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N° 39, Inverno 2014 Licheni ovunque

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Page 1: Licheni ovunquelogo lucernese Engelbert Ruoss, che in Questi organismi sono semplicemente straordinari, sono specialisti degli estremi ed eroi di sopravvivenza. seguito divenne il

N° 39, Inverno 2014

Licheni ovunque

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2 EDITORIALE

Alla riscoperta dei licheni

IndiceLichenologo per caso... 3Un lichene: cos’è? 61000 e 1 lichene 8Naturalmente artisti 10In breve 14Attività giovanili 15

ImpressumBollettino trimestrale della SezioneTicino di Pro Natura. Viene allegatoalla Rivista nazionale di Pro Natura.Editrice:Pro Natura TicinoViale Stazione 10, c.p. 2317,6500 BellinzonaTel.: 091 835 57 67Fax: 091 835 57 66E-mail: [email protected]: 65-787107-0Internet: www.pronatura-ti.chRedattrice responsabile:Martina SpinelliCommissione redazionale:Christian Bernasconi, FiorenzoDadò, Marzia Mattei-Roesli, AndreaPersico, Sara Rossi, Luca Vetterli,Martina Spinelli.Produzione e stampa:Schlaefli & Maurer AG, InterlakenTiratura:3500In copertina:Rhizocarpon lecanorinum, foto Al-berto Spinelli.Ultima di copertina:Il tallo grande è di Lecanora muralis,quello arancione è di una Xanthoria,i punti gialli di una Candelariellamentre gli apoteci nerastri con bordobianco sono di Lecanora dispersa.

Martina Spinelli, nuova redattrice responsa-

bile della rivista (foto Pro Natura).

all’improvviso dalla corteccia di un al-bero, né cresciuti in una sola nottedalle fessure di un muro, i licheni sonosempre stati lì, tutt’attorno a me. Avevosolo dimenticato di prendermi il tempoper contemplarli.Per mia fortuna, questa mia nuova av-ventura in seno a Pro Natura mi hacondotta a questa riscoperta, ho così ri-trovato un gioco d’infanzia e il mio oc-chio ha ricominciato ad andare a cac-cia di licheni. Se anche a voi mancafantasticare sulle forme di un lichenegeografico (Rhizocarpon geographi-cum), o se queste righe hanno stimo-lato un po’ della vostra curiosità, vi in-vito a sfogliare la rivista per partireinsieme alla scoperta del meravigliosomondo dei licheni. Chissà se da do-mani ci saranno più licheni attorno avoi.

Martina Spinelli

Ricordo che già da piccola, durante lepasseggiate in montagna con la fami-glia, partivo sempre in avanscoperta ecome una marmotta saltavo da unsasso all’altro alla ricerca di quei“mondi perduti”. Quelle rocce ricoperteda strane forme colorate, che sembra-vano raffigurare continenti, isole epaesi sconosciuti. Ogni pietra era unnuovo terreno di gioco, con terre daesplorare e avventure da affrontare.Arancioni, gialle, verdi e nere. I colorie il loro modo di intrecciarsi facevanocorrere la mia immaginazione. Ognivolta trovavo un sasso più bello e piùdecorato del precedente e inevitabil-mente, il mio sacco diventava semprepiù pesante. Poi, non so bene néquando, né perché, ho smesso di guar-darli.Con grande meraviglia, appena decisoil tema della rivista… pouff, sono riap-parsi dappertutto. Non sono spuntati

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Lichenologo per caso…

Martina Spinelli: Raccontaci l’originedella tua passione per la natura e deltuo interesse per questo gruppo scono-sciuto ai più?Alberto Spinelli: Sin da ragazzini, eparlo di 60 e più anni fa, il nostrotempo libero era legato agli spazi apertinella natura che allora erano ancora-moltissimi e facilmente accessibili. Aquell’età il rapporto con la naturaaveva carattere puramente ludico, cer-tamente non scientifico, ma l’interessee il rispetto nei suoi confronti hannocominciato a mettere radici già allora.La mia passione per i licheni è invececominciata per puro caso nel 1996. Eraun periodo dove lavoravo tantissimocome medico, Cristina [nota: sua mo-glie] mi spinse e aiutò a trovare un’at-

tività per staccare dalla routine del la-voro. Per caso scoprimmo che al cen-tro di Acquacalda era in programma uncorso per principianti con il licheno-logo lucernese Engelbert Ruoss, che in

Questi organismi sono semplicemente straordinari, sono specialisti degli estremi

ed eroi di sopravvivenza.

seguito divenne il mio primo maestro.Fu un colpo di fulmine. Da quel mo-mento parte del tempo libero fu dedi-cato alla raccolta e alla determinazionedei licheni.In seguito è arrivata la tanto attesapensione e devo ammettere di essereproprio fortunato a condividere lo

Una piccola Svizzera su un sasso della Greina:

un Rhizocarpon sp. (foto : Andrea Persico).

Un microscopio a destra e un binoculare a sinistra, macchine fotogra-fiche di ogni tipo e scatolette dai contenuti misteriosi in ogni angolo;alle pareti mille e un libro sulla natura: non ci sono dubbi, siamo nellatana di un naturalista. È nello studio di casa sua che incontriamo Al-berto Spinelli, persona solare, energetica e dai mille interessi. Io e luinon ci eravamo mai incontrati, ma c’è sicuramente chi già lo conosce,forse dal suo passato di medico o di presidente di Pro Natura Ticino,anche se oggigiorno, Alberto si farebbe soprattutto un nome come li-chenologo.

Alberto Spinelli e il suo entusiasmo per i licheni.

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stesso amore per la natura con miamoglie, anche se fiori, muschi e funghi,in particolare gli ascomiceti, sono alcentro delle sue attenzioni. Adesso ab-biamo entrambi il tempo per viaggiare,esplorare nuovi luoghi, ammirare i pae-saggi più diversi e osservare senzafretta ogni minimo dettaglio, lascian-doci trasportare solo dal nostro inte-

… il nostro tempo libero era legato agli spazi aperti nella natura che allora

erano ancora moltissimi e facilmente accessibili.

resse. Possiamo inseguire ‘‘la natura’’assieme! Una volta siamo partiti incamper in direzione della Spagna ma la

storia, l’arte, la natura con i suoi fiori,muschi e licheni hanno deviato il no-stro percorso. Non siamo mai arrivati adestinazione, in compenso il percorsoalternativo ci ha permesso di perdercinelle bellezze della Francia e fare inte-ressanti scoperte.

Cosa rende i licheni così particolari aituoi occhi? Prima di tutto questi organismi sonosemplicemente straordinari, sono spe-cialisti degli estremi ed eroi di soprav-vivenza. Non smetto mai di stupirmiquando li incontro in luoghi impossi-

In luoghi interessanti la velocitàdi crociera del lichenologo può

raggiunge i 10-20 metri in 4-6 ore. Probabilmente, il passo di marcia più corto

tra tutti i naturalisti.

bili; laddove piante, muschi, insetti etutti gli altri esseri viventi tranne alcunibatteri, non osano più avventurarsi,loro ci sono. Dal caldo al freddo, dallapianura alle massime altitudini, dallaforte umidità all’aridità totale, non c’ècondizione ambientale che questi cam-pioni non osino sfidare.Poi c’è anche la meraviglia che provoper la miniatura: quando ci si ferma adammirare i dettagli di una piccola strut-tura, è come se si entrasse in un’altradimensione. Si scopre un mondo fattodi millimetri, dalle costruzioni sem-plici e allo stesso tempo perfette e ciòpermette anche di fare incontri parti-colari e inaspettati. Si osserva attenta-mente un lichene con la lente, ed eccoche dal nulla spunta un ragno, un col-lembolo o un’altra creatura fantasticadalle dimensioni minuscole. Spesso sitratta di specie comuni, facili da os-servare, anche se raramente ci pren-diamo il tempo di apprezzarle in det-taglio. Ne vale la pena.Tutto ciò risveglia la mia curiosità, eccoche cos’è! È la curiosità ad essere il primum movens, il motore che sta die-tro alla mia passione, a quella di miamoglie e, penso anche, a quella diqualsiasi altra persona. È la voglia disaperne sempre di più; e più si imparae più si vuol sapere. Una porta apre

Sopra: Alberto Spinelli nel suo attrezzatis-

simo laboratorio e, sotto, un vecchio legno su

cui “si possono trovare facilmente 5 specie,

anzi 6, forse 10… e più guardi, più ne scopri”.

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Dall’alto: Alberto durante l’intervista; Pertu-

saria pseudocorallina a forte ingrandimento;

Xanthoria parietina cresce anche sul ferro.

l’altra, e, per fortuna, non si smettemai di imparare.

I licheni hanno cambiato il tuo modo dirapportarti alla natura?Da ragazzo andavo in montagna con ilclub alpino. A quell’età sembrava chel’unico scopo fosse essere il primo adarrivare in cima e possibilmente bat-tere il tempo di chi era salito in vetta ilgiorno prima. Non guardavi né a destrané a sinistra, l’obiettivo era arrivare infretta. Con il passare degli anni, matu-rando, gli interessi sono però cambiatie ho imparato a prendermi il tempo pergustare i panorami e osservare la na-tura circostante, ma è vero che con lapassione per i licheni la situazione è di-ventata estrema. In luoghi interessanti,la velocità di crociera del lichenologopuò raggiunge i 10-20 metri in 4-6 ore.Probabilmente, il passo di marcia piùcorto tra tutti i naturalisti. Ciò è normale. I licheni possono esseredi ragguardevoli dimensioni (visibilida lontano) ma anche estremamentepiccoli, anche solo pochi millimetriquadrati. Trovarli richiede tempo! Acolpo d’occhio, su una superficie di 10cm2 si possono trovare facilmente 5specie, anzi 6, forse 10… e più guardi,più ne scopri.

A che punto ci troviamo con lo studio ele conoscenze dei licheni in Svizzera? In generale è un gruppo un po’ trascu-rato. Spesso la gente li scambia per al-

È la curiosità ad essere il primum movens, il motore chesta dietro alla mia passione,

a quella di mia moglie e, penso anche, a quella di qualsiasi altra persona.

tri organismi, li considera nocivi (atorto perché non sono parassiti) op-pure semplicemente poco interessanti.Devo ammettere che anch’io, quandoancora non li conoscevo, non ero unloro grande ammiratore, soprattutto acausa della loro proprietà scivolosa incondizioni ambientali umide che pos-sono rendere meno sicuro il passo sullerocce. Peccato, perché in fondo bastaun binoculare per essere rapiti dal loro

incantevole mondo.Inoltre le Alpi, con la loro moltitudinedi ambienti, rappresentano un luogoestremamente ricco di specie: ci sonoquelle che preferiscono la roccia acidama anche quelle che la vogliono ba-sica, alcune si adagiano più facilmentesulle differenti cortecce, mentre altre siancorano direttamente al terreno. Cene sono proprio a volontà. È un mondo

Poi c’è… la meraviglia che provo per la miniatura:

quando ci si ferma ad ammirarei dettagli di una piccola strut-tura… si scopre un mondo… dalle costruzioni semplici

e allo stesso tempo perfette…

ancora tutto da scoprire e capita abba-stanza spesso di imbattersi in speciemai trovate in Ticino o addiritturanuove a livello svizzero. Questo perchéi licheni sono tanti e discreti, mentre acercarli siamo in pochi. In Svizzera è Bryolich, l’associazionesvizzera di briologia e lichenologia, dicui tra l’altro sono anche il segretario,a raggruppare gli esperti svizzeri dimuschi e licheni per condividere idee,esperienze e sapere.

Ci sveli il tuo locus amoenus?Non ho un vero e proprio luogo prefe-rito. Mi piacciono le regioni isolate, unpo’ fuori dal mondo, dove esiste solotranquillità, e da noi, per fortuna, ce nesono ancora molte. Quei posti un po’romantici, dove gli unici suoni sonoprodotti dal vento che soffia leggero,dallo scorrere della “rongia” o dall’uc-cellino che vola via. Grazie alle mie ri-cerche sul campo ne ho scoperti tantidi questi luoghi da favola e ciò è sen-z’altro un altro aspetto per cui mi piace“andar per licheni”.

Non so voi, ma a me è venuta voglia diuscire ad esplorare il mondo di questidiscreti e affascinanti organismi.Grazie Alberto per averci fornito milleragioni per amare e ammirare i lichenie grazie per il grande contributo allarealizzazione di questa rivista.

Intervista di Martina Spinelli

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“Rametti” di Cladonia bellidiflora spuntano

tra la vegetazione alpina composta da diverse

ericacee (foto: Alberto Spinelli).

Vita di coppia...Nel 1867 l’uomo capì di cosa si trat-tasse e creò il termine “simbiosi” perdefinire la convivenza di due esseri di-versi. L’osservazione macroscopica dellichene non ne lascia trasparire la du-plice natura di fungo e alga (o ciano-batterio). Al microscopio è possibileesplorarne la dimensione impercetti-bile ed è lì che appare chiara la pre-senza di due (a volte tre) esseri di-versi.

... e suddivisione dei compitiCon la fotosintesi alga e cianobatterioproducono sostanze nutritive di cui fauso il fungo per vivere, crescere e ri-prodursi. Il fungo assicura all’alga il ri-fornimento di acqua, sali minerali, laluce necessaria alla fotosintesi, garan-tisce lo scambio gassoso, la proteggeda disidratazione e eccessivo irradia-mento. Al fungo spettano inoltre con-quista e difesa dello spazio vitale.

Anche nel desertoEccezionale nella struttura, il lichenelo è anche nella vita. È grazie al-l’unione di fungo ed alga che questoorganismo simbiotico può affrontaresituazioni ambientali diverse, spessoestreme.Contrariamente a piante superiori efunghi comuni, questi organismihanno la capacità di disidratarsi senzadanneggiare l’alga e reidratarsi a di-pendenza dell’ambiente. Funzione in-dispensabile per la vita in luoghiestremi, ad esempio nel deserto conescursioni termiche di parecchie de-cine di gradi, dai 70-80°C il giorno atemperature a volte non lontane da0°C la notte. È solo durante poche oredel mattino che questa straordinariaassociazione simbiotica si reidrata conla poca condensa a disposizione, as-sume minerali e produce le sostanze dicui ha bisogno per poi disidratarsi e af-frontare il caldo e la luce del giorno.

Un lichene: cos’è?Un muschio;.. una muffa;.. un parassita sui miei alberi da frutta? Nientedi tutto ciò! Si tratta di un organismo formato dall’associazione sim-biotica di un fungo e un’alga.

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Licheni e qualità dell’ariaLa presenza esuberante di licheni inluoghi non contaminati e la loro scar-sità in zone ad elevato inquinamento(es. nelle città a forte traffico) ha por-tato alla scoperta del loro ruolo dibioindicatori. In particolare il miglio-ramento dei motori a scoppio con laconseguente diminuzione della produ-zione di sostanze nocive ed il gradualeaumento qualitativo e quantitavo dei li-cheni hanno confermarto il rapporto dicausa-effetto tra qualità dell’aria e li-cheni. È ancor presto per definire concertezza il ruolo svolto da polveri finie metalli pesanti sulla vita dei licheni.

Lenti e pacificiAssai lenta, dipendendo dalle specieche lo compongono e dalla situazioneecologica, la crescita del lichene è inmedia dell’1% annuo della sua massa.Questa caratteristica permette di uti-lizzarli per valutazioni cronologiche(lichenometria) ad esempio nelle ri-cerche glaciologiche. La loro dimen-sione permette un calcolo approssima-tivo del tempo trascorso dal ritirodell’ultimo ghiacciaio.È importante sfatare l’idea che i lichenisiano parassiti. Il lichene usa il sub-strato su cui poggia unicamente perfissarsi, stabilizzarsi. Possiede organi diancoraggio detti rizine che, contraria-mente alle radici, hanno unicamentefunzione meccanica.Se particolari sono struttura e vita, nondi meno lo sono le modalità di ripro-duzione.

Riproduzione sessuataIl principale organo della riprodu-zione sessuata, che avviene cioè me-diante le spore, è l’apotecio. La suastruttura base è formata da una cop-petta di ife fungine ed in parte di al-ghe. La coppa contiene speciali or-gani detti aschi nei quali si formanole spore. Quando le spore sono ma-ture e l’ambiente favorevole, vengonodiffuse nell’ambiente circostante peroriginare il fungo che, incontrata la“sua”alga, formerà un nuovo lichene.Per ottimizzare questo processo, nelgenere Staurothele si è sviluppata unastrategia particolare: spore e cellulealgali sono legate da un gel. Le sporemature vengono così rilasciate ac-compagnate dalla loro alga.

Riproduzione vegetativaSi tratta di un processo simile a ciòche avviene quando di una pianta sene fa una talea. Si prende un ramo-scello, lo si mette nella terra o nell’ac-qua. Se l’ambiente sarà adatto, il pez-zetto di pianta formerà radici e nenascerà una nuova pianta uguale aquella originale, con le stesse caratte-ristiche genetiche e morfologiche. Neilicheni, l’evoluzione ha portato allaformazione di strutture speciali (soralie isidi) che permettono di liberare nel-l’ambiente, per poi aderirvi e crescere,piccoli “gomitoli” di ife fungine ac-compagnate da cellule algali. Ed il ci-clo continua.

Alberto Spinelli

Lista RossaIn Svizzera i licheni conosciuti sono1500 - 1700 e si stima che ce ne sianoalmeno 2000, forse 2500. Per giun-gere a dati corrispondenti alla realtà,manca ancora molto lavoro. Proba-bilmente sull’arco alpino si celanomolteplici specie non note. Il numeroassai ridotto di lichenologi, la vastitàdello spazio e non da ultimo la strut-tura del territorio rendono un esamea tappeto assai difficile.La Lista Rossa di questo gruppo haanalizzate solo 713 specie delle qualiben il 37% è minacciato. Quelle chevivono sugli alberi (epifite) sonomaggiormente a rischio (44%) ri-spetto a quelle terricole (26%).La sensibilità di questi organismi al-l’inquinamento atmosferico e la per-turbazione antropica nei loro habitatsono i fattori principali di questa si-tuazione. In particolare sono minac-ciati quegli ambienti boschivi conuna struttura rada e con alberi vec-chi; gli ambienti gestiti in modoestensivo come prati magri e secchi,le golene, le torbiere o le formazioniad arbusti nani.

Da sinistra: spora di Aspicilia verrucosa (con

colorazione blu), spore di Solorina bispora,

che diventa scura quando è matura, e cellule

algali partner dei funghi per creare un lichene

(foto: Alberto Spinelli).

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1000 e 1 lichene

Xanthoria elegansLa colorazione arancione è data da caro-tenoidi, sostanze che aiutano il lichenenella fotosintesi e nella protezione controi danni da radiazione UV: sono infattidegli ottimi antiossidanti. Il tasso di ca-rotenoidi è maggiore quanto più espostoal sole è il supporto dove cresce un indi-viduo.

Parmelia sulcataQuesta specie la si trova quasi ovunqueed è forse il lichene più diffuso al mondo.Cresce normalmente su rami e cortecce esi riproduce principalmente in modo ve-getativo: piccole parti di lichene possonoessere trasportate lontano da vento e ani-mali.

Cladonia fimbriataChi non si è mai soffermato ad osservarequeste trombette viventi su un vecchiotronco o un legno marcescente? Si trattadi podezi, ramificazioni tipiche dei li-cheni composti, sui quali si sviluppano icorpi fruttiferi.

Thamnolia vermicularisTipica delle lande alpine sferzate dalvento, Thamnolia è inconfondibile graziealle ramificazioni vermiformi biancheche produce.

Ramalina polymorphaÈ assai frequente ma poco appariscentee sfugge di solito all’osservazione nonmirata ai licheni. Sulle rocce del Passodel San Gottardo se ne trovano a volte atappeto.

Chrysothrix chlorinaSi incontra questo lichene particolaresulle rocce poco esposte, nelle gole olungo sentieri impervi delle nostre valli.Si presenta come una polvere gialla chericopre grosse porzioni di roccia.

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Usnea filipendulaLe usnee sono la “barba degli alberi” ecrescono normalmente come epifite. Inassenza di inquinamento, al quale sonomolto sensibili, possono formare lunghie decorativi filamenti penduli.

Flavoparmelia caperataDai colori poco appariscenti, questo li-chene spicca per le notevoli dimensionidel suo tallo (fino a 20 centimetri) che sipuò accavallare a quello di individui vi-cini formando coperture assai diffuse.Viene spesso usato come bioindicatoredella qualità dell’aria perché, come moltialtri licheni, è molto sensibile agli inqui-nanti.

Umbilicaria cylindricaLe umbilicarie sono in genere licheni checrescono sui sassi ai quali si ancorano inun unico punto del tallo che funge daombelico - da cui il nome del genere.

Cladonia bellidifloraMolte cladonie presentano dei corpi frut-tiferi di colori vivi; spesso, come in que-sto caso, rosso. Il ruolo del colore non èchiaro e al momento non sono cono-sciute spiegazioni a questo fenomeno.La frammentazione è la via riproduttivaprincipale e particolarmente efficace inquesto tipo di licheni.

Rhizocarpon geographicumIl genere Rhizocarpon comprende lichenicrostosi il più delle volte gialli con apo-teci neri. È difficile distinguere le variespecie (è necessaria la microscopia) mamolte di loro sembrano delle “cartinegeografiche”.

Pseudoevernia furfuraceaUtilizzato un tempo per la tintura deitessuti (da delle colorazioni brune) que-sto lichene è particolarmente frequentenei boschi di conifere e talvolta anche dilatifoglie. È forse il lichene più abbon-dante nella nostra regione.

Foto

: Alb

erto

Spi

nelli

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In un passato poco lontano, ad occu-parsi di studi della natura eranospesso medici, farmacisti e preti. Essiappartenevano alle scarse categorieprofessionali che, fuori dalla miseriadell’analfabetismo, sapevano leggere escrivere quel latino che allora era an-cora la lingua delle scienze. Correval’anno 1857 quando il reverendoLand-sborough nella sua “Storia po-polare delle alghe britanniche”scrisse: Dio creò i licheni per aggiun-gere colore e varietà alle rocce ed aglialtri substrati, per proteggere le super-fici rocciose dall’erosione e per darerifugio ad innumerevoli piccole crea-ture. Anche se oggi non tutti concor-diamo in merito alla creazione, nonpossiamo che sottoscrivere i concettidi massima espressi da Landsbo-

rough, in particolare la messa in evi-denza della bellezza.

Il profilo del lichenologoQuale via seguire per scoprire la bel-lezza dei licheni, quali gli “attrezzi” oforse la ricetta?Non fa differenza se si tratti di funghi,licheni, muschi, insetti o degli altri in-finiti tasselli, viventi o meno, che com-pongono il meraviglioso mosaico dellanatura, la ricetta da seguire per sco-prirne la bellezza è sempre la stessa.Eccola: tanta curiosità, una buona dosedi modestia, due occhi aperti, due manidisposte a toccare e a sporcarsi, duegambe pronte a muoversi, due ginoc-chia che sappiano piegarsi. Mescolareabbondantemente e… il gioco è fatto.In una seconda fase: aggiungere una

Sopra: Umbilicaria cylindrica attorniata da

una Candelariella. A destra dall’alto: un detta-

glio di Umbilicaria cylindrica molto ingrandito

che mostra delle ciglia altrimenti difficili da

osservare. Vulpicida tubulopsus osservata a

forte ingrandimento e, in basso, la stessa spe-

cie come appare a prima vista. Foto: Alberto

Spinelli.

Non c’è miglior modo per esplorare il mondo dei licheni che partire sulcampo con un esperto lichenologo come guida. Osservando qua e lànella natura e passando da una foto all’altra vi crederete in una galle-ria d’arte, dove ogni lichene è un piccolo quadretto o una sculturaastratta.

Naturalmente artisti

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bosco: Usnea filipendula (pag. 9). Nonbriciole. Come piattelli ornati da fila-menti: gli apoteci (i corpi fruttiferi)sembrano muoversi come ragni chedanzando si intrecciano.Un balzo oltre la ripida salita e siamoin alto, nel regno dei larici. Maestosi,il tronco piegato, a volte contorto dainverni carichi di neve, di vento e sole,la corteccia rugosa di infiniti anni mac-chiata di giallo: (pag. 12) Letharia vul-pina. Oggi dimenticata, in passatousata per la preparazione di un de-cotto mortale per volpi (come ben diceil nome), lupi e, chi lo sa, forse ancheper qualche umano scomodo. Avvici-niamoci. Un antico ricamo di fili d’oro,un minaccioso mostro si erge improv-viso, mimate da un apotecio le fauciaperte contornate d’oro e gli artigli ri-svegliano le emozioni, le paure che cisvegliavano dopo i racconti di favoleormai dimenticate.

Oltre il limite del boscoSaliamo ancor più su. Gli alberi sonoscomparsi. Un dosso spazzato dalvento. L’Onsernone è lontano, ma cheimporta. Come la testa della leggenda-ria Medusa, un ciuffetto di vermiciat-toli bianchi sfida il vento: (pag. 8)Thamnolia vermicularis. Non fu certoimpresa difficile dare un nome a que-sto lichene.Assai frequente là dove gli alberi sonoscomparsi, le erbe si fanno rade, i ce-spugli sono una miniatura di sè stessi,eccola ad attirare il nostro sguardo conil suo colore bianco. Più in basso, ri-parati dal vento, tra muschi, erbe epiante nane, ciuffetti verdi portanomacchie rosse: Cladonia coccifera (pag.12), Cladonia bellidiflora (pag. 6 e 9)e altre ancora. Corpi fruttiferi splen-denti di rosso, coppe pregiate o anellidi pietre preziose a confronto: chi è lapiù bella del reame? Già, la natura nonfa concorsi di bellezza. Perché corpifruttiferi rossi? Paragonandoli ad esem-pio ai colori dei fiori per attirare insetti,l’uomo ha invano cercato di dare unafunzione anche a quelli dei licheni.Cielo sereno, vento freddo da nord.Erba verde, qualche alberello resonano dal clima, segni di calpestio ani-male: pascolo. Tra i fili d’erba un giallo

lente. Più in là munirsi di lente bino-culare e poi di microscopio. Ecco, cisiamo: dalla valle all’albero, dal troncoalla corteccia, dall’apotecio alle spore:la via alla bellezza del lichene è aperta.Andiamo a vedere.

Val OnsernoneDi là dal ponte una grande macchiagialla, luminosa, attira la nostra atten-zione. Il solito sprayer? No, un lichene(Chrysothrix chlorina, pag. 9) che ap-partiene al grande gruppo dei lichenileprosi, la cui struttura “polverosa” nedetermina la caratteristica fondamen-tale. Abbastanza frequente, può co-prire grandi superfici di roccia. È il sa-luto della natura all’entrata da Sprugadella riserva forestale dell’Onsernone. Appena dietro di noi una grande rocciagrigio-marrone. Macchie di diverso co-lore la popolano. L’occhio è attratto daun che di diverso che, avvicinandoci, sifa sempre più chiaro. Come da unoblò, attraverso la lente appare unmondo marino: una selva di piccolicoralli bianchi, quasi cilindrici, conuna macchia marrone che svetta sullacima (pag. 5) Pertusaria pseudocoral-lina.

Incontri inaspettatiL’occhio corre in cima alla roccia. An-corato in una crepa un cespuglietto dipochi centimetri svetta nel caldo dimezzogiorno, accompagnato da unacavalletta, come lui immobile: è Ste-reocaulon incrustatum con i suoi corpifruttiferi marrone luminoso. Come glialtri membri del suo genere, lo tro-viamo in luoghi per noi inospitali:montagna, roccia, sole, vento, caldo efreddo, secco e acqua sferzante.L’oculare della macchina fotograficaproietta ombre filiformi che si muovosulla roccia, tra licheni crostosi. Se-guendo le ombre tutto diventa chiaro:un Opilione (pag. 12), un “ragno dallegambe lunghe” e la sua ombra. Certa-mente non è un lichene ma… è bello.

Su fino al laricetoSull’albero qualcosa pende, ondeggiaal vento come una lunga barba chesembra legare briciole di pane in unquadro di Arcimboldo, una barba di

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splendente, una macchia che rompe lacontinuità della coltre verde attira l’at-tenzione. Ancor più vicino ed è evi-dente: Vulpicida tubulosus (pag. 11).Variazioni di giallo che scivolano nelverdognolo e poi nel bianco. Non si ve-dono apoteci, i corpi fruttiferi. Al ter-mine dei lobi piccole escrescenze ci-lindriche con la punta nera svelano ilsegreto della riproduzione di questo li-chene. Sono isidi, strutture che come isorali servono appunto alla riprodu-zione vegetativa, cioè senza le spore.

Al microscopioUna prateria di montagna sale lenta-mente, coperta di erbe, senza alberi,senza cespugli. Timidi fiori miniatu-rizzati dal freddo e dalla stagione caldacorta assai. Al bordo del sentiero, na-scosti da ciuffi d’erba, piccoli fori nellaterra appaiono come tane di insetti. Inginocchio: sì, piccole cavità con fondomarrone. Scopriamo un lichene terri-colo del genere Solorina. Entriamonella cavità e ancor più a fondo. Neasportiamo una piccola parte, quasi in-visibile a occhio nudo. Il microscopioci aiuta ad esplorarne “l’intimità”. Ciòche vediamo conferma che veramenteè lei, Solorina bispora: due spore perasco, ognuna con due cellule (pag. 7).Arte astratta che ben reggerebbe il con-fronto con ciò che musei e gallerie il-lustri (o meno) ci propinano giornal-mente. Che dire poi della grande spora

di Aspicilia verrucosa (pag. 7)? Unatraccia di colorante blu... ed eccol’opera è fatta.Il microscopio ci aiuta anche a vederele alghe (pag. 7) che spesso hannoforma tondeggiante il cui diametro è diqualche decina di micron, a secondadella specie. A volte l’alga è un ciano-batterio (in passato chiamato alga blu)che al microscopio si presenta comeuna catenella di perle.

Arroccati sul silicioRoccia silicea e Umbilicaria cylindrica(pag. 9-10-11): un binomio indissocia-bile. Frequentissima, questa Umbilica-ria (il nome deriva dal fatto che i li-cheni di questo genere sono attaccati alsubstrato in un solo punto, appuntol’ombelico) si presenta a noi in abiti as-sai diversi. Se all’inizio dello studioqueste varietà di forma creano qualchedifficoltà di riconoscimento, in seguitola loro bellezza compensa ampiamentele “frustrazioni patite”.Rhizocarpon geographicum (pag. 9),detto anche lichene geografico, è assaidiffuso. Non manca quasi mai in pre-senza di roccia silicea, specialmentein zona alpina. La presenza di altrespecie di Rhizocarpon con caratteristi-che macroscopiche assai simili (Rhi-zocarpon lecanorinum, immagine dicopertina), rende indispensabile l’usodel microscopio per valutarne le sporee giungere alla diagnosi.

In alto: Letharia vulpina cresce sui tronchi di

larice. Al centro: un opilione molleggia tra i li-

cheni. In basso: apoteci rossi su un podezio

(ramo) di Cladonia coccifera. Foto: Alberto

Spinelli.

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Le rocce silicee della zona alpina of-frono al nostro occhio una tavolozzaquasi infinita di colori. Non mancanoil giallo di Candelariella spec. (pag. 10)o il rosso-arancio di Xanthoria elegans(pag. 8), senza dimenticare i verdi daRamalina polymoprpha (pag. 8) a Pel-tigera aphtosa (pag. 13). Potremmocontinuare, ma lo spazio è galeotto e ciobbliga a fermarci qui.

Ora è bosco, poi è pratoLatifoglie e aghifoglie convivono, l’om-bra fitta. Per terra foglie, enormi for-micai e rami coperti di licheni. Un am-masso apparentemente informeavvolge un ramoscello a terra tra fogliedi faggio. Eccola, Pseudevernia furfu-racea, uno dei licheni più frequenti neinostri boschi, specialmente di aghifo-glie. La lente ci aiuta a capire che lasua struttura è dominata da isidi, gli or-gani per la riproduzione vegetativa checreano figure fantastiche simili ai dra-ghi di favole lontane o di film di fanta-scienza (pag. 9 e 13). Questo lichene fuampiamente usato in passato e forse loè ancora nell’industria dei profumi.In zone poco soleggiate, umide, tra imuschi e le erbe appaiono “foglie”verdi o marroni, a volte maestose comePeltigera aphtosa (pag. 13) il cui coloreverde se umida ben la mimetizza tra imuschi. Quando asciuga il colore verdesi smorza, scompare e vira ad un gri-giastro spento.

Usciamo dal bosco e in un prato radovolto a sud, sulla terra, tra erbe e mu-schi un che di nero apparentemente in-forme attira l’attenzione: ? La lente,sempre lei in collaborazione con le gi-nocchia, ci aiuta a vedere finissime ci-glia bianche ornarne i bordi. Diventacosì facile dare un nome a questo li-chene poco frequente: Leptochidiumalbociliatum (pag. 13).

Nei fruttetiLasciamo la montagna. Girando neifrutteti, là dove ancora esistono e nonsono inondati dalla chimica, sui tron-chi vediamo spesso licheni di vari ge-neri. Un maestoso ciliegio ha il troncocoperto di giallo, Flavoparmelia cape-rata (pag. 9). Talvolta questo lichenepuò coprire superfici non indifferenti.Anche Parmelia sulcata (pag. 8), di uncolore grigio-bluastro, può colonizzarealberi da frutta. Le sue dimensionisono in generale assai modeste. Danon dimenticare: non sono parassiti.Usano il substrato (l’albero, la roccia,la terra, ecc) solo per affrancarsi.

Una corsa, un passaggio veloce nellanatura per avere un assaggio della bel-lezza di questi sconosciuti: i licheni.Uno stuzzichino che, chissà, forse por-terà qualcuno a lanciarsi in questo me-raviglioso ed ancor poco conosciutomondo.

Alberto Spinelli

In alto: Pseudoevernia furfuracea dalle mo-

struose sembianze. Al centro: Peltigera

aphtosa tra i muschi. In basso: tallo ingrandito

di Leptochidium albociliatum. Foto: Alberto

Spinelli.

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14 IN BREVE

Osserviamo…… e ascoltiamo! Cosa?L’inverno è tornato e con lui la piagadelle motoslitte che mettono a repen-taglio la vita degli animali nella neve eche rompono il silenzio delle monta-gne. Aiutateci a capire dove e quandoquesta minaccia è più acuta in Ticinosegnalandoci le vostre osservazionisull’apposito formulario sotto:www.pronatura-ti.ch/motoslitteGrazie!

«Naturiamo»Anche quest’anno offriamo il corso«Naturiamo», rivolto in particolare adocenti e monitori che vogliono ap-profondire, condividere e trasmettere ilproprio rapporto con la natura.Date: 1. maggio (mattina) - 4 maggio e28 maggio (sera) - 1. giugno.Ulteriori informazioni:www.cemea.ch > Formazione 2014 >Naturiamo. Iscrizione. entro il 14 aprile.

«Licheniamo»Sotto la guida di Alberto Spinelli of-friamo per la prima volta al Centro ProNatura Lucomagno un corso introdut-tivo sui licheni di 3 giorni. Esso com-prende escursioni, teoria, osservazioneal binoculare e al microscopio comepure l’identificazione delle specie piùfrequenti da parte dei partecipanti.Informazioni (a partire da febbraio) eiscrizioni:www.pronatura-lucomagno.ch

Multiclavula mucida le cui “clave” bianche sono portatrici di spore (foto: Alberto Spinelli).

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Attività giovanili

Come iscriversi alle uscite?Visitate il nostro sito:www.pronatura-ti.ch/giovanidove potete iscrivervi online, oppurespedite una cartolina postale firmatadai genitori indicando nome, indi-rizzo, telefono, e-mail, data di na-scita e allergie a: Pro Natura Giovani,CP. 2317, 6501 Bellinzona, possibil-mente tre settimane prima dell’atti-vità.Attenzione: l’assicurazione è a caricodei partecipanti. Posti limitati.Agli iscritti sarà data conferma e ver-ranno fornite indicazioni sui luoghi,gli orari e il materiale da prendere.

ZERO SEDICI 15

Bancarella al mercatoPresso la nostra bancarella trovereteun gioco dell’oca gigante che vi faràscoprire molti trucchetti per rendere ilvostro giardino un luogo più ospitaleper piante e animaletti selvatici. Inoltrevenderemo piante e semi di piante in-digene con l’obiettivo di rendere i no-stri giardini luoghi più ospitali per lefarfalle.

Data: sabato 12 aprile 2014.Luogo e durata: Mercato di Bellin-zona, dalle 9 alle 12.

I vagabondi del Piano di MagadinoIn alcune zone il Piano di Magadinosembra sparire sotto catrame e ce-mento... in realtà vi sono ancora nu-merosi angoli naturali molto belli e ric-chi di biodiversità. Passeggiando lungofiume e canali scopriremo diversi am-bienti naturali e andremo alla ricercadei loro abitanti.

Data: sabato 5 aprile 2014.Luogo e durata: Piano di Magadino,tutto il giorno.Partecipanti: da 4 a 6 anni.Prezzo: 10.-.

Una giornata a LortobioUn tempo l’uomo viveva coltivandofrutta, verdura e cereali che gli basta-vano per alimentarsi in modo sano.Oggi troviamo tutto al supermercato edimentichiamo da dove provengono glialimenti che mangiamo e soprattuttonon sappiamo come coltivarli. Sco-priamo insieme alcune tecniche di basee potrete poi convincere i vostri geni-tori a lasciarvi un pezzo di giardino odi balcone per creare un piccolo orto!

Data: sabato 29 marzo 2014.Luogo e durata: Lortobio a Gudo, tuttoil giorno.Partecipanti: da 6 a 11 anni, massimo20 partecipanti.Prezzo: 10.-

Fiumi puliti, fiumi feliciPlastiche, rottami, bottiglie, cartacce...non sono certo oggetti simpatici da in-contrare in natura! Ma basta recla-mare: bisogna agire! Se non ti piace laspazzatura allora aggregati al nostrogruppo per dare il buon esempio ripu-lendo l’ambiente dagli oggetti artifi-ciali e poco estetici: vedrai, il risultatoti darà molta soddisfazione!

Data: sabato 15 febbraio 2014.Luogo e durata: Valle del Vedeggio,tutta la giornata.Partecipanti: da 7 a 16 anni, massimo25 partecipanti.Prezzo: 10.-

Alberto Spinelli mentre accompagna i parteci-

panti del Gruppo giovani alla scoperta dei li-

cheni (foto: Andrea Persico).

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Un vecchio palo di recinzione: quanti licheni

sei in grado di scovare? (Foto: Alberto Spinelli)

Soluzione a pagina 2.

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