nella bibbia vi sono contraddizioni?

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NELLA BIBBIA VI SONO CONTRADDIZIONI? In tutta la storia dell‟umanità dagli inizi fino ai giorni d‟oggi vi sono stati sempre uomini che in un modo o nell‟altro hanno schernito la parola di Dio. I modi in cui le Sacre Scrittur e sono state calpestate e insultate sono stati i più svariati. Chi l‟ha rinnegata come parola ispirata di Jahveh, chi l‟ha accusata di essere priva di ogni potenza, ma solo ricolma di parole vuote. Addirittura vi sono stati e ci sono tutt‟ora individui i quali la considerano addirittura antiquata, sorpassata e non più adatta ai giorni nostri. Però una delle accuse tanto classiche quanto inconsistenti è questa: “LA BIBBIA SI CONTRADDICE” Arrivando poi addirittura a citare fino ad una miriade interminabile di versetti i quali secondo tali critici si contraddirebbero provando la loro tesi blasfema. In questo studio ne riporterò molti anche se non ho la pretesa di averli esaminati e fatti esaminare tutti. Incominciamo ad esaminare il problema partendo dalle Scritture ebraiche e aramaiche, più comunemente dette Vecchio Testamento. Partirò prima con la presunta contraddizione, poi vi sarà una Risposta, la quale la confuterà chiarendo, almeno lo spero, ogni possibile dubbio a riguardo. Che età aveva Terach quando è morto? 205 anni. Genesi 11:32. “Il tempo che Tera visse fu duecentocinque anni; poi Tera morì in Caran”. 145 anni (70+75): Genesi 11:26 “Tera visse settant'anni e generò Abramo, Naor e Aran”. “Allora egli lasciò il paese dei Caldei, e andò ad abitare in Carran; e di là, dopo che suo padre morì, Dio lo fece venire in questo paese, che ora voi abitate”. Atti 7:4 “Abramo partì, come il SIGNORE gli aveva detto, e Lot andò con lui. Abramo aveva settantacinque anni quando partì da Caran”. Genesi 12:4. Risposta: L‟errore dei critici è qui facile da dimostrare. Essi vedendo che Abraamo viene menzionato per primo pensano che sia stato il primogenito di Tera, partendo da questo malinteso essi iniziano dai settant‟anni di Terah e ad essi ne aggiungono altri settantacinque strumentalizzano passi come Atti 7,4; Genesi 12,4. ma ciò è falso. Infatti la genealogia di Abraamo presente in Genesi 11:26; viene fatta tenendo conto dell'importanza del personaggio e non dell'ordine cronologico di nascita... Un episodio per comprendere meglio la cosa lo possiamo trarre dal libro biblico di I Cronache 1:28; leggiamolo: “I figli di Abraamo furono: Isacco e Ismaele”. In questo passo nel quale vengono menzionati i due figli di Abraamo, notiamo il nome di Isacco viene evidenziato per primo, eppure Ismaele è il primogenito di Abraamo, ci fa comprendere come

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Page 1: Nella Bibbia Vi Sono Contraddizioni?

NELLA BIBBIA VI SONO CONTRADDIZIONI?

In tutta la storia dell‟umanità dagli inizi fino ai giorni d‟oggi vi sono stati sempre uomini che in un modo o nell‟altro hanno schernito la parola di Dio. I modi in cui le Sacre Scritture sono state calpestate e insultate sono stati i più svariati. Chi l‟ha rinnegata come parola ispirata di Jahveh, chi l‟ha accusata di essere priva di ogni potenza, ma solo ricolma di parole vuote. Addirittura vi sono stati e ci sono tutt‟ora individui i quali la considerano addirittura antiquata, sorpassata e non più adatta ai giorni nostri. Però una delle accuse tanto classiche quanto inconsistenti è questa: “LA BIBBIA SI CONTRADDICE” Arrivando poi addirittura a citare fino ad una miriade interminabile di versetti i quali secondo tali critici si contraddirebbero provando la loro tesi blasfema. In questo studio ne riporterò molti anche se non ho la pretesa di averli esaminati e fatti esaminare tutti. Incominciamo ad esaminare il problema partendo dalle Scritture ebraiche e aramaiche, più comunemente dette Vecchio Testamento. Partirò prima con la presunta contraddizione, poi vi sarà una Risposta, la quale la confuterà chiarendo, almeno lo spero, ogni possibile dubbio a riguardo.

Che età aveva Terach quando è morto? 205 anni. Genesi 11:32. “Il tempo che Tera visse fu duecentocinque anni; poi Tera morì in Caran”. 145 anni (70+75): Genesi 11:26 “Tera visse settant'anni e generò Abramo, Naor e Aran”. “Allora egli lasciò il paese dei Caldei, e andò ad abitare in Carran; e di là, dopo che suo padre morì, Dio lo fece venire in questo paese, che ora voi abitate”. Atti 7:4 “Abramo partì, come il SIGNORE gli aveva detto, e Lot andò con lui. Abramo aveva settantacinque anni quando partì da Caran”. Genesi 12:4. Risposta:

L‟errore dei critici è qui facile da dimostrare. Essi vedendo che Abraamo viene menzionato per primo pensano che sia stato il primogenito di Tera, partendo da questo malinteso essi iniziano dai settant‟anni di Terah e ad essi ne aggiungono altri settantacinque strumentalizzano passi come Atti 7,4; Genesi 12,4. ma ciò è falso. Infatti la genealogia di Abraamo presente in Genesi 11:26; viene fatta tenendo conto dell'importanza del personaggio e non dell'ordine cronologico di nascita... Un episodio per comprendere meglio la cosa lo possiamo trarre dal libro biblico di I Cronache 1:28; leggiamolo: “I figli di Abraamo furono: Isacco e Ismaele”. In questo passo nel quale vengono menzionati i due figli di Abraamo, notiamo il nome di Isacco viene evidenziato per primo, eppure Ismaele è il primogenito di Abraamo, ci fa comprendere come

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in tal caso la genealogia del primo patriarca d‟Israele viene fatta in base all‟ordine di importanza e non all‟ordine di nascita, lo stesso vale per Genesi 11:26. Tenendo conto quindi di tali fatti che ci aiutano indubbiamente a intendere nel modo giusto il verso di Genesi, capitolo undici citato poco prima, possiamo concludere che Tera generò Abramo a 130 anni, visto che quando morì aveva 205 anni, mentre Abramo ne aveva 75 (130+75=205).

Dio mantiene le promesse? Si. Genesi 17:8 “A te e alla tua discendenza dopo di te darò il paese dove abiti come straniero: tutto il paese di Canaan, in possesso perenne; e sarò loro Dio»”. No. Atti 7:5 “In esso però non gli diede in proprietà neppure un palmo di terra, ma gli promise di darla in possesso a lui e alla sua discendenza dopo di lui, quando egli non aveva ancora nessun figlio”. Si. Ebrei 11:8-9 “Per fede Abraamo, quando fu chiamato, ubbidì, per andarsene in un luogo che egli doveva ricevere in eredità; e partì senza sapere dove andava. Per fede soggiornò nella terra promessa come in terra straniera, abitando in tende, come Isacco e Giacobbe, eredi con lui della stessa promessa,” No. Ebrei 11:13 “Tutti costoro sono morti nella fede, senza ricevere le cose promesse, ma le hanno vedute e salutate da lontano, confessando di essere forestieri e pellegrini sulla terra”. Risposta:

Iniziamo a confutare quest‟altra “contraddizione” degli oppositori della Bibbia incominciando ad esaminare il passo di Genesi 17:8. Genesi 17:8 “Darò a te e alla tua discendenza dopo di te il paese dove sei straniero, tutto il paese di Canaan in possesso perenne; sarò il vostro Dio»”. Atti 7:5; e Ebrei 11:3; non contraddicono affatto i due passi che li precedono. Il verso di Atti comunque afferma che Dio avrebbe dato ad Abramo la terra promessa, anche se in futuro, mentre in Ebrei si parla di un altro tipo di eredità la quale non riguarda certamente la Palestina. Oltretutto è interessante notare quanto segue: Abraamo avrebbe avuto quel paese di cui parla Jahveh in Genesi 17:8; perchè la sua discendenza sarebbe appunto stata la "proprietaria di quel paese" quindi si può dire che questo era il luogo dato ad Abraamo anche se lui era solo"straniero" in esso.

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Quanti erano i parenti di Giuseppe? Settanta. Genesi 46:26-27 “Le persone che vennero con Giacobbe in Egitto, discendenti da lui, senza contare le mogli dei figli di Giacobbe, erano in tutto sessantasei. I figli di Giuseppe, natigli in Egitto, erano due. Il totale delle persone della famiglia di Giacobbe che vennero in Egitto, era di settanta”. Esodo 1:5 “Tutte le persone discendenti da Giacobbe erano settanta. Giuseppe era già in Egitto”. Settantacinque. Atti 7:14 “Poi Giuseppe mandò a chiamare suo padre Giacobbe e tutta la sua parentela, composta di settantacinque persone”. Risposta:

«Ci sono varie possibili spiegazioni. Una è che Atti 7:14 si basi sulla versione greca dei Settanta, e un‟altra è che Stefano abbia incluso le mogli di nove figli di Giacobbe. Vediamo prima ciò che disse Stefano, secondo quanto riportato in Atti 7:14: “Giuseppe mandò a chiamare suo padre Giacobbe e tutta la sua parentela, composta di settantacinque persone”. Con questo in mente, possiamo esaminare ciò che dice il racconto di Genesi circa il trasferimento della famiglia di Giacobbe in Egitto. Genesi 46:8 inizia dicendo: “Questi sono i nomi dei figli d'Israele che vennero in Egitto: Giacobbe e i suoi figli. Il primogenito di Giacobbe: Ruben”. Segue quindi un elenco dei discendenti di Giacobbe, inclusi alcuni suoi pronipoti. La lista termina con queste parole: “Le persone che vennero con Giacobbe in Egitto, discendenti da lui, senza contare le mogli dei figli di Giacobbe, erano in tutto sessantasei. I figli di Giuseppe, natigli in Egitto, erano due. Il totale delle persone della famiglia di Giacobbe che vennero in Egitto, era di settanta”. — Genesi 46:26, 27. L‟elenco dei 66 discendenti di Giacobbe è stato compreso in vari modi. Alcuni studiosi includono Er ed Onan, figli di Giuda, come pure i suoi nipoti Chesron e Camul. (Genesi 46:12) Altri non contano Er ed Onan, perché già deceduti al tempo del trasferimento in Egitto. (Genesi 38:6-10) Alcuni studiosi biblici contano Dina, che a quanto pare non si sposò mai, o forse Eliab, nipote di Ruben, menzionato in Numeri 26:8. Ai 66 discendenti si possono aggiungere Giacobbe e anche Giuseppe e i suoi due figli (questi ultimi tre non presero parte al trasferimento in Egitto). Si arriva così al totale di 70. Senz‟altro il discepolo Stefano sapeva che il testo ebraico dice che i familiari di Giacobbe trasferitisi in Egitto erano 66. Perché allora Atti 7:14 attribuisce a Stefano la cifra di 75? Alcuni commentatori biblici affermano che Stefano si basò forse sul modo in cui Genesi 46:27 è reso nella versione greca dei Settanta. Questa versione dà la cifra più alta perché al versetto 20 aggiunge cinque nomi (tre figli di Manasse ed Efraim e due nipoti), che non sono menzionati nel testo ebraico. Oppure, se Stefano stesso aveva in mente la cifra ebraica di 66, quando Luca scrisse il libro di Atti in greco può aver messo la cifra della Settanta, in quanto questa era la versione greca comunemente usata allora. Ma sia che Stefano abbia effettivamente parlato di 75 anime o che questo numero sia stato preso dalla versione greca di Genesi 46:27, esso si può armonizzare con la cifra ebraica di 66 aggiungendo le mogli dei figli di Giacobbe, che, come dice specificamente Genesi 46:26, erano state omesse. Perché contare solo nove mogli? Dei dodici figli, la moglie di Giuseppe non sarebbe stata inclusa in quanto, essendo egiziana, non era stata chiamata lì da Giuseppe. (Atti 7:13-15) Inoltre, all‟epoca del trasferimento la moglie di Giuda era morta. (Genesi 38:12) Quindi resterebbero al massimo 10 mogli. Può darsi che fosse morta anche la moglie ebrea di Simeone, dal momento che il suo ultimo figlio, Saul, è chiamato “figlio di una Cananea”. (Genesi 46:10) Oppure la cifra di nove potrebbe

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essere esatta se Beniamino, il figlio più giovane, non era ancora sposato all‟epoca in cui la famiglia prese a risiedere in Egitto. In questo caso i figli di Beniamino menzionati in Genesi 46:21 sarebbero nati dopo il trasferimento, pur essendo inclusi nell‟elenco a motivo del ruolo che avrebbero poi avuto nella tribù e nella nazione. (Confronta Ebrei 7:9, 10). Perciò, se si sommano le mogli di nove figli di Giacobbe al totale parziale di 66 anime menzionato nel testo ebraico di Genesi 46:26, si arriva a 75, come dice la Settanta e come si legge in Atti 7:14.

Dove fu seppellito Giacobbe? Macpela: Genesi 50:13 “lo trasportarono nel paese di Canaan e lo seppellirono nella grotta del campo di Macpela, che Abraamo aveva comprato, con il campo, da Efron l'Ittita, come sepolcro di sua proprietà, di fronte a Mamre”. Sichem: Atti 7:15-16 “Giacobbe discese in Egitto, dove morirono lui e i nostri padri; poi furono trasportati a Sichem, e deposti nel sepolcro che Abraamo aveva comprato con una somma di denaro dai figli di Emmor in Sichem”. Risposta:

Semplice, Macpela era un campo presente nella città di Sichem. Quando gli israeliti, i discendenti di Giacobbe, giunsero nella Terra Promessa dopo essere stati per oltre due secoli in Egitto, seppellirono le ossa di Giuseppe “a Sichem, nella parte del campo che Giacobbe aveva comprato dai figli di Chemor”. (Giosuè 24:32) Tuttavia, nella sua difesa di fronte agli ebrei, Stefano disse che Giuseppe era stato sepolto “nel sepolcro che Abraamo aveva comprato . . . figli di Emmor (Chemor) in Sichem”. Atti 7:16; (parole fra parentesi mie). Forse la dichiarazione di Stefano era ellittica. Colmando l‟ellissi, le parole dell‟apostolo potrebbe essere lette in tal modo: “Giacobbe scese in Egitto, e decedette; e così i nostri antenati, e furono trasferiti a Sichem e posti nella tomba che Abraamo aveva comprato a prezzo con denaro d‟argento [e in quella comprata] dai figli di Emmor, a Sichem”. (At 7:15, 16) Inoltre è possibile che, essendo Giacobbe nipote di Abraamo, l‟acquisto possa essere stato attribuito ad Abraamo, il capo patriarcale. Questo sarebbe un uso del nome di un antenato al posto di quello dei discendenti, come in seguito fu fatto con il nome di Israele (Giacobbe) e di altri. — Confronta. Osea 11:1, 3, 12; Matteo 2:15-18.

Quante persone morirono? Ventiquattromila: Numeri 25:9 “Di quel flagello morirono ventiquattromila persone” Ventitremila:

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1Corinzi 10:8 “Non fornichiamo come taluni di loro fornicarono e ne caddero, in un giorno solo, ventitremila”. Risposta:

Forse il numero degli uccisi poteva essere compreso fra i 23.000 e i 24.000, così che entrambe le cifre potrebbero essere accettabili, i due scrittori usarono solo due approssimazioni diverse. Inoltre il libro di Numeri indica in modo specifico che “tutti i capi del popolo” coinvolti in questo peccato non furono uccisi dal flagello ma dai giudici e poi appesi. (Numeri 25:4, 5) È possibile che questi “capi” colpevoli fossero 1.000 o circa 1000, questi, sommati ai 23.000 menzionati da Paolo, darebbero un totale di 24.000. Quindi, anche se le vittime dirette del flagello divino erano 23.000, si può dire che tutti e 24.000 ne furono colpiti in quanto morirono tutti per decreto di Dio, in conseguenza del Suo avverso giudizio (Deuteronomio 4:3).

Dove morì Aaronne? Sul monte Or. Numeri 33:38 “E il sacerdote Aaronne salì sul monte Or per ordine del SIGNORE e lì morì, quarant'anni dopo l'uscita dei figli d'Israele dal paese d'Egitto, il quinto mese, il primo giorno del mese”. A Mosera. Deuteronomio 10:6 “I figli d'Israele partirono da Beerot-Benè-Iaacan per Mosera. Là Aaronne morì e fu sepolto; ed Eleazar, suo figlio, divenne sacerdote al suo posto”. Risposta: Qui la contraddizione è solo apparente, infatti Mosera era semplicemente la località ai piedi del monte Or ai confini di Edom. Numeri menziona il monte Or come luogo di sepoltura di Aaronne mentre Deuteronomio Mosera. Ebbene il monte Or era situato nei pressi di Mosera ed è per questo che probabilmente in Numeri si menziona Mosera. Abbiamo però motivo di credere che Aaronne fu sepolto sulla vetta del monte Or come menzionato in Numeri 20:22-28, che come detto si trovava nei pressi di Mosera. Vedi anche Deuteronomio 32:50.

Uno dei comandamenti: Dio ordina di non uccidere: Esodo 20:13 “Non uccidere”.

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Alcune delle tante stragi ordinate da Dio: Esodo 32:27 “Ed egli disse loro: «Così dice il SIGNORE, il Dio d'Israele: "Ognuno di voi si metta la spada al fianco; percorrete l'accampamento da una porta all'altra di esso, e ciascuno uccida il fratello, ciascuno l'amico, ciascuno il vicino! »” Giosuè 6:21 “Votarono allo sterminio tutto ciò che era nella città, passando a fil di spada uomini, donne, bambini, vecchi, buoi, pecore e asini”. Giudici 21:10 “Allora la comunità mandò là dodicimila uomini fra i più valorosi, e diede loro quest'ordine: «Andate, e passate a fil di spada gli abitanti di Iabes in Galaad, con le donne e i bambini”. Risposta

Prima di tutto è interessante notare quanto segue: La parola erbaica tradotta in italiano con “non uccidere” è “lo´ tirtsàch”, la cui traduzione letterale è “non assassinare”. Oltretutto è interessante notare come in Esodo 20:13 non è usato il verbo ebraico taharògh, “devi uccidere”, come invece viene utilizzato in Esodo 2:14. Arrivati a questo punto si potrebbe porre tale domanda: Che differenza passa da “assassinare” e “uccidere”? Con “assassinare”, Iddio vuole semplicemente dire che egli condanna l‟omicidio indiscriminato della creatura umana. Solo Dio è giudice e unicamente lui può decidere quando e come togliere la vita a un essere umano e non un qualsiasi uomo, Esodo 20:13.

Quando fu costruito il tempio? 480 dopo l‟uscita dall‟Egitto 1Re 6:1 “Il quattrocentottantesimo anno dopo l'uscita dei figli d'Israele dal paese d'Egitto, nel quarto anno del suo regno sopra Israele, nel mese di Ziv, che è il secondo mese, Salomone cominciò a costruire la casa per il SIGNORE”. 574 anni dopo l‟uscita dall‟Egitto (40+450+40+40+4) Atti 13:16-22 “Allora Paolo si alzò e, fatto cenno con la mano, disse: «Israeliti, e voi che temete Dio, ascoltate. Il Dio di questo popolo d'Israele scelse i nostri padri, fece grande il popolo durante la sua dimora nel paese di Egitto, e con braccio potente lo trasse fuori. E per circa quarant'anni sopportò la loro condotta nel deserto. Poi, dopo aver distrutto sette nazioni nel paese di Canaan, distribuì loro come eredità il paese di quelle. Dopo queste cose, per circa quattrocentocinquant'anni, diede loro dei giudici fino al profeta Samuele. In seguito chiesero un re; e Dio diede loro Saul, figlio di Chis, della tribù di Beniamino, per un periodo di quarant'anni. Poi lo rimosse, e suscitò loro come re Davide, al quale rese questa testimonianza: "Io ho trovato Davide, figlio di Iesse, uomo secondo il mio cuore, che eseguirà ogni mio volere”. 1Cronache 29:26-27 “Davide, figlio d'Isai, regnò su tutto Israele. Il tempo che regnò sopra Israele fu quarant'anni; a Ebron regnò sette anni; e a Gerusalemme, trentatrè”.

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Risposta:

Il problema qui è determinare da quando Paolo comincia la sua cronologia ed a che periodo egli si riferisca con l'espressone "circa quattrocentocinquant'anni". Se noti nel suo discorso il verso17 non comincia parlando dell'Esodo da piuttosto da quando da quando Dio “scelse i nostri antenati”, cioè dall‟effettiva nascita di Isacco, il seme della promessa. In effetti la nascita di Isacco aveva risolto in modo definitivo la questione di chi Dio avrebbe riconosciuto come seme, questione fino ad allora incerta per il fatto che Sara era sterile. E' da questa data e non dall'Esodo che Paolo descrive gli atti di Dio a favore della sua nazione eletta "finché diede loro dei giudici fino al profeta Samuele” (verso 20). Quindi il periodo di 450 anni [oppure 40 + 450 anni] non si riferisce al periodo che va dall'uscita dall'Egitto al primo re d'Israele ma piuttosto si devono considerare i 40 anni nel deserto parte di periodo complessivo di circa 450 anni che va dalla nascita di Isacco fino ad includere il periodo trascorso in Egitto (per in totale di circa 450 anni). Tale data corrisponde a 46 anni dopo l‟Esodo. Se noti questa data è completa in armonia con il resto della cronologia biblica infatti quei 46 anni che avanzano corrispondono esattamente ai 40 anni trascorsi nel deserto (v. 18) ed ai 6 anni trascorsi nella conquista del Paese di Canaan proprio come dicono il resto delle scritture (Deuteronomio 2:7; Numeri 9:1; 13:1, 2, 6; Giosuè 14:6, 7, 10. Inoltre mi pare che solo dalla cronologia di Paolo in Atti non è possibile poi risalire alla data di costruzione del tempio, infatti Paolo parla di circa 450 dalla nascita di Isacco fino a quando Dio diede dei giudici ma non dice quanto tempo intercorre dalla fine dei 450 anni fino all'intronizzazione di Saul. Nella presumere delle contraddizioni nella cronologia di Paolo il tuo amico mormone a mio parere fa tre errori: 1. Fa partire la cronologia di Paolo dall'Esodo, mentre incomincia "da quando Dio scelse i nostri antenati”. 2. Considera i 40 anni ed i 450 come due periodi differenti da sommare mentre i 450 anni circa sono il periodo complessiva che va "da quando da quando Dio “scelse i nostri antenati” (che è sicuramente antecedente l'Esodo) fino a "quando diede loro dei Giudici". 3. Include nei 450 il periodo dei giudici ma Paolo dice chiaramente che "Dopo questo" (cioè dopo gli avvenimenti che accaddero nei 450 anni) diede loro dei Giudici, pertanto il periodo dei giudici è escluso dalla sua cronologia. Questo ultimo punto di solito è il più controverso infatti i critici della Bibbia, per dimostrare che la Bibbia si contraddice ed è inaffidabile da un punto di vista cronologico e storico insistono nel dire che quei 450 anni circa comprendevano anche il periodo dei giudici (andrebbero dunque dalla fine dei 40 anni nel deserto fino all'intronizzazione di Saul) contraddicendo il resto della cronologia biblica. A questo riguardo è interessante osservare che "E dopo queste cose" è la lezione testuale più antica ed affidabile [P74, aleph, A, B, C, Vg] ed esclude che i 450 anni possano includere il periodo dei giudici. Infatti l'obiezione che il periodo dei 450 anni comprenda anche i giudici è molto diffusa nei paesi anglosassoni(credo che il tuo amico abbia copiato l'obiezione da qualche sito americano) e si basa sul fatto che la Versione King James segue altri codici (di base il Textus Receptus) che anticipano l'espressione greca "kai meta tauta" modificandone il senso in "E dopo, per circa quattrocentocinquant'anni, diede". Come vedi una traduzione più accurata permette di capire più a fondo il senso del versetto.

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Chi consultò Saul?

Saul consultò il Signore. 1Samuele 28:6 “Saul consultò il SIGNORE, ma il SIGNORE non gli rispose né tramite sogni, né mediante l'urim, né per mezzo dei profeti”. Saul non consultò il Signore. 1Cronache 10:13-14 “Così morì Saul, a causa dell'infedeltà che egli aveva commessa contro il SIGNORE per non aver osservato la parola del SIGNORE, e anche perché aveva interrogato e consultato quelli che evocano gli spiriti, mentre non aveva consultato il SIGNORE. E il SIGNORE lo fece morire, e trasferì il regno a Davide, figlio d'Isai”. Risposta: Qui l'apparente contraddizione può essere spiegabile inquadrando il racconto nel suo complesso... In 1 Samuele 15,24-30; Saul riceve dal profeta Samuele un messaggio riguardante il suo rigetto quale re d'Israele da parte di Jahveh. In quella stessa circostanza, Saul pur manifestando pentimento, non è sinceramente pentito perchè si preoccupa d'essere onorato davanti al popolo. Una cosa del genere accadde nell'episodio in oggetto che può chiarificare l'arcano. E' vero che Saul consulta Jahveh, ma è un atto insincero, formale, oltre che egoistico, visto che era cosciente d'essere stato rigettato da Dio stesso e di non godere del suo favore. Così il racconto di Samuele descrive l'atto mentre effettivamente accade, mentre l'altro, essendo una "cronaca" dei fatti dei re, registra come è stato considerato storicamente il re Saul. In pratica, quella consultazione che Saul Gli rivolse, dal punto di vista di Jahveh è come se non fosse mai avvenuta perchè, di fatto, Egli avendolo rigettato definitivamente nemmeno gli rispose. Poiché non si può pensare ad una sordità divina, il racconto di 1 Cronache pone l'accento su come passò alla storia il re Saul...

Quanti erano i figli di Iesse?

8 (7+Davide) 1Samuele 16:10-11 “Isai fece passare così sette dei suoi figli davanti a Samuele; ma Samuele disse a Isai: «Il SIGNORE non si è scelto questi». Poi Samuele disse a Isai: «Sono questi tutti i tuoi figli?» Isai rispose: «Resta ancora il più giovane, ma è al pascolo con le pecore». Samuele disse a Isai: «Mandalo a cercare, perché non ci metteremo a mangiare prima che sia arrivato qua»”. Solo 7: 1Cronache 2:13-15 “Isai generò Eliab, suo primogenito, Abinadab il secondo, Simea il terzo, Netaneel il quarto, Raddai il quinto, Osem il sesto, Davide il settimo”. Risposta:

In 1 Samuele vengono menzionati Tutti i figli di Iesse. I cronache invece fu scritto da Esdra dopo il ritorno dall' esilio Babilonese. Esdra era interessato a ricostruire la genealogia degli Israeliti per poter ridistribuire i vari incarichi sacerdotali e le terre ai legittimi discendenti. E' evidente quindi che non menziona un figlio di Iesse poichè questi probabilmente morì prima di

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lasciare una discendenza e quindi per i fini che si proponeva Esdra era inutile menzionarlo.

Furono allontanate le alture? Si: 2Cronache 14:2 “Tolse via gli altari degli dèi stranieri, e gli alti luoghi; spezzò le statue, abbatté gli idoli di Astarte”. No: 1Re 15:14 “Tuttavia gli alti luoghi non furono eliminati, sebbene il cuore d'Asa fosse interamente per il SIGNORE, durante tutta la sua vita” Risposta:

E' significativo però che sempre il libro di 2° Cronache 15:17 dica successivamente: “Tuttavia gli alti luoghi non furono eliminati da Israele; sebbene il cuore di Asa fosse integro durante l'intera sua vita”. Asa, succeduto sul trono ad Abiia, servì con fedeltà Jahveh e decise di liberare il regno da tutto ciò che aveva a che fare con la falsa adorazione. (1Re 15:11-13) “Eliminò da tutte le città di Giuda gli alti luoghi e le colonne solari”. (2Cr 14:4) Tuttavia 1 Re 15:14 e 2 Cronache 15:17 fanno supporre che gli alti luoghi non siano stati eliminati. Potrebbe darsi che Asa, pur eliminando gli alti luoghi destinati all‟adorazione di falsi dèi, abbia lasciato stare quelli presso i quali si adorava Jahveh. Oppure, forse gli alti luoghi riapparvero verso la fine del suo regno e li dovette distruggere il suo successore, Giosafat. Ma neanche durante il regno di Giosafat gli alti luoghi scomparvero del tutto. (1Re 22:42, 43; 2Cronache 17:5, 6; 20:31-33) L‟adorazione di Giuda presso gli alti luoghi era così radicata che le riforme di Asa e di Giosafat non riuscirono a eliminarli in modo definitivo".

Chi spinse Davide al censimento? Satana: 1Cronache 21:1 “Satana si mosse contro Israele, e incitò Davide a fare il censimento d'Israele”. Dio: 2Samuele 24:1 “Il SIGNORE si accese di nuovo d'ira contro Israele, e incitò Davide contro il popolo, dicendo: «Va' e fa' il censimento d'Israele e di Giuda»”. Risposta:

come si nota c'è scritto "uno" letteralmente "egli" . Facendo una ricerca ho trovato questo materiale Chi spinse Davide a fare un censimento degli israeliti? Il problema potrebbe essere risolto con una traduzione più corretta, la quale aiuterebbe senza dubbio a chiarire la cosa, il verso di 2Samuele 24:1; potrebbe essere reso così: “L‟ira di Jahveh si accese di nuovo contro Israele, quando uno incitò Davide [o, “quando Davide fu incitato”] contro di loro, dicendo: „Va, fa il conto di Israele e di Giuda‟”. Ma non fu Jahveh a indurre il re Davide a

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peccare, perché 1 Cronache 21:1 dice: “Satana [o, “uno che fa resistenza”] si levava contro Israele e incitava Davide a contare Israele”. Dio disapprovò gli israeliti e quindi lasciò che Satana il Diavolo li facesse peccare in questo modo. Per questa ragione 2 Samuele 24:1 sembra indicare che fu Dio stesso a farlo. Fatto interessante, la traduzione di Joseph B. Rotherham dice: “L‟ira di Yahweh divampò contro Israele, così che egli permise che Davide fosse spinto contro di loro, dicendo: Va, conta Israele e Giuda”, (corsivo mio). Circa 2 Samuele 24:1-2 in effetti in ebraico il radicale privo del suffisso pronominale si può tradurre sia con "egli" che con "uno" che potrebbe quindi essere riferito a Satana (lett. uno che fa opposizione) oppure altra spiegazione potrebbe essere che spesso nel linguaggio biblico quando Dio "permette" che avvenga qualcosa si dice che lo fa lui stesso . Dio disapprovò gli israeliti e quindi lasciò che Satana il Diavolo li facesse peccare in questo modo.

Quanti peccati ha commesso Davide?

Davide ha peccato nel fare il censimento. 2Samuele 24:10 “Dopo che Davide ebbe fatto il censimento del popolo, provò un rimorso al cuore, e disse al SIGNORE: «Ho gravemente peccato in quel che ho fatto; ma ora, o SIGNORE, perdona l'iniquità del tuo servo, perché ho agito con grande stoltezza»”. Davide NON ha peccato mai, eccetto il caso di Uria. 1Re 15:5 “perché Davide aveva fatto ciò che è giusto agli occhi del SIGNORE, e non si era scostato in nulla dai suoi comandamenti per tutto il tempo della sua vita, salvo nel fatto di Uria, l'Ittita”. Risposta:

Questa presunta contraddizione non ha alcun senso. Al contrario in “1Re” si riporta l'unico peccato di cui Davide non si pentì subito, ci volle l'intervento di Natan... al contrario per il censimento "il cuore gli batteva" subito e quindi per Jahveh è come se non avesse peccato... il suo perdono cancella il peccato. Quindi Davide non aveva mai peccato se non nel caso odioso di Uria in cui dovette avere una seria riprensione per continuare ad essere approvato.

Quanti erano? Quattrocentosettantamila. 1Cronache 21:5 “Ioab fornì a Davide la cifra del censimento del popolo: c'erano in tutto Israele un milione e centomila uomini abili alle armi; e in Giuda quattrocentosettantamila uomini abili alle armi”. Cinquecentomila. 2Samuele 24:9 “Ioab fornì al re la cifra del censimento del popolo; c'erano in Israele ottocentomila uomini forti, atti a portare le armi; e in Giuda, cinquecentomila”. Risposta:

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In 2 Samuele 24:9 si parla di 800.000 israeliti e 500.000 uomini di Giuda, mentre in 1 Cronache 21:5 i combattenti di Israele sono 1.100.000 e quelli di Giuda 470.000. Le forze regolari al servizio del re consistevano in 288.000 soldati, divisi in 12 gruppi di 24.000 uomini ciascuno; ogni gruppo prestava servizio un mese all‟anno. C‟erano poi altri 12.000 uomini al servizio dei 12 principi tribali, per un totale di 300.000 effettivi. A quanto pare la cifra di 1.100.000 uomini menzionata in 1 Cronache 21:5 include questi 300.000 uomini già arruolati, mentre 2 Samuele 24:9 non li include.(Numeri 1:16; Deuteronomio 1:15; 1 Cronache 27:1-22) Per quanto riguarda Giuda, sembra che 2 Samuele 24:9 includa una forza di 30.000 uomini dislocati come osservatori lungo il confine con i filistei, non inclusi invece nella cifra fornita da 1 Cronache 21:5. (2 Samuele 6:1) Se teniamo presente che 2 Samuele e 1 Cronache furono scritti da due uomini con mentalità e scopi diversi, possiamo facilmente conciliare le cifre.

Quanto è costato il campo? 600 sicli d‟oro: 1Cronache 21:24-25 “Ma il re Davide disse a Ornan: «No, io comprerò da te queste cose per il loro intero prezzo; poiché io non offrirò al SIGNORE ciò che è tuo, né offrirò un olocausto che non mi costi nulla». E Davide diede a Ornan come prezzo del luogo il peso di seicento sicli d'oro”. 50 sicli d‟argento: 2Samuele 24:24 “Ma il re rispose ad Arauna: «No, io comprerò da te queste cose per il loro prezzo e non offrirò al SIGNORE, al mio Dio, olocausti che non mi costino nulla». Davide comprò l'aia e i buoi per cinquanta sicli d'argento”. Risposta: Arauna a quanto pare voleva offrire gratuitamente il terreno, insieme al bestiame e agli attrezzi di legno per il sacrificio, ma Davide insisté per pagarne il prezzo. In 2 Samuele 24:24 viene indicato che Davide acquistò l‟aia e il bestiame per 50 sicli d‟argento mentre in 1 Cronache 21:25 viene detto che Davide pagò 600 sicli d‟oro per il terreno. Lo scrittore di 2 Samuele considera solo l‟acquisto del posto per l‟altare e del materiale per il sacrificio fatto allora, e quindi il prezzo menzionato riguarderebbe solo queste cose. Invece lo scrittore di 1 Cronache considera la cosa in relazione al tempio costruito più tardi sul posto e menziona l‟acquisto in rapporto a quella costruzione. (1Cronache 22:1-6; 2Cr 3:1) Poiché l‟intera area del tempio era molto grande, sembra che la somma di 600 sicli d‟oro si riferisca all‟acquisto di questa vasta area e non solo del pezzetto necessario per l‟altare costruito inizialmente da Davide, in effetti per l'acquisto di un'aia 600 sicli d'oro (ovvero quasi un chilo e mezzo di oro!) sembra esagerata! E' evidente che Esdra non aveva intenzione di fare una semplice "ricopiatura" dei fatti già narrati in Samuele e disponibili agli Israeliti ma piuttosto aggiunge dei particolari oppure considera i fatti da un diverso punto di vista.

Quanto erano alte le colonne?

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diciotto cubiti d'altezza 1Re 7:15 “Fece le due colonne di bronzo. La prima aveva diciotto cubiti d'altezza, e una corda di dodici cubiti misurava la circonferenza della seconda”. trentacinque cubiti d'altezza 2Cronache 3:15 “Fece pure davanti alla casa due colonne di trentacinque cubiti d'altezza; e il capitello, in cima a ciascuna, era di cinque cubiti”. Risposta:

Le colonne sono state fuse inizialmente in un unica colata di circa 35 cubiti e poi divise in due tronconi, in modo da avere due colonne di circa 18 cubiti di altezza.

Quando misura la circonferenza?

1Re 7:23 “Poi fece il «Mare» di metallo fuso, che aveva dieci cubiti da un orlo all'altro; era di forma perfettamente rotonda, aveva cinque cubiti d'altezza, e una corda di trenta cubiti ne misurava la circonferenza”. Ma la circonferenza non doveva essere di 31,4 cubiti? (C=P*D

3,14*10 31,4) Risposta:

I 30 cubiti della circonferenza sono evidentemente una cifra approssimativa: infatti per l‟esattezza sarebbero 31,4. A questo proposito è stata fatta un‟interessante osservazione: “Fino all‟epoca di Archimede [III secolo a.E.V.], la circonferenza veniva sempre misurata in linea retta in base al raggio; ed era naturale che Hiram dicesse che il mare misurava all‟incirca trenta cubiti, misurandolo, secondo la consuetudine, in base al raggio, o semidiametro, di cinque cubiti, che applicato sei volte tutt‟attorno al perimetro, o „orlo‟, avrebbe dato i trenta cubiti dichiarati. Nel brano non c‟era evidentemente altra intenzione se non quella di indicare le dimensioni del Mare, nel linguaggio usuale che chiunque avrebbe capito, misurando la circonferenza nel modo in cui tutti gli esperti artigiani, come Hiram, in quel tempo misuravano il cerchio. Egli, naturalmente, doveva sapere benissimo che mentre il perimetro dell‟esagono inscritto avente per lato il raggio era di trenta cubiti, l‟effettiva circonferenza sarebbe stata un po‟ maggiore”. (Rennie, citato in C. Wordsworth, Notes on the King James Version, Londra, 1887) Sembra dunque che la proporzione di tre a uno (cioè che la circonferenza è tre volte il diametro) fosse il modo abituale di stabilire la misura, beninteso solo approssimativa.

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I peccati dei padri li scontano anche i figli?

I peccati del padre li scontano anche i figli. Isaia 14:21 “Preparate il massacro dei suoi figli, a causa della iniquità dei loro padri! Che non si rialzino più a conquistare la terra, a riempire il mondo di città!” Esodo 20:5 “Non ti prostrare davanti a loro e non li servire, perché io, il SIGNORE, il tuo Dio, sono un Dio geloso; punisco l'iniquità dei padri sui figli fino alla terza e alla quarta generazione di quelli che mi odiano”. Deuteronomio 23:2 “Il bastardo non entrerà nell'assemblea del SIGNORE; nessuno dei suoi discendenti, neppure alla decima generazione, entrerà nell'assemblea del SIGNORE”. 2Samuele 12:13-14 “Allora Davide disse a Natan: «Ho peccato contro il SIGNORE». Natan rispose a Davide: «Il SIGNORE ha perdonato il tuo peccato; tu non morrai. Tuttavia, siccome facendo così tu hai dato ai nemici del SIGNORE ampia occasione di bestemmiare, il figlio che ti è nato dovrà morire». Natan tornò a casa sua”. I peccati del padre NON li scontano anche i figli Deuteronomio 24:16 “Non si metteranno a morte i padri per colpa dei figli, né si metteranno a morte i figli per colpa dei padri; ognuno sarà messo a morte per il proprio peccato”. Risposta:

La presunta incongruenza sarebbe solo tra Esodo 20:5 e Deuteronomio 24:16. La spiegazione qui è abbastanza armonica perchè mentre Esodo 20:5 descrive gli effetti della disubbidienza come nazione e per questo potevano risentirne le successive generazioni non individualmente ma collettivamente, Deuteronomio evidenzia invece che sono i singoli a pagare per i loro errori individuali. Il resto non è contraddittorio perchè: 1) Isaia 14:21 -> profezia adempiutasi con lo stroncamento definitivo della dinastia babilonese; 2) Deuteronomio 23:2 -> era una legge preventiva con lo scopo di proteggere i diritti di successione dei figli legittimi e della loro progenie. Scoraggiava inoltre la prostituzione e impediva il declino della disposizione familiare. 3) 2 Samuele 12:13-14 -> figlio che non sarebbe mai potuto nascere non solo perchè illegittimo, ma anche per il fatto che se fosse stata applicata la legge di messa a morte per adulterio, sarebbe perita la madre insieme al bambino che portava in grembo.

Chi fu il successore di Giosia?

Ioacaz: 2Cronache 36:1 “Allora il popolo del paese prese Ioacaz, figlio di Giosia, e lo fece re a Gerusalemme, al posto di suo padre”. Sallum:

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Geremia 22:11 “Infatti così parla il SIGNORE, riguardo a Sallum, figlio di Giosia, re di Giuda, che regnava al posto di Giosia suo padre, e che è uscito da questo luogo: «Egli non vi ritornerà più”. Risposta:

Il successore fu senza dubbio Ioacaz come confermato anche in 2 Re 23:31. Sembra che Esdra e Geremia, secondo certi manoscritti, lo chiamano Sallum da ciò che questo fosse il suo nome prima di salire al trono

Quanti anni di carestia? 7 anni: 2Samuele 24:13 “Gad andò dunque da Davide, gli riferì questo e disse: «Vuoi sette anni di carestia nel tuo paese, oppure tre mesi di fuga davanti ai tuoi nemici che t'inseguono, oppure tre giorni di peste nel tuo paese? Ora rifletti e vedi che cosa devo rispondere a colui che mi ha mandato»”. 3 anni 1Cronache 21:11-12 “Gad andò dunque da Davide, e gli disse: «Così dice il SIGNORE: "Scegli quello che vuoi: o tre anni di carestia, o tre mesi durante i quali i tuoi avversari facciano scempio di te e ti raggiunga la spada dei tuoi nemici, oppure tre giorni di spada del SIGNORE, ossia di peste nel paese, durante i quali l'angelo del SIGNORE porterà la distruzione in tutto il territorio d'Israele". Ora, vedi che cosa io debba rispondere a colui che mi ha mandato»”. Risposta: Anche in questo caso c‟è una differenza fra il libro di Samuele e quello di Cronache. Mentre in 2 Samuele 24:13 si parla di sette anni di carestia, in 1 Cronache 21:12 si parla di tre. (La Settanta greca ha “tre” anche in Samuele). Una spiegazione molto plausibile è che i sette anni menzionati in 2 Samuele sarebbero stati, in parte, un‟estensione dei tre anni di carestia che ci furono a motivo del peccato di Saul e della sua casa contro i gabaoniti. (2Samuele 21:1, 2) L‟anno in corso (la registrazione richiese 9 mesi e 20 giorni [2Samuele 24:8] sarebbe stato il quarto anno, e con i tre anni successivi si sarebbe giunti a sette.

E’ giusto sacrificare esseri umani?

Sacrifici umani si: Levitico 27:28-29 “Nondimeno, tutto ciò che uno avrà consacrato al SIGNORE per voto d'interdetto, fra le cose che gli appartengono, si tratti di una persona, di un animale o di un pezzo di terra del suo patrimonio, non potrà essere né venduto, né riscattato; ogni interdetto è cosa interamente consacrata al SIGNORE. Nessuna persona consacrata per voto di interdetto potrà essere riscattata; dovrà essere messa a morte”. 2Samuele 21:8-9 “ma il re prese i due figli che Rispa, figlia di Aia, aveva partoriti a Saul, Armoni e Mefiboset, e i cinque figli che Merab, figlia di Saul, aveva partoriti ad Adriel di Meola, figlio di Barzillai, e li consegnò ai Gabaoniti, che li impiccarono sul monte, davanti al SIGNORE. Tutti e

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sette perirono assieme; furono messi a morte nei primi giorni della mietitura, quando si iniziava a mietere l'orzo”. Sacrifici umani no Deuteronomio 12:30-31 “guàrdati bene dal cadere nel laccio seguendo il loro esempio, dopo che saranno state distrutte davanti a te, e dall'informarti sui loro dèi, dicendo: «Come servivano i loro dèi queste nazioni? Anch'io voglio fare lo stesso». Non farai così riguardo al SIGNORE tuo Dio, poiché esse praticavano verso i loro dèi tutto ciò che è abominevole per il SIGNORE e che egli detesta; davano perfino alle fiamme i loro figli e le loro figlie, in onore dei loro dèi”. Risposta:

Nessun sacrificio umano era richiesto alla nazione d'Israele, ma solo animale. Su questo non ci piove. Le scritture di Levitico 27 e 2Samuele 21 menzionano cose diverse che un'accurata traduzione dall'ebraico rende meglio il senso. Traducendo "dovrà essere messa a morte", e “furono messi a morte” si afferra meglio che non si trattava di sacrifici veri e propri, ma l'esecuzione giudiziaria di cose su ricadeva un decreto distruttivo. In merito a questo termine ebraico cherem, bisogna dire quanto segue: "Trattando con la nazione d‟Israele, Jahveh Dio decretò che certe cose, persone o anche città intere fossero poste sotto un bando sacro (o interdizione, interdetto), vietandone così qualsiasi impiego comune o profano. Koehler e Baumgartner definiscono chèrem “cosa o persona votata (alla distruzione o a un uso sacro e quindi preclusa all‟uso profano)”, e come forma causativa del verbo charàm, nel senso di “bandire (segregare tramite bando . . . dalla società e dalla vita, votare alla distruzione)”. (Lexicon in Veteris Testamenti Libros, Leida, 1958, p. 334) Per gli israeliti, queste cose votate diventavano quindi “tabù”. La corrispondente parola araba ha tuttora un significato simile. Il territorio sacro della Mecca e di Medina è ritenuto haram dagli arabi di religione musulmana, e l‟harim di uno sceicco è stato a lungo considerato zona vietata per tutti fuorché per il proprietario dell‟harem o per i suoi eunuchi." A parte il discorso terminologico, forse l'equivoco potrebbe nascere dall'espressione "è qualcosa di santissimo a Jahveh". Ma se ricordiamo che "santo" indica qualcosa di appartato per un'opera, quella persona veniva "appartata" per Jahveh nel senso che doveva essere messa a morte, in quanto era votata alla distruzione. Il secondo brano non è assolutamente in contraddizione perchè non sta parlando di sacrifici umani da rendere a Jahveh, ma di una sorta di riscatto causato da Saul nel tentato sterminio dei gabaoniti, gravissima azione che infrangeva il giuramento fatto da Israele nei confronti dei gabaoniti (Giosuè 9:15). Ecco la ragione per cui furono consegnati solo i figli di Saul (escluso Mefiboset, causa un altro giuramento) per tale colpa del sangue. Furono poi i gabaoniti a "impiccarli", modalità che rende abbastanza evidente che non si trattasse di un sacrificio per Dio (il sacrificio richiedeva il versamento del sangue non lo strangolamento...

Come morì Saul?

Ucciso da un amalechita. 2Samuele 1:6-10 “Il giovane che gli raccontava queste cose, disse: «Mi trovavo per caso sul monte Ghilboa e vidi Saul che si appoggiava sulla sua lancia e i carri e i cavalieri stavano per raggiungerlo. Egli si voltò indietro, mi vide e mi chiamò. Io risposi: "Eccomi". Egli mi chiese: "Chi sei?" Gli risposi: "Sono un Amalechita". Egli mi disse: "Avvicìnati a me e finiscimi, perché sono preso da vertigine, anche se sono ancora vivo". Io dunque mi avvicinai e lo uccisi, perché sapevo che, una volta caduto, non avrebbe potuto vivere. Poi presi il diadema che egli aveva in capo, il braccialetto che aveva al braccio, e li ho portati qui al mio signore»”.

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Suicida: 1Samuele 31:4 “Saul disse al suo scudiero: «Sfodera la spada e trafiggimi, affinché questi incirconcisi non vengano a trafiggermi e a farmi oltraggio». Ma lo scudiero non volle farlo, perché aveva paura. Allora Saul prese la propria spada e vi si gettò sopra”. Risposta:

Anche in questo caso non c‟è alcuna contraddizione, o meglio vederla sembra una forzatura... il re Saul morì suicida mentre l'amalechita evidentemente mentì a Davide, cercando di sfruttare la situazione per ingraziarsi il favore del nuovo re, che egli sapeva essere nemico di Saul.

Dove fu sepolto Saul? 2Samuele 21:14 “Le ossa di Saul e di Gionatan suo figlio furono sepolte nel paese di Beniamino, a Sela, nella tomba di Chis, padre di Saul; fu fatto tutto quello che il re aveva ordinato. Dopo questo, Dio fu placato verso il paese”. 1Cronache 10:12 “e tutti gli uomini valorosi si alzarono, presero i cadaveri di Saul e dei suoi figli, e li portarono a Iabes; seppellirono le loro ossa sotto la tamerice di Iabes, e digiunarono per sette giorni”. Risposta: Le ossa di Saul furono prima sepolte, grazie all'intervento valoroso di alcuni uomini di Iabes-Galaad, nello stesso paese di Iabes. In seguito, a distanza nel tempo, Davide fece rientrare le ossa nel luogo di sepoltura familiare di Saul. Non c'è contraddizione perchè in 1° Samuele 31:11-13 si fa riferimento all'episodio di 1° Cronache 10:12. Dopo che Saul e i suoi tre figli furono uccisi dai filistei, questi ultimi esposero i loro corpi nella piazza di Bet-San. Gli uomini di Iabes-Galaad però intenzionati a recuperare le spoglie, a loro rischio e pericolo invasero il territorio nemico, successivamente a missione riuscita, li portarono a Iabes-Galaad, dando a Saul e ai suoi figli, degna sepoltura, infine digiunarono per sette giorni. 1Samuele 31:8-13; 1Cronache 10:8-12. In seguito poi Davide fece trasferire le ossa di Saul e di Gionatan da Iabes-Galaad al luogo di sepoltura della famiglia di Saul in territorio beniaminita, dove vennero risotterrate. — 2Samuele 21:12-14."

Dio può essere visto?

Si: Esodo 33:23 “poi ritirerò la mano e mi vedrai da dietro; ma il mio volto non si può vedere»” Esodo 33:11 “Or il SIGNORE parlava con Mosè faccia a faccia, come un uomo parla col proprio amico; poi Mosè tornava all'accampamento; ma Giosuè, figlio di Nun, suo giovane aiutante, non si allontanava dalla tenda”. Esodo 24:10 “e videro il Dio d'Israele. Sotto i suoi piedi vi era come un pavimento lavorato in trasparente zaffiro, e simile, per limpidezza, al cielo stesso”.

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No: Giovanni 1:18 “Nessuno ha mai visto Dio; l'unigenito Dio, che è nel seno del Padre, è quello che l'ha fatto conoscere”. Esodo 33:20 “Disse ancora: «Tu non puoi vedere il mio volto, perché l'uomo non può vedermi e vivere»”. 1Timoteo 6:16 “il solo che possiede l'immortalità e che abita una luce inaccessibile; che nessun uomo ha visto né può vedere; a lui siano onore e potenza eterna. Amen”. Risposta:

Naturalmente la risposta alla domanda è no! La ragione è espressa in Esodo 33:20 confermato da Giovanni 1:18 documentando che nessuno ha mai “visto” Dio. (1 Timoteo 6:16 sarebbe da escludere perché si sta parlando di Gesù e non del Padre.) Esodo 33:11 e Esodo 33:23 potrebbero essere spiegabili alla luce di Galati 3:19 dove è scritto che la legge “fu trasmessa mediante angeli per mano di un mediatore”, oppure dal fatto che gli uomini di Dio ebbero una “visione” del Figlio, o l‟angelo di Jahveh. Senza comunque mai vedere il Padre. Infine il linguaggio usato in Esodo 24:10 dimostra che si trattava di una semplice visione simile a quelle viste da Ezechiele e dall‟apostolo Giovanni.

Il Signore conosce il cuore di tutti?

Si. Atti 1:24 “Poi in preghiera dissero: «Tu, Signore, che conosci i cuori di tutti, indicaci quale di questi due hai scelto”. No, infatti a bisogno di metterli alla prova per assicurarsi che gli obbediscano. Genesi 22:12 “E l'angelo: «Non stendere la mano contro il ragazzo e non fargli male! Ora so che tu temi Dio, poiché non mi hai rifiutato tuo figlio, l'unico tuo»”. Deuteronomio 8:2 “Ricòrdati di tutto il cammino che il SIGNORE, il tuo Dio, ti ha fatto fare in questi quarant'anni nel deserto per umiliarti e metterti alla prova, per sapere quello che avevi nel cuore e se tu avresti osservato o no i suoi comandamenti”. Risposta: Il racconto di Atti mostra che dopo quella preghiera i discepoli “gettarono le sorti” per poter determinare il discepolo che doveva sostitutuire Giuda. Perciò, quell‟espressione è usata dai discepoli nel senso che riconoscono in Jahveh colui che esamina i cuori e conosce le motivazioni più intime. Però ama mettere le sue creature alla prova affinché palesino i loro sentimenti e reali intenzioni, come nel caso di Abramo col tentato sacrificio di Isacco o di Israele nel deserto.

Dio cambia?

Dio non cambia mai:

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Giacomo 1:17 “ogni cosa buona e ogni dono perfetto vengono dall'alto e discendono dal Padre degli astri luminosi presso il quale non c'è variazione né ombra di mutamento”. Malachia 3:6 “«Poiché io, il SIGNORE, non cambio; perciò voi, o figli di Giacobbe, non siete ancora consumati”. Numeri 23:19 “Dio non è un uomo, da dover mentire, né un figlio d'uomo, da doversi pentire. Quando ha detto una cosa non la farà? O quando ha parlato non manterrà la parola?” Dio cambia: Genesi 6:6 “Il SIGNORE si pentì d'aver fatto l'uomo sulla terra, e se ne addolorò in cuor suo”. Giona 3:10 “Dio vide ciò che facevano, vide che si convertivano dalla loro malvagità, e si pentì del male che aveva minacciato di far loro; e non lo fece”. 1Samuele 2:30 “Perciò, così dice il SIGNORE, il Dio d'Israele: "Io avevo dichiarato che la tua casa e la casa di tuo padre sarebbero state al mio servizio per sempre"; ma ora il SIGNORE dice: "Lungi da me tale cosa! Poiché io onoro quelli che mi onorano, e quelli che mi disprezzano saranno disprezzati”. 2Re 20:1 “In quel tempo Ezechia si ammalò di una malattia che doveva condurlo alla morte. Il profeta Isaia, figlio di Amots, andò da lui, e gli disse: «Così parla il SIGNORE: Dà i tuoi ordini alla tua casa; perché tu morirai; non guarirai»”. 2Re 20:4-5 “Isaia non era ancora giunto al centro della città, quando la parola del SIGNORE gli fu rivolta in questi termini: «Torna indietro, e di' a Ezechia, principe del mio popolo: "Così parla il SIGNORE, Dio di Davide tuo padre: Ho udito la tua preghiera, ho visto le tue lacrime; ecco, io ti guarisco; fra tre giorni salirai alla casa del SIGNORE”. Risposta:

Dio è immutabile, non contraddice mai la sua personalità e le sue giuste norme, ma agisce sempre in armonia con esse. Quelle scritture, citate per obiettare questa verità di fondo, costituiscono la stupenda testimonianza che Jahveh è un Dio dinamico, misericordioso e che impiega le sue facoltà in modo da interagire con gli uomini. Questo stupendo rapporto con gli essere umani è ciò che fa innamorare di Jahveh. Coloro che pongono queste contraddizioni sinceramente non hanno compreso molto del nostro Creatore. Per quanto riguarda poi il passo di Genesi 6:6: lasciamo che il fratello A.W.Pink ci dia la risposta, tratta dalla sua opera: “La sovranità di Dio”: Ancora, però, qualcuno cavilla ed afferma: Se tutto ciò che accade sulla terra è l'adempimento del beneplacito dell'Onnipotente, se Dio ha prestabilito - prima della fondazione del mondo - tutto ciò che avviene nella storia umana, allora perché leggiamo in Genesi 6:6 "Il SIGNORE si pentì d'aver fatto l'uomo sulla terra, e se ne addolorò in cuor suo"? Non è forse vero che questo testo lascia intendere come gli antidiluviani avessero seguito un modo d'agire che il loro Fattore non aveva stabilito per loro, e, proprio perché essi avevano "corrotto" la loro via sulla terra, il Signore si pentì di aver portato all'esistenza creature simili? Prima di trarre queste conclusioni, però, notiamo che cosa implicano queste deduzioni. Se le parole: "Si pentì d'aver fatto l'uomo sulla terra" sono considerate in senso assoluto, allora si negherebbe l'onniscienza di Dio, perché, se questo fosse stato il caso, il comportamento dell'uomo sarebbe stato imprevedibile da Dio nel giorno in cui Egli lo creò. Deve essere, quindi, evidente, ad ogni anima rispettosa, che quelle parole intendano dire qualcosa di diverso. Di fatto le parole: "Il Signore si pentì" è il modo che Dio usa per adattarsi alla nostra intelligenza finita, e nel dire questo, non stiamo cercando di sfuggire alla difficoltà o di

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tagliare un nodo, ma proponiamo un'interpretazione che è, come cercheremo di dimostrare, in perfetto accordo con la tendenza generale delle Scritture. La Parola di Dio si rivolge a creature umane, e quindi si esprime come si esprimono gli esseri umani. Proprio perché noi non possiamo elevarci al livello di Dio, Egli, per grazia, scende al nostro e conversa con noi con il nostro modo di parlare... 2 Re 20:1,4-5 non rappresenta in sè una contraddizione in quanto Isaia sta dicendo a Ezechia che le parole di Jahveh riguardano gli ordini da dare alla sua casa visto che ha una malattia mortale. Riscontrare questo non significa aver pronunciato un giudizio o dato una profezia. Difatti, la preghiera di Ezechia fu ascoltata da Jahveh ed esaudita miracolosamente con un prolungamento di 15 anni di vita.

Dio vuole sacrifici? Dio non vuole sacrifici. Geremia 7:22 “Poiché io non parlai ai vostri padri e non diedi loro alcun comandamento, quando li feci uscire dal paese d'Egitto, circa olocausti e sacrifici”. Geremia 6:20 “Che m'importa dell'incenso che viene da Seba, della canna odorosa che viene dal paese lontano? I vostri olocausti non mi sono graditi, i vostri sacrifici non mi piacciono»”. Dio comanda sacrifici: Esodo 29:36 “Ogni giorno offrirai un toro come sacrificio di espiazione, per fare l'espiazione; purificherai l'altare mediante questa tua espiazione, e lo ungerai per consacrarlo”. Risposta:

Geremia 7:22 non sta indicando che Israele non avesse avuto comando di fare olocausti o sacrifici, ma sta facendo riflettere sul concetto di ubbidienza facendo riferimento all'avvenimento storico che accadde, come dice il versetto "quando li feci uscire dal paese d'Egitto". Il racconto di Esodo 15:22-26 riporta cosa avvenne quando uscirono dall'Egitto. Perciò Geremia 7:22 non è una contraddizione di quanto previsto dalle leggi sacrificali contenute nella Torah non quando furono fatti uscire dall'Egitto, ma qualche mese dopo... Su Geremia 6:20 "I vostri olocausti non mi sono graditi, i vostri sacrifici non mi piacciono»" mi pare evidente che la lezione di Jahveh è che quantunque si facciano formalmente sacrifici a Lui, non serve a nulla se non c'è l'ubbidienza al resto delle sue norme morali...

Dio mente?

Dio non mente mai: Ebrei 6:18 “affinché mediante due cose immutabili, nelle quali è impossibile che Dio abbia mentito, troviamo una potente consolazione noi, che abbiamo cercato il nostro rifugio nell'afferrare saldamente la speranza che ci era messa davanti”. Dio mette la menzogna sulla bocca dei profeti.

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1Re 22:23 “E ora ecco, il SIGNORE ha messo uno spirito di menzogna in bocca a tutti questi tuoi profeti; ma il SIGNORE ha pronunziato del male contro di te»”. Romani 3:7 “Ma se per la mia menzogna la verità di Dio sovrabbonda a sua gloria, perché sono ancora giudicato come peccatore?” Filippesi 1:18 “Che importa? Comunque sia, con ipocrisia o con sincerità, Cristo è annunziato; di questo mi rallegro, e mi rallegrerò ancora”. Risposta. Queste scritture trascurano il contesto in cui sono inserite. Nei versetti precedenti I° Re 22:23, si menziona che Micaia, un profeta di Jahveh, rivelò ad Acab d'aver visto una visione in cui Jahveh stesso permetteva ad una creatura spirituale di diventare “uno spirito ingannevole” nella bocca dei 400 profeti di Acab. Perciò, questo re fu avvertito che il successo dell'impresa dei suoi profeti era falso, la realtà sarebbe stata diversa. Egli non credette al profeta di Jahveh e preferì lasciarsi ingannare dalle menzogne e pagò questo con la vita... Romani, invece, è completamente fuori argomento perchè Paolo sta parlando di sè come una menzogna alludendo al Salmo 62:9. Lo stesso dicasi di Filippesi in quanto, il contesto dei versetti precedenti (da 15 a 17) rivela il senso delle parole di Paolo: "Alcuni, è vero, predicano Cristo anche per invidia e spirito di contesa, ma altri con buoni sentimenti. Questi lo fanno per amore, sapendo che sono stato posto per la difesa del vangelo; quelli invece predicano Cristo con spirito di rivalità, con intenzioni non pure, pensando di aggiungere dolore alle mie catene." (CEI) Paolo perciò sostiene che è vero che gli oppositori predicano il Cristo con sentimenti cattivi, ma non ha importanza perchè il risultato della loro opposizione è che si attira lo stesso l'attenzione verso Cristo, rendendogli ulteriore testimonianza...

Dio vieta l’incesto? Dio vieta l'incesto: Deuteronomio 27:22 “«Maledetto chi si corica con la propria sorella, figlia di suo padre o figlia di sua madre!» - E tutto il popolo dirà: «Amen»”. Levitico 20:17 “Se uno prende la propria sorella, figlia di suo padre o figlia di sua madre, e vede la nudità di lei e lei vede la nudità di lui, è un'infamia; tutti e due saranno tolti via sotto gli occhi dei figli del loro popolo; quel tale ha scoperto la nudità della propria sorella; porterà la pena della sua iniquità”. Dio benedice la moglie di Abramo che è anche la sorella: Genesi 20:11-12 “Abraamo rispose: «L'ho fatto, perché dicevo tra me: "Certo, in questo luogo non c'è timor di Dio e mi uccideranno a causa di mia moglie". Inoltre, è veramente mia sorella, figlia di mio padre, ma non figlia di mia madre, ed è diventata mia moglie”. Genesi 17:16 “Io la benedirò e da lei ti darò anche un figlio; la benedirò e diventerà nazioni; re di popoli usciranno da lei»”. Risposta.

I riferimenti della Legge Mosaica citati sono chiari: Dio vieta l'incesto. Perchè allora concesse a

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personaggi come Abraaamo, nel caso riportato, di poter sposare la propria sorellastra? "Perché il matrimonio tra fratello e sorella non era fuori luogo al principio della storia umana? Dio creò Adamo ed Eva perfetti e si propose che tutto il genere umano discendesse da loro. (Gen. 1:28; 3:20) Era ovvio che, specialmente nelle primissime generazioni, ci sarebbero stati matrimoni fra parenti stretti. Anche dopo la comparsa del peccato, nelle prime generazioni il pericolo che i bambini ereditassero grosse deformità era relativamente trascurabile, perché la razza umana era molto più vicina alla perfezione di cui avevano goduto Adamo ed Eva. Ne è una prova la longevità delle persone di quei tempi. (Vedi Genesi 5:3-8; 25:7). Ma circa 2.500 anni dopo il peccato di Adamo, Dio proibì i matrimoni incestuosi. Questo servì a proteggere la progenie ed elevò la moralità sessuale dei servitori di Jahveh al di sopra di quella dei popoli circonvicini che praticavano ogni sorta di attività depravate. — Vedi Levitico 18:2-18."

Chi è il padre di Giuseppe? Eli: Luca 3:23 “Gesù, quando cominciò a insegnare, aveva circa trent'anni ed era figlio, come si credeva, di Giuseppe, di Eli”. Giacobbe: Matteo 1:16 “Giacobbe generò Giuseppe, il marito di Maria, dalla quale nacque Gesù, che è chiamato Cristo”. Risposta. Qui l'arcano sta nel senso del termine 'figlio'. Il sostantivo ebraico ben e quello greco huiòs, che significano entrambi “figlio”, sono spesso usati in senso più ampio e non semplicemente per designare un immediato discendente di sesso maschile. “Figlio” può significare figlio adottivo (Esodo 2:10; Giovanni 1:45), discendente, per esempio nipote o pronipote (Esodo 1:7; 2Cr 35:14; Geremia 35:16; Matteo 12:23) o genero. — Confronta, 1Cronache 3:17 con Luca 3:27. In Luca 3:23, “Giuseppe, figlio di Eli”, è evidentemente inteso come genero, in quanto Eli era il suocero di Giuseppe (in questa frase il termine huiòs, “figlio”, non compare nel testo greco, ma è sottinteso). A integrazione di quanto indicato da Caleb, c'è da dire che Matteo e Luca tracciano le genealogie da due punti diversi, ecco perchè il particolare sembra contraddittorio. Considerando che Luca considera la discendenza di Cristo dal punto di vista naturale, cioè seguendo gli ascendenti di Maria, Matteo si sofferma sulla discendenza legale e seguendo gli ascendenti di Giuseppe. Tieni presente anche che se ci fossero state discrepanze del genere sarebbero stata rilevate dagli oppositori giudei, molto fiscali sulle registrazioni genealogiche, e avrebbero additato tali lacune. Il fatto che non vi furono reazioni simili dimostra quanto fosse normale, anche se si trattava della discendenza per parte materna, partire dal fatto che era sempre figlio di Giuseppe...

Quando Gesù chiama i primi discepoli? Dopo l'arresto di Giovanni Battista:

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Marco 1:14-17 “Dopo che Giovanni fu messo in prigione, Gesù si recò in Galilea, predicando il vangelo di Dio e dicendo: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; ravvedetevi e credete al vangelo». Mentre passava lungo il mare di Galilea, egli vide Simone e Andrea, fratello di Simone, che gettavano la rete in mare, perché erano pescatori. Gesù disse loro: «Seguitemi, e io farò di voi dei pescatori di uomini»”. Quando Giovanni battista è ancora libero: Giovanni 1:35-37 “Il giorno seguente, Giovanni era di nuovo là con due dei suoi discepoli; e fissando lo sguardo su Gesù, che passava, disse: «Ecco l'Agnello di Dio!» I suoi due discepoli, avendolo udito parlare, seguirono Gesù”. Risposta: Gesù chiamò una prima volta alcuni discepoli, tra cui Andrea che era discepolo di Giovanni, ma essi non seguirono immediatamente Gesù nel suo ministero ma tornarono al loro mestiere di pescatori. A distanza di almeno sei mesi (tra sei mesi ed un anno), e dopo l'arresto di Giovanni il Battezzatore, Andrea, Simone, Giacomo e Giovanni furono chiamati da Gesù a seguirlo e ad essere suoi discepoli. La contraddizione nasceva dal fatto che non si teneva conto del duplice incontro a distanza di tempo.

Cosa fecero le donne?

Le donne non dissero niente a nessuno perché avevano paura: Marco 16:8 “Esse, uscite, fuggirono via dal sepolcro, perché erano prese da tremito e da stupore; e non dissero nulla a nessuno, perché avevano paura”. Le donne annunziarono la notizia: Matteo 28:8-9 “E quelle se ne andarono in fretta dal sepolcro con spavento e grande gioia e corsero ad annunziarlo ai suoi discepoli. Quand'ecco, Gesù si fece loro incontro, dicendo: «Vi saluto!» Ed esse, avvicinatesi, gli strinsero i piedi e l'adorarono”. Luca 24:9 “Tornate dal sepolcro, annunziarono tutte queste cose agli undici e a tutti gli altri”. Risposta: Anche qui, francamente, nessuna c‟è nessuna contraddizione perché Marco 16:8 è simile a Matteo il quale aggiunge semplicemente il particolare che andarono ad annunziare ai discepoli la risurrezione di Cristo, come l‟angelo aveva comandato al versetto 7 di Marco 16: “Ma andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro: „Egli va davanti a voi in Galilea; là lo vedrete, come vi disse”. Tutti e tre i racconti concordano che prima degli apostoli, queste donne non dissero "nulla a nessuno" della notizia. Inoltre, se fosse attendibile, subito dopo il versetto 8, la conclusione breve riporterebbe queste parole in Marco: “Ma tutte le cose che erano state loro comandate le narrarono brevemente a quelli che erano intorno a Pietro. Inoltre, dopo queste cose, Gesù stesso mandò per mezzo d‟essi, dall‟oriente all‟occidente, la santa e incorruttibile proclamazione della salvezza eterna.”

Che fece lo scudiero?

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Lo scudiero morì con Saul: 1Samuele 31:4 “Saul disse al suo scudiero: «Sfodera la spada e trafiggimi, affinché questi incirconcisi non vengano a trafiggermi e a farmi oltraggio». Ma lo scudiero non volle farlo, perché aveva paura. Allora Saul prese la propria spada e vi si gettò sopra”. 1Cronache 10:4-5 “Saul disse al suo scudiero: «Sfodera la spada e trafiggimi, affinché questi incirconcisi non vengano a trafiggermi e a farmi oltraggio». Ma lo scudiero non volle farlo, perché ebbe gran paura. Allora Saul prese la propria spada e vi si gettò sopra. Lo scudiero di Saul, vedendolo morto, si gettò anch'egli sulla propria spada e morì”. Lo scudiero ritorna da Davide: 2Samuele 1:13-14 “Poi Davide chiese al giovane che gli aveva raccontato quelle cose: «Di dove sei?» Quegli rispose: «Sono figlio di uno straniero, di un Amalechita». Davide gli disse: «Come mai non hai temuto di stendere la mano per uccidere l'unto del SIGNORE?»”. Risposta:

Il giovane di 2 Samuele 1:13,14 non era lo scudiero di Saul, ma un amalechita menzognero che pensava di ottenere furbescamente favore presso Davide raccontandogli della morte di Saul. Che non fosse lo scudiero personale del re Saul è evidente dalla ricostruzione dei fatti come riportato dai versetti 5 fino a 10: «Davide disse quindi al giovane che gli riferiva: “Come sai tu che Saul e Gionatan, suo figlio, sono morti?” A ciò il giovane che gli riferiva disse: “Mi trovavo per caso [se fosse stato il suo scudiero, poteva trovarsi "per caso"?] sul monte Ghilboa e vidi Saul che si appoggiava sulla sua lancia e i carri e i cavalieri stavano per raggiungerlo. Egli si voltò indietro, mi vide e mi chiamò. Io risposi: "Eccomi". Egli mi chiese: "Chi sei?" [Se fosse stato il suo scudiero come faceva a non riconoscerlo?] Gli risposi: "Sono un Amalechita". Egli mi disse: "Avvicìnati a me e finiscimi, perché sono preso da vertigine, anche se sono ancora vivo". Io dunque mi avvicinai e lo uccisi, perché sapevo che, una volta caduto, non avrebbe potuto vivere. Poi presi il diadema che egli aveva in capo, il braccialetto che aveva al braccio, e li ho portati qui al mio signore».

Quanti animali c’erano nell’arca? 7 paia Genesi 7:2-3 “Di ogni specie di animali puri prendine sette paia, maschio e femmina; e degli animali impuri un paio, maschio e femmina. Anche degli uccelli del cielo prendine sette paia, maschio e femmina, per conservarne in vita la razza sulla faccia di tutta la terra”. 2 paia Genesi 6:19 “Di tutto ciò che vive, di ogni essere vivente, fanne entrare nell'arca due di ogni specie, per conservarli in vita con te; e siano maschio e femmina” Risposta: Non vedo la contraddizione. Genesi 6:19 menziona la direttiva generale emanata da Dio riguardante la sopravvivenza di un paio di ogni specie. Tale direttiva viene successivamente

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dettagliata e Dio dispone per la sola categoria degli animali “puri” la precisazione di prenderne 7, mentre per gli animali “impuri” permaneva l‟indicazione di un solo paio. Vogliamo chiamarla clausola integrativa?

Abraamo, Isacco e Giacobbe conoscevano il nome di Dio?

Abramo, Isacco e Giacobbe non conoscevano il nome di Dio: Esodo 6:3 “Io apparvi ad Abraamo, a Isacco e a Giacobbe, come il Dio onnipotente; ma non fui conosciuto da loro con il mio nome di SIGNORE”. Abramo, Isacco e Giacobbe conoscevano il nome di Dio: Genesi 22:14 “Abraamo chiamò quel luogo «Iavè-Irè». Per questo si dice oggi: «Al monte del SIGNORE sarà provveduto»”. Risposta:

Questa, perchè è un'antica obiezione sul nome Jahveh. Evidentemente chi ha posto l'obiezione disconosce il significato del nome divino perchè è chiaro che esistesse e fosse conosciuto già in tempi molto remoti (Eva lo menziona, come riportato in Genesi 4:1, quando partorisce Caino). Il nome Jahveh deriva dal verbo hawàh, “divenire”, e in effetti significa anche “Colui che fa divenire”. Perciò, Jahveh si rivela in Esodo 6:3 come Colui che diviene il Realizzatore dei Suoi propositi portandoli immancabilmente a compimento...

Da chi è stato acquistato il campo di Sichem? Da Abraamo: Atti 7:16 “poi furono trasportati a Sichem, e deposti nel sepolcro che Abraamo aveva comprato con una somma di denaro dai figli di Emmor in Sichem”. Vedi anche Genesi 23,20 Da Giacobbe: Giosuè 24:32 “E le ossa di Giuseppe, che i figli d'Israele avevano portate dall'Egitto, essi le seppellirono a Sichem, nella parte del campo che Giacobbe aveva comprato dai figli di Chemor, padre di Sichem, per cento pezzi di denaro; e i figli di Giuseppe le avevano ricevute come eredità”. Vedi anche Genesi 33,19. Risposta: E‟ possibile che, essendo Giacobbe nipote di Abraamo, l‟acquisto possa essere stato attribuito ad Abraamo, il capo patriarcale. Questo sarebbe un uso del nome di un antenato al posto di quello dei discendenti, come in seguito fu fatto con il nome di Israele (Giacobbe) e di altri. — Confronta Osea 11:1, 3, 12; Matteo 2:15-18.”

Di chi è la profezia dei trenta pezzi d’argento?

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In Matteo 27:9 leggiamo che la profezia intorno ai trenta pezzi d‟argento è di Geremia, mentre la troviamo di fatto in Zaccaria 11:13. Risposta:

Su questo punto ci sono alcune differenze. In Matteo, mentre tre manoscritti hanno "Geremia", la Versione Siriaca Filosseniana Eracleense ha “Zaccaria” nel testo. La Peshitta di Lamsa omette il nome e dice: “Quindi si adempì ciò che era stato proferito dal profeta, cioè: Presi i trenta pezzi d‟argento, il costoso prezzo ch‟era stato contrattato con i figli d‟Israele, e li diedi per il campo del vasaio, come il Signore mi aveva comandato”. Il Nuovo Testamento Siriaco di James Murdock, traduzione inglese della Versione Pescitta, dice la stessa cosa omettendo il nome del profeta... Anche questa spiegazione è altrettanto valida. “L‟adempimento della profezia di cui parla Matteo si basa su “ciò che era stato dichiarato dal profeta Geremia”. Geremia era a volte elencato per primo tra i “profeti posteriori”, e questo gruppo di profezie includeva non solo gli scritti di Geremia ma anche quelli di Zaccaria. (Confronta Luca 24:44).

Quanti carri, cavalieri e uomini? Alcuni testi contengono dei numeri che è difficile leggere con precisione o armonizzare con i passi che trattano gli stessi fatti. Davide prese a Hadadezer, secondo 2Samuele 8:4, <<1700 cavalieri e 20000 uomini a piedi>>. Secondo 1Cronache 18:4, queste cifre divengono: <<1000 carri, 7000 cavalieri, 20000 uomini a piedi>>. Risposta:

Le varianti al riguardo in 2 Samuele 8:4 e in 1 Cronache 18:4 possono essere dovute a un errore di copiatura. Nella Settanta greca entrambi i brani indicano che furono catturati 1.000 carri e 7.000 cavalieri, e quindi quella di 1 Cronache 18:4 è probabilmente la lezione originale. Si noti però che quelli comunemente ritenuti degli errori di copiatura nella descrizione del conflitto fra Davide e Adadezer potrebbero semplicemente riflettere altri aspetti della guerra o modi diversi di fare il conteggio."

Il re uccise ai Siri, secondo 2Samuele 10:18, <<gli uomini di 700 carri e 40000 cavalieri>>. In 1cronache19:18 è questione invece di, <<700 carri e 40000 uomini a piedi. Risposta: Probabilmente, questi 40.000 “cavalieri”, per trovare scampo su terreno impervio, erano scesi da cavallo e poi erano stati uccisi mentre erano appiedati. Questo potrebbe spiegare perché sono chiamati “cavalieri” in 2 Samuele 10:18 e “uomini a piedi” in 1 Cronache 19:18.

Salomone aveva, ci dice 1Re 4:26, <<40000 greppie da cavallo per i suoi carri e 12000 cavalieri>>. In 2Cronache 9:25, le cifre sono <<4000 greppie e 12000 cavalieri.

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Risposta:

Qui è probabile un errore di copiatura. 4000 è ritenuto il numero corretto.

Non meno difficile è il testo di 1Samuele 6:19. Secondo le versioni <<l‟Eterno colpì quei di Beth-Shemesh… colpì (50000) 70 uomini del popolo>>. Il testo ebraico ha letteralmente: <<70 uomini, 50000 uomini>>. Alcuni commentatori leggono: <<70 uomini, 50 capi>>. Risposta: In effetti, nel manoscritto ebraico c‟è una stranezza. Le due cifre non sono collegate dalla congiunzione waw (e) come solitamente avviene. Questa mancanza nel testo ebraico addizionata a quanto riportato dallo storico Giuseppe Flavio, che menziona solo i 70 uomini e omette il riferimento ai 50.000, farebbe ritenere che “50000 uomini” sia un‟interpolazione. Sarei, però, curioso di sapere: da quale versione ha tratto quel 50000 in parentesi? In italiano, NVR e CEI han risolto il problema traducendo „70 su (o fra) 50000‟...

Che età aveva Saul quando iniziò a regnare?

Citiamo infine 1Samuele 13:1: <<Saul aveva… anni, quando cominciò a regnare>>. Risposta:

L‟età di Saul quando salì al trono, non era conosciuta.

Videro, udirono o no il Cristo? Non lo videro, ma lo sentirono Atti 9:7 “Gli uomini che facevano il viaggio con lui rimasero stupiti, perché udivano la voce, ma non vedevano nessuno”. Videro ma non lo sentirono: Atti 22:9 “Coloro che erano con me videro sì la luce, ma non intesero la voce di colui che mi parlava”. Risposta:

Prestando attenzione ai sostantivi, è possibile eliminare apparenti contraddizioni. In Atti 9:7 il verbo greco è costruito con il genitivo (alla lettera, „udirono della voce‟), mentre in Atti 22:9 è costruito con l‟accusativo, come in Atti 9:4. Qual è la differenza? Le traduzioni non ne indicano nessuna, ma il greco in realtà, dice due cose diverse. Gli uomini udirono letteralmente “della voce”, ma non la udirono nel modo in cui la udì Paolo, il

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quale udì le parole e le comprese.

Giosafat eliminò ogni forma di idolatria? Si: 2Cronache 17:6 “Il suo coraggio crebbe seguendo le vie del SIGNORE; e fece anche sparire da Giuda gli alti luoghi e gli idoli di Astarte” No: 1Re 22:43-44 “Egli imitò in ogni cosa la condotta di Asa suo padre, e non se ne allontanò; fece quel che è giusto agli occhi del SIGNORE. Tuttavia gli alti luoghi non scomparvero; il popolo offriva ancora sacrifici e profumi sugli alti luoghi”. Risposta:

Ma l‟adorazione sbagliata praticata sugli alti luoghi era così radicata fra gli israeliti che Giosafat, nonostante i suoi sforzi, non riuscì a eliminarla in modo completo e permanente. Non tutte le "alture" erano centri di idolatria, Dio prima del tempio aveva permesso di offrire sacrifici in altri luoghi, l‟offerta di sacrifici sulle alture era giustificata dal fatto che non c‟era una casa edificata al nome di Jahveh. Dopo l'edificazione del tempio questo non era più permesso ma comunque a rigor di termini non era idolatria, poichè si adorava Jahveh e non qualche altro Dio, anche se non secondo la disposizione sacra. Probabilmente Giosafat eliminò gli alti luoghi come centri di idolatria me permise che in questi si adorasse Jahveh. Come detto questo non era un gesto idolatra. Oppure potrebbe darsi che l'adorazione idolatrica avvenisse in modo clandestino, Giosafat fece tutto il possibile per eliminare "tutte le alture ed i pali sacri" ma il popolo continuava ad adorare sulle alture. In questo il re non fu mancante se fece ogni sforzo possibile, la responsabilità era di chi svolgeva di nascosto questa adorazione. Diciamo che 2Cronache descrive l'azione compiuta da Giosafat in tutto il suo zelo per ripristinare la pura adorazione di Jahveh eliminando "anche le alture e i pali sacri" , mentre 1Re registra i fatti probabilmente al termine del suo regno, riscontrando che nonostante Giosafat stesse "facendo ciò che è giusto agli occhi del Signore", si dovette riscontrare che "non scomparvero le alture; il popolo ancora sacrificava e offriva incenso sulle alture". Perciò, i racconti potrebbero essere considerati asincroni e temporizzati su due livelli: l'azione generale del re in 2Cronache, il resoconto storico finale del suo regno in 1 Re....

Zaccaria, figlio di Barachia o di Ieoiada?

Figlio di Barachia: Matteo 23:35 “affinché ricada su di voi tutto il sangue giusto sparso sulla terra, dal sangue del giusto Abele, fino al sangue di Zaccaria, figlio di Barachia, che voi uccideste fra il tempio e l'altare”. Figlio di Ieoiada:

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2Cronache 24:22 “Il re Ioas non si ricordò della benevolenza usata verso di lui da Ieoiada, padre di Zaccaria, e gli uccise il figlio; il quale, morendo, disse: «Il SIGNORE lo veda e ne chieda conto!»”. Risposta:

Le parole “figlio di Barachia” non compaiono nel racconto di Luca e sono omesse da quello di Matteo nel codice Sinaitico (stesura originale). Un‟ipotesi è che Ieoiada, padre di uno Zaccaria che fu assassinato, potesse avere due nomi, come altri personaggi biblici. — Confronta Matteo 9:9 con Marco 2:14; Matteo 10:2, 3. Generalmente si ritiene che Gesù alludesse qui a Zaccaria “figlio di Ieoiada il sacerdote”. (2Cr 24:20-22) Questa è la conclusione più logica, dato che il libro di Cronache è elencato per ultimo nel tradizionale canone ebraico, così che Abele sarebbe il primo e Zaccaria l‟ultimo uomo giusto di cui le Scritture Ebraiche ricordino l‟assassinio. Si, in Matteo 23:35, Zaccaria è definito figlio di Barachia, un altro nome di Ieoiada.

Chi era il sommo sacerdote al tempo di Davide? Abiatar: Marco 2:26 “Com'egli, al tempo del sommo sacerdote Abiatar, entrò nella casa di Dio e mangiò i pani di presentazione, che a nessuno è lecito mangiare se non ai sacerdoti, e ne diede anche a quelli che erano con lui?»” Aimelec: 1Samuele 21:2.6 “Davide rispose al sacerdote Aimelec: «Il re mi ha dato un incarico e mi ha detto: "nessuno sappia nulla dell'affare per cui ti mando e dell'ordine che ti ho dato"; e quanto alla mia gente, le ho detto di trovarsi in un dato luogo. Allora il sacerdote gli diede del pane consacrato, perché non c'era là altro pane tranne quello della presentazione, che era stato tolto dalla presenza del SIGNORE, perché fosse sostituito con pane caldo nel momento in cui veniva preso”. Risposta:

In Marco 2:26 secondo quasi tutte le traduzioni Gesù avrebbe detto che Davide entrò nella casa di Dio e mangiò il pane di presentazione “al tempo del sommo sacerdote Abiatar”. Dato che l‟episodio ebbe luogo durante il sacerdozio di Aimelec, padre di Abiatar, tale traduzione sarebbe inesatta dal punto di vista storico. Si noti che alcuni antichi manoscritti omettono la suddetta frase, e questa non si trova nei corrispondenti passi di Matteo 12:4 e Luca 6:4. Tuttavia una simile costruzione greca ricorre in Marco 12:26 e Luca 20:37, e qui molte traduzioni usano l‟espressione “nel passo del”. (Ga, Ri, VR). Traducendo perciò: Abiatar “capo sacerdote”, invece di “sommo sacerdote”, sarebbe meglio dal punto di vista storico, poiché il resoconto delle prime imprese di Abiatar inizia subito dopo quello di Davide che entrò nella casa di Dio per mangiare il pane di presentazione, e poiché in seguito Abiatar, sotto il regno di Davide, divenne sommo sacerdote d‟Israele, questa traduzione rispetta l‟accuratezza storica della narrazione.

Quando fu crocifisso il Signore Gesù?

Era l‟ora terza:

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Marco 15:25 “Era l'ora terza quando lo crocifissero”. Dopo l‟ora sesta: Giovanni 19:14 “Era la preparazione della Pasqua, ed era l'ora sesta. Egli disse ai Giudei: «Ecco il vostro re!»” Risposta:

Incominciamo col commentare la parola “preparazione”. Diciamo che prima del 15 Nisan e dopo il 15 fino al 21 Nisan: ogni giorno veniva chiamato “preparazione”, ossia preparazione al primo giorno degli Azzimi e il primo giorno della festa pasquale; i giorni successivi venivano chiamati “preparazione” (parasceve) ed infatti erano di preparazione al settimo e ultimo giorno degli Azzimi, con il quale si concludeva la festa pasquale. Siccome Gesù quando lo crocifissero era la terza ora (dalle 9 alle 12 del mattino) non si può pensare che dopo che lo flagellarono i soldati romani lo schernirono e posero una corona di spine sul suo capo (Giovanni 19:14), lo avviarono al Golgota, per la semplice ragione che era già l‟ora che và dalle 12 alle 15 (sesta ora). Quindi la crocifissione di Gesù, dev‟essere avvenuta il giorno dopo: ora terza del Mercoledì 18 Nisan (Marco 15:25).

Quanti erano i ciechi guariti da Gesù?

Due: Matteo 20:29-34 “Mentre uscivano da Gerico, una folla lo seguì”. E due ciechi, seduti presso la strada, avendo udito che Gesù passava, si misero a gridare: «Abbi pietà di noi, Signore, Figlio di Davide!» Ma la folla li sgridava, perché tacessero; essi però gridavano più forte: «Abbi pietà di noi, Signore, Figlio di Davide!» Gesù, fermatosi, li chiamò e disse: «Che volete che io vi faccia?» Ed essi: «Signore, che i nostri occhi si aprano». Allora Gesù, mosso a pietà, toccò i loro occhi e in quell'istante ricuperarono la vista e lo seguirono”. (grassetto e sottolineatura mie). Uno: Marco 10:46-52 “Poi giunsero a Gerico. E come Gesù usciva da Gerico con i suoi discepoli e con una gran folla, il figlio di Timeo, Bartimeo, cieco mendicante, sedeva presso la strada. Udito che chi passava era Gesù il Nazareno, si mise a gridare e a dire: «Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!» E molti lo sgridavano perché tacesse, ma quello gridava più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!» Gesù, fermatosi, disse: «Chiamatelo!» E chiamarono il cieco, dicendogli: «Coraggio, àlzati! Egli ti chiama». Allora il cieco, gettato via il mantello, balzò in piedi e venne da Gesù. E Gesù, rivolgendosi a lui, gli disse: «Che cosa vuoi che ti faccia?» Il cieco gli rispose: «Rabbunì, che io ricuperi la vista». Gesù gli disse: «Va', la tua fede ti ha salvato». In quell'istante egli ricuperò la vista e seguiva Gesù per la via”. (grassetto e sottolineatura mie). Vedi anche Luca 18,35-43. Risposta:

Vi sono diverse spiegazioni per confutare tale ennesima presunta contraddizione. Uno scrittore può seguire un ordine strettamente cronologico, mentre un altro può elencare gli avvenimenti secondo il nesso che hanno col discorso. Similmente, le omissioni possono dipendere dal punto di

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vista dello scrittore e dal criterio con cui egli riassume la narrazione. Per esempio, Matteo parla di due ciechi guariti da Gesù, mentre Marco e Luca ne menzionano uno solo. (Matteo 20:29-34; Marco 10:46; Luca 18:35) Il racconto di Matteo non li contraddice. È soltanto più specifico circa il numero, mentre Marco e Luca si soffermano in particolare sull‟uomo col quale Gesù si mise a parlare e comunque, in ogni caso i due racconti si completano a vicenda. Esistevano inoltre diversi metodi per calcolare il tempo. La nazione ebraica usava due calendari: quello sacro e quello secolare o agricolo, ciascuno dei quali iniziava in un diverso periodo dell‟anno. Gli scrittori che, pur descrivendo il medesimo avvenimento, non concordano nel mese e nell‟anno potrebbero aver semplicemente seguito calendari diversi. Poiché gli scrittori orientali di rado usavano le frazioni, parti di un anno erano conteggiate come anni interi. Venivano arrotondate al più vicino numero intero. Lo si può notare, ad esempio, esaminando gli elenchi genealogici del capitolo cinque di Genesi.

Giovanni Battista è Elia?

Si: Matteo 11:13-14 “Poiché tutti i profeti e la legge hanno profetizzato fino a Giovanni. Se lo volete accettare, egli è l'Elia che doveva venire”. No: Giovanni 1:21 “Essi gli domandarono: «Chi sei dunque? Sei Elia?» Egli rispose: «Non lo sono». «Sei tu il profeta?» Egli rispose: «No»”. Risposta:

E molto facile confutare questa obiezione. Innanzitutto è ovvio che il Battista non era Elia. Quindi perché Gesù, nel vangelo di Matteo, parlando ai discepoli, da a suo cugino Giovanni, tale nome? Luca capitolo uno, verso diciassette risponde a tale domanda. “andrà davanti a lui con lo spirito e la potenza di Elia, per volgere i cuori dei padri ai figli e i ribelli alla saggezza dei giusti, per preparare al Signore un popolo ben disposto»”. Il compito del Battista fu quello di essere il precursore del Messia, egli doveva preparare per lui un popolo ben disposto. Gesù stesso lo chiamò, come abbiamo già detto, Elia, perché Giovanni aveva ricevuto lo stesso spirito e la potenza del profeta che visse durante il regno del empio re d‟Israele, Acab, e non perché era “Elia incarnato”.

Quanti ladroni oltraggiavano Gesù?

Due: Matteo 27:44 “E nello stesso modo lo insultavano anche i ladroni crocifissi con lui”. Uno: Luca 23:39-40 “Uno dei malfattori appesi lo insultava, dicendo: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!» Ma l'altro lo rimproverava, dicendo: «Non hai nemmeno timor di Dio, tu che ti trovi

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nel medesimo supplizio?” Risposta: Anche tale confutazione è semplice. Inizialmente tutti e due i ladroni oltraggiavano, poi uno successivamente, per grazia di Dio si ravvide e credette nel Figlio di Dio. Matteo e Luca riportano in pratica due avvenimenti distinti, accaduti durante il periodo in cui Gesù fu affisso al legno.

In che modo morì Giuda?

Impiccato: Matteo 27:5 “Ed egli, buttati i sicli nel tempio, si allontanò e andò a impiccarsi”. Sfracellato al suolo Atti 1:18 “Egli dunque acquistò un campo con la ricompensa della sua iniquità; poi, essendosi precipitato, gli si squarciò il ventre, e tutte le sue interiora si sparsero”. Risposta: Giuda si impiccò, ma il suo corpo era troppo pesante, il ramo si ruppe il suo corpo si squarciò al suolo. Matteo e Luca riportano due momenti distinti di un determinato avvenimento.

Quante donne andarono al sepolcro?

Una Giovanni 20:1 “Il primo giorno della settimana, la mattina presto, mentre era ancora buio, Maria Maddalena andò al sepolcro e vide la pietra tolta dal sepolcro”. Due: Matteo 28:1 “Nella notte del sabato, verso l'alba del primo giorno della settimana, Maria Maddalena e l'altra Maria andarono a vedere il sepolcro”. Tre: Marco 16:1 “Passato il sabato, Maria Maddalena, Maria, madre di Giacomo, e Salome comprarono degli aromi per andare a ungere Gesù” Più di tre: Luca 24:10 “Quelle che dissero queste cose agli apostoli erano: Maria Madda lena, Giovanna, Maria, madre di Giacomo, e le altre donne che erano con loro”. Risposta: E‟ chiaro. I quattro evangelisti danno ciascuno dettagli particolari dell‟accaduto. Essi si completano a vicenda e non si escludono l‟uno con l‟altro.

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Può anche darsi che Marco, Luca, Matteo e Giovanni hanno semplicemente riportato di tutto l‟avvenimento, ciò che li aveva colpiti in modo particolare.

Cos’hanno visto le donne?

Due angeli fuori dal sepolcro: Luca 24:4 “Mentre se ne stavano perplesse di questo fatto, ecco che apparvero davanti a loro due uomini in vesti risplendenti”. Un angelo fuori dal sepolcro: Matteo 28:2 “Ed ecco si fece un gran terremoto; perché un angelo del Signore, sceso dal cielo, si accostò, rotolò la pietra e vi sedette sopra”. Due angeli dentro il sepolcro Giovanni 20:12 “ed ecco, vide due angeli, vestiti di bianco, seduti uno a capo e l'altro ai piedi, lì dov'era stato il corpo di Gesù”. Un angelo dentro il sepolcro Marco 16:5 “Entrate nel sepolcro, videro un giovane seduto a destra, vestito di una veste bianca, e furono spaventate” Risposta

La risposta da dare a questa ennesima apparente contraddizione e analoga a quella redatta poco prima per confutare la “contraddizione”: “Quante donne andarono al sepolcro?”

Era legale mettere a morte Gesù?

Si: Giovanni 19:7 “I Giudei gli risposero: «Noi abbiamo una legge, e secondo questa legge egli deve morire, perché si è fatto Figlio di Dio»”. No: Giovanni 18:31 “Pilato quindi disse loro: «Prendetelo voi e giudicatelo secondo la vostra legge». I Giudei gli dissero: «A noi non è lecito far morire nessuno»”. Risposta:

In effetti la legge mosaica prevedeva la pena di morte per i bestemmiatori, e dato che i giudei non credettero alle parole del Cristo, pronunciate in Giovanni 5,18; e non solo, lo accusarono di bestemmiare Dio, solo che essendo sottoposti ad una dominazione straniera non potevano agire di loro iniziativa, ma dovevano chiedere il permesso delle autorità costituite che li governavano (i romani), prima di uccidere uno ritenuto da loro degno di morte.

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A chi apparve per primo il Signore?

A Maria Maddalena: Marco 16:9 “[Or Gesù, essendo risuscitato la mattina del primo giorno della settimana, apparve prima a Maria Maddalena, dalla quale aveva scacciato sette demòni”. A Maria Maddalena e l‟altra Maria Matteo 28:8-9 “E quelle se ne andarono in fretta dal sepolcro con spavento e grande gioia e corsero ad annunziarlo ai suoi discepoli. Quand'ecco, Gesù si fece loro incontro, dicendo: «Vi saluto!» Ed esse, avvicinatesi, gli strinsero i piedi e l'adorarono”. Ai due discepoli: Luca 24:13-15 “Due di loro se ne andavano in quello stesso giorno a un villaggio di nome Emmaus, distante da Gerusalemme sessanta stadi; e parlavano tra di loro di tutte le cose che erano accadute. Mentre discorrevano e discutevano insieme, Gesù stesso si avvicinò e cominciò a camminare con loro”. A Pietro (detto Cefa) 1Corinzi 15:5 “che apparve a Cefa, poi ai dodici”. Risposta:

In Matteo e Marco si parla di due apparizioni distinte, non si riferiscono ad uno stesso momento. Il Signore in pratica apparve prima a Maria Maddalena, e poi successivamente sempre a lei insieme all‟altra Maria. Infine, le apparizioni del risorto ai due discepoli descritte in Luca e a Pietro citata nella prima lettera ai corinzi avvennero successivamente e non furono le prime in ordine di tempo.

Dopo quanti giorni l’ascesa al cielo? Secondo Luca, la stessa domenica della resurrezione. Luca 24:1.51 “Ma il primo giorno della settimana, la mattina prestissimo, esse si recarono al sepolcro, portando gli aromi che avevano preparati. Mentre li benediceva, si staccò da loro e fu portato su nel cielo”. Secondo Atti invece dopo quaranta giorni. Atti 1:3 “Ai quali anche, dopo che ebbe sofferto, si presentò vivente con molte prove, facendosi vedere da loro per quaranta giorni, parlando delle cose relative al regno di Dio”. Risposta: Nella sua trama l‟autore ha utilizzato come una cerniera, il complesso unitario della risurrezione-ascensione.

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Dal punto di Dio, l‟ascensione del risorto Gesù dopo la risurrezione è senza tempo. E‟ interessante comunque notare che le parole “ed era portato su nel cielo”, le quali sono presenti in questo versetto, mancano in alcuni manoscritti antichi e perciò in alcune traduzioni moderne sono omesse (NE, AT) o scritte fra parentesi quadre (Co). Compaiono però nel papiro Bodmer (P75), nel manoscritto Alessandrino, nel manoscritto Vaticano 1209 e in altri manoscritti antichi.

Dove avvenne l’ascensione del Cristo?

A Betania: Luca 24:50-51 “Poi li condusse fuori fin presso Betania; e, alzate in alto le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e fu portato su nel cielo” Sul monte degli ulivi: Atti 1:9.12 “Dette queste cose, mentre essi guardavano, fu elevato; e una nuvola, accogliendolo, lo sottrasse ai loro sguardi. Allora essi tornarono a Gerusalemme dal monte chiamato dell'Uliveto, che è vicino a Gerusalemme, non distandone che un cammin di sabato”. Risposta:

Confutare quest‟altra “contraddizione” è forse la cosa più semplice. Il monte degli ulivi si trovava “presso Betania”. Tutto qui.

Come può essere giustificato l’uomo davanti a Dio?

Per mezzo della sola fede: Galati 2:16 “sappiamo che l'uomo non è giustificato per le opere della legge ma soltanto per mezzo della fede in Cristo Gesù, e abbiamo anche noi creduto in Cristo Gesù per essere giustificati dalla fede in Cristo e non dalle opere della legge”. Per fede e opere: Giacomo 2:20-24 “Insensato! Vuoi renderti conto che la fede senza le opere non ha valore? Abraamo, nostro padre, non fu forse giustificato per le opere quando offrì suo figlio Isacco sull'altare? Tu vedi che la fede agiva insieme alle sue opere e che per le opere la fede fu resa completa; così fu adempiuta la Scrittura che dice: «Abraamo credette a Dio, e ciò gli fu messo in conto come giustizia»; e fu chiamato amico di Dio. Dunque vedete che l'uomo è giustificato per opere, e non per fede soltanto”. Risposta:

Questi due insegnamenti, di Paolo e di Giacomo anche se sembrano apparentemente contraddirsi, in realtà di completano a vicenda dando un quadro esauriente della dottrina della fede. L‟apostolo Paolo afferma giustamente che la salvezza si ottiene per grazia, mediante la sola fede, Efesini 2,8-9; mentre Giacomo sottolinea altrettanto correttamente che la fede per essere

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realmente valida, giusta agli occhi di Dio, deve necessariamente manifestare buone opere senza le quali si dimostrerebbe una fede morta, che non porta a Dio.

Le Sacre Scritture sono un dono meraviglioso datoci da Dio per mezzo dei suoi servi, Iddio stesso

è il loro protettore e per mezzo di esse ha sempre cercato di comunicare con il genere umano. Di

trasmettere alle sue creature chi è lui, i suoi propositi, il suo amore verso tutti gli uomini.

Esse sono davvero come un pozzo profondo dal quale nel continuo gli amanti della verità e della

giustizia possono trarre sano nutrimento spirituale e ristoro per le loro anime.

L‟apostolo Paolo, nello scrivere al suo caro Timoteo poteva senza dubbio affermare:

“Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla

giustizia, perché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona”. 2Timoteo

3:16-17.

L‟uomo ha continuo bisogno di Dio. Essendo una sua creatura, dipende totalmente dal suo

Creatore, fattore. La necessità della guida divina per ogni uomo è ancora più importante del

bisogno di mangiare e bere.

Chiediamo allora al Padre celeste per mezzo di Gesù, di aiutarci a comprendere la sua parola

benedetta, invocando nello stesso tempo il suo aiuto per riuscire a comprenderla e fare così frutto

dei suoi benedetti insegnamenti.

Come sempre, a Dio solo vada ogni gloria in Cristo suo Figlio, il benedetto in eterno.

Tratto: http://gaetano.wikispaces.com/teo_contraddizioninellabibbia