microbiologia e virologia clinica
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MICROBIOLOGIA E VIROLOGIA CLINICA
1 TERMINOLOGIA
Rapporto SIMBIONTICO di relazione tra microrganismo e uomo
-COMMENSALISMO nessuna specie trae beneficio né arreca danno all’altra
-MUTUALISMO flora batterica intestinale entrambe le specie traggono vantaggio
-PARASSITISMO una specie sfrutta e arreca danni all’altra = in base al danno causato il
rapporto simbiotico si avvicina al parassitismo
CONTAMINAZIONE l’ospite entra in contatto con il microrganismo
COLONIZZAZIONE il microrganismo si insedia stabilmente in un distretto dell’ospite
INFEZIONE non è sinonimo di malattia (si ha solo quando il patogeno arreca danni) si ha
quando il microrganismo si replica all’interno dell’ospite INFESTAZIONE è l’infezione da
metazooi (pidocchi)
TRASMISSIONE delle INFEZIONI : FONTI animate/inanimate da cui proviene il microrganismo
SERBATOI specie animali/insetti in cui il microrganismo si mantiene vivo nel tempo (es uccelli
acquatici = serbatoi virus influenzale) UOMO in alcuni casi è l’unico serbatoio per alcuni
patogeni (tifo-pertosse)
ZOONOSI microrganismi che risiedono in alcuni animali trasmissibili all’uomo ma l’uomo non
può trasmetterli ad un altro uomo (es virus rabbia)
PROVENIENZA degli AGENTI INFETTIVI : MADRE al figlio attraverso canale del parto,
placenta o allattamento; ANIMALI, AMBIENTE, L’UOMO STESSO.
Vie di trasmissione dell’infezione: ENDOGENE trasferimento di un patogeno da una sede
all’altra del nostro organismo (es candida) ESOGENE trasferimento del microrganismo
dall’esterno (animali o cibo contaminato diviso in TOSSINFEZIONE se l’agente eziologico è
presente dentro il cibo o INTOSSICAZIONE se nel cibo è presente la tossina batterica
responsabile) oppure per via aerogena, sessuale o traumatica.
VIE DI TRASMISSIONE DELL’INFEZIONE: oro fecale (legate alle vie di ingresso/uscita di
sostanze dal corpo), aerea, sessuale , per contatto diretto o via traumatica (ferite aperte)
VEICOLI di TRASMISSIONE feci, acqua, aria, mani, alimenti, fomiti (lenzuola asciugamani),
insetti, suolo , aria
VETTORI di TRASMISSIONE principali sono gli insetti perché pungendo individui sani e non
trasportano le infezioni
OSPITE si DIFENDE dal patogeno in modo fisico (CUTE+ MUCOSE si rinnovano, rappresentano
una barriera fisica all’entrata del aptogeno, pH acido + a.lattico prodotto da ghiandole
sudoripare o sebacee contrasta la crescita del patogeno), biochimico
(lisozimi/trasnferrina/rnasi) e con il sistema immunitario di tipo INNATO costitutivo e
aspecifico (in cui la flora microbica associata all’intestino, alle vie aeree e digerenti svolge un
ruolo essenziale nella stimolazione del s.i) + IMMUNITà ACQUISITA tipica di organismi
superiori più specifica.
2 INFEZIONI BATTERICHE PATOGENICITà capacità del batterio di indurre
un danno data dalla capacità di replicarsi in vivo(capacità di colonizzare e replicarsi) +
tossigenicità capacità di produrre tossine VIRULENZA grado di patogenicità associato al
genoma batterico/plasmidi/fagi
INVASIVITà capacità di adesione , di moltiplicazione, di penetrazione nell’ospite e produrre
sostanze nocive in base al microrganismo ci sono meccanismi diversi di invasività come
PNEUMOCOCCO causa danni per invasività senza produrre tossine, STAFFILOCOCCO causa
danni per invasività e produzione tossine, TETANO causa danni solo per produzione tossine.
ELEMENTI che AUMENTANO la PATOGENICITà capsule, flagelli, fimbrie + caratteristiche della
parete batterica (GRAM + maggiore strato di peptidoglicano rispetto ai GRAM -)
CAPACITà di ADESIONE fattori principali sono le ADESINE sulla parete o sui pili interagiscono
con recettori dell’ospite, FIMBIRE legano il mannosio delle glicoproteine , GLICOCALICE strato
esterno di fimbrie, ACIDI TEICOICI/LIPTEICOICI presenti sui gram +, PROTEINA M di adesione
degli streptococchi.
COME EVADERE le DIFESE dell’OSPITE : resistenza alla fagocitosi inibendo la chemiotassi (non
arrivano le cellule del s.i), inibendo l’osponizzazione da complemento/anticorpale, resistenza
all’ingestione dei fagociti grazie alla capsula, uccisione indiretta del fagocita dopo ingestione.
Esempi la PROTEINA A degli staffilococchi lega il Fc delle Ig impedendone il legame con il
recettore per il frammento costante sui fagociti, PROTEINA M attacca il fibrinogeno
impedendo l’attacco del complemento. ULTERIORI STRATEGIE di EVASIONE variazioni
antigeniche dopo splicing alternativo, esistenza di sierotipi diversi (batteri della stessa specie
con antigeni diversi) e utilizzo dei SIDEROFORI ovvero strategie molecolari del batterio per
sottrarre il ferro alle cellule dell’ospite e utilizzarlo per i propri processi.
COME DIFFONDERE all’INTERNO dell’OSPITE INVASINE = enzimi che alterano le matrici dei
tessuti consentendo una maggiore penetrazione COLLAGENASI (rompe collageno),
NEUROAMINIDASI (rompe acido sialico) IALURONIDASI (rompe acido ialuronico) EMOLISINE
(degradano globuli rossi)
PATOGENI: intracellulari facoltativi (sono in grado di replicarsi sia all’interno che all’esterno
delle cellule), intracellulari/extracellulari obbligati (virus intracellulari obbligati). I patogeni
extracellulari devono resistere alla fagocitosi ed evitare l’internalizzazione, quelli intracellulari
devono invece resistere alla lisi all’interno del lisosoma con varie strategie (impediscono la
fusione fagosoma-lisosoma, una volta internalizzati i patogeni causano morte del fagocita,
riescono ad entrare senza essere fagocitati).
PAI ISOLE di PATOGENICITà regioni cromosomiche spesso contenute nei plasmidi contenenti i
geni per l’espressione di fattori di virulenza/patogenicità che spesso richiede l’espressione
coordinata di più geni sulla stessa isola attivabili da un solo stimolo e trasferibili in blocco ad
un altro batterio. SPI isole di patogenicità della salmonella contengono geni per la virulenza
(produzione di tossine) e adesione alla parete intestinale – PAI di Helicobacter Pylori contiene
geni per la tossina VacA + citotossina CaG espresse contemporaneamente.
3 TOSSINE BATTERICHE di due tipi essenzialmente ESOTOSSINE proteine ad
azione tossica espulse all’esterno del batterio inducono la risposta anticorpale (ab anti tossina)
specifica, sono prodotte sia dai gram + che dai gram - (possono essere trasformate in
ANATOSSINE o TOSSOIDI ovvero conservano caratteristiche immunogeni che ma perdono
patogenicità) + ENDOTOSSINE prodotte dai gram – corrispondono alle LPS (lipide A) della
parete batterica non sono antigeniche poiché non causano una risposta immunitaria specifica
ma legano i recettori dei macrofagi/linfociti T inducendo produzione di IL-1, IL-6 TNF-α e
prostaglandine = L’effetto dipende dalla concentrazione della tossina causando febbre, dolori,
vasodilatazione fino allo shock e morte. Le ESOTOSSINE sono più potenti e specifiche ,
inducono la risposta immunitaria anticorpale e sono termolabili (tranne quelle dello
streptococco) vengono suddivise in CITOLITICHE (provocano citolisi) PANTROPE (agiscono su
tutte le cellule) ENTEROTOSSINE (prodotte dagli enterobatteri) o NEUROTROPE (agiscono sul
tessuto nervoso). Possono essere suddivise anche in base alla modalità di azione in TOSSINA A-
B, TOSSINA DISTRUGGI MEMBRANA e TOSSINA SUPERANTIGENE. Le esotossine con
meccanismo di azione A-B sono composte dalla componente A ad azione tossica e la
componente B di binding del bersaglio cellulare: sostanzialmente la B lega un recettore della
cellula consentendo l’internalizzazione della parte A che è una proteina ADp RIBOSILANTE
ovvero utilizza il ribosio prelevato dalla scissione dell’adenina dal NAD per attaccarlo a
proteine bersaglio: un esempio è la TOSSINA DIFTERICA che va a ribosi lare il fattore di
elongazione EF2 inattivandolo e bloccando la sintesi proteica . nel caso del COLERA la
componente A va a ribosi lare attivandolo l’ADENILATO ciclasi che sintetizza cAMP
determinando ad esempio la sintesi di canali per l’espulsione di acqua e Sali , nel caso della
TOSSINA BOTULINICA e TETANICA (neurotossine) la componente A ribosila l’adenilato ciclasi
protando a conseguenze diverse (in entrambi i casi alla fine si arriva alla morte per blocco dei
muscoli respiratori):
- BOTULINO blocca il rilascio di acetilcolina impedendo la contrazione = paralisi flaccida
del muscolo
- TETANO blocca il rilascio del neuorotrasmettitore inibitorio determinando una
continua stimolazione della contrazione associata a paralisi RIGIDA/SPASTICA
TOSSINE DISTRUGGI MEMBRANA possono essere proteasi (tagliano proteine esterne),
fosfolipasi (tagliano fosfolipidi) , simili a detergenti tensioattivi in grado di formare canali sullo
strato fosfolipidico determinando uscita di ioni e acqua.
SUPERANTIGENI si attaccano a ponte direttamente tra MHC II e recettore TCR dei linfociti
Thelper determinando l’attivazione massiccia e incontrollata di una risposta immunitaria
aspecifica.
4 RAPPORTI VIRUS-CELLULA
Virus = agente acellulato composto da proteine e materiale genetico patogeno intracellulare
obbligato (capace di replicarsi solo dopo l’infezione). Esistono vai tipi di rapporto che il virus
può instaurare a livello delle cellule ospiti:
-RAPPORTO PRODUTTIVO infetta cellule suscettibili (presentano recettori riconosciuti dal
virus) e permissive (contengono materiali biologici che permettono la replicazione del virus)
moltiplicandosi e provocando lisi della cellula con liberazione dei virioni
-RAPPORTO ABORTIVO infetta cellule suscettibili ma non permissive per la replicazione per
cui non si replica, la cellula ospite sopravvive ed elimina il materiale virale
-RAPPORTO LISOGENICO infetta cellule suscettibili ma non permissive per cui il virus non si
replica, la cellula non muore ma può subire trasformazioni ed il genoma virale si integra in
quello dell’ospite rimanendo in forma latente.
RAPPORTO PRODUTTIVO è costituito da varie fasi, c’è l’assorbimento del virus mediato dai
recettori sulla cellula, la penetrazione, la spoliazione (appropriazione dei meccanismi
replicativi), la replicazione, la maturazione (impacchettamento del genoma virale per
assemblare il virione) a cui segue infine la gemmazione per far uscire i virioni assemblati.
Le curve di crescita dei virus si calcolano in unità formanti placche vs tempo di replicazione
sono diverse in base al tipo di virus e dipendono dal tempo di replicazione (fino a 50 ore per
l’herpes virus) + diverse strategie re plicative utilizzate unite alla complessità del virus.
ASSORBIMENTO del VIRUS mediato dai recettori virali che sfruttano l’interazione con i
recettori delle cellule (solitamente glicoproteine comeCD4 dei Thelper usato da HIV) oppure
dei co-recettori come l’herpes virus della mononucleosi che utilizza il recettore per il
complemento dei linfociti B o il picornavirus che utilizza I-CAM1 recettore per le integrine.
PENETRAZIONE virus diversi utilizzano strategie diverse in base alla loro struttura più o meno
complessa:
-PICORNAVIRUS penetrano per endocitosi e liberano l’rna virale nella cellula
- virus influenzali dotati di pericapside penetrano per fusione con la membrana cellulare
-HIV sfrutta interazione Gb120 che lega il CD4 + GB41 che permette il legame con i
recettori per le chemochine (co-recettori)
In sostanza i virus dotati di pericapside penetrano per fusione con la membrana cellulare
oppure una volta internalizzati nell’endosoma vi si fondono (fusione pH dipendente) , quelli
senza pericapside come gli adenovirus penetrano solo per endocitosi e liberano il genoma virale
nel citosol.
MECCANISMI di REPLICAZIONE sono diversi in base alla tipologia di genoma del virus (RNA
ss, dsRNA, retrovirus a RNA, ssDNA o dsDNA):
-VIRUS a RNA + (il genoma è direttamente un messaggero) come nei picornavirus il genoma
viene subito tradotto in proteine del capside e proteine che consentono la replicazione virale
ad esempio proteine che trasportano l’rna a livello del nucleo dove viene sintetizzato il
filamento a rna opposto (-) da cui parte la sintesi di nuovo RNA virale da includere nei
capsidi in formazione a livello citosolico.
-VIRUS a RNA- (il genoma è un RNA antisenso con polarità opposta al messaggero) una volta
liberato nel citosol assieme a specifiche proteine contenute nel capside tali proteine consentono
la sintesi del filamento di RNA + che funziona da stampo per la replicazione di nuovo
materiale virale e da stampo per la traduzione delle proteine per l’assemblaggio del capside
-RETROVIRUS a RNA + la proteina retrotrascrittasi contenuta nel capside permette la sintesi
di DNA a partire da RNA in grado di integrarsi nel genoma dell’ospite: dal dna virale
integrato parte la trascrizione di RNA come genoma virale + traduzione di proteine per
l’assemblaggio del capside.
-VIRUS a DNA seguono il normale processo di replicazione del materiale genetico sfruttando
l’apparato re plicativo dell’ospite amplificato dall’utilizzo di particolari sistemi che alterano a
favore del virus i normali sistemi di replicazione della cellula, ad esempio possiedono specifiche
sequenze consenso per la dna polimerasi in grado di attivarla e attirarla, oppure liberano dal
capside proteine in grado di potenziare l’azione della polimerasi. Normalmente i virus a dna
possiedono GENI IMMEDIATI che codificano proteine attivatorie per la replicazione e GENI
TARDIVI che codificano proteine strutturali del capside. I geni tardivi e immediati presentano
un meccanismo di autoregolazione dove i prodotti dei geni immediati vanno a regolare la
traduzione di quelli tardivi: ad esempio l’herpes virus produce i geni immediati α che vanno ad
autoregolarsi impedendo la propria sintesi e attivano i geni tardivi β.
MECCANISMO di REPLICAZIONE del VIRUS dell’EPATITE B presenta un genoma dsDNA ad
anello semicompleto : una volta liberato nel nucleo la doppia elica viene completata e
successivamente trascritta in vari mRNA + un RNA specifico di lunghezza pari al dna
genomico che funziona da stampo (grazie alla retrotrascrittasi) per la sintesi del dna genomico
ad anello completo (successivamente degradato in parte ad anello semicompleto)
ASSEMLBAGGIO del VIRIONE avviene sia nel citosol, nel nucleo oppure all’esterno della cellula
(HIV) visualizzabile grazie alla formazione di inclusioni nucleari e citosoliche (che offrono anche
un primo criterio di classificazione dei virus). EFFETTI dei VIRUS sulla CELLULA possono essere
la formazione di SINCIZI (fusione delle membrane) o CITOLISI - risposte delle cellule ai
VIRUS mediate da IFN-γ stimolato dalla replicazione virale può attivare una ribonucleasi o
una chinasi per l’attivazione mediante fosforilazione del fattore EF2 che blocca la sintesi
proteica.
VIRUS ONCOGENI a RNA (retrovirus) o a DNA (papilloma virus, adenovirus, herpes virus)
determinano la trasformazione delle cellule infettate con sviluppo di neoplasia- 4 TIPI di
MECCANISMI di TRASFORMAZIONE
-virus codificano la proteina PROTONCOGENINA ad azione oncogenica che attiva gli oncogeni
cellulari
- l’inserimento del genoma virale (valido per i retrovirus) provoca una trans-attivazione degli
oncogeni (trans = si integra lontano dagli oncogeni)
- l’inserimento del genoma virale provoca una cis-attivazione degli oncogeni (cis = il genoma
si integra vicino agli oncogeni)
- il genoma virale codifica per proteine virali con funzioni oncogeni che alterate (V-ONC)
GEMMAZIONE & MATURAZIONE DEL VIRUS quelli senza pericapside non gemmano ma
escono per lisi, quelli dotati di pericapside gemmano fondendosi ed acquisendo la membrana
cellulare del plasma lemma o degli organelli intenri.
5 PATOGENESI delle INFEZIONI VIRALI
-penetrazione per vie aeree, nelle mucose gastriche-intestinali, attraverso la cute
(abrasioni/morso di animali) o nel circolo sanguigno (trasfusioni/punture). I virus possono dare
infezioni LOCALIZZATE se ristrette in un distretto specifico dell’organismo (es influenza e
papillomi affligono solo le mucose) o SISTEMICHE se , dopo una prima replicazione in cellule
suscettibili, diffondono in tutto l’organismo e provocano danno sia dove il virus si replica che
nei distretti dove migra anche dopo un certo periodo di tempo. COME si DIFFONDONO le
INFEZIONI SISTEMICHE? La diffusione del virus avviene per via linfatica, ematica o nervosa:
ad esempio il virus della poliomelite che si diffonde dai linfonodi al sangue fino all’encefalo
oppure il virus della rabbia che si diffonde nei nervi periferici sfruttando la trasmissione
nervosa. La diffusione del virus nei vari organi/distretti dipende dalla permissibilità delle
cellule mentre la sua eliminazione avviene attraverso le mucose orali o per via fecale.
EVOLUZIONE dell’INFEZIONE VIRALE : l’infezione virale può evolvere in forma ACUTA o
PERSISTENTE
- la FORMA ACUTA prevede un’evoluzione acuta in forma clinica (lascia i segni di malattia) o
sub clinica (non lascia segni di malattia) ma viene completamente eradicata = influenza
epatite B epatite A parotite
- nella FORMA PERSISTENTE il virus non viene eliminato = sono dovute a infezioni latenti
croniche o lente
1)infezione LATENTE il virus non si replica, il genoma persiste in alcune cellule e può replicarsi
nuovamente in qualsiasi momento, i soggetti affetti non trasmettono l’infezione e sono
asintomatici. L’andamento dell’infezione è simile ad un’infezione acuta con la differenza che
alla fine il virus non viene eliminato. ESEMPIO VIRUS della VARICELLA nella fase iniziale
dell’infezione risiede nelle cellule epiteliali, nella fase di latenza invade i gangli nervosi per poi
manifestarsi nuovamente sottoforma di zoster (dà il fuoco di s.antonio) nelle cellule epiteliali.
2)infezione CRONICA il virus si replica costantemente nei tessuti e gli individui affetti possono
trasmettere l’infezione ESEMPIO EPATITE C
3)infezione persistente LENTA il virus si replica ma i danni si sviluppano lentamente ESEMPIO
HIV i cui effetti possono manifestarsi dopo 10 anni.
Il virus provoca dei DANNI sia DIRETTI che INDIRETTI: i danni DIRETTI si hanno sul tessuto
dove il virus si replica come la necrosi dei tessuti o la trasformazione tumorale con
conseguenze gravi soprattutto a livello dei tessuti che non si rigenerano , i danni INDIRETTI
sono su base immunopatologia ovvero dovuti ad una risposta del sistema immunitario ad
esempio quando gli immunocomplessi si depositano, sviluppo di infiammazioni locali per
liberazione di molecole virali o sostanze liberate da cellule lisate , innesco di processi
autoimmuni per reazione contro antigeni virali simili ad antigeni self oppure per un’eccessiva
risposta T citotossica mirata alla distruzione massiccia di cellule infettate.
6 FARMACI ANTIBATTERICI
ASEPSI condizione di sterilità dell’uomo ottenuta mediante processi di ANTISEPSI
STERILITà assenza di batteri su oggetti inanimati ottenuta per DISINFEZIONE
METODI per ottenere STERILITà : FISICI calore, raggi UV, filtrazione + CHIMICI prodotti
disinfettanti ovvero reagenti ossidanti diretti o indiretti (es H2O2 disinfettante diretto,
ClCa2+ disinfettante indiretto poiché reagendo con l’acqua libera O2 ad azione ossidante)
FARMACI ANTIBATTERICI sostanze tossiche per i batteri a concentrazioni non tossiche per le
cellule eucariote suddivisi in
-ANTIBIOTICI naturalmente sintetizzati da organismi viventi (funghi e batteri)
-CHEMIOTERAPICI composti chimici di sintesi
-ANTIBIOTICI SEMISINTETICI
Sono tutte sostanze che hanno un’azione BATTERICIDA (uccidono il batterio) o
BATTERIOSTATICA (bloccano la replicazione batterica) dotate di uno spettro di azione
specifico per determinati microrganismi.
CATEGORIE di ANTIBATTERICI divisi in base all’azione
-INIBITORI della SINTESI della PARETE sono i β lattamici (es penicillina cefalosporina inibitori
delle β lattamasi) , acido clavulanico, sulbactan, tazobactan. I β lattamici sono costituiti da un
anello β lattamico centrale a cui è legato un gruppo R caratteristico che dà il nome
all’antibiotico (es benzil-penicillina) necessario per facilitare l’assunzione del farmaco: agiscono
bloccando la sintesi del peptidoglicano della parete impedendo la formazione di legami
intracatena tra gli a.a del peptidoglicano normalmente svolta dalla TRANSPEPTIDASI-
questo antibiotico si inserisce nella tasca della trans peptidasi bloccandola poiché presenta una
struttura simile al residuo di D-alanina del peptidoglicano. La VANCOMICINA agisce sempre
sulla sintesi della parete impedendo la formazione dei cross link tra le D-alanine del
peptidoglicano, la BACTRAMICINA inibisce la de fosforilazione undecaprenolo –trasportatore
di precursori del peptidoglicano- inattivandolo, la CICLOSERINA ha una struttura simile
all’alanina e impedisce la conversione delle L-alanine a D-alanine necessarie per formare i
dimersi di alanine del peptidoglicano.
-INIBITORI SPECIFICI della SINTESI della PARETE dei MICOBATTERI agiscono impedendo la
sintesi di acido micoico anziché peptidoglicano
-INIBITORI della SINTESI PROTEICA di tipo batteriostatico sono la GENTAMICINA o la
STREPTOMICINA che interagiscono con la subunità 30S del ribosoma bloccando la traduzione,
oppure l’ERITROMICINA interagisce con la subunità 50S del ribosoma bloccando
l’allungamento della catena peptidica
-ANTIMETABOLITI come il metotrexato o i sulfamidici impediscono il metabolismo dell’acido
folico
- INIBITORI della SINTESI di ACIDI NUCLEICI come la rifamicina che blocca sintesi di RNA
legando la rna polimerasi o il nalidixico che lega le girasi impedendo la sintesi di DNA.
RESISTENZA agli ANTIBIOTICI è di tipo INTRINSECO dovuta al fatto che il 60% degli
antibiotici è di origine naturale o ACQUISITA mediante mutazioni, trasformazioni,
trasduzione, coniugazione (=tutto ciò che permette lo scambio del materiale genetico). I
meccanismi di resistenza agli antibiotici sono di vario tipo
-modificazioni enzimatiche del farmaco (es enzimi che distruggono l’anello β lattamico)
-modificazioni dei sistemi di trasporto dell’antibiotico all’interno della cellula
-sviluppo di pompe attive per l’espulsione selettiva di antibiotici
- sviluppo di vie metaboliche alternative per i metaboliti, come a.folico, bersaglio degli
antibiotici.
TEST di SENSIBILITà AGLI ANTIBIOTICI sono la determinazione della MIC (concentrazione
inibente) attraverso diluizione in agar o in brodo o l’E-TEST. Per determinare la MIC con la
diluizione in brodo si allestisce una particolare miscela batterica a concentrazione nota pari a
0,5 standard di McFarland che conferisce un certo grado di torbidità alla coltura:
successivamente si aggiunge una concentrazione crescente di antibiotico in ogni provetta e
dopo piastra mento si valuta oltre quale concentrazione di antibiotico non si sviluppa crescita
batterica.
7 FARMACI ANTIVIRALI e RESISTENZA VIRALE
I farmaci antivirali sono difficili da sviluppare poiché vanno ad interferire con la replicazione
del materiale genetico, cosa che avviene in tutte le cellule = sono potenzialmente dannosi
anche a piccole concentrazioni, inoltre ci sono anche altri motivi che determinano il basso
grado di sviluppo di farmaci antivirali come il superamento dei controlli di sicurezza, la
mancanza di metodi di screening (mancano i modelli animali su cui fare ricerca), la mancanza
di metodi diagnostici efficaci unita al fatto che molti virus danno un’infezione molto veloce e
di breve durata. Oggigiorno i NUOVI FARMACI ANTIVIRALI vengono sviluppati effettuando
uno screening del meccanismo di azione del farmaco (si studia e si testa dove va ad agire il
farmaco sintetizzato artificialmente) , progettandolo in 3d ed effettuando un’analisi farmaco
cinetica di azione + saggio di tossicità in vivo (per vedere gli effetti nocivi).
Gran aprte degli antivirali presenti sul mercato sono indirizzati alla cura delle epatiti , HIV,
herpes e vengono somministrati prevalentemente per via orale (raramente sottocutanea
previa iniezione) con un trattamento breve (3 gg max) o lungo anche tutta la vita (hiv).
Possono essere somministrati da soli (MONOTERAPIA) o sottoforma di cocktail farmacologico
(MULTITERAPIA più farmaci insieme diretti contro bersagli diversi) = in questo caso è
importante valutare il possibile antagonismo tra due farmaci che , per essere funzionanti,
devono avere azione sinergica. L’efficacia del farmaco antivirale è quantificata dal IC50 ovvero
la dose inibente il 50% del virus + TI indice terapeutico dato dal rapporto tra la dose minima
con effetto tossico per la cellula/dose minima che inibisce la replicazione virale : l’indice
terapeutico viene utilizzato anche per confrontare l’efficacia di un farmaco che non deve mai
essere superiore a 1000 ovvero il farmaco deve essere efficace ma non nocivo. Inoltre un buon
farmaco antivirale deve essere solubile in acqua e stabile dal punto di vista chimico (ovvero
non deve essere subito degradato). I farmaci antivirali possono essere somministrati come PRO
DRUGS ovvero in forma inattiva che si attivano una volta all’interno delle cellule bersaglio o
come DRUGS cioè direttamente in forma attiva. BERSAGLI PRINCIPALI degli ANTIVIRALI
sono le fasi del processo di infezione ovvero assorbimento, penetrazione, spoliazione,
trascrizione, gemmazione e integrazione del genoma in quello dell’ospite:
-FARMACI ANTI REPLICAZIONE solitamente sono analoghi delle basi (Aciclovir) presentanti
zuccheri modificati
-FARMACI ANTI ASSORBIMENTO arlidone blocca l’assorbimento dei picornavirus bloccando la
proteina di membrana responsabile della disgregazione del capside
-FARMACI anti FUSIONE in studio per l’HIV come il recettore CD4 solubile per HIV che in
vitro dirotta il legame di HIV verso il recettore sintetico anziché quello presente sulle cellule (in
realtà non funziona poiché il virus usa anche dei co recettori per l’infezione ed inoltre questo
recettore solubile va ad interferire con le altre attività vitali delle cellule). ANTI CO
RECETTORE AMD 3100 lega il corecettore CXCR4 usato da HIV anche se a lungo provoca
effetti tossici sulle cellule.
-ANTI REPLICAZIONE di HERPES VIRUS il più famoso è l’aciclovir che blocca la dna
polimerasi poiché è un analogo non fosforilato della guanosina = viene assorbito più facilmente
solo nelle cellule bersaglio dotate di una specifica chinasi che può fosforilarlo per trasformarlo
nella forma attiva una volta in forma attiva viene utilizzato per sintetizzare nuovo dna ma
essendo un analogo della base azotata impedisce la terminazione della catena (TERMINATORE
DI CATENA SPECIFICO).
-ANTI REPLICAZIONE di CMV è il ganciclovir di struttura e funzionamento simile all’aciclovir
solo che agisce sulla replicazione del citomegalovirus- MECCANISMI POSSIBILI di
RESISTENZA ai farmaci anti-replicazione sono le mutazioni dl gene per la chinasi specifica in
modo tale da avere una proteina finale diversa che non riconosce più l’antivirale per
trasformarlo nella forma attiva.
-TERMINATORI della TRASCRIZIONE e della RETROTRASCRIZIONE come l’ADEFOVIR un
analogo della citosina
-INIBITORI della SINTESI di BASI AZOTATE come la RIBAVIRINA analogo della guanosina che
viene fosforilata una volta all’interno della cellula bersaglio dove, attivandosi, va a bloccare la
deidrogenasi che produce ribonucleotidi o desossiribonucleotidi = inibisce sia replicazione che
trascrizione
FARMACI ANTIVIRALI CONTRO HIV sono stati elaborati contro tutte le fasi del virus
a) Inibitori nucleosidici della trascrittasi inversa NRTI sono analoghi delle basi che bloccano
la retro trascrizione
b) Inibitori non nucleosidici della trascrittasi inversa NNRTI proteine che legano la
retrotrascrittasi
c) PRI inibitori delle proteasi per la maturazione del virus
d) INIBITORI della FUSIONE come T20 ovvero un peptide che, una volta inserito
all’interno delle cellule bersaglio, impedisce fisicamente l’avvicinamento delle membrane
del pericapside e della cellula
FARMACI ANTIVIRALI CONTRO L’INFLUENZA hanno come bersaglio le proteine di fusione
(HA), la pompa ionica M2 che crea il pH ottimale per la fusione o la NEUROAMINIDASI che
taglia la cellula bersaglio. L’antivirale diretto contro M2 è l’AMANTAVINA che blocca
fisicamente la formazione del poro di membrana, l’antivirale della neuroaminidasi è lo
ZANAMIVIR ovvero un analogo dell’acido sialico bersaglio principale della neuroaminidasi .
8 VACCINI ANTIVIRALI basati sul principio dell’immunizzazione primaria = sviluppo
di anticorpi contro il virus previa somministrazione di piccole dosi di antigene
CENNI STORICI XI secolo tecnica della vaiolizzazione = prelevare tessuto dalle lesioni provocate
dal vaiolo e inalazione, 1749 intuizione di Jeneur sui contadini che venivano a contatto con
mucche affette da vaiolo = sviluppano lesioni cutanee ma senza malattia mortale lo stesso
Jeneur si inocula il virus del vaiolo dalle pustole dei contadini e non sviluppa malattia, 1885
PASTEUR inventa il vaccino (il nome deriva infatti da Vacca relativo alla scoperta di Jeneur).
Esistono due tipi di vaccini: quelli che colpiscono il virus in quanto tale e quelli diretti contro le
molecole espresse dalle cellule infettate. La vaccinazione induce un’IMMUNITà STERILIZZANTE
ovvero dà protezione completa contro il virus oppure un’IMMUNITà PARZIALMENTE
PROTETTIVA cioè che protegge solo dalla malattia ma non dall’infezione (es vaccini
antinfluenzali) = inoltre il vaccino permette lo sviluppo di anticorpi neutralizzanti diretti
contro antigeni del virus unito alla memoria immunologica. Il virus penetra essenzialmente
dalle mucose e si diffonde per via sanguigna, è inoltre in grado di evadere le difese primarie
del S.I replicandosi in zone che non vengono raggiunte dal sistema immunitario e producendo
proteine antigeniche diverse ad ogni infezione , oppure attaccando direttamente le cellule del
sistema immunitario.
IMMUNIZZAZIONE: ATTIVA attraverso il vaccino che stimola il sistema immunitario,
PASSIVA con effetto a breve termine non conferisce memoria immunologica basata sulla
somministrazione diretta di Ig o cellule T già reattive nei confronti dell’antigene virale
(SIERO).
COMPOSIZIONE del VACCINO virus intero o molecole antigeniche del virus + adiuvanti (es
squalene) per facilitare l’ingresso nell’organismo, un buon vaccino deve conferire immunità
sterilizzante in più deve essere a basso costo e facile da somministrare. PROBLEMATICHE in
molti casi i vaccini sono difficili da produrre su ampia scala oltre al fatto che molti virus sono
soggetti a continue mutazioni e possibili salti di specie. I vaccini, in base alla composizione,
vengono suddivisi in 4 tipologie principali:
-VACCINI VIVI ATTENUATI (influenza-morbillo-epatite) composti cioè da virus vivi ma mutati
nei determinanti fondamentali che conferiscono patogenicità (sono vivi, immunogeni ma non
patogeni) . Prodotti essenzialmente in animali o cellule virali in coltura attraverso la
ripetizione delle infezioni fino a quando , per mutazioni spontanee, il virus perde i
determinanti patogenici oggi si utilizzano i sistemi di espressione eterologa basati sulla
tecnologia del dna ricombinante (si va a mutare direttamente il genoma a livello del dna) .
BENEFICI: il virus si replica ma in modo attenuato, le progenie sono prodotte solo nella sede di
inoculo, se si sviluppa malattia è clinicamente irrilevante e possono essere somministrati per
via orale o per iniezione. SVANTAGGI: possono retro mutare e trasformarsi in virus attivi
-INATTIVATI composti da virus inattivati mediante formalina o detergenti che disgregano il
virus in tante componenti = si mantengono attivi gli antigeni ma si perde l’infettività (il virus
non replica) . VANTAGGI: il virus non si replica SVANTAGGI: il virus potrebbe riattivarsi
aggregandosi nuovamente, necessitano di essere somministrati assieme agli ADIUVANTI ovvero
sostanze come Sali di alluminio o liposomi in grado di consentire una liberazione graduale
dell’antigene (altrimenti verrebbe subito eliminato dal S.I), mantenere la corretta struttura
dell’antigene, richiamare il S.I nel sito di inoculo. Un ulteriore svantaggio è rappresentato dal
fatto che necessitano di un richiamo circa 2-3 anni dopo il primo inoculo.
ESEMPIO IL VACCINO PER LA POLIOMELITE sia ATTENUATO che INATTIVO: quello
attenuato ha il vantaggio di sviluppare un’immunità sistemica e intestinale, costa poco e basta
un solo inoculo mediante somministrazione orale + svantaggio di non poter essere
somministrato a persone immunocompromesse, quello INATTIVATO è più sicuro ed efficace
ma non sviluppa immunità intestinale e richiede somministrazione intramuscolo
-VACCINI a SUBUNITà si utilizza l’antigene di un virus ottenuto mediante purificazione
diretta dalle cellule infettate o prodotto attraverso il dna ricombinante = si isola il gene per
l’antigene di interesse si fa produrre in E.Choli attraverso il vettore di espressione e si purifica
(esempio vaccino per l’epatite B utilizza antigene capsidico ABsAG).
-VACCINI a DNA si inocula direttamente il dna virale che produce l’antigene nelle cellule
umane sottoforma di plasmide il plasmide viene inoculato attraverso i liposomi, incapsulato
o con una pistola ad aria compressa (GENE GUN) direttamente nel citosol delle cellule
muscolari in questo modo si evita la degradazione da parte delle nucleasi cellulari.
VANTAGGI molto efficace SVANTAGGI possibile risposta immunitaria verso il vettore.
VACCINI SPERIMENTALI ottenuti per GENETICA INVERSA come il vaccino per l’influenza
ottenuto attraverso la creazione di plasmidi contenenti dna di un gene specifico + sequenza
antisenso opposta con i rispettivi promotori: in questo modo si producono 8 plasmidi così
strutturati ognuno dei quali contiene un diverso antigene del virus , una volta transfettati
consentono l’espressione sia delle proteine virali che del genoma virale ricomposto VANTAGGI
non è necessario infettare le cellule animali ma si possono produrre in vitro.
VACCINI ANTI HIV difficili da realizzare vista la complessità e mutagenicità del virus (sono
stati costruiti vaccini contro qualsiasi elemento del virus!) ultimamente è stato costruito un
vaccino terapeutico basato sulla proteina TAT che impedirebbe la replicazione virale
impedendo il legame con la polimerasi.
9 DIAGNOSTICA MICROBIOLOGICA E VIROLOGICA NELLE
BIOTECNOLOGIE
Perché fare diagnosi? Per individuare il microrganismo, per adottare una terapia adeguata,
per individuare “casi sentinella” nel corso delle epidemie e fare prevenzione, per effettuare
stime epidemiologiche di un’infezione. DIAGNOSI EZIOLOGICA si base sull’individuazione del
patogeno responsabile della malattia, occorre per prima cosa dimostrare l’infezione, associare
l’infezione alla presenza del patogeno ed effettuare un follow up del paziente per vedere la
progressione della malattia.
Due tipi di DIAGNOSI: DIRETTA si ricerca nell’organismo l’agente eziologico o le sue
componenti, INDIRETTA non si cerca l’agente infettivo ma la dimostrazione della presenza di
infezione (=ricerca anticorpale).
DIAGNOSI INDIRETTA le prime Ig ad attivarsi sono le IgM (fino ad un mese di permanenza)
seguite poi dalle IgG a permanenza più lunga: in base a cosa si vuol verificare si vanno a
ricercare le diverse classi anticorpali
-presenza di IgM nel siero infezione in atto o sviluppata di recente
-presenza di IgG infezione contratta in passato , la distinzione si fa analizzando due
campioni di sangue e solo quando le IgM del secondo campione aumentano di 4 volte si può
dire che il paziente ha un’infezione in atto (se non si verifica l’aumento significa che si tratta
di un’infezione contratta in passato di cui è rimasta traccia).
SAGGI SIEROLOGICI per la DIAGNOSI INDIRETTA sono il test di agglutinazione, test di
precipitazione, test di fissazione del complemento, test di neutralizzazione + saggi
immunologici ELISA o immunofluorescenza. SVANTAGGI della diagnosi indiretta: non si
distinguono le riattivazioni del virus (ci possono essere flasi positivi), non si può utilizzare nei
soggetti immunodepressi, è difficile disporre del siero prelevato in fase acuta dell’infezione.
VANTAGGI: costi contenuti, semplicità di esecuzione e velocità di analisi
DIAGNOSI DIRETTA si basa su metodi convenzionali come l’isolamento e la coltura dell’agente
eziologico per identificarlo, o metodi rapidi come l’osservazione al microscopio o la ricerca di
antigeni/materiale genomico. I CAMPIONI su cui si effettua la diagnosi diretta sono diversi in
base alla patologia, possono essere feci,urina,pus,secrezioni mucose basta che siano prelevati dal
sito di infezione e prima dell’inizio della terapia (necessitano di un’accurata conservazione).
ISOLAMENTO dei BATTERI per la maggior parte si esegue un piastra mento su terreni di
coltura sia standard, che selettivi o arricchiti che ci permettono di tipizzare e osservare il
batterio- l’identificazione vera e propria si fa con un’analisi al microscopio o con le
colorazioni specifiche per poi passare all’analisi del metabolismo (aerobio/anaerobio) e delle
caratteristiche biochimiche.
ISOLAMENTO dei VIRUS si fa su colture cellulari sia primarie (cellule con stesse caratteristiche
del tessuto da cui vengono prelevate) che linee cellulari (cellule tumorali o immortalizzate che
non mantengono le stesse caratteristiche del tessuto di origine) in grado di crescere in
monostrato o in sospensione. Per IDENTIFICARE i VIRUS si valutano le CPE ovvero le diverse
degenerazioni cellulari come i sincizi o le inclusioni per poi procedere all’analisi genomica
(ibridazione con sonde molecolari o pcr) o analisi delle caratteristiche antigeniche mediante
reazioni sierologiche in cui si utilizzano anticorpi monoclonali.
RICERCA di MATERIALE GENETICO si fa quando il virus non è coltivabile perché si sviluppa
lentamente o perché è potenzialmente dannoso le metodiche sono la PCR o l’analisi degli
RFLP oppure la tecnica BRANCHED CHAIN in cui il genoma virale viene estratto dal
campione in esame per poi essere assorbito da una piastra contenente sonde specifiche per i
geni virali si aggiungono gradualmente altre sonde che permettono la costruzione di una
sorta di castello per l’amplificazione del segnale.
10 STAFFILOCOCCHI gram + anaerobi facoltativi catalasi + abitano la flora della
pelle e della mucosa nasale, hanno una tipica forma a grappolo di uva rotondeggiante.
Causano più dell’80% delle infezioni suppurative (cioè che causano pus) dando infezioni
respiratorie o intossicazioni alimentari per produzione di tossine. Lo staffilococco più comune è
l’AREUS che penetra dalle mucose e può diffondersi per via sanguigna determinando polmoniti
o meningiti: il meccanismo di azione patogena è basato sulla produzione di tossine
(enterotossine termoresistenti assunte anche attraverso il cibo contaminato) i sintomi classici
sono nausea e vomito mentre la sindrome più pericolosa è quella indotta da shock tossico
poiché le tossine si comportano da superantigeni. La patogenicità di questo batterio è in realtà
multifattoriale poiché non solo il batterio produce tossine ma anche altre proteine enzimatiche
per sfuggire alla fagocitosi + fattori di adesione alle mucose che ne aumentano la virulenza.
Una strategia particolare è rappresentata dalla PROTEINA A sulla superficie del batterio in
grado di legare il Fc delle Ig neutralizzando l’azione opsonizzante degli anticorpi. Tra i vari tipi
di tossine prodotte ci sono tossine citolitiche, enterotossine (causano perdita di liquidi a livello
intestinale), tossine epidermolitiche (agiscono sulla cute determinando il distacco delle cellule) e
tossine pirogeniche che causano lo shock tossico RESISTENZA DELLO STAFFILOCOCCO agli
antibiotici beta lattamici poiché producono l’enzima beta lattamasi in più producono penicilli
nasi in grado di degradare la penicillina o proteine che legano la penicillina bloccando l’azione
dell’antibiotico. IDENTIFICAZIONE positività alla colorazione di gram, positività alla catalasi (si
aggiunge in piastra H2O2 se avviene reazione si visualizzano delle bollicine) eventualmente si
procede con analisi più approfondite su agar sangue e rispetto alla fermentazione del
mannitolo per contraddistinguere il ceppo (esempio l’areus è emolitico e provoca pigmenti
gialli su agar sangue mentre l’epidermis non è emolitico ma fermenta il mannitolo. TERAPIA
somministrazione di vancomicina.
11 STREPTOCOCCI gram+,capsulati, catalasi - , struttura a catenelle o coppie (lo
streptococcus pneumonie è disposto a catenelle doppie). CLASSIFICAZIONE in base all’emolisi
su agar sangue + classificazione in gruppi di Lancefeld A B D + gruppo dei pneumonie e
viridans (causano carie dentale) in base all’antigene di superficie. In base all’emolisi , che si
verifica facendoli crescere su una piastra di agar sangue, si suddividono in tre categorie:
-α danno emolisi parziale con alone verde (vi fanno parte i pneumonie + viridans)
-β emolisi completa di colore bianco (gruppi di lancefeld B A)
-γ non danno emolisi (non ci sono aloni)
GRUPPO A STREPTOCOCCO PYOGENES causa infezioni suppurative sia di tipo invasivo
(betteremia causa sindrome da shock tossico) che non invasivo (faringiti). La patogenicità è
data dalla TOSSINA PIOGENICA che agisce come superantigene + presenza di fimbrie e
proteina M che lega il fibrinogeno e impedisce la fagocitosi + presenza di acidi teocoici +
capsula che protegge dalla fagocitosi. Esempi di malattie causate dallo s.pyogens
-SUPPURATIVE scarlattina e faringite
-NON SUPPURATIVE febbre reumatoide (scatenamento di una risposta autoimmune contro
tessuti che hanno antigeni di superficie simili alla proteina M) , glomerulo nefrite acuta dovuta
alla precipitazione di immunocomplessi.
ISOLAMENTO e IDENTIFICAZIONE dopo aver distinto le colonie in base all’emolisi si aggiunge
bactracina per caratterizzare le colonie beta emolitiche oppure si ricerca direttamente il tipo
di antigene di superficie. TEST RAPIDO di IDENTIFICAZIONE tampone contenenti anticorpi
anti batterio associati a liposomi che, in presenza del batterio, formano un complesso visibile
TEST SIEROLOGICI utilizzando anticorpi anti streptolisina O del batterio che causa lisi dei
globuli rossi (se il campione è contaminato dal batterio non si vede l’emolisi) tipizzazione
successiva mediante PCR e sequenziamento del gene per la proteina M.
STREPTOCOCCI del GRUPPO B danno meningiti e, vivendo nella flora vaginale, si
trasmettono per contatto sessuale IDENTIFICAZIONE attraverso il test della beta emolisi su
areus = si mette lo s.aureus in piastra su agar sangue poiché dà un’emolisi parziale, se
aggiungendo il campione contaminato da streptococci del gruppo B abbiamo un incremento
dell’emolisi, significa che il campione è contaminato
ENTEROCOCCI abitano la flora intestinale danno infezioni urinarie o endocarditi post-
operatorie , resistono agli antibiotici comuni
STREPTOCOCCI VIRIDANS danno carie dentale e non sono raggruppabili
STREPTOCOCCI PNEUMONIAE causa polmonite in seguito ad infezione virale delle vie aeree
superiori, danno α emolisi e non hanno antigeni di superficie identificabili con l’utilizzo di
optochina che distrugge i ceppi non resistenti. Esiste un vaccino per lo streptococcus
pneumoniae mentre la terapia si basa sulla somministrazione di penicillina.
12 MYCOBATTERI agenti eziologici della tubercolosi, si presentano in forma allungata e
quando crescono in gruppo, il componente dello strato esterno (il cosiddetto fattore
CORGALE) rimane attaccato agli altri batteri creando delle strutture simili alle ife dei funghi.
Possiedono una parete batterica ricca di glicolipidi (acidi Nicoici) a formare uno strato cerato
protettivo questa caratteristica li rende ben distinguibili dagli altri gram+. CLASSI di
MICOBATTERI
-M.BOVIS presente nei bovini e positivo allo skin test assieme al m.tubercolosis forma il
m.tubercolosis complex
-M.LEPRAE causa la lebbra
-M.AVIUM fa parte dei MOTT (micobatteri che non appartengono al gruppo della tubercolosi)
ed è frequente nei pazienti affetti da AIDS.
TRASMISSIONE della TUBERCOLOSI avviene per contatto umano mentre la PATOGENESI
prevede un’infezione a livello degli alveoli polmonari, una risposta macrofagica alveolare che
non riesce ad eliminare il batterio , richiamo di altre cellule del S.I con formazione del
granuloma: alla fine se il batterio non viene eliminato rimane in forma latente clinica e si
diffonde per via sanguigna nei tessuti come ossa reni e meningi formando ammassi granulari
dannosi.
DIAGNOSITCA di TBC skin test utilizzando l’antigene PPD, RX toracica per individuare i
granulomi, coltura in laboratorio + pcr per una diagnosi più rapida. CURA è un antibiotico
combinato per 9 mesi o eventualmente VACCINO PREVENTIVO utilizzando la componente
della parete del m.bovis. Nell’ambito della diagnosi è importante isolare il micobatterio
tubercolosis da altri batteri che ne rallentano la crescita e coltivarlo su terreni sia solidi che
liquidi si possono utilizzare anche terreni alternativi come i terreni radioattivi, fluorescenti o
effettuare un’ EMOCOLTURA per ricercare il batterio direttamente nel sangue di pazienti
immunodepressi. In alternativa si possono utilizzare altri metodi identificativi tra cui sonde,
pcr, HPLC degli a. micoici (distinti in base alla lunghezza e alle ramificazioni danno profili
cromatografici diversi).
12 ADENOVIRIDAE virus che causano malattie respiratorie, gastroenterite e
congiuntivite + inducono tumori nei mammiferi (nell’uomo non è ancora stato dimostrato)
ultimamente è stato scoperto il meccanismo di splicing grazie agli sutdi condotti su questi
virus + vengono usati come vettori nella terapia genica. CLASSIFICAZIONE in
MASTADENOVIRUS (infettano mammiferi incluso l’uomo, divisi in 50 sierotipi raggruppati in
7 classi in base alla capacità di emaglutinazione parziale o completa) e AVIANADENOVIRUS
(infettano gli uccelli).STRUTTURA virus icosaedrico a dsDNA con capside composto da 252
capsomeri di cui pentoni al centro dei quali si trova una fibra + esoni che determinano il
sierotipo). GENOMA 5 ORF codificanti per proteine immediate precoci, proteine precoci,
proteine tardive all’estremità 5’ è presente la proteina TP che attiva la replicazione in più
esistono vari tipi di proteine precoci codificate da ORF E tra cui proteine con attività trans
attivante, proteine che inducono la fase S, proteine che bloccano l’apoptosi, modulano la
risposta dell’ospite alle infiammazioni e regolano la trascrizione. Per la PENETRAZIONE sulla
cellula bersaglio utilizzano il recettore CAR che interagisce con le fibre + corecettore ALFA-
BETA INTEGRINA che interagisce con la base dei pentoni inducendo l’endocitosi il genoma
penetrato nel nucleo inizia la trascrizione di geni precoci e tardivi la fuoriuscita dei virioni
avviene per lisi cellulare.
CICLO REPLICATIVO le due eliche si separano e una polimerasi cellulare copia uno dei
filamenti mentre l’altro filamento circola rizza grazie alle estremità complementari
consentendo la replicazione del secondo filamento (c’è cooperazione tra proteine cellulari e
virali durante la replicazione del virus). EFFETTI SULLA CELLULA OSPITE lisi cellulare, il virus
si studia coltivandolo su cellule di embrione di scimmia.
PATOGENESI gastroenteriti infantili divise in vari gruppi tra cui il 40 ed il 41 sono le più
acute ed hanno un’incubazione di 1-2 settimane. Lo sviluppo della gastroenterite è favorito da
stress e fattori traumatici mentre i pazienti immunodepressi sviluppano patologie più gravi.
Congiuntiviti= infezioni all’occhio (solitamente uno solo)
SERBATOI di INFEZIONE non sono noti serbatoi di infezione animale mentre la
TRASMISSIONE avviene per contatto con acqua contaminata o contatto con secrezioni
corporee.
ISOLAMENTO ed IDENTIFICAZIONE attraverso analisi del siero e analisi di emoaglutinazione,
esiste un vaccino sierotipo specifico mentre i sottogruppi 2 e 5 sono usati come vettori perché
ben tipizzati , agiscono anche su cellule quiescenti e producono proteine attivatrici della
replicazione
13 ORTOMIXAVIRIDAE sono i virus dell’influenza, causano sindromi respiratorie
acute e altamente contagiose, si diffondono come epidemie ricorrenti ad intervalli regolari più
frequenti in soggetti anziani, bambini e persone compromesse fisicamente. CLASSIFICAZIONE
in 5 gruppi : VIRUS dell’INFLUENZA A,B,C THOGOTOVIRUS e ISAVIRUS. L’influenza A è a sua
volta divisa in 16 sottogruppi in base alla glicoproteina HA (emoaglutinina) e 9 sottogruppi in
base alla neuroaminidasi nomenclatura attuale prevede tipo di gruppo-città di
provenienza-numero di isolamento-sottotipo-anno ed eventualmente tipo di animale da cui
provengono. STRUTTURA virus a ssRNA - di forma ovoidale dotato di pericapside + otto
capsidi elicoidali (ognuno contenente 8 segmenti di RNA-) ogni segmento codifica per una
proteina specifica . MOLECOLE IMPORTANTI PER L’INFEZIONE sono HA emoaglutinina e NA
neuroaminidasi che permettono l’infezione specifica delle cellule bersaglio: l’HA interagisce con
il recettore per l’ acido sialico cambiando conformazione e favorendo l’endocitosi pH
dipendente il cambiamento di pH a livello del citoplasma favorisce il distacco dei
frammenti di RNA dal capside che giungono nel nucleo dove ha inizio il re plicativo l’RNA –
viene replicato e trascritto grazie alle polimerasi virali che tagliando i capi degli mRNA
cellulari si forniscono di primer per la replicazione. Successivamente le proteine NP e M1
portano il genoma trascritto a RNA nel citoplasma dove si assemblano i virioni che fuoriescono
per gemmazione acquisendo l’emoaglutinina e la neuroaminidasi delle cellule bersaglio.
TRASMISSIONE e PATOLOGIA per via respiratoria , ha un’incubazione di 48-72 ore e si
trovano nei serbatoi animali come uccelli acquatici selvatici in cui il virus si trasmette all’uomo
attraverso la via oro fecale. Patologia il virus causa lisi delle cellule per replicazione e la
diminuzione della mucosa respiratoria facilita l’insorgenza di infezioni batteriche .
CAPACITà di MUTAZIONE: ANTIGENIC SHIFT poiché il genoma è frammentato in una cellula
confettata si può formare un virione misto dato dall’unione di più frammenti di virus (ci può
essere cambiamento totale di almeno un segmento causa insorgenza di pandemia)
ANTIGENIC DIFT inserzione casuale di una mutazione (cambiamento di pochi nucleotidi
origine dei diversi ceppi influenzali che mutano ogni anno).
DIAGNOSI tampone orofaringeo + tipizzazione e isolamento in uova di uccello VACCINO
esistente attivo al 70% intero inattivato o a subunità. CURA antivirali contro la proteina M2,
inibitori del rilascio del nucleo capside nel citoplasma, inibitori della neuroaminidasi.
14 RETROVIRIDAE virus dotati di retrotrascrittasi inversa che permette la sintesi di
dna dall’Rna, materiale genetico in grado di integrarsi stabilmente nel genoma e provocare
tumori
CLASSIFICAZIONE in RETROVIRUS ONCOGENI di forma C (virione centrale ha nucleo
elettron denso), LENTIVIRUS (HIV leucemia aviaria) non danno neoplasie ma attaccano il S.I e
nervoso con forma D (nucleoide allungato a forma di cono) e SPUMAVIRUS senza apparente
azione patogena hanno effetto citolitico spumoso in vitro.
STRUTTURA virus : genoma a ds RNA a polarità positiva (due copie di rna +) , dotati di
pericapside con proteine di membrana tipiche, proteine della matrice dove il materiale
genetico è ancorato alle proteine del capside, inoltre all’interno sono presenti proteasi,
integrasi, la retrotrascrittasi e proteine transattivatrici e di trasporto dellmRNA. Il genoma
presenta una sequenza ripetuta 5’UTR- sito di legame per la RNA polimerasi-sequenza
GAG(antigene di membrana)POL(polimerasi trascrittasi inversa)ENV(proteine dell’envelope)-
3’UTR.
FASI dell’INFEZIONE (HIV)
1) Molecola di superficie S1 interagisce con CD4 dei linfociti T
2) Cambiamento conformazionale che permette l’interazione con il recettore per le
chemochine CCR5 (macrofagi) o CXR4(granulociti)
3) Fusione pH indipendente
RETROVIRUS: ECOTROPICI se crescono solo sulle cellule prelevate dall’ospite, XENOTROPICI se
crescono anche su cellule di tessuti o origine diversa, ANFITROPICI se crescono su qualsiasi tipo
di cellule.
CICLO REPLICATIVO
1) Retro trascrizione usando la rt polimerasi + primer fornito dai tRNA cellulari
2) Integrazione del dna prodotto a livello del genoma dell’ospite (pro virus)
3) Replicazione virale e traduzione delle proteine grazie alla proteina di trans attivazione
TAC
4) Assemblaggio del virione nella zona citoplasmatica dove si accumulano le proteine di
ancoraggio
5) Gemmazione
RETROVIRUS ONCOGENI acuti o cronici divisi in ESOGENI (retrovirus veri e propri come
quello della leucemia umana trasmissibile per via sessuale o contatto tra fluidi biologici) ed
ENDOGENI cioè integrati come pro virus difettivi nelle cellule trasmissibili come caratteri
ereditari, non associati a patologie poiché incapaci di replicarsi.
LENTIVIRUS virus dell’HIV e della leucemia felina e bovina dove HIV è suddiviso in tre gruppi
HIV M major, HIV N non major e HIV 0. Hiv è altamente mutageno ed elude il S.I perché si
replica e muta nei santuari immunologici non raggiungibili diagnosi test elisa,
immunoblotting del siero associato a conta dei CD4.
15 VIRUS delle EPATITI HP infettano specificatamente gli epatociti causando
epatiti virali di 7 categorie con sintomi clinici simili, si suddividono in base alle vie di
trasmissione
-via ORO FECALE HPA e HPE
-via parenterale HPB HPC HPG
I virus delle epatiti appartengono a varie famiglie e possono causare sia epatiti acute
(specialmente HPA) con tempo di incubazione fino a 40 gg, che epatiti croniche (HPC) con
incubazione fino a 3 mesi
HPA appartiene alla famiglia dei picornavirus , virus a RNA- dotato solo di pericapside causa
un aumento delle transaminasi durante la fase acuta + sviluppo di Ab specifici contro antigeni
di membrana esiste il vaccino inattivato consigliato alle persone a rischio
HPE appartiene alla famiglia dei calciviridae a RNA +, ha diffusione endemica causa aumento
delle transaminasi, aumento di viremia rilevabile nelle feci seguito da aumento di Ab IgG e IgM
non esiste vaccino né una cura specifica se non a base di antivirali
HPB virus a dna semicompleto circolare causa epatite acuta producendo veri e propri
aggregati di antigene attaccati dal s.i (modalità per distrarre il S.I dal vero bersaglio) , in
alcuni casi può cronicizzare determinando necrosi epatica e morte.
HPD virus definito agente delta atipico poiché coinfetta assieme al B che produce l’antigene
HBsAG necessario per la sua replicazione. Il genoma è a RNA- circolare molto piccolo
codificante solo per l’antigene delta del capside.
HPC virus a RNA+ causa epatiti post- trasfusionali , ne esitono 6 sottotipi in base al genoma
suddivisi in ulteriori 100 sottotipi chiamati QUASI SPECIE poiché presentano tutti una
composizione simile . VACCINO per HPC non esiste ma si può somministrare un siero di Ig
immunizzanti contro l’antigene, CURA antivirali + IFN- γ.
16HERPES VIRUS virus che persistono in forma latente con possibilità di riattivazione
possiedono meccanismi di regolazione della latenza simili al fago lambda vengono suddivisi in 3
classi principali in base alla localizzazione:
-HERPES VIRIGNAE α = virus della varicella e herpes simplex localizzati nei neuroni
- HERPES VIRIGNAE β = citomegalovirus + herpes 6 localizzati nei linfociti T
- HERPES VIRIGNAE γ = herpes 8 localizzato nei linfociti B
Possiedono tutti un genoma a DNA lineare + tegumento proteico e pericapside, durante la
replicazione utilizzano geni tardivi e precoci per regolare il ciclo re plicativo: inizialmente
vengono trascritti i geni precoci alfa che attivano la sintesi dei messaggeri tardivi beta che a
loro volta attivano i gamma per la produzione di proteine strutturali la fuoriuscita di
virioni avviene per gemmazione.
HERPES SIMPLEX HSV di tipo 1 infetta cute e mucose + tipo 2 infetta mucose genitali
solitamente l’herpes simplex causa un’infezione primaria acuta nel 90% dei casi asintomatica
nelle cellule epiteliali, segue una fase di latenza episomiale (il dna virale non è integrato) nei
neuroni attraverso il passaggio da tessuto epiteliale a nervoso sfruttando i gangli nervosi,
infine c’è la fase di RIATTIVAZIONE in cui il virus ritorna per via assonica nelle cellule epiteliali
e dà sintomatologia con herpes labiale genitale o encefaliti.
VIRUS della VARICELLA ZOOSTER si replica nelle mucose respiratorie e può diffondersi per
via linfatica a livello della cute dando vescicole su tutto il corpo (15 gg), se dopo la fase di
latenza nel tessuto nervoso si riattiva è sottoforma di ZOOSTER e causa il fuoco di
sant’Antonio sviluppandosi limitatamente al dermatomero interessato dal nervo di residenza.
CITOMEGALOVIRUS è un herpes virus isolabile da tutti i liquidi biologici e trasmissibile per
contatto con essi o trapianto di organi, la sede di replicazione è rappresentata dalle cellule più
vicine alla sede di entrata mentre la fase di latenza avviene nei linfociti B e macrofagi.
L’infezione del CMV avviene soprattutto nei neonati causando ittero e insufficienza
respiratoria, mentre la sua riattivazione causa cecità e sordità.
VIRUS EPSTEINBARR dà infezione asintomatica nei bambini e mononucleosi negli adulti +
carcinomi. L’infezione si innesca a livello della saliva con replicazione nell’epitelio fino alla fase
di latenza nei linfociti B in cui puà dare trasformazione tumorale (linfoproliferazione).
16 PAPILLOMA VIRUS HPV genoma a dna circolare molto piccolo dotati solo di
capside e specie specifici in grado di replicarsi solo nelle cellule epiteliali. Il genoma è composto
dalle sequenze L1 e L2 codificanti per le proteine del capside e altre proteine con potenziale
trasformante come E6 che lega la p53. REPLICAZIONE i virus non sono coltivabili in vitro
poiché si replicano solo sui cheratinociti (cellule altamente differenziate dell’epidermide)
l’infezione avviene per contatto quando il virus penetra tramite abrasioni e rilascia dna nello
stato basale dell’epidermide, questo dna per replicarsi deve raggiungere i cheratinociti. In caso
di infezione trasformante il dna si integra in quello della cellula causando la frammentazione
del gene E1-E2che regola la replicazione virale e consentendo l’attivazione delle proteine
trasformanti. SINTOMI di infezione lesioni cutanee (verruche), carcinomi cutanei, lesioni
(papillomi) delle mucose respiratorie e carcinoma della cervice : gli HPV genitali sono suddivisi
in ALTO rischio ONCOGENO e BASSO RISCHIO ONCOGENO in base alla % di integrazione del
genoma che è proporzionale alla possibilità di sviluppo del carcinoma. DIAGNOSI di
INFEZIONE è il PAP test ovvero uno striscio di tampone genitale seguito da successiva
identificazione per PCR.