lezione n°0
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Introduzione al corso di Geografia urbana e regionale.TRANSCRIPT
Introduzione al corso di
Geografia Urbana e Regionale
FacoltFacoltàà di Scienze Politichedi Scienze Politiche
Massimiliano BencardinoMassimiliano Bencardino
[email protected]@unisa.it
Studenti frequentanti:
Parte generaleCori B., Dematteis G., et al., Geografia urbana, Torino, Utet, u.e. (Parte II: Il fenomeno urbano. Lineamenti generali, pp. 49-163 )Dispense scaricabili on line al sito docente
Parte monograficaG. Iovino, Riqualificazione urbana e sviluppo locale a Salerno. Attori, strumenti e risorse di una città in trasformazione, Napoli, ESI, 2002. (ad eccezione del capitolo 4)
Studenti non frequentanti
Parte generaleSBORDONE L., Città e territorio fra sostenibilità e globalizzazione, FrancoAngeli, Milano, 2001 (229 pagine totali).
Parte monograficaIOVINO G., Riqualificazione urbana e sviluppo locale a Salerno. Attori,strumenti e risorse di una città in trasformazione, Napoli, ESI, 2002. (adeccezione dei capitoli 3 e 4) (200 pagine totali)
Organizzazione del corsoOrganizzazione del corso
Organizzazione del corsoOrganizzazione del corso
GEOGRAFIA URBANA
Cori, De Cori, De MatteisMatteis(1993) UTET(1993) UTET
SbordoneSbordone (2001)(2001)FrancoAngeliFrancoAngeli
CITTA’ E TERRITORIO FRA SOSTENIBILITA’ E GLOBALIZZAZIONE
Riqualificazione urbana e sviluppo locale a Salerno.
Attori, strumenti e risorse di una città in
trasformazione
Giorgia Iovino
ESI
IovinoIovino (2001)(2001)ESIESI
Introdurre all’insieme di nozioni, concetti e metodologie che
caratterizzano la disciplina, al fine di sviluppare nello
studente la capacità di:
� comprendere ed interpretare criticamente i principi, le
logiche localizzative e le traiettorie evolutive che
interessano lo spazio urbano, con particolare riferimento al
sistema delle città europee;
Obiettivi del corsoObiettivi del corso
Parte generale
�Un’introduzione alla geografia
�Città e urbanizzazione
� Le funzioni urbane
�La dinamica urbana nei PS
�Lo spazio urbano e la sua geografia interna
� Geografia delle città
Parte monografica (La città di Salerno)
� Salerno: assetto del territorio e dinamiche evolutive
� Il porto ed il suo ruolo nel contesto urbano
�La riqualificazione del centro storico
� Il turismo nelle strategie di rifunzionalizzazione urban a
Contenuti del corsoContenuti del corso
Città e urbanizzazione
Cos’è una città
Criteri per una definizione
La città nella storia
Diverse generazioni di città
La crescita urbana nei PI
La crescita urbana nei PVS
Urbanizzazione e transizione demografica
Urbanizzazione e transizione economica
Complessificazione dello spazio urbano
Parte generaleParte generale
Le funzioni urbane
Il concetto di funzione urbana
Classificazione delle funzioni urbane
Funzioni terziarie e quaternarie
Tipi funzionali di città
Città specializzate e città multifunzionali
Città, metropoli e città globali
Funzioni locali e funzioni esportatrici
Parte generaleParte generale
La dinamica urbana nei
PS
Fattori esplicativi
Modelli interpretativi
Fattori esplicativi
Modelli interpretativi
Traiettorie non lineari
Modelli interpretativi
La fase della crescita
La fase della deconcentrazione
Quale futuro per lo sviluppo
urbano?
Parte generaleParte generale
Lo spazio urbano e la sua
geografia interna
Il sito
La posizione
La morfologia
La rendita urbana e i modelli d’uso del suolo
Pianificazione urbanistica e politiche urbane
Città e comunità locale
La città come milieu
Parte generaleParte generale
Geografia delle città
Aree di gravitazione e di influenza
Gerarchie di città. Regola rango-dimensione
Gerarchie di funzioni e di località centrali
Limiti del modello gerarchico
Altri tipi di rete
Parte generaleParte generale
Visione tradizionale della geografia:Descrizione di oggetti fisici o umani che si trovan o in un determinato spazio.
Tale essenza descrittiva sembrerebbe confermata dall’etimologia della parola (dal greco geo = Terra e grafia = descrizione/disegno )Ciò ben si comprende se si pensa che fino ad epoca recente i maggiori sforzi della geografia erano rivolti all’esplorazione e alla conoscenza del mondo. La figura del geografo era coincidente con la figura dell’esploratore-cartografo e tale in gran parte rimase nella successiva epoca coloniale.
Da allora geografia ha vissuto mutamenti di contenuti, di visuali e di finalità, alla ricerca di nuove identità.
Che cosChe cos’è’è la Geografiala Geografia
Scrive il Groves (1988):
«A poco a poco i geografi hanno scoperto la natura di rocce, flora e fauna; hanno sviluppato metodi per misurare l'altitudine, inventato linee di livello per rappresentare i rilievi, descritto paesaggi ed esposta la distribuzione della popolazione mondiale. Ora che il mondo è stato rappresentato largamente nelle carte e fotografato in abbondanza, ora che la popolazione mondiale è stata più o meno accuratamente contata ed è stato fatto un inventario di massima delle sue risorse, compito del geografo non è piùquello di scoprire terre nuove, di dar nome a una vetta, di fare l'elenco delle nazioni e imperi della Terra, quanto piuttosto di comprendere come le società umane possano risolvere i molti problemi dello spazio posti dalpopolamento della Terra e dal suo sviluppo (…) La geografia non è piùsemplicemente un elenco dei fatti e dei tratti fisici delle diverse parti della Terra. La geografia fa ora grande uso dei fatti per studiare i problemi delle relazioni spaziali sulla Terra, problemi evidenziati dalla sovrappopolazione, dal sottosviluppo, dall'estensione dei centri urbani, dalla pianificazione regionale, dalla riforma agraria e dalla politica del territorio».
Qual Qual èè il suo nuovo ruolo?il suo nuovo ruolo?
Versione moderna geografia:
lettura ed interpretazione del territorio attraverso l’analisi delle relazioni geografico-spaziali in cui il territorio èorganizzato, con funzioni di indirizzo per la pianificazione territoriale.
� Relazioni verticalilegami tra i luoghi (o meglio la rete dei soggetti locali che risiede ed opera in quei luoghi ) e le caratteristiche naturali e culturali proprie di ogni luogo
� Relazioni orizzontaliflussi che avvengono tra i luoghi (o meglio tra le rete dei soggetti locali che risiedono ed operano nei diversi luoghi). Si tratta di interrelazioni funzionali distinguibili in “reti di prossimità” e “reti lunghe o globali”.
La geografia OggiLa geografia Oggi
Struttura ed organizzazione del territorioStruttura ed organizzazione del territorio
Il territorioterritorio, come sistema di relazioni orizzontali e verticaliLa geografia come strumento dell’analisi territoriale.
Relazioni verticali ed orizzontali danno vita a strutture territoriali (più localizzazioni legate da relazioni orizzontali e poggianti su condizioni amb ientali) che costituiscono l’organizzazione territoriale (più strutture territoriali connesse da relazioni or izzontali).
Solo negli ultimi trent’anni è stata riconosciuta l’importanza delle relazioni orizzontali nell’organizzazione di un territorio.
Fino alla metà del Novecento le principali scuole del pensiero geografico davano importanza unicamente alle relazioni verticali, ossia alle caratteristiche ambientali o storico culturali di ciascun luogo, ritenute fattore condizionante ed esplicativo l’organizzazione di un territorio.
Principali scuole del pensiero geografico:
• DETERMINISMO• POSSIBILISMO
Entrambe danno un grande peso alle relazioni verticali
Evoluzione del pensiero geograficoEvoluzione del pensiero geografico
Evoluzione del pensiero geograficoEvoluzione del pensiero geografico
Non esistono concetti e leggi generali che valgono per tutti i tipi di società e gruppi umani esistenti ma variano in funzione delle differenti situazioni culturali e politiche.
Allo stesso modo, vi è una evoluzione del pensiero geografico:
1. Per il pensiero positivistico della metà ‘800 i fatti naturali erano posti in primo piano, e da essi si faceva dipendere la distribuzione geografica degli insediamenti, delle attività umane e i caratteri della popolazione (determinismo geografico)
2. Ad essi si contrapposero all’inizio del secolo concezioni ambientalistiche che davano maggior risalto ed importanza all’azione umana nell’organizzazione del territorio (possibilismo geografico)
3. Negli ultimi trent’anni si è data sempre più importanza ai fattori funzionali. Il valore dei luoghi dipende dai fattori di scambio. Abbiamo imparato a capire che anche l’ambiente naturale è anch’esso una astrazione concettuale.
4. Nella visione moderna ha rifiutato il determinismo e considera le condizioni naturali come semplici condizioni potenziali insieme alle condizioni politico sociali, le condizioni economiche e le condizioni storiche. Che tali condizioni si possano combinare per dar luogo a un determinato sviluppo della società sono il campo del problema da analizzare, descrivere, interpretare (governo della complessità)
Periodo: seconda metà ‘800Caposcuola: Ratzel
Unità territoriale di riferimento: Stato-nazione
Nesso casuale ambiente-organizzazione territoriale condizionamento unidirezionale dell’ambiente: a determinati input ambientali rispondono differenti tipi di organizzazione.Economia ed organizzazione di un territorio sono determinati dalle sue condizioni e risorse naturali
Esistono delle cause (naturali) a cui corrispondono degli effetti. Compito del geografo è scoprire le leggi che regolano la natura e permettono di interpretare i luoghi (sempre da un punto di vistafisico).
Determinismo geograficoDeterminismo geografico
Con determinismo la geografia diventa strumento di potereOffre una impalcatura teorico-scientifica per giustificare e convalidare i due principi economico-politici che governavano durante prima metà ‘800.
1. liberismo economico2. colonialismo/imperialismo
Il paradigma teorico è il determinismo ambientale che sposa il naturalismo geografico, la dottrina economica liberista e le ambizioni politico-nazionali.
Grande influenza di Darwin, la sua teoria evoluzionista sulla selezione della specie dimostrava che nel mondo animale il più forte sopravvive.Trasponendo questa dottrina all’interno dell’organizzazione dei soggetti sociali si giunge al determinismo ambientale: il più forte batte il più debole.
Determinismo geograficoDeterminismo geografico
Cultura geografica diventa strategica per il contro llo del
territorio per due ragioni:
� per economia perché studia la distribuzione risorse (carte
economiche per la conoscenza risorse dei territori da conquistare)
� per politica perché indica la strada e le modalità secondo cui
muoversi per colonizzare (carte militari per la penetrazione nei
territori)
Approccio naturalistico-determinista dà gli strumenti per un
organizzazione del territorio di tipo forte (ci sono le premesse per
la concezione di superiorità della razza e di spazio vitale). Alcuni
seguaci di Ratzel accentuano nesso casuale tra ambiente e
società.
Determinismo geograficoDeterminismo geografico
Nel 1911 l’americana E. Churchill Simple scriveva:
“L’influenza del clima sul temperamento delle razze non può essere messa in dubbio. In generale si stabilisce una forte corrispondenza tra clima e temperamento. I popoli settentrionali dell’Europa sono energici, previdenti, seri riflessivi piuttosto che emotivi. I meridionali del bacino del Mediterraneo subtropicale sono indolenti, imprevidenti, allegri, emotivi, fantastici. Tutte qualità che nei negri della fascia equatoriale degenerano in gravi difetti razziali”.
Determinismo geograficoDeterminismo geografico
Periodo: inizi ‘900Caposcuola: Vidal de Lablache
Unità territoriale di riferimento: regione
Condizionamento reciproco uomo ambiente
Uomo può rispondere alle sollecitazioni dell’ambiente in diversi modi a secondo del proprio GENERE DI VITA, ossia l’insieme di abitudini e tradizioni consolidate nel tempi che portano ogni gruppo umano a utilizzare certe condizioni e risorse locali, piuttosto che altre.
L’azione dell’uomo è svincolata dalla dipendenza dalla natura.
Possibilismo geograficoPossibilismo geografico
Secondo Vidal bisogna considerare i fatti geografici nel loro divenire attraverso il tempo: la geografia per spiegare il presente deve risalire al passato, alla storia.
L’approccio privilegiato negli studi di scuola francese è quello induttivo: si parte dall’osservazione dettagliata del territorio e dei suoi processi evolutivi.
recupero metodo descrittivo ed abbandono dei principi generali
Geografia ideografica vale a dire rivolta allo studio del carattere individuale di un territorio.Geografia corografica il cui compito è descrivere e spiegare le relazioni tra i fenomeni che differenziano una regione da un’altra.
GEOGRAFIA si propone come SCIENZA DI SINTESI
Possibilismo geograficoPossibilismo geografico
Termine coniato nel 1968 da Peter Gould (dagli USA si diffonde in Europa). Si sviluppa in opposizione a determinismo e possibilismo
-afferma l’importanza delle relazioni funzionali -si basa su teorie e modelli matematici -utilizza il metodo deduttivo
Geografia nomotetica rivolta a ricercare leggi gene rali, in opposizione a quella ideografica di scuola franc ese
La nuova geografia trova le sue radici in opere di precursori fino ad allora poco considerati come Von Thünen, Weber, Christaller, Lösh.
Ponendo l’accento sulle similarità e regolarità per assurgere a generalizzazioni, la geografia quantitativa tende a schematizzare ad elaborare costruzioni teoriche, poi testate con il confronto di casi concreti.
““New New geographygeography”” o geografia quantitativao geografia quantitativa
- si serve di MODELLI schemi concettuali, rappresentazioni semplificate della realtàdirette ad evidenziare gli aspetti significanti e le relazioni generalizzanti.
- elabora diverse TEORIE
teoria della diffusione dell’innovazioneVi è un preciso rapporto spazio-temporale attraverso cui un’innovazione si diffonde sul territorio.
La velocità di diffusione dipende da:a) distanza tra i soggetti (es. abitanti di una regione) b) barriere fisiche, culturali e politiche
Cartografando il fenomeno si ottiene un modello che indica linee di tendenza e le probabilità di diffusione lungo determinate direttrici.
New New geographygeography o geografia quantitativao geografia quantitativa
Teoria generale dei sistemi
sistema = un insieme territoriale (stato, regione, etc.) che funziona come un intero a causa dell’interdipendenza tra le parti
La teoria generale dei sistemi cerca di identificare i caratteri comuni a diversi tipi di sistemi nei loro tre aspetti fondamentali: struttura, funzionamento, evoluzione.
3 stadi
1) livello elementare (descrittivo)individuazione elementi dello spazio attraverso una matrice di informazione spaziale (struttura)
2) livello relazionaleanalisi del funzionamento attraverso l’esame dei flussi e delle reti di relazione (funzionamento)
3) livello dinamicoanalisi delle evoluzioni passate e ipotesi evolutive future (evoluzione)
New New geographygeography o geografia quantitativao geografia quantitativa
Il mondo si è trasformato. Rapporti economici, sociali e politico-istituzionali vanno letti con diverse categorie per complessificazionedelle relazioni che compongono l’organizzazione territoriale.
Non sono sufficienti né determinismo, né possibilismo, né geografia quantitativa come paradigmi teorici per spiegare la realtà territoriale, sebbene ciascuna di queste scuole di pensiero abbia apportato importanti contributi alla disciplina.
Necessità di sviluppare nuovi approcci capaci di dar conto dei cambiamenti indotti dalla recente economia dell’informazione ed in particolare dello sviluppo delle relazioni “a distanza” nelle dinamiche evolutive dei sistemi territoriali.
La geografia oggiLa geografia oggi
PASSAGGIO DA DESCRIZIONE AD ANALISI ED INTERPRETAZIONE
Come svolgere tale ruolo?
� lettura del territorio attraverso l’osservazione dei luoghi e l’ausilio di strumenti e tecniche della geografia quantitativa e della geografia applicata tese alla comprensione delle interconnessioni tra i fenomeni su scale diverse (es. ambientale, economica, sociale, etc.)
� individuazione delle relazioni (verticali ed orizzontali) strategiche per l’organizzazione territoriale, con particolare riguardo alle forme dei rapporti sociali.
� dinamizzazione del sistema che ne è emerso attraverso un’analisi diacronica
La geografia oggiLa geografia oggi
Ciò implica l’adozione di un duplice approccio:
� approccio regionale (tradizionale)
basato sulla concezione di uno spazio areale continuo di tipo euclideo, in cui prevalgono le relazioni di contiguità e di prossimità fra i soggetti territoriali.
� approccio reticolare (innovativo)
basato sulla nozione di uno spazio dei flussi, discontinuo in cui prevalgono le relazioni “a distanza” fra soggetti territoriali, con la conseguente costituzione di reti di varia natura prive del carattere di contiguità territoriale.
Questi due approcci hanno finito per affermarsi com e un paradigma dialettico capace di dar conto dei proces si di
organizzazione territoriale.
La geografia oggiLa geografia oggi
Il binomio areale/reticolare è diventato la chiave i nterpretativa con cui le diverse discipline territoriali cercano di interpretare
le trasformazioni territoriali in atto.
Le due prospettive di analisi hanno evidenziato un fascino tale da finire per presentarsi come due diverse forme di organizzazione e sviluppo territoriale:
� quella dello sviluppo arealeespresso dai fenomeni di valorizzazione del regionalismo e dellosviluppo endogeno e “autocentrato”;
� quella dello sviluppo reticolareche si riflette nella sempre maggiore importanza che vanno acquisendo le relazioni fra località non contigue ma legate da rapporti funzionali, cioè le reti che si sviluppano a livello sovralocale.
La geografia oggiLa geografia oggi
Coinvolge almeno 9 paesi che partecipano a specifici aspetti della produzione, del marketing, della vendita. Si può affermare che:
� il 30% del valore aggiunto di un’automobile della General Motorsè destinato alla Corea per l’assemblaggio;
� il 17,5 al Giappone per i componenti tecnologicamente avanzati;� il 7,5% alla Germania per il design;� il 4% a Singapore e Taiwan per i componenti minori;� il 2,5% al Regno Unito per le funzioni di marketing;� l’1,5% alle Barbados per le funzioni informatiche
PER UN’AUTOMOBILE “STATUNITENSE” SOLO IL 37% DEL VALORE AGGIUNTO RIMANE NEGLI USA
Esempio importanza reti lunghe: La produzione di auto della General Motors
Reti lunghe ed internazionalizzazioneReti lunghe ed internazionalizzazione
Concetto di impresa a rete
=delega al suo esterno una serie di funzioni ad esperti e a ditte specializzate in grado di rinnovarsi continuamente (più flessibilità e più risparmi)
L’ impresa diventa più piccola fisicamente, ma cresce il suo sistema di relazioni con il territorio
Esempio importanza reti lunghe: La rete globale Philips-Simens
Reti lunghe ed internazionalizzazioneReti lunghe ed internazionalizzazione
Sino ad anni ‘60-’70 (fase fordista)
Modello Nord-SudTrionfo grande impresa e declino piccola impresaPolarizzazione del sistema produttivo nel Nord-Ovest
Anni ‘70 (fase post-fordista)
Diffusione nuove tecnologie + nuovi modelli di consumo + crescita diseconomie di agglomerazione nelle tradizionali aree industriali = ritorno della piccola impresa più flessibileAffermazione del modello della Terza Italia
Reti di prossimitReti di prossimitàà e sviluppo localee sviluppo locale
Esempio importanza reti di prossimità: La Terza Italia
Tra ‘71 e ‘81 l’area conosce un tasso di crescita delle PMI del 34%, a fronte di una perdita relativa di posizioni del vecchio triangolo industriale del Nord-Ovest (crisi fordismo).
Reti di prossimitReti di prossimitàà e sviluppo localee sviluppo locale
Esempio importanza reti di prossimità: La Terza Italia
Caratteri del modello:� sistema di piccole e medie imprese legate da rapporti di
complementarietà-competizione (reti d’imprese)
� formazione di fitte interazioni locali e creazione di economie di agglomerazione di scala distrettuale
� grande flessibilità, soprattutto per quanto riguarda il fattore lavoro
� nuove modalità di rapporti tra imprese ed enti locali (concertazione, partnership)
� produzione diversificata e segmentata, prevalentemente di tipotradizionale nei comparti leggeri del “made in Italy” (beni per la persona, per la casa, agro-alimentare, meccanica strumentale)
Reti di prossimitReti di prossimitàà e sviluppo localee sviluppo locale
La Terza Italia
Alcuni esempi di distretti industriali italiani (fortemente specializzati):
- tessile : Biella, Prato, Como
- mobili: Brianza, Manzano
- ceramica: Sassuolo, Civita Castellana
- calzature: Fermo, Montebelluna
- pelletteria: Santa Croce sull’Arno, Arzignano
- oreficeria: Valenza, Arezzo
Reti di prossimitReti di prossimitàà e sviluppo localee sviluppo locale
Forte componente endogena del modello di sviluppo:
� presenza di capitale locale disponibile ad essere investito� consolidata tradizione commerciale ed artigiana� diffusione territoriale dei centri urbani (fitta rete di città di
piccole e medie dimensioni) � struttura familiare “allargata”� tradizionale frammentazione della proprietà agricola� elevata coesione sociale e culturale� elevate capacità auto-organizzative� capacità di attivare relazioni con ambiti di scala sovralocale� istituzioni locali intraprendenti ed efficienti
Milieu = insieme di caratteri naturali e socio-culturali (paesaggi, Insieme di infrastrutture, risorse, usi, atteggiamenti, atmosfere, capitale sociale) sedimentatisi nel tempo in un luogo e non riproducibili altrove.
Presenza di milieu densi ed articolati
Reti di prossimitReti di prossimitàà e sviluppo localee sviluppo locale
La crescente interconnessione non ha annullato l’importanza dei luoghi come dimostra la formazione di sistemi industriali periferici di tipo endogeno ed in particolare l’esempio italiano
Le imprese globali hanno bisogno di punti di ancora ggio territoriale e proprio le differenze tra i luoghi s ono oggi all’origine della produzione di ricchezza.
La globalizzazione non segna “la fine dei luoghi”.
Globalizzazione versus Sviluppo localeGlobalizzazione versus Sviluppo locale
Sistema territoriale locale = rete locale di soggetti in interazione reciproca, i quali in funzione del comune radicamento territoriale e degli specifici rapporti che intrattengono tra loro, possono esprimere azioni collettive ed attivare processi di sviluppo endogeno utilizzando le risorse di milieu (il capitale territoriale locale) come prese o leve per agganciarsi alle reti di scala sovralocale in modo attivo e non subordinato.
Globalizzazione versus Sviluppo localeGlobalizzazione versus Sviluppo locale
Nello scenario attuale della globalizzazione i sistemi territoriali locali e in particolare la rete dei soggetti locali può assumere due diversi comportamenti:
� fungere da semplice mediatore passivo tra le esigenze delle reti globali e il milieu locale (sviluppo esogeno e dipendente)
�svolgere una funzione di intermediazione attiva tra i due livelli (sviluppo endogeno auto-centrato)
Il concetto di sistema locale
Caratteri:� insieme territoriale di scala sub-regionale� elevata coesione della rete dei soggetti locali (densità e stabilità
delle relazioni tra soggetti locali)� identità specifica
Tipologie di sistemi locali:� aree urbane e metropolitane� distretti industriali/tecnologici/turistici
Metodologia di analisi dei sistemi locali:� dotazione di milieu� relazioni tra soggetti locali� relazioni tra rete locale e reti sovralocali
Globalizzazione versus Sviluppo localeGlobalizzazione versus Sviluppo locale
Dialettica locale/globale
Sistema territoriale locale
Reti globaliSviluppo locale
Semplice valorizzazione
Rapporti distruttivi
Reti locali
Milieu
Sviluppo locale = esito di due grandi tipi di relazio ni, quelle tra rete locale/milieu e quelle tra rete locale/globale.Le prime si svolgono in uno spazio fisico-territoriale e riflettono il grado di coesione interna del sistema; le seconde si svolgono in uno spazio virtuale o reticolare globale (in cui la distanza esercita un peso scarso o nullo) e riflettono il grado diiapertura esterna del sistema.
Globalizzazione versus Sviluppo localeGlobalizzazione versus Sviluppo locale
territorio = contenitore di
oggetti
Geografia tradizionale Nuova geografia
Spazio chiuso delimitato
Territorio=prodotto sociale
complesso; esito diun processo relazionale
Relazioni soggetti locali/milieu
dotazione milieu
Interazioni di rete(di prossimità e globali)
Spazio aperto, dinamico,
Scopo = descrizione luoghi Scopo = lettura e interpretazionedel territorio
Globalizzazione versus Sviluppo localeGlobalizzazione versus Sviluppo locale
Organizzazione territorialeOrganizzazione territoriale
La geografia oggi studia l’organizzazione territoriale a più livelli:
� LIVELLO DESCRITTIVO
- analisi e rappresentazione della distribuzione territoriale della popolazione, delle risorse e delle attività economiche.
� LIVELLO INTERPRATATIVO
- analisi ed interpretazione delle logiche localizzative delle attività economiche e delle relazioni che si instaurano tra esse;
- analisi dei rapporti tra i processi economici e politici operanti a diverse scale geografiche (es. locale/globale);
- analisi e interpretazione, in ultima istanza, delle logiche che presiedono l’organizzazione del territorio .
� LIVELLO PRESCRITTIVO
- indicazioni di indirizzi per politiche volte ad orientare o modificare la distribuzione delle attività economiche
- indicazioni di indirizzi per politiche volte a ridurre i differenziali di sviluppo territoriale
- indicazioni di indirizzi per politiche volte a “migliorare” la collocazione delle realtàlocali nei processi economici globali (es. marketing territoriale)