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106 ARMI E TIRO 2/2013 Testo di Ruggero Pettinelli, foto di Matteo Galuzzi R uger ha deciso di inserirsi nel mercato del- le armi per il safari africano con un approc- cio insieme classico e innovativo: classico, proponendo per dare la caccia alle belve più grosse, coriacee e pericolose del mondo uno sche- ma tra i più collaudati, cioè l’architettura Mauser 98, opportunamente ammodernata in alcuni aspet- ti fondamentali (primo fra tutti il procedimento di costruzione, con ricorso alle microfusioni); mo- derno, offrendo un calibro completamente nuovo capace di duplicare, con abbondanza, le presta- zioni del leggendario .375 H&H, affrancandosi però dai limiti intrinseci di questo storico, ma un po’ datato calibro. Il risultato è una carabina bella da vedere, con un look assolutamente tradizionale e rispettoso dei canoni classici del safari, solida, affidabile e robu- sta, potente, persino economica. Di più, oggettiva- mente, non è possibile chiedere! IMPIANTO CLASSICO La M77 Hawkeye è la moderna interpretazione della M77 originale, cavallo di battaglia Ruger dal 1968. Riprende lo schema generale Mauser 98, con alcune importanti e intelligenti modifiche. L’ottu- Una carabina solida, affidabile ed economica per insidiare i pachidermi africani, camerata per una cartuccia che “reinventa” il .375 H&H: potenza superiore, ma azione più corta, per rendere più sicura e spedita la ricarica nella concitazione del momento Nella pagina a fronte: potenza e affidabilità con la Remington M77 Hawkeye african calibro .375 Ruger. A sinistra: la .375 Ruger (a destra) ha la stessa lunghezza totale delle cartucce della classe .30-06 (a sinistra), come per esempio la .300 Winchester magnum (al centro). PROVA Canna rigata Ruger M77 Hawkeye african calibro .375 Ruger chilogrammetri con palla di 270 grani chilogrammetri con palla di 300 grani 669 652 IL SAFARI INTELLIGENTE

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106 ARMI E TIRO 2/2013

Testo di Ruggero Pettinelli, foto di Matteo Galuzzi

Ruger ha deciso di inserirsi nel mercato del-le armi per il safari africano con un approc-cio insieme classico e innovativo: classico, proponendo per dare la caccia alle belve più

grosse, coriacee e pericolose del mondo uno sche-ma tra i più collaudati, cioè l’architettura Mauser 98, opportunamente ammodernata in alcuni aspet-ti fondamentali (primo fra tutti il procedimento di costruzione, con ricorso alle microfusioni); mo-derno, offrendo un calibro completamente nuovo capace di duplicare, con abbondanza, le presta-zioni del leggendario .375 H&H, affrancandosi però dai limiti intrinseci di questo storico, ma un po’ datato calibro. Il risultato è una carabina bella da vedere, con un look assolutamente tradizionale e rispettoso dei canoni classici del safari, solida, affidabile e robu-sta, potente, persino economica. Di più, oggettiva-mente, non è possibile chiedere!

IMPIanTo classIcoLa M77 Hawkeye è la moderna interpretazione della M77 originale, cavallo di battaglia Ruger dal 1968. Riprende lo schema generale Mauser 98, con alcune importanti e intelligenti modifiche. L’ottu-

Una carabina solida, affidabile ed economica per insidiare i pachidermi africani, camerata per una cartuccia che “reinventa” il .375 H&H: potenza superiore, ma azione più corta, per rendere più sicura e spedita la ricarica nella concitazione del momento

nella pagina a fronte: potenza e affidabilità con la Remington M77 Hawkeye african calibro .375 Ruger.

a sinistra: la .375 Ruger (a destra) ha la stessa lunghezza totale delle cartucce della classe .30-06 (a sinistra), come per esempio la .300 Winchester magnum (al centro).

PROVA Canna rigata Ruger M77 Hawkeye african calibro .375 Ruger

chilogrammetri con palla di 270 grani

chilogrammetri con palla di 300 grani669 652

Il safaRI IntellIgente

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Il safarI IntellIgente

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ratore, per esempio, ha il bloccaggio a due tenoni frontali contrapposti e fa giustamente a meno del-la terza aletta posteriore di sicurezza (inutile vista la solidità della chiusura e, per di più, complicata nella realizzazione dal punto di vista industriale). L’estrattore è quello a lamina elastica non rotante durante il movimento dell’otturatore, da sempre apprezzato per la sicurezza e la forza di aggancio al fondello della cartuccia, fin da quando viene prelevata dal caricatore. Quindi, anche con l’arma verticale, inclinata, rovesciata, il caricamento av-viene liscio e in sicurezza. L’azione è massiccia e squadrata ed è fissata alla calciatura, in noce americano, per mezzo di tre vi-ti: due in corrispondenza del ponticello, la terza frontale, in corrispondenza del recoil lug: saggia-mente, la vite non è fissata in senso perfettamente perpendicolare rispetto al piano inferiore dell’azio-

PROVA Canna rigata Ruger M77 Hawkeye african calibro .375 Ruger

ne, ma è inclinata all’indietro di circa 45 gradi, allo scopo di limitare il movimento di torsione causato dal rinculo. La canna, realizzata in acciaio al carbonio come l’azione (l’otturatore è invece in acciaio inox satinato, per resistere al meglio alle condizioni atmosferiche più avverse), è ottenuta per rotomartellatura: è lunga 23 pollici nominali (584 millimetri) e, visto il foro che deve “conte-nere”, ha una sezione piuttosto massiccia, seppur non proprio heavy contour, visto che termina con un diametro in volata di 17,2 millimetri. Come è d’obbligo per un’arma destinata al safari, sono presenti le mire metalliche da battuta, anch’esse in carattere con l’arma e il calibro, quindi mas-sicce e solide. Il mirino è montato su una rampa fissata alla volata per mezzo di un ampio collare ed è del tipo puntiforme con riferimento ad alta visibilità bianco per il tiro istintivo. Molto istin-

Il .375 Ruger ha lo scopo di offrire una cartuccia di potenza uguale o superiore al .375 H&H, ma senza i difetti dell’antica progenitrice

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1. Ad azione più corta (rispetto al .375 H&H) corrisponde un movimento più breve e sicuro dell’otturatore, fondamentale nella concitazione del safari.

2. e 3. L’otturatore è in acciaio inox satinato, per resistere alle intemperie, e utilizza il classico estrattore a lamina Mauser, affidabile sopra ogni altro.

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tiva anche la tacca di mira a foglietta fissa, con ampia “V” per la finestra, sottolineata dal seg-mento verticale bianco alla base della “V”. La carcassa è,comunque, fresata sulla sommità e sui fianchi per l’applicazione degli originali anelli Ruger (forniti di serie), utilizzati anche sui celebri revolver dell’azienda statunitense e caratterizzati sia dalla notevole stabilità anche sotto il più se-vero dei rinculi, sia dalla semplicità di montaggio anche da parte di non professionisti.Il serbatoio è un’altra “firma” di Mauser: è fisso e bifilare, della capacità di tre cartucce, con fon-dello incernierato apribile per lo scaricamento rapido senza necessità di camerare tutte le cartuc-ce una per una. La sicura manuale è un po’ sconcertante, nel senso che a prima vista sembra (come per esempio sulla Cz 550) far parte della codetta dell’otturatore, men-tre maneggiando la carabina ci si accorge che, in realtà, è montata su un perno che attraversa un fo-ro nel castello ed è, quindi, solidale a quest’ultimo. La leva, ben manovrabile, ha le classiche tre posi-zioni: fuoco, scatto bloccato, scatto e otturatore bloccati, offrendo la più ampia elasticità di utilizzo.

Per chi vuole comPrarlaA chi è indirizzata: al safarista che desidera un prodotto robusto, funzionale, affidabile, innovativoCosa richiede: munirsi di cartucce già prima della partenza per il safariPerché comprarla: perché offre la potenza del celebre .375 H&H superandone i limitiCon chi si confronta: essendo un calibro “proprietario”, mancano concorrenti diretti al di fuori del catalogo Ruger.

Qualche parola merita senz’altro la calciatura: lo stile è americano, con asta rastremata e puntale arrotondato, calciatura con pala dritta senza appog-giaguancia, “europeizzato”, però, dall’aggiunta del traversino in acciaio di irrobustimento in corrispon-denza del recoil lug e dal calciolo rosso mattone con distanziale nero. In corrispondenza dei punti di presa sono presenti ampie pannellature zigrina-te a passo medio-fine, molto grippanti.

Il calIbroIl .375 Ruger nasce con lo scopo di offrire una cartuccia di potenza uguale o superiore al più clas-sico dei calibri per safari, cioè il .375 Holland & Holland, affrancandosi però dai limiti intrinseci di questa secolare cartuccia. Il primo di questi difetti è senza dubbio la notevole lunghezza della cartuc-cia finita (91,44 millimetri a norma Saami per il .375 H&H), che obbliga a utilizzare azioni magnum, cioè in altre parole extra-lunghe. Non è una que-stione di robustezza (con un otturatore a bloccaggio frontale, la lunghezza effettiva dell’azione è irrile-vante), ma di praticità e sicurezza nell’uso: un’a-zione più lunga richiede un movimento più lungo

un .375 contro tuttiLa .375 Ruger è, tra le munizioni attualmente disponibili di serie in questo calibro, quella che raggiunge il miglior compromesso tra dimensioni e prestazioni. Nata con in mente il confronto diretto con la .375 H&H, riesce a surclassarla o quantomeno eguagliarla con i due principali pesi di palla in commercio, con in più la significativa differenza di consentire l’utilizzo di azioni standard lunghe (tipo .30-06) anziché magnum o extra-lunghe (tipo, appunto, .375 H&H). È ovviamente meno potente rispetto alla .375 Remington ultra magnum, la quale però condivide con la H&H la stessa lunghezza totale e, quindi, obbliga comunque a utilizzare azioni extra-lunghe.

Stesso problema per la .375 Weatherby (che in realtà è poco più di una .375 H&H con bossolo di tipo improved). Completamente fuori concorso, in tutti i sensi, la .378 Weatherby. Per contro, la sua rivale dimensionalmente più diretta, cioè la .376 Steyr (sviluppata sempre in collaborazione con Hornady), pur condividendo la compatibilità con azioni tipo .30-06 è costretta, in virtù del diametro più stretto del corpo, ad accontentarsi di velocità sensibilmente inferiori, a parità di peso di palla, e non può gestire con altrettanta scioltezza i 300 grani (che infatti non sono offerti in catalogo da Hornady).

Prestazioni a confrontocalibro Peso di palla (grs) lunghezza bossolo (mm) lunghezza totale (mm) V0 (m/sec) E0 (joule) E0 (kgm) azione

.375 H&H 270 72,39 91,44 853 6.365 649 Extra-lunga

.375 H&H 300 72,39 91,44 811 6.393 652 Extra-lunga.375 Ruger 270 65,53 84,84 866 6.561 669 Lunga.375 Ruger 300 65,53 84,84 811 6.393 652 Lunga.375 Rum 270 72,39 91,44 884 6.836 697 Extra-lunga.375 Rum 300 72,39 91,44 841 6.875 701 Extra-lunga

.375 Weatherby 300 72,64 93,73 853 6.365 649 Mark V magnum.376 Steyr 225 60,0 79,00 792 4.573 466 Lunga.376 Steyr 270 60,0 79,00 792 5.487 559 Lunga

.378 Weatherby 270 74,17 93,73 969 8.214 837 Mark V magnum

.378 Weatherby 300 74,17 93,73 892 7.734 788 Mark V magnum

Nota: le dimensioni di bossolo e cartuccia sono tratte dalle tabelle ufficiali Saami. I dati di velocità ed energia sono quelli forniti da Hornady, eccezion fatta per il .375 Rum, del quale abbiamo preso i dati pubblicati da Remington, e per i calibri Weatherby, presi dal catalogo Weatherby.

1 21. Il ponticello è realizzato a parte rispetto al bocchettone del serbatoio

ed è fissato per mezzo di due viti.

2. la vite frontale di unione dell’azione alla calciatura è angolata di circa

45 gradi per meglio sopportare il rinculo.

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di apertura e chiusura dell’otturatore e, nella con-citazione del momento, magari quando ci si trova a dover sparare un secondo o un terzo colpo a un pachiderma a distanza “di sputo”, può capitare di non riuscire a completare il movimento retrogrado di apertura, riportando l’otturatore in avanti quan-do ancora non è riuscito a espellere il bossolo, op-pure il bossolo è stato espulso ma non è stato ag-ganciato il fondello della cartuccia seguente. Ri-sultato, un sonoro e desolante “click” al posto dell’auspicato “bum” con la pressione del grilletto, magari quando il bestione ha già cominciato la sua furibonda carica. Il .375 Ruger ha, quindi, una lun-ghezza totale di soli 84,84 mm, pienamente com-patibile con la “classe” .30-06 e, quindi, con azio-ni standard. Una cartuccia più corta significa un’a-zione più corta, quindi un movimento più corto di apri-e-chiudi, quindi una maggior sicurezza che si riesca a completare il movimento anche nelle oc-casioni più frenetiche e concitate. Ovvio che la prima obiezione sia: più corto, significa anche me-no polvere! Sbagliato. Il secondo difetto della .375 H&H è quello, infatti, di una notevolissima rastre-matura del corpo, il che significa che, a fronte di una lunghezza imponente, la volumetria interna in realtà non è così elevata. In più, la combustione di una colonna di polvere lunga e sottile è molto me-

no efficiente rispetto alla combustione di una co-lonna più corta e tozza. Per questo, il .375 Ruger ha pareti praticamente parallele e angolo di spalla doppio (30 gradi contro 15) rispetto al .375 H&H. Risultato? A fronte di quasi 7 millimetri in meno di lunghezza, il bossolo Ruger ha una volumetria interna di 6,35 centimetri cubi, contro i 6,22 del .375 H&H. Quindi, il volume interno è addirittura superiore, non inferiore. E il risultato si vede: con-frontando lo stesso caricamento (270 grani Sp Su-performance) nel catalogo Hornady per .375 Ruger e H&H, il primo ottiene una velocità in canna ma-nometrica di 866 m/sec mentre il secondo si ferma a 853 m/sec. Con il caricamento standard non Su-performance, la velocità dell’H&H si ferma addi-rittura a 823 m/sec.Con la palla di 300 grani, a parità di palla e versio-ne, combaciano anche le prestazioni nominali (811 m/sec), ma solo con il caricamento più esasperato Superformance, mentre con il caricamento standard la velocità della vecchia cartuccia inglese si ferma a 771 m/sec. Analogamente, la .375 H&H di Re-mington con palla Swift A-frame di 300 grani, ferma il display del cronografo a 769 m/sec, cioè oltre 40 metri al secondo in meno. Terzo aspetto migliorativo rispetto al vecchio H&H, la precisione intrinseca: il .375 Ruger ha bossolo

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1. La leva della sicura a tre posizioni “sembra” far parte della codetta dell’otturatore, ma quando si apre quest’ultimo ci si rende conto che è invece fissata all’azione.

2. e 3. Le mire sono quelle tipiche da safari, mirino (foto 3) a lama su rampa con riferimento cilindrico bianco e tacca di mira (foto 2) a “V” con filetto bianco per il puntamento istintivo.

4. Il fondello incernierato del serbatoio, liberato premendo la leva a bilanciere davanti al ponticello, consente lo scaricamento rapido senza dover camerare le cartucce una alla volta.

5. Il calcio è dritto e senza appoggiaguancia, in stile molto americano.

6. L’astina è rastremata con puntale arrotondato ed è ampiamente zigrinata.

7. Il bossolo del .375 Ruger (a destra) a confronto con il .375 H&H. Il Ruger è più corto, ma nonostante ciò è più capiente.

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Marca Tipo palla Peso palla (grs) V0 (m/sec) Sd E0 (joule) E0 (kgm)Hornady Sp 270 827,8 3,2 5.995 611

Scheda tecnica tabella baliStica

massima a 100 yard è di 2,4 pollici (61 mm). Quin-di, il tiro risulta sufficientemente teso per tiri a 150-200 metri, senza dover impazzire con le regolazio-ni dell’ottica. Malgrado l’arma fosse perfettamen-te nuova (a parte la prova al banco), il funziona-mento si è dimostrato da subito perfettamente fluido: l’inserimento della cartuccia nel serbatoio fisso è agevole, così come spedita e liscia è la ca-meratura. L’apertura dell’otturatore non è partico-larmente dura e lo scorrimento in estrazione privo di impuntamenti. L’estrattore fisso consente di dosare a piacimento la forza di espulsione, ma an-che senza dover effettuare veri e propri strappi sul manubrio otturatore, si ha la soddisfacente visione del bossolo proiettato un paio di metri lontano. Lo scatto, denominato Lc6, non è regolabile nel peso di sgancio ed è settato su un peso piuttosto elevato (4.000 grammi rilevati al dinamometro Lyman), ma la corsa è molto pulita e lo sgancio è netto, il che fa sembrare più contenuto lo sforzo richiesto di quanto non sia. Su un’arma di così grosso calibro da portare nel bush, tra l’altro, non ci sentiamo di criticare la scelta prudenziale di Ruger e non giu-dicheremmo positivamente uno scattino da 1,5 chilogrammi. Le reazioni allo sparo sono, come è abbastanza ovvio, imperiose, e la fiammata di bocca è piutto-sto corposa, senza per questo risultare abbagliante nella penombra (quasi oscurità) del tunnel. Seppur vigoroso il rinculo è, però, piuttosto progressivo e la guancia del tiratore non viene interessata più di tanto, mentre a salvare la spalla provvede il calcio-lo, forse non molto spesso, ma sicuramente effica-ce nell’azione dissipatrice dell’energia.

Produttore: Ruger, www.ruger.comDistributore: Bignami spa, via Lahn 1, 39040 Ora (Bz), tel. 0471.80.30.00, fax 0471.81.08.99, www.bignami.itModello: M77 Hawkeye africanTipo: carabina a ripetizioneCalibro: .375 Ruger Funzionamento: otturatore girevole-scorrevole tipo MauserAlimentazione: serbatoio fisso bifilareNumero colpi: 3Lunghezza canna: 584 mmLunghezza totale: 1.111 mmScatto: diretto, peso di sgancio rilevato circa 4.000 grammiMire: mirino a lama su rampa con riferimento puntiforme bianco, tacca di mira a “V” con filetto centrale bianco, carcassa predisposta per il montaggio di anelli per l’ottica (in prova, Zeiss Duralyt 2-8x42Sicura: manuale a leva a tre posizioni sul lato destro della carcassaMateriali: acciaio al carbonio; otturatore in acciaio inox; calciatura in noce americanoFiniture: brunitura nera opacaPeso: 3.500 grammi circaQualifica: arma da cacciaAltre versioni: mancinaPrezzo: 1.191 euro, Iva inclusa

di tipo rimless e, quindi, va in battuta in camera di scoppio in corrispondenza della spalla, mentre il chilometrico H&H è di tipo belted e, quindi, il con-trasto con la camera di scoppio avviene in corri-spondenza del collarino sopra il fondello. Ne con-segue che il bossolo Ruger ha un posizionamento molto più preciso della palla in camera e una mi-nore vibrazione e oscillazione del colletto nella critica fase dell’uscita della palla, prima che im-bocchi la rigatura. Di conseguenza, la costanza è superiore. Questa è la tendenza di tutti i magnum moderni, che dopo decenni di passione per i bos-soli belted (vedi .300 Winchester magnum e 7 mm, ma anche tutti i Weatherby), hanno ormai abban-donato in massa il vecchio (e a ben vedere inutile) collarino di inizio secolo. Esempi classici di scuo-la, i Wsm di Winchester e la gamma Ultra magnum di Remington.

La noSTra ProVaLa prova a fuoco si è svolta nel tunnel interno all’a-zienda importatrice, la Bignami di Ora (Bz), sulla distanza di 100 metri, utilizzando un’ottica a nostro avviso adatta al genere di caccia alla quale si rivol-ge la African, cioè una variabile Zeiss Duralyt 2-8x42: sull’ingrandimento più basso è ben sfrut-tabile nel tiro di stoccata a breve distanza, con l’in-grandimento superiore consente di tentare il tiro più lungo. A tal proposito, con la cartuccia con palla di 270 grani Sp (quella che abbiamo provato noi), con arma tarata a 200 yard l’ordinata massima a 100 yard è di solo 1,8 pollici (46 mm), mentre con le due 300 grani a disposizione nel catalogo Hornady (Dgs e Dgx Superformance) l’ordinata

Tre colpi in 30 mm con cartucce

commerciali 270 grs Sp.

La canna è lunga 584 millimetri e ha un profilo massiccio, ma non troppo heavy, visto che la volata misura soli 17,2 mm.

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