meno studi più trovi lavoro: un bel paese di camerieri e pizzaioli?
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«Meno studi e più trovi lavoro»: un Bel Paese di camerieri e pizzaioli?
Giuseppe De NicolaoUniversità di Pavia
Sommario
• Ha un ottimo reddito e vive con la sua donna• Infermiere e pizzaiolo: il lavoro c’è, nessuno lo
vuole• Maître à penser de noantri• I dati, questi sconosciuti• Studiate quello che vi pare, ma poi sono ...
vostri
«Ha un ottimo reddito e vive con la
sua donna»
«Ha un reddito basso e vive con i
suoi genitori»
«Infermiere e pizzaiolo: il lavoro c’è, nessuno lo vuole ...»
I lettori si ribellano: «Ma lei che ha scritto l’articolo sa di cosa parla? o scrive solo per luoghi comuni?»
Sommerso dalle critiche dei lettori, Pagni cambia il titolo (“informatico” al posto di “infermiere”) ed aggiunge una premessa
La fonte della notizia
Ci cascano tutti (1/2)
Ci cascano tutti (2/2)
La fonte: un documento di tre pagine.A pagina 3, i numeri tondi tondi
(spesso multipli di 100 o di 1.000)
La fonte: si scopre che è un “sondaggio”. Mancano però tutte le informazioni tecniche (domande, numerosità del campione, etc)
pizzaioli, fornai, panettieri a 2-3 mila Euro mensili:
i nuovi “coccodrilli bianchi”?
Valigia Blu smaschera il bluff: un lettore di Gramellini cerca i 300 posti ma è solo una leggenda urbana
Valigia Blu smaschera lo specchietto per le allodole: non posti ma corsi a pagamento senza garanzia di assunzione
maître à penser
de noantri
Oscar Giannino: «Cinquantamila universitari in meno vuol dire che i giovani non sono fessi, vedono l'università senza merito come inutile»
Oscar Giannino: «Cinquantamila universitari in meno vuol dire che i giovani non sono fessi, vedono l'università senza merito come inutile»
Prendete i camerieri dei miei locali: loro guadagnano
5 mila euro al mese esentasse di mance e per questo sono sempre sorridenti
non fatevi infinocchiare, su un milione di start up solo una ne va a buon fine in
Italia, aprite una pizzeria, mal che vada ve magnate la pizza ...
Flavio BriatoreUniversità Comm. L. BocconiMaggio 2014
De Rita: “le università italiane sono cresciute troppo”, troppi ingegneri, “non abbiamo bisogno di geni”
Abravanel & D’Agnese: «I fisici dell'università di Padova che lavorano un anno dopo la laurea sono il 27 per cento, praticamente meno dei laureati in qualsiasi altra materia di qualsiasi università d'Italia. (...) nerd con la testa fra le nuvole»
Il 58,8% dei fisici è impegnato a proseguire gli studi (dottorato, master). Solo il 3,9% non lavora, ma cerca
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Abravanel & D’Agnese: «I fisici dell'università di Padova che lavorano un anno dopo la laurea sono il 27 per cento, praticamente meno dei laureati in qualsiasi altra materia di qualsiasi università d'Italia. (...) le aziende guardano a un laureato in Fisica con una certa preoccupazione. Pensano sia troppo teorico, poco orientato ai rapporti interpersonali: un nerd con la testa fra le nuvole»
I laureati in fisica? «Nerd con la testa tra le nuvole» Vero o falso?
Tasso occupazione (def. ISTAT): 96,1%Che ad avere la testa tra le nuvole sia qualcun altro?
Fact checking: «I fisici dell'università di Padova che lavorano sono il 31,4%, ma soprattutto il 58,8% è impegnato a proseguire gli studi (dottorato, master, etc). Solo,il 3,9% non lavora, ma cerca
... troppi laureati ...
... e studiare non serve, anzi
I dati, questi sconosciuti
Ma quanti sono i laureati?
ITALY
% P
opul
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n w
ith
tert
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ent
(30-
34 y
rs) UE-28: % LAUREATI (30-34 anni)
Ma quanto spendiamo per laurearli?
% d
el P
ILEUROSTAT: SPESA PUBBLICA
PER ISTRUZIONE UNIVERSITARIA
ITALY
EU 27
(PENULTIMA IN EUROPA)
Ma studiare serve?
BACH
ELO
R
ADVA
NCE
D DE
GREE
HIGH
SCHO
OL
EARNINGSUNEMPLOYMENT
COLLEGE OR GREATER
LESS THAN COLLEGE
HIGHSCHOOL
Studiate quello che vi pare, ma poi sono ... vostri
S.Feltri (1/3): «Secondo punto: il sistema universitario italiano fa un po’ schifo, scusate l’eccesso di sintesi. Almeno sulla base delle competenze che vengono riscontrate tra gli studenti italiani e tra gli adulti. Qui ci sono i punteggi Pisa in lettura, matematica e scienze del 2012, rilevati dall’Ocse, raccolti tra gli studenti delle superiori. E a fianco i risultati tra gli adulti: non si vedono grandi miglioramenti. Queste non sono mie opinioni, sono dati».
S.Feltri (2/3): «Terzo dato rilevante, ai fini della nostra discussione: secondo l’Ocse, un terzo dei lavoratori italiani occupa un posto che non corrisponde alle sue competenze. Così, a spanne, tendo a pensare che sia più facile trovare un esperto di letteratura inglese in un call center piuttosto che uno scienziato informatico a staccare biglietti in un museo.…. E’ chiaro che studiamo le cose sbagliate e, per aggravare la situazione, le studiamo anche male».
S.Feltri (3/3): «Vero. Ma da qualche parte bisogna pur provare a rompere il circolo vizioso. Ed è più facile che, se ci sono tanti ingegneri informatici, questi – magari da dentro le imprese – migliorino il mercato del lavoro. Ma formare migliaia e migliaia di scienziati della comunicazione di sicuro non aiuta.».
I famigerati corsi di laurea in “Scienze della disoccupazione”
Stefano Micelli, direttore di Fondazione Nordest: «Il successo di Scienze della Comunicazione a Padova è quello di aver trovato un terreno fertile e ricettivo nella manifattura nordestina. Sono proprio le aziende venete che si stanno internazionalizzando e hanno un grande bisogno di «raccontarsi» per esplorare nuovi mercati che danno lavoro ai laureati in Scienze della Comunicazione. Oggi infatti per competere e presidiare i mercati internazionali le imprese manifatturiere italiane devono saper coniugare il saper fare e il ben fatto con la capacità di narrare le caratteristiche, la cultura e la qualità del Made in Italy».
Houston, we have a (communication) problem