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Report – settembre 2017
Osservatorio PMI Innovative
Analisi delle PMI Innovative iscritte al registro delle imprese al 31.08.2017 Premessa
L’analisi esposta in questo report1 è relativa all’elenco di PMI innovative pubblicato, ed aggiornato
settimanalmente, dal Ministero dello Sviluppo Economico (in seguito – “MISE”), che vede la
presenza al 31.08.2017 di n. 620 aziende (+ 17 rispetto al 31.07.2017).
Gli aspetti trattati in questa analisi riguardano:
- natura giuridica;
- settore di attività;
- dimensione per valore della produzione, numero di addetti e valore del capitale;
- anzianità;
- area geografica;
- requisiti di innovazione;
- prevalenza giovanile, femminile o straniera.
Nel presente report, inoltre, è stato svolto un approfondimento2 su un campione di aziende,
esaminandone i bilanci e alcune caratteristiche di corporate governance, potendo quindi
individuare alcune ulteriori variabili, soprattutto di natura economico-finanziaria, non ricomprese
nel database pubblicato dal MISE.
1 Il report è stato elaborato dal gruppo di lavoro dell’Osservatorio sulle PMI innovative, costituito presso l’Università di Pisa, con il supporto di Bernoni Grant Thornton. Per l’università di Pisa hanno collaborato Marco Allegrini, responsabile scientifico dell’Osservatorio, Santo Longo e Giulio Greco. 2 Cfr. paragrafi 8 e 9
1. Natura giuridica
Le unità presenti nell’elenco pubblicato dal MISE presentano solitamente la forma giuridica di
società a responsabilità limitata (491 unità, pari a poco più del 79% della popolazione esaminata).
Rari sono i casi di società consortili e di società cooperative.
Tabella 1 - Natura giuridica
NATURA GIURIDICA FREQUENZA
n° %
Società a responsabilità limitata 491 79,19%
Società per azioni 119 19,19%
Società consortile 2 0,32%
Società cooperativa 8 1,29%
TOTALE 620 100,00%
Con riferimento alle società a responsabilità limitata, si è rilevato che in 32 casi su 491 si è in
presenza di S.r.l. con un unico socio e che in 3 unità è stata adottata la S.r.l. “semplificata”
(S.r.l.s.).
Dei 119 casi di società per azioni, 5 unità hanno un socio unico.
Le due società consortili iscritte nel registro delle PMI innovative sono costituite da una società
consortile per azioni e da una società consortile a responsabilità limitata.
I risultati che vedono la netta prevalenza delle società a responsabilità limitata sono da
considerare coerenti e compatibili con la dimensione delle aziende, aspetto in seguito analizzato.
2. Settore di attività
L’analisi dei settori di attività evidenzia la netta prevalenza del settore dei servizi, seguito
dall’industria/artigianato. Sono rarissimi i casi di aziende qualificate come PMI innovative
appartenenti ai settori del turismo e dell’agricoltura o pesca.
Tabella 2 - Settore di attività
SETTORE FREQUENZA
n° %
Servizi 391 63,06%
Industria/artigianato 189 30,48%
Commercio 32 5,16%
Turismo 4 0,65%
Agricoltura/pesca 1 0,16%
n.d. 3 0,48%
TOTALE 620 100,00%
Sulla base dei codici Ateco 2007 nell’elenco fornito dal MISE sono riportate anche le descrizioni
più specifiche dell’attività svolta dalle PMI innovative.
Si è riscontrata, come si può notare dalla tabella n.3, la particolare diffusione delle seguenti attività:
produzione di software, consulenza informatica; ricerca scientifica e sviluppo; fabbricazione di
computer e prodotti di elettronica e ottica.
Tabella 3 - Attività specifica
ATTIVITA' FREQUENZA
J 62 PRODUZIONE DI SOFTWARE, CONSULENZA INFORMATICA E ATTIVITA' C 167M 72 RICERCA SCIENTIFICA E SVILUPPO 76C 26 FABBRICAZIONE DI COMPUTER E PRODOTTI DI ELETTRONICA E OTTICA 48C 28 FABBRICAZIONE DI MACCHINARI ED APPARECCHIATURE NCA 32M 70 ATTIVITA' DI DIREZIONE AZIENDALE E DI CONSULENZA GESTIONALE 27M 71 ATTIVITA' DEGLI STUDI DI ARCHITETTURA E D'INGEGNERIA; COLLAU 24G 47 COMMERCIO AL DETTAGLIO (ESCLUSO QUELLO DI AUTOVEICOLI E DI M 17C 27 FABBRICAZIONE DI APPARECCHIATURE ELETTRICHE ED APPARECCHIATU 17J 63 ATTIVITA' DEI SERVIZI D'INFORMAZIONE E ALTRI SERVIZI INFORMA 17M 74 ALTRE ATTIVITA' PROFESSIONALI, SCIENTIFICHE E TECNICHE 15C 20 FABBRICAZIONE DI PRODOTTI CHIMICI 13G 46 COMMERCIO ALL'INGROSSO (ESCLUSO QUELLO DI AUTOVEICOLI E DI M 13M 73 PUBBLICITA' E RICERCHE DI MERCATO 12C 21 FABBRICAZIONE DI PRODOTTI FARMACEUTICI DI BASE E DI PREPARAT 11C 25 FABBRICAZIONE DI PRODOTTI IN METALLO (ESCLUSI MACCHINARI E A 10C 32 ALTRE INDUSTRIE MANIFATTURIERE 9C 30 FABBRICAZIONE DI ALTRI MEZZI DI TRASPORTO 8F 43 LAVORI DI COSTRUZIONE SPECIALIZZATI 8J 58 ATTIVITA' EDITORIALI 8C 22 FABBRICAZIONE DI ARTICOLI IN GOMMA E MATERIE PLASTICHE 7C 33 RIPARAZIONE, MANUTENZIONE ED INSTALLAZIONE DI MACCHINE ED AP 6D 35 FORNITURA DI ENERGIA ELETTRICA, GAS, VAPORE E ARIA CONDIZION 6P 85 ISTRUZIONE 6N 82 ATTIVITA' DI SUPPORTO PER LE FUNZIONI D'UFFICIO E ALTRI SERV 5J 59 ATTIVITA' DI PRODUZIONE, POST-PRODUZIONE E DISTRIBUZIONE CIN 4J 61 TELECOMUNICAZIONI 4C 18 STAMPA E RIPRODUZIONE DI SUPPORTI REGISTRATI 3C 23 FABBRICAZIONE DI ALTRI PRODOTTI DELLA LAVORAZIONE DI MINERAL 3L 68 ATTIVITA' IMMOBILIARI 3N 79 ATTIVITA' DEI SERVIZI DELLE AGENZIE DI VIAGGIO, DEI TOUR OPE 3N 81 ATTIVITA' DI SERVIZI PER EDIFICI E PAESAGGIO 3R 93 ATTIVITA' SPORTIVE, DI INTRATTENIMENTO E DI DIVERTIMENTO 3N.S. 3C 10 INDUSTRIE ALIMENTARI 2C 13 INDUSTRIE TESSILI 2C 14 CONFEZIONE DI ARTICOLI DI ABBIGLIAMENTO; CONFEZIONE DI ARTIC 2C 17 FABBRICAZIONE DI CARTA E DI PRODOTTI DI CARTA 2C 31 FABBRICAZIONE DI MOBILI 2G 45 COMMERCIO ALL'INGROSSO E AL DETTAGLIO E RIPARAZIONE DI AUTOV 2H 52 MAGAZZINAGGIO E ATTIVITA' DI SUPPORTO AI TRASPORTI 2K 64 ATTIVITA' DI SERVIZI FINANZIARI (ESCLUSE LE ASSICURAZIONI E 2A 01 COLTIVAZIONI AGRICOLE E PRODUZIONE DI PRODOTTI ANIMALI, CACC 1C 24 METALLURGIA 1C 29 FABBRICAZIONE DI AUTOVEICOLI, RIMORCHI E SEMIRIMORCHI 1F 41 COSTRUZIONE DI EDIFICI 1F 42 INGEGNERIA CIVILE 1I 55 ALLOGGIO 1J 60 ATTIVITA' DI PROGRAMMAZIONE E TRASMISSIONE 1K 66 ATTIVITA' AUSILIARIE DEI SERVIZI FINANZIARI E DELLE ATTIVITA 1M 69 ATTIVITA' LEGALI E CONTABILITA' 1N 77 ATTIVITA' DI NOLEGGIO E LEASING OPERATIVO 1Q 86 ASSISTENZA SANITARIA 1Q 88 ASSISTENZA SOCIALE NON RESIDENZIALE 1S 96 ALTRE ATTIVITA' DI SERVIZI PER LA PERSONA 1
TOTALE 620
3. Dimensione
La dimensione delle PMI innovative è misurata, nel database fornito dal MISE, dai seguenti
parametri:
- valore della produzione;
- numero di addetti;
- valore del capitale.
L’analisi dei dati sul valore della produzione evidenzia una più alta frequenza nella fascia 100.001
– 500.0000 euro.
Il 59% circa delle unità ha un valore della produzione inferiore a un milione di euro. Da notare,
inoltre, che non sono presenti unità con un valore della produzione superiore a € 50.000.000, il che
d’altra parte è compatibile con la qualifica di “PMI”.
Tabella 4 - Valore della produzione
VALORE DELLA PRODUZIONE FREQUENZA
n° %
0 - 100.000 euro 87 14,03%
100.001 - 500.000 euro 186 30,00%
500.001 - 1.000.000 euro 93 15,00%
1.000.001 - 2.000.000 euro 67 10,81%
2.000.001 - 5.000.000 euro 94 15,16%
5.000.001 - 10.000.000 euro 35 5,65%
10.000.001 - 50.000.000 euro 45 7,26%
Più di 50.000.000 euro 0 0,00%
n.d. 13 2,10%
TOTALE 620 100,00%
L’analisi sul numero di addetti (successiva tabella 5) evidenzia che più della metà delle PMI
innovative hanno meno di 10 addetti e che meno del 9% delle unità presenta più di 50 addetti.
Tabella 5 - Numero di addetti
NUMERO DI ADDETTI FREQUENZA
n° %
0 - 4 208 33,55%
5 - 9 126 20,32%
10 - 19 103 16,61%
20 - 49 81 13,06%
50 - 249 53 8,55%
almeno 250 0 0,00%
n.d. 49 7,90%
TOTALE 620 100,00%
Dal punto di vista della dotazione di capitale, si rileva che il 9% circa della popolazione di PMI
innovative ha un capitale pari o superiore a 1 milione di euro e che oltre il 64% delle unità presenta
un capitale inferiore o uguale a 100 mila euro.
Tabella 6 - Classe di capitale
CLASSE DI CAPITALE FREQUENZA
n° %
1 euro 0 0,00%
da 1 fino a 5mila euro 2 0,32%
da 5 a 10mila euro 111 17,90%
da 10 a 50mila euro 183 29,52%
da 50 a 100mila euro 102 16,45%
da 100 a 250mila euro 80 12,90%
da 250 a 500mila euro 35 5,65%
da 500 a 1mln euro 43 6,94%
da 1 a 2,5mln euro 29 4,68%
da 2,5 a 5mln euro 14 2,26%
più di 5 mln euro 13 2,10%
n.d. 8 1,29%
TOTALE 620 100,00%
4. Anzianità
Anzianità della società
Il database fornito dal MISE riporta per ciascuna società iscritta la data di iscrizione alla sezione
delle PMI innovative, la data di iscrizione al registro delle imprese e la data di inizio dell’esercizio
effettivo dell’attività.
Quest’ultimo dato consente di individuare il grado di anzianità delle imprese iscritte, aspetto che
può essere rilevante per comprendere una importante variabile demografica della popolazione e
per l’interpretazione degli altri dati rilevati.
Si sono così determinati3 i valori di media, mediana (punto centrale della distribuzione delle
imprese ordinate per anzianità), moda (valore di anzianità che presenta la maggiore frequenza) e
valore massimo.
Tabella 7 – Dati su “anzianità della società” (in anni)
Media 10 Mediana 7 Moda 6-7 Max 91
3 Limitatamente alle 600 aziende, sulle 620 iscritte, nei quali è indicata la data di inizio attività nell’elenco pubblicato dal MISE.
Si nota che la media risulta piuttosto elevata (10 anni), il che rende evidente come la popolazione
delle PMI innovative sia sostanzialmente diversa rispetto a quella delle start-up innovative.
Peraltro, il valore medio risulta influenzato da alcune unità che sono state costituite e rese attive da
diversi decenni: si pensi ad un’azienda che ha iniziato l’attività ben 91 anni fa (valore massimo di
anzianità).
In conseguenza dell’effetto parzialmente distorsivo sulla media delle unità con particolare
anzianità, il valore della mediana, che risulta pari a 7 anni, è da considerare più rappresentativo
delle caratteristiche della popolazione esaminata. Questo significa che, al 31 agosto 2017, metà
delle imprese iscritte nel registro delle PMI innovative4 è attiva da meno di 7 anni e che l’altra metà
ha una durata maggiore rispetto a tale soglia.
La moda, calcolata per anno, è compresa tra 6 e 7 anni; ben 92 aziende presentano, infatti, tale
durata. Da considerare inoltre che 78 aziende hanno iniziato l’attività in un periodo compreso tra 5
e 6 anni fa. Questi valori di anzianità (5, 6 e 7 anni) sono quelli che presentano la maggiore
frequenza.
Anzianità dell’iscrizione al registro delle PMI innovative
E’ stato inoltre analizzato il tempo trascorso tra la data di iscrizione nel registro delle PMI
innovative e la data di riferimento del presente rapporto (31 agosto 2017).
Per approfondire questo dato, si presenta la tabella basata sul mese di iscrizione delle società nel
registro5.
Ad agosto 2017 si sono iscritte 17 società (erano state 16 ad agosto 2016 e 6 ad agosto 2015). I
valori più elevati si riferiscono alle società iscritte a dicembre 2016 e a febbraio 2017 (54). Si nota
altresì un significativo incremento nel numero di iscrizioni mensili, con un deciso “cambio di passo”
a partire da settembre 2016.
Come ulteriore elemento di sintesi, si consideri che delle società presenti nel registro alla data del
31 agosto 2017:
- 91 si sono iscritte nel corso del 2015 (da aprile);
- 269 si sono iscritte nel 2016;
- 260 si sono iscritte nei primi otto mesi del 2017.
4 Tra le 600 aziende, sulle 620 iscritte, nei quali è indicata la data di inizio attività nell’elenco pubblicato dal MISE. 5 La tabella è riferita alle sole società ancora iscritte nel registro alla data di riferimento del presente rapporto (31 agosto 2017) e non considera le società che, seppur iscrittesi nel registro dal momento della sua istituzione, si sono successivamente cancellate.
Tabella 8 – Frequenza per “anzianità dell’iscrizione al Registro” (in mesi)
MESE DI ISCRIZIONE
ANZIANITA' (in mesi) FREQUENZA
apr-15 28 1 mag-15 27 3 giu-15 26 5 lug-15 25 16 ago-15 24 6 set-15 23 13 ott-15 22 15 nov-15 21 12 dic-15 20 20 gen-16 19 15 feb-16 18 15 mar-16 17 13 apr-16 16 12 mag-16 15 23 giu-16 14 27 lug-16 13 12 ago-16 12 16 set-16 11 32 ott-16 10 26 nov-16 9 24 dic-16 8 54 gen-17 7 41 feb-17 6 54 mar-17 5 34 apr-17 4 27 mag-17 3 19 giu-17 2 26 lug-17 1 42 ago-17 0 17
TOTALE 620
Anche in questo caso, basandosi sul mese di iscrizione al registro, sono stati determinati i valori di
media, mediana (punto centrale della distribuzione delle imprese ordinate per anzianità), moda
(valore di anzianità che presenta la maggiore frequenza) e valore massimo. Stavolta,
considerando il minor periodo trascorso, i valori riportati nella tabella sono espressi in mesi,
anziché in anni.
Tabella 9 – Dati su “anzianità dell’iscrizione al Registro” (in mesi)
Media 10,3 Mediana 8,0 Moda 8 e 6 Max 28
Mediamente le società si sono iscritte nel registro da meno di un anno. 396 aziende (quasi il 64%
del totale) sono iscritte da meno di 12 mesi (ossia dal 1° settembre 2016).
5. Area geografica
Su base regionale, come si vede dalla tabella successiva, la Lombardia, con ben 166 casi,
presenta il maggiore numero di società iscritte nel registro delle PMI innovative alla data del 31
agosto 2017.
Tutte le altre regioni presentano dati sensibilmente inferiori. Si riscontra una frequenza pari a 54
per il Piemonte e compresa tra le 40 e 50 per (in ordine decrescente) Lazio, Emilia Romagna,
Veneto e Campania.
Tabella 10 – Area geografica – Base regionale
REGIONE FREQUENZA n° %
Abruzzo 13 2,10% Basilicata 3 0,48% Calabria 13 2,10% Campania 41 6,61% Emilia Romagna 49 7,90% Friuli Venezia Giulia 24 3,87% Lazio 50 8,06% Liguria 21 3,39% Lombardia 166 26,77% Marche 22 3,55% Molise 1 0,16% Piemonte 54 8,71% Puglia 38 6,13% Sardegna 11 1,77% Sicilia 16 2,58% Toscana 28 4,52% Trentino Alto Adige 11 1,77% Umbria 8 1,29% Valle d'Aosta 3 0,48% Veneto 48 7,74% TOTALE 620 100,00%
A livello provinciale il maggior numero di PMI innovative è a Milano, con 116 aziende al 31 agosto
2017. Seguono Torino, Roma, Napoli, Bari, Bologna e Genova.
Tabella 11 – Area geografica – Base provinciale
PROVINCIA n° PMI innovative
Milano MI 116 Arezzo AR 3 Torino TO 44 Chieti CH 3 Roma RM 42 Cremona CR 3 Napoli NA 22 Cuneo CN 3 Bari BA 19 Fermo FM 3 Bologna BO 18 Forlì-Cesena FC 3 Genova GE 18 Frosinone FR 3 Padova PD 14 La Spezia SP 3 Modena MO 13 Latina LT 3 Bergamo BG 12 Macerata MC 3 Cagliari CA 10 Matera MT 3 Pordenone PN 10 Novara NO 3 Trento TN 10 Perugia PG 3 Pisa PI 10 Pistoia PT 3 Ancona AN 10 Reggio Emilia RE 3 Brescia BS 9 Rovigo RO 3 Cosenza CS 9 Biella BI 2 Trieste TS 9 Ferrara FE 2 Verona VR 9 Lecco LC 2 Catania CT 8 Pesaro e Urbino PU 2 Salerno SA 8 Ravenna RA 2 Monza e della Brianza MB 8 Rimini RN 2 Treviso TV 8 Trapani TP 2 Venezia VE 7 Agrigento AG 1 Benevento BN 6 Alessandria AL 1 Vicenza VI 6 Asti AT 1 Avellino AV 5 Belluno BL 1 Como CO 5 Bolzano BZ 1 Firenze FI 5 Campobasso CB 1 Foggia FG 5 Catanzaro CZ 1 Lecce LE 5 Crotone KR 1 Parma PR 5 Gorizia GO 1 Pavia PV 5 L'Aquila AQ 1 Pescara PE 5 Livorno LI 1 Taranto TA 5 Lodi LO 1 Terni TR 5 Massa-Carrara MS 1 Varese VA 5 Messina ME 1 Ascoli Piceno AP 4 Piacenza PC 1 Brindisi BR 4 Potenza PZ 1 Palermo PA 4 Prato PO 1 Siena SI 4 Reggio Calabria RC 1 Teramo TE 4 Rieti RI 1 Udine UD 4 Sassari SS 1 Aosta AO 3 Vibo Valentia VV 1 TOTALE 620
6. Requisiti di innovazione
Si ricordano, innanzitutto, i requisiti “alternativi” (almeno 2 su 3) di innovazione previsti dalle
disposizioni normative:
- 1° requisito: almeno 3% del maggiore tra costi e valore totale della produzione riguarda attività
di ricerca e sviluppo;
- 2° requisito: team formato per 1/3 da personale in possesso di laurea magistrale; oppure per
1/5 da dottorandi, dottori di ricerca o laureati con 3 anni di esperienza in attività di ricerca
certificata;
- 3° requisito: impresa depositaria o licenziataria di privativa industriale, oppure titolare di
software registrato.
La tabella di seguito riportata illustra la frequenza, assoluta e percentuale, dei casi in cui ciascun
requisito risulta soddisfatto.
Tabella 12 - Requisiti di innovazione
REQUISITO FREQUENZA
n° % su totale
1° requisito R&S 547 88,23%
2° requisito Team 445 71,77%
3° requisito Brevetto o software 408 65,81%
Si desume, quindi, che le PMI innovative generalmente (oltre l’88%) soddisfano il primo requisito,
ovvero investono in attività di ricerca e sviluppo almeno il 3% del maggiore tra costi e valore totale
della produzione.
Anche gli altri due requisiti (riferiti, rispettivamente, al titolo di studio ed esperienza in attività di
ricerca e alla proprietà intellettuale) sono soddisfatti dalla maggioranza della popolazione di PMI
innovative, ma con minore frequenza.
Un ulteriore aspetto analizzato riguarda la frequenza delle combinazioni dei 2 requisiti soddisfatti o
di tutti e tre, nonché la descrizione delle varie casistiche che si presentano a tale riguardo.
Ebbene, risulta che nella maggioranza dei casi (ben 448, vale a dire oltre il 72% delle unità)
vengono soddisfatti due requisiti su tre, mentre 167 aziende (quasi il 27%) presentano tutti e tre i
requisiti.
Tabella 13 - N. requisiti soddisfatti
REQUISITI SODDISFATTI FREQUENZA
n° %
1° e 2° 208 33,55%
1° e 3° 171 27,58%
2° e 3° 69 11,13%
tutti e 3 167 26,94%
n.d. o 1 5 0,81%
TOTALE 620 100,00%
Nei casi in cui vengono soddisfatti due requisiti, normalmente è presente il primo, in abbinamento
con il secondo (208 casi) o con il terzo (171 casi).
7. Prevalenza giovanile, femminile o straniera
Il database del MISE mette in evidenza i casi di assetto proprietario e di governance nei quali si ha
una prevalenza:
- giovanile;
- femminile;
- straniera. Tabella 14 – Descrizione dei casi con prevalenza femminile, giovanile e straniera6
PREVALENZA FEMMINILE GIOVANILE STRANIERA
n° % n° % n° %
n.d. 36 5,81% 32 5,16% 33 5,32%
No 532 85,81% 546 88,06% 581 93,71%
Maggioritaria 17
8,39%
11
6,77%
1
0,97% Forte 22 24 4
Esclusiva 13 7 1
TOTALE 620 100,00% 620 100,00% 620 100,00% 6 La prevalenza è definita secondo varie qualificazioni. Maggioritaria [% del capitale sociale + % Amministratori] / 2 > 50%
Forte [% del capitale sociale + % Amministratori] / 2 > 66%
Esclusiva [% del capitale sociale + % Amministratori] / 2 = 100%
Considerando insieme i casi classificati come (prevalenza) “maggioritaria”, “forte” ed “esclusiva”, si
ricava che solo rarissimamente nelle PMI innovative si è in presenza di una prevalenza
proprietaria e/o di management straniera (meno dell’1%); in alcuni casi si è in presenza di una
“prevalenza femminile” (52 casi, l’8,39%) o di una “prevalenza giovanile” (42 casi, il 6,77%).
Le aziende con prevalenza femminile e giovanile, sono state poi messe in relazione con le
seguenti variabili7:
- settore di attività;
- dimensione;
- requisiti di innovazione.
In relazione al settore di attività di provenienza delle aziende con prevalenza femminile e giovanile,
si riscontra che nella maggioranza dei casi operano nel settore dei servizi (30 su 52 nel caso di
PMI innovative a prevalenza femminile, 30 su 42 nel caso di PMI innovative con prevalenza
giovanile).
Rispetto alla dimensione, si riscontra che le imprese con prevalenza giovanile sono generalmente
più piccole della media: quasi l’86% ha un valore della produzione inferiore a 500 mila euro e
nessuna presenta un valore superiore a 2 milioni di euro.
Le imprese con prevalenza femminile presentano invece un valore della produzione che
generalmente si discosta di meno da quello registrato dal totale delle PMI innovative, e comunque
superiore rispetto alle imprese con prevalenza giovanile. Si veda, in proposito, la seguente tabella:
Tabella 15 – Valore della produzione nelle PMI innovative con prevalenza femminile e giovanile
VALORE DELLA PRODUZIONE
prev. FEMMINILE prev. GIOVANILE PMI INNOVATIVE
n° % n° % n° %
0 - 100.000 euro 10 19,23% 17 40,48% 87 14,03%
100.001 - 500.000 euro 19 36,54% 19 45,24% 186 30,00%
500.001 - 1.000.000 euro 10 19,23% 2 4,76% 93 15,00%
1.000.001 - 2.000.000 euro 4 7,69% 3 7,14% 67 10,81%
2.000.001 - 5.000.000 euro 3 5,77% 0 0,00% 94 15,16%
5.000.001 - 10.000.000 euro 3 5,77% 0 0,00% 35 5,65%
10.000.001 - 50.000.000 euro 3 5,77% 0 0,00% 45 7,26%
Più di 50.000.000 euro 0 0,00% 0 0,00% 0 0,00%
n.d. 0 0,00% 1 2,38% 13 2,10%
TOTALE 52 100,00% 42 6,77% 620 100,00%
7 L’analisi non è stata rappresentata per le imprese con prevalenza straniera, considerando il numero esiguo (6) che presentano tale caratteristica.
Un dato di sintesi piuttosto eloquente è rappresentato dalla frequenza delle imprese con un valore
della produzione fino a un milione di euro, che nelle imprese con prevalenza giovanile è del
90,48%, nelle imprese con prevalenza femminile è del 75%, mentre nella popolazione complessiva
delle PMI innovative è del 59,03%.
La variabile dimensione è stata analizzata anche con riferimento al numero di addetti. I risultati
confermano quanto già espresso in relazione al parametro valore della produzione, ovvero che
soprattutto le imprese con prevalenza giovanile sono di minore dimensione rispetto alla
popolazione complessiva delle PMI innovative.
Tabella 16 – Numero di addetti nelle PMI innovative con prevalenza femminile e giovanile
NUMERO DI ADDETTI prev. FEMMINILE prev. GIOVANILE PMI INNOVATIVE
n° % n° % n° %
0 - 4 20 38,46% 24 57,14% 208 33,55%
5 - 9 14 26,92% 7 16,67% 126 20,32%
10 - 19 6 11,54% 3 7,14% 103 16,61%
20 - 49 2 3,85% 0 0,00% 81 13,06%
50 - 249 4 7,69% 0 0,00% 53 8,55%
almeno 250 0 0,00% 0 0,00% 0 0,00%
n.d. 6 11,54% 8 19,05% 49 7,90%
TOTALE 52 100,00% 42 100,00% 620 100,00%
Si consideri che quasi il 74% delle imprese con prevalenza giovanile impiega meno di 10 addetti,
contro il 65,38% delle imprese con prevalenza femminile e il 53,87% delle PMI innovative nel loro
complesso.
Un’ulteriore analisi riguarda la tipologia di requisiti di innovazione soddisfatti dalle PMI innovative
con prevalenza femminile o giovanile. Tabella 17 - Requisiti innovazione nelle imprese con prevalenza giovanile e femminile
REQUISITO prev. FEMMINILE prev. GIOVANILE PMI INNOVATIVE
n° % su totale n° % su totale n° %
1° requisito "R&S" 46 88,46% 37 88,10% 547 88,23%
2° requisito "Team" 34 65,38% 36 85,71% 445 71,77%
3° requisito "Brevetto o software" 36 69,23% 18 42,86% 408 65,81%
Nelle imprese con prevalenza femminile il primo requisito è soddisfatto in quasi l’89% dei casi,
mentre il secondo e il terzo requisito riscontrano una frequenza minore. La prevalenza del primo
requisito rispecchia il dato complessivo delle PMI innovative iscritte nel registro; tuttavia, è da
sottolineare che nel caso delle imprese con prevalenza femminile il terzo requisito risulta, seppur
di poco, più frequentemente soddisfatto rispetto al secondo, diversamente da quanto avviene per il
complesso delle PMI innovative. In altri termini, nelle imprese con prevalenza femminile risulta più
diffusa la presenza di diritti di privativa industriale o di titolarità di software registrato.
Nelle imprese con prevalenza giovanile vengono generalmente soddisfatti i primi due requisiti,
mentre il terzo è presente in meno della metà delle organizzazioni. Il dato di frequenza sul primo
requisito (90,24%) rispecchia quello riscontrato per tutte le PMI innovative, mentre per le imprese a
prevalenza giovanile si riscontra una maggiore frequenza del secondo requisito e una minore
diffusione del terzo requisito. In altri termini, nelle imprese a prevalenza giovanile risulta più
frequente il coinvolgimento di personale qualificato, ma è meno diffusa la presenza di diritti di
privativa industriale o di titolarità di software registrato.
Tra le imprese a prevalenza femminile e quelle a prevalenza giovanile, pertanto, si riscontrano
differenze piuttosto significative nel 2° requisito (competenze qualificate del team) molto più diffuso
nelle imprese con prevalenza giovanile, e nel 3° requisito (presenza di diritti di privativa industriale
o di titolarità di software registrato) molto più diffuso nelle imprese con prevalenza femminile.
In 3 casi l’impresa iscritta al registro delle PMI innovative è sia a prevalenza femminile che a
prevalenza giovanile.
8. Grandezze economico finanziarie
L’analisi è stata condotta sulla base di precise scelte metodologiche: la selezione del campione è
avvenuta in modo casuale tra le aziende iscritte come PMI Innovative8 nella sezione speciale del
registro delle imprese. Il campione è composto da 71 aziende (oltre l’11% del totale) appartenenti
a diversi settori ed i bilanci considerati9 fanno riferimento alla data 31/12/2015. Si precisa che alla
data di svolgimento dell’analisi, il bilancio dell’esercizio 2015 era l’ultimo disponibile
pubblicamente, non essendo ancora disponibili quelli relativi all’esercizio 2016.
Lo studio10 ha l’obiettivo di delineare le caratteristiche essenziali delle performance economico-
finanziarie di questa particolare categoria d’impresa e di alcune caratteristiche di governance.
Le variabili economico-finanziarie analizzate riguardano:
• Fatturato
• Totale attivo patrimoniale
• Indebitamento bancario
• Patrimonio netto
• Risultato economico di esercizio (utile/perdita)
Sono stati inoltri elaborati gli indici reddituali del ROA e dell’ asset turnover.
Fatturato Una prima analisi è stata condotta sul fatturato ed è evidenziata dal grafico seguente: Grafico 1 – Classi di fatturato (in euro)
8 Alla data del 31.07.2017. 9 Reperiti sul database AIDA-Bureau Van Dijk. 10 Le cui prime conclusioni, evidenziate in queste pagine, devono essere interpretate alla luce della ridotta dimensione e rappresentatività del campione
minore di 250.000
25%
da 250.000 a 1 milione
30%
da 1 a 5 milioni28%
da 5 a 20 milioni
14%
da 20 a 50 milioni
3%
Fatturato
Sono state considerate sei classi di fatturato: le più popolate sono quelle relative a un fatturato
inferiore ad un milione di euro, che rappresentano il 55% del campione. Questo dato è in linea con
la prevalente dimensione medio-piccola del tessuto imprenditoriale italiano e la proporzionalità
inversa fra fatturato e concentrazione delle aziende. Il dato è assolutamente coerente, inoltre, con i
dati della tabella 4 relativa al valore della produzione dell’intera popolazione delle PMI innovative,
secondo cui il 59% delle unità ha un valore della produzione inferiore a un milione di euro.
Sul fatturato si è svolta anche un’analisi riguardante la variazione emersa rispetto all’anno
precedente al 2015. Il dato non è presente per tutte le aziende; per le 69 unità per le quali è stato
possibile il confronto è risultato che 41 (il 59,4%) presentano un fatturato in crescita e che 28 (il
40,6%) presentano un fatturato in decrescita.
Sulla base della suddivisione attuata dal registro delle imprese, abbiamo effettuato una
classificazione per settore: commercio, industria o artigianato e servizi. Le aziende di servizi sono
34, le aziende industriali 35 e solo 2 le aziende commerciali. Mediamente le aziende industriali
fatturano 4.349.939 euro e le aziende di servizi 1.427.475 euro. Infine, le aziende che si occupano
di commercio presentano in media un fatturato di 1.114.776 euro. La composizione del fatturato
complessivo nei tre macro-settori, per le 71 aziende utilizzate come campione, è: industria 75%,
servizi 24% e commercio 1%.
Totale Attivo Patrimoniale e Indebitamento Bancario
Circa la metà delle aziende analizzate ha un attivo contenuto a meno di un milione di euro; oltre un
terzo ha un attivo compreso tra i 250.000 e un milione di euro, mentre quasi un altro terzo ha un
attivo compreso tra 1 e 5 milioni di euro.
Grafico 2 – Classi di totale attivo (in euro)
minore di 250.000
13%
da 250.000 a 1 milione
36%da 1 a 5 milioni
29%
da 5 a 20 milioni
15%
da 20 a 50 milioni
7%
Totale Attivo
La quasi totalità delle aziende fa ricorso al debito bancario. Le posizioni considerate singolarmente
non vanno mai oltre i 250.000 euro. Il dato non è tuttavia indice di particolare solidità o autonomia
finanziaria se andiamo a considerare il patrimonio netto.
Patrimonio Netto
Il Patrimonio netto aziendale, in considerazione del fatto che il 97% delle aziende fa ricorso ad
istituti di credito per finanziarsi, se rapportato al totale dell’attivo patrimoniale, si attesta intorno ad
un valore del 30%, dato da cui emerge la relativamente bassa capitalizzazione, tipica delle
aziende italiane e delle PMI.
Inoltre nella metà dei casi il Patrimonio Netto è inferiore alla soglia dei 250.000 euro.
Grafico 3 – Classi di patrimonio netto (in euro)
Utile o perdita di esercizio Relativamente alle performance relativa al risultato d’esercizio non poche sono le aziende che
presentano perdite (15 che costituiscono il 21 % del campione) mentre la classe più popolata è
composta da 29 aziende che presentano utili fino a 50.000 euro. Al crescere dell’utile superando la
soglia dei 50.000 euro le frequenze rimangono pressoché costanti, con una frequenza minore per
la classe di utile maggiore 500.000 euro.
minore di 250.00049,3%
da 250.000 a 1 milione25,4%
da 1 a 5 milioni18,3%
da 5 a 20 milioni7,0%
Totale Patrimonio netto
Tabella 18 – Risultato d’esercizio
RISULTATO D’ESERCIZIO FREQUENZA
n° %
perdita 15 21,13%
Utile da 0 a 50.000 euro 29 40,85%
Utile da 50.000 a 100.000 euro 7 9,86%
Utile da 100.000 a 250.000 euro 9 12,68%
Utile da 250.000 a 500.000 7 9,86%
Utile di oltre 500.000 euro 4 5,63%
TOTALE 71 100,00%
ROA e Asset Turnover
Il ROA11 presenta valori tendenzialmente positivi, con un valore medio intorno al 4,5%; tuttavia per
avere dati più significativi sarà opportuno, nelle prossime analisi, approfondire la ricerca attraverso
una suddivisione per settori.
14 aziende presentano il ROA negativo a causa del numeratore che presenta un EBIT minore di
zero.
Tabella 19 – ROE
ROA FREQUENZA
n° %
negativo 14 19,72%
compreso tra 0 e 8 40 56,34%
compreso tra 8 e 20 13 18,31%
maggiore di 20 4 5,63%
TOTALE 71 100,00%
Per quanto riguarda il tasso di rotazione del capitale investito12 (asset turnover), indipendentemente dal settore di appartenenza che potrebbe comunque fornire informazioni utili,
11 Il ROA (return on assets) è un indice di bilancio che misura la redditività del capitale investito e si ottiene rapportando EBIT e totale attivo 12 Il tasso di rotazione del capitale investito o ROT o asset turnover esprime la capacità del capitale investito di "trasformarsi" in ricavi di vendita e si ottiene rapportando ricavi delle vendite e totale attivo
l’indice è tendenzialmente basso e potrebbe essere causato dalla bassa propensione delle
aziende ad aumentare i propri volumi di vendita.
Sia per il ROA che per l’asset turnover una prima analisi settoriale evidenzia indicazioni simili, con
il settore industriale leggermente più performante.
9. Gli assetti di governance
Come noto, la corporate governance di un’azienda rappresenta un fattore determinante per
l’orientamento strategico e le performance di un’azienda.
Per il campione esaminato e sopra descritto, si è deciso di analizzare, inizialmente, le seguenti
variabili:
- distinzione tra presente e amministratore delegato
- presenza di amministratori non soci
Distinzione tra Presidente e Amministratore delegato
La distinzione tra Presidente e Amministratore delegato può essere un indice dello sviluppo
all’interno dell’azienda della “managerializzazione” e del controllo dell’attività manageriale ad esso
correlato. Tale distinzione è infatti tipica delle aziende in cui vi è netta separazione tra proprietà e
gestione.
Nell’82% delle aziende oggetto di analisi vi è corrispondenza tra le due figure. Il dato suggerisce
come siano spesso gli imprenditori a gestire le aziende.
Tra le aziende in cui non vi è questa distinzione il 24% realizza perdite d’esercizio, mentre nelle
aziende in cui vi è tale distinzione solo l’8% subisce perdite d’esercizio.
Sembra esserci una chiara correlazione positiva tra distinzione delle figure, dimensione
aziendale e utile, anche se l’aspetto merita un ulteriore approfondimento da svolgere nei prossimi
report.
Settorialmente non si registrano tendenze significative in merito alla distinzione tra le due figure:
entrambi i settori più rilevanti, industriale e di servizi, presentano percentuali simili di frequenza.
Presenza di amministratori non soci Da una prima analisi non sembra esserci la stessa correlazione tra risultato d’esercizio e presenza
di amministratori non soci (fattispecie che riguarda la minoranza delle aziende): all’aumentare degli
amministratori non soci non si manifestano risultati importanti o cambiamenti di tendenza.
Contatti
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