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COMUNE DI RAVENNA Allegato 1) Piano triennale del comune di Ravenna per la prevenzione della corruzione e della illegalità Approvato con delibera di Giunta Comunale P.G. n. 12760 / P.V. n. 32 del 28.01.2014 comprende: _ il Piano triennale di prevenzione della corruzione (art. 1, comma 8, legge 190/2012) _ il Programma triennale per la trasparenza e l’integrità (art. 10 d. lgs. 33/2013) _ il Codice di comportamento del personale dell’Ente (art. 54, comma 5, d. lgs. 165/2001; d.p.r. 62/2013) PREMESSA – La legalità come nuova mission degli enti pubblici NOTA METODOLOGICA - Il processo di costruzione e aggiornamento del Piano SEZIONE PRIMA: IL PIANO TRIENNALE PER LA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE E DELLA ILLEGALITA’ (2014-2016) SEZIONE SECONDA: IL PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L’INTEGRITA’ (2014-2016) SEZIONE TERZA: IL CODICE DI COMPORTAMENTO E GLI ALTRI STRUMENTI ATTUATIVI. APPENDICE – Le norme essenziali ALLEGATI: A – Tabelle del Piano triennale di prevenzione della corruzione (processi, rischi, misure) B – Elenco adempimenti/soggetti/tempistica obblighi di pubblicazione ai sensi del D.Lgs. n. 33/2013 B/1 – Provvedimento costituzione Gruppo tecnico C – Codice di comportamento La legalita' come nuova mission degli enti pubblici Non ci può essere efficienza senza rispetto della legalità. Dopo anni di opposta tendenza di questo sembra essersi accorto il legislatore nel riordinare il sistema ordinamentale dell’attività amministrativa. Piazza del Popolo, 1 48121 Ravenna. P.IVA 00354730392 Pec [email protected] <> 1

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COMUNE DI RAVENNA

Allegato 1)

Piano triennale del comune di Ravenna per la prevenzione della corruzione e della illegalità

Approvato con delibera di Giunta Comunale P.G. n. 12760 / P.V. n. 32 del 28.01.2014 comprende:_ il Piano triennale di prevenzione della corruzione (art. 1, comma 8, legge 190/2012)_ il Programma triennale per la trasparenza e l’integrità (art. 10 d. lgs. 33/2013)_ il Codice di comportamento del personale dell’Ente (art. 54, comma 5, d. lgs.165/2001; d.p.r. 62/2013)

PREMESSA – La legalità come nuova mission degli enti pubbliciNOTA METODOLOGICA - Il processo di costruzione e aggiornamento del PianoSEZIONE PRIMA: IL PIANO TRIENNALE PER LA PREVENZIONE DELLACORRUZIONE E DELLA ILLEGALITA’ (2014-2016)SEZIONE SECONDA: IL PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA EL’INTEGRITA’ (2014-2016)SEZIONE TERZA: IL CODICE DI COMPORTAMENTO E GLI ALTRI STRUMENTI ATTUATIVI.

APPENDICE – Le norme essenzialiALLEGATI:A – Tabelle del Piano triennale di prevenzione della corruzione (processi, rischi,

misure)B – Elenco adempimenti/soggetti/tempistica obblighi di pubblicazione ai sensi del

D.Lgs. n. 33/2013 B/1 – Provvedimento costituzione Gruppo tecnico C – Codice di comportamento

La legalita' come nuova mission degli enti pubblici

Non ci può essere efficienza senza rispetto della legalità.Dopo anni di opposta tendenza di questo sembra essersi accorto il legislatore nel riordinare il sistema ordinamentale dell’attività amministrativa.Piazza del Popolo, 1 48121 Ravenna. P.IVA 00354730392 Pec [email protected] <> 1

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Sembra anche ammettere una sorta di imprudenza nell’abbassare troppo la guardia nel campo del controllo e della cultura della legittimità Il sistema doveva certamente essere riformato ma non abbandonato a sè stesso in mano ad una disciplina di responsabilità pubblicistiche non ben delineate e quasi mai sanzionate.Il forte utilizzo della discrezionalità di natura tecnico-amministrativa, l’esclusività dei poteri dirigenziali (in sé cosa buona e giusta per una sana attuazione della separatezza della gestione dalla politica ma che necessita di regole) il venir meno del controllo preventivo di legittimità, hanno condotto ad un processo che pian piano ha degenerato la qualità degli atti amministrativi.In molti Enti si è stati indotti a ritenere in sintesi, che il chiaro intervento di natura soppressiva del legislatore, frutto anche di una riforma del titolo V° della Costituzione sui controlli puntuali e preventivi degli atti, autorizzasse a rispondere in misura minore a regole e norme.Di fatto il termine legalità che oggi gode di nuova linfa anche in stretto legame all’efficienza, come vedremo, era diventato termine obsoleto e rottamato perché sinonimo di inefficienza ed equiparato all’esercizio deteriore della burocrazia.I controlli sono stati visti come laccio alla semplificazione ed alla crescita dimenticandosi che in verità non è ascrivile ai medesimi, se esercitati secondo giuste misure, il ritardo e la complessità dell’azione amministrativa; anzi se ben attuati l'Amministrazione diventa più solida anche rispetto ai contrapposti interessi toccati dalla sua azione.

I concetti chiave delle risposte odierne del legislatore:a) Individuazione e rafforzamento di figure responsabili;b) Trasparenza come collante di tutto il rinnovato sistema dei controlli;c) Implementazione di obblighi e responsabilità delle figure e degli enti già preposti al controllo interno ed esterno;d) Reintroduzione di nuove aggiuntive forme di controllo preventivo ed anche successivo;e) Utilizzo sistematico di previsioni sanzionatorie a fronte del mancato rispetto delle nuove regole ed obblighi imposti;f) Lotta alla corruzione amministrativa e penale.

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La recente legislazione sulla trasparenza e sulla legalità nasce dalla presa di coscienza della posizione particolarmente arretrata del nostro Paese nelle classifiche internazionali della corruzione percepita.E' altamente opportuno sottolineare come questa emergenza non si è manifestata ovunque in modo omogeneo; ciò tuttavia non ci esime da dover dare un contributo apprezzabile nella direzione di una maggiore tensione etica, intesa non solo e non tanto nell’ottica “anticorruzione” quanto in un’accezione più generale, in chiave di prevenzione di ogni possibile illegalità. La matrice della nostra azione dovrebbe essere quella per cui – a prescindere dalla rilevanza penale - venga in evidenza un malfunzionamento dell’amministrazione a causa dell’uso a fini privati delle funzioni attribuite. Appare molto utile citare alcuni stralci del rapporto della Commissione istituita dal Governo per lo studio e l’elaborazione di proposte in tema di trasparenza e anticorruzione( come si vede sempre legate da cordone ombelicale) nella cui presentazione si cita “Il diffondersi delle pratiche corruttive mina la fiducia dei mercati e delle imprese, scoraggia gli investimenti dall’estero, determina quindi, tra i suoi molteplici effetti, una perdita di competitività del Paese”.....e ancora...“Un contrasto alla corruzione che, come del resto suggerito dagli organismi internazionali impegnati su tale delicato fronte, passa per una strategia di tipo “integrato”.Sembra altresì di assoluto interesse rilevare che la Commissione, anche all’esito di confronti avuti con delegazioni dell’OCSE, all'interno del Rapporto finale sulla corruzione nella pubblica amministrazione evidenzi ” L’analisi svolta – di tipo generale nella prima parte del Rapporto, di carattere settoriale nella seconda - ha confermato l’esigenza di una politica integrata che, in uno al rafforzamento dei rimedi di tipo repressivo, contempli l’introduzione nell’ordinamento (o il potenziamento laddove già esistenti) di strumenti di prevenzione…volti ad incidere in modo razionale, organico e determinato sulle occasioni della corruzione e sui fattori che ne favoriscono la diffusione. In tal senso si coglie una accezione ampia di corruzione, che esorbita dai confini tracciati dalla fattispecie penale, comprendendo episodi che si risolvono nel risvolto in negativo dell’integrità pubblica.Quanto alla metamorfosi quantitativa, il raffronto tra i dati giudiziari e quelli relativi alla percezione del fenomeno corruttivo induce a ritenere la sussistenza di un rapporto inversamente proporzionale tra corruzione “praticata” e corruzione “denunciata e sanzionata”: mentre la seconda si è in modo robusto

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ridimensionata, la prima è ampiamente lievitata, come dimostrano i dati sul Corruption Perception Index di Transparency International, le cui ultime rilevazioni collocano l’Italia al sessantanovesimo posto (a pari merito con il Ghana e la Macedonia), con un progressivo aggravamento della corruzione percepita negli ultimi anni.La diffusività assunta dal fenomeno corruttivo non può che sollecitare, dunque, l’implementazione di una politica di tipo integrato e coordinato, con l’elaborazione di misure di tipo extrapenale, destinate a svolgere una funzione di prevenzione, operando sul versante prevalentemente amministrativo...”e ancora si citi ...“L’intervento di una politica siffatta è reso necessario anche in considerazione dei costi implicati dal fenomeno corruttivo, diretti e indiretti. In un’ottica sistemica è particolarmente gravoso l’impatto sulla crescita del Paese, la diffusione del fenomeno corruttivo alterando, in primo luogo, la libera concorrenza e favorendo la concentrazione della ricchezza in capo a coloro che accettano e beneficiano del mercato della tangente a scapito di coloro che invece si rifiutano di accettarne le condizioni. È stato, altresì, calcolato che ogni punto di discesa nella classifica di percezione della corruzione, come redatta da Transparency International, provoca la perdita del sedici per cento degli investimenti dall’estero.Sollecitazioni all’adozione di misure efficaci di prevenzione sono pervenute all’Italia dal GRECO (il Gruppo di Stati contro la corruzione istituito in seno al Consiglio d’Europa), nel quadro della promozione e dello sviluppo dell’integrità nel settore pubblico, che si traduce, secondo l’OCSE, nella “applicationof values, principles and norms in the daily operations of public sector organizations”, la Commissione propone la valorizzazione di codici di condotta, l’introduzione di più specifiche ipotesi di incompatibilità,incandidabilità e ineleggibilità, la previsione di limiti ai conflitti di interesse, una disciplina volta a rendere trasparente l’attività di rappresentazione degli interessi (c.d. lobby), il rafforzamento dellaresponsabilità disciplinare oltre che dei livelli di trasparenza”.Nel Rapporto si propone fra l'altro, un’adeguata tutela di chi denuncia i fenomeni corruttivi, cd. Whistleblower.Alle misure sopra enunciate deve accompagnarsi la promozione della cultura della legalità nell’attività amministrativa e dell’etica pubblica, tanto in sede di selezione del personale quanto nella fase dell’aggiornamento e della specializzazione, avendo particolare riguardo a coloro che operano nei settori più esposti al rischio corruzione.

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Come affrontare le possibili criticità del percorso

Citando alcune osservazioni di cultori della materia(1) “Il rischio è di creare campionari di buone intenzioni, non accompagnati da alcuna formazione del personale né da serie analisi del rischio-corruzione.Gli anticorpi più efficaci alla corruzione, specie quella sistemica, risiedono nell’attivismo consapevole e informato della società civile, più che nella repressione o nella deterrenza. La diffusione di buone pratiche e la fiducia istituzionale, basi di consenso per l’attuazione delle necessarie riforme, si fondano infatti sulle presenza di una massa critica di cittadini sensibili ai temi della questione morale e dell'etica pubblica”.Nota:(1)prof. Vannucci dell'Università di Pisa

Dal rapporto ANAC Autorità nazionale anticorruzione, sul primo anno di attuazione della legge n.190 si traggono interessanti spunti a comprova di molte delle osservazioni o considerazioni già fatte, che si ritiene utile ricordare ” L’entrata in vigore della legge n. 190/2012, contenente “Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell'illegalità nella pubblica amministrazione”, rappresenta un importante momento di discontinuità del panorama normativo italiano: l'enfasi è posta sulla necessità che occorre prevenire la corruzione e non solo reprimerla e che i diversi interventi siano parte di una politica integrata della quale occorre monitorare l'efficacia in modo da poter adottare gli eventuali correttivi….”

e sull'andamento delle prime fasi del processo di attuazione…

“ I problemi organizzativi e le difficoltà di attuazione sono inevitabili nelle fasi iniziali di ogni processo di cambiamento della pubblica amministrazione. Nel caso specifico della legge n. 190/2012, essi sono stati accentuati dalla complessità e dalla portata innovativa del disegno riformatore che interviene, tra l’altro, nella delicata sfera dei rapporti tra politica e amministrazione..... tuttavia, è opportuno segnalare i primi passi di questo processo di attuazione che rappresentano il punto di partenza di un percorso di adeguamento delle amministrazioni ai principi della legge, con l'obiettivo di migliorare l’integrità delle pubbliche amministrazioni. Si tratta di un processo dinamico che, alla luce dell’esperienza maturata e delle difficoltà manifestate, sia pure in modo differenziato, dalle amministrazioni, va orientato nella direzione della “complementarietà” ad altre politiche di riforma, volte al miglioramento dell'efficienza e dell'efficacia dell'azione pubblica……”

In merito all’effettività del modello di prevenzione …..

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“Gli elementi informativi e di esperienza sulle criticità manifestate dalle amministrazioni nell’impostazione del ciclo della performance vanno, pertanto, valorizzati nella fase di definizione delle politiche di prevenzione per dare concretezza al disegno del legislatore, che si basa proprio su un modello di programmazione “a cascata”. Questa consapevolezza ha orientato, tra l’altro, l’intervento dell’Autorità sui contenuti del Piano Nazionale Anticorruzione (PNA) e sulle indicazioni in esso previste relativamente ai PTPC delle amministrazioni. Infatti il PTPC, per essere efficace, deve contenere obiettivi appropriati e indicatori di misurazione adeguati e va coordinato con gli altri strumenti di programmazione: il bilancio, che garantisce la sostenibilità finanziaria degli interventi preventivati; il Piano della performance, in cui dovrebbero confluire gli obiettivi strategici ed operativi scelti da ciascuna amministrazione, anche con riferimento alle misure di attuazione del PTPC; il Programma triennale per la trasparenza e l’integrità e il Piano per la formazione. Su questo aspetto occorrerà porre rinnovata enfasi in occasione dell'avvio del ciclo della performance 2014 in modo da promuovere l’integrazione effettiva tra la pluralità di strumenti previsti in materia di performance, trasparenza e anticorruzione. L’efficace attuazione delle politiche di prevenzione della corruzione all’interno di ciascuna amministrazione dipende anche da un assetto organizzativo coerente con l’insieme delle responsabilità riconducibili al ruolo che il RPC è chiamato a svolgere. Oltre che al suo collocamento adeguato nella scala gerarchica, sono necessari poteri di controllo e risorse (in termini di competenze professionali e di sistemi informativi) in modo che tale figura possa effettivamente incidere sui comportamenti e sul funzionamento e non costituire solo un capro espiatorio. Una condizione necessaria è, comunque, un convinto impegno da parte degli organi di indirizzo politico che si sostanzi nella definizione di obiettivi chiari, misurabili e rendicontabili nei PTPC e in un impulso effettivo alla promozione dell’integrità”

La stessa ANAC ci invita a superare nella logica del Piano La cultura dell’adempimento, profondendo uno sforzo effettivo di analisi dei rischi reali legati alla amministrazione di riferimento.

Da queste premesse deriva l’esigenza di considerare anche la coerenza della macchina amministrativa, cogliendo l’occasione fornita dalla legge 190/2012 che prescrive a ciascun ente l’adozione di un “Piano di prevenzione della corruzione”. Gli strumenti di pianificazione sono stati costruiti in modo coordinato e circolare, come auspicato dall’Autorità Nazionale Anti Corruzione (ANAC ex CIVIT) e dallo stesso Legislatore: in base all’art. 10, comma 2, d.lgs, 33/2013, il Programma triennale per la trasparenza e l’integrità “costituisce di norma una sezione del Piano di prevenzione della corruzione”. Il documento finale assume così una connotazione più ampia e articolata di “Piano generale per la legalità”, che riunisce e coordina tre diversi documenti prescritti per legge, dalle finalità distinte ma strettamente connesse tra loro:Piazza del Popolo, 1 48121 Ravenna. P.IVA 00354730392 Pec [email protected] <> 6

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Piano triennale di prevenzione della corruzione (art. 1, comma 8, legge 190/2012) il Programma triennale per la trasparenza e l’integrità (art. 10 d. lgs. 33/2013) il Codice di comportamento del personale dell’Ente (art. 54, comma 5, d. lgs. 165/2001; d.p.r. 62/2013)

LA TRASPARENZA

Si tenga conto in via generale che il progredire del filone dell’anticorruzione fa si che si intraveda nella pubblicizzazione della quasi totalità della azione della pubblica amministrazione una necessità, quasi a sancire il fallimento dell’epoca dei controlli puntuali ad iniziativa dei singoli enti preposti e a consentire una sistematicità dei controlli di tutti gli organi del sistema.A validare questo percorso oggi è previsto una relazione semestrale da inviarsi alle sezioni regionali delle Corti dei conti con cui vengono consuntivati tutti gli ambiti di controllo ( ivi comprese le forme obbligatorie di trasparenza) che gli enti devono attivare (ai sensi in particolare dell’art. 148 del testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, novellato dalla lettera e) del comma 1, dell’art. 3, del d.l. 10 ottobre 2012, n. 174, come sostituita dalla legge di conversione 7 dicembre 2012, n. 213) nonché la circostanza per cui Il piano della trasparenza costituisce allegato al Piano anticorruzione.Il cambio di passo avviene con l’idea di prevedere atti pubblicati nei siti internet; con il Dlgs n.33/2013 il legislatore fa la somma delle disposizioni che fino ad oggi avevano disposto obblighi di pubblicazione delle pubbliche amministrazioni creando all'inizio anche un ampio sconcerto in quanto all'inizio risultavano sovrapposti adempimenti di pubblicazione di dati omogenei fra loro (vedasi l’art 18 del dl 83/2012 e le previsioni di cui all’art 1 comma 32 della L.190/2012). L’idea è di riunirli con chiarezza attraverso la necessaria riorganizzazione dei siti.Come detto la pubblicità ha ora nel proprio lo scopo quello di provocare un controllo diffuso (quel controllo generalizzato che con la 241/90 era vietato). I principi e canoni obbligatori di riusabilità dei dati pubblicati in verità sono da ascrivervi ad un ruolo diverso e per un certo verso secondario anche se il legislatore fa di tutto per attribuire loro pari dignità.

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Oggi sono da pubblicarsi una massa di informazioni incredibile rispetto al passato: Su di esse non è il singolo che accende le luci “nella casa di vetro” ma è una luce sempre accesa. Agli obblighi di pubblicazione si aggiungono misure attuative (novità accesso civico).Il cittadino è quello che si attiva presso l’amministrazione perché non trova quello che dovrebbe trovarci. Se l’amministrazione non risponde prima si attivano meccanismi interni poi dal giudice amministrativo. Inoltre sono previsti meccanismi sanzionatori nei confronti di chi debba alimentare il flusso o non si attiva in via sostitutiva (la tecnica di accompagnare gli adempimenti con previsioni sanzionatorie per il loro mancato realizzo è da considerarsi ormai ordinaria a fronte di previsioni normative considerate fondamentali per l'ordinamento). La via maestra è certamente quella di agire sull’organizzazione per creare una nuova idea di responsabilizzazione diffusa su questi adempimenti legati alla trasparenza e pubblicità di certuni (tantissimi!!) flussi di dati e procedimenti.La soluzione del Comune di Ravenna, tesa anche a non ricreare nuovi potenziali oneri sulla macchina amministrativa, è quella di creare gruppi tecnici e trasversali di lavoro che monitorino gli adempimenti e nei quali ognuno sia investito con chiarezza di un ruolo, nei fatti, di “responsabile di procedimento” per i vari aspetti, con obbligo di segnalare al responsabile della trasparenza i vari dubbi applicativi.

NOTA METODOLOGICA

Il processo di costruzione e aggiornamento del Piano anticorruzione

Il presente Piano costituisce il risultato di un lavoro di gruppo che ha interessato il Comune di Ravenna ed un gruppo di lavoro composto dai dirigenti /capi area considerati maggiormente interessati dalle Aree di rischio individuate dalla legge n.190/ 2012 prima e dal Piano nazionale anticorruzione poi.Si riepilogano di seguito i principali passaggi che hanno portato alla costruzione del Piano:1) la nomina del Responsabile della Prevenzione della Corruzione e Responsabile della Trasparenza, subito dopo l’entrata in vigore della disciplina , in conformità a quanto previsto per legge;

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2) definizione della metodologia a cura del responsabile anticorruzione (che ha partecipato al Master organizzato da FORMEZ PA a Roma nel corso del 2013), con il coinvolgimento del Comitato guida, appositamente costituito, ed l’utile sup­porto del FORMEZ nell’ambito del progetto “Interventi mirati al contrasto della corruzione nella pubblica amministrazione centrale e locale”;3) in base a tale metodologia (integrata alla luce del Piano Nazionale Anticorruzio­ne e delle indicazioni dell’ANAC – ex CIVIT) e delle riunioni in sede 1, è stata con­divisa la mappatura delle attività esposte al rischio, evidenziando i rischi specifici su cui intervenire sulla base delle priorità segnalate con riferimento alla realtà con­creta; la mappatura effettuata è stata quindi oggetto di una generale riconsidera­zione, sotto il coordinamento del Segretario Generale, con il prezioso contributo del Responsabile delle Risorse Umane e Qualità e del Responsabile dell'U.O Staff di Direzione e Segreteria anche effettuando un confronto con i rischi rilevati in altri enti contermini, anch'essi parte del progetto “Interventi mirati al contrasto della corruzione nella pubblica amministrazione centrale e locale”;4) successivamente sono state individuate le misure da adottare nell’ottica della prevenzione della corruzione, a seguito anche di numerosi colloqui di approfondi­mento con i dirigenti delle aree ritenute maggiormente sensibili e generale riconsi­derazione da Parte del R.P.C.Il confronto in sede di gruppo di lavoro ha consentito, inoltre, di considerare i pro­cessi ed i rischi che per la loro trasversalità richiedono misure di prevenzione di natura intersettoriale;Per ciò che riguarda il percorso partecipativo esterno, stante i tempi a disposizio­ne, la complessità dell’architettura ed il carattere tecnico della sua impostazione, si ritiene che possa risultare più utile ed equilibrato prevederlo, almeno in fase di prima adozione, una volta conclusa la fase di approvazione da parte della Giunta comunale, considerata favorevolmente l'ipotesi di inserirlo in apposite giornate for­mative, aventi anche carattere divulgativo.Nel Piano sono previste le modalità gestionali che dovranno presiedere al proces­so di esecuzione delle misure programmate. In tale ottica, il Segretario Generale dovrà sovrintendere ad una corretta applicazione delle misure relative nel rispetto della tempistica stabilita;

1 Il PNA con riferimento agli enti locali stabilisce quanto segue: “ Gli indirizzi contenuti nel P.N.A. han­no come destinatari anche le regioni, gli enti del S.S.N., gli enti locali e gli enti ad essi collegati, fermo restando quanto previsto dall’intesa raggiunta in sede di Conferenza unificata il 24 luglio 2013 ai sensi dell’art. 1, commi 60 e 61, della l. n. 190 del 2012.”

Nell’Intesa del 24 luglio 2013 viene confermata l’applicazione immediata delle disposizioni legi­slative e delle indicazioni del PNA negli enti locali “per quanto non previsto nella presente intesa”.Piazza del Popolo, 1 48121 Ravenna. P.IVA 00354730392 Pec [email protected] <> 9

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I Responsabili delle varie strutture organizzative provvedono all’attuazione delle misure programmate, avvalendosi dei “referenti” da essi stessi designati. Il Re­sponsabile della Prevenzione della Corruzione nonché Responsabile della Tra­sparenza dell' Ente coordina la fase esecutiva, avvalendosi del gruppo di lavoro composto anche dal Responsabile delle Risorse Umane e Qualità e dal Respon­sabile dell'U.O Staff di Direzione e Segreteria2

Ultimo ma non per importanza, verranno inseriti appositi obiettivi e indicatori all’in­terno del Piano della performance, come previsto anche dal Piano Nazionale An­ticorruzione. Gli indicatori devono essere legati non tanto al mero adempimento formale degli obblighi di legge, quanto alla realizzazione degli obiettivi ulteriori previsti dal Piano con particolare riferimento alla fase di monitoraggio costante sulla efficacia dei predetti obblighi, in vista anche dell’adeguamento periodico del Piano, previsto entro il mese di gennaio di ogni anno (art. 1, comma 8, legge 190/2012; la revisione del Programma della trasparenza deve essere contestuale) previa pubblicazione entro il 15 dicembre di apposita “relazione” sull’attività svolta (art. 1, comma 14, legge 190/2012), redatta secondo lo schema indicato sul sito internet del D.F.P.La prima revisione è prevista per il mese di gennaio 2015 sulla base di apposito report relativo al periodo 2013-2014.

2 Cfr. Intesa del 24 luglio 2013, in cui si precisa tra l’altro che al Responsabile della prevenzione/Responsabile della trasparenza deve essere garantita “la massima indipendenza del ruolo anche mediante la disponibilità di risorse adeguate”.

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SEZIONE PRIMA

IL PIANO TRIENNALE PER LA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE (2014-2016)

1.1 Finalità e durataCon il presente Piano l’Ente definisce la propria strategia di contrasto e di prevenzione della corruzione e dell’illegalità, in attuazione della Legge 190/2012 e in linea con le indicazioni contenute nel Piano Nazionale Anticorruzione (di seguito: PNA) in considerazione anche dell’intesa raggiunta in sede di Conferenza unificata il 24 luglio 2013 ai sensi dell’art. 1, commi 60-61, della legge 190/2012.Tale strategia si esplicita attraverso l’adozione di una serie di misure organizzative individuate in base alla valutazione del rischio potenziale insito nelle varie attività dell’Ente, con riferimento al periodo 2014-2016.

1 .2 Soggetti e ruoliIl “Responsabile della prevenzione della corruzione” svolge i compiti indicati nella legge 190/2012 ed in particolare:- coordina le fasi di predisposizione, attuazione e verifica delle attività previste dal Piano triennale, utilizzando allo scopo il gruppo tecnico e il personale dell'Ente che verrà individuato;- può definire le modalità operative che la struttura di riferimento deve seguire per il raggiungimento degli obiettivi programmati;- sovrintende alle azioni assegnate ai Responsabili di Area/servizi e vigila sul rispetto delle norme in materia di anticorruzione;- assicura la formazione del personale, con il supporto del Servizio sviluppo del personale avvalendosi del personale o struttura dallo stesso indicati;- sovrintende alle attività di revisione periodica del Piano.Comitato guida permanente: viene nominato dal Segretario Generale all'interno della struttura comunale, alla stregua di gruppo tecnico di lavoro, svolge compiti di supporto proposta ed impulso in tutte le attività di competenza del RPC.I responsabili di area o di servizio:- propongono le misure di prevenzione;- adottano le misure gestionali in attuazione del Piano.I referenti per la prevenzione (designati dai relativi responsabili):- svolgono i compiti eventualmente assegnati;

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- collaborano alla esecuzione del Piano, tramite comunicazione di dati, segnalazioni ecc.Gli organismi di controllo interno: valutano le azioni inerenti la prevenzione della corruzione nello svolgimento dei compiti ad essi attribuiti.

1.3 Contesto: il Comune e le proprie IstituzioniL’assetto organizzativo del Comune si articola in Aree funzionali, Servizi, Unità Organizzative ed Uffici. Le Aree, che sono le unità di massima dimensione, hanno il compito di garantire unitarietà di indirizzo, di direzione, di coordinamento e di integrazione sinergica dei Servizi, Unità Organizzative ed Uffici di cui sono composte; agiscono con ampia autonomia all’interno dell’indirizzo strategico ed attivano programmi di lavoro sviluppando sinergie nell’ambito delle politiche di gestione e dell’utilizzo delle risorse assegnate. Il macro-modello organizzativo attuale dell’Ente è strutturato come segue:- alle dirette dipendenze del Sindaco: il “Gabinetto del Sindaco”, l’”Ufficio Segreteria del Sindaco”, l’”Ufficio Ravenna 2019-Città Candidata a Capitale europea della Cultura” ed il “Corpo di Polizia Municipale”;- in Staff al Segretario Generale l’ U.O. Legale e Contenzioso;- in staff al Direttore Generale, il “Servizio Risorse Umane e Qualità”, l’”U.O. Pianificazione socio-sanitaria e Rapporti con ASP”, l’U.O. Sistemi Informativi, Territoriali e Informatici (SITI)”, l’ “U.O. Staff di Direzione e Segreteria”, l’”U.O. Comunicazione”, l’ “U.O. Stampa” e l’”Ufficio Politiche Europee” ed inoltre il “Coordinamento, Controllo Economico Finanziario e Partecipazioni” preposto alla direzione del “Servizio Finanziario”, dell’“U.O. Controllo di Gestione” e dell’ “U.O. Provveditorato” ed il “Coordinamento Attività Amministrativa Segretario Generale” preposto alla direzione del “Servizio Appalti e Contratti” e dell’ “U.O. Affari Generali ed Ufficio di Presidenza”; Inoltre, la macro struttura dell’ente è articolata in quattro Aree con funzioni di linea:- Area Economia e Territorio, composta da un Ufficio e una U.O. in Staff e da 6 Servizi in line, che garantisce unitarietà di indirizzo, direzione, coordinamento e integrazione sinergica, tra le funzioni inerenti la programmazione, pianificazione e gestione urbanistica, edilizia ed ambientale e le funzioni inerenti il coordinamento e la gestione di progetti di sviluppo territoriale, economico ed occupazionale, di promozione e marketing economico del territorio oltre che di promozione e valorizzazione del patrimonio artistico e culturale della città;- Area Servizi e Partecipazione dei cittadini, composto da un Ufficio in staff e da 2 Servizi ed una U.O. in line, che garantire unitarietà di indirizzo, direzione, coordinamento e integrazione sinergica tra tutte le funzioni svolte dal Comune per Piazza del Popolo, 1 48121 Ravenna. P.IVA 00354730392 Pec [email protected] <> 12

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delega dello Stato, i servizi di front–office per il cittadino e per promuovere e diffondere sul territorio la partecipazione, il volontariato, la cittadinanza attiva, la pratica sportiva, la cultura dell’integrazione, della coesione sociale, della legalità, delle politiche giovanili, di genere e delle pari opportunità;- Area Istruzione e Politiche di sostegno, composta da un U.O. in Staff e da 4 Servizi ed una U.O. line, che favorisce unitarietà di indirizzo, direzione, coordinamento e integrazione sinergica tra tutte le funzioni inerenti la programmazione, progettazione e gestione nell’ambito dell’educazione, istruzione, formazione superiore e a sostegno delle famiglie e delle categorie disagiate, sia in ambito formativo che socio-assistenziale;- Area Infrastrutture Civili, composta in staff da 4 un Uffici ed in line da 5 Servizi, che favorisce unitarietà di indirizzo, direzione, coordinamento e integrazione sinergica per tutte le funzioni inerenti la programmazione, progettazione e gestione nell’ambito degli interventi pubblici in materia di viabilità, mobilità, strade, edilizia, geologico e patrimonio.Nell’organigramma sono riportate per completezza anche le due Istituzioni Biblioteca Classense e Museo d’Arte della Città, organismi strumentali dotati di autonomia organizzativa e gestionale. L’Amministrazione, ritiene infatti che l’Istituzione rappresenti oggi la forma giuridica di gestione più idonea a valorizzare e qualificare i servizi rispettivamente nell’ambito bibliotecario ed espositivo-museale, in quanto consente di delineare gli specifici ambiti di competenza con una più forte identità e visibilità ed una maggiore flessibilità organizzativa, operativa e gestionale.

Di seguito l’Organigramma del Comune:

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1.4 Metodologia di lavoroLa metodologia utilizzata per la costruzione del presente Piano è basata su quella prevista dal PNA e relativi allegati (peraltro non vincolante per gli enti locali, come ribadito nell’allegato 1 al punto B 1.2), ispirata a sua volta ai Principi e linee guida “Gestione del rischio” UNI ISO 31000 2010 (edizione italiana della norma internazionale ISO 31000).Tale metodologia è articolata nelle seguenti fasi:a) Individuazione delle aree di possibile esposizione al rischio e dei principali processi, su cui concentrare l’analisi, a partire dalle indicazioni di legge e alla luce di quelle che sono le scelte organizzative dell’Ente (es. nell’area affidamento di lavori, forniture di beni e servizi, il processo di definizione dei requisiti di qualificazione);b) Identificazione e pesatura dei “rischi specifici” associati a ciascun processo, in modo da evidenziare le priorità;c) Definizione delle misure organizzative di prevenzione/mitigazione/trattamento del rischio da adottare, a partire dalle aree più “sensibili”, con attribuzione della relativa responsabilità Servizi del Comune e individuazione delle rispettive scadenze.La sintesi di questo percorso è illustrata nell’ allegato A del presente Piano ed è il frutto del lavoro di gruppo descritto in premessa. Nei punti successivi vengono analizzate le singole fasi del percorso.

1.5 Analisi dell’organizzazioneL’obiettivo del presente lavoro è quello di adeguare le indicazioni del Legislatore (e del PNA) in tema anticorruzione rispetto alle scelte organizzative dell’Ente, in modo da favorire una corretta ed efficace programmazione dei necessari correttivi. Pertanto, è stata svolta preliminarmente una ricognizione generale delle funzioni attribuite alle varie strutture organizzative individuate negli atti di organizzazione (organigramma/funzionigramma).

1.6 Mappatura delle aree di rischio e dei processiLe aree di rischio già individuate dal Piano Nazionale Anticorruzione, (in conformi­tà all’art. 1, commi 9 e 16, della legge 190/2012, sono le seguenti:

a. Acquisizione e progressione del personale;b. Affidamento di lavori, forniture di beni e servizi;c. Provvedimenti ampliativi della sfera giuridica dei destinatari privi di effetto

economico diretto ed immediato per il destinatario;Piazza del Popolo, 1 48121 Ravenna. P.IVA 00354730392 Pec [email protected] <> 15

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d. Provvedimenti ampliativi della sfera giuridica dei destinatari con effetto eco­nomico diretto ed immediato per il destinatario.

Dall’analisi del funzionigramma del Comune di Ravenna discende l’esigenza di aggiungere all’elenco le seguenti aree:

e. Area economico finanziariaf. Area delle esternalizzazioni (società, fondazioni…)g. Pianificazione dei servizi al pubblico (cittadini e imprese)h. Provvedimenti sfavorevoli

Successivamente sono stati individuati i principali processi dell’Ente. Per “proces­so” s’intende una classificazione, a livello macro, delle possibili attività di trasfor­mazione di input in output dell’amministrazione; anche in questo caso si è proce­duto all’adeguamento delle fattispecie individuate dal PNA rispetto al concreto funzionamento degli enti locali.La sintesi di questa fase è contenuta nell’allegato A del presente Piano e, in parti­colare, nella Tabella n. 1: Mappatura delle Aree di rischio, dei Processi e identificazione dei Rischi specifici associati a ciascun Processo che contie­ne:

le aree di rischio individuate dalla legge 190/2012 e dal Piano Nazionale An­ticorruzione, comuni a tutte le pubbliche amministrazioni, integrate da quelle ritenute rilevanti per le caratteristiche specifiche dell’Amministrazione di rife­rimento ;

i principali processi associati alle aree di rischio, individuati dal PNA in quan­to comuni a tutte le amministrazioni, con indicazione degli ulteriori processi ritenuti rilevanti per le caratteristiche specifiche dell’Amministrazione.

i “rischi specifici”, ovvero ogni concreta tipologia di rischio che si può incon­trare in un determinato Processo. L’analisi dei rischi è articolata nelle se­guenti sottofasi, suggerite dal PNA :identificazione,valutazione,ponderazione.

Per ciascun Processo sono indicate le strutture organizzative in qualche modo interessate.Per la banca dati integrale dei singoli procedimenti amministrativi si rimanda alla tabella pubblicata on line nella sezione “Amministrazione trasparente” del sito

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dell’Ente. Tali procedimenti sono agevolmente riconducibili alle aree di rischio e ai macro-processi che abbiamo individuato.Si è ritenuto a questo punto di procedere alle successive fasi della presente analisi con riferimento alla totalità dei processi censiti (a parte quello relativo alle “Progressioni di carriera” in quanto bloccate per legge), in modo da programmare in modo efficace i necessari correttivi sul piano organizzativo nel breve, medio e lungo periodo.Per ogni area di rischio e processo censito, sono stati individuati i possibili rischi specifici integrando l’elenco compreso nell’allegato 3 del PNA con le ulteriori fatti­specie ritenute rilevanti per le caratteristiche specifiche dell’Amministrazione di ri­ferimento ed operando sulla base di rilevazione frutto di confronto con il FORMEZ all'interno della sperimentazione citata nelle premesse.

1.7 Valutazione dei rischi specificiCiascun rischio specifico è stato pesato con riferimento ad alcuni parametri prestabiliti di probabilità e impatto, secondo le modalità mutuate dal PNA adeguate in misura non essenziale solo ai fini di una congruenza maggiore con la tipologia di rischio, in rapporto alle caratteristiche dell'Ente..La probabilità indica la frequenza di accadimento degli specifici rischi, mentre l’impatto indica il danno che il verificarsi dell’evento rischioso causa all’amministrazione.A seguito della valutazione dell’impatto e della probabilità, ciascun Rischio è stato collocato in un’apposita “Matrice Impatto-Probabilità” suddivisa in 3 fasce (rossa/gialla/verde). In questo modo è possibile valutare in modo meno empirico l’effettiva incidenza di ogni rischio potenziale.A seguito della pesatura di ciascun rischio specifico, è possibile definire le aree più sensibili e, quindi, le priorità da seguire in fase di individuazione e pianificazio­ne delle misure organizzative da adottare.

La sintesi della pesatura dei rischi è contenuta nell’allegato A del presente Piano e, in particolare, nella Tabella n. 2: Pesatura dei Rischi specifici indi­viduati nella tabella 1.

1.8 Definizione delle misure organizzativeUltima fase del percorso è la costruzione del piano delle misure organizzative da adottare per la prevenzione del rischio (oltre a quelle già poste in essere dagli enti).Piazza del Popolo, 1 48121 Ravenna. P.IVA 00354730392 Pec [email protected] <> 17

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Si è esaminato nel dettaglio le attività assegnate alle varie strutture; successiva­mente si sono rilevati per ciascun processo i potenziali rischi specifici, evidenzian­do le aree e i processi esposti a maggior rischio. Ora è possibile individuare le mi­sure concrete più idonee alla prevenzione/mitigazione/trattamento del rischio, nel­l’ambito comunale.Al termine della analisi e pesatura dei rischi si è riscontrato l'assenza di ri­schi rientranti all'interno della fascia rossa (dai 12,5 punti in su). La valuta­zione del RPC è stata conseguentemente quella di far scattare misure da ri­ferirsi già all'annualità 2014, per i rischi che con un punteggio di pesatura uguale o maggiore di 10; ciò a fini tuzioristici e cautelativi per l'Ente.Ugualmente ai fini della gradualità del piano, per i rischi in fascia gialla uguale o inferiore alla pesatura 6, si è ritenuto di individuare le misure organizzative in fase di revisione ed aggiornamento del Piano, per l'annualità 2015.

Conseguentemente, per ciascun rischio specifico, rientrante nella fascia rossa (assente) o gialla con peso superiore a 6 (e con esclusione della fascia verde), sono state individuate: le eventuali misure a presidio del rischio già presenti nell’organizzazione; le nuove misure considerate idonee a prevenire/mitigare/trattare il rischio di­stinguendole tra obbligatorie (desumibili anche dal PNA) e ulteriori (ossia disposte dall’Ente in base al rapporto tra i costi stimati e il grado previsto di efficacia).Infine, sono riportate le “misure generali” finalizzate a prevenire/mitigare/trattare i rischi relativi alla generalità dei processi censiti.Per ogni misura, viene individuato il relativo Responsabile. Alcune misure sono indirizzate in modo trasversale a tutti i Responsabili delle strutture organizzative.La sintesi di questa fase è contenuta nell’allegato A del presente Piano e in particolare alla pagina 69.

1.9 Le misure da adottare e la performanceLe nuove misure devono essere pianificate dall’Ente sulla base del livello di priori­tà assegnato a ogni rischio da prevenire o contrastare. Si è ritenuto pertanto ne­cessario adottare alcune misure di contrasto e prevenzione con riferimento alle casistiche di rischio maggiore risultanti dalla “Matrice Impatto-Probabilità” (fascia rossa assente e pertanto fascia gialla pesatura => di 10), nel primo anno di attua­zione del presente Piano, riservandoci di intervenire nei successivi anni anche sulle casistiche di rischio intermedio (fascia gialla), escludendo solo le ipotesi di ri­schio meno rilevante (fascia verde)

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Ciò è evidenziato nella tabella 3 dell' all'allegato A.Ciò premesso, con il Piano della performance dell’Ente vengono individuate le op­portune azioni per gli interessati con il supporto metodologico del SIV e in raccor­do con la Direzione Generale.Ciò in conformità all’allegato 1 del PNA (punto B.1.1.4 ) in base al quale: “Il P.T.P.C. deve individuare per ciascuna misura da implementare il responsabile dell’implementazione e il termine per l’implementazione stessa. L’efficacia del P.T.P.C. dipende dalla collaborazione fattiva di tutti i componenti dell’organizza­zione e, pertanto, è necessario che il suo contenuto sia coordinato rispetto a quello di tutti gli altri strumenti di programmazione presenti nell’amministrazione. Il P.T.P.C. deve quindi essere strutturato come documento di programmazione, con l’indicazione di obiettivi, indicatori, misure, responsabili, tempistica e risorse. Risulta importante stabilire gli opportuni collegamenti con il ciclo della performan­ce.

1.10 Applicazione del PianoIl Responsabile della Prevenzione della Corruzione dà impulso e definisce gli op­portuni indirizzi per una corretta applicazione del Piano, in collegamento con il Ci­clo di gestione della performance. I responsabili delle varie strutture organizzative provvedono all’attuazione delle misure programmate, avvalendosi dei “referenti” da essi stessi designati; nella consapevolezza che la realizzazione di un Piano complesso come questo richiede la fattiva collaborazione di tutta la struttura. A tal fine, occorre promuovere gli opportuni percorsi di sviluppo formativo - per i quali si rimanda al Piano formativo dell’Ente che sarà opportunamente e concretamente implementato.Il Responsabile della Prevenzione della Corruzione coordina la fase esecutiva, anche tramite la “rete interna dei referenti” dell’Ente; verifica la compiuta attuazio­ne delle misure programmate, avvalendosi del SIV e degli altri organi di controllo interno. Tale verifica viene attestata all’interno della Relazione sulla performance, nelle forme previste dal Sistema di misurazione e valutazione della performance.

1.11 Partecipazione e miglioramento continuoL’Ente favorisce il confronto sui contenuti del Piano con stakeholder. Le consultazioni possono avvenire nel corso di incontri dedicati oppure on line.L’Ente utilizza i suggerimenti, sia verbali che scritti, per la rielaborazione continua del Piano e per il miglioramento dei livelli di trasparenza effettiva.

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1.12 Revisione periodica del PianoL’Ente assume l’impegno di rivedere nel tempo i contenuti del Piano. Tale revisio­ne avviene con cadenza quantomeno annuale, come previsto per legge e comun­que ogni qual volta venga ritenuta opportuna alla luce anche delle osservazioni pervenute dalla comunità locale o di sollecitazioni od osservazioni interne all'Ente, ritenute rilevanti dal R.P.C.La revisione del Piano avviene a cura del Responsabile della Prevenzione della Corruzione, previa elaborazione e pubblicazione di un’apposita relazione sulle at­tività svolte da sottoporre preventivamente alla Giunta comunale.

Allegati. Le tabelle del Piano Triennale di Prevenzione della corruzione (processi, ri­

schi, misure) allegato A

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SEZIONE SECONDA

IL PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L’INTEGRITA’(2014-2016)

Il Comune di Ravenna aveva già adottato Il Programma Triennale per la trasparenza e l’integrità (anni 2011-2013) prevedendo che “Il programma è redatto , nel rispetto dei principi generali dell’art. 11 comma 2 del D.Lgs. 150/2009 (benché ritenuto non vincolante per le amministrazioni locali), nonché degli adempimenti previste da normative specifiche nei singoli settori della P.A.

In tale contesto è stata predisposta e mantenuta sul sito del Comune di Ravenna un banner denominata “Trasparenza, valutazione e Merito” ben visibile in Home Page. Sotto tale sezione sono inserite e linkate le diverse Voci e i relativi documenti, di seguito elencati:

curricula e trattamento economico di coloro che rivestono incarichi di indirizzi politico-amministrativo (Sindaco-Assessori)

curricula dei membri dell’Organismo Indipendente di Valutazione retribuzioni, curricula vitae, recapiti del personale dirigenziale e del Segretario Generale curricula titolari di posizioni organizzative documenti di pianificazione e programmazione dell’Ente (Linee Programmatiche del

Sindaco, Programma di Mandato, Relazione Previsionale e Programmatica, Bilancio Preventivo, Piano Esecutivo di Gestione, Piano Dettagliato degli Obiettivi ecc.)

le politiche della qualità, le indagini e le ricerche, le guide e le carte dei servizi le metodologie di valutazione dei dipendenti, delle posizioni organizzative, dei dirigenti documenti di rendicontazione (Rendiconto di Gestione, Bilancio Sociale ecc.) dati sull’organizzazione, organigramma, articolazione degli uffici, attribuzioni e

organizzazione di ciascun ufficio, caselle di posta elettronica istituzionali attive informazioni inerenti i tassi di assenza e di maggiore presenza del personale in servizio

distinti per uffici di livello dirigenziale codici disciplinari dei dipendenti, dei dirigenti e del Segretario Generale contrattazione decentrata integrativa (art. 40 bis D.Lgs. 165/01) monitoraggio auto blu (rilevazione on line) dati relativi a incarichi e consulenze: incarichi retribuiti e non retribuiti conferiti a

dipendenti pubblici e ad altri soggetti (Anagrafe delle prestazioni ex Art. 53 comma 14 D.Lgs. 165/2001; incarichi ex art. 3 commi 18 e 54 L. 244/2007)

dati sulle partecipazioni societarie (art. 1 comma 735 della L. 296/06) dati su sovvenzioni, contributi, crediti, sussidi e benefici di natura economica (Albo di

beneficiari di provvidenze di natura economica (DPR 118/2000)Piazza del Popolo, 1 48121 Ravenna. P.IVA 00354730392 Pec [email protected] <> 21

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Nella Home Page del sito, nella parte finale della pagina, a destra, è inserito e linkato il logo della PEC, Posta Elettronica Certificata; attualmente è attivo un indirizzo di PEC del Comune di Ravenna: [email protected] inoltre state attivate due ulteriori caselle di posta elettronica certificata, per il Servizio Risorse Umane ([email protected]) e per lo Sportello Unico per le Attività Produttive ([email protected] ) disponibili dal banner RAPIDA – Posta Elettronica Certificata.Nella Home Page del sito sono inoltre state rese disponibili e reperibili ulteriori informazioni:

- informazioni sintetiche sui componenti degli organi istituzionali (Sindaco, Giunta, Consiglio Comunale) nel Menu “Comune”

- atti adottati dagli organi politici e gestionali dell’Ente (delibere, determine, ordinanze, ecc.) all’interno del nuovo Albo Pretorio On line, in una apposita sezione Albo Pretorio

- i piani di razionalizzazione delle spese, ai sensi dell’art. 2 comma 594 e successivi, L. 244/2007, nel Menu Aree Tematiche Bilancio e Tributi – alla voce Bilancio Comunale

E’ stato attivato dal 1 Gennaio 2011 il nuovo Albo Pretorio On Line (adempimento obbligatorio per legge), in modo da favorire l’accesso agli atti del Comune.E’ stata predisposta la sezione dedicata ai documenti relativi al Ciclo di Gestione della Performance nella quale trovano o dovranno trovare esplicitazione i documenti di programmazione, di pianificazione e di rendicontazione dell’Ente.Nel corso del 2011, è stato nominato il Nuovo Organismo Indipendente di Valutazione ( Oggi SIV) al quale, compete anche la promozione e l’attestazione dell’assolvimento degli obblighi relativi alla trasparenza e all’integrità secondo le indicazioni CIVIT; il presente programma potrà pertanto subire modificazioni e/o integrazioni a seguito delle indicazioni espresse da tale organismo. Oltre alle sopraindicate informazioni, il programma è stato articolato nei seguenti punti, che hanno trovato debita implementazione e pubblicazione nel corso del periodo di riferimento:

elaborazione dei nuovi strumenti di programmazione e rendicontazione delle attività imperniati su principi di efficacia, efficienza, responsabilizzazione e trasparenza (Programma di Mandato e/o Piano Generale di Sviluppo; Relazione Previsionale e Programmatica; Piano Esecutivo di Gestione/Piano Dettagliato degli Obiettivi e relativi Report di verifica; controllo di gestione, controllo strategico, rendicontazione sociale); report sulle modalità di utilizzo dei premi collegati alla performance; elaborazione del nuovo sistema di valutazione del personale impostato sui criteri previsti dal D.Lgs. 150/2009, in modo da incentivare ulteriormente la meritocrazia; attuazione di una verifica costante della regolarità e completezza delle comunicazioni previste per legge (Anagrafe delle prestazioni; Anagrafe delle partecipazioni societarie ecc.); a seguito dell’approvazione del nuovo regolamento dei procedimenti, la ricognizione dei procedimenti amministrativi dell’Ente con l’indicazione del termine finale, del responsabile del procedimento e definizione delle modalità di gestione informatizzate e/o telematica del procedimento e dei tempi medi;

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completamento della guida ai servizi telematica e pubblicazione dei moduli on line, con avvio dello Sportello Unico digitale per le Imprese.

EVOLUZIONE PERCORSO NORMATIVO

Occorre premettere che il vero passo in avanti dal punto di vista dell’approccio culturale alla materia avviene con l’art 11 del D.L.150/2009( cosidetto “Brunetta”).Alcune informazioni diventano pubbliche a prescindere dall’interesse all’accesso sotteso; inizia l’era del controllo diffuso del cittadino, della rendicontazione delle proprie attività secondo i concetti di “corrispettività” rispetto all’utenza generalizzata.Il progredire del filone dell’anticorruzione fa si che si intraveda nella pubblicizzazione della quasi totalità della azione della pubblica amministrativa una necessità.

Con l'emanazione della legge n.190/2012 sulla lotta alla corruzione il piano della trasparenza costituisce oggi allegato al Piano anticorruzione nell'intesa di vedere la trasparenza come collante a tutto il rinnovato sistema dei controlli diffusi di Enti preposti e stakeholders.Quindi il cambio di passo avviene con l’idea di prevedere atti pubblicati nei siti internet.Il legislatore inoltre inquadra la trasparenza all’interno dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti sociali e civili (ai sensi art 117 della costituzione) blindando di fatto la sua competenza esclusiva a legiferare in materia (da ultimo si veda l' art 1 comma 15 della L. n. 190/2012).Con il Dlgs n.33/2013 il legislatore fa la somma delle disposizioni che fino ad oggi avevano disposto obblighi di pubblicazione delle pubbliche amministrazioni. Il legislatore ribadisce l'inquadramento della trasparenza all’interno dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti sociali e civili e la qualifica altresi come “accessibilità totale delle informazioni concernenti l'organizzazione e l'attività delle pubbliche amministrazioni, allo scopo di favorire forme diffuse di controllo sul perseguimento delle funzioni istituzionali e sull'utilizzo delle risorse pubbliche (art 1 del D.lgs. N.33/2013)”L’idea portante è di riunire tutti gli obblighi di pubblicazione e di trasparenza con chiarezza, attraverso la necessaria riorganizzazione dei siti al fine di favorire canoni consueti di ricerca e controllo.

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La pubblicità ha infatti nel proprio scopo quello di provocare un controllo diffuso (quel controllo generalizzato che con le precedenti normative sull'accesso tuttora in vigore era vietato, dovendosi sempre essere portatori di posizioni cosidette differenziate, costituenti un interesse giuridico concreto ed attuale; vedasi legge n.241/90).Ampliandosi i dati a pubblicazione obbligatoria, di fatto il legislatore restringe l'area dell'accesso “motivato” agli atti, ampliando la fase rendicontativa dell'ente.Dal nuovo Legislatore sembra ascriversi forte dignità ai principi e canoni obbligatori di riusabilità dei dati i quali in verità sono da ricondursi ad un ruolo legato a concetti di economicità ed efficienza dell'azione amministrativa, con immediati vantaggi nei confronti di cittadini enti ed imprese; tali principi d'altronde, che traggono la loro fonte principalmente dal Codice dell'Amministrazione digitale, sottendono anche alla creazione di formati che attraverso il cosidetto ”riuso” consentano l'estrapolazione dei dati in possesso della P.A. abbattendo ulteriormente le rigidità di lettura dell'azione amministrativa.L’allegato A del Dlgs n.33/2013 determina la struttura della sezione del web e delle sotto-sezioni in modo uniforme per tutti gli enti, costringendoli ad una ennesima revisione generale; l’obiettivo come detto è quello evidentemente di agevolare il reperimento dei documenti e delle informazioni, da parte sia degli utenti sia degli organi di controllo.Agli obblighi di pubblicazione si aggiungono misure attuative (novità accesso civico). Il cittadino è quello che si attiva presso l’amministrazione perché non trova pubblicato quello che dovrebbe trovarci.L’accesso civico, riconosciuto a tutti e, quindi, slegato dal requisito dell’interesse giuridico previsto dalla legge 241/90 in via generale, riguarda solo i documenti, le informazioni e i dati oggetto di pubblicazione obbligatoria ai sensi della normativa vigente (art. 3 del Dlgs n. 33/2013).Il nuovo programma della trasparenza è parte integrante del piano anticorruzione (art. 10, comma 2, Dlgs. 33/2012) e, quindi, ne condivide le scadenze (tenuto conto delle Linee guida della CIVIT).In base all’art. 43 del decreto, il Responsabile per la prevenzione della corruzione, svolge, di norma, anche le funzioni di Responsabile per la trasparenza: in questo modo il Segretario può applicare i controlli interni in modo efficace e organico, a presidio, tra l’altro, delle misure anticorruzione , per l’integrità e la trasparenza.Ai sensi dell'art 43 del Dlgs N.33/2013 “I dirigenti responsabili degli uffici dell'amministrazione garantiscono il tempestivo e regolare flusso delle

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informazioni da pubblicare ai fini del rispetto dei termini stabiliti dalla legge..”

2.1 Percorso internoLa nomina del Segretario generale a responsabile della trasparenza è avvenuta con decreto del Sindaco del 21 marzo 2013 P.G. 34405/2013 unitamente a quella quale responsabile anticorruzione. Ai fini di strutturare le informazioni nel Sito internet sotto la sezione “AMMINISTRAZIONE TRASPARENTE” si è da subito creato un gruppo tecnico di lavoro il quale si è riunito con cadenza almeno mensile e che ha visto coinvolte le principali competenze dell'ente maggiormente interessate dagli obblighi informativi e di “popolazione” dei dati.Con provvedimento dirigenziale n. 102/QX del 23 dicembre 2013 P.G. 156424 del 23/12/2013 (ALLEGATO AL PIANO DELLA TRASPARENZA) il gruppo tecnico è stato formalmente individuato dal Segretario Generale.

2.2 Tempistica e RuoliAl processo di formazione ed adozione del Programma concorrono:a) la Giunta Comunale che ha compiti di indirizzo per le attività volte all’elaborazione e all’aggiornamento del Programma;b) il Responsabile della Trasparenza che ha il compito di promozione e di controllo sul procedimento di elaborazione e di aggiornamento del Programma triennale; a tal fine promuove e cura il coinvolgimento delle strutture interne dell’amministrazione, anche attraverso la costituzione di gruppi tecnici “dedicati”; al responsabile compete la responsabilità dell’individuazione dei contenuti del Programma;c) i Dirigenti/Responsabili di tutte le unità organizzative con il compito di collaborare con il Responsabile della Trasparenza per l’elaborazione del piano ai fini dell’individuazione dei contenuti del programma e assicurare, secondo competenza il regolare flusso dei dati;d) il SIV, qualificato soggetto che corrisponde al ruolo degli “organismi di valutazione o nuclei degli enti locali i quali sono tenuti a “monitorare il funzionamento complessivo del sistema di valutazione, della trasparenza e integrità dei controlli interni” ed all’elaborazione della relazione annuale sullo stato dello stesso (dl 150/2009 art. 14, c. 4, lett. a) e rappresenta un importante attore nelle attività ad esse legate (articolo 14, comma 4, lettere f) e g) del decreto n. 150/2009, esercitando un’attività di impulso, nei confronti del vertice politico-

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amministrativo nonché del Responsabile per la Trasparenza, per l’elaborazione del Programma. e) Il Gruppo Tecnico con compiti di monitoraggio ed individuazione delle corrette metodologie applicative ed implementative del Piano.

2.3 Caratteristiche del Programma triennaleSi ricorda che il fatto che la trasparenza sia indicata come livello minimo essenziale costituzionalmente garantito, obbliga anche gli enti locali ad un’applicazione completa ed effettiva delle norme che la disciplinano. Viene assegnato al presente Programma un valore “programmatico” d’individuazione delle azioni che l’Ente intende intraprendere in materia di trasparenza, di definizione dei soggetti tenuti a darvi attuazione, dei tempi di attuazione, di descrizione delle attività di monitoraggio e controllo sugli impegni assunti, di individuazione di obiettivi implementativi più che di documento con contenuti specifici di merito traendo spunto dagli obblighi e tempistica indicati dalla CIVIT( delibera n.50/2013). L’adozione del Programma triennale o il suo aggiornamento spetta alla Giunta Comunale. Per il 2013 esso si approva con la tempistica prevista per il programma anticorruzione (entro il 31 gennaio 2014). Il Programma indica gli obiettivi di trasparenza di breve (un anno) e di lungo periodo (massimo tre anni).Come detto all’attuazione del Programma triennale concorrono gli uffici ed i Responsabili individuati. Per i dati da pubblicare, nella tabella 2 allegata al presente programma, e come obiettivo dello stesso, sono individuate e/o da individuare le diverse figure dirigenziali responsabili. Per “Referente” s’intendono i soggetti tenuti all’individuazione, elaborazione (tramite calcoli, selezione,aggregazione di dati ecc.), aggiornamento, verifica dell’“usabilità”, pubblicazione dei dati nella sezione “Amministrazione Trasparente” e la loro comunicazione in modalità alternative se richiesto dal Programma o da specifiche disposizioni di legge.Per Incaricato della pubblicazione, il soggetto o unità organizzativa tenuta a pubblicare nella apposita sezione del sito internet i dati ricevuti dalle competenti unità organizzative. L’attuazione del Programma triennale e delle singole iniziative, avviene sotto il controllo del Responsabile della trasparenza che riferisce agli organi d’indirizzo politico-amministrativo, ai dirigenti ed al nucleo di valutazione in merito agli eventuali inadempimenti e ritardi.

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2.4 Azioni mirate del PianoNell’ambito organizzativo interno, l’ente intende perseguire alcuni specifici obiettivi che possano contribuire a rendere più efficaci le politiche di trasparenza. Si tratta in particolare di una serie di azioni, volte a migliorare da un lato la cultura della trasparenza nel concreto agire quotidiano degli operatori e finalizzate dall’altro ad offrire ai cittadini semplici strumenti di lettura dell’organizzazione e dei suoi comportamenti, siano essi cristallizzati in documenti amministrativi o dinamicamente impliciti in prassi e azioni. Di queste azioni, degli effetti attesi e di quelli di volta in volta raggiunti, verrà dato tempestivamente conto mediante la pubblicazione sul sito.Stante l'attuale livello di attuazione degli obblighi di trasparenza raggiunto attraverso il predetto percorso interno per l'anno 2014 si pone il principale obiettivo di mantenere la corretta implementazione dei dati richiesti da dlgs n.33/2013 puntando a corredare le pubblicazioni medesime di quei dati o elementi qualitativi e di formato che possano costituire attività virtuosa al fine della trasparenza.Si ricorda fra le principali azioni messe in campo che l'ente, delle quali al momento del piano si è già data attuazione fin dalla prima scadenza poi prorogata dall'autorità di vigilanza dei contratti pubblici, gli obblighi derivanti dalla pubblicazione dei dati sugli appalti ai sensi della legge 190/ 2012 art 1 commi 16 e 32 cosi come ripresi dall'art 37 del dl 33/2013 con una azione che ha coinvolto tutti gli uffici comunali e con un risultato capillare e di rilievo.Ha inoltre raccolto e pubblicato i dati reddittuali degli amministratori secondo le indicazioni della CIVIT (ora A.N.A.C.) ed aveva gia eseguito una ricognizione generale dei procedimenti amministrativi che sono stati implementati dai dati richiesti dalla legge n 33/2013 art 14 entro la scadenza della prima certificazione degli organismi interni di valutazione che è stata emessa entro il mese di settembre 2013.

Obiettivi 2014:

1) mantenere implementati gli obblighi di pubblicazione previsti dal dlgs 33/2013;2) aggiornare con una azione mirata i procedimenti amministrativi attualmente pubblicati sotto la sezione Amministrazione trasparente e le indicazioni di cui all'art 35 comma 3 del dlgs 33/2013;3) aggiornare i flussi dei dati su indicatori opere pubbliche di cui all'art 38 Dlgs.n.33/2013;Piazza del Popolo, 1 48121 Ravenna. P.IVA 00354730392 Pec [email protected] <> 27

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4) trasformazione in PDFA dei documenti di testo soggetti a pubblicazione;5) implementazione, anche mediante estrapolazione tramite sistema informatico dei dati di cui all'art.23 de Dlgs.n.33/2013.

Obiettivi 2015

1) implementare SIMO per l'esame dei tempi medi dei procedimenti alle piu importanti banche dati comunali.2) implementare i link normativi e alle direttive generali ai sensi dell'art.12 dlgs 33/2013.3) pubblicare statistica dati aggregati dei principali atti amministrativi dell'Ente ai sensi dell'art 24 c.1 del dlgs n.33/2013.

2.5 Il coinvolgimento degli Stakeholders.Per quanto riguarda il coinvolgimento dei soggetti portatori di interessi (stakeholders), si ritiene opportuno per il primo anno del Piano incentrare la propria azione nei confronti della struttura interna dell’ente, anche attraverso l’individuazione di ulteriori target d’azione. Trattandosi infatti di avviare un percorso che possa risultare favorevole alla crescita di una cultura della trasparenza, appare indispensabile accompagnare la struttura nel prendere piena consapevolezza non soltanto della nuova normativa, quanto piuttosto del diverso approccio che occorre attuare nella pratica lavorativa: deve consolidarsi infatti un atteggiamento orientato pienamente al servizio del cittadino e che quindi, in primo luogo, consideri la necessità di farsi comprendere e conoscere, nei linguaggi e nelle logiche operative. È importante quindi strutturare percorsi di sviluppo formativo mirati a supportare questa crescita culturale, sulla quale poi costruire, negli anni successivi, azioni di coinvolgimento mirate, specificamente pensate per diverse categorie di cittadini, che possano così contribuire a meglio definire ed orientare gli obiettivi di performance dell’ente e la lettura dei risultati, accrescendo gradualmente gli spazi di partecipazione.Nell'Ente sono istituiti organismi di partecipazione e di consultazione della popolazione, con lo scopo di sostenere e promuovere l'informazione e la partecipazione dei cittadini all'attività del Comune, forme organizzate di partecipazione attiva e di confronto sui problemi della comunità locale.

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Il Comune ha attivato nel corso degli ultimi anni specifiche indagini conoscitive della soddisfazione del cliente utente su specifici servizi.Parimenti, presso lo Sportello Polifunzionale può essere rinforzata la funzione di ascolto, sia in chiave valutativa della qualità dei servizi offerti, che in chiave propositiva in merito agli ambiti sui quali attivare azioni di miglioramento in tema di trasparenza.

2.6 Eventi per la diffusione della cultura della trasparenzaSi ritiene appropriato organizzare alcuni appuntamenti nel corso dei quali l'Amministrazione potrà illustrare e discutere con i cittadini e/o le loro organizzazioni maggiormente rappresentative le principali novità in tema di trasparenza e pubblicità derivanti dalle normative nonché degli impulsi e attività interne intraprese dall'ente.Si ritiene utile che tali momenti pubblici siano correlati con l'informazione delle azioni previste dal piano anticorruzione di cui il comune si doterà e di cui il presente piano costituisce allegato obbligatorio, unitamente al codice di comportamento.Ai sensi dell'art. 11, comma 6 del D. Lgs. n. 150 del 2009, ogni Ente ha l'obbligo di presentare il piano della trasparenza alle associazioni dei consumatori o utenti, ai centri di ricerca e ad ogni altro osservatore qualificato, all'interno di apposite giornate della trasparenza. A tal fine pur non risultando tale norma direttamente applicabile agli enti locali – il Comune intende favorire tali momenti o confronti utilizzando i suggerimenti (sia verbali che scritti) formulati per la rielaborazione annuale del ciclo della performance e per il miglioramento dei livelli della trasparenza per l'aggiornamento del Programma.

Allegati:

Elenco adempimenti /soggetti/ tempistica obblighi di pubblicazione ai sensi del Dlgs 33/2013 (allegato B) Provvedimento costituzione Gruppo tecnico (allegato B/1)

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SEZIONE TERZA

IL CODICE DI COMPORTAMENTO E GLI ALTRI STRUMENTI ATTUATIVI

3.1 Il Codice di comportamento dell’EnteTra le misure di maggior rilevanza in chiave anticorruzione vi è l’adozione del Codice di comportamento “aziendale” ai sensi dell’articolo 54, comma 5, del decreto legislativo n. 165/01 (art. 1, comma 2, dpr 62/2013). Per tale ragione, il Codice dell’Ente viene approvato in allegato al presente Piano (allegato C).Il Codice introduce alcune misure più stringenti rispetto al testo del decreto presidenziale. In particolare, stabilisce soglie più basse per i regali di modico valore, ampliando la sfera del divieto.Il Codice è sottoposto al riesame almeno ogni anno, ai fini del suo aggiornamento. L’ufficio procedimenti disciplinari opera in raccordo con il Responsabile della Prevenzione della Corruzione anche ai fini di un’adeguata formazione del personale e delle altre attivita’ previste dall’art. 15, comma 3, d.p.r. 62/2013.

3.2 Altri strumenti attuativi del PianoL’Ente si riserva di integrare il presente Piano con ulteriori strumenti attuativi, alla luce anche del confronto avviato con i gruppi di riferimento della comunità locale.

3.3 Rimando al webSul sito dell’Ente, alla sezione “Amministrazione trasparente”, vengono pubblicati in forma costantemente aggiornata il presente Piano, i relativi allegati e ogni altro documento utile per conoscere in profondità il tema della legalità e poter contribui­re al percorso inverso un’amministrazione sempre più trasparente ed efficiente.

Allegati: Codice di Comportamento (allegato C)

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