noi del majorana...il piccolo, ma grande ta-lento, antonio gagliardi ha già trascorso 4 anni con...

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Raccontare i nostri giorni in Inghil- terra non è semplice. Ci sono tanti aggettivi, tante parole che vorrem- mo usare, ma sembra quasi che nessuna di esse possa spiegare la nostra esperienza, esperienza che, noi tutti, porteremo nel cuore. Abbiamo visitato luoghi da favola, ci siamo confrontati con persone, con abitudini e lingua diversa dal- la nostra, ci siamo impegnati nello studio per l'esame che abbiamo, poi, sostenuto. E' stata la nostra avventura, l'avventura di 32 ra- gazzi che, dopo pochi giorni pas- sati insieme sembravano cono- scersi da sempre. Ci eravamo talmente abituati a vivere lì, tutti insieme, che tornare in Italia è stato quasi un trauma! Il giorno in cui siamo partiti, per tornare a casa, abbiamo versato fiumi di lacrime, mentre salutavamo i ragazzi che abbiamo conosciuto al college, i nostri "Teachers", i ragazzi dello staff, con cui ci siamo divertiti tantissimo. Venti giorni posso- no sembrare pochi, ma per noi che questa esperienza l'abbiamo vissuta davvero, sem- brava esser lì da sempre. Ci siamo subito adattati a quello stile di vita... In realtà la cosa alla quale, alcuni di noi, hanno fatto più fatica ad abituarsi era il cibo, ma avevamo trovato un rimedio anche a quello. La stanza di uno di noi si era trasformata in un vero e proprio minimarket, anzi nell'Altobelli's Market, all'in- terno del quale si poteva trovare veramente di tutto! Per le emozioni provate e le cose imparate, riteniamo quest'esperienza vera- mente formativa e, pertanto, ci sentiamo for- tunati per aver avuto la possibilità di parteci- parvi. GRAZIE! Scarano P. e Bove M.G. VA chim., Pannella V. VB term., Mazzuoccolo P. VA mecc. Esperienza indimenticabile, grazie www.isissmajorana.it [email protected] Pubblicazione periodica degli studenti dell’I.S.I.S.S. “E.Majorana” di S.Maria a Vico NOI DEL MAJORANA DICEMBRE 2012 - GENNAIO FEBBRAIO 2013 “NOI DEL MAJORANA” ANNO XII - N.2 Sommario: Invito alla lettura del libro "DIARIO DI SCUOLA" di D. Pennac Pag. 2 Lettera al Ministro Profumo Pag. 3 Antonio Gagliardi alunno dell’ISISS “E.Majorana” dal vivaio della Madda- lonese calcio alla S.S.C. Napoli Pag. 4 L’adolescenza: età critica per ogni individuo Pag. 5 L’Amore ..e...prima Ricordando un Film … La fiaba del soldato Pag. 6

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  • Raccontare i nostri giorni in Inghil-

    terra non è semplice. Ci sono tanti

    aggettivi, tante parole che vorrem-

    mo usare, ma sembra quasi che

    nessuna di esse possa spiegare

    la nostra esperienza, esperienza

    che, noi tutti, porteremo nel cuore.

    Abbiamo visitato luoghi da favola,

    ci siamo confrontati con persone,

    con abitudini e lingua diversa dal-

    la nostra, ci siamo impegnati nello

    studio per l'esame che abbiamo,

    poi, sostenuto. E' stata la nostra

    avventura, l'avventura di 32 ra-

    gazzi che, dopo pochi giorni pas-

    sati insieme sembravano cono-

    scersi da sempre. Ci eravamo

    talmente abituati a vivere lì, tutti

    insieme, che tornare in Italia è

    stato quasi un trauma! Il giorno in cui siamo

    partiti, per tornare a casa, abbiamo versato

    fiumi di lacrime, mentre salutavamo i ragazzi

    che abbiamo conosciuto al college, i nostri

    "Teachers", i ragazzi dello staff, con cui ci

    siamo divertiti tantissimo. Venti giorni posso-

    no sembrare pochi, ma per noi che questa

    esperienza l'abbiamo vissuta davvero, sem-

    brava esser lì da sempre. Ci siamo subito

    adattati a quello stile di vita... In realtà la cosa

    alla quale, alcuni di noi, hanno fatto più fatica

    ad abituarsi era il cibo, ma avevamo trovato

    un rimedio anche a quello. La stanza di uno

    di noi si era trasformata in un vero e proprio

    minimarket, anzi nell'Altobelli's Market, all'in-

    terno del quale si poteva trovare veramente

    di tutto! Per le emozioni provate e le cose

    imparate, riteniamo quest'esperienza vera-

    mente formativa e, pertanto, ci sentiamo for-

    tunati per aver avuto la possibilità di parteci-

    parvi.

    GRAZIE! Scarano P. e Bove M.G. VA chim.,

    Pannella V. VB term., Mazzuoccolo P. VA mecc.

    Esperienza indimenticabile, grazie

    www.isissmajorana.it

    [email protected]

    Pubblicazione periodica degli studenti dell’I.S.I.S.S. “E.Majorana” di S.Maria a Vico

    NOI DEL MAJORANA

    DICEMBRE 2012 - GENNAIO FEBBRAIO 2013

    “NOI DEL MAJORANA” ANNO XI I - N .2

    Sommario:

    Invito alla lettura del libro

    "DIARIO DI SCUOLA" di D. Pennac Pag. 2

    Lettera al Ministro Profumo Pag. 3

    Antonio Gagliardi alunno dell’ISISS

    “E.Majorana” dal vivaio della Madda-

    lonese calcio alla S.S.C. Napoli

    Pag. 4

    L’adolescenza: età critica per

    ogni individuo Pag. 5

    L’Amore ..e...prima

    Ricordando un Film … La fiaba del soldato

    Pag. 6

  • Pagina 2 “NOI DEL MAJORANA” ANNO XI I - N.2 DICEMBRE 2012 - GENNAIO FEBBRAIO 2013

    Invito alla lettura del libro "DIARIO DI SCUOLA" di Daniel Pennac ed. Feltrinelli

    PREMESSA

    Questo libro affronta il grande tema della scuola dal punto di vista degli a-

    lunni, anzi dal punto di vista dei "somari". Daniel Pennac, ex somaro, ricor-

    da la sua vita scolastica, il "mal di scuola" che lo ha accompagnato nell'in-

    fanzia, attraverso episodi buffi e toccanti. Ma "Diario di scuola" è anche un

    libro che racconta l'esperienza di D. Pennac come insegnante, come dire dal

    banco alla cattedra e ritorno. Egli stesso è stato "salvato" grazie alla fiducia

    e all'affetto di alcuni maestri al punto da decidere di scegliere la professione

    di insegnante, così l'autore nel suo libro cerca di spiegare le potenzialità del

    rapporto tra educatore e alunni nel mondo della scuola, mettendo al centro

    della relazione pedagogica, come elemento fondamentale, la nozione di a-

    more.

    Ecco alcune frasi del libro che ci hanno colpito in modo particolare:

    COSTANTE

    "Sì, la paura fu proprio la costante di tutta la mia carriera scolastica, il suo

    chiavistello. E quando divenni insegnante la mia priorità fu alleviare la pau-

    ra dei miei allievi peggiori per far saltare quel chiavistello, affinchè il sapere

    avesse una possibilità di passare".

    INSEGNANTI

    "Gli insegnanti che mi hanno salvato - e che hanno fatto di me un insegnante - non erano formati per questo.

    Non si sono preoccupati dell'origine della mia infermità scolastica. Non hanno perso tempo a cercarne le cause

    e tanto meno a farmi la predica. Erano adulti di fronte ad adolescenti in pericolo. Hanno capito che occorreva

    agire tempestivamente. Si sono buttati di nuovo, giorno dopo giorno, ancora e ancora... Alla fine mi hanno ti-

    rato fuori. E molti altri con me. Ci hanno letteralmente ripescati. Dobbiamo loro la vita".

    CIPOLLA

    "I nostri studenti che vanno male (studenti ritenuti senza avvenire) non vengono mai soli a scuola. In classe

    entra una cipolla: svariati strati di magone, paura, preoccupazione, rancore, rabbia, desideri insoddisfatti, ri-

    nunce furibonde accumulati su un substrato di passato disonorevole, di presente minaccioso, di futuro preclu-

    so. Guardateli, ecco che arrivano, il corpo in divenire e la famiglia nello zaino. La lezione può cominciare solo

    dopo che hanno posato il fardello e pelato la cipolla. Difficile spiegarlo, ma spesso basta uno sguardo, una fra-

    se benevola, la parola di un adulto, fiduciosa, chiara ed equilibrata per dissolvere quei magoni, alleviare quegli

    animi, collocarli in un presente rigorosamente indicativo.

    Naturalmente il beneficio sarà provvisorio, la cipolla si ricomporrà all'uscita e forse domani bisognerà rico-

    minciare daccapo. Ma insegnare è proprio questo: ricominciare fino a scomparire come professori".

    PRESENZA

    "Se voglio sperare nella piena presenza degli alunni alla mia lezione, devo aiutarli a calarsi nella mia lezione.

    Come riuscirci? E' qualcosa che si impara, soprattutto sul campo, col tempo. Una sola certezza, la presenza dei

    miei allievi dipende strettamente dalla mia: dal mio essere presente all'intera classe e a ogni individuo in parti-

    colare, dalla mia presenza alla mia materia, dalla mia presenza fisica, intellettuale e mentale, per i cinquanta-

    cinque minuti in cui durerà la mia lezione".

    ORCHESTRA

    "Ogni studente suona il suo strumento, non c'è niente da fare. La cosa difficile è conoscere bene i nostri musi-

    cisti e trovare l'armonia. Una buona classe non è un reggimento che marcia al passo, è un'orchestra che prova

    la stessa sinfonia. Il problema è che vogliono farci credere che nel mondo contino solo i primi violini".

    NOIA

    "Qualche volta ho consigliato (ai miei studenti) esercizi di noia. Li pregavo di non fare niente, non

    distrarsi, non consumare niente, nemmeno conversazione, nè tantomeno studiare, insomma non fare

    niente, niente di niente. "Venti minuti, orologio alla mano e dopo buttatevi sui compiti come degli

    affamati". La redazione del “Noi del Majorana”

  • Pagina 3 “NOI DEL MAJORANA” ANNO XI I - N.2 DICEMBRE 2012 - GENNAIO FEBBRAIO 2013

    Lettera al Ministro della Pubblica Istruzione

    San Felice a Cancello 10 Dicembre 2012

    Egregio Ministro Profumo,

    vorrei richiamare la sua attenzione su alcuni dei tanti problemi che vive la

    scuola italiana. Come sa, nel mese di dicembre in tutta Italia ci sono state agi-

    tazioni e proteste studentesche, che hanno portato parecchi studenti a occupare

    i loro istituti o a fare scioperi bianchi. Le motivazioni di tutto ciò sono gli ec-

    cessivi tagli alla scuola che questo governo tecnico, di cui lei fa parte, ha at-

    tuato per porre rimedio alla crisi economica, tuttavia la ragione principale è la

    cosiddetta “Legge Aprea”, che non è stata varata da questa legislatura. Essa si

    contraddice clamorosamente perché privatizza la scuola pubblica, infatti pre-

    vede finanziamenti alla scuola da industrie e fabbriche private, che entrano an-

    che loro nella gestione della vita scolastica, col rischio che l’apprendistato

    venga fatto a scuola anziché nelle fabbriche. Io sono uno studente di un istituto

    tecnico e ho tanti amici che frequentano altre scuole e siamo tutti d’accordo

    che nella scuola ci sono lacune sia dal punto di vista strutturale che organizza-

    tivo. Le aule sono abbastanza accoglienti ma a causa degli atti vandalici pas-

    sati le strutture sono state danneggiate e quindi ci vorrebbe maggiore manuten-

    zione, la risposta degli enti preposti è che ci sono stati dei tagli. La nostra

    scuola essendo professionale e tecnica ha dei laboratorio ben attrezzati ma noi

    avremmo bisogno di un numero maggiore di ore di pratica. Nella nostra sede

    centrale la palestra a febbraio dovrebbe essere di nuovo agibile dopo che è sta-

    ta chiusa per 3 anni, mentre nella sede succursale di viale Carfora la palestra

    non esiste e questo è un grave deficit per un istituto e soprattutto per gli alunni.

    Secondo me è un’assurdità tagliare fondi alla scuola perché rappresenta il fu-

    turo della società italiana, trascurare la scuola è compromettere il futuro. Cre-

    do che bisognerebbe stanziare più risorse per la scuola e la ricerca; perché è

    vero che c’è un periodo di crisi economica, ma in Italia ci sono tanti evasori e

    tanti sprechi pubblici che potrebbero aiutare l’economia del Paese.

    Chiudo la mia lettera appellandomi a lei, che colpe non ne ha, perché i proble-

    mi derivano dal passato.

    Buon lavoro e cordiali saluti. Felice Zampano II A elettrici-elettronici

  • Intervista con il responsabi-le della A.S.D. Maddalonese Il piccolo, ma grande ta-

    lento, Antonio Gagliardi

    ha già trascorso 4 anni

    con gli azzurri. Un giova-

    ne campione della nostra

    terra, nel mondo del cal-

    cio che conta.

    ANTONIO GAGLIARDI è

    solo un ragazzino, ma può

    già vantare un contratto

    che dura da più di un an-

    no con una società calci-

    stica professionistica co-

    me quella della SSC NA-

    POLI.

    Un sogno quello di Anto-

    nio, nato e residente a

    San Felice a Cancello,

    che ha iniziato la sua av-

    ventura nella scuola cal-

    cio Maddalonese, insieme

    al mister Antonio Razza-

    no, e con il responsabile

    Michele Tramontano.

    “E’ anche grazie a loro se

    oggi mi trovo in una so-

    cietà professionistica co-

    me il Napoli” - ha afferma-

    to - il giovane campione,

    consapevole della fortu-

    na avuta nell’entrare in

    una società così impor-

    tante e rifiutando due

    big del settore giovani-

    le, ROMA E ATALANTA.

    Perchè hai rifiutato so-

    cietà di tale importan-

    za? - chiede - il compa-

    gno Giuseppe De Lucia:

    “le sensazioni che ho

    provato indossando per

    la prima volta questa

    maglia nelle selezioni a

    Mondragone, non sono

    state le stesse che ho

    provate a Roma e a Ber-

    gamo, solo a vederla

    per televisione rabbrivi-

    divo, ma indossarla è

    ancor più bello”.

    “ In questi 4 anni di Na-

    poli, lo staff che mi se-

    gue mi ha insegnato

    moltissime cose che mi

    sono servite per essere

    un piccolo giocatore

    completo, diciamo un

    piccolo professionista”,

    risponde felice il ragaz-

    zo, che ogni volta dà

    sul campo dimostrazio-

    ne del suo straordinario ta-

    lento sia in fase realizzativa

    che sulla base tecnica capa-

    ce di nascondere la palla tra

    i piedi e far impazzire le di-

    fese avversarie.

    In questi primi 4 anni è stato

    protagonista e capocanno-

    niere per 2 due campionati

    consecutivi, realizzando 20

    gol nel campionato regiona-

    le nel 1 anno, e ben 29 gol

    nel campionato nazionale al

    2 anno, proseguendo poi con

    15 gol in categoria allievi

    nazionali, ma contro avver-

    sari un anno più grande di

    lui, con la soddisfazione,

    quest’anno, di allenarsi a

    fianco del grande campione

    del Napoli Edison Cavani.

    Conclude il signor Tramon-

    tano della A.S.D Maddalone-

    se: ”Se continuerà così avrà

    tantissime soddisfazioni e i

    tanti sacrifici che ha fatto,

    da quando aveva 5 anni fino

    ad ora che ne ha 16, saran-

    no ripagati”

    In bocca al lupo dal “NOI DEL MAJORANA”

    Antonio Gagliardi intervistato da Giuseppe De Lucia suo compagno d’infanzia.

    D. Qual è la differenza tra un calciatore dilettante e quello professionista? Ciò che dovrebbe differenziare un professionista da un dilettante non è, come si potrebbe

    pensare, il netto divario remunerativo, bensì una distinta mentalità. Amore per lo sport, grandi

    motivazioni, volontà di emergere, rispetto delle regole, disponibilità al sacrificio costituiscono le

    fondamenta di un atleta di successo. Ovunque si pratichi sport, dalla palestra a pagamento, al

    parquet più esclusivo, vi sarà capitato di notare differenze per quanto riguarda costanza,

    impegno e concentrazione. In realtà chiunque cerca il massimo da se stesso, rappresenta il vero

    “professionista” anche se non ha mai firmato nessun tipo di contratto.

    D. Da quando giochi nel Napoli e a chi t’ispiri?

    Da 4 anni; il mio idolo è Neymar, grande talento

    D. Quale sono le cose belle e brutte che non dimenticherai di questi 4 anni?

    La cosa più bella è sicuramente tutto ciò che ho provato e conosciuto grazie a questa società che mi ha sempre fatto

    sentire un ragazzo utile per la squadra e spesso indispensabile, la cosa invece più brutta è la partita di scudetto persa

    contro la Fiorentina a Montecatini, essere campione d’Italia alla mia età non è cosa che capita tutti i giorni.

    D. Sei legato ai colori di questa maglia?

    Si tantissimo, quando ho indossato per la prima volta questa maglia ho avuto i brividi, ho provato sensazioni bellissime

    che mi hanno fatto “incollare” addosso questa maglia e non me l’hanno fatta togliere più.

    ...continua in quinta pagina...

    Pagina 4 “NOI DEL MAJORANA” ANNO XI I - N.2 DICEMBRE 2012 - GENNAIO FEBBRAIO 2013

    ...è solo un ragazzino, ma può già vantare un contratto ...

    ...al grande campione del Napoli Edison Cavani….

    ANTONIO GAGLIARDI, ALUNNO DELL’I.S.I.S.S. “E. MAJORANA”

    DAL VIVAIO DELLA MADDALONESE CALCIO ALLA S.S.C. NAPOLI

  • ...continua dalla quarta pagina.

    D. Il gol più bello e significativo in questi 4 anni?

    Il più bello è stato il gol contro l’Inter, in un torneo internazionale a Genoa, lancio

    dalla trequarti di campo del mediano, ho approfittato dell’errore del difensore, e

    dai 25 m. faccio partire un destro che non lascia scampo al portiere. Il più signifi-

    cativo, invece, è stato il gol nelle fasi finali per lo scudetto contro il Chievo, par-

    tita che dovevamo vincere per poter andare in finale, fu in quel match che un mio

    gol, a 15 minuti dalla fine ci portò alla vittoria.

    D. Prima del Napoli c’erano altre società interessate a te?

    Si, c’era la Roma e l’Atalanta che volevano inserirmi a tutti i costi nel loro organico, poi ci fu l’offerta del Napoli che ha

    stroncato qualsiasi trattativa.

    D. Dopo i 18 anni se ti verrà offerto un contratto resterai al Napoli o andrai via?

    Non so cosa risponderti, certamente sarei felicissimo di giocare sempre in questa squadra, ma a quell’età forse sarebbe

    anche giusto fare nuove esperienze in altre società professioniste, magari di serie B o C, perché non è facile esordire

    da subito nella massima serie; abbiamo l’esempio di Lorenzo Insigne, che prima di approdare nel Napoli ha giocato in

    ben tre società diverse di serie D, è passato poi alla serie C per arrivare alla B con mister Zeman, che l’ha valorizzato

    tantissimo insieme a Ciro Immobile, attuale attaccante del Genoa, i loro gol hanno promosso il Pescara in serie A.

    D. Raggiungerai quest’obiettivo?

    Lo spero tanto, mi alleno duramente e mi sacrifico tanto.

    D. Siamo arrivati alla fine, c’è qualcuno che vuoi ringraziare e salutare in particolare?

    Si, ringrazio tanto la preside del mio Istituto l’ISISS “E.Majorana”, la professoressa Sgambato ed il vicepreside il prof.

    Migliore, uomo di sport e mio docente di Educazione Fisica, che nel limite del possibile hanno sempre cercato di venir-

    mi incontro, già dal primo anno, per quanto riguarda qualche uscita anticipata, per poter frequentare gli allenamenti, ma

    mi hanno sempre ricordato: “lo sport è importantissimo, ma ora al primo posto c’è lo studio”.

    Un grande saluto va al professore Casella, tifosissimo del Napoli, insieme alla coordinatrice di classe la professoressa

    Di Blasio, e il professore Petrone Raffaele mi ripete sempre: “nella vita bisogna essere umili”; non dimentico certamente

    gli altri professori per tutti gli insegnamenti scolatici e di vita.

    D. E ai tuoi amici di classe cosa dici nel nostro linguaggio?

    V vogl ben a tutt quant

  • sarebbe stato inutilmente crudele, e non vale-va la pena rischiare una delusione così grande per un amore che poi per il momento non era

    ancora iniziato. Val la pena rischiare un grande dolore per un amore ancora né grande né piccolo ? Un pen-siero, un dubbio, una questione che sembra importante, quando diventa ossessivamente aggrovigliata rappresenta solamente un sicuro intralcio a scelte future, un chiodo intorno a

    cui si finisce per girare. Se per un amore os-

    sessivo il soldato avrebbe anche atteso 100 notti, forse troverà un amore altrettanto im-portante aspettandone 10. Il personaggio di Alfredo è una metafora di come a volte un limite (Alfredo è cieco) possa donare una visione più chiara e semplice di

    alcune cose, oltre l'apparente complessità e confusione in cui gli altri si perdono. La frase "Ora che ho perso la vista, ci vedo di più" è emblematica in questo senso. Perdere la vista delle ossessioni, terapeuticamente parlando, aiuta a vederci meglio, con gli occhi di altre

    zone del cervello, sul senso delle decisioni e dei sentimenti. IV B chim.-bio.

    L’Amore .. e …prima Ricordando un Film ….La fiaba del soldato

    Nel famoso film Nuovo Cinema Paradiso, il personaggio di Alfre-do cerca di spiegare al giovane Salvatore come affrontare le difficoltà della sua storia d'amore. Il primo amore che per Sal-vatore rappresenta in quel momento l'unico e principale scopo di vita, un sogno che si stava realizzando, ma su cui incombe-vano mille difficoltà e l'opposizione dei genitori di Lei. Alfredo

    cerca di evitare consigli diretti, evita di dire a Salvatore cosa deve fare, ma si fa carico di un altro sogno che Salvatore ave-va, e cioè quello del cinema o comunque di una professione che

    lo portasse fuori dal paese e dalle ristrettezze materiali e cultu-rali di quel contesto. Gli racconta allora una storia, una specie di fiaba, che dovrebbe quindi dargli una chiave per capire come riuscire a risolvere il suo problema. La storia è questa: un gio-

    vane e valoroso soldato aspira alla mano della sua principessa, ma per la differenza di rango teme di essere respinto, cionono-stante trova il coraggio di chiederle di sposarlo. Lei non accon-sente né rifiuta, ma vuole una prova d'amore. Dice al soldato che rifletterà sulla sua proposta, e ogni notte si affaccerà al bal-cone, per vedere se lui è lì ad aspettarla, questo per cento notti. Alla centesima notte, se il soldato avrà resistito, uscirà e comu-

    nicherà la sua decisione. Fermiamoci a riflettere un momento: questa prova è una specie

    di ossessione, c'è una prova da superare, ma nessuna certezza assoluta, eppure essa è voluta per verificare la resistenza del soldato, come se alla fine ci dovesse essere un premio. E' come se una speranza possibile (sposare la principessa) fosse resa

    non solo possibile ma probabile (perché a prova superata le probabilità aumentano, visto che la principessa ci rifletterà). In realtà questo meccanismo, che spinge il soldato ad attendere i 100 giorni, si basa sul principio che la probabilità aumenti al centesimo giorno, cosa assolutamente inconsistente sul piano logico. Innanzitutto perché la principessa non dice che accetterà sicuramente, e in secondo luogo perché neanche siamo sicuri

    che messa alle strette da un rifiuto del soldato, non avrebbe deciso allora su due piedi, senza prova alcuna, di sposare il sol-

    dato anziché lasciarlo andare via. Proseguiamo con la storia... Il soldato aspetta ogni sera, che ci sia sereno o che piova, con il freddo e la neve dell'inverno, sen-za mai mancare un appuntamento. Alla centesima alba, quando la principessa dovrebbe finalmente uscire sul balcone per comu-

    nicargli se accetta di sposarlo, il soldato si alza e se ne va. La storia finisce così, e Alfredo non ne dà spiegazione, lascia che la spiegazione la trovi lui in seguito. La storiella è sicuramente valida anche come modello contro-ossessivo. Il soldato non aspetta una risposta, elimina la do-manda. E lo fa proprio quando l'emozione raggiunge il suo api-

    ce, cioè al momento del responso. Invece di aspettare un minu-to in più lascia perdere e se ne va. La principessa avrebbe potu-

    to anche rifiutarlo, ma soprattutto se l'avesse amato veramente non lo avrebbe fatto atten-dere 100 giorni, questo forse il suo ragionamento. Oppure semplicemente che l'attesa

    quando è troppo lunga logo-ra un sentimento, così come nei dubbi e nei ragionamenti, quando la spiegazione fa perdere molto tempo o non arriva mai probabilmente è sbagliata la domanda. O an-

    cora, così come arriverà a

    pensare Salvatore, perché alla fine il dolore di un rifiuto dopo 100 giorni di illusione

    Pagina 6

    Noi del MajoranaNoi del Majorana Pubblicazione periodica degli studenti dell’Istituto Statale Istruzione Secondaria Superiore

    “Ettore Majorana” di S. Maria a Vico (Caserta) – tel. 0823 / 758690 – 758504 --------------------

    REDAZIONE: via Fruggieri n.16 S.Maria a Vico (CE) Redattori: Maiese Giusy VB chim., Angelo De Masi IVB chim., Zampano Felice IIA elettr.-

    elettro., Scarano P., Bove M.G. VA chim.-biol., Pannella VB term., Mazzuoccolo P. VA mecc.

    Collaboratori: i proff. Antonietta Rossi, Franca Passariello, Pasqualina Piscitelli, Vincenzina

    D’Angelo, Luciano Vigliotti, Ferdinando Bello, Paolo Giovanniello, Angelantonio Petrone,

    Domenico Iovine, Guido Zamprotta, Daddio Costantino.

    Docente referente: Marco Migliore.

    “NOI DEL MAJORANA” ANNO XI I - N.2 DICEMBRE 2012 - GENNAIO FEBBRAIO 2013

    http://www.youtube.com/watch?v=BHvs2K2yVGU

    http://www.youtube.com/watch?v=BHvs2K2yVGUhttp://www.youtube.com/watch?v=BHvs2K2yVGUhttp://www.youtube.com/watch?v=BHvs2K2yVGU