psicologia clinica anna lisa palermiti [email protected]
TRANSCRIPT
Psicologia Clinica Anna Lisa Palermiti
Contenuti
I principali modelli teorici in psicologia clinicaGli strumenti di indagine: colloquio, interviste e testI principali modelli diagnosticiLa specificità della psicologia clinica dall’infanzia all’adolescenzaI principali problemi di adattamento e disturbi del comportamento nell’età dello sviluppo
Testi di riferimento
Sanavio, E., Cornoldi, C. (2001) Psicologia clinica. Il Mulino, Bologna.
INFORMAZIONI GENERALI
LEZIONI FRONTALI SEMINARI (DURANTE I SEMINARI SI RILEVERANNO LE FIRME DI PRESENZA)
ESAME COLLOQUIO ORALE
AVVISI E ALTRO BACHECA DOCENTE
GLI STUDENTI CHE NON SEGUONO DEVONO INVIARE MAIL
Definizione di Psicologia Clinica
Il termine clinica deriva dal greco “cline” (letto), dunque la psicologia clinica alle origini si occupava della malattia e della sofferenza.
Attualmente, rappresenta la disciplina che studia attraverso teorie, ipotesi e strumenti il funzionamento adattivo e disadattivo dell’individuo nel suo mondo relazionale.
Il significato dell’aggettivo “clinico”
L’osservazione clinica è diretta solo al letto del malato
(caricature di Molière e Manzoni)
6
Cos’è la psicologia clinica
Con il termine clinico ci si riferisce:
A un metodo
A una disciplina applicativa che occupa un posto fondamentale nell’ambito della salute mentale
Il metodo clinico
Utilizza il rapporto interpersonale come strumento di conoscenza;
Non possiede una rigorosa obiettività al contrario del metodo sperimentale;
L’individuo è osservato nella globalità del suo comportamento;
Non raggiunge la scientificità del metodo sperimentale, ma ottiene informazioni impossibili da ottenere con altri metodi.
cos'è la psicologia clinica 8
Il metodo clinico
A differenza del metodo statistico (quanto accomuna tutti gli appartenenti ad una specie),
il metodo clinico svolge la sua indagine sul singolo individuo o sul singolo gruppo
Rispetto al problema della quantificazione e della verifica esiste la divisione fra chi le considera obiettivi da raggiungere e chi un impedimento
9
Una disciplina applicativaÈ un settore della psicologia applicata
Si avvale delle conoscenze dei principali orientamenti della
- psicologia generale - psicologia sociale, - psicologia dello sviluppo - psicologia dinamica al fine di sanare i problemi, di varia estensione
e natura, che coinvolgono la personalità dell’individuo e che incidono sul suo benessere
cos'è la psicologia clinica 10
A cosa rimanda il termine “clinica”
Alla patologia e quindi alla cura come riconduzione alla normalità;
cos'è la psicologia clinica 11
Due tendenze attraversano quest’area disciplinare
Una di supporto: prevede che lo psicologo clinico fornisca
informazioni e supporti conoscitivi, tramite una strumentazione di tipo diagnostico e psicometrico al personale delle istituzioni (al medico, agli insegnanti, al personale dirigente delle aziende)
cos'è la psicologia clinica 12
Una di intervento: si riferisce a qualsiasi intervento
terapeutico (psicoterapia) volto o ad adattare l’individuo alle situazioni precostituite o ad accompagnarlo nel suo processo di trasformazione e di crescita.
13
Le principali funzioni della psicologia clinica
1. La diagnosi2. La terapia3. La ricerca4. La formazione del personale sanitario5. La consulenza6. La prevenzione
1- DiagnosiÈ la valutazione clinica che consente di ottenere
informazioni utili sulla natura, l’entità ed, eventualmente, le cause della problematica del paziente
Il fine è di giungere all’individuazione dei mezzi necessari alla sua risoluzione
La scelta del metodo valutativo dipende dallo scopo della valutazione (descrittivo o funzionale) a un eventuale trattamento; dagli aspetti dell’individuo che si vogliono rilevare -metodo osservativo-; dall’orientamento teorico del clinico
La diagnosiDue sono i principali approcci valutativi: 1. l’approccio psicometrico. Si occupa della comparazione degli
individui, in base a caratteristiche e tratti ben definiti, attraverso procedure standardizzate
(i test obiettivi o proiettivi) allo scopo di inferire gli aspetti del soggetto connessi al disturbo.
cos'è la psicologia clinica 16
2. l’approccio psicodinamico (psicologica dinamica).
Utilizza procedure meno obiettive, ma più specifiche perché connesse alle dinamiche psicologiche dell’individuo, allo scopo di identificare il tipo di trattamento più adeguato.
cos'è la psicologia clinica 17
2-TerapiaA questa funzione fanno capo tutti i modelli
terapeutici dei diversi orientamenti teorici;Questi differiscono per la diversa concezione
della salute mentale e per i mezzi ritenuti necessari al raggiungimento delle finalità proposte;
La scelta del modello è determinata, oltre che dalla natura del problema, dall’approccio teorico del clinico (psicoterapia):
Psicoanalisi, Terapia comportamentista, Psicoterapia umanistico-esistenziale, Terapia della famiglia, Psicoterapia di gruppo, (t-groups e training di sensibilità), Gestalt terapy, Analisi transazionale
cos'è la psicologia clinica 18
3.Ricerca
Lo studio del processo della terapia e la verifica dei risultati (il trattamento) attraverso il confronto con gruppi di controllo che consentono di valutare l’efficacia del trattamento;
La ricerca riguarda la progettazione di nuovi interventi clinici, indagine epidemiologica e il lavoro con discipline affini (la psicopatologia e la psichiatria)
cos'è la psicologia clinica 19
4-Formazione del personale sanitario
La finalità è la conoscenza psicologica di base;
Anche per gli educatori, gli assistenti sociali, gli psicologi (conoscenza dei metodi terapeutici).
5.Consulenza
Svolta presso centri territoriali come asili, scuole, carceri, tribunali;
I problemi riguardano la scuola, la famiglia, il matrimonio, il disadattamento, la devianza;
Lo scopo è correggere l’intervento dell’operatore informato della natura dei problemi che gli si presentano.
6.Prevenzione
Consente la prevenzione circa l’insorgenza di comportamenti patologici, come l’assunzione di droghe e alcol;
Le modalità di prevenzione vengono attuate attraverso informazione e divulgazione scientifica (profilassi).
Qualche cenno di psicologia
Tappe fondamentali:1875- Wundt (nascita psicologia)1889- Binet (primo laboratorio di
PSICOLOGIA A Parigi)1900-Freud pubblica L’interpretazione dei
sogni1904-In Italia i primi manicomi1913-Watson manifesto comportamentista
Per Freud la psiche del neonato è costituita dall’Es (l’insieme di forze istintive, le pulsioni, che
tendono ad essere soddisfatte senza limitazioni);Lo scontro tra pulsioni e le limitazioni della realtà
conducono alla formazione dell’Io(insieme delle funzioni come percezione, memoria,
motricità…) che permettono all’individuo di adattarsi al mondo.
L’Io ha anche il compito, attraverso i meccanismi di difesa, di evitare che le pulsioni incontrollate possano causare danni. Il buon equilibrio tra pulsioni e difese costituisce la normalità, mentre l’insufficienza o l’eccesso delle difese genera varie forme di psicopatologia
I concetti fondamentali della psicoanalisi
I principali meccanismi di difesa
Proiezione: attribuisce ad un’altra persona, in maniera non realistica, una propria tendenza biasimevole anziché riconoscerla come propria;
Identificazione: assumere e far propri i ruoli, valori e atteggiamenti di persone e/o di gruppi, reagendo alle vicende di questi come se fossero proprie;
Spostamento: repressione temporanea e priva di successo di impulsi inaccettabili. Lo spostamento generalmente avviene in direzione di un oggetto inadeguato;
I principali meccanismi di difesa
Rimozione (o repressione): inibisce totalmente sentimenti o idee. Il materiale represso si rivela solo in forma simbolica, ad esempio, nei sogni;
Fissazione: persistenza di modelli comportamentali acquisiti ma inadeguati rispetto alla fase di sviluppo attuale;
Regressione: ricorso ad un comportamento inadeguato all’età per evitare responsabilità o richieste da parte degli altri e rendere possibile un atteggiamento di autoindulgenza;
Dissociazione: separa le idee emotivamente legate tra loro o scinde certe idee dall’emozione loro adeguata;
I principali meccanismi di difesa
Razionalizzazione: offre una spiegazione apparentemente plausibile di un certo comportamento allo scopo di nascondere la natura dell’impulso sottostante;
Negazione: rifiuto di affrontare pensieri o sentimenti dolorosi;
Formazione reattiva: sviluppo di un comportamento opposto a quello che è inibito;
Sublimazione: sostituzione di obiettivi socialmente riprovevoli con scopi ed attività socialmente utili e/o accettate.
1. Fase orale (0-1)2. Fase anale (2-4)3. Fase fallica (4-7) complesso edipico e
formazione del Super Io, sede di sentimenti e regole morali
4. Fase di latenza (7-11)5. Fase genitale (11….)
Lo sviluppo psicosessuale secondo S. Freud
Stadio senso-motorio (0-2 anni): egocentrismo, schemi di azioni innati e percezione; con la nozione di oggetto compie azioni intenzionali ed imita. Alla fine dello stadio compare la funzione simbolica
Stadio pre-operatorio (2-6/7 anni): il bambino forma una propria concezione del mondo ma ancora egocentrico. Le concezioni si caratterizzano per finalismo, animismo e artificialismo. Azioni mentali non coordinate né reversibili. Non riesce ad effettuare classificazioni e seriazioni
Gli stadi dello sviluppo intellettuali nella teoria di Piaget
Stadio operatorio concreto (7/8-11/12 anni): il pensiero diventa reversibile, progressivo superamento dell’egocentrismo. È in grado di classificare ed operare seriazioni così come ha acquisito la nozione di conservazione della quantità. Non è però in grado di usare queste operazioni in compiti di tipo verbale: ha bisogno di un supporto concreto
Stadio operatorio formale (dagli 11/12 anni in poi): Classificazione e seriazione anche su entità astratte. Collega proposizioni in modo logico; può formulare ipotesi e rilevare incongruenze. Nuova forma di egocentrismo, con la sopravvalutazione del potere del pensiero.
Gli stadi dello sviluppo intellettuali nella teoria di Piaget
Lo sviluppo secondo VygotskijVygotskij elabora concetto di area di sviluppo potenziale secondo cui il bambino ha la possibilità di apprendere più di quanto previsto per la sua età se adeguatamente stimolato dall’esterno,pertanto non è possibile, come ha fatto Piaget, fissare delle abilità specifiche per ogni età. Grande importanza viene data al linguaggio come elemento che veicola lo sviluppo intellettivo del bambino dal momento che favorisce la creazione di nuove connessioni nel cervello e fornisce nuovi contenuti di pensiero. Il percorso evolutivo del linguaggio passa da una funzione di socializzazione con l’esterno necessaria per soddisfare i bisogni primari di sopravvivenza ad una funzione di interiorizzazione per cui il bambino dialoga con se stesso e ciò lo aiuta a sviluppare le capacità intellettive e di riflessione; solo dopo il linguaggio torna ad avere una funzione effettiva di socializzazione quando il bambino è in grado di partecipare attivamente alla socialità avendo sviluppato contenuti di pensiero, abilità cognitive e sociali.
Caratteristiche dello sviluppo normativo
Età Cognitivo Linguaggio
Emotivo Relazionale
Nascita
Il bambino è in grado di percepire luminosità, movimento, alcuni colori; ha esplorazione visiva selettiva; ha sensibilità tattile; discriminazione olfattiva e gustativa. È in grado di apprendere per condizionamento e abituazione. Schemi riflessi ed egocentrismo assoluto
Pianto Disposizioni temperamentali. Emozioni fondamentali: interesse, dispiacere, rilassamento e gioia
Emissione di segnali sociali (pianto, vocalizzo, sorriso endogeno) comportamento di avvicinamento (succhiare, aggrapparsi)
Caratteristiche dello sviluppo normativo
Infanzia
Apprende reazioni circolari e compare la funzione simbolica
Vocalizzazioni, balbettio, pseudodialoghi, olofrasi e linguaggio referenziale
Prova paura e rabbia e insorge l’angoscia di separazione. È in grado di provare empatia globale
Preferenza per volto e voce umane, costruzione del legame di attaccamento, vero e proprio a partire dai 7 mesi circa. Interesse non specifico per i coetanei, sino a selettività e permanenza dei rapporti con i pari (16-22 mesi)
Caratteristiche dello sviluppo normativo
Età prescolare
Primi concetti. Egocentrismo intellettuale. Pensiero pre-opertaorio. Strategie concrete di memoria, span di memoria immediata limitato
Telegrafico. Iper-regolarità. Col tempo forme grammaticali complesse e proposizioni subordinate. Prime idee sulla lettura e scrittura
Paura pericoli immaginari, emozioni da confronto tra prestazioni e regole o standard. Empatia egocentrica (2-3 anni) empatia per i sentimenti altrui (3-7 anni)
Rapporto reciproco con le figure di attaccamento. Amicizie diadiche e rapporti di gruppo.
Caratteristiche dello sviluppo normativo
Età scolare
Nuove strategie di memoria (reiterazione). pensiero operatorio concreto.
Acquisizionelingua scritta
Emozioni con valutazione di sé: sicurezza/insicurezza-inferiorità/orgoglio. Empatia per la condizione altrui
Consolidamento delle amicizie
Caratteristiche dello sviluppo normativo
Adolescenza
Strategie complesse di memoria. Pensiero operatorio formale e ragionamento ipotetico-deduttivo
Compaiono dissonanza e disperazione. Empatia per i gruppi sociali
Centralità del gruppo di coetanei. Confidenza e intimità tra amici. Formazione di compagnie.