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POLITECNICO DI MILANO
Facoltà di Ingegneria Industriale e dell’Informazione
Corso di Laurea Magistrale in Ingegneria Gestionale
L’EFFICIENZA ENERGETICA IN EUROPA:
STATO DELL’ARTE E MODELLI DI BUSINESS DELLE ESCo
Relatore: Prof. Federico FRATTINI
Correlatore: Ing. Marco CHIESA
Tesi di Laurea di:
Francesco BERETTA
Matr. n. 817526
Anno Accademico 2014-2015
i
SOMMARIO
La continua crescita economica mondiale, ed in particolare quella delle economie emergenti, ha
causato, negli ultimi anni, un notevole aumento del consumo di energia primaria, che ha prodotto un
significativo incremento di emissioni di gas serra. Come citato dall’IEA (International Energy
Agency), l’aumento del consumo di energia atteso al 2035 è del 53 % rispetto ai livelli del 20081,
con la maggioranza della crescita attesa dalle regioni non facenti parte l’OECD ( Organisation for
Economic Co-operation and Development).
Questa problematica ha spinto il panorama mondiale ad avere maggior senso critico e responsabilità
per quanto concerne il settore energetico, che attualmente si trova ad un crocevia.
Gli attuali trend globali di domanda ed offerta risultano insostenibili da un punto di vista
ambientale, economico e politico. Da un punto di vista ambientale, infatti, l’aumento del consumo
di energia porterà ad un rischio sempre maggiore che le variazioni del clima dovute ai gas serra,
compromettano la salute e la sostenibilità del pianeta; secondo quello economico, la grande
variabilità del prezzo del petrolio, che è la base della struttura dei prezzi energetici, comprometterà
la stabilità dei prezzi dell’energia; mentre per quello politico, le fonti energetiche, principalmente
petrolio e metano, sono divenute motivo di scontro tra Stati, produttori e consumatori, per questioni
di sicurezza e di rafforzamento del proprio potere sulla scena internazionale.
Possiamo affermare che il benessere futuro dell’umanità dipende da come verranno affrontate le
due principale sfide energetiche che si propongono al mondo intero: assicurare un’offerta di energia
affidabile a prezzi accessibili, ed effettuare una trasformazione verso approvvigionamenti energetici
a basso contenuto di carbonio, efficienti e rispettosi dell’ambiente.
Da decenni questi temi di sostenibilità ed energia sono al centro di dibattiti e conferenze mondiali
che hanno permesso di segnare importanti tappe nella storia; la principale tra questi è il Protocollo
di Kyoto 2, il summit mondiale del 1997 in cui per la prima volta sono stati definiti degli obiettivi di
natura quantitativa sulle riduzioni di emissioni di Greenhouse Gases (GHG)(5,2% rispetto ai livelli
del 1990).
Nel ricercare possibili interventi volti a garantire la crescita ed lo sviluppo economico degli Stati, si
è fatta strada l’idea che la concentrazione degli sforzi d’investimento su tecnologie mirate ad un uso
più razionale dell’energia e su fonti rinnovabili sia il fattore chiave operante nella piena uniformità
dei vincoli ambientali, economici e sociali.
1 Fonte: EIA 2011, International Energy Outlook
2 Allegato 1: Protocollo di Kyoto
ii
L’efficienza energetica, al giorno d’oggi, non è più solo un’opzione. Il Protocollo di Kyoto ha
incentivato i governi di tutto il mondo ad approvare una legislazione che garantisca un utilizzo più
intelligente e consapevole dell’energia. Anche all’interno del contesto Europeo si sono susseguite
una serie di politiche energetiche volte a garantire una crescita sostenibile, una maggiore sicurezza
negli approvvigionamenti ed una maggiore competitività degli Stati Membri.
L’Unione Europea nel marzo 2007, infatti, si è impegnata a raggiungere una riduzione delle
emissioni di GHG del 20% entro il 2020. Questo piano di misure, conosciuto come “ Pacchetto 20
20 203” prevede inoltre il raggiungimento del 20 % dell’energia prodotta da fonti energetiche
rinnovabili ed il raggiungimento del 20 % di efficienza energetica, entrambi al 2020. Altri Paesi
hanno fissato degli obiettivi più ambiziosi entro il 2050, puntando ad una riduzione del 50% delle
emissioni di GHG rispetto ai livelli del 1990. Il raggiungimento di questi obiettivi deve essere
accompagnato da cambiamenti reali; i governi stanno intensificando gli sforzi per promulgare leggi,
regolamentare e definire gli standard per una migliore efficienza energetica.
Tuttavia, la realizzazione pratica di interventi di efficientamento energetico su larga scala è
un’operazione che richiede un importante sforzo finanziario da parte dell’utente, che spesso tende a
considerare l’operazione come un onere piuttosto che come un’opportunità economica; inoltre sono
richieste competenze specifiche, con la conseguente necessità da parte dell’utente di affidarsi a
tecnici specializzati per la progettazione degli interventi.
La crescente pressione su queste tematiche da parte dell’Europa, ha portato normative e
regolamentazioni mirate, che hanno permesso lo sviluppo di soggetti specializzati in interventi di
efficienza energetica, le ESCo (Energy Service Company), con lo scopo di ridurre le spese
energetiche e di accompagnare l’utente nel processo di efficientamento del parco tecnologico,
assumendo su di sè il rischio dell’iniziativa e liberando il cliente da ogni onere organizzativo e
d’investimento.
A seguito di ciò, l’obiettivo dell’elaborato è quello di descrivere il panorama Europeo rispetto
l’efficienza energetica, illustrando, prima, la posizione degli Stati Membri rispetto alla quota
raggiunta dell’obiettivo di miglioramento imposto dal Pacchetto 20 20 20 ed in seguito, una
panoramica dello stato dell’arte del modello di business delle società di servizi energetici.
Le ESCo Europee verranno analizzate secondo i servizi contrattuali offerti e le modalità di
finanziamento offerte, il core business della società, le principali attività e progetti svolti ed infine i
soggetti a cui sono rivolti i loro servizi.
3 Allegato 2: Pacchetto Clima Energia 20 20 20
iii
Infine, verranno analizzate più nel dettaglio le soluzioni contrattuali innovative offerte dalle ESCo
per gli interventi di efficientamento, illustrando i procedimenti, i drivers e le barriere allo sviluppo
di queste soluzioni.
iv
ABSTRACT
The continuous economic growth of the countries all over the world, especially the developing
countries, has been producing, in recent years, a significant increase of primary energy consumption
together with the greenhouse gas emissions. As quoted by the IEA ( International Energy Agency ),
an 53 % increase of energy consumption is expected in 2035 with respect to 2008 levels, where the
majority of the expected growth is located in regions that are not part of the OECD (Organization
for Economic Co - operation and Development ).
This issue prompted a global greater critical sense and responsability to the energy sector, which
currently stands at a crossroads.
The current global trends of supply and demand are unsustainable from environmental, economic
and political points of view. From the environmental prospective, in fact, the increase in energy
consumption will lead to an augment risk of unwanted climate changes, due to greenhouse gases,
that will compromise the health and sustainability of the planet; according to the economic view,
the great variability of the oil price, threaten the stability of the all energy price structure; moreover,
energy sources (mainly oil and gas), have become causes of political conflict between states, among
producers and consumers, for security and to strenghten the power in the international area.
We can say that the future of the human prosperity depends on how we will address the two main
energy challenges that are proposed to the whole world: securing the supply of reliable energy at
affordable prices and make a transformation to efficient, environmental friendly and low-carbon
energy supplies.
For decades, the issues of sustainability and energy are at the centre of debates and world
conferences that have helped mark important milestones in the history; the principal among these is
the Kyoto Protocol, a 1997 global summit where, for the first time, quantitative goals, on the
emission reduction of Greenhouse Gases (GHG), were defined ( 5,2 % compared to 1990 levels).
In the process of seeking possible measure to ensure the growth and economic development of
states, an idea gained ground; the concentration of investment efforts on technologies aimed at a
more rational use of energy and renewable resources is the key factor operating in the full uniform
of the environmental, economic and social restrictions.
Energy efficiency, nowadays, is no longer just an option. The Kyoto Protocol has encouraged
governments around the world to approve legislation guaranteeing a more intelligent and conscious
energy. Even within the European context, set of policies were defined and applied with the aim of
ensuring sustainable growth, greater security of supply and increased competitiveness of the
member states.
v
In March 2007, The European Union committed itself to guarantee a reduction of GHG emission by
20 % by 2020. This action plan, known as “20 20 20 Package”, also plants to achieve 20% increase
of energy produced from renewable energy source and a 20% energy efficiency, both also by 2020.
Other countries have set more ambitious goals on a wider timeline, aiming at reducing the GHG
emission by 50 % with respect to 1990 levels within 2050. Achieving these objectives should be
accompanied by real changes, in fact, government are intensifying efforts to enact laws, regulate
and define standards for improved energy efficiency.
The practical realization of energy efficiency measures on a large scale is an operation that requires
a major financial effort from the user, which often tends to treat the transaction as an expense rather
than as an economic opportunity; also special skills are required, resulting in the need for the user to
rely on specialized technicians for the design of interventions.
The growing pressure by Europe on these issues, led to the development of standards and
regulations targeted, which have enabled the development of specialized subjects in energy
efficiency measures, ESCo (Energy Service Company), with the aim of reducing energy costs and
accompany the client through the efficiency process of the technology park, taking upon himself the
risk and relieving the client from any organizational effort and investment.
Following this, the aim of the thesis is to describe the European landscape over energy efficiency,
by showing, first, the position of the member State above the achievement of improvement imposed
by the package 20 20 20, and after, an overview of the state of business model of the ESCo.
The European energy service companies will be analyzed according to the contractual services
offered, terms of financing offered, the core business of the company, the main activities and
projects carried out and finally the main actors who have turned the services offered.
Finally, the innovative solutions offered by ESCo for efficiency measures were analysed in details,
describing their processes and discussing the main drivers and block to the development of these
solutions.
vi
INDICE
SOMMARIO .......................................................................................................................................... i
ABSTRACT .......................................................................................................................................... iv
INDICE ............................................................................................................................................... vi
ELENCO DELLE TABELLE .......................................................................................................... viii
ELENCO DEI GRAFICI .................................................................................................................... ix
ELENCO DELLE FIGURE ................................................................................................................. x
ELENCO DEGLI ALLEGATI ............................................................................................................ x
LISTA DEGLI ACRONOMI .............................................................................................................. xi
1. EFFICIENZA ENERGETICA A LIVELLO EUROPEO ............................................................... 1
1.1 CAMPIONE D’ ANALISI .................................................................................................... 3
1.2 METODOLOGIA ................................................................................................................. 7
1.2.1 STIMA RISPARMI CONSEGUITI AL 2012 ............................................................... 8
1.2.2 STIMA RISPARMI ATTESI AL 2020 ....................................................................... 15
1.3 RISULTATI ........................................................................................................................ 21
2. ENERGY SERVICE COMPANY ................................................................................................. 26
2.1 CAMPIONE D’ANALISI ................................................................................................... 29
2.2 METODOLOGIA ............................................................................................................... 35
2.2.1 ELEMENTI DEL BUSINESS MODEL: CONTRATTI ............................................. 35
2.2.2 ELEMENTI DEL BUSINESS MODEL: MODALITA’ DI FINANZIAMENTO ...... 40
2.2.3 ELEMENTI DEL BUSINESS MODEL: CORE BUSINESS ..................................... 46
2.2.4 ELEMENTI DEL BUSINESS MODEL: ATTIVITA’ ................................................ 50
2.2.5 ELEMENTI DEL BUSINESS MODEL: PROGETTI .............................................. 57
2.2.6 ELEMENTI DEL BUSINESS MODEL: CLIENTI .................................................... 66
2.3 RISULTATI ........................................................................................................................ 68
2.3.1 CONTRATTI ............................................................................................................... 68
2.3.2 MODALITA’ DI FINANZIAMENTO ........................................................................ 69
2.3.3 CORE BUSINESS ....................................................................................................... 70
2.3.4 ATTIVITA’ .................................................................................................................. 71
2.3.5 PROGETTI .................................................................................................................. 72
2.3.6 CLIENTI ...................................................................................................................... 73
3. ENERGY PERFORMANCE CONTRACTING ........................................................................... 74
3.1 PROCEDURA DI UN EPC ................................................................................................ 76
3.2 CODICE DI CONDOTTA EPC ......................................................................................... 80
vii
3.3 BARRIERE ALLO SVILUPPO DI PROGETTI EPC........................................................ 83
3.3.1 LEGALI E POLITICHE .............................................................................................. 83
3.3.2 STRUMENTI DI PROGETTO .................................................................................... 84
3.3.3 FINANZIARIE ............................................................................................................ 85
3.3.4 MERCATO E PARTNERSHIP ................................................................................... 86
3.4 DRIVERS PER LO SVILUPPO DI PROGETTI EPC ....................................................... 87
3.4.1 LEGALI E POLITICI ................................................................................................. 87
3.4.2 PROCEDURALI, STRUMENTALI ........................................................................... 88
3.4.3 FINANZIARI ............................................................................................................... 89
3.4.4 INFORMATIVI E DI SENSIBILIZZAZIONE ........................................................... 89
3.4.5 STRUTTURALI E LEGATI AL MERCATO............................................................. 89
CONCLUSIONI................................................................................................................................. 91
ALLEGATI ........................................................................................................................................ 93
ALLEGATO 1: PROTOCOLLO DI KYOTO............................................................................... 93
ALLEGATO 2: PACCHETTO CLIMA ENERGIA 20 20 20 ...................................................... 95
ALLEGATO 3: DIRETTIVA EUROPEA EFFICIENZA ENERGETICA .................................. 96
ALLEGATO 4: QUESTIONARIO JRC....................................................................................... 98
BIBLIOGRAFIA ............................................................................................................................. 100
viii
ELENCO DELLE TABELLE
Tabella 1: Elenco Stati Membri oggetto di analisi
Tabella 2: FEC 2012, fonte IEA
Tabella 3: Risparmi conseguiti al 2012 dagli Stati Membri
Tabella 4: Risparmi conseguiti Francia, Neeap
Tabella 5: Risparmi conseguiti Irlanda, Neeap
Tabella 6: Risparmi conseguiti Bulgaria, Neeap
Tabella 7: Risparmi conseguiti Spagna, Neeap
Tabella 8: Risparmi attesi al 2020 dagli Stati Membri
Tabella 9: Risparmi attesi al 2020, Croazia
Tabella 10: Consumi target degli Stati Membri al 2020
Tabella 11: Percentuale raggiungimento obiettivo del 2020
Tabella 12: Ranking degli Stati
Tabella 13: Elenco alfabetico campione ESCo
Tabella 14: n° ESCo per Stato
Tabella 15: ESCo con questionari JRC
Tabella 16: Tipologia di contratto ESCo
Tabella 17: Tipologia di finanziamento ESCo
Tabella 18: Core Business ESCo
Tabella 19: Attività ESCo, parte 1
Tabella 20: Attività ESCo, parte 2
Tabella 21: Progetti ESCo, parte 1
Tabella 22: Progetti ESCo, parte 2
Tabella 23: Clienti ESCo
Tabella 24: Valori del Codice Di Condotta
Tabella 25: Stime risultati al 2014
ix
ELENCO DEI GRAFICI
Grafico 1: Andamento FEC Stati Membri
Grafico 2: Trend di risparmio Olanda
Grafico 3: Ranking degli Stati
Grafico 4: Confronto consumi attesi e conseguiti
Grafico 5: FEC 2012 e % obiettivo raggiunto
Grafico 6: n° ESCo per Stato
Grafico 7: Risultati analisi: contratti
Grafico 8: Risultati analisi: finanziamento
Grafico 9: Risultati analisi: core business
Grafico 10: Risultati analisi: attività
Grafico 11: Risultati analisi: progetti
Grafico 12: Risultati analisi: clienti
x
ELENCO DELLE FIGURE
Figura 1 :Rappresentazione raggiungimento obiettivo di efficienza al 2020
Figura 2: Schema funzionamento FTT
Figura 3: Benefici del FTT
Figura 4: Classificazione per attività delle ESCo
Figura 5: Timing di un processo EPC
ELENCO DEGLI ALLEGATI
Allegato 1: Protocollo di Kyoto
Allegato 2: Pacchetto Clima Energia 20 20 20
Allegato 3: Direttiva Europea 2012/27/UE
Allegato 4: Questionario Mitie
xi
LISTA DEGLI ACRONOMI
BAU Business As Usual
BOOT Building Own Operate Transfer
CAR Cogenerazione ad Alto Rendimento
CDM Clean Development Mechanism
CE Commissione Europea
COP Conference of the Parties
CV Certificati Verdi
DC Delivery Contracting
EED Energy Efficiency Directive
EPC Energy Performance Contracting
ESC Energy Supply Contracting
ESCo Energy Service Company
ESD Energy Service Directive
ESPC Energy Service Provider Company
ETS Emission Trading System
FC Fuel Cells
FEC Final Energy Consumption
FES Final Energy Saving
FTT Finanziamento Tramite Terzi
GHG Greenhouse Gases
GME Gestore Mercato Elettrico
GS Guaranteed savings
IEA International Energy Agency
IPMVP International Performance Measurament & Verification Protocol
JRC Joint Research Centre
JT Joint Implementation
LED Light Emission Diode
MCI Motori a Combustione Interna
NEEAPs National Energy Efficiency Action Plans
ORC Organic Rankin Cycle
PA Pubbliche Amministrazioni
PEC Primary Energy Consumption
xii
PF Project Financing
SC Supply Contracting
SPC Special Purpose Company
SPV Special Purpose Vehicle
SS Shared savings
TEE Titoli di Efficienza Energetica
TEP Tonnellate equivalenti di petrolio
TVCC Televisioni a Circuito Chiuso
UE Unione Europea
1
Capitolo 1
EFFICIENZA ENERGETICA A LIVELLO
EUROPEO
In Europa, negli ultimi anni, le tematiche energetiche sono state il focus di numerose direttive e
piani d’azione, attivati con l’obiettivo di sensibilizzare i governi degli Stati Membri.
La principale politica che i Governi stanno cercando di attuare è il Pacchetto clima energia 20 20
20, un insieme di misure pensate dall’ Unione Europea (UE) per il periodo successivo al termine del
protocollo di Kyoto. Il pacchetto, derivato da un Action Plan approvato nel 2007, è entrato in vigore
nel giugno 2009 e sarà valido dal gennaio 2013 al 2020. L’UE, in questo arco di tempo, si è
impegnata a risparmiare il 20% del consumo di energia primaria al 2020 rispetto ad uno scenario di
riferimento.
La “Strategia Europa 20204” dell’UE per l’occupazione ed una crescita intelligente e sostenibile
comprende tra i suoi principali obiettivi l’efficienza energetica. Quest’ultima, viene sempre
enfatizzata nel programma politico europeo come mezzo per affrontare la triplice sfida della crisi
economica, la dipendenza energetica e il cambiamento climatico.
I NEEAPs (National Energy Efficiency Action Plans) hanno il compito di mostrare le stime dei
consumi degli Stati, le misure già implementate e quelle previste di efficienza energetica e i
miglioramenti che i singoli Paesi si aspettano di raggiungere. I NEEAPs presentati dagli Stati
Membri nel periodo di segnalazione a norma della Direttiva 2006/32/CE sui servizi energetici
(Energy Service Directive-ESD), hanno suggerito che gli sforzi attuati fino ad oggi non sono in
linea con l’obiettivo prefissato del 20% di efficienza energetica entro il 2020.
Per rimediare a questo problema, è stata pubblicata nel Novembre 2012, la Direttiva 2012/27/UE5
(Energy Efficiency Directive-EED) che indica ai Paesi Membri come operare per raggiungere
l’obiettivo di efficienza del 20% imposto dal Pacchetto clima-energia. Inoltre, questa Direttiva
richiede a ciascuno Stato Membro di fissare un proprio obiettivo nazionale di riduzione dei
consumi, il quale sarà monitorato dalla Commissione Europea con la prerogativa di intervento in
caso di necessità con misure e aggiustamenti vincolanti per le nazioni a rischio.
4 http://ec.europa.eu/europe2020/index_it.htm
5 Allegato 3:Direttiva Europea 2012/27/UE
2
La EED adottata dal Parlamento Europeo è diventata lo strumento centrale per le politiche
energetiche dell’Unione, essa intensifica gli sforzi degli Stati Membri nell’utilizzare l’energia in
modo più efficiente in tutte le fasi della catena energetica, dalla trasformazione alla distribuzione
per il consumo finale. Tra le diverse misure, sono inclusi l’impegno di stabilire schemi obbligatori
di efficienza, o misure alternative equivalenti, l’obbligo di ristrutturazione di almeno il 3% degli
edifici del governo centrale, la promozione degli audit energetici, la promozione del riscaldamento
e raffrescamento efficiente.
La Direttiva ha fissato il 5 giugno 2014 come termine per il recepimento da parte degli Stati
Membri UE delle disposizioni legislative, regolamentari e amministrative per raggiungere gli
obblighi di riduzione del consumo di energia.
Per molti Stati Membri il piano d’azione del 2014, sotto la EED, è stato il terzo, dopo quelli
presentati nel 2007 e nel 2011 nell’ambito dei requisiti della ESD. Per garantire la continuità tra i
diversi piani d’azione, essi sono stati scritti basandosi su informazioni riguardanti le misure di
efficienza contenute nei NEEAPs precedenti. Il termine ultimo per la presentazione dei NEEAP è
stato il 30 aprile 2014 e successivamente dovrà essere presentato ogni tre anni.
Questo primo capitolo descrive il panorama europeo rispetto l’efficienza energetica, mostrando la
posizione degli Stati Membri in relazione alla quota raggiunta dell’obiettivo di miglioramento di
efficienza energetica imposto dal Pacchetto 20 20 20
3
1.1 CAMPIONE D’ ANALISI
Gli Stati Membri della Comunità Europea che sono stati presi in considerazione nell’analisi sono:
Stati Membri
Austria
Belgio
Bulgaria
Croazia
Danimarca
Estonia
Finlandia
Francia
Germania
Irlanda
Italia
Lituania
Lettonia
Malta
Olanda
Portogallo
4
Spagna
Svezia
UK
Tabella 1:Elenco Stati Membri oggetto di analisi
All’interno della Tabella 2, vengono mostrati i consumi dei Paesi, sotto forma di Final Energy
Consumption (FEC), utilizzando i dati forniti dall’International Energy Agency (IEA)6.
I dati utilizzati sono riferiti al 2012, frutto delle ricognizioni più recenti svolte dagli Stati Membri e
presentate all’UE nella seconda metà del 2014, al fine di avere ufficialità degli stessi e
comparabilità fra i Paesi.
I FEC sono un indice di consumo che considera tutta l’energia fornita al consumatore finale per tutti
gli usi energetici, sia elettrici sia termici; i PEC (Primary Energy Consumption), invece, che non
sono stati presi in considerazione, si riferiscono ai consumi di energia alla fonte oppure all’energia
fornita agli utenti senza bisogno di trasformazione; rappresentano, quindi, l’energia grezza che non
è stata sottoposta ad alcun processo di conversione.
I FEC sono disaggregati in diverse voci: il settore residenziale, industriale, trasporti, terziario,che è
a sua volta suddiviso in privato ( agricoltura) e pubblico ( commercio e servizi pubblici) e usi non
energetici.
I dati sono espressi in tonnellate equivalenti di petrolio (tep o toe), un’unità di misura di energia che
rappresenta la quantità di energia rilasciata dalla combustione di una tonnellata di petrolio grezzo.
L’IEA definisce il tep come equivalente a 41,868 GJ, anche se il valore è fissato
convenzionalmente, dato che diverse varietà di petrolio posseggono diversi poteri calorifici e le
convenzioni attualmente in uso sono molteplici.
Oltre ai tep, o più precisamente ai Mtep, milioni di tep, i consumi sono espressi anche in Petajoule
(PJ) per semplificare e velocizzare il confronto tra i dati visto che all’interno dei documenti e dei
piani d’azione redatti dai vari Stati Membri le informazioni su consumi e risparmi sono espressi in
entrambe le unità di misura.
La conversione adottata risulta essere:
(1.1)
6 http://www.iea.org/sankey/
5
FEC 2012 [Mtep]
Stati Industria Residenziale Terziario Terziario Trasporti
Non
Energy
Use
Totale
[Mtoe]
Totale
[PJ]
Privato Pubblico
Austria 7,86 6,62 0,55 2,59 7,83 1,79 27,25 1140,7
Belgio 11,81 7,67 0,69 4,56 8,52 7,6 41,89 1753,8
Bulgaria 2,59 2,37 0,19 1 2,93 0,46 9,56 400
Croazia 1,148 1,801 0,299 0,726 1,923 0,556 6,382 267,166
Danimarca 2,29 4,4 0,87 1,94 4,01 0,27 13,78 577,5
Estonia 0,523 0,97 0,111 0,424 0,758 0,07 2,857 119,604
Finlandia 10,36 5,41 0,78 1,92 4,22 1,02 25,12 1052,2
Francia 27,9 42,1 4,4 22,4 44,3 12 154,9 6487
Germania 55,7 57,3 0 32,5 53,1 21,9 221 9253
Irlanda 2,26 2,71 1,32 1,32 3,49 0,28 10,3 431,6
Italia 28,2 31,3 2,8 15,9 36,4 7,9 122,6 5135
Lituania 1 1,55 0,12 0,61 1,49 1,23 5,98 250,3
Lettonia 0,829 1,377 0,148 0,622 0,934 0,093 4,005 167,665
Malta 0,046 0,078 0,001 0,053 0,162 0,01 0,356 14,924
Olanda 12,777 10,361 3,51 8,67 11,884 14,828 62,069 2598,45
Portogallo 4,74 2,72 0,41 1,82 5,48 1,32 16,51 691
Spagna 20,1 15,5 2,6 10 29,5 6 84,6 3543
Svezia 11,2 7,39 0,47 4,51 7,54 1,82 32,95 1379,3
UK 24 39,7 0,8 16,2 38,9 6,9 127,6 5340
Tabella 2: FEC 2012, fonte IEA
E’ evidente dai dati riportati una disuniformità dei consumi totali tra gli Stati; con un intervallo di
variazione molto elevato: la Germania, consuma 221 Mtoe e l’Estonia 0,07 Mtoe.
Inoltre, definendo la media dei consumi :
(1.2)
dove n è il numero degli Stati Membri considerati (19) e il consumo finale di energia dello
Stato i-simo, è facile constatare come siano pochi gli Stati che superano il valore medio di 40,72
Mtoe ( linea verde nel Grafico 1). I principali Stati che hanno un consumo totale di energia
superiore alla media europea sono la Germania ( FEC>220 Mtoe), la Francia ( FEC ≈155 Mtoe), il
Regno Unito con 127 Mtoe e l’Italia con poco più di 120 Mtoe.
6
Grafico 1: andamento FEC Stati Membri
Questa rappresentazione ha il solo scopo di mostrare i valori assoluti di consumo di energia finale
dei vari Stati Membri dell’UE e sono un indice delle potenzialità dei risparmi attribuibili ad ogni
Stato, fornendo una valutazione del “peso” che quest’ultimo ha all’interno del contesto Europeo.
D’altra parte, un confronto basato unicamente su questi valori di consumo non è sufficiente a
valutare l’efficienza energetica di uno Stato, pesando in modo negativo gli Stati che consumano un
quantitativo superiore di energia. Per ottenere indicazioni riguardanti l’andamento dello Stato
rispetto agli altri, è necessario relazionare questi dati, ad altri indici che permettano un confronto
paritario, ad esempio il Prodotto Interno Lordo.
0
50
100
150
200
250
FEC 2012 [Mtoe]
FEC [Mtoe]
40,72
Mtoe
7
1.2 METODOLOGIA
Definiti i FEC degli Stati al 2012, che forniscono una panoramica dei consumi, tramite l’analisi dei
NEEAPs dei 19 Stati presi in esame si ottengono informazioni sui risparmi (FES, Final Energy
Savings) conseguiti nel 2012 e una stima dei risparmi attesi al 2020.
Il rapporto tra questi due valori indicherà l’avanzamento del singolo Stato rispetto l’obiettivo al
2020. Nella Figura 1 vengono rappresentate le grandezza calcolate.
Figura 1: Rappresentazione raggiungimento obiettivo di efficienza al 2020
8
1.2.1 STIMA RISPARMI CONSEGUITI AL 2012
L’intera analisi dei risparmi, volta a valutare la percentuale di risparmi ottenuti rispetto ai risparmi
obiettivo al 2020, è stata condotta tralasciando il settore trasporti e valutando gli altri settori.
Vengono riportati nella Tabella 3, i risultati ottenuti lasciando la descrizione più approfondita del
procedimento per ottenere questi dati ai successivi paragrafi:
Stati Membri
Risparmio
conseguito
2012[Mtoe]
Austria 1,48
Belgio 1,95
Bulgaria 0,33
Croazia 0,19
Danimarca 1
Estonia 0,12
Finlandia 1,2
Francia 7,86
Germania 26,3
Irlanda 0,18
Italia 2,11
Lituania 0,14
Lettonia 0,18
Malta 0,01
Olanda 3
Portogallo 0,95
Spagna 7,2
Svezia 2,5
UK 7,9
Tabella 3: Risparmi conseguiti al 2012 dagli Stati Membri
9
1.2.1.1 STIMA RISPARMI CONSEGUITI AL 2012: CASO A
I risparmi ottenuti al 2012, Final Energy Savings (FES), sono nella maggior parte dei casi elencati
per settore, con indicazione azione per azione del relativo valore conseguito; perciò considerando
l’intero set di interventi attuati dallo Stato è possibile ottenere l’informazione dei risparmi totali
ottenuti, trascurando, come detto precedentemente quelli nel settore trasporti.
Si riporta nella Tabella 4, a titolo di esempio per tutti gli Stati che rientrano in questo caso, i dati
ottenuti all’interno della sezione dedicata ai risparmi nel NEEAP della Francia:
SETTORE INDICATORE RISPARMI D’ENERGIA
2012
Residenziale Indicatore P1 (riscaldamento) 5.801 Mtoe
Residenziale Indicatore P3 ( acqua calda) 0.310 Mtoe
Residenziale Indicatore P4
(elettrodomestici) 0.221 Mtoe
Residenziale Indicatore P5 (illuminazione) 0.249 Mtoe
Residenziale Subtotale 6.581 Mtoe
Terziario indicator P6 (consumi non
elettrici) Non disponibile
Terziario Subtotale Non disponibile
Industria Indicator P14-chimica 0.336 Mtoe
Industria Indicatore P14- legno 0.277 Mtoe
Industria Indicator P14-alimentare 0.328 Mtoe
Industria Indicator P14-tessile 0.009 Mtoe
Industria Indicator P14-mezzi di
trasporto 0.013 Mtoe
Industria Indicator P14-costruzione 0.083 Mtoe
Industria Indicator P14-altre 0.233 Mtoe
Industria Subtotale 1.28
Tutti settori Totale 7.86
Tabella 4: Risparmi conseguiti Francia, Neeap
Anche per l’Irlanda ad esempio, come per la Francia, tutte le informazioni riguardanti i risparmi
sono suddivise per settore d’appartenenza e sono contenute in allegato al Piano d’Azione.
10
Il calcolo dei risparmi ottenuto dall’Irlanda è stato ricavato come sommatoria delle azioni intraprese
nei vari settori utili all’analisi; nella Tabella 5 riporto il valore complessivo:
Irlanda Final Energy Saving (GWh)
2012-Conseguiti 2093
Tabella 5: Risparmi conseguiti Irlanda, Neeap
Il dato fornito, espresso in GWh necessita di una conversione per poter essere valutato in Mtoe;
perciò viene trasformato innanzitutto in PJ:
(1.3)
e successivamente utilizzando il fattore di conversione tra PJ e Mtoe descritto precedentemente
ottengo:
(1.4)
Seguendo il procedimento appena descritto si calcolano i risparmi conseguiti al 2012 anche per
Austria, Belgio, Croazia, Danimarca, Estonia, Germania, Italia, Lituania, Lettonia, Malta,
Portogallo, Svezia e UK.
11
1.2.1.2 STIMA RISPARMI CONSEGUITI AL 2012: CASO B
Altre volte, all’interno dei NEEAPs, non è fornito il valore di risparmio ottenuto per settore ma
solamente il valore totale conseguito. In questo caso perciò, il dato può tener conto anche di misure
attuate nel settore trasporti, perciò per correggerlo da eventuali distorsioni è stata introdotta l’ipotesi
che la presenza di azioni di risparmio nel settore trasporti fossero proporzionali alla percentuale di
consumo degli stessi, rispetto al consumo di energia finale al 2012.
Cosi facendo, sono stati eliminati eventuali contributi da settori che non erano utili all’analisi.
Uno Stato rientrante in questa casistica è la Bulgaria, che riporta all’interno della Tabella 5 il valore
di risparmi totali conseguiti al 2012:
Bulgaria FES (GWh)
2012-Conseguiti 5472,1
Tabella 6: Risparmi conseguiti Bulgaria, Neeap
Il dato necessita di conversione, perciò:
(1.5)
(1.6)
Facendo riferimento alla Tabella 2, si ricava la percentuale dei consumi d’energia del settore
trasporti sui consumi globali:
(1.7)
(1.8)
I risparmi conseguiti risultano perciò:
(1.9)
Come per la Bulgaria, anche per l’ottenimento del valore dei risparmi della Spagna il procedimento
è il medesimo, perciò:
facendo riferimento alla Tabella 2, si ricava la percentuale dei consumi d’energia del settore
trasporti sui consumi globali per la Spagna:
(1.10)
Valutando il complemento a uno si ottiene:
(1.11)
e sapendo inoltre che i risparmi totali conseguiti risultano essere:
12
Spagna FES (Mtoe)
2012-Conseguiti 11,05
Tabella 7: Risparmi conseguiti Spagna, Neeap
otteniamo il valore corretto dei risparmi:
(1.12)
13
1.2.1.3 STIMA RISPARMI CONSEGUITI AL 2012: CASO C
Altri Stati, invece, non forniscono l’indicazione sulle varie politiche attuate nel 2012 con i relativi
risparmi ma forniscono solo informazioni su misure attuate in anni precedenti al 2012 e stime
preventive su eventuali risparmi futuri. In questo caso, utilizzando i dati forniti dallo Stato
all’interno del NEEAP, sia quelli a consuntivo, in anno precedenti al 2012, sia quelli preventivati in
anni successivi, tramite interpolazione si ottiene l’informazione dei risparmi approssimativamente
ottenuti dallo Stato nell’anno in esame, il 2012. L’ipotesi alla base di questa “correzione” è che lo
Stato abbia ottenuto dei risparmi proporzionali negli anni.
I risparmi conseguiti al 2010 dell’Olanda, ad esempio, risultano essere pari a 17 167 GWh, mentre
la stima dei risparmi al 2016 risulta essere 70 336 GWh; entrambi i valori risultano essere già al
netto del settore trasporti. Considerando quindi un incremento annuo di risparmi conseguiti di
8861,5 GWh tra il 2010 e il 2016, con l’ipotesi di aumento costante anno per anno del livello di
risparmio, si ottiene il valore di risparmi al 2012:
(1.13)
Che corrispondono a:
(1.14)
(1.15)
Si riporta, nel Grafico 2, la rappresentazione grafica del valore di risparmio ottenuto:
Grafico 2: Trend di risparmio Olanda
17167
70336
0
10000
20000
30000
40000
50000
60000
70000
80000
2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017
GW
h
Trend risparmi Olanda
trend
34890
14
Come per l’Olanda, anche per la Finlandia il procedimento per l’ottenimento del valore di risparmio
riportato nella Tabella 3 è il medesimo.
15
1.2.2 STIMA RISPARMI ATTESI AL 2020
Seguendo un procedimento simile a quanto descritto nel paragrafo precedente per il calcolo dei
risparmi ottenuti al 2012 dagli Stati Membri, si ricava il totale dei risparmi che i governi si sono
prefissati di ottenere al 2020. Riporto nella Tabella 8 i risultati ottenuti, riservando la descrizione
del procedimento attuato per ottenerli ai paragrafi successivi:
Stati Membri Risparmio atteso
2020[Mtoe]
Austria 4,78
Belgio 7,1
Bulgaria 0,72
Croazia 0,54
Danimarca 4,13
Estonia 0,43
Finlandia 5,1
Francia 18,23
Germania 38
Irlanda 1,96
Italia 10
Lituania 0,74
Lettonia 0,67
Malta 0,05
Olanda 11,5
Portogallo 4,35
Spagna 21,3
Svezia 6,06
UK 17,36
Tabella 8: Risparmi attesi al 2020 dagli Stati Membri
16
1.2.2.1 STIMA RISPARMI ATTESI AL 2020: CASO A
Nella maggior parte degli Stati l’informazione è stata ottenuta semplicemente andando a reperire il
dato nei NEEAPs, dove, sommando tutte le varie azioni potenziali di risparmio al 2020 e
trascurando il settore trasporti, si ottiene il potenziale di riduzione. Questo stesso procedimento è
stato seguito per l’Austria, Bulgaria, Croazia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia,Germania,
Irlanda, Italia, Lituania, Lettonia, Malta, Olanda e Spagna.
Considerando, come esempio, le stime della Croazia otteniamo:
Settore Stime dei risparmi al 2020
(PJ)
Stime dei risparmi al 2020
( Mtep)
Residenziale 12,48 0,3
Servizi 5,08 0,12
Industria 5,14 0,12
Totale 22,7 0,54
Tabella 9: Risparmi attesi al 2020, Croazia
17
1.2.2.2 STIMA RISPARMI ATTESI AL 2020: CASO B
In altri casi, invece, per ottenere l’informazione utile ai fini dell’analisi vengono utilizzate anche
altre fonti: i target di consumo finale di energia che gli Stati hanno fornito alla Commissione
Europea (CE), rappresentati nella Tabella 10, e i valori di consumo nello scenario Business As
Usual (BAU), proiettati dagli stessi Stati al 2020.
TARGET di consumo di energia al 2020
Primaria Finale
Mtoe Mtoe PJ
31,5 26,3 1101,13
43,7 32,5 1360,71
15,8 9,16 383,51
9,19 9,24 386,86
17,8 14,8 619,65
6,5 2,8 117,23
35,9 26,7 1117,88
236,3 131,4 5501,46
276,6 194,3 8134,95
13,9 11,7 489,86
158 126 5275,37
6,485 4,28 179,11
5,37 4,47 187,15
0,825 0,49 20,64
60,7 52,2 2185,51
22,5 17,4 728,50
121,6 82,9 3470,86
43,4 30,3 1268,6
177,6 129,9 5438,65
Tabella 10: Consumi target degli Stati Membri al 2020
I target di consumo rappresentano i valori di consumo di energia finale e primaria al 2020 ,che
corrispondono ad una riduzione, rispetto al valore di consumo nello scenario BAU, del proprio
obiettivo nazionale di riduzione dei consumi, secondo quanto imposto dalla Direttiva 2012/27/UE.
Lo scenario BAU, è uno scenario per modelli futuri di attività che presuppone non ci sarà alcun
cambiamento significativo negli atteggiamenti e nelle priorità delle persone, o grandi cambiamenti
nella tecnologia, nell’economia o nella politica, in modo che le circostanze normali possano
continuare invariate.
Utilizzando il dato del consumo di energia al 2020 nello scenario BAU dello Stato e sapendo il
consumo target di energia finale al 2020 è stato possibile valutare i Mtep di risparmio che lo Stato
dovrà ottenere entro al 2020, per rispettare i termini del Pacchetto Clima Energia.
Considerando,ad esempio i dati dell’UK, otteniamo:
18
(1.16)
(1.17)
Mentre il valore dello scenario BAU è già al netto dalla quota trasporti, il valore target è
onnicomprensivo di tutti i settori, perciò viene depurato dalla quota di consumo attesa del settore
trasporti al 2020, che dall’Action Plan risulta essere 50,1 Mtep. I consumi di energia finali target del
Regno Unito risultano essere:
(1.18)
Facendo perciò la differenza tra i valori di consumo tra lo scenario BAU e i valori target si
ottengono i risparmi attesi di energia del Regno Unito:
(1.19)
In alternativa, avendo a disposizione una delle due informazioni precedenti e l’obiettivo di
riduzione di energia al 2020 che lo Stato si è prefissato, sarebbe stato comunque possibile risalire ai
risparmi, previa depurazione dell’obiettivo di risparmi dal settore trasporti.
19
1.2.2.3 STIMA RISPARMI ATTESI AL 2020: CASO C
Con riferimento alla scenario BAU perciò, è sufficiente utilizzare il valore di consumo di energia
finale al 2020, e tramite il confronto con il valore di FEC target, si ottengono i risparmi.
L’inconveniente del caso precedente però è che può capitare che l’informazione dei consumi nello
scenario BAU possa non essere scindibile per i vari settori, non rendendo possibile la sottrazione
della quota trasporti ed inoltre, all’interno degli Action Plans può mancare, a volte, la stima dei
consumi dei vari settori nello scenario target, non rendendo anche in questo caso possibile la
depurazione dell’effetto del settore trasporti. Per risolvere questo problema si ipotizza che la
percentuale di consumi nel settore trasporti nell’anno 2020 sia uguale a quella del 2012 sia per lo
scenario BAU che per quello target, cosi facendo si calcolano i valori corretti di FEC al 2020 e di
FEC al 2020 nel BAU ottenendo comunque l’indicazione sui risparmi approssimativamente
conseguiti dallo Stato.
Per chiarire meglio il procedimento si effettua il calcolo per il Belgio:
(1.20)
(1.21)
Facendo riferimento alla Tabella 2 calcolo l’influenza dei consumi dei trasporti sui consumi globali:
(1.22)
I valori di FEC target e di FEC nello scenario BAU nettati dall’effetto trasporti risultano:
(1.23)
(1.24)
Facendo la differenza tra questi valori si ottiene la stima dei risparmi che il Belgio deve ottenere al
2020 per soddisfare i requisiti della normativa:
(1.25)
Anche per quanto concerne la Svezia e il Portogallo il procedimento è il medesimo.
Come ulteriore esempio riporto il procedimento anche della Svezia:
20
(1.26)
(1.27)
Facendo riferimento alla Tabella 2, calcolo l’influenza dei consumi dei trasporti sui consumi
globali:
(1.28)
I valori di FEC target e di FEC nello scenario BAU nettati dall’effetto trasporti risultano:
(1.29)
(1.30)
Facendo la differenza tra i due valori ottenuti si calcolano i risparmi attesi :
(1.31)
21
1.3 RISULTATI
Una volta ricavati i due cluster di dati, i risparmi conseguiti al 2012 e quelli attesi al 2020, per
trovare lo stato di avanzamento dei singoli Stati rispetto all’obiettivo di risparmio al 2020, si
rapportano questi due valori ottenendo cosi un’indicazione percentuale del grado di raggiungimento
dell’obiettivo prefissato:
(1.32)
Risparmio
conseguito 2012
Risparmio
atteso 2020
Ob.
raggiunto
Austria 1,48 4,78 31%
Belgio 1,95 7,1 27%
Bulgaria 0,33 0,716 47%
Croazia 0,19 0,54 35%
Danimarca 1 4,13 24%
Estonia 0,12 0,43 28%
Finlandia 1,2 5,1 24%
Francia 7,86 18,23 43%
Germania 26,3 38 69%
Irlanda 0,18 1,96 9%
Italia 2,11 10 21%
Lituania 0,14 0,74 19%
Lettonia 0,18 0,67 27%
Malta 0,01 0,05 25%
Olanda 3 11,5 26%
Portogallo 0,95 4,35 22%
Spagna 7,2 21,3 34%
Svezia 2,5 6,06 41%
UK 7,9 17,36 46%
Tabella 11: Percentuale raggiungimento obiettivo del 2020
I risultati mostrano come, a fronte di un valore medio di quota raggiunta del target calcolata come:
con n=19, (1.33)
la maggior parte dei Paesi oggetto d’analisi si posiziona al di sotto di questa quota. Nella Tabella 12
è riportato il ranking degli Stati in ordine decrescente dallo Stato che detiene una percentuale
maggiore di risparmi conseguiti:
22
RANKING
1° Germania 69%
2° Bulgaria 47%
3° UK 46%
4° Francia 43%
5° Svezia 41%
6° Croazia 35%
7° Spagna 34%
8° Austria 31%
9° Estonia 28%
10° Belgio 27%
11° Lettonia 27%
12° Olanda 26%
13° Malta 25%
14° Danimarca 24%
15° Finlandia 24%
16° Portogallo 22%
17° Italia 21%
18° Lituania 19%
19° Irlanda 9%
Tabella 12: Ranking degli Stati
Grafico 3: Ranking degli Stati
Solo uno Stato, la Germania, risulta avere una percentuale di risparmi conseguiti superiore al 50 %,
raggiungendo già a fine 2012 quasi il 70 % dell’obiettivo prefissato al 2020, che corrisponde ad un
risparmio di energia a fine 2012 di 26,3 Mtep a fronte di un obiettivo di 38 Mtep al 2020.
L’ultima posizione è occupata dall’Irlanda che detiene il solo 9 % di quota raggiunta del target, che
corrisponde ad un risparmio di energia di 0,18 Mtep a fronte di un obiettivo di 1,96 Mtep.
Ger
man
ia
Bu
lgar
ia
UK
Fran
cia
Svez
ia
Cro
azia
Spag
na
Au
stri
a
Esto
nia
Bel
gio
Lett
on
ia
Ola
nd
a
Mal
ta
Dan
imar
ca
Fin
lan
dia
Po
rto
gallo
Ital
ia
Litu
ania
Irla
nd
a
1° 2° 3° 4° 5° 6° 7° 8° 9° 10° 11° 12° 13° 14° 15° 16° 17° 18° 19°
69%
47% 46% 43% 41% 35% 34% 31% 28% 27% 27% 26% 25% 24% 24% 22% 21% 19%
9%
Ranking
obiettivo raggiunto
23
Un’importante considerazione può nascere se si prendono in considerazione anche i consumi degli
Stati (Tabella 2). Se si considera il Grafico 1, riguardante i consumi energetici finali al 2012,
possiamo suddividere gli Stati in diversi gruppi in funzione del consumo energetico che essi hanno.
L’analisi sarà rivolta ai due cluster estremi.
I paesi più “energivori”, cioè i principali Paesi che hanno un consumo finale di energia al 2012
superiore alla media di quelli considerati per l’analisi (40,72 Mtep), cioè Spagna, UK, Francia,
Italia e Germania, hanno raggiunto in media una quota del target pari a:
(1.34)
anche se tra questi Paesi l’Italia è l’unica a detenere una quota raggiunta del 20 %, inferiore alla
media europea. Da questa classificazione emerge come i Paesi energivori nella quasi totalità dei
casi abbiano raggiunto una quota del target inferiore al 50 % .
Considerando invece i Paesi meno energivori, con una quota di consumi finali di energia al 2012
molto inferiore alla media europea (40,72 Mtep), cioè Malta, Lettonia, Lituania, Bulgaria e Irlanda,
questi hanno raggiunto in media una quota del target pari a:
(1.35)
inferiore alla media Europea (31,5 %) anche considerando tra essi la Bulgaria che si colloca al
secondo posto del ranking con una quota di target raggiunto pari al 47 %.
E’ riportato di seguito il Grafico 4, che permette di valutare il grado di raggiungimento del target al
2020, confrontando le colonne per ogni Stato.
Grafico 4: confronto consumi attesi e conseguiti
0
5
10
15
20
25
30
35
40
Mte
p/y
FES 2012
FES 2020
24
Di seguito, nel Grafico 5, è riportata un’ulteriore rappresentazione degli Stati, che colloca gli stessi
in funzione dei FEC al 2012, sull’asse delle ordinate, della percentuale dell’obiettivo raggiunto,
sull’asse delle ascisse ed inoltre la dimensione delle bolle, che identificano ogni Stato, sono
proporzionali ai FES al 2020. Uno Stato, quindi, posizionato in alto a destra con un diametro della
bolla elevato, come la Germania, è indice di uno Stato energivoro e con quindi un valore di risparmi
attesi elevato, con una quota raggiunta del target elevata.
Grafico 5: FEC 2012 e % obiettivo raggiunto
Tramite queste rappresentazioni si constata come gli Stati con maggiori potenzialità di risparmio e
con i migliori risultati ottenuti in termini di interventi di efficientamento siano proprio gli Stati
energivori (Germania, Francia, Spagna e UK), ad eccezione dell’Italia, che detiene una percentuale
di raggiungimento del target del solo 21 %. La maggior quantità di energia consumata implica una
più distribuita e capillare rete d’utenza che permette una più facile identificazione degli interventi di
efficientamento a seguito della maggior possibilità di comparazione dei consumi tra utenti simili e
quindi una più facile identificazione degli sprechi. Caso anomalo risulta essere la Bulgaria, che pur
0
50
100
150
200
250
300
0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90%
FEC
20
12
[M
toe
]
% obiettivo raggiunto
austria
Belgio
Bulgaria
Croazia
Danimarca
Estonia
Finlandia
Francia
Germania
Irlanda
Italia
Lituania
Lettonia
Malta
Olanda
Portogallo
Spagna
Svezia
UK
25
non essendo uno Stato energivoro detiene un’elevata percentuale di raggiungimento del target, 47
%, in seguito ai possibili interventi di ristrutturazione del patrimonio edilizio necessari per garantire
il rispetto delle normative.
26
Capitolo 2
ENERGY SERVICE COMPANY
Il miglioramento del livello di efficienza energetica delle tecnologie installate, è la teoria,
comunemente riconosciuta, che permette un minor costo per il raggiungimento degli accordi
internazionali in materia di abbattimento delle emissioni inquinanti e per la riduzione dei consumi
finali di energia.
Tuttavia, la realizzazione pratica di interventi di efficientamento energetico su larga scala è
un’operazione che richiede un importante sforzo finanziario da parte dell’utente, che spesso tende a
considerare l’operazione come un onere piuttosto che come un’opportunità economica; inoltre sono
richieste competenze specifiche, con la conseguente necessità da parte dell’utente di affidarsi a
tecnici specializzati per la progettazione degli interventi.
Le Energy Service Company, sono nate con lo scopo di ridurre le spese energetiche e di
accompagnare l’utente nel processo di efficientamento del proprio parco tecnologico.
Le ESCo cominciano a svilupparsi durante gli anni 70 negli Stati Uniti in seguito al repentino
incremento del prezzo dell’energia dovuto prima alla crisi petrolifera del 1973 e successivamente
alla rivoluzione iraniana del 1979, le quali crearono le condizioni per un nuovo business: offrire
servizi per il risparmio energetico e ridurre quindi la sempre più cara bolletta energetica degli utenti.
Inizialmente le ESCo sono nate come divisioni specializzate appartenenti alla grandi società
produttrici e fornitrici di energia e da società di consulenza energetica che avevano visto la
possibilità di implementare direttamente le soluzioni tecnologiche ed operative da loro stessi
sviluppate. Con l’aumentare delle prospettive di mercato , si sono poi costituite in vere e proprie
società indipendenti.
Dopo 30 anni di crescente attività negli Stati Uniti, il giovane mercato dei servizi energetici prende
forma anche in Europa, soprattutto grazie al sostegno dell’Unione Europea che, attraverso i vari
programmi di supporto tecnologico e non- tecnologico svolge un ruolo decisivo per la promozione
di questo strumento di risparmio energetico.
Il mercato delle ESCo, quindi, è recente in Europa, incomincia a svilupparsi negli anni 2000
soprattutto per merito delle politiche di risparmio adottate dalla Comunità Europea.
In particolare, nella legislazione italiana la prima chiara definizione di ESCo è contenuta nel
Decreto Legislativo 115/2008 che recepisce la Direttiva 2006/32/CE. Secondo tale definizione una
ESCo è una “ persona fisica o giuridica che fornisce servizi energetici ovvero altre misure di
miglioramento dell’efficienza energetica nelle istallazioni o nei locali dell’utente e, ciò facendo,
27
accetta un certo margine di rischio finanziario. Il pagamento dei servizi forniti si basa, totalmente o
parzialmente, sul miglioramento dell’efficienza energetica conseguito e sul raggiungimento degli
altri criteri di rendimento stabiliti”.
Questa definizione determina una distinzione sostanziale tra ESCo e ESPCo (Energy Service
Provider Companies). Nello stesso Decreto Legislativo 115/2008 si definisce una ESPCo come “
soggetto fisico o giuridico, ivi incluse le imprese artigiane e le loro forme consortili, che ha come
scopo l’offerta di servizi energetici atti al miglioramento dell’efficienza nell’uso dell’energia”; in
pratica le ESPCo possono essere società di consulenza nel settore energetico, ma non offrono
nessuna garanzia di risultato e non devono affrontare i rischi finanziari degli interventi.
Nel caso generale le ESCo sono società che si pongono come interlocutore unico nei confronti del
cliente, occupandosi di tutte le fasi di realizzazione degli interventi, che comprendono
principalmente la diagnosi energetica ( energy audit), lo studio di fattibilità tecnico-economica degli
impianti, il reperimento delle risorse finanziarie, la progettazione degli impianti e la loro
installazione e gestione.
La caratteristica fondamentale delle società di servizi energetici è quella di basare il proprio
guadagno sul risultato ottenuto in termini di miglioramento di efficienza energetica per conto della
propria clientela utente d’energia, tanto che i moderni contratti di fornitura dei servizi prevedono la
remunerazione dei servizi offerti in funzione del risparmio ottenuto in bolletta.
La peculiarità dell’intervento delle ESCo risiede nel fatto che gli interventi tecnici necessari ad
ottenere i risparmi energetici sono effettuati mediante investimenti sostenuti dalle stesse, totalmente
o con la partecipazione di capitali esterni reperiti da essa e non dal cliente; l’utente d’energia viene
cosi sgravato dell’onere economico dell’investimento, in quanto è la stessa ESCo a finanziare gli
interventi necessari al raggiungimento del proprio obiettivo.
Successivamente le ESCo ripagano l’investimento e il costo dei propri servizi con una quota del
risparmio realizzato, calcolato sulla base di un riferimento (baseline) concordato in fase contrattuale
in base ai dati messi a disposizione del cliente sui consumi passati, perciò la differenza tra la
bolletta energetica pre e post intervento migliorativo spetta alla ESCo in toto o pro-quota fino alla
fine del periodo di pay-back previsto. Cosi facendo , la società avrà un guadagno solo qualora gli
interventi realizzati risultino effettivamente profittevoli; in caso contrario sarà la stessa ESCo a
dover coprire gli extracosti dovuti all’inefficienza degli impianti.
Le ESCo perseguono gli stessi obiettivi dei loro clienti in quanto la loro fonte di guadagno risiede
nel risparmio energetico conseguito e per questo motivo, danno la garanzia di operare nel modo più
efficiente possibile. Essendo società che scommettono i propri capitali sulla possibilità di ottenere
risparmi, sceglieranno le tecnologie più appropriate in una logica di minor costo e maggior
28
efficienza. Queste caratteristiche, oltre a tutelare il cliente dai rischi finanziari legati all’intervento,
impongono alla ESCo un’attenzione particolare alla realizzazione dell’interventi, dando la garanzia
di operare nella maniera più efficiente possibile.
Allo scadere dei termini contrattuali, l’utente potrà beneficiare totalmente della maggior efficienza
del proprio impianto, ne diventerà proprietario e potrà, quindi, scegliere se mantenere la gestione
affidata alla ESCo, a condizioni da negoziare, o se assumerla in proprio.
L’operazione di miglioramento energetico con il ricorso ad una ESCo si inserisce nel contesto del
Finanziamento Tramite Terzi (FTT), dove nella fattispecie il “terzo” può essere o meno la ESCo,
che peraltro è l’unico responsabile verso l’utente finale e si occupa di tutte le fasi di cui si compone
lo schema di FTT: dalla diagnosi energetica, alla fattibilità tecnico-economica e finanziaria, alla
progettazione, all’installazione e alla manutenzione dell’impianto fino alla copertura finanziaria.
Tutti i rischi, sia finanziari che tecnici, sono a carico della ESCo e questo è una garanzia
fondamentale per l’utente. Se gli interventi effettuati non portano ad un effettivo risparmio, infatti,
sarà la società di servizi a coprire la differenza di costi.
Attraverso lo strumento del FTT e la diffusione delle ESCo, è possibile favorire gli interventi di
razionalizzazione energetica, sostenuti non più da contributi pubblici a fondo perduto o dal credito
tradizionale ma da investimenti attivabili con il capitale privato. Con questo strumento si ovvia alla
riluttanza o all’impossibilità da parte delle PA (Pubbliche Amministrazioni) e degli imprenditori
stessi di finanziare di tasca propria interventi strutturali di una certa consistenza. Bisogna, infatti,
tenere presente che i progetti di risparmio energetico che presuppongono un intervento delle ESCo
richiedono un significativo investimento iniziale e offrono un periodo di pay-back relativamente
lungo, fattori entrambi che disincentivano l’iniziativa privata.
29
2.1 CAMPIONE D’ANALISI
In capitolo si vuole fornire una panoramica di come sia strutturato il business model delle ESCo
Europee. L’analisi condotta prende in considerazione diversi aspetti legati all’operato di queste
società: le tipologie di contratto offerto, le modalità di finanziamento, il core business, le attività
svolte, i principali progetti svolti e i clienti serviti.
Per condurre questa analisi si considera un campione di 40 ESCo, la maggior parte delle quali
provenienti dai principali Stati Europei; le informazioni ricavate sono state ottenute analizzando i
siti internet delle stesse, i report delle attività da loro prodotti ed un questionario prodotto dalla JRC
( Joint Research Centre o Centro Comune di Ricerca della Comunità Europea, CCR) sulle Esco.
La Joint Research Centre è una direzione generale della Commissione europea: DG-JRC
(Directorate-General Joint Research Centre), che dispone di sette istituti di ricerca dislocati in
cinque Paesi Membri dell'Unione europea ( Belgio, Germania, Italia, Paesi Bassi e Spagna).
Il CCR fornisce un sostegno scientifico e tecnico alla progettazione, allo sviluppo, all’attuazione e
al controllo delle politiche dell’Unione europea. A differenza delle università europee, è
direttamente finanziato dall'UE, allo scopo di garantire l'indipendenza delle attività di ricerca da
interessi privati o dalle singole politiche nazionali, come condizione essenziale per perseguire la sua
missione internazionale.
Il CCR svolge un ruolo di coordinamento e ricerca in numerose reti comunitarie di enti nazionali di
ricerca, università, industria avanzata degli stati membri dell'Unione Europea, oltre ad effettuare un
vasto insieme di ricerche indipendenti che si avvalgono delle competenze dei migliori scienziati
europei che lavorano direttamente nel centro o vi svolgono periodi di ricerca. Nei suoi laboratori si
svolgono complessi studi ed esperimenti per conto delle istituzioni europee. Il CCR collabora con
enti e reti extraeuropee e mondiali nel campo scientifico e della normativa.
Il questionario utilizzato per questa analisi è appunto specifico per le ESCo, ed è composto da tre
sezioni, precedute da una breve parte introduttiva di presentazione della società; le sezioni
riguardano il core business della ESCo, le tipologie di servizi offerti e le modalità contrattuali
proposte.
I questionari coprono solo una parte dell’analisi condotta e sono a disposizione per solo una parte
del campione utilizzato; le rimanenti informazioni, come precedentemente detto, sono state ricavate
tramite il sito aziendale e report pubblicati dalle stesse società riguardanti progetti da loro eseguiti.
Riporto di seguito la Tabella 13, che comprende l’intero campione di ESCo Europee analizzate, in
ordine alfabetico per il nome della società, con associato il sito internet:
30
N° Stato ESCo Sito Internet Città
1 Spagna Ameresco http://www.ameresco.com Madrid
2 UK Anesco http://www.anesco.co.uk/ Berkshire
3 Turchia ATLASCert
Certification Ltd. http://www.atlascert.com.tr/ Ankara
4 Estonia AU Energiateenus http://energiateenus.ee/ Raasiku
5 UK Bilfinger PPP FM http://www.facilitymanagement.bilfinger.com/en/ Oxforshire
6 UK
Bouygues
Energies &
Services FM (UK)
http://www.bouygues-es.co.uk/ Londra
7 Bulgaria Brunata http://brunata.bg/en/ Sofia
8 Spagna CACTUS2E http://www.cactus2e.com Siviglia
9 UK Chalmor Limited http://www.chalmor.co.uk/ Luton
10 Grecia Clarus Energy
Services Company http://www.clarusesco.com/esco_intro.php Atene
11 Spagna Clece S.A. http://www.clece.es Madrid
12 Grecia
Cofely Hellas S.A.
Energy Services
Company
http://www.cofely-gdfsuez.gr/ Vrilissia
13 Portogallo Cofely Portugal http://www.cofely-gdfsuez.pt/ Lisbona
14 Belgio Cofely Services
NV/SA http://www.cofelyservices-gdfsuez.be/ Bruxelles
31
15 Spagna Constructora
SANJOSE,S.A http://www.grupo-sanjose.com Madrid
16 Svezia Dalkia http://www.dalkianordic.com/sv/ Stockholm
17 Slovacchia Dalkia a.s. http://www.dalkia.sk/en/ Bratislava
18 Bulgaria Dalkia
BULGARIA http://www.dalkia.bg/bg/ Sofia
19 Spagna
Dalkia ENERGÍA
Y SERVICIOS
S.A
http://www.veolia.es Madrid
20 Francia Dalkia France http://www.dalkia.fr/fr/ Parigi
21 Germania Dalkia GmBH www.dalkia.de Amburgo
22 Francia Delta Dore SA www.deltadore.com Combourg
23 Bulgaria Ecotherm www.erato.bg Haskovo
24 Bulgaria Ehemoha www.enemona.bg Sofia
25 Germania EnBW https://www.enbw.com/index.html Karlsruhe
26 Svezia Eneas Energy http://eneasenergy.se/ Drammen
27 Turchia
Eskon Energy
Efficiency
Consultancy Co.
http://www.eskonevd.com/ Karsiyaka
28 Germania GFR http://www.gfr.de/en.html Verl
32
29 Ungheria
GREP Green
Public Lighting
Zrt.
http://www.grepzrt.eu/ Budapest
30 Francia Hager controls
SAS www.hagergroup.net
Saverne
Cedex
31 Svezia Honeywell www.honeywell.se Stoccolma
32 Germania
Imtech
Deutschland
GmbH
http://www.imtech.de Amburgo
33 Germania
e Austria Johnson Controls http://www.johnsoncontrols.com/ Berlino
34 Svezia Johnson Controls http://www.johnsoncontrols.se/
Colombes
Cedex
35 UK MITIE Asset
Management http://www.mitie.com/ Surrey
36 Lettonia Renesco SIA http://renesco.lv/index.php?lang=en Riga
37 Francia Schneider Electric
Buildings http://www.schneider-electric.com/
Rueil
Malmaison
38 Svizzera
Services
industriels de
Genève (SIG)
http://www.sig-ge.ch/particuliers/home Le Lignon
39 Germania Siemens AG www.siemens.com Monaco
40 Germania SPIE Energy
Solutions GmbH www.spie-energysolutions.de Dusseldorf
Tabella 13: Elenco alfabetico campione ESCo
Per offrire una panoramica più semplice riguardante gli Stati e le ESCo utilizzate come campione
d’analisi, viene riportata anche la Tabella 14 e il Grafico 6, in cui viene esplicitato il numero di
società considerate per ogni Stato:
33
STATO N° ESCo
Belgio 1
Bulgaria 4
Estonia 1
Francia 4
Germania 7
Grecia 2
Lettonia 1
Portogallo 1
Slovacchia 1
Spagna 5
Svezia 4
Svizzera 1
Turchia 2
UK 5
Ungheria 1
Tabella 14: n° ESCo per Stato
Grafico 6: n° ESCo per Stato
Il questionario utilizzato JRC, come accennato precedentemente, non è disponibile per tutte le
società campione che sono state considerate, ma solo per alcune :
Belgio 2%
Bulgaria 10%
Estonia 2%
Francia 10%
Germania 17%
Grecia 5% Lettonia
2% Portogallo
2%
Slovacchia 3%
Spagna 13%
Svezia 10%
Svizzera 3%
Turchia 5%
UK 13%
Ungheria 3%
Campione d'analisi
34
ESCo con a disposizione le risposte ai questionari della JRC
Ameresco
ATLASCert Certification Ltd
AU Energiateenus
CACTUS2E
Chalmor Limited
Clarus Energy Services Company
Clece S.A.
Cofely Hellas S.A. Energy Services Company
Cofely Portugal
Cofely Services NV/SA
Constructora SANJOSE,S.A
Dalkia a.s.
Dalkia BULGARIA
Dalkia ENERGÍA Y SERVICIOS S.A
Dalkia France
Dalkia GmBH
Eskon Energy Efficiency Consultancy Co.
GREP Green Public Lighting Zrt.
Johnson Controls
MITIE Asset Management
Renesco SIA
Services industriels de Genève (SIG)
Tabella 15: ESCo con questionari JRC
Per completezza, è riportato in allegato il questionario della JRC 7 per mostrare la struttura del
documento.
7 Allegato 4: questionario JRC
35
2.2 METODOLOGIA
L’analisi del campione di ESCo considerato, è suddivisa in diversi sottocapitoli che considerano
aspetti differenti del business model; partendo dai contratti, passando poi per le modalità di
finanziamento, il core business delle società, le attività da loro svolte, i progetti più frequenti e i
principali clienti serviti è stato creato un database nella quale sono state inserite le varie
informazioni ricavate.
2.2.1 ELEMENTI DEL BUSINESS MODEL: CONTRATTI
Il ricorso ad una ESCo garantisce al beneficiario dell’intervento una serie di vantaggi rispetto
all’esecuzione di lavori in proprio, principalmente:
1. L’assenza di rischi tecnici legati alle prestazioni dell’impianto
2. Una riduzione dei rischi finanziari legati all’intervento
3. La possibilità di realizzare interventi di efficientamento anche in assenza di risorse
finanziarie, o in caso di difficoltà a reperire i fondi
4. La possibilità di focalizzare l’impegno dell’azienda sul proprio core business
5. La garanzia di avere un impianto che lavori sempre in condizioni ottimali, dato che il
profitto della ESCo è legato alle prestazioni del sistema
Tra la ESCo e il cliente deve però essere garantito un rapporto trasparente, perciò è necessario
creare un sistema contrattuale complesso, con la presenza di capitolati il più possibile dettagliati.
Ciò rende le operazioni di definizione e stipula del contratto particolarmente delicate da gestire da
parte dei soggetti coinvolti. Quando si redige un contratto occorre che il progetto di risparmio
energetico sia completamente definito in ogni parte con il massimo grado di dettaglio. La riuscita
dell’intervento ed il funzionamento di tutti i meccanismi del contratto dipende prettamente dalla
validità del progetto e conseguentemente dal riscontro che trovano nella realtà le previsioni su cui
esso si basa.
All’interno del contratto dovranno essere specificate una serie di clausole volte a garantire sia
l’assunzione di responsabilità da parte della ESCo, per quanto concerne l’implementazione di tutti
gli interventi e le azioni necessarie alla realizzazione ed alla gestione dell’impianto, e sia per il
cliente, che da parte sua è chiamato ad osservare delle norme di comportamento determinate in fase
precontrattuale.
Le tipologie di servizi contrattuali che sono state prese in considerazione nell’analisi sono:
36
Project Financing: il Project Financing (PF) nasce nei paesi anglosassoni come tecnica
finanziaria innovativa volta a rendere possibile il finanziamento di iniziative economiche
sulla base della valenza tecnico-economica del progetto stesso piuttosto che sulla capacità
autonoma di indebitamento dei soggetti promotori dell'iniziativa. Il progetto viene valutato
dai finanziatori principalmente per la sua capacità di generare flussi di cassa, che
costituiscono la garanzia primaria per il rimborso del debito e per la remunerazione del
capitale di rischio, attraverso un'opportuna contrattualizzazione delle obbligazioni delle parti
che intervengono nell'operazione. La fase di gestione dell'opera costituisce elemento di
primaria importanza, in quanto soltanto una gestione efficiente e qualitativamente elevata
consente di generare i flussi di cassa necessari a rimborsare il debito e remunerare le parti.
L'utilizzo del PF comporta alcune specifiche implicazioni dal punto di vista organizzativo e
contrattuale. Il finanziamento, infatti, non è diretto ad un'impresa pre-esistente bensì va a
beneficio di una società di nuova costituzione ("società di progetto" o anche "SPV"-Special
Purpose Vehicle) la cui esclusiva finalità è la realizzazione e la gestione del progetto stesso.
La società di progetto è un'entità giuridicamente distinta da quella del/i promotore/i del
progetto, con la conseguente separazione dei flussi generati dal progetto da quelli relativi
alle altre attività del promotore. Il duplice risultato é che, in caso di fallimento del progetto,
il finanziatore non potrà rivalersi su beni del promotore diversi da quelli di proprietà della
società di progetto e, simmetricamente, in caso di fallimento del promotore la società di
progetto continuerà ad esistere perseguendo le proprie finalità. Inoltre, la costituzione di una
SPV consente agli enti finanziatori l’applicazione di formule di controllo molto stringenti e
l’imposizione di vincoli contrattuali e societari necessari alla strutturazione di un’operazione
di PF.
Delivery contracting: il Delivery Contracting (DC), o Supply contracting (SC) o Energy
supply contracting (ESC), è focalizzato sulla fornitura di un set di servizi energetici (come il
riscaldamento, illuminazione, forza motrice) principalmente dando in outsourcing la
fornitura di energia (Energy supply). Chauffage, uno dei contratti più comuni in Europa, è
una forma di DC. In un accordo chauffage, la ESCo si assume l’impegno di pagare i costi di
gestione del servizio che intende garantire, in particolare le bollette energetiche e gli oneri
relativi all’approvvigionamento del combustibile, fornendo la garanzia del servizio offerto.
A sua volta il cliente, paga alla compagnia una rata pari ad una percentuale dei costi di
gestione affrontati prima della collaborazione della ESCo ( ad esempio il 90%). In questo
modo il cliente beneficia subito dei vantaggi legati all’intervento della ESCo e essa è
37
incentivata a ridurre al minimo i consumi energetici, in quanto, la rata che le è corrisposta è
prestabilita, mentre i costi che deve sostenere dipendono dalle performance dell’impianto.
BOOT: il modello BOOT ( Building-Own-Operate-Transfer), comporta che la ESCo si
occupi delle fasi di progettazione, costruzione, finanziamento e gestione delle attrezzature
che sono di suo possesso per un definito periodo di tempo e successivamente trasferisca la
proprietà al cliente. Il cliente è di solito un’impresa speciale costituita per uno specifico
progetto o missione. Questo modello è simile ad una impresa creata con un determinato
scopo per un particolare progetto. I clienti stipulano contratti di fornitura a lungo termine
con l’operatore BOOT e pagano, di conseguenza, il servizio che viene erogato loro. Il costo
del servizio comprende il recupero del capitale e dei costi operativi e il profitto del progetto.
Guarantee of performance: una ESCO deve essere in grado di proporre ed attuare una
ampia gamma di soluzioni energetiche, per rispondere in modo completamente esaustivo
alle particolari richieste dei vari committenti che ad essa si rivolgono. La sua competenza
viene messa al servizio del cliente, garantendogli, come da contratto, il risultato richiesto,
ossia quello che viene chiamato un livello di prestazioni predefinito (in genere viene
assicurato o un risparmio energetico o un risparmio economico rispetto alla situazione
preesistente). Infatti ciò che caratterizza una ESCO, e la differenzia da una semplice società
di consulenza risiede proprio in questo, ossia che il prezzo del suo operato dipende dal
risultato ottenuto.
Shared savings (SS): in questa prima tipologia di energy performance contracting, la ESCO
anticipa i costi di investimento o tramite fondi propri o tramite un finanziatore terzo. I
risparmi mensili sono suddivisi fra la ESCO e l’utente sulla base del tipo di intervento e del
tempo di ritorno dell’investimento. Stipulando tale contratto quindi l’utente si fa carico di
pagare alla ESCo una quota dei risparmi energetici annui, in genere un 70-90%. Le
prestazioni del servizio reso sono stabilite contrattualmente e la ESCO è responsabile degli
impianti e ne mantiene proprietà e gestione fino alla conclusione del contratto. In tale
quadro è la ESCO ad assumere i rischi tecnici e finanziari dell’intervento, e per questo è
portata a far funzionare l’impianto alla massima efficienza. Un contratto di tale tipo è
preferito dai soggetti con carenza di fondi e si addice alle grandi ESCO, con importanti
fondi monetari, che ricorrendo a finanziamento tramite soggetti terzi, riducono il loro rischio
finanziario, mentre ostacolo le piccole compagnie impossibilitate a contrarre grandi debiti.
38
Un tipo particolare di contratti shared savings è quello first out, in cui tutto il risparmio
conseguito viene girato alla ESCO allo scopo di ridurre al massimo la durata del contratto.
Guaranteed savings (GS): in questa seconda tipologia di Energy performance contracting,
l’intervento viene realizzato attraverso il finanziamento, che può presentarsi sottoforma di
prestito o sottoforma di leasing, del cliente da parte di un soggetto terzo. La ESCO si fa
garante delle prestazioni minime dell’impianto e l’utente si assicura così un flusso di cassa
non negativo. Alla ESCO spetterà un compenso, in genere sottoforma di rate mensili,
pattuito in fase contrattuale in base ai requisiti tecnici raggiunti. In caso che il rendimento
prospettato dalla ESCO non sia raggiunto sarà la stessa ESCO a dovere pagare la differenza.
La ESCO da parte sua non si assume alcun rischio finanziario di investimento. Rispetto alla
tipologia contrattuale precedente, questa presenta uno svantaggio evidente per l’utente: la
ESCO non è interessata a far funzionare l’impianto alla massima efficienza, in quanto le
basta assicurare la prestazione minima garantita per ottenere la rata concordata, a meno che
il contratto non sia scritto con accortezza dal cliente. Questo contratto è del resto più
semplice da attuare e può essere esteso ad interventi di minore dimensione. Tale tipo di
contratto si addice nel lungo termine alla crescita delle piccole compagnie, che non
indebitandosi, non corrono alcun rischio finanziario, ma presuppone una certa maturità del
mercato delle ESCO e dei rapporti fra queste e gli istituti di credito per attivare i potenziali
vantaggi in termini di credito agevolato per il cliente.
Insurance coverage: è una condizione di copertura assicurativa, una polizza assicurativa
contro eventi che possono comportare sanzioni pecuniarie per la ESCo.
Di seguito, nella Tabella 16, vengono riportati i servizi contrattuali offerti dalle varie ESCo.
Nella Tabella, e in quelle che seguiranno, il valore 1 si riferisce alla presenza del servizio offerto.
N° ESCo PF Delivery
contracting BOOT
Guarantee
of
performance
Shared
savings
(EPC)
Guaranteed
savings
(EPC)
Insurance
coverage
1 AMERESCO 1 1 1 1 0 1 0
2 Anesco 1 0 1 1 1 1 0
3 ATLASCert
Certification Ltd. 0 0 0 0 0 1 0
4 AU Energiateenus 0 0 0 1 1 1 0
5 Bilfinger PPP FM 1 1 0 1 0 0 0
6 Bouygues Energies
& Services FM (UK) 1 1 0 1 1 1 0
7 Brunata 0 0 1 1 0 0 0
39
8 CACTUS2E 1 0 0 1 1 1 1
9 Chalmor Limited 1 1 0 1 1 1 0
10 Clarus Energy
Services Company 1 0 0 1 1 0 1
11 CLECE S.A. 1 0 1 1 1 1 0
12
COFELY Hellas
S.A. Energy
Services Company
1 1 1 1 1 1 1
13 Cofely Portugal 0 1 1 1 1 1 0
14 COFELY Services
NV/SA 0 0 1 1 1 1 0
15 CONSTRUCTORA
SANJOSE,S.A 1 1 1 1 1 1 0
16 Dalkia 1 1 0 1 1 1 0
17 Dalkia a.s. 1 1 1 1 1 1 1
18 DALKIA
BULGARIA 1 1 1 1 1 1 0
19
DALKIA
ENERGÍA Y
SERVICIOS S.A
1 0 0 1 1 1 1
20 DALKIA France 1 1 1 1 1 1 0
21 DALKIA GmBH 1 1 1 1 1 1 0
22 Delta Dore SA 1 0 1 1 1 1 0
23 Ecotherm 0 0 1 1 0 0 0
24 Ehemoha 0 0 0 1 1 1 0
25 EnBW 1 1 1 1 1 1 0
26 Eneas Energy 0 0 0 1 0 1 0
27
Eskon Energy
Efficiency
Consultancy Co.
0 0 0 1 0 0 0
28 GFR - 1 0 0 1 1 1 0
29 GREP Green Public
Lighting Zrt. 1 1 1 1 0 1 0
30 HAGER
CONTROLS SAS 0 0 1 0 0 0 0
31 Honeywell 1 1 1 1 1 1 0
32 Imtech Deutschland
GmbH 1 0 1 1 0 1 0
33 Johnson Controls 1 1 1 1 1 1 1
34 Johnson Controls 1 1 1 1 1 1 1
35 MITIE Asset
Management 1 1 1 1 1 1 1
36 RENESCO SIA 1 1 1 1 1 1 0
37 Schneider Electric
Buildings 1 1 1 1 1 1 0
38 Services industriels
de Genève (SIG) 1 0 0 1 1 1 0
39 Siemens AG 1 0 0 1 1 1 0
40 SPIE Energy
Solutions GmbH 0 1 0 1 1 1 0
Tabella 16: Tipologia di contratto ESCo
40
2.2.2 ELEMENTI DEL BUSINESS MODEL: MODALITA’ DI
FINANZIAMENTO
Per quanto riguarda le modalità di finanziamento, gli strumenti che le ESCo e i beneficiari degli
interventi hanno a disposizione e che sono stati analizzati sono FTT, equity della ESCo, equity del
cliente e PF.
FTT: la Direttiva sui servizi energetici (2006/32/CE) definisce il finanziamento tramite
terzi come “un accordo contrattuale che comprende un terzo, oltre al fornitore di energia e
al beneficiario della misura di miglioramento dell’efficienza energetica, che fornisce i
capitali per tale misura e addebita al beneficiario un canone pari a una parte del risparmio
energetico conseguito avvalendosi della misura stessa. Il terzo può essere o no una ESCO”.
Il finanziamento tramite terzi (FTT o TPF,third part financing) perciò, è uno strumento
finanziario che prevede la partecipazione di un soggetto terzo che fornisce le finanze
necessarie per la realizzazione del progetto prefissato, purché esso sia caratterizzato da un
rischio contenuto e da un flusso di cassa sostanzialmente stabile, originato dai risparmi
energetici conseguiti. La ESCo è finanziata o da risorse proprie o da istituti di credito
esterni, in base alle necessità del progetto in questione. Questo permette al soggetto che
fornisce i fondi di ripagarsi dei costi di installazione e gestione dell’impianto sostenuti in un
tempo ragionevole. I soggetti principali presenti in un’operazione di FTT sono:
1. ESCO: promuove e sviluppa un intervento di razionalizzazione energetica
presso un utente che ad essa si rivolge
2. UTENTE: cliente della ESCo, nei cui impianti viene realizzato il progetto
3. ISTITUZIONI FINANZIARIE: forniscono il capitale necessario alla
realizzazione dell’intervento pianificato.
All’interno del progetto possono inoltre essere compresi FORNITORI, cioè aziende
fornitrici di macchine e/o servizi energetici e GESTORI, solo nel caso in cui la ESCo decida
di esternalizzare le attività di conduzione tecnica degli impianti, quelle gestionali, o
entrambe, sulla base di scelte di convenienza economica.
In base agli accordi che vengono presi in una operazione di FTT, non considerando il caso
in cui la ESCo stessa utilizzi capitale proprio perché questo è analizzato a se stante nel
seguito,si possono distinguere due impostazioni, che danno vita alle due tipologie di EPC
(GS o SS):
1 La ESCo è il soggetto finanziato dalle banche. In questo caso, lo schema
contrattuale è lo Shared Saving: il cliente stipula un unico contratto con la
41
ESCo, mentre quest’ultima firma un accordo anche con l’istituto di credito.
L’asset compare esclusivamente nel contratto della ESCo, che, in tal modo, si
assume in esclusiva il rischio finanziario e quello tecnico dell’intervento.
Questo schema si adatta meglio a progetti con tempi di rientro limitati e a
società piuttosto solide dal punto di vista finanziario. Infatti, ESCo con
elevata capitalizzazione valutano il capitale proprio ad un costo superiore
rispetto al tasso d’interesse offerto dalle banche. Le garanzie offerte alla
banca derivano in buona parte dai flussi di cassa attesi.
2 L’utente è direttamente il soggetto finanziato. Le società con una capacità
finanziaria limitata non possono fornire le necessarie garanzie all’istituto di
credito per ottenere prestiti di elevata entità, perciò il cliente è il soggetto
mutuatario che si addossa il rischio finanziario dell’intervento mentre quello
tecnico è comunque assunto dalla ESCo. In questo caso l’asset è fin da subito
di proprietà del cliente perciò questo schema risulta essere adatto per il
finanziamento di progetti con un payback time piuttosto elevato e realizzati
da ESCo di piccole dimensioni. Le garanzie richieste al mutuatario da parte
dell’istituto di credito devono, in media, coprire il 55 % del valore totale del
finanziamento, con un range che varia tra il 30 % e l’80 % in funzione della
credibilità del debitore, più che dalla valutazione del progetto
Figura 1: schema funzionamento FTT
Nella Figura 2, è riportata la situazione generale che si verifica con il FTT in termini non di
relazioni tra le parti ma di benefici che esso genera: tramite un FTT verrà intrapreso dalla
42
ESCo un intervento di miglioramento che ridurrà il consumo d’energia ed il risparmio
ottenuto, rispetto alla bolletta energetica storica, sarà condiviso tra utente ed ESCo in
funzione del tipo di contratto intrapreso; quindi la quota di suddivisione e il corrispettivo che
il cliente dovrà pagare alla ESCo cambierà in base alla decisione di intraprendere un
contratto guaranteed saving o shered saving.
La condivisione dei risparmi avverrà fino alla durata contrattuale dopodiché tutti i risparmi
saranno a disposizione dell’utente.
Figura 2: Benefici del FTT
Le possibilità di finanziamento da parte di soggetti terzi che si possono ottenere sono i
prestiti ordinari, se concessi sulla capacità di credito della società, quindi sulla sua
solvibilità ricavabile dalla documentazione contabile, come prestiti a scadenza ,scoperti
bancari o mutui ipotecari; oppure i prestiti agevolati se concessi per finanziare dei progetti
con limitate risorse, cioè i prestiti garantiti dall’attivo del progetto stesso e dai flussi di
cassa, come il mutuo chirografario. I prestiti agevolati vengono utilizzati dalle banche per
finanziare progetti che riguardano l’efficienza energetica e le fonti rinnovabili, dove il costo
d’installazione di una particolare tecnologia è ripagato con rate d’importo correlate al
risparmio ottenuto e/o ad un’incentivazione statale. Altra forma di finanziamento è il
leasing. Con il contratto di leasing un soggetto (locatore) concede ad un altro (utilizzatore) il
diritto di utilizzare un determinato bene a fronte del un pagamento di un canone periodico.
Alla scadenza del contratto è prevista, per l’utilizzatore, la facoltà di acquistare il bene
stesso, tramite l’esercizio dell’opzione d’acquisto(riscatto), con il pagamento di un prezzo
43
(prezzo di riscatto). Il leasing previene il ricorso ai prestiti bancari ed è concesso
all’utilizzatore dai fornitori di tecnologie oppure da compagnie specializzate di leasing, che
possono essere a volte sussidiarie di banche.
Altre forme di FTT ottenibili sono il PF e, nel caso si consideri come “terzo” la ESCo stessa,
l’equity della società; entrambe le modalità sono state considerate a se stanti.
EQUITY DELLA ESCo: il capitale di rischio, o equity, è il capitale degli azionisti
immesso a fronte di una quota di partecipazione nella società, più eventualmente gli utili
non distribuiti della stessa, e per questo si identifica anche col nome di mezzi propri di
un’azienda. Esso è ciò che rimane nella redazione del bilancio aziendale dopo la deduzione
delle passività dal totale delle attività (assets).
Tale capitale è definito di rischio perché finanzia il rischio imprenditoriale, ossia è restituito
agli azionisti, sottoforma di dividendi, solo quando si creano degli utili in seguito
all'investimento intrapreso oppure quando la società è messa in liquidazione. Inoltre è un
finanziamento a titolo non oneroso perché ai finanziatori interni non si riconoscono gli
interessi che normalmente si pagano agli istituti di credito.
A differenza del capitale proveniente da enti finanziari esterni, il capitale di rischio è
impiegato per il finanziamento di progetti di dimensione limitata, principalmente perché il
capitale di questo tipo è solitamente disponibile in ammontare limitato.
I profitti attesi dall‘impiego di tale capitale sono di solito superiori a quelli prospettati dal
capitale di credito perché generalmente il rischio associato all’impiego di capitale proprio è
maggiore.
I vantaggi direttamente all’equity per finanziare un progetto energetico innovativo e di uso
razionale dell’energia sono la disponibilità immediata dei fondi, il totale controllo della
gestione e l’assenza di costi esterni.
Accanto ai punti di forza si stagliano anche alcuni punti deboli, il più importante dei quali è
sicuramente quello di ridurre il capitale operativo della azienda.
Il capitale di rischio, qualora si possegga a sufficienza, è uno degli strumenti finanziari
fondamentali per le società di servizi energetici. La direttiva europea 2006/32/CE, richiede
infatti per una ESCO l’offerta di servizi energetici integrati con garanzia dei risultati e con
assunzione di almeno una parte del rischio finanziario dell’investimento. Quindi una società
di servizi energetici dovrà prendere parte attiva al rischio finanziario dei progetti in cui
risulta coinvolta anche utilizzando, dove possibile, parte del proprio capitale interno.
44
EQUITY DEL CLIENTE: nel caso in cui il cliente avesse disponibilità finanziarie
potrebbe utilizzare direttamente i suoi fondi senza ricorrere ad istituti di credito. Questa
soluzione è tipica nei contratti EPC risparmi garantiti, in cui il rischio finanziario rimane in
capo al cliente mentre la ESCo da la garanzia delle performance.
PROJECT FINANCING: il PF, come accennato precedentemente, è una complessa
operazione di finanziamento a lungo termine, che consiste nell'utilizzo di una società neo
costituita, la SPV o SPC ( Special Purpose Company), al fine di mantenere separate le
attività (assets) del progetto da quelle dei soggetti proponenti l'iniziativa d'investimento (i
promotori).
La SPC viene sostenuta sia da capitale equity, fornito (non necessariamente per intero) dai
promotori, sia da capitale di debito, ottenuto dalla partecipazione di un pool di banche. In
questo modo si ha un controllo più stretto sull'andamento del progetto. È, inoltre, un modo
per proteggere gli interessi dei soci promotori, i quali sono così "schermati" dall'eventuale
fallimento del progetto stesso.
Di seguito, nella Tabella 17, vengono riportate le modalità di finanziamento delle società.
N° ESCo FTT
Equity
cliente
Equity
ESCo
Project
Financing
1 AMERESCO 1 0 0 1
2 Anesco 1 0 1 1
3 ATLASCert
Certification Ltd. 1 0 0 0
4 AU Energiateenus 1 0 0 0
5 Bilfinger PPP FM 0 1 0 1
6 Bouygues Energies &
Services FM (UK) 1 0 0 1
7 Brunata 0 1 0 0
8 CACTUS2E 1 0 1 1
9 Chalmor Limited 1 0 0 1
10 Clarus Energy
Services Company 1 0 1 1
11 CLECE S.A. 1 0 0 1
12
COFELY Hellas S.A.
Energy Services
Company
1 0 0 1
13 Cofely Portugal 1 0 1 0
45
14 COFELY Services
NV/SA 1 0 0 0
15 CONSTRUCTORA
SANJOSE,S.A 1 0 0 1
16 Dalkia 1 0 0 1
17 Dalkia a.s. 1 0 0 1
18 DALKIA
BULGARIA 1 0 0 1
19 DALKIA ENERGÍA
Y SERVICIOS S.A 1 0 0 1
20 DALKIA France 1 0 0 1
21 DALKIA GmBH 1 0 0 1
22 Delta Dore SA 1 0 0 1
23 Ecotherm 0 1 0 0
24 Ehemoha 1 0 0 0
25 EnBW 1 0 0 1
26 Eneas Energy 1 0 0 0
27
Eskon Energy
Efficiency
Consultancy Co.
1 0 0 0
28 GFR 1 0 1 1
29 GREP Green Public
Lighting Zrt. 0 0 1 1
30 HAGER
CONTROLS SAS 0 1 0 0
31 Honeywell 1 0 0 1
32 Imtech Deutschland
GmbH 1 0 0 1
33 Johnson Controls 1 0 1 1
34 Johnson Controls 1 0 1 1
35 MITIE Asset
Management 1 0 1 1
36 RENESCO SIA 1 0 1 1
37 Schneider Electric
Buildings 1 0 0 1
38 Services industriels
de Genève (SIG) 1 0 0 1
39 Siemens AG 1 0 1 1
40 SPIE Energy
Solutions GmbH 1 0 0 0
Tabella 17: Tipologia di finanziamento ESCo
46
2.2.3 ELEMENTI DEL BUSINESS MODEL: CORE BUSINESS
Questo sottocapitolo tratta i core business delle società operanti come Esco in Europa.Possono
distinguersi società aventi come core business:
ENERGY EFFICIENCY: nel caso in cui la società di servizi energetici opera con il
principale obiettivo di fornire interventi di efficienza energetica.
FACILITY MANAGEMENT AND OPERATION COMPANY: il Facility Management, è
il processo di progettazione, implementazione e controllo attraverso il quale le facility ( cioè
gli edifici e i servizi volti a supportare e facilitare l’attività aziendale) sono individuate,
reperite ed erogate allo scopo di fornire e mantenere quei livelli di servizio in grado di
soddisfare le esigenze aziendali, creando, con una spesa il più possibile contenuta, un
ambiente di lavoro di qualità. L’approccio è quindi quello di aumentare l’efficacia
dell’organizzazione e renderla capace di adattarsi con facilità e rapidità ai cambiamenti del
mercato tramite la progettazione, pianificazione ed erogazione di servizi a supporto
all’attività principale dell’azienda. La ESCo, avendo come core business il Facility
Management offre servizi di supporto logistico e organizzativo, rivolti all’utilizzatore
dell’immobile e finalizzati all’ottimizzazione della gestione delle attività svolte nell’ambito
dell’immobile stesso.
EQUIPMENT MANUFACTURE/SUPPLIER: in questo caso la ESCo si occuperà
principalmente della fornitura di attrezzature e delle tecnologie a sostegno degli interventi
che il cliente dovrà sostenere per attuare il suo intervento di efficienza.
ENERGY UTILITY/SUPPLIER:in questo caso, le società sono utility o imprese produttrici
di energia che diversificando le attività sono entrate anche nel sottore dei servizi energetici.
MANUFACTURER OF BUILDING AUTOMATION AND CONTROLSYSTEM: in
questo caso la ESCo si occupa principalmente della costruzione di apparecchiature di
building automation e di sistemi di controllo necessari per una gestione integrata e ottimale
delle soluzioni impiantistiche installate.
CONSULTING/ENGINEERING FIRM: la società di servizi energetici, in questo caso, è
prevalentemente presente nella fasi a monte del processo delle attività fornendo supporto
47
nelle fasi di diagnostica, definizione del contratto e valutazione del progetto. La società, in
questo caso, può anche operare come facilitatore di EPC; cioè qual soggetto che
accompagna il cliente del contratto in tutte le fasi del progetto: dalla ricerca della società che
attua l’intervento, alla verifica ed il monitoraggio dei risparmi.
POWER GENERATION WITH RENEWABLE SOURCES, DISTRIBUTED
GENERATION AND COGENERATION: le ESCo che hanno come core business la
generazione di potenza da fonti rinnovabili, da un punto di vista generale possono dunque
proporre progetti che integrano interventi di efficienza energetica e impianti a fonti
rinnovabili. I principali progetti proposti sono impianti a biomassa per produzione di calore,
pannelli solari, calore geotermico a bassa entalpia e impianti cogenerativi. Per generazione
distribuita, invece, si intende quel sistema che permette la diversificazione dei vettori
energetici e uno sfruttamento delle risorse ad energia rinnovabile che per la loro scarsa
intensità non possono essere convenientemente impiegate in sistemi di taglia comparabile
con quella dei sistemi alimentati ad energia fossile, ma che per la loro presenza capillare sul
territorio possono essere vantaggiosamente impiegate. Per questi motivi gli sforzi economici
e scientifici si stanno indirizzando verso la creazione di infrastrutture adeguate e la
realizzazione di punti d’interscambio e delle micro reti di trasmissione, la messa a punto di
modelli di simulazione utili alla progettazione e alla valutazione dei sistemi di generazione
distribuita e il miglioramento delle prestazioni energetico ambientali dei componenti utili
alla conversione energetica.
Di seguito, nella Tabella 18, vengono riportati i core business delle società.
N° ESCo EE
Facility
mngt and
operation
company
Equip.
Manuf.
/supplier
Energy
utility
/supplier
Manuf. of
building
automation
and
control
Systems
Consulting/
engineering
firm
Power
gen.,
distr.
gen. ,
cog.
1 AMERESCO 1 0 0 0 0 0 1
2 Anesco 1 1 1 0 0 0 1
3 ATLASCert
Certification Ltd. 1 0 0 0 0 1 0
4 AU Energiateenus 1 0 0 0 0 1 0
5 Bilfinger PPP FM 0 1 0 0 0 0 0
48
6
Bouygues Energies
& Services FM
(UK)
1 1 0 0 0 1 0
7 Brunata 0 0 0 0 1 1 0
8 CACTUS2E 1 0 0 0 0 0 0
9 Chalmor Limited 1 0 1 0 1 0 0
10 Clarus Energy
Services Company 1 0 0 0 0 0 0
11 CLECE S.A. 0 1 0 0 0 0 0
12
COFELY Hellas
S.A. Energy
Services Company
1 1 0 0 0 0 0
13 Cofely Portugal 0 1 0 1 0 0 0
14 COFELY Services
NV/SA 0 1 0 0 0 0 0
15 CONSTRUCTORA
SANJOSE,S.A 0 1 0 1 0 1 1
16 Dalkia 1 1 0 0 0 0 1
17 Dalkia a.s. 0 1 0 1 0 0 0
18 DALKIA
BULGARIA 0 1 0 0 0 0 0
19
DALKIA
ENERGÍA Y
SERVICIOS S.A
0 1 0 1 0 1 0
20 DALKIA France 0 1 0 0 0 0 0
21 DALKIA GmBH 0 1 0 0 0 0 0
22 Delta Dore SA 1 0 0 0 1 0 0
23 Ecotherm 1 0 1 0 0 0 1
24 Ehemoha 1 1 1 1 0 0 1
25 EnBW 1 0 1 1 0 0 1
26 Eneas Energy 1 1 0 0 1 0 0
27
Eskon Energy
Efficiency
Consultancy Co.
1 0 0 0 1 0
28 GFR - 1 0 0 0 1 0 0
29
GREP Green
Public Lighting
Zrt.
1 0 0 1 0 1 0
30 HAGER
CONTROLS SAS 0 0 1 0 1 0 0
31 Honeywell 1 1 0 0 1 0 1
32
Imtech
Deutschland
GmbH
1 1 1 0 1 0 0
33 Johnson Controls 0 1 1 0 1 0 0
34 Johnson Controls 1 1 1 0 1 0 0
35 MITIE Asset
Management 0 1 1 1 0 1 0
36 RENESCO SIA 1 1 0 0 0 0 0
37 Schneider Electric
Buildings 1 1 1 1 1 1 1
38 Services industriels 0 0 0 1 0 0 0
49
de Genève (SIG)
39 Siemens AG 1 1 1 0 1 0 1
40 SPIE Energy
Solutions GmbH 1 1 0 0 0 0 1
Tabella 18: Core Business ESCo
50
2.2.4 ELEMENTI DEL BUSINESS MODEL: ATTIVITA’
Le società di servizi energetici possono essere più o meno integrate per quanto riguarda le
attività fornite e vengono perciò distinti i gradi di copertura che le ESCo stesse hanno sulla
catena delle attività svolte.
Una classificazione standard delle attività parte con la definizione della fase di energy audit, per
poi proseguire con le fasi di contracting, design e execution ed infine si conclude con le fasi di
monitoring e O&M (operation and maintenance).
Figura 3: Classificazione per attività delle ESCo
Un basso grado di copertura è indice che la ESCo si occupa solamente della fase preliminari
dell’intervento, concentrandosi principalmente sulla fase iniziale di diagnostica e audit
energetico; se invece valutiamo società che hanno un medio grado di copertura queste si
occupano anche della definizione del contratto e della pianificazione, progettazione ed
esecuzione dell’intervento. Le fasi di monitoraggio dei risultati, con l’eventuale
implementazione di azioni correttive e l’O&M sono le fasi conclusive della catena e sono
garantite dalle ESCo che detengono un elevato grado di copertura.
Analizzando più nel dettaglio le varie attività, tenendo in considerazione la scomposizione delle
stesse che ho utilizzato per l’analisi otteniamo:
Energy analysis and audits: questa fase preliminare comprende due parti: la diagnostica
energetica, che è costituita da uno studio tecnico-economico sulla fattibilità a cui viene
sottoposto ogni progetto potenziale per misurare in termini di redditività l’opportunità o
51
meno di accettarlo, e l’audit energetico che è uno strumento di indagine sulla stato dei
consumi. L’audit energetico è l’unico strumento in grado di analizzare le criticità e
quantificare l’opportunità di risparmi. Ci sono diverse tipologie di audit: può passare da
uno sguardo sull’impianto a sofisticati strumenti di simulazione. Esso permette di
stabilire la situazione del cliente attraverso la raccolta di informazioni riguardanti il sito
produttivo ( vita, metratura, spessore pareti, infissi..), i sistemi di generazione e
distribuzione del calore, i sistemi ausiliari di aria compressa e ventilazione e l’uso
dell’energia ( consumi, classe energetica, apparecchi istallati..). Si inizia con il one day
audit (walk throught) in cui si fa una breve visita al sistema produttivo, un’ indagine
sulla produzione e dei dati operativi di consumo tramite un’analisi delle bollette
energetiche; si prosegue poi, aumentando di precisione, con il general audit ( mini
audit) in cui, partendo dai risultati dell’audit precedente, si fanno interviste più
strutturate con i responsabili delle operation, analisi a più alto range di opportunità, test
sulle apparecchiature e analisi delle procedure di manutenzione; come risultato quindi si
ha una scomposizione dell’utilizzo dell’energia e tramite l’esecuzione dei test si è in
grado di definire azioni un po’ più complesse; con uno sforzo intermedio necessario per
questa tipologia di audit si riescono ad avere già dei risultati che possono supportare
delle decisioni di investimento. Come ultimo step c’è l’investment grade audit (maxi
audit) in cui vengono ancora più approfonditi gli studi dell’evoluzione dei consumi
rispetto ai dati produttivi con analisi strutturate da 1 a 3 anni, capendo quindi il livello di
efficienza e di performance delle apparecchiature. Come risultato si ottiene una
simulazione dinamica di consumo e di possibili risparmi energetici con stime puntuali e
precise. Questo tipo di audit richiede uno sforzo elevato di processa mento dei dati;
anche il costo per le operazioni è crescente con il livello di complessità.
Project identification and appraisal: la fase di identificazione consiste principalmente
nel proporre misure per risolvere i problemi, definendo obiettivi chiari e i destinatari dei
benefici, nel valutare la priorità o l’urgenza del progetto e nello stimare
approssimativamente i costi del progetto. La preparazione di un progetto porta
necessariamente alla fase di valutazione, cioè viene determinato se il progetto può essere
efficacemente attuato. La valutazione avviene tramite uno studio di fattibilità che
analizza dal punto di vista economico, tecnico e finanziario il progetto.
52
Project design and implementation: l’attività di progettazione ed implementazione
comprende: la stesura di un documento programmatico di medio e lungo periodo ,che
individua tutte le attività da svolgere per la realizzazione del progetto: dall’eventuale
processo di costruzione di un nuovo impianto, alla definizione del contratto e delle
risorse finanziarie e l’inizio delle attività di efficientamento.
Energy management: all’interno di un’azienda la gestione dell’energia ha assunto
un’importanza strategica; un’accurata politica di controllo delle risorse e dei consumi
garantisce per il cliente a fine anno un risparmio cospicuo, risparmio che si trasforma in
liquidità da reinvestire. Molte imprese trascurano questa amministrazione dei consumi
energetici ( energia elettrica, acqua e gas) principalmente per le scarse conoscenze in
materia o per la mancanza di tempo; questo comporta uno spreco di risorse che si
traduce in un innalzamento delle bollette energetiche. Tramite la consulenza energetica
di una ESCo che offre attività di Energy management si può risolvere o comunque
ridurre l’entità del problema.
Property/facility management: il Facility Management, come descritto in precedenza, è
il processo di progettazione, implementazione e controllo attraverso il quale le facility (
cioè gli edifici e i servizi volti a supportare e facilitare l’attività aziendale) sono
individuate, reperite ed erogate allo scopo di fornire e mantenere quei livelli di servizio
in grado di soddisfare le esigenze aziendali, creando, con una spesa il più possibile
contenuta, un ambiente di lavoro di qualità. L’approccio è quindi quello di aumentare
l’efficacia dell’organizzazione e renderla capace di adattarsi con facilità e rapidità ai
cambiamenti del mercato tramite la progettazione, pianificazione ed erogazione di
servizi a supporto all’attività principale dell’azienda. Il Property Management invece è
un servizio di coordinamento in un unico processo di tutte le attività di gestione degli
obblighi connessi alla proprietà con lo scopo di massimizzare la redditività, in
particolare mediante operazioni di raccolta della documentazione necessaria alla
prestazione del servizio sul piano manutentivo, fiscale e amministrativo.
Di seguito, nella Tabella 19, vengono riportate le attività fornite dalle ESCo.
53
N° ESCo
Analysis.
and
audits
Project
identification
and appraisal
Project design
and
implementation
Energy
mngt
Property/facility
management
1 AMERESCO 1 1 1 1 0
2 Anesco 1 1 1 1 1
3 ATLASCert
Certification Ltd. 1 0 0 1 0
4 AU Energiateenus 1 1 1 1 0
5 Bilfinger PPP FM 1 1 1 1 1
6
Bouygues Energies
& Services FM
(UK)
1 1 1 1 1
7 Brunata 1 1 1 1 0
8 CACTUS2E 1 1 1 1 1
9 Chalmor Limited 0 1 1 1 0
10 Clarus Energy
Services Company 0 1 1 0 0
11 CLECE S.A. 1 1 1 1 1
12
COFELY Hellas
S.A. Energy
Services Company
1 1 1 1 1
13 Cofely Portugal 0 0 1 1 1
14 COFELY Services
NV/SA 1 0 1 1
15 CONSTRUCTORA
SANJOSE,S.A 1 1 1 1 1
16 Dalkia 1 1 1 1 1
17 Dalkia a.s. 1 1 1 1 1
18 DALKIA
BULGARIA 1 1 1 1 1
19
DALKIA
ENERGÍA Y
SERVICIOS S.A
1 1 1 1 1
20 DALKIA France 1 1 1 1 1
21 DALKIA GmBH 1 1 1 1 0
22 Delta Dore SA 1 1 1 1 0
23 Ecotherm 0 0 0 0 0
24 Ehemoha 0 0 1 1 1
25 EnBW 0 1 1 0 1
26 Eneas Energy 1 1 1 1 1
27
Eskon Energy
Efficiency
Consultancy Co.
1 0 0 1 0
28 GFR 1 1 1 1 0
29
GREP Green
Public Lighting
Zrt.
1 1 1 1 1
30 HAGER
CONTROLS SAS 0 0 0 0 0
31 Honeywell 1 1 1 1 1
54
32
Imtech
Deutschland
GmbH
1 1 1 1 1
33 Johnson Controls 1 1 1 1 1
34 Johnson Controls 1 1 1 1 1
35 MITIE Asset
Management 1 1 1 1 1
36 RENESCO SIA 1 1 1 1 1
37 Schneider Electric
Buildings 1 1 1 1 1
38 Services industriels
de Genève (SIG) 1 1 1 1 0
39 Siemens AG 1 1 1 1 1
40 SPIE Energy
Solutions GmbH 1 1 1 1 1
Tabella 19: Attività ESCo, parte 1
La seconda parte dell’analisi sulle attività fornite dalle società di servizi energetici comprende:
Monitoring and evaluation of savings: l’attività di verifica dei risultati e di monitoraggio è
estremamente importante, sia per verificare che quanto stabilito in nelle fasi precedenti si
verifichi e sia perché la remunerazione della ESCo dipende dal flusso di risparmio generato,
quindi è necessario un sistema di misurazione che in ogni istante permetta il confronto tra la
situazione reale e quella prevista mostrando eventuali malfunzionamenti. In alcuni Paesi
opera l’IPMVP , International Performance Measurament & Verification Protocol, che è un
sistema in grado di elaborare i dati e di misurare puntualmente i risparmi.
Maintenance and operation: la conduzione di una buona attività di gestione e
manutenzione permette una riduzione dei rischi di fallimento rispetto agli obiettivi di
risparmio prefissati. Le attività di manutenzione si possono classificare in
1. Manutenzione preventiva:comprende il lavoro pianificato e svolto in
maniera regolare per mantenere e conservare l’impianto in buona
condizioni, come l’ispezione, pulizia, lubrificazione delle parti meccaniche
e sostituzione di elementi con bassa vita utile rimanente.
2. Manutenzione correttiva: che comprende quelle sostituzioni o riparazioni di
qualcosa che è stato fatto in modo errato.
3. Manutenzione reattiva: una reazione ad una crisi o reclami pubblici;
normalmente si verifica a causa di guasti e malfunzionamenti alle
apparecchiature. Per garantire la manutenzione ordinaria e la salute del
55
sistema dovrà eseguire delle routine di check up il personale addetto con
competenze ben definite e strumenti adeguati per svolgere al meglio il
proprio lavoro.
Equipment supply: questo tipo di attività comprende la fornitura di attrezzature volte a
garantire un efficiente funzionamento dell’impianto.
Provision of services: l’attività di fornitura di servizi comprende ad esempio l’illuminazione
o il riscaldamento, che sono i servizi tipici offerti, nel caso in cui la ESCo abbia stipulato un
Delivery Contracting con il cliente.
Fuel or electricity supply : in questa attività è previsto che la ESCo diventi la fornitrice di
energia per la durata del contratto e perciò viene remunerata tramite una rata pagata dal
cliente che comprende il pagamento della bolletta energetica. Questa attività viene valutata
in sede di analisi strategica perché il risparmio conseguito in termini economici dipende dai
prezzi di fornitura che la ESCo riuscirà ad avere dal fornitore.
Di seguito, nella Tabella 20, vengono riportate attività fornite dalle ESCo.
N° ESCo
Monitoring
and
evaluation
of savings
Maintenance
and
operation
Equipment
supply
Provision
of
services
Fuel or
electricity
supply
1 AMERESCO 1 1 1 1 0
2 Anesco 1 1 1 0 0
3 ATLASCert
Certification Ltd. 1 0 1 0 0
4 AU Energiateenus 1 0 0 0 0
5 Bilfinger PPP FM 1 1 0 1 1
6 Bouygues Energies &
Services FM (UK) 1 1 1 0 0
7 Brunata 1 1 1 1 0
8 CACTUS2E 1 0 0 0 0
9 Chalmor Limited 0 0 1 1 0
10 Clarus Energy
Services Company 0 1 0 0 0
11 CLECE S.A. 1 1 0 1 0
12 COFELY Hellas S.A. 1 1 0 1 1
56
Energy Services
Company
13 Cofely Portugal 1 1 0 1 0
14 COFELY Services
NV/SA 1 1 0 1 0
15 CONSTRUCTORA
SANJOSE,S.A 1 1 1 1 1
16 Dalkia 1 1 0 1 0
17 Dalkia a.s. 1 1 0 1 1
18 DALKIA
BULGARIA 1 1 0 1 0
19 DALKIA ENERGÍA
Y SERVICIOS S.A 1 1 0 1 0
20 DALKIA France 1 1 0 1 0
21 DALKIA GmBH 1 1 0 0 0
22 Delta Dore SA 1 1 0 0 0
23 Ecotherm 0 1 1 0 0
24 Ehemoha 0 0 1 0 0
25 EnBW 0 0 1 0 1
26 Eneas Energy 1 0 0 0 0
27
Eskon Energy
Efficiency
Consultancy Co.
1 0 0 0 0
28 GFR 1 0 0 0 0
29 GREP Green Public
Lighting Zrt. 1 1 1 1 1
30 HAGER
CONTROLS SAS 0 0 1 0 0
31 Honeywell 1 1 1 1 1
32 Imtech Deutschland
GmbH 1 1 0 0 0
33 Johnson Controls 1 1 1 1 0
34 Johnson Controls 0 1 1 0 0
35 MITIE Asset
Management 1 1 1 1 1
36 RENESCO SIA 1 1 1 1 0
37 Schneider Electric
Buildings 1 1 1 1 1
38 Services industriels
de Genève (SIG) 1 0 0 0 1
39 Siemens AG 1 1 1 1 0
40 SPIE Energy
Solutions GmbH 1 0 0 1 0
Tabella 20: Attività ESCo, parte 2
57
2.2.5 ELEMENTI DEL BUSINESS MODEL:PROGETTI
Per quanto concerne le tipologie di progetti principalmente eseguiti dalle ESCo riconosciamo:
Illuminazione: il settore dell’illuminazione è un settore ad elevata potenzialità di risparmio,
dato dalla semplicità d’implementazione di alcune soluzioni tecniche. Nell’analisi effettuata,
questi progetti comprendono l’illuminazione pubblica, privata, cimiteriale e stradale. I
progetti riguardanti l’illuminazione si occupano della sostituzione degli apparecchi luminosi
a bassa efficienza con quelli che garantiscono le performance migliori attualmente
disponibili sul mercato. Attualmente le tecnologie ad alta efficienza a disposizione che
sostituiscono le lampade ad incandescenza sono le lampade a scarica e la tecnologia LED.
1. Nelle lampade ad incandescenza tradizionali la luce viene emessa in seguito al
riscaldamento di un filamento di tungsteno, attraverso il quale passa della corrente
elettrica; il filamento è racchiuso in un bulbo che contiene Argon a bassa pressione
che ritarda l’evaporazione del tungsteno. E’ una tecnologia inefficiente in quanto
solo il 5 % dell’energia in alimentazione viene convertita in luce visibile, mentre la
rimanente parte viene dissipata sotto forma di calore. Questa inefficienza a portato i
Paesi dell’Unione Europea ad attuare una graduale eliminazione di tale lampade; nel
mercato italiano ,infatti ,dal Settembre 2012 tutte le lampade ad incandescenza sono
state riturate.
2. Le lampade a scarica emettono luce grazie alla presenza di un gas,ionizzato da una
differenza di potenziale che c’è tra gli estremi della lampada. Queste lampade sono
classificate in funzione del tipo di gas contenuto in esse e dal livello di pressione. La
tecnologia più diffusa è quella delle lampade fluorescenti e quella delle lampade a
scarica ad alta pressione (HID,di cui le più rappresentative sono quelle ad alogenuri
metallici ad alta pressione, e al sodio ad alta pressione ).
3. I LED ( light emission diode) sono dispositivi composti da materiali semiconduttori,
che emettono radiazione luminosa quando attraversati da corrente elettrica.
Garantiscono un’elevata vita utile e sono caratterizzate da dimensioni e consumi
particolarmente ridotti.
Oltre che alla sostituzione degli apparecchi di illuminazione sono necessari, al fine di avere
degli ottimi risparmi di energia, anche i regolatori di flusso e i rilevatori di presenza.
I regolatori di flusso (dimmer), sono dispositivi che permettono di raggiungere elevati
risparmi di energia grazie ad una gestione ottimale del sistema di illuminazioni sulla quale
sono installati; controllando la tensione di alimentazione della lampada, limitano la potenza
spesa e l’usura delle parti sensibili.
58
I rilevatori di presenza sono invece utilizzati come comandi di accensione e spegnimento
dell’apparecchio d’illuminazione. Sono dispositivi che reagiscono al movimento e regolano
la luminosità dell’ambiente controllato.
Co/Tri/Micro-generazione: la cogenerazione è la produzione contemporanea di energia
elettrica e calore che permette, a fronte di una parità di effetto utile, una riduzione
dell’energia entrante dal sistema. In particolar modo è ben incentivata la CAR
(cogenerazione ad alto rendimento) tramite i TEE-CAR, dove i TEE ( titoli di efficienza
energetica) o certificati bianchi sono una forma di’incentivo emessa dal GME ( Gestore del
Mercato Elettrico) a favore dei distributori di energia elettrica e gas, delle società da loro
controllate e delle ESCo e attestano il risparmio di energia conseguito attraverso interventi
di efficientamento energetico. La CAR per essere considerata tale deve soddisfare due
requisiti:
1. La produzione da cicli combinato deve garantire un PES ( Primary Energy
Saving) di almeno il 10 % rispetto ai valori di riferimento della produzione
separata, per gli impianti di potenza superiore a 1 MW; mentre basta che ci sia un
PES>0 per gli impianti sotto il MW, cioè di piccola e micro cogenerazione.
2. Il rendimento globale dell’impianto di cogenerazione devo non essere inferiore al
75 % per la quasi totalità delle soluzioni tecnologiche , a parte per le turbine a gas
a ciclo combinato con recupero di calore e unità con turbina a condensazione con
estrazione di vapore.
L’ottenimento della certificazione CAR comporta una serie di benefici tra cui: esonero
dall’obbligo dell’acquisto CV (Certificati verdi) per i produttori e gli importatori di energia
elettrica con produzioni e importazioni annue da fonti non rinnovabili, la priorità di
dispacciamento, la possibilità di accedere al meccanismo dello scambio sul posto e l’accesso
al meccanismo dei certificati bianchi, i TEE.
Oltre che alla cogenerazione, all’interno di questo cluster è compresa anche la
trigenerazione, che è la produzione contemporanea di energia elettrica e energia termica che
può essere anche utilizzata per produrre energia frigorifera tramite un ciclo frigorifero ad
assorbimento, e la micro cogenerazione, definita tale se l’impianto è di potenza < 50 kw.
Le tecnologie ad oggi più diffuse per la cogenerazione sono:
1. Motori a combustione interna ( MCI)
2. Motori a combustione esterna ( Stirling)
3. Microturbine a gas
59
4. Organic Rankine Cycle (ORC)
5. Celle a combustibile ( FC,fuel cells)
La scelta della tipologia d’impianto dipende dalla potenza dello stesso : per piccole potenze
sono privilegiati gli MCI o le fuel cells mentre andando su potenze elevate ( > 10 MW) si
prediligono i turbogas.
Energia termica: i progetti legati alla produzione di energia termica fanno capo alla
realizzazione di impianti di pompe di calore o di caldaie a condensazione.
Le prime sono sistemi che permettono di fornire sia il calore per il riscaldamento che
raffrescamento; usano di fatto energia rinnovabile perché trasferiscono calore da una
sorgente esterna ( sorgente fredda ) ad un pozzo caldo che può essere l’ambiente da
climatizzare o l’acqua di un circuito di riscaldamento. Per quanto riguarda le caldaie a
condensazione invece, sono sistemi che consentono di ottimizzare al meglio i consumi
perché, al contrario delle tradizionali, permettono di recuperare e di sfruttare anche il calore
dei fumi prodotti dalla combustione e del vapore acqueo che i fumi contengono. Questo
consente di sfruttare una risorsa di calore in più, che nelle caldaie tradizionali va dispersa,
guadagnando durante l’uso sul consumo di combustibile.
Building Automation: il concetto di building automation prevede una gestione integrata e
computerizzata degli impianti dell’edificio, sia esso residenziale, terziario o industriale,
responsabili dei principali consumi energetici. La gestione integrata dei dispositivi
energivori permette una riduzione degli sprechi dovuti alla mancanza di ottimizzazione dei
parametri operativi, a pari livelli di comfort. Gli impianti che si possono mettere in
collegamento sono:
1. Impianto elettrico
2. Impianto termico
3. Impianto citofonico
4. Impianto TVCC
5. Impianto allarme
6. Impianto multimediale, Video/Audio
Praticamente, questa gestione comporta il controllo dei tempi di accensione delle
macchine,con lo scopo di evitare la presenza di tempi morti e di ridurre i picchi di carico
degli impianti e il controllo della potenza delle utenze elettriche e termiche in funzione delle
condizioni esterne.
60
Climatizzazione: sono sistemi che permettono il riciclo dell’aria la filtrano e la purificano
mediante filtri che eliminano odori e particelle sospese nell’aria; sono in grado di
deumidificare e in alcuni casi anche di riscaldare.
Di seguito, nella Tabella 21, vengono riportati i principali progetti effettuati dalle ESCo.
N° ESCo Illumina
zione
Co/tri/Micro
generazione
Energia
termica
Building
automation
Climatiz
zazione
1 AMERESCO 1 1 1 1 0
2 Anesco 1 1 1 0 0
3 ATLASCert
Certification Ltd. 0 0 0 0 0
4 AU Energiateenus 0 0 0 0 0
5 Bilfinger PPP FM 1 0 1 0 1
6 Bouygues Energies
& Services FM (UK) 1 0 0 1 0
7 Brunata 0 0 1 1 0
8 CACTUS2E 1 0 1 0 1
9 Chalmor Limited 1 0 1 1 1
10 Clarus Energy
Services Company 0 0 1 0 0
11 CLECE S.A. 1 0 1 0 1
12
COFELY Hellas
S.A. Energy Services
Company
0 0 1 0 0
13 Cofely Portugal 0 1 0 0 0
14 COFELY Services
NV/SA 1 0 1 0 0
15 CONSTRUCTORA
SANJOSE,S.A 1 1 1 0 1
16 Dalkia 0 1 1 0 1
17 Dalkia a.s. 1 0 1 0 1
18 DALKIA
BULGARIA 0 1 1 0 1
19 DALKIA ENERGÍA
Y SERVICIOS S.A 0 1 1 0 1
20 DALKIA France 0 1 1 0 1
21 DALKIA GmBH 0 1 1 0 1
22 Delta Dore SA 0 0 0 1 0
23 Ecotherm 0 0 1 0 1
24 Ehemoha 1 1 0 0 0
25 EnBW 0 0 1 0 0
26 Eneas Energy 1 0 1 1 1
27 Eskon Energy
Efficiency 1 0 0 0 0
61
Consultancy Co.
28 GFR 0 0 0 1 0
29 GREP Green Public
Lighting Zrt. 1 0 0 0 0
30 HAGER
CONTROLS SAS 0 0 0 1 0
31 Honeywell 1 1 1 1 1
32 Imtech Deutschland
GmbH 0 0 1 1 1
33 Johnson Controls 1 0 1 1 1
34 Johnson Controls 0 0 1 1 1
35 MITIE Asset
Management 1 0 1 0 0
36 RENESCO SIA 0 0 1 0 0
37 Schneider Electric
Buildings 1 0 1 1 1
38 Services industriels
de Genève (SIG) 1 0 1 0 0
39 Siemens AG 1 0 1 1 1
40 SPIE Energy
Solutions GmbH 1 0 1 0 1
Tabella 21: Progetti ESCo, parte 1
In questa seconda parte legata all’analisi dei progetto principalmente svolti dalle ESCo Europee
riscontriamo anche:
Analisi da remoto: questi sistemi danno la possibilità di monitorare e controllare da remoto
impianti, macchine ed apparecchiature fornendo informazioni sul corretto funzionamento o
su eventuali anomalie delle stesse, installate in luoghi lontani o difficilmente raggiungibili.
Grazie all’utilizzo di uno specifico software applicativo per personal computer le
informazioni gestite dal controllore programmabile, contenenti lo stato dell’impianto
monitorato, verranno visualizzate ed interpretate dall’applicativo per essere poi gestite ed
analizzate. Ciò, oltre a consentire un miglior controllo del sistema, permette di archiviare i
dati creando una banca dati contenente una dettagliata storia del funzionamento
dell’impianto o delle macchine monitorate. L’uso dell’applicativo permette di monitorare ed
interagire con l’impianto remoto attraverso un cruscotto di comandi virtuali del tutto simile
a quello installato sui quadri di controllo dell’impianto.
Riqualificazione edilizia : gli interventi di riqualificazione edilizia comprendono tutte le
azioni volte a ridurre gli sprechi e le perdite negli edifici che causano un aumento dei
consumi di energia per il riscaldamento e per il raffrescamento. Gli interventi di
riqualificazione comprendono:
62
1. Isolamento interno dell’edificio: è un sistema che permette di escludere le
pareti perimetrali dal riscaldamento dell’edificio per ridurre l’inerzia termica
tramite una copertura effettuata con un materiale isolante che sarà a sua volta
rivestito con intonaco su rete o con l’applicazione di pannelli in cartongesso
nelle configurazioni di controparete. Anche il tetto o il solaio di copertura
possono subire lo stesso tipo di isolamento. Bisogna anche però dire che con
questo intervento si ha una riduzione della superficie utile dell’edificio, oltre
che al mancato intervento su ponti termici negli angoli d’incrocio.
2. Isolamento attraverso l’intercapedine muraria: nel caso in cui ci siano pareti
con intercapedine è possibile operare un riempimento della cavità con
materiali isolanti, tra cui argilla, vermiculite espansa, sughero in granuli o
schiume espansive. Anche con questa soluzione non si agisce però sui ponti
termici dell’edificio.
3. Isolamento con rivestimento esterno: questo sistema implica l’applicazione di
uno strato termoisolante all’esterno della muratura preesistente, a cui segue
uno strato di rivestimento per conferire resistenza meccanica; tra questi due
strati è presente una sottile camera d’aria per gestire le tolleranze. Tramite
questa soluzione si agisce sulla quasi totalità dei ponti termici dell’edificio.
Questa tipologia di intervento offre la maggior vita utile.
4. Superfici vetrate: per ridurre le dispersioni di calore sono state sviluppate
diverse tipologie di vetrate, le cui principali sono
a) Vetrata isolante: costituita da due lastre di vetro distanziate di un
canalino metallico che contiene una sostanza disidratante.
b) Vetro coalizzato: tramite un particolare trattamento una faccia del
vetro presenta una riflessione selettiva specifica, definita in base
all’obiettivo di isolamento definito in sede progettuale.
c) Vetro a controllo solare: il vetro a controllo solare è un prodotto ad
elevato contenuto tecnologico realizzato dall'industria del vetro per
consentire il passaggio della luce solare attraverso una finestra o la
facciata di un edificio, operando contemporaneamente la
riflessione all'esterno di gran parte del calore solare. In questo
modo gli spazi interni rimangono luminosi e molto più freschi
rispetto all'impiego di vetro normale
.
63
Certificazione edilizia: la certificazione energetica degli edifici è una procedura di
valutazione volta a promuovere il miglioramento del rendimento energetico degli edifici,
grazie alla informazione fornita ai proprietari e utilizzatori, dei suoi consumi energetici
richiesti per mantenere un determinato clima interno. Questo servizio di certificazione da
parte di alcune ESCo è fortemente promosso dalla Commissione Europea, che richiede una
metodologia comune di calcolo delle prestazioni che tiene conto di: impianto di
condizionamento, illuminazione, condizioni climatiche interne, caratteristiche termiche (
isolamento, capacità termica), condizioni climatiche locali, esposizione al sole, sistemi di
cogenerazione e impianti di teleriscaldamento. La Direttiva Europea che tratta queste
tematiche è la 2010/31/UE. Secondo questa direttiva, gli Stati Membri dovranno aggiornare
i requisiti minimi che dovranno avere gli edifici ogni 5 anni, in base alla tipologia di
edificio; ad esempio gli edifici nuovi dovranno rispettare i requisiti minimi, quelli che
verranno ristrutturati dovranno migliorare la loro prestazione energetica per rispettare i
valori soglia mentre sono esclusi gli edifici di culto.
L’obiettivo è quello che entro il 31 dicembre 2020 si dovranno portare gli edifici di nuova
costruzione ad essere a energia quasi zero; obiettivo che per gli edifici pubblici è anticipato
al 31 dicembre 2018.
Teleriscaldamento: il teleriscaldamento è una forma di riscaldamento che consiste
essenzialmente nella distribuzione, attraverso una rete di tubazioni isolate e interrate, di
acqua calda, acqua surriscaldata o vapore (fluidi termovettori), proveniente da una grossa
centrale di produzione, alle abitazioni con successivo ritorno dei suddetti alla stessa centrale.
Uno dei vantaggi principali dell’uso del teleriscaldamento è quello che ci sono maggiori
controlli sui gas di scarico di un’unica centrale rispetto agli scarsi controlli effettuati sulle
singole caldaie; inoltre è possibile sfruttare fonti energetiche rinnovabili ( biomasse,
geotermia, solare termico), recupero energetico da incenerimento e calore di scarto dai
processi industriali ( a costo zero). Di contro, il principale svantaggio è che una soluzione a
teleriscaldamento ha dei lunghissimi tempi di ritorno.
Di seguito, nella Tabella 22, vengono riportati i principali progetti offerti dalle ESCo.
64
N° ESCo Analisi da
remoto
Riqualificazione
edilizia
Certificazione
edilizia
Teleriscal
damento
1 AMERESCO 1 1 0 0
2 Anesco 0 1 0 0
3 ATLASCert Certification
Ltd. 0 0 1 0
4 AU Energiateenus 1 1 1 0
5 Bilfinger PPP FM 1 1 1 0
6 Bouygues Energies &
Services FM (UK) 1 1 0 0
7 Brunata 1 0 0 1
8 CACTUS2E 0 0 1 0
9 Chalmor Limited 1 0 0 0
10 Clarus Energy Services
Company 0 1 0 0
11 CLECE S.A. 0 1 1 0
12 COFELY Hellas S.A.
Energy Services Company 0 0 1 0
13 Cofely Portugal 0 0 0 1
14 COFELY Services NV/SA 1 1 0 0
15 CONSTRUCTORA
SANJOSE,S.A 0 0 0 1
16 Dalkia 1 0 0 1
17 Dalkia a.s. 0 1 0 1
18 DALKIA BULGARIA 0 1 0 1
19 DALKIA ENERGÍA Y
SERVICIOS S.A 0 1 0 1
20 DALKIA France 0 0 0 1
21 DALKIA GmBH 0 1 0 1
22 Delta Dore SA 1 0 0 0
23 Ecotherm 0 0 0 0
24 Ehemoha 0 1 0 0
25 EnBW 0 0 0 0
26 Eneas Energy 0 0 1 0
27 Eskon Energy Efficiency
Consultancy Co. 0 1 1 0
65
28 GFR 1 0 0 0
29 GREP Green Public
Lighting Zrt. 0 0 0 0
30 HAGER CONTROLS SAS 0 0 0 0
31 Honeywell 1 1 0 0
32 Imtech Deutschland GmbH 1 1 1 0
33 Johnson Controls 0 0 0 0
34 Johnson Controls 1 0 0 0
35 MITIE Asset Management 0 1 0 0
36 RENESCO SIA 0 1 0 0
37 Schneider Electric
Buildings 1 1 0 0
38 Services industriels de
Genève (SIG) 0 0 0 1
39 Siemens AG 1 1 0 0
40 SPIE Energy Solutions
GmbH 1 1 0 0
Tabella 22: Progetti ESCo, parte 2
66
2.2.6 ELEMENTI DEL BUSINESS MODEL: CLIENTI
In questa ultima sezione ho voluto analizzare i servizi delle ESCo per tipologia di clientela servita.
Per l’analisi si considera la seguente divisione: industria, servizi/enti (che comprende scuole,
università, ospedali, piscine, alberghi, etc..), PA/comuni, terziario ( che comprende alberghi, servizi
commerciali, etc..), residenziale e utilities.
Di seguito, nella Tabella 23, vengono riportate le tipologie di clienti forniti dalle società di servizi
energetici.
N° ESCo Industria Servizi
Enti
PA
Comuni Terziario Residenziale Utilities
1 AMERESCO 1 1 1 1 0 0
2 Anesco 1 0 1 0 1 0
3 ATLASCert
Certification Ltd. 1 1 1 1 1 0
4 AU Energiateenus 1 1 1 1 0 0
5 Bilfinger PPP FM 1 1 0 1 0 0
6 Bouygues Energies &
Services FM (UK) 0 0 1 0 1 1
7 Brunata 1 1 0 1 1 0
8 CACTUS2E 0 1 1 1 0 0
9 Chalmor Limited 1 1 1 1 0 0
10 Clarus Energy Services
Company 0 0 0 0 1 0
11 CLECE S.A. 1 1 1 1 1 0
12
COFELY Hellas S.A.
Energy Services
Company
1 0 0 0 1 0
13 Cofely Portugal 1 0 0 1 0 1
14 COFELY Services
NV/SA 1 1 1 1 1 0
15 CONSTRUCTORA
SANJOSE,S.A 1 1 1 0 0 1
16 Dalkia 1 0 1 0 0 1
17 Dalkia a.s. 1 1 1 1 1 1
18 DALKIA BULGARIA 0 1 1 1 1 0
19 DALKIA ENERGÍA Y
SERVICIOS S.A 1 1 1 1 1 1
20 DALKIA France 1 1 1 1 0 0
21 DALKIA GmBH 1 1 1 1 1 1
22 Delta Dore SA 1 0 0 1 1 0
23 Ecotherm 1 0 1 0 1 0
24 Ehemoha 1 0 1 0 1 0
25 EnBW 1 0 1 0 1 1
67
26 Eneas Energy 1 1 1 1 0 0
27 Eskon Energy Efficiency
Consultancy Co. 1 0 0 1 0 0
28 GFR 1 1 1 1 1 1
29 GREP Green Public
Lighting Zrt. 0 0 1 0 0 0
30 HAGER CONTROLS
SAS 0 0 0 1 1 0
31 Honeywell 1 1 0 1 1 1
32 Imtech Deutschland
GmbH 1 1 1 1 0 1
33 Johnson Controls 1 1 1 1 0 0
34 Johnson Controls 1 1 1 1 0 0
35 MITIE Asset
Management 1 1 1 1 0 1
36 RENESCO SIA 0 0 0 0 1 0
37 Schneider Electric
Buildings 1 1 0 1 1 1
38 Services industriels de
Genève (SIG) 1 1 0 1 1 0
39 Siemens AG 1 1 0 0 1 0
40 SPIE Energy Solutions
GmbH 1 0 1 0 1 0
Tabella 23: Clienti ESCo
68
2.3 RISULTATI
Di seguito sono riportati i risultati dell’analisi condotta in tutti i settori considerati:
2.3.1 CONTRATTI
Grafico 7: Risultati analisi: contratti
Il servizio contrattuale più diffuso risulta essere quello che offre la garanzia delle performance,
come da definizione di ESCo all’interno della normativa. I contratti di energy performance, in
entrambe le modalità offerte, sono molto diffusi e stanno prendendo sempre più quota di mercato.
La grande disponibilità di queste modalità contrattuali implica una maggiore qualità dell’offerta
degli operatori e quindi, la maturità della filiera.
Il vantaggio principale di queste soluzioni risiede nel fatto che l’utente non utilizza capitale proprio,
nella maggior parte dei casi, potendosi cosi concentrare sul proprio core business e lasciando la
gestione tecnica dell’intervento di efficientamento a soggetti altamente specializzati che
garantiscono il miglioramento d’efficienza.
Anche il PF ha riscontrato elevate percentuali di utilizzo grazie al duplice vantaggio che esso offre:
in caso di fallimento del progetto, il finanziatore non potrà rivalersi su beni del promotore diversi da
quelli di proprietà della società di progetto ed in caso di fallimento del promotore la società di
progetto continuerà ad esistere perseguendo le proprie finalità.
Project financing
Delivery contracting
BOOT
Guarantee of performance
Shared savings (EPC)
Guaranteed savings (EPC)
Insurance coverage
73%
53%
60%
95%
75%
85%
20%
Tipologia di contratto
%
69
2.3.2 MODALITA’ DI FINANZIAMENTO
Grafico 8: Risultati analisi: finanziamento
La modalità di finanziamento più diffuse sono costituite da finanziamento tramite banche, sia FTT
che PF. Gli istituti di credito possono fornire fondi sia alla ESCo, in un contratto Shared Saving, nel
caso in cui la società non si finanzi con equity, sia al cliente, in un contratto Guaranteed Savings,
nel caso in cui, esso, non si finanzi con capitale proprio. Le banche forniscono fondi anche alle SPV
nel caso si ricorra a PF. Il ricorso al PF risulta essere una modalità molto diffusa dagli operatori del
settore grazie agli importanti vantaggi che essa comporta per entrambe le parti.
Il duplice risultato, infatti, é che in caso di fallimento del progetto, il finanziatore non potrà rivalersi
su beni del promotore diversi da quelli di proprietà della società di progetto e, simmetricamente, in
caso di fallimento del promotore la società di progetto continuerà ad esistere perseguendo le proprie
finalità. L’uso del PF richiede un’attenta valutazione dei flussi di cassa potenziali generati dai
risparmi calcolati dalla ESCo in fase di valutazione del progetto, perché, come per i prestiti
agevolati, la valutazione da parte dell’istituto di credito è fatta sulla base dei flussi e non sul merito
creditizio del cliente, come succede per i prestiti ordinari.
Molto poco diffuse sono, invece, le modalità di ricorso ai capitali propri sia dai clienti, sia dalle
ESCo.
FTT (banche)
Equity cliente
Equity ESCo
Project Financing
88%
10%
28%
73%
Finanziamento
%
70
2.3.3 CORE BUSINESS
Grafico 9: Risultati analisi: core business
Le aree di business responsabili della maggior parte del fatturato delle imprese europee risultano
essere l’efficienza energetica, che comprende tutte le attività legate all’efficientamento di impianti e
attrezzature principalmente con progetti di illuminazione, riscaldamento e riqualificazione
dell’involucro edilizio ed il Facility Management, con l’organizzazione e la gestione dell’edificio e
di tutti i servizi necessari volti a garantire uno svolgimento ottimale delle attività con il minor
consumo di energia possibile.
Le altre attività risultano essere meno frequenti come principali fonti di reddito delle ESCo.
Spesso, le società con core business legato alla fornitura di tecnologie ed attrezzature risultano
altamente specializzate in questi settori senza essere molto diversificate nelle altre aree.
Esse, sono meno capitalizzate rispetto alle altre, con conseguente difficoltà di utilizzo di equity,
anche se, date le elevate competenze tecnologiche che detengono, i risparmi potenziali ottenibili dal
processo di efficientamento potrebbero essere superiori rispetto a quelli ottenibili da una società
competitor.
EE
Facility management and
operation company
Equipment
manufacture/supplier
Energy utility/supplier
Manufacturer of b.a. and
control …
Consulting/engineering firm
Power gen , distributed
generation and …
63%
63%
30%
25%
30%
25%
28%
Core business
%
71
2.3.4 ATTIVITA’
Grafico 10: Risultati analisi: attività
L’attività di Energy management risulta essere quella maggiormente diffusa tra le ESCo europee.
Insieme all’attività di consulenza, si può notare come ci sia una maggior presenza delle società nelle
attività a monte della filiera, legate all’attività di audit, design e pianificazione; mentre le attività di
execution, le attività legate alla fornitura dei servizi e delle attrezzature, e quelle di manutenzione
sono meno diffuse. L’attività di monitoraggio e di verifica dei risultati, invece, anche se presente
nelle ultime fasi della filiera delle attività, risulta comunque essere ampliamente offerta dalle società
dato che l’elevata e crescente presenza di contratti EPC nel contesto europeo necessita di un’attenta
valutazione dei risultati per il pagamento dei servizi offerti.
Energy analysis and audits
Project identification and appraisal
Project design and implementation
Energy management
Property/facility management
Monitoring and evaluation of savings
Maintenance and operation
Equipment supply
Provision of services
Fuel or electricity supply
83%
83%
88%
90%
68%
83%
70%
48%
55%
25%
Attività
%
72
2.3.5 PROGETTI
Grafico 11: Risultati analisi: progetti
Per quanto riguarda i principali progetti svolti, risulta esserci una dominante presenza di interventi
in ambito di energia termica, tramite sostituzioni di vecchi impianti di riscaldamento con pompe di
calore e caldaie a condensazione che permettono enormi benefici in termini di risparmi energetici.
Meno diffusi, ma altrettanto importanti risultano essere gli interventi legati alla riqualificazione
edilizia, climatizzazione e illuminazione. La riqualificazione edilizia risulta essere di primaria
importanza nell’ottenimento dei risparmi, in particolar modo, in quegli Stati dove il patrimonio
edilizio non è al passo con le migliori soluzioni presenti sul mercato; mentre gli interventi legati
all’illuminazione garantiscono un elevato potenziale di risparmio a fronte di una limitata
complessità d’implementazione.
Le rimanenti tipologie di progetti occupano un grado inferiore di diffusione in particolar modo a
causa della maggior complessità degli interventi e delle conseguenti maggiori competenze richieste.
Illumina
zione
Co/tri/Micro
generazione
Energia
termica
Building
automation
Climatiz
zazione
Analisi da
remoto
Riqualificazione
edilizia
Certificazione
edilizia
Teleriscal
damento
53%
28%
75%
35%
50%
40%
53%
23%
25%
Progetti
%
73
2.3.6 CLIENTI
Grafico 12: Risultati analisi: clienti
La prima tipologia di clienti alla quale le ESCo europee offrono i propri servizi risultano essere le
industrie, tramite interventi di efficientamento riguardanti i processi produttivi.
Le rimanenti tipologie risultano, invece, servite in maniera abbastanza omogenea, senza alcuna
evidenza di criteri di priorità.
Le utilities, però, rimangono poco servite dalle società di servizi energetici, essendo oggetto delle
Direttive riguardanti l’efficienza energetica hanno già determinati obblighi che impongono loro la
presenza di un Energy manager interno che si occupi delle questioni energetiche facendo si che la
richiesta di supporto esterno delle ESCo risulti ridotta.
83%
63%
68% 68%
60%
33%
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
Industria Servizi Enti
PA Comuni
Terziario Residenziale Utilities
CLIENTI
%
74
Capitolo 3
ENERGY PERFORMANCE CONTRACTING
Quest’ultimo capitolo, tratta in maniera più approfondita gli Energy Performance Contracting, che
sono la tipologia contrattuale più innovativa e sempre più diffusa utilizzata dalle Energy Service
Company europee.
Il contratto di rendimento energetico è il contratto con il quale un soggetto “fornitore” ( ESCO) si
obbliga al compimento, con propri mezzi finanziari o con mezzi finanziari di terzi soggetti, di una
serie di servizi e di interventi integrati volti alla riqualificazione e al miglioramento dell’efficienza
di un sistema energetico (un impianto o un edificio) di proprietà di altro soggetto (beneficiario),
verso un corrispettivo correlato all’entità dei risparmi energetici (preventivamente individuati in
fase di analisi di fattibilità) ottenuti in esito all’efficientamento del sistema.
Gli elementi chiave di un progetto EPC sono i seguenti:
Una precisa definizione degli obiettivi di performance energetiche che devono essere
raggiunti entro un certo periodo di tempo attraverso degli investimenti.
Garanzia del risparmio: La ESCo garantisce il raggiungimento del livello dei risparmi, di
energia o di costi, stabiliti contrattualmente; ed è obbligata contrattualmente a rimborsare
eventuali disavanzi per tutta la durata del contratto, al termine della quale, tutti i benefici di
risparmio spettano al proprietario della struttura.
Misura e verifica dei consumi d’energia e dei guadagni di efficienza energetica
I fornitori di EPC, le ESCo, sopportano il rischio tecnico e garantiscono i risultati e tutti i
costi del servizio per l’intera durata del contratto.
In relazione alla ripartizione dei rischi, alla copertura del finanziamento ed alla remunerazione della
ESCO, gli interventi di prestazione energetica possono dar luogo principalmente, alle seguenti due
tipologie di EPC:
1. Lo Shared Savings (SS), in cui, la ESCO fornisce il capitale con fonti proprie o ricorrendo a
finanziatori terzi; tuttavia, le parti si accordano sulla suddivisione dei proventi del risparmio.
I contratti hanno una durata di circa 5-10 anni in considerazione del fatto che soltanto una
quota del risparmio contribuisce al recupero dell’investimento iniziale. La proprietà degli
impianti e delle opere rimane in capo alla ESCO, durante l’esecuzione del contratto, e alla
scadenza si trasferisce al cliente. In un contratto a risparmi condivisi, dunque, l’investimento
75
viene rimborsato sulla base di un accordo, tra la ESCO e l’utente finale, di suddivisione
della quota di risparmio determinato dallo studio di fattibilità. La ESCO oltre al rischio
tecnico inerente alla performance a cui è legata la sua remunerazione, assume anche il
rischio finanziario.
2. Il Guaranteed Savings (GS), in cui, il soggetto finanziatore è un soggetto terzo diverso
dalla ESCO, ma in questo modello è il cliente che sottoscrive il prestito, mentre la ESCO ha
il compito di reperire ed organizzare il finanziamento, oltre a garantire un certo livello di
rendimento in base al quale riceve il compenso dal cliente. Il contratto dura circa 4-8 anni.
Secondo questa formula la ESCO si impegna essenzialmente a garantire che i risparmi non
siano inferiori ad un minimo concordato, stabilito sulla base dell’analisi di fattibilità. La
garanzia del risparmio si esplica attraverso formule che prevedono un indennizzo in favore
del cliente in caso di consumi maggiori rispetto a quelli garantiti; nel caso in cui, invece, si
conseguano risparmi superiori a quelli attesi, questi andranno normalmente a beneficio del
cliente. Un’alternativa è rappresentata dal cliente finale che finanzia con capitale proprio la
progettazione e l’installazione del miglioramento delle misure di efficienza, assumendosi
l’obbligo contrattuale del pagamento e il conseguente rischio di credito. Il ruolo della ESCO
è quello di reperire il finanziamento assumendosi il rischio tecnico relativo alla riuscita della
riqualificazione. La ESCO si impegna a garantire che i risparmi non siano inferiori ad un
minimo concordato, stabilito sulla base delle attività di auditing. Il cliente continua a pagare
le bollette e le fatture combustibili e paga alla ESCO un canone con il quale remunera il
servizio.
76
3.1 PROCEDURA DI UN EPC
La procedura di un EPC è solitamente time-consuming dalle negoziazioni preliminari, fino ad
arrivare alla fornitura delle attrezzature, i test di funzionamento e i risparmi energetici risultanti dal
progetto.
I tempi delle procedure variano tra i progetti, in funzione delle circostanze in cui sono inseriti.
La figura 4 mostra un esempio di processo, con le relative tempistiche.
Figura 4: Timing di un processo EPC
1. Preliminary analysis:
Quando si prepara un progetto legato ai risparmi energetici su edifici o impianti, è
necessario iniziare con l’analisi della situazione iniziale e su questa si baseranno poi le
proposte di miglioramento di efficienza energetica. La scelta finale della soluzione adottata
dipenderà principalmente dall’analisi economica delle alternative.
Tramite informazioni preliminari e ispezioni all’impianto si costruisce una bozza di
soluzione, che include la lista delle misure da tenere in considerazione con gli investimenti
necessari e le potenzialità di riduzione dei costi, ottenuti dalle riduzioni dei consumi.
2. Energy Audit:
La conduzione di un energy audit è un possibile modo per condurre un’analisi preliminare,
ma non è necessaria; la lista delle misure di risparmio energetico proposte sono preparate
dalla ESCo nella procedura di procurament.
77
3. Condizioni per EPC :
Generalmente è meglio utilizzare un EPC in strutture dove sono presenti alcune condizioni:
esistono alti potenziali di risparmi energetici
c’è necessita di implementazione di misure e tecnologie volte al risparmio
energetico
il payback time (PBT) delle misure di risparmio energetico è minore della
durata effettiva del contratto
al proprietario della struttura manca personale qualificato sulle tecnologie di
risparmio energetico, nei finanziamenti di queste ultime e nel loro
funzionamento ottimale.
Per il cliente, il presupposto per questo contratto è che i risparmi di costo complessivo
ottenuti siano maggiori rispetto ai costi sostenuti con la ESCo, i quali possono costituire una
voce considerevole perché comprendono: costo del lavoro/personale, avvocati e spese legali,
consulenze e costi connessi alla ricerca della ESCo, i negoziati e la preparazione del
contratto, monitoraggio delle prestazioni del contratto, risoluzione di controversie,etc.
Per la ESCo, invece, la condizione essenziale è che i suoi ricavi siano maggiori della totalità
delle spese sostenute.
Solitamente non c’è alcun impegno da parte del cliente fino alla chiusura del contratto EPC;
infatti, fino a quel momento il cliente può decidere di non attuarlo, sostenendo però le spese
legate alla copertura della diagnosi energetica e della progettazione tecnica attuate fino a
quell’istante.
4. Decisione d’utilizzo di un EPC:
Sulla base dell’analisi preliminare, il cliente o il facilitatore, decide se utilizzare o meno il
contratto EPC per il finanziamento delle misure di risparmio energetico individuate. Dopo la
chiusura del contratto non è più necessario nessun pagamento prima che l’installazione del
progetto è completata, e in seguito cominciano, per l’intera durata del progetto, i regolari
pagamenti.
La ESCo sopporta il rischio tecnico e garantisce i risultati e la copertura dei costi per l’intera
durata contrattuale. La garanzia dei risparmi può essere espressa intermini di risparmio di
energia, nei contratti GS dove la remunerazione è definita da un canone mensile stabilito
contrattualmente, mentre è espressa in termini di risparmi di costo nei contratti SS, nel quale
la remunerazione della ESCo è definita come una percentuale dei risparmi conseguiti in
bolletta. La ESCo ha il ruolo di formare il personale operativo del cliente ed è obbligata
78
contrattualmente a rimborsare eventuali mancati risparmi per tutta la durata del contratto. E’
importante creare una partnership a lungo termine tra il fornitore e il cliente di EPC dato che
hanno obiettivi comuni: conseguire risparmio energetico ed economico ottimizzando
l’economia del progetto.
5. Procedura di Procurement:
In seguito alla decisione del cliente di utilizzare un EPC per il dato progetto, la fase di
appalto per la ESCo è di fondamentale importanza. La procedura degli appalti pubblici è
solitamente preparata in collaborazione con un facilitatore di EPC, che è in grado di definire
i criteri di aggiudicazione degli appalti ed è in grado di preparare la documentazione
specifica per il contratto e la valutazione delle offerte ricevute. Il procurement nel settore
privato è meno lungo e complicato; tuttavia, alcune parti essenziali della procedura di
appalto pubblico possono essere utilizzate per ottenere l’offerta migliore anche per società
private.
6. Conclusione del contratto:
In seguito all’annuncio del vincitore dell’appalto, viene lasciato un ulteriore periodo di
tempo per eventuali obiezioni da parte degli altri soggetti partecipanti all’appalto. Una volta
concluso il periodo, il contratto tra la ESCo vincitrice e il cliente è firmato.
7. Installazione delle misure di risparmio:
A seguito della chiusura del contratto EPC, hanno inizio le fasi che portano all’installazione
delle misure di risparmio energetico concordate. Sulla base delle documentazioni
preliminari di progetto, la ESCo prepara la documentazione completa e successivamente
intraprende tutte le misure concordate. La durata dell’implementazione delle misure,
dipende dalla dimensione e dalla complessità del progetto.
8. Prova:
In seguito all’implementazione delle misure, queste sono testate durante il funzionamento di
prova dove la ESCo in caso di qualsiasi deviazione rispetto al rendimento atteso delle
apparecchiature provvede alla loro sostituzione. Tutte le attrezzature installate sono
formalmente consegnate al cliente dopo il processo di prova, o al termine del periodo
contrattuale se stabilito contrattualmente. Dopo il periodo di prova la ESCo trasferisce la
proprietà delle attrezzature installate al cliente con un certificato di completamento. Dopo la
79
chiusura del certificato la ESCo può disegnare la fattura per il valore complessivo dei lavori,
che saranno pagati in base al piano di rimborso stabilito contrattualmente.
9. Misurazioni e verifiche (M&V):
Dopo la prova di supervisione, i risparmi energetici conseguiti vengono valutati, solitamente
dopo ogni anno. Il processo di verifica è solitamente delegato ad una società di consulenza
specializzata, solitamente il facilitatore del processo EPC che ha originariamente aiutato
nell’organizzazione degli appalti. La trasparenza dei risparmi conseguiti dipende dalla
qualità della misurazione e verifica (M&V) in dotazione, più è indipendente dalla ESCo il
sistema in dotazione è più si ha la garanzia della trasparenza dei risparmi.
10. Sanzioni per inadempienza:
Nel caso in cui il risparmio ottenuto sia inferiore a quello garantito contrattualmente la
ESCo è tenuta a rimborsare il cliente della mancanza.
11. Consuntivo:
Al termine del periodo contrattuale la ESCo completa il progetto e soddisfa tutti gli obblighi
contrattuali. Secondo il contratto la ESCo presenta la relazione finale, dichiara
l’adempimento degli obblighi derivanti dal contratto e lascia la proprietà del sito al cliente.
80
3.2 CODICE DI CONDOTTA EPC
Una importante sfida nello sviluppo del mercato dell’efficienza energetica in Europa è che il
concetto stesso di EPC è complesso, perciò, la sua scarsa conoscenza e comprensione delle sue
potenzialità, in termini di benefici di risparmio energetico, possono a volte dare origine ad una
mancanza di fiducia che si concretizza in una riduzione della domanda.
L’affidabilità e la trasparenza richiesta da un mercato EPC sono stati gli obiettivi con il quale è stato
sviluppato un Codice di Condotta Europeo ( CdC), oltre allo sviluppo di una comunità di
professionisti con valori condivisi e un obiettivo comune.
Per garantire una sempre maggiore qualità dei servizi, il CdC definisce i valori generali, i principi e
le linee guida, da seguire anche in termini comportamentali e di best practises per la preparazione e
l’implementazione di progetti EPC nei Paesi Europei. Il CdC si rivolge sia ai fornitori di contratti
EPC, sia ai clienti EPC, per quanto riguarda la preparazione e l’attuazione di progetti EPC,
garantendo l’efficacia in termini di risparmio economico ed energetico.
Il CdC, inoltre, è un indicatore che serve come garanzia di qualità per i clienti EPC, perché permette
loro di capire cosa devono aspettarsi e cosa possono esigere dai fornitori EPC.
Il CdC è un impegno volontario, perciò non giuridicamente vincolante.
I valori condivisi dai fornitori Europei di contratti EPC mostrano un approccio efficiente,
professionale e trasparente alla gestione dei progetti EPC, in termini di :
EFFICIENZA
Risparmio energetico
Efficienza economica
Sostenibilità
PROFESSIONALITA’
Esperienza
Alta qualità del lavoro
Garanzia di sicurezza e salute
Buona reputazione nel settore e nei progetti
Affidabilità
Responsabilità
Rispetto
Oggettività
TRASPARENZA
Integrità
Apertura
Visione di lungo periodo
Trasparenza su tutti i fronti e sugli accordi
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finanziari
Comunicazione chiara e onesta
Tabella 24: Valori del Codice Di Condotta
Il CdC è costituito da nove principi guida per l’implementazione di progetti EPC; non si tratta di
requisiti legali, ma di un accordo tra i fornitori di contratti EPC rispetto alle caratteristiche che
accomunano i progetti di buona qualità:
1. I progetti EPC sono economicamente efficaci, in quanto i fornitori ricercano una
combinazione di misure che massimizzi il Valore Attuale Netto ( VAN) di un progetto per il
cliente; VAN definito come la somma di tutti i flussi di cassa in entrata, i risparmi sui costi
operativi, e di tutti i flussi di cassa in uscita sostenuti nel corso della durata del contratto.
2. Il fornitore EPC si assume il rischio legato alle performance, in base ad un sistema di
monitoraggio e di misure condivise con il cliente.
3. I risparmi sono garantiti dal fornitore di EPC, infatti, nel caso in cui il progetto EPC non
riesca a dare i risultati di performance stabiliti, il fornitore di EPC è contrattualmente
obbligato a coprire il disavanzo nel corso della durata del contratto. Il valore del risparmio
concordato in sede contrattuale deve essere definito in modo onesto e trasparente, basandosi
su ipotesi realistiche.
4. Il fornitore di EPC supporta l’uso della gestione energetica nel lungo termine nel quale
il cliente è coinvolto in maniera attiva durante la durata del contratto ed eventualmente
anche dopo, a sostegno dei benefici del progetto che si manifestano anche dopo il termine
legale del contratto.
5. La relazione tra fornitore di EPC e cliente è orientata al lungo termine, onesta e
trasparente, con l’obiettivo comune di raggiungere i risparmi concordati e con la garanzia
che entrambi possano aver accesso alle informazioni rilevanti per la riuscita del progetto,
senza che le Parti si nascondino informazioni; ad esempio, se sopravvengono cambiamenti
nei consumi di energia del cliente, nel corso della durata del contratto, il cliente di impegna
a dare l’informazione al proprio fornitore EPC.
6. Tutti i passi di un progetto EPC sono trasparenti, entrambe le parti rispettano le leggi e i
regolamenti che si riferiscono al progetto EPC nel Paese in cui viene implementato. Il
fornitore di EPC ed il cliente evitano il conflitto d’interessi ed applicano una politica di
tolleranza zero rispetto ai casi di corruzione e self-dealing.
7. Il fornitore EPC supporta il cliente al finanziamento di progetti EPC, nel trovare la
soluzione più adatta, tenendo conto del rischio di credito di entrambe le Parti.
82
8. I progetti EPC richiedono staff qualificato, al fine di garantire le giuste abilità tecniche,
commerciali, legali e finanziarie. I fornitori di EPC garantiscono la presenza di personale
qualificato al fine di garantire ad esempio, una valutazione tecnica a regola d’arte, la
progettazione, le attività di project management, la gestione del rischio e l’attuazione di
misure di efficienza energetica. Eventualmente, il cliente, può ricorrere ad una facilitatore di
EPC, che guiderà in maniera corretta l’attuazione e l’approvvigionamento del progetto EPC
su proprio mandato.
9. Il fornitore di EPC si focalizza sull’alta qualità e sull’adeguatezza del progetto in tutti i
sui step, fornendo procedure certificate, apparecchiature di alta qualità, prodotti affidabili e
collaborando con sub-fornitori affidabili, inoltre, aderisce ai principi di etica aziendale.
83
3.3 BARRIERE ALLO SVILUPPO DI PROGETTI EPC
Le barriere che influenzano lo sviluppo dei contratti EPC non sono molto cambiate negli ultimi
anni; oggi in tutta l’Europa gli stati continuano a lottare per abbattere o diminuire gli effetti che
queste barriere hanno sullo sviluppo dei contratti di prestazione energetica.
Le barriere sono di diversa natura, di seguito verranno analizzate singolarmente.
3.3.1 LEGALI E POLITICHE
Legislazioni: una legislazione irregolare ed incalcolabile può bloccare lo sviluppo del
mercato ESCo. In un contesto altamente dinamico, dove le leggi cambiano molto
rapidamente senza dare al settore d’interesse il tempo sufficiente per preparasi, i contratti a
lungo periodo, come quelli delle ESCo, non sono praticabili a causa dell’alto rischio
associato. Questo aspetto ha ostacolato in modo decisivo i mercati di Ungheria, Slovenia,
Italia e Spagna. Inoltre, ragionando sull’aspetto dell’incalcolabilità: se i contributi finanziari
nazionali sono comunemente utilizzati per lavori di ristrutturazione per l'efficienza
energetica, ma l'annuncio delle sovvenzioni e il volume del loro bilancio sono discontinui, i
clienti potranno mettere i loro progetti bancabili in attesa di aspettare per vedere se almeno
una parte degli investimenti potrebbero essere coperti dalle sovvenzioni che appaiono.
Questo è il caso in Ungheria e Lettonia, dove l'ambiente giuridico rischioso e il sostegno
finanziario incalcolabile hanno avuto un ruolo importante nel declino del mercato ESCO.
Mancanza di una definizione: la mancanza di una definizione chiara e univoca di ESCo e di
uno schema di certificazione ne nasconde il mercato. Mentre a livello europeo esiste una
definizione generale di ESCo, in molti stati è la stessa impresa che decide se essere
riconosciuta come tale o meno. Questo ha fatto confusione principalmente in Olanda, in
Croazia e negli altri paesi dei Balcani occidentali.
Spesso la nozione di ESCo è popolare, anche se la società non ha nulla a che fare con
l’efficienza energetica; in Francia ,invece, il numero di ESCo è sottostimato perché spesso i
loro contratti più generali contengono elementi di servizi ESCo, anche se l’intero contratto
non è un contratto ESCo.
I clienti risultano perciò confusi e non è chiaro per loro intuire cosa effettivamente una
ESCo offre, si riduce cosi la fiducia nella soluzione Esco e i clienti risulteranno diffidenti
con le imprese che si approcciano o anche con i facilitatori.
84
Interpretazioni contraddittorie della legislazione: ci sono una serie di esempi di legislazioni
in contraddizione per quanto riguarda la ESCo. Ad esempio in Svezia, non vi è nessun
accordo che definisca se una società energetica municipalizzata possa offrire servizi
energetici al di fuori del proprio comune d’origine o no. Oggi, infatti, la pratica è varia,
quindi alcuni comuni consentono alle loro aziende di operare in tutto il territorio svedese
mentre per altri le attività sono limitate al proprio comune. Oppure si pensi alla Repubblica
Ceca nella quale le istituzioni pubbliche hanno spesso paura di usare EPC a causa delle
regole poco chiare (ad esempio, sulla registrazione del progetto, l’approvazione e la
contabilità); inoltre, le cosiddette” unità organizzative dello Stato”,(OUS), non sono in grado
di applicare EPC perché sono legalmente vincolate a non ricevere o fornire sovvenzioni;
l’EPC è considerato come un atto di “baro” dal Ministero delle Finanze.
Procurement: dal 2013, molte delle legislazioni nazionali hanno regolamentato gli appalti
pubblici e la gestione dei progetti EPC. Tuttavia, riamangono dei problemi, in quanto in
molti Paesi il risparmio di costi energetici non può essere trasferito su un’altra linea di
budget, come ad esempio le operation o le risorse umane. Un altro problema comune a
diversi Paesi ( ad esempio Italia, Ungheria, Svezia), è che la società che ha realizzato lo
studio di fattibilità ( audit di base), non può partecipare al concorso per il progetto di
ristrutturazione della struttura; questo impedisce l’amministrazione da parte di parecchie
aziende importanti ed inoltre favorisce la creazione da parte delle stesse di soluzioni
“grigie”( costituzione di nuove società solo per la fase di preparazione), le quali favoriscono
pratiche di corruzione. In alcuni Stati, come Croazia e Finlandia, le pratiche di appalto sono
considerate troppo complesse, bloccando l’avvio di progetti ESCo.
3.3.2 STRUMENTI DI PROGETTO
Mancanza di facilitatori: la mancanza di facilitatori è considerata come una lacuna del
mercato, in quanto senza facilitatori alcuni mercati ESCo non possono essere avviati; tipica
situazione del mercato Maltese.
Mancanza di pratiche corrette di misura e verifica: la mancanza di adeguate pratiche di
misurazione e verifica è un problema, in quanto senza un metodo credibile per dimostrare il
risparmio energetico, i progetti possono essere messi in discussione dai partecipanti. Questo
ha portato anche a casi giudiziari, in Lettonia, e a progetti falliti, in Svezia. La misura dei
85
risultati in quei progetti dove è anche coinvolto il bilancio pubblico è di fondamentale
importanza per l’appropriazione della sovvenzione finanziaria. Nella Repubblica Ceca, ad
esempio, il fondo Kozloduy non fa uso di misurazione affidabile perciò l’appropriazione dei
finanziamenti è messa in discussione.
3.3.3 FINANZIARIE
Accounting: il problema più frequente si riferisce alla contabilizzazione dei progetti EPC
come prestiti da parte delle autorità pubbliche. Questo fatto comporta due conseguenze.
Innanzitutto, i comuni e le altre autorità non sono autorizzate dal loro governo a partecipare
a progetti ESCo, perché questi ricadono sotto la metodologia EUROSTAT SEC 95 (Sistema
Europeo dei conti economici integrati), e quindi sono registrati come debito pubblico, che è
d’altro canto limitato dalla legislazione UE (Direttiva 2011/85/UE sui requisiti per i quadri
di bilancio degli Stati membri). Al momento non esiste una soluzione soddisfacente per
questo, anche se alcuni Paesi (Danimarca) non considerano i progetti ESCo comunali come
prestiti. La maggior parte dei Paesi sta interpretando la metodologia EUROSTAT come una
barriera ai progetti ESCo (Slovacchia, Repubblica Ceca). Il secondo problema è che la
liquidità e la credibilità delle amministrazioni pubbliche sono limitate, soprattutto dopo la
crisi finanziaria, pertanto essi non sono disposti a prendere prestiti e/o le banche sono
riluttanti ad offrirli loro.
Banche: i problemi con le banche sono la loro scarsa consapevolezza e motivazione;
tuttavia, ci sono una serie di prodotti finanziari ESCo che sono gravemente sottoutilizzati. In
Ungheria, circa tre, quattro banche hanno prodotti ESCo che non sono utilizzati in quanto il
processo di applicazione ha diverse esigenze che non sono rispettabili in termini di scadenze
e consegna di documentazione amministrativa, ed inoltre i costi e gli sforzi da sostenere da
parte della ESCo sono troppo elevati in funzione dei benefici che avrebbero se ottenessero il
prestito.
Avversione ai prestiti: c’è una forte avversione ai prestiti da potenziali clienti ESCo,
soprattutto da parte della pubblica amministrazione, residenziale privato e settore terziario.
Durante la crisi finanziaria, i prestiti erano molto difficili da rimborsare tanto che anche i
soggetti che non hanno preso parte a questi finanziamenti si trovano intimoriti alla decisione
di avviarne uno per paura di un’ulteriore crisi. Allo stesso tempo, le banche sono anche
86
molto più attente a selezionare i partner più sicuri, e dal loro punto di vista un progetto
ESCo è irregolare, quindi pericoloso.
3.3.4 MERCATO E PARTNERSHIP
Mancanza di fiducia nei clienti: c’è ancora una certa mancanza di fiducia da parte dei
clienti nei mercati, che proviene solitamente da una offerta disomogenea da parte della
ESCo, dalla mancanza di concorrenza, dalla mancanza di esperienza dei clienti, dalle
istituzioni finanziarie, dall’assenza di casi di riferimento credibili, da definizioni poco chiare
e procedimenti di misure e verifiche non standardizzati.
Mancanza di partnership consolidate: è stato anche identificato come problema la
mancanza di partnership consolidate tra ESCo e sub-appaltatori, cosi come la diffidenza da
parte degli appaltatori nei confronti della clientela, a causa di un aumento del rischio di
clienti instabili e insolventi.
Fallimenti: i progetti falliti hanno influenzato i mercati molto profondamente; ad esempio in
Svezia il mercato ESCo è diminuito radicalmente nel 2009 a causa di una gara d’appalto per
un progetto EPC nel 2009, dove il disaccordo tra le parti non è potuto essere risolto. Gli
effetti di questa disputa sono stati negativi sulle altre società, che hanno creato sfiducia nel
modello di business EPC. In Finlandia le norme sugli appalti pubblici non sono state seguite
correttamente, e alcuni progetti sono stati annullati o indagati. In Lettonia un progetto è stato
portato in tribunale a causa del disaccordo sui risultati del progetto stesso; lo stesso è
accaduto in Ungheria e tutto ciò a contribuito ad una cattiva reputazione per altre aziende
che hanno dovuto riavviare campagne informative per consolidare la propria fiducia.
87
3.4 DRIVERS PER LO SVILUPPO DI PROGETTI EPC
I principali drivers allo sviluppo di progetti EPC sono:
3.4.1 LEGALI E POLITICI
Impegno credibile e di lungo termine: l’impegno credibile, a lungo termine che si manifesta
da parte del governo e dalla pubblica amministrazione per l’energia sostenibile, l’efficienza
energetica e il concetto stesso di ESCo, è tra i fattori chiave che possono rilanciare il
mercato. In Danimarca, per esempio, un forte quadro normativo sull’efficienza energetica è
stato collegato con l’annunciato impegno alla soluzione ESCo da parte delle
amministrazioni locali.
Legislazione dedicata: Il numero di politiche e azioni istituite con l’obiettivo di sostenere
direttamente il mercato ESCo risulta aumentato negli ultimi anni. Circa un terzo degli Stati
dell’UE godono di regole dedicate, per quanto riguarda definizioni, schemi di certificazione,
norme e sostegno finanziario per progetti ESCo. Un pacchetto di politiche di successo è
stato introdotto in Grecia ( legge 3855/2010, che descrive i principi di un EPC e fornisce un
modello di contratto e la ripartizione degli obblighi e responsabilità). In Italia il Decreto
Legislativo 115/2008 è la normativa più rilevante per le ESCo, in quanto ne definisce il
termine. In Croazia, la legge sull’utilizzo efficiente dell’energia sul consumo finale
costituisce la base giuridica per i servizi energetici e il funzionamento delle ESCo. In altri
casi, però, il ritardo causato della presentazione di complesse misure politiche e programmi
ha causato una frustrazione del mercato, come quanto accaduto in Spagna.
Misure complementari: queste sono leggi o regolamenti che vengono introdotti per altro
motivo, ma che hanno un positivo, “side-effect”, sui servizi energetici. Si considerino ad
esempio i titoli di efficienza energetica introdotti negli Stati Membri dell’UE tramite la
ESD, che hanno aumentato i servizi energetici in tutti quegli Stati in cui sono stati
introdotti(Danimarca, Germania, Polonia, UK, etc..).
ESCo e servizi standard: una chiara definizione di ESCo e di servizi standardizzati permette
un miglioramento della qualità del mercato, in quanto i clienti possono selezionare le società
in maniera più semplice. In Italia, per esempio la norma UNI CEI 11352 certifica una ESCo;
oppure in Germania sono presenti diversi standard, tra cui: DIN EN 15900 ( Linee guida per
88
la definizione dei servizi di efficienza energetica, 03/2009), VDMA 24198 (Condizioni e
servizi dei contratti di prestazione energetica).
3.4.2 PROCEDURALI, STRUMENTALI
Strumenti, modelli e manuali: L’UE ha finanziato diverse iniziative che affrontano
problemi legati alla preparazione dei progetti, al supporto decisionale, al monitoraggio e alla
verifica e agli strumenti per le istituzioni finanziarie interessate ai progetti ESCo. Ad
esempio:
Strumento di calcolo excel per la valutazione della redditività dell’investimento
da parte del cliente8
Manuale dei contratti EPC, SEAI9
Guida alle migliori prassi di misurazione e verifica dei risparmi energetici10
Documentazione standard: la presenza di documentazione standard è sostenuta da diversi
Paesi. Nel 2011, ad esempio, dopo qualche progetto ESCo senza successo, in Finlandia è
stato pubblicato una guida per il settore pubblico che descrivesse i procedimenti standard.
Flessibilità nella preparazione di un contratto: un notevole passo in avanti verso la
creazione di un rapporto di fiducia tra ESCo e cliente è quando la flessibilità nel contenuto e
nella preparazione di un contratto permette di creare servizi su misura. Ad esempio, in
Danimarca, i comuni che valutano l’opportunità di intraprendere un contratto ESCo, spesso
percepiscono il rischio come troppo alto perché molti fornitori sono società sconosciute.
Questo problema viene superato con una maggior flessibilità dei contratti, i comuni, infatti,
possono scegliere in qualsiasi momento la time-line del progetto. In Lituania e in Polonia,
invece, la mancanza di flessibilità nel processo contrattuale è vista come un grosso ostacolo
ai progetti EPC, e più in generale ai progetti ESCo.
8 http://www.biosolesco.org/financial_tool.html
9http://www.seai.ie/Your_Business/National_Energy_Services_Framework/EPC_Handbook/
10 http://www.aepca.asn.au/
89
Introduzione di sistemi centralizzati di raccolta e gestione dei dati: la presenza di questi
sistemi diminuisce i costi di transazione, legati alle asimmetrie informative tra cliente e
ESCo, e aumenta i profitti accessibili dai progetti.
3.4.3 FINANZIARI
Incentivi finanziari e prestiti agevolati: l’aumento di sovvenzioni statali e prestiti agevolati
ha permesso di finanziare grandi lavori di ristrutturazione di edifici che si trovano in
condizioni particolarmente obsolete( ad esempio in Lettonia). Il “fondo verde” nei Paesi
Bassi, è un prestito preferenziale con sconto dell’1 % sul tasso d’interesse per gli
investimenti “verdi”.
Finanziamento tramite terzi: l’aumento del FTT ha reso disponibile a quella fascia di
clientela con bassa disponibilità economica, l’attuazione di progetti che altrimenti non
sarebbero potuti essere svolti, tramite ad esempio contratti di Energy performance del tipo
Shared Savings.
3.4.4 INFORMATIVI E DI SENSIBILIZZAZIONE
Motivazione: la consapevolezza ambientale e climatica è aumentata a tutti i livelli. Questo,
ha motivato le politiche a livello di governo e la partecipazione a progetti da parte dei
clienti. In Scandinavia, uno dei principali motori dei progetti ESCo è l’immagine pubblica e
la preoccupazione ambientale.
Attività di sensibilizzazione: le attività di sensibilizzazione e di divulgazione sono esplose in
tutti i Paesi europei dal 2010 in avanti. Questa attività è stata moltiplicata con l’attuazione
delle recenti politiche europee che combinano obiettivi climatici ed energetici.
3.4.5 STRUTTURALI E LEGATI AL MERCATO
Prezzo dell’energia: il prezzo dell’energia è uno dei principali fattori che influenzano la
domanda di investimenti in efficienza energetica e quindi i servizi ESCo. Il costante
aumento nel tempo dei prezzi dell’energia e delle imposte ha migliorato il payback time
degli investimenti in efficienza energetica ed ha aumentato l’importanza dell’efficienza
energetica nella competizioni di costo. L’aumento dei prezzi dell’energia ha aumentato
90
anche l’interesse per il risparmio energetico per i non consumatori meno energivori. Questo,
combinato con la possibilità di rimborso sull’imposte energetiche ( in Francia e in Italia),
aumenta ancora di più la redditività dei progetti ESCo.
Settore delle costruzioni: il crollo del settore delle costruzioni è stata una delle barriere più
significative nel 2010 e la sua ripresa è attualmente uno dei driver più importanti e
contribuisce ad aumentare i progetti ESCo sia attraverso la domanda che l’offerta. In
Olanda, ad esempio, le ristrutturazioni generali sono estese a lavori di ristrutturazione ad alta
efficienza energetica.
Associazioni: la recente proliferazione di associazioni ESCo ha significato una crescente
capacità di sostenere i mercati ESCo. La creazione di associazioni è stata in parte sostenuta
dalle autorità pubbliche e permette una standardizzazione delle attività, il controllo della
qualità, la diffusione delle informazioni e lo sviluppo della capacità di lobbying.
Sviluppo delle tecnologie ICT: lo sviluppo parallelo delle tecnologie dell’informazione e
della comunicazione è stato di fondamentale importanza, soprattutto nel mercato svedese.
Questa diffusione di tecnologie intelligenti, utilizzate nella gestione energetica degli edifici,
è previsto che attiri diversi mercati ESCo.
91
CONCLUSIONI
In questo elaborato di tesi è stato presentato il panorama Europeo nei confronti degli obblighi di
efficienza energetica che l’UE si è imposta di ottenere entro il 2020. I risultati dell’analisi mostrano
come i governi siano lontani dai loro target di efficienza, sia i Paesi energivori (Germania, Italia,
Francia, Spagna e UK) che hanno una percentuale media di risparmi ottenuti del 42,6 %( compresa
l’Italia che detiene un 21%) e , soprattutto, gli Stati non energivori (Malta, Lettonia, Lituania,
Bulgaria e Irlanda), che detengono una percentuale media di raggiungimento del target del 25,4 % (
con un 47% della sola Bulgaria). Anche se all’interno dell’elaborato sono stati utilizzati dati riferiti
al 2012 per garantire la comparabilità degli Stati e l’ufficialità del dato stesso, si stima, per il 2014,
una crescita stabile degli interventi di efficienza energetica nei diversi Paesi, con un tasso di crescita
annuo medio compreso tra il 10 % e il 20 %. 11
Valutando il raggiungimento del target al 2014 si
otterrebbe la seguente situazione:
RISULTATI AL 2012 STIME RISULTATI AL 2014 Δ
1° Germania 69% 1° Germania 90% -
2° Bulgaria 47% 2° Bulgaria 60% -
3° UK 46% 3° UK 59% -
4° Francia 43% 4° Francia 56% -
5° Svezia 41% 5° Svezia 54% -
6° Croazia 35% 6° Croazia 46% -
7° Spagna 34% 7° Spagna 44% -
8° Austria 31% 8° Austria 40% -
9° Estonia 28% 9° Estonia 36% -
10° Belgio 27% 10° Belgio 36% -
11° Lettonia 27% 11° Lettonia 35% -
12° Olanda 26% 12° Olanda 34% -
13° Malta 25% 13° Finlandia 31% ↑ 2
14° Danimarca 24% 14° Danimarca 31% -
15° Finlandia 24% 15° Portogallo 28% ↑ 1
16° Portogallo 22% 16° Italia 27% ↑ 1
17° Italia 21% 17° Malta 26% ↓ 4
18° Lituania 19% 18° Lituania 25% -
19° Irlanda 9% 19° Irlanda 12% -
11 Energy Efficiency Report Giugno 2015
92
Tabella 25: Stime risultati al 2014
Come si può notare, il ranking rimane pressoché simile se non per alcune variazioni nelle ultime
posizioni. In testa, riamane sempre la Germania che al 2014 dovrebbe raggiungere la quasi totalità
dei risparmi target del 2020, con un 90 %, mentre il fanalino di coda rimane sempre l’Irlanda che si
stima per il 2014 abbia un incremento del 3 % rispetto alle percentuali del 2012.
Tramite l’analisi legata al business model delle ESCo abbiamo constatato che: sia predominante la
presenza di contratti di energy performance, indice dello sviluppo e della maturità del settore; la
presenza delle società di servizi energetici sia maggiore nella copertura delle attività preliminari
rispetto a quelle intermedie e finali di fornitura e di monitoraggio, la fornitura di servizi è
principalmente rivolta alle industrie ma con alte percentuali di servizio anche a tutti gli altri settori,
inoltre che la varietà di soluzioni progettuali offerte copre l’intero parco di soluzioni di
efficientamento.
La continua evoluzione tecnologica richiesta dal mercato dell’efficienza energetica e la richiesta di
modalità contrattuali standardizzate ed efficaci che garantiscano il raggiungimento degli obiettivi di
risparmio preventivati dalle analisi preliminari, trovano risposta nei contratti di perfomance
energetiche. Infatti, l’enorme vantaggio delle ESCo, soprattutto con contratti EPC è quello di
lavorare nella stessa ottica del cliente, in quanto a seguito di un miglioramento di efficienza
entrambi i soggetti traggono vantaggio, perciò è garantito il miglioramento continuo degli
interventi.
I contratti EPC, tuttavia, risultano ancora frenati da alcune barriere, principalmente di tipo legale e
normativo. Gli EPC sono considerati atipici, perché anche se previsti dal legislatore, sono privi di
una compiuta disciplina legislativa; la norma, infatti, individua il meccanismo contrattuale, basato
sulle performance, senza provvedere però ad una tipizzazione rigorosa attenta alla prassi e utile alla
concreta regolamentazione degli interessi in gioco.
Questi contratti saranno anche sostenuti negli anni a seguire da alcuni importanti driver, primo tra
tutti l’aumento del prezzo dell’energia.
93
ALLEGATI
ALLEGATO 1: PROTOCOLLO DI KYOTO
Il protocollo di Kyoto 12
è un trattato internazionale, di natura volontaria, sottoscritto l’11 dicembre
del 1997 durante la Conferenza delle parti di Kyoto (la COP3) sui cambiamenti climatici ed è
entrato in vigore solo il 16 febbraio 2005. Questo ritardo è stato dovuto all’iniziale mancata ratifica
della Russia che non permetteva il raggiungimento della soglia minima.
Infatti, perché il trattato potesse entrare in vigore era necessario che venisse ratificato da almeno 55
Nazioni e, che queste Nazioni firmatarie rappresentassero complessivamente almeno il 55% delle
emissioni di GHG globali da origine antropica; tale obiettivo è stato raggiunto proprio grazie alla
sottoscrizione della Russia.
L’obiettivo del trattato è la riduzione del 5,2 % delle emissioni di gas serra da parte dei Paesi
industrializzati rispetto ai valori del 1990 nel quinquennio 2008-2012. La riduzione specifica
rispetto ai propri livelli di emissione del 1990( baseline) varia da Stato a Stato perciò i Paesi sono
tenuti a realizzare un sistema nazionale di monitoraggio delle emissioni ed assorbimenti di gas ad
effetto serra.
A titolo di esempio, l’Italia nell’ambito del Protocollo di Kyoto ha sottoscritto un obiettivo di
riduzione emmissiva del 6,5 % e tale valore è stato ottenuto sulla base di indicazione di Enti di
ricerca nazionali, che lo consideravano come il risultato dell’attuazione di una serie di azioni
necessarie per l’ammodernamento del Paese e per lo stimolo dell’economia nazionale.
Il protocollo prevede l’utilizzo di meccanismi di mercato, i cosiddetti meccanismi flessibili.
L’obiettivo di questi metodi è quello di ridurre l’emissioni al minimo costo, massimizzando le
riduzioni ottenibili con un determinato investimento. Questi strumenti sono il Clean Development
Mechanism (CDM), la Joint Implementation (JI) e il sistema di Emission Trading (ETS).
Il CDM permette ai Paesi industrializzati di realizzare progetti in Paesi in via di sviluppo, che
producono benefici in termini di emissioni di gas a effetto serra e di sviluppo economico e sociale
dei Paesi ospitanti, e di generare crediti di emissione per i Paesi che promuovono gl’interventi. La JI
permette ai Paesi industrializzati di realizzare progetti di riduzione delle emissioni di gas serra in
altri Paesi dello stesso gruppo e usare i crediti, insieme al Paese ospitante. L’ETS, invece, consente
lo scambio di crediti di emissione tra i Paesi industrializzati; un Paese che raggiunge una maggiore
riduzione delle emissioni di gas serra rispetto ai suoi obiettivi, può vendere( con l’Emission
Trading) questi crediti ad un Paese che non è in grado di raggiungere il suo obiettivo.
12
http://www.reteclima.it/protocollo-di-kyoto/
94
Bisogna comunque sottolineare come la mancata adesione al protocollo degli Stati Uniti, oltre alle
deroghe concesse ai Paesi in via di sviluppo ( soprattutto Cina e India) ha limitato fortemente gli
effetti globali del trattato, tanto che su scala mondiale le emissioni risultano aumentate rispetto ai
livelli del 1990; d’altro canto bisogna anche sottolineare come il Protocollo di Kyoto abbia
contribuito in maniera sostanziale alla sensibilizzazione dell’opinione pubblica sui temi ambientali.
In seguito alla conferenza di Doha del 2012 è stata prolungata la validità del trattato di Kyoto,
infatti uno degli principali output ottenuti da questo incontro è stato la sottoscrizione del Protocollo
di Kyoto 2, tra Unione Europea, Svizzera, Norvegia e Australia che cubano il 15 % delle emissioni
globali di GHG anche se purtroppo la Russia, il Giappone e il Canada hanno abbandonato il
protocollo abbassando notevolmente la percentuale coperta dai Paesi firmatari. Grazie alla
conferenza di Doha è stata definita una deadline nel 2015 per un nuovo accordo internazionale sul
clima a cui partecipano sia gli USA che la Cina che sono responsabili rispettivamente del 16% e del
19% delle emissioni di GHG globali.
95
ALLEGATO 2: PACCHETTO CLIMA ENERGIA 20 20 20
Il Pacchetto-Clima-Energia 20 20 20 13
o Piano 20 20 20 costituisce il portafoglio di provvedimenti
operativi con cui l’UE esprime la volontà degli Stati Membri di impegnarsi per la lotta ai
cambiamenti climatici per il periodo successivo al termine del protocollo di Kyoto, il trattato
realizzato per il contrasto al cambiamento climatico che trova la sua naturale scadenza nel 2012.
Tale pacchetto si inquadra nell'ambito dei negoziati preliminari alla Conferenza della Convenzione
Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (COP15) di Copenaghen, negoziati nei quali
l'UE ha riaffermato la posizione di ridurre unilateralmente le emissioni del 20% entro il 2020 e in
caso di accordo internazionale, di impegnarsi progressivamente per il 2030 e il 2050 a ridurre
rispettivamente del 30% e del 50% le proprie emissioni rispetto ai livelli del 1990.
Il Pacchetto, contenuto nella Direttiva 2009/29/CE, è entrato in vigore nel giugno 2009 e sarà valido
dal 2013 al 2020.
L’obiettivo del Piano è quello di contrastare i cambiamenti climatici e promuovere la sostenibilità
ambientale, garantire la competitività delle economie europee e la disponibilità di prezzi energetici
accessibili e aumentare la sicurezza dell’approvvigionamento energetico tramite obiettivi vincolanti
per i Paesi membri.
Il Piano prevede di :
1. Ridurre entro il 2020, almeno il 20 % delle emissioni di GHG derivanti dal consumo di
energia nell’UE rispetto ai livelli del 2005.
2. Raggiungere una quota del 20% di energia da fonti rinnovabili (FER) sull’energia totale
consumata entro il 2020; inoltre raggiungere un minimo del 10 % di biocarburanti nel
consumo totale di benzina e gasolio nella UE entro il 2020.
3. Migliorare del 20 % l’efficienza energetica, ridurre i consumi energetici, rispetto alle
proiezioni per il 2020.
Il Pacchetto anche se non accompagnato da un impegno globale, perché l’esigenza per l’UE era
quella di trovare una modalità per impegnarsi nel periodo “post Kyoto” senza dover attendere
accordi globali, rimane un buon insieme di provvedimenti per contrastare il cambiamento climatico
ed aumentare l’efficienza energetica, nella logica per cui il mondo scientifico chiede con urgenza di
limitare con un aumento massimo di +2° il riscaldamento climatico globale rispetto all’età pre-
industriale.
13 http://www.reteclima.it/piano-20-20-20-il-pacchetto-clima-energia-20-20-20/
96
ALLEGATO 3: DIRETTIVA EUROPEA EFFICIENZA
ENERGETICA
La Direttiva 2012/27/UE14
sull’efficienza energetica è stata pubblicata nel 14 Novembre del
2012 sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea. La Direttiva indica agli Stati membri come
raggiungere l’obiettivo del 2020 di riduzione del 20% in materia di efficienza energetica;
ciascuno Stato stabilisce il proprio obiettivo nazionale di efficienza energetica ( non vincolante)
e successivamente è monitorato dalla Commissione Europea che , se necessario interviene con
misure vincolanti ed adeguamenti alle Nazioni che non riescono a raggiungerlo. Gli Stati
Membri devono mettere in vigore le disposizioni legislative, regolamentari e amministrative
necessarie per conformarsi alla Direttiva entro il 5 giugno del 2014.
La direttiva introduce piani di ristrutturazioni energetica dell’edilizia pubblica: a partire dal
primo gennaio 2014, gli stati dell’Unione Europea dovranno garantire l’efficientamento del
parco immobiliare per il 3% della superficie coperta utile totale degli edifici riscaldati e/o
raffreddati. La quota del 3% è calcolata sulla superficie coperta totale degli edifici oltre i 500
mq; tale soglia scenderà a 250 mq a partire dal 9 luglio 2015. Inoltre, gli Stati Membri,
dovranno prevedere, previa ricognizione del parco immobiliare, una strategia a lungo termine
per rendere maggiormente efficienti gli edifici residenziali e commerciali, sia pubblici sia
privati entro il 2050. Gli stati membri si impegnano affinché il governo acquisti esclusivamente
prodotti, servizi ed edifici ad alta efficienza energetica.
Gli stati membri dovranno istituire un regime nazionale obbligatorio di efficienza energetica
volto a garantire che i distributori di energia e/o le società di vendita di energia al dettaglio che
sono parti designate o obbligate, conseguano un obiettivo cumulativo di risparmio energetico
finale entro il 31 dicembre 2020. A norma di ciò le imprese energetiche di pubblica utilità
saranno tenute a rispettare, nel periodo 2014-2020, un obiettivo annuale di risparmio energetico
equivalente almeno all'1,5% del totale dell'energia venduta ai consumatori finali, sulla base
della media dei consumi del triennio precedente all’entrata in vigore della direttiva.
Tutte le grandi imprese saranno obbligate a sottoporsi ad audit energetici di alta qualità, ogni 4
anni, svolti in maniera indipendente, ed efficaci in rapporto ai costi. Gli audit dovranno iniziare
non più tardi di tre anni dopo l’entrata in vigore della direttiva. Le piccole e medie imprese
saranno esentate da tale obbligo, ma dovranno essere previsti dei programmi specifici per
14
http://www.efficienzaenergetica.enea.it/politiche-e-strategie-1/politiche-e-strategie-in-europa-
1/strumenti-di-indirizzo/direttiva-201227ue-sull-efficienza-energetica.aspx
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incoraggiare queste imprese a sottoporsi ad audit energetici. Gli stati membri dovranno poi
prevedere, attraverso servizi di consulenza, delle misure per informare adeguatamente le
famiglie alla necessità di questi controlli.
La direttiva introduce anche disposizioni per la creazione di strumenti finanziari per il
miglioramento dell’efficienza energetica e per l’agevolazione degli interventi di efficientamento
energetico degli edifici. Gli stati membri dovranno facilitare l’istituzione di queste strutture o
ottimizzare l’utilizzo di quelle già esistenti.
98
ALLEGATO 4: QUESTIONARIO JRC
99
100
BIBLIOGRAFIA
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2 “ Rapporto energia e ambiente 2008”, ENEA
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10 “Il ricorso al finanziamento tramite terzi”, Giampaolo Valentini, ENEA
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nergetico.html
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29 “Energy Performance Contracting in the European Union”, eu.bac, 2011
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1/strumenti-di-indirizzo/il-pacchetto-20-20-20.aspx
34 http://www.reteclima.it/piano-20-20-20-il-pacchetto-clima-energia-20-20-20/
35 http://www.efficienzaenergetica.enea.it/politiche-e-strategie-1/politiche-e-strategie-in-europa-
1/strumenti-di-indirizzo/direttiva-201227ue-sull-efficienza-energetica.aspx
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GRAZIE ALLA MIA FAMIGLIA E AGLI AMICI