selvaggio n6
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DALLE AULE, ALLA SEDE DELLA LIBERTA’LEZIONE PARTICOLARE, TRA RICORDI E TRUCCHI GIORNALISTICI Mattina veramente interessante: l’art director del quotidiano di Piacenza ci accoglie pronto ad introdurci nel mondo del giornalismo vero. Per noi, che raccontiamo le piccole cose che succedono tra i corridoi della scuola, entrare nelle stanze di un giornale serio fa un certo effetto. Fin dall’arrivo, ci incantiamo davanti alle vecchie imponenti “macchine nere” e i pesanti pezzetti di piombo ci riportano a tempi, per noi, lontani, che possiamo solo immaginare dalle parole del nostro interlocutore: luce fioca, polveri pesanti, bottiglie di latte sui banconi per aiutare il fisico a sopportare l’ambiente di lavoro non proprio salubre. Nel racconto di Paolo
Terzago, nonostante le “antiche” difficoltà, c’è quasi un tono di rimpianto per come giornalisti e tipografi lavorassero in passato. Ascoltiamo tutto, fotografiamo e poi
stentiamo ad andarcene, proprio perché questo “vecchio” mondo trasmette anche a noi qualcosa di magico. Ah sì, dimenticavo di dirvi che, in quell’occasione, ci sono stati svelati anche alcuni “segreti” del giornalismo e ci siamo segnati tutti i consigli preziosi per rendere più accattivante le pagine del nostro giornale. E’ stato un vero piacere condividere con voi la nostra esperienza al quotidiano Libertà, ma chiudo questa breve cronaca, senza aggiungere altro, perché abbiamo deciso che questi segreti rimangano… “i segreti” della redazione de Il Selvaggio.
Luis Matute
CUORE E IMPEGNO SOCIALE DEI NOSTRI RAGAZZI
PROGETTO MINIVOLONTARIATO
Non credo sia giusto chiamare mini qualsiasi tipo di volontariato, pur se fatto da giovani o da minorenni, ma l’aggettivo, in questo caso, indica un impegno legato ad un numero limitato di ore da parte di ragazzi, non certamente la sua minore importanza. Voglio segnalare che, dopo la serie d’incontri con Valentina e Daniele della COPRESC, un gruppo di studenti del nostro istituto ha deciso di dedicare parte del proprio tempo libero ad alcune associazioni locali, entrando nel mondo del volontariato. Carmelo Torregrossa, alla Croce Bianca di Piacenza, era già di casa quando ha aderito alle trenta ore di turni sulle ambulanze, mentre Caramia, Vera, Baginski, Tanev, Etzi, Castillo e Aguilar si sono avvicinati a questa esperienza
per la prima volta, ma con molto entusiasmo, curiosità e con la voglia di sentirsi membri attivi di un’associazione e della società. “Ho deciso di dedicare il mio tempo al volontariato l'anno scorso -‐ racconta Carmelo -‐ poiché mi è sempre piaciuto aiutare le persone. Ho scelto proprio il 118, perché ogni uscita, specie se di emergenza, è un’incognita. Posso dire che è un’esperienza da provare, un lavoro che, se fatto col cuore, anche se richiede impegno e fatica, ripaga pienamente con la soddisfazione, a volte, di ricevere un sorriso, altre volte un semplice grazie ed altre ancora di vedere magari risolta una situazione critica. Consiglio a tutti il volontariato nel 118, perché penso possa servire non solo a chi è in situazione d’emergenza, ma anche a chi porta
soccorso e conforto.” Valentina Bruzzi, referente con Daniele Vallisa del Progetto Minivolonatriato, commenta: “Non ci saremmo aspettati una tale adesione a questo progetto dall’istituto Da Vinci e invece abbiamo trovato grande entusiasmo da parte dei ragazzi del professionale, capaci di dimostrare forte senso civico”. Per i nostri studenti, questa attività extra scolastica è un’esperienza nuova, che speriamo si consolidi con nuove adesioni e possa accompagnarli oltre il periodo “mini”, perchè è importante costruire un settore sociale a partire dai giovani, proponendo loro un percorso rivolto a valorizzare la cultura della solidarietà. Educare è anche questo.
Si é da poco concluso il percorso del progetto Paesaggi di prevenzione: l'alcol é stato infatti l'argomento di alcune lezioni di tutte le materie scolastiche nelle classi seconde dell'Ipsia. Partendo dalle legislazioni degli Usa, del Regno Unito e dell'Italia, viaggiando attraverso i secoli e le diverse culture per conoscere la storia dell'alcol, studiando la chimica dell'etanolo e i suoi effetti sul fisico, i ragazzi hanno osservato i bicchieri di birra e vino da alcuni aspetti, per loro, non proprio consueti. Successivamente, un'intervista rivolta, in inglese, alle classi seconde, terze e quarte, ha fornito dati interessanti, che sono stati raccolti e rielaborati con l'uso della statistica. Infine, la visione del film "Vorrei averti qui" ed il relativo dibattito hanno concluso questa particolare attività didattica. Che cosa spinge un
ragazzo a bere? Il bisogno di omologarsi al gruppo, il desiderio di vincere vergogna e timidezza, la voglia di ammazzare la noia o di allontanare il malessere o, semplicemente, la convinzione che sia “normale” ubriacarsi il sabato sera. Il gruppo impone di essere grandi, di provare a bere: è difficile dire no. Tutti sanno che o non si dovrebbe bere o si dovrebbe bere con moderazione, tutti sono consapevoli del pericolo che comporta, per sé e per gli altri, mettersi alla guida ubriachi e tutti sono informati delle conseguenze drammatiche, in ambito familiare e sociale, dell’abuso di alcol. Tuttavia, molti raccontano come il piacere di una serata con gli amici passi, necessariamente, per un eccesso o un mix di bevande alcoliche..."altrimenti, che gusto c'è?". Alcuni ragazzi
intervistati propongono di non bere affatto, soprattutto se si deve guidare, ma non rinunciano allo sballo. A qualcuno neanche piace, altri dicono di non averlo mai provato, ma non sono lontani dal primo bicchiere e anche solo l'idea fa selezionare, nell’intervista proposta, l'opzione : "I like alcoholic drinks". Che fare allora? I ragazzi propongono soluzioni diverse, alcune integraliste (“L’alcol non dovrebbe essere prodotto”) e alcune moderate (“Bere con moderazione, ma mai quando si guida”), ed anche i commenti finali risultano contrastanti: "Per essere veramente felici non serve ubriacarsi. L'alcol ti fa dimenticare quanto é brutto il mondo, ma anche chi ti ama. Bere molto ti fa diventare felice. La felicità:...la si trova in ogni modo, a volte non si può fare a meno dell'alcol."
GENOVA, 17 MARZO: NOI TRA I “CENTOMILA”
Davanti a più di 400 familiari e alle persone di ogni età, arrivate da tutta Italia, dal palco allestito al Porto Antico di Genova, sabato 17 marzo, sono stati scanditi i nomi delle vittime di mafia: a ognuno di loro “mani mafiose hanno rubato il futuro”. Bandiere, striscioni, cori e musiche hanno fatto da contorno alle parole
del Giudice Caselli e di Don Luigi Ciotti, presidente di Libera: ”…la mafia esiste, esiste ancora, non ha mai smesso di esistere”. Durante la marcia dell’esercito dei centomila, tra la folla ci è sembrato di scorgere anche i volti di Paolo Borsellino, Giovanni Falcone, Giuseppe Puglisi e di tutti gli “altri” noti, meno noti o sconosciuti:
un’emozione grande che ci ha unito in un abbraccio simbolico ai familiari dei caduti nella lotta contro la mafia e ci ha reso pronti a lottare per il nostro futuro libero da mafie.
Andrea Caramia Simone Maserati
Giornale dell’IPSIA Leonardo Da Vinci di Piacenza – Esente da Autorizzazione (C.M.P. 242 del 2-‐9-‐1988)
IO, VOLONTARIO Il nome Sol.Co. nasce dalla congiunzione di due parole, “Solidarietà” e ”Cooperazione”, che esprimono le idee di fondo dell’azione del consorzio e delle cooperative ad esso associate. Il Sol.Co. è un ente no profit che lavora a Piacenza per l‘espansione di un’economia a misura d’uomo, per la costruzione di politiche sociali, per l’aiuto di persone in condizione di bisogno e per lo sviluppo della cooperazione di tante piccole realtà, legate e integrate nel tessuto provinciale. E’ qui che ho iniziato il mio servizio civile, da 3 mesi lavoro come volontario al consorzio Sol.Co. e , anche se penso che sia ancora troppo presto per poter vedere i frutti di questa esperienza, posso affermare che mi rende estremamente felice essere d’aiuto agli altri.
Ahmed Touré
L’INTERVISTA a Piero Solenghi, responsabile dell'ARCO Quali sono state le difficoltà incontrate dal Sol.Co.? La difficoltà maggiore è stata far conoscere il Sol.Co. al mondo esterno, la sua funzione e i suoi obiettivi.
Quali opportunità offre ai giovani questo consorzio? Il Sol.Co ha intrapreso, insieme ad altri enti, il servizio civile per i ragazzi d’età compresa tra i 18 e 28 anni. Questo volontariato può essere svolto sia presso il Sol.Co. che presso le cooperative associate, con una maggiore opportunità di creare occupazione per i ragazzi, soprattutto nel sociale.
Quali sono le attività programmate per questo periodo dell’anno? Sol.Co. partecipa al “Carer Day”, presso l’università Cattolica di Piacenza, per far conoscere, anche agli studenti universitari, il lavoro nel sociale. Si sta studiando, come Sol.Co., anche un evento che coinvolga maggiormente i ragazzi durante la prossima estate.
Con questa crisi, che aiuto è stato portato alle famiglie di questa città? Il Sol.co. e le sue cooperative hanno contribuito a dar lavoro alle famiglie in difficoltà. Negli ultimi anni, l’occupazione nelle cooperative associate al Sol.Co. è sempre cresciuta. In questo momento, si sta lavorando anche per creare occupazione per i giovani in un settore ancora poco sfruttato qui a Piacenza: è un progetto ancora in lavorazione, quindi non vorrei dire altro.
Ahmed Touré
“ NIENTE ALCOL: PREFERISCO UBRIACARMI CON L'AMORE E DROGARMI COL SESSO ”
LA PREVENZIONE ‘SCORRE’ TRA I BANCHI: FRASI FORTI NEI COMMENTI DEI RAGAZZI
ANNO SCOLASTICO 2011/2012 NUMERO 6 – MESE DI MAGGIO
IL CASTELLO DI RACCONIGI INVASO DA 450 GIOVANI REDAZIONI SCOLASTICHE AL XIX CONVEGNO DELLA STAMPA STUDENTESCA
“ Un po’ pesante la parte programmata per la mattinata, imperdonabile la mancata visita al Castello, bello il contesto e le idee proposte, gradevole l’accoglienza: nel complesso, una piacevole esperienza, utile proprio per la possibilità di conoscere tanti ragazzi con cui confrontarsi ”
Il 20 aprile, si é tenuto il XIX Convegno Interregionale della stampa studentesca, che ha portato oltre 450 partecipanti, tra studenti e docenti di 70 testate di Istituti secondari di 2° grado di Piemonte, Lombardia ed Emilia Romagna, a Racconigi. La manifestazione si é svolta grazie all’organizzazione dell’I.I.S. Arimondi – Eula (di Savigliano e Racconigi), del Coordinamento Interregionale della Stampa Studentesca, dell’Associazione Terre dei Savoia ed di altri enti istituzionali e sponsor. La redazione de IL SELVAGGIO e tutte quelle della provincia di Piacenza, giunte in pullman a Racconigi, si sono unite al "popolo" dei giornalisti in erba.
Nella mattinata, presso il Palazzetto dello sport, dopo i saluti delle autorità, sono stati presentati i contributi di alcune testate ed IL SELVAGGIO ha ricevuto il terzo premio per la realizzazione del progetto fotografico dedicato a “Giovani e risorse culturali artistiche e naturalistiche dei nostri territori”. Nel pomeriggio, presso la Margaria del Castello e il parco dei Savoia, gli studenti hanno avuto la possibilità di scambiarsi materiali e confrontarsi sulle diverse esperienze nelle redazioni scolastiche, creando vari gruppi di studio. Al termine della giornata, è stato stilato un documento sul lavoro delle commissioni, ed il prof. Gian Carlo Schinardi, fondatore ed animatore del Coordinamento della Stampa studentesca, ha salutato tutti, annunciando che il convegno, nella primavera del 2013, si terrà a Piacenza. Allora, arrivederci a tutti (magari anche a qualcuno in più) all'anno prossimo!
Zydi Bushi
“PROF, MA QUI SIAMO AL LEONARDO”
Questa è la frase che noi studenti spesso ripetiamo quando le spiegazioni e le richieste dei nostri insegnanti diventano impegnative, quando dobbiamo "usare la testa" (che fatica!), quando vorremmo fare sempre le stesse "cose", possibilmente facili, o addirittura fare…niente. Ecco che, con il nostro atteggiamento e pronunciando queste parole, inneschiamo una vera e propria bomba e così parte la solita predica: "É ora di finirla con lo stereotipo che il professionale sia una scuola dove non si fa niente e
frequentata da studenti di serie B. Ci sono tanti ragazzi con la voglia di fare e di costruirsi un futuro. Dovete essere voi studenti i primi a difendere il buon nome della scuola e di conseguenza il vostro lavoro. Ogni istituto scolastico è specchio della società che è fuori dalle aule: nella nostra scuola, come in ogni altra, c'è chi ha voglia di fare e chi no, c'è il bene e il male, c'è chi studia e chi no e c'è anche chi riscopre la voglia di voler studiare, qualche volta, anche per andare all'università.” Da una semplice battuta nata per giustificare la nostra poca voglia di ascoltare, passando per le parole forti di chi ci sta davanti, arriviamo a riflettere su noi stessi. É vero che non sempre studiamo con diligenza e costanza e che siamo poco considerati dagli altri, ma questo, forse, perché siamo proprio noi a considerarci poco e ad etichettarci in senso negativo. Dobbiamo credere di più in noi stessi, nella scuola e nel lavoro dei docenti che mettono a nostra disposizione il loro sapere, per aiutarci ad arrivare alla meta che ci siamo prefissati. Il senso di appartenenza al nostro istituto dovrebbe farci "parlare" tutti in positivo di noi e di ciò che stiamo imparando. Allora, se la lavagna si riempie di "x" e di numeri, se dobbiamo leggere una poesia di Ungaretti, ricordare le regole della fisica o i moti del Risorgimento, non è il caso di spaventarci e di tirarci indietro cercando le giustificazioni più strane, ma è giusto affrontare ogni difficoltà con impegno, per poter dire con orgoglio: "Siamo del Leonardo". Ardian Sefa
La saga di Guerre stellari è formata da due trilogie. La prima è composta da Guerre stellari (1977), Guerre stellari -‐ L'Impero colpisce ancora (1980) e Guerre stellari -‐ Il ritorno dello Jedi (1983). La seconda é composta da Star Wars: Episodio I -‐ La minaccia fantasma (1999), Star Wars: Episodio II -‐ L'attacco dei cloni (2002), Star Wars: Episodio III -‐ La vendetta dei Sith (2005). In realtà, per godere appieno dell'avventura, l'ordine cronologico della storia inverte le due trilogie. La trama inizia con i due jedi Qui-‐Gon Jin e Obi-‐Wan Kenobi, che vengono inviati a trattare con la Federazione dei Mercanti, che sta assediando il pianeta Naboo. L'azione diplomatica fallisce, l'attacco ha inizio e i due devono portare in salvo la regina Padmè Amidala, che, dopo aver abbandonato il trono di Naboo, diventa senatrice della Repubblica e finisce nel
mirino di un misterioso assassino. Il consiglio Jedi affida Amidala al giovane Anakin Skywalker, mentre il maestro di questi, Obi-‐Wan Kenobi, indaga per scoprire chi la vuole morta e perché. Mentre la Guerra dei Cloni continua, Anakin Skywalker si ritrova pericolosamente affascinato dal lato oscuro della Forza, entrando così in confilitto con Obi-‐Wan Kenobi e trasformandosi nel temibile Darth Fener. La principessa Leila, leader della resistenza contro l'Impero, che sta cercando di conquistare la galassia, viene catturata da Darth Fener, ma riesce ad inviare sul pianeta Tatooine una richiesta di aiuto indirizzata al maestro jedi Obi-‐Wan Kenobi, tramite un droide, che viene però intercettato da Luke Skywalker. Il ragazzo cerca Ben Kenobi e, sotto la sua guida, inizia l’addestramento per diventare jedi. Darth Fener e l'esercito imperiale, intanto, attaccano la base ribelle sul pianeta Hoth e la
distruggono. Ian Solo, la principessa Leia e il droide D3BO fuggono verso Cloud City, mentre Luke, assieme al fido C1P8, vola a Dagobah dal maestro jedi Yoda per imparare a controllare il potere della Forza. Mentre gli Imperiali sono impegnati nella costruzione di una nuova e indistruttibile Morte Nera, Luke, Leila, Chewbacca e i due droidi D3BO e C1P8 cercano di liberare Ian Solo, che è prigioniero del criminale intergalattico Jabba. Riescono nel loro intento e, con l'aiuto degli Ewaks, sconfiggono le truppe Imperiali. Il “lato oscuro” della Forza viene sconfitto ed il bene trionfa.
LE CICOGNE di RACCONIGI
Sicuramente, le sorprese più grandi, nel meraviglioso parco di Racconigi, sono state le cicogne. Ovunque, le costruzioni di cemento hanno rubato, a questo volatile, le sue zone predilette, ma non a Racconigi, dove abbiamo visto i grandi vasi e i tetti del Castello occupati dai loro imponenti nidi. Voci ci hanno raccontato che, anche in paese, ogni campanile ospita almeno un loro rifugio e noi abbiamo avuto il privilegio di condividere, per un’intera giornata, gli spazi con questi eleganti, quanto simbolici, uccelli. Sotto un piacevole tiepido sole, sdraiati nell'erba con il naso all'insù, ci siamo incantati nel vederli volare sopra di noi, per niente intimiditi dalla presenza di quattrocento ragazzi vocianti, e li abbiamo fotografati nei loro spostamenti, fatti con grazia ed eleganza, tra gli edifici del castello: immagini d'altri tempi, che ci hanno catapultato in una dimensione quasi fiabesca.
Liviu Cojea
Qui sopra: Il “mondo delle IDEE”: tutte le immagini inviate dalle Redazioni per il concorso fotografico esposte su un globo.
Sopra: la premiazione della redazione de IL SELVAGGIO
Siamo agli sgoccioli, mancano pochi giorni alla fine di quest’anno scolastico: c’è chi si sta preparando per gli esami, chi sta tentando di recuperare in extremis e chi, avendo lavorato tutto l’anno, sta già assaporando l’odore delle vacanze. In questo clima quasi estivo, tra le voglie di gelato, di bagni in piscina, di tuffi in mare o passeggiate in montagna, la redazione de “IL SELVAGGIO” desidera ringraziare tutti coloro che hanno collaborato alla stesura dei sette numeri del giornalino, proponendo, in queste ultime due pagine, tutti i ritorni delle attività svolte nel nostro Istituto durante questi mesi di “duro” lavoro. In attesa di sentir suonare l’ultima campanella (e poi, magari, provare anche un po’ di nostalgia), un arrivederci al prossimo settembre e, soprattutto, … buone vacanze a tutti!
SALUTI DALLA REDAZIONE
LA RECENSIONE di Jacopo Lanati
Sopra: i ragazzi dell’ISII di Piacenza sulle gradinate del Palazzetto
Sotto: lo scambio delle Idee
Sopra: il riposo nel Parco
Sotto: il pranzo alle Serre Reali (il gruppo ITIS col Prof. Sartori)
NON ESISTE FEDELTÀ MAGGIORE DI QUELLA CHE PUÒ DARE UN CANE
Il cane è una delle esperienze più belle che si possa avere nella vita. L’affetto di un cane, che è disposto a seguirci, ovunque e comunque, è qualcosa d’indescrivibile, che ci rende, spesso, fortemente dipendenti. Lo sguardo, intenso e tenero, di un cane, la sua fedeltà ed il suo amore puro, senza condizioni, riempiono di gioia le nostre vite, tanto che, quando i nostri amici volano nel loro paradiso, ci sentiamo persi, soffriamo, e, anche se non sono più fisicamente con noi, sono sempre nel nostro cuore. Solo chi ha avuto la fortuna di condividere la vita con un cane, sa che cosa significhi amare ed essere amato incondizionatamente. E, allora, come può accadere che questi esseri speciali, spesso migliori di tanti esseri umani, vengano abbandonati, torturati o seviziati, magari, anche nel nome della scienza? Chi è così inumano da non sentire i loro silenziosi lamenti, quando sono costretti a subire le “cattiverie” di chi loro amano, nonostante tutto? Se penso al mio fedele amico, alle sue coccole, alle feste che ricevo quando torno da scuola, ai momenti di divertimento condivisi, allora, ancora più forte, vorrei gridare: ”NO AI TEST SUI CANI E NO AI MALTRATTAMENTI AGLI ANIMALI “, ma, pensandoci bene, chi è il vero animale (nel senso dispregiativo della parola), chi maltratta o chi è maltrattato?
Andrea Losi
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