prime pagine, 5 maggio 2013

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Domenica 5 maggio 2013 – Anno 5 – n° 122 1,20 – Arretrati: 2,00 Redazione: via Valadier n° 42 – 00193 Roma Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46) tel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230 Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009 L e forze contrarie al cambiamento in Italia hanno sempre la- vorato”: Lorenza Carlas- sare, professore emeri- to di Diritto costitu- zionale a Padova, sospira al telefono. Truzzi » pag. 9 Si fa ma non si dice di Marco Travaglio T utto è bene quel che finisce bene. Michaela Biancofiore, sottosegretario alle Pari Op- portunità per mezza giornata, è stata spostata alla Pubblica Amministrazione, che tanto è la stessa cosa. Il governo dei giovani e dei com- petenti è salvo. C’è stato forse un piccolo errore, come cantava Celentano. Ma non sarà una mi- nuscola smagliatura, dovuta all’inesperienza per la tenera età, a sminuire la statura del Pre- mier Nipote, reduce dal trionfale tour in Eu- ropa (pare che alcuni capi di Stato e di governo l’abbiano addirittura riconosciuto). Natural- mente nessuno intende difendere la signora Biancofiore. In un paese serio le sue idee (si fa per dire) su Mussolini e Berlusconi, i suoi spiriti guida, le impedirebbero di presiedere un’as- semblea di condominio. Ma delle sue idee l’“amazzone di Silvio”, come orgogliosamente si fa chiamare, non ha mai fatto mistero. E al- lora sarebbe interessante sapere chi ha avuto la splendida idea di chiamarla a far parte del go- verno, per giunta alle Pari Opportunità. Non bastava tutto quel che aveva detto fino all’al- troieri? Pare di no, tant’è che le è stata fatale un’intervista di ieri a Repubblica in cui – horribile dictu – invitava le associazioni gay, “invece di autoghettizzarsi e difendere il loro interesse di parte, a condannare i femminicidi”. Acqua fre- sca, rispetto a quel che aveva detto prima della nomina. E allora c’è da capire chi fa le nomine nel governo Letta: Tafazzi? Bombolo? Jimmy il Fenomeno? Ma ora che Michaela va a occuparsi della Pubblica Amministrazione, il problema è risolto. Almeno per i giornali e tg governativi (praticamente tutti), che usano il caso Bian- cofiore come specchietto per le allodole. Come se ora avessimo il migliore dei governi possibili. È il trionfo di Tartuffe, l’apoteosi dell’ipocrisia democristiana, il festival del “si fa ma non si dice”. Infatti Lettino invita i ministri e i loro vice alla “sobrietà” nelle esternazioni: come se il problema non fosse quello che fanno, ma quello che dicono. Lo sanno tutti, per esempio, che il sottosegretario Micciché è l’uomo di Lombar- do (imputato per mafia) e di Dell’Utri (con- dannato per mafia). E infatti lui rivela al Corriere che l’amico Marcello gli “ha telefonato per i complimenti” e “ha avuto un ruolo nelle scelte che ha fatto Berlusconi (e dunque Letta, ndr)” e che Lombardo “ha telefonato a Verdini e Ber- lusconi invocando la mia nomina”. Però Dell’Utri e Lombardo in Parlamento non ci sono e B. al governo non ci è entrato: dunque dov’è il problema? Ci sono Alfano, Lupi, Qua- gliariello & C., tutte figure notoriamente au- tonome e indipendenti dal Cainano. Ora la bat- taglia di Tartuffe si sposta sulla presidenza della Convenzione che riformerà la Costituzione. B. dice che spetta a lui e il Pd, che ha calato le braghe facendogli scegliere il presidente della Repubblica e poi il premier, si oppone fiera- mente come sull’ultima trincea della Resisten- za. Ma il guaio non è che B. potrebbe presie- derla: è che, non essendo bastata la disfatta della Bicamerale, questi sciagurati abbiano deciso di riscrivere la Costituzione, per giunta con lui. Ed essendosi pappati – col 25% dei voti – le prime quattro cariche dello Stato, hanno già ricono- sciuto il diritto del Pdl a occupare quella della Convenzione. Che poi vi si accomodi B., o Schi- fani, o Calderoli, fa qualche differenza? Anzi, paradossalmente è molto meglio B.: almeno chi non ha ancora capito chi comanda se ne fa una ragione e si leva ogni residua illusione. Ma pro- prio su questo equivoco si regge il governo della vergogna: sulle foglie di fico e sulla truffa del meno peggio. Non c’è Verdini, ma c’è il suo sodale Girlanda, circondato da un esercito di cementificatori e nemici dell’ambiente. Non c’è Gaparri né Letta (Gianni), ma c’è il loro clone Catricalà. Non ci sono gli imputati del Pdl, in compenso ci sono quelli del Pd (Bubbico e De Luca), che notoriamente profumano di Chanel numero 5. Viene in mente una vignetta di Al- tan. “Poteva andare peggio”. “No”. dc PD, ANATOMIA DI UN TRADIMENTO di Antonio Padellaro I l Fatto ha contato almeno 50 città dove la base del Pd è in rivolta contro le larghe in- tese strette con il Pdl di Silvio Berlusconi. C’è chi aspetta il congresso sperando nella ri- vincita della sinistra interna, magari con l’arrivo della ca- valleria di Rodotà. C’è chi vor- rebbe staccare la spina subito, per creare l’anelato “nuovo soggetto politico”, ma teme che, come spesso in passato, i sogni muoiano all’alba. Molti si chiedono sgomenti come sia potuto accadere. Ecco come. - Breve riepilogo. Nel settem- bre 2012 Mario Monti annun- ciò con tono perentorio alla Cnn: “Non correrò alle elezio- ni, sono senatore a vita”. Una dozzina di volte almeno prima della scadenza del settennato, Giorgio Napolitano aveva escluso decisamente una rie- lezione, arrivando a definire questa ipotesi semplicemente “ridicola”. Anche dopo i risul- tati del voto di febbraio non si contano le dichiarazioni di esponenti del Pd ferocemente contrari a un governo con Berlusconi: da Bersani a Fran- ceschini, dalla Finocchiaro a Massimo D’Alema a cui si de- ve un no senza se e senza ma: “Non è possibile che, neppure in emergenza, le maggiori for- ze politiche del centrosinistra e del centrodestra formino un governo insieme”. Di Silvio Berlusconi, Enrico Letta ha detto cose piuttosto pesanti, arrivando a definirlo “patetico e bollito”. Così l’8 aprile scor- so il vicesegretario del Pd dava il colpo di grazia a qualsiasi possibilità di accordo con il Pdl: “Il governissimo come è stato fatto in Germania qui non è attuabile”. Sappiamo com’è finita. Monti si è can- didato con un suo partito. Na- politano si è fatto rieleggere. Letta è il premier del gover- nissimo, sostenuto da tutto il suo partito, tranne un paio di giapponesi dispersi nella giungla. Amen. - Inganno e disprezzo. Dell’u- so del tradimento in politica si è occupata, tra i tanti, Hannah Arendt spiegando che, se i po- litici mentono, è o per debo- lezza, avendo comunque biso- gno di garantirsi il consenso elettorale, o per disprezzo, ri- tenendo utili i voti, ma inutili gli elettori. segue a pag. 3 Cassa integrazione e misure per gli esodati : invece di perdersi in polemiche inutili, perché il gove r n o non affronta subito la grave emergenza sociale? Letta ritira alla Biancofiore la delega alle Pari opportunità. Non aveva detto niente sui negri » www.spinoza.it LA CATTIVERIA La priorità è una manovra per finanziare la cassa integrazione, mentre si studia un sistema per superare l’imposta sugli immobili e la Tares sulla raccolta dei rifiuti LA COSTITUZIONALISTA Carlassare: i paletti imposti a Bersani, i saggi e il bis Tutte le forzature del Quirinale »EFFETTO INCIUCIO » Da Prato, “ce n t ro” dei ribelli, a Pistoia e Roma: “Mai con B.” Viaggio nel Pd in rivolta che ammaina le bandiere » GLI EREDI DEL MAESTRO La villa contesa e la guerra degli ultimi Verdi Chierici » pag. 16 U di Furio Colombo DISOCCUPATI PERMANENTI: NUOVE SCENE DI CLASSE S e io avessi potuto dimostra- re che la fabbrica è un bene comune e non un interesse pri- vato...”. Trovo questa frase nella raccolta di scritti e discorsi di Adriano Olivetti nel volume Il mondo che nasce appena pubbli- cato dalle Edizioni di Comuni- tà. » pag. 18 Perniconi e Zanca » pag. 7 CRICCHE, P3, AMICI DEGLI AMICI MA PAGA SOLO LA BIANCOFIORE » TASSE » Il premier cerca di guadagnare qualche mese Abolire l’Imu? Vince il rinvio I conti in tasca a Brunetta e ai ministri L o scontro sull’Imu pare in via di raffred- damento. Solo Renato Brunetta non si ar- rende e chiede abolizione e restituzione della quota. Provvedimento dal quale lui avrebbe un beneficio diretto, per la sua prima casa, da 5.500 euro. Feltri e Lillo » pag. 4 - 5 Michaela Biancofiore Ansa Letta fa la voce grossa e toglie le Pari Opportunità a una sottosegretaria comunque inadeguata. Ma non batte ciglio se nel governo sono presenti un cementiere alle Infrastrutture (Girlanda), alla Giustizia un amico di personaggi chiacchierati (Ferri) e Micciché felice per le raccomandazioni di Dell’Utri e Lombardo I militanti: “Hanno trasformato il partito in uno scheletro”, “il ‘ro t t a m a re ’ di Renzi è rimasto solo una parola d’ordine, come dimostrato in occasione del voto per il Colle”. Nuovo segretario: Cuperlo favorito, ma Civati minaccia la scissione Caporale, De Carolis e Tecce » pag. 2 - 3 y(7HC0D7*KSTKKQ( +%!"!\!"!\

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Domenica 5 maggio 2 01 3 – Anno 5 – n° 122 € 1,20 – Arretrati: € 2 ,0 0

Redazione: via Valadier n° 42 – 00193 Roma Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46)

tel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230 Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009

Le forze contrarie alcambiamento in

Italia hanno sempre la-vorato”: Lorenza Carlas-sare, professore emeri-to di Diritto costitu-zionale a Padova,sospira al telefono.

Truzzi » pag. 9

Si fa ma non si dice

di Marco Travaglio

Tutto è bene quel che finisce bene. MichaelaBiancofiore, sottosegretario alle Pari Op-

portunità per mezza giornata, è stata spostataalla Pubblica Amministrazione, che tanto è lastessa cosa. Il governo dei giovani e dei com-petenti è salvo. C’è stato forse un piccolo errore,come cantava Celentano. Ma non sarà una mi-nuscola smagliatura, dovuta all’inesperienzaper la tenera età, a sminuire la statura del Pre-mier Nipote, reduce dal trionfale tour in Eu-ropa (pare che alcuni capi di Stato e di governol’abbiano addirittura riconosciuto). Natural-mente nessuno intende difendere la signoraBiancofiore. In un paese serio le sue idee (si faper dire) su Mussolini e Berlusconi, i suoi spiritiguida, le impedirebbero di presiedere un’as-semblea di condominio. Ma delle sue ideel’“amazzone di Silvio”, come orgogliosamentesi fa chiamare, non ha mai fatto mistero. E al-lora sarebbe interessante sapere chi ha avuto lasplendida idea di chiamarla a far parte del go-verno, per giunta alle Pari Opportunità. Nonbastava tutto quel che aveva detto fino all’al-troieri? Pare di no, tant’è che le è stata fataleun’intervista di ieri a Re p u b b l i ca in cui – horribile

dictu – invitava le associazioni gay, “invece diautoghettizzarsi e difendere il loro interesse diparte, a condannare i femminicidi”. Acqua fre-sca, rispetto a quel che aveva detto prima dellanomina. E allora c’è da capire chi fa le nominenel governo Letta: Tafazzi? Bombolo? Jimmy ilFenomeno? Ma ora che Michaela va a occuparsidella Pubblica Amministrazione, il problema èrisolto. Almeno per i giornali e tg governativi(praticamente tutti), che usano il caso Bian-cofiore come specchietto per le allodole. Comese ora avessimo il migliore dei governi possibili.È il trionfo di Tartuffe, l’apoteosi dell’ipocrisiademocristiana, il festival del “si fa ma non sidice”. Infatti Lettino invita i ministri e i lorovice alla “sobrietà” nelle esternazioni: come se ilproblema non fosse quello che fanno, ma quelloche dicono. Lo sanno tutti, per esempio, che ilsottosegretario Micciché è l’uomo di Lombar-do (imputato per mafia) e di Dell’Utri (con-dannato per mafia). E infatti lui rivela al Co r r i e re

che l’amico Marcello gli “ha telefonato per icomplimenti” e “ha avuto un ruolo nelle scelteche ha fatto Berlusconi (e dunque Letta, ndr)” eche Lombardo “ha telefonato a Verdini e Ber-lusconi invocando la mia nomina”.Però Dell’Utri e Lombardo in Parlamento nonci sono e B. al governo non ci è entrato: dunquedov’è il problema? Ci sono Alfano, Lupi, Qua-gliariello & C., tutte figure notoriamente au-tonome e indipendenti dal Cainano. Ora la bat-taglia di Tartuffe si sposta sulla presidenza dellaConvenzione che riformerà la Costituzione. B.dice che spetta a lui e il Pd, che ha calato lebraghe facendogli scegliere il presidente dellaRepubblica e poi il premier, si oppone fiera-mente come sull’ultima trincea della Resisten-za. Ma il guaio non è che B. potrebbe presie-derla: è che, non essendo bastata la disfatta dellaBicamerale, questi sciagurati abbiano deciso diriscrivere la Costituzione, per giunta con lui. Edessendosi pappati – col 25% dei voti – le primequattro cariche dello Stato, hanno già ricono-sciuto il diritto del Pdl a occupare quella dellaConvenzione. Che poi vi si accomodi B., o Schi-fani, o Calderoli, fa qualche differenza? Anzi,paradossalmente è molto meglio B.: almeno chinon ha ancora capito chi comanda se ne fa unaragione e si leva ogni residua illusione. Ma pro-prio su questo equivoco si regge il governo dellavergogna: sulle foglie di fico e sulla truffa delmeno peggio. Non c’è Verdini, ma c’è il suosodale Girlanda, circondato da un esercito dicementificatori e nemici dell’ambiente. Non c’èGaparri né Letta (Gianni), ma c’è il loro cloneCatricalà. Non ci sono gli imputati del Pdl, incompenso ci sono quelli del Pd (Bubbico e DeLuca), che notoriamente profumano di Chanelnumero 5. Viene in mente una vignetta di Al-tan. “Poteva andare peggio”. “No”.

dc

PD, ANATOMIA

DI UN TRADIMENTO

di Antonio Padellaro

Il Fa t to ha contato almeno50 città dove la base del Pd

è in rivolta contro le larghe in-tese strette con il Pdl di SilvioBerlusconi. C’è chi aspetta ilcongresso sperando nella ri-vincita della sinistra interna,magari con l’arrivo della ca-valleria di Rodotà. C’è chi vor-rebbe staccare la spina subito,per creare l’anelato “nuovosoggetto politico”, ma temeche, come spesso in passato, isogni muoiano all’alba. Moltisi chiedono sgomenti come siapotuto accadere. Ecco come.- Breve riepilogo. Nel settem-bre 2012 Mario Monti annun-ciò con tono perentorio allaCnn: “Non correrò alle elezio-ni, sono senatore a vita”. Unadozzina di volte almeno primadella scadenza del settennato,Giorgio Napolitano avevaescluso decisamente una rie-lezione, arrivando a definirequesta ipotesi semplicemente“ridicola”. Anche dopo i risul-tati del voto di febbraio non sicontano le dichiarazioni diesponenti del Pd ferocementecontrari a un governo conBerlusconi: da Bersani a Fran-ceschini, dalla Finocchiaro aMassimo D’Alema a cui si de-ve un no senza se e senza ma:“Non è possibile che, neppurein emergenza, le maggiori for-ze politiche del centrosinistrae del centrodestra formino ungoverno insieme”. Di SilvioBerlusconi, Enrico Letta hadetto cose piuttosto pesanti,arrivando a definirlo “pateticoe bollito”. Così l’8 aprile scor-so il vicesegretario del Pd davail colpo di grazia a qualsiasipossibilità di accordo con ilPdl: “Il governissimo come èstato fatto in Germania quinon è attuabile”. Sappiamocom’è finita. Monti si è can-didato con un suo partito. Na-politano si è fatto rieleggere.Letta è il premier del gover-nissimo, sostenuto da tutto ilsuo partito, tranne un paio digiapponesi dispersi nellagiungla. Amen.- Inganno e disprezzo. Dell’u-so del tradimento in politica siè occupata, tra i tanti, HannahArendt spiegando che, se i po-litici mentono, è o per debo-lezza, avendo comunque biso-gno di garantirsi il consensoelettorale, o per disprezzo, ri-tenendo utili i voti, ma inutiligli elettori.

segue a pag. 3

Cassa integrazione e misure per gli esodati: invece di perdersi in polemicheinutili, perché il gove r n o non affronta subito la grave emergenza sociale?

Letta ritira alla Biancofiorela delega alle Pariopportunità. Non avevadetto niente sui negri

» w w w. s p i n oza . i t

LA CATTIVERIA

La priorità è una manovra per finanziare

la cassa integrazione, mentre si studia

un sistema per superare l’imposta sugli

immobili e la Tares sulla raccolta dei rifiuti

LA COSTITUZIONALISTA

Carlassare: i paletti imposti

a Bersani, i saggi e il bis

Tutte le forzature

del Quirinale

»EFFETTO INCIUCIO » Da Prato, “ce n t ro” dei ribelli, a Pistoia e Roma: “Mai con B.”

Viaggio nel Pd in rivoltache ammaina le bandiere

» GLI EREDI DEL MAESTRO

La villa contesae la guerradegli ultimi Verdi

Chierici » pag. 16

U di Furio Colombo

D I S O C C U PAT I

PERMANENTI:

NUOVE SCENE

DI CLASSE

Se io avessi potuto dimostra-re che la fabbrica è un bene

comune e non un interesse pri-vato...”. Trovo questa frase nellaraccolta di scritti e discorsi diAdriano Olivetti nel volume Il

mondo che nasce appena pubbli-cato dalle Edizioni di Comuni-tà. » pag. 18

Perniconi e Zanca » pag. 7

CRICCHE, P3, AMICI DEGLI AMICIMA PAGA SOLO LA BIANCOFIORE

» TASSE » Il premier cercadi guadagnare qualche mese

Abolire l’I mu ?Vince il rinvioI conti in tascaa Brunettae ai ministri

Lo scontro sull’Imu pare in via di raffred-damento. Solo Renato Brunetta non si ar-

rende e chiede abolizione e restituzione dellaquota. Provvedimento dal quale lui avrebbe unbeneficio diretto, per la sua prima casa, da 5.500euro. Feltri e Lillo » pag. 4 - 5

M i ch a e l a

B i an c o f i o re

Ansa

Letta fa la voce grossa e toglie

le Pari Opportunità a una sottosegretaria

comunque inadeguata. Ma non batte ciglio

se nel governo sono presenti un cementiere

alle Infrastrutture (Girlanda), alla Giustizia

un amico di personaggi chiacchierati (Ferri)

e Micciché felice per le raccomandazioni

di Dell’Utri e Lombardo

I militanti: “Hanno trasformato il partito in uno scheletro”, “il ‘ro t t a m a re ’ di Renzi è rimasto solouna parola d’ordine, come dimostrato in occasione del voto per il Colle”. Nuovo segretario:Cuperlo favorito, ma Civati minaccia la scissione Caporale, De Carolis e Tecce » pag. 2 - 3

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