebbe tra i fi losofi e non tra i capitani d’industria?

Da bravi maestri della logica, ci si comincia a chiedere che cosa sia la Germania, e come defi ni-re un tedesco. Domande niente affatto teoriche, e che valgono anche per noi. Mentre le altre grandi potenze si affermano già

nel XV e XVI secolo, la Spagna, la Francia, l’Olanda, l’Inghil-terra, la Germania è ancora un insieme di staterelli senza gran peso, fi no al XIX secolo. L’unità è data dalla lingua, come scri-ve Johann Gottlieb Fichte nel Discorso alla nazione del 1807. La madrelingua è alla base del Vaterland, della patria. E an-cora una volta si deve pensare all’Italia. Cielo d’Alcamo e Dan-te arrivano prima dei bersaglieri piemontesi.

Nazionalismo? In Germania esiste un patriottismo della Co-stituzione, ricorda Jürgen Ha-bermas, una conseguenza della colpa storica legata al nazismo, ma questa identità legata ai principi democratici della Carta consente di integrare chi viene da fuori, e allo stesso tempo di integrare la patria tedesca nella Comunità europea. La nascita del mito del made in Germany è legato all’identità nazionale, sentita dagli operai e dagli inge-gneri, dai politici, e dei ricerca-tori, già alla fi ne del Novecento, uno spirito che permise di uscire dalla tragica depressione segui-ta alla Grande Guerra.

La filosofia non è confinata all’Università. I laureati sono ricercati dalle società di pubbli-cità perché sanno giocare con le parole, e perché conoscono gli esseri umani. E sono i migliori controllori della spesa pubblica per Dieter Engels, presidente del Rechnungshof, la Corte dei conti. «Perché», spiega, «sono persone abituate a pensare in modo logico, e a saper distingue-re tra la necessità e il superfl uo, tra progetti ragionevoli e spese ingiustifi cate».L’inchiesta della rivista si conclude con un’inter-vista a Ralf Ledtke, professore di filosofia e filologia classica all’università di Bamberga: «Si dovrebbe istituire un giura-mento per gli ingegneri simile al giuramento di Ippocrate per i medici. Dovrebbero impegnarsi a rispettare il creato, e sentirsi come una parte della natura». Non dunque Deutschland über alles, ma l’individuo al servizio dell’umanità. L’ingegneria, e in senso lato la tecnica, non devono avere come fi ne il profi tto, ma il bene sociale. Suonerà retorico per chi non è tedesco.

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Lo sviluppo del bricolage ha creato una nuova categoria di adepti che si colloca a metà strada fra l’amatore del «fai da te» della domenica e l’artigiano. Una ca-

tegoria di mezzo che ha conosciuto un grande sviluppo negli ultimi cinque anni, secondo Char-les de Kervenoal, direttore generale di Black & Decker Francia. Ora dopo il riacquisto da parte di Stanley Works nel 2010, l’americana Stanley Black & Decker, nuovo nome del gruppo, nume-ro uno mondiale degli utensili, non presentava un’adeguata gamma di prodotti per questa nuova figura di utilizzatori eu-ropei. E dunque il gruppo ha deciso di lanciare una gamma di elettroutensili in Francia e in Europa con il marchio Stan-ley FatMax che oggi compren-de soltanto utensili a mano destinati ai professionisti o ai semi-professionisti. I nuovi prodotti che saranno commer-cializzati a partire da luglio nelle grandi superficie dedicate alla vendita degli articoli per il bricolage. E l’anno prossimo ci saranno i prodotti destinati ai professionisti che interesse-ranno anche gli artigiani per motivi di prezzo. L’obiettivo della società, secondo quanto ha fatto sapere Charles de Kervenoal, è arrivare a con-quistare il 15% del mercato su questo segmento specifico dei professionisti presso le grandi superfici di vendita di articoli per il bricolage. Il set-

tore dei nuovi elettroutensili semi-professionali vale, secondo le stime, all’incirca 50 milioni di euro, meno di un quarto del valore complessivo, all’incirca 220 milioni di euro, della quota totale di questo mercato specifico. Starne fuori sareb-be un problema per un gruppo come questo che nutre ambizioni diverse e che intende arrivare a 15 miliardi di dollari, 11,9 miliardi di euro, di fatturato nel 2015.

© Riproduzione riservata

Costituisce il 15% del mercato. Nuova gamma di prodotti

Black & Decker puntasull’area quasi professionale

DI ANGELICA RATTI

Illusioni ottiche per com-battere la fame e dimagri-re. Ricercatori giapponesi dell’università di Tokyo

hanno inventato gli occhiali che fanno dimagrire distorcendo la realtà. In questo caso alimen-tare. Saziano ingrandendo il cibo, e di conseguenza ingan-nando il cervello inducono a consumare meno cibo. Una scoperta casuale ottenuta dal gruppo di studio che stava lavorando sugli occhiali per gli ipovedenti colpi-ti da degenerazione maculare. Gli scien-ziati del gruppo del professor Michtaka Hirose hanno mes-so a punto occhiali, di dimensioni molto maggiori rispetto al tradizionale paio di lenti, capaci di modi-ficare la realtà anche olfattiva dei cibi. Durante i test di labora-torio hanno verificato che se la dimensione del dolce aumenta della metà le cavie ne mangiano il 10% in meno. Di contro, se la dimensione dello stesso dolce viene rimpicciolita di due terzi le cavie ne mangiano il 15% in più con ricadute negative per la

loro linea. Gli occhiali in que-stione sono equipaggiati con minicamere e hanno l’allure di un videogioco 3D. Sono capaci di modificare l’immagine del dolce: mandano le immagini a un computer che le restituisce modificate, ingrandite o rimpic-ciolita, a chi indossa questi oc-chiali a schermo integrato. Non contenti dell’inganno virtuale a i danni del goloso che tende a

ingrassare e che invece deve di-magrire, l’equipe giapponese ha inventato comunque i pasticcini virtuali. L’illusione questa volta è olfattiva. Aromi piacevoli fuo-riescono da piccoli tubicini con lo scopo di rendere più appetitosi i cibi senza sapore con il risultato di ingannare l’80% delle cavie.

© Riproduzione riservata

Scoperta dal team di ricercatori giapponesi

Occhiali 3D per dimagrire

URLA A CONFRONTO

120 milioni $ 15,7 milamiliardi $

Michtaka Hirose

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Informativa a cura della FNAARC Federazione Nazionale Associazioni Agenti e Rappresentanti di CommercioGrande vicinanza di Fnaarc alle po- polazioni emiliane residenti nelle zo- ne colpite dal terremoto. La Fede-razione si sta in particolare attivan-do presso tutte le Autorità locali e l’Enasarco per verificare la possibilità di interventi in aiuto dei colleghi agen- ti danneggiati dalla grave calamità.

Terremotoin Emilia

A Parigi si è tenuta l’Assemblea annuale di Iucab – l’Organizzazione

internazionale degli agenti e rap-

presentanti di commercio. Vi hanno partecipato delegati di 18 Paesi. All’Assemblea enunciate le linee guida della strategia Iucab a sup- porto dell'agente internazionale: linee guida che Simonetta Maffizzoli, Vicepresidente Vicario di Iucab e membro di giunta Fnaarc (nella foto

con gli altri dirigenti Iucab), ha sostan-ziato di contenuti con riferimento

A Parigi si è tenuta l'Assemblea annuale di IUCAB

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Nella foto i dirigenti Iucab

Da sinistra: Ralf Scholz, Enric Enrech, Simonetta Maffizzoli, Walter Krammer,Kriton Photidis, Jaap Van Till , Olivier Mazoyer, Jan Bjornum.

all’attività della stessa Simonetta Maffizzoli in ambito comunitario con la presentazione, prima in Eurocom-merce e quindi in Commissione Eu-ropea, di progetti a salvaguardia della professione di agente di commercio. Un importante progetto già presenta- to riguarda, ad esempio, la fiscalità Iva che non può e non deve peggio-rare a seguito dell'armonizzazione Ue. All’Assemblea parigina Iucab so- no stati poi esaminati casi legali eu- ropei che possono essere presi a riferimento. L'Assemblea Iucab ha ratificato l'adesione all’Organizzazio-ne di alcune associazioni nazionali provvisoriamente distaccatesi: la Ma-na (Stati Uniti e Canada) e il Coabc (Spagna). È stata inoltre accetta-ta la richiesta di adesione di un’asso- ciazione slovena di recentissima costituzione.

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Da lunedì 4 giugno Dossier: L’Imu

spiegata

passo per passo

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Da martedì 6 giugno Una pagina al giorno

con le risposte

ai dubbi dei lettori

con ogni mezzo necessario

4 Giugno 2012

La data di apertura di una procedura concorsuale

genera tutta una serie di risvolti anche in ambito

tributario. Generalmente da tale momento si apre

un nuovo periodo d’imposta la cui durata comples-

siva è pari all’intero arco temporale nel quale la

procedura concorsuale si svolge.

Al contribuente si sostituisce l’organo preposto

alla gestione della procedura (Curatore fallimenta-

re, Commissario ecc.) nei confronti del quale il fisco

ha via via aumentato gli adempimenti e gli obbli-

ghi di comunicazione.

L’inizio di una procedura concorsuale genera an-

che notevoli problematiche in merito alla capacità

di agire e alla legittimazione processuale tribu-

taria fra contribuente e gestore della procedura,

soprattutto in relazione ad attività di accertamen-

to relative ad annualità precedenti l’apertura della

procedura stessa o al periodo d’imposta nel quale è

dichiarato il fallimento (o altra procedura). Emer-

gono anche interessi fiscali inerenti la riscossione

delle imposte, tasse e tributi in relazione ai quali è

necessario esaminare le corrette modalità di insin-

uazione al passivo e la qualità, privilegiata o meno,

dei crediti stessi.

Scopo del presente lavoro è quello di fornire una

ricognizione generale degli adempimenti tributari

ai quali è tenuto, fin dalla sua nomina, l’organo pre-

posto alla gestione della procedura concorsuale.

Dopo questa prima parte relativa agli adempi-

menti esamineremo, brevemente, le più recenti

sentenze di legittimità in materia di qualificazione

dei crediti erariali e di formalità relative alle proce-

dure di insinuazione al passivo da parte dell’Erario,

sia in proprio che per il tramite del concessionario

della riscossione (Equitalia S.p.a.).

Chiude il lavoro una breve rassegna della più

recente giurisprudenza di merito in materia di pro-

cedure concorsuali nella quale emergono, con tutta

evidenza, le principali problematiche che interes-

sano il rapporto fra il fisco e le medesime, quali le

notifiche, la legittimazione tributaria, l’esatta qual-

ificazione ed imputazione temporale delle perdite

su crediti in presenza di dichiarazione di fallimen-

to del debitore ecc.

Per comodità di esposizione e tenuto conto della

circostanza che vede nel fallimento la procedura di

gran lunga più diffusa, la sintesi degli adempimen-

ti di natura tributaria è svolta con riferimento alla

figura del Curatore fallimentare.

1. ADEMPIMENTI FISCALI INIZIALI

La comunicazione dell’apertura del fallimento

Il primo adempimento di natura comunicativa

a cui il Curatore è chiamato ad ottemperare entro

15 giorni dall’accettazione della carica, consiste nel

presentare apposita comunicazione in via telemat-

ica tramite il modello «Comunica», destinata agli

enti interessati e contenente i dati necessari ai fini

dell’eventuale insinuazione al passivo. Tale obbli-

go è stato recentemente introdotto dal dl n.78 del

31 maggio 2010 – c.d. «Decreto Sviluppo» –, art. 29,

comma 6 il quale dispone inoltre che in caso di vi-

olazione di tale obbligo le sanzioni applicabili per

l’omessa comunicazione sono raddoppiate.

I curatori fallimentari dovranno dunque pre-

stare notevole attenzione a tale adempimento

strumentale e funzionale alla corretta e tempestiva

insinuazione dell’Erario alla procedura fallimen-

tare, poiché in caso di omissione la sanzione a suo

carico è pari a euro 516,00.

Entro trenta giorni dalla notifica della sua nomi-

Guida all’Imu

passo

per passodi SERGIO TROVATO

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23Giovedì 7 Giugno 2012

A

ONE

on

LOTTA ALLA

CONTRAFFAZIO

in edicola coDiritto

onin edicola co

& Fisco

La novità è emersa ieri durante l’incontro tra i tecnici dell’Agenzia e i rappresentanti delle categorie

Un modello per lo spesometroUna ricevuta con il frontespizio riepilogativo degli invii

DI CRISTINA BARTELLI

Un modello per il nuovo spesometro. Un fronte-spizio con il riepilogo delle operazioni da con-

segnare al contribuente come ricevuta con il riepilogo delle operazioni, da parte dell’in-termediario, della trasmissio-ne effettuata verso l’Agenzia delle entrate. Lo spesometro 2012, che prenderà avvio nel 2013, cam-bia dunque pelle. Non sarà più solo un flus-so informatico di dati ma avrà anche una propria fisionomia. È questa una delle novi-tà sull’avvio del nuovo spesometro, emersa nell’incontro tra Agen-zia delle entrate e ope-ratori in vista dell’ado-zione, entro l’estate, del provvedimento sull’adempimento ri-visto dall’ultimo decreto fiscale 16/2012 (si veda l’anticipazione di ItaliaOggi del 31/3/2012).

Nell’incontro è stato poi con-fermato l’indirizzo di non pre-vedere per gli invii Business to business (B2B) alcuna soglia li-mite mentre per il Business to consumer(B2C) dovrebbe essere mantenuta la soglia dei 3.600. Il nodo da sciogliere, al momento, resta quello se accogliere o meno la richiesta delle associazioni di categoria, per mantenere, anche con il nuovo spesometro, gli eso-neri in vigore.

Si tratta in particolare delle fatture riepilogative che vengo-

no inviate quando gli importi sono inferiori ai 300 euro. In quel caso infatti non si potreb-be incrociare il dato del codice fi scale della persona verso cui vien fatta la fattura perchè fi -nisce nell’elenco dei riepiloga-tivi. Affi ne a questo problema è quello per le registrazioni dei commercianti al minuto. Du-rante l’incontro, i tecnici di via Cristoforo Colombo hanno re-

gistrato le richieste dei rappre-sentanti di categoria, senza però sciogliere alcun tipo di riserva. E hanno assicurato che è inten-zione dell’Agenzia uscire con un provvedimento in tempi brevi perchè, anche se i dati saranno inviati nel 2013, la raccolta do-vrà essere fatta in questi mesi e quindi diventa importante per le imprese sapere cosa re-gistrare e i comportamenti da adottare.

Una conferma però arriva, sempre per il campo esoneri: restano in vigore tutti quel-li richiamati dalla circolare 24/2011.

Tornando alle comunicazioni dunque per il nuovo spesometro, queste ultime saranno suddivi-se in base al criterio delle opera-zioni non fatturabili e di quelle fatturabili.

Per le prime (quelle che pre-vedono lo scontrino fi scale) si procederà all’invio, all’Agenzia delle entrate, dei dati come corrispettivi quando il paga-mento supererà una soglia che

sarà quella attuale dei 3.600 euro, mentre le seconde i contribuenti invieranno le informa-zioni annualmente e senza limiti.

È stato il dl 16/2012 a modifi care la comu-nicazione telematica delle operazioni Iva di importo non inferiore a 3 mila euro. La nuo-va formulazione della disposizione preve-de che le operazioni soggette ad obbligo di

fatturazione dovranno essere comunicate non analiticamente, ma per l’ammontare comples-sivo (annuo) riferito a ciascuna controparte. Un ritorno all’elen-co clienti e fornitori, per cui non assume più rilevanza l’importo della singola operazione, non essendo previsto, in tale ambito, alcun limite.

Le operazioni senza obbligo di fattura devono essere comu-nicate se di importo non infe-riore a 3.600 euro comprensivi dell’Iva. Dunque il discrimine è la sussistenza o meno dell’obbli-go di emissione della fattura.

© Riproduzione riservata

Il segreto bancario ha le ore contate a San Marino. Il protocol-lo aggiuntivo alla Convenzione contro le doppie imposizioni tra l’Italia e il Titano che verrà fi rmato il 13 giugno prossimo a Roma sembra destinato a sgretolare l’opacità fi nanziaria che contraddistingue la Rupe. Se è vero infatti che la precedente intesa fi scale tra i due Paesi, raggiunta il 21 marzo 2002 e mai entrata in vigore, estendeva lo scambio di informazioni tra Italia e San Marino a tutte le pratiche considerate utili per prevenire l’evasione fi scale, il nuovo protocollo allarga il raggio d’azione stabilendo che «uno Stato non può rifi utar-si di fornire le informazioni solo in quanto detenute da una banca, da un’altra istituzione fi nanziaria, da un mandatario o una persona che opera in qualità di agente o fi duciario». Non solo. In base ai nuovi accordi raggiunti a livello tecnico tra i due Paesi, le autorità tributarie di Italia e San Marino non potranno opporre rifi uto alle richieste di assistenza am-ministrativa con la scusa che quanto richiesto non appare rilevante ai fi ni dell’inchiesta fi scale. In altre parole, tra sei mesi o un anno al massimo, il tempo tecnico necessario per l’approvazione dell’intesa fi scale da parte del Parlamento, tutte le banche, fi duciarie e fi nanziarie saranno tenute a ope-rare nella massima trasparenza consegnando, su richiesta, estratti conti, dati economici o nominativi di benefi ciari di redditi. Ma le novità del nuovo accordo non fi niscono qui. La fi rma dell’intesa consentirà infatti di fare chiarezza an-che sulla dibattuta questione delle «stabili organizzazioni» regolate dall’articolo 5 dell’accordo. «Ai fi ni della presente Convenzione, l’espressione «stabile organizzazione» designa una sede fi ssa di affari in cui l’impresa esercita in tutto o in parte la sua attività. Essa comprende in particolare, una sede di direzione, una succursale, un uffi cio, un’offi cina, un laboratorio, un cantiere di costruzione», si legge nel testo della Convenzione. Non si considera quindi stabile organiz-zazione un deposito, un’esposizione, o la consegna di beni o merci appartenenti all’impresa. Ma nemmeno una sede fi ssa di affari utilizzata soltanto per acquistare beni o raccogliere informazioni; oppure una sede fi ssa utilizzata ai soli fi ni di pubblicità o di ricerche scientifi che.

Tancredi Sequi© Riproduzione riservata

Titano, segreto bancariocon le ore contate

La cedolare sugli affi tti nel primo anno usata soprattutto per i nuovi contratti. Come ricordato in una nota da Confedilizia, il ministero dell’Economia ha comunicato che nel 2011 la nuova imposta ha generato entrate per 675 mln di euro. Mentre la relazione tecnica che accompagnava il provvedimento istitutivo del nuovo regime tributario quantifi cava il gettito di cassa per il 2011 in 2,7 mld. La stessa relazione prevedeva contestual-mente un minor gettito Irpef di 2,4 mld. Ma nel 2011, il gettito Irpef si è ridotto di 480 mln, per effetto della fl essione delle ritenute dei dipendenti pubblici e privati per le operazioni di conguaglio fi scale relative alla presentazione del modello 730 per i redditi 2010. Anche se «potrebbero esservi state maggiori entrate di rilievo da altri cespiti Irpef», secondo Confedilizia, i dati a disposizione «non consentono di sostenere che la cedola-re non abbia fatto emergere sommerso, essendo possibile che, come risulta dalle indicazioni delle Associazioni territoriali, la cedolare sia stata applicata per lo più per i nuovi contratti».

Matteo Rigamonti© Riproduzione riservata

La cedolare sugli affi tti piace per i nuovi contratti

AVVISO DI RETTIFICA BANDO DI GARA 2012/S 95-158127 del 19/05/2012 - SERVIZI - SETTORI SPECIALI

Ente aggiudicatore: Terna Rete Italia S.p.A., Viale Egidio Galbani, 70 - 00156 Roma, ItaliaBreve descrizione dell’appalto: Gara n. 0000014470 fornitura di indumenti da lavoro e di protezione individuale codiceidentificativo gara (CIG):4215242FB9.Avviso di rettifica pubblicato sulla GUUE: 2012/S 103-171225Data di spedizione dell’ avviso di informazioni complementari del bando di gara alla commissione europea per larelativa pubblicazione: 30/05/2012Punti del bando originario oggetto di rettifica: III.2.3) Capacità tecnica, lettera b: anzichéIII.2.3) Capacità tecnica:b) n. 1 appalto di forniture di indumenti resistenti all’arco elettrico, effettuate nel triennio precedente ladata di pubblicazione del bando, di importo non inferiore a 150.000,00 EUR, ovvero n. 2 appalti di importo non inferiore a80.000,00 EUR ciascuno; leggi: III.2.3) Capacità tecnica: b) n. 1 appalto di forniture di indumenti resistenti all’arco elettrico,effettuate nel triennio precedente la data di pubblicazione del bando, di importo non inferiore a 150.000,00 EUR, ovvero n. 2appalti di importo complessivo non inferiore a 160.000,00 EUR.Ulteriori informazioni sul bando di gara e sulla relativa rettifica sono disponibili presso il sito internet: www.ternareteitalia.itnella sez. Sistema Elettrico/E-Procurement/Bandi di Gara.

Terna Rete Italia SpA – Viale Egidio Galbani, 70 - 00156 Roma – ItaliaReg. Imprese di Roma, C.F. e P.I. 11799181000 REA 1328587Capitale Sociale 120.000,00 Euro i.v.- Socio UnicoDirezione e Coordinamento di Terna SpA

Italia Oggi - 07/06/2012

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24 Giovedì 7 Giugno 2012 GIUSTIZIA E SOCIETÀ

La previsione nel ddl sulla corruzione alla Camera

Paletti all’arbitratoPlacet della p.a. e tetto ai gettoni

DI SIMONA D’ALESSIO

Sì agli arbitrati nelle amministrazioni pub-bliche, purché auto-rizzati dall’organo di

governo, e con un tetto al com-penso del dirigente che li svol-gerà. E un anno di stop agli ex politici che aspirano ad un poltrona al ver-tice di un organismo statale, divieto che non riguarderà chi è stato in lizza, sen-za essere eletto. Ma nessuna decisione sulla incandidabilità dei condannati. L’ap-provazione del dise-gno di legge contro la corruzione (C 4434-A e abb.) va avanti a rilento, nell’aula della Camera, dove l’esame riprenderà oggi. Di-sco verde, ieri, all’articolo 2 sulla trasparenza dell’attività amministrativa, accantonato e poi riformulato da uno dei relatori, Jole Santelli (Pdl): verranno considerati nulli gli arbitrati privi del via li-

bera dell’organo di governo dell’amministrazione, regola estesa anche alle società a partecipazione pubblica, o che comunque abbiano ad oggetto opere o forniture fi nanziate, in tutto o in parte, con risorse a carico dello stato.

Prefetture in prima linea e

con ampi poteri contro i rischi di infi ltrazione mafi osa nelle imprese: passa, infatti, l’arti-colo 6 che crea le cosiddette «white list» delle aziende pu-lite, prive di qualunque condi-zionamento; nelle sedi prefetti-zie ci dovrà essere l’elenco dei

fornitori, prestatori di servizi ed esecutori di lavori non sog-getti a tentativo di penetrazio-ne della criminalità organizza-ta. Il testo individua anche le attività più a rischio, fra cui quelle di «trasporto di mate-riale e discarica conto terzi, trasporto, anche transfronta-

liero, e smaltimento di rifi uti conto terzi», nonché «confeziona-mento, fornitura e trasporto di terra e materiali inerti». E se stamani si tenterà di sciogliere il nodo sulla incandidabilità di chi abbia ottenute condanne nel Comi-tato dei 18 delle com-missioni affari costi-tuzionali e giustizia, nelle stesse ore sono attesi i pareri del go-

verno sugli articoli 12 e 13 del ddl concernenti le modifi che al codice penale su concussione e corruzione, e che introduco-no i nuovi reati di corruzione fra privati e traffi co illecito di infl uenze.

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Tutto da rifare per l’affi damento delle comunicazioni elettroniche del ministero dell’Interno. Illegittima la procedura negoziata di affi damento del servizio al gestore uscente: serve una vera e propria gara d’appalto. Che tuttavia non arriverà prima dal 2014, visto che la convenzione quadro già siglata resterà effi cace fi no al 31 dicem-bre 2013, in modo da poter mettere in piedi la procedura selettiva, prevedibilmente lunga e tortuosa, proprio per la delicatezza delle attività da aggiudicare. È quanto emerge dalla sentenza 4997/12, pubblicata il primo giugno dalla prima sezione ter del Tar Lazio.

Accolto il ricorso proposto dall’impresa concorrente dell’aggiudi-cataria del servizio: si tratta di due gruppi molto noti in Italia. E il primo ambisce a scalzare l’altro nell’importante commessa che riguarda i servizi di fonia vocale, fonia mobile e trasmissione dati per la pubblica sicurezza e i carabinieri: un appalto da oltre 500 milioni di euro. Il Viminale si risolve a promuovere la procedura negoziata con il gestore uscente dal momento che cambiare risulte-rebbe tecnicamente molto diffi cile: i servizi da affi dare riguardano comunque questioni di sicurezza, connotati inevitabilmente da un certo margine di segretezza. Eppoi l’azienda “uscente” è proprietaria di un’infrastruttura, un sistema integrato, che consente l’erogazione dei servizi. Ma attenzione, il Ministero avrebbe dovuto tener conto della disponibilità manifestata dal concorrente a gestire i servizi: non è così scontato che un solo operatore economico sia in grado di assicurare la prestazione richiesta né vi sono diritti di esclusiva o ragioni tecniche che impediscano l’espletamento di una procedura selettiva. Il Viminale ben poteva valutare la convenienza dell’ade-sione all’uno o all’altro fornitore, invece che decidere direttamente per la stipula di un contratto settennale con il fornitore uscente. E, comunque, per garantire il massimo rispetto del principio generale di concorrenza, avrebbe dovuto valutare lo scorporo dei diversi ser-vizi, come hanno fatto altre amministrazioni. Le ragioni tecniche in base alle quali un solo operatore economico può eseguire un appalto devono essere rigorosamente giustifi cate caso per caso, tanto che astrattamente si può affermare che la gara può essere evitata soltanto quando nell’intera Ue c’è un solo soggetto che per motivi tecnici è in grado di erogare il servizio richiesto. Lecito attendersi ora il ricorso al Consiglio di Stato.

Dario Ferrara

Comunicazioni del Viminale Affi damento da rifare

In collaborazione con:

www.smallbusiness.intesasanpaolo.comVicini a voi.

ORDINE DEI DOTTORI COMMERCIALISTI

E DEGLI ESPERTI CONTABILI DI NAPOLI

ENTE PUBBLICO NON ECONOMICO

Richiesto accreditamento da ODCEC Napoli 4 CFPInfo e Contatti: Eleonora Vella: [email protected] - Tel: 02.58219737

ore 9.30: Accredito e welcome coffeeore 10.00: Indirizzi di saluto

Achille Coppola, Presidente Odcec di Napoli Bruno Miele, Vicepresidente Odcec di Napoli

Vincenzo Moretta, Consigliere Segretario Odcec di NapoliSalvatore Palma, Consigliere Delegato dell’Odcec di Napoli

alla Commissione Finanza e Mercati finanziari

Apertura dei lavori a cura di Giuseppe Castagna direttore regionale Campania, Basilicata, Calabria, Puglia e Sicilia di Intesa Sanpaolo

Introduzione di Roberto Miliacca, caporedattore Italia Oggi

Interventi:

Competitività e accesso al credito delle aziende del territorioFabrizio Guelpa

Il bilancio d’esercizio: analisi, equilibrio e certificazioneMichele Saggese

Gli strumenti per il rafforzamento patrimoniale delle impreseGianluca Battaglia

Le agevolazioni e i contributi destinati alle PMI e ai piccoli imprenditoriRoberto Lenzi

L’accesso al credito, il pricing e la formazione del rating Bruno Bossina

NAPOLI, 22 GIUGNO 2012 - PIAZZA DEI MARTIRI, 30SALA DELLE CONFERENZE DELL’ORDINE DEI DOTTORI

COMMERCIALISTI E DEGLI ESPERTI CONTABILI

I finanziamenti disponibili per piccole imprese, partite Iva, professionisti. Istruzioni per l’uso.

CREDITO OGGI

Ai sensi dell’art. 6 della Legge 25 febbraio 1987, n. 67, si pubblicano i seguenti dati relativi al bilancio preventivo 2012 e al conto consuntivo 20101. Le notizie relative alle entrate e alle spese sono le seguenti:

(in euro)

2. La classiicazione delle principali spese correnti e in conto capitale, desunte dal consuntivo, secondo l’analisi economico-funzionale è la seguente:

COMUNE DI LAINATE(PROVINCIA DI MILANO)

ENTRATE SPESE

Avanzo amm.ne Disavanzo amm.ne

per mutui in ammortamento

Denominazione Denominazione

Previsioni di competenza

da bilancio anno 2012

Previsioni di competenza

da bilancio anno 2012

Accertamenti da conto

consuntivo anno 2010

Impegni da conto

consuntivo anno 2010

(in euro)

Altre entrate correnti 119,55 Altre spese correnti 75,02

IL SINDACO (Alberto Landonio)

Amministr. Istruzione Abitazioni Attività Soc. Trasporti Attività Totale

generale e cultura economica

Investimenti Indiretti

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25Giovedì 7 Giugno 2012GiovedìI M P O S T E E TA S S E

Il sottosegretario Ceriani: dossier sul tavolo del governo

Una svolta sull’IrapChiarita l’autonoma organizzazione

DI ANDREA BONGI

Sull’Irap dei piccoli il Go-verno sta valutando la possibilità di interveni-re. Per adesso professio-

nisti, artisti, ausiliari dell’im-prenditore commerciale, agenti di commercio e promotori fi nan-ziari sono fuori dall’Irap solo se non impiegano lavoro altrui ed utilizzano beni strumentali ec-cedenti le necessità minime per l’esercizio della loro attività.

Le rette pagate per i servizi di assistenza domiciliare all’infan-zia possono essere detratte dai genitori al pari di quelle per gli asili nido solo se tali strutture sono assimilabili, sia per pre-supposti che per fi nalità, alle suddette strutture pubbliche.

Nessuna modifica in vista, infi ne, alla normativa del pre-lievo erariale unico (Preu) per gli apparecchi da gioco.

Sono queste, in estrema sin-tesi, le risposte fornite ieri dal sottosegretario al ministero dell’economia Vieri Ceriani, a tre distinti question time.

Mini Irap. Sull’esclusione Irap dei piccoli il governo sta valutando la possibilità di inter-venire per defi nire, in maniera precisa, quali siano gli elemen-ti che confi gurano la cosiddetta «autonoma organizzazione».

In assenza di una tale defi ni-zione normativa l’agenzia delle entrate, si legge nella risposta del sottosegretario al question time n.5-07003 a firma degli on.li Fugatti e Cavallotto, non può che richiamarsi ai suoi interventi di prassi ammini-strativa (circolari n.45/2008 e 28/2010) e ai principi sanciti in materia dalla giurisprudenza di legittimità.

Alla luce di tali riferimenti, si legge nel testo di risposta, sus-siste autonoma organizzazione quando ricorra almeno uno dei

seguenti presupposti: a) im-piego in modo non occasionale di lavoro altrui; b) utilizzo di beni strumentali eccedenti per quantità e valore, le necessità minime per l’esercizio dell’at-tività.

Tali principi, conclude Vieri Ceriani, si applicano ai pro-fessionisti, agli artisti e agli esercenti le attività ausiliarie dell’imprenditore commerciale di cui al n.5) dell’articolo 2195 del codice civile, fra i quali gli agenti di commercio e i promo-tori fi nanziari.

Assistenza domiciliare all’infanzia. Per poter conside-rare detraibili ai fi ni dell’irpef le rette pagate dai genitori per i servizi di assistenza domiciliare all’infanzia, come quelli forniti dalla Provincia autonoma di Bolzano, occorre verifi care se tali asili, così come quelli pub-blici, si caratterizzano per la presenza di una struttura or-ganizzativa idonea a garantire l’educazione e l’assistenza alla prima infanzia con carattere di continuità e per un periodo di tempo almeno pari a quello delle analoghe strutture pubbli-che. Ove ricorrano tali condizio-

ni, si legge nel testo di risposta al question time n.5-07001 a fi rma dell’on. Lo Monte e altri, le spese sostenute dai genitori per tali prestazioni possono es-sere ammesse alla detrazione d’imposta.

Prelievo erariale unico. La disciplina del prelievo erariale unico sugli apparecchi da di-vertimento ed intrattenimento è già stata oggetto di recente rideterminazione ad opera del dl 138/2011 con eliminazione del c.d. sistema a scaglioni so-stituito da un meccanismo di aliquote fi sse che condurranno a una progressiva stabilizzazio-ne della raccolta.

La risposta del sottosegreta-rio Vieri Ceriani conferma che al momento nessuna iniziativa è allo studio sul fronte del Preu. La richiesta di chiarimenti in tale senso era contenuta nel question time n.5-07005 a fi rma degli on.li Barbato e Messina.

©Riproduzione riservata

DI VALERIO STROPPA

Nulla da fare per Diego Armando Maradona contro il fi sco italiano. La Ctp di Napoli ha in-

fatti confermato le due cartelle Irpef da oltre 37 milioni di euro gravanti sull’ex «Pibe de oro», già divenute definitive dopo la pronuncia della Cassazione sette anni fa. Annullate invece, altre quattro cartelle relative a tasse e imposte di registro: i giudici tributari hanno ricono-sciuto vizi insanabili di notifi -ca, poiché gli atti erano stati recapitati presso il domicilio napoletano del campione mol-ti anni dopo che questi aveva fatto ritorno in Argentina. Il debito tributario complessivo di Maradona, quindi, scende da circa 40 a 34 milioni di euro. La sentenza n. 321/17/12 del-la Ctp partenopea, depositata ieri, dichiara invece l’incom-petenza del collegio riguardo a una settima cartella impu-gnata, relativa a una multa stradale, in quanto materia del giudice di pace. «Una vitto-ria a metà, andremo in appello per ottenere la cancellazione di tutto il debito illegittimo», an-nuncia l’avvoca-to di Maradona, Angelo Pisani. Come detto, la

parte più cospicua del ricorso riguardava due cartelle per imposte non versate sui redditi percepiti tra il 1985 e il 1990. Sull’argomento si è già celebra-to il contenzioso, conclusosi con la sentenza n. 3231/2005 della Cassazione. Pertanto, osserva la Ctp Napoli, il ricorso «co-stituisce una pressoché totale riesumazione di precedenti giudizi» e «la pronunzia della Cassazione costituisce giudi-cato sostanziale». Da qui il ri-getto delle tesi del ricorrente. La maggior parte del debito del calciatore (circa 29 milioni di euro) è costituita da interessi e accessori, ritenuti «esorbitan-ti, illegittimi e inammissibili» dalla difesa del campione. La Ctp, tuttavia, sottolinea che, oltre a essere tali somme in-tangibili per via del giudica-to, gli interessi sono «lievitati necessariamente all’attualità della presente decisione», che interviene circa 25 anni dopo i fatti contestati. La sentenza dichiara anche l’inammissibi-lità dell’istanza di estensione

del preteso giudicato favorevole alla

società Calcio Napoli rinve-

niente dalla s e n t e n z a 1 2 6 / 9 4 della Ctr Campania.

Il debito scende da 40 a 34 mln €

Maradona in Ctp Solo un minisconto

La camera dei deputati e il senato hanno eletto ieri i compo-nenti per l’Autorità delle comunicazioni e per il Garante della Privacy. Montecitorio ha scelto per l’Agcom Maurizio Decina e Antonio Martusciello, votati rispettivamente con 163 e 148 preferenze, e per il Garante della Privacy Giovanna Bianchi Clerici e Antonello Soro con 179 e 167 voti. Al senato invece, per l’Agcom sono stati eletti Antonio Posteraro con 94 voti e Antonio Preto con 91, mentre per la Privacy la scelta è caduta su Augusta Iannini con 107 voti e Licia Califano con 97 voti. Molte le polemiche. Felice Belisario dell’Idv parla di «concorso truccato» e Benedetto Della Vedova di Fli di «occasione per-sa». Per Antonio Di Pietro si tratta di una «ferita su scenari politici con conseguenze anche sulla coalizione».

Nomine tra le polemiche per Privacy e Agcom

Diego Armando Maradona

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26 Giovedì 7 Giugno 2012 I M P O S T E E TA S S E

DI DEBORA ALBERICI

Linea dura sulle fatture fal-se. È valido a tutti gli effetti l’avviso di accertamento nei confronti di un’azienda sul-la base di una verifi ca fatta presso i fornitori della stes-sa. Anche senza convocare il contraddittorio in fase am-ministrativa. Con sentenza n. 9108 di ieri, la Cassazione ha messo in secondo piano le garanzie dello Statuto del contribuente rispetto alle ispezioni nelle quali la Guar-dia di fi nanza ha rintracciato fatture false. Dando ragione all’amministrazione il Colle-gio di legittimità ha precisa-to che «nessun pregiudizio al diritto di difesa subisce, peraltro, il terzo che dai do-cumenti acquisiti nel corso della verifica risulti avere intrattenuto rapporti com-merciali con il contribuente verifi cato, tenuto conto da un lato che l’utilizzo di dati, documenti ed informative acquisite presso terzi ai fi ni dell’attività di accertamen-to di ufficio o in rettifica è pienamente legittimo in quanto espressamente con-templata dagli artt. 32 e 33 dpr n. 600/73 e dagli artt. 51 e 52 dpr n. 633/72; dall’altro che il contribuente, nei cui confronti l’amministrazione fi nanziaria emetta avvisi di accertamento fondati in tut-to od in parte sulla documen-tazione od informative ac-quisite presso terzi, è posto comunque in grado di eser-citare in modo pieno e senza alcun limite il proprio diritto di difesa sia nella fase extra-giudiziale con a richiesta di attivazione della autotutela, sia nella fase giudiziale con la opposizione all’atto impo-sitivo avanti le commissioni tributarie». Sbaglia dunque la Ctr di Roma a estendere le garanzie istruttorie previste dall’art. 12 legge n. 212/2000 anche al contribuente che ha ricevuto l’accertamento, da ritenersi terzo rispetto al contribuente destinatario della verifi ca fi scale (le so-cietà che hanno emesso le fatture contestate). Le nor-me dello Statuto trovano, infatti, chiara collocazione solo nell’ambito dei rappor-ti tra contribuente e ammi-nistrazione fi nanziaria, che devono svolgersi nel rispet-to del principio di coopera-zione, risultando pertanto coerente l’invito alla parte-cipazione alla fase di acquisi-zione documentale rivolto al soggetto che ha la disponibi-lità dei documenti rilevanti ai fi ni della verifi ca.

FALSE FATTURE

Accertamenti su terzi legittimi

Più facile per l’amministrazione fi nanziaria provare la frode carosello. È valido l’ac-certamento basato sull’acquisto del bene sottocosto e sulla circostanza che il forni-tore non ha pagato l’Iva. Insomma il con-tribuente dovrebbe provare la sua buona fede e cioè dimostrare di non essere a co-noscenza di aver trattato con una cartiera. Lo ha stabilito la Cassazione con senten-za n. 9107 del 6 giugno 2012. La sezione tributaria ha chiarito che in questi casi l’amministrazione può dar prova dei fatti mediante presunzioni semplici. Nella vicen-da esaminata la Ctr Lazio ha accertato, su base documentale, l’acquisto e rivendita di

autoveicoli a prezzi sottocosto, il mancato versamento dell’Iva da parte delle ditte in-terposte nei confronti dell’Erario (che rap-presenta una delle principali ragioni della frode carosello) e la detrazione Iva posta in essere dall’interponente. In sostanza, «nelle cosiddette ‘‘frodi carosello’’, fonda-te sul mancato versamento dell’imposta incassata da società cartiere a seguito di acquisti intracomunitari, o altrimenti esen-ti, e successive rivendite anche attraverso l’interposizione di una o più società fi ltro (buffers), il meccanismo dell’operazione e gli scopi che la stessa si propone (acquisi-zione di materiali a prezzi più contenuti al

fi ne di praticare prezzi di vendita più bassi, con alterazione a proprio favore del libero mercato), fanno presumere la piena cono-scenza della frode e la consapevole parte-cipazione all’accordo simulatorio del bene-fi ciario fi nale, con la conseguenza che, in applicazione del relativo principio sancito dall’art. 17 della direttiva 17 maggio 1977, n. 77/388/Cee, l’Iva assolta dal medesimo benefi ciario nelle operazioni commerciali con la società fi ltro non è detraibile anche se le predette operazioni siano state effet-tivamente compiute».

Debora Alberici© Riproduzione riservata

Stretta sulle frodi carosello. Ditte interposte pressate dal fi sco

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27Giovedì 7 Giugno 2012GiovedìI M P O S T E E TA S S E

La tesi bipartisan di Leo (Pdl) e Fluvi (Pd). Lapecorella (Finanze): rendite irrealistiche

Delega fiscale, gioco d’anticipoLeggi autonome per riforma catasto e abuso di diritto

DI VALERIO STROPPA

Sulla delega fiscale bi-sogna fare presto. E se, come probabile, non ci fossero i tempi tecnici

per approvare sia il ddl sia il de-creto delegato entro aprile 2013, «sarebbe opportuno avviare ini-ziative legislative autonome per disciplinare da subito i temi di maggiore importanza, quali la riforma del catasto e l’abuso del diritto». Ad affermarlo sono il presidente della commissione di vigilanza sull’anagrafe tributa-ria, Maurizio Leo (Pdl), e il ca-pogruppo Pd alla commissione finanze della camera, Alberto Fluvi, intervenuti ieri su Rete-conomy a un dibattito televisivo dedicato alla delega fi scale. Il ddl, varato in prima bozza ad aprile dal consiglio dei ministri e il cui testo viene ritoccato di giorno in giorno (specie per quanto riguar-da le norme penali legate all’elu-sione), tornerà domani sul tavolo di palazzo Chigi.

«L’agenda del parlamento è

piuttosto impegnativa, ipotizza-re che la delega possa essere ap-provata da entrambi i rami entro l’estate è arduo», spiega Leo, «per questo ritengo che, qualora il ddl non vada in porto in tempi brevi, urge avviare proposte legislative autonome sulle questioni più ur-genti». Tra queste c’è sicuramente la riforma del catasto. «Le rendi-te attuali, così datate nel tempo, non sono più rispondenti alla si-tuazione reale», osserva Fabrizia Lapecorella, direttore generale del dipartimento delle finanze (che ospitava il talk show), «così come non si può attendere per ri-organizzare il sistema delle tax expenditures e per varare misure concretamente orientate allo svi-luppo economico». Secondo Fluvi «fi nora, almeno a parole, abbiamo notato una grande convergenza di vedute sulla bozza di delega. Quando sarà uffi cialmente pre-sentata al parlamento, tuttavia, dubito che un provvedimento di così cruciale importanza troverà la strada spianata. Basta ricor-dare l’esempio della precedente delega per la riforma del cata-sto, poi abbandonata. Abbiamo davanti a noi sei o sette mesi di lavoro effettivo. Potrebbero non bastare. Forse bisognerà indi-viduare alcuni punti chiave da portare comunque in fondo». Un altro di questi è l’abuso del diritto. «Benché generalmente attrezzate per fronteggiare i rischi azienda-li, le imprese non riescono a ge-stire l’incertezza fi scale», rileva

Lapecorella, «ciò comporta che i player esteri non investono e che quelli nazionali talvolta deloca-lizzano. Le esperienze di Francia e Germania dimostrano che una codifi cazione attenta dell’abuso non disincentiva la crescita, ma anzi può favorirla». E l’ipotesi di

reato rappresenta proprio una delle questioni più delicate. «Re-centi sentenze della Cassazione hanno ammesso la responsabili-tà penale anche nei casi di elu-sione», sottolinea Leo, «questo contribuisce a creare perplessità e incertezze. Il mio rammarico è

che, visto che se ne parla ormai da molto tempo, si poteva avere un po’ più di coraggio e calare le norme sull’abuso di diritto già nel testo del dl n. 16/2012». C’è an-che dell’altro. «Nella delega sono contenute numerose disposizioni orientate all’equità e alla cresci-

ta (una su tutte l’Iri)», conclude Fluvi, «che proseguono il discorso avviato con il dl n. 201/2011. Per garantire tale continuità è fon-damentale che (almeno) queste norme vedano la luce entro la fi ne dell’attuale legislatura».

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Maurizio Leo

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28 Giovedì 7 Giugno 2012 I M P O S T E E TA S S E

I chiarimenti forniti dal provvedimento delle Entrate sull’imposta sugli immobili esteri

Franchigia Ivie calcolata al lordoTributo non dovuto se l’importo ante-detrazioni è sotto 200 €

DI DUILIO LIBURDI

L’importo di 200 euro per l’imposta sugli im-mobili esteri va assunto al lordo delle detrazioni

previste dalla norma. Per quelli non più detenuti al 31 dicembre si fa riferimento al valore assunto al termine del periodo di detenzione mentre tra le attività fi nanzia-rie estere assumono rilevanza anche i fi nanziamenti, in linea con quanto previsto ai fi ni del quadro Rw. Sono questi alcuni aspetti che meritano di essere rilevati sulla scorta della lettura del provvedimento del direttore dell’Agenzia delle entrate del 5 giugno con il quale è stata data attuazione al pacchetto di nor-me introdotte dal decreto legge n. 201 del 2011 in materia di im-posizione sugli immobili e sulle attività fi nanziarie detenute da soggetti residenti all’estero (si veda ItaliaOggi di ieri).

Immobili. Il provvedimento ribadisce come la base imponibile per tali beni situati all’estero sia differenziata in relazione alla lo-calizzazione degli stessi:

- per stati Ue e See con scam-bio di informazioni il valore da assumere è quello catastalmente determinato sulla base della nor-mativa estera:

- per stati fuori Ue (compresa la Svizzera), si assume il costo di acquisto.

Particolari declinazioni sono poi previste nell’ipotesi in cui il bene in questione sia pervenuto per successione o donazione in quanto, a tali fi ni, assume rile-vanza quanto evidenziato in atto. Posto che l’aliquota di imposta da versare in Italia è lo 0.76% sul valore degli immobili come sopra identifi cato, il contenuto del prov-vedimento parrebbe muoversi in linea diversa con quanto previ-sto dalle istruzioni ai fi ni della identifi cazione dell’ammontare di quanto dovuto. Si afferma, in-fatti, che l’imposta in questione non è dovuta qualora l’importo della stessa, prima di applicare le specifi che detrazioni previste, non superi complessivamente 200 euro. Poiché le detrazioni specifi catamente previste sono di fatto quelle relative al pagamen-to di eventuali imposte all’estero di natura patrimoniale (con l’ul-

teriore aspetto delle imposte sui redditi in relazione a beni Ue o See), parrebbe che l’importo di 200 euro debba essere identifi -cato al lordo di tale scomputo e non come imposta da versare. Questo, come detto, non in linea con quanto affermato nelle istru-zioni al modello Unico 2012 e al quadro Rm nello specifi co.

Ulteriore aspetto è quello del momento con riferimento al qua-le assumere il pagamento dell’im-posta estera. Il provvedimento si riferisce all’imposta patrimoniale versata nell’anno di riferimento nel paese ove sono situati gli im-mobili. La formulazione letterale farebbe dunque propendere per un concetto di cassa in relazione ai pagamenti effettuati nel cor-so del 2011 a favore dello Sta-to estero e non, dunque, ad un concetto di competenza. Inoltre, ai fi ni della effettiva determina-zione del quantum da versare, il provvedimento chiarisce come, in relazione alle imposte sui erdditi eventualmente pagate all’estero sui beni iun questione la logica sia prima quella di tenere conto di quanto previsto dall’articolo 165 del Tuir e, solo successiva-

mente, scomputare dalla patri-moniale italiana una eventuale eccedenza. Il provvedimento si riferisce anche all’ipotesi in cui il bene, alla fi ne del periodo di imposta, non sia più detenuto all’estero. Sotto questo aspetto, la logica dell’imposta sugli immobili esteri differisce dai concetti affe-renti il monitoraggi ofi scale che, invece, fa leva esclusivamente sul fatto del possesso del bene alla fi ne dell’anno. Letteralmente il testo del documento afferma come qualora l’immobile non sia pos-seduto alla data del 31 dicembre dell’anno si deve fare riferimento al valore dell’immobile rilevato al termine del periodo di detenzione. E’ questo un passaggio non chia-rissimo in quanto sembrerebbe che si debba fare riferimento al valore di mercato in quel momen-to ma questo contrasterebbe con le regole generali e con il criterio di proporzionalità in relazione al periodo di possesso.

Attività fi nanziarie. Molto attese erano anche le indica-zioni in merito al pagamento dell’imposta sulle attività fi nan-ziarie detenute all’estero. Una

prima notazione è relativa alla sostanziale identità che il prov-vedimento delinea tra quanto il contribuente deve indicare nel quadro Rw e quanto evidenzia-re nel quadro Rm da assogget-tare ad imposta. Per esempio, sono assoggettate a tassazione in base al nuovo tributo quelle attività finanziarie costituite da fi nanziamenti e, a tale fi ne, si deve ritenere siano compresi anche i fi nanziamenti infrutti-feri analogamente a quanto era stato affermato ai fi ni del mo-nitoraggio fi scale. Peraltro, nel provvedimento viene utilizzata una locuzione molto generale in relazione alla ipotesi di ogni altra attività da cui possono derivare redditi di capitale o redditi diver-si di natura fi nanziaria di fonte estera. Al contrario, in relazione ad esempio alle stock option, le stesse non saranno assoggettate al nuovo prelievo nell’ipotesi in cui le stesse non siano cedibili così come non rientrano nell’ambito di applicazione della nuova disposi-zione quelle fattispecie relative ai versamenti effettuati a titolo di contributi previdenziali.

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Nuova patrimoniale sugli immobili, inclusi i rimpatri giuridici. L’imposta è pagata dall’intermediario e in so-stanza si salva il segreto dello scudo fiscale. Per gli immobili Ue o nei pae-si See collaborativi se manca il valore catastale possono usarsi il costo storico o in alternativa il valore di mercato. Sulle at-tività finanziarie valore da considerare al 31 dicembre. Rebus sui conti correnti con giacenza media elevata ma saldo molto contenuto. Da comprendere se l’importo di 34 euro sia da proporzionare in funzione della quota e dai mesi di possesso e se l’esone-ro dal pagamento della patri-moniale nel caso di giacenza media non superiore a 5 mila euro sia limitato solo ai conti Ue o See.Il provvedimento del direttore dell’agenzia delle entrate del 5 giugno scioglie alcuni dubbi circa le nuove patrimoniali per gli immobili e le attività finanziarie detenute all’estero, ma probabilmente costringerà ancora una volta a rivedere sia le istruzioni che i software di compilazione e comunque richiede un intervento di prassi per ri-solvere alcuni interrogativi residuali.Per quanto concerne gli immobili, tra gli aspetti di maggior interesse è cer-tamente la statuizione secondo cui an-che gli immobili oggetto di rimpatrio giuridico devono essere sottoposti al prelievo fiscale. In sostanza, il prov-vedimento prevede un meccanismo di prelievo analogo a quello dell’imposta di bollo speciale sullo scudo, stabilendo il coinvolgimento diretto delle società fiduciarie che hanno in amministrazio-

ne gli immobili all’estero. Ovviamente in tale circostanza permane l’esonero dalla compilazione sia di Rw che della nuova sezione XVI del quadro Rm: di fatto, pagando la patrimoniale si ottiene un effetto analogo a quello che l’imposta

di bollo speciale esercita per le attività finanziarie, ossia la conservazione del «segreto» sullo scudo effettuato. Nulla di ciò interessa gli immobili oggetto di regolarizzazione, che come è noto devo-no essere comunque indicati nel quadro Rw, non potendo in alcun modo conser-vare un segreto e dunque saranno in-dicati dal contribuente anche nel nuovo quadro Rm, con relativa evidenziazione dell’imposta da pagare, che sarà corri-sposta direttamente dal contribuente stesso. Dopo di che è precisato che per gli immo-bili ricevuti in successione o donazione si assume il valore indicato nei relativi atti o in assenza il costo d’acquisto so-stenuto dal de cuius o dal donante, ov-vero quale ultima alternativa il valore

di mercato. Infine, precisazione impor-tante, per gli immobili Ue o localizzati nei paesi See «collaborativi», laddove non dovesse essere possibile risalire al valore catastale, potranno utilizzarsi le regole ordinarie ossia far riferimento al

costo d’acquisto o al valore di mercato.In riferimento alle attività finanziarie, invece, alcune perplessità residuano anche dopo il provvedimento. Anzi-tutto una soluzione impron-tata alla ragionevolezza: per il valore di mercato si assume quello al termine di ciascun anno solare. Se ciò semplifica la vita per quanto concerne la valorizzazione delle attività, è altrettanto vero che si pone il problema di attività «svuo-tate» in prossimità del 31 di-cembre. L’esempio immediato è un conto corrente al di fuori dell’Ue o del See che proprio

verso la fine dell’anno vede ridursi drasticamente il saldo per un rientro di capitali in Italia o in paesi con pa-trimoniale fissa a 34 euro. A leggere il provvedimento non sembrano esserci dubbi: comunque sarà il saldo di fine anno il valore da prendere in conside-razione per il calcolo della nuova patri-moniale, ma tale conclusione presta il fianco a manovre finalizzate a contene-re l’impatto della nuova imposta. Ciò posto, il provvedimento nel ribadire che per i conti correnti e i libretti di ri-sparmio detenuti nell’Ue o nei paesi See collaborativi la nuova patrimoniale è pari a 34 euro, sembra affermare, alme-no a leggere la sequenza delle locuzioni utilizzate, che anche tale importo debba essere proporzionato ai mesi e alla quo-

ta di possesso detenuta nell’arco dell’an-no, così come accade per la patrimoniale dell’1 per mille calcolato su tutte le altre attività finanziarie. Inoltre, sempre per detti conti si stabilisce un totale paral-lelo con l’imposizione sui conti correnti prevista in Italia, stabilendo che la nuo-va patrimoniale non trova applicazione nel caso in cui la giacenza media del conto non sia superiore a 5 mila euro. Su tali due aspetti, però, è necessario che sia l’amministrazione finanziaria a chiarire l’ambito applicativo. Per quan-to riguarda l’importo fisso di 34 euro, infatti, le perplessità al momento de-rivano dall’ultima versione licenziata di Unico Pf, fascicolo 2 e dalle relative specifiche tecniche, probabilmente da aggiornare, che al momento stabiliscono che nel caso in cui il contribuente abbia un conto in detti paesi Ue o See collabo-rativi e barra la colonna 8 del rigo Rm 33 della nuova sezione XVI del quadro Rm, a prescindere dai mesi di detenzio-ne del conto e dalla percentuale di rife-rimento indicati nelle rispettive colonne 3 e 4, comunque l’importo da pagare è fisso e pari a 34 euro. Infine, in ordine alla giacenza media, sempre facendo ri-ferimento alla sequenza redazionale del punto 5.1 del provvedimento, sembra di potersi affermare che l’esonero dal pagamento della nuova patrimoniale sia limitato solo ai conti Ue o See colla-borativi, ma una conferma in tal senso resta opportuna.

Maurizio Tozzi© Riproduzione riservata

IL PRELIEVO È VERSATO DALL’INTERMEDIARIO: SI SALVA IL SEGRETO DELLO SCUDO FISCALE

La nuova patrimoniale imbarca anche i rimpatri giuridici

Il provvedimentosul sito www.italiaoggi.it/documenti

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29Giovedì 7 Giugno 2012Giovedì 7 GiugnI M U FA C I L E

La denuncia arriva dai Caf (centri di assistenza i scale). Si va verso una proroga di 20 giorni

Imu, F24 semplificato respinto Gli uffi ci locali di poste e banche non accettano il modello

DI CRISTINA BARTELLI

Il pagamento dell’Imu con il modello F24 semplificato è stoppato allo sportello. I centri di assistenza fiscale

(Caaf) stanno ricevendo segna-lazioni che alcuni sportelli di Po-ste e banche rimandano indietro i contribuenti che si presentano a pagare l’acconto Imu utilizzan-do il modello f24 semplificato, un foglio invece dei tre consueti dell’F24. È successo in molti uffi-ci della Lombardia, ad Imperia e Genova. La denuncia arriva an-che dall’Anutel (associazione na-zionale uffici tributi enti locali) che ha messo i comuni in grado di generare il modello F24 Sem-plificato «mentre Poste e Banche non accettano da parte dei con-tribuenti i pagamenti», denuncia il presidente Franco Tuccio. E la conferma arriva anche da una prova sul campo che ItaliaOggi ha effettuato ieri in ufficio po-stale in una zona centralissima di Milano: F24 semplificato re-spinto al mittente. Insomma la confusione è tanta. Perciò il go-verno sembra sempre più orien-tato a concedere una proroga di 20 giorni, come anticipato da ItaliaOggi del 19 maggio.

Un altro intoppo, che potrebbe giustificare la proroga, è l’im-possibilità di poter ottenere nel modello 730 la compensazione con il pagamento dell’Imu ol-tre il 18 giugno. Il motivo? C’è un disallineamento proprio tra la data ultima di versamento dell’Imu, 18 giugno, e la chiu-sura delle operazioni da parte dei Centri di assistenza fiscale, che possono restituire il model-lo 730 al contribuente entro il

2 luglio. Modello f24 semplifi cato.

L’Agenzia delle entrate con una nota del 25 maggio 2012 ha fis-sato al primo giugno la data di debutto del modello F24 sempli-ficato. Un modello di pagamento che, nelle intenzioni dell’ammi-nistrazione, è stato ideato per agevolare i contribuenti che devono pagare e compensare le imposte erariali, regionali e degli enti locali, compresa l’Imu (Imposta municipale propria). Il nuovo modello, approvato con provvedimento del direttore dell’Agenzia delle Entrate del 25 maggio 2012, è composto da un’unica pagina, consentendo così risparmio in termini di car-ta e di costi di archiviazione, e si divide in due parti: quella supe-riore è la copia per chi effettua il versamento, quella inferiore è la copia per la banca, l’ufficio po-stale o l’agente della riscossione. I Caaf, però, in questi giorni di rush finale sull’Imu, hanno rice-vuto segnalazioni su problemi di accettazione da parte di alcune banche e poste. Segnalato il pro-blema, da Poste fanno sapere di aver inviato nei giorni scorsi agli

uffici una nota in cui chiarivano la procedura per mettere in con-dizione gli uffici sul territorio di accettare il nuovo modello per il pagamento dell’Imu. Rassicu-razioni anche dall’Abi che non segnala particolari difficoltà.

Compensazione entro il 18 giugno. Con la circolare 3 il dipartimento delle finanze ha riconosciuto la possibilità di portare in compensazione con il modello 730 l’acconto Imu, così come avveniva con la vecchia Ici se il contribuente va, come si dice in gergo, a credito con il fisco. La misura però rischia di escludere tutti i contribuenti che chiuderanno la propria partita con i Caaf dopo il 18 giugno. Per poter usufruire dell’opzione 730, infatti, bisogna chiudere i calcoli entro la data del primo versamento Imu, che è appunto il 18 giugno.

Una strada però per i ritar-datari potrebbe essere quella di pagare 3,75 euro e usufruire del ravvedimento operoso che con-sente di versare 30 giorni dopo la scadenza, pagando appunto una mora.

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I contribuenti non sono tenuti a pagare sanzioni e interessi per il versamento dell’acconto Imu solo se gli errori vengono commessi in seguito all’incertezza oggettiva delle norme di legge e sono il frutto della confusione normativa sul corretto adempimento degli obblighi tributari.

Tutti i contribuenti, dunque, sono tenuti a rispettare la data di scadenza per il pagamento dell’imposta fi ssata per il 18 giugno. In caso di diffi coltà legate al pagamento nei termini di legge, è opportuno che gli interessati provvedano al ravvedi-mento operoso pagando, oltre al tributo dovuto, gli interessi e una mini sanzione.

L’infelice formulazione della norma di legge (articolo 13, comma 12-bis del decreto »salva Italia», 201/2011) può in-fatti indurre in errore, laddove prevede espressamente che «Per l’anno 2012, il pagamento della prima rata dell’imposta municipale propria è effettuato, senza applicazione di san-zioni e interessi, in misura pari al 50 per cento dell’importo ottenuto applicando le aliquote di base e la detrazione pre-viste dal presente articolo; la seconda rata è versata a saldo dell’imposta complessivamente dovuta per l’intero anno con conguaglio sulla prima rata». Anche la circolare ministeriale (3/2012) ha messo in guardia i contribuenti, segnalando di porre attenzione a questa disposizione che non autorizza af-fatto comportamenti anarchici, posti in essere in deroga alle regole. Secondo l’interpretazione ministeriale l’esclusione di sanzioni e interessi, nel rispetto del principio della tutela dell’affi damento e della buona fede sancito dallo Statuto del contribuente, si applica «nel caso in cui le novità recate dai criteri di calcolo e di versamento dell’Imu, per l’anno 2012, abbiano comportato errori del contribuente» determinati da oggettive condizioni di incertezza delle norme fi scali. «Ov-viamente, al di fuori di detti casi, il mancato pagamento delle rate dell’imposta determina l’applicazione delle disposizioni in tema di sanzioni amministrative tributarie». Per esempio, si commette un errore nel quantifi care l’imposta, che ha una sua giustifi cazione. Oppure il versamento viene effet-tuato in misura maggiore rispetto al dovuto allo stato o al comune, in relazione alle rispettive quote (50%).

Qualora l’amministrazione comunale dovesse contestare delle violazioni e irrogare le relative sanzioni, il contri-buente può impugnare l’atto impositivo dimostrando di essere stato indotto in errore. Di recente, la Cassazione (sentenza 4031/2012) ha affermato che il giudice tributario non deve annullare d’uffi cio le sanzioni irrogate dal comu-ne al contribuente per incertezza oggettiva sul signifi cato della legge, in mancanza di un’espressa richiesta. Spet-ta all’interessato provare che la violazione è stata com-messa in seguito alla confusione normativa sul corretto adempimento degli obblighi tributari e dimostrare quali siano gli elementi positivi di confusione che hanno deter-minato obiettive condizioni di incertezza sulla portata e sull’ambito di applicazione di una normativa, la quale deve comunque contenere una pluralità di prescrizioni, il cui coordinamento appaia concettualmente diffi coltoso per l’equivocità del loro contenuto. Del resto, l’articolo 6 del decreto legislativo 472/1997 dispone che non sia punibile l’autore della violazione quando essa è determi-nata da obiettive condizioni di incertezza sulla portata e sull’ambito di applicazione di una norma di legge oppure da indeterminatezza delle richieste di informazioni o dei modelli per la dichiarazione e per il pagamento. Dunque, assume rilevanza l’errore di diritto determinato dall’obiet-tiva incertezza sul signifi cato della legge. Il contribuente non può essere sanzionato solo se l’ignoranza della leg-ge sia inevitabile (Commissione tributaria provinciale di Avellino, sezione quinta, sentenza 73/2004). L’incertezza rileva anche nei casi in cui nulla può essere rimproverato al cittadino per non aver osservato la legge. L’articolo 10 della legge 212/2000 (Statuto dei diritti del contribuen-te), inoltre, stabilisce che i rapporti tra contribuente e amministrazione debbano essere improntati al principio della collaborazione e della buona fede. Non sono irrogate sanzioni al contribuente qualora egli si sia conformato a in-dicazioni contenute in atti dell’amministrazione, ancorché successivamente modifi cate, o se il suo comportamento risulti posto in essere a seguito di fatti direttamente conseguenti a ritardi, omissioni o errori dell’amministrazione stessa.

Sergio Trovato© Riproduzione riservata

Sanzioni e interessi esclusisolo per incertezza oggettiva

Occhio ad applicare la detrazione di 50 euro per i fi gli under 26 se questi, per esempio, studiano lontano da casa e dunque perdono il requisito essenziale per far scattare la detrazione che è quello della dimora nell’abitazione principale. Non rileva infatti la circostanza che il fi glio sia ancora fi scalmente a carico dei genitori. Questo e tanti altri chiarimenti sono stati al centro della puntata di ieri di «Imu facile», l’appuntamento quotidia-no con gli esperti di Ita-liaOggi in onda in diretta su Class Cnbc (canale 507 della piattaforma Sky) tutti i giorni dal lunedì al venerdì dalle 19 alle 19.30 e in replica sullo stesso canale il pomeriggio del giorno successivo. Le do-mande dei telespettatori, giunte in redazione via telefono e twitter, si sono concentrate soprattutto sulla corretta di-sciplina della detrazione per i fi gli al di sotto dei 26 anni che, com’è noto, frutta 50 euro a fi glio (fi no a un massimo di 400 euro comples-sivi da sommare alla detrazione di 200 euro per l’abitazione principale). Il bonus che, è bene precisare, prescinde da limiti reddituali, dovrà essere applicato con molta cautela in tutti i casi in cui i fi gli, pur rimanendo residenti nella casa di famiglia, non vi dimorino più in modo stabile,

per esempio perché sono andati a studiare in un’altra città. La circolare n.3/Df, infatti, col-lega la possibilità di fruire dell’agevolazione alla circostanza che i fi gli dimorino stabilmente nell’abitazione principale, mentre non conta il fatto che siano fi scalmente a carico dei genito-ri. Per questo chi ha un fi glio fuori sede dovrà stare molto attento ad applicare la maggiora-zione di 50 euro alla detrazione perché il comu-

ne potrebbe contestarne la legittimità. Se il fi glio fuori sede, per esempio, ha nella casa in cui vive utenze intestate (gas, luce, pay tv) basterà un controllo incrociato del comune di origine per far decadere il diritto al bo-nus. Un altro chiarimen-to è arrivato sulle abita-

zioni inagibili che pagano un’Imu dimezzata. Né la legge né la circolare esplicativa dettano criteri per defi nire cosa debba intendersi per abitazione inagibile. In assenza di parametri certi, allora, il consiglio degli esperti di Italia-Oggi è munirsi di un’attestazione da parte di un tecnico che dichiari lo stato di inagibilità. L’attestazione dovrà essere portata tempesti-vamente a conoscenza degli uffi ci tecnici comu-nali in modo da evitare contestazioni.

Francesco Cerisano

Occhio alla detrazione se il fi glio è fuori sede

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2 luglio. uffici una nota in cui chiarivano

27Sabato 19 Maggio 2012

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MODELLO 73

E UNICO 20Diritto& Fisco

Slittamento dei termini anche per i dichiarativi 2012. Provvedimento società di comodo a i ne mese

Versamenti Imu, proroga in vistaAll’esame un rinvio di venti giorni. Alla cassa il 6 luglio

DI CRISTINA BARTELLI

Proroga in vista per l’Imu. Non c’è pace per l’impo-sta municipale

unica che, a meno di un mese dal primo appun-tamento dei contribuen-ti con i versamenti ha

del 50% o del 33% (a seconda che si scelga di pagare in due o tre tranche l’imposta) dell’Imu

particolare e cioè il software Gerico che serve per il calcolo dei risultati degli studi di set-

tore. Indispensabile per fare i conteggi del dovuto da inserire in dichiarazio-ne e versare. Ma alcuni operatori sono possibili-sti anche per una proroga che riguardi Unico perso

ria per sfuggire, legittimamen-te, alle disposizioni normative introdotte.

Ma ci sono altri intoppi che pesano sul lavoro degli studi professionali. Il ricalcolo del reddito 2011 per calcolare correttamente gli acconti di quest’anno riguarda infatti anche le novità dei beni asse

La stagione delle proroghe che arriva insieme alla sta-gione delle dichiarazioni ha fatto sentire i primi colpi a inizio aprile sul modello 730. Chi presenta il modello 730 per dichiarare i redditi 2011, ha tempo fi no al prossimo 16 maggio, se lo consegna al so-stituto d’imposta oppure fino

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30 Giovedì 7 Giugno 2012 DIRITTO E IMPRESA

La Conferenza unii cata vara con modii che i decreti che incentivano fotovoltaico ed energie rinnovabili

Il solare punta sul made in Europe Incentivo maggiorato per chi usa materiali Ue e toglie l’amianto

DI LUIGI CHIARELLO E GIUSY PASCUCCI

Il budget a carico dello stato per incentivare il fotovoltaico passerà da 500 a 759 mln di euro l’anno. La tariffa incen-

tivante per chi usa materiali Ue e sostituisce coperture in amianto aumenterà di sei cent di euro a kW/h. Per questi impianti, fi no a 100 kW, per quelli che combinano produzione di energia e risparmio energetico e per gli impianti di iniziativa pubblica fi no a 30 kW, l’accesso alle agevolazioni sarà di-retto. Tutti gli impianti in eserci-zio entro fi ne 2012 e costruiti su edifi ci e aree pubbliche potranno accedere alle più ricche agevola-zioni del vecchio conto energia (il quarto). Sono alcune delle novità contenute nella bozza di decreto sul quinto conto energia, a cui ieri la Conferenza unifi cata ha dato parere favorevole. La Conferenza ha dato libera anche al decreto di incentivazione alle energie rin-novabili. L’ok era condizionato a modifi che sostanziali, proposte da una commissione politica con-giunta ambiente-energia-agricol-tura. I testi defi nitivi dovrebbero giungere entro una settimana

GLI AIUTI AL FOTOVOL-TAICO. Il nuovo meccanismo di aiuti scatterà da ottobre 2012, qualora, a tale data, il valore de-gli incentivi erogati al comparto ogni anno abbia raggiunto i sei mld di euro da almeno un mese. Le modifi che apportate al Quin-to conto energia non intaccano l’impianto del provvedimento stilato dal ministero dello svi-luppo economico in merito ai volumi incentivabili. Ma lo cor-reggono sul versante dell’isti-

tuendo registro degli ammessi ad agevolazione.

Il registro. La graduatoria degli impianti sarà stilata in base a nuovi criteri. I maggiori punteggi arriveranno:

- dalla previsione di un audit o di una certifi cazione energetica post investimento, per gli edifi ci oggetto di interventi che hanno migliorato la classe energetica dell’immobile, con moduli fotovol-taici messi al posto di coperture in amianto;

- dall’utilizzo di materiali in-teramente made in Europe per comporre almeno l’80% dell’im-pianto. Il riferimento è ai costi d’acquisto di inverter, data base, strutture, componentistica elet-trica, trasformatori, opere civili;

- dalla localizzazione su cave dismesse e miniere;

- dalla messa a servizio dell’im-pianto per attività produttive (e non più per sole aziende agricole, come previsto dalla bozza inizia-le). In questo caso, il riferimento è agli impianti di piccola taglia, sotto i 200 kW.

Nella corsa alle agevolazioni, verrà data prelazione agli im-pianti su edifi ci prima ancora che a quelli su serre, pergole, tettoie, pensiline, barriere acustiche. E, nell’assegnazione della tariffa spettante. I fabbricati rurali acca-tastati prima dell’entrata in eser-cizio dell’impianto fotovoltaico sa-ranno equiparati agli edifi ci

Accesso diretto alle tariffe. Non saranno soggetti all’obbligo di iscrizione nel registro degli impianti ammessi a tariffe in-centivanti:

- gli impianti fotovoltaici di po-tenza fi no a 100 kW per i quali il costo annuo indicativo degli in-

centivi del semestre non ecceda i 50 mln di euro;

- gli impianti a concentrazione e quelli integrati per i quali il co-sto annuo indicativo degli incen-tivi del semestre non ecceda i 10 mln di euro;

- gli impianti fotovoltaici su edifi ci e aree delle p.a. per cui il costo annuo indicativo degli in-centivi del semestre non ecceda i 20 mln di euro;

- gli impianti su edifi ci, capan-noni e fabbricati rurali di potenza fi no a 100 kW installati in sosti-tuzione di coperture in eternit o contenenti amianto

- da ultimo, gli impianti su edifici, capannoni e fabbricati rurali costruiti nelle zone colpite dal terremoto in Emilia, purché costruiti o ricostruiti nel rispetto della normativa antisismica.

Tariffe premio. Oltre alla ta-riffa incentivante onnicompren-siva, assicurata agli impianti in base a potenza e tipologia della struttura, il nuovo conto preve-de anche una tariffa premio per l’energia autoconsumata. E dei bonus. In particolare, la tariffa incentivante è incrementata:

- di 3 centesimi di euro / kWh per gli impianti il cui costo di investimento nei materiali utilizzati, sia per non meno dell’80% riconducibile a produ-zioni realizzata in Europa;

- di 3 centesimi di euro / kWh per gli impianti su edifi ci instal-lati al posto di coperture in eter-nit o contenenti amianto;

Da ultimo, fatte le verifi che, il Gse dovrà erogare la tariffa entro 60 giorni dal ricevimento della ri-chiesta. E non più entro 120 gior-ni, come invece era previsto dalla bozza iniziale.

L’Europa delle energie rinnovabili deve guardare all’orizzonte del 2030, con l’obiettivo di integrare il mercato, aumentare gli scambi tra paesi e dare certezze agli investitori con un quadro normativo a lungo termine. È il sentiero tracciato dalla Comu-nicazione «Renewable Energy: a major player in the European energy market» adottata ieri dalla Commissione Ue. «Dobbiamo promuovere le rinnovabili in modo effi ciente rispetto ai costi», ha detto il commissario Günther Oettinger, che signifi ca «pro-durre energia eolica e solare dove sia sensato farlo da un punto di vista economico, commercializzandola poi in Europa come facciamo per altri prodotti». Parlando per esempi: l’Italia, che secondo le previsioni potrebbe raggiungere la grid parity nel fotovoltaico in un paio di anni, deve poter vendere senza troppe barriere amministrative l’energia a paesi europei meno baciati dal sole. Il processo comincerà già dalla prima parte del 2013, quando l’esecutivo Ue presenterà linee guida non vincolanti per gli stati membri su mercato energetico, armonizzazione dei regimi di sostegno, meccanismi di cooperazione e un rilancio dei progetti nel Nord del Mediterraneo, nell’auspicio di realiz-zare un mercato regionale delle energie rinnovabili integrato con il Magreb. Oettinger ha fatto riferimento anche ad alcuni

elementi critici delle legislazioni nazionali, come il passaggio troppo brusco da

un regime di incentivazione a un altro che non tiene conto degli investimenti in essere. Il commissario è tornato sui rilievi che i servizi della dire-

zione generale energia hanno inviato al governo italiano circa il decreto di modifi ca del sistema incentivi. «Si tratta di

un provvedimento che va nel-la giusta direzione», ha detto il commissario, «abbiamo avan-

zato suggerimenti che Roma non avrà

diffi coltà a pren-dere in conside-razione».

AngeloDi Mambro

Oettinger: dopo la grid parityl’ecoenergia sarà esportabile

Prorogato al 13 luglio 2012 il termine per le domande di agevo-lazioni previste per gli interventi di attivazione di fi liere produttive delle biomasse nelle regioni Convergenza (Campania, Calabria, Sicilia, Puglia). La precedete scadenza era stata fi ssata al 17 aprile 2012 dal dm 13 dicembre 2011. È con decreto ministeriale 15 marzo 2012 (pubblicato sulla Gazzetta Uffi ciale del 29 maggio n. 124) che sono state apportate modifi che al decreto ministeriale 13 dicembre 2011 (Bando Biomasse). Le principali modifi che ri-guardano oltre alla proroga dei termini:

• l’abbassamento della potenza minima degli impianti elettrici che passa da maggiore di 1 mW (elettrico) a maggiore di 0,65 mW (elettrico);

• la modifi ca del punteggio della premialità riferita alla quan-tità di biomassa utilizzata, proveniente dalle regioni obiettivo. Ai fi ni dell’attribuzione del punteggio, per quantità di biomassa di provenienza certa si intende la quantità di biomassa prodot-ta nei territori delle regioni obiettivo convergenza dalla società proponente e/o da soggetti facenti parte della compagine sociale o consortile del soggetto proponente nonché dai loro specifi ci for-nitori già individuati alla data di presentazione della domanda, come risultante dai contratti, accordi o lettere di intenti allegati alla Scheda tecnica di progetto;

• l’istituzione di una sezione distinta per i programmi di inve-stimento aventi per oggetto impianti elettrici con potenza inferiore a 1 mW (elettrico) pari a 35 milioni di euro;

• possibilità per le cooperative di accedere al bando. Oltre alle società di capitali e di persone, le consortili e consorzi con attività esterna sono state inserite le società cooperative.

Cinzia De Stefanis

Aiuti alle biomasse al Sud, le domande entro il 13 luglio Dal 31 maggio 2012 la presentazione dei titoli

edilizi dovrà obbligatoriamente essere integrata dalle fonti energetiche rinnovabili negli edifi ci. È l’articolo 11 del dlgs 3 marzo 2011, n. 28 a prevede che le fonti rinnovabili debbano coprire i «consumi di calore, di elettricità e per il raffresca-mento secondo i principi minimi di integrazione e le decorrenze di cui all’allegato 3». È l’allegato 3 al dlgs 3 marzo 2011, n. 28 a stabilire che gli obblighi sono previsti solo a partire dal 31 mag-gio 2012 e sono crescenti nel tempo. Nel caso di edifi ci nuovi o edifi ci sottoposti a ristrutturazioni rilevanti, gli impianti di produzione di energia termica devono essere progettati e realizzati in modo da garantire il contemporaneo rispetto del-la copertura, tramite il ricorso a energia prodotta da impianti alimentati da fonti rinnovabili, del 50% dei consumi previsti per l’acqua calda sa-nitaria più una percentuale variabile calcolata sulla somma dei consumi previsti per l’acqua calda sanitaria, il riscaldamento e il raffresca-mento. Le percentuali variabili, secondo i tempi delle relative costruzioni sono: 20% se la richie-sta del titolo edilizio è presentata dal 31 maggio 2012 al 31 dicembre 2013; 35% se la richiesta del titolo edilizio è presentata dal 1° gennaio 2014 al 31 dicembre 2016; il 50% quando la ri-chiesta del pertinente titolo edilizio è rilasciato dal 1° gennaio 2017. Questi obblighi non si ap-plicano qualora l’edifi cio sia allacciato ad una rete di teleriscaldamento che ne copra l’intero

fabbisogno di calore per il riscaldamento degli ambienti e la fornitura di acqua calda sanitaria. Il dlgs 28/2001 ha ridefi nito la tempistica e i criteri di integrazione delle energie rinnovabili negli edifi ci di nuova costruzione e negli edifi ci «sottoposti a ristrutturazione rilevante». È l’ar-ticolo 2, comma 1, lettera m) del dlgs 28/2011 che contiene la defi nizione di «edifi cio sottoposto a ristrutturazione rilevante». Defi nendolo come un «edifi cio che ricade in una delle due seguen-ti categorie: edifi cio esistente avente superfi cie utile superiore a 1000 metri quadrati, sogget-to a ristrutturazione integrale degli elementi edilizi costituenti l’involucro; edifi cio esistente soggetto a demolizione e ricostruzione anche in manutenzione straordinaria». L’articolo 11, 2 comma, del dlgs 28/2011 prevede che le dispo-sizioni suindicate non vengono applicate agli edifi ci protetti dal Codice dei beni culturali e del paesaggio (dlgs 22 gennaio 2004, n. 42) e a quelli specifi camente individuati come tali ne-gli strumenti urbanistici, qualora il progettista evidenzi che il rispetto delle prescrizioni implica un’alterazione incompatibile con il loro carattere o aspetto, con particolare riferimento ai carat-teri storici e artistici. Per gli edifi ci pubblici gli obblighi di integrazione sono incrementati del 10%. Le regioni possono stabilire anche valori di integrazione superiori a quelli stabiliti dal dlgs 28/2011.

Cinzia De Stefanis

Dal 31 maggio fonti rinnovabili nei titoli edilizi

Günther Oettinger

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31Giovedì 7 Giugno 2012GiLAVORO E PREVIDENZA

La nuova procedura illustrata in un messaggio Inps

Uniemens correttiUn mese per rettifi care le denunce

DI CARLA DE LELLIS

Un mese di tempo per cor-reggere gli Uniemens. Dopodiché l’Inps proce-derà con le note di retti-

fi ca, sia attive (a debito azienda) che passive (a credito azienda). Ma mentre le prime verranno avviate al recupero, le seconde saranno inviate alle aziende con sollecito delle relative correzioni. Lo precisa l’Inps nel messaggio n. 9668/2012. Le novità riguardano le nuove modalità di controllo e gestione dei Dm 10 anomali e provvisori, che l’Inps genera virtualmente dopo che c’è stata l’unifi cazione delle due denunce Dm 10 (contributiva) ed EMens (posizioni lavoratori) nell’unica denuncia Uniemens. Le novità saranno operative dal corrente mese di giugno. Il Dm10 è mar-cato dall’Inps come «provvisorio» se le somme degli importi a debi-to (quadri B e/o C) e/o a credito ricostruiti (quadro D) risultano inferiori ai valori indicati negli elementi TotaleADebito e To-taleACredito presenti nei «dati di quadratura» di Uniemens. Il Dm10 è invece marcato come

«anomalo» quando le somme degli importi a debito (quadro B e/o C) o a credito (quadro D) o entrambi risultano superiori ai rispettivi valori indicati ne-gli stessi elementi TotaleADe-bito e TotaleACredito. I modelli Dm10 anomali e provvisori, spiega l’Inps, a oggi riguardano un numero limitato (meno dello 0,2%), ma, essendo ovviamente più frequenti su aziende in cui insiste un grande numero di di-pendenti, hanno comportato il blocco di importi signifi cativi sia per il recupero del credito sia per la ripartizione contabile. Finora l’Inps si è limitato a comunicare le anomalie alle aziende, a cui la-sciava l’iniziativa di correggere gli errori. D’ora in avanti, invece, per facilitare le stesse correzione, l’Inps procederà individuando i dati individuali dei lavoratori che determinano la squadratura (è la nuova funzionalità del software messa a disposizione dell’istitu-to). Pertanto, dal corrente mese di giugno, per tutti i Dm 10 vir-tuali «provvisori» e «anomali» che non risulteranno defi niti entro il secondo mese successivo a quel-lo di competenza (per esempio,

Dm 10 virtuale di competenza di marzo, inviato entro aprile, sarà defi nibile entro il 31 mag-gio) l’Inps forzerà la quadratura nel seguente modo:

• il Dm10 provvisorio con tota-le importo denuncia individuale inferiore a totale dichiarato darà vita a note di rettifi ca attive o passive. L’Inps trasmetterà im-mediatamente le note di rettifi ca attive al recupero crediti; men-tre non renderà disponibili per il rimborso le note rettifi ca passi-ve, ma contatterà le aziende per sollecitare l’invio delle correzioni al fl usso Uniemens che potran-no poi essere compensate con le note di rettifi ca;

• per il Dm 10 anomalo con to-tale importo denuncia individua-le superiore a totale dichiarato, l’Inps calcolerà la somma aggre-gata delle denunce individuali dei lavoratori ignorando quanto indicato dall’azienda come totale. Ne consegue che, se il pagamento fatto dall’azienda è pari al sal-do dichiarato (dunque inferiore all’importo della somma aggre-gata delle denunce individuali) il Dm risulterà parzialmente insoluto.

DI SIMONA D’ALESSIO

La camera tenta il «colpo di mano» sulla riforma del lavoro: niente blinda-tura del testo (passato con

la fi ducia a palazzo Madama lo scorso giovedì), e modifi che su ammortizzatori sociali e fl essi-bilità in entrata. E, nonostante il pressing del governo, che vorreb-be un via libera defi nitivo entro fi ne mese, sono già in calendario le audizioni delle parti sociali fra due settimane. A parlare esplici-tamente di slittamento dei tempi auspicati dall’esecutivo è Silvano Moffa (Pt), presidente della com-missione lavoro: l’iter del dise-gno di legge parte stamattina, il termine per la presentazione degli emendamenti è fi ssato al 22 giugno, e si punta ad arriva-re in aula «la prima settimana di luglio». Il primo obiettivo «è impedire che venga posta la fi -ducia, e che si possa svolgere una discussione che porti a correzioni condivise», dichiara a ItaliaOg-gi Cesare Damiano (Pd), uno dei relatori del provvedimento, anticipando che, «essendosi i se-natori concentrati, con un ampio

dibattito, sulle misure di ingres-so e uscita dal mercato, riterrei opportuno dedicare attenzione al miglioramento degli ammor-tizzatori sociali e a interventi di sostegno all’imprenditoria e all’occupazione giovanile». Ma anche il centrodestra avrebbe in-tenzione di operare dei ritocchi. Ci sono, tuttavia, ammette l’altro relatore, Giuliano Cazzola del Pdl, dei «punti proibiti nel testo: l’articolo 18 sui licenziamenti», sul quale i partiti nell’altro ramo del parlamento si sono impegnati a non proporre modifi che, e han-no sottoscritto le norme governa-tive. E, poi, esistono «altri fronti intoccabili per ragioni di coper-tura fi nanziaria. Se ci saranno le condizioni, si potrebbe interveni-re sulla fl essibilità in entrata, in primis sui servizi per l’impiego e la formazione professionale», aggiunge senza precisare i con-tenuti dell’eventuale restyling che, chiude Cazzola, dovrebbe comprendere anche «lo status dei collaboratori a progetto, ma è tutto da discutere». L’appunta-mento, dunque, è stamattina alle 9, nell’XI commissione, dove la riforma muoverà i primi passi.

E i relatori chiedono modii che

La riforma lavoro riparte alla camera

ABI-SINDACATI

Occupazione Un fondoper il creditoAl via il fondo nazionale per l’occupazione nel settore del credito. Introdotto lo scorso gennaio con il nuovo contratto dei bancari, arriva ora, con la fi rma tra Abi e organizzazioni sindacali di categoria, il regola-mento che ne disciplina l’attivi-tà. Il Fondo, che opererà trami-te l’ente bilaterale Enbicredito, ha lo scopo di favorire la cre-azione di nuova occupazione. È alimentato dai lavoratori di-pendenti delle imprese crediti-zie e fi nanziarie con rapporto a tempo indeterminato. Il con-tributo è fi ssato nella misura di una giornata lavorativa annua da realizzare attraverso «la ri-nuncia» a riduzioni di orario ed ex festività. Contribuiscono ad alimentare il fondo anche i diri-genti. Il top management delle banche è stato invitato a contri-buire con una quota indicativa del 4% della retribuzione.In via sperimentale il fondo opererà per un quinquennio. Le erogazioni alle aziende sa-ranno pari, per un triennio, a 2.500 euro annui per ciascun lavoratore assunto, apparte-nente alle cosiddette cate-gorie svantaggiare (giovani disoccupati o disoccupati di lungo periodo, donne, disabi-li ecc.). Per le assunzioni nel Mezzogiorno l’erogazione sale a 3.000 euro annui.

FONDIMPRESA

Formazione, si investein sicurezzaLe imprese italiane sono sempre più convinte dell’im-portanza della formazione. Anche per prevenire gli in-fortuni sul lavoro. Lo atte-stano i dati di Fondimpresa, il Fondo interprofessionale per la formazione continua di Confi ndustria, Cgil Cisl e Uil. L’ultimo avviso di fi nan-ziamento, che rende dispo-nibili 16 milioni di euro per attività formative dedicate esclusivamente a salute e sicurezza sui luoghi di la-voro, ha visto arrivare, solo per la prima scadenza (che stanzia 8 milioni di euro) ben 135 domande di parte-cipazione. Altri 8 milioni verranno assegnati nella seconda scadenza, aperta fino al 16 ottobre (www.fondimpresa.it). Il dato conferma un trend che dal 2008, quando Fondimpresa ha avviato questa linea di fi nanziamento, ha registra-to una continua crescita. Nonostante il Fondo abbia a oggi reso disponibili 220 milioni di euro, consentendo a oltre 500 mila dipendenti di lavorare in modo più si-curo partecipando ad azioni formative, la domanda delle imprese supera notevolmen-te le risorse disponibili.

ORE AUTORIZZATE

A maggio impennatadella cigImpennata della cassa integra-zione a maggio. Le ore di cig complessivamente autorizzate, rispetto al precedente mese di aprile, sono passate infatti da-gli 86,2 milioni di aprile a 105,5 milioni, con un incremento pari al +22,5%. Molto più contenu-to l’aumento rispetto al mag-gio dello scorso anno (+2,7%), quando le ore autorizzate sono state 102,7 milioni.Nel complesso, il numero delle ore autorizzate nei primi cin-que mesi del 2012 si mantiene all’incirca lo stesso dei primi cinque mesi del 2011: 428,3 milioni nel 2012 contro 425,6 milioni del 2011 (+0,64%).Non va meglio sul fronte di-soccupazione, per la quale, nel mese di aprile 2012 sono state presentate circa 78 mila domande di indennità, il 10% in più rispetto al mese di apri-le 2011, con circa 71 mila do-mande. Diminuiscono, invece, del -19% le domande di mobi-lità, che passano dalle 9.300 di aprile 2011 alle 7.500 di aprile 2012. Complessivamente, il pri-mo quadrimestre di quest’anno ha registrato un incremento del +16,7% per le domande di disoccupazione (da 336 mila a 392 mila), e una riduzione pari al -1,2% delle domande di mobilità (passate da 45 mila a quasi 44.500).

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32 Giovedì 7 Giugno 2012 P R O F E S S I O N I

ItaliaOggi anticipa i contenuti dei decreti sulle professioni. Tariffe, il decreto al Consiglio di stato

La riforma in mano agli ordini Sei mesi di tempo per recepire le linee guida del Mingiustizia

DI BENEDETTA PACELLI

Altri sei mesi o più prima che la riforma delle pro-fessioni diventi realtà. Perché se è vero che la

delega (legge 148/11) prevede l’emanazione di un dpr governa-tivo entro il prossimo 13 agosto, è altrettanto vero che il provve-dimento demanderà a ulteriori regolamenti, predisposti dagli stessi ordini professionali, l’at-tuazione dei principi riforma-tori contenuti nei vari provve-dimenti (legge 148/2011; legge di stabilità 183/2011; decreto salva Italia 201/2011; decreto legge 24/01/2012, n. 1). Sembra essere questo, infatti, al momen-to, l’orientamento del ministero della giustizia che, mentre ha ultimato il regolamento sulle So-cietà tra i professionisti (si veda ItaliaOggi di ieri) e ha inviato il decreto ministeriale sui parame-tri giudiziali al Consiglio di stato per il parere di legittimità, tenta lo sprint sul decreto di delegifi-cazione. Tanto che le intenzioni sono addirittura quelle di por-tarlo sul tavolo del Consiglio dei ministri che si riunirà la prossi-

ma settimana. Una cosa sembra comunque certa: per agosto nulla (o quasi) sarà cambiato, perché è lo stesso provvedimento a ri-passare la palla della riforma di nuovo alle categorie.

Il testo di riforma. Secondo alcune indiscrezioni, le inten-zioni dell’uffi cio legislativo del ministero della giustizia guidato da Paola Severino sono, dunque, quelle di arrivare alla prossima settimana alla predisposizione di un dpr asciutto (al massimo di 20 articoli) demandando, poi, a spe-

cifi ci regolamenti l’autoriforma delle singole categorie. Nessuna preoccupazione dunque se, secon-do la giurisprudenza costituzio-nale, il decreto di delegifi cazione non potrà essere applicato a tutti. L’intenzione è quella di fare in fretta e non mancare all’appun-tamento previsto per agosto. Una volta approvato il dpr quindi sa-ranno le categorie a essere chia-mate in causa e, con regolamenti ad hoc, ad adeguarsi ai princìpi di libero accesso alla professione, formazione continua, tirocinio,

preventivo, assicurazione obbli-gatoria, pubblicità. In assenza di riforma, saranno abrogati gli ordinamenti in contrasto con tali princìpi.

Gli altri provvedimenti. Se però sul dpr circola-no ancora solo bozze, il regolamento sulle Stp è pronto. Si tratta di un testo di dodici articoli che affronta il tema dell’incom-patibilità, del confe-rimento dell’incarico e dell’iscrizione all’al-bo e al registro delle imprese. Tra le altre cose, per esempio, il regolamento inter-ministeriale defi nisce con molta attenzione il rapporto negozia-le che si instaura tra cliente e società, specifi cando che la «prestazione oggetto dell’incarico deve essere eseguita solo dai soci che hanno i requisiti per l’esercizio della pro-fessione, come l’iscrizione all’albo. La società deve, poi, informare correttamente il cliente sulla compagine sociale e sui profes-

sionisti che ne fanno parte, men-tre la scelta del professionista a cui assegnare l’incarico spetta al cliente, che resta libero di va-lutarla». Infi ne, il decreto mini-steriale che contiene i parametri

per i compensi nelle liquidazioni giudizia-li, secondo le ultime indiscrezioni, già al Consiglio di stato. Ma come sono stati stabi-liti questi parametri? Per le professioni tec-niche si è tenuto conto del valore dell’opera e, a partire da questo, è stata elaborata una formula matematica da applicare a secon-da del tipo dell’ opera (edilizia, infrastrut-ture, impiantistica). Diverso invece il pa-rametro applicato per

le professioni economico-legali: in questo caso si è puntato pre-valentemente (ma non solo) sul principio della vacazione che, nei precedenti sistemi tariffari, ha reso il fattore tempo l’ elemento principale di valutazione.

© Riproduzione riservata

Il commissario straordinario dell’ordine na-zionale dei biologi ha indetto ieri le elezio-ni per il rinnovo dei vertici della categoria. Le consultazioni si terranno nei giorni 21 e

22 giugno, in prima convocazione. E andranno avanti, eventualmente in seconda e terza convo-cazione, tutti i giorni utili, a partire dal 23 giu-gno fino al 13 luglio 2012. La determinazione del commissario di recentissima nomina, Giampaolo Leccisi, arriva nel pieno di una crisi di credibilità interna all’organo di autogoverno della profes-sione. Le precedenti operazioni elettorali del 23 ottobre 2010, infatti, sono state annullate per ir-regolarità il 10 giugno del 2011. Mentre il primo commissario straordinario, Lucio Botte, dopo po-chi mesi ha rassegnato le dimissioni informando il ministero della giustizia del clima infuocato all’interno della categoria tanto da «determinare uno stato di stress tale da non rendere più fisi-camente sopportabile la presenza all’ordine» (si veda ItaliaOggi del 25/5/2012). Una situazione tuttavia già nota al dicastero. Visto che il dipartimento per gli affari di giustizia con appo-sita comunicazione, il 3 aprile 2012, invitava il commissario straordinario Botte a indire le elezioni al più presto per il rinnovo dei vertici in quanto dopo una serie di sentenze (nn. 2029/12, 2030/2012, 2031/2012, 2032/2012, 2034/2012 deposi-tate il 29 febbraio 2012), il Tar Lazio ha respinto tutti i ricorsi avverso la decisione dell’annul-lamento delle elezioni. Nella stessa comunicazione, conside-rata l’accesa conflittualità che caratterizza i rapporti tra gli iscritti e l’ordine, il ministero sottolineava «la necessità della

massima vigilanza sul regolare svolgimento delle operazioni elettorali, soprattutto sotto il profilo della trasparenza e del rigoroso rispetto della legge per consentire la più ampia partecipazione democratica». A sostituire Botte (già docente uni-versitario) arriva un magistrato per gestire la fase transitoria in quanto, spiegherà il decreto di no-mina del 18 maggio 2012, «soggetto estraneo agli interessi della categoria e che vanta una profonda cultura giuridica e una spiccata autonomia e indi-pendenza». Ritornando alla futura tornata elet-torale, sul sito www.onb.it sono state pubblicate le raccomandazioni indirizzate all’ordine da parte del ministero della giustizia cui il commissario intende attenersi per il corretto svolgimento delle elezioni. Considerato inoltre che con la delibera che indice le consultazioni occorre procedere alla formazione del seggio elettorale, il commissario comunica che questo sarà presieduto da Angelo Raffaele Rinaldi. Tuttavia anche su quest’ulti-ma determinazione non mancano le polemiche.

Sempre nella giornata di ieri, l’ex vice presidente dell’Onb, Nicola Tafuri, ha infatti scrit-to al commissario straordina-rio per informarlo che già il 5 giugno, un giorno prima che fossero uffi cializzate le elezio-ni ordinistiche, la comunicazio-ne era già di dominio pubblico sul sito di Federbiologi Sicilia Snabilp (www.snabilpsicilia.it) che, ricorda Tafuri, sostiene nella nuova competizione elet-torale il già presidente uscente «perché caducato dal ministero della giustizia in virtù di una sentenza della magistratura che ha annullato il precedente voto».

Ignazio Marino

ELEZIONI

Biologi al voto il 21/22 giugno Clima rovente all’ordine per il rinnovo delle cariche

Il recente terremoto che ha colpito l’Emilia Romagna ha creato una diffi cile situa-zione anche nel suo sistema economico. Allo scopo di aiu-tare le imprese del territorio Gianni Simonato ha costitu-ito un gruppo informale di Coach operanti nel campo delle imprese che si rendono disponibili, come volontari, per le attività economiche che ne chiedessero l’interven-to. Info: [email protected] o tel. 02.62033050

IN BREVE

Paola Severino

Il professionista che difende in contenzioso il contribuente non può rinunciare al giudizio senza un mandato speciale. E non è suffi ciente neppure che nella procura sia espres-samente conferito il potere di procedere alla conciliazione giudiziale ex articolo 48 del dlgs n. 546/1992. Lo ha affer-mato la Ctp di Reggio Emilia con la sentenza n. 14/4/2012. Il caso vedeva una contribuente ricorrere contro l’Agenzia delle entrate per opporsi al silenzio-rifi uto formatosi in merito a un’istanza di rimborso dell’imposta sostitutiva versata in occasione della rivalutazione di un terreno ai sensi della legge n. 448/2001. Avendo la signora aderito a una riapertura dei termini per la rideterminazione del valore del costo fi scale di acquisto del terreno nel 2008 (pagando una nuova sostitutiva), aveva chiesto indietro la somma pagata in occasione della prima rivalutazione, sen-za ricevere riscontro dall’uffi cio. Da qui l’impugnazione.Nell’udienza dibattimentale, tuttavia, alla luce dell’ul-teriore «fi nestra» per la rivalutazione di terreni e quote offerta dal dl n. 70/2011, che ha previsto nuove modalità per il recupero delle imposte pagate in precedenza, le parti presentavano ai giudici emiliani una richiesta di estinzione del giudizio per cessazione della materia del contendere, ex articolo 46 del dlgs n. 546/1992.Il documento, redatto dall’Agenzia, veniva sottoscritto per accettazione dall’avvocato difensore della contri-buente. Secondo la Ctp reggiana, però, l’ordinaria procura alle liti abilita il professionista, per la discrezionalità tecni-ca che gli spetta nell’impostazione della lite, a scegliere la condotta processuale da lui ritenuta più risponden-te agli interessi del proprio rappresentato. Tuttavia, ai sensi dell’articolo 84, comma 2 c.p.c., la procura «non gli conferisce il potere di compiere atti che importino disposizione del diritto in contesa, qual è la rinuncia, per la quale occorre un mandato speciale», si legge nella sentenza. Né può considerarsi come comprensivo della facoltà di rinuncia al ricorso «il potere di procedere alla conciliazione giudiziale», posto che la conciliazione è isti-tuto che, ex articolo 48, comma 3 del dlgs n. 546/1992, è procedibile solo in ipotesi di un accertato debito e non nel caso di un vantato credito. Pertanto la richiesta di estinzione non viene accolta, in quanto irregolare, e la Ctp procede a sentenziare.

di Valerio Stroppa

Liti fi scali, mandato specialeper rinunciare al contenzioso

ma settimana Una cosa sembra cifici regolamenti l’autoriforma

PROVVEDIMENTO SCADENZA DELEGA

Decreto presidente della Re-pubblica con le linee guida per riformare tutti gli ordini

13 agosto 2012

Regolamento interministeriale (giustizia-sviluppo economico) sulle società tra professionisti

1 luglio 2012

Decreto ministero giustizia sui parametri (tariffari) per le liqui-dazioni giudiziali

24 luglio 2012

PROVVEDIMENTO SCADENZA DELEGA

LA MAPPA

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33Giovedì 7 Giugno 2012GiovF O N D O P R O F E S S I O N I

Fondoprofessioni lancia l’Avviso 01/2012 per i nanziare l’apprendimento d’eccellenza

Formazione vuol dire innovazioneA disposizione 150 mila € per sperimentare nuovi metodi

Le profonde trasformazioni in atto nel mondo delle libere professioni stanno imprimendo una forte

spinta innovativa ai processi di formazione continua negli studi. Da un lato, c’è la spinta alla com-petitività e le nuove tendenze del mercato del lavoro; dall’altro, c’è il dovere di assicurare ai cittadi-ni una prestazione professionale con elevati standard qualitativi. In mezzo, la necessità di adegua-re skills e competenze alle mu-tate esigenze di una economia intellettuale che deve fare i conti con i nuovi orizzonti normativi comunitari, pur sempre in un difficile quadro congiunturale.

Dai rinnovati assetti organiz-zativi degli studi stanno emer-gendo figure professionali più complesse, che assommano una pluralità di conoscenze tecniche a capacità relazionali che vanno oltre le tradizionali mansioni la-vorative. Si tratta di un processo irreversibile che deve essere ac-compagnato anche da una visio-ne innovativa, non convenziona-le, del modo di fare formazione. Non basta più, infatti, fermarsi ai consueti moduli di apprendi-

mento, ma occorre sempre più spingersi su nuovi modelli for-mativi, sperimentare diverse for-mule nel metodo per arrivare a defi nire il contenuto dei profi li professionali che stanno emer-gendo all’interno degli studi.

Le nuove frontiere della forma-zione continua oggi si chiamano training on the job, innovazione di processo, trasferimento d’eccel-lenze e sono la punta dell’iceberg delle sperimentazioni formative d’innovazione metodologica, che rappresentano la risposta di Fon-doprofessioni alle diffuse istanze di modelli di apprendimento più evoluti. Unico nel panorama dei fondi interprofessionali, il bando 01/12 del Fondo si rivolge, infatti, esclusivamente alla realizzazio-ne di sperimentazioni formative d’innovazione metodologica, con una dota di 150 mila euro desti-nato alla formazione d’eccellenza all’interno degli studi professio-nali e delle aziende. «Il nuovo bando del Fondo intende pre-miare le eccellenze ed incentiva-re modelli formativi dall’elevato profi lo qualitativo e contenutisti-co», ha affermato Massimo Magi, presidente di Fondoprofessioni.

«Il settore delle professioni ha bisogno di modalità di apprendi-mento nuove. E noi siamo pronti a cogliere la sfi da».

Ancora una volta, il compar-to degli studi professionali si pone all’avanguardia nel cam-po della formazione continua e, attraverso Fondoprofessioni, diventa il punto di riferimento per proporre pratiche formati-ve d’innovazione metodologica rivolte ai dipendenti degli studi professionali e, più in generale, delle micro-strutture azienda-li, attraverso le risorse messe a bando dal Fondo. Università, scuole di alta formazione, istituti di formazione specialistica post laurea, enti pubblici di ricerca, oltre agli enti attuatori già ac-creditati presso il Fondo, sono il target della sfi da all’innovazione e all’eccellenza lanciata dal pre-sidente Magi, per valorizzare pratiche formative innovative nell’ambito di un’ampia gamma di interventi formativi strategici quali appunto il training on the job, il trasferimento d’eccellen-ze, le azioni per l’introduzione di innovazione di processo e le attività fi nalizzate all’avvio la-

vorativo. Nel dettaglio, l’avviso 01/12 è

stato tagliato sugli studi profes-sionali e micro-imprese con un massimo di 15 lavoratori in or-ganico, comprese tutte le fi gure contrattuali. Il bando prevede una equa ripartizione tra le ri-sorse destinate alla formazio-ne dei dipendenti degli studi e quelle riservate alla formazione del personale delle aziende ade-renti al Fondo. Le strutture che applicano il Ccnl degli studi pro-fessionali possono benefi ciare di un budget di 75 mila euro; stes-sa somma per le micro-imprese. Ogni singola iniziativa formati-va d’innovazione metodologica potrà essere fi nanziata con un massimo di 25 mila euro. Gli enti proponenti interessati avranno tempo fi no al 31 agosto 2012 per presentare al Fondo una propo-sta di sperimentazione d’inno-vazione metodologica, attraver-so la compilazione dell’apposito formulario (scaricabile dal sito www.fondoprofessioni.it). Do-vranno essere specifi cati gli ele-menti innovativi della proposta presentata e le caratteristiche distintive dell’attività.

Affi nché la domanda di acces-so alle risorse risulti completa dovranno essere inviati al Fondo a mezzo posta elettronica certifi -cata (Pec): formulario compilato, originale della domanda di fi nan-ziamento, statuto del soggetto proponente e documentazione dimostrativa delle competenze formative, documento del lega-le rappresentante del soggetto proponente.

La valutazione dei progetti sperimentali pervenuti sarà effettuata dalla Direzione del Fondo, allargata ai responsabili di servizio, sulla base di criteri di analisi qualitativa. Il testo del bando 01/12 di Fondoprofessio-ni è consultabile sul sito www.fondoprofessioni.it. Per infor-mazioni è possibile contattare il numero 06/54210661 o scrivere all’indirizzo mail [email protected].

«Un concreto soste-gno economico alla formazione dei dipenden-

ti degli studi odontoiatrici del Veneto». Con queste parole il presidente di Fondoprofessioni, Massimo Magi, ha salutato l’ac-cordo siglato lo scorso 10 maggio con Andi Veneto per il rimborso sulla quota di iscrizione soste-nuta per i corsi regionali delle assistenti alla poltrona. A par-tire dal 2011, infatti, la Regione Veneto ha avviato uno specifico percorso formativo per la figura dell’assistente dell’odontoiatria, denominato «Modulo Facoltativo Tematico In Assistenza Odonto-iatrica» distinto in due percorsi (ordinario e straordinario), cia-scuno della durata complessiva di 200 ore, che consentono di acquisire l’attestato di qualifica professionale di operatore socio sanitario. Le attività formative sono gestite direttamente dalle aziende sanitarie del Veneto e prevedono una quota di iscrizio-ne pari a 700 euro. Finora sono stati coinvolti circa 300 studi odontoiatrici distribuiti nelle diverse province del Veneto ma, con l’avvio della seconda edizio-ne 2011/2012, il dato è destinato a crescere.

Per venire incontro alle esi-genze economiche delle assi-stenti di studio odontoiatrico il protocollo tra Fondoprofessioni e Andi Veneto prevede lo stan-ziamento di 350 mila euro e con-sentirà di erogare un rimborso pari al 50% dell’imponibile Iva, fi no ad un massimo di 350 euro, per la partecipazione al modulo

specialistico della formazione per gli assistenti di poltrona. «Questo protocollo è la prova dell’impegno di Fondoprofessioni nei confronti delle categorie pro-fessionali del comparto e dei la-voratori. L’obiettivo è rispondere alle reali necessità dei differenti territori e degli aderenti».

Nel dettaglio, l’accordo Fon-doprofessioni-Andi Veneto pre-vede che ogni partecipante al «Modulo Facoltativo Tematico In Assistenza Odontoiatrica» che ha seguito il «percorso stra-ordinario» negli anni 2011-2012 o che lo terminerà nel 2013, se lo studio presso cui lavora è iscritto a Fondoprofessioni, ha diritto, a corso concluso, ad un rimborso pari al 50% della cifra spesa al netto dell’Iva, fi no ad un massi-

mo di € 350. Per poter accedere al rimborso, il dipendente o il titolare dello studio devono in-viare al Fondo, attraverso posta

elettronica certifi cata, copia del-la fattura quietanzata relativa alla partecipazione al corso, attestato di partecipazione al corso, documenti di identità del datore di lavoro e del bene-fi ciario. La modulistica per la ri-chiesta di rimborso, scaricabile dal sito del Fondo (www.fondo-professioni.it), include dichiara-zione sostitutiva di atto notorio e formulario di monitoraggio. Con la compilazione del primo documento lo studio dichiara di essere aderente a Fondoprofes-sioni e comunica le coordinate del conto bancario sul quale dovranno essere accreditate le somme previste a titolo di rimborso. Mentre il formulario di monitoraggio dovrà essere obbligatoriamente compilato da tutti i richiedenti, in ottem-peranza a quanto richiesto dal Ministero del lavoro ai Fondi interprofessionali.

Per ottenere il rimborso gli studi odontoiatrici richieden-

ti dovranno, dunque, essere iscritti a Fondoprofessioni (in Veneto sono oltre 800 gli stu-di odontoiatrici già aderenti al Fondo). Gli studi odontoiatrici non ancora iscritti possono per-fezionare la loro adesione indi-cando sulla denuncia aziendale mensile del flusso Uniemens la dicitura «Adesione FPRO». L’iscrizione a Fondoprofessioni è libera e gratuita, poiché il con-tributo dello 0,30% del monte salari del personale dipenden-te, che gli studi e le aziende già versano ogni mese all’Inps come contributo per il contrasto alla disoccupazione involontaria, viene girato a Fondoprofessioni. Tale procedura non comporta, quindi, alcun aggravio di co-sto per il datore di lavoro, ma semplicemente una differente destinazione del contributo del-lo 0,30%. L’adesione può essere svolta direttamente dal datore di lavoro o dallo studio di con-sulenza.

Al fianco dell’Andi per formare gli assistenti alla poltrona

Proroga per i piani formativi degli studi pro-fessionali, delle aziende e degli enti di formazio-ne delle zone colpite dal terremoto in Emilia. Lo ha deciso ieri il consiglio di amministrazione di Fondoprofessioni. «In questo momento diffi cile per l’Emilia e per il Paese, ognuno di noi deve offrire il proprio contributo». Massimo Magi, presidente di Fondoprofessioni: «Noi, occupan-doci di formazione fi nanziata, abbiamo voluto dare un segnale concreto attraverso proroghe per i piani formativi e risorse che a breve ver-ranno stanziate per favorire la formazione del personale dipendente in un’area duramente

colpita dal sisma».Oltre alle proroghe, il cda di Fondoprofessioni

avvierà un canale preferenziale di accesso alle risorse destinate al fi nanziamento della forma-zione per le strutture dell’Emilia colpite dal si-sma. L’iniziativa rientra nell’ambito dell’avviso di tipo sociale, di prossima pubblicazione. Nel dettaglio, il bando prevederà lo stanziamento di un budget di 300 mila euro interamente de-stinato al fi nanziamento di attività formative con fi nalità sociale di riequilibrio, aprendo una corsia preferenziale alle domande di fi nanzia-mento provenienti dall’area emiliana.

Emilia, proroga per i piani formativi

Pagina a cura diFONDOPROFESSIONI

[email protected]

Nella foto: Massimo Magi, presidente Fondoprofesssioni e Luca Dal Carlo, presidente Andi Veneto.

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34 Giovedì 7 Giugno 2012

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PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO Agenzia Provinciale per gli Appalti e Contratti

Servizio Appalti

Si rende noto che l’Agenzia Provinciale per gli Appalti e Contratti della Provincia Autonoma di Trento – Servizio Appalti – tel. 0461.496444 fax 0461.496422 – ha indetto una procedura aperta, per la selezione di una Società di Gestione del Risparmio per la promozione, l’istituzione, l’organizzazione, l’amministrazione e la gestione - ai sensi dell’art. 4 bis della legge provinciale 7 novembre 2005, n. 15 - di un fondo comune di investimento, immobiliare, chiuso, riservato, per l’Housing Sociale Trentino. CPV: 66122000. CIG: 4248570EDC. Importo stimato a base dell’appalto: € 13.750.000,00=. Criterio di aggiudicazione: offerta economicamente più vantaggiosa. Gli interessati possono presentare offerta all’Agenzia Provinciale per gli Appalti e Contratti della Provincia Autonoma di Trento – Servizio Appalti, Via Dogana n. 8 – 38122 Trento, entro le ore 12.00 del 10.09.2012. Bando, Disciplinare con allegati, modelli per la partecipazione alla gara possono essere ritirati e visionati all’indirizzo di cui sopra e scaricati dal sito www.appalti.provincia.tn.it. La prima seduta di gara è fissata per il giorno 12.09.2012 ad ore 9.00 presso la Sala Aste, sita in via Dogana n. 8 a Trento. Bando inviato alla CE il 25.05.2012.

IL DIRIGENTE- dott. Leonardo Caronna -

PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO Agenzia Provinciale per gli Appalti e Contratti

Servizio Appalti

Procedura aperta ai sensi della L.P. 26/93 avente ad oggetto: Lavori di costruzione della variante alla s.s. 45 bis tra i comuni di Arco e Riva del Garda. 27^ perizia suppletiva e di variante. Lotto A5 – interventi di completamento. Codice CIG 4288002B2E. PUNTI DI CONTATTO: Ufficio gestione gare del Servizio Appalti, Via Dogana, 8, 38122 Trento, tel 0461/496444 fax 0461/496422 posta elettronica: [email protected]. IMPORTO A BASE D’APPALTO: Euro 4.856.963,84.=.CRITERIO DI AGGIUDICAZIONE: offerta economicamente più vantaggiosa. Le offerte devono pervenire ai punti di contatto entro le ore 12.00 del giorno 27.07.2012 e saranno aperte il giorno 30.07.2012 ad ore 9.00 presso i punti di contatto - Sala Gare. I requisiti richiesti e le modalità di partecipazione sono riportati nel bando di gara, nel Capitolato speciale d’appalto e nei relativi allegati disponibili sul sito Internet www.appalti.provincia.tn.it e presso i punti di contatto a cui ci si può rivolgere per informazioni e chiarimenti.

IL DIRIGENTE- dott. Leonardo Caronna -

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AI SENSI DELL’ART. 6 DELLA LEGGE 25 FEBBRAIO 1987, N. 67 SI PUBBLICANO I SEGUENTI DATI RELATIVI AL BILANCIO PREVENTIVO 2012-2011 E AL RENDICONTO 20101. Le notizie relative alle entrate ed alle spese (dati in migliaia di Euro), sono le seguenti:

Denominazione

Avanzo di amministrazione - - - Tributarie 9.722.241 9.404.965 9.466.183 - di cui Tributi propri 4.245.098 4.176.915 4.401.122 - compartecipazione a Tributi erariali 5.477.143 5.228.050 5.065.061 Trasferimenti correnti 249.665 362.830 1.035.472 - dallo Stato 170.551 191.563 645.881 - per l’esercizio delle funzioni e dei compiti amministrativi conferiti alla Regione 3.099 110.061 307.086 - da altri soggetti 76.015 61.205 82.505

Altre entrate 87.080 103.397 129.274

Totale entrate correnti 10.058.986 9.871.192 10.630.929

Trasferimenti 623.458 609.683 299.617 - dallo Stato 575.966 547.166 219.190 - in c/capitale per l’esercizio delle funzioni e dei compiti amministrativi conferiti alla Regione - 11.894 39.055 - da altri soggetti 47.492 50.623 41.371 Altre entrate 81.858 105.570 54.479 Assunzione mutui e prestiti 2.157.977 1.774.290 -

Totale entrate c/capitale 2.863.293 2.489.543 354.096

Partite di giro 3.428.250 3.948.550 2.956.458 - di cui per prelevamenti da Tesoreria dello Stato 150.000 170.000 130.848

Totale entrate 16.350.529 16.309.285 13.941.483

TOTALE GENERALE 16.350.529 16.309.285 13.941.483

ENTRATE: SPESE:

Previsioni di Previsioni di Impegni da contoDenominazione Funzioni Obiettivo competenza da competenza da Consuntivo anno 2010 bilancio anno 2012 bilancio anno 2011

Organi istituzionali 53.936 61.464 70.305 Relazioni istituzionali 16.643 20.270 39.351 Solidarietà internazionale 17.450 18.330 9.453 Sicurezza ed ordine pubblico 350 818 7.490 Risorse umane e strumentali 245.461 232.687 247.849 Agricoltura e sviluppo rurale 97.897 89.024 93.160 Sviluppo del sistema produttivo e delle piccole e medie imprese 102.652 59.643 140.797 Lavoro 121.015 66.574 46.899 Energia 50.530 37.425 5.781 Commercio 8.831 6.933 6.094 Commercio estero, promozione economica e fieristica 3.100 1.680 2.947 Turismo 13.773 20.055 37.592 Interventi per le abitazioni 136.346 31.800 55.939 Tutela del territorio 169.673 114.849 120.389 Politiche per l’ecologia 121.199 127.496 119.964 Salvaguardia di Venezia e della sua laguna 316.195 303.558 42.063 Ciclo integrato delle acque 41.232 40.090 25.643 Protezione civile 55.012 60.842 45.434 Mobilità regionale 701.499 715.359 684.206 Edilizia speciale pubblica 41.780 30.624 168.170 Tutela della salute 8.060.723 7.695.385 8.016.723 Interventi sociali 845.619 890.811 876.908 Cultura 17.013 17.272 39.942 Istruzione e formazione 424.408 385.406 270.468 Sport e tempo libero 1.890 2.818 13.669 Fondi indistinti 298.866 282.516 23.109 Rimborsi e partite compensative dell’entrata 356.308 438.070 302.035 Oneri finanziari 602.881 608.937 36.491Totale escluse le partite di giro 12.922.279 12.360.735 11.548.871

Fondo di cassa alla fine dell’esercizio 2010 1.361.418 Residui attivi 9.852.030 Residui passivi 12.190.679

Saldo finanziario negativo al 31.12.10 -977.231

Abitanti al 31.12.10 fonte ISTAT 4.937.854

Entrate correnti 2.153 Spese correnti 2.092 di cui di cui - tributarie 1.917 - fondo sanitario 1.749 - contributi e trasferimenti dello Stato 131

2. La classificazione delle spese correnti, in conto capitale e rimborso mutui (dati in migliaia di Euro) desunte dai bilanci di previsione 2012/2011 e dal conto consuntivo 2010 (impegni), secondo l’analisi funzionale è la seguente:

3. Risultanze finali a tutto il 31.12.2010, (dati in migliaia di Euro) desunte dal conto consuntivo 2010 sono le seguenti:

4. Le principali entrate e spese per abitante (dati in Euro), desunte dal conto consuntivo 2010 sono le seguenti:

Previsioni dicompetenza da

bilancio anno 2012

Previsioni dicompetenza da

bilancio anno 2011

Accertamenti daconto Consuntivo

anno 2010Denominazione

Correnti 10.566.347 10.167.664 10.331.180 - di cui Trasferimenti a UU.SS.LL 8.653.795 8.284.362 8.637.893 - di cui Trasferimenti ad enti pubblici 930.535 815.618 642.148 In conto capitale 1.700.984 1.521.339 1.121.566 Rimborso mutui e prestiti 654.948 671.732 96.125

Partite di giro 3.428.250 3.948.550 2.956.458 - di cui per versamenti c/c presso Tesoreria Stato 150.000 170.000 130.848

Totale spese 16.350.529 16.309.285 14.505.329

TOTALE GENERALE 16.350.529 16.309.285 14.505.329

Previsioni dicompetenza da

bilancio anno 2012

Previsioni dicompetenza da

bilancio anno 2011

Impegni daconto Consuntivo

anno 2010

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35Giovedì 7 Giugno 2012DOTTORI COMMERCIALISTI

La Corte di cassazione è intervenuta stravolgendo il concetto di stabile organizzazione

Fare impresa in Italia non è facile Per gli investitori stranieri un regime fi scale che non premia

DI PATRICK NOVEMBRE CONSIGLIERE FONDAZIONE CENTRO STUDI UNGDCEC

E PRESIDENTE COMMISSIONEDI STUDIO UNGDCEC

FISCALITÀ INTERNAZIONALE

Gli investitori stranieri che vorranno valutare l’op-portunità di «fare impre-sa» in Italia non avranno

vita facile, dovendo tenere conto, tra gli altri fattori, della rigorosa giurisprudenza della Corte di Cassazione in tema di Stabile Organizzazione (S.O.), che in dif-formità alle disposizioni dell’Ocse, ha sostanzialmente modifi cato il concetto di Stabile Organizzazio-ne, estendendo di fatto il campo di applicazione delle norme impo-sitive interne anche a fattispecie non considerabili tout court come produttive di reddito imponibile in Italia, secondo il modello Ocse riconosciuto dagli altri Stati.

È evidente, in tale contesto, la posizione concorrente esistente tra gli Stati nell’ambito della ri-partizione della tassazione degli utili prodotti in differenti paesi da parte delle imprese. Nella più recente pronuncia della Corte di cassazione (sent. n. 20677, del 29 maggio 2012), si afferma che la sola presenza di un soggetto in Italia, al quale sia affi data anche solo di fatto la cura degli affari da

parte di un soggetto estero, possa rappresentare una stabile orga-nizzazione nel territorio dello Sta-to del soggetto non residente, con conseguente attrazione dei redditi realizzati nel territorio nazionale. Per il solo fatto di porre in essere operazioni commerciali con sog-getti esistenti nel territorio dello Stato le imprese non residenti potrebbero trovarsi assoggettate a imposizione in Italia, in virtù di semplici rapporti contrattuali in-staurati con operatori o professio-nisti stabiliti nel territorio dello Stato. Il quadro normativo che de-linea la materia è rappresentato da un lato dalle disposizioni del modello Ocse, assunte come base da tutti i Paesi membri per la stipula delle Convenzioni bilate-rali contro le doppie imposizioni, nonché dal relativo Commentario, fondamentale fonte interpretati-va, e dall’altro dalle norme inter-ne di ogni Paese (per l’Italia il riferimento è l’art. 162 del Tuir). Le fonti normative ed interpreta-tive appena citate, in virtù della sostanziale analogia delle norme nazionali al modello Ocse, salvo alcune eccezioni, rappresentereb-bero linee guida relativamente semplici, utilizzabili dall’impresa estera per comprendere e valuta-re con oggettività ed obiettività la possibilità di intraprendere un’iniziativa imprenditoriale nel

nostro Paese, piuttosto che in altri Paesi aderenti all’Ocse.

Tuttavia, come detto, la nostra la giurisprudenza in materia ha in parte stravolto quelle che sono le principali disposizioni sovrana-zionali sul tema. In particolare, in occasione del caso «Philip Morris», la giurisprudenza della Suprema corte (Sentenze del 7 marzo 2002, nn. 3367, 3368 e 3369; del 26 mar-zo 2002, n. 4319; del 25 maggio 2002, nn. 7682 e 7689; del 25 lu-glio 2002, n. 10925; del 6 dicembre 2002, n. 17373) ha avuto modo di elaborare alcuni principi che sono stati aspramente criticati sia dal-la dottrina e sia a livello istitu-zionale internazionale, al punto di aver indotto l’Ocse a intervenire, apportando alcune modifi che al Commentario, sostanzialmente allo scopo di eliminare la prepo-tente attrazione a imposizione in Italia degli utili di una casa-ma-dre estera, in presenza di talune fattispecie.

Nella nuova versione sono stati chiariti, in senso opposto a quanto disposto dalla Corte di cassazione con le su richiamate Sentenze, i seguenti aspetti:

- la semplice assistenza o par-tecipazione in un Paese, da parte di una persona, alle trattative tra un’impresa e un cliente non impli-ca che tale soggetto abbia il potere di concludere contratti in nome

dell’impresa e dunque l’esistenza di una S.O. in quel Paese;

- è possibile che si configuri l’esistenza di una stabile organiz-zazione della società controllante nello Stato in cui la controllata ha una sede fi ssa di affari, sempreché siano soddisfatti i requisiti di cui all’art. 5, par. 1 (con riferimento alla Stabile organizzazione mate-riale) e par. 5 (con riferimento alla Stabile organizzazione personale) del modello Ocse;

- una società appartenente a un gruppo che presta servizi ad altra società del medesimo gruppo, non sarà considerata stabile organiz-zazione della società benefi ciaria del servizio, qualora tale società renda il servizio utilizzando per-sonale e attrezzature proprie e a condizione che i servizi prestati siano oggetto della propria atti-vità di impresa.

Come reazione alle modifi che di cui sopra l’Italia ha inserito un’Osservazione in calce alla nuova versione del Commentario Ocse per ribadire ed affermare la validità della propria giurispru-denza in tema.

Le recenti Sentenze della Cor-te di cassazione (7 ottobre 2011, n. 20597 e 29 maggio 2012, n. 20677), hanno peraltro conferma-to questa linea, dettando principi sempre più stringenti e deline-ando di fatto un quadro di incer-

tezza che poco agevola operatori economici e imprese non residenti nel pianifi care investimenti nel nostro Paese.

Ciò che lascia maggiormente perplessi è il fatto che un Paese come l’Italia volontariamente e pervicacemente si discosti dalla volontà comune, rappresentata dalle sopra descritte modifiche al Commentario, espressa dalla maggioranza dei Paesi dell’Oc-se, nella consapevolezza che tale comportamento non possa che peggiorare il giudizio del nostro Paese da parte degli investitori internazionali, senza considerare fattori critici quali la complessità burocratica, un livello di tassazio-ne tra i più elevati in Europa, la cronica assenza di infrastrutture, l’incertezza nell’interpretazione e nell’applicazione delle norme tri-butarie, ed infi ne i lunghissimi tempi dei processi civili e tribu-tari. Queste considerazioni non devono tuttavia essere interpre-tate come critiche fi ni a se stesse, al contrario vogliono rappresen-tare uno stimolo per richiamare l’attenzione delle Istituzioni sul-la riconsiderazione del problema, auspicando altresì l’avvio di un dibattito che possa portare alle necessarie modifi che con l’as-sunzione di una posizione isti-tuzionale adeguata rispetto al fenomeno.

Il 2 aprile scorso la C.C. ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 2, comma 61, dl 225/2010, conv. con modif. in legge 10/2011, noto come «decreto mil-leproroghe» («In ordine alle operazioni bancarie regolate in conto corrente l’art. 2935 del codice civile si interpreta nel senso che la prescrizione relativa ai di-ritti nascenti dall’annotazione in conto inizia a decorrere dal giorno dell’anno-tazione stessa»). I correntisti bancari potranno perciò ora nutrire maggiori aspettative di vedersi ri-conoscere giudizialmente la restituzione delle competenze «anatocistiche» e non solo; difatti, ricorrendone i presupposti, l’intera vita del conto corrente può esser rimessa in discussione in tribunale!Prima dell’intervento della C.C. i quesiti posti dai giudici ai Ctu prevedevano due scenari di calcolo alternativi: uno anco-rato alla prescrizione decennale secca del citato «decreto milleproroghe», l’al-tro fondato sulla prescrizione decennale variabile prevista dalla S.C. con sent. 24418/2010.Alla luce della citata declaratoria d’inco-stituzionalità residua oggi solo quest’ul-timo metodo, secondo cui l’annotazione in conto degl’interessi passivi comporta un mero incremento del saldo a debito del correntista ma non costituisce sic et simpliciter un pagamento avente natura «solutoria» (dunque soggetto a prescri-zione decennale); quest’ultima si ravvisa esclusivamente in quei versamenti ope-rati allorquando il saldo di c/c risulta oltre fido o in scoperto (cioè, in assenza

di fido). Quali le possibili diverse conse-guenze sull’approccio tecnico contabile del Ctu? Taluni ritengono che i saldi degli estratti conto bancari sarebbero potenzialmente errati e che quindi il saldo da considerare per qualificare un versamento solutorio sarebbe quello ricalcolato, ovvero il saldo depurato dalle competenze illegittima-mente addebitate dalla banca. (cfr. Avv. A. Tanza: «Gli effetti sulle nuove consu-lenze tecniche alla luce della Cass. Ss.uu.. 24418/10», Adusbef Onlus,15/12/10). Altri di contro sostengono che la S.C. del 2010 aveva affermato che il contratto di c/c bancario collega le varie operazioni so-stituendo, ai pagamenti e alle riscossioni, gli accreditamenti e gli addebitamenti sul conto, i quali hanno la medesima valenza del pagamento e della compensazione di poste. L’operazione annotata corrisponde cioè ad una transazione reale. Il dies a quo della pretesa illegittima è l’annotazione della competenza, quello della prescrizione decorre, invece, dal pa-gamento di quella pretesa-annotazione illegittima. Quindi, ciò che rileva è l’originaria rico-struzione contabile della banca, non quel-la depurata. Inoltre, in tema di ripetizio-ne dell’indebito, la precondizione è che vi sia una richiesta indebita ed un pagamento non dovuto (cfr. Giu-dice G. Positano: «Csm - I Magi-strati referenti

per la formazione decentrata: Riflessioni sul contenzioso bancario dopo i recenti interventi giurisprudenziali e normativi-Palermo,15/4/11»).Il giudice dovrà preventivamente ed in astratto indicare al Ctu tutte le poste ri-tenute indebite e verificare i versamenti imputabili a pagamento delle competen-ze indebite; se queste vengono accantona-te ed eliminate preventivamente dal Ctu in sede di depurazione del conto, con la consueta operazione di ricostruzione ex post del rapporto bancario, non esisterà più la pretesa illegittima a monte e non esisterà più l’azione dell’attore e quindi non opererà mai la prescrizione. Infine, la nullità imprescrittibile con-sente l’individuazione in astratto delle competenze illegittimamente annotate e pretese, ma l’aver atteso oltre dieci anni dal pagamento dell’indebita annotazione per agire ne determina la prescrizione e il Ctu considererà pagate le somme e non più ripetibili. Concludendo, col primo metodo difficil-mente emergeranno situazioni di oltre fido, dunque pochissimi episodi di pre-scrizione. Risultato? I correntisti potran-no vedersi restituite tutte le competenze illegittimamente addebitate dalle banche nell’intero arco di vita del rapporto di c/c;

con il secondo metodo invece le banche potranno beneficiare di più frequenti casi di prescrizione, tanto maggiori quanto più il correntista ha goduto durante il rapporto di disponibilità extra fido.Attenzione, tutto ciò vale però solo per le aperture di credito «per cassa». Gli interessi passivi liquidati sui conti tecnici (anticipo fatture, s.b.f. ecc.), alla stregua delle stesse somme anticipate cui si riferiscono, costituiscono invece per la banca sempre credito liquido ed esigibile. Ne consegue che l’addebito in c/c ordi-nario degli interessi maturati su queste linee di fido risulterà «pagato» dalle ri-messe successive, sempre «solutorie», a prescindere che avvengano in situazione di saldo extra o entro-fido.Resta in ogni caso poi da capire se il fido debba risultare provato da un idoneo contratto di apertura di credito o se sia possibile anche solo desumerlo dall’ana-lisi degli estratti conto scalari. Queste e altre mutevoli esigenze di ac-certamento rendono il lavoro del Ctu sempre più delicato e complesso; per questo motivo, la Commissione di studio Ungdcec sulle Ctu e Perizie si propone di realizzare un format di convegno/corso da condividere con le Unioni territoriali nonché la realizzazione di una pubblica-

zione che raccolga le best practice in materia, arricchita con una signi-ficativa raccolta degli orientamenti dei diversi Tribunali locali.

Daniele Anzelmopresidente Commissione na-

zionale di Studio Ctu e Perizie

SENTENZA DELLA CORTE COSTITUZIONALE

Contenzioso bancario, la Consulta interviene sulla prescrizione

Pagina a cura dell’

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36 Giovedì 7 Giugno 2012 TRIBUTARISTI - ANCIT

La ricetta dei tributaristi dell’Ancit per le imprese e lo sviluppo del Paese

Economia, serve coraggioUna riforma fi scale può ispirare soluzioni innovative

DI GIUSEPPE OSSOLI

È anche dal mondo della consulenza tributaria che qualche riflessio-ne sulla manovra fi-

scale può assumere qualche significativo valore, per il solo e semplice fatto che la cate-goria giornalmente vive l’esperienza dell’intero mer-cato nazionale e conosce il mondo lavorativo, molto più dei politici. Proprio per que-sto, e senza peccare di arro-ganza alcuna, è possibile sug-gerire alcune soluzioni che prendono spunto da questa manovra e valutarne pregi e difetti. Partendo dal riordino della spesa sociale, dove è in-teressante l’attenzione posta su alcuni interventi, nel pre-supposto della separazione del dovere fiscale da quello di assistenza sociale, si ritiene necessario puntare a riquali-ficare ed integrare le presta-zioni socio assistenziali in favore dei soggetti autentica-mente bisognosi, rivedendo gli indicatori di situazione economica equivalente, con particolare attenzione alla composizione del nucleo fami-liare (quoziente familiare), provvedendo al riordino dei criteri, compresi quelli sulla reversibilità e invalidità per l’accesso alle prestazioni as-sistenziali. Sempre a suppor-to di una maggiore e corag-giosa azione di aumento delle imposte indirette contrappo-ste ad una diminuzione delle dirette, per difendersi dall’in-flazione, si potrebbe fissare sull’Irpef, tra i principi gene-rali dell’identificazione, in funzione della soglia di pover-tà, un livello minimo perso-nale escluso da imposizione. Una sorta di «no tax area», già in parte sperimentata qualche anno fa’. Oppure in-cominciare ad affrontare se-riamente per alcune categorie reddituali una flat tax, sull’esempio della recente ce-dolare secca sugli affitti. Que-sti regimi fiscali agevolati possono concentrarsi, come previsto dalla manovra, su natalità, lavoro e giovani, mentre un regime differen-ziato di favore fiscale potrà essere riservato alla parte di retribuzione commisurata agli incrementi di efficienza ed ai risultati di impresa. Questa sarebbe veramente una soluzione da promuovere efficacemente nel sistema im-prenditoriale italiano. Altro spunto che matura dalla ri-forma fiscale è il coraggio di agire sulle aliquote Iva. Ope-rando bene e con logica, no-nostante l’aumento delle ali-quote Iva, si potrebbe anche non subire il tanto temuto indebolimento del potere di acquisto dei contribuenti, in-dividuando una particolare combinazione vincente che,

fermo restando invariato il vincolo del gettito, un possi-bile aumento dell’Iva sia poi bilanciato da una riduzione dei contributi sociali. Questa può essere una soluzione par-ticolarmente efficace in ter-mini di crescita, definibile quasi come una sorta di de-prezzamento fiscale, in un ambito, come quello dell’euro, in cui la moneta non si può più svalutare e comportereb-be un recupero di competiti-vità per le imprese esporta-trici. E questo è un punto fondamentale in un ambito di internazionalizzazione delle nostre imprese, poiché, se l’Iva si applica a tutti i beni, ma non all’export, che quindi non risente dell’aumento, la riduzione dei contributi so-ciali contribuisce ad abbatte-re i costi per tutti i beni, com-presi quelli esportati. Una scelta politica anche di forte fiscalizzazione degli oneri so-ciali può favorire un recupero di competitività in assenza di svalutazione. L’efficacia di un’azione di recupero del get-tito fiscale potrebbe sì allora concentrarsi sull’incremento delle aliquote Iva, accompa-gnate dalla riduzione delle aliquote delle imposte sui redditi delle persone fisiche, ma anche dalla riduzione dei contributi sociali. Tale strada permetterebbe di mantenere il potere di acquisto in quan-to se è pur vero che l’Iva cau-sa un incremento dei prezzi, dall’altro la riduzione dei con-tributi e dell’Irpef permette di mantenere maggiore liqui-dità. Si eviterebbe il proble-ma inflazionistico e sarebbe persino un’operazione altret-tanto efficace nel promuovere la crescita. Altro incentivo alle imprese, pensando anche all’ambito internazionale, po-trebbe derivare dalla riforma sulle rendite finanziarie, pro-ponendo, ad esempio, forme agevolative che permettano un’azione più incisiva a favo-re dell’economia, supportando ed incentivando la capitaliz-zazione delle pmi proponendo di pagare un’aliquota di im-posta ridotta su quella parte di profitti imputabili alla nor-male remunerazione del capi-tale proprio, in modo tale che si tenderebbe a premiare le aziende che mantengono i profitti in azienda ed alimen-tando la spesa di ricerca e sviluppo, premiandole fiscal-mente ed istruendole finan-ziariamente, perché, così agendo, ricorrono meno al de-bito di terzi, principalmente bancario, riducendo le riprese Ires ed Irap degli interessi passivi e costo del denaro, ol-tre che a migliorare i rating creditizi di Basilea 3. Si at-tuerebbe una forma incenti-vante di capitalizzazione del-le imprese, permettendo una maggiore compet i t iv i tà

nell’ambito del sistema euro-peo ed incentivando l’interna-zionalizzazione. Viceversa, una tale proposta favorisce l’attrazione in Italia di capi-tali internazionali che potreb-bero beneficiare di una tassa-zione più vantaggiosa, in attesa che si attui la sburo-cratizzazione del nostro siste-ma ed in vista della piena attuazione dello Small Busi-ness Act. Aspetto non eccezio-nale di questa manovra, dove forse un po’ più di coraggio assolutamente non guastava, tra le misure della manovra correttiva mirate allo svilup-po e non al contenimento del deficit, spicca la tassazione forfetaria al 5% per 5 anni per i giovani che iniziano un’attività imprenditoriale. Siamo certi che tale misura porti veramente tanta occu-pazione e pil in più? Potrebbe anche esserci il serio proble-ma che molti di quanti voglio-no intraprendere un’attività lo facciano intestando le quo-te societarie a parenti più giovani, oppure che capitali investiti in aziende esistenti siano dirottati in quelle costi-tuite apposta per beneficiare della bassa imposizione, fa-cendole passare per nuove. Avremo allora una grande quantità di micro-imprese di cui l’Italia proprio non ha bi-sogno, perché, appunto, si raf-forzerebbe la struttura graci-le di quelle esistenti la cui debolezza rende il cosiddetto «sistema-Paese» sempre meno competitivo. Andrebbe anche considerato il proliferare di comportamenti fraudolenti tesi a creare false aziende giovanili che usufruiscano di benefici senza averne diritto. Se si avesse maggiore corag-gio, invece di pensare in pic-colo, con provvedimenti di difficile amministrazione e dai benefici dubbi, si potreb-bero esplicare più neutre e generali riduzioni fiscali e snellire la normativa e gli adempimenti burocratici. Qui si vede solo problema e si pensa di risolverlo con una leggina apposita, senza con-siderare che spesso è più il danno che il vantaggio. Biso-gna osare di più: se si conce-dono queste tassazioni forfe-tarie si spinge l’azienda a non voler crescere per non pagare maggiori imposte e si conti-nua a rimanere piccoli. Altro

che internazionalizzazione. I danni collaterali sono enormi, non capendo che se le risorse sono allocate per volontà po-litica, invece che attraverso il mercato, si creano distorsioni ed inefficienze. Alla nostra economia non servono elemo-sine: una manovra, ben accet-ta o meno, è sempre ispiratri-ce di progetti e qualcosa di buono comunque lo si può estrapolare. Allora, più corag-gio nelle scelte: riforma dell’Irpef; riduzione delle ali-quote contributive per con-trastare la tensione inflazio-nistica in concomitanza con l’aumento delle aliquote Iva; allargamento delle agevola-zioni fiscali ad un più ampio bacino di mercato; incentiva-zione del venture capital a sostegno dell’impresa, pro-muovendo cioè fondi per so-stenere la nascita e la cresci-ta di Pmi con lo strumento dei fondi comuni di investimento, con agevolazioni fiscali sui proventi, incentivandone l’utilizzo da parte dei gestori; applicazione a tutti i settori della ritenuta fiscale facendo agire gli istituti bancari come

sostituto d’imposta al fine di combattere efficacemente l’evasione fiscale e garantire la tracciabilità del denaro; riordino della spesa sociale; rivisitazione delle perdite fi-scali a deducibilità limitata, anche se senza limitazioni temporali, perché limitare la deduzione delle perdite fisca-li dopo un periodo di forte crisi economico-finanziaria come quella di questi anni la-scia abbastanza perplessi e non supporta certo la ripresa delle aziende, in modo parti-colare le piccole che sono state maggiormente colpite dal blocco operativo del mercato e che non hanno certo goduto degli ammortizzatori sociali di cui hanno beneficiato le gran-di. Insomma, con un po’ più di coraggio e maggiore azione di responsabilità da parte di tut-ti e con una coesione generale della società, la ripresa di questo nostro sistema-Paese non è proprio così impossibile. Perché il maggior coraggio spesso porta a maggior suc-cesso e a migliori risultati. E questo le imprese lo sanno, da sempre. Basta ascoltarle.

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Pagina a curaDELL’UFFICIO STAMPA

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37Giovedì 7 Giugno 2012

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ALE La Legge

IN EDICOLA CON& la Giustizia

Il decreto crescita i ssa in tre anni la durata del giudizio di primo grado. Due per l’appello

Processi lumaca, indennizzi certiDa 500 a 1.500 € per ogni anno oltre il termine ragionevole

DI ANTONIO CICCIA

Processi lumaca indenniz-zati con una tariffa che va da 500 euro a 1.500 euro per anno.

Il decreto legge sulla crescita sostenibile che dovrebbe andare sul tavolo del prossimo consiglio dei ministri modifi ca l’impian-to sostanziale della legge Pinto (n. 89/2001) sia con riferimento all’indennizzo dovuto sia ai pre-supposti per ottenerlo. Viene, a questo proposito, fissato il ca-lendario del processo con tem-pi massimi per ciascun grado. Inoltre cambia la procedura che si articola in due fasi: prima una fase monocratica con l’emissione del decreto di condanna dell’am-ministrazione; poi una eventuale fase, di competenza della corte di appello in composizione collegia-le, di opposizione al decreto.

Novità anche per l’appello civi-le: si introduce uno sbarramento per le impugnazioni probabil-mente (secondo la valutazione del giudice) infondate. La pro-spettiva è che in molti casi i gra-di di giudizio si riducano a due (primo grado e cassazione).

Ma passiamo a esaminare tut-te le novità.

Durata ragionevole. Il decre-

to entra nel merito della durata dei processi e considera ragione-vole la durata di un processo se sta nel limite dei tre anni in pri-mo grado, dei due anni in secondo grado, di un anno nel giudizio di legittimità. Per il procedimento di esecuzione forzata il termine ragionevole è di tre anni, mentre per le procedure concorsuali è di sei anni. Oltre alle scadenze per le tappe interne, il decreto fi ssa una regola di chiusura: è comun-que rispettato il termine ragione-vole se il giudizio viene defi nito in modo irrevocabile in un tempo non superiore a sei anni. Quindi se un primo grado dura sei anni e la sentenza passa in giudicato, l’interessato non potrà chiedere nulla. In sostanza ci possono es-sere compensazioni tra i singoli gradi.

Indennizzo escluso. Non è riconosciuto alcun indennizzo a chi ha iniziato una lite temeraria o ha rifi utato in maniera ingiu-stifi cata una proposta di accordo in un procedimento di media-conciliazione. Niente indennizzo nel processo penale concluso con dichiarazione di prescrizione connessa a condotte dilatorie della parte e quando l’imputato non ha depositato una istanza di accelerazione del processo penale

nei 30 giorni successivi al supe-ramento dei termini.

Più in generale se si riscontra un abuso dei poteri processuali, causa di una ingiustifi cata dila-zione dei tempi del procedimento, l’indennizzo salta.

Peraltro le disposizioni sono talmente vaghe che apriranno la strada anche a disparità di trattamento o a sentenze con-trastanti.

Importi. L’equa riparazione dovrà essere stabilito in misura non inferiore a 500 euro e non superiore a 1.500 euro, per cia-scun anno, o frazione di anno superiore a sei mesi, eccedente il termine ragionevole di durata del processo.

La somma tuttavia non può essere superiore al valore della causa o, se inferiore, a quello del diritto accertato dal giudice.

Questo signifi ca che per una causa di piccolo valore l’inden-nizzo sarà decisamente basso se rapportato al numero di anni eccedenti la durata massima.

Procedimento. Il proce-dimento diventa monocratico seguito da una eventuale fase collegiale. La domanda di equa riparazione si propone con ri-corso al presidente della Corte d’appello. Il presidente della

Corte d’appello, o un magistra-to designato, provvede sulla do-manda di equa riparazione con decreto motivato, entro 30 giorni dal deposito del ricorso. Il decreto specifi ca i documenti che vanno allegati alla domanda: atto di citazione, il ricorso, le comparse e le memorie; i verbali di causa e i provvedimenti del giudice; il provvedimento che ha defi nito il giudizio. Se il ricorso è accolto il giudice pronuncia il decreto con cui ingiunge all’amministrazione di pagare.

Non disturbare il giudice. La domanda di riparazione non potrà più essere proposta duran-te la pendenza del processo luma-ca: bisogna aspettare la sentenza defi nitiva e non sforare i sei mesi dalla sentenza, altrimenti si de-cade dalla possibilità di chiedere l’indennizzo.

Fasi successive. Una volta concesso, il decreto va notifi cato all’amministrazione interessata entro 30 giorni, altrimenti diven-ta ineffi cace. L’amministrazione può presentare opposizione e in questo caso si apre un contenzio-so avanti alla corte di appello, che giudica in composizione collegia-le. Rimane ferma la comunicazio-ne del decreto anche alla Corte dei conti, perché attivi eventuali

procedimenti per responsabilità erariale.

Non abusare. Quando la do-manda per equa riparazione è dichiarata inammissibile o mani-festamente infondata, l’interes-sato potrà essere condannato al pagamento in favore della cassa delle ammende di una somma da 1.000 a 10.000 euro.

Appello civile. Il decreto prevede uno sbarramento in en-trata ai procedimenti di appello civile: il giudice deve valutare se c’è ragionevole probabilità che l’impugnazione sia accolta. In caso contrario l’appello è inam-missibile (tranne che per alcuni processi).Se scatta l’inammissi-bilità, allora si può tentare un ricorso alla Corte di cassazione, ma nei limiti dei motivi specifi ci già esposti con l’atto di appello. La novità riguarderà anche il processo del lavoro.

Lodo arbitrale. Con altra novità relativa ai lavori pubbli-ci, forniture e servizi, il decreto prevede che nei giudizi arbitrali il lodo è impugnabile davanti alla corte di appello, oltre che per mo-tivi di nullità, anche per violazio-ne delle regole di diritto relative al merito della controversia.

© Riproduzione riservata

Aveva ragione Renato Brunetta. La stretta sulle auto blu non si può appli-care alle regioni e agli enti locali. La correzione in corsa operata a gennaio da Mario Monti (era stato il Tar del Lazio a chiedere a palazzo Chigi di modificare il dpcm dell’ex ministro della funzione pubblica) per estende-re alle autonomie il giro di vite intro-dotto dalla manovra di luglio 2011 del governo Berlusconi (dl 98/2011) non può avere effetto perché sulla mate-ria lo stato non ha poteri precettivi nei confronti degli enti locali. E non avendo poteri non può delegare a un dpcm il compito di definire modalità e limiti di utilizzo delle autovetture di servizio.La conferma del vizio di fondo che da subito era parso evidente nei paletti all’utilizzo delle autoblu da parte del-le pubbliche amministrazioni è arri-vato dalla Corte costituzionale nella sentenza n. 144/2012 depositata ieri in cancelleria.

La Consulta ha esaminato il ricorso della regione Liguria che aveva im-pugnato tutto il pacchetto di disposi-

zioni restrittive contenute nel dl 98. Dal divieto di utilizzare autovetture di cilindrata superiore a 1600 cc, al divieto di sostituire le auto attualmente in servizio, fi no alla previsione di un succes-sivo dpcm di palazzo Chigi per defi nire modalità e limiti di utilizzo dei veicoli di servizio in modo da ridurne il numero e il costo. Secondo la regione le norme avrebbero violato una lunga serie di precetti costituzionali tra cui gli arti-coli 117 (invasione di campo nella materia dell’organizza-zione regionale), 3 (principio di uguaglianza), 97 (buon an-damento della p.a.) e 118 (po-testà amministrativa).

La Consulta però non è stata dello stesso avviso e ha respinto il ricorso. Per il semplice motivo che «le norme impugnate non hanno alcun effetto precettivo nei confronti delle regioni e degli enti locali». Questo vale sia per la disposizione che stabilisce il limite di cilindrata («non ha alcuna attinen-

za con le autonomie locali»), sia per quella che stabilisce regole di dismis-sione e rottamazione delle auto («non

c’è alcun riferimento alle autonomie»), sia soprattutto per l’art. 2, comma 4 che affi da a un dpcm il compito di at-tuare nel dettaglio la stretta. Per la Corte questa norma non consente di attribuire al presidente del consiglio un potere regolamentare nei confron-ti degli enti locali, perché (scrive il giudice Aldo Carosi, estensore della

sentenza) «non sussiste una potestà legislativa esclusiva dello stato, pre-supposto indefettibile per l’esercizio

di detto potere». Non resta dunque che conclu-

dere che Brunetta aveva ragione. Il suo dpcm del 3 agosto 2011 ave-va correttamente intepretato il dl 98. Poi però è arrivato il Tar del Lazio che, a seguito di un ricorso sollevato dalle associazioni dei consumatori, con ordinanza del 10 novembre 2011 ha chiesto a palazzo Chigi di riesaminare la materia. Cosa che il governo Mon-ti ha fatto con il dpcm 12 gennaio 2012 in cui è stato espressamente stabilito che la stretta sulle auto-blu si applica anche a regioni ed

enti locali. Ma per la Consulta quest’ultimo

dpcm «non è in grado di orientare la qualifi cazione e l’interpretazione del-le norme impugnate, nonché la loro cogenza nei confronti delle regioni e degli enti locali, in modo non confor-me al dettato dell’art.117 Cost».

Francesco Cerisano

LA CONSULTA: SULLA MATERIA LO STATO NON HA POTERI PRECETTIVI VERSO LE AUTONOMIE

Auto blu, aveva ragione Brunetta: salvi enti locali e regioni

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38 Giovedì 7 Giugno 2012 L A L E G G E

Gli ultimi dati del Mingiustizia presentati a un convegno internazionale

Più spinta alla mediazioneAd aprile oltre 3.500 tentativi in più di febbraio

DI GABRIELE VENTURA

Decolla la mediazione obbligatoria. Nel mese di aprile, infatti, che è stato il primo dall’en-

trata in vigore delle ultime due materie, rc auto e condo-minio, i procedimenti iscritti sono stati 13.402. Più di mille in più rispetto a marzo e oltre 3.500 rispetto a febbraio. Più in generale, i tentativi di me-diazione sono passati da poco più di 60 mila, registrati al 31 dicembre 2011, nell’arco di cir-ca dieci mesi, a 105.092 al 30 aprile 2012.

Il che vuol dire che negli ul-timi quattro mesi le controver-sie sono state il 72% rispetto ai primi nove.

È quanto emerge dalle ulti-me rilevazioni della Direzione generale di statistica del mi-nistero della giustizia, che ha fatto il punto sull’andamento del dlgs n. 28/2010 dalla sua entrata in vigore, il 21 marzo 2011, a fi ne aprile 2012. Via Arenula ha rilevato anche il tasso di successo dei tentativi di conciliazione a seconda del-la categoria degli organismi.

Ebbene, le percentuali più alte sono registrate dagli or-ganismi privati (51,4%), segui-ti dalle camere di commercio (49,8%) e dagli ordini degli avvocati (34,5%).

Il nuovo rapporto del mini-stero è stato presentato ieri in occasione della conferenza internazionale, organizzata da Adr Center e co-fi nanziata dalla Ue, dal titolo «Il giusto rapporto tra giurisdizione e mediazione: prima e dopo la direttiva europea», che si è svolta a Milano presso la Corte d’appello. All’evento sono state anche avanzate delle proposte sulla mediazione a livello eu-ropeo. In particolare, Arlene McCarthy, europarlamentare e relatore della direttiva sul-la mediazione, ha chiesto di «esigere dagli stati membri un numero minimo di media-zioni all’anno, per contribuire in modo concreto e misurabile a facilitare l’accesso alla giu-stizia dei casi che più lo me-ritano».

Anche il primo presidente della Corte di cassazione Er-nesto Lupo, ha sposato la posi-zione del Parlamento europeo, riconoscendo come «gli incen-tivi alla mediazione, tra cui la previsione, in talune ipotesi, dell’obbligatorietà del tentati-vo, e le relative sanzioni, sono una componente essenziale di un modello di mediazione ca-pace di produrre risultati ap-prezzabili» e rilanciando «l’esi-genza di incentivi che valgano a bilanciare i costi del ricorso alla mediazione

Incentivi certi, e all’altezza dei vantaggi sociali che sareb-bero assicurati dalla più am-pia diffusione dell’istituto».

© Riproduzione riservata

DI GABRIELE VENTURA

La riforma forense appro-da in Aula alla Camera. Ma con l’altolà del governo ai suoi principi fondanti. Molti articoli del disegno di legge, infatti, hanno dei profili di contrasto con i principi dettati dall’Esecu-tivo in materia di professio-ni nel dl n. 138/2011 e nel dl n. 1/2012. Quindi, l’altro ieri, il governo si è riserva-to di esprimere il proprio parere sugli emendamenti alle disposizioni controver-se, come la disciplina delle società professionali, le ta-riffe professionali e tutto il capitolo che regolamenta l’accesso alla professione. I criteri delle scelte dell’Ese-cutivo sono stati illustrati dallo stesso ministro della giustizia, Paola Severino, che è intervenuta in Com-missione per dichiarare, in particolare, che «i predetti pareri tengono conto che molte delle disposizioni con-tenute nel provvedimento in esame vertono su materie oggetto della delega di cui all’articolo 3, comma 5, del dl 13 agosto del 2011, n. 138, convertito con modifi cazioni in legge dall’articolo 1, com-ma 1, della legge 14 settem-bre 2011, n. 148, relativa agli ordinamenti professionali». «Considerato che il governo intende esercitare la predet-ta delega», ha continuato Severino, «anche al fi ne di scongiurare il rischio che, ai sensi del comma 5-bis, le norme vigenti sugli ordina-menti professionali in con-trasto con i princìpi di cui al c. 5, lettere da a) a g), siano abrogate in ogni caso dal-la data del 13 agosto 2012, cioè anche in assenza delle nuove disposizioni regola-mentari volte a riformare la disciplina degli ordini pro-fessionali, preannuncia che verrà espresso parere con-trario su ogni emendamento in contrasto con i principi di delega». Nel dettaglio, il sot-tosegretario Salvatore Maz-zamuto ha espresso riserve sugli articoli 4, 9, 10, 11, 12, 17, 18, 19, 38, 39, 40, 41, 42, 43. Soddisfatto comunque il relatore, Roberto Cassinelli (Pdl). «Il testo approvato», afferma, «prevede misure estremamente importanti per la categoria tra cui il rinvio a una delega legisla-tiva in materia di società tra avvocati, nuovi criteri per la determinazione del-le materie oggetto di specia-lizzazioni e la possibilità di acquisire titoli specialisti-ci a fronte di comprovate esperienze nel settore, la creazione di parametri di riferimento per il compenso del professionista».

AVVOCATI

Riforma, via liberacon riserve

Vigili e carabinieri possono già richiedere materialmente al pubblico registro automo-bilistico la cancellazione d’uffi cio dei veicoli riportanti intestazioni fi ttizie, simulate o che pregiudicano l’accertamento delle multe e del-la responsabilità civile. Lo ha chiarito l’Aci con la circolare n. 6470 del 4 giugno 2012. La riforma stradale dell’estate 2010 ha innova-to molte questioni burocratiche rinviando però l’effettiva messa a regime della novella a provvedimenti attuativi mai diramati oppure tardivi. Con il nuovo articolo 94-bis del codice della strada è stato stabilito, per esempio, che costa caro circolare con un mezzo intestato a prestanome, soggetti atipici, incapaci o minori e con formalizzazioni non più aggiornate al solo scopo di oscurare la tracciabilità della disponibilità dei veicoli. La conclusione della pratica diffusa delle intestazioni fi ttizie, san-cita dal nuovo articolo 94-bis del codice, ha comportato formalmente il ripristino di nume-rose situazioni di comodo che negli anni hanno consentito abusi assicurativi, fi scali e ammini-strativi. In pratica dal 13 agosto 2010 non pos-sono più essere rilasciate carte di circolazione senza una chiara identifi cazione del soggetto

responsabile. Ma per il riordino del parco auto circolante e soprattutto per dare seguito alle numerose sanzioni già elevate dagli organi di vigilanza per violazione della nuova rego-la era necessario attendere le istruzioni del ministero dei trasporti che sono giunte con la circolare n. 13245 del 14 maggio 2012 (si veda ItaliaOggi del 19/05/2012). Dal oggi gli uffi ci della motorizzazione e del pra potranno attivare la cancellazione d’uffi cio dei veicoli in circolazione, scovati dalla polizia, previa veri-fi ca preventiva della richiesta degli organi di vigilanza. In pratica quando un organo di po-lizia accerta una violazione all’articolo 94-bis cds dovrà segnalare l’irregolarità agli uffi ci del pra o della motorizzazione evidenziando an-che la conclusione dell’accertamento. Ovvero che il trasgressore ha effettuato il pagamento della multa, non ha proposto ricorso oppure ha esperito inutilmente tutti i rimedi difensi-vi. Solo da quel momento il veicolo fantasma potrà essere cancellato. Per la richiesta di can-cellazione da inviare agli uffi ci del pra l’Aci ha quindi elaborato un modello ad hoc, per garantire l’univocità della formalità.

Stefano Manzelli

Al via le radiazioni per i mezzi fantasma

L’ANDAMENTO PER MATERIE(21 MARZO 2011–30 APRILE 2012)

Fonte: Direzione generale di statistica del ministero della giustizia. Dati aggiornati al 3/05/2012

PENDENTI INIZIALI

ISCRITTI DEFINITIPENDENTI

FINALICondominio 28 2.068 813 1.283Diritti reali 39 19.341 12.782 6.597Divisione 14 5.673 3.542 2.145Successioni ereditarie 19 4.866 3.142 1.743Patti di famiglia 0 108 56 53Locazione 19 12.533 8.321 4.231Comodato 1 1.927 1.322 606Afi tto di aziende 4 1.425 1.014 415Risarcimento dannida circolazione veicoli e natanti

12 5.201 1.462 3.751

Risarcimento dannida responsabilità medica

91 7.514 5.053 2.552

Risarcimento dannida diffamazione a mezzo stampa

0 1.229 869 360

Contratti assicurativi 22 8.256 5.739 2.539Contratti bancari 62 9.684 6.373 3.373Contratti i nanziari 13 3.255 2.210 1.058Altra natura della controversia 418 22.010 15.984 6.444Totale 742 105.092 68.684 37.149

eoadc

TASSO DI DEFINIZIONE PER TIPOLOGIA DI ORGANISMO(21 MARZO 2011-31 MARZO 2012)

* il tasso di dei nizione con accordo raggiunto, se l'aderente compare, è il rapporto tra il numero di procedimenti conclusi con accordo (e aderente comparso) e il numero totale dei procedimenti in cui compare l'aderente, per tipologia di organismo

RILEVAZIONE CAMPIONARIA

TipologiaOrganismi

di conciliazione

Organismi al 31/03/2012

Dei niti% aderenti comparsi

Tasso di dei nizio-ne con accordo

raggiunto se l'aderente

compare (*)

Organismi privati 569 28.768 34,9% 51,4%

Camera di commercio 82 15.916 38,0% 49,8%

Ordine avvocati 103 14.394 30,0% 34,5%

Altri ordini professionali 59 214 34,2% 28,8%

Totale complessivo 813 59.293 35,0% 48,3%

Fonte: Direzione generale di statistica del ministero della giustizia

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41Giovedì 7 Giugno 2012Giovedì 7 Giugno 2L A L E G G E

L’Amministrazione penitenziaria fa marcia indietro rispetto al sistema di codici e colori

Regimi aperti per la detenzioneObiettivo: favorire la permanenza al di fuori delle celle

DI PATRIZIO GONNELLA

Nella consapevolezza che il sovraffollamento, ben lungi dall’essere supe-rato (21 mila persone

in più rispetto ai posti letto re-golamentari), ha deteriorato le condizioni di vita dei detenuti, il Dipartimento dell’Ammini-strazione Penitenziaria cerca di porvi riparo istituendo i re-gimi aperti di detenzione. È dei giorni scorsi la Circolare G-DAP 0206745-2012 a fi rma del capo del Dap Giovanni Tamburino che cerca di spingere verso una regionalizzazione della esecuzio-ne della pena e verso la molti-plicazione di esperienze positive come quella di Bollate a Milano dove i detenuti sono liberi di cir-colare nella proprie sezioni e non costretti a stare, come accade in buona parte delle prigioni italia-ne, per venti ore e passa chiusi in cella a non far nulla. Un tentati-vo che fa seguito a quello ardito e rimasto sulla carta di qualche mese fa – circolare n. 3594-6044 del 25 novembre 2011 – con il quale ogni detenuto veniva as-sociato a un colore e da quello

sarebbe successivamente dipe-so il suo destino penitenziario. Quella circolare di novembre era subito risultata di diffi cile, incer-ta e rischiosa applicazione. Ora quei detenuti associati in modo bizzarro a dei colori, diventano un ricordo del passato. I codici e i colori sono stati esplicitamen-te soppressi. Eppure quella cir-colare era stata presentata in pompa magna neanche sei mesi fa. Nella nuova circolare Dap si specifi ca che questione primaria e centrale è la tutela dei diritti della persona detenuta. Oggi gli spazi di vita si sono ridot-ti a pochissimi metri quadri a persona. Il lavoro per i detenuti è poco e mal pagato. Le attivi-tà ricreative e scolastiche sono anch’esse in calo a causa della mancanza di risorse. Di fronte a un quadro di questo tipo, per evitare tensioni e violenza ver-so se stessi (i suicidi sono stati ben 24 dall’inizio dell’anno), viene scritto che bisogna favori-re la permanenza dei detenuti fuori dalle loro celle anguste. Viene richiamato l’art. 115 dpr 30 giugno 2000 n.230 (Regola-mento di esecuzione dell’ordi-

namento penitenziario) il quale al primo comma prevede che «in ciascuna regione è realizzato un sistema integrato di istituti dif-ferenziato per le varie tipologie detentive la cui ricettività com-

plessiva soddisfi il principio di territorialità dell’esecuzione penale, tenuto conto anche di eventuali esigenze di carattere generale». Ciò signifi ca che un detenuto deve soggiornare vici-

no ai propri familiari. La lonta-nanza deprime, aiuta i propositi suicidari. In ogni regione deve esservi una offerta penitenziaria variegata: dalla detenzione dei reclusi più pericolosi agli istitu-

ti a regime aperto. Quella che un tempo era defi nita deten-zione a media sicurezza oggi dovrà caratterizzarsi per una maggiore apertura di spazi e di occasioni di reintegrazio-ne sociale. Il provveditore deve organizzare la vita pe-nitenziaria di quel territorio regionale assicurando la ter-ritorialità della pena e tenen-do conto della specifi cità del luogo dove opera. Deve creare occasioni e non solo occuparsi dell’amministrazione ordina-ria. Nelle case di reclusione – dove ci sono le persone già condannate – è scritto che devono essere ampliati «gli spazi utilizzabili dai detenuti per frequentare corsi scola-

stici, di formazione professiona-le, attività lavorative, culturali, ricreative, sportive e, ove pos-sibile, destinando un istituto o una sezione di questo totalmen-te a “regime aperto”». Il repar-

to sarà destinato a «detenuti prossimi alla dimissione il cui fi ne pena sia inferiore ai diciot-to mesi, in considerazione del corrispondente innalzamento del limite di pena per ottenere la detenzione domiciliare spe-ciale». Ogni detenuto all’atto di entrare in un carcere aperto deve sottoscrivere un “patto” con l’amministrazione con cui accetta le prescrizioni ivi con-tenute. La detenzione deve es-sere responsabilizzante e non infantilizzante. In questo modo anche il lavoro degli agenti di sezione sarà meno gravoso e più gratificante. Il poliziotto penitenziario deve assicurare una sicurezza «dinamica». Non deve limitarsi ad aprire e chiu-dere celle. Deve essere attore del progetto di rinnovamento istituzionale e di recupero indi-viduale. I posti di servizio degli agenti non devono essere quelli preconfezionati sulla carta ma quelli legati agli uomini effetti-vamente a disposizione.

Questa è una importante novità che sarà sicuramente apprezzata dai sindacati meno oltranzisti.

PAGAMENTI

Spese di giustizia online

DI FILIPPO GROSSI

Semaforo verde per i primi pa-gamenti online delle spese di giustizia. La sperimentazione, scattata lo scorso 5 giugno dal tribunale di Verona, ha consen-tito di effettuare i primi paga-menti delle spese di giustizia inerenti a procedure in corso presso il tribunale scaligero attraverso il Portale dei servizi telematici. Avviato il 18 maggio scorso a seguito del protocollo d’intesa tra il Ministero della giustizia e UniCredit Credit Ma-nagement Bank e poi attivato in occasione del Forum P.A. 2012, il Portale dei servizi telematici ha consentito di raggiungere un altro importante traguardo sulla strada dell’ammoderna-mento tecnologico delle proce-dure giudiziarie, del recupero di effi cienza e della riduzione dei costi operativi, attraverso la sperimentazione veronese del pagamento delle spese di giustizia. La sperimentazione verrà gradualmente estesa nei prossimi giorni ad altre sedi giu-diziarie in collaborazione con Luigi Birritteri, capo diparti-mento organizzazione giudizia-ria, e la Dgsia con l’obiettivo di proseguire la sperimentazione dei pagamenti online in tempo reale per le spese di giustizia civile e penale.

Cooperazione giudiziaria più snella per tu-telare le vittime europee di violenze (so-prattutto domestiche), stalking e violenze sui minori. Questo, in sintesi, l’obiettivo del regolamento approvato in settimana dalla Commissione Giustizia dell’Europar-lamento. Gli ordinamenti giuridici degli Stati membri già prevedono la possibilità di adottare misure temporanee e preventive per proteggere coloro la cui integrità fi sica e psicologica o la cui libertà possano essere considerate a rischio. E le misure protettive sono emesse dalla stessa autorità giudizia-ria su istanza dell’interessato. Ma molte di queste misure sono ancora disposte senza che la persona che determina il rischio ven-ga chiamata a comparire, specialmente nei casi considerati d’urgenza (procedimenti su istanza di parte). E per questa ragione la Commissione europea e l’Europarlamen-to hanno deciso attraverso il nuovo rego-lamento di tutelare le persone che godono di protezione temporanea anche quando si trasferiscono all’estero, senza dover ri-correre a lunghe procedure. Sulla base del principio di reciproco riconoscimento delle decisioni giudiziarie ed extragiudiziali, il nuovo meccanismo di protezione, rapido ed effi ciente, garantisce che lo Stato membro in cui la persona a rischio si reca riconosca la misura di protezione emessa dal primo Stato membro senza formalità intermedie. Con il nuovo regolamento si introduce anche un certifi cato standard contenente tutte le informazioni rilevanti per il riconoscimento, e se del caso l’esecuzione. Perciò l’autorità competente del primo Stato membro rila-scerà (d’uffi cio o su istanza della persona protetta), un certifi cato che quest’ultima poi presenterà alle autorità competenti del secondo Stato membro. Le autorità giudi-ziarie comunicheranno alla persona che determina il rischio l’estensione geografi ca della misura di protezione straniera, le san-zioni applicabili in caso di violazione e, se del caso, ne garantirà l’esecuzione. Al fi ne

di assicurare un meccanismo rapido, poco oneroso ed effi ciente di circolazione delle misure di protezione nell’Unione europea, è stata seguita la ratio del regolamento del 27 novembre del 2003, sulla competenza, il ri-conoscimento e l’esecuzione delle decisioni in materia matrimoniale e in materia di re-sponsabilità genitoriale, che ha abrogato il regolamento 1347 del 2000. Il nuovo regola-mento prevede l’abolizione dei procedimenti intermedi e non contempla motivi di diniego, ad eccezione dell’esistenza di una decisione incompatibile nello Stato membro del rico-noscimento. Il riconoscimento automatico si applica anche quando lo Stato membro del riconoscimento e dell’esecuzione non contempla misure di protezione in materia civile. Questo è infatti un principio fonda-mentale del riconoscimento reciproco in ma-teria civile. Il fatto che il diritto nazionale dello Stato membro in cui è stato chiesto il riconoscimento e l’esecuzione non preveda nessuna misura, non esonera di fatto tale Stato dall’obbligo di eseguire la misura in un altro Paese.

Paolo Bozzacchi

Cooperazione giudiziaria contro lo stalkingIN LIGURIA

Gli avvocati protestano in autoSono partiti ieri a decine, una cinquantina di auto in tutto, alle 7,30 circa: da Ventimiglia, Bordighe-ra e Sanremo, per andare in tribunale a Imperia. Si tratta di una cinquantina di avvocati del Foro di Sanremo, che protesta-no contro il paventato accorpamento del tribu-nale della città dei Fio-ri, a quello di Imperia, nell’ambito del piano ri-organizzativo previsto dal governo Monti. L’obiettivo consisteva nel dimostrare i tempi di per-correnza, che un avvoca-to, ma anche un cittadino qualunque che si sposta in auto deve patire per raggiungere il palazzo di giustizia di Imperia. Intanto, prosegue l’asten-sione delle udienze indet-ta dalla categoria, dal 4 al 9 giugno. Si tratta anche di una delle innumerevo-li iniziative organizzate dal Comitato Salviamo il tribunale di Sanremo, che mira a sensibilizzare l’opinione pubblica sui di-sagi che ne deriverebbero da un’eventuale soppres-sione degli uffici giudizia-ri di Sanremo.

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42 Giovedì 7 Giugno 2012 L A L E G G E

I numeri diffusi da Cittadinanzattiva sul servizio gratuito Pit giustizia

Cittadini, fame di giustiziaA +27% il numero di chi chiede consulenza

DI MARZIA PAOLUCCI

Cresce la «fame di infor-mazione» tra i cittadini che nel 2011 si sono ri-volti al servizio gratuito

PiT Giustizia attivato nel 2008 da Cittadinanzattiva. L’anno scorso l’aumento percentuale è stato del 27%: il 64% contro il 37% del 2010. Un bisogno di informazioni che caratterizza tutti e tre gli ambiti della tutela giurisdizionale: percentuali più che raddoppiate nel civile stan-te l’aumentare delle richieste del 27% con il 51% del 2011 contro il 24% del 2010, addirittura tri-plicate nel penale con il 53 per-centuale contro il 18% dell’anno prima e ancora alte anche per il diritto amministrativo con un 50% contro il 19% del 2010. Il servizio si chiama «Progetto in-tegrato di tutela dei diritti dei cittadini nella Giustizia» e offre ascolto, informazione, consulen-

za e assistenza. Si chiede tutto: dalle informazioni preventive per capire come muoversi ma anche questioni, dubbi e interrogativi sull’iter giudiziario in corso o sui tempi di defi nizione del processo con i relativi costi, i rapporti con i legali di fi du-cia e i consulenti tecnici di parte e di uffi cio. Per quanto riguarda l’azione giudiziaria non avviata è interessante evidenziare che la richiesta di informazioni complesse, quelle che entrano nel meri-to di questioni precise, ha su-bito un’impennata nel 2011, passando dal 7 al 42%. Segno questo che il cittadino non si accontenta più di assistere al processo o peggio, non ve-derne ancora neppure la prima udienza di convalida delle parti ma vuole conoscerne i perchè e i per come per potersi meglio di-fendere da eventuali distorsioni o inapplicazioni dei suoi diritti. E anche a processo già avviato, aumentano le stesse richieste di informazioni complesse nel civile e nel penale, seppur con

percentuali più basse del 13% e 14%. La richiesta di sostegno a Cittadinanzattiva attraverso la pubblicizzazione del caso veico-lato ai media nazionali e locali,

ha subito da un anno all’altro un allarmante aumento del 37% nel penale contro pochissimi punti percentuali nel civile. La lamen-tela più diffusa è legata alla len-tezza dei procedimenti con reati che con il trascorrere del tempo, finiscono inevitabilmente pre-scritti (nel penale la prescrizione non si interrompe per la durata

del procedimento come invece accade nel civile). I dati dei Pit Giustizia dicono che sia nel civile che nel penale rispetto al 2010 si è verifi cato un aumento percen-

tuale della durata media dei processi di circa otto anni e mezzo. In partico-lare nel penale la dura-ta media dei processi è passata dai 4,5 anni nel 2010 agli 8,3 del 2011: quasi il doppio. Una situazione difficile che porta presto a incrinar-si anche i rapporti con i legali incolpati di non dare tutte le informazio-ni deontologicamente do-vute al cliente sullo sta-to della pratica a fronte

della pretesa economica vantata dal professionista. Per la parte dedicata alla pubblica ammini-strazione, il rapporto registra sul totale dei contenziosi pendenti in cui la controparte è la p.a., una preponderanza per Comuni e municipalizzate pari al 22%; contenziosi con Inps e Inail per il 20%, ministeri per il 20% e Azien-

de sanitarie/ospedaliere con altri enti pubblici o economici per il 18%. Qui il problema prevalente riguarda i ritardi sia nei tempi di espletamento delle pratiche che nei tempi di risposta alle istanze dei cittadini insieme alla carenza di informazioni e trasparenza. E poi c’è la crisi economica e occu-pazionale che si riverbera anche sulla nostra giurisdizione: le se-gnalazioni di problematiche di la-voro salgono dal 13% del 2010 al 21,5% del 2011, a gennaio 2012 il Pit e l’Associazione nazionale contribuenti hanno denunciato un aumento del sovraindebita-mento delle famiglie del 217,2% e dell’usura del 148,2% rispetto al 2010. I procedimenti per ese-cuzioni immobiliari sono passati da un totale di 51.273 nel 2007 a 72.208 nel 2010. Dal 2009 è aumentato anche il numero del-le aste immobiliari ma oltre il 90% delle prime aste non vanno aggiudicate perché deserte e il prezzo medio di aggiudicazione non supera il 50% del prezzo di partenza indicato dal Ctu.

©Riproduzione riservata

Titolo - Diritto e fisco nel mondo dei giochi. Profili regolatori, civi-listici e tributariAutori - C. Baldari, P. Argentino, M.T. Di BlasioCasa Editrice - Egea, Milano, 2012, pagg. 312Prezzo - Euro 39

Argomento - In un periodo nel quale maggiore si è fatta l’attenzione dell’opi-nione pubblica circa gli effetti negativi connessi ad un eccessivo gioco, esce un manuale che affronta il tema dei giochi sia dal punto di vista giuridico sia fiscale. In Italia il settore dei giochi è intensa-mente regolamentato e sottoposto a un elevato numero di vincoli e disposizioni normative. In questo scenario il ruolo fondamentale è stato assunto dall’Am-ministrazione dei Monopoli di Stato la quale con una continua e crescente ma-nifestazione di provvedimenti ha orga-nizzato il settore dei giochi portando il modello del nostro paese da essere uno tra i più completi e coerenti, favorendo quindi la nascita di un avanzato compar-to industriale che opera in condizioni di sicurezza normativa e di continuo avan-zamento tecnologico. Da qui una impo-nente e complessa normativa settoriale e fiscale in continua evoluzione. Grazie a una quasi ventennale esperien-za professionale in comune nel settore dei giochi, gli autori forniscono un supporto agli operatori e agli esperti che fanno di questo business il centro del loro impe-gno, spesso settoriale, e possono sentire l’esigenza di una guida «completa e leg-gibile». Un utile strumento per conoscere diversi aspetti sia in fase di progettualità sia di gestione e di adempimenti fiscali connessi al gioco.

Federico Unnia

Autori – Ferdinando BoeroTitolo – Economia senza naturaCasa editrice – Co-dice edizioni, Torino, 2012, pagg. 258Prezzo – Euro 21A r g o m e n t o – «Quanti sanno che nella nostra Costi-

tuzione la natura e l’ambiente non esistono? C’è solo il paesaggio, inteso come «bel panorama». Possiamo dun-que scordarcele, la ricerca e l’innova-zione: non fanno parte della nostra cultura. Dobbiamo obbedire alle rego-le del gioco: il progresso fuori dall’am-biente non è progresso, e un’economia senza natura è solo una truffa».In questo scritto divertito e diverten-te, graffiante, irriverente e arrabbiato Ferdinando Boero, rinomato biologo marino nonché docente presso l’Uni-versità del Salento, presenta un’uni-ca, semplice e potente tesi: «L’uomo fa parte della natura, e le regole che inventa sono alla fine soggette alle regole della natura». Se è vero in-fatti che la natura è arrivata prima dell’economia, è altrettanto vero che oggi il mondo è governato da econo-misti che si rifiutano di tener conto dell’ecologia, e che guardano con su-periorità a qualsiasi soluzione amica dell’ambiente causando gravi danni creati all’equilibrio del pianeta. Oggi le regole dell’economia hanno acqui-sito priorità rispetto a quelle dell’eco-logia il punto di arrivo (o meglio di ritorno) è capire che l’economia deve essere un corollario dell’ecologia, e che potrà continuare a esistere solo se sa-prà essere un’economia della, e non senza, natura. Perché quest’ultima, prima o poi, presenta il conto.

Autore – Aa.Va., a cura di Alfonso Di AmatoTitolo – Le Srl. Stra-tegie processuali ed ambiti applicativiCasa editrice – Ce-dam, Padova, 2011, pagg. 830Prezzo – Euro 85Argomento – Il tema

della società a responsabilità limitata costituisce uno degli argomenti più com-plessi nell’ambito del diritto delle società, quale risulta all’esito della riforma.In particolare, la duttilità della srl, l’am-pio margine attribuito alla autonomia privata, le frequenti incertezze circa la disciplina di riferimento con riguardo ai numerosi vuoti normativi, pongono pro-blemi sia pratici e sia teorici di non age-vole soluzione.Il presente lavoro costituisce l’espressione del tentativo di delineare le possibili so-luzioni ai problemi interpretativi emersi, utilizzando la dottrina e la giurispruden-za che sono maturate con riferimento non solo alla nuova disciplina, ma anche alla vecchia, nella parte che può considerarsi ancora attuale. Lo scopo è quello di offri-re una sistemazione degli istituti adegua-tamente documentata, nella quale sono messi in rilievo i punti rispetto ai quali non sono state ancora raggiunte delle so-luzioni definitive, e di offrire ai pratici uno strumento di consultazione che consenta di individuare rapidamente sia le soluzio-ni più convenienti e sicure e sia le fonti giurisprudenziali e dottrinali più signifi-cative. Il lavoro è completato da un ampio corredo di formule che hanno riguardo a tutti i passaggi che segnano la vita di una società a responsabilità limitata. Il volume è accompagnato da un cd-rom che contiene le formule personalizzabili e la giurisprudenza per esteso.

Autori – Aa.Vv., a cura di Lorenzo LambertiTitolo – Diritto sa-nitarioCasa editrice – Ip-soa, Milano, 2012, pagg. 586Prezzo – Euro 57Argomento – La nostra Costituzione

qualifica il diritto alla salute quale fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività e sancisce la gratuità delle cure per gli indigenti.La definizione di diritto fondamentale, che non ha eguali in tutta la Carta, identifica il bene salute come bene primario e ne impone una piena ed esaustiva tutela, tale da operare diret-tamente nei rapporti di diritto privato che in ambito pubblicistico, riconoscen-do, in quest’ultimo caso, al cittadino la garanzia di accedere a livelli essenziali di prestazioni sanitarie di prevenzio-ne e cura, dirette al mantenimento o al recupero delle piene condizioni di benessere fisico e psichico. L’opera curata da Lorenzo Lamber-ti, rappresenta una utilissima guida giuridica per tutti gli operatori della particolare branca del diritto sanita-rio, fornendo loro tutti gli strumenti necessari per affrontare la casistica più frequente. Suddiviso in nove capitoli l’opera af-fronta argomenti quali le prestazio-ni di servizi sanitari, il rischi clinico e le responsabilità connesse all’atto medico, l’assistenza sanitaria nello spazio sanitario europeo, la fiscalità delle aziende del servizio sanitario nazionale ecc. ricorrendo di frequente alla giurisprudenza maggioritaria in materia.

a cura di Francesco Romano

ritto e fisco Autori Ferdinando Autore Aa Va a Autori Aa Vv

Letture di diritto

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43Giovedì 7 Giugno 2012

Draghi: ci sono maggiori rischi al ribasso. Bruxelles prepara il piano per le banche spagnole

La Bce tiene fermi i tassi all’1%La decisione, non unanime, apre la porta a un futuro taglio

Il tasso di interesse di riferi-mento nell’area euro rimane al minimo storico dell’1%, ma il presidente della Bce,

Mario Draghi, ha annunciato in una conferenza stampa che le operazioni di rifinanziamento (Ltro) a tre mesi proseguiranno fino alla fine dell’anno. L’isti-tuto centrale, che in dicembre aveva stupito tutti ritoccando all’ingiù i tassi di 25 punti base, ha quindi lasciato invariato il costo del denaro, come parte del mercato si aspettava.

«L’outlook economico è sog-getto a maggiori rischi al ri-basso», ha detto Draghi. L’Eu-rotower ha rivisto le stime di crescita del pil tra -0,5% e +0,3% per il 2012 e fra un tasso invariato e uno del +2% per il 2013. I dati macroeconomici se-gnalano un indebolimento della crescita nel secondo trimestre e «un aumento dell’incertezza». Intanto l’infl azione, per quanto attesa al di sopra della soglia del 2% per il resto dell’anno, è prevista in calmieramento e in linea con gli obiettivi di medio termine della Bce.

Di fronte a questo quadro l’istituzione ha deciso di mante-nere lo status quo sui tassi, che sono al minimo storico nell’area euro. La decisione però non è stata unanime, ma è stata pre-sa a larga maggioranza, con «alcuni componenti del diret-torio che avrebbero preferito un taglio». Un atteggiamento mutato rispetto al mese scorso, quando lo stesso Draghi aveva riferito che l’ipotesi di ridurre i tassi non era stata nemmeno discussa. Il numero uno della Bce ha poi respinto le tesi che imputano all’Europa tutta la responsabilità dei problemi

dell’economia globale: «Anche paesi al di fuori dell’Europa hanno problemi e squilibri ir-risolti». Infi ne, Draghi non si è prestato a eccessi di pessi-mismo: non esistono scadenze che incombono sull’Unione mo-netaria prima di rischiare una frantumazione e, in generale, la situazione attuale dei mer-cati non è della stessa gravità rispetto alla fase successiva al crack di Lehman Brothers, av-venuto nel 2008.

Ma negli Stati Uniti rimane lo scetticismo sulle misure adot-tate in Europa. Alcuni esponen-ti della Federal Reserve hanno indicato la necessità di immet-tere nuovamente denaro nel sistema economico americano. Il presidente Barack Obama,

che aveva già incitato Bruxel-les a fare di più per sostenere la ripresa, ieri sera ha telefo-

nato al presidente del consiglio Mario Monti. Entrambi, ha sot-tolineato una nota di Palazzo Chigi, si sono trovati d’accordo sull’importanza di rafforzare la capacità della zona euro di rispondere alla crisi e di stimo-lare la crescita.

Intanto l’Unione europea è al lavoro per sostenere il setto-re bancario spagnolo dopo che Madrid ha apertamente chiesto l’intervento di Bruxelles. Allo studio c’è un compromesso che permetterebbe ai Fondi salva Stati di concedere aiuti diret-tamente alle banche o al Frob, il Fondo per la ristrutturazione degli istituti di credito, in cam-bio di garanzie sui prestiti da parte del governo di Madrid.

A livello generale, la Commis-

sione Ue sta predisponendo un piano per integrare maggior-mente i sistemi nazionali del credito, nel tentativo di ridur-re le tensioni nel comparto fi -nanziario del continente. Esso si basa su tre punti principali: un fondo per le banche, autorità di risoluzione nazionali e una garanzia comunitaria sui depo-siti. Il presidente José Manuel Barroso ha proposto di creare un’unione bancaria che preveda la condivisione del peso dei fal-limenti tra i paesi dell’Eurozo-na. L’esecutivo di Bruxelles pro-porrà che le banche detengano un sufficiente ammontare di capitale e di asset, che dovreb-be essere utilizzato quando le istituzioni siano in diffi coltà.

© Riproduzione riservata

Le borse europee sono terminate in ri-alzo, in una giornata caratterizzata da un’elevata volatilità e dall’attesa per la decisione della Bce sui tassi di interesse. Alla fi ne il messaggio raccolto dalla con-ferenza stampa di Mario Draghi è stato considerato positivo e questo ha spinto ulteriormente all’insù i mercati. Il li-stino migliore è stato quello milanese, dove il Ftse Mib ha guadagnato il 3,50% a 13.427 punti e l’All Share il 3,35% a 14.368.

In Europa bene Parigi (+2,42%), Lon-dra (+2,36%) e Francoforte (+2,09%). A New York, intorno a metà seduta, Dow Jones e Nasdaq viaggiavano in progresso rispettivamente dell’1,77% e del 2,12%.

A piazza Affari, sul paniere principale, in evidenza le ban-che: Unicredit +4,42%, Ubi B. +4,36%, Mediobanca +6,29%, Intesa Sanpaolo +5,33%,

B.Popolare +4,17%, B.Mps +4,27%, B.P.E.Romagna +9,72% e B.P.Milano +4,53%. Nell’ambito del risparmio gesti-to hanno brillato B.Generali (+10,76%), grazie agli ottimi dati sulla raccolta del mese di maggio, e Azimut H. (+7,79%).

Progressi diffusi anche tra le altre blue chip Finmeccanica (+7,14%), A2A (+3,99%) e Telecom Italia (+6,63%), rim-balzata dopo che i forti cali di martedì avevano portato il titolo sui minimi dal 1997. Bene pure Mediaset (+1,59% a 1,28 euro) nonostante il taglio di target price a 1,25 euro deciso dagli esperti di Cheu-vreux. Rialzo frazionale per Enel G.P. (+0,46%). In luce, infi ne, Unipol (+3,2%)

e Fonsai (+2,31%). Nei cambi, l’euro ha chiuso le contrat-

tazioni in lieve rialzo a 1,2495 dollari dopo avere toccato un massimo di seduta a 1,2528. Lo yen è arretrato sia sul dolla-ro, a 78,99, sia sull’euro a 98,69.

Per le materie prime, petrolio in forte rialzo sia a New York, dove il Wti gua-dagnava circa 1,50 dollari a 85,75, sia a Londra, con il Brent scambiato intorno a 101,10 dollari, in progresso di 2,20 dolla-ri. Le scorte di greggio statunitensi, nella settimana terminata al 1° giugno, sono risultate pari a 384,629 milioni di barili, in calo di 0,111 mln di barili rispetto alla settimana precedente.

Le scorte di benzina sono ammontate a 203,525 milioni di barili (+3,346 mln) e quelle di carburante distillato sono salite a 120.037 milioni di ba-rili (+2,253 mln).

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Torna la fi ducia in borsa, Milano svetta a +3,50%

Mario Draghi

CambiDivisa Valuta/ U.i.c. Var. Cross Euro prec. ass. su $

Quotazioni indicative rilevate dalle banche centrali

LEGENDA TASSI Prime rate. Il prime rate Abi è la media dei tassi ai migliori clienti rilevati tra gli istituti bancari. È rilevato ogni quindici giorni, all’inizio e alla metà del mese. Pil. I tassi di crescita del prodotto interno lordo riportati nella tabella sopra sono rilevati con periodicità trimestrale. Infl azione. È la variazione dell’indice dei prezzi al consumo rilevato ogni mese dall’Istat.

Tassi e dati macro Ultima Prece- Variaz. rilevazione dente assoluta

Tassi EuroE.O.N.I.A. E.O.N.I.A. Scadenza Scadenza

Preziosi e metalli Den. Let. Den. Let.

EuriborEuribor Euribor Scadenza Scad. Euro $ Usa Sterl. Fr. sviz. Yen

IrsInt. Rate Swap (Euro) Scad. Denaro Lettera

Il primo quotidianoi nanziario italiano

Corona Ceca 25,565 25,72 -0,1550 20,4766

Corona Danese 7,4323 7,4314 0,0009 5,9530

Corona Norvegese 7,6065 7,5945 0,0120 6,0925

Corona Svedese 9,0165 8,969 0,0475 7,2219

Dollaro Australiano 1,2661 1,2762 -0,0101 1,0141

Dollaro Canadese 1,2909 1,293 -0,0021 1,0340

Dollaro N Zelanda 1,6366 1,6482 -0,0116 1,3109

Dollaro USA 1,2485 1,2429 0,0056 -

Fiorino Ungherese 300,04 302,19 -2,1500 240,3204

Franco Svizzero 1,2008 1,201 -0,0002 0,9618

Rand Sudafricano 10,503 10,51 -0,0070 8,4125

Sterlina 0,8063 0,81005 -0,0038 0,6458

Yen 98,82 97,25 1,5700 79,1510

Zloty Polacco 4,3498 4,3816 -0,0318 3,4840

Tasso uffi ciale di riferimento 1,00 1,25 -0,25

Rendistato Bankitalia(lordi) 5,46 5,46 0,00

Tasso Infl azione ITA 3,20 3,30 -0,10

Tasso Infl azione EU 2,50 2,60 -0,10

Indice HICP EU-12 118,30 118,30 0,00

HICP area EURO ex tobacco 115,56 115,03 0,53

Tasso annuo crescita PIL ITA -1,30 -0,40 -0,90

Tasso di disoccupazione ITA 10,90 9,60 1,30

1 sett 0,329

1 mese 0,329

2 mesi 0,299

3 mesi 0,281

4 mesi 0,270

5 mesi 0,261

6 mesi 0,255

7 mesi 0,252

8 mesi 0,250

9 mesi 0,249

10 mesi 0,248

12 mesi 0,248

Preziosi ($ per oncia)Oro 1631,47 1632,08Argento 29,6 29,66Palladio 626,5 631,4Platino 1462,5 1472,5Metalli ($ per tonn.)Alluminio 1945 1945Rame 7459 7460Piombo 1907 1908Nichel 16055 16060

Stagno 19895 19905Zinco 1897 1897Monete e Preziosi (quote in €)Sterlina (v.c.) 294,38 330,53Sterlina (n.c.) 300,02 335,18Sterlina (post 74) 300,02 335,18Marengo Italiano 230,86 252,54Marengo Svizzero 229,31 251,46Marengo Francese 228,79 250,02Marengo Belga 228,27 248,47

1 Sett. 0,318

2 Sett. 0,334

3 Sett. 0,355

1 M 0,381

2 M 0,485

3 M 0,663

4 M 0,761

5 M 0,849

6 M 0,939

7 M 0,987

8 M 1,037

9 M 1,085

10 M 1,131

11 M 1,179

12 M 1,221

S/N - O/N 0,260 0,159 0,551 0,015 0,106

1 sett 0,274 0,192 0,572 0,023 0,117

2 sett 0,280 0,215 0,596 0,029 0,124

1 mese 0,330 0,241 0,668 0,042 0,144

2 mesi 0,415 0,347 0,788 0,066 0,158

3 mesi 0,585 0,468 0,991 0,092 0,196

4 mesi 0,691 0,568 1,098 0,122 0,239

5 mesi 0,784 0,651 1,208 0,153 0,294

6 mesi 0,897 0,738 1,309 0,178 0,336

7 mesi 0,955 0,800 1,407 0,198 0,386

8 mesi 1,011 0,855 1,494 0,228 0,432

9 mesi 1,059 0,910 1,584 0,263 0,474

10 mesi 1,109 0,963 1,673 0,300 0,502

11 mesi 1,158 1,013 1,753 0,345 0,527

12 mesi 1,215 1,071 1,835 0,386 0,552

1 anno 0,874 0,914

2 anni 0,875 0,915

3 anni 0,958 0,998

4 anni 1,098 1,138

5 anni 1,255 1,295

6 anni 1,393 1,433

7 anni 1,507 1,547

8 anni 1,603 1,643

9 anni 1,688 1,728

10 anni 1,764 1,804

12 anni 1,880 1,920

15 anni 1,972 2,012

20 anni 1,987 2,027

25 anni 1,961 2,001

30 anni 1,932 1,972

Fonte: Icap

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46- 3,26&(30 & ()453& Quotazioni Realtime

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PRODOTTO INDEX VALORE AL EMITTENTE TITOLO MOODY EMITTENTE OPZIONE MOODY 15/05/2012 OBBLIGAZIONARIO S&P | FITCH S&P | FITCH

4,30% International Index Serie VIII Maggio 2007 99,900 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A2 | A | A DEUTSCHE BANK AG Aa3 | A+ | A+

4,30% International Index Serie XV Settembre 2007 100,100 HBOS TREASURY SERVICES PLC A1 | - | - CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | A

4,30% International Serie X Giugno 2007 99,001 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A2 | A | A BANCO SANTANDER S.A. Aa3 | A- | A

AUSTRALIAN & SWISS INDEX SERIE VIII GIUGNO 2006 99,400 MORGAN STANLEY A2 | A- | A UBS Ltd Aa3 | A | A

Convergence Serie XI 2007 99,900 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A2 | A | A DEUTSCHE BANK AG Aa3 | A+ | A+

Convergence Serie XII 2007 99,001 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A2 | A | A BANCO SANTANDER S.A. Aa3 | A- | A

Convergence serie XIV 2007 100,100 HBOS TREASURY SERVICES PLC A1 | - | - CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | A

CRESCITA SICURA SERIE VI 2006 100,624 MORGAN STANLEY A2 | A- | A BANCA IMI S.p.A. A3 | BBB+ | A-

CRESCITA SICURA SERIE I 2007 99,950 ABN AMRO BANK NV A2 | A | A

CRESCITA SICURA SERIE II 2007 96,480 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A2 | A | A COMMERZBANK AG A2 | A | A+

Crescita Sicura Serie III 2007 90,920 C.SSE CENTR.DU CREDIT IMM. DE FRANCE A1 | - | A ABN AMRO BANK NV A2 | A | A

CRESCITA SICURA SERIE IV 2006 99,690 C.SSE CENTR.DU CREDIT IMM. DE FRANCE A1 | - | A COMMERZBANK AG A2 | A | A+

Crescita Sicura Serie IV 2007 95,101 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A2 | A | A BANCO SANTANDER S.A. Aa3 | A- | A

CRESCITA SICURA SERIE IX 2006 99,980 ABN AMRO BANK NV A2 | A | A

CRESCITA SICURA SERIE V 2006 99,700 GOLDMAN SACHS GROUP, INC. A1 | A- | A ROYAL BANK OF SCOTLAND PLC A3 | A- | A

Crescita Sicura Serie V 2007 99,900 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A2 | A | A DEUTSCHE BANK AG Aa3 | A+ | A+

Crescita Sicura Serie VI 2007 99,001 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A2 | A | A BANCO SANTANDER S.A. Aa3 | A- | A

CRESCITA SICURA SERIE VII 2006 99,700 BNP PARIBAS Aa3 | AA- | A+

Crescita Sicura Serie VII 2007 100,100 HBOS TREASURY SERVICES PLC A1 | - | - CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | A

CRESCITA SICURA SERIE VIII 2006 100,420 ABN AMRO BANK NV A2 | A | A

Crescita Sicura Serie VIII 2007 99,600 NIBC Bank NV Baa3 | BBB- | BBB CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | A

CRESCITA SICURA SERIE X 2006 99,560 BNP PARIBAS Aa3 | AA- | A+

CRESCITA SICURA SERIE XI 2006 99,350 ABN AMRO BANK NV A2 | A | A

Euramerica 87 Index Linked Serie IX Maggio 2007 99,290 C.SSE CENTR.DU CREDIT IMM. DE FRANCE A1 | - | A HVB HYPO-UND EREINSBANK AG A2 | A | A+

EUROSTOXX 3,75% SERIE VII MAGGIO 2006 99,690 C.SSE CENTR.DU CREDIT IMM. DE FRANCE A1 | - | A COMMERZBANK AG A2 | A | A+

EUROSTOXX 4% PIU’ INDEX LINKED SERIE XII AGOSTO 2006 99,700 BNP PARIBAS Aa3 | AA- | A+

EUROSTOXX 4% PIU’ SERIE XIV OTTOBRE 2006 99,980 ABN AMRO BANK NV A2 | A | A

EUROSTOXX 4% PIU’ SERIE XV NOVEMBRE 2006 99,560 BNP PARIBAS Aa3 | AA- | A+

EUROSTOXX 4% PIU’ SERIE XVI DICEMBRE 2006 99,350 ABN AMRO BANK NV A2 | A | A

EUROSTOXX 4% PIU’SERIE XIII SETTEMBRE 2006 100,420 ABN AMRO BANK NV A2 | A | A

EUROSTOXX 4% SERIE I GENNAIO 2007 99,950 ABN AMRO BANK NV A2 | A | A

EUROSTOXX 4% SERIE IX GIUGNO 2006 99,700 GOLDMAN SACHS GROUP, INC. A1 | A- | A ROYAL BANK OF SCOTLAND PLC A3 | A- | A

EUROSTOXX 4% SERIE XI LUGLIO 2006 100,624 MORGAN STANLEY A2 | A- | A BANCA IMI S.p.A. A3 | BBB+ | A-

EUROSTOXX 4,20% SERIE III FEBBRAIO 2007 96,480 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A2 | A | A COMMERZBANK AG A2 | A | A+

Global Alternative Energy & Water Serie XIII Settembre 2007 91,010 C.SSE CENTR.DU CREDIT IMM. DE FRANCE A1 | - | A CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | A

INDEX “DJ EUROSTOXX 50” BSG 2006/2012 SERIE IX 100,624 MORGAN STANLEY A2 | A- | A BANCA IMI S.p.A. A3 | BBB+ | A-

INDEX “DJ EUROSTOXX 50” BSG 2006/2012 SERIE V 99,690 C.SSE CENTR.DU CREDIT IMM. DE FRANCE A1 | - | A COMMERZBANK AG A2 | A | A+

INDEX “DJ EUROSTOXX 50” BSG 2006/2012 SERIE VI 99,700 GOLDMAN SACHS GROUP, INC. A1 | A- | A ROYAL BANK OF SCOTLAND PLC A3 | A- | A

INDEX “DJ EUROSTOXX 50” BSG 2006/2012 SERIE X 99,700 BNP PARIBAS Aa3 | AA- | A+

INDEX “DJ EUROSTOXX 50” BSG 2006/2012 SERIE XI 100,420 ABN AMRO BANK NV A2 | A | A

INDEX “DJ EUROSTOXX 50” BSG 2006/2012 SERIE XII 99,980 ABN AMRO BANK NV A2 | A | A

INDEX “DJ EUROSTOXX 50” BSG 2006/2012 SERIE XIII 99,560 BNP PARIBAS Aa3 | AA- | A+

INDEX “DJ EUROSTOXX 50” BSG 2006/2012 SERIE XIV 99,350 ABN AMRO BANK NV A2 | A | A

INDEX “DJ EUROSTOXX 6Y” BSG 2007/2013 SERIE V 96,480 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A2 | A | A COMMERZBANK AG A2 | A | A+

INDEX “EUROSTOXX50 - SWING 6Y” BSG-2007/2013 SERIE II 99,950 ABN AMRO BANK NV A2 | A | A

Index “Alternative Basket 5Y” BSG 2007/2012 Serie XI 99,600 NIBC Bank NV Baa3 | BBB- | BBB CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | A

Index “Convergence 5Y” BSG 2007/2012 Serie IX 99,001 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A2 | A | A BANCO SANTANDER S.A. Aa3 | A- | A

Index “Convergence 5Y” BSG 2007/2012 Serie VIII 99,900 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A2 | A | A DEUTSCHE BANK AG Aa3 | A+ | A+

Index “Convergence 5Y” BSG 2007/2012 Serie X 100,100 HBOS TREASURY SERVICES PLC A1 | - | - CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | A

Index “DJ Eurostoxx 6Y” BSG 2007/2013 Serie VI 90,920 C.SSE CENTR.DU CREDIT IMM. DE FRANCE A1 | - | A ABN AMRO BANK NV A2 | A | A

Index “DJ Eurostoxx 6Y” BSG 2007/2013 Serie VII 95,101 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A2 | A | A BANCO SANTANDER S.A. Aa3 | A- | A

PROSPETTO DEI VALORI CORRENTI DELLE

PRODOTTO INDEX VALORE AL EMITTENTE TITOLO MOODY EMITTENTE OPZIONE MOODY 15/05/2012 OBBLIGAZIONARIO S&P | FITCH S&P | FITCH

Adesso Index Aprile ‘07 95,290 MERRILL LYNCH & CO. INC. Baa1 | A- | A BANCA ALETTI & C. S.p.A. - | BBB- | BBB

Adesso Index Febbraio ‘07 99,240 B.CA POPOLARE DI VERONA NOVARA Scarl Baa3 | BBB- | BBB * BANCA ALETTI & C. S.p.A. - | BBB- | BBB

Alba Carim Index 08/07 100,018 CASSA DI RISPARMIO DI RIMINI S.p.A. - ABN AMRO BANK NV A2 | A | A

Alti Percorsi Index 1 – 2007 99,893 BANCA POPOLARE DI CIVIDALE SCPA Baa1 | - | - UBS Ltd Aa3 | A | A

Carichieti Index Linked 2007 99,001 INTESA SANPAOLO S.p.A. A3 | BBB+ | A- BANCO SANTANDER S.A. Aa3 | A- | A

Creberg altiplano marzo 07 99,197 CREDITO BERGAMASCO S.p.A. - | BBB- | BBB BANCA ALETTI & C. S.p.A. - | BBB- | BBB

Creberg Altiplano Aprile ‘07 94,710 BANCA ITALEASE S.p.A. Ba1 | - | BBB BANCA ALETTI & C. S.p.A. - | BBB- | BBB

Creberg Polar Aprile ‘07 94,510 BANCA ITALEASE S.p.A. Ba1 | - | BBB BANCA ALETTI & C. S.p.A. - | BBB- | BBB

Derby Index Linked Dicembre 2006 96,380 BANCA ITALEASE S.p.A. Ba1 | - | BBB UNICREDIT S.p.A. A3 | BBB+ | A- **

Derby Index Linked Ottobre 2006 97,220 BANCA POPOLARE DI BARI Scrl - | (1) | - BANCA ALETTI & C. S.p.A. - | BBB- | BBB

Duomo Index Nuove Frontiere IV serie 99,500 INTESA SANPAOLO S.p.A. A3 | BBB+ | A- DEUTSCHE BANK AG Aa3 | A+ | A+

Index Scatto piu’ Persona Life 99,320 SOCIETÉ GENERALE A1 | A | A+

Index Up 1-2008 90,000 MORGAN STANLEY A2 | A- | A SOCIETÉ GENERALE A1 | A | A+

Scelgo Index 11 99,836 CASSA DI RISPARMIO DI FERRARA S.p.A. Ba3 | - | - CITIBANK N.A. A1 | A | A

Scelgo Index 13 99,480 CASSA DI RISPARMIO DI FERRARA S.p.A. Ba3 | - | - BARCLAYS BANK PLC Aa3 | A+ | A

Scelgo Index 14 99,083 CASSA DI RISPARMIO DI FERRARA S.p.A. Ba3 | - | - JP MORGAN CHASE BANK Aa3 | A | A+

Treviso Index 2007 99,893 BANCA POPOLARE DI CIVIDALE SCPA Baa1 | - | - UBS Ltd Aa3 | A | A

Carismi Più Certezza 10 100,097 C. DI RISP. DI SAN MINIATO S.p.A. - | (1) | - SOCIETÉ GENERALE A1 | A | A+

Carismi Più Certezza 11 102,010 BANCA IMI S.p.A. A3 | BBB+ | A- BANCO BILBAO SA Aa3 | BBB+ | A

Carismi Più Certezza 3 99,457 C. DI RISP. DI SAN MINIATO S.p.A. - | (1) | - CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | A

Carismi Più Certezza 5 100,210 BEAR STEARNS COMPANIES INC. Aa3 | A | A+ DEUTSCHE BANK AG Aa3 | A+ | A+

CARISMI Più Certezza 8 90,880 UNICREDIT S.p.A. A3 | BBB+ | A- ** SOCIETÉ GENERALE A1 | A | A+

Carismi Più Certezza 9 88,880 MEDIOBANCA S.p.A. - | BBB+ | - SOCIETÉ GENERALE A1 | A | A+

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(1) La Compagnia assume integralmente il rischio di controparte* Rating della Società Incorporante Banco Popolare Scarl

** Rating della Società Incorporante Madre Unicredit S.p.A.

PRODOTTO INDEX VALORE AL EMITTENTE TITOLO MOODY EMITTENTE OPZIONE MOODY 15/05/2012 OBBLIGAZIONARIO S&P | FITCH S&P | FITCH

Lombarda vita 6&6 96,340 MEDIOBANCA S.p.A. - | BBB+ | - COMMERZBANK AG A2 | A | A+

Lombarda vita 6&6 New 98,450 MORGAN STANLEY A2 | A- | A ABN AMRO BANK NV A2 | A | A

Lombarda Vita Best of Euro-USA 2008-2014 102,850 ABN AMRO BANK NV A2 | A | A SOCIETÉ GENERALE A1 | A | A+

Lombarda Vita BRIC 40 “5 + 5” 96,550 NIBC Bank NV - | (1) | - CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | A

LOMBARDA VITA BRIC 40 “5,10 + 5,10” 93,140 MEDIOBANCA S.p.A. - | BBB+ | - BNP PARIBAS Aa3 | AA- | A+

Lombarda Vita Classic Markets 99,509 CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | A

Lombarda Vita Classic Markets New 94,900 MEDIOBANCA S.p.A. - | BBB+ | - BANCO BILBAO SA Aa3 | BBB+ | A

Lombarda Vita Euro Sector 94,820 MEDIOBANCA S.p.A. - | BBB+ | - FORTIS BANK SA A1 | AA- | A

Lombarda Vita Euro Sector New 94,760 BANCA IMI S.p.A. A3 | BBB+ | A- BNP PARIBAS Aa3 | AA- | A+

Presente e Futuro 2007-2012 Serie XIV settembre 2007 99,600 NIBC Bank NV Baa3 | BBB- | BBB CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | A

Presente e Futuro Serie XVI 2007 99,600 NIBC Bank NV Baa3 | BBB- | BBB CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | A

Swing DJ Eurostoxx50 Serie II 2007 99,950 ABN AMRO BANK NV A2 | A | A

Swing DJ Eurostoxx50 Serie V 2007 96,480 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A2 | A | A COMMERZBANK AG A2 | A | A+

Swing DJ Eurostoxx50 Serie VI 2007 90,920 C.SSE CENTR.DU CREDIT IMM. DE FRANCE A1 | - | A ABN AMRO BANK NV A2 | A | A

Swing DJ Eurostoxx50 Serie X 2007 95,101 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A2 | A | A BANCO SANTANDER S.A. Aa3 | A- | A

SWING DJ EUROSTOXX50 SERIE XVI 2006 100,420 ABN AMRO BANK NV A2 | A | A

Swing DJ Eurostoxx50 Serie XVII 2006 100,050 ABN AMRO BANK NV A2 | A | A

SWING DJ EUROSTOXX50 SERIE XVIII 2006 99,980 ABN AMRO BANK NV A2 | A | A

Swing DJ Eurostoxx50 Serie XX 2006 99,560 BNP PARIBAS Aa3 | AA- | A+

Swing DJ Eurostoxx50 Serie XXII 2006 99,350 ABN AMRO BANK NV A2 | A | A

Tortona Borse Piu’ Index Serie LI 2006 99,700 GOLDMAN SACHS GROUP, INC. A1 | A- | A ROYAL BANK OF SCOTLAND PLC A3 | A- | A

Tortona Borse Piu’ Index Serie LIII 2006 100,624 MORGAN STANLEY A2 | A- | A BANCA IMI S.p.A. A3 | BBB+ | A-

Tortona Borse Piu’ Index Serie LV 2006 100,420 ABN AMRO BANK NV A2 | A | A

Tortona Borse Piu’ Index Serie LVI 2006 99,980 ABN AMRO BANK NV A2 | A | A

Tortona Borse Piu’ Index Serie LVIi 2006 99,560 BNP PARIBAS Aa3 | AA- | A+

Tortona Borse Piu’ Index Serie XLIX 2006 99,690 C.SSE CENTR.DU CREDIT IMM. DE FRANCE A1 | - | A COMMERZBANK AG A2 | A | A+

POLIZZE INDEX LINKEDDATA ULTIMA QUOTAZIONE AL 30 MAGGIO 2012

Index Linked Bull Dividend 97,800 BARCLAYS BANK PLC Aa3 | A+ | A SOCIETÉ GENERALE A1 | A | A+

Nikkei Avenue 98,860 BANCA ITALEASE S.p.A. Ba1 | - | BBB INTESA SANPAOLO S.p.A. A3 | BBB+ | A-

SOLO FRUTTI - SERIE VI 2003 150,600 SOLUZIONE FUTURO S.r.l. - | - | AA CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | A

SoloFrutti serie I 151,600 SOLUZIONE FUTURO S.r.l. - | - | AA CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | A

SoloFrutti serie II 150,600 SOLUZIONE FUTURO S.r.l. - | - | AA CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | A

SoloFrutti serie III 149,610 SOLUZIONE FUTURO S.r.l. - | - | AA CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | A

SoloFrutti serie IV 148,610 SOLUZIONE FUTURO S.r.l. - | - | AA CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | A

SoloFrutti serie V 150,750 SOLUZIONE FUTURO S.r.l. - | - | AA CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | A

PRODOTTO INDEX VALORE AL EMITTENTE TITOLO MOODY EMITTENTE OPZIONE MOODY 15/05/2012 OBBLIGAZIONARIO S&P | FITCH S&P | FITCH

Previsioni nelle città d’Italia

min max G V S

PIEMONTE Alessandria 18 22 Asti 18 24 Cuneo 16 23 Novara 16 24 Torino 18 25 Verbania 17 24 Vercelli 17 25 VALLE D’AOSTA

Aosta 12 22 LOMBARDIA

Bergamo 16 25 Brescia 16 25 Como 16 23 Cremona 17 27 Lecco 16 23 Lodi 17 27 Mantova 18 28 Milano 17 26 Pavia 17 24 Sondrio 16 25 Varese 16 23 TRENTINO-ALTO ADIGE

Bolzano 17 28 Trento 20 26 VENETO

Belluno 18 26 Padova 17 27 Rovigo 17 27 Treviso 17 25 Venezia 18 25 Verona 18 27 Vicenza 17 27 FRIULI-VENEZIA GIULIA

Gorizia 16 23 Pordenone 16 26 Trieste 18 24 Udine 16 25 LIGURIA

Genova 19 23 Imperia 17 21 La Spezia 18 25 Savona 18 24 EMILIA-ROMAGNA

Bologna 19 30 Ferrara 17 27 Forlì 17 28 Modena 18 28 Parma 18 27 Piacenza 15 27 Ravenna 17 28 Reggio Emilia 19 27 Rimini 20 28 TOSCANA

Arezzo 12 27 Firenze 17 28 Grosseto 14 26 Livorno 16 27 Lucca 17 27 Massa Carrara 18 26 Pisa 13 25 Pistoia 18 27 Prato 18 27

min max G V S

Siena 15 26 UMBRIA

Perugia 14 28 Terni 17 28 MARCHE

Ancona 17 28 Ascoli Piceno 16 28 Macerata 15 27 Pesaro 17 28 Urbino 16 26 LAZIO

Frosinone 15 24 Latina 15 25 Rieti 17 26 Roma 17 27 Viterbo 15 25 ABRUZZO

Chieti 16 27 L’Aquila 12 24 Pescara 15 26 Teramo 16 27 MOLISE

Campobasso 15 23 Isernia 15 25 CAMPANIA

Avellino 18 27 Benevento 18 27 Caserta 17 27 Napoli 16 25 Salerno 17 27 PUGLIA

Bari 20 27 Brindisi 17 25 Foggia 17 29 Lecce 18 25 Taranto 18 26 BASILICATA

Matera 17 25 Potenza 13 23 CALABRIA

Catanzaro 17 27 Cosenza 20 27 Crotone 18 28 Lamezia Terme 15 25 Reggio Calabria 20 26 Vibo Valentia 15 23 SICILIA

Agrigento 18 25 Caltanissetta 18 25 Catania 16 25 Enna 18 27 Messina 21 25 Palermo 20 24 Ragusa 13 25 Siracusa 17 28 Trapani 17 27 SARDEGNA

Cagliari 20 28 Nuoro 17 24 Olbia 18 28 Oristano 20 28 Sassari 19 27

Canale 27 digitale terrestre

• Aosta

• Torino • Milano

• Trieste

• Venezia

• Genova

• Bologna

• Firenze

• Ancona

• Perugia

• ROMA

• L’Aquila

• Campobasso

• Napoli

• Bari

• Potenza

• Catanzaro

Palermo•

• Cagliari

• Trento

AGLI ESTREMI

Bologna +30Aosta +12

Domani

POCO NUVOLOSO NUVOLOSONEBBIASERENO VARIABILE

®

classmeteo.com

PIOGGIA INTENSA

PIOGGIA MODERATA

NEVE PIOGGIA

NEVETEMPORALI

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MARE

Calmo

QuasicalmoPoco

mosso

Mosso

Moltomosso

Agitato

Moltoagitato

Grosso

VENTO

Debole

Moderato

Forte

Molto forte

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46 Giovedì 7 Giugno 2012 MERCATI E FINANZA

Ma il cda vuol tornare alle condizioni iniziali e i ssa la scadenza dell’11/6

Unipol va avanti su FonsaiSì alla partecipazione del 61% post fusione

I consigli di amministra-zione di Unipol e Unipol assicurazioni hanno deli-berato di accettare la pro-

posta di Premafin, Fonsai e Milano, nella parte che preve-de una partecipazione di Ugf al capitale sociale ordinario di Fonsai post fusione pari al 61%. Il presupposto su cui si basa questa decisione è che il capitale sociale di Fonsai alla data della fusione sia rappre-sentato da tutte le azioni in circolazione.

Inoltre i consiglieri hanno dato mandato all’a.d. Carlo Cimbri di formulare una pro-posta a Premafi n, Fonsai e Mi-lano, che riconduca l’operazio-ne all’impianto originario del progetto di integrazione.

«Rimaniamo in attesa di ri-cevere le vostre determinazio-ni sulla controproposta conte-nuta nella presente», si legge nella lettera di Unipol, «pre-cisando che al fi ne di consen-tire a Premafi n di assumere le deliberazioni all’ordine del giorno all’assemblea ordinaria e straordinaria convocata per il 12 giugno 2012 e a FonSai

di procedere al proprio raf-forzamento patrimoniale nei termini indicati dall’Autorità di Vigilanza e rispetto ai quali FonSai ha assunto specifi ci im-pegni, la Vostra eventuale ac-cettazione della presente do-vrà pervenire a Ugf e Unipol Assicurazioni entro e non oltre il prossimo 11 giugno 2012». La lettera prosegue ricordando che la proposta resta legata «al verifi carsi di tutte le condizioni sospensi-ve previste dall’accordo di investimento». In particolare, «a far venir meno gli impegni di man-leva» assunti in precedenza dal-la stessa Unipol «nei confronti degli ammini-stratori e dei s i n d a c i d i Premafin e delle socie-tà da questa direttamente e/o indiretta-mente controlla-te che siano an-

che azionisti Premafi n» e che «gli azionisti di riferimento Premafi n assumano impegni unilaterali e irrevocabili che

impediscano loro di esercitare il

recesso nel con-testo della fu-sione». Ancora, che la Consob « c o n f e r m i l’insussisten-za dell’obbligo

di offer-

ta pubblica di acquisto sulle azioni» Premafin, Fonsai e Milano.

L’assemblea Premafin è convocata per il 12 giugno, il giorno successivo alla scaden-za della proposta Unipol.

In un comunicato trasmesso ieri mattina a mercati chiusi, Unipol aveva già uffi cializza-to la volontà di proseguire nel progetto di integrazione. La compagnia bolognese, dun-que, controllerà il 61% delle partecipazioni, mentre il re-stante 39% sarà ripartito tra Fonsai (27,45%), Milano ass. (10,7%) e la holding Premafi n (0,85%). Per quanto riguarda il mercato, ieri si è verifi cata una reazione chiara sul titolo Unipol, che ha strappato al ri-alzo: nel corso della giornata è arrivato a guadagnare ol-tre sette punti percentuali, per poi rallentare e chiude-re comunque in progresso del 3,21% a 18,63 euro. Secondo alcuni analisti, il mercato ha speculato

«sul fatto che l’operazione possa saltare».

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Enel Green Power North America (Egp-Na), controlla-ta di Enel Gp, e Efs Chisholm, una controllata di Ge Capital, hanno fi rmato con un consor-zio guidato da Jp Morgan un accordo di capital contribu-tion, in base al quale il con-sorzio si impegna a fi nanziare per circa 220 milioni di dollari (176 mln euro) il progetto eo-lico di Chisholm View. Esso si trova nelle contee di Garfi eld e Grant, in Oklahoma, e avrà una capacità installata di 235 mw. Il consorzio include an-che la Wells Fargo Wind Hol-dings e la Metropolitan Life Insurance Company.

Nel momento in cui il con-sorzio emetterà il fi nanzia-mento nel quarto trimestre, fatto salvo il rispetto dei requisiti specificati nell’ac-cordo di capital contribution, le parti firmeranno un tax equity agreement. Al proget-to è associato un contratto d’acquisto a lungo termine dell’energia che sarà prodotta dall’impianto.

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NORDAMERICA

Enel Gp, progetto

da 176 mln

I problemi sul tavolo, strate-gici ma anche tecnici, sono molteplici, ma Cassa depositi e prestiti e Telecom Italia mo-

strano una volontà di confronto per far convergere i propri programmi di infrastrutturazione in fibra sul territorio nazionale. Lo dimostra-no le parole pronunciate da Franco Bassanini, presidente di Cdp e di Metroweb: se Telecom è pronta a investire sulla rete di nuova gene-razione, Cdp è disposta a parteci-pare al finanziamento. «La vera do-manda», ha affermato Bassanini, «è: l’attuale incumbent intende fare questo investimento? Se sì, non c’è dubbio che, se richiesti, ma questo è un eufemismo, c’è la disponibilità di Cdp a contribuire a partecipare al finanziamento di questo investimento attraverso una soluzione che può essere variamente costruita da un punto di vista dell’architettura societaria e finanziaria. In caso contrario è opportuno che questo investimento lo faccia qualcun altro, restando aperti a tutte le forme di collaborazione, sempre nell’ottica di quel che serve al paese».

Gli ha fatto eco Marco Patuano, a.d. di Telecom Italia, evidenziano il dialogo con Cdp e l’apertura a forme di collaborazione per lo sviluppo della rete in fi bra «dove serve e dove è possibile». Per le aree nere, dove c’è maggiore densità di traffi co, «la concorrenza infrastruttura può esistere, come avviene da lustri nel mobile», ma questo «non signifi ca che rinunciamo aprioristicamente a una collaborazione con Cdp. Noi ci parliamo, non siamo alle barricate, tutte le volte che sarà possibile collaborare lo faremo con grande piacere». Patuano pone tuttavia l’attenzione sul fatto che «l’Italia non si esaurisce nelle 30 maggiori città»

previste nel piano Cdp-Metroweb per la fi bra. «L’obiettivo di Telecom è coprire 100 città, almeno il 25% della popolazione, entro il 2014 e 250 città entro il 2018: andare a realizzare soluzioni che hanno un costo per unità passata cinque-sei volte superiore, senza la certezza della domanda, non ci sembra una buona allocazione delle risorse».

Sono invece profonde le distanze sui nodi più tecnici, legate a un dif-ferente approccio tecnologico nella strategia per portare la fi bra nelle case degli italiani. Cdp e Metro-web sostengono la tecnologia Ftth (Fiber-to-the-home), che porta la fi bra direttamente nelle abitazio-ni, mentre Telecom sostiene che sia onerosa ed è favorevole a una

strategia in due fasi, con una transizione al Ftth che passi attraverso il Fttc (Fiber-to-the-cabinet). Quest’ultimo porta la fi bra all’armadio distributore anche con l’utilizzo della tecnologia del vectoring. Telecom, osserva ancora Patuano, «vuole investi-re secondo una logica market driven», realizzando un’infrastruttura che sappia adeguarsi dal punto di vista tecnologico alla domanda di ciascuna sin-gola area. L’a.d. non vede una strategia confl ittuale rispetto a quella di Cdp: anzi, è d’accordo nel realiz-zare «una infrastruttura a prova di futuro, ma con attenzione al tessuto socioeconomico sottostante. Ci sono aree nere in cui l’Ftth è la soluzione più corretta: se l’impostazione della Cdp è quella di dire Ftth o nulla, queste possono essere aree di collabo-razione, altre meno. Io sono convinto, però, che con il dialogo fra le parti si possano trovare soluzioni meno dogmatiche».

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Patuano: il nostro obiettivo è coprire 100 città entro il 2014

Fibra ottica, Cdp è pronta a investire con Telecom

Marco Patuano

Il presidente delle Generali, Gabriele Galateri, rassicura la forza vendita della compagnia assicurativa, dopo le pre-occupazioni espresse dal Gruppo agenti sulla rimozione di Giovanni Perissinotto dalla carica di group ceo. Il presiden-te degli agenti, Vincenzo Cirasola, in una lettera inviata a Galateri, si dice comunque «certo» che tutte le incertezze saranno «superate dai fatti, grazie anche al suo contributo e alla sua esperienza maturata all’interno della nostra grande compagnia».

Galateri ha telefonato a Cirasola per rassicurarlo «sull’im-portanza strategica che conserverà la rete degli agenti Ge-nerali e del fatto che si farà promotore della continuità delle relazioni industriali con il nuovo group ceo, Mario Greco, non appena sarà formalmente inserito nel suo ruolo».

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Generali, agenti strategici

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Carlo Cimbri

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47Giovedì 7 Giugno 2012GiovedMERCATI E FINANZA

Banca d’Italia e Consob hanno siglato un protocollo d’intesa volto a stabilire le modalità di scambio di infor-mazioni sulle banche emitten-ti titoli di debito. L’obiettivo del protocollo, che entrerà in vigore il 1° luglio, è assicurare una maggiore effi cienza.

Banca Generali ha conse-guito in maggio una raccolta netta totale pari a 219 milioni, di cui 118 mln realizzati dalla rete Banca Generali e 101 dal-la rete private.

Eni ha sottoscritto con le associazioni dei consuma-tori aderenti al Consiglio nazionale consumatori e utenti, il nuovo regola-mento di conciliazione che permetterà ai clienti Eni di utilizzare lo strumento della conciliazione anche nel settore elettrico su tutto il territorio nazionale.

Prysmian ha inaugurato il nuovo impianto per la pro-duzione di cavi sottomarini in Finlandia. L’investimen-to ammonta a 40 mln di euro e serve ad ampliare la capacità produttiva nel sito di Pikkala.

Beni Stabili ha fi rmato un contratto di fi nanziamento ipotecario per 150 milioni di euro, fi nalizzato al rimborso anticipato principalmente dell’indebitamento in sca-denza nel 2013. Il nuovo contratto avrà durata quin-quennale e sarà erogato entro oggi.

Malavolta. Sono stati as-solti all’esito del rito ab-breviato i commercialisti Maurizio Barra e Francesco Minnetti, che rispondevano dell’accusa di concorso in bancarotta nell’ambito del procedimento sul crack del gruppo Malavolta, attivo nel settore della produzione e commercializzazione di alimenti surgelati.

Il gruppo Phard, al ter-mine di una complessa ristrutturazione industriale e fi nanziaria, ha siglato un accordo di ristrutturazione del debito con il sistema bancario. Il management diverrà proprietario di una quota azionaria pari al 98%, mentre gli attuali soci saranno diluiti al 2% circa. Il gruppo, che opera con i marchi Phard e Zu Ele-ments, nel 2011 ha realizza-to un fatturato di 51 milioni, di cui il 35% all’estero.

Facebook. Il Nasdaq ha annunciato di aver creato un «fondo di risarcimento volontario» da 40 milioni di dollari per coprire le perdite legate agli incidenti tecnici che hanno funestato il de-butto in borsa di Facebook, quando lo scambio delle azioni del social network fu ritardato per un errore tecni-co e numerosi ordini di tra-ding non furono eseguiti.

Gazprom. Distribuire e com-mercializzare in modo con-giunto il gas russo è la propo-sta avanzata da parte cinese per sbloccare i negoziati tra Gazprom e China national petroleum corporation (Cnpc) per la fornitura di oro blu all’ex Celeste impero. Lo ha reso noto il numero due del colosso ener-getico russo, Alexandr Med-vedev, ribadendo che il prezzo del metano continua a essere il punto su cui non si trova un accordo tra Mosca e Pechino.

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UNIDESIO 760071 11,362 01/06/2012

UNIDESIO 760072 10,230 01/06/2012

UNIDESIO 760073 10,237 01/06/2012

UNIDESIO760074 9,193 01/06/2012

UNIDESIO 760075 12,201 01/06/2012

UNIDESIO 760077 10,729 01/06/2012

UNIDESIO 760078 10,321 01/06/2012

UNIDESIO 760079 10,668 01/06/2012

UNIDESIO 760080 10,440 01/06/2012

UNIDESIO 760082 9,465 01/06/2012

UNIDESIO 760085 10,404 01/06/2012

UNIDESIO 760087 11,578 01/06/2012

UNIDESIO 760088 8,318 01/06/2012

UNIDESIO 760090 6,559 01/06/2012

UNIDESIO 760091 10,581 01/06/2012

UNIDESIO 760092 10,547 01/06/2012

UNIDESIO 760095 10,256 01/06/2012

UNIDESIO 760096 10,266 01/06/2012

UNIDESIO 760097 10,656 01/06/2012

UNIDESIO 760098 11,018 01/06/2012

UNIDESIO 760099 10,789 01/06/2012

UNIDESIO 760100 10,341 01/06/2012

UNIDESIO 760101 10,652 01/06/2012

UNIDESIO 760102 10,523 01/06/2012

UNIDESIO 760104 9,959 01/06/2012

UNIDESIO 760105 10,609 01/06/2012

AZZOAGLIO CONSERVATIVO 6,0230 01/06/2012

AZZOAGLIO DINAMICO 4,3850 01/06/2012

AZZOAGLIO EQUILIBRATO 5,5400 01/06/2012

UNIDESIO PRUDENTE 10,8100 01/06/2012

UNIDESIO MODERATO 10,1650 01/06/2012

UNIDESIO ATTIVO 9,5620 01/06/2012

UNIDESIO VIVACE 8,5910 01/06/2012

OBBLIGAZIONARIO MISTO 9,7010 01/06/2012

AZIONARIO EURO 6,4440 01/06/2012

AZIONARIO GLOBALE 8,3760 01/06/2012

TOP SIX ITALY 99,8800 30/05/2012 AA-/S&P

E.W.MEMORY INDEX 96,1840 30/05/2012 A/S&P

INDEX TOP 22 100,7860 30/05/2012 A+/S&P

THREE 2009 102,9000 30/05/2012 AA-/S&P

INDEX SIX 2009 95,2300 30/05/2012 AA-/S&P

FTSE MIB 87,6080 06/06/2012

FTSE MIB 2010 85,1680 06/06/2012

EUROSTOXX 50 - 2010 86,0240 06/06/2012

INDEX TRENTA 2011 87,6680 06/06/2012

INDEX FOUR E 50 - 2011 87,4080 06/06/2012

INDEX STOXX EUROPE - 2011 88,1680 06/06/2012

EUROSTOXX 50 - 2012 82,3860 06/06/2012

PREVIMISURATO 12,1810 31/05/2012

PREVIBRIOSO 9,9360 31/05/2012

PREVIDINAMICO 11,4590 31/05/2012

LINEA 1 11,7150 31/05/2012

LINEA 1 - FASCIA A 12,0930 31/05/2012

LINEA 1 - FASCIA B 11,7690 31/05/2012

LINEA 2 11,3300 31/05/2012

LINEA 2 - FASCIA A 11,5230 31/05/2012

LINEA 2 - FASCIA B 11,5300 31/05/2012

LINEA 3 10,9610 31/05/2012

LINEA 3 - FASCIA A 11,0730 31/05/2012

LINEA 3 - FASCIA B 11,8160 31/05/2012

UNIDESIO 760106 10,401 01/06/2012

UNIDESIO 760109 10,711 01/06/2012

UNIDESIO 760110 10,482 01/06/2012

UNIDESIO 760124 11,175 01/06/2012

UNIDESIO 760125 10,542 01/06/2012

UNIDESIO 760126 10,432 01/06/2012

UNIDESIO 760129 11,326 01/06/2012

UNIDESIO 760130 10,586 01/06/2012

UNIDESIO 760133 10,614 01/06/2012

UNIDESIO 760137 10,455 01/06/2012

UNIDESIO 760138 10,776 01/06/2012

UNIDESIO 760139 11,230 01/06/2012

UNIDESIO 760140 11,120 01/06/2012

UNIDESIO 760141 10,182 01/06/2012

UNIDESIO 760143 9,898 01/06/2012

UNIDESIO 760145 10,213 01/06/2012

UNIDESIO 760147 10,669 01/06/2012

UNIDESIO 760149 10,664 01/06/2012

UNIDESIO 760150 10,747 01/06/2012

UNIDESIO 760156 9,964 01/06/2012

UNIDESIO 760157 10,514 01/06/2012

UNIDESIO 760158 10,013 01/06/2012

UNIDESIO 760159 10,320 01/06/2012

UNIDESIO 760160 9,937 01/06/2012

UNIDESIO 760163 10,023 01/06/2012

UNIDESIO 760167 10,256 01/06/2012

UNIDESIO 760168 10,458 13/04/2012

UNIDESIO 760169 10,330 01/06/2012

UNIDESIO 760170 10,001 01/06/2012

UNIDESIO 760171 10,314 01/06/2012

UNIDESIO 760173 10,036 01/06/2012

UNIDESIO 760174 10,346 01/06/2012

UNIDESIO 760179 9,984 01/06/2012

UNIDESIO 760180 10,102 01/06/2012

UNIDESIO 760181 9,915 01/06/2012

UNIDESIO 760182 9,563 01/06/2012

UNIDESIO 760183 10,437 01/06/2012

UNIDESIO 760184 10,423 01/06/2012

UNIDESIO 760185 10,431 01/06/2012

UNIDESIO 760186 10,357 01/06/2012

UNIDESIO 760187 10,359 01/06/2012

UNIDESIO 760188 10,328 01/06/2012

UNIDESIO 760189 10,373 01/06/2012

UNIDESIO 760191 10,096 01/06/2012

UNIDESIO 760192 10,394 01/06/2012

UNIDESIO 760193 10,384 01/06/2012

UNIDESIO 760198 9,185 01/06/2012

UNIDESIO 760201 10,366 01/06/2012

UNIDESIO 760202 10,277 01/06/2012

UNIDESIO 760203 10,642 01/06/2012

UNIDESIO 760205 9,925 01/06/2012

UNIDESIO 760206 10,304 01/06/2012

UNIDESIO 760207 10,472 01/06/2012

BILANCIATO 9,4730 01/06/2012

CONSERVATIVE 10,1080 01/06/2012

BOND MIX 10,0630 01/06/2012

BALANCED 10,1970 01/06/2012

GLOBAL EQUITY 10,3760 01/06/2012

UNIDESIO OBBLIGAZIONARIO BREVE TERMINE 10,0430 01/06/2012

UNIDESIO OBBLIGAZIONARIO MEDIO TERMINE 10,3710 01/06/2012

UNIDESIO AZIONARIO AREA EURO 7,8840 01/06/2012

UNIDESIO AZIONARIO INTERNAZIONALE 9,9710 01/06/2012

HI EUROCHINA 99,92 31/05/2012 A+/S&P

5,5Y CHINA KOREA&SWISS GRO. NOTE 99,25 31/05/2012 A+/S&P

S&BRIC 8-40 103,05 31/05/2012 A2/S&P

S&BRIC LOOK BACK 8 - 40 113,15 31/05/2012 A2/S&P

IES - ITALIAN EQUITY SELECTION 99,91 31/05/2012 A+/S&P

HELVETIA 4-30 87,67 06/06/2012

HELVETIA MULTIMANAGER FLESSIBILE 9,1300 29/05/2012

HELVETIA MULTIMANAGER EQUITY 9,1300 29/05/2012

HELVETIA WORLD EQUITY 100,9400 29/05/2012

HELVETIA EUROPE BALANCED 167,6700 29/05/2012

HELVETIA WORLD BOND 213,0400 29/05/2012

HELVETIA GLOBAL BALANCED 142,1900 29/05/2012

HELVETIA GLOBAL EQUITY 86,4900 29/05/2012

LINEA GARANTITA 10,8900 31/05/2012

LINEA BILANCIATO 11,3100 31/05/2012

LINEA OBBLIGAZIONARIO 11,9420 31/05/2012

LINEA AZIONARIO 7,2940 31/05/2012

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Valori al 05/06/2012

Elite France-Europe B EUR 85,94

Em Mkts Eq B($) USD 123,31

Em Mkts Eq F($) USD 122,34

Em Mkts Eq J(Chf) CHF 112,81

Em Mkts Eq L EUR 129,38

Em Mkts Eq O EUR 130,86

European Equities B EUR 196,57

European Equities C(Chf) CHF 179,04

European Equities D($) USD 195,38

European Equities F EUR 191,48

European Equities H EUR 185,77

Long/Short Em.Mkts Eq B ($) USD 101,26

Long/Short Em.Mkts Eq E EUR 100,95

Long/Short European Eq B EUR 102,08

Long/Short European Eq D ($) USD 102,40

North American Eq. B($) USD 149,84

North American Eq. E EUR 141,57

North American Eq. F($) USD 146,88

North American Eq. G EUR 137,79

North American Eq. H($) USD 138,20

Valori al 06/06/2012

Ivy Asset Strategy A1 EUR 1073,92

Japan A1 EUR 584,51

US Large Cap Value A1 EUR 1075,19

W&R Science & Technology A1 EUR 1060,05

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Global Technology EUR 12,57 01/06/2012 GBP 10,13 01/06/2012 USD 15,53 01/06/2012

Healthcare Opportunities EUR 8,50 01/06/2012 GBP 6,85 01/06/2012 USD 10,88 29/05/2012

Polar Japan Fund USD 16,41 06/06/2012 GBP 10,60 06/06/2012 JPY 1299,29 06/06/2012

UK Absolute Return EUR 11,44 06/06/2012 GBP 9,23 06/06/2012 USD 14,29 06/06/2012 EUR 11,63 06/06/2012 GBP 9,39 06/06/2012 USD 14,54 06/06/2012

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