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ANDY WARHOL(Pittsburgh 1928 – New York 1987)
È stato grafico pubblicitario, pittore,scultore, sceneggiatore, produttore,regista, direttore della fotografia,montatore e attore statunitense, figurafondamentale e predominante delmovimento artistico della Pop Art ed unodegli artisti più influenti del XX secolo.Andy Warhol, pseudonimo di Andrew
«Nel futuro ognuno sarà famoso nel mondoper 15 minuti» Andy Warhol
Autoritratto (self-portrait), materia plastica e serigrafiasu tela, 1986, Andy Warhol Foundation, New York
- nasce a Pittsburg in Pennsylvania in una povera famiglia di immigrati slovacchi con il nomedi Andrew Warhola.
- vive un’infanzia difficile in un quartiere malfamato. È un bambino timido, pallido e spessoammalato, per cui rimaneva molto a giocare in casa. Le sue passioni sono il cinema, i divicinematografici (es. Shirley Temple) e i fumetti che inizia a riprodurre fedelmente,sviluppando la sua passione per il disegno.
• Nel 1937 inizia a frequentare i corsi di disegno al Carnagie Museum di Pittsburgh
Shirley Temple
• Dopo la morte del padre (1943) e la fine del liceo, nel 1945 inizia a frequentare il prestigioso CarnagieIstitute of Tecnology di Pittsburgh per studiare disegno e decorazione, dove supera le sue difficoltà dicomunicazione e si diploma nel 1949.
• Nel 1949, dopo il diploma, si trasferisce a New York e trova lavoro come grafico pubblicitario eillustratore di importanti riviste (es. Glamour, Vogue, New York Times, etc.), avendo un grandesuccesso.
• Nella grafica pubblicitaria sperimenta l’importanza della progettazione, l’equivalenza tra arte pura e arteapplicata, l’idea di un arte per tutti, accessibile al gusto della gente comune, poi utilizza la tecnicablotted-line che sarà fondamentale nel suo stile anche nella sua attività di pittore.
• La tecnica blotted-line consiste nel tracciare un disegno a matita su un foglio di carta non assorbente(es. carta velina), a volte copiando o ricalcando una fotografia. In seguito questo tracciato vienericalcato a inchiostro di china con una penna stilografica e impresso su un foglio di carta più assorbente. Ildisegno finale risulta dai contorni delineati da più operazioni del genere ed ha un tratto esitante,discontinuo e raffinato, in seguito colorato con gli acquerelli. Questa tecnica consentiva a Warhol dieliminare l’intervento manuale dell'artista e soprattutto di ottenere numerose copie da uno stessooriginale.
Tecnica
blotted-line
Video:
https://www.y
outube.com/w
atch?v=laOLC
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• Alla fine degli anni ‘50 Warohl fonda la sua impresa personale (Andy Warhol Enterprises, Inc., 1957).
La sua carriera di pubblicitario va a gonfie vele, diventando un personaggio pubblico eccentrico,
molto in vista ed influente, sempre presente sui mass-media, ossia i mezzi di comunicazione di massa
(radio, fotografia, rotocalchi, quotidiani e televisione). Ma questo non gli basta.
• Nello stesso periodo, Warhol si avvicina all’arte contemporanea ed inizia a collezionare le opere New-
Dada di Jasper Johns e Robert Rauschenberg che ammira nella Galleria Leo Castelli di New York.
• Il New-Dada, ossia Nuovo-Dadaismo, è una corrente artistica statunitense degli anni ‘50 che riprende
il Dadaismo degli anni ‘20 del Novecento sviluppato da Marcel Duchamp, Hans Arp e Man Ray in
Francia con i ready-made (prefabbricati o pronti all’uso), ossia oggetti di uso quotidiano che cambiano
la loro funzione diventando opere d’arte.
Man Ray, Cadeau, ferro da stiro con
14 chiodi saldati sulla piastra, 1921,
Israel Museum, Gerusalemme
Duchamp, Fontana,
orinatoio in porcellana,
1917, Tate Gallery,
Londra
• Nel New-Dada viene accentuato ancora di più l’uso di oggetti di consumo quotidiano, privi di valore
estetico, ma esaltati dai mass-media, che diventano opere d’arte.
Johns, Bandiera (Flag), encausto, olio, collage su
tessuto e compensato, 1954-55, Museum of Modern
Art, New York
Rauschenberg, Letto (Bed), olio e matita su cuscino, trapunta e lenzuolo
su supporti di legno, 1955, Museum of Modern Art, New York
• All’inizio degli anni ‘60 Warhol, influenzato dal New-Dada, inizia a dipingere la realtà con gli
oggetti più banali e quotidiani, ma diversamente dal New-Dada, crea una pittura più
fredda, ripensata sull’immagine trasmessa dai mass-media e dalla pubblicità,
interpretando perfettamente la società americana del consumismo.
• Fa di se stesso un artista-macchina, che non inventa ma produce, che non interpreta ma
ripete all’infinito (uso e perfezionamento della tecnica blotted-line) .
• Il suo stile diventa più affine ad una nuova corrente artistica chiamata Pop-Art, ossia
Popular-Art, cioè arte di massa, prodotta in serie.. È una nuova forma di arte popolare che
ha origine in Inghilterra, ma matura negli Stati Uniti e rivolge la propria attenzione agli
oggetti, ai miti e ai linguaggi della società dei consumi. Quindi, ai soggetti quotidiani che
sono per tutti noti e riconoscibili, per i quali l’intervento artistico avviene mediante la
manipolazione dei soggetti stessi, che possono essere dilatati, ripetuti e alterati in vario
modo, agendo sia sulle forme sia sui colori.
• La Pop-Art usa lo stesso linguaggio della pubblicità ed è dunque arte di consumo, e in
quanto tale deve essere consumata come un qualsiasi altro prodotto di massa.
• L’artista non ha più alcuna esperienza soggettiva e ciò lo rende un puro manipolatore di
immagini, oggetti e simboli già fabbricati a scopo industriale, pubblicitario o economico.
Non è un ribelle e le sue opere ci appaiono spesso più curiose che provocatorie e il suo
impatto con la realtà è senz’altro più ironico che sarcastico.
Warhol, a partire dal 1960, inizia a realizzare i primi dipinti aventi come soggetto i fumetti e i
prodotti di largo consumo
Dick Tracy, caseina e pastello su tela, 1960,
The Brant Fountation, Greenwich (New York)
Caratteri:
• È rappresentato Dick Tracy, personaggio capostipite dei
fumetti a strisce polizieschi americani a partire dal 1931,
icona della cultura popolare statunitense.
• Il personaggio è raffigurato a mezzo busto, di profilo con
una sobria giacca nera e un raffinato borsalino giallo
(cappello) in testa, su uno sfondo verde.
• Espressione attenta che suggerisce la concentrazione
del detective durante un’indagine.
• Figura bidimensionale, appiattita sullo sfondo, resa con
poche linee forti e decise, contorni neri netti
• Uso di colori puri (nero, giallo, rosa e verde), senza
sfumature
• L’artista riproduce il personaggio di questo fumetto
perché gli ricorda la sua infanzia ed è molto noto nella
cultura popolare, ottimo per iniziare a produrre opere
Pop
La caseina è una sostanza proteica presente nel latte che in pittura viene
utilizzata per addensare i colori
Big Campbell’s Soup Can, 19 cents, caseina e
pastello su tela, 1962, The Menil Collection,
Houston
Caratteri:
• È rappresentato un grande barattolo di zuppa della
marca Campbell’s molto nota ed utilizzata, (ancora
oggi) dalla società americana
• L’opera fa parte di una serie di 32 tele rappresentanti i
barattoli di tutti i tipi di zuppa Campbell’s
• Il barattolo è al centro della tela bianca, posto di tre
quarti, aperto a mostrare il prezzo sul coperchio (19
cents) e il contenuto del barattolo che è reso con una
spalmata di grasso lubrificante
• La figura è resa in prospettiva con poche linee
essenziali, contorni neri netti
• Uso di colori puri e piatti (rosso, bianco, nero,
giallo,), senza sfumature e pennellate visibili.
• L’artista riproduce il barattolo in modo freddo e
meccanico (proiettando sulla tela una diapositiva in
bianco e nero del barattolo), eliminando ogni valore
estetico ed espressivo del proprio lavoro, dando la
dignità di icona, ossia di simbolo, ad un prodotto di
largo consumo
100 Cans, caseina, pittura a spay e pastello su
tela, 1962, Albright-Knox Art Gallery, Buffalo
Caratteri:
• Sono rappresentati 100 barattoli di zuppa della
marca Campbell’s l’uno accanto all’altro in file
ordinate come se fossero sullo scaffale di un
supermercato
• Le figure sono rese in prospettiva con poche linee
essenziali, contorni neri netti
• Uso di colori puri e piatti (rosso, bianco, nero,
giallo,), senza sfumature e pennellate visibili
• L’artista per il soggetto rappresentato sembra
prendere spunto dal suo vissuto personale perché
mangiava spesso le zuppe Campbell’s, ma soprattutto
prende spunto dalla quotidianità di tutti gli
americani consumatori seriali di questo prodotto,
dando una nuova visibilità a qualcosa di già noto e
pubblicizzato
• L’artista rappresenta il vero volto dell’America,
paese del consumo, della produzione in serie e
dell’omologazione, elementi virtuosi che vengono
esaltati come essenziali per la democrazia e per
l’American Way of life
Close Cover Before Striking (Pepsi-Cola),
acrilico, pastello, latraset e carta abrasiva su
tela, 1962, Museum Ludwig, Colonia
Caratteri:
• È rappresentata la parte retrostante di una confezione di
fiammiferi che pubblicizza la Pepsi-Cola, bevanda molto popolare
nella società americana degli anni ‘60 (ancora oggi).
• Sulla scatola di fiammiferi è presente la striscia abrasiva nera
usata per accendere i fiammiferi e la scritta «close cover before
striking» ossia «chiudere la linguetta prima dell’accensione».
• Sopra la striscia abrasiva è raffigurato il tappo di una bottiglia di
Pepsi-Cola, con sotto scritto «say: Pepsi please» ossia «Di Pepsi
per favore».
• La figura è resa in prospettiva con poche linee precise e contorni
netti.
• Uso di colori puri e piatti (rosso, bianco, blu, giallo,), senza
sfumature e pennellate visibili.
• Per le iscrizioni sono utilizzati caratteri grafici standard (latraset).
• L’artista rappresenta il tappo in modo freddo e impersonale, senza
partecipare emotivamente, mettendo in evidenza un oggetto
noto a tutti perché appartenente alla cultura di massa.
• Il dipinto ricorda la grafica semplificata e di immediata
comunicazione, dai toni ottimisti dei grandi manifesti
pubblicitari che popolavano le strade di New York.
L’acrilico è un colore industriale
Il latraset è un carattere grafico standard
Do It Yourself (Landscape), acrilico, pastello e
letraset su tela, 1962, Museum Ludwig, Colonia
Caratteri:
• È un dipinto «non finito».
• È rappresentato un pattern, ossia un modello
prefabbricato di paesaggio (strada di campagna
con case, staccionata, cespugli ed alberi), diviso in
aree da colorare in base ad una corrispondenza
numero-colore. L’artista colora alcune aree ed
altre le lascia bianche, invitando ironicamente lo
spettatore a colorarle: «do it yourself» ossia
«fallo tu stesso».
• Fa parte di una serie di 5 dipinti che invitano lo
spettatore a concludere l’opera d’arte.
• Le figure sono rese in prospettiva con poche linee
essenziali, contorni netti.
• Uso di colori puri e piatti (rosso, ocra, arancione,
grigio e blu), senza sfumature e pennellate visibili.
• L’artista con questo dipinto vuole esprimere che
l’arte non è inaccessibile, non ha nulla di
speciale, ma può aiutare tutti a riempire uno
spazio vuoto.
Warhol, a partire dal 1962, smette di dipingere a mano e adotta quasi esclusivamente la
tecnica della Serigrafia o Stampa Serigrafica.
• La Serigrafia o Stampa Serigrafica è una tecnica meccanica di stampa a uno o più colori,
che usa un tessuto di seta steso su un telaio come matrice, ossia il disegno originale,
ricavato fotograficamente. Il tessuto viene preparato con vari tipi di colle, per
differenziarne le parti permeabili agli inchiostri, da quelle impermeabili. Si versa l’inchiostro
lungo il margine superiore della matrice, distribuendolo su tutta la superficie, e si procede
quindi alla stampa, abbassando completamente il telaio in modo che l’inchiostro penetri
attraverso le maglie della seta sul supporto sottostante che può essere di carta, tela,
plastica, vetro e metallo. Questa tecnica permette di ottenere un elevato numero di copie di
uno stesso soggetto e la massima impersonalità nell’esecuzione.
Video: https://www.youtube.com/watch?v=naF9PKFtVHI
• Warhol con la Serigrafia o Stampa Serigrafica
immortala soggetti presi indifferentemente dal
mondo dello spettacolo (come i volti delle stars
Marilyn Monroe, Elizabeth Taylor, Elvis
Presley, ect.), dagli scaffali di un supermercato
(come le bottiglie di Coca-Cola o le scatole di
zuppa precotta Campbell’s) o dalle pagine di
cronaca nera dei quotidiani (come le immagini
della sedia elettrica, dei ricercati dalla polizia o
degli incidenti stradali).
• Nello stesso periodo affitta una grande
mansarda al 1324 Lexington Avenue di New
York dove riunisce una serie eterogenea di
giovani collaboratori, cui viene delegata in
misura sempre crescente l’esecuzione delle
opere: nasce così quella che egli chiamerà la sua
Factory, che in inglese significa «fabbrica»,
dunque il suo personale laboratorio di
sperimentazione artistica d’avanguardia.
Factory: 1342 Lexington Avenue, New York
192 One Dollar Bills, serigrafia, pastello e acrilico
su tela, 1962, Hamburger Bahnhof-Museum fur
Gegenwart, Stiftung Sammlung Marx, Berlino
Caratteri:
• Sono rappresentate 192 banconote da un 1
dollaro disposte in file sovrapposte precise ed
ordinate
• L’inchiostro nero usato non è disteso in modo
uniforme lasciando alcune parti scure, altre più
sfumate. Questo avviene perché la serigrafia,
pure essendo una tecnica che permette una
produzione ampia e meccanica, ha dei limiti che
spesso impediscono la perfetta riproduzione
dell’originale, come la qualità e la quantità di
inchiostro usato o la pulizia del telaio serigrafico
• L’artista con questo dipinto vuole rappresentare «la
sua americanità», ossia l’amore per il denaro,
dicendo: «comprare è molto più americano di pensare, e
io sono molto americano. In Europa e in Oriente la gente
ama commerciare […] Gli americani non sono così
interessati a vendere, infatti preferiscono buttare via che
vendere. Quello che amano veramente è comprare:
gente, denaro, paesi»
Five Coke Bottles, vernice plastica e inchiostro serigrafico su
tela, 1962, Andy Warhol Foundation, New York
Caratteri:
• Sono rappresentate 5 bottiglie in vetro di
Coca-Cola sopra all’iscrizione del marchio
Coca-Cola.
• Le bottiglie sono riprodotte bidimensionali,
in fila in modo rigido e frontale come
sospese nello spazio con poche linee e
contorni incerti.
• Queste figure frontali fanno pensare alla
tradizione pittorica religiosa bizantina, con
figure fisse, frontali, con gli stessi gesti,
riprodotte in sequenza infinita, sospese in
uno spazio divino (vedi immagine: Teoria
delle Vergini, VI sec. Chiesa di S. Apollinare
nuovo, Ravenna), di cui Warhol, di origine
slovacca, era a conoscenza.
• I modelli bizantini vengono qui semplificati
e resi con un linguaggio più attuale ed
immediato per celebrare il mondo
superficiale del consumismo
Gold Marilyn Monroe, acrilico, inchiostro
serigrafico, vernice spray d’oro su tela,
1962, Museum of Modern Art, New York
Caratteri:
• È rappresentato il viso di Marilyn Monroe, attrice
americana molto nota tra gli anni ‘50 e ‘60 del Novecento.
• il viso raffigurato al centro della tela su di uno sfondo
dorato contribuisce ha consacrare ancora di più
Marilyn come un’icona, un mito del cinema americano,
non tanto per la sua bravura o bellezza, ma per
l’incessante riproposizione della sua immagine da
parte dei mezzi di comunicazione di massa.
• Espressione immobile, sorriso eterno, trucco
accentuato e colori innaturali (capelli gialli, incarnato
rosa confetto) fanno di questo viso una maschera che
Warhol riproduce di continuo cambiando i colori,
facendo scomparire il personaggio e apparire
un’immagine di consumo sempre diversa
Caratteri:
• È rappresentato Elvis Presley cantante e attore americano
molto noto negli anni ’60. É riprodotto in tre figure
soprapposte in posa da pistolero: sguardo fisso, gambe
divaricate, braccio alzato, punta la pistola verso lo spettatore.
• L’immagine è tratta da una foto promozionale di un film
western interpretato da Elvis che evidenzia il suo celebre
movimento di gambe, il suo fascino e la sua irruenza che
lo rendono un mito per l’immaginario collettivo.
• Le figure sovrapposte suggeriscono un movimento
improvviso che, oltre a ricordare le immagini simultanee
futuriste (vedi immagine: Balla, dinamismo di un cane al
guinzaglio, 1912), sembra accerchiare lo spettatore,
suscitando in lui un senso di inquietudine.
• In questo caso la ripetizione non addormenta le emozioni,
ma le stimola.
Triple Elvis, inchiostro serigrafico, vernice su
tela, 1963, Virginia Museum of Fine Arts,
Richmond
Caratteri:
• È rappresentato il ritratto di Frank B. uno dei 13 tredici uomini
più ricercati d’America (erano quasi tutti di origine italiana). Il
volto è frontale, lo sguardo serio e fisso verso lo spettatore.
• Fa parte di una serie di 13 serigrafie dei volti degli uomini più
ricercati d’America che sono doppie a formare un dittico con un
ritratto frontale e un ritratto di profilo. Queste serigrafie sono
state utilizzate come decorazione della facciata del
padiglione dello Stato di New York durante l’Esposizione
Internazionale, ma per volere politico sono state censurate e lo
stesso Warhol le ha coperte con una vernice brillante
all’alluminio, dando così un aspetto spettacolare anche alla
censura.
• L’immagine è tratta dalla foto segnaletica in bianco e nero
scattata dalla polizia dopo un arresto. Infatti, in basso è visibile
la targhetta con la data della cattura e il monogramma della
polizia di New York (NYC Police). Questa foto segnaletica
veniva appesa e diffusa in tutti i luoghi pubblici della città
come richiesta d’aiuto ai cittadini per agevolare la nuova
cattura del criminale.
• La foto segnaletica è perfetta per essere un’opera Pop,
perchè: la foto diffusa in ogni luogo pubblico rende il criminale
molto noto a tutti, quasi una star; l’immagine è di largo
consumo; il formato è da foto-tessera; il ritratto è frontale. Per
cui, l’artista ingrandisce semplicemente la foto nella sua
opera, per questo la stampa è sgranata e sono visibili una
serie di puntini.Thirteen Most Wanted Men. N.12 (Frank B.),
inchiostro serigrafico su tela, 1964, Andy Warhol
Foundation, New York
Brillo boxes, inchiostro serigrafico, acrilico su
legno, 1964, Museum of Modern Art, New York
Caratteri:
• Sono rappresentate una serie di scatole
cubiche che ricordano i fustini di detersivo
Brillo, molto noto ed utilizzato dalla società
americana degli anni ’60
• Le scatole sono sistemate l’una sopra all’altra
a formare una piramide che ricorda proprio la
disposizione dei fustini all’interno di un
supermercato
• Le scatole sono di legno coperto dalla vernice
acrilica bianca, su cui, tramite la tecnica
serigrafica, è stato creato il marchio Brillo su tre
delle quattro facciate dei cubi
• Le iscrizioni sono bidimensionali, non in
prospettiva e sono rese con poche linee
essenziali, contorni netti
• Uso di colori puri e piatti (rosso, bianco, blu),
senza sfumature e pennellate visibili
• L’artista per il soggetto prende spunto dalla
quotidianità di tutti gli americani consumatori
seriali di questo prodotto, dando una nuova
visibilità a qualcosa di già noto e
pubblicizzato
• Sottolinea l’occupazione totale dello spazio
artistico da parte dei prodotti di consumo
Big electric chair, inchiostro serigrafico su tela,
1967, The Andy Warhol Foundation, New York
Caratteri:
• È rappresentata una grande sedia elettrica,
simbolo dell’America tanto quanto la statua della
Libertà perché evidenzia la pena di morte
presente in molti stati americani negli anni ‘60
(ancora oggi in vigore).
• Fa parte di una serie di serigrafie rappresentanti
lo stesso soggetto sempre più ingrandito
• Per l’immagine usa una foto tratta da un
quotidiano che viene ingrandita, per questo la
sedia non è al centro della scena, ma è
leggermente spostata a sinistra
• Il soggetto è drammatico, ma l’ingrandimento
dell’immagine solo sulla sedia lo rende
paradossalmente meno drammatico
• Anche i colori dai toni vivaci utilizzati: una larga
fascia di rosa e una fascia più piccola di verde,
rendono il soggetto meno drammatico
• È come se Warhol volesse rendere la morte
come uno spettacolo privo di emozioni,
rappresentando l’America anche nelle sue
debolezze e contraddizioni.
Nel corso degli anni ‘60 Andy Warhol sperimenta la sua vena artistica e creativa anche in altri settori come
il cinema e la musica.
• A partire dal 1963, Warhol inizia a frequentare Jonas Mekas (1922-2019) e il circuito da lui fondato il New
American Cinema. (Mekas era un regista, poeta e artista di origine lituana molto noto per essere uno dei
pionieri del cinema sperimentale. I suoi film sono sperimentali perché il loro risultato non è prevedibile,
in quanto mancano di una sceneggiatura e sono a metà fra le arti visive e il cinema) Questo circuito
raggruppa una serie di registi uniti dal rifiuto del classico linguaggio cinematografico holliwoodiano.
• Tra il 1963 e il 1965, Warhol realizza con la cinepresa Bolex 16mm una serie di film-documentari
minimali, muti e in bianco e nero tra cui: Sleep, Kiss, Eat ed Empire, che mostrano azioni ripetute e
dilatate nel tempo, riprese con una camera fissa. A Warhol interessa la composizione dell'immagine
che si viene a creare partendo da un unico punto di vista. Quindi, questi film sono come quadri che,
invece di essere appesi, sono proiettati su una parete bianca.
• In Sleep del 1963 Warhol riprende John Giorno, poeta sperimentale statunitense (ancora
vivente), che dorme su un letto per 5 ore e 20 minuti.
• In Kiss del 1963 Warhol riprende una serie di coppie eterosessuali e omosessuali che si
baciano per 3 minuti e mezzo ciascuna.
• In Eat del 1964 Warhol riprende Robert Indiana (1928-2018), altro esponente della Pop-Art,
che mangia per 45 minuti. L'alimento consumato è apparentemente un fungo, anche se si è
ipotizzato che possa trattarsi di un panino o di una mela oppure di una pesca. Inoltre, durante il
film passa per due volte un gatto (m15.40; m17.18).
https://www.youtube.com/watch?v=XoQcGAczNTE
• In Empire del 1965 Warhol e Jonas Mekas riprendono l’Empire State Building di New York
in notturno per 8 ore e 5 minuti, dalle ore 20.06 alle ore 02.42, in un unico metraggio
rallentato.
Sleep, 1963
Kiss, 1963
Eat, 1964
Empire, 1965
Un posto importante nella produzione cinematografica di Warhol riguarda i 500 rulli di Screen
Test (provini), ossia filmati di personaggi famosi in visita alla Factory (es. Bob Dylan, Lou
Reed, Nico, Edie Sedgweck, ect.), ripresi con un camera fissa per tre minuti su un fondo
nero.
L'idea è quella di riprendere un personaggio che compie un'azione banale, ma che per
Warhol ha un significato importante. L'obiettivo non è solo quello di entrare nell'intimità del
personaggio, ma anche quello di colpire lo stesso spettatore e farlo riflettere.
Bob Dylan, Screen Test,
1965https://www.youtube.com/watch?v=M--
oHOn4a0U
Dylan (1941) è un cantautore e
poeta americano e premio Nobel
per la letteratura
Lou Reed, Screen Test,
1966https://www.youtube.com/watch?v=Avme-
hIBncI
Reed (1942-2013) era una
cantautore americano, voce dei
Velvet Underground
Nico, Screen Test, 1966https://www.youtube.com/watch?v=TD9dZJFcr
MI
Nico (1938-1988) era una
cantante, attrice e modella tedesca
Grandi frequentatori della Factory sono i Velvet Underground, un gruppo musicale emergente del Greenwich Village
(quartiere universitario con locali che propongono musica live) di New York, in particolare il cantante Lou Reed. Il gruppo e
Warhol istaurano un proficuo rapporto di amicizia e di lavoro.
Nel settore musicale Warhol si cimenta come produttore, promotore e manager dei Velvet Underground. Alla voce del
loro cantante Lou Reed associa la voce gotica di Nico, cantante e modella tedesca molto amica di Warhol. Da questa unione
nel 1966 nasce il primo album The Velvet Underground & Nico, noto come «l’album Banana» perché la copertina è
decorata dalla serigrafia di una banana appositamente realizzata da Warhol.
I Velvet Underground continueranno la loro carriera senza Warhol e senza Nico, ma questo rimane l’album di maggiore
successo della band con le canzoni più note, tra cui Sunday Morning (https://www.youtube.com/watch?v=n3TW49VCd3I)
Negli anni ’80, tra i frequentatori della Factory di Warhol c’è anche una cantante italiana
Loredana Bertè, soprannominata «Pasta Queen» dallo stesso Warhol per le sue grandi doti
culinarie. Tra i due, oltre ad una grande amicizia, si crea anche una collaborazione artistica che
porta nel 1981 all’album Made in Italy, per il quale Warhol cura il concept (idea, foto, grafica e
impaginazione della cover esterna e interna del disco) del disco e il videoclip della canzone
Movi, in parte girato nella Factory. (https://www.youtube.com/watch?v=tlK3rSiDlYo)
Cover interna ed esterna, album Made in Italy di
Loredana Bertè, 1981La cover comprende foto di Loredana Bertè (recto), cartina
del centro di Milano (interno) e tricolore italiano con firma di
Andy Warhol (verso)
Andy Warhol muore nel 1987 al New York Hospital dopo un intervento alla cistifellea.
L’America si rende improvvisamente conto di essere rimasta priva – nel bene e nel male – di uno
dei maggiori interpreti della propria cultura. «Tu sei il Voltaire dell’America», scrisse infatti un
giornale dell’epoca, «Tu offri all’America ciò che si merita: una minestra in scatola attaccata alla
parete». Nello stesso anno viene creata la Andy Warhol Foundation che porta avanti le idee
della Pop-Art e della Visual Art (arte visiva) e conserva molte sue opere d’arte e diversi suoi
oggetti personali