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Biografia personale

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MICHAEL BREEN

Dipinto da un amico di Chitai in Taiwan, Febbraio 1984

Gregorio e Chitai Pett

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Tre vite in una

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GREGORIO PETT

TRE VITE IN UNAAUTOBIOGRAFIA

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Tre vite in una

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PREFAZIONE principalmente grazie ai fondatori della Chiesa di Unificazione (i Veri Genitori)1 che posso oggi scrivere la mia biografia con questo titolo; un titolo sicuramente emblematico per chi non mi conosce e forse anche per chi mi conosce. Nel finale del film Braveheart, il protagonista risponde a chi lo esortava ad evitare la morte: Tutti gli uomini muoiono, ma non tutti gli uomini vivono veramente!. Chiarisco che non penso di aver vissuto una vita spettacolare sotto tutti i punti di vista; stata per una vita molto intensa, a paragone di quella che penso avrei vissuto se avessi seguito la proiezione naturale ereditata dai miei antenati: sono uscito completamente dai canoni familiari tradizionali. Soprattutto dal punto di vista interiore la mia stata una vita ricca di esperienze relazionali: con Dio, il mondo spirituale e con altri esseri umani. I tre capitoli principali della mia vita: il livello individuale, familiare ed infine la missione attuale, hanno formato un complesso cos distinto ed intenso di esperienze, da farmi definire la mia vita come: tre in una! Sento profondamente di dover ringraziare Dio per avermi permesso di vivere abbracciando e costruendo il mio destino giorno dopo giorno con scelte ispirate da Lui (anche se non sempre ho seguito i Suoi consigli come dovuto); Lo ringrazio per avermi accompagnato e sostenuto, nonostante i miei limiti. Inoltre Dio ha aiutato le persone1. Veri Genitori: sono la coppia che ha completato il corso che Adamo ed Eva hanno fallito nel compiere, lasciando lumanit nellignoranza dellamore di Dio e del Vero Amore da vivere tra simili in terra. 5

In copertina: Gregorio e Chitai Pett Stampato in proprio

Copyright 2011 Gregorio Pett Miami, USA email: [email protected] Riproduzione vietata

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Prefazione

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che io avrei dovuto aiutare: mia figlia Laura, mia sorella Giuseppina, mio fratello Mimmo, ed ha persino realizzato un desiderio fondamentale dei miei genitori, nonostante la mia assenza da casa. Credo che quanto sopra sia dovuto al fatto che ho lasciato da parte i miei problemi personali per abbracciare la Sua causa. Dio mi ha aiutato a colmare le lacune del mio carattere impulsivo con una moglie incredibilmente paziente che mi stata vicina in molti frangenti difficili, come spiegher dettagliatamente pi avanti. Pertanto desidero esprimere tutta la mia gratitudine a mia moglie Chitai (Sung), che ha accettato di sposarmi, seguendo la volont del Cielo, e che ha sempre mostrato tanta pazienza, nellattesa del mio raggiungimento di una maturit personale che sicuramente non ho ancora veramente raggiunto... almeno fino ad oggi mentre sto scrivendo! Dedico il mio scritto alle mie figlie ed ai loro sposi: a Laura, a cui chiedo profondamente perdono per averla abbandonata in tenera et, a Francesca e David, a Caterina, a Maria; alle famiglie dei nostri consuoceri; un grazie speciale per Roger e Anne Steinbronn e famiglia, per il gran bene che hanno operato, aiutando David nei momenti difficili del suo sviluppo personale. Dedico questo libro agli antenati delle famiglie Pett ed Eboli, ed alle loro attuali e future generazioni, nella speranza che le mie esperienze di vita possano servire di ispirazione e guida. Spero che la lettura di questo libro aiuti loro a non commettere i miei stessi errori e sostenga il loro cammino di crescita interiore, attraverso la comprensione del sacrificio che stato necessario per indennizzare i peccati ancestrali delle due linee di sangue.

La mia vita stata nel complesso abbastanza controversa, almeno nei riguardi della mia parentela; come Ges disse: Nessuno profeta in patria!. Egli stato un esempio eclatante di mancata accettazione da parte della sua propria gente. Qualcuno potrebbe obiettare che sono piuttosto presuntuoso se oso paragonare la vita di Ges alla mia... ebbene, ho imparato che molti fattori accomunano la vita di tutti noi a quella di Ges, anche se su livelli diversi, e purtroppo non ce ne accorgiamo. Per esempio, tutti noi come Lui abbiamo una missione da compiere nella nostra vita, dal momento che mettiamo piede sulla terra. Inoltre, consapevoli o no, dobbiamo passare attraverso le tre tentazioni del deserto a differenti livelli e momenti della nostra vita terrena. Non entro nei dettagli, altrimenti questo diventerebbe pi un libro teologico che unautobiografia! Mi prender la libert di spiegare qualcosa di pi personalmente, per quanti vorranno approfondire il concetto. In breve, ho appreso che tutti abbiamo la missione di lasciare un segno per i nostri discendenti: dal punto vista morale, materiale, sociale. Le nostre scelte di oggi influenzeranno le vite dei nostri figli, nipoti, pronipoti... Perci sto scrivendo questo libro considerandolo come un testamento. Non voglio apparire troppo drastico, per situazioni come quella che sta avvenendo ora in Giappone (mentre scrivo sono passati appena sei giorni dal terremoto, dal conseguente tsunami e dallincidente alle centrali atomiche), ci insegnano molte cose sulla fragilit della vita, e ci fanno comprendere quanto importante amarci nel presente perch domani nessuno sa ci che succeder.

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Prefazione

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Un esempio di quanto affermato sopra stata la fondazione determinante per la vita di noi figli, posta da mio padre Fortunato. La scelta che noi nascessimo nellItalia del Nord, a Torino, invece che in Calabria - la sua terra natale - dove la situazione sociale era potenzialmente pericolosa, stata decisiva per il futuro della nostra vita fin dallinfanzia. Pertanto sono giunto ad apprezzare profondamente il fondamento di sacrificio posto da pap e mamma ed a comprendere che non posso considerare la mia vita come una esistenza indipendente. Come ben affermano gli orientali, siamo tutti interdipendenti: nel senso verticale siamo relazionati con i nostri antenati e discendenti; nel senso orizzontale lo siamo con la societ in cui viviamo. Anchio sono nato con una missione e desidero lasciare questa testimonianza dopo oltre trenta anni dal momento in cui Dio mi ha chiamato ed io ho risposto, facendo del mio meglio per seguire il cammino che Lui mi ha indicato. La nostra vita (con Chitai dopo la Benedizione di Matrimonio) stata spesa (e continua ad esserlo ancor oggi) principalmente per la gloria delle nostre linee di sangue: Pett, Eboli, Sung e Pong2; spero di poterlo illustrare chiaramente in questo mio scritto e spero tanto che il modo in cui ho passato la mia vita e il poco che ho realizzato possa essere fonte di orgoglio per tutti i membri delle nostre famiglie. Per coloro che desiderano sapere da dove proviene la mia conoscenza, poich non ho frequentato scuole classi2. Chitai aggiunger qualche pagina nella traduzione in Cinese, raccontando della sua infanzia e preparazione per incontrare i Veri Genitori. NDR. Il libro sar tradotto almeno in tre altri idiomi.

che n seminario, posso dire di aver ricevuto un insegnamento fondamentale per la mia educazione spirituale dal Padre e dalla Madre Moon, che ho accettato nella mia vita come Veri Genitori. Essi mi hanno insegnato come completare il mio processo educativo, iniziato nella famiglia dorigine e ad andare pi in alto, per raggiungere la consapevolezza del mio valore eterno come figlio di Dio. Pertanto linsegnamento dei valori fondamentali della vita, ricevuto con lesempio dei miei genitori Fortunato e Maria, si avviato verso il suo completamento. In termini spirituali si pu spiegare dicendo che, cos come per la grazia della morte e resurrezione di Ges si aperta la porta della salvezza individuale, con il Principio Divino3 possiamo oggi varcare la soglia della salvezza familiare e tribale, nel mondo fisico e spirituale... Pertanto sento che non sar sufficiente leternit per ringraziare abbastanza i Veri Genitori Moon per averci dato questo regalo di valore immenso ed eterno. Poche parole tratte da un discorso dato dal Padre Moon il 5 Marzo 2011 a Las Vegas, descrivono sinteticamente il valore dei suoi 92 anni di vita e quello di tutta la sua famiglia, sacrificata per il bene dellumanit: Onorevoli ospiti, la mia autobiografia non un racconto che descrive la vita di una persona ordinaria. la confessione e lagenda dei Veri Geni3. Il Principio Divino: la filosofia di vita che i Veri Genitori hanno portato a conoscenza dellumanit. Il Padre Moon ha conquistato la rivelazione attraverso sacrifici inimmaginabili e ricevuto lapprovazione di Dio, di Ges e di tutti i Santi.

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tori, in cui viene descritta con molta franchezza la mia vita, vissuta per realizzare la volont di Dio. la descrizione della mia disperata battaglia contro lo spirito di Satana; ho dovuto percorrere questo sentiero per dare allessere umano la salvezza. In queste pagine potrete comprendere quanto sudore stato versato mentre si combattuta una battaglia tra la vita e la morte. Queste parole sono un modello ed una guida di Vero Amore, di una famiglia che ha superato le numerose crisi che lhanno minacciata, proseguendo ogni giorno e seminando sudore per la terra, lacrime per lumanit e sangue per il Cielo. Las Vegas, 2 Gennaio 2011 (Celeste); 3 Marzo 2011 (Solare). Per terminare con questa prefazione, voglio ringraziare Dio e i Veri Genitori per avermi insegnato il Cammino della Vita eterna; i miei genitori Fortunato e Maria che con il loro esempio di vita di sacrificio per il bene della famiglia, sono stati di grande ispirazione ed aiuto nei momenti pi difficili della mia vita e, infine, grazie a tutti coloro che ho incontrato nel mio cammino che mi hanno trasmesso qualcosa di importante per la mia crescita interiore. Un ringraziamento particolare va ai miei fratelli Domenico (Mimmo) e Giuseppina (Pina) che mi hanno amato anche se non ho fatto molto per loro nel senso pratico, a mio cognato Gigi che stato una grande benedizione per la nostra famiglia, a mia cognata Gabriella che ha aiutato mio fratello a metter la testa a posto, a mia figlia Laura

ed a tutti i cugini e zii delle famiglie Pett ed Eboli. Dedico questa mia biografia anche alle famiglie Sung e Pong, con le quali ho avuto lonore di intrecciare la mia vita: alla mamma di Chitai, Huei Fan Pong, che ho avuto il piacere di conoscere in vita, e pap Yoo Han Sung (entrambi nel mondo dello spirito ora); ai fratelli Chi Chung e Chi An ed alle sorelle Chi Fen e Chi Lin (anche lei nel mondo dello spirito), il cui grande cuore ho potuto apprezzare in vita, seppur brevemente. Un pensiero affettuoso e grato va alle famiglie con cui Chitai ed io abbiamo condiviso lesperienza di vita comunitaria familiare: Gino e Kazue Ventura, Antonio ed Elisabeth Ciacciarelli (ad Antonio un ringraziamento particolare per aver curato ledizione di questa mia modesta pubblicazione), Ramdane e Lucia Hadj-amar. Desidero inoltre ricordare quei fratelli e sorelle spirituali che con la loro personalit ed amicizia fraterna hanno marcato la differenza: Bruno Piras, Giusy Tagliaferri, Claudia Corsetti, Graziano Segato, Carmelo Cirelli, Mario e Luciana Ferrario, Umberto Angelucci, Gino Ventura, Sergio Valgoi, Pippo Bulla, Celeste Amigoni, Sandro DAdda, Innocenzo Pirrone. Un pensiero di simpatia e affetto va a tutti i membri del gruppo dei ginsenisti degli anni 80 e missionari degli uffici di Curno e via Zebedia a Milano: Sandro Calidi, Jesus Montenegro, Mario Ferrario, Mario Guiducci, Umberto Angelucci, Giorgio Gasperoni, Franco Bolandini, Mario Di Prima, Carlo e Daniela Zonato, Eugenio Fabiani, Giorgio Boin, Pino Ricupito, Innocenzo Pirrone, Mario Melchiorre, Enrico e Christine Bianchini, Luciano Sampieri, Pino Schiavone, Enzo e Katia Moscato, Mari-

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Prefazione

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lena Zaupa e Antonio, Dino Corvino, Rosa Malinverni, Laura Di Santo, Gabriella Baioni, Maurizio Liso, Raffaella Iannaccone, Vittorio Patanella, Franco Plantera... Ai membri del gruppo IRIS, ricordando i momenti indimenticabili vissuti insieme, nel lavoro volontario per la Romania: Sandro dAdda, Sergio Valgoi (con un applauso per aver continuato lopera), Sergio Trevisiol, Mario di Prima. A tutti quanti fratelli e sorelle, con i quali ho condiviso momenti di grande importanza della mia vita, insegnandomi molto: Bruno Piras, Mario e Luciana Ferrario, Angelo Chirulli, Giorgio e Nicole Boin, Giorgio Figus, Pino e Lorna Russo, Giuseppe e Betti Cal, Umberto e Marilyn Angelucci, Mario e Rina Di Prima, Massimo Trombin, Daniela Donati, Rosetta Conti, Gennaro Migliore, Christine Bianchini, Franco e Giannina Ravaglioli, Mauro e Duk Lim Sarasso, Pippo Termine, Ignazio Cabras, Lucilla Gray, Luciano Fenoli, Valerio e Sybille Masseroni, Enzo La Rocca, Luciano Sampieri, Adosco Comito, Luciano Minotto, Filippo Conidi, Fabio e Wei Fong Chionna, Antonio Fiore, Antonio Inferrera, Pierangelo Beltrami, Carlo Zaccarelli, Angela Sette, Beppe e Franca Rossi, Betti Angelucci, Patrizia Olivero, Laura Dominici, Osvaldo Pedrini, Giorgio Figus, Gabriella Baioni, Marina Cazzullo, Mario Di Lieto, Mario e Edda Grande, Mario Sorace, Gianni Scalisi, Paola Annunziata, Pasquale Lai, Janine Rausis... e chiedo scusa a quanti non ho menzionato, specialmente tra i fratelli e sorelle conosciuti durante le esperienze internazionali: tra i quali ricordo sempre con affetto e gratitudine la famiglia Irwin, Evelyn Drake e Gregorio Villafaa, per laiuto dato alla missione per Cuba.

Un pensiero in particolare va ai genitori di Daniela Donati ed ai genitori di Rosetta Conti che mi ospitavano in casa loro quando viaggiavo per lavoro nella regione Marche, esprimendo il sentimento di amore delle loro figlie con il servizio amoroso verso la mia persona... abbiamo condiviso momenti indimenticabili. Carissimi, ho un nodo in gola mentre scrivo, ricordando tutti voi, insieme alle esperienze vissute insieme: veramente indimenticabili per leternit! Lintensit delle esperienze vissute con tutti voi cari fratelli e sorelle, mi fa sentire ancora pi forte la validit del titolo di questa mia biografia: stato veramente come vivere per tre volte! In ultimo, in ordine cronologico, dedico questa biografia al Reverendo Kim Sang Soo e famiglia, alla famiglia Kuramoto, ad Henry e Avril Masters, con i quali sto condividendo limpegno missionario per Cuba, la cui missione ha riempito la nostra vita negli ultimi 15 anni. Un pensiero di profonda gratitudine ed ammirazione da parte mia e della mia famiglia va inoltre alle 130 sorelle missionarie giapponesi, per lincredibile determinazione e dedizione alla causa comune. Ricordando in particolare la dedizione di Ishida Takako, Hajime Sonoda, Yumiko Morishita, Miyuki Sakura, Yuko Takabu, Ooka Eiko, Wehara San (le ultime due ora nel mondo spirituale). Non posso non rimarcare la partecipazione alla missione di membri e famiglie che in questi anni recenti ci stanno accompagnando con grande solidariet, a Miami come a Cuba, ai quali dedico in parte questo mio scritto ed il gruppo dei giovani universitari che stanno cooperando con la Missione. Un pensiero di gratitudine va anche a

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Gustavo Godoy, Armando & Vilma, Gloria Avalin e Carlos Torres, per la loro cooperazione ed amicizia nel nostro impegno professionale. Infine una menzione particolare merita Ian Darrah; esprimo la mia gratitudine per avermi offerto la possibilit negli ultimi quattro anni di lavorare per la sua compagnia Tuscanway, mantenendo finanziariamente la nostra famiglia ed inoltre per il legame di rispetto e amicizia che abbiamo potuto costruire in questi anni. Concludo la mia prefazione, associandomi alle parole di benedizione recentemente date dai Veri Genitori in Las Vegas, USA: Io prego che tutti voi possiate essere i vincitori che sono parte di questa rivoluzione storica e provvidenziale di Dio. Possa la Fortuna Celeste essere con voi, con la vostra famiglia e la vostra nazione, fluendo attraverso i Veri Genitori del Cielo, della terra e dellumanit.

Capitolo 1 - Infanzia e adolescenza

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Capitolo 1Infanzia e adolescenza La mia famiglia Alcune difficolt di rapporto tra pap Fortunato e mamma Maria hanno lasciato un segno profondo nel mio carattere; un esempio di questa cicatrice nella mia vita di adulto stato il mio atteggiamento squilibrato e contrastante verso il sesso femminile: a volte una eccessiva sensibilit per le sofferenze femminili ed altre volte un approccio possessivo e strumentalizzante. Ricordo le scappatelle di mio padre con gli amici, per bere e giocare a carte: lasciava mia madre sola, a volte anche durante delle feste importanti, e soffrivo nel vederla piangere sconsolatamente in quelle occasioni. Se lo implorava di non andare, la reazione di mio padre diveniva ancora pi dura ed a volte violenta. Anche se ero molto intimidito dalla forza di carattere del babbo, dentro di me sentivo una grande indignazione per questo tipo di comportamento e maturai nel tempo un rifiuto verso la cultura meridionale e maschilista che lo ispirava. Allo stesso tempo scoprii con disappunto nella mia vita di adulto che avevo anche io ereditato quel carattere e quegli atteggiamenti! Tutto sommato, i miei genitori sono stati capaci di creare un ambiente di armonia e di educare noi figli con un esempio positivo di valori familiari. Mio padre, nonostante i difetti che ho descritto, ci ha lasciato un esempio di dedizione sacrificale per la famiglia. Per esempio, nono15

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stante a volte rientrasse la mattina presto, dopo aver passato la notte con gli amici, semplicemente si toglieva il vestito, metteva gli abiti da lavoro e ripartiva in bicicletta per andare e lavorare. Il mantenimento della famiglia con il lavoro era praticamente la sua religione: un valore sacro. Per il resto, riguardo la religione propriamente detta, era contento che frequentassimo la chiesa ma lui non partecipava; questo ad eccezione delle feste comandate o in occasioni speciali di matrimoni e funerali. Non posso dimenticare n ricordare senza lacrime il periodo in cui mio padre, appena uscito da una operazione chirurgica al ginocchio, per non perdere il secondo lavoro serale come trasportatore di legna e carbone, riprese a lavorare prima che finisse il tempo di convalescenza della chirurgia. A volte ci raccontava (ancora piccino non capivo le implicazioni del fatto) di come dovesse trasportare delle ceste di carbone di trenta e pi chilogrammi sulle spalle, su per vari piani (a quel tempo non esistevano molti ascensori) e spesso doveva trascinare la gamba ancora ferita gradino per gradino, sollevandola con le mani... Per questa ed altre ragioni, una delle aspirazioni pi grandi del babbo era che noi figli studiassimo, perch non dovessimo fare i lavori pesanti di manovalanza che lui stesso aveva dovuto fare; purtroppo noi due maschi, mio fratello Mimmo ed io, non ne abbiamo voluto sapere. Per fortuna mia sorella Pina ha risollevato il morale di pap, studiando fino a conseguire la laurea. Il carattere piuttosto violento di mio padre non era per nulla integrato nella mentalit del nord; per questo dovette pagare delle conseguenze severe nei primi tempi della sua vita a Torino. Ma proprio grazie a questo suo difetto

che sono ancora vivo: una volta, avevo circa 10 anni, fui intossicato da una iniezione intramuscolare erroneamente iniettata in una vena; mi sentivo male e stavo per morire. Ricordo ancora chiaramente latteggiamento combattivo di mio padre fuori del portone dellospedale, dove gli infermieri notturni si rifiutavano di prendersi cura di me, quasi burlandosi della sua eccessiva preoccupazione per una febbriciattola infantile. Mio padre aveva intuito la gravit del problema e di fronte allatteggiamento degli infermieri non esit a minacciarli di morte se qualcosa di grave mi fosse accaduto. Inutile dire che tutti passarono rapidamente allazione e si presero cura di me senza ulteriori esitazioni. Purtroppo la sua maniera diretta e brutale di affrontare i problemi lo port ad una azione violenta anche contro se stesso, come se quellazione potesse essere una soluzione a tutti i suoi problemi personali. Che dire di mia madre: tantissime cose avrei da dire. Lho sempre vista lavorare, con una fedelt cieca verso mio padre ed un amore incondizionato verso noi figli; raramente la vedevo riposare. Ricordo ancora vivamente la sua posizione ricurva, la mattina presto e la sera tardi, di fronte al tavolo della cucina ingombro di foglie e fiori artificiali da incollare e riordinare, per guadagnare qualche soldo; mantenne quel lavoro a casa per vari anni. Soprattutto nei momenti di crisi economica familiare, quando pap non aveva lavoro, la mamma era la colonna e lispirazione che ci permetteva di non perderci danimo. Ha sempre dimostrato uno spirito imprenditoriale e positivo (penso di aver ereditato molto da lei), perch era lungimirante e guardava oltre le difficolt del momento. Proponeva infatti sogni ed obiettivi di benessere familiare per i quali lottare in-

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sieme. Posso affermare che la realizzazione dellobiettivo famigliare di possedere un appartamento, realizzato alcuni anni pi tardi, sia stata dovuta principalmente alla sua perseveranza. La mamma sempre stata una persona allegra ed ottimista; il suo cambiamento drastico e depressivo inizi dopo il suicidio di pap, fatto che la colse completamente di sorpresa e lasci in lei un segno di profondo dolore, quasi un senso di colpa per non aver intuito in tempo la gravit della situazione. Di mio fratello e mia sorella avr modo di parlare pi avanti; posso anticipare che la relazione con loro quasi non esisteva durante linfanzia, sia perch avevo trascorso alcuni anni in collegio che per la differenza det: cinque anni tra me e Mimmo e sette anni tra me e Pina che, a quellet, sembrano quasi una generazione. La mia educazione La mia infanzia stata caratterizzata da una forte irrequietezza. Ero molto curioso, ben oltre i limiti normali di un bambino, e desideravo toccare tutto ci che mi piaceva. Mi attiravano soprattutto le motociclette; una volta fui duramente punito da pap per averne fatta cadere una, parcheggiata nel cortile di casa. Ero obbediente solo per timore della figura paterna ma, con il passar degli anni, diventai sempre pi incline allindisciplina verso mia madre, figura femminile pi debole. Mio padre era molto severo, soprattutto verso di me che ero il primogenito: come quasi sempre accade, il primo figlio oggetto dellinesperienza dei genitori; da un lato possono essere positivi lamore e lattenzione esclusivi che

il primogenito riceve, ma dallaltro lato ha i suoi inconvenienti, dovuti alle alte aspettative dei genitori. Nel mio caso, pap era assolutamente intransigente e quando alla sera la mamma gli riferiva le mie birichinate della giornata, non esitava a punirmi colpendomi con la cintura e rinchiudendomi poi nel sottoscala al buio, con le braccia legate dietro la schiena. Era questa una posizione delle braccia, con i gomiti che si toccavano dietro la schiena, che dopo pochi minuti faceva sentire una sgradevole sensazione di formicolio, dovuta al rallentamento della circolazione del sangue. Non ricordo esattamente quanto tempo durasse la punizione, ma mi sembrava lunghissimo; molte volte comunque, grazie allintercessione della mamma, uscivo dal sottoscala dopo breve tempo. Il fastidio alle braccia durava per per un certo tempo. Questa relazione di rispetto-timore verso mio padre purtroppo ha perdurato nel tempo e non sono riuscito ad accrescere molto la mia relazione affettiva verso di lui. Inoltre ha influenzato fortemente la mia relazione con le persone in posizione di autorit, verso le quali ho sempre avuto difficolt ad essere connesso con il cuore, oltre che per rispetto-timore della loro posizione. Il Collegio Allet di cinque anni, quando mio fratello Mimmo stava per nascere, mia madre dovette insistere con pap affinch trovasse una soluzione per me: ero iperattivo e difficile da controllare, perci in quel momento sentiva di non potersi curare di me nel modo migliore. Purtroppo i miei genitori, immigrati dal sud, vivevano lontano dalle

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rispettive famiglie, e non potevano contare sullaiuto dei parenti per la cura dei figli; la decisione di mettermi in un collegio, per quanto sconfortante per la mamma, apparve come inevitabile. Il primo collegio, dove rimasi per un anno scolastico, si trovava a Carmagnola, alle porte della citt di Torino, in cui vivevamo. Per quanto fossero pochi chilometri (circa 30), senza mezzi propri di trasporto pareva come una distanza enorme per tutti noi. La sensazione che ebbi allora (e che ricordo ancora vivamente) fu di abbandono: mai prima di allora avevo vissuto lontano dalla mia famiglia per pi di due o tre giorni, ed improvvisamente mi ritrovavo a vivere con degli estranei. Le suore che si occupavano di noi bambini mi sembravano dei secondini delle carceri ed i miei coetanei non potevano certamente sostituire la mia famiglia. I successivi due anni di scuola elementare li trascorsi in un altro collegio: Villa Maria, che si trovava in Torino. Nonostante fosse pi vicino a casa del precedente, purtroppo complet il processo di distacco dalla mia famiglia in maniera ancor pi profonda. Anni pi tardi ho potuto constatare come la mia empatia verso la sofferenza interiore dei miei genitori era fortemente diminuita, a causa di quellesperienza di separazione. Il collegio stato un trauma che ha caratterizzato profondamente la mia vita, influenzando negativamente la relazione affettiva con i miei genitori; ciononostante ho potuto constatare, negli anni successivi, come anche questo passaggio della mia vita sia stato guidato da Dio, in preparazione alla scelta radicale di seguire il Suo progetto, invece dei progetti della mia famiglia dorigine.

La mia formazione Fin da piccolo sono stato una persona generosa e sensibile ai desideri altrui. Un episodio simpatico che la mamma mi ricorda sempre, avvenne quando regalai la met del mio triciclo (il manubrio e la ruota anteriore credo) ad un altro bimbo del vicinato, di origine pugliese; quando a volte incontrava mia madre, le diceva in dialetto: Signo suo figlio me regala totto. La mamma sorride quando lo racconta, rimarcando che ho le mani bucate perch regalo facilmente ci che possiedo... fin da piccino mi sempre sembrato superfluo lattaccamento ai beni materiali. Una volta ritornato a casa dal collegio, completai la quarta e la quinta elementare nella scuola vicina alla casa in cui vivevamo. Purtroppo, per quanto fossi generoso e di buon cuore, risentivo dellinfluenza della forza prepotente che trapelava dai racconti della vita giovanile del babbo. Il desiderio di imitazione della figura paterna esercitava una forte influenza sulla mia personalit e mi spingeva ad essere a mia volta prepotente. Il Cielo mi stava per educando perch quando volevo fare il forte con i deboli, quasi sempre mi succedeva qualcosa di sgradevole. Ad esempio, porto ancora il segno di una cicatrice sulla mano destra: una volta volevo fare il prepotente con un ragazzino pacifico del quartiere, ma mi ferii la mano nellafferrare la ruota della sua bicicletta per farlo cadere. Ovviamente dovetti desistere nellintento e correre a casa per curare la ferita. Nonostante fossi intelligente e perspicace, lo studio era per me come una medicina amara. Riuscivo ad applicarmi solo se il professore di turno sapeva prendermi per il verso giusto del mio carattere, ossia motivarmi. Ricordo per

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esempio il maestro Guadagno che nelle classi elementari mi seppe stimolare nello studio di verbi e coniugazioni; grazie a lui che appresi le basi della lingua italiana. Alle scuole medie ricordo la professoressa di italiano, che rest solamente un anno; un tempo per che bast per stimolarmi ad apprendere a memoria lunghi passaggi della Divina Commedia, di cui era appassionata, ed altre poesie classiche; tutto ci mi port ad appassionarmi alla letteratura. Purtroppo, senza una relazione appropriata e personalizzata con linsegnante, la mia parte di personalit ribelle non tardava a manifestarsi; i professori perci mi schedavano come discolo ed indisciplinato. Scoprii pi avanti nella mia vita che uno dei settori dove avrei potuto trovare la mia realizzazione nello studio era il marketing (studio del mercato), che in quel momento in Italia non si sapeva neanche cosa fosse! Solo le compagnie multinazionali americane lo applicavano con successo in tutto il mondo. Non esisteva neppure ci che si chiama lanalisi delle inclinazioni del giovane; lanalisi cio delle sue passioni per indirizzarlo verso un campo specifico di studio. Tutto ci che ho imparato in seguito nella vita stato come autodidatta. Ci che ha caratterizzato la mia infanzia sono stati alcuni fattori importanti, determinanti nella formazione del mio carattere. Il fattore principale stato dovuto alla difficolt di ambientazione dei miei genitori come emigranti al Nord, strappati alla loro cultura dorigine del sud. La loro difficolt nelleducare noi figli in base alla diversa cultura locale, si impressa nel mio carattere. In pratica vivevo una dicotomia, come una separazione interiore, nellinteragire con gli altri: non mi sentivo totalmente integrato

con lambiente sociale in cui vivevo ed allo stesso tempo quando visitavo i parenti mi sentivo un estraneo, anche se cercavano in tutti i modi di mettermi a mio agio. Come gi detto sopra e con altri episodi di seguito, durante la mia vita emerger sempre la difficolt di coniugare i due aspetti culturali presenti in me per nascita ed educazione. Questo fattore mi caus molte difficolt nel capire la mia vera natura e formare il mio carattere in modo conseguente. Porto sempre nel cuore il ricordo delle belle feste trascorse insieme alle famiglie degli zii: Natalina a Milano, Gregorio a Genova, Nazzareno, Paolino e Salvatore a Laureana. Serbo un meraviglioso ricordo delle vacanze trascorse a Nicotera Marina, dove la zia Peppina e tutta la famiglia ci fecero trascorrere giorni indimenticabili, cos come delle varie occasioni di visita dello zio Nando e zio Vincenzo a Torino, trasportando carichi di arance da vendere al mercato. Ringrazio dal profondo del cuore tutte le famiglie dal lato di pap e mamma che ci hanno ricevuto in casa loro quando li abbiamo visitati diversi anni dopo con Chitai, in viaggio di nozze: in particolare le famiglie del cugino Gregorio Pett a Cosenza, la famiglia dello zio Nando, dello zio Vincenzo e la famiglia della zia Concettina di San Luca. Come spiegher in seguito, grazie a loro abbiamo potuto svolgere in Calabria una importante cerimonia per elevare la fondazione spirituale della nostra linea di sangue. La ricerca di identit per mezzo delle amicizie Una volta terminate le classi elementari, le mie amicizie iniziarono a orientarsi verso personaggi pi maturi

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det nellambito della scuola e nel borgo. La mia mente riceveva linfluenza degli amici violenti che frequentavo e i loro racconti di lotte tra bande locali alimentavano il mio subcosciente. Direttamente non ero stato ancora coinvolto in nessuna disputa fisica seria (qualche angelo mi stava proteggendo) e la mia vera natura pacifica stava emergendo: mi attraeva essere un capogruppo ma non volevo divenirlo con mezzi violenti. Ero incapace di fare del male agli altri, ma non avevo alcun timore di lottare per una buona causa. In unoccasione lottai duramente con un ragazzo del borgo, maggiore di me e notoriamente violento; fu quando dovetti difendere un ragazzino pi giovane e indifeso (Stefano De Pinto): anche se presi parecchie botte, mi sentivo orgoglioso per aver affrontato il prepotente senza paura ed aver difeso il mio giovane amico. Ad un certo punto (allet di 15-16 anni) il gruppo di giovinastri violenti che frequentavo mi rifiut: probabilmente non mi riconoscevano come uno dei loro e mi dissero apertamente che non mi volevano pi alle loro riunioni. Questo episodio fu molto doloroso ma positivo per la mia formazione: infatti, dopo un certo periodo di sofferenza, dovetti ricercare lamicizia dei miei vecchi compagni di scuola, coetanei che avevo abbandonato da tempo. Inoltre, in seguito allepisodio sopra riportato, ricominciai a frequentare il gruppo della chiesa parrocchiale, partecipando a riunioni ed iniziative giovanili. Un evento che ricordo ancora oggi perch ha avuto un grande impatto positivo sulla mia giovent, avvenne durante una settimana di ritiro spirituale a Vi, in Piemonte, organizzato dalla chiesa cattolica. Uno dei miei patrocinatori fu un ragazzo attivista parrocchiale di nome Mario, che ricordo con molta

simpatia per avermi aiutato nel mio risveglio spirituale in quel periodo. Altri amici dellepoca che ricordo con piacere, con i quali ho condiviso vari anni giovanili furono: Lamberto Borgogni, Guglielmo Cuccu, Claudio Bucciol, Mario Barberis... allinizio della nostra nuova frequentazione, dovettero armarsi di molta pazienza e tollerare per un certo tempo il mio carattere violento e prepotente, ancor influenzato dalla frequentazione del vecchio gruppo; finalmente, per, la mia parte migliore cominci a farsi strada. Ricordo ancora con soddisfazione il momento ed il luogo (il ponte sul fiume Po di piazza Vittorio), quando i ritrovati amici mi dissero che quasi non mi riconoscevano per il gran cambiamento che avevo fatto nei pochi mesi che stavo con loro... veramente grande limportanza delle amicizie giovanili! Grazie a Dio avevo incontrato il gruppo di amici corretto, con cui potevo sviluppare le mie potenzialit ad un livello superiore. In poco tempo divenni il leader del gruppo, organizzando feste di fine settimana e gite in montagna o al mare, trascinando tutti con entusiasmo. Ero inoltre il cantastorie del gruppo e grazie alla mia abilit di imitatore, attraevo la simpatia delle ragazze e le risate degli amici. Ricordo ancora quando lasciai la scuola diurna per la scuola serale, gli amici mi aspettavano fino a tarda notte per ascoltare le ultime barzellette che avevo appreso quel giorno. Mio padre aveva preso la decisione di farmi frequentare la scuola serale, spaventato dagli avvenimenti che in quegli anni 70 coinvolgevano i giovani, spingendoli alla lotta contro le istituzioni. Lui non voleva pi vedermi coinvolto nei vari scioperi della scuola diurna che frequentavo, una

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scuola professionale per disegnatori meccanici; pertanto mi fece dimettere e mi iscrissi al corso serale della scuola Piana in Piazza Robilant. Dopo vari lavori temporanei, trovai lavoro alla Panini Sas, una ditta di vendita e manutenzione di macchine per ufficio: fu una scelta veramente guidata dal Cielo che mi aiut moltissimo nel processo di maturazione. Un incontro importante Cos come in precedenza una figura importante per me era stato Mario, il leader giovanile della chiesa cattolica, nella mia adolescenza lo fu Gianfranco Tarquinio, che mi aiut nel risveglio spirituale ad un nuovo livello. Tutto sommato il lavoro alla Panini fu un grande stimolo alla responsabilit, offrendomi la possibilit di lavorare come tecnico allesterno; quello era il tipo di libert al quale anelavo e mi mancava molto nei lavori passati, dove odiavo il dover trascorrere molte ore lavorando rinchiuso in una fabbrica. Ora visitavo degli uffici per la riparazione delle macchine fotocopiatrici ed allo stesso tempo potevo osservare ci che avveniva nelle relazioni interpersonali dei vari ambienti lavorativi che visitavo: la mia comunicativit mi aiutava molto nel comprendere il carattere delle persone e sentivo crescere la mia personalit in relazione con le persone con cui avevo a che fare. Ritornando a Gianfranco Tarquinio, ci che in lui mi attraeva era la seriet con cui come capotecnico si relazionava con noi apprendisti, quattro o cinque ragazzi della stessa et (18 25 anni) che lavoravamo sotto di lui. Nonostante fosse di pochi anni maggiore di noi, sapeva mantenere fermamente la sua posizione gerarchica lavorativa

ed allo stesso tempo farsi rispettare per la sua saggezza ed il conoscimento di valori spirituali, acquisiti in buona parte dallo studio della vita del grande filosofo e profeta Nostradamus. In un certo senso Gianfranco ci considerava come suoi discepoli e cercava di nutrirci spiritualmente con buoni consigli riguardo le nostre scelte di vita. Era per me di grande interesse la parte illustrata da Nostradamus, concernente il ritorno del Cristo nella carne, come una nuova persona. Questa nuova conoscenza inizi a stimolare la mia immaginazione, facendomi pensare che un giorno avrei potuto incontrare il nuovo Messia e far parte dei suoi discepoli... proprio di questo parlavano lui ed il suo amico Renucio Boscolo, autore di alcuni libri: al suo ritorno il Cristo avrebbe avuto bisogno di nuovi discepoli! Pi avanti nel tempo, visitandolo a casa sua - facevo gi parte della Chiesa di Unificazione - Gianfranco mi confid di aver ricevuto dal suo spirito guida la rivelazione che, tra i suoi giovani discepoli, io ero colui che avrebbe incontrato il cammino autentico della luce. Uno dei periodi pi belli della mia vita Affermo senza alcun dubbio che il tempo trascorso alla Panini fu uno dei periodi pi belli della mia vita prima del grande cambiamento. Ero contento di svegliarmi al mattino per andare al lavoro. Gli amici che incontrai in quellambiente lavorativo influenzarono fortemente la mia personalit non ancora formata completamente: Guido Baldereschi, Marco Berio, Salvatore Cavarra e tutto il contorno delle loro amicizie... nonostante non fossero un grande esempio dal punto di vista morale, con i loro ca-

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ratteri sinceri rappresentarono per me forti amicizie, durature nel tempo. Mentre lavoravo alla Panini inizi e si svilupp la mia relazione con Tiziana (che divenne la madre di mia figlia Laura), i cui genitori avevano acquistato il self-service di sandwich e bevande proprio vicino alla sede dellufficio. La vita di Tiziana era abbastanza tormentata in quel momento ed il mio intervento fu motivato dal desiderio sincero di aiutarla a risolvere i suoi problemi; purtroppo non fui capace di porre dei limiti alla mia opera. Mi accorsi pi avanti che avrei dovuto limitarmi ad aiutare Tiziana a capire che fare della sua vita, senza lasciarmi coinvolgere in prima persona. Con il senno di poi capii che in realt non avevo seguito un valore assolutamente altruista nello sviluppo della nostra relazione affettiva e questo divenne un fattore negativo nel corso del tempo. Il Mondo Spirituale (della cui esistenza e del cui intervento divenni consapevole pi avanti) cerc fino allultimo momento di evitare che avessi una relazione prematura con Tiziana: riconosco che i tentativi del Cielo per dissuadermi dallintento furono molteplici. Stavo abbandonando il cammino della ricerca spirituale, sostituendolo con qualcosaltro. Incontrai un motivo idealista quando decisi che volevo andare contro-corrente, accettando la nascita di nostra figlia Laura, invece di far abortire Tiziana come stavano facendo in quel periodo alcune delle coppie di nostri amici. Fu come abbracciare una lotta per un ideale (cosa di cui sentivo bisogno come don Chisciotte), per con quella decisione avevo lasciato da parte il cammino per la vera causa che la mia coscienza mi stava dettando: lattesa del Messia, per il quale il mondo

spirituale in varie maniere stava cercando di mantenermi allerta. Purtroppo avevo gi creato una base di fallimento con la mia scelta di avere una relazione fisica con Tiziana, prima del tempo destinato. Ebbi la prova, pi oltre, che Dio aveva preparato il mio cammino in forma alternativa, se solamente avessi saputo dominare questa parte debole della mia natura. Implicazioni spirituali della mia scelta Come ho potuto apprendere pi avanti nel corso della mia vita, il problema del sesso prematuro e delladulterio uno dei peccati pi gravi che un essere umano possa commettere perch, una volta che la relazione avviene senza la benedizione del Cielo, Dio viene escluso dalla vita delle persone e quindi dalla famiglia che si compone. Pi importante dellaspetto etico-morale limplicazione della relazione sessuale dal punto di vista spirituale. La relazione damore umana una relazione ideata da Dio nostro creatore come un atto sacro, ben diverso dallatto animale dellaccoppiamento che implica solamente la moltiplicazione dei corpi! E una relazione che coinvolge lo spirito umano di cui siamo composti ed il lignaggio; pertanto nellatto damore tra un uomo ed una donna coinvolto anche il Creatore che interviene nel processo di creazione di una nuova vita. La nuova rivelazione ricevuta dal Padre Moon dimostra come latto damore iniziale dei nostri antenati Adamo ed Eva, fuori dalle leggi di Dio, ha comportato effetti catastrofici per tutta lumanit che discesa da loro. Con il

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loro atto di disobbedienza al comandamento divino, ossia mangiando del frutto prematuramente in uno stato di immaturit adolescenziale, Adamo ed Eva divennero schiavi del maligno ed ignorarono il loro valore divino di figli di Dio. Latto sessuale immaturo che loro compirono determin la loro appartenenza alla linea spirituale dellarcangelo Lucifero invece che alla linea divina del creatore (in Giovanni 8:44 Ges fa riferimento a questo). Purtroppo la cultura popolare esalta la vigoria maschile e le sue conquiste del sesso femminile, educando i giovani in una direzione sbagliata fin dalla tenera et: chi potr cambiare il destino della nostra civilt, che sta precipitando verso la distruzione? Il mio destino trasformato Ricordo i sogni che facevo, di giungere in un luogo in cui ero atteso da persone che mi davano il benvenuto e mi piaceva parlare di questo con gli amici che mi prendevano per mezzo matto... per me erano come una realt che mi stava attendendo ma che, come compresi pi avanti, fu ritardata a causa della mia scelta sbagliata e delle conseguenze che essa implicava. Con la conoscenza acquisita in seguito, capii che non potei incontrare la Chiesa di Unificazione quando feci il militare a Roma come conseguenza di quella scelta prematura. Mi sposai con Tiziana nellautunno del 1972 e mi ritrovai padre dopo pochi mesi, senza neppur capire bene cosa significava, n sentire che ero proprio io ad essere coinvolto! Forse per sentirmi pi fortemente connesso alla realt assistetti al parto di Laura nostra figlia; nella sala parto dellospedale, con le gambe che mi tremavano cercai di trasmettere forza a Tiziana,

vivendo la frustrazione di sentirmi impotente, perch non ero in grado di poterla aiutare veramente. La conseguenza immediata della nostra scelta fu che in breve tempo dovemmo affrontare la vita reale, con un affitto da pagare, le bollette, la macchina, la bambina da portare al nido (Tiziana continuava a lavorare) e tutte le altre problematiche che usualmente una coppia pianifica per tempo ma che noi non avevamo neppure avuto il tempo di immaginare: e questo era solo linizio! Levento che scaten la serie di conseguenze che port alla rottura del matrimonio fu il servizio militare che dovetti accettare di fare, ancora adolescente e con una famiglia sulle spalle. Partii per Cesano di Roma, come allievo sottufficiale per dodici mesi (mi furono condonati tre mesi). N carne, n pesce! Con questo titolo posso riassumere la mia posizione nei confronti degli altri ragazzi coscritti che passavano quei mesi di leva senza eccessive preoccupazioni se non quelle della ricerca del denaro, delle ragazze ed un poco di nostalgia di casa. Per me era tutta unaltra cosa: avevo lasciato una donna sola, con un affitto di casa da pagare, un lavoro ed una bimba piccola da curare: mentre io vivevo uno stadio di crisi e revisione della mia vita, lei stava affrontando tutte le difficolt quotidiane da sola. La mia permanenza a Roma per sei mesi (e successivamente un altro mese a Genova) fu un vero inferno, come si pu notare leggendo la poesia alla fine del libro (in Appendice) che composi in quel periodo. Non ero visto dai miei compagni come uno del gruppo perch non ero spensierato e allegro come loro;

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allo stesso tempo, per ragioni di et non ero neppure visto come una persona matura e responsabile, sebbene avessi gi una famiglia: fu un periodo da incubo della mia vita. Entrai in una crisi esistenziale molto profonda; lunico risultato positivo del mio atteggiamento disperato fu lottenere il congedo anticipato, e cio dopo sette mesi anzich dodici, perch in un colloquio con un superiore avevo apertamente manifestato la possibilit di suicidarmi.

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Capitolo 2Lincontro determinante Il fallimento famigliare Al mio ritorno dal servizio di leva trovai una persona completamente diversa in Tiziana: risentita per le situazioni difficili che dovette affrontare da sola ed ostile verso le mie crisi giovanili che mi impedivano di prendere una posizione matura di vero capo famiglia. Questa situazione di crisi and degenerando ed inevitabilmente, con enorme sofferenza, circa un anno dopo il mio ritorno dal servizio di leva il nostro matrimonio termin. Questo episodio mi pose ancora una volta di fronte a sentimenti di grande contrasto: il conflitto tra il desiderio di prendere un atteggiamento passionale, meridionale, nellaffrontare la situazione o prendere la posizione razionale, per una soluzione ragionata del conflitto. Mi sembrava impossibile credere e accettare che fossero stati sufficienti cos pochi mesi per rompere lincantesimo dellamore che pensavo di aver costruito e farci ritrovare come due individui completamente estranei... quanta immaturit! Dopo la separazione ritornai a casa dei miei genitori ed appresi la lezione sul vero valore dellamore incondizionato che i genitori hanno per noi: un amore molto simile allamore di Dio che sempre disponibile ad accoglierti con le braccia aperte. Dallaltro lato sperimentai apertamente la presenza del maligno che cerca di distruggerti quando sei in ginocchio: inaspettatamente, quando mi co33

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ricavo, ero assalito da pensieri di suicidio; questi pensieri mi giungevano quasi come visioni, che mi mostravano con quanta facilit avrei potuto porre fine allacuta sofferenza interiore che sentivo. Non avevo mai provato niente di simile. Quando parlavamo di separazione e divorzio con Tiziana, non immaginavo che avrei sofferto le pene dellinferno una volta avviato il processo. Nei momenti di maggior sofferenza mi immaginavo al volante della mia auto mentre attraversavo il ponte sul fiume Po e fantasticavo su quanto fosse semplice sterzare e gettarmi con il veicolo nellacqua... In quei momenti drammatici mi appellavo a Dio chiedendo disperatamente: dunque solo questo il valore della mia vita? Un articolo di poche righe sui giornali del giorno dopo e poi tutto finisce?. In vari momenti potevo sperimentare vivamente la presenza dellangelo custode che mi consolava e risollevava il mio spirito in crisi. Per sentirmi motivato a vivere mi buttai senza riserve nel lavoro, con il principale desiderio di aiutare i miei genitori a realizzare uno dei sogni della loro vita: comprare un appartamento. Unidea giusta al momento giusto Come in un sogno avvenne che un ex collega dufficio della Bellucci Sas, dove lavoravo, divenne socio di una fabbrica per la costruzione di macchine idropulitrici a pressione e compressori daria: la SIAL di Carr, in provincia di Cuneo. Allo stesso tempo la sorte mi stava favorendo, ponendo sul mio cammino un paio di persone fortemente determinate a creare unattivit commerciale per con-

to loro: Gabriele Tavani e Maurizio Betti. Questi furono lancora che mi mancava per mantenere una stabilit emotiva centrata sul lavoro. Si lavorava duramente per 10-15 ore al giorno, ma i risultati giustificavano il sacrificio. Il nostro ex collega, conoscendo la nostra dura esperienza di venditori capaci (e rapaci) di macchine per ufficio, ci propose di divenire suoi concessionari. Fino a quel momento queste apparecchiature venivano vendute per la maggior parte nei mercati di paese da venditori ambulanti. A quel punto giungemmo noi, impostando un approccio innovativo e professionale al mercato ed in pochi mesi balzammo al primo posto tra i concessionari italiani della fabbrica, con grande successo di vendita. Fu entusiasmante per me poter applicare le mie doti naturali di intuito allapproccio commerciale. Allo stesso tempo potei verificare la veridicit del detto: Non c nulla di pi potente di una idea giusta al momento giusto. In questo caso lapplicazione al mercato port grandi frutti: in un anno comprammo due furgoni ed attrezzammo un capannone industriale a Druento, nei dintorni di Torino. Il dilemma: essere o avere? Stavo quindi riuscendo ad aiutare i miei genitori, come mi ero ripromesso, ma contemporaneamente le buone entrate mi permettevano di mantenere un alto tenore di vita: avevo una macchina nuova e una motocicletta Honda 500, che altri giovani della mia et mi invidiavano. Tutto ci generava in me un sentimento contraddittorio: da un lato provavo soddisfazione, dallaltro sentivo diradarsi la fede che mi aveva aiutato nei momenti pi difficili; inoltre mi sentivo in pericolo: come se sulla mia testa pendesse il ri-

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schio di perdere la vita facilmente per un incidente o altro. La mia mente spirituale si apr la sera in cui fui a vedere la pellicola Fratello sole e sorella Luna. Mi resi conto che, come Francesco, quella era la scelta radicale che avrei voluto fare, anche se al momento non avevo alcuna intenzione di farmi monaco o sacerdote; allo stesso tempo ero attratto verso una scelta di cambio radicale della mia vita. Ricordo ancora una riunione del gruppo catecumenale di mia sorella Pina, nella quale mi fu chiesto di pregare ad alta voce ed io chiesi al Cielo di darmi un cuore di fanciullo: percepivo che quella era lattitudine determinante per poter ricevere il messaggio di Dio. Le esperienze con il cuore di Dio e di Ges si facevano sempre pi intense: leggevo il Vangelo e trovavo grande guida e risposte a molte domande; altre cose apparivano senza un significato ed il mio spirito voleva assolutamente comprendere. Sentivo sempre pi fortemente che senza una risposta chiara dal Cielo non potevo incontrare la direzione corretta per la mia vita: mi sentivo come una banderuola in balia del vento. Chiesi il parere di alcuni consiglieri spirituali della Chiesa cattolica (conoscevo vari sacerdoti), cos come quello dei membri della Chiesa mormone che incontrai casualmente, per non mi sentii per nulla confortato. Le esperienze spirituali si intensificavano: a volte, leggendo il Vangelo, le parole di Ges mi facevano piangere amaramente. In particolare il momento dellultima cena di Ges con gli apostoli mi portava al punto di singhiozzare e di dover soffocare il pianto per non farmi udire dai miei genitori che dormivano nella stanza accanto. Spesso mi chiedevo come fare a mantenermi puro e

intatto, mentre vivevo come un peccatore. Sperimentavo sulla mia carne la contraddizione di cui parla Paolo in una sua epistola (Rm.7:12): anche se conoscevo quale era la legge di Dio, continuavo a vivere nel peccato! Mi colpivano le parole di alcuni amici, quando li criticavo per il loro comportamento peccaminoso: senza mezzi termini mi facevano notare che alla fine dei conti non ero cos diverso da loro; in poche parole anchio predicavo bene ma razzolavo male. Il luogo che dovevo visitare Un giorno iniziai a guardare con interesse il monte Musin, che si vedeva bene dai dintorni del nostro ufficio in Druento. Un pensiero si faceva spazio nella mia mente: se Dio aveva parlato a Mos sulla cima di un monte, forse le montagne erano un luogo privilegiato per lincontro con Dio! Inoltre il monte in questione era famoso nella zona per essere un monte esoterico, con in cima una croce alta quindici metri, e nella zona erano stati avvistati in varie occasioni degli UFO. Pertanto, con questa convinzione in mente preparai il piano per poter scomparire per qualche giorno alla vista della mia famiglia senza che i miei genitori ma soprattutto mio fratello Mimmo facessero domande, alle quali non avrei saputo come rispondere. Al mercato di Porta Palazzo comprai una piccola tenda da campo ed un sacco a pelo; comprai alcune provviste in scatola (non portavo molto cibo perch non volevo distrarmi dal proposito mistico principale) ed una Bibbia (foto 0-A). Ai miei genitori non fu necessario dare molte spiegazioni: erano abituati ormai alle mie sparizioni per viaggi con gli amici, ma a mio fratello Mimmo dovetti

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dire chiaramente dove andavo perch lui conosceva quasi tutti i miei compagni e non si beveva la storia di un viaggio con nuove conoscenze, come provai a raccontargli. Raggiunsi due volte la cima del Musin e in entrambe le visite mi soffermai l per alcuni giorni di preghiera e meditazione. La prima volta stetti per due notti e sperimentai una forte ricarica nella mia motivazione di vivere, comprendendo che la mia vita avrebbe assunto un significato se lavessi spesa per il bene degli altri. Ero quasi giunto alla decisione di lasciare tutto e ritirarmi a vivere per un certo tempo come un eremita, ma la disperazione dei miei genitori al conoscere le mie intenzioni mi fece desistere da quel piano. Pertanto scesi dalla montagna con la determinazione di entrare a far parte di qualche gruppo di volontariato, cosa che cercai di fare immediatamente: chiamai telefonicamente alcune associazioni, ricevendo con gran disappunto risposte negative o dilatorie. Ricordo ancora il contatto con il Telefono Amico, organizzazione che avrei incontrato anni dopo (vedi il seguente capitolo). Pensavo che, offrendo gratuitamente il mio aiuto, mi avrebbero ricevuto tutti a braccia aperte. La realt per era diversa da come la immaginavo: in molti richiedevano la frequenza a corsi di preparazione ed avevano lunghe liste di volontari in attesa, segno evidente dellesistenza di molta buona volont. La seconda volta, alcuni mesi pi tardi, soggiornai sul monte Musin per un paio di notti; a differenza del primo episodio, ero molto pi disperato: il lavoro mi stava assorbendo ed i beni materiali mi ponevano con sempre maggior forza linterrogativo: essere o avere? La mia preghiera si era trasformata in una supplica, espressa este-

riormente anche con pianti e grida angosciose che continuavano fino a che, a notte fonda, mi addormentavo nel pianto. Rileggevo varie volte il passaggio della Bibbia che mi portava a sentire un dolore profondo nel petto (lultima cena di Ges); la grande sofferenza che egli esprimeva per il dover abbandonare questo mondo mi lasciava con un grande interrogativo: se era vero ci che mi avevano insegnato, e cio che Ges era venuto per morire in croce, perch mostrava tanta sofferenza e delusione nellultima cena, invece di essere felice per la conclusione del piano di salvezza del mondo attraverso il suo sacrificio? Non riuscivo a comprendere come alcuni eroi nazionali ed altre persone comuni avessero sacrificato la loro vita quasi con gioia, mentre Ges, il campione, il fondatore del cristianesimo, stava sudando sangue nel Getsemani al pensiero del proprio sacrificio fisico. Come appresi pi tardi, la sofferenza di Ges era dovuta al fatto che sapeva che la volont di Dio era di costruire il Suo regno in terra; dal momento che ci non era pi possibile, Ges sentiva che il cuore di Dio soffriva nel dover sacrificare il suo figlio amato, per lignoranza e la testardaggine del suo popolo. La preghiera di Ges non era pertanto una supplica dovuta a debolezza umana; era dovuta alla consapevolezza che il suo popolo, che Dio amava, avrebbe dovuto affrontare sofferenze e persecuzioni indescrivibili per lerrore che stava commettendo! Leggevo con forza un altro passo del Vangelo dove siamo invitati a prendere una posizione attiva nella ricerca della verit (Matteo 7:7): Chiedete e vi sar dato, cercate e troverete, bussate e vi sar aperto... Passai perci a Dio la patata bollente. Gli dissi apertamente che se erano

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vere quelle parole bibliche, Lui DOVEVA farmi conoscere la Sua verit, altrimenti io non potevo essere responsabile se in futuro avrei dissipato la mia vita: infatti io stavo facendo la mia parte, chiedendo, bussando, cercando disperatamente, senza per incontrare risposte soddisfacenti. Daltro canto feci un patto assoluto con il Padre Celeste: promisi che se mi avesse indicato il vero cammino per la mia vita, lo avrei seguito senza limiti o tentennamenti. Constatai per la prima volta in vita mia quanto pu esser rapida la risposta di Dio quando il nostro atteggiamento corretto. Non ricordo precisamente il numero di giorni, ma penso che a meno di tre settimane dal mio ritorno dalla montagna ricevetti la visita di un membro della Chiesa di Unificazione, che allora si chiamava ASUMC (Associazione Spirituale per lUnificazione del Mondo Cristiano), nel mio luogo di lavoro in Druento, che mi present le attivit dellAssociazione. Lincontro determinante Una sorella dellassociazione (seppi pi avanti che era Raffaella Iannacone) stava raccogliendo fondi per lASUMC nella zona e mi contatt; poich ero alla ricerca, immediatamente mi interessai al Movimento e le feci alcune domande; la sua risposta richiam fortemente la mia attenzione: pi che altro mi interess molto linvito a partecipare ad un ritiro spirituale di un fine settimana, al quale avrebbero partecipato persone di tutta Italia. Conservai il biglietto di invito con lindirizzo del Centro di Torino e un paio di giorni dopo andai a visitarlo. Mi ricevette Claudia Corsetti (foto 34 alla mia sinistra) che mi dette una breve spiegazione dei Principi dellassocia-

zione; per la verit non le lasciai molto spazio per parlare, per il bisogno che avevo di condividere i miei sentimenti con qualcuno che mi capisse: in lei avevo incontrato una persona in cui sentivo di poter confidare. Pertanto Claudia non pot dire molto; mi spieg che avrei trovato le risposte alle mie molte domande partecipando al seminario di fine settimana che si sarebbe svolto nel Centro Studi dellAssociazione in Lombardia. Ero veramente attratto da quel ritiro spirituale, ma non sapevo sinceramente come dire ai miei soci che mi sarei assentato: eravamo appena ritornati dalle vacanze estive e la mia richiesta sarebbe stata accolta male. Inoltre eravamo pieni di lavoro ed il sabato era il giorno di maggior attivit. Ancora una volta ricevetti laiuto degli angeli custodi, che in quella settimana fecero in modo che io da solo potessi effettuare alcune vendite importanti, mentre i miei due soci, stranamente stanchi, preferirono lavorare nellofficina. Quel successo mi dette la forza di chiedere senza esitazioni di poter andare via per il fine settimana, ottenendo il loro assenso. Quando avvisai Claudia per telefono che potevo andare, rispose con un grido di contentezza che mi sorprese... pi tardi capii le grandi difficolt che vivono i membri della Chiesa per ottenere che qualcuno accetti di partecipare ai corsi di insegnamento del Principio Divino. Partimmo con una macchina il venerd sera, alcuni ospiti e membri, incluso Giorgio Boin che viaggiava per andare a integrarsi con il Movimento, dopo aver gi partecipato ai corsi di due e sette giorni (foto 33 secondo da destra).

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Una riunione indimenticabile Giunsi al centro studi di Maggio, un paesino in provincia di Lecco, con la sensazione di andare a scoprire qualcosa di speciale che Dio aveva preparato per me, ed avevo pienamente ragione! Il seminario di due giorni (sabato e domenica) era abbastanza affollato: 25-30 partecipanti, provenienti da varie regioni del nord Italia; non tutti avevano forti motivazioni di ricerca spirituale: alcuni erano venuti solo per curiosit, altri per seguire le ragazze che li avevano invitati. Una persona che ricordo chiaramente era un piccolo industriale lombardo che cercava di dissuadere la moglie dal seguire la setta e che era venuto con una Ferrari rosso fiamma ed un atteggiamento critico e combattivo. Un altro era un giovane di Bologna che si sarebbe unito in seguito al Movimento con tutta la famiglia Venturi. Entrambi si fermarono per il successivo corso di sette giorni. Linsegnante del seminario era Milena Guiducci, che spiegava il Principio Divino in maniera razionale e convincente, invitando i partecipanti ad approfondirne il contenuto nei successivi sette giorni, ai quali tutti eravamo invitati. Le reazioni verso di lei erano molto contrastanti, a volte ostili da parte di alcuni. Ricordo che ad un certo punto intervenni apertamente in sua difesa perch mi davano fastidio le continue interruzioni; rimarcai che eravamo l per nostra libera scelta e che pertanto potevamo liberamente andarcene se non eravamo interessati, per chi si fermava doveva rispettare gli altri, che volevano capire il contenuto dellinsegnamento. Qualcuno mi chiese pi tardi se ero un membro del Movimento: dovevo averci messo molta passione nellintervento; allo stesso tempo

mi sentivo stranamente come gi parte della famiglia, anche se li conoscevo da poche ore. La voce della Coscienza Dei partecipanti al seminario di due giorni una dozzina circa si fermarono per il corso successivo di sette giorni. Per me la decisione non fu tanto facile, cos come non lo era stata quella di partecipare al fine settimana. Se gi era stato difficile ricevere il permesso dai miei soci di assentarmi dal lavoro per due giorni, immaginavo la loro reazione alla mia richiesta di sette giorni: rischiavo seriamente di compromettere il nostro rapporto lavorativo. Pertanto, con molta gentilezza ma con fermezza mi scusai con Claudia Corsetti che faceva una certa pressione perch mi fermassi; non molta, comunque, perch mi aveva gi conosciuto sufficientemente per capire che ero una testa dura e che non mi lasciavo convincere facilmente. Decisi infine che non avrei partecipato ai sette giorni ed eventualmente sarei ritornato pi avanti per questo proposito. Stavo gi attendendo allentrata del centro studi il minibus che ci avrebbe ricondotti a Torino quando un pensiero molto chiaro pass per la mia mente, quasi come se qualcuno mi stesse parlando allorecchio (mi fa comparare con il grillo di pinocchio nda: qualsiasi riferimento al mio naso puramente casuale). Negli ultimi mesi cercavo di sentire e seguire la coscienza ma non avevo mai sperimentato la sua percezione cos chiaramente come in quel momento. La voce mi faceva notare che durante le mie esperienze spirituali mi ero sempre ripromesso di consultare la coscienza prima di prendere decisioni determinanti per la mia vita. In quel frangente non avevo chiesto a Dio cosa

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pensasse, ma avevo preso una decisione per conto mio; stavo perci dando la precedenza ai miei problemi personali pi che allo spirito. Mi sentii completamente incerto; non sapendo cosa fare esattamente, sentii limpulso di pregare e inventai la scusa che avevo dimenticato qualcosa in camera da letto. Ritornai cos al piano di sopra e mi inginocchiai, chiedendo al Cielo di indicarmi il cammino corretto. Lesperienza spirituale che vissi fu cos forte che ogni volta raccontarla un po come riviverla: alla mia domanda se era giusto che mi fermassi in quel momento o potevo ritornare pi avanti, la risposta venne attraverso unenergia che mi avvolse tutto il corpo; mentre dai miei occhi sgorgavano lagrime, sentii una forte energia: come una mano che si pos sulla mia testa e con fermezza mi fece fare un cenno di assenso per tre volte! Non so quanti minuti passarono, non fu molto tempo, per fu molto intenso. Ritornai sui miei passi di fronte al Centro Studi dove mi attendevano Claudia e Giusi; risposi al loro sguardo interrogativo, dicendo testualmente: Alla vostra guardia si pu sfuggire ma non alla guardia di Dio!. Sette giorni fatidici Dal momento in cui decisi di seguire il consiglio della coscienza, fui invaso da una strana sensazione di incertezza: le persone che avevo sentito amiche mi sembravano ora nemiche, pronte ad approfittare della mia debolezza. Mi sentivo debole; soprattutto per via della mia ignoranza della Bibbia, non ero pronto ad analizzare largomento religioso con consapevolezza: che fare? Decisi di risolvere il dilemma ponendo nelle mani di Dio la situazione: an-

cora una volta mi isolai in preghiera e dissi chiaramente al Padre Celeste che se veramente ci che avrei ascoltato era la Sua verit, Egli avrebbe dovuto farmela riconoscere attraverso una esperienza profonda, del tipo di quelle che avevo durante le mie preghiere solitarie in montagna. Rassicurato da questa preghiera, mi accinsi a partecipare al seminario settimanale. Forse oltre che dalla fiducia in Dio, ero rassicurato dal fatto che mi sentivo abbastanza padrone di me stesso per non mettermi a fare il matto di fronte a persone sconosciute, come quando ero solo in montagna. Il direttore ed insegnante del corso successivo era Bruno Piras (foto 0-B). Era un membro rispettato, con un modo di dare le spiegazioni del Principio Divino attrattivo ed eccentrico: la maggior parte dei suoi allievi non poteva dimenticare facilmente di averlo incontrato e in molti volevano proseguire nello studio filosofico sotto la sua guida. Anche per me fu unesperienza indimenticabile: le parole che Bruno ci trasmise durante quei pochi giorni mi coinvolsero profondamente. Quasi tutti eravamo affascinati dalla sua personalit. Non proprio tutti comunque, perch lindustrialotto lombardo con il Ferrari, che si era fermato per il corso superiore, non risparmiava a Bruno i suoi commenti sferzanti che rasentavano il razzismo. Bruno infatti era nero e parlava con accento sardo per via del pap, aviatore americano, morto durante la seconda guerra mondiale, dopo essersi sposato con sua madre in Sardegna. Il corso trascorse rapidamente, alternando lapprendimento filosofico e religioso con le esperienze di preghiera notturna ed i giochi allaria aperta che riempivano le giornate. Lesperienza che mi leg profondamente in cuore con

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Bruno avvenne quando (forse al quarto giorno) sentii un desiderio profondo di ringraziarlo. Egli mi stava trasmettendo linsegnamento dei valori assoluti e fondamentali per la mia vita che avrei tanto desiderato sentir insegnare da mio padre ma che purtroppo non li conosceva. Ricordo che lo seguii qualche minuto dopo cena, quando usc per portare Poppi, il bastardino che lo seguiva sempre fedelmente, alla passeggiata serale. Bruno stava gi rientrando dalla passeggiata e mentre gli andavo incontro sentii verso di lui un sentimento molto profondo, come se fosse mio padre! Senza parlare, semplicemente lo abbracciai commosso, esprimendogli cos la mia gratitudine per quanto stava facendo per me. Esperienza con lo Spirito Santo Lesperienza pi eclatante del ritiro spirituale non era ancora giunta. Fu nel sesto giorno, in una delle ultime lezioni, quando Bruno stava spiegando con un grafico alla lavagna ci che sta succedendo nei cosiddetti ultimi giorni della storia umana1. Il grafico consisteva in due linee trasversali che coprivano tutta larea della lavagna, formando una grande X; spiegava che le linee rappresentavano il lavoro di Dio e di Satana durante il corso della storia1. Gli ultimi Giorni A differenza della maggior parte delle interpretazioni dottrinali pessimistiche (distruzione, cataclismi, guerre, pestilenze), il Principio Divino spiega gli Ultimi Giorni come un tempo di grande speranza per lumanit e per Dio. In poche parole, la fine dei tempi (come dice la Bibbia) la fase finale della storia umana di egoismo e malvagit come la conosciamo, per linizio di una nuova Storia di bont, nella quale finalmente vivremo come una famiglia con Dio Padre. Lutopia, il sogno dellumanit sar finalmente realizzato, e sar il Regno dei Cieli in Terra.

umana. Il punto dinizio della linea in alto a sinistra rappresentava il punto originale del lavoro di Lucifero (Satana) che aveva iniziato in vantaggio, mentre Dio aveva iniziato in posizione di svantaggio. Il punto iniziale di Dio era in basso a sinistra ed il Suo sviluppo era rappresentato dalla linea che correva in alto verso destra trasversalmente. Il punto di intersezione delle due linee rappresentava una data cruciale nella storia umana: il 1960, la data dellevento descritto nella Bibbia come le nozze dellagnello. Io stavo seguendo attentamente dalla mia posizione in prima fila, in mezzo ai miei due angeli custodi Giusi e Claudia, osservando il grafico e quasi senza che mi rendessi conto di ci che stava succedendo, la X disegnata alla lavagna prese la forma di clessidra; invece della sabbia che usualmente passa attraverso il foro, io vedevo fuoriuscire sangue ed allo stesso tempo udivo e sentivo con il cuore il pianto di madri che soffrivano per i loro figli, di mogli che piangevano per i loro mariti morti in guerra o per altre ingiustizie... nello spazio di pochi minuti questa visione, associata con un dolore nel mio petto divennero insopportabili. Ricordo che cercai di contenermi per non sfogare lemozione ma fu tutto inutile: scoppiai in un pianto convulso e singhiozzante che in pochi attimi si tramut in urla di dolore, senza pi alcun controllo... Ricordo solo che mi ripresi fuori dallaula, dove mi avevano accompagnato Giusi e Claudia. Come appresi pi avanti, avevo avuto una esperienza spirituale con la parte femminile di Dio, chiamato nella dottrina cristiana lo Spirito Santo o Spirito Paraclito, consolatore. La sofferenza interiore che avevo sperimentato non era meramente mia: era stata una

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sofferenza empatica con il cuore Divino. Contrariamente alla concezione religiosa tradizionale, aristotelica, di Dio, Egli soffre una pena lacerante quando guarda alla situazione del genere umano2, creato per la gioia, vivere in questo mondo. Capii in quel momento che veramente non conosciamo il Cuore di Dio e che viviamo come esseri con un cuore di pietra. Ritorno alla situazione del momento: mi sentivo imbarazzato per laccaduto e pensavo ai miei compagni di corso che mi avevano visto in un tale stato; comunque presi la decisione di rientrare immediatamente ed affrontare la situazione. Mentre tutti mi guardavano allibiti, dissi delle parole per tranquillizzare latmosfera (non so quale effetto sortirono in realt) e mi sedetti al mio posto con tranquillit. Chi non era per nulla tranquillo era Bruno che, come mi confess pi avanti, pensava che il suo impegno di una settimana fosse sfumato per causa mia; comunque anche lui dissimul bene la sua preoccupazione. Alla fine la mia esperienza risult essere uno stimolo positivo per tutti i partecipanti del corso a prendere in seria considerazione il contenuto del Principio Divino che avevamo appena ascoltato, come frutto di rivelazioni che possono toccare il cuore umano cos profondamente come era accaduto nel mio caso. Perch quegli insegnamenti avevano toccato cos profondamente le corde del mio cuore, al punto di farmi decidere per un cambio radicale della mia vita? Merita elen2. La sofferenza di Dio confermata in passaggi biblici come: Genesi 6: 5-6; Matteo 23: 37; Geremia 8:18; 9:1; Osea 11: 1-9. Inoltre in altri testi sacri (Torah, Corano, testi buddisti) si descrive il Cuore Divino afflitto per la sofferenza umana.

care i motivi principali: 1. Il Principio Divino la filosofia che rivoluzioner il mondo nel vero senso della parola: lo percepii chiaramente e mi fu confermato dal Cielo; 2. Stavo sentendo per la prima volta nella mia vita linsegnamento che mi avrebbe guidato a essere la persona che desideravo divenire: un essere umano autentico che vive daccordo ai Principi universali eterni; 3. Finalmente avevo conosciuto con chiarezza qual era il desiderio di Dio per la mia vita e sentivo che potevo entrare nellinfinito amore di Dio attraverso lapplicazione del Principio Divino, abbracciando la missione preparata per me. Alla conclusione di questa parte chiederei a qualsiasi persona se veramente soddisfatta del modo in cui vive, al punto di non prendere in considerazione quanto ho raccontato... semplicemente una domanda retorica perch nessuno al mondo completamente soddisfatto con se stesso e con la realt circostante. Non sarebbe dunque meraviglioso sapere che qualcuno, inviato dal Cielo, ha la capacit di cambiare le cose, daccordo alla volont di Dio? Non importa chi sia, ci che importa se veramente pu portare a termine il compito! A meno che non abbiate gi perso ogni speranza (come scritto sulla porta dellinferno nella Divina Commedia di Dante Alighieri) e vi siate rassegnati a credere che il mondo cos come non lo cambier nessuno... mantenete viva la speranza: Dio pu farlo, con laiuto degli uomini di buona volont!

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Capitolo 3La scelta radicale Missionario laico Una nuova sfida mi attendeva al termine del ritiro spirituale: prendere la decisione di ritornare a casa o, come Bruno mi stava proponendo, sperimentare una vita centrata in Dio, in poche parole con ununica direzione o ununica mente, come dicono in Oriente. Come era stato spiegato bene durante il corso, per poter far s che il lavoro di Dio proceda, sono necessari due tipi di fondazioni: di fede e di sostanza.1 La fondazione pi difficile, a causa della quale molti eletti hanno fallito nel rispondere al Cielo, la seconda: la fondazione di sostanza. Con questo punto ben chiaro nella mia mente sentivo che non volevo deludere Dio, come tanti altri nella storia; perci accettai di buon grado di fare una esperienza pratica di una settimana in un centro del Movimento, come missionario laico. Il titolo di missionario mi piaceva molto: mi faceva sentire in connessione con lo spirito di San Francesco dAs1. La fondazione di fede stata realizzata da vari campioni di fede come No e Abramo, che hanno offerto un oggetto richiesto da Dio (larca, gli animali e altro) per un tempo determinato. La fondazione di sostanza, consistente nellunit della persona scelta da Dio (Abele) con la persona nella posizione di obbedienza (Caino) ha richiesto migliaia di anni, dalla prima famiglia di Adamo ed Eva per poter essere realizzata per la prima volta nella storia biblica, da Giacobbe (in posizione Abele), conquistatore del cuore di Esa (nella posizione Caino). Quella vittoria fu cos importante per Dio che Gli permise di fondare il popolo eletto di Israele. 51

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sisi; tra laltro avevo da poco visto il film Fratello sole, sorella luna dedicato a lui. Giusi, che mi aveva accompagnato con affetto fraterno durante il corso, colse la palla al balzo: a Padova, dove lei era missionaria, necessitavano di membri e si offr con entusiasmo di accogliermi per la mia prima settimana di esperienza. Dal canto mio sentivo che ora tutto era sotto la guida del Cielo, perci accettai di buon grado linvito. Allo stesso tempo gi sapevo in cuor mio che la decisione di assentarmi dal lavoro per unulteriore settimana avrebbe compromesso totalmente il rapporto con i miei soci: la conferma venne direttamente dalla voce di Gabriele per telefono, quando mi disse che se non fossi rientrato immediatamente potevo ritenere sciolta la mia partecipazione nella societ. Stranamente mi sentivo tranquillo per la decisione presa, per cui ribadii che avrei affrontato le conseguenze della mia scelta: solo dieci giorni prima avrei giudicato una pazzia una tale decisione. La reazione della mia famiglia Le parole di Ges: Chi pone mano allaratro e si volge indietro non adatto per il Regno di Dio (Lc. 9:62) mi ponevano in una posizione difficile rispetto alla mia famiglia. Dovetti sopportare il cuore spezzato di mia madre che giunse a pregare che morissi se la strada intrapresa non era daccordo alla volont di Dio. Dovetti affrontare la delusione di mio padre che in cuor suo mi accusava di essere egoista per aver scelto la strada della salvezza personale, senza tener da conto la sofferenza dei miei genitori. Non potevo far nulla per alleviare la sofferenza di mio fratello Mimmo, che avrebbe voluto continuare a condividere

pi profondamente con me i suoi sentimenti ed esperienze. Cos pure per Giuseppina, che aveva gi intrapreso il cammino nella chiesa cattolica e che era rimasta scioccata dalla mia rivelazione che il Messia era tornato: tutte le mie ulteriori spiegazioni servirono solamente a rafforzare in lei... il dubbio. Per quanto queste situazioni mi facessero soffrire, il mio entusiasmo per aver incontrato il vero proposito della mia vita era TROPPO GRANDE. Purtroppo devo ammettere che la gestione dei miei rapporti familiari ha risentito della mia immaturit nellamare; avrei potuto attendere e dare pi tempo alla mia famiglia, ma mi sentivo ancora insicuro e debole nella mia determinazione. Per questo avevo bisogno di intraprendere quel cammino immediatamente: per rafforzare la mia fede, crescere ed avvicinarmi di pi al cuore di Dio. Dovetti perci rimandare la testimonianza ai miei familiari a data futura. Gli orientali usano il termine: ununica mente. Questo modo di dire significa che una persona, per essere AUTENTICA, deve poter essere coerente con le sue parole. Scrivo la parola in lettere maiuscole perch per me era assolutamente prioritario allineare le mie azioni ai sentimenti e ideali che si affollavano nella mia mente; infatti anchio, come dice Paolo nella lettera ai Romani (7:22), con la mente mi dilettavo nella parola di Dio ma con le azioni seguivo gli impulsi carnali. Proprio come Paolo, imploravo dentro di me che qualcuno mi liberasse, e mi rendevo conto che finalmente avevo incontrato il cammino giusto per raggiungere la libert. Iniziai buttando immediatamente il pacchetto di sigarette - vizio che avevo tentato varie volte di abbandonare - nella spazzatura, per

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non provare mai pi una sigaretta. Il primo anno di vita spirituale Infervorato comero per la scoperta della Verit e per la presenza del Messia in terra, la mia sensibilit verso i miei cari per la possibile sofferenza che la mia scelta avrebbe loro causato pass in secondo piano: devo ammettere che abbracciai il nuovo cammino con una certa dose di fanatismo. Ricordo ancora che un anno pi tardi, per non disobbedire a ci che mi era stato chiesto, non fui capace di soddisfare un desiderio che mio fratello mi aveva espresso: incontrarci a met strada tra Piacenza e Torino, dove voleva riabbracciarmi dopo tanto tempo che non ci vedevamo... mi dispiaciuto in seguito non aver capito lamore fraterno espresso in quella richiesta. Daltro canto, senza con ci voler giustificare la mia immaturit, il mio desiderio era obbedire a Dio, che mi aveva chiamato per far maturare il mio cuore e rendermi capace di obbedire alla Sua volont, e apprendere ad amare nel vero senso della parola, con il Vero Amore, un processo che continua ancor oggi. Iniziai lavventura e la mia ricostruzione interiore con i primi sei mesi a Padova con Osvaldo Pedrini come responsabile della missione (Foto #17 dietro di me alla mia destra): un fratello pragmatico e diligente che mi insegn la costanza e la dedizione al proposito comune. Vivere con lui, anche se con tanti sacrifici, stato entusiasmante e a volte divertente. Osvaldo sapeva insegnare con ironia e umorismo ma allo stesso tempo con molta seriet quando si toccavano aspetti fondamentali dei valori morali e spirituali. Ricordo lepisodio in cui volevo spacciarmi per co-

noscitore di musica classica: mentre la radio trasmetteva la Primavera di Vivaldi, Osvaldo mi chiese quale composizione classica mi piacesse e gli risposi Le quattro stagioni, ignorando che era precisamente quello il concerto che la radio stava suonando... a lungo mi prese in giro anche davanti ad altri confratelli: fu un buon insegnamento per imparare ad essere pi autentico! Vari giorni al mese raccoglievamo fondi per mantenere le spese di gestione del Centro di Padova ed aiutare le iniziative a livello nazionale; in quelle esperienze iniziai a sentire lamore e lattenzione di Dio verso di me. Scoprivo la presenza costante di Dio nelle piccole esperienze quotidiane: potevo individuare Dio attraverso le persone e le loro parole che rispondevano a certi interrogativi interiori, o semplicemente raggiungevo lobiettivo del giorno che mi proponevo; non solo una volta ma varie volte consecutive. Queste ed altre ancora erano le piccole ma grandi ricompense per il sacrificio di stare per varie ore ad un semaforo vendendo la nostra rivista, con il freddo pungente o con la pioggia in inverno e con il sole in estate. Un altro degli impegni che appresi ad affrontare fu lattivit di testimonianza, unesperienza che mi aiut molto nello sviluppo del rapporto con le persone. In genere testimoniavamo in strada, fermando le persone per parlare qualche minuto di Dio e dei valori umani. Unopera sempre abbastanza difficile per la diffidenza verso gli estranei e gli impegni assillanti che tutti pi o meno devono affrontare giornalmente. Per me era quasi divertente fermare i giovani in gruppo quando uscivano dalla scuola e testimoniare loro, sfidandoli a dedicare del tempo a Dio, oltre che allo studio. A Padova la maggior parte dei ragazzi studiava

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psicologia allUniversit; riconoscevo coloro che erano in crisi didentit che avevano scelto quella materia di studio, soprattutto perch volevano capire se stessi, perci parlavo con loro del perch era importante innanzitutto capire il proposito che Dio ha per noi nella vita. Ebbi cos il piacere di incontrare Graziano Segato (foto #39 alla mia destra) ed alcuni suoi amici che, dopo una breve spiegazione dei Principi Divini al centro di Padova, accettarono di venire al nostro Centro Studi di Lecco per un fine settimana. Mentre Graziano accett di continuare nello studio e successive esperienze, gli altri due o tre ragazzi furono portati via a forza dai parenti che vennero a prenderli, probabilmente allarmati dalle informazioni negative ricevute sul nostro Movimento. Prima di cambiare il mondo... Le nostre attivit non erano semplicemente esteriori; erano accompagnate da digiuni, preghiere notturne, docce fredde. Nei primi sei mesi di Padova sperimentai per due volte sette giorni di digiuno (bevendo solo acqua), sempre svolgendo le attivit quotidiane; furono condizioni di sacrificio che mi permisero di apprezzare il valore dellimpegno totale per il conseguimento di un proposito maggiore e soprattutto di capire-sentire il cuore di Dio nella situazione del mondo circostante. Potei cos applicare le parole che Ges rispose al diavolo dopo 40 giorni di digiuno nel deserto: Non di solo pane vive luomo ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio! Inoltre sperimentavo in prima persona linsegnamento di Ges ai suoi discepoli, di essere nel mondo senza appartenere al mondo. Un punto molto importante che giunsi a capire dopo pochi

mesi di entusiasmo neofita, fu che, se veramente volevo cambiare il mondo, dovevo innanzitutto cambiare me stesso: questa comprensione fu la causa della mia prima crisi interiore da quando mi ero unito al Movimento. Ero entrato nel Movimento con grande entusiasmo, vedendo nella disciplina insegnata un sistema militare che sicuramente poteva conseguire lobiettivo di cambiare il mondo. Vorrei rimarcare che prima di conoscere i Principi Divini era cos grande la mia disperazione nel vedere le ingiustizie del mondo che affermavo senza riserve di esser capace di farlo saltare in aria con una bomba se ne avessi avuto la possibilit, anche se ci avrebbe provocato la mia morte! Fu per me parecchio scioccante ci che giunsi a capire: prima di insegnare agli altri ci che dovevano cambiare, dovevo cambiare me stesso. Questo era in linea con linsegnamento del Padre Moon che fin da giovane aveva compreso di dover giungere al completo dominio di se stesso, prima di poter cambiare il mondo per Dio. Le esperienze di Padova sono indimenticabili: varie volte nella notte sentivo il desiderio di pregare e trascorrevo molto tempo pregando in lacrime e sentendo profondamente il cuore di Dio. Delle attivit giornaliere in particolare non posso dimenticare lesperienza dei giorni in cui testimoniavamo visitando le case e la gente aveva un timore irrazionale di aprire la porta, per via del rapimento e uccisione di Aldo Moro. Una signora che mi fece entrare in casa mi disse, alcuni minuti pi tardi, che aveva accettato in cuor suo il pensiero che poteva morire se mi avesse aperto: capii profondamente come Dio e Satana stanno lottando nella mente delle persone!

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Dopo sei mesi a Padova fui trasferito al Centro del Movimento in Roma, dove trascorsi circa un mese con Giorgio Figus come responsabile. Giunsi a Roma ancora in crisi per il motivo spiegato sopra e lincontro con Giorgio fu di grande aiuto interiore; per la prima volta in vita mia una persona mi ascolt profondamente e mi consol, parlandomi con le lacrime agli occhi dellamore di Dio per me... indelebile nella mia mente il ricordo di quei momenti! Dopo di lui venne come responsabile del Centro Carmelo Cirelli (foto #36 nel centro), un fratello maggiore di me di qualche anno che mi insegn con lesempio lamore di genitore e mi educ molto, nel carattere e nello spirito. Con lui appresi lobbedienza incondizionata e la devozione verso Dio ed i Veri Genitori. Durante il giorno avevamo come base il centro di via SantErasmo (Vicino alla basilica di S. Giovanni in Laterano) e la sera rientravamo alla sede di Colle Mattia, dove dormivamo per poche ore. Ad ogni membro era stata assegnata unarea di 360 famiglie, alle quali dovevamo testimoniare e portarle a diventare delle chiese famigliari. Visitavamo quelle famiglie giornalmente, predicando la parola di Dio espressa nei testi sacri e spiegata con lo studio del Principio Divino. Quel periodo per me dur solo pochi mesi, ma fu unesperienza di vita intensa e piena di emozioni: un tempo indimenticabile della mia vita nella Chiesa. Ricordo ancora vivamente unesperienza spirituale molto forte: mentre stavo raccogliendo fondi al semaforo vicino al Colosseo (ero al terzo giorno di digiuno), sentii il cuore sofferente dei martiri che l erano morti. Ci che fu causa di grande emozione fu sentire spiritualmente il cuore sofferente di quei genitori che assistevano allo stra-

zio dei loro figli da parte delle fiere, prima di essere uccisi a loro volta... come descrivere tali sentimenti? Per chi genitore non necessario, vero? Quellesperienza spirituale rafforz molto la mia determinazione a lottare per porre fine alla sofferenza umana. Allo stesso tempo ricordo che la decisione di fare tre giorni di digiuno avvenne in seguito ad un castigo ricevuto da Carmelo che mi insegn a vivere lobbedienza verso il Cielo e chi lo rappresenta. A differenza delle volte precedenti in cui avevo deciso personalmente la mia offerta di sacrificio personale, in quella occasione Carmelo mi mand a dire attraverso Giusy Tagliaferri (a quel tempo madre del Centro) che, avendo disobbedito a una regola del Centro, dovevo fare tre giorni di digiuno. In un primo momento rimasi molto contrariato da quella disposizione e mi ci vollero un paio di ore di preghiera e meditazione per accettarla. Il risultato della mia obbedienza a Carmelo fu che potei sentire profondamente i sentimenti dei martiri che hanno posto la fondazione di sacrificio per noi che siamo qui oggi e sperimentare lunit con il cuore di Dio pi fortemente. Tutte queste esperienze fecero crescere la mia parte spirituale, permettendomi di scoprire che molti luoghi comuni erano delle bugie: per esempio che un uomo non pu vivere senza avere relazioni sessuali. Appresi a vivere nei Centri della Chiesa, condividendo la vita quotidiana con persone che appresi a considerare come fratelli e sorelle, lottando efficacemente contro i pensieri di interesse sessuale. In giovent non avevo ricevuto molta educazione riguardo allautodisciplina, pertanto le esperienze di risveglio spirituale che vissi in quel primo periodo furono mol-

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to importanti: in totale vissi come un buon sacerdote per otto anni, prima di avere nuovamente relazioni fisiche con la mia attuale sposa Chitai. In quel tempo di separazione sperimentai lenergia della preghiera e delle letture che alimentano lo spirito mentre il mio corpo conseguentemente riceveva energia e forza: potevo digiunare e dormire poche ore e fare cose che non avrei pensato di poter fare. Le esperienze accumulate negli anni mi permettono oggi poter affermare che la vera grandezza del Movimen