provincia di rieti anas s.p relazione... · 2018. 3. 22. · i grandi massi ciclopici di forma...

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Tel. +39 0746-496206 Fax. +39 0746-252161 Ci riserviamo la proprieta' di questo disegno con la proibizione di riprodurlo o trasferirlo a terzi senza autorizzazione scritta. progettista delle strutture: oggetto: By CAD system opera: costruttore: Modifiche committente direttore dei lavori: prescrizioni: allegato: acciaio conglomerato - - sostituito dal dis. n. sostituisce il dis. n. controllato: disegnato da: scala . . . . . Via GIOTTO, 7 02100 RIETI - ITALIA Dott. Ing. MANCINI Bruno Enrico STUDIO D'INGEGNERIA [email protected] progettista: P.IVA 00136960572 disegno n. data . Dott. Ing. MANCINI Bruno Enrico PROVINCIA DI RIETI Dott. Ing. MANCINI Bruno Enrico Dott. Ing. MANCINI Bruno Enrico collaboratori: Dott. Ing. MANCINI Massimiliano Dott. Ing. DI MAGGIO Simone PROVINCIA DI RIETI ANAS S.p.A Soggetto Gestore Soggetto Attuatore (ex OCDPC 408/2016 Art.4)

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Tel. +39 0746-496206

Fax. +39 0746-252161

Ci riserviamo la proprieta' di questo disegno con la proibizione di riprodurlo o trasferirlo a terzi senza autorizzazione scritta.

progettista delle strutture:

oggetto:

By CAD system

opera:

costruttore:

Modifiche

committente

direttore dei lavori:

prescrizioni:

allegato:

acciaio

conglomerato

-

-

sostituito dal dis. n.

sostituisce il dis. n.

controllato:

disegnato da:

scala

.

.

.

.

.

Via GIOTTO, 7 02100 RIETI - ITALIA

Dott. Ing. MANCINI Bruno Enrico

STUDIO D'INGEGNERIA

[email protected]

progettista:

P.IVA 00136960572

disegno n.

data

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Dott. Ing. MANCINI Bruno Enrico

PROVINCIA DI RIETI Dott. Ing. MANCINI Bruno Enrico

Dott. Ing. MANCINI Bruno Enrico

collaboratori:

Dott. Ing. MANCINI MassimilianoDott. Ing. DI MAGGIO Simone

PROVINCIA DI RIETI ANAS S.p.ASoggetto Gestore Soggetto Attuatore

(ex OCDPC 408/2016 Art.4)

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RELAZIONE GEOTECNICA SULLE FONDAZIONI (NTC 2008 CAP. 6 e CIRCOLARE 617/2009 punto C6.2.2.5)

INDICE

RELAZIONE GEOTECNICA SULLE FONDAZIONI ...................................................................... 1

GENERALITA’ ................................................................................................................................... 2

DESCRIZIONE DELL’OPERA E DEGLI INTERVENTI ............................................................... 3

PROBLEMI GEOTECNICI E SCELTE TIPOLOGICHE ............................................................... 7

PERICOLOSITÀ SISMICA............................................................................................................. 17

Descrizione del programma delle indagini e delle prove geotecniche ............................ 29

CARATTERIZZAZIONE FISICO MECCANICA DEI TERRENI ................................................ 30

Caratterizzazione sismica del suolo di fondazione: .............................................................. 32

Modelli geotecnici di sottosuolo e metodi di analisi:............................................................ 33

STABILITÀ NEI CONFRONTI DELLA LIQUEFAZIONE(p.7.11.3.4) ................................... 36

STABILITÀ DEL PENDIO E DEI FRONTI DI SCAVO (p.7.77.3.5 e 7.11.4) .................... 38

RISULTATI DELLE ANALISI E LORO COMMENTO ................................................................ 38

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GENERALITA’

OGGETTO: INTERVENTI DI BARRIERE E PROTEZIONI

LUNGO LA SP 18 Km 15+080 - 15+320 - 23+300

CIG: ZF41E34595 - CUP: D67H17000130001

COMUNE: ACCUMOLI (RIETI)

ZONA SISMICA: 1 ALTITUDINE: 855 m s.l.m. TIPOLOGIA STRUTTURALE: OPERE DI PROTEZIONE DI VERSANTE

PARATIA DI MICROPALI

TIPOLOGIA FONDAZIONI: PROFONDE

NORMATIVA: D.M.14/01/2008

INDAGINI GEOGNOSTICHE : GEO3D

RELAZIONE GEOLOGICA : Dott. Geol. Roberto SERI

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DESCRIZIONE DELL’OPERA E DEGLI INTERVENTI

Trattasi di interventi da realizzare su due tratti di strada provinciale 18 Torrita-Accumoli:

1) tra la progressiva 15+080 e la progressiva 15+300, ovvero nel tratto di S.P. 18 che

collega Terracino a Villanova;

2) tra la progressiva 23+060 e la progressiva 23+200, lungo il tratto che porta al centro

storico di Accumoli , superato l’incrocio di Libertino.

TRATTO 1: tra Km 15+080 e Km 15+300

Figura 1: area di intervento

Si tratta di parte del versante sud del Monte Ciambella (mt 1418) presentante alcune

situazioni limite di dissesto.

Sono stati segnalati crolli di masse rocciose e di terreno che solo per fortunate coincidenze

non hanno provocato danni irreparabili pur avendo raggiunto la provinciale.

I numerosi interventi di contenimento (muro di contenimento, reti paramassi) già realizzati

lungo la strada, sono indicatori di una zona a rischio.

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Figura 2: individuazione delle criticità lungo il versante

Figura 3: individuazione delle criticità lungo il versante

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TRATTO 2: tra Km 23+060 e Km 23+200

Figura 4: area di intervento

Figura 5: Frattura di lunghezza 30 m circa e abbassamento di 2 cm circa, su corpo stradale

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Si tratta di due aree poco distanti l’una dall’altra, il SITO 1 al Km 23+200 e SITO 2 al Km

23+060.

In corrispondenza delle suddette chilometroche si sono verificati:

- dissesto di tipo “roto-traslativo” che coinvolge parte della sede stradale ad una

specifica chilometrica;

- “cedimento” del ciglio della carreggiata, con guardrail divelto.

Ulteriori criticità sono state riscontrate tra il Km 21 ed il Km 23 in esame, quali:

- massi di arenaria franati sulla carreggiata;

- porzioni di versante che incombono sulla carreggiata già consolidate con rete

insufficiente e mal posta in opera;

tali criticità, già segnalate in relazione geologica, non sono però oggetto del presente

progetto.

I numerosi interventi di contenimento esistenti (muri, reti paramassi) lungo la

strada sono indicatori di una zona a rischio e in continuo monitoraggio.

L’aggravarsi delle circostanze sopradescritte è sicuramente da attribuire agli eventi sismici

verificatisi a partire da Agosto 2016.

Raffronti con foto di anni precedenti lungo la strada SP18, intorno alla progressiva

km 15, mostrano la caduta di massi in epoca posteriore e il colore di alcune nicchie di

distacco nei fronti rocciosi instabili mostrano che i distacchi sono stati recentissimi e,

credibilmente, nella recente crisi di acuita fase sismica.

I grandi massi ciclopici di forma parallelepipeda con lati di qualche metro, uno, di circa

m 4x3x3, è proprio subito sotto il ciglio di valle al km 15, mostrano che i massi hanno

raggiunto e superato la strada e sono testimoni e indicatori della tipologia e dei fenomeni di

caduta massi che possono verificarsi.

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PROBLEMI GEOTECNICI E SCELTE TIPOLOGICHE

TRATTO 1: tra Km 15+080 e Km 15+300 Le rupi subverticali in dissesto dalle quali si distaccano porzioni di roccia che cadono

verso valle sono l’oggetto principale del presente progetto .

Si tratta di intervenire sia sulle superfici del fronti rocciosi instabili sia sui singoli massi già

distaccatisi, rotolati sulla pendice ed in equilibrio più o meno precario.

E’ stato eseguito un dettagliato rilevamento geologico-tecnico analizzando il fronte

delle rupi e il versante, individuando le cause predisponenti e scatenanti del dissesto.

E’ stato eseguito, tramite software specifico, lo studio delle possibili traiettorie dei

massi, individuando i punti di distacco, il movimento nel pendio di caduta, i punti di

arresto.

Sul versante sono state individuate situazioni di instabilità locale, riferibili a massi

isolati.

Gli interventi, da eseguire globalmente su tutto il versante compreso tra il Km 15+080 ed il

Km 15+320 ,sono posizionati, dimensionati e rappresentati negli elaborati di progetto e i

principali sono i seguenti:

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i

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1) OPERA DI DIFESA PASSIVA costituita da una BARRIERA PARAMASSI da 1000kJ

ed alta 3 m, disposta “soprastrada” lungo il ciglio di monte del tratto che comprende

le 2 progressive segnalate al fine di raggiungere nell’immediato un 1° livello di

sicurezza sia per la strada ed il traffico che per gli operatori dei 2 sub-cantieri.

In particolare si vuole garantire un buon livello di sicurezza lungo la strada durante le

operazioni di DISGAGGIO e di messa in opera della “DIFESA ATTIVA” sui fronti

instabili a monte nonché durante le operazioni di sistemazione dei massi erratici lungo

la pendice.

La elevata probabilità di crollo di grandi massi ciclopici di oltre 5 tonnellate rende

necessario intervenire direttamente sul fronte di roccia degradata e fratturata con reti

ed ancoraggi adeguati ovvero con una difesa “attiva” dove è la “sorgente” del pericolo.

Figura 6: barriera paramassi da 1000 KJ H 3,0 m

Figura 7: traiettorie scendimenti massi - ante operam

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Figura 8: traiettorie scendimenti massi dopo applicazione paramassi da 1000 KJ h 3,0 m

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2) INTERVENTO DI DIFESA ATTIVA costituito da RETI ATTIVE ED ANCORAGGI ovvero opere aventi la funzione di prevenire, impedire o limitare in modo sostanziale il

distacco e il movimento di porzioni rocciose.

Sui fronti rocciosi Verranno applicati sistemi di “difesa attiva” costituiti da reti a maglia

romboidale diffusa su tutta la superficie da consolidare e tiranti di ancoraggio, inghisati

sul substrato stabile, aventi all’estremità piastre per il fissaggio e la messa in tensione

della rete.

Potrà essere utilizzato un sistema tipo “TECCO” della GEOBRUGG o sistema equivalente; per i dettagli del sistema si rimanda agli elaborati grafici progettuali.

Figura 9: Dettaglio del sistema tipo TECCO di GEOBRUGG o equivalente

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3) BARRIERE CONTRO LE COLATE DETRITICHE in reti speciali di acciaio ovvero

opere aventi la funzione di interrompere la eventuale colata di materiale di piccola

pezzatura cumulatosi all’interno del canalone che converge alla chilometrica 15+320.

È prevista l’installazione di due file di reti tipo GEOBRUGG VX o sistema equivalente

una a valle del canalone, subito a monte della SP18 ed un’altra a circa metà altezza

del canalone.

Il sistema prevede la copertura del fronte del canalone con reti ad anelli in filo d’acciaio

ad alta resistenza ancorate con funi e tiranti alle sponde del canale.

Figura 10: Dettaglio del sistema tipo equivalente al DEBRIS UX/VX di GEOBRUGG

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4) INTERVENTO DI ANCORAGGIO/ RIDUZIONE/ DEMOLIZIONE DEI MASSI presenti

lungo il versante come da schede dei massi rilevati di cui agli elaborati di progetto.

I massi di maggiore dimensione, maggiormente instabili e fratturati saranno

“consolidati” in sito mediante:

- riduzione o demolizione delle parti più instabili e in pericolo di distacco imminente;

- ricoprimento con rete a maglie romboidali tipo TECCO o equivalente tenuta a terra

da una “legatura” con fune di acciaio passante fra n° 4 anelli d’estremità dei n° 4 tiranti

metallici ancorati al substrato stabile.

Figura 11: schema in pianta del consolidamento dei massi di maggiori dimensioni

5) REALIZZAZIONE DI MURI A SECCO / ”MACERE” con l’utilizzo dei residui della

frantumazione dei massi e dei massi erratici di dimensioni e pesi contenuti

movimentabili con i mezzi a disposizione . Il materiale di risulta della frantumazione verrà convogliato in due zone, entrambe di

circa 40 m di sviluppo lineare, a valle delle aree dove si concentrano il maggior numero

di massi instabili rilevati, anche al fine di interrompere/frenare l’eventuale caduta dei

sovrastanti massi ed essere un ulteriore presidio a tale evento.

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TRATTO 2: tra Km 23+060 e Km 23+200 Si tratta di due aree poco distanti l’una dall’altra, il SITO 1 al Km 23+200 e SITO 2 al Km

23+060. In corrispondenza delle suddette chilometroche si sono verificati:

- dissesto di tipo “roto-traslativo” che coinvolge parte della sede stradale ad una

specifica chilometrica;

- “cedimento” del ciglio della carreggiata, con guardrail divelto.

Per quanto riguarda il SITO 1, tra il Km 23+060 ed il Km 23+090, si è verificato un

fenomeno di dissesto di tipo “roto-traslativo” per una lunghezza di circa 30 metri che

coinvolge quasi tutta la sede stradale e si colloca esattamente in prossimità dell’entrata di un

fabbricato completamente distrutto dagli eventi sismici.

Sono presenti profonde ed evidenti lesioni nell’asfalto, aperte e ribassate di alcuni centimetri.

Figura 12: lesione su carreggiata stradale

E’ presente una zona di impluvio con manufatto di attraversamento in coincidenza della

rampa di accesso al fabbricato; si rende necessaria la pulizia dello stesso mediante

rimozione di ramaglie e piante infestanti visibili sul pozzetto a monte della strada e

successivo spurgo con idrogetto o sistema equivalente.

A metà carreggiata si segnala la presenza di una trincea di sottoservizi parallela al

ciglio stradale di valle e di un pozzetto forse di un acquedotto al lato a monte.

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Al fine di proteggere la carreggiata stradale da possibile cedimento causato dall’aggravarsi

del fenomeno roto-traslativo attivatosi, si interverrà mediante la realizzazione di una paratia di micropali disposti “a cavalletto” per uno sviluppo lineare di 60 m , sul ciglio di valle della

strada.

La paratia sarà costituita da micropali tipo TUBFIX diametro d= 168,3 spessore s= 10 mm e

lunghezza L= 10,0 m disposti ad interasse i=80 cm ed alternati tra verticali ed inclinati di 30°

rispetto alla verticale; un cordolo di collegamento in c.a. 50 cm x 50 cm verrà realizzato in

sommità ai micropali.

In sommità al cordolo verrà installato un nuovo guardrail tipo H2 bordo-ponte con il

“fascione” nella stessa posizione di quello attualmente presentein modo da non restringere la

carreggiata attuale.

Figura 13: paratia a protezione del corpo stradal

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SITO 2 al Km 23+200

Per un tratto di 18-20 metri, già segnalato con rete da cantiere e cartelli, si verifica la

presenza di un fenomeno di “dilavamento” della porzione di valle del corpo stradale.

Figura 14: tratto del corpo stradale dilavato muro a monte del tombino

E’ presente a valle del corpo stradale una voragine di larghezza pari a circa 50 cm e

profondità 200 cm circa; a monte si colloca un manufatto di smaltimento delle acque che,

essendo intasato da ramaglie, piante infestanti, terra e detriti trasportati da monte

rappresenta la causa scatenante del dissesto.

La voragine infatti è collocata esattamente all’estradosso del manufatto di attraversamento

del corpo stradale che ha quindi subito un cedimento.

Si propone la pulizia e la sistemazione del manufatto a monte del corpo stradale e la

sostituzione del manufatto di attraversamento mediante la messa in opera di tubazione in c.a.

del diametro di 800 mm

Figura 15: intervento al Km 23+200 - rifacimento manufatto di convogliamento e smaltimento acque meteoriche

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PERICOLOSITÀ SISMICA La definizione della pericolosità sismica di base secondo le NTC 2008 avviene secondo una

griglia regolare che copre tutto il territorio nazionale e nei nodi della stessa l’INGV ha calcolato

l’accelerazione PGA sismica massima attesa su sottosuolo roccioso categoria A.

Con apposito Software si individuano i parametri di pericolosità sismica del sito (FASE 1) e, definita la Classe d’uso della costruzione, si sceglie quindi la strategia di progettazione

(FASE 2) e si valuta l’azione sismica di progetto (FASE 3) ed in particolare gli spettri di risposta .

CON RIFERIMENTO AGLI INTERVENTI AL KM 23+060 CLASSIFICAZIONE SISMICA DEL TERRITORIO : zona 1 VITA Nominale VN = 50 anni Classe d’USO III coeff. d’uso cu = 1,5

Classe d’USO III coeff. d’uso cu = 1,5

Vita di Riferimento VR = cu VN = 1,5 x 50 = 75 anni

Condizioni TOPOGRAFICHE: T2 : pendii con inclinazione media >15° Categoria del Sottosuolo: B secondo la classificazione di prima approssimazione basata sulla sola stratigrafia e l’approccio semplificato della Normativa (NTC8) mediante le CATEGORIE di SOTTOSUOLO.

Latitudine : 42,6926830 Longitudine : 13,2480250

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APPLICAZIONE DEL SOFTWARE “SPETTRI DI RISPOSTA” del C.S.LL.PP.

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FASE 1 : INDIVIDUAZIONE DELLA PERICOLOSITÀ DEL SITO

FASE 2 : SCELTA DELLA STRATEGIA DI PROGETTAZIONE

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FASE 3 : DETERMINAZIONE DELLE AZIONI DI PROGETTO PER I DIFFERENTI STATI LIMITE

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Descrizione del programma delle indagini e delle prove geotecniche

Figura 16: LOCALIZZAZIONE INDAGINI AL KM 23+200 – SITO 1

Figura 17: LOCALIZZAZIONE INDAGINI AL KM 23+060 – SITO 2

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Sono state programmate una serie di indagini geognostiche eseguite da ditte autorizzate dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti con decreto 8502 del 22/12/09 e geofisiche, consistite in: INDAGINI AL KM 23+200 – SITO 1 - esecuzione di n.1 sondaggio geognostico S4; - esecuzione di n.1 prova geofisica M.A.S.W 2; - esecuzione di n.1 prova della misura del rumore sismico ambientale HVSR 2. INDAGINI AL KM 23+060 – SITO 2 - esecuzione di n.3 sondaggi geognostici; - esecuzione di n.1 prova geofisica M.A.S.W; - esecuzione di n.1 prova della misura del rumore sismico ambientale HVSR I dati acquisiti sono stati utilizzati per definire il modello geologico del sottosuolo, come prescritto dalle NTC 2008.

CARATTERIZZAZIONE FISICO MECCANICA DEI TERRENI

Caratteristiche litostratigrafiche Dalla Relazione sulle INDAGINI GEOGNOSTICHE si ricavano i parametri relativi alla geomorfologia e litostratigrafia. INDAGINI AL KM 23+200 – SITO 1 Sondaggio geognostico S4

Si rileva la seguente stratigrafia:

da p.c. a -1.60 mt. terreno di riporto;

da -1.60 mt. a -5.40mt. limo argillo-sabbioso marrone grigiastro;

da -5.40 mt. a -6.00 mt.; sabbie argillose

da -6.00 mt. a -6.60 mt. argilliti grigio-scuro.

INDAGINI AL KM 23+060 – SITO 2 Sondaggio geognostico S1 Si rileva la seguente stratigrafia:

da p.c. a -1.50 mt. terreno di riporto;

da -1.50 mt. a -5.00mt. sabbie limo-argillose marrone;

da -5.00 mt. a -10.00 mt. arenarie;

Sondaggio geognostico S2

Si rileva la seguente stratigrafia:

da p.c. a -0.80 mt. terreno di riporto;

da -0.80 mt. a -4.50mt. sabbie limo-argillose marroni-grigiastre;

da -4.50 mt. a -5.00 arenarie;

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Sondaggio geognostico S3 Si rileva la seguente stratigrafia:

da p.c. a -1.20 mt. terreno di riporto;

da -1.20 mt. a -4.00mt. limo + arenarie da fratturate in matrice argilloso-sabbiosa a compatte.

La paratia al Km 23+060 è attestata per circa 5 m nel SUBSTRATO ARENACEO presente a circa 5 m dal piano campagna. Caratteristiche fisico meccaniche dei terreni

Il modello geotecnico del sito e le caratteristiche geomeccaniche del terreno di base che interagisce con la struttura è così sintetizzabile: INDAGINI AL KM 23+200 – SITO 1 RIPORTO :

Angolo d’Attrito φ = 24° Coesione C = 0 kN/m3

Peso di Volume γn = 17.00 kN/m3 SABBIE LIMO-ARGILLOSE:

Angolo d’Attrito φ = 31.4° Coesione C = 0 kN/m3

Peso di Volume γn = 19.00 kN/m3 ARGILLITI :

Angolo d’Attrito φ = 25° Coesione C = 0.5 kN/m3

Peso di Volume γn = 19.00 kN/m3

INDAGINI AL KM 23+060 – SITO 2 RIPORTO :

Angolo d’Attrito φ = 24° Coesione C = 0 kN/m3

Peso di Volume γn = 17.00 kN/m3 SABBIE LIMO-SABBIOSE :

Angolo d’Attrito φ = 31.4° Coesione C = 0 kN/m3

Peso di Volume γn = 19.00 kN/m3 ARENARIE DA FRATTURATE A COMPATTE :

Angolo d’Attrito φ = 32° Coesione C = 0.5 kN/m3

Peso di Volume γn = 22.00 kN/m3

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Icampioni prelevati sono stati sottoposti alle seguenti prove di laboratorio: analisi granulometrica, determinazione dei parametri e indici, taglio diretto (CD), prova a compressione. La prova di taglio diretto (CD) consiste nel sottoporre il campione di terreno a due forze poste su piani ortogonali tra loro, una verticale e una di taglio, e misurare poi le tensioni prodotte. La costruzione del grafico sforzo deformazione porta all’estrapolazione dell’angolo di attrito interno di picco e della coesione drenata del terreno, per mezzo della relazione di Coulomb: τ= c’+σ' tanφ' La prova edometrica consiste nel consolidare un campione cilindrico di terreno, sottoponendolo, all’interno dello strumento edometrico, a fasi di carico, scarico e ricarico e misurandone per mezzo di un micrometro le deformazioni nel corso del tempo e in funzione dell’applicazione di diversi carichi. I dati così ottenuti sono riportati in diagrammi cedimenti/log tempo da cui è possibile ricavare vari parametri tra cui il modulo edometrico per il calcolo dei cedimenti del terreno. A seguito dell’esame dei valori di laboratorio e delle osservazioni in situ, riportati per esteso nella RELAZIONE GEOLOGICA e nei REPORTS delle prove ed ai quali per brevità qui si rinvia, tenuto conto della variabilità tra i risultati dei diversi campioni e del volume interessato, si sono assunti nel calcolo i valori seguenti per la caratterizzazione fisico-meccanica dei terreni interessati:

paratia al km 23+060 γ peso di volume del terreno espresso in [kg/mc] γs peso di volume saturo del terreno espresso [kg/mc] φ angolo d'attrito interno del terreno espresso in [°] δ angolo d'attrito terreno/paratia espresso in [°] c coesione del terreno espressa in [kg/cmq]

N° Descrizione γ γsat φ δ c [kg/mc] [kg/mc] [°] [°] [kg/cmq] 1 RIPORTO 1700,0 1900,0 24.00 16.00 0,0002 SABBIE LIMO-SABBIOSE 1900,0 2000,0 31.40 21.00 0,0503 SUBSTRATO ARENACEO 2200,0 2200,0 32.00 32.00 0,500

Caratterizzazione sismica del suolo di fondazione:

La categoria di suolo di fondazione è:

Categoria B

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Modelli geotecnici di sottosuolo e metodi di analisi:

Nel MODELLO GEOTECNICO si sono adottate stratigrafie desunte dalle indagini assumendo per i valori e caratteristiche geotecniche degli strati quelli esposti nel punto precedente e nuovamente qui riportati in sintesi: paratia al km 23+060 γ peso di volume del terreno espresso in [kg/mc] γs peso di volume saturo del terreno espresso [kg/mc] φ angolo d'attrito interno del terreno espresso in [°] δ angolo d'attrito terreno/paratia espresso in [°] c coesione del terreno espressa in [kg/cmq]

N° Descrizione γ γsat φ δ c [kg/mc] [kg/mc] [°] [°] [kg/cmq] 1 RIPORTO 1700,0 1900,0 24.00 16.00 0,0002 SABBIE LIMO-SABBIOSE 1900,0 2000,0 31.40 21.00 0,0503 SUBSTRATO ARENACEO 2200,0 2200,0 32.00 32.00 0,500

Nel modello strutturale di calcolo l’interazione suolo-struttura è stata considerata schematizzando il terreno come un letto di molle elastiche indipendenti fra di loro reagenti solo a sforzo assiale di compressione (modello alla Winkler). Le interazione terreno-struttura sono state contemplate nel modello di calcolo strutturale mediante elementi finiti specifici tipo travi su suolo elastico. L’analisi è effettuata considerando il terreno con comportamento elasto-plastico perfetto. L’analisi è di tipo non lineare risolta mediante un'analisi al passo per tener conto della plasticizzazione delle molle. Si ricorre a soluzioni che escludono il riassemblaggio e la decomposizione della matrice, ma usano la matrice elastica iniziale (metodo di Riks) con un metodo di Newton-Raphson modificato e ottimizzato. L'analisi condotta secondo questa tecnica offre dei vantaggi immediati: restituisce l'effettiva deformazione della paratia e le relative sollecitazioni; dà informazioni dettagliate circa la deformazione e la pressione sul terreno. Individua la zona di terreno effettivamente plasticizzato. Inoltre dalle deformazioni ci si può rendere conto di un possibile meccanismo di rottura del terreno. Il METODO DI ANALISI, I MODELLI GEOTECNICI UTILIZZATI E LE VERIFICHE ESEGUITE sono riportati nella RELAZIONE DI CALCOLO poiché, è noto, per questo tipo di opere, per la loro natura di struttura interreagente con il terreno, le verifiche geotecniche coincidono con le verifiche di stabilità dell’opera e del complesso terreno- struttura riportate nella apposita RELAZIONE DI CALCOLO alla quale si rinvia per i dettagli e tutte le considerazioni geotecniche.

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Verifiche della sicurezza e delle prestazioni: identificazione dei relativi stati limite Le verifiche della sicurezza in fondazione sono condotte nei riguardi dello stato limite ultimo e dello stato limite di esercizio.

Le verifiche nei riguardi dello stato limite ultimo (SLU) previste dalla Normativa sono:

EQU -perdita di equilibrio della struttura, del terreno o dell’insieme terreno-struttura, considerati come corpi rigidi;

STR -raggiungimento della resistenza degli elementi strutturali, compresi gli elementi di fondazione;

GEO – raggiungimento della resistenza del terreno interagente con la struttura con sviluppo di meccanismi di collasso dell’insieme terreno-struttura;

ULP – perdita di equilibrio della struttura o del terreno, dovuta alla sottospinta dell’acqua (galleggiamento);

HYD -erosione e sifonamento del terreno dovuta a gradienti idraulici.

Il METODO DI ANALISI, I MODELLI GEOTECNICI UTILIZZATI E LE VERIFICHE ESEGUITE sono riportati nella RELAZIONE DI CALCOLO poiché, è noto, per questo tipo di opere, per la loro natura di struttura interreagente con il terreno, le verifiche geotecniche coincidono con le verifiche di stabilità dell’opera e del complesso terreno- struttura riportate nella apposita RELAZIONE DI CALCOLO alla quale si rinvia per i dettagli e tutte le considerazioni geotecniche. Verifiche EQU: La struttura è soggetta ad azioni di tipo verticale e di tipo orizzontale. Come si evince dalla RELAZIONE DI CALCOLO la verifica di STABILITA’ GLOBALE è positiva IN QUANTO HA FORNITO VALORI SUPERIORI AI MINIMI RICHIESTI. Verifiche STR: Come si evince dalla RELAZIONE DI CALCOLO le verifiche di resistenza degli elementi strutturali risultano soddisfatte. Verifiche GEO: le verifiche di resistenza del terreno interagente con la struttura sono condotte confrontando i valori di resistenza con quelli di progetto, come riportato nella RELAZIONE DI CALCOLO, e risultano soddisfacenti.

Verifiche UPL e HYD : è stata considerata la falda in condizioni idrodinamiche ma, essendo le paratie interamente infisse nel terreno ed essendo i micropali opportunamente distanziati in modo tale da non generare un gradiente idraulico fra monte e valle delle stesse, le VERIFICHE IDRAULICHE al SIFONAMENTO e al SOLLEVAMENTO del FODO SCAVO hanno indicato che non si hanno fenomeni di galleggiamento o di sifonamento.

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Verifiche GEO: Approcci progettuali e valori di progetto dei parametri geotecnici. La verifica di resistenza del terreno interagente con la struttura viene condotta con l’Approccio 1 Come sopra già detto, poiché, è noto, per questo tipo di opere, per la loro natura di struttura interreagente con il terreno, le verifiche geotecniche coincidono con le verifiche di stabilità dell’opera e del complesso terreno- struttura riportate nella apposita RELAZIONE DI CALCOLO a questa si rinvia per i dettagli e tutte le considerazioni geotecniche.

Combinazioni di carico Nella tabella sono riportate le condizioni di carico di ogni combinazione con il relativo coefficiente di partecipazione. Nella tabella sono riportate le condizioni di carico di ogni combinazione con il relativo coefficiente di partecipazione. Combinazione n° 1 [A1-M1]

Nome condizione γ Coeff. part.

Spinta terreno 1.30Condizione 1 (strada) 1.50 1.00

Combinazione n° 2 [A1-M1]

Nome condizione γ Coeff. part.

Spinta terreno 1.00Condizione 1 (strada / sisma V+)

1.00 1.00

Combinazione n° 3 [A2-M2]

Nome condizione γ Coeff. part.

Spinta terreno 1.00Condizione 1 (strada) 1.30 1.00

Combinazione n° 4 [A2-M2]

Nome condizione γ Coeff. part.

Spinta terreno 1.00

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Nome condizione γ Coeff. part.

Condizione 1 (strada / sisma V+)

1.00 1.00

Combinazione n° 5 [ECCEZ]

Nome condizione γ Coeff. part.

Spinta terreno 1.00Condizione 1 (strada) 1.00 1.00Condizione 2 (URTO VEICOLARE)

1.00 1.00

Combinazione n° 6 [SLER]

Nome condizione γ Coeff. part.

Spinta terreno 1.00Condizione 1 (strada) 1.00 1.00

Combinazione n° 7 [SLEF]

Nome condizione γ Coeff. part.

Spinta terreno 1.00Condizione 1 (strada) 1.00 1.00

Combinazione n° 8 [SLEQ]

Nome condizione γ Coeff. part.

Spinta terreno 1.00Condizione 1 (strada) 1.00 1.00

STABILITÀ NEI CONFRONTI DELLA LIQUEFAZIONE(p.7.11.3.4)

In relazione a quanto prescritto nelle NTC 2008 la verifica a liquefazione può essere omessa quando si manifesti almeno una delle seguenti cinque circostanze:

1. eventi sismici attesi di magnitudo M inferiore a 5;

2. accelerazioni massime attese al piano campagna in assenza di manufatti (condizioni di campo libero) minori di 0.1g;

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3. profondità media stagionale della falda superiore a 15 m dal piano campagna, per piano campagna sub-orizzontale e strutture con fondazioni superficiali;

4. depositi costituiti da sabbie pulite con resistenza penetrometrica normalizzata* (N1)60 > 30 oppure qc1N > 180 dove (N1)60 è il valore della resistenza determinata in prove penetrometriche dinamiche (Standard Penetration Test) normalizzata ad una tensione efficace verticale di 100 kPa e qc1N è il valore della resistenza determinata in prove penetrometriche statiche (Cone Penetration Test) normalizzata ad una tensione efficace verticale di 100 kPa;

5. distribuzione granulometrica non compresa nella fascia di liquefazione possibile indicata in Figura 1(a) nel caso di materiale con un coefficiente di uniformità Uc < 3.5 ed in Figura 1(b) per

coefficienti di uniformità Uc > 3.5

Si può affermare che la situazione oggetto di questo studio, rientra almeno nella circostanza n° 5 per le quali le verifiche a liquefazione possono essere omesse.

Le distribuzioni granulometriche relative ad entrambe i campioni prelevati, infatti, non sono comprese nelle fascie di liquefazione possibili indicate nelle Figure.

b

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STABILITÀ DEL PENDIO E DEI FRONTI DI SCAVO (p.7.77.3.5 e 7.11.4)

Non si prevede la realizzazione di significativi scavi rispetto alla conformazione attualmente raggiunta. Nella RELAZIONE DI CALCOLO sono riportate le verifiche di stabilità, di sicurezza e delle prestazioni soprarichiamate e risultano tutte con esito positivo. Tali verifiche indicano che la struttura, a seguito degli interventi, risulta stabile. In merito alla “verifica dei fronti di scavo” occorre tener presente che potranno realizzarsi scavi temporanei che rientrano tra le attività operative di cantiere transitorie e temporanee, esplicitamente escluse dal punto 10.1 delle N.T.C. 8 dall’ambito di applicazione delle stesse. Questa verifica è invece chiesta dagli Ispettori del lavoro che notoriamente ritengono lo scavo in sicurezza quando eseguiti con una pendenza non superiore all’angolo Φ come è previsto nel presente progetto. Ovviamente , all’atto esecutivo, potranno eseguirsi scavi temporanei di altezza limitata con pendenze superiori ed addirittura verticali in ragione della effettiva coesione, qui per semplicità trascurata, valutandone l’altezza secondo la formulazione di CULMAN o RANKINE o con l’ausilio dei diagrammi del TAYLOR. Comunque nel presente progetto non sono previste sistemazioni del terreno o particolari riprofilature ma solo un corretto assestamento delle pendenze per la regimazione delle acque meteoriche e la loro raccolta.

RISULTATI DELLE ANALISI E LORO COMMENTO

Dalle analisi geomorfologiche e dalle verifiche geotecniche svolte ne risulta che i valori di verifica sono accettabili pertanto il progetto proposto è realizzabile. Si prescrive che: -in corso d’opera si deve riscontrare la rispondenza della caratterizzazione geologica e geotecnica assunta in progetto e la situazione puntuale effettiva ovvero l’assenza di anomalie che dovranno essere comunque segnalate per eventuali provvedimenti.