piketty circoli pd novembre 2014

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EconDem Il circolo tematico dedicato all’Economia Milano Novembre 2014 Il ritorno del capitalismo dinastico M. Esposito

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EconDemIl circolo tematico dedicato all’Economia

Milano

Novembre 2014

Il ritorno del capitalismo dinastico

M. Esposito

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• Il tema della diseguaglianza è da sempre al centro delle riflessioni economiche e politiche della sinistra. Il Welfare State è a ragione considerato la maggiore conquista ottenuta dal pensiero politico socialdemocratico.

• La diseguaglianza nei paesi occidentali è andata aumentando a partire dagli anni ’80. Negli USA e in Inghilterra si è arrivati, dopo 30 anni di politiche neoliberiste, ad un livello paragonabile all’era vittoriana. Anche in Europa, seppure in misura minore, la diseguaglianza è aumentata. E l’Italia è uno dei paesi a maggior tasso di diseguaglianza.

• La Grande Recessione ha accentuato e peggiorato la situazione, percepita sempre più come «ingiusta» da movimenti politici apartitici, come «Occupy Wall Street» o gli «indignados». Ma anche il nuovo Pontificato ha messo al centro della propria dottrina sociale il tema della diseguaglianza.

• La denuncia ha varcato le soglie dell’accademia: economisti come Atkinson, Stiglitze, soprattutto, Piketty stanno infiammando il dibattito, portando la battaglia sul piano più caro ai neoliberisti e indicando i danni di una disuguaglianza eccessiva per la competitività del sistema economico e la libertà dei mercati.

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• La diseguaglianza se supera certi livelli più minare la fiducia nella «correttezza» del sistema economico, sociale e politico

• Se una parte considerevole della popolazione vive in condizioni di povertà economica, può avere un accesso limitato all’istruzione e alla sanità. Il capitale umano si deprezza e di conseguenza si riduce la produttività del sistema economico.

• Se la ricchezza viene eredita o acquisita in base a rendite e non al contributo marginale che l’individuo offre all’economia, il sistema di selezione competitiva tipica delle economie di mercato viene meno.

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• I fatti

• La teoria

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• Le misure statistiche per la diseguaglianza nella distribuzione del reddito sono molteplici. La misura più utilizzata nelle statistiche ufficiali è il coefficiente di Gini, che risulta tuttavia di interpretazione non immediata.

• Piketty, come prima di lui Pareto e Kuznets, ha preferito utilizzare un dato di più immediata comprensione: la quota del reddito totale che va ai contribuenti più «ricchi» (il Top 1% o 0,1%). Per farlo ha usato dati fiscali che presentano alcune carenze.

– la base imponibile è cambiata negli anni e molte fonti di reddito (da fabbricati, da capitale, …) sono stati inseriti piuttosto tardi. Inoltre, tra paesi rimangono notevoli differenze.

– In molti paesi l’evasione fiscale è elevata, soprattutto nelle classi più agiate e tra imprenditori e liberi professionisti. L’aumento del Top 1% potrebbe essere dovuto all’emergere di figure professionali (i manager e i banchieri) che non possono sfuggire nella parte legale dei loro guadagni alla dichiarazione dei redditi

– In Europa, la presenza di parecchi paradisi fiscali porta a sottostimare la quota del Top 1%, soprattutto negli anni passati quando l’evasione era tollerata in parecchi paesi.

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Countrymid-

70s

mid-

80s

around

1990

mid-

90s

around

2000

mid-

2000s

Late

2000sRank Country

mid-

70s

mid-

80s

around

1990

mid-

90s

around

2000

mid-

2000s

Late

2000sRank

 Austria 0.433 0.472 9  Austria 0.236 0.238 0.252 0.265 0.261 25

 Belgium 0.449 0.472 0.464 0.494 0.469 12  Belgium 0.274 0.287 0.289 0.271 0.259 26

 Canada 0.385 0.395 0.403 0.43 0.44 0.436 0.441 21  Canada 0.304 0.293 0.287 0.289 0.318 0.317 0.324 11

 Chile 0.441 0.414 0.426 23  Chile 0.427 0.403 0.394 3

 Denmark 0.373 0.396 0.417 0.415 0.417 0.416 27  Denmark 0.221 0.226 0.215 0.226 0.232 0.248 32

 Finland 0.343 0.387 0.479 0.478 0.483 0.465 14  Finland 0.235 0.209 0.218 0.247 0.254 0.259 26

 France 0.38 0.37 0.473 0.49 0.485 0.483 7  France 0.3 0.29 0.277 0.287 0.288 0.293 21

 Germany 0.439 0.429 0.459 0.471 0.499 0.504 3  Germany 0.251 0.256 0.266 0.264 0.285 0.295 19

 Greece 0.448 0.426 0.446 0.466 0.454 0.436 22  Greece 0.413 0.336 0.336 0.345 0.321 0.307 15

 Israel 0.472 0.476 0.494 0.504 0.513 0.498 4  Israel 0.326 0.329 0.338 0.347 0.378 0.371 5

 Italy 0.42 0.437 0.508 0.516 0.557 0.534 1  Italy 0.309 0.297 0.348 0.343 0.352 0.337 8

 Japan 0.345 0.403 0.432 0.443 0.462 15  Japan 0.304 0.323 0.337 0.321 0.329 10

 South Korea 0.331 0.344 32  South Korea 0.306 0.315 13

 Mexico 0.453 0.532 0.517 0.491 0.494 5  Mexico 0.452 0.519 0.507 0.474 0.476 1

 Netherlands 0.426 0.473 0.474 0.484 0.424 0.426 0.426 23  Netherlands 0.263 0.272 0.292 0.297 0.292 0.284 0.294 20

 Norway 0.351 0.404 0.426 0.447 0.41 29  Norway 0.222 0.243 0.261 0.276 0.25 31

 Poland 0.542 0.47 10  Poland 0.316 0.349 0.305 16

 Portugal 0.457 0.436 0.49 0.479 0.542 0.521 2  Portugal 0.354 0.329 0.359 0.356 0.385 0.353 6

 Spain 0.461 16  Spain 0.371 0.337 0.343 0.342 0.319 0.317 12

 Sweden 0.389 0.404 0.408 0.438 0.446 0.432 0.426 23  Sweden 0.212 0.198 0.209 0.211 0.243 0.234 0.259 26

  Switzerland 0.409 30   Switzerland 0.279 0.276 0.303 17

 United Kingdom 0.338 0.419 0.439 0.453 0.458 0.445 0.456 18  United Kingdom 0.268 0.309 0.354 0.336 0.351 0.331 0.345 7

 United States 0.406 0.436 0.45 0.477 0.476 0.486 0.486 6  United States 0.316 0.337 0.348 0.361 0.357 0.38 0.378 4

Gini coefficient, before taxes and transfers[15] Gini coefficient, after taxes and transfers[15]

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La diseguaglianza a livello globale si è stabilizzata e si sta riducendo, ma grazie al catch-up di India e Cina

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Ma all’interno dei singoli paesi, compresi quelli emergenti che stanno realizzando il catch-up con l’occidente, la diseguaglianza sta aumentando

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10,000

15,000

20,000

25,000

30,000

35,000

40,000

45,000

50,000

55,000

60,000

65,000

70,000

75,000

80,000

85,000

90,000

95,000

100,000

105,000

110,000

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120,000

125,000

130,000

1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013

Indice retribuzione medianea Top Manager società quotate vs FTSEMIBbase=1997 livello FTSEMIB

FTSEMIB

retribuzione mediana1,5 mln

euro

+118%

-37%

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Con la ricchezza si ha accesso a consulenti finanziari indipendenti (dalle banche):

• Portafogli ottimizzati• Costi ridotti (classi di

quote meno costose, commissioni più basse, …)

• Si evitano veicoli capestro (fondi, polizze, …) dedicati alla clientela retail

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• I fatti

• La teoria

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• Per alcuni la causa è la «finanza». La liberalizzazione mono-direzionale dell’intermediazione finanziaria ha determinato l’esplosione dell’indebitamento e lo sfruttamento delle asimmetrie informative a danno della clientela retail («predatorylending», carte di credito, ingegneria finanziaria, …).

• I banchieri, consapevoli del ruolo «pubblico» delle banche e del sostegno che avrebbero ricevuto dallo Stato, hanno massimizzato i rischi. E’ il principio della socializzazione delle perdite e della privatizzazione dei profitti

• In realtà, il principio andrebbe ulteriormente raffinato. Il banchiere-manager non è più il banchiere-azionista. Gli azionisti delle banche in crisi sono stati azzerati. I banchieri-manager nella peggiore delle ipotesi sono stati licenziati, ma con buonuscite principesche e senza che nessuno potesse reclamare i compensi passati.

• La crisi del 2007 ha dimostrato la fondatezza della tesi di Occupy. La diseguaglianza è andata accentuandosi. Il costo del salvataggio è stato sopportato dai contribuenti (cioè dal 99,9%) e dai lavoratori dell’industria finanziaria, mentre i maggiori beneficiari sono stati proprio i banchieri, i gestori di hedge funds e i top manager (lo 0,1%)

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• Per altri la causa è la globalizzazione e, in particolare, l’ingresso sullo scenario internazionale di potenze come la Cina e l’India che, per motivi diversi, erano rimaste isolate dallo sviluppo economico mondiale. Il progresso tecnologico nei mezzi di comunicazione ha consentito di ridurre ulteriormente le «distanze» e ha messo in competizione i lavoratori occidentali con i lavoratori orientali. Salari più bassi, assenza di tutele sociali, sfruttamento ambientale hanno messo fuori gioco interi settori dell’industria occidentale.

• In questo scenario si è inserita la tecnologia che ha reso obsolete intere tipologie di lavori impiegatizi (dattilografi, contabili, ….), indebolendo ulteriormente la classe media. Questo ha portato gli Stati e i consumatori occidentali ad aumentare l’indebitamento per cercare di mantenere inalterato il tenore di vita. In assenza di un nuovo modello di crescita, la tesi no-global è quella di una ineluttabile corsa al ribasso, verso i modelli economici e sociali meno tutelanti e alla fine più eco-insostenibili.

• La globablizzazione aumenta quindi la diseguaglianza tra i tanti che ne subiscono le conseguenze (non solo la classe operaia, ma anche la classe media) e i pochissimi che ne approfittano (i manager delle multinazionali, i banchieri, …)

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• Per Piketty, la crescita della diseguaglianza è insita nel modello di sviluppo capitalistico. Se il rendimento (r) del capitale è superiore al tasso di crescita dell’economia (g), cioè r>g, allora la ricchezza crescerà più dell’economia.

• Dal momento che la ricchezza è molto più concentrata (propensione decrescente al consumo, eredità) del reddito da lavoro, questo determinerà una crescente diseguaglianza nella ricchezza stessa e nel reddito complessivo.

• Dal momento che i peggiori nemici del capitalismo sono i capitalisti stessi, la maggiore ricchezza determinerà il tentativo di svuotare le istituzioni democratiche, chiedendo alla politica di consolidare le posizioni monopolistiche e le dinastie.

• Questo a sua volta abbasserà ulteriormente il tasso di crescita dell’economia in un meccanismo che porterà a sempre più frequenti crisi economiche e bolle speculative.

• La soluzione è spezzare, attraverso l’intervento dello Stato, i meccanismi dinastici e patrimoniali, per consentire al libero mercato di rimanere tale.

• Il richiamo alle origini morali del capitalismo protestante americano, è alla fine la ragione del successo planetario della tesi di Piketty

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• Il tasso di crescita dell’economia dipende dall’aumento della produttività causato dal progresso tecnologico e dal tasso di crescita della popolazione

• Il tasso di risparmio dipende dal desiderio di lasciare un’eredità ai propri discendenti (motivo dinastico), dalla lunghezza del periodo di pensionamento (motivo life-cycle), da motivazioni precauzionali (malattia, longevità, …), così come dalla difficoltà di accesso ad alcuni beni durevoli (prima casa, …).

• Quindi, un sistema di sicurezza sociale efficiente, un programma di edilizia popolare possono ridurre il tasso di risparmio. Stesso effetto può averlo una cultura più solidaristica.

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• conclusioni

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• Modello feudale: aristocrazia del sangue e strutture gerarchiche da ancien régime;

• Libertà naturale: sviluppo delle diverse capacità e il principio delle “carriere aperte ai talenti” (Samuel Pepys, letterato inglese del ’600);

• Giustizia Liberale: basata sul merito e volta a garantire l’eliminazione delle differenze di origine o socio-economiche, in modo che gli individui, come gli atleti ai blocchi di partenza, godano di medesime condizioni

• Giustizia democratica: eguaglianza di opportunità ma con un riequilibrio degli effetti della diversità di abilità e talenti naturali.

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1. ogni persona ha uguale titolo a un sistema pienamente adeguato di uguali diritti e libertà fondamentali, tra cui uguali libertà politiche;

2. le diseguaglianze sociali ed economiche devono soddisfare due condizioni per essere tollerate:

1. devono essere necessarie per assicurare il massimo beneficio ai membri meno avvantaggiati della società.

2. devono essere associate a posizioni e funzioni aperte a tutti, in condizioni di eguaglianza delle opportunità;

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T. Piketty, 2014, Il capitalismo nel XXI secolo, Bompiani

J. Stiglitz, 2013, Il prezzo della diseguaglianza, Einaudi

Video-letture

Janet Gornickhttp://webtv.un.org/watch/inequality-and-development-janet-gornick-%E2%80%93-keynote-address-second-committee-

2nd-meeting-69th-general-assembly/3826056194001

Thomas Pikettyhttp://www.ted.com/talks/thomas_piketty_new_thoughts_on_capital_in_the_twenty_first_century

Dati

The World Top Incomes Database http://topincomes.parisschoolofeconomics.eu/

Recensione

http://www.ilgiornaledellarte.com/fondazioni/articoli/2014/9/120717.html

Intervista

http://www.linkiesta.it/intervista-piketty

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