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MAGAZINE IL Nuovo DI MARATEA

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Arte, Musica, Spettacolo ,Sport , Cucina e Paesaggio in un unico canale multimediale: NUMERO ZERO, il magazine di MARATEA.

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Page 1: Numero Zero -  Il Magazine Di Maratea - N6 Luglio

MAGAZINEIL Nuovo

DI MARATEA

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“Numero Zero”: cos’è? A cosa serve?Il nostro è un ambizioso progetto, nato per volontà, idea ed iniziativa di un volonteroso gruppo diragazze e ragazzi di Maratea, che vogliono valorizzare tutte le potenzialità del proprio paese ed in particolare quelle inerenti alle arti grazie al potente mezzo della stampa e quello, ancor più forte, di internet. Informazione, curiosità, ricerche: qui troverete tutto questo e altro ancora. Il web ci offre la possibilità di realizzare questo nostro progetto e di distribuirlo gratuitamente ovunque, sfruttando anche gli strumenti dei vari social network presenti sulla rete, e di farne la voce di una comunità ha tanto da dire.Allora, pronti? Si comincia!

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Photo : Riccardo Polcaro © 2013

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Riccardo Polcaro nasce a Firenze nel 1985, mamma lucana e padre originario di Maratea. Si diploma presso l’istituto tecnico industriale professionale di fotografia, studia fotografia all’accademia di belle arti di Firenze L.a.b.a. Lavora come fotografo professionista.

Numero Zero nasce un po’ per caso, per gioco, per volere di una testa matta che un bel giorno ha avuto l’idea di voler parlare di Maratea, perché di talenti e di cose belle ce ne sono tante, ma ben nascoste. Bisognerebbe solo imparare a valorizzare un po’ di più quelle che sono le risorse della bella Maratea.

Riccardo PolcaroFounder Of NumeroZero

Riccardo Polcaro

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Editorial

Francesco Fontana

Luca Luongo Chiara Graziano

Luca Corazzini

Luca Luongo, nato nel1989 a Maratea, studia cinema e teorie e pratiche della comunicazione di massa a Roma. Si occupa per passione della storia locale di Maratea e della Basilicata.

Chiara Graziano è nata nel 1994 a Maratea, dove frequenta l’ultimo anno del Liceo Scientifico. Si occupa di arte cultura e territorio.

Luca Corazzini, nato a Maratea nel 1989, inizia ad avvicinarsi all’escursionismo nel 2006 facendo delle uscite amatoriali in montagna .Nel 2011 diventa socio del C.A.I si occupa della rubrica di escursionismo.

Francesco Fontana, nato a Maratea nel 1995, frequenta il liceo scientifico. Appassionato di sport, collabora con diversi quotidiani e magazine lucani e cura la rubrica sportiva del lunedi’ sera su Marateawebradio, e ovviamente si occupa di Sport.

NumeroZeroMagazine

Cos’é?Numero Zero è un ambizioso progetto informativo che nasce come web-magazine dall’idea di alcuni ragazzi di Maratea con la voglia di valorizzare e informare il proprio paese.

Chi siamo?La redazione è composta da 7 ragazzi, tutti originari di Maratea.

Quali sono gli argomenti trattati?Ogni mese verranno trattati argomenti diversi quali arte, cucina, sport, musica (con interviste a band locali), attualità e spettacolo.

Dove ci puoi trovare?NumeroZero TwitterNumeroZero Facebook

[email protected]

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EditorialNumeroZeroMagazine

Editorial

Maria Cerrato nata a Maratea nel 1984. All’età di 14 anni inizia ad appassionarsi al mondo della radio grazie al padre. Diventa speaker di Radio 91 Maratea, dove cura anche la rassegna stampa. Collabora con Radio LatteMiele Rete Sud Audio e Radio Tour Basilicata. Nel 2007 si iscrive all’Albo dei Giornalisti - Pubblicisti  della Basilicata.

Maria Cerrato

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Photo : Riccardo Polcaro © 2013

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BREVE STORIA DEL TESSILE A MARATEA

La lieta occasione del Maratea Moda 2013 ci permette di concederci un piccolo excursus su un’importante pagina della nostra storia, quella dell’industria tessile sul territorio di Maratea.

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BREVE STORIA DEL TESSILE

LUCA LUONGO

Gualchiere e filande di seta.Quando vogliamo volgere lo sguardo indietro, a rintracciare la lontana, prima origine del settore tessile nelle nostre contrade, dobbiamo ricordare e tenere ben presente che, fino a non molto tempo fa, tutte le fasi di lavoro di questa industria si svolgevano in ambito domestico. Le immagini, ora tradizionali, delle donne impegnate al telaio nelle case dei nostri nonni fanno parte del nostro immaginario, ed ancor prima di questo un altro mondo si dipana agli occhi dello storico, che tramite il suo studio può vederne gli antesignani nelle lavorazioni a maglia, ed ancora precedenti, nella produzione dei rozzi tessuti in lana delle gualchiere.Le gualchiere, com’è noto, furono un episodio di epoca preindustriale (fino al XVIII sec.) largamente diffuso nel territorio di Maratea e in tutto il Lagonegrese, poiché il nostro territorio, come quelli più vicini, è ricco di acque, caratteristica, questa, che rendeva particolarmente proficuo lo stabilimento di tali manifatture. Nel catasto generale del 1753, il più antico a disposizione di chi vuole studiare la storia di Maratea, troviamo una gualchiera ai Caini (nella parte bassa della valle), di proprietà di Francesco Tortorella, «zappatore» 38enne, che con sua moglie, suo figlio, suo fratello e suo nuora, si dedicava a questa attività.Ma la più intensa ed interessante attività legata al settore tessile del passato di Maratea era quella della produzione serica. Com’è noto, sin dal XV secolo, i sovrani Aragonesi del regno di Napoli avevano promosso la diffusione della industria della seta, e particolarmente in Calabria. E proprio dalla vicina Calabria dovette arrivare questa attività anche a Maratea, che da documenti dell’archivio di stato di Napoli e di Potenza sappiamo essere stata la principale produttrice di seta grezza della Basilicata. La produzione serica di Maratea ebbe incremento esponenziale, passando dalle 116 libbre (cioè circa 37 kg) del 1608 ai 1.600 kg del 1863. Quest’attività, a metà dell’Ottocento, si poteva dire senza dubbio aver iniziato a cacciar la testa fuori dall’ambito domestico-artigianale, tanto che nel 1853 era anche stata aperta a Maratea una moderna filanda, gestita da Raffaele Fusco e Gelsomina Latella, che nel 1858 meritò anche un premio d’incoraggiamento in denaro per la eccellente produzione. Un settore economico, quello tessile ed in particolare serico, che sembrava promettere sviluppo e ricchezza per Maratea ed i paesi vicini, ma che purtroppo scomparve nel 1868, in seguito alla epidemia di pebrina (malattia mortale per i bachi da seta) che flagellò, da nord a sud, la nascente Italia industriale.

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I Rivetti e la Cassa per il Mezzogiorno.Il tessile, nel suo complesso, non era quindi qualcosa di sconosciuto a Maratea quando il gruppo Rivetti arrivò, nel 1953. Ben altre, però, furono le sue caratteristiche.Quando la Cassa per il Mezzogiorno venne istituita, nel 1950, politici, economisti e tecnici si trovarono d’accordo nel concentrare gli investimenti in opere lontane dal settore industriale. Per il Mezzogiorno si pensava ad uno sviluppo preindustriale, fatto di investimenti sul settore primario, credito alla riforma fondiaria, infrastrutture, viabilità e servizi di base.Il caso Rivetti a Maratea, quindi, si presentava un po’ come un’anomalia. Giunto a Maratea il 16 marzo 1953, Ezio Oreste Rivetti comunicò l’intenzione di impiantare uno stabilimento della sua industria tessile a Maratea al sindaco Vitolo mentre questi, pare, era in visita al cantiere della costruenda Villa Comunale. Era uno dei primi investimenti industriali nel Mezzogiorno dell’epoca della Cassa, ed il primo in assoluto, per quanto ci è dato sapere, in Basilicata. La notizia venne comunicata alla popolazione marateota il successivo 12 luglio, ed accolta con giubilo.Chi, durante questi anni, ha cercato di studiare la storia dell’episodio industriale dei Rivetti a Maratea (e sono stati, per la verità, molti pochi, a nostro giudizio), non si sono soffermati quanto dovuto sui motivi che spinsero gli industriali biellesi a scegliere, tra tanti comuni, proprio la nostra Maratea per il loro investimento. Ingenue, ed oggi, del tutto inadatte alla ricerca storica sono le popolaresche risposte al problema, che, con sfumature diverse, vogliono il Rivetti (padre e figlio) caduti innamorati di questa terra. Nel pregevole studio di Daniela Testa (la cui lettura, seppure tenute conto le sue senza dubbio discutibili prese di posizioni di parte, rimane di fondamentale importanza per lo studio in argomento), la ricercatrice attribuisce la scelta di Maratea (a fronte di Scalea e Belvedere Marittimo, altre candidate) a causa della particolare posizione del nostro comune: nella provincia di Potenza ma confinante con altre due,

Cosenza e Salerno, condizione che rendeva possibile avere, per l’investitore, il beneficio di altre sovvenzioni statali, in quanto una clausola del meccanismo di finanziamento della Cassa permetteva di accedere ai fondi per quante province meridionali venissero toccate dall’investimento.

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LUCA LUONGO

Cosenza e Salerno, condizione che rendeva possibile avere, per l’investitore, il beneficio di altre sovvenzioni statali, in quanto una clausola del meccanismo di finanziamento della Cassa permetteva di accedere ai fondi per quante province meridionali venissero toccate dall’investimento.

anche il giudizio sull’accoglienza, da parte della popolazione di Maratea, dell’iniziativa industriale. Trascinati o da un’eccessiva valutazione della reazione di una parte di proprietari terrieri, che si videro privati dei loro averi per compensi a volte irrisori, o da una acritica accettazione del giudizio estremamente negativo che una parte della stampa dell’epoca diede circa la ricezione della nuova realtà industriale da parte della popolazione locale (celebri i tre articoli di Indro Montanelli apparsi sul Corriere della Sera nel 1957), gran parte degli studi hanno, infecondamente, dimenticato il grande sostegno che l’iniziativa ricevette da parte della politica marateota, e segnatamente dall’amministrazione comunale guidata, all’epoca, dal sindaco Biagio Vitolo, che non lesinò ingerenze ed aiuti: oltre alla già cennata cessione dei terreni, il comune di Maratea sin da subito sgravò di ogni imposta di consumo l’industria del Rivetti per ventinove anni, e si accollò, successivamente, l’80% della spesa del consumo dell’energia elettrica dello stabilimento. Terminati i lavori di costruzione dell’impianto, nei pressi dell’attuale frazione Fiumicello-Santavenere, il Lanificio di Maratea non era uno stabilimento laniero a ciclo completo. A Maratea si lavorava alla sola tessitura, mentre le altre fasi del ciclo produttivo avvenivano nelle fabbriche del gruppo Rivetti poste a Firenze ed a Biella. Il passaggio ad un impianto a ciclo completo pareva essere un obiettivo del gruppo dirigente della Rivetti S.p.a., che nel 1955 avevano già discusso con il Comune di Maratea le condizioni secondo cui si poteva sperare di avere, entro i confini territorio comunale marateota, un nuovo stabilimento. Ma fatti nuovi, a livello nazionale, ne bloccarono i progetti.All’approvazione della legge speciale sulla Calabria (la n. 1177 del 26 novembre 1955), gli interessi del gruppo laniero biellese si spostarono in direzione di Praia a Mare, dove nel 1956 sorse un nuovo stabilimento simile a quello di Maratea. A questo punto, nel golfo di Policastro funzionava un impianto tessile a ciclo completo:

a Maratea avviene la tessitura, poi i manufatti sono inviati a Praia per il fissaggio e la tintura.Ma questa prosperità, in realtà, è apparente: le difficoltà economiche non mancavano. La doppia dislocazione dell’impianto non poteva che appesantire le difficoltà di gestione di un’industria sorta artificialmente, grazie a contributi statali, in una zona priva di mercato interno e ancora malamente fornita di infrastrutture viarie. Nessuna sorpresa per lo storico, quindi, quando, nel 1964, in coincidenza con la prima contrazione del gettito dei fondi della Cassa, l’azienda laniera segna il suo primo rosso di bilancio: ben 480 milioni di lire.La situazione di debito sarà cronica. Nel 1966 la gestione Rivetti ottiene da Mediobanca un mutuo di 953 milioni, ma dopo due anni non sarà più capace di pagare le rate di indennizzo. Per questo Rivetti subirà un sequestro miliardario, ma non prima che, nel 1969, la gestione degli stabilimenti di Praia e Maratea passi all’ENI.Dopo uno sciopero generale, il 2 aprile 1969, proclamato contro il paventato licenziamento di seicento addetti; la direzione aziendale stabilirà di concentrare a Praia le attività tessili, e lasciare a Maratea, con la Lebole, uno stabilimento di confezioni, che vivrà per pochi decenni.Le manifestazioni come il Maratea Moda, di conseguenza, non sono un mero spettacolo per intrattenere il pubblico di una calda sera d’estate. Sono l’ultima espressione, oggi che l’economia del golfo di Policastro si è impostata, come quasi tutta Italia, sul settore terziario, di una antica tradizione che oggi sopravvive in funzione della nostra vocazione turistica.

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Photo : Riccardo Polcaro © 2013

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Maratea Modala grande moda approda a Maratea

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Quello che lo scorso 21 luglio si è svolto al Porto di Maratea non è stata semplicemente una sfilata di moda organizzata ed allestita in grande stile. È stata la degna prosecuzione di una lunga tradizione di spettacolo e di attenzione verso la grande arte sartoriale del panorama nazionale ed internazionale che Maratea da sempre ha voluto tributare nei suoi cartelloni estivi.La Pro-Loco di Maratea la Perla, che da tre anni ha recuperato questo storico evento, ce l’ha messa tutta, quest’anno, per rendere il Maratea Moda il più grande appuntamento di questa estate. E ci è riuscita.Con Michele Miglionico, Raffaella Curiel e Gai Mattiolo, hanno potuto sfilare anche i giovani talenti de A’ Biddikkia (al secolo Giovanna Mandarano), artista siciliana, e la marateotissima Annalisa Martino.Aperta con i lavori di Gai Mattiolo la serata, Nathalie Caldonazzo (che durante la serata ha indossato vari vestiti forniti dagli stilisti in passerella), è stata la volta dei capi della nostra concittadina Annalisa Martino, seguita da quelli di Miglionico, de A’ Biddikkia e di Curiel. Splendida, dobbiamo dire, la messa in scena, sotto la regia dell’esperta mano di Alessandro Mazzini e dei suoi collaboratori della Mazzini Eventi di Roma.

Photo : Francesco di Giorno © 2013

LUCA LUONGO

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Oltre ai capi di moda, hanno sfilato anche le splendide creazioni di Gerardo Sacco, maestro artigiano calabrese, i cui gioielli sono stati indossati dalle modelle e portati in passerella per celebrare i suoi cinquant’anni di carriera. L’artista ha tenuto a far presente come non abbia mai voluto lasciare la sua Calabria, ed anzi, è proprio lì che con i suoi gioielli ha creato impresa e ha dato lavoro a molti talenti locali.Ad allietare la bella serata ci sono stati gli intermezzi di danza curati dalla ballerina Rosangela Lo Pomo e dalla scuola di danza Accademia Tersicore e gli interventi musicali del cantante lirico Giuseppe Gambi, la cui interpretazione del Nessun Dorma di Puccini è stata così coinvolgente da far fermare alcuni automobilisti che passavano sopra il Porto lungo la Panoramica per ascoltarlo!Premi speciali sono stati consegnati a Antonio Preziosi, direttore di Radio RAI, e all’attore Domenico Fortunato, due eccellenze lucane che portano in alto il nome della nostra terra in Italia e fuori dai confini nazionali.

Photo : Francesco di Giorno © 2013

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Oltre ai capi di moda, hanno sfilato anche le splendide creazioni di Gerardo Sacco, maestro artigiano calabrese, i cui gioielli sono stati indossati dalle modelle e portati in passerella per celebrare i suoi cinquant’anni di carriera. L’artista ha tenuto a far presente come non abbia mai voluto lasciare la sua Calabria, ed anzi, è proprio lì che con i suoi gioielli ha creato impresa e ha dato lavoro a molti talenti locali.Ad allietare la bella serata ci sono stati gli intermezzi di danza curati dalla ballerina Rosangela Lo Pomo e dalla scuola di danza Accademia Tersicore e gli interventi musicali del cantante lirico Giuseppe Gambi, la cui interpretazione del Nessun Dorma di Puccini è stata così coinvolgente da far fermare alcuni automobilisti che passavano sopra il Porto lungo la Panoramica per ascoltarlo!Premi speciali sono stati consegnati a Antonio Preziosi, direttore di Radio RAI, e all’attore Domenico Fortunato, due eccellenze lucane che portano in alto il nome della nostra terra in Italia e fuori dai confini nazionali.

Photo : Francesco di Giorno © 2013

LUCA LUONGO

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Photo : Luca Corazzini © 2013

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Photo : Francesco Di Giorno © 2013

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ANNALISA MARTINOTalento della moda tutta Marateota.

La giovane Annalisa Martino di Maratea (classe 1987) non è semplicemente una delle tante belle ragazze del nostro paese. Alla bellezza Annalisa ha unito il gusto per il bello, e lo ha riversato nella sua passione per la moda. Lo scorso 21 luglio è stata una degli artisti che hanno sfilato i loro capi alla terza edizione del Maratea Moda, potendosi affiancare a stilisti del calibro di Gai Mattiolo, Michele Miglionico e Raffaele Curiel.

Photo : Francesco di Giorno © 2013

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ANNALISA MARTINOTalento della moda tutta Marateota.

La giovane Annalisa Martino di Maratea (classe 1987) non è semplicemente una delle tante belle ragazze del nostro paese. Alla bellezza Annalisa ha unito il gusto per il bello, e lo ha riversato nella sua passione per la moda. Lo scorso 21 luglio è stata una degli artisti che hanno sfilato i loro capi alla terza edizione del Maratea Moda, potendosi affiancare a stilisti del calibro di Gai Mattiolo, Michele Miglionico e Raffaele Curiel.

Photo : Francesco di Giorno © 2013

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Ecco l’intervista che ci ha concesso.

- Come nasce la tua passione per la moda e come l’hai coltivata? - Quali gli artisti che ti hanno influenzato e quale preparazione hai seguito?

Allora la mia passione è iniziata sin dai tempi dell’asilo, adoravo disegnare soggetti con abiti colorati, chiedevo a mia madre di farmi conoscere le signore delle vetrine( i manichini) perché mi piacevano come si vestivano e abbinavano i colori e poi alla scuola materna ho creato un abito ad una Barbie con carta crespa e l’ho cucito con una spillatrice. Il risultato era un abito di alta moda e da li tutti hanno capito quale era la mia vocazione. Poi con gli anni ho coltivato sempre la mia passione, migliorando nel disegno e cominciando a cucire da autodidatta i miei primi vestiti e borse. Ho frequentato il liceo scientifico perché allora il nostro paese non mi offriva nessuna struttura artistica dove io potessi sviluppare le mie capacità. Dopo il liceo determinata nel seguire le mie inclinazioni naturali mi iscrissi all’Accademia di Moda a Napoli. Passai tre anni meravigliosi dove le mie idee prendevano forma e io avevo la possibilità di toccare con mano il mio sogno. Non è stato facile trasferirmi in un’altra città dove tutto è completamente diverso dal paese in cui sono nata ma la felicità di poter coltivare la mia passione mi fece superare tutti gli ostacoli, infatti terminai l’accademia con il massimo dei voti. Diciamo che il mio modello di ispirazione è Gianni Versace (curioso che siamo nati nello stesso giorno!) uno stilista fantastico che esaltava la femminilità delle donne e rese celebri molte top model ancora in auge nel mondo della moda.

- A quanti sacrifici e difficoltà va incontro chi sceglie, oggi, di vivere nel campo della moda?

Il mondo della moda è molto competitivo, gli amici che ti fai sono veramente pochi. Tutti sono a caccia di idee sempre migliori e tutti voglio prevalere sugli altri... Durante il mio percorso non ho trovato sempre persone amichevoli ma ho imparato che la correttezza e la bravura nel proprio lavoro vengono sempre premiati.

- Il Maratea Moda 2013 è stata la tua seconda passerella nella nostra Maratea. Quali le tue emozioni a sottoporre agli occhi della tua comunità i tuoi lavori e, da quel che hai visto, qual è stata finora la risposta della comunità al tuo lavoro?

Questa è la seconda sfilata che faccio a Maratea, l’ultima di una discreta serie: ho fatto una sfilata alla mostra di oltremare a Napoli, una alle terme di Castellammare di Stabia, una ad Itri, sono stata tra le quattro finaliste del Taormina fashion awards (in quella occasione ho già conosciuto Natalie Caldonazzo che presentava l’evento), poi una a Roma, una e una a Milano. Adoro presentare le mie collezioni, prima di ogni sfilata ho l’ansia perché mi devo sempre confrontare con il pubblico e non è mai facile ma fino ad adesso sono sempre acclamata e ho avuto sempre consensi e poi ogni sfilata per me rappresenta una crescita perché mi miglioro nel cucito e nell’estrosità... quest’ultima sfilata a Maratea è stata la più difficile e stressante perché dovevo confrontarmi con stilisti importanti con marchi già affermati davanti al pubblico del mio paese. E’ stato un evento ricco di soddisfazione che ricorderò per sempre, ho ricevuto i complimenti degli stilisti e del pubblico. Mi sento molto soddisfatta e spero che il mio percorso professionale e artistico possa crescere e farmi affermare come stilista.crescere e farmi affermare come stilista.

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LUCA LUONGO

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Photo : Riccardo Polcaro © 2013

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COSTABILE CARDUCCIPatriota Italiano

Acquafredda presenta un territorio ricco di bellezze naturali, ma conserva anche un triste ricordo: ‘’le spiagge sono state bagnate dal sangue d’un eccelso figlio d’Italia, dal sangue di un glorioso martire, dal sangue del colonnello Carducci [...] una delle figure più splendide del ‘48, barbaramente trucidato per opera d’un prete nefando, Don Vincenzo Peluso da Sapri’’. Francesco Raeli, insegnante di Acquafredda, descriveva così il teatro dell’omicidio.Costabile Carducci, diretto a Sapri, partì dalla marina di Praia il 4 luglio 1848 con alcuni compagni, ma a causa del mare agitato, fu costretto a sbarcare ad Acquafredda. Lì si trovava anche il prete Don Vincenzo Peluso, fuggito da Sapri durante le concitate fasi della rivolta del Cilento. Appresa la notizia, invitò subito congiunti ed amici ad accorrere in armi senza indugio: ‘’Costoro vengono per assassinare me; bisogna impadronirsi di loro. Ecco qui un bando del governo che promette un premio a chi arresti od uccida il Carducci, questo giurato nemico del nostro Re’’.Carducci fu fatto prigioniero con l’accusa di minacce di morte verso il prete e fu portato sulla montagna affinchè gli ‘’facessero le campane’’, ovvero affinchè lo trucidassero.Il patriota fu ucciso da Daniele Calderaro con un colpo di pistola al collo.I malfattori, infine, buttarono in un burrone il cadavere, che, ormai privo di ogni forma umana, fu ritrovato alcuni giorni dopo da una pastorella.La mattina del 5 luglio, Don Vincenzo Peluso tornò a Sapri, esibendo trionfante la sciabola rubata al defunto Carducci, mentre Raffaele Ginnari, fedele compagno del patriota, si diresse a Maratea per denunciare i fatti al giudice regio Gaetano Bianchi.Purtroppo non fu fatta giustizia: i colpevoli non furono mai arrestati.Le spoglie di Carducci si trovano oggi nella chiesetta parrocchiale di Acquafredda, dove furono riposte da Daniele Faraco, affinchè i congiunti e i cittadini potessero commemorare il coraggioso colonnello.Ogni anno i cittadini di Maratea ricordano Costabile Carducci: lo scorso 6 luglio il sindaco Mario di Trani ha posto una corona di alloro sulla lapide che riporta la scritta ‘’I cittadini di Maratea lo ricordano a quanti sentono che la libertà è un dono e un dovere’’.

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LUCA LUONGO

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Photo : Riccardo Polcaro © 2013

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Ballando per un sogno.

Hanno partecipato ai Campionati Italiani che si sono svolti a Rimini dall’8 al 13 luglio, ora continuano ad allenarsi per le esibizioni estive. Biagio Filizzola e Michela Carpinelli sono due ragazzi di 16 anni con la passione per la danza e ballano insieme da 3 anni. Sono molto uniti e insieme hanno raggiunto traguardi molto importanti, come il primo posto nel Campionato Provinciale a Salerno e il secondo posto negli standard nella seconda tappa Coppa Italia settore Sud. I due ragazzi frequentano la scuola ‘’Tutto Danza Sapri’’ dei maestri Minieri-Brancaglione. ‘’Sono degli ottimi Maestri, siamo molto affezionati a loro. Per noi sono come due genitori:oltre a seguirci nel mondo del ballo, ci danno anche consigli sulla vita. Ci hanno insegnato davvero tanto sotto entrambi i punti di vista.’’Ha così descritto i suoi maestri Biagio, che ha anche risposto ad alcune delle nostre domande.

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Ballando per un sogno.

Hanno partecipato ai Campionati Italiani che si sono svolti a Rimini dall’8 al 13 luglio, ora continuano ad allenarsi per le esibizioni estive. Biagio Filizzola e Michela Carpinelli sono due ragazzi di 16 anni con la passione per la danza e ballano insieme da 3 anni. Sono molto uniti e insieme hanno raggiunto traguardi molto importanti, come il primo posto nel Campionato Provinciale a Salerno e il secondo posto negli standard nella seconda tappa Coppa Italia settore Sud. I due ragazzi frequentano la scuola ‘’Tutto Danza Sapri’’ dei maestri Minieri-Brancaglione. ‘’Sono degli ottimi Maestri, siamo molto affezionati a loro. Per noi sono come due genitori:oltre a seguirci nel mondo del ballo, ci danno anche consigli sulla vita. Ci hanno insegnato davvero tanto sotto entrambi i punti di vista.’’Ha così descritto i suoi maestri Biagio, che ha anche risposto ad alcune delle nostre domande.

CHIARA GRAZIANO

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D – Siete davvero una coppia affiatata. Hai trovato Michela dopo aver cambiato varie ballerine. Com’è il vostro rapporto?R – Siamo una bella coppia di ballerini, ci troviamo benissimo insieme. Il nostro rapporto però non si ferma alla danza, Michela per me è anche una grandissima amica.

D - Sei appena tornato da Rimini e hai già ripreso gli allenamenti per il saggio di fine anno! Dedichi la maggior parte del tuo tempo alla danza. Com’è nata questa passione?R – Un paio di anni fa, una mia amica mi propose di iscrivermi ad una scuola di ballo. Inizialmente era solo un hobby, poi quando sono arrivato alla scuola dei Maestri Minieri-Brancaglione ho capito che per me la danza è più di un semplice hobby.

D – Quali sono i tuoi progetti futuri?R – Innanzitutto continuerò ad allenarmi duramente per realizzare il mio più grande sogno: partecipare ai Mondiali di danza. Il campionato di Rimini è stato importantissimo per il mio curriculum agonistico, ma è stato solo il primo di una lunga serie di traguardi che spero di raggiungere al più presto.

D – Quali sono, secondo te, le doti che deve avere un vero ballerino?R – Un vero ballerino deve sapere che, oltre alle regole, nella danza sono importanti anche l’amore, la passione e la costanza. Inoltre deve saper interpretare ogni ballo a modo suo,rendendolo originale.

CHIARA GRAZIANO

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Photo : Luca Luongo © 2013