per una didattica inclusiva (bes e ben)
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Presentazione attività di formazione sui Bisogni Educativi Speciali curata da Annunziata BrandoniTRANSCRIPT
PER UNA DIDATTICA PER UNA DIDATTICA INCLUSIVA ( BES e BEN ) INCLUSIVA ( BES e BEN )
È inutile riformare la scuola e È inutile riformare la scuola e i metodi se a questa scuola e i metodi se a questa scuola e
a questi metodi sfuggono a questi metodi sfuggono colorocoloro
che per la difesa sociale più che per la difesa sociale più ne avrebbero bisogno. ne avrebbero bisogno.
Qualunque metodo vale a Qualunque metodo vale a rendere utile e morale un rendere utile e morale un
individuo sano e normale. individuo sano e normale.
La riforma che si impone è La riforma che si impone è quella della scuola e della quella della scuola e della
pedagogia che ci conduce a pedagogia che ci conduce a proteggere nel loro sviluppo proteggere nel loro sviluppo
tutti i fanciulli, compresi tutti i fanciulli, compresi quelli che si dimostrano quelli che si dimostrano
refrattari all’ambiente della refrattari all’ambiente della vita socialevita sociale
MARIA MONTESSORI MARIA MONTESSORI
La scuola è come un La scuola è come un ospedale che cura i sani e ospedale che cura i sani e
caccia i malaticaccia i malatiDON MILANI DON MILANI
Ma chi sono i sani e i malati Ma chi sono i sani e i malati nella scuola di oggi?nella scuola di oggi?
Al tempo della Montessori e Al tempo della Montessori e poi di Don Milani erano coloro poi di Don Milani erano coloro che appartenevano alle classi che appartenevano alle classi
sociali più disagiate.sociali più disagiate.Oggi è ancora così? Oggi è ancora così?
Per rispondere a questa Per rispondere a questa domanda occorre chiedersi: domanda occorre chiedersi:
chi è il bambino? chi è il bambino?
Il bambino è un essere unico e Il bambino è un essere unico e irripetibile e, in quanto tale, ha irripetibile e, in quanto tale, ha
BISOGNI SPECIALIBISOGNI SPECIALI
Bisogni che sono tipici dell’età. E’ Bisogni che sono tipici dell’età. E’ la mancata soddisfazione di questi la mancata soddisfazione di questi
bisogni che oggi crea il disagio. bisogni che oggi crea il disagio. Quale che sia la classe sociale di Quale che sia la classe sociale di
appartenenza.appartenenza.E allora i BES non sono altro che i E allora i BES non sono altro che i
BENBEN
Il fatto è che sia in famiglia che a Il fatto è che sia in famiglia che a scuola spesso non conosciamo scuola spesso non conosciamo
quali sono i bisogni del bambino. quali sono i bisogni del bambino. Ecco allora la necessità di Ecco allora la necessità di
scoprire il bambino e di scoprire il bambino e di individuarne i bisogni individuarne i bisogni
Dalla Storia della Dalla Storia della PedagogiaPedagogia
1° periodo1° periodo fino a Rousseaufino a Rousseau
Bambino = uomo in formato ridotto, Bambino = uomo in formato ridotto, vaso vuoto da riempirevaso vuoto da riempire
La scuola è magistrocentrica, La scuola è magistrocentrica, nozionistica nozionistica
1° periodo1° periodo fino a Rousseaufino a Rousseau
Un’ eccezione: COMENIUSUn’ eccezione: COMENIUS- Tutto a tutti, ma in modo diverso Tutto a tutti, ma in modo diverso
(DIDATTICA MAGNA)(DIDATTICA MAGNA)- Tutto a tutti (Principio di Tutto a tutti (Principio di
DEMOCRAZIA in educazione ) DEMOCRAZIA in educazione )
2° periodo2° periododa Rousseau al movimento delle da Rousseau al movimento delle
SCUOLE NUOVESCUOLE NUOVEScuola puerocentrica
• Necessita conoscere alunno, sue fasi di crescita, suoi bisogni e interessi
• Per insegnare a Pierino la matematica è sufficiente conoscere Pierino
Pericolo: spontaneismo fine a se stessocome degenerazione dell’attivismo
FLASH STORICO-PEDAGOGICOROUSSEAU: Con lui inizia la scoperta del bambino.Il bambino è diverso dall’adulto, ha le sue caratteristiche che l’educatore deve rispettare ( fiducia nelle sue possibilità, l’educazione di natura, l’insegnante non interventista )
PESTALOZZI: condivide il concetto del bambino di Rousseau, la fiducia in lui, ma è più realista ( l’insegnante “accompagnatore” finché il bambino non è in grado di fare da sé (oggi si chiamerebbe“strategia del successo”).
FLASH STORICO-PEDAGOGICOFROËBEL: stessa fiducia nel b. che è “ germe vitale” e ha in sé le potenzialità per apprendere ( i giardini d’infanzia e le maestre “giardiniere”, i doni) eccesso di simbolismo, ma intuizione del ruolo svolto dai materiali di gioco).
M. MONTESSORI: - attenzione alla mente del bambino; - autoapprendimento (aiutami a fare da
me); - attenzione all’allestimento degli spazi
(casadel bambino);
- creazione di materiale atto allo sviluppo sen
soriale e cognitivo (materiale strutturato);
- fiducia nel bambino (conc. di “esplosione”);
- rispetto del bambino.
SorelleAGAZZI: - scuola = ambiente familistico (di qui il nome “scuola
materna”); - materiale sì, ma non strutturato (museo dei
poveri, cianfrusaglie).
DEWEY: - la rivoluzione copernicana in campo pedagogico
(puerocentrismo); - scuola attiva; - scuola e società; - democrazia in educazione.
.. e dopo Dewey: - Elena Parkhurst e il piano Dalton (insegnamento
individualizzato); - Washburne e il piano di Winnetka
(individualizza_ zione e socializzazione);
- Kilpatrick e il metodo dei progetti (piani di lavoro);
- le “non gradeed schools”;
- Il movimento delle scuole nuove in Europa:
* i paesi anglosassoni e le scuole attive, l’eccesso di
spontaneismo (scuola di Summer Hill); * la Spagna e le scuole dell’AVE MARIA; * le scuole nuove e i programmi del ’55 in
Italia (la fatica del cambiare: poche scuole attive,
tan_ tissime tradizionali e quindi
magistrocentriche, culturocentriche, nozionistiche);
Gli anni ’70 – ’80 – ‘90
Sono gli anni del cambiamento: la società si fa complessa, emergono nuovi bisogni
Bisogno di CONOSCENZA Bisogno di ADATTAMENTO ai cambiamenti sempre più rapidiBisogno di possedere COMPETENZE ben precise… •
Gli anni ’70 – ’80 – ‘90
• Fine anni ’70 (BRUNER e la TEORIA dell’ISTRUZIONE); • il bambino della “ragione” e i Programmi dell’85;• insegnante = mediatore fra il bambino e la cultura.
• PAROLE CHIAVE:
•PROGRAMMAZIONE •VERIFICA•VALUTAZIONE
Gli anni ’70 – ’80 – ‘90
PROBLEMA: Come conciliare il bisogno di conoscenza e competenze con gli altri bisogni del Bambino? Che non è solo quello della “ragione”, ma:- ha un mondo affettivo che non può non avere effetti sull’apprendimento ( Goleman: intelligenza emotiva);-Vive in un contesto e intesse relazioni che facilitano o rendono difficoltoso imparare - Ha diverse forme di intelligenza ( Gardner: formae mentis)
OGGI• Processo di insegnamento-apprendimento come processo complesso in cui interagiscono più fattori (Pedagogia Sistemica. Bertalanffy).
I bambini non sono uguali, ma hanno tutti gli stessi bisogni educativi, a cui vanno date risposte personalizzate, a seconda dell’entità del bisogno
Sono queste risposte che fanno la differenza tra una scuola inclusiva e una che tratta da uguali chi uguale non è. •L’unica uguaglianza che va riconosciuta è quella della DIGNITA’ della persona
1.1. I BISOGNI DEL BAMBINO:I BISOGNI DEL BAMBINO:
Di affetto ( Maslow e la teoria dei bisogni) Di affetto ( Maslow e la teoria dei bisogni) Di sicurezza Di sicurezza Di tempo ( ci vuole tempo in educazione…Di tempo ( ci vuole tempo in educazione…
Pestalozzi )Pestalozzi )Di movimentoDi movimentoDi gradualità (soprattutto negli anni di Di gradualità (soprattutto negli anni di
passaggio da un ordine di scuola all’altro)passaggio da un ordine di scuola all’altro)Di sentirsi bravo ( ADLER e la teoria del Di sentirsi bravo ( ADLER e la teoria del
conflitto)conflitto)
1.1. IL RISPETTO DEL BAMBINOIL RISPETTO DEL BAMBINOTutti questi bisogni possono essere Tutti questi bisogni possono essere
racchiusi in un’unica parola: racchiusi in un’unica parola: RISPETTORISPETTO
1.1. IL RISPETTO DEL BAMBINOIL RISPETTO DEL BAMBINO Il bambino visto come Il bambino visto come “padre dell’uomo”“padre dell’uomo”
e non come essere “inferiore”, o “debole” e non come essere “inferiore”, o “debole” , che ha sempre bisogno dell’adulto per , che ha sempre bisogno dell’adulto per crescere (Montessori)crescere (Montessori)
Il bambino visto come essere unico e Il bambino visto come essere unico e irripetibile, un bambino che ha sempre irripetibile, un bambino che ha sempre qualcosa da dare agli altri, anche nelle qualcosa da dare agli altri, anche nelle situazioni di diversità, un bambino che ha situazioni di diversità, un bambino che ha in sé potenzialità per divenire persona.in sé potenzialità per divenire persona.
Cosa significa rispettare il Cosa significa rispettare il bambinobambino
Riconoscerlo come persona in divenireRiconoscerlo come persona in divenireAccoglierlo così com’è, con le sue Accoglierlo così com’è, con le sue
diversità, i suoi stili cognitivi, i suoi ritmi diversità, i suoi stili cognitivi, i suoi ritmi di apprendimentodi apprendimento
Creare le condizioni materiali e non per Creare le condizioni materiali e non per farlo star benefarlo star bene
Clima della classeClima della classeQualità della relazione educativaQualità della relazione educativaAttenzione alla comunicazioneAttenzione alla comunicazione
Dargli il buon esempioDargli il buon esempioRispettandoloRispettandoloRispettando tutti i bambiniRispettando tutti i bambiniRispettando se stessi e gli altriRispettando se stessi e gli altri
1.1. LA FIDUCIALA FIDUCIACredere in lui, nelle sue possibilità (M. Credere in lui, nelle sue possibilità (M.
Montessori parla di “ESPLOSIONE”), ma Montessori parla di “ESPLOSIONE”), ma crederci davvero, altrimenti crederci davvero, altrimenti ………………….………………….
(“La Maschera e il volto” – il ruolo delle (“La Maschera e il volto” – il ruolo delle aspettative … - Rosenthal e Jacobson – aspettative … - Rosenthal e Jacobson – l’effetto Pigmalione)l’effetto Pigmalione)
Il bambino Il bambino vuolevuole essere bravo, se non si essere bravo, se non si sente bravo o rinuncia (rifiuto passivo) o sente bravo o rinuncia (rifiuto passivo) o diventa aggressivo (rifiuto attivo)diventa aggressivo (rifiuto attivo)
1.1. L’AUTOAPPRENDIMENTOL’AUTOAPPRENDIMENTO““Aiutami a fare da me”Aiutami a fare da me”
Prima di parlare di autoapprendimento Prima di parlare di autoapprendimento occorre riflettere sull’apprendimentooccorre riflettere sull’apprendimento
La Scuola, per sua natura, è un’istituzione programmaticamente, intenzionalmente e strutturalmente rivolta a promuovere l’apprendimento negli alunni. ( Cesare Scurati)
Ma…….cos’è per noi l’apprendimento?E soprattutto: i docenti del consiglio di classe hanno una stessa concezione dell’apprendimento in genere e di quello scolastico in particolare?
É indispensabile fare chiarezza su questo concetto chiedendo aiuto alle Scienze psicologiche, ma anche confrontandoci tra di noi fino a trovare una concezione condivisa.Altrimenti non potremmo mai essere in grado di progettare e realizzare una scuola come ambiente di apprendimento.
Il primo passo da fare è proporre al consiglio di classe di riflettere insieme sul concetto di apprendimento, sia per far emergere le concezioni spesso implicite che abbiamo al riguardo, sia per diventare consapevoli delle proprie convinzioni maturate nel tempo.Le une e le altre, infatti, influenzano fortemente il nostro agire come insegnanti, anche se spesso non ce ne accorgiamo.
Es: ricerca “Pigmalione in classe” ….Rosenthal e Jacobson
correnti psicologiche e modelli di apprendimento:
1. Il modello dell’associazione: l’apprendimento è dato dalla somma di tanti apprendimenti parziali ( Herbarth)
l l comportamentismo
l l
classico ( Pavlov) operante Thorndike: per prove ed
errori
Skinner: per rinforzo (TEORIE S-R)
2. Il modello del campoè questa la visione dell’apprendimento classicamente sostenuta dalla Psicologia della forma (Gestalt)
sostiene:
a) l’importanza dell’organizzazione complessiva rispetto al singolo elemento;
b)la necessità di privilegiare la capacità di cogliere in modo olistico le situazioni, di individuare i rapporti strutturali, i collegamenti esistenti, le tensioni…….
c) l’insightDALLA TEORIA DELLA GESTALT AL COGNITIVISMO
S-R S-O-R O = mente
IL modello della SCOPERTAIL modello della SCOPERTADEWEY e la scuola attivaDEWEY e la scuola attivapuerocentrismopuerocentrismoDall’insegnamento all’apprendimentoDall’insegnamento all’apprendimentoLearning by doingLearning by doing LIMITILIMITITempi di apprendimento lunghiTempi di apprendimento lunghiDispersione di energieDispersione di energie
3. Modello costruzionista
il modello costruzionista 1) organizzatori anticipati
= àncora a cui attaccare fornisce: le informazioni che saran_ no fornite (Ausubel, ap. Si- gnificativo
2) esempi.
ci si attende: capacità di trasposizione a nuova situazione (aspetti varianti, principio base è il medesimo): TRANSFERT
strumenti: - analogie- mappe concettuali
I PADRI DEL I PADRI DEL COSTRUZIONISMOCOSTRUZIONISMO
PIAGETPIAGET
Interazione bambino- Interazione bambino- ambiente, costruzione di ambiente, costruzione di
schemi, immagini, simboli per schemi, immagini, simboli per interpretare la realtà interpretare la realtà
(assimilazione-(assimilazione-accomodamento)accomodamento)
Fasi della costruzione del Fasi della costruzione del reale:reale:
Fase senso-motoria (0-2)Fase senso-motoria (0-2)Fase preoperatoria ( intuitiva, Fase preoperatoria ( intuitiva,
dominanza percettiva… 2-6)dominanza percettiva… 2-6)Fase operatorio-concreta(6-10)Fase operatorio-concreta(6-10)Fase operatorio-astratta (11…)Fase operatorio-astratta (11…)
LIMITI del COSTRUZIONIMO LIMITI del COSTRUZIONIMO PIAGETIANOPIAGETIANO
L’azione del costruire avviene L’azione del costruire avviene all’interno del soggetto, grazie ad un all’interno del soggetto, grazie ad un meccanismo che gli permette meccanismo che gli permette l’edificazione di abilità cognitivel’edificazione di abilità cognitive
L’aspetto sociale è considerato, ma L’aspetto sociale è considerato, ma in quanto avviene in parallelo allo in quanto avviene in parallelo allo sviluppo cognitivosviluppo cognitivo
BRUNERBRUNER
Fa un passo in avanti rispetto a Piaget: Fa un passo in avanti rispetto a Piaget: l’edificazione di abilità cognitive viene l’edificazione di abilità cognitive viene mediata dal linguaggio. Il bambino mediata dal linguaggio. Il bambino costruisce il reale interfacciandosi con la costruisce il reale interfacciandosi con la cultura. Il processo non è più solo interno cultura. Il processo non è più solo interno al soggetto che apprende….al soggetto che apprende….
L’appartenenza ad una cultura simbolica L’appartenenza ad una cultura simbolica permette al soggetto di sviluppare un permette al soggetto di sviluppare un pensiero simbolico-astrattopensiero simbolico-astratto
VYGOTSKIJVYGOTSKIJ
IL linguaggio non passa dalla fase IL linguaggio non passa dalla fase egocentrica a quella sociale: è da egocentrica a quella sociale: è da subito linguaggio sociale e il suo subito linguaggio sociale e il suo sviluppo avviene in parallelo con sviluppo avviene in parallelo con quello del pensiero. Poi i due processi quello del pensiero. Poi i due processi si incrociano influenzandosi a vicenda. si incrociano influenzandosi a vicenda. Inizia un approccio socio-costruttivistaInizia un approccio socio-costruttivista
Area di sviluppo potenzialeArea di sviluppo potenziale
NEO COSTRUZIONISMONEO COSTRUZIONISMOApprendimento sociale: il ruolo del Apprendimento sociale: il ruolo del
confronto e della condivisione non solo confronto e della condivisione non solo con la cultura di appartenenza e il con la cultura di appartenenza e il docente, ma anche con i pari (cooperative docente, ma anche con i pari (cooperative learning)learning)
Il ruolo delle emozioni nell’apprendimento Il ruolo delle emozioni nell’apprendimento (Goleman. L’intelligenza emotiva)(Goleman. L’intelligenza emotiva)
La motivazione ad apprendere(estrinseca-La motivazione ad apprendere(estrinseca-intrinseca)intrinseca)
SCUOLA…AMBIENTE DI APPRENDIMENTO
Da Scuola dell’insegnamento (trasmissivo, frontale, nozionistico..) a Scuola ambiente di apprendimento (bambino “costruttore” del suo sapere). l’attività è centrata sulla figura dell’insegnante
(insegnante onnipresente, scuola magistrocentrica);
prevale la modalità dell’insegnamento frontale seguito
da esercizi svolti individualmente, correzioni collettive SCUOLA: e interrogazioni; “Ambiente c’è un’attenzione pressochè esclusiva al programma di ministeriale; Insegnamento” la programmazione non è flessibile, adattabile, persona-
lizzabile, come invece dovrebbe essere (L. 517 del 1977);
la valutazione è riferita all’alunno medio, nell’ottica del
confronto tra alunni (+ bravo, - bravo….).
SCUOLA:“Ambiente
diApprendiment
o”
L’attività è calibrata sul bambino (scuola puerocentrica);
insegnante inteso come mediatore-facilitatore didattico;
prevale l’organizzazione flessibile del lavoro;
la programmazione è personalizzata;
la valutazione di un alunno è riferita alla crescita del singolo, non confrontato con la media della classe;
c’è attenzione all’apprendimento, sia inteso come processo che si svolge all’interno dell’alunno e provoca cambiamenti duraturi, sia come processo complesso in cui interagiscono più fattori (emotività, organizzazione, materiali, clima sociale, il confronto e la condivisione tra pari……).
FATTORI CHE INIBISCONO/FAVORISCONOL’APPRENDIMENTO
FATTORIAMBIENTALI
Collocazione delle scuole (zone ad alta densità di traffico);spazi (aule più o meno capienti, laboratori……);disponibilità di attrezzature, materiali didattici, scuolabus per spostamenti;interazione con il territorio.
FATTORISOCIO
CULTURALI
Livello socio-culturale della comunità di appartenenza;livello socio-culturale della famiglia;condizioni economiche della famiglia;presenza di libri, giornali in casa, abitudine a frequentare/visitare biblioteche, mostre …);interesse della famiglia/comunità per la scuola e la formazione delle giovani generazioni, valori professati …).
FATTORICORRELATI ALLA
PROFESSIONALITÁDEL DOCENTE
Passione per la professione;preparazione di base adeguata;disponibilità all’aggiornamento continuo;disponibilità alla ricerca-azione, sperimentazione …;esperienza in campo metodologico-didattico;disponibilità al confronto, al lavoro in team, alla collaborazione con le agenzie di apprendimento informale del territorio, con le famiglie, con gli enti locali …;capacità organizzativa;flessibilità mentale;capacità comunicative;capacità di autoanalisi e valutazione/autovalutazione;conoscenza Psicologia età evolutiva.
FATTORIPSICOLOGICI
Qualità della relazione-educativa;
emotività (controllo emozioni favorito da clima sociale positivo in classe e da un “sano” rapporto con le figure parentali);
Autostima, autoefficacia (locus of control) e fiducia in sé dell’alunno;
capacità di “gestione mentale” dell’alunno ( A. De La Garanderie);
capacità di rapportarsi serenamente e costruttivamente agli altri.
Il METODO E IL MATERIALEIl METODO E IL MATERIALE
Mezzo e non fineMezzo e non fineM. Montessori non voleva che il suo pensiero educativo M. Montessori non voleva che il suo pensiero educativo
venisse chiamato metodo proprio per evitarne la venisse chiamato metodo proprio per evitarne la cristallizzazione.cristallizzazione.
Non c’è il metodo, ci sono le scelte dell’insegnante che, Non c’è il metodo, ci sono le scelte dell’insegnante che, conoscendo i vari metodi, li analizza, li seleziona, li conoscendo i vari metodi, li analizza, li seleziona, li
modifica, adattandoli ai bisogni della classe e/o dei singoli modifica, adattandoli ai bisogni della classe e/o dei singoli alunnialunni
1. L’ottimizzazione degli apprendimenti: Dialogo pedagogico, profili pedagogici,tecniche di gestione mentale (De La Garanderie).
2. Strategie metacognitive.
3. La Ricerca-Azione.
4. a) Il pensiero degli insegnanti e la didattica;b) Comunicazione nella didattica.
5. Difficoltà di apprendimento e “precision teaching”.
L’ottimizzazione degli L’ottimizzazione degli apprendimentiapprendimenti
Perché assegnare un ruolo chiave allaCOMUNICAZIONE nella DIDATTICA?
1. Raccomandazioni Strategia di Lisbona 2010.2. RAPPORTO di INSEGNAMENTO/APPRENDIMENTO è di per sé un RAPPORTO di
COMUNICAZIONE.1° assioma Scuola di Palo Alto (pragmatica della comunicazione umana) “Non sipuò non comunicare”.Generalmente né gli alunni né gli insegnanti sono consapevoli di ciò che comuni-cano effettivamente.Agli alunni non è stato insegnato dalla scuola!Agli insegnanti non è stato insegnato durante il loro percorso di formazione!
3. Era della comunicazione digitale.
La COMUNICAZIONE DIGITALE NON PUÓCANCELLARE e ANNULLARE
altre forme di COMUNICAZIONE
• Rischio: SPERSONALIZZAZIONE della COMUNICAZIONE.
• Necessità: IMPARARE a COMUNICARE e a COMPRENDERE il SIGNIFICATO di ciò CHE SI DICE. Divenire consapevoli delle conseguenze della propria comunicazione verbale e non.
• Mezzo: PNL.
UN MODELLO di SCUOLA UN MODELLO di SCUOLA INCLUSIVAINCLUSIVA
La “ ESCOLA DA PONTE “ Vila das La “ ESCOLA DA PONTE “ Vila das Aves- Portogallo. È una scuola statale; Aves- Portogallo. È una scuola statale; gli insegnanti, di ruolo, chiedono di gli insegnanti, di ruolo, chiedono di potervi insegnare e debbono potervi insegnare e debbono sottoporsi ad un colloquio con il teamsottoporsi ad un colloquio con il team
Fondata nel 1975 da un gruppo di Fondata nel 1975 da un gruppo di insegnanti, coordinati da José insegnanti, coordinati da José Pacheco, che volevano una scuola Pacheco, che volevano una scuola diversa: di tutti e per tuttidiversa: di tutti e per tutti
È una non gradeed schoolÈ una non gradeed schoolOrganizzata per gruppi di alunni (modello 3 x 3)Organizzata per gruppi di alunni (modello 3 x 3)Passaggio da un gruppo all’altro non a scadenze Passaggio da un gruppo all’altro non a scadenze
fisse, ma in base a maturazione competenzefisse, ma in base a maturazione competenzeB. hanno un piano di lavoro quindicinale, B. hanno un piano di lavoro quindicinale,
all’interno del quale strutturano il loro personale all’interno del quale strutturano il loro personale “plan de dia”“plan de dia”
Autoapprendimento monitorato Autoapprendimento monitorato settimanalmente dal tutorsettimanalmente dal tutor
AUTOAPPRENDIMENTO GUIDATO E AUTOAPPRENDIMENTO GUIDATO E MONITORATO SETTIMANALMENTE MONITORATO SETTIMANALMENTE DAL TUTORDAL TUTOR
AUTOVALUTAZIONEAUTOVALUTAZIONEScelta attività opzionaliScelta attività opzionaliScelta dei compiti a casaScelta dei compiti a casaSolidarietà, cooperazione, Solidarietà, cooperazione,
costruzione di un ambiente serenocostruzione di un ambiente sereno