m aronica tesi master comunicazione e media nelle relazioni internazionali

66
Società Italiana per l’Organizzazione Internazionale e MASTER IN Comunicazione e Media nelle Relazioni Internazionali (Roma 7 Novembre 2014 11 Aprile 2015) AREA DISCIPLINARE: lo stile di comunicazione TITOLO: “ Silvio il comunicatore e il partito azienda: come spettacolarizzo e personalizzo la politica “ INIZIANDO DALLESPERIENZA DIRETTA DI UNEX DIPENDENTE PUBLITALIA’80 (FINO AL 1996) MONICA ARONICA

Upload: davide-geraci

Post on 05-Aug-2015

131 views

Category:

Leadership & Management


6 download

TRANSCRIPT

Società Italiana per l’Organizzazione Internazionale

e

MASTER IN

Comunicazione e Media nelle Relazioni Internazionali (Roma 7 Novembre 2014 – 11 Aprile 2015)

AREA DISCIPLINARE: lo stile di comunicazione

TITOLO:

“ Silvio il comunicatore e il partito azienda:

come spettacolarizzo e personalizzo la politica “

INIZIANDO DALL’ESPERIENZA DIRETTA DI UN’EX DIPENDENTE PUBLITALIA’80 (FINO AL 1996)

MONICA ARONICA

2

3

Introduzione

Nel 1994 un videomessaggio di nove minuti ha dato inizio ad un nuovo modo di

fare politica. Anzi ha sconvolto il modo di fare comunicazione politica in Italia.

Infatti in questa videocassetta in un certo qual modo troviamo tutto quello che sarà

poi riproposto nella campagna elettorale che si concluderà con la vittoria di un

partito, nato soltanto pochi mesi prima, composto da un gruppo di persone le più

diverse, per estrazione e idee politiche, tra loro.

Quello che Berlusconi metterà in atto, dal 26 gennaio 1994 in poi, attraverso quelle

che possono essere classificate anche come gaffes, cadute di stile o eccessi di

cattivo gusto (a volte) non è altro che il segnale tangibile di un cambiamento del

modo di fare comunicazione politica ma anche, se vogliamo, della politica stessa.

In un clima frenetico durante buona parte del 1993 alcuni di noi, dipendenti di

Publitalia’80, sono stati cooptati dal nostro Presidente e Amministratore Delegato,

Marcello Dell’Utri, per collaborare alla costituzione di un nuovo soggetto politico.

In particolare il nostro compito era l’individuazione dei candidati. Tra i futuri

parlamentari, infatti, figuravano oltre a dirigenti, dipendenti e collaboratori del

Gruppo Fininvest, anche

persone indicate da quelli che

erano stati i rappresentati del

pentapartito, uscito

completamente smantellato da

Tangentopoli.

Nel casting l’unica parola d’ordine rispecchiava quella esistente per essere assunti

in Publitalia’80: vestirsi in modo appropriato, tassativamente proibiti sia barba sia

4

baffi e volto sempre sorridente. Questo era l’unico stile ammesso. Ricordo che

anche chi aveva mani sudate o una stretta non sufficientemente asciutta e sicura

veniva escluso (chiunque fosse il suo sponsor).

E poi, bisognava superare la prova tv. Questo perché sapevamo già in anticipo che

tutta la campagna elettorale sarebbe ruotata intorno a questo media, di cui Silvio

Berlusconi e noi dello staff eravamo conoscitori esperti. Potevamo utilizzare la

televisione facendola diventare il primo agente di socializzazione politica.

L’intera campagna elettorale di Forza Italia

sarebbe ruotata intorno alla figura del “Dottore”1

ma, comunque, tutti i candidati dovevano “riuscire

bene”. Perché, prima o poi, avrebbero potuto

essere chiamati a rappresentare il progetto politico

di Forza Italia in qualche Talk Show o altra

trasmissione televisiva.

Berlusconi, come si è visto, ha fatto diventare la televisione lo strumento principale

nel suo rapporto con l’elettorato. Tra lui (leader) e buona parte degli italiani si è

creato un vincolo fiduciario che si è mantenuto stabile nel tempo, almeno fino al

2011. Tutto ciò è servito a personalizzare, leaderizzare, ancora di più le campagne

elettorali.

La capacità di Forza Italia e di Silvio Berlusconi di inserire nel vuoto lasciato dai

partiti della Prima Repubblica la propria proposta era certo legata alla capacità di

adattarsi ai media, di seguire le loro logiche: una questione di comunicazione. Ma

era anche legata alla capacità di far filtrare, attraverso i media, i contenuti della

propria proposta.

1 Era così che veniva chiamato fino alla sua elezione in Parlamento. Da quel momento in poi

sarebbe stato il “Presidente” e/o il “Cavaliere”, tranne che per i fidati collaboratori per i quali sarebbe sempre rimasto il “Dottore”.

5

Il gruppo creato era in grado, vista la propria specifica esperienza professionale, di

impiegare in modo appropriato e efficace tecniche e strumenti già sperimentati

nella conquista del mercato dei beni e servizi. Ecco perché l’utilizzo di strumenti e

strategie di comunicazione, come l’uso scientifico del canale televisivo e l’esigenza

di scegliere ed inviare messaggi diversi ai diversi target. La cui definizione

avveniva attraverso studi ed analisi scientifiche (come ad es. i sondaggi) che sono la

vera essenza del marketing.

Per molti Silvio Berlusconi è l’esempio più eclatante di popolarizzazione della

Comunicazione Politica. Ma non ci si deve fermare alla fin troppo facile

interpretazione che fa attribuire al suo essere proprietario del più grande gruppo

televisivo privato ed alla sua enorme ricchezza il suo successo. Alla base ci sono

anche modificazioni strutturali dell’ambiente politico, delle forme di partecipazione

alla vita pubblica e processi di mutamento sociale che hanno ridefinito tutto il

palcoscenico politico.

La comunicazione politica ha insegnato che per guadagnare voti non è sufficiente

soltanto avere il miglior programma ma è necessario piuttosto di essere in grado di

comunicarlo nel più efficace dei modi. Gli studi sulla politica pop ci insegnano che

6

questa efficacia è anche seduzione e coinvolgimento attraverso i diversi formati dei

media.

Con questo lavoro si proverà quindi ad esaminare nel dettaglio i vari aspetti della

comunicazione politica utilizzata sin dal 1994 da Silvio Berlusconi. Cercando di

riassumerne caratteristiche comuni e differenze. Evidenziando soprattutto come il

fenomeno Berlusconi abbia svolto un ruolo importante nello “spettacolarizzare” e

“leaderizzare” la politica e la sua comunicazione.

Si cercherà di identificare poi, se nell’attuale Presidente del Consiglio, Matteo

Renzi, si possano evidenziare caratteristiche che rimandano alla lezione dell’ex

Cavaliere.

A testimonianza

del fatto che le

sue lezioni ed

azioni nate venti

anni fa sono

quanto più di attuale possa trovarsi nel campo della Comunicazione Politica.

7

«Berlusconi ha vinto perché la società

creata dalla televisione è una società

naturaliter di destra. È la società del

Festival di Sanremo, dello sport, degli spot,

di Pippo Baudo, Mike Bongiorno, Beautiful e

simili» 2

Norberto Bobbio

1. La politica e i mass media

Prima di analizzare nello specifico quelle che sono state le caratteristiche particolari

e le innovazioni che con la discesa in campo di Berlusconi sono intervenute nel

panorama politico italiano e nella stessa comunicazione politica, è indispensabile

considerare lo scenario in cui Berlusconi si è introdotto. Uno scenario che vede la

comunicazione ed i media acquisire nel tempo un ruolo sempre più determinante

nella politica, un ruolo che i nuovi media stanno negli ultimi anni cominciando a

minare ponendosi nella scia dei media tradizionali.

1.1 Da elettore-attore a elettore-spettatore

I media nella società contemporanea, da agenzia socializzante quali essi sono

diventati, non influenzano solo la Politica ma modellano anche il modo in cui ci si

rapporta con gli altri. Così facendo cambiano la società stessa:

2 http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2006/02/17/le-vecchie-tribune-italia-

del-reality.html

8

“Diffondendosi rapidamente e con grande successo hanno conquistato nella società

il ruolo di agenzia di socializzazione accanto e sempre di più al posto delle altre

realtà tradizionali: Chiesa, Scuola, Partito” 3

Da qui l’influenza dei media in Politica passa anche attraverso programmi non

necessariamente di “informazione politica” ma anche attraverso quelli che in teoria

poco avrebbero a che fare con l’argomento. Ciò ha consentito che, nello scenario

della Politica dei media, il ruolo del cittadino/elettore si sia nel tempo modificato:

egli è diventato da attore della comunicazione politica a spettatore4.

Quanto più diminuisce la partecipazione diretta tanto più aumenta l’importanza del

“saper influenzare” l’elettore. Ovviamente in questo contesto chi è in grado di

utilizzare meglio i media avrà senz’altro maggiori opportunità di riuscire a vincere

e surclassare l’avversario a parità di valore della proposta.

1.2 I nuovi linguaggi nella Politica Pop

Negli ultimi anni il linguaggio politico ha subito forti cambiamenti: dal politichese

si è passati a linguaggi di altro tipo con forte influenza televisiva. Quando il

linguaggio politico comincia quindi ad attingere dallo show televisivo o dal

programma sportivo questo porta necessariamente la Politica stessa ad una deriva in

quella direzione. E quindi cambiando il linguaggio cambia anche la Politica.

Maurizio Ridolfi5 ha fatto una riflessione su cosa sia avvenuto di recente nel

simbolismo politico, sempre più ambiguo. Egli afferma che vi domina sempre più

3 Giampietro Mazzoleni, La Comunicazione politica ed. il Mulino, Bologna, 2004

4 G. Mazzoleni, Op. Cit.

5

http://www.officinadellastoria.info/index.php?option=com_content&view=article&id=192:simboli-politici-e-discorso-pubblico-un-ritorno-o-una-svalutazione-andante-&catid=45:storici-e-uso-pubblico-della-storia&Itemid=50

9

la dimensione pubblicitaria e l’uso o l’abuso di pulsioni momentanee, strumento di

una Politica Spettacolarizzata.

“La rappresentazione mediatica della Politica non è solo appannaggio della

macchina dell’informazione, ma è un’attività che riguarda sempre di più anche

l’industria dell’intrattenimento. La risultante di tali processi è una contaminazione

di generi, che ha via via prodotto un ibrido sul versante dell’offerta televisiva, e

una Politica rappresentata nelle sue valenze di intrattenimento sul versante dei

contenuti mediali. “Politica Pop” è un’espressione ancora poco usata nel

linguaggio comune e sui media italiani, ma molto diffusa all’estero, dove il

fenomeno della popolarizzazione dell’informazione e della comunicazione politica

viene studiato da tempo e ha stimolato un ampio dibattito nel mondo accademico e

nella società civile”6

La trasformazione del sistema politico e della comunicazione politica verso forme

di personalizzazione e spettacolarizzazione, la stessa ibridazione della

comunicazione politica con i linguaggi dell’intrattenimento, di cui ci parla

Mazzoleni, sono un fenomeno presente da decenni, ormai. Le candidature lanciate

negli show televisivi (programmi d’intrattenimento, non politici), i monologhi di

artisti e comici che finiscono per avere un gran peso nell’elettorato, la

partecipazione di uomini politici a programmi che con la Politica hanno poco a che

fare, sono indicati come i sintomi principali del fenomeno.

Parte della popolazione, spesso, s’informa attraverso programmi che teoricamente

avrebbero un ruolo più comico che informativo. Il gossip diventa qualcosa che

assume sempre più un ruolo nell’agone, e spesso viene sfruttato dagli stessi uomini

politici. Insomma, si avvicinano alla Politica generi che prima le erano abbastanza

distanti. E soprattutto la Politica si avvicina ad essi.

6 A. Sfardini, G. Mazzoleni, Politica Pop. Da “Porta a Porta” a “L’isola dei famosi” ed il Mulino.

Bologna. 2009

10

Una serie di aspetti prima inesistenti appaiono nell’approccio alla Politica, nella

Comunicazione Politica e nelle modalità della partecipazione dei Cittadini. Cosa

questo significhi, è facile da comprendere. Conoscere e saper usare taluni linguaggi

(in senso lato ed ampio), del tutto mutuati dal contesto televisivo, diventa

fondamentale. Chi questi linguaggi li conosce meglio, perché magari viene da quel

mondo, ha, in questo, un grosso vantaggio.

11

«Sono stati anni di vita e di fatica, che ci

hanno consentito di realizzare un lavoro

senza precedenti nel nostro Paese, dove

prima di Forza Italia la comunicazione

diretta con i cittadini veniva guardata con

fastidio e sospetto dai protagonisti della

vecchia politica, abituati a usare un

linguaggio oscuro, da addetti ai lavori, fatto

per non far capire niente ai cittadini.»7

Silvio Berlusconi

2. Il nuovo miracolo italiano

Un uomo che faceva un altro mestiere. Un partito creato ex novo e dall’identità

incerta. Alleanze scomode.

Una simile situazione teoricamente non porterebbe al successo. Eppure Berlusconi

riuscirà a diventare, nel bene e nel male, il protagonista della Politica italiana. L’uso

della comunicazione sarà la sua arma principale. Ecco come è stata determinante

nella sua ascesa politica.

2.1 Forza Italia, il “brand” in Politica

Quando Forza Italia nasce ufficialmente8, 26 gennaio 1994, è un partito che in

teoria dovrebbe faticare molto per trovare uno “spazio politico”. La sua identità,

infatti, è alquanto “incerta”.

7 Prefazione di Silvio Berlusconi al libro "Come Berlusconi ha cambiato le campagne elettorali in

Italia". Antonio Palmieri, Gianni Comolli, Cesare Priori, Massimo Piana. Edizioni Cipidue, 2012 8 http://cinquantamila.corriere.it/storyTellerThread.php?threadId=silvioberlusconi1

12

Il famoso video del 26 gennaio 1994

con il quale Silvio Berlusconi annunciò

la sua discesa in campo e la nascita di

Forza Italia iniziava con la frase

“l’Italia è il Paese che amo” e

terminava con “un nuovo miracolo

italiano”.

La Politica di quegli anni si stava riorganizzando per scomposizioni e

ricomposizioni dei vecchi Partiti (Partito Democratico della Sinistra e Rifondazione

Comunista eredi del Partito Comunista, Popolari e Centro Cristiano Democratico

eredi della Democrazia Cristiana, Movimento Sociale Italiano che non si era ancora

trasformato in Alleanza Nazionale, ecc.), Forza Italia non poteva porsi in nessuna

scia. Questo nuovo partito si faceva promotore di un’alleanza tra forze politiche in

apparenza incompatibili, dal CCD alla Lega Nord, passando per l’MSI/AN.9.

Qual era la soluzione? Si punta tutto sulla comunicazione. Sin dal nome e dal

simbolo. Se essi devono essere “sintetici, emblematici, compendianti”10

per poter

essere “icona” di ciò che si vuol comunicare ed affermare, per un partito con scarsa

(se non inesistente) identità Silvio sceglie un nome, Forza Italia, ed un simbolo, una

bandierina tricolore, che potevano voler dire tutto ed il contrario di tutto.

Il loro significato intrinseco era molto scarso: una bandiera italiana, un nome che sa

di slogan calcistico. Silvio ne andava molto fiero e se ne attribuiva la paternità,

anche se si narra che quel nome gli sarebbe stato suggerito da Bettino Craxi.11

9 I suoi esponenti, infatti, avevano le provenienze politiche più varie: ex Democristiani, ex Socialisti

ed eredi del “Pentapartito”. Ma anche molti ex PCI ed addirittura ex esponenti di Democrazia Proletaria e delle varie formazioni della Sinistra Extraparlamentare, in ruoli anche importanti. E, al tempo stesso, molti provenienti da MSI e Lega Nord. http://it.wikipedia.org/wiki/Provenienza_dei_politici_appartenenti_a_Forza_Italia 10

“Un qualsiasi oggetto per essere icona deve potersi dire: sintetico, emblematico, compendiante”. M. Mirabella, La più bella del villaggio. Taccuino di una televisione “minima”. Robin edizioni. Roma. 2003 11

V. Dotti, L’avvocato del diavolo. Chiarelettere editore S.r.l.___7, Milano, 2014.

13

Bandiera, nome e slogan verranno diffusi con tutte le forze mediatiche a

disposizione, che non sono poche. Forza Italia apparirà a tutte le ore negli spot delle

reti Fininvest. E non solo. Manifesti, giornali, cassette della posta, contatti

telefonici diretti. La propaganda del nuovo partito sarà organizzata utilizzando tutte

le tecniche della pubblicità che lui, da imprenditore televisivo, conosce alla

perfezione. E questo sarà sufficiente per farne in breve il primo partito italiano.

Con Forza Italia il “brand” era entrato

in Politica. Un partito senza radici,

senza identità, con nomi e simboli

“improbabili”, aveva avuto successo.

La sua unica forza era stata la sua

conoscenza, il suo essere sulla bocca di

tutti. La “conoscenza di marca”.

Berlusconi aveva costruito il suo partito. Con la sola forza della Comunicazione.

2.2 Il pericolo rosso: il collante

Creare il primo partito d’Italia non era sufficiente per vincere: bisognava avere una

maggioranza idonea a vincere le elezioni.

La coalizione messa in piedi comprendeva forze che sulla carta, sommate, avevano

la possibilità di prevalere. Ma riuscire a raccogliere tutti i loro elettorati, in un’Italia

appena passata al Maggioritario (con gli elettori quindi non abituati a votare per una

coalizione), non era così facile, bisognava trovare un terreno identitario comune.

L’arma vincente era esaltare la caratteristica principale che poteva tenere tutti

questi elettorati insieme: l’avversità all’ex Partito Comunista12.

12

“Come tutti i politici intelligenti, il Berlusca partì da un’intuizione semplicissima: in Italia gli “anticomunisti” (nel senso degli anti-PCI, perché com’è noto il PCI aveva scelleratamente monopolizzato il termine per se solo(…)) sono la maggioranza, e si tratta allora di riunirli tutti in un

14

Individuare il “nemico” e farne lo spauracchio che possa mobilitare tutti i propri

elettorati compattandoli. Il Muro di Berlino era caduto da anni, l’URSS non c’era

più, il PCI neanche. Bisognava ricreare comunque quel clima: gli avversari

diventano quindi “lo schieramento Comunista”.

Dal discorso della “discesa in campo”:

“So anche quel che voglio. E ho anche la ragionevole speranza di riuscire a

realizzarlo in sincera e leale alleanza con tutte le forze liberali e democratiche che

sentono il dovere civile di offrire al Paese un’alternativa credibile al governo delle

Sinistre e dei Comunisti. (…). Perché il nuovo sistema funzioni è indispensabile che

al cartello delle Sinistre si opponga un Polo delle Libertà che sia capace di attrarre

a sé il meglio di un Paese pulito, ragionevole, moderno. (…). Quegli obiettivi e quei

valori che invece non hanno mai trovato piena cittadinanza in nessuno dei Paesi

governati dai vecchi apparati Comunisti, per quanto riverniciati e riciclati. Né si

vede come a questa regola elementare potrebbe fare eccezione soltanto l’Italia. Gli

orfani e i nostalgici del Comunismo, infatti, non sono soltanto impreparati al

Governo del Paese. Portano con sé anche un retaggio ideologico che stride e fa a

pugni con l’esigenza di un’Amministrazione Pubblica che voglia essere liberale

(…). Le nostre Sinistre pretendono di essere cambiate (…). Ma non è vero. I loro

uomini sono sempre gli stessi. La loro mentalità, la loro cultura, i loro più profondi

convincimenti, i loro comportamenti, sono rimasti gli stessi. (…). Non sono

cambiati. Ascoltateli parlare. Guardate i loro Telegiornali pagati dallo Stato.

Leggete la loro Stampa. (…). Per questo siamo costretti a contrapporci a loro”13

polo delle libertà (libertà ovviamente ridefinita in senso integralmente imprenditoriale ed aziendale)”. C. Preve. Da Antonio Gramsci a Piero Fassino: Note introduttive per farsi una ragione e capirci qualcosa in ciò che è successo nel comunismo italiano XI parte http://www.kelebekler.com/occ/prevefassino11.htm 13

I riferimenti alle “persone legate a doppio filo ad un passato politicamente ed economicamente fallimentare” sono abbastanza chiari. Ma per renderlo ancora più in evidente lo dice in altri passaggi successivi, dove è chiarissimo quale deve essere il “collante” delle coalizioni che metterà in piedi. http://www.youtube.com/watch?v=B8-uIYqnk5A&feature=related

15

Il senso dei passaggi riportati è comprensibile a tutti: c’è un “pericolo rosso”, cui

siamo “costretti a contrapporci”, e

per questo “dobbiamo metterci

insieme”.

E da lì in poi si cominceranno a

vedere “Comunisti” dappertutto14

.

Anche qui le campagne mediatiche

incidono. Di fronte al “pericolo

rosso” gli elettori di Partiti così

diversi, con idee a volte opposte,

trovano una ragione per stare

insieme e per mobilitarsi.

A questo punto, poco o nulla incidono le numerose svolte che accadono nel campo

avverso. Il “nemico”, il “pericolo”, è idealizzato. E tutto il resto è relativo. E non

c’era collante migliore di un “nemico” ben individuato.

2.3 La televisione: la potente arma

Possedendo tre televisioni era facile riempirle dei suoi spot, fintanto che la Legge lo

permetteva. Quanto accade sulle reti Fininvest-Mediaset negli anni dell’ascesa

politica del Dottore va anche oltre. Due Telegiornali su tre (TG4 di Emilio Fede e

Studio Aperto di Paolo Liguori) diventano macchine dirette di propaganda. Mentre

Enrico Mentana al TG5, sulla rete ammiraglia del Gruppo, continua a fare da

necessario e studiato contraltare.

14

http://www.inchiestaonline.it/wp-content/uploads/2014/10/Cipputi.jpg

16

I direttori dei TG si schierano in diretta, i servizi attaccano frontalmente

l’avversario politico, le trasmissioni d’approfondimento anche di più15

.

Ma il capolavoro avviene nei programmi d’intrattenimento. Quelli che vengono

visti dalla fascia della popolazione spesso meno politicizzata, e probabilmente più

condizionabile. Il quiz di mezza sera, il

programma sportivo in seconda serata, la

trasmissione per teenager cresciuti negli

anni ’80: tutto diventa contenitore di

appelli al voto. In “non è la Rai” la

conduttrice, tra una risata e l’altra, afferma

serafica “l’angioletto tifa per Berlusconi,

Satana e Stalin stanno con Occhetto”16

.

La TV era (e lo è tuttora) un’arma potentissima. Berlusconi e i suoi “uomini

Fininvest” ne erano degli esperti, provenendo proprio da quel mondo, e quindi

sapevano come utilizzarla al meglio. Ed i risultati mostreranno quanto l’uso dei

mass-media porti i suoi frutti, anche e soprattutto quando il clima si surriscalda

nella Campagna Elettorale.

15

La Rai lottizzata, nel quindicennio precedente, ed ancor prima la Rai filogovernativa dei primi anni, aveva già mostrato come l’informazione non fosse neutra ed una “tendenza” di fondo nel dare le notizie fosse sempre presente. 16

http://www.youtube.com/watch?v=i9aG9fdx72s

17

3. Mantenere lo spazio

Dopo quell’iniziale exploit, anche stabilizzarsi, “mantenere lo spazio” in uno

scenario politico nel quale si rappresentava un’anomalia non era affatto scontato.

Anche qui la Comunicazione ha giocato un ruolo fondamentale.

3.1 La personalizzazione del Partito

La forza che teneva insieme un partito ed una coalizione tanto eterogenea era la sua

popolarità, che faceva da collante. E così, mentre ufficialmente la parola d’ordine

era “strutturare Forza Italia per radicarla sul territorio”, la comunicazione si andava

sempre più personalizzando.

Negli spot del partito, aumentava sempre più la parte dove era solo lui a parlare.

Nel 1994 erano presenti anche spot “solo del partito” mentre alle Europee del ’9917

gran parte della propaganda, dall’invito al tesseramento alle varie campagne

tematiche, era incentrata sui suoi messaggi diretti18

. Le iniziative sono spesso

un’esibizione del suo successo. È il caso, per fare un esempio, della nave “Azzurra

che ha contribuito a determinare un contesto di elevata leaderizzazione”19

.

La leaderizzazione più eccezionale è nella comunicazione politica “interna”, che

potremmo definire “di partito”: un partito che gira unicamente attorno al leader,

che procede esclusivamente come sua “proiezione”. Un’impressione di solidità data

all’opinione pubblica, agli avversari ed agli alleati, così che gli sia più difficile

immaginare di cambiare leader.

Rimanere quindi sulla scena, come se stesso, sempre e comunque, è il primo passo

per stabilizzarsi e consolidarsi.

17

Ultima campagna elettorale con gli spot in Tv. 18

http://www.youtube.com/watch?v=DX_W_610KTU 19

http://www.francoangeli.it/riviste/Scheda_rivista.aspx?IDArticolo=23114

18

3.2 L’azienda-Partito

“Si dice che Berlusconi abbia creato un partito - azienda, ma non ci si rende conto

che è vero il contrario: è la sua azienda televisiva che funziona come un partito,

che svolge i compiti propri di un partito elettorale di massa. Fa attività di

educazione e propaganda, conquista spazi di influenza sempre più vasti nel

tentativo di accrescere l’ampiezza e l’intensità dell’adesione al suo progetto

politico, il cui obiettivo strategico è la mutazione della Società Civile in una

Società di mercato. Se per “partito” si intende un apparato che produce ideologia,

crea consenso, indirizza gli elettori al voto e si avvale di una struttura

organizzativa stabile e articolata, affidata a persone qualificate e

professionalmente retribuite, che cos’è Mediaset, se non un partito di massa che

crea opinione di massa?” (Renato Parascandolo)20

.

Con le sue TV si fa di più: si crea un immaginario collettivo tale da rendere la

popolazione più vicina ai valori propagandati da Forza Italia, più attratta dal suo

modello sociale, più sensibile ai suoi messaggi.

Il maggior fattore di consolidamento di

Berlusconi sulla scena politica italiana

quindi sono le sue TV, che gli danno una

visibilità continua e dei vantaggi

comunicativi plurimi. Non solo quelli

diretti. Soprattutto quelli indiretti. Quelli che gli creano il terreno fertile per trovare

sempre nuovi consensi. E stabilizzarsi maggiormente sulla scena.

20

R. Parascandolo, La televisione oltre la televisione. Editori Riuniti. Roma. 2000

19

3.3 Il consolidamento politico

Dopo la sconfitta del 1996, la situazione per Berlusconi si faceva complicata. Il

tonfo era stato pesante ed inaspettato (ne farà le spese Gianni Pilo, vero e proprio

“factotum” della comunicazione berlusconiana fino ad allora). E qualcuno

cominciava ad ipotizzare nuovi equilibri per il centro-destra, magari con una

leadership diversa.

Per evitare di affondare nel “mare magnum” della Politica come un elemento di

passaggio, Silvio prenderà le posizioni migliori per ottenere visibilità e mantenere,

davanti a tutti (soprattutto davanti all’elettorato), un ruolo sempre prevalente, di

riferimento principale.

A parte le iniziative “molto visibili”, diffuse dai media, Berlusconi dimostrerà di

aver “appreso alcuni trucchi” della Politica, e di usarli a vantaggio suo e della sua

visibilità mediatica.

Lo troviamo così a trattare in

prima persona col Segretario

del Partito Democratico di

Sinistra, Massimo D’Alema,

per la Bicamerale. Sebbene a

lui della Bicamerale, in realtà,

importi poco; quello che gli interessa è sfruttare la vicenda per riguadagnare

visibilità e riaffermare il suo ruolo di unica guida ed unico rappresentante

riconosciuto del centro-destra21

. Ed il suo ruolo nella scena politica continua a

consolidarsi.

21

Qui è la Politica al servizio della propaganda, e non viceversa. A puro scopo propagandistico si porta il proprio partito a fare scelte politiche che hanno il loro peso e la loro importanza, come un impegno bipartisan a modificare l’intera architettura istituzionale dello Stato.

20

3.4 Creazione di attesa

I cinque anni di opposizione ai governi di Centro-Sinistra rischiavano, comunque,

di far naufragare le eventuali prospettive di ritorno al potere.22

Le prospettive di Governo, invece, non solo non naufragano, ma si

concretizzeranno nel 2001. Il motivo? Riuscì a capovolgere la situazione a suo

favore, nell’opinione pubblica e nell’immaginario collettivo.

Il Presidente convince il Popolo che quello che ha fatto il Governo di Centro-

Sinistra sia poco, e che con lui “tutti avranno di più”. L’esaltazione dei suoi

successi imprenditoriali e della sua figura come persona che ne capisce e “potrebbe

mettersi a disposizione del Paese”23

saranno sempre in primo piano.

Il tutto moltiplicato all’infinito dalla macchina propagandistica, sapientemente

usata ed altamente amplificata dal grande megafono mediatico. Berlusconi si

riprende facilmente la scena politica, le prime pagine di quotidiani, le aperture dei

TG. Non si parla che di lui. Gli altri lo inseguono. La comunicazione politica, che

piaccia o no, si fa così.

Così, man mano, si crea un’attesa. La “voglia di provare Berlusconi” è la spinta

principale che andrà a rafforzare sempre di più la sua posizione. Un’attesa

sapientemente generata. Usando le tecniche giuste, ribaltando le situazioni più

difficoltose, sapendo “vendere” prospettive cui il Popolo italiano, alla fine, ha

creduto. Il risultato sarà il ritorno alla vittoria. Ed un lungo periodo di governo.

22

La coalizione opposta, pur litigando e cambiando più volte leader, era riuscita a centrare gli obiettivi principali: primo fra tutti l’ingresso nell’Euro, a ridurre il debito pubblico, portare una buona crescita economica, ridurre la disoccupazione. Il tutto senza misure particolarmente dure riguardo i servizi o lo Stato Sociale. 23

Non è un caso che il suo passato sarà al centro di “Una Storia Italiana”: l’opuscolo che manderà

in tutte le case qualche mese prima delle elezioni del 2001. http://www.repubblica.it/gallerie/online/politica/libro/

21

3.5 Tecniche di galleggiamento

Tra le tecniche più usate da Berlusconi c’è sempre stata quella di lanciare “parole

d’ordine” forti e sondare la reazione ottenuta24

. Non è l’unica “tecnica di

galleggiamento” usata dall’(ex)Cavaliere per mantenere i suoi consensi nelle fasi

che magari non sono le più positive, quelle “di stanca” e quelle problematiche, nelle

quali bisogna distrarre la popolazione e cambiare l’agenda.

Lì Berlusconi ha mostrato più volte, in questi anni, una delle sue tecniche più

raffinate: lanciare dei temi provocatori, accendere lo scontro su di essi e ritirarli

quando non è più necessario. Con uscite ad effetto (volutamente offensive o

provocatorie) si prende gioco dell’antagonista, distraendolo dal proprio ruolo e dal

proprio programma e dettando di fatto l’agenda della discussione politica25

.

La perfetta conoscenza dei meccanismi di funzionamento delle logiche dei media fa

il resto: i mezzi di comunicazione finiscono per dare spazio alla polemica

amplificandola e mettendo Berlusconi in una ulteriore posizione di forza e

indebolendo invece gli oppositori. Non deve stupire, peraltro, che lui conosca nel

dettaglio le tecniche di news management e agenda setting: è l’editore più potente

d’Italia.

Quest’abilità comunicativa l’ha usata in più e più occasioni e nelle modalità più

varie. Riuscendo sempre a volgere a suo favore situazioni che gli erano contrarie.

Ed ottenendo risultati. Consolidando ancor più la sua forza politica.

24

Nel caso in cui non sia completamente positiva, arriva subito la rettifica, spesso data da lui stesso, subito pronto a sostenere di non aver mai pronunciato quelle parole. Intanto però la cosa è stata ugualmente detta, e l’effetto che si voleva ottenere sull’immaginario collettivo, in parte, è ugualmente ottenuto. E magari l’idea che si voleva far passare s’è insinuata in maniera, magari, anche più sottile. 25

Il gioco è sempre lo stesso: Berlusconi attacca, anche in maniera veemente, gli avversari fino al punto da provocarne la reazione; una volta che l’effetto di adirarli è stato ottenuto, il Premier fa marcia indietro e accusa gli avversari di averlo frainteso intenzionalmente o di aver manipolato le sue parole.

22

3.6 Il personalismo al top

“Presidente siamo con te, meno male che Silvio c’è”

(Inno ufficiale PdL)26

Se Forza Italia era stato definito il partito personale

di Berlusconi, il Popolo della Libertà probabilmente

va anche oltre. Questo partito nasce una sera di fine

2007 sul predellino di un’auto27

. Il simbolo, l’icona,

di questo nuovo partito sarà sempre Berlusconi. Infatti non si affronta più

un’elezione, nemmeno quelle in cui lui non è direttamente coinvolto, senza il suo

nome sul simbolo28

.

Con la “svolta del predellino”, e la nascita del PdL, il

processo di accentramento personalistico, di

concentrazione sulla sua leadership personale di tutto il

consenso possibile e di tutta la propaganda, è giunto al

punto più alto.

26

www.youtube.com/watch?v=WXf1IgeuGc4 27

http://www.liberoquotidiano.it/news/866403/Dal-predellino-di-un-auto-.html 28

Persino l’inno è dedicato a lui.

23

4. Comunicazione Istituzionale ed Estera

Altra particolarità da analizzare è sicuramente l’uso della politica istituzionale a fini

comunicativi. Che si fa ancor più evidente quando si tratta di Politica Estera. Che,

in teoria, dovrebbe essere l’ambito meno adatto.

4.1 Tra comunicazione istituzionale e propaganda

2006. A legislatura ormai quasi al termine, Berlusconi si reca in visita di Stato negli

Stati Uniti d’America. Diversamente da quanto in genere accade in queste occasioni

- solitamente eventi molto

“impostati” essendo occasioni,

appunto, “di Stato” - questa visita

negli Usa per Silvio. diventa

un’opportunità di propaganda

elettorale29

(le elezioni si svolgeranno

di lì a breve). Tutta la visita diventa

uno show. Il TG5 riprende tutto in

diretta integrale. Il TG4 rimanda la

replica completa del discorso al Congresso30

.

Non è un caso isolato. Berlusconi spesso sembra non accorgersi della differenza tra

“Comunicazione Istituzionale” e “Comunicazione Politica”31

. Tutto ciò ha una sua

logica. Da un lato, sfrutta la visibilità offerta dalla sua veste istituzionale per

lanciare i suoi messaggi. Dall’altra, “da peso” alle occasioni istituzionali, “fa

notizia” in esse, ed “istituzionalizza” la sua immagine di uomo politico.

29

http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/notizia.php?IDCategoria=273&IDNotizia=153472 30

http://www.banchedati.ilsole24ore.com/doc.get?uid=sole-SS20060302006RAA 31

E quindi si trova spesso a fare discorsi “più politici” anche quando parla in veste istituzionale, nel ruolo di Presidente del Consiglio che ha ricoperto per buona parte della sua carriera politica.

24

La maggior parte del “pubblico” assocerà il “contenitore” (il contesto istituzionale)

al “contenuto” (il messaggio politico). E quindi, nella percezione di alcuni, è come

se lui lanciasse messaggi “più seri, più istituzionali”.

4.2 Le “pacche sulle spalle”

“La Politica Estera di Silvio è: apparire, fare un uso intenso e personale della

vetrina internazionale. (…) Nella direzione di Publitalia di Milano2 come alla

Farnesina le regole non cambiano: alito profumato, mani asciutte, sorriso sulle

labbra. (…) Nelle riunioni è sempre il più allegro e cordiale, scambia battute,

scherza, saluta Ministri e Capi di Stato come alle feste per lo Scudetto del Milan”

(Giorgio Bocca)32

Il modello di Politica Estera (e di

Comunicazione Istituzionale Estera)

di Silvio Berlusconi è quello delle

“public relations” tra le aziende. Ha

accentuato anche in Politica Estera il

personalismo33

. È stata definita, tra

l’altro, “la Politica Estera delle pacche

sulle spalle”. Ottime relazioni con i capi di Stato e di governo cui tiene e che gli

dimostravano simpatia (Putin, Bush, Blair, Aznar, Mubarak, Erdoğan e non ultimo

Gheddafi) e posizioni prese di conseguenza (vedi partecipazione diretta dell’Italia

alla guerra in Iraq). Tutto questo gli permetteva di utilizzare la politica estera per

accrescere il proprio consenso interno.

32

G.Bocca, Piccolo Cesare. Ed. Feltrinelli, 2003 33 “In ogni caso è tendenza comune. Nell’era dell’informazione, la politica tende a personalizzarsi.

Contribuiscono le televisioni, i sondaggi d’opinione e i social network. Essi influiscono sul consenso dell’opinione pubblica loro grado di sostegno dell’opinione pubblica e condizionano le decisioni politiche.” http://www.formiche.net/2013/12/03/politica-estera-berlusconi/

25

Per la strategia comunicativa

l’importante è apparire,

mostrare grandi rapporti di

natura personale e di intima

amicizia con più leader

mondiali possibili.

L’importante è lo show. Ed usare per esso la visibilità di tutte le occasioni

istituzionali. La Politica Estera non fa eccezione.

4.3 I “grandi eventi”

I “grandi eventi” sono stati un altro nodo importante della sua comunicazione

attraverso le occasioni ufficialmente categorizzate come “istituzionali”. Ogni

incontro internazionale, ogni manifestazione ufficiale con rilevanza sovra-

nazionale, diventa l’occasione per fare uno spettacolo ed esserne il protagonista34

.

Gli eventi internazionali ufficiali sono

una vetrina come poche. L’attenzione

dei media è concentrata, i riflettori

sono accesi, se la cosa viene sfruttata

nella giusta maniera i risultati, in

termini di immagine, sono assicurati.

Facendo il giusto show in queste

occasioni si può passare, nell’opinione pubblica “interna”, da statista che fa una

gran figura internazionale.

34

Per esempio nel 2009: G8 de L’Aquila, a pochi mesi dal terremoto. Nello staff della Protezione Civile, che organizza l’evento e, contemporaneamente, concorda le operazioni nel capoluogo abruzzese, c’è anche un art director.

26

5. La personalizzazione

Aspetto che dopo tanti anni sembra quasi scontato, ma che in realtà non lo sarebbe,

è lo schiacciamento su di lui, dal punto di vista comunicazionale, dell’interno

partito.

Si unisce l’efficacia di una comunicazione tutta personalizzata, adatta alla

personalizzazione della Politica che si vive (nella quale un partito che arriva al

culto della persona chiaramente si trova ancor più a suo agio), ai vantaggi che lui ha

a livello di visibilità personale da questo modo di fare.

5.1 “Le Parti c’est moi”

Berlusconi, nella veste comunicativa, è stato più che leader. Il partito è stato

indistinguibile da lui. Se qualcuno in passato aveva detto “l’Etat c’est moi”, in

questo caso si potrebbe dire, per Silvio “Le Parti c’est moi”. Tutto ruotava (e ruota)

attorno a lui, alla sua leadership. Non il partito.

Con Berlusconi per la prima volta sui simboli di

partito appaiono i nomi del leader. Una cosa mai

accaduta in passato, e che non accade in nessun Paese

occidentale, nemmeno quelli a modello presidenziale.

Non è mai stato scritto “Mitterand” sul simbolo del

Parti Socialiste in Francia, o “Bush” (o “Reagan”) su

quello del Republican Party negli Usa.

In Italia, invece, sul simbolo di Forza Italia appare la scritta “Berlusconi”. Aprirà

una strada. In breve apparirà la scritta “Fini” sul simbolo di Alleanza Nazionale,

27

“Casini” su quello dell’Unione di Centro, “Mastella” su quello dell’Unione

Democratici per l’Europa. Si arriverà, nel 2008, con tutti i Partiti che avevano un

gruppo costituito nel Parlamento uscente con il nome del leader sul simbolo. Unica

eccezione la Sinistra Arcobaleno (che, qualcuno dice anche per quello, in una

politica ormai tutta “leaderizzata”, avrà un tracollo storico). Eccezione venuta meno

nel 2010: anche Sinistra Ecologia e Libertà è diventata “con Vendola”. Berlusconi è

artefice di un ulteriore cambiamento.

Con il passaggio da Forza Italia al PdL tutto questo si va

accentuando. Se in Forza Italia la comunicazione era

incentrata su di lui, nel PdL lo è ancora di più. Quando si

tratta di fare propaganda elettorale per le elezioni locali.

La propaganda si fonda anche lì sul leader nazionale. Di

cui le liste PdL costituiscono “protesi” locali. E così nel simbolo, differentemente

da quanto avveniva prima del Predellino, alle Amministrative ed alle Regionali

appare la scritta “Berlusconi con Polverini”, “Berlusconi con Alemanno”. E quando

il candidato non è del PdL troviamo “Berlusconi per il Veneto” o “Berlusconi per il

Piemonte”.

La personalizzazione arriva a livelli massimi: il partito è lui.

5.2 Forza Italia, i Congressi show

In genere il Congresso di un partito è un momento di discussione fortissima. Si

decide la linea politica da tenere, si approvano documenti politici, mozioni,

emendamenti. A volte ci si divide (anche troppo). Anche il Congresso, il momento

più alto di elaborazione politica nella vita interna dei Partiti, con Forza Italia si

trasforma in un grande show autocelebrativo del Capo.

28

Lui parla e tutti lo applaudono35

. La curva

del Filaforum di Assago (lì si sono tenuti

entrambi i congressi nazionali) con la scritta

gigantesca “Benvenuto Presidente

Berlusconi”, fatta in giallo su sfondo blu.

Berlusconi che arriva in elicottero36

.

Dispensa strette di mano, pacche sulle spalle e sistema i polsini delle camice come

fa lui.

Un’occasione in più per dare visibilità personale a lui. Il partito, altro non è che uno

strumento, il suo strumento. E di fronte ai delegati non si discute. Si fa ancor più

propaganda. La “base” deve essere spronata senza sosta a seguire il leader.

“Si sommano gli oltre 3.700 delegati, e si vede che la somma è uno: Berlusconi. Si

aggiungono a questi gli ospiti, il pubblico e gli altri e la somma è sempre uno.

Berlusconi. Del resto non ci sono tesi, mozioni, documenti da votare: resta il

solista” (Marco Bracconi, Repubblica, articolo sul 2° Congresso di Forza Italia, 29

maggio 2004)37

5.3 Gianfranco Fini

29 Luglio 2010, l’ufficio di presidenza del PdL si riunisce. Ordine del giorno:

Gianfranco Fini.

Cosa era successo? Qual era la sua colpa? Non solo aveva opinioni diverse ma

chiedeva di avere un ruolo pari a quello di Berlusconi. “Il cofondatore del PdL” si

35

http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1998/04/18/bulgari-di-assago.html 36

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-10-08/forza-italia-congressi-anni-111138.shtml?uuid=AbNG7SqI 37

http://www.repubblica.it/2004/e/sezioni/politica/berlucongre/pripe/pripe.html

29

diceva. “Accanto alla leadership di Berlusconi c’è una forte leadership di Fini”,

sostenevano spesso coloro che poi lo seguiranno in Futuro e Libertà per l’Italia.

Una leadership duale, contesa, con “il continuo controcanto” (accusa rivolta dallo

stesso Berlusconi a Fini nella Direzione Nazionale del PdL della Primavera

precedente, ed in occasioni successive38

), non sarebbe accettabile per Silvio

Berlusconi. Minerebbe alla base la sua costruzione e comunicazione politica.

38

http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/italia/pdl-berlusconi-fini-non-faccia-controcanto-a-maggioranza-che-lo-ha-eletto-ne37054/

30

6. Comunicazione Elettorale

Per analizzare al meglio il suo sapiente uso della comunicazione, non si può

prescindere da un’analisi complessiva del momento in cui essa entra più in gioco: le

campagne elettorali. Le scelte, le tattiche, gli slogan usati nelle sei campagne

elettorali politiche da lui affrontate. Le caratteristiche che hanno avuto in tutti gli

appuntamenti, e quelle che sono variate di volta in volta

6.1 Lavoro per tutti

“Ci saranno un milione di posti di lavoro in più” (S. Berlusconi, 1994)

Per fare uno studio di quella campagna elettorale, è necessario estrapolarne le

caratteristiche più importanti.

Innanzitutto, le grandi promesse. Il milione di posti di lavoro, passato alla storia,

che colpisce l’immaginario

collettivo. Il nuovo miracolo

italiano. Ed i messaggi molto

semplici che spaziano un po’

su tutte le tematiche,

promettendo un futuro

magnifico con Forza Italia39

.

Una campagna elettorale molto aggressiva, nella quale gli avversari sono attaccati

continuamente e duramente, una strategia studiata sin nel minimo dettaglio, con

l’introduzione, per la prima volta, di tecniche pubblicitarie e spin-doctor40

.

39

http://www.youtube.com/watch?v=Z0krgpuu1AA&NR=1 40

Gianni Pilo farà la parte del protagonista assoluto

31

Si assisterà ad una vera e propria rivoluzione del linguaggio; un fatto che, nella

situazione politica del 1994, in cui era forte nella popolazione il bisogno di

“novità”, ha condizionato inevitabilmente la percezione dei cittadini-elettori.

“Berlusconi, in quell’epoca che sembra ormai così lontana, è stato innegabilmente

il primo a cavalcare sistematicamente una sorta di bisogno di “rifondazione

linguistica”, tanto da farne addirittura un punto costitutivo del proprio programma

politico.”41

Ulteriore innovazione di quella campagna elettorale era la personalizzazione della

comunicazione (che pure, rispetto a quanto si vide negli anni successivi, era ancora

ad uno stato embrionale):

“le condizioni in cui si trovava l’inconscio collettivo nazionale erano tali da

rendere impossibile che un progetto marcatamente leaderista qual era quello

berlusconiano non avesse successo”42

Ancora novità è il modo in cui il programma viene costruito, le promesse da fare

vengono scelte. Per la prima volta, in Italia, ci si rifà ai “Focus Group”, utilizzati da

Clinton nella sua campagna elettorale U.S.A.43

.

Ed inoltre l’uso dei sondaggi come comunicazione politica. Facendo appello alla

presunta obiettività delle indagini demoscopiche, ne vengono diffusi i risultati con

lo scopo preciso di testimoniare il consenso crescente per la neonata Forza Italia e

catalizzare ancora di più.

Una campagna elettorale che si fonda, quindi, sulla novità, sulle promesse roboanti,

sull’esaltazione di un “pericolo comunista” che compattava l’elettorato e su uno

stile comunicativo completamente nuovo, accompagnato da tecniche inedite.

41

A.Amadori, Silvio tu uccidi una Sinistra Morta. Aliberti. Reggio Emilia. 2009 42

A.Amadori, Op. Cit. 43

Un campione di persone rappresentative dell’elettorato, in otto città italiane, viene selezionato e radunato, in compagnia di uno psicologo, senza rivelare il fatto che fosse una ricerca elettorale.

32

6.2 La continuità

“Il 21 aprile può assumere un significato storico, dopo il sovvertimento della

nostra vittoria di due anni fa” (S. Berlusconi, campagna elettorale 1996)44

Continuità. E “chiudere la partita”. Potremmo usare questi termini per definire il

modo in cui Berlusconi affronta la campagna elettorale del 1996.

I linguaggi, gli slogan principali e le polemiche sono abbastanza simili a quelli di

due anni prima ancora con un uso massiccio della TV, tra spot, TG e quant’altro. E

poi l’idea che debba “continuare il lavoro” interrotto dalla caduta del suo Governo

nel dicembre del 1994.

Poche differenze quindi, non c’era l'entusiasmo,

la novità del 1994”45

. In ogni caso, secondo i

suoi calcoli, questa strategia doveva essere

sufficiente. I sondaggi di Pilo lo davano in testa,

si trattava solo di tenere compatto l’elettorato e

raccogliere quella che considerava una vittoria

sicura, pensando di poter vivere di rendita, dopo

la rivoluzione comunicativa fatta con la “discesa

in campo” vittoriosa di due anni prima, dovendo

solo “colpire” quei pochi ostacoli che nel

frattempo si erano frapposti.

Non andrà così, e se ne ricorderà nelle occasioni successive.

44

http://archiviostorico.corriere.it/1996/aprile/19/unico_che_aggiusta_Italia_co_0_960419048.shtml 45

http://archiviostorico.corriere.it/1996/aprile/18/Ulivo_piu_convinto_nel_testa_co_8_960418460.shtml

33

6.3 Il contratto con gli italiani

“Ancora e sempre di più una scelta di campo. La scelta decisiva” (Manifesto

Berlusconi-Casa delle Libertà, 2001)

Per la campagna elettorale del 2001 Berlusconi decide che il clima che va creato è

quello della “battaglia finale”. Sin dalle Europee del 1999 è come se stesse già

“lanciando la volata” per il voto che si terrà il 13 maggio del 2001. Nei suoi

messaggi è evidente che l’obiettivo, già da allora, è cambiare la politica interna.

Tendenza amplificata alle Elezioni Regionali del 2000 condotte a suon di aeroplani

con la scritta “Forza Italia=Libertà”, di “Navi azzurre” di cui lui è il protagonista

assoluto e dello slogan “Una scelta di campo”, che accomuna tutti i candidati della

CdL, dal Piemonte alla Puglia, dal Veneto alla Calabria. Anche il messaggio

preparato per la TV46

si apriva con “siete chiamati ad una scelta di campo, o con

noi, con Forza Italia, o con la Sinistra”.

Nell’autunno del 2000 poi,

le mura di ogni Città

vengono invase dai

manifesti e appaiono per la

prima volta i grandi

cartelloni 6 x 3 con il suo

volto e lo slogan di turno.

“Meno tasse per tutti”,

“Città più sicure”... Slogan

decisi a seguito di sondaggi commissionati su quali fossero i temi più sentiti dagli

italiani a prescindere dalla loro collocazione politica.

46

Mandato in onda negli spazi autogestiti lasciati dalla legge.

34

Col passare dei mesi, arriverà

anche quello che alcuna satira

definirà con il termine

“Berlusconi transformer”. Per

identificarsi con tutte le

categorie egli stesso si definirà

“un Presidente imprenditore” o “un Presidente operaio”, a seconda dei casi.47

La propaganda esalta due aspetti principali: da un lato la “scelta di campo”,

dall’altro l’esaltazione del “grande leader”. L’opuscolo “Una Storia Italiana”, che

egli stesso provvederà a far pervenire a tutte le famiglie, contiene tutta la sua storia

a partire dagli anni di gioventù (sottolineando le doti personali, imprenditoriali e

politiche del leader). L’importanza di questo messaggio, nella campagna elettorale,

sarà tutt’altro che marginale come affermò Luigi Crespi48

durante la convention

romana dei candidati della Casa delle Libertà.

Alla fine Berlusconi prenderà degli impegni “nero su bianco” In diretta TV,

attirando ancora l’attenzione e

facendo un altro epico show: è

il “Contratto con gli Italiani”,

l’ultima trovata della campagna

elettorale49

, forse la più lunga e

spettacolarizzata di tutte quelle

che, fino ad ora, lo hanno visto

protagonista.

47

Manca un chiaro “profilo programmatico” che vada oltre i vari slogan dei manifesti e dei 6x3. E su questo tenterà di giocare il Centro-Sinistra, che lo accuserà spesso di “non avere un programma ma solo slogan vaghi”, ma i risultati, in termini di consensi, saranno buoni. 48

Direttore di DataMedia e sondaggista di fiducia di Berlusconi di quel periodo. 49

Nel salotto di “Porta a Porta” c’è Berlusconi al centro della scena, su una scrivania di ciliegio, che elenca i cinque punti che s’impegna a realizzare e poi sottoscrive. http://www.youtube.com/watch?v=JIcSlkWWCtg

35

6.4 La casa

“Per noi la Casa, la prima Casa, è sacra, come è sacra la Famiglia. Per questo,

aboliremo l’Ici. Avete capito bene? Aboliremo l’Ici, su tutte le prime case, e quindi,

anche sulla vostra” (S. Berlusconi, Rai 1, secondo dibattito tra i candidati premier,

2006)50

Show-down finale del secondo dibattito con Prodi, a pochi giorni dal voto.

Dichiarazione a sorpresa, fatta con voce suadente e stile da grande venditore.

Questa è certamente la frase-

simbolo di una campagna

elettorale tutta alla rincorsa. È

questa la situazione tipo in cui

Silvio riesce a dare il meglio di

se stesso. Ancora una volta

egli ha potuto mettere in

mostra la sua abilità

comunicativa e le sue capacità

di usare i mezzi a disposizione.

Partiva con uno svantaggio enorme, che lasciava presagire una facile vittoria di un

Centro-Sinistra ricompattato51

. Per la sua rimonta mette a disposizione tutte le

risorse e tutto il potere mediatico che ha. Per giorni e giorni, occupa ogni minimo

spazio televisivo e radiofonico a disposizione. Un “continuum”, in cui ripete i suoi

slogan, le sue campagne, e difende anche l’operato del suo Governo e quelle scelte

che più avevano creato malumore nell’elettorato. Arriva dappertutto, persino a

50

http://www.youtube.com/watch?v=YByYIEsYR3M&feature=related 51

L’Unione alle Elezioni Regionali del 2005 aveva stravinto. Ed anche i sondaggi, fino a fine 2005, parlavano chiaro: il vantaggio dell’Unione di Centro-Sinistra, guidata da Prodi, era ampissimo. Tra gli 8 ed i 10 punti. Ed alle elezioni l’esito era scontato.

36

parlare ad Isoradio52

in una campagna elettorale martellante come nessun’altra lo

era mai stata.

C’è poi la “scelta politica” che si trasforma in una formidabile mossa comunicativa:

dichiara, ad inizio campagna elettorale, che “il centro-destra corre a tre punte” e tra

Forza Italia, Alleanza Nazionale e il partito di Casini, la formazione che prenderà

più voti, potrà esprimere il Premier che quindi potrebbe non essere necessariamente

lui stesso53

.

In due occasioni trasforma normali

interviste in show personali. Una è

l’intervista di Lucia Annunziata, nella

trasmissione “In ½ ora”54

, l’altra è una

sua memorabile partecipazione ad un

convegno di Confindustria.55

.

Infine un’altra dichiarazione che, insieme con quella sull’ICI, rappresenta un

momento altamente simbolico quanto tipico dell’uomo Silvio nella campagna

elettorale del 2006:

“Io sono sicuro, che saremo ancora lì (al Governo, dopo le elezioni, ndr). Sapete

perché sono sicuro? Perché ho troppa stima dell’intelligenza degli italiani per

pensare che ci siano in giro così tanti coglioni” (S. Berlusconi, 4/4/06, a cinque

giorni dal voto)56

52

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Politica/2006/01_Gennaio/18/premier-tv.shtml 53

http://www.repubblica.it/2006/a/sezioni/politica/affaripol2/finifassino/finifassino.html 54

Dopo una serie di screzi con l’intervistatrice crea l’incidente finale ed abbandona la trasmissione dicendo “mi alzo e me ne vado”. Riuscendo a passare per vittima. https://www.youtube.com/watch?v=NAyZJvzp90o 55

Moderatore De Bortoli, sul palco di Vicenza, dove era prevista una pacata intervista ai candidati Premier interviene Berlusconi e spariglia. Rompe le “regole” che gli organizzatori avevano posto e parte con un comizio, sempre più in crescendo arringando e conquistando la platea. http://www.youtube.com/watch?v=6Fl_p81Brxw&feature=related 56

http://www.youtube.com/watch?v=Shre4CMbigI

37

E le varie analisi mostreranno come il “voto degli ultimi giorni”, quello delle

persone che hanno deciso solo alla fine di andare a votare o per chi votare, si sia

rivolto tutto a suo favore57

.

Il risultato è che l’Unione, partita con un vantaggio abissale, vincerà alla Camera

per soli 24mila voti ed al Senato solo grazie al voto degli italiani all’estero (Legge

Tremaglia). Silvio non aveva vinto ma aveva, di fatto, recuperato uno svantaggio

incredibile - questo è quello che si pensava - accumulato nei 5 difficili anni di

governo, in particolare proprio negli ultimi giorni di campagna elettorale58

.

57

A.Amadori, Op.cit. 58

Ansa centimetri

38

6.5 Rialzati Italia

“I voti al di fuori dei due grandi pilastri che sono unicamente il Pdl e il Pd, sono

voti inutili, dannosi, pericolosi perché daranno ai piccoli partiti la forza di

ostacolare il loro percorso, i loro progetti” (S. Berlusconi, 2008)59

Berlusconi che in una sua dichiarazione da il ruolo di “pilastro” al Pd? Chissà,

anche questa volta, cosa ha in serbo il nostro Silvio?60

.

È una campagna elettorale diversa questa, potremmo definirla di gestione. Poche

apparizioni televisive (dibattiti accuratamente evitati) dove i toni rimangono molto

tranquilli. E i veri avversari sembrano essere i partiti medi e piccoli, esclusi dalle

coalizioni. Due dei quali, l’Unione di Centro di Casini e La Destra di Storace, sono

direttamente concorrenziali e tutti, comunque, nel caso superassero l’8% in qualche

Regione, sottrarrebbero senatori al PdL, andando ad indebolire la futura

maggioranza al Senato61

.

Anche in questa occasione, tuttavia, non può fare a meno di fare qualcuna delle sue

mosse plateali. Ad esempio quando, ad avvio campagna elettorale, prende dei fogli

sui quali dice esserci il programma di Veltroni, suo avversario diretto, e

platealmente li strappa 62

.

Qualche promessa simbolica viene ripetuta: “Abolirò l’ICI”, “Abolirò il bollo

auto”… Promesse semplici che toccavano il portafoglio degli italiani e quindi

potevano portare solamente risultati positivi.

59

http://www.repubblica.it/2008/02/sezioni/politica/verso-elezioni/berlusconi-circoli/berlusconi-circoli.html 60

2008. Il Governo Prodi si è frantumato. Il Centro-Sinistra non c’è più. Il Pd, in corsa solitaria o quasi, con Veltroni che nemmeno vuole nominare l’avversario, fa molta meno paura. I sondaggi danno la coalizione PdL-Lega così avanti che si è potuto “scaricare” l’Udc e rimanere tranquilli. 61

Così si spiegano, nella campagna elettorale, i vari appelli a “non votare i partiti piccoli”, a “dividersi tra Pdl e Pd”. 62

Il messaggio è “inutile che andiate a leggere il loro programma, tanto non è credibile”.

39

Ci saranno inoltre altre importanti promesse quali ad esempio quella di tenere il

primo Consiglio dei Ministri a Napoli, città in emergenza spazzatura, od anche

quella di far acquistare Alitalia da una cordata di imprenditori (amici) italiani per

scongiurare la vendita della nostra Compagnia di bandiera ai nostri cugini francesi.

Lo slogan di questa campagna è

semplice quanto efficace: “Rialzati

Italia!”. E sarà introdotto sui

manifesti dall’epigrafe “la Sinistra

ha ridotto il Paese in ginocchio”.

Ancora più incisivo è il video

promozionale sulle note di “meno

male che Silvio c’è”. Scorrono le

immagini della memorabile

manifestazione del PdL di dicembre 2006 contro la Finanziaria del Governo Prodi,

si vedono poi una serie di immagini a rappresentare il normotipo dell’elettore

berlusconiano (tassisti, commercianti, palestrati…), infine, sarà proprio un operaio

a concludere intonando il ritornello…63

Nell’ultima settimana, il rush finale si conclude con gli attacchi dalla Magistratura e

si compatta l’elettorato cercando di galvanizzare gli indecisi.

Il risultato sarà che il centro-destra otterrà la vittoria più larga della sua storia

politica.

6.6 Ancora la casa

“L’IMU è una patrimoniale sulla prima casa, ed è un’imposta che va

assolutamente abolita. Anzi, il secondo punto del nostro programma è l’abolizione

63

https://www.youtube.com/watch?v=WXf-YbsSh0Y

40

dell’IMU. La casa è un qualcosa di sacro e non si tocca. Posso garantire che se

vinciamo non ci sarà più nessuna tassa sulla casa”. (S. Berlusconi 2013)64

Benché indebolito dall’impennata dello spread e dalla conseguente perdita della

leadership di Governo (non

secondarie le risatine di

Sarkozy e Merkel), dopo

aver subito la condanna al

processo Mediaset in uno

scenario di crisi del

centrodestra, Berlusconi anche durante questa campagna elettorale rimane al centro

della scena politica. Rimane sempre lui il protagonista principale dei notiziari65

.

Quella del 2013 è stata senza dubbio una campagna elettorale diversa dalle

precedenti. Le preferenze informative e gli strumenti comunicativi utilizzati dagli

elettori hanno subito ulteriore frammentazione: a fianco dei media tradizionali è

definitivamente esploso internet attraverso i social network (Twitter, Facebook,

Instagram, WhatsApp) che ora, come non mai, vedono connesso tutto l’elettorato

attivo.

64

http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/12/16/elezioni-2013-berlusconi-vi-garantisco-che-aboliro-limu/447890/ 65

V. Bianchi / Osservatorio di Pavia, “Videopolitica. Dalle politiche 2013 alle europee 2014 cambia la comunicazione dei leader nei Tg”. Comunicazione Politica 3/2014. Ed. Il Mulino, Bologna 2014.

41

Non bisogna tuttavia dimenticare

che questa è stata anche la

campagna dello “tsunami tour”

del Movimento 5 Stelle, il cui

leader di riferimento, l’ex comico

Beppe Grillo, sebbene abbia

disertato i media per la

propaganda elettorale prediligendo

le piazze, vede nascere nella televisione la sua fama ed il suo personaggio66

.

Anche in questo caso è da evidenziare che la presenza televisiva dei leader delle

varie formazioni in campo, anche le minori, è stata la soluzione comunicativa

portante della campagna elettorale. La personalizzazione quindi è rimasta il cardine

fondamentale in tutte le strategie comunicative. Berlusconi docet.

Questa campagna elettorale ha visto un cambio di passo anche della comunicazione

berlusconiana: mantenendo una predominanza della telepolitica, è stato utilizzato il

web come supporto nelle strategie comunicative grazie all’organizzazione dei

“militanti e attivisti digitali”. Tutto ciò per cercare di restaurare la leadership

storica.

Oltre al repertorio classico – come per esempio la restituzione dell’IMU -

Berlusconi non ha, in questa campagna, prodotto veri nuovi slogan: era infatti

principalmente necessario mobilitare gli scontenti, quelli che avrebbero potuto

decidere di non partecipare al voto, piuttosto che persuaderli.

Berlusconi, anche questa volta, non ha lesinato la sua presenza in video. Il suo

messaggio è passato attraverso tutte le trasmissioni del palinsesto televisivo67

, ma il

66

Ha rinunciato ad essere ospite in TV ma non ad essere presente. Si è, infatti, guadagnata un’intensa copertura mediatica di “riflesso”. 67

Saranno diverse le sue “ospitate” tra programmi di informazione e intrattenimento come Servizio Pubblico, Ballarò, Leader, In onda. http://www.compol.it/files/uploads/report-media-n_1.pdf

42

capolavoro di Silvio è stato, senza dubbio, la partecipazione a Servizio Pubblico68

,

la trasmissione degli odiati nemici Santoro e Travaglio.

È nel momento in cui si

accinge, prima di prendere

posto, a pulire

ostentatamente la sedia su

cui prima di lui era seduto

Marco Travaglio (usando la

cartellina che aveva in mano

e, non pago, rinforzando il

gesto con la pochette estratta

dal taschino della giacca) in cui egli dimostra di essere il grande fuoriclasse che

tutti ben conosciamo.

Giocava in campo avversario ed è stato all’altezza, utilizzando le proprie

caratteristiche di uomo di marketing, di ribaltare come sempre una situazione a lui

avversa. Molti analisti hanno sostenuto che in quell’occasione egli possa aver

incrementato in modo non irrilevante il proprio gradimento nel corpo elettorale69

.

Non secondaria l’ampia presenza

sul settimanale di gossip Chi70

diretto dal fidato Alfonso

Signorini, sempre molto sensibile

alle logiche commerciali del

partito-Azienda. È su questo

68

L’attesissima puntata di “Servizio Pubblico”, apertasi sulle note da corrida di "Granada", tra le tante trasmissioni, è quella che ha avuto senz’altro più audience e che ha fatto più da cassa di risonanza nella campagna elettorale Berlusconi. http://www.ilsecoloxix.it/p/italia/2013/01/11/APChBARE-berlusconi_processo_travaglio.shtml. 69

https://ilmalpaese.wordpress.com/2013/01/11/sulla-partecipazione-di-berlusconi-a-servizio-pubblico/ 70

Sulle pagine del settimanale grande spazio anche per Matteo Renzi. È la prima volta per un esponente del PD.

43

settimanale, tipico prodotto della cultura popolare, oltre che su Rete4, che

Berlusconi annuncia il suo ritorno in campo promettendo l’abolizione di IMU e la

cancellazione di Equitalia71

.

“Chi l’avrebbe mai detto appena un mese prima? Il Pdl risorge dalle urne ma tutto

il merito è del Cavaliere, che ha fatto una campagna elettorale gigantesca. Un

leone. Un mattatore. E soprattutto un leader che è riuscito ancora una volta a

essere convincente e a proporre agli italiani la ricetta percepita come la migliore.

Sarà difficile dire che Berlusconi non è l’uomo della provvidenza, dei miracoli e

della bacchetta magica72

.” (Marco Ventura, Panorama, 25 febbraio 2013)

6.8 Ennesimo ritorno in campo

Aspetto non secondario dell’esperienza politica di Berlusconi è quello di essere

stato spesso considerato “il morto vivente” che magicamente ritorna alla vita

politica ogni volta che è stato dato per spacciato o “politicamente morto”73

Anche dopo la condanna definitiva del 2013 (processo Mediaset) e le forzose

dimissioni da Senatore della Repubblica, il Cavaliere (o ex) sapientemente ha

saputo mantenere una

discreta presenza nella

scena politica riuscendo

addirittura ad essere

invitato nella sede del

Partito Democratico. È

stato il momento del

Patto del Nazareno, un altro miracolo dell’intramontabile Silvio.

71

“Aboliremo IMU e Equitalia”, il virgolettato sarà usato come titolo dell’articolo. http://it.paperblog.com/berlusconi-su-chi-aboliremo-imu-ed-equitalia-1289781/ 72

http://www.panorama.it/news/politica/elezioni-2013-risultati-pdl-berlusconi/ 73

Federico Boni, Zombie Body Politic. Comunicazione politica 2/2012. Edizioni Il Mulino, Bologna 2012

44

Sarà la notizia dell’esito della Cassazione in merito alla sua definitiva assoluzione

sull’infamante accusa contenuta nel processo Ruby, a dare nuova e definitiva

motivazione all’ennesimo ritorno in campo del nuovo Silvio statista.

"Finalmente la verità. Oggi è una bella giornata per la politica, per la giustizia,

per lo stato di diritto. Ero certo che le mie ragioni sarebbero state riconosciute.

Rimane però il rammarico per una vicenda che ha fatto innumerevoli danni non

solo a me ma a tutti gli italiani."74

“Adesso speriamo che gli

italiani si accorgano di

quello che ci hanno fatto e

che si possa recuperare

qualcosa.” Berlusconi

consegna la mission ai

vertici di Forza Italia e si

dice pronto a tornare in campo per “costruire con Forza Italia e il centrodestra

un’Italia migliore, più giusta, più libera.” 75

E, dopo aver ringraziato i suoi avvocati e tutte le persone che gli sono state vicine,

riserva un inedito ringraziamento speciale anche ai magistrati: "Ringrazio

naturalmente i magistrati che hanno fatto il loro dovere senza farsi condizionare

dalle pressioni mediatiche e dagli interessi di parte. Quello che in altri Paesi

sarebbe scontato in Italia è una prova di coraggio e di indipendenza che merita

rispetto e ammirazione".76

È questo l’ennesimo nuovo-vecchio Silvio.

74

http://www.repubblica.it/politica/2015/03/11/news/ruby_berlusconi_felice_per_assoluzione_ora_torno_in_campo_-109243599/ 75

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2015-03-10/processo-ruby-cassazione-conferma-l-assoluzione-berlusconi-225841.shtml?uuid=AB3ZMH7C 76

http://www.repubblica.it/politica/2015/03/11/news/ruby_berlusconi_felice_per_assoluzione_ora_torno_in_campo_-109243599/

45

6.7 Caratteristiche costanti e “variabili” dal 1994 al 2013

Campagne elettorali diverse con caratteristiche diverse. Dapprima erano consentiti

gli spot in televisione, poi sarà il momento del “dominio” dei Talk Show e dei

trascinanti manifesti 6 x 3. Nel 2008 comincia ad avere il suo peso Internet con i

video spot su YouTube77

. Nel 2013, infine, co-esistenza dei media tradizionali ai

quali si affiancano - prepotentemente - Internet e tutti i social network.

Come sempre, il camaleontico Silvio mostra di sapersi ben adeguare a tutti gli

ambienti comunicazionali, peraltro è sempre coadiuvato da uno staff di

professionisti, che lo aiuta e consiglia ad impostare giuste strategie scegliendo i

mezzi più opportuni. Anche se l’ultima parola resta sempre quella del Capo.

Stimolare l’immaginario collettivo, facendosi interprete della possibilità di un

miglioramento concreto, è una delle sue tecniche principali78

.

Nelle sue campagne elettorali non rinuncia mai a essere “se stesso”. E non modera i

messaggi anzi li estremizza, facilitandone la comprensione. Questa semplificazione

del linguaggio-messaggio risulta adattarsi perfettamente al suo elettorato, creando

una simbiosi magica tra il leader e i suoi seguaci.

Non dimentica mai la retorica “anti-Comunista” e costantemente presenti idee

comunicativo-creative nuove e vincenti.

Caratteristica costante rimane sempre la forte personalizzazione.

77

Non paragonabile a quello di oggi, non essendo ancora “esplosi” in Italia i Social Network. Sarà dopo l’estate che arriverà anche da noi, come fenomeno di massa, il ciclone Facebook. 78

Quasi tutte le sue campagne elettorali si sono caratterizzate per le grandi promesse. Il milione di posti di lavoro del 1994, il “Contratto con gli Italiani” del 2001, l’annuncio sull’Ici del 2006, ripetuto, nel 2008, con il Bollo Auto e ripresentato poi con l’annunciata abolizione dell’IMU nel 2013.

46

Sapientemente alterna periodi di presenza martellante in video a periodi di proficua

astinenza che producono una favorevole aspettativa al ritorno del leader. A volte

far decantare la situazione politica si rivela utile quanto necessario. I malpensanti (i

Comunisti) fanno coincidere questi periodi con l’esigenza del Cavaliere di

“necessari” interventi di chirurgia estetica!

47

7 Berlusconi docet

Comunque la si voglia pensare una cosa è certa: il grande Comunicatore ha vinto.

Per oltre venti anni il Cavaliere della Fininvest è riuscito ad essere il baricentro

unico della politica e dei media in Italia. Non dimentichiamo, inoltre, che anche la

stampa internazionale gli ha dedicato copertine, titoli ed articoli come mai per

nessun altro italiano era accaduto.

Il principale connotato di novità, senza dubbio, è stato quello di adottare nella

comunicazione politica l’approccio che il marketing propone per la conquista, il

mantenimento e la fidelizzazione dei consumatori. La lezione di Publitalia applicata

alla politica. È questo, probabilmente, il motivo principale per cui Silvio non ha mai

abbandonato l’amico Dell’Utri – condannato mafioso in via definitiva - che,

insieme a lui, è stato certamente il principale artefice, se non il creatore, di questo

progetto vincente.

7.1 I media: l’importanza del controllo.

La potenza dei media nella Politica, ed il vantaggio che da il controllarli, era

qualcosa di già abbastanza noto agli studiosi.

Gli esempi concreti, d’altronde, non mancano. Nel Secolo da poco finito, specie

nella prima metà, intere popolazioni si sono riconosciute in regimi sanguinari e

criminali, il cui consenso è cresciuto grazie ad una propaganda ben studiata ed al

sapiente uso (e controllo) dei media

esistenti: Cinema, Giornali e Radio.

Ma c’è di più: sempre nella prima metà del

‘900, specificamente negli anni ’30, nei

liberi Stati Uniti d’America: “Gli

48

americani ascoltarono alla radio, all’ora della consueta “Soap Opera”, una voce

che diceva: “Attenzione! Interrompiamo le trasmissioni. E’ un annuncio

importante! Un oggetto sconosciuto è atterrato…”. Era l’inizio di una

radiocronaca dello sbarco sulla terra di abitanti di altri pianeti: esseri ostili e in

guerra con i terrestri, ivi compresi gli Americani. (…) Il radiodramma proseguiva

con gli attori che recitavano scene di terrore con i suoni, le urla, i rumori di una

vera e propria “guerra dei mondi”. Dopo si chiarì, a sorpresa, che si era trattato

di una simulazione. Ma la “notizia scherzo” aveva avuto il tempo di provocare

crisi di panico collettivo, caos generale e, perfino, qualche suicidio. La potenza di

convincimento del medium-radio era dimostrata”79

Orson Welles con il controllo ed il buon uso dei media (quelli degli anni ’30…)

riuscì a far credere agli americani che gli alieni erano sbarcati sulla terra.

Figuriamoci quindi se Berlusconi attraverso il controllo quasi totale dei media -

durante tutti gli anni in cui è stato Presidente del Consiglio oltre ai propri disponeva

anche di quelli RAI (vedasi Del Noce, Minzolini, ecc.) - non poteva agevolmente

ed in modo vincente far giungere il proprio programma politico a tutti gli italiani.

Negli anni ’60 il dibattito tra John Fitzgerald Kennedy e Richard Nixon, candidati

alla Presidenza degli Stati Uniti

d’America, viene trasmesso anche in

Televisione, oltre che in Radio80

. La

maggioranza di quelli che avevano

ascoltato tale dibattito erano stati convinti

da Nixon. Mentre la maggior parte di

coloro che l’avevano visto in Televisione

era stata conquistata da Kennedy.

79

M. Mirabella, Op. Cit. 80

http://www.huffingtonpost.it/marco-venturini/jf-kennedy-in-pillole-limmagine-e-luso-della-tv_b_4315346.html

49

Quest’ultimo vinse le elezioni e diventò Presidente. La sua “telegenicità”, la sua

spigliatezza ed il suo sorriso avevano trasmesso un’impressione positiva che era

stata decisiva e vincente rispetto al contenuto.81

Nel 1994 in Italia, alla vigilia delle elezioni politiche82

, Achille Occhetto partecipa

con Silvio Berlusconi ad un dibattito televisivo. Il segretario del Partito

Democratico della Sinistra anche a seguito di quel dibattito perderà le successive

elezioni. Infatti molti hanno sostenuto che il suo abbigliamento ed in particolar

modo la sua cravatta marrone diedero alla TV un’impressione negativa. Tanto più

se raffrontati allo scintillante doppiopetto del Cavaliere.

Silvio Berlusconi, non ha solo vinto tre elezioni politiche (ottenendo peraltro

risultati di tutto rilievo nelle altre competizioni, soprattutto nel 2006) senza avere

una storia politica alle spalle e con alleati “scomodi” (post-fascisti, Lega Nord,

reduci del Pentapartito allo sbando). Non ha solo fatto nascere da zero un partito,

facendolo diventare la prima forza politica in Italia nel giro di pochi mesi, e

portandolo, nonostante un’identità tutta da definire ed una composizione interna

abbastanza “varia”, a sfiorare il 30% dei voti. Non ha solo, nella famosa sera del

predellino di

un’auto, fatto

nascere un secondo

partito portandolo

a “fare il botto” col

37% alla prima

elezione (risultato

che solo la DC

aveva raggiunto in

passato ma non alla

81

http://www.blitzquotidiano.it/politica-mondiale/kennedy-nixon-teledemocrazia-vittorio-zucconi-533207 82

Le prime con il sistema maggioritario.

50

prima uscita). Non ha solo raggiunto risultati politici rilevantissimi che “anche a

quei marziani di Orson Welles sbarcati sulla Terra” sarebbero risultati impensabili.

Ha fatto molto di più. Ha diffuso teorie che, ad un’attenta analisi, sarebbero state

quantomeno discutibili ma che si sono comunque radicate in modo definitivo nella

collettività e nei singoli individui. Ha saputo cambiare i costumi del Paese

condizionando i valori e la soggettività sociale. Ancor di più ha cambiato il modo di

approcciarsi alla Politica da parte dei Cittadini, la loro partecipazione democratica.

Come ciò sia accaduto abbiamo cercato fin qui di descriverlo. La sua grande abilità

comunicativa da un lato e il sapiente e necessario controllo dei media dall’altro.

7.2 Mobilitare il “proprio elettorato”

I successi di Berlusconi in tutti questi anni hanno dimostrato che è fondamentale

per vincere, ancor più di occupare il c.d. centro, saper mobilitare ed attrarre il

proprio elettorato. In particolar modo saper portare al voto quella parte, sempre più

consistente, tentata dall’astensionismo (sarà proprio la conquista di questi elettori

indecisi a dare un contributo sostanziale alla sua rimonta nelle elezioni del 200683

).

7.3 Usare un linguaggio semplice

“Uno studio corrente dice che la media del pubblico italiano rappresenta

l'evoluzione mentale di un ragazzo che fa la seconda media e che non sta seduto

nemmeno tra i primi banchi” (S. Berlusconi, 9 dicembre 2004)84

Questa frase di Berlusconi, pronunciata in un’occasione che più pubblica non si può

(la presentazione del “solito” libro di Bruno Vespa), la dice lunga su come egli

abbia sempre impostato il suo modo di comunicare ma ancor di più su quale sia la

sua percezione dei propri elettori.

83

A.Amadori, Op.cit. 84

http://www.youtube.com/watch?v=bGBuHVAiw8I&feature=related

51

È proprio per questo motivo che egli parla in modo semplice pensando che così tutti

possano capirlo. Un leader dei “tempi passati”, Giulio Andreotti, sosteneva che “a

pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca!”

Effettivamente i risultati si sono visti: tra le fasce meno acculturate della

popolazione egli ha sempre fatto incetta di voti. È sufficiente analizzare i risultati

delle elezioni nei quartieri popolari delle varie città, quelli dove in passato spesso

vinceva la Sinistra, per confermarlo.85

7.4 Il Berlusconi Rosso: dopo Silvio Matteo?

Il modo in cui Silvio ha saputo usare la comunicazione, azzeccare gli slogan giusti

al momento giusto, “raccontare” il Paese è, comunque la si pensi sul personaggio,

85

http://www.demos.it/a00831.php

52

oggettivamente magistrale. Ciò ancor di più osservando il suo operato politico da

una posizione avversa. Il fatto che abbia riscosso il successo che ha avuto deve

essere considerato un dato incontrovertibile. È storia.

Imparare da lui significa diventare abili nel saper utilizzare le tecniche del

marketing politico e soprattutto saper rivolgere a proprio favore, come egli molto

spesso ha fatto, gli attacchi e le insidie approntati.

Tempo fa, qualcuno (Marco Travaglio nel 2009) aveva sostenuto che Nichi

Vendola potesse essere definito “il Berlusconi Rosso”86

.

Oggettivamente l’ardito paragone non regge. Certo, come Berlusconi il leader di

SEL, oggi fuori dal Parlamento, ha mostrato di essere cosciente dell’importanza

della comunicazione, anche affidandosi a spin-doctor professionisti87

. Risulta

certamente efficace nella propria tecnica oratoria e nell’utilizzo dei media, anche

quelli “2.0”88

. Le analogie, però, finiscono qui.

È indubbio invece che il personaggio politico

della sinistra che, più di ogni altro, ha fatto

propria la lezione di Berlusconi, dai suoi

successi, dalle sue tecniche politiche e

complessivamente dalla sua indiscutibile

abilità, sia unicamente Matteo Renzi (se

vogliamo poi veramente considerarlo un uomo

di Sinistra!).

L’esplosione sulla scena politica di quest’ultimo, infatti, sembra riproporre la

maggior parte delle caratteristiche del berlusconismo.

86

http://www.ilfattoquotidiano.it/2009/08/08/il-berlusconi-rosso/11939/ 87

Si pensi alla Proforma, che ha accompagnato buona parte dei suoi successi elettorali. http://proformaweb.it 88

Ha moltissimi contatti sulla sua pagina di Facebook, aggiornata continuamente dal suo staff.

53

L’affermazione del “rottamatore” rappresenta il compimento di quel contagio che a

partire dai primi anni ’90 ha visto la personalizzazione della leadership politica

estendersi da Berlusconi agli altri partiti. La sinistra ed il PD hanno trovato il

“Berlusconi Rosso”. Ma proprio in quanto tale egli viene percepito come un

elemento alieno, peraltro senza alcuna attuale possibilità di contrasto, anche

all’interno del suo partito.

Il Presidente del Consiglio e la sua comunicazione ripropongono molti elementi

dell’esperienza berlusconiana: la capacità di calcare la scena mediatica, la capacità

di rappresentare il nuovo “sogno di un’Italia migliore”89

e la capacità ad avviare un

rapporto diretto con gli elettori.

Il PD non è un partito

personale ma è in rapida

personalizzazione per effetto

della svolta imposta dal suo

attuale leader.

L’organizzazione del PD si sta

trasformando in macchina al

servizio del capo90

. Quella di

Renzi inoltre è una leadership

che vincola il dibattito interno attraverso la sacralità del legame leader-popolo.91

Inoltre come Berlusconi somma le cariche di capo del Partito e di capo del

Governo. E oltretutto i segnali di un accentramento dei processi decisionali

89

http://espresso.repubblica.it/plus/articoli/2015/03/04/news/matteo-renzi-ecco-l-italia-che-sogno-1.202225 90

http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/ufficio-coglioni-amp-scissioni-neanche-tempo-insediarsi-palazzo-72352.htm 91

Forte del 40,8% dei voti conquistato alle europee zittisce l’opposizione interna: http://www.corriere.it/politica/14_giugno_14/per-premier-finito-tempo-mediazioni-ma-fronda-non-arretra-5e0e4244-f384-11e3-9746-4bf51e9b4d98.shtml

54

all’interno dell’esecutivo sono più marcati rispetto ai governi guidati da

Berlusconi92

.

Come il Cavaliere

costruisce i propri successi

sull’immagine di leader

che rompe gli schemi della

vecchia politica, ma

soprattutto Renzi si pone

nel ruolo di Berlusconi

come grande comunicatore93

. Sfidando un altro tabù della sinistra si propone quindi

come personaggio mediatico94

utilizzando le proprie caratteristiche personali e le

doti comunicative per creare una connessione emotiva con il popolo.

92

http://www.italianiliberi.it/Edito14/la-dittatura-dell-illegittimita.html 93

http://www.intelligonews.it/articoli/18-marzo-2014/15727/massimo-fini-renzi-paraculo-obama-cacadubbi-prendiamoci-la-merkel%E2%80%A6 94

http://www.tgcom24.mediaset.it/politica/2014/notizia/matteo-renzi-e-l-invasione-delle-tv-quasi-cinque-ore-al-giorno-in-video_2037379.shtml

55

Conclusioni

Abbiamo fin qui analizzato il modello politico-comunicativo berlusconiano e come

abbia cambiato il modo di rapportarsi alla Politica, alla Comunicazione, ed alla

stessa partecipazione democratica in Italia.

È un modello che si fonda sull’esaltazione del capo, sul “grande leader che salva il

Paese”. E, contemporaneamente, sul dare il Paese in mano a chi ci ha già saputo

fare, vale a dire all’imprenditore, di fronte al quale bisogna semplicemente

“lasciarlo lavorare”.

Berlusconi in questi anni, in qualche modo, ha cambiato gli italiani e il loro modo

di approcciarsi alla Politica, anche quello delle parti a lui avverse95

. Anche tra

coloro che mai l’hanno votato certi concetti sono passati, e le modalità di

partecipazione sono mutate.

L’avvento di Berlusconi è coinciso con il passaggio dalla “Democrazia dei Partiti”

alla “Democrazia del Pubblico”96

. Un modello nel quale l’opinione pubblica si

trasforma in audience della tele-politica; il marketing e i sondaggi si sostituiscono

alla presenza politica sul territorio e l’appartenenza di partito cede il passo al

rapporto fiduciario tra leader e cittadino/elettore97

.

La “deriva verso la leaderizzazione” era un fenomeno già presente nella Politica, e

nella Comunicazione Politica, dei nostri tempi. Berlusconi, qui in Italia, ne ha

rappresentato un’accentuazione ed un’accelerazione forte.

95

Il suo modello ha in qualche modo “riscritto le regole” in generale, non in maniera uguale per tutto ed in maniera definitiva per tutti, ma comunque l’ha fatto 96

Bernard Manin. Principi del Governo rappresentativo. 2010. Ed. il Mulino, Bologna 97

B. Manin, op. citata. L’autore quando parla di Democrazia del Pubblico intende la relazione diretta tra leader e opinione pubblica: relazione che avviene soprattutto attraverso i media ed in particolare la Televisione.

56

Anche nel “popolo del Centro-Sinistra”, in alcuni casi, c’è stata la tendenza a

premiare progetti che si allontanavano dalle normali “idee di riferimento” di quella

parte politica che esprimevano però forti leadership cui dare una forte delega, Salvo

poi giungere a corto-circuiti che, esplodendo in tutta la loro carica di

contraddizioni, portavano a rigettare la leadership stessa98

.

“Fra le scorie e i residui più velenosi del berlusconismo, destinato verosimilmente

a durare anche oltre il governo terminale di Silvio Berlusconi, c’è quel bisogno

diffuso di leaderismo che è stato inoculato nel corpo sociale dalla

personalizzazione della politica, favorita a sua volta dall’amplificazione mediatica

e in particolare da quella televisiva. Non è un fenomeno soltanto nostrano. E

appartiene certamente alla dimensione planetaria della moderna società della

comunicazione, a cominciare dall’avvento dell’ex attore cinematografico Ronald

Reagan alla guida della Casa Bianca.” (Giovanni Valentini, articolo su repubblica

del 22 ottobre 2011)99

Il leader che parla al suo popolo in maniera unidirezionale. Questo è il modello

politico e comunicativo berlusconiano. In mezzo, solo gli schermi televisivi, i tablet

e gli smartphone. Più questo modello si è affermato, più è andato in crisi l’altro

modello. Quello che prevede che ci siano una serie di “corpi intermedi” a

rappresentare gli interessi diffusi dei vari segmenti della Società.

98

http://www.ilfoglio.it/articoli/2013/09/14/salvati-il-soldato-pd___1-v-94994-rubriche_c161.htm 99

http://cdcm.wordpress.com/2011/10/23/basta-capi-carismatici/

57

Grandi porzioni di popolazione e di elettorato hanno cominciato a vedere le

associazioni, i soggetti sociali, gli stessi Partiti “tradizionali” come soggetti non

utili, magari come “Casta”100

, sicuramente non come soggetti di cui servirsi per far

portare avanti le proprie istanze, né tantomeno soggetti in cui riconoscersi, e di cui

difendere il ruolo quando portano avanti i propri valori e le proprie istanze di

riferimento, quand’anche si facesse parte di quel “segmento sociale” che in quel

momento si sta difendendo.

La simbiosi tra Berlusconi e la televisione è legata a quell’insieme di simboli,

linguaggi e valori che costituiscono il “core business” della stessa televisione. La

parte importante del suo successo sta nell’idea di televisione che diventa strumento

continuo di intrattenimento, gioia e ottimismo e che, soprattutto, dissolve la

differenza tra vita reale e vita immaginaria.

Forse la formula magica sta proprio in questo. In Italia c’è stata un’adesione diffusa

al modello di vita quotidiana che prende corpo nel suo linguaggio e nei suoi

comportamenti, diventa il valore politico che determina le scelte elettorali e quindi

l’adesione alla sua proposta che si pone al confine tra virtuale e reale ed è in tale

adesione che prende corpo la Democrazia del Pubblico.

L’avvento di Berlusconi ha dimostrato che non solo è tramontata una certa forma di

discorso politico, ma che è cambiato il modo in cui i cittadini si rapportano con la

politica, come la percepiscono e come vivono e dimostrano l’impegno politico.

La televisione e poi la successiva diversificazione delle fonti di informazione hanno

tolto ai partiti il controllo dell’immaginario politico. La politica viene proposta ad

ogni ora del giorno a fianco a tutto il resto: il cittadino che non ha voglia né tempo

100

Il fatto che fenomeni come il successo del libro di Stella e Rizzo e l’exploit dei vari “V Day” sia avvenuto più o meno nello stesso periodo in cui Berlusconi si avviava alla vittoria più larga della storia deve far riflettere. Magari per le persone che hanno lavorato in maniera più forte nei movimenti “anti-casta”, e per gli stessi Grillo, Stella e Rizzo, lui era un avversario quanto e più degli altri. La cultura politica che veniva diffusa, però, per molti versi, era abbastanza simile, e probabilmente i messaggi degli uni hanno favorito l’altro e viceversa.

58

di interessarsi alla politica viene comunque raggiunto da una discreta quantità di

contenuti di quella natura.

Questa mediatizzazione della politica è una variabile centrale per spiegare il grado

crescente di personalizzazione dei partiti e l’emergere di leadership

spettacolarizzate. I mezzi di comunicazione (la televisione in particolare) hanno

favorito tra le qualità di un leader la capacità di comunicare e quella di saper usare i

mezzi di comunicazione. Ed è proprio la mediatizzazione della politica che spinge i

leader a fare spettacolo, a sopravanzare altri candidati con tecniche più efficaci

messe a punto con consulenti, spin doctor, image maker ecc.101

Non è più possibile, quindi, separare i valori della politica da quelli che occupano la

maggior parte del palinsesto: ed ecco che avviene la contaminazione dei linguaggi e

dei valori.

Ma c’è di più: una delle cose che bisogna “comunicare”, in tutti gli ambiti (anche in

quello economico), è la propria “mission”. Chiaramente bisogna averne una, ben

individuabile e ben distinguibile: qualcosa “di proprio” da proporre.

Delle idee e dei valori che ti caratterizzino. E sui quali impostare il confronto

politico ed elettorale. Mettendoli al centro della propria azione e della propria

comunicazione. Cercando di fare in modo che sia su essi che ci si vada a

confrontare102

.

Soprattutto perché ormai il pubblico, rispetto a qualche anno fa, si è scomposto,

frammentato e specializzato. La televisione generalista, come la conoscevamo

tempo fa, infatti sta lasciando il posto alle reti tematiche. Inoltre la sfera della

comunicazione e dell’opinione pubblica sono stati travolti dal diffondersi della

101

C. Cepernich intervista G. Mazzoleni su Politica pop. Comunicazione Politica 3/2014. Ed il Mulino, Bologna. 102

“Il Centro-Sinistra cosa propone, in alternativa?”. Frase spesso ripetuta da molti per commentare le critiche all’operato di Silvio. Magari le proposte e le idee c’erano tutte. Ma le conoscevano solo coloro che andavano a spulciarsi i siti Internet dell’Ulivo o di Ds, Margherita, o degli altri partiti della coalizione

59

Rete. Internet e i social media vengono usati sempre di più come canali di

informazione, comunicazione e partecipazione politica.

I partiti si stanno trasformando in non partiti. Se già venti anni fa la Lega e

Berlusconi avevano utilizzato la leva della

rottura con il passato a loro favore, oggi

questo tipo di orientamento si è radicalizzato

sempre più. L’esempio più eclatante di tale

radicalizzazione è la nascita-esplosione del

nuovo soggetto politico Movimento 5 Stelle

autodefinitosi nel suo “non-statuto” non-

partito e la cui sede corrisponde ad un

indirizzo web.103

Al posto dei leader si stanno affermando gli anti-leader. Gli stessi si dichiarano

antagonisti non solo dei partiti e dei dirigenti di partito, ma anche dei cosiddetti

professionisti della comunicazione: giornali e giornalisti. I nuovi leader agiscono

quindi prevalentemente attraverso mobilitazioni sociali organizzate in Rete. Non

può essere tuttavia negato il fatto che senza un’amplificazione mediatica

tradizionale (carta stampata e televisione) tali mobilitazioni avrebbero resa assai

ridotta.

Anti-leader è anche Renzi che si è presentato come “rottamatore” del ceto politico

tradizionale. La sua leadership, conquistata con la legittimazione delle primarie, sta

velocemente trasformando in un modello iper-personalizzato104

, ciò anche grazie al

sapiente uso dei media, nella scia del modello utilizzato da Berlusconi fin dal 1994.

103

www.beppegrillo.it 104

Imponendo la sua immagine ha anche iper-personalizzato il PD, che per storia e organizzazione difficilmente si coagula intorno ad un leader. E quindi, come ha detto Civati, sta diventando il PdR: il Partito Democratico di Renzi.

60

Si parla di “renzusconismo”105

.

L'”erede sta suscitando le

stesse antipatie feroci e

ideotipiche evocate come spettri

del passato del Cav."106

. In molti

si sono innamorati di questo “boy

scout della provvidenza” e come

l’ex Premier, il “nuovo caro

leader” è analogamente denigrato.

Proprio perché figlio di quel berlusconismo che da anni detta le regole, Renzi, con

la sua pesante presenza sulla scena politica, fa suo il berlusconismo escludendo

contemporaneamente il leader-creatore Silvio Berlusconi.

Con Renzi, come accadde venti anni fa con Berlusconi, rinasce il sogno di un

nuovo miracolo italiano, quello di cambiare l’Italia.

“Un'altra Italia è possibile. Per noi, un'altra Italia è già qui: basta farla entrare107

”.

Grazie all'erede, appunto.

105

http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/01/26/italia-difendere-democrazia-contro-renzusconi/1369026/ 106

http://www.liberoquotidiano.it/news/personaggi/11688057/Giuliano-Ferrara---Matteo-Renzi.html 107

http://www.matteorenzi.it/un-altra-italia-e-gia-qui-basta-farla-entrare-2/

61

Bibliografia

Amadori Alessandro

“Silvio, tu uccidi una Sinistra morta. Perché Berlusconi ha vinto e continuerà a

vincere” (Aliberti, Reggio Emilia, 2009)

Bocca Giorgio

“Piccolo Cesare” (Feltrinelli Editore, Milano, 2002)

Bianchi Valeria / Osservatorio di Pavia

“Videopolitica. Dalle politiche del 2013 alle Europee del 2014: come cambia la

comunicazione dei leader nei Tg” Comunicazione Politica. 3/2014 (Edizioni Il

Mulino, Bologna 2014)

Boni Federico

“Zombie body politics” Comunicazione Politica. 2/2012 (Edizioni Il Mulino,

Bologna, 2012)

Cepernich Cristopher

Intervista G. Mazzoleni su “Politica pop”. Comunicazione Politica, 3/2014.

(Edizioni il Mulino, Bologna, 2014)

Dotti Vittorio

“L’avvocato del diavolo” (Chiarelettere Edizioni S.r.l., Milano, 2014)

Manin Bernard

“Principi del governo rappresentativo” (Edizioni Il Mulino, Bologna, 2010)

Mazzoleni Giampietro

“La Comunicazione Politica” (Edizione Il Mulino, Bologna, 2006)

Mirabella Michele

“La più bella del villaggio. Taccuino di una televisione “minima”” (Robin Edizioni,

Roma, 2003)

62

Palmieri Antonio, Comolli Gianni, Priori Cesare, Piana Massimo

"Come Berlusconi ha cambiato le campagne elettorali in Italia". (Edizioni Cipidue,

2012)

Parascandolo Renato

“La televisione oltre la televisione. La tv pubblica nell’era della multimedialità”

(Editori Riuniti, Roma, 2000)

Sfardini Anna, Mazzoleni Gianpietro

“Politica Pop. Da Porta a porta a l’Isola dei famosi” (Edizione il Mulino, Bologna,

2009)

63

Sitografia

Beppe Grillo http://www.beppegrillo.it

Blitz quotidiano: Cronaca, Politica, Sport, Gossip http://www.blitzquotidiano.it/

Comitato Difesa Costituzione Merate http://cdcm.wordpress.com/

Comunicazione Politica http://www.compol.it/

Corriere della Sera http://www.corriere.it/

Dagospia http://dagospia.it

Demos & Pi http://www.demos.it/

Formiche.net Analisi, commenti e scenari http://www.formiche.net/

Franco Angeli http://www.francoangeli.it

Kelebekel – Oriente e Occidente, immaginario e dominio nella Terza Guerra -

Mondiale http://www.kelebekler.com

Il Fatto Quotidiano – news su politica, cronaca, giustizia ed economia

http://www.ilfattoquotidiano.it

Il Foglio http://www.ilfoglio.it

Il Malpaese https://ilmalpaese.wordpress.com

Il secolo XIX http://www.ilsecoloxix.it

Il Sole 24 Ore: Sistema Banche Dati http://www.banchedati.ilsole24ore.com/

Inchiesta Edizioni Dedalo www.inchiestaonline.it

IntelligoNews quotidiano di informazione indipendente http://www.intelligonews.it

Italianiliberi giornale di critica antropologica http://www.italianiliberi.it

L’Espresso http://espresso.repubblica.it/

L’Huffington Post http://www.huffingtonpost.it

La Gazzetta del Mezzogiorno.it http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/

La Repubblica.it http://www.repubblica.it

Libero Quotidiano http://liberoquotidiano,it

Matteo Renzi.it http://www.matteorenzi.it/

64

Officina della Storia http://www.officinadellastoria.info

Panorama http://it.panorama.it

Paperblog.it http://it.paperblog.com

Proformaweb http://www.proformaweb.it

Repubblica.it – Ricerca http://ricerca.repubblica.it/repubblica

Tgcom24 quotidiano di news Mediaset http://www.tgcom24.mediaset.it.it

Wikipedia, l’Enciclopedia libera http://it.wikipedia.org100

Youtube – broadcast yourself http://www.youtube.com/

65

Indice

Introduzione. Pag. 3

Capitolo 1: La politica e i mass media pag. 7

Par. 1.1 Da elettore-attore a elettore-consumatore pag. 7

Par. 1.2 I nuovi linguaggi nella Politica Pop pag. 8

Capitolo 2: Il nuovo miracolo italiano pag. 11

Par. 2.1 Forza Italia, il “brand” in Politica pag. 11

Par. 2.2 Il pericolo rosso: il collante pag. 13

Par. 2.3 La televisione: la potente arma pag. 15

Capitolo 3: Mantenere lo spazio pag. 17

Par. 3.1 La personalizzazione del Partito pag. 17

Par. 3.2 L’azienda-partito pag. 18

Par. 3.3 Il consolidamento politico pag. 19

Par. 3.4 Creazione di attesa pag. 20

Par. 3.5 Tecniche di galleggiamento pag. 21

Par. 3.6 Il personalismo al top pag. 22

Capitolo 4: Comunicazione Istituzionale ed Estera pag. 23

Par. 4.1 Tra comunicazione istituzionale e propaganda

pag. 23

Par. 4.2 Le “pacche sulle spalle” pag. 24

Par. 4.3 I “grandi eventi” pag. 25

Capitolo 5: La Personalizzazone pag. 26

Par. 5.1 “Le parti c’est moi” pag. 26

Par. 5.2 Forza Italia: i congressi show pag. 27

Par. 5.3 Gianfranco Fini pag. 28

66

Capitolo 6: Comunicazione Elettorale pag. 30

Par. 6.1 Lavoro per tutti pag. 30

Par. 6.2 La continuità pag. 32

Par. 6.3 Il contratto con gli italiani pag. 33

Par. 6.4 La casa pag. 35

Par. 6.5 Rialzati Italia pag. 38

Par. 6.6 Ancora la casa pag. 39

Par. 6.7 Ennesimo ritorno in campo pag. 43

Par. 6.8 Caratteristiche costanti e “variabili” pag. 44

Capitolo 7: Berlusconi docet pag. 46

Par. 7.1 I media: l’importanza del controllo pag. 46

Par. 7.2 Mobilitare il “proprio elettorato” pag. 50

Par. 7.3 Usare un linguaggio semplice pag. 50

Par. 7.4 Il Berlusconi Rosso: dopo Silvio Matteo? pag. 51

Conclusioni pag. 55

Bibliografia pag. 61

Sitografia pag. 63