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Procedura Ospedaliera Pr.Osp. 56/2014 Rev. n. 1 del 19/12/2014 PROCEDURA PER LA PREVENZIONE DELLE INFEZIONI DELLE VIE URINARIE CORRELATE AL CATETERISMO VESCICALE Pr.Osp. n.56 /2014 da arch. nel cap 8.2.2.2 Procedura prevenzione infezioni delle vie urinarie correlate al CV Rev. 1 del 19/12 /2014 Pag.1 di 16 PROCEDURA PER LA PREVENZIONE DELLE INFEZIONI DELLE VIE URINARIE CORRELATE AL CATETERISMO VESCICALE Rev. n. Data Causale modifica Redatto da: Approvato da: Validato da: 1 19/12/2014 Aggiornamento Dr. A. Bini Dr. S. Cinalli Dr. A Fanasca Dr. G. Farinelli CPSE D. Batticiocca Gruppo Operativo CIO il 10/12 /2014 Direttore Sanitario Aziendale ff Dr. P. Magrini il 19/12/2014 0 18/06/2002 Prima stesura Gruppo di lavoro individuato SAIO Gruppo Operativo CIO CIO il 18/06/2002 Distribuito il 26/08/2015 da archiviare nel capitolo 8.2.2.2 Destinatari: tutti gli operatori sanitari che, direttamente e/o indirettamente, interagiscono nella gestione dei pazienti con catetere vescicale. COLLABORAZIONI E CONSULENZE TECNICHE Dr. A. Ferrari Infettivologo Aziendale e Anestesista Rianimatore UOS TIPO Dr. D. Cuccoli Anestesista Responsabile CABO I Dr. L. Lepre Dirigente Chirurgo UOC Chirurgia d’Urgenza Dr. M. Meledandri Direttore UOC Microbiologia e Virologia Dr. M. Ballardini Biologo UOC Microbiologia e Virologia Dr. C. Rosati Dirigente Medico UOC Medicina B Dr. D.E. Collura Dirigente Medico UOC Geriatria Dr. A. Ferraro Farmacista UOC Farmacia Dr. B. Morcinelli Responsabile Area Infermieristica SAIO Sig. M. Sereni Coordinatore Professionale Sanitario Esperto Blocco Operatorio C Sig.ra S.M. Luzzara Coordinatore Professionale Sanitario Esperto UOC Cardiologia U Sig.ra S. Brinzaglia Coordinatore Professionale Sanitario Esperto UOC Medicina A Sig.ra L. Muso Coordinatore Professionale Sanitario Esperto Terapia Sub intensiva Medica Sig.ra A.R. Marchionni Coordinatore Professionale Sanitario Esperto UOC Ortopedia e Traumatologia

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PROCEDURA PER LA PREVENZIONE DELLE INFEZIONI DELLE VIE

URINARIE CORRELATE AL CATETERISMO VESCICALE

Rev. n. Data Causale modifica Redatto da: Approvato da: Validato da:

1 19/12/2014 Aggiornamento

Dr. A. Bini

Dr. S. Cinalli

Dr. A Fanasca

Dr. G. Farinelli

CPSE D. Batticiocca

Gruppo Operativo

CIO

il 10/12 /2014

Direttore

Sanitario

Aziendale ff

Dr. P. Magrini

il 19/12/2014

0 18/06/2002 Prima stesura Gruppo di lavoro

individuato SAIO

Gruppo Operativo

CIO

CIO

il 18/06/2002

Distribuito il 26/08/2015 da archiviare nel capitolo 8.2.2.2

Destinatari: tutti gli operatori sanitari che, direttamente e/o indirettamente, interagiscono nella gestione

dei pazienti con catetere vescicale.

COLLABORAZIONI E CONSULENZE TECNICHE

Dr. A. Ferrari Infettivologo Aziendale e Anestesista Rianimatore UOS TIPO

Dr. D. Cuccoli Anestesista Responsabile CABO I

Dr. L. Lepre Dirigente Chirurgo UOC Chirurgia d’Urgenza

Dr. M. Meledandri Direttore UOC Microbiologia e Virologia

Dr. M. Ballardini Biologo UOC Microbiologia e Virologia

Dr. C. Rosati Dirigente Medico UOC Medicina B

Dr. D.E. Collura Dirigente Medico UOC Geriatria

Dr. A. Ferraro Farmacista UOC Farmacia

Dr. B. Morcinelli Responsabile Area Infermieristica SAIO

Sig. M. Sereni Coordinatore Professionale Sanitario Esperto Blocco Operatorio C

Sig.ra S.M. Luzzara Coordinatore Professionale Sanitario Esperto UOC Cardiologia U

Sig.ra S. Brinzaglia Coordinatore Professionale Sanitario Esperto UOC Medicina A

Sig.ra L. Muso Coordinatore Professionale Sanitario Esperto Terapia Sub intensiva Medica

Sig.ra A.R. Marchionni Coordinatore Professionale Sanitario Esperto UOC Ortopedia e Traumatologia

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INDICE

1.OBIETTIVO ..................................................................................................................................... 3

2.SETTORI E PERSONALE COINVOLTO ...................................................................................... 3

3.TERMINOLOGIA E ABBREVIAZIONI ........................................................................................ 3

4.RESPONSABILITA’ E AUTORITA’ .............................................................................................. 3

5.DESCRIZIONE DELLE ATTIVITA’ .............................................................................................. 4

5.1. METODI ALTERNATIVI AL CV......................................................................................... 11

6.ALLEGATI ..................................................................................................................................... 12

7.MATERIALI / DISPOSITIVI / ATTREZZATURE ...................................................................... 12

8. MODALITA’ E FASI DI APPLICAZIONE ............................................................................... 12

9.VERIFICA DI APPLICAZIONE: INDICATORI, TEMPISTICA DI VALUTAZIONE E

REGISTRAZIONE ........................................................................................................................ 12

10. RINTRACCIABILITA’ E CUSTODIA ................................................................................. 13

11. RIFERIMENTI LEGISLATIVI E BIBLIOGRAFICI ............................................................ 13

12. CRITERI E TEMPISTICA DELLE REVISIONI .................................................................. 13

Allegato - CLASSIFICAZIONI RACCOMANDAZIONI di CONSENSO per le EVIDENZE ....... 14

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1. OBIETTIVO

Generale: Razionalizzare l’uso del catetere vescicale (CV) al fine di ridurre le infezioni urinarie

correlate, diffondere e implementare l’appropriatezza al ricorso e alla corretta gestione

da parte di tutti gli operatori coinvolti nella pratica clinica e assistenziale;

Specifici: - limitare il ricorso al CV ai soli casi necessari;

- ridurre al minimo la durata della cateterizzazione tracciandone ogni fase sulla cartella

clinica;

- attuare ogni fase della gestione del CV con procedure asettiche;

- eliminare comportamenti errati e procedure incongrue nella gestione del catetere.

2. SETTORI E PERSONALE COINVOLTO

La Procedura è destinata a medici, infermieri, professionisti sanitari, operatori di supporto e tutti

coloro che, a qualunque titolo, hanno contatti diretti o indiretti con i pazienti che necessitano di

catetere vescicale o coinvolti nelle attività necessarie a garantire l’applicazione della presente

procedura.

3. TERMINOLOGIA E ABBREVIAZIONI

CICA: Commissione Infezioni Correlate all’Assistenza

CV: Catetere Vescicale

ICA: Infezioni Correlate all’Assistenza (Determina Regione Lazio n° G04112 del 1.4.2014 “Linee di indirizzo regionale per la

stesura del piano di Risk Management (PARM): gestione del rischio clinico e delle infezioni correlate all’assistenza (CC-ICA)

IVU: Infezioni Vie Urinarie

EAU: European Association of Urology

PO: Procedura Ospedaliera

DM: Dispositivo Medico

EBM: Evidence Based Medicine

EBN: Evidence Based Nursing

ANIPIO: Associazione Nazionale Infermieri Prevenzione Infezioni Ospedaliere

SIMPIOS: Società Italiana Multidisciplinare Prevenzione Infezioni Organizzazioni Sanitarie

TNT: Tessuto Non Tessuto

TTR: Tessuto Tecnico Riutilizzabile

PAD: Prontuario Antisettici e Disinfettanti

LG: Linee Guida

DSP: Direzione Sanitaria di Presidio

CDC: Center for Disease Control and Prevention

HICPAC: Healthcare Infection Control Practices Advisory Committee

NICE: National Institute for Clinical Excellence

MdS: Ministero della Salute

4. RESPONSABILITA’ E AUTORITA’

Il cateterismo vescicale è una procedura invasiva che prevede il posizionamento attraverso l’uretra

di un catetere all’interno della vescica, al fine di drenare all’esterno le urine in essa contenute, per il

monitoraggio della diuresi o per garantirne lo svuotamento.

La responsabilità dell’atto presuppone una:

corretta indicazione;

valutazione delle possibili opzioni alternative;

appropriata scelta dei DM;

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adeguata procedura di posizionamento;

corretta gestione;

dettagliata tracciabilità;

frequente rivalutazione per una precoce rimozione.

La responsabilità dell’indicazione al cateterismo vescicale e della scelta dei presidi e materiali è del

medico prescrittore; la responsabilità del posizionamento del catetere è del medico e/o

dell’infermiere/ostetrica. Nei casi in cui sia necessario il posizionamento di particolari tipologie di

catetere la responsabilità diventa esclusivamente dello specialista urologo.

Si riporta a scopo esemplificativo la matrice delle responsabilità nella sottostante tabella:

Istituzione/persona Livello di responsabilità (V-Vigilanza, R-Responsabile, C-Collabora)

Direzione Sanitaria di Presidio V

CIO V

Dirigente Farmacisti C

Dirigente Microbiologo C

Direttore/Dirigente UO V

Coordinatore infermieristico/Ostetrico V

Medico R

infermiere / ostetrica R

professioni tecniche e riabilitative C

altre professioni C

operatori di supporto C

visitatore/paziente C

5. DESCRIZIONE DELLE ATTIVITA’

Le ICA dell’apparato urinario rappresentano fino al 40% di tutte le infezioni correlate alle pratiche

assistenziali e l’80% di queste dipendono dall’uso del catetere vescicale. Si stima inoltre che:

- il 75% circa delle IVU siano secondarie a manovre strumentali sull’apparato urinario;

- il 18% circa dei pazienti ospedalizzati sia sottoposto a cateterismo vescicale;

- il 36% circa dei giorni di permanenza del catetere non sia necessario;

- il 40% circa delle IVU siano prevenibili rimuovendo prima possibile il catetere;

- il 30/40% circa delle batteriemie ospedaliere si manifesti in seguito ad una IVU.

Il cateterismo vescicale si associa comunque a colonizzazione del tratto urinario, a maggior durata

del ricovero, e a costi aggiuntivi. Infatti:

- la probabilità di isolare batteri nel tratto urinario aumenta del 3-6% per ogni giorno in più di

permanenza del catetere.

- nei cateteri con circuito aperto la probabilità di essere colonizzati è del 100% dopo il quarto

giorno di cateterismo.

- nei cateteri con circuito chiuso la probabilità di essere colonizzati è pari al 50% dopo il quarto

giorno. - La letteratura indica che l’inserimento del catetere è ingiustificata nel 21% circa dei pazienti

ricoverati e che nel 47% circa dei casi è inappropriato il mantenimento in situ del catetere.

Pertanto l’uso razionale del cateterismo vescicale, inteso sia come appropriatezza nella prescrizione

che nella gestione e mantenimento, è fondamentale per prevenire le IVU in ambiente ospedaliero.

In questo ospedale è stato effettuato uno studio di prevalenza i cui dati confermano la rilevanza del

fenomeno sia dal punto di vista statistico che microbiologico.

Le indicazioni al CV, secondo le LG della European Association of Urology (EAU), sono le

seguenti:

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□ Ostruzione acuta delle basse vie urinarie e ritenzione urinaria

□ Disfunzione neurologica permanente se controindicato il cateterismo intermittente

□ Monitoraggio della diuresi nel paziente critico (shock, coma, scompenso cardiaco etc.)

finchè perdurano tali condizioni

□ Interventi chirurgici sull’apparato urinario, ginecologico e sull’apparato gastroenterico

□ Trattamento con chemioterapici per uso topico nelle neoplasie vescicali limitatamente al

tempo di somministrazione del farmaco

□ Necessità di monitoraggio intraoperatorio della diuresi negli interventi di chirurgia

maggiore

□ Nei pazienti incontinenti affetti da lesioni sacrali o perineali di grado severo ( 3° e 4° )

□ Pazienti che richiedono immobilizzazione prolungata (pz con lesioni spinali e o vertebrali,

politraumatizzati con fratture del bacino etc.)

□ Svuotamento vescicale pre-parto laddove la paziente non sia in grado di urinare

spontaneamente

□ Gravi casi di macroematuria per evitare la ritenzione di coaguli e il tamponamento

vescicale

□ Incontinenza urinaria (se impossibile utilizzare metodi alternativi quali condom,

cateterismi intermittente o ausili assorbenti)

□ Per migliorare la qualità di vita nei pazienti terminali

IL CATETERISMO VESCICALE, ESEGUITO CON CORRETTA PROCEDURA IN

ASEPSI, NON NECESSITA DI PROFILASSI ANTIBIOTICA

Il posizionamento del CV deve essere eseguito da due operatori, eccezionalmente da uno

solo. La manovra è descritta in questa seconda modalità, ad un solo operatore, poiché

rappresenta la situazione più critica che richiede massima conoscenza degli atti da

compiere e del razionale scientifico che li deve guidare

l’effettuazione della manovra in due è da privilegiare sempre e soprattutto in

presenza di oggettive difficoltà.

Ogni operatore deve sempre commisurare la propria capacità e conoscenza alle azioni da

compiere e, nelle difficoltà, ha il dovere di riconoscere i propri limiti e ricorrere ad un collega più

esperto o all’intervento medico; se la manovra è svolta in modo incauto o incerto può esitare in

lesioni traumatiche uretrali minime, fino a lacerazioni e creazione di false strade con problematico

ripristino del normale percorso anatomico e notevole sofferenza per il paziente.

PROCEDURA CATETERISMO VESCICALE

Oggetto Descrivere la modalità di esecuzione del cateterismo vescicale:

preparazione materiale

inserimento

mantenimento in situ

svuotamento del sistema di drenaggio urine

prelievo per urinocoltura, etc.

Obiettivo Effettuare la procedura in asepsi secondo EBM/EBN, letteratura scientifica, LG di associazioni

accreditate (ANIPIO, SIMPIOS, EAU, etc.), in modo uniforme in tutti gli ambiti assistenziali

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dell’ospedale al fine di prevenire le infezioni correlate alla manovra e alla permanenza del

catetere, evitando le complicanze.

Applicazione Cateterismo vescicale nell’adulto in tutte le realtà assistenziali ospedaliere.

INSERIMENTO CATETERE VESCICALE

MATERIALI

1. carrello o altro piano di appoggio stabile sul quale posizionare tutto l’occorrente

2. ausili per la privacy del paziente in caso di cateterismo a letto

3. materiale sterile di seguito elencato: - 3 telini in TTR 50 x 60 o in TNT

- garze 10 x 10

- 2 paia di guanti sterili di idonea misura

- contenitore e antisettico (Iodopovidone 7,5% - 10% soluz. acquosa o Clorexidina Gluconato + Cetrimide

0,015% + 0,15% pronto uso in bustine da 25 ml) come previsto nel PAD Aziendale

- lubrificante sterile con anestetico non inferiore al 2% in confezione monodose

- soluzione fisiologica in fiale da 10 ml

- siringa da 10 ml

- siringa cono catetere da 50/60 ml.

4. catetere foley in lattice siliconato 18 Charrier

5. dispositivo di raccolta urine a circuito chiuso

6. DPI: guanti monouso di idonea misura, occhiali e mascherina

7. flacone di gel alcolico per decontaminazione mani;

8. soluzione fisiologica da 100 ml

9. reniforme o altro contenitore di supporto

10. dispositivo per fissaggio del catetere

11. contenitore per rifiuti prodotti da smaltire secondo procedura aziendale

12. lenzuolo per copertura del paziente nella parte superiore del corpo

DESCRIZIONE E SEQUENZA TECNICA DELLE AZIONI

AZIONE MOTIVAZIONE

Preparazione materiale/paziente

Predisporre sul piano di appoggio il materiale occorrente Disporre di quanto necessario per il cateterismo

Spiegare al paziente la procedura che sarà eseguita Informare per consenso/collaborazione riducendo l’ansia

Isolare il paziente in medicheria o con ausili barriera Garantire la privacy

Far eseguire o praticare accurata igiene intima se non

autosufficiente

Ridurre la presenza di materiale organico e non ostacolare

l’efficacia dell’antisettico

Indossare i DPI previsti e ispezionare il sito corporeo per

evidenziare eventuali malformazioni (fimosi e/o stenosi nell’uomo;

meato retratto nella donna)

Evitare imprevisti al momento della cateterizzazione

Coprire la parte superiore del corpo e far assumere la posizione

supina all’uomo, supina con gambe flesse alla donna

Far assumere la posizione ottimale

AZIONE MOTIVAZIONE

Preparazione campo sterile

Effettuare decontaminazione antisettica delle mani Eliminare la flora microbica transitoria e abbassare quella

residente

- Aprire un primo telino sterile toccando esclusivamente i margini

esterni e porlo sul piano di appoggio

- Aprire la confezione esterna dei DM facendo cadere sul campo

Ottenere un campo sterile ove appoggiare i materiali

necessari

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sterile il contenuto

Effettuare ulteriore decontaminazione antisettica delle mani Eliminare la flora microbica transitoria acquisita

Indossare i guanti sterili e imbibire i 3 tamponi con l’antisettico Consentire il mantenimento dell’asepsi

AZIONE MOTIVAZIONE

Antisepsi del meato uretrale

Donna: separare le grandi labbra;

prendere i 3 tamponi imbibiti di

antisettico e, con un solo movimento

dall’alto verso il basso, effettuare

l’antisepsi delle grandi e piccole labbra e

del meato uretrale

Uomo: con la mano non dominante

tenendo il pene, retrarre il prepuzio e

scoprire il glande, quindi con la mano

dominante prendere i 3 tamponi imbibiti di

antisettico e procedere con l’antisepsi dal

meato verso la base del glande, con

movimenti circolari

Efficace antisepsi del meato uretrale

e dell’area genitale circostante;

l’utilizzo dei 3 tamponi evita il

movimento ripetuto dal paziente al

campo sterile

Ripetere l’azione con il tampone successivo e lasciare l’ultima garza adesa al meato Evitare di riportare microrganismi

verso il meato urinario e consentire la

persistenza dell’azione antisettica.

Uomo: la mano non dominante continua la presa del pene Evitare che il prepuzio ricopra il

glande.

Donna: distribuire il lubrificante sulle

garze

Uomo: inserire il lubrificante nell’uretra

con l’apposito introduttore, lasciandolo

agire per almeno 2-3 minuti

Facilitare l’introduzione del catetere

riducendo il fastidio e i possibili

traumi.

Togliere i guanti sterili Contaminati nella manovra di

antisepsi

AZIONE MOTIVAZIONE

Scelta e preparazione del catetere

Utilizzare il catetere di misura standard stabilita Evitare l’uso di cateteri di misura e

materiali inappropriati

Aprire catetere e dispositivo drenaggio urine, in modo asettico, sul piano sterile Completare il campo sterile

AZIONE MOTIVAZIONE

Cateterismo Donna

Eseguire decontaminazione antisettica delle mani e indossare

nuovamente i guanti sterili

Assicurare l’antisepsi della procedura

Distribuire il lubrificante già posto sulla garza lungo il catetere,

partendo dall’estremità distale fino a circa metà della lunghezza

Facilitare l’introduzione del catetere

Posizionare 2 telini sterili per circoscrivere l’area dei genitali

esterni

Ottenere il campo sterile

Con la mano non dominante divaricare grandi e piccole labbra con

dita a forbice

Vedere il meato uretrale posto sotto il clitoride e

immediatamente sopra l’ingresso della vagina

Introdurre gradualmente il catetere nell’uretra quasi interamente

sino alla fuoriuscita dell’urina

Accertarsi di essere in vescica

Visionata l’urina, gonfiare il palloncino con 10 ml di soluzione

fisiologica e ritirare il catetere delicatamente sino ad avvertire la

resistenza del palloncino contro il collo vescicale

Ancorare il catetere al collo vescicale

Collegare al catetere il dispositivo di drenaggio urine chiuso Garantire subito il circuito chiuso

AZIONE MOTIVAZIONE

Cateterismo Uomo

Eseguire decontaminazione antisettica delle mani e indossare

nuovamente i guanti sterili

Assicurare l’antisepsi della procedura

Distribuire il lubrificante già posto sulla garza lungo il catetere,

partendo dall’estremità distale fino a circa metà della lunghezza

Facilitare l’introduzione del catetere

Posizionare 2 telini sterili per circoscrivere l’area dei genitali

esterni

Ottenere il campo sterile

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Con la mano dominante prendere la punta del catetere fra pollice e

indice sostenendo la parte distale tra l’anulare e il mignolo

Evitare la contaminazione della parte distale del catetere

Con la mano non dominante mantenere il pene perpendicolare

all’addome esercitando una delicata trazione

Favorire l’introduzione del catetere rettilineizzando

l’uretra

Introdurre il catetere gradualmente fino ad avvertire la resistenza

dello sfintere striato e dell’uretra prostatica

Evitare traumi uretrali

Superare delicatamente la resistenza prostatica inserendo il catetere

per quasi la sua intera lunghezza

Favorire la risalita del catetere in vescica attraverso

l’uretra prostatica

Visionata l’urina, gonfiare il palloncino con 10 ml di soluzione

fisiologica e ritirare il catetere delicatamente sino ad avvertire la

resistenza del palloncino contro il collo vescicale

Ancorare il catetere al collo vescicale poiché sicuramente

“in vescica”

AZIONE MOTIVAZIONE

Verifica/Complicanze

In assenza di fuoriuscita di urina immettere delicatamente circa 30 ml di fisiologica

sterile con la siringa cono/catetere e, successivamente aspirare; se con l’aspirazione

persiste l’assenza di urina, fermarsi e segnalare al medico la difficoltà.

L’assenza di urina o la mancata

aspirazione del liquido introdotto

comprova il non raggiungimento

della vescica

Se nell’introduzione si avverte una resistenza insolita, ritirare un po’ il catetere e

ruotarlo sul suo asse, farlo poi riavanzare sempre con gradualità e senza forzare,

eventualmente ruotando il pene verso il basso fino a renderlo parallelo al corpo

Superare la resistenza in sicurezza

Se nel gonfiare il palloncino si avverte eccessiva resistenza e/o il paziente lamenta

dolore, sgonfiarlo immediatamente, rimuovere il catetere e segnalare il problema al

medico

Effettuare il cateterismo in sicurezza

superando i piccoli ostacoli anatomici

AZIONE MOTIVAZIONE

Svuotamento vescica

Controllare lo svuotamento della vescica sospendendo il flusso ai primi 600 ml.;

continuare lo svuotamento ad intervalli di 30’ facendo fuoriuscire non più di 300 ml

ogni volta, fino al completo svuotamento vescicale; poi lasciare il deflusso libero

Evitare lo svuotamento repentino

della vescica con conseguente

ematuria ex vacuo

Effettuare il fissaggio del catetere con l’apposito dispositivo, lateralmente alla radice

della coscia, facendolo passare al di sopra della stessa, nella parte superiore. Nell’uomo

il dispositivo di fissaggio va posizionato distante dal glande (per prevenire la

compressione dell’angolo peno-scrotale ed evitare decubiti a livello del meato uretrale).

Ridurre traumatismi in uretra.

Mantenere il CV lontano dal perineo.

Evitare contatto con ferita e/o

drenaggi

Posizionare il dispositivo del sistema di drenaggio urine a circuito chiuso sempre al di

sotto del livello della vescica e sempre sollevato dal pavimento, ancorandolo ai

sottostanti bordi del letto o degli ausilii utilizzati per la mobilizzazione

Ridurre la possibilità di

contaminazione del sistema di

drenaggio urine a circuito chiuso da

cause ambientali

AZIONE MOTIVAZIONE

Smaltimento e riordino dei materiali

Smaltire tutti i materiali utilizzati con le modalità previste

dall’apposita procedura

Ottemperare alla normativa vigente, alle PO in uso e

all’organizzazione in essere nella realtà assistenziale

Togliere i guanti come atto finale Proteggersi durante lo smaltimento dei materiali sporchi

Decontaminazione antisettica delle mani Obbligatorio atto igienico conclusivo di ogni azione

assistenziale

Effettuare riordino del materiale e rifornimento di quello usato Garantirne la disponibilità per le successive procedure

AZIONE MOTIVAZIONE

Informazione, gestione e registrazione

Informare paziente e “Care-giver” sulla corretta gestione del

catetere e sistema di drenaggio urine chiuso

Evitare comportamenti scorretti possibili causa di

danni/complicanze e infezioni

Registrare nella documentazione clinico/infermieristica:

- motivo della cateterizzazione

- volume e aspetto delle urine drenate dopo posizionamento del CV

- data e ora della cateterizzazione / sostituzione

Tracciare le azioni intraprese e fornire dati di riferimento e

comparazione a tutti gli operatori coinvolti nell’assistenza

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- tipo e calibro del catetere

- problemi/complicanze intervenuti nel corso del cateterismo

- eventuali segnalazioni da parte del paziente

- firma dell’operatore che ha effettuato la procedura

SVUOTAMENTO DISPOSITIVO DI DRENAGGIO URINE A CIRCUITO CHIUSO STERILE

Il sistema di drenaggio urine a circuito chiuso sterile non deve essere mai disconnesso dal catetere

per non provocare contaminazione e aumentare il rischio di infezioni correlate.

Per vuotare il dispositivo e per effettuare il prelievo di urine devono essere utilizzati

rispettivamente il rubinetto di scarico e il punto di prelievo.

MATERIALE OCCORRENTE:

• Carrello o altro piano di appoggio stabile sul quale posizionare tutto il materiale

• Carta rotolo per asciugare possibile micro perdite di gocce di urina

• Guanti monouso

• Garze

• Iodopovidone in soluzione alcolica

• Sacche monouso/monopaziente sterili e con rubinetto di scarico per il successivo svuotamento

• Contenitore monouso su cui poggiare le sacche da smaltire successivamente

• DPI (guanti, occhiali e mascherina)

DESCRIZIONE DELLE ATTIVITA’ AZIONE MOTIVAZIONE

Informare il paziente Ottenere la sua collaborazione

Posizionare al di sotto della sacca carta rotolo monouso sufficiente

ad assorbire eventuali perdite di urina

Prevenire la contaminazione ambientale e il conseguente

rischio biologico per gli operatori

Eseguire il lavaggio / decontaminazione delle mani Abbattere la flora microbica transitoria e prevenire le ICPA

Indossare i DPI previsti Prevenire il rischio biologico per l'operatore

Disinfettare la valvola di scarico della sacca urine con le garze

imbevute di Iodopovidone in soluzione alcolica Abbattere la carica microbica e ostacolare l'accesso e la

risalita dei microrganismi attraverso la valvola di scarico

Raccordare la sacca di scarico con tecnica no-touch e aprire il

dispositivo di chiusura per drenare le urine

Garantire un corretto svuotamento del dispositivo di

drenaggio urine con la sacca di raccolta

Al termine dello svuotamento chiudere la valvola di scarico e

inserire la valvola nell'apposita asola

Impedire che la valvola di scarico venga a contatto con

superfici contaminate (pavimento, etc.)

Svuotare la sacca monouso di scarico e smaltirla:

- nei rifiuti assimilabili agli urbani in presenza di urine prive di

sangue e non provenienti da pazienti con patologia infettiva

- nei rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo in presenza di

urine francamente ematiche e/o provenienti da pazienti con

patologia infettiva (si assimilano cautelativamente anche i

pazienti con colonizzazione/infezione da Alert Organism secondo

i Protocolli aziendali)

Lavorare in linea con le indicazioni aziendali

Smaltire il materiale monouso utilizzato e ricondizionare quello

pluriuso secondo PO

Rendere l'ambiente igienicamente idoneo per le successive

procedure

Togliere i guanti ed effettuare decontaminazione antisettica delle

mani

Abbattere la flora microbica dalle mani e prevenire le

infezioni

Registrare la procedura sulla documentazione infermieristica

riportando la quantità e qualità delle urine

Tracciare la corretta esecuzione della procedura e

monitorare la diuresi del paziente

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MANTENIMENTO IN SITU DEL CV

Prima di ogni pratica assistenziale che preveda la manipolazione del CV gli operatori devono

effettuare il lavaggio/decontaminazione delle mani e indossare i guanti monouso.

La pulizia quotidiana della zona del meato uretrale è necessaria poiché la risalita per via

extraluminale è quella maggiormente utilizzata dai microorganismi patogeni; deve essere

effettuata tramite semplice detersione contestualmente alla quotidiana igiene perineale.

Il dispositivo di raccolta urine a circuito chiuso deve essere svuotato prima che sia

completamente pieno.

PRELIEVO STERILE DELLE URINE DA CV

La manovra di seguito descritta va eseguita come previsto nel manuale di microbiologia “Richiesta

raccolta ed invio di campioni per esami microbiologici e molecolari”, disponibile nell’area intranet

al punto 3.1.3.1 dell’albero delle procedure ospedaliere aziendali.

Materiale per la raccolta:

Contenitore sterile in polistirene, a bocca larga, con tappo a vite rosso.

Precauzioni:

Non si devono mai inviare le urine prelevate dalla sacca di raccolta

Il set di raccolta urine (a circuito chiuso) non deve essere mai disconnesso

Il set di raccolta urine (a circuito chiuso) presenta un apposito sito di prelievo del campione

Modalità di prelievo:

Indossare i guanti monouso

Avvolgere il sito di prelievo con un impacco di garza imbevuta di clorexidina alcolica 2% ; chiudere a

valle il sito di prelievo (clamping)

Attendere la raccolta delle urine

Allestire il materiale necessario garantendone la sterilità (telino sterile, siringa e contenitore aperto,

tamponi sterili)

Rimuovere l’impacco di garza con antisettico dal sito di prelievo

Togliere i guanti monouso e lavare le mani con antisettico

Indossare i guanti sterili

Disinfettare nuovamente il sito di prelievo con clorexidina alcolica 2%

Con siringa sterile aspirare una piccola quantità di urina (circa 10 ml) e versarla nel contenitore

Chiudere il contenitore facendo attenzione a non toccare l’interno

Riaprire il drenaggio

Smaltire il materiale monouso e riordinare il poliuso secondo PO

Inviare il campione in laboratorio di Microbiologia nel minor tempo possibile

Specificare sempre nella richiesta su DNweb che il campione è stato prelevato da CV

RIMOZIONE DEL CV

Il CV va rimosso prima possibile, non appena viene meno l’indicazione clinica all’utilizzo , su

prescrizione medica

AZIONI

Informare il paziente e spiegare la procedura da eseguire

Decontaminare le mani

Indossare guanti monouso non sterili

Praticare l’igiene perineale

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Rimuovere i guanti

Decontaminare nuovamente in modolaità antisettica le mani e indossare i DPI (guanti,

occhiali e mascherina)

Posizionare un telino sottostante il meato uretrale

Aspirare completamente con la siringa il contenuto del palloncino

Invitare il paziente a respirare profondamente e a rilassarsi durante la rimozione

Sfilare delicatamente il catetere

Osservare il catetere per evidenziare depositi e verificare l’integrità dello stesso

Smaltire il catetere nei rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo

Osservare il meato uretrale per evidenziare eventuali segni di flogosi o lesioni

Rivalutare il paziente entro 2-3 ore per assicurarsi della ricomparsa della minzione spontanea

Avvertire il medico in assenza di ripristino della minzione spontanea

SOSTITUZIONE DEL CV

Qualora sia necessario il mantenimento prolungato del CV, lo stesso dovrà essere sostituito secondo

le indicazioni cliniche e le indicazioni riportate sulla scheda tecnica del DM, seguendo le modalità

precedentemente esposte.

RACCOMANDAZIONI

Il clampaggio intermittente del catetere (ginnastica vescicale) non è efficace nel migliorare la

funzionalità vescicale ed è dannoso per l’insorgere delle infezioni vescicali

5.1. METODI ALTERNATIVI AL CV

In tutti i casi in cui il CV non è strettamente necessario vanno privilegiati metodi alternativi, in

particolare per il monitoraggio delle urine e per l’incontinenza. In ospedale tali metodi sono

rappresentati dagli ausili contenitivi e assorbenti.

AUSILI CONTENITIVI

CONDOM: dispositivo esterno ad uso esclusivamente maschile, disponibile in varie misure, in

morbido lattice di gomma o in materiale ipoallergenico da utilizzare come da scheda

tecnica del produttore.

Non sono adatti in caso di:

- pene retratto

- allergia ai materiali usati per le guaine o per i metodi di fissaggio

- pazienti non collaboranti al mantenimento del dispositivo(dementi, stato confusionale,

con handicap)

- pazienti che soffrono di ritenzione urinaria

- pazienti con ostruzione cervico-prostatica con residuo post-minzionale

Modalità di fissaggio:

- mastice adesivo per la pelle (metodo più sicuro)

- striscia biadesiva (aderisce da un lato al pene, dall'altro alla guaina)

- guaina autoadesiva (con adesivo incorporato)

SACCA RACCOGLI URINA per CONDOM monoconfezione

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Al Condom va connessa la relativa sacca per la raccolta urine, da sostiture quando piena

RACCOMANDAZIONI

Prima della scelta della guaina, il paziente e/o caregiver deve essere informato sull’utilità del

condom e istruito nella gestione del sistema.

ispezionare il pene per evidenziare precocemente segni di compressione o reazione cutanea.

PROCEDURA PER APPLICAZIONE O SOSTITUZIONE DEL CONDOM

Informare il paziente

Preparare il materiale occorrente e predisporre l’ambiente per garantire la privacy

Fare eseguire/eseguire l’igiene intima al paziente

Eseguire il lavaggio sociale delle mani prima di inserire il condom

Aprire la confezione del condom , indossare i guanti in lattice non sterili, tenere il pene con la

mano sinistra e con la mano destra applicare il condom alla punta del pene, quindi srotolarlo

lentamente sul pene lasciando un po’ di spazio tra la punta del pene e la parte terminale del

condom e collegare la sacca di raccolta urine

Ricondizionare e smaltire il materiale utilizzato

Rimuovere i guanti e eseguire la decontaminazione delle mani

Controllare a breve distanza di tempo il funzionamento del sistema osservando:

- la presenza di urina nella sacca di raccolta

- l’assenza di perdite fuori dal sistema

- l’assenza di reazioni locali

AUSILI ASSORBENTI

Traverse e Pannoloni

Prevedono un’attenta igiene personale, allo scopo di prevenire macerazione cutanee e infezioni

batteriche o micotiche. Sono sconsigliati in presenza di ulcere da pressioni di grado severo (3° e 4°).

6. ALLEGATI

Allegato: classificazione delle raccomandazioni di consenso per le evidenze

7. MATERIALI / DISPOSITIVI / ATTREZZATURE

Tutto il materiale e i dispositivi medici citati nella presente procedura regolarmente disponibili in

ospedale poiché fanno parte della dotazione standard per assicurare l’assistenza ai pazienti

8. MODALITA’ E FASI DI APPLICAZIONE

L’applicazione e la diffusione della presente procedura è immediatamente operativa dopo la

validazione CIO.

9. VERIFICA DI APPLICAZIONE: INDICATORI, TEMPISTICA DI VALUTAZIONE E

REGISTRAZIONE

Il monitoraggio sulla corretta applicazione della presente procedura verrà effettuato secondo i

seguenti indicatori:

presenza della Procedura nell’UO o in forma cartacea o in forma digitale durante i sopralluoghi

congiunti SAIO/Farmacia/DSP

Report semestrale/annuale da parte dell’UOC Farmacia relativo al consumo dei cateteri vescicali e

delle sacche a circuito chiuso. Valore atteso: rapporto 1 a 2.

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10. RINTRACCIABILITA’ E CUSTODIA

La presente procedura verrà inserita, come consuetudine, nell’apposita sezione dell’area

INTRANET aziendale (cliccando sul Linee Guida e Protocolli de logo CIO).

11. RIFERIMENTI LEGISLATIVI E BIBLIOGRAFICI

MdS 1996: Cortecchia W, Curti C, Dametto MP; Di Todaro O, Moro ML, Petrosillo N, et al. Prevenzione delle

infezioni delle vie urinarie (IVU) nei pazienti cateterizzati: uso di catetere e assistenza infermieristica. Ministero della

Sanità, Comitato Nazionale per la valutazione della qualità dell’assistenza. GIIO 1996;9-18

CDC/HICPAC 2002: Boyce JM, Pittet D. Guideline for hand hygiene in health-care settings Recommendations of the

Healthcare Infection Control Practices Advisory Committee and the HICPAC/SHEA/APIC/IDSA Hand Higiene Task

Force. MMWR 2002 October 25;51(RR16)

NICE 2003: National Institute for Clinical Excellence, Clinical Guideline 2 Infection control, Prevention of Healthcare-

Associated Infection in primary and community care, June 2003

EPIC2-NHS 2007: Pratt R, Pellowe CM, Wilson JA, Loveday HP, Harper PJ, Jones SRLJ, McDougall C, Wilcox MH.

Epic2: National Evidence-Based Guidelines for Preventing Healthcare-Associated Infections in NHS Hospitals in

England. Journal of Hospital Infedtion 2007;65S:S1-S64

12. CRITERI E TEMPISTICA DELLE REVISIONI

La procedura verrà aggiornata ogni qualvolta se ne ravvisi la necessità e/o al variare dei dispositivi

medici previsti in letteratura.

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Allegato - CLASSIFICAZIONI RACCOMANDAZIONI di CONSENSO per le EVIDENZE

• CDC e HICPAC

Categoria IA Misure fortemente raccomandate per l’adozione e fortemente supportate da studi

sperimentali, clinici o epidemiologici;

Categoria IB Misure fortemente raccomandate per l’adozione e supportate da alcuni studi

sperimentali, clinici o epidemiologici, e da un forte razionale teorico;

Categoria IC Misure raccomandate perché esplicitate da leggi, regolamenti, norme regionali,

nazionali o internazionali;

Categoria II Misure suggerite per l’adozione e supportate da studi clinici o epidemiologici suggestivi

o da un forte razionale teorico.

• NICE – Livello di Evidenze

Categoria Ia. Evidenze provenienti da meta-analisi o trial randomizzati e controllati;

Categoria Ib. Evidenze provenienti da almeno un trial controllato e randomizzato;

Categoria IIa. Evidenze provenienti da almeno un trial controllato ma NON randomizzato;

Categoria IIb. Evidenze provenienti da almeno un altro tipo di studio quasi - sperimentale;

Categoria III. Evidenze provenienti da uno studio descrittivo NON sperimentale, come gli studi

comparativi, quelli di correlazione e caso-controllo;

I Categoria V. Evidenze provenienti da report di comitati di esperti, o da opinioni e/o esperienza

clinica di autorità riconosciute in materia.

FORZA DELLE RACCOMANDAZIONI

Grado A Direttamente basati su evidenze di categoria I;

Grado B Direttamente basati su • evidenze di categoria II, o

• raccomandazioni estrapolate da evidenze di categoria I

Grado C Direttamente basati su • evidenze di categoria III, o

• raccomandazioni estrapolate da evidenze di categoria I o II

Grado D Direttamente basati su • evidenze di categoria IV, o

• raccomandazioni estrapolate da evidenze di categoria I, II o III.

• MdS – Comitato Nazionale per la qualità dell’assistenza. Raccomandazioni prevenzione infezioni

vie urinarie (1996)

Categoria I

Misure fortemente raccomandate, la cui efficacia è supportata da studi clinici

controllati oppure sono considerate efficaci dalla maggior parte degli esperti nel

settore; sono di pratica applicazione e devono essere adottate in tutti gli ospedali;

Categoria II

Misure moderatamente raccomandate. Include quelle sostenute da solide evidenze

scientifiche ma non adottabili in tutti gli ospedali, e quelle supportate da forti

motivazioni teoriche ma non studiate adeguatamente.

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TABELLA DELLE PRATICHE RACCOMANDATE

1. Necessità di cateterismo vescicale

PRATICA RACCOMANDATA CLASSIFICAZIONE FONTE

Inserire il CV solo in presenza di una precisa indicazione

clinica e rimuoverlo non appena la stessa decade. Considerare

sempre possibili metodi alternativi.

Categoria I MdS 1996

Class D/ GPP EPIC2-NHS 2007

Grado D NICE 2003

Rivalutare regolarmente la necessità clinica di proseguire la

cateterizzazione, la durata prevista, la preferenza del paziente

e il rischio infettivo correlato.

Class D/ GPP EPIC2-NHS 2007

Grado C NICE 2003

2. Selezione del tipo e del sistema di catetere

PRATICA RACCOMANDATA CLASSIFICAZIONE FONTE

Utilizzare normalmente CV calibro 18 charrier; solo in caso di

urine torbide e/o con ematuria usare calibri più grandi. Categoria II MdS

Scegliere la tipologia del CV in funzione dell’esperienza

clinica, della valutazione del paziente e della durata prevista

della cateterizzazione.

Class D/ GPP EPIC2-NHS 2007

Grado C NICE 2003

Utilizzare sistemi di drenaggio urine chiusi, sterili, dotati di

rubinetto di svuotamento, punto per prelievo urine e ausili di

ancoraggio.

Categoria I MdS 1996

Class A/ GPP EPIC2-NHS 2007

3. Inserimento del catetere

PRATICA RACCOMANDATA CLASSIFICAZIONE FONTE

Prima dell’inserimento del CV pulire il meato uretrale Class D NICE 2003

Lavarsi/decontaminarsi le mani e utilizzare i guanti per

qualsiasi manipolazione sul sistema di drenaggio urinario e

rilavarle/decontaminarle dopo aver rimosso i guanti.

Categoria IB CDC/HICPAC 2002

La cateterizzazione è una procedura asettica. L’asepsi deve

essere garantita e mantenuta durante tutte le fasi con adeguato

lavaggio mani, utilizzando tutti i materiali e i presidi sterili e

non inquinando l’area di lavoro sino alla fine.

Class D EPIC2-NHS 2007

Categoria I MdS 1996

Usare lubrificante con anestetico in confezione monodose

Categoria II MdS 1996

Grado D NICE 2003

Class D EPIC2-NHS 2007

Documentare sempre la necessità della cateterizzazione,

l’inserimento del CV, le rivalutazioni e ogni altra

azione/osservazione assistenziale quotidiana

Class D/GPP EPIC2-NHS 2007

Grado D NICE 2003

4. Gestione del catetere

PRATICA RACCOMANDATA CLASSIFICAZIONE FONTE

Assicurare il deflusso dell’urina Categoria I MdS 1996

Il sistema di drenaggio urine a circuito chiuso non deve essere

mai staccato dal catetere.

Categoria I MdS 1996

Grado A EPIC2-NHS 2007

La pulizia quotidiana del meato urinario con acqua e

detergente è igienicamente sufficiente

Grado A NICE 2003

Class A EPIC2-NHS 2007

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Procedura

Ospedaliera

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Prelevare i campioni di urina dall’apposito sito di prelievo

utilizzando tecnica asettica.

Categoria I MdS 1996

Grado D/GPP EPIC2-NHS 2007

Posizionare la sacca di drenaggio urine sempre sotto il livello

della vescica usando un supporto che impedisca il contatto

con il pavimento.

Class D/GPP EPIC2-NHS 2007

Categoria II MdS 1996

I cateteri devono essere cambiati solo quando clinicamente

necessario o secondo le raccomandazioni del produttore.

Grado D NICE 2003

Non aggiungere soluzioni antisettiche o antimicrobiche nelle

sacche di drenaggio urine,

Grado D NICE 2003

Non effettuare irrigazioni, instillazioni e lavaggi vescicali per

prevenire le infezioni delle vie urinarie associate al CV

Categoria II MdS 1996

Class A EPIC2-NHS 2007

5. Formazione degli operatori sanitari, dei pazienti e dei parenti

PRATICA RACCOMANDATA CLASSIFICAZIONE FONTE

L’inserimento, la gestione del CV e tutte le manovre

assistenziali devono essere eseguite solo da personale

qualificato che deve essere formato e aggiornato nel tempo.

Categoria I MdS 1996

Class D/ GPP EPIC2-NHS 2007

Grado D NICE 2003

Addestrare e supportare adeguatamente sia i pazienti portatori

di cateteri a lungo termine che i loro caregivers.

Grado D NICE 2003

I pazienti e i parenti devono essere istruiti circa il loro ruolo

nel contrastare l’insorgere dell’infezione urinaria.

Class D/ GPP EPIC2-NHS 2007