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Pensieri e Parole Istituto d’Istruzione Superiore Castrolibero La Cittadella degli studi di Castrolibero: modello di scuola innovativo da imitare preso in esame da Fabrizio Barca, già Ministro per la Coesione Territoriale. “Cittadella degli studi”, così è chiamato l‟Istituto d‟ Istruzio- ne Superiore Statale di Castro- libero, inaugurato nell‟a.s. 2009 -2010 e costituitosi in seguito all‟accorpamento dell‟ITCG “E. Majorana” e del Liceo Scienti- fico “S.Valentini”. Il polo scola- stico, in occasione dell‟incontro “Succede in Calabria”, tenutosi a Lamezia Terme, è stato preso in esame dallo staff del Mini- stro per la Coesione Territoria- le, Fabrizio Barca, in quanto progetto innovativo di scuola da imitare. Si tratta di una realtà che può essere conside- rata modello di scuola per la Regione Calabria, non solo per la logistica e l‟offerta formati- va, ma soprattutto per l‟atmosfera di serenità che ren- de accogliente e confortevole la permanenza a scuola e profi- cua l‟attività di insegnamento. (continua a pag. 2) La scuola di oggi e di domani In un'Italia sempre più prova- ta dalla crisi, sono scioccanti le notizie che giornalmente ci arrivano dagli organi di stampa e dalla televisione sulla situa- zione politica ed economica del nostro Paese, nonché sulla condizione attuale della scuo- la. Quella italiana, secondo le stati- stiche, si pone all'ultimo posto nella media europea per quanto riguarda le strutture, ma so- prattutto in ordine al profitto annuale di ogni singolo alunno. Svariate volte la scuola italiana viene paragonata a quella finlan- dese che è al primo posto nella media europea. Quest‟ultima è all'avanguardia sia per le strut- ture sia per il personale docen- te. Infatti, lo Stato richiede il conseguimento di risultati mini- mi a ciascun alunno alla fine di ogni anno scolastico. In caso negativo, il docente viene licen- ziato. In tal modo si garantisce un migliore apprendimento delle discipline scolastiche ed ogni insegnante è maggiormente mo- tivato a lavorare proficuamente. (continua a pag. 2) Pensieri e Parole Periodico di informazione e cultura Dirigente Scolastico Iolanda Maletta REDAZIONE RESPONSABILI MARIA PIA MORRONE SILVANA PERRI ORNELLA SICILIANO GIUSEPPINA DE VICO PATRIZIA GALLO ANGIOLINO CHIAPPETTA ALUNNI FRANCESCA FILICE ALESSANDRO SPOSATO PIERPAOLO CAMPILONGO ALESSANDRO PITRELLI MATTEO ROSSETTI SIMONE SENATORE EMANUELE D‟ALBERTO ATTUALITA’ Numero 3 Giugno 2013

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Pensieri e Parole

Istituto d’Istruzione Superiore Castrolibero

La Cittadella degli

studi di Castrolibero:

modello di scuola innovativo

da imitare preso in esame da

Fabrizio Barca, già Ministro

per la Coesione Territoriale.

“Cittadella degli studi”, così è

chiamato l‟Istituto d‟ Istruzio-

ne Superiore Statale di Castro-

libero, inaugurato nell‟a.s. 2009

-2010 e costituitosi in seguito

all‟accorpamento dell‟ITCG “E.

Majorana” e del Liceo Scienti-

fico “S.Valentini”. Il polo scola-

stico, in occasione dell‟incontro

“Succede in Calabria”, tenutosi

a Lamezia Terme, è stato preso

in esame dallo staff del Mini-

stro per la Coesione Territoria-

le, Fabrizio Barca, in quanto

progetto innovativo di scuola

da imitare. Si tratta di una

realtà che può essere conside-

rata modello di scuola per la

Regione Calabria, non solo per

la logistica e l‟offerta formati-

va, ma soprattutto per

l‟atmosfera di serenità che ren-

de accogliente e confortevole

la permanenza a scuola e profi-

cua l‟attività di insegnamento.

(continua a pag. 2)

La scuola di oggi e di

domani In un'Italia sempre più prova-ta dalla crisi, sono scioccanti le notizie che giornalmente ci arrivano dagli organi di stampa e dalla televisione sulla situa-zione politica ed economica del nostro Paese, nonché sulla condizione attuale della scuo-la.

Quella italiana, secondo le stati-

stiche, si pone all'ultimo posto

nella media europea per quanto

riguarda le strutture, ma so-

prattutto in ordine al profitto

annuale di ogni singolo alunno.

Svariate volte la scuola italiana

viene paragonata a quella finlan-

dese che è al primo posto nella

media europea. Quest‟ultima è

all'avanguardia sia per le strut-

ture sia per il personale docen-

te. Infatti, lo Stato richiede il

conseguimento di risultati mini-

mi a ciascun alunno alla fine di

ogni anno scolastico. In caso

negativo, il docente viene licen-

ziato. In tal modo si garantisce

un migliore apprendimento delle

discipline scolastiche ed ogni

insegnante è maggiormente mo-

tivato a lavorare proficuamente.

(continua a pag. 2)

Pensieri e Parole

Periodico di informazione e cultura

Dirigente Scolastico Iolanda Maletta

REDAZIONE

RESPONSABILI

MARIA PIA MORRONE

SILVANA PERRI

ORNELLA SICILIANO

GIUSEPPINA DE VICO

PATRIZIA GALLO

ANGIOLINO CHIAPPETTA

ALUNNI

FRANCESCA FILICE ALESSANDRO SPOSATO

PIERPAOLO CAMPILONGO ALESSANDRO PITRELLI MATTEO ROSSETTI

SIMONE SENATORE EMANUELE D‟ALBERTO

ATTUALITA’

Numero 3 Giugno 2013

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La Cittadella degli studi...

L‟I.I.S., fornito di 12 eccellenti

laboratori, due auditorium, un

planetario VEGA, un osservato-

rio astronomico e una palestra

polifunzionale di mq.1200, fun-

ziona dalle 8.00 alle 21.00 e

rappresenta una risorsa non

solo per gli alunni, ma anche

per l‟intero territorio circo-

stante. Grazie alla creazione di

una rete di relazioni con la co-

munità, con le istituzioni locali,

nazionali ed internazionali,

l‟Istituto è diventato un punto

di aggregazione e integrazione

sociale. Sono tante le iniziative

di carattere sociale che ha o-

spitato la scuola, come la sera-

ta Telethon e la serata dedica-

ta all‟osservazione del cielo e

delle stelle, al fine di sensibi-

lizzare la comunità scolastica e

non al rispetto degli altri e del

“diverso”, all‟importanza delle

relazioni con il prossimo, alla

responsabilità del vivere civile

e della conoscenza attraverso

l‟osservazione. In quest‟ottica

la scuola ha sperimentato un

modo alternativo di insegnare,

grazie al quale gli alunni hanno

scoperto il desiderio di appren-

dere. Tutto ciò funge da collan-

te e crea negli studenti la vo-

lontà e, a volte, il bisogno di

vivere pienamente “la scuola”,

anche nelle ore non prettamen-

te didattiche perché motivo di

crescita, sviluppo e maturazio-

ne personale.

La Dirigente Scolastica Iolan-

da Maletta contribuisce, con le

sue capacita e abilità, a tenere

insieme la comunità scolastica,

a motivare insegnanti e studen-

ti e a creare un clima molto po-

sitivo, come sostiene una nota

stampa di Montecitorio; la

stessa Dirigente descrive così

la sua idea di scuola: “un am-

biente sereno e sano che dia

benessere agli studenti indipen-

dentemente dalle valutazioni

scolastiche”.

La Cittadella degli studi, proprio

come un vero campus, oltre alla

didattica, punta all‟autostima,

all‟autonomia, alla creatività e

alle attività sportive, elementi

necessari per l‟arricchimento

umano che porta, successiva-

mente, ad azioni quotidiane ca-

paci di creare una cultura del

dono piuttosto che una cultura

dell‟ingiuria, concezione deter-

minante se si auspica un futuro

migliore! Inoltre, attraverso

strategie di insegnamento che

hanno alla base le cosiddette

“pratiche di condivisione”, si

crea e si diffonde un nuovo mo-

do di apprendere il sapere, in

cui lo studente non è unicamen-

te recettore di saperi ma pro-

tagonista della propria forma-

zione. Questa metodologia d'in-

segnamento ha sicuramente

consentito agli studenti di sen-

tirsi parte integrante della

scuola e, in alcuni casi, di ridur-

re notevolmente la dispersione

scolastica dimostrando che nella

scuola si può ancora lavorare

per il successo umano e profes-

sionale di chi desidera crescere

e, se si è fortemente motivati,

per costruire nell‟oggi la qualità

del domani . “Lo scopo

dell‟educazione è la conoscenza

non solo dei fatti ma dei valori”

sosteneva W.R. Inge, afferma-

zione rappresentata pienamente

in questa scuola.

Prof.ssa Patrizia Gallo

La scuola di oggi…

Al contrario, in Italia non è così.

Secondo l'ottica corrente, in-

fatti, è l'alunno che deve impe-

gnarsi a raggiungere risultati po-

sitivi ed è solo da lui che dipende

il conseguimento degli stessi,

mentre il docente è tenuto sem-

plicemente a garantire la presta-

zione lavorativa.

A ciò si aggiunge la triste situa-

zione in cui versano gli edifici

scolastici, spesso fatiscenti e

con pochi servizi. A tale proposi-

to l'Unione Europea aveva eroga-

to una somma pari ad

€9.000.000.000,00 per risanare

la situazione critica delle strut-

ture scolastiche pubbliche.

Ma il ministro tecnico della scuo-

la Profumo ha destinato tale

somma alle scuole private, realtà

poco presenti in Italia sino ad

oggi. Ma … in una società come

quella italiana, è giusta questa

destinazione, diciamo, alternati-

va? La scuola pubblica italiana, a

differenza di quella di altri Sta-

ti, sotto questo aspetto è real-

mente efficiente, poiché favori-

sce l'apprendimento senza alcuna

distinzione sociale.

Ma con l'eventuale affermarsi

della scuola privata ciò non sa-

rebbe più possibile, perché il ri-

sultato finale sarebbe quello di

creare, di fatto, delle divisioni

fondate sulle classi sociali. La

scuola pubblica così si trasfor-

merebbe in una sorta di ghetto

per coloro che non hanno un red-

dito tale da permettersi l'acces-

so a quella privata, dove, invece,

confluirebbero solo gli alunni più

ricchi. Inoltre, il passaggio alla

scuola privata, soprattutto nel

Meridione d'Italia, per la sua

PAGINA 2 PENSIERI E PAROLE

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precaria economia, andrebbe so-

lamente a rendere più difficile

l'accesso all'istruzione e ad ag-

gravare le disagiate condizioni

economiche della popolazione,

perché i fondi erogati normal-

mente per le scuole private pro-

vengono da aziende ed imprese.

Considerato che queste nel Sud

Italia sono poche o pressoché

assenti, di fatto si creerebbe

una evidente situazione di dispa-

rità e di svantaggio degli alunni

meridionali, senza tralasciare che

ognuna di queste aziende potreb-

be farsi pubblicità gratuita nella

scuola a discapito degli alunni.

Il ministro tecnico Profumo ha

previsto, inoltre, che i vari or-

gani collegiali vengano sostituiti

da un unico organo con a capo il

dirigente della scuola, con analo-

ghi poteri e compiti rispetto a

quelli degli organi finora esisten-

ti. La scuola così si trasforme-

rebbe in una piccola azienda.

Bisogna, pertanto, chiedersi se

questa privatizzazione della

scuola sia veramente giusta.

Intanto che aspettiamo le deci-

sioni dei vari governi, è giusto sin

da ora far sentire la nostra voce

a sostegno della scuola pubblica e

chiedere che diventi migliore,

rispondente alle esigenze e ai

bisogni degli alunni.

Antonio Lico III B Liceo

Sigaretta ?

No, grazie!

Ero bambino e ricordo che il

10 gennaio 2005 è entrata in

vigore, in Italia, la legge an-

tifumo che vieta di fumare in

tutti i luoghi chiusi frequentati

dal pubblico, ad eccezione delle

zone riservate ai fumatori e

quindi attrezzate con idonei

impianti di ricambio dell‟aria e

di ventilazione.

È proibito quindi fumare in

banche, agenzie, assicurazioni,

strutture ricettive, agriturismi,

pub, ristoranti, parrucchieri, ne-

gli studi di professionisti quali

avvocati, notai e chi più ne ha

più ne metta. Per legge in tutti

i luoghi devono essere esposti

i cartelli con scritto “vietato

fumare”. I dipendenti che non

rispettano il divieto rischiano il

licenziamento, in quanto la

normativa antifumo tutela la

salute pubblica. I trasgressori

sono puniti con le sanzioni pre-

viste.

La legge si è resa necessaria

perché ci sono persone che

ormai hanno sviluppato una

evidente dipendenza dal fumo.

Durante il periodo adolescen-

ziale il fumo crea danni molto

gravi all‟organismo. È vero an-

che che gli infarti e gli ictus

avvengono in età matura, men-

tre nell‟adolescenza si avverto-

no solo piccoli problemi respi-

ratori e bruciori alla gola, ma

bisogna ricordare che il fumo

è per il giovane un pericolo

futuro, ovvero una “bomba” a

scoppio ritardato. La sostanza

che si trova nella sigaretta, la

nicotina, deriva dal nome del

diplomatico francese J. Nicot

che per primo introdusse in

Europa la pianta del tabacco.

La nicotina è una sostanza

tossica alcaloide contenuta nel-

le foglie del tabacco e provo-

ca un effetto eccitante sul

sistema nervoso periferico e

centrale.

Può causare assuefazione e

dosi di cinque o sei centigram-

mi sono sufficienti a provocare

la morte di una persona adulta

per paralisi respiratoria e cir-

colatoria.

Ma le industrie del tabacco

hanno sempre negato che la

nicotina crei assuefazione.

Qualche tempo fa David Kes-

sler, che dirige l‟FDA, ovvero

l‟ente statunitense del control-

lo sugli alimenti e sui farmaci,

ha avviato una campagna inve-

stigativa contro i produttori di

sigarette, secondo lui respon-

sabili di manipolare i livelli di

nicotina nel tabacco per man-

tenere l‟assuefazione nei fuma-

tori e per indurli a continuare.

Infatti l‟assuefazione è fonda-

mentale nel mantenere i fuma-

tori agganciati al vizio. Ci sono

dei dati che fanno un po‟ pau-

ra: due terzi dei fumatori vor-

rebbero smettere, ma solo uno

su dieci ci riesce. È necessa-

rio che il fumatore abbia la

ferma volontà di smettere. Che

il fumo provochi conseguenze

disastrose all‟organismo si

legge anche sui pacchetti che

avete nelle tasche proprio in

questo momento.

Alessandro Sposato VA Geometri

GIUGNO 2013 PAGINA 3

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PAGINA 4 PENSIERI E PAROLE

La sigaretta

elettronica

Si inizia per gioco, poi il gioco si

trasforma in vizio. Questa è la

sintesi del vizio del fumo. Spesso

il consumo delle sigarette avviene

in età giovanile perché fumare, in

questa fascia d‟età, è sinonimo di

superiorità: fa sentire adulti e

non importa se causa dei danni

alla salute. Da recenti statistiche

sulla popolazione italiana è emer-

so un dato molto allarmante, ov-

vero l‟abbassamento dell‟età me-

dia dei fumatori a 13-17 anni. I

danni che il fumo provoca sono

innumerevoli e colpiscono princi-

palmente l‟apparato circolatorio e

quello respiratorio. In Italia e nel

mondo sono in aumento le malat-

tie e i tumori legati al fumo. Le

campagne per smettere di fuma-

re costituiscono un valido monito

per i tabagisti, anche se questo

tipo di dipendenza risulta sempre

molto difficile da contrastare.

Alcuni recenti studi hanno dimo-

strato l‟efficacia della sigaretta

elettronica, un dispositivo che

potrebbe aiutare concretamente

i fumatori contro l‟assuefazione

e la dipendenza psicofisica pro-

vocata dal consumo di nicotina. La sigaretta elettronica, che si

sta diffondendo sempre più negli

ultimi tempi, è un dispositivo e-

lettronico simile in tutto e per

tutto a una vera sigaretta che

consente di inalare vapore e una

piccola quantità di nicotina la cui

dose può essere controllata. Per-

tanto si pensa che possa essere

utile a chi vuole smettere di fu-

mare gradualmente, anche per-

ché le componenti cancerogene

presenti nel fumo tradizionale

sono assenti. Le sigarette elet-

troniche sono dispositivi conte-

nenti liquidi aromatizzati scelti

dal fumatore in base ai suoi per-

sonali gusti, ad esempio il ciocco-

lato, il biscotto, la crema, il caf-

fè e la frutta che lasciano in boc-

ca un ottimo sapore, non certo

quello forte della combustione.

Inoltre non esiste in Italia, alme-

no finora, alcun particolare divie-

to di svaporare nei luoghi pubbli-

ci, anche se nei cinema, come

“consiglio” della direzione, può

apparire la scritta “il vapore di-

sturba la visione”. La LIAF, Lega

Italiana Antifumo, in collabora-

zione con l‟Università di Catania,

ha intrapreso nel 2010 uno studio

sulle sigarette elettroniche. I

risultati ottenuti sono contra-

stanti e l‟Istituto Superiore della

Sanità ha affermato che non esi-

stono ancora dati sufficienti per

escludere effetti dannosi alla

salute. In mancanza di dati scien-

tifici certi sulla nocività delle

sigarette elettroniche, il governo

tenta di frenarne la diffusione

tra i giovani emanando provvedi-

menti che ne vietano la vendita ai

minori di 18 anni. È consigliabile

comunque un minimo di cautela e

di attenzione sulla provenienza

per accertarsi della presenza del

marchio comunitario CE, che do-

vrebbe quanto meno essere una

garanzia sulla conformità del

prodotto agli standard previsti

dalla Comunità europea.

Francesco Pezzi VB Liceo

In ricordo di

Rita Levi Montalcini

La scomparsa di Rita Levi Mon-

talcini, avvenuta il 30 12 2012, ha

destato forte commozione. Don-

na scienziata, fu stimata per la

sua mente straordinaria. Dedicò,

infatti, tutta la sua vita agli studi

scientifici e nel 1986 ricevette il

premio Nobel per la medicina.

Con la scoperta del fattore di

crescita nervoso, NGF, per il

quale le è stato conferito il pre-

stigioso riconoscimento, diede un

notevole contributo alla ricerca

scientifica ed iniziò così una se-

rie di studi per la cura di malat-

t i e d e g e n e r a t i v e c o m e

l‟Alzheimer e la sclerosi laterale

amiotrofica.

Tuttavia, nonostante i suoi suc-

cessi, con grande modestia soleva

affermare che a farla progredire

nei suoi studi erano stati, più

che l‟intelligenza, la passione e

la forza di volontà. Soprattutto

la si può considerare come un

modello ed un esempio per tutti

quei giovani che vogliono dedicar-

si alla ricerca, perché ha dato

prova di come la determinazione

e la tenacia siano fondamentali

per raggiungere i propri obiettivi.

Inoltre fu impegnata anche nel

sociale, lottò per la parità tra i

generi in tutti campi e quando

sosteneva che ”il cervello di uo-

mini e donne è identico, però

quello della donna è stato di-

strutto dalla cultura sociale,

mentre quello dell‟uomo è stato

spesso sopravvalutato” si rivelò

una convinta sostenitrice nelle

capacità delle donne. Quando ini-

ziò i suoi studi negli anni Trenta,

in un periodo in cui le donne

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GIUGNO 2013 PAGINA 5

scienziate erano molto rare, riu-

scì a reggere il confronto con i

colleghi maschi dimostrando che

anche le donne, al pari degli

uomini, possono raggiungere

grandi mete. Soltanto con la cul-

tura, affermava, è possibile co-

struire il proprio futuro,

a prescindere dal sesso. Ora che

non c‟è più, siamo certi che da

lassù inneggia alla scienza.

Gli alunni della II C Liceo

IDEE A CONFRONTO

La dignità ferita delle

donne

Perché infierire cosi brutalmente

contro “esseri così speciali”? È

difficile trovare una risposta a

questo interrogativo che affligge

migliaia di donne e, considerando

i casi di violenza che si registra-

no tutt‟oggi, si comprende che

ancora, purtroppo, una risposta

non c‟è. È inutile prendere in con-

siderazione i casi di cronaca di

cui tutti siamo a conoscenza,

piuttosto cerchiamo di capire i

problemi che sono alla base del

“femminicidio”, espressione con

cui non si può essere completa-

mente d‟accordo in quanto si par-

la di persone e non di oggetti…

Purtroppo, però, esistono ancora

uomini, se così si possono chiama-

re, che trattano le donne come

oggetti annientando la loro digni-

tà, cancellando il rispetto che

dovrebbero avere per loro. Don-

ne che subiscono continui abusi

da parte dei mariti, che vengono

umiliate davanti agli occhi dei

propri figli, che sperano in un

“domani” migliore e puntualmente

si ritrovano a fare i conti con la

dura realtà. Donne prive di indi-

pendenza e di libertà che si chiu-

dono in se stesse e vivono con un

peso sulle spalle che spesso non

riescono a sopportare. Donne che

cercano sempre una giustifica-

zione per perdonare chi fa loro

del male, che si asciugano le la-

crime e accennano un sorriso

quando i propri piccoli chiedono

loro cosa sia successo. Si tratta

di violenza sessuale, fisica, psico-

logica; di cicatrici che non segna-

no solo la pelle ma anche e so-

prattutto il cuore, che rimarran-

no indelebili e segneranno il resto

della loro vita. E allora come

comportarsi? Cosa fare per mi-

gliorare la situazione? Ogni don-

na dovrebbe trovare la forza di

rialzarsi e denunciare i casi di

violenza per salvaguardare se

stessa e le generazioni future.

Ma bisognerebbe anche fare ap-

pello agli uomini. Basta violenze,

basta torture! Basta prevaricare

sulla donna e mancarle di rispet-

to per odio o per rivalità. Ap-

prezzatele per quelle che sono e

per quello che vi consentono di

essere e ringraziatele perché

sono capaci di amarvi, nonostante

tutto. Solo dopo aver fatto que-

sto, vi sveglierete e, consapevoli

dei vostri errori, capirete che è

questo il momento in cui state

iniziando a vivere davvero.

Roberta De Luca IV A Liceo

Il fenomeno del fem-

minicidio

È un dato da far venire i brividi:

una donna uccisa ogni due giorni.

Lo comunicano le statistiche di

un Paese civile, non arretrato e

sottosviluppato come l‟Italia. Si

parla quindi di emergenza, infatti

la violenza sulle donne, conside-

rate come soggetti “sopprimibili”,

è in forte aumento. Tale fenome-

no, contro il quale si battono di-

verse associazioni femminili e

movimenti, è stato definito con

un neologismo: femminicidio. Con femminicidio si intende la

violenza esercitata nei confronti

della donna che disattende il

volere dell‟uomo. Spesso l‟uomo

pretende di avere il controllo su

di essa sottomettendola psicolo-

gicamente, economicamente e

socialmente, calpestando la sua

dignità ed i suoi diritti. Molte

donne, infatti, sono state uccise

dagli uomini che stavano loro ac-

canto per gelosia, possesso e so-

praffazione. Sono donne che ave-

vano fiducia nel loro partner ma

che sono state punite con la

morte per avere espresso la pro-

pria personalità.

Nonostante il progresso civile

raggiunto nella società attuale,

esistono ancora la cultura pa-

triarcale e la figura dell’uomo

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PAGINA 6 PENSIERI E PAROLE

padrone che si arroga il diritto di

maltrattare ed umiliare la donna

sminuendola in quanto tale, per

la sola “colpa” di appartenere al

genere femminile. Perché infieri-

re su di essa? Non siamo tutti

uguali? È inconcepibile che la

mente dell‟uomo sia rimasta anco-

ra arretrata.

E allora è necessario estirpare e

sradicare quel retaggio culturale

che ritiene l‟uomo il dominatore e

la donna succube e sottomessa.

Le istituzioni hanno il dovere di

prevenire e fermare tali stragi,

ma soprattutto devono impegnar-

si in modo responsabile e concre-

to per favorire lo sviluppo di una

società nuova in cui entrambi i

generi si riconoscano a vicenda e

abbiano l‟uno il rispetto per

l‟altro.

Guido Alessandro I C Liceo

I diritti delle donne

La donna, fin dall‟antichità, ha

vissuto in condizioni di sottomis-

sione rispetto all‟uomo: sempre

discriminata, non aveva alcun di-

ritto. Questa situazione è ancora

presente nei Paesi in via di svilup-

po, dove le donne sono destinate

ad essere solo mogli e madri, te-

nute alla larga dal mondo del la-

voro. Spesso subiscono violenze

da parte di padri o mariti. Posso-

no essere ripudiate senza una

giusta causa perdendo ogni dirit-

to sui figli. Tenute nell‟ignoranza,

le donne di questi Paesi soffrono

anche di gravi problemi sanitari

perché non sanno nulla di igiene e

prevenzione delle malattie. Sono

escluse dalla vita politica del loro

Paese, non hanno, infatti, alcun

diritto di voto. Proprio per que-

sto motivo uno dei principali o-

biettivi dell‟ONU per i prossimi

anni è assicurare l‟istruzione ele-

mentare alle bambine nel mondo

e migliorare la conoscenza delle

norme igieniche di base: sono

condizioni necessarie per avviare

le donne di moltissimi Paesi lungo

la strada che porta al riconosci-

mento dei loro diritti fondamen-

tali. Per quanto riguarda i Paesi

sviluppati, il cammino verso il ri-

conoscimento dei diritti è stato

particolarmente lungo e difficile

per le donne, perché per secoli

sono state considerate diverse e

inferiori all‟uomo. Le lotte delle

donne per rivendicare gli stessi

diritti degli uomini cominciano nel

Settecento. Durante la Rivoluzio-

ne Francese nacque la Dichiara-

zione delle donne e delle cittadi-

ne, un testo che ricalca la Dichia-

razione dell‟uomo e del cittadino.

In Francia sorsero molte associa-

zioni femminili che reclamavano il

diritto di libertà, uguaglianza,

fraternità. Sul finire dell‟Otto-

cento e agli inizi del Novecento,

particolarmente drammatica è la

storia delle suffragette inglesi,

che reclamavano il suffragio

femminile. Dopo forme estreme

di protesta, le donne inglesi nel

1918 ottennero il diritto di voto.

In Italia la lotta per l‟uguaglianza

tra sessi comincia in ritardo ri-

spetto al resto d‟Europa, basti

pensare che le donne ottennero il

diritto al voto solo nel 1946. Tra

gli argomenti di cui si parla mag-

giormente in questi ultimi anni vi

è senz‟altro la violenza sulle don-

ne. Ogni due giorni una donna vie-

ne uccisa in Italia dal proprio

partner o da un ex fidanzato a

causa della rottura della relazio-

ne. Le donne vengono uccise per-

ché gli uomini, denotando profon-

di problemi psicologici ed emoti-

vi, non riescono ad accettare il

rifiuto e si sentono inadeguati e

vuoti senza la propria donna che

considerano come un oggetto da

possedere. Molte donne all‟inizio

di una relazione confondono la

gelosia morbosa ed esasperata

con estremo interesse, mentre

essa non è altro che un sintomo

di profonda insicurezza, non cer-

tamente di amore verso l‟altra

persona. La donna deve capire

subito chi ha di fronte, perché

chi si comporta in modo strano,

chi vuole sottomettere con la

forza fisica o psicologica, chi

vuole togliere la libertà, chi vuole

possedere, non merita una donna.

La violenza non solo ferisce fisi-

camente, ma soprattutto psicolo-

gicamente. Solo un piccolo uomo

usa la brutalità per sentirsi gran-

de. Non è facile per una donna

denunciare le violenze che ha

subito perché ha paura di ritor-

sioni, prova disagio, imbarazzo,

come se la colpa fosse sua per-

ché l‟uomo violento annienta la

donna anche sul piano interiore,

emotivo. Per questo motivo è na-

to lo Sportello Donna H24 aperto

24 ore su 24, 365 giorni all’anno,

con lo scopo di aiutare le donne

vittime di violenza.

Altro fenomeno diffuso che ha

come vittime soprattutto le don-

ne è lo stalking; si tratta di com-

portamenti persecutori che si

protraggono nel tempo, come te-

lefonate, sms, e-mail, visite a

sorpresa da parte di uomini,

spesso fidanzati abbandonati che

non accettano il rifiuto. Questi

atti generano nella vittima uno

stato di ansia e di insicurezza.

Per fortuna nel 2009 è stata

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GIUGNO 2013 PAGINA 7

introdotta nella nostra Costitu-

zione una nuova norma contro lo

stalking.

Nel 2010 è nato il movimento per

la dignità delle donne “Se non ora

quando”, sorto per l‟indignazione

delle donne verso il governo di

allora, guidato da un presidente

del Consiglio che con il suo com-

portamento danneggiava la digni-

tà delle donne italiane. A Roma

arrivò in Piazza del Popolo un mi-

lione di persone di ogni età. Le

donne devono essere consapevoli

del proprio valore, della propria

dignità, sia all‟interno della fami-

glia che nel lavoro e quindi nella

società. D‟altra parte un mondo

senza donna che mondo sarebbe?

È un essere meraviglioso e stra-

ordinario che va sempre amato e

rispettato.

Martina Dodaro I D Liceo

L’amicizia,

un valore raro

L‟amicizia … Che cos‟è l‟amicizia?

Molte volte ci si chiede cosa sia e

se esista, ma sinceramente nes-

suno è sicuro di aver trovato le

giuste risposte. Provate a chiede-

re a qualcuno che cos‟è l‟amicizia

oppure chiedetelo a voi stessi.

Decine, se non centinaia di poeti

e scrittori si sono posti delle

domande significative, senza mai

trovare una risposta definitiva,

che possa accontentare un po‟

tutti. C‟è chi vi dirà che l‟amicizia

non esiste, che le persone vi sono

amiche solo per sfruttarvi; c‟è chi

vi dirà che nella vita avete solo

tre, al massimo quattro amici, fra

cui i genitori; c‟è ancora chi vi

dirà che è circondato da amici e

che per lui chiunque sia gentile e

simpatico può essere considerato

un “amico”. Ecco, appunto, amico:

una delle parole più antiche che si

siano mai sentite, capace di espri-

mere in sole cinque lettere uno

dei sentimenti più grandi, neces-

sari, se non fondamentali per una

sana e pacifica convivenza. Alzi la

mano chi non ha un amico/a con

cui confidarsi, a cui esprimere le

proprie emozioni, con cui sfogarsi

quando si hanno dei problemi, sia

che si tratti di questioni di picco-

la o grande importanza. Chi non ha

un amico è una persona a cui man-

ca sempre qualcosa, non sa nem-

meno lui cosa, ma sa che gli man-

ca. Un amico, un vero amico, è una

persona con cui estraniarsi dal

solito tran tran quotidiano, è una

persona con cui confidarsi, con cui

farsi una bevuta o andare in un

pub, è una persona con cui si esce

e ci si diverte senza far nulla di

particolare, magari passeggiando

semplicemente alla ricerca di una

meta. Con l‟amico si ha bisogno di

parlare, di confrontarsi, anche di

litigare. Un rapporto di vera ami-

cizia senza qualche confronto ac-

ceso non è un rapporto vero e

sincero, perché una persona che

dice sempre di “sì” o sempre di

“no” non è una persona coerente e

corretta nei confronti degli altri,

in quanto non segue la propria

volontà ma cerca di assecondare

il suo “amico” e maschera la sua

vera identità. L‟amicizia è un sen-

timento difficile da trovare, ma

ancor più da raggiungere. Poche

persone vi saranno amiche per

tutta la vita, e queste sono come

dei fiori da coltivare, innaffiare,

curare in modo che il fiore non

appassisca.

In tanti rovinano le proprie amici-

zie, e in alcuni casi le loro vite,

solamente perché non vogliono

dire di sì una volta di troppo o

perché sono stati assenti nel mo-

mento del bisogno. Troppe volte

succede, e quando ci si accorge

del proprio errore è ormai troppo

tardi per tornare indietro. Un‟-

altra domanda da porsi è: ”dov‟è

l‟amicizia?”. Un amico è molto ra-

ro da trovare e non è da confon-

dere con le persone che si incon-

trano quotidianamente: se ne co-

noscono tantissime e con almeno

la metà di loro si scherza, si parla

o si esce almeno una volta, ma

questo non vuol dire che siano

tutti amici. Esistono dei proverbi

che dicono: “chi ti vuole bene ti

fa piangere, chi ti vuole male ti

fa ridere” oppure ”chi trova un

amico, trova un tesoro” e sono

tutti e due importanti per far

capire il valore dell‟amicizia che,

se è vera e sincera, riveste il

ruolo più importante tra i valori

della vita, e non è affatto da sot-

tovalutare.

Pietro Carbone

IV A Ragioneria Sirio

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PAGINA 8 PENSIERI E PAROLE

TECNOLOGIA Facciamo i conti con …

Internet

Il XX è stato uno dei secoli più

importanti per gli uomini. Le

strutture economiche, politiche e

sociali sono radicalmente cambia-

te, soprattutto nei Paesi a svi-

luppo avanzato. Se si vive nella

società d‟oggi è sicuro che prima

o poi si dovranno fare i conti con

la società della rete, proprio per-

ché viviamo nella “Galassia

Internet”. Una rivoluzione come

quella attuale non nasce solo gra-

zie all‟avvento di una nuova tecno-

logia, ma dai comportamenti che

ne conseguono.

Le abitudini più consolidate sono

radicalmente cambiate: i giovani,

per fare ricerche scolastiche,

non vanno più in biblioteca, ma

stanno comodamente seduti a

casa propria cercando le informa-

zioni migliori e più attendibili su

Internet. Anche la gestione del

tempo libero è cambiata: invece

di uscire, riposare o leggere un

libro, sempre più persone prefe-

riscono passare il tempo

“incollate” davanti allo schermo

bianco e blu del loro computer. È

oltretutto auspicabile che gli a-

dulti prestino un‟attenzione par-

ticolare al fine di allontanare i

propri figli dai pericoli della re-

te. Internet e i vari social

network rendono più facile farsi

ascoltare, scambiarsi opinioni

ed entrare in una vera conversa-

zione pubblica. È possibile parlare

e confrontarsi anche con persone

che vivono in situazioni e città

molto differenti dalle nostre: il

confronto con gli altri ci aiuta ad

allargare la visione e la conoscen-

za che abbiamo del mondo. La

tecnologia e Internet sono di per

sé positivi dato che ci permettono

di comunicare rapidamente ed

avere informazioni di ogni tipo,

ma se l‟uso che ne facciamo diven-

ta eccessivo, allora possono di-

ventare strumenti pericolosi. Al

giorno d‟oggi siamo in uno stato di

dipendenza permanente da

Internet, e questo è terribilmen-

te interessante ed affascinante.

In realtà, però, dove inizia la no-

stra “connessione” inizia il perico-

lo sulla nostra libertà individuale.

Infatti, grazie alla tecnologia, è

possibile spiare chiunque, sapere

dove si trova, cosa fa e con chi

parla. Dobbiamo quindi evitare la

creazione di un grande “occhio”

che si sostituisca all‟uomo e alla

sua creatività, imponendo il suo

controllo. La rivoluzione scatenata

da Internet ha toccato anche il

piano economico: “Grazie al social

networking anche la reazione di

ogni singolo consumatore a un

prodotto si trasforma in una for-

za che potrebbe innescare un

sabotaggio oppure avviare affari

d‟oro per nuove imprese”, sostie-

ne il celebre scrittore Daniel Go-

leman.

Sicuramente, Marconi non si sa-

rebbe mai aspettato che la sua

più grande invenzione, la radiote-

legrafia a distanza, sarebbe sta-

ta sfruttata per degli scopi simi-

li; ma neanche noi ci saremmo

aspettati che Internet, inventato

negli anni ‟60 negli USA come

sistema di difesa e controspio-

naggio, sarebbe, nel tempo, di-

ventato un bene comune.

D‟altronde è constatabile da

chiunque, nella vita di tutti i gior-

ni, come Internet e le nuove tec-

nologie abbiano trasformato il

mondo, sia nel bene che nel male.

Antonio Chiodo III A Liceo

Internet avvicina i po-

poli rendendoli schiavi

Viviamo in un mondo globalizzato

dal punto di vista economico, cul-

turale e politico. La globalizzazio-

ne è il fenomeno che sta caratte-

rizzando la nostra epoca. Il mon-

do è diventato un unico grande

mercato in cui le merci viaggiano

liberamente. La globalizzazione è

stata diffusa dalle multinazionali,

grandi industrie che si trovano in

vari Paesi del mondo, soprattutto

nei Paesi sottosviluppati e in via

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GIUGNO 2013 PAGINA 9

di sviluppo, perché i controlli

sull‟inquinamento sono nulli e la

manodopera è poco costosa. Gra-

zie alla globalizzazione i mezzi di

trasporto sono diventati più velo-

ci e i mezzi di comunicazione

( TV, Internet e telefoni) si sono

evoluti sempre di più; gli stessi

prodotti e servizi sono presenti

in vari Paesi del mondo, ad esem-

pio il MC Donald‟s, oltre che nel

suo Paese natale, gli Usa, si tro-

va anche in Italia, in Francia, in

Germania, in Asia. Televisioni,

pubblicità, cinema, giornali dif-

fondono ovunque gli stessi model-

li e stili di vita, ad esempio le ra-

gazze dimagriscono sempre di più

e alcune diventano vittime

dell‟anoressia, una grave malattia

che può provocare anche la mor-

te, per seguire l‟esempio di mo-

delle note in tutto il mondo. Con

Internet viaggia in tempo reale

tutto ciò che accade nel pianeta,

quindi è sempre più difficile per i

governi non democratici tenere

all‟oscuro i propri cittadini

dell‟esistenza di uomini liberi, di

Costituzioni, di donne valorizza-

te e non discriminate. Nel 2011 si

è verificata la “primavera araba”:

molti giovani arabi si sono ribella-

ti al fine di far cadere i regimi

dittatoriali in Tunisia, in Egitto e

in Libia, dove è avvenuta una vera

e propria guerra civile contro la

ultraquarantennale dittatura di

Gheddafi, il quale è stato cattu-

rato e ucciso.

In questo caso, Internet si è di-

mostrato un formidabile stru-

mento di libertà, di democrazia,

di denuncia della sistematica

violazione di diritti umani che i

regimi, tramite il controllo dei

mezzi di informazione, cercavano

di nascondere. Internet ha dato

voce a tutti proprio perché è co-

me un‟infinita ragnatela: impossi-

bile da controllare. Ma la globa-

lizzazione è stata negativa per

l‟umanità perché, omologando il

modo di pensare e di vivere, ha

portato via le tradizioni di ogni

singola nazione. Sono nate negli

anni alcune voci critiche o netta-

mente contrarie alla globalizza-

zione. Nel 1999 a Seattle è nato

ad esempio il movimento dei

no-global che lotta per ridurre il

divario tra i Paesi del Nord e del

Sud del mondo. Le persone sono

diventate schiave dei mass-

media, non riescono a vivere sen-

za Internet, senza Facebook,

Twitter, senza la televisione. Per

non essere “schiavi” della menta-

lità dominante occorre non farsi

condizionare e conservare, pre-

servare la propria cultura, ma

soprattutto essere istruiti. La

scuola è l‟istituzione per eccel-

lenza che deve educarci e for-

marci. L‟istruzione è un nostro

diritto-dovere: dobbiamo consi-

derarci fortunati di chiamarci

studenti; nei Paesi sottosviluppa-

ti i ragazzi della nostra età lavo-

rano come gli adulti per aiutare

la famiglia. L‟insegnante ha un

compito molto importante, deve

motivare i ragazzi, deve spiegare

l‟importanza dello studio, affin-

ché vivano in un mondo giusto e

pacificato, senza le guerre o-

dierne, dove i valori fondamenta-

li della vita, quali la tolleranza, la

pace e la libertà siano diffusi e

dove vengano rispettate le di-

versità.

Martina Dodaro I D Liceo

CURIOSITA’

Lo sai …

...che le donne vivono di più

degli uomini?

Gli ormoni sessuali, i lavori più

rischiosi, gli stili di vita meno sa-

lutari e il maggior numero di fu-

matori maschi fanno sì che, in

media, la vita delle donne sia più

duratura.

...quando venne venduto il pri-

mo CD musicale?

Esso fu venduto esattamente 31

anni fa, nel

1982. Ma

probabilmen-

te non fe-

steggerà

molti altri

compleanni.

È infatti destinato all‟estinzione,

proprio come l‟audiocassetta, già

scomparsa. La possibilità di scari-

care brani musicali dal PC sta già

rendendo obsoleti i Cd: rispetto

al 2000 oggi se ne vende il 50%

in meno.

...da cosa dipende l’odore della

pioggia?

La presenza di elettricità

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PAROLE E PENSIERI PAGINA 10

nell‟aria e gli odori del mondo

vegetale, esaltati dall‟umidità,

creano il particolare odore della

pioggia.

...che al mattino siamo più alti

che alla sera?

La colonna vertebrale è formata

da una serie di anelli ossei ed in

particolare da cartilagini che,

essendo costitui-

te da tessuto ela-

stico, per la pres-

sione del peso

corporeo si ridu-

cono di spessore.

Quando tale pres-

sione cessa torna-

no alla dimensione

originaria, pertanto è stato cal-

colato che un individuo di media

taglia risulta un centimetro e

mezzo più alto di quanto si è cori-

cato la sera precedente.

...cosa significa stare sotto la

spada di Damocle?

Dioniso, tiranno di Siracusa, per

convincere un suo cortigiano che

ricchezza e potere non garanti-

scono la felicità, lo sottopose a

un particolare esperimento.

Un giorno il re invitò a pranzo

Damocle, un suo cortigiano, e lo

fece mangiare sul trono sotto una

spada sguainata, appesa a per-

pendicolo sulla

sua testa, so-

stenuta da un

solo crine di ca-

vallo. Da allora

Damocle capì la

scomodità di

quella poltrona.

Francesca Filice II C Liceo

Emanuele D‟Alberto IV A Liceo

NOTIZIE DELLA SCUOLA

Il 27 gennaio 1945 le truppe

sovietiche entrarono nel campo

di concentramento di Auschwitz

liberando gli ebrei sopravvissuti.

Per non dimenticare gli orrori

che sono stati commessi, il Par-

lamento Italiano ha istituito il

27 gennaio 2000 “La giornata

d e l l a m em or i a ” . A nc h e

quest‟anno l‟IIS di Castrolibero

ha partecipato al ricordo collet-

tivo proponendo agli alunni nuovi

spunti di riflessione. Il tema

affrontato è stato “La Shoah e i

giusti. Un Calabrese fra i giusti:

Angelo De Fiore.” I Giusti sono

uomini e donne che a rischio del-

la propria vita hanno salvato vite

umane dalla follia dei nazisti. La

manifestazione si è tenuta il 26

genna io nel l ‟Aula Magna

dell‟Istituto e vi hanno

preso parte la Dirigente Scola-

s t i c a I o l a n da M a l et ta ,

l‟Assessore alla cultura del Co-

mune di Rota Greca (CS) Giusep-

pe De Monte, la dott.ssa Sura-

ce, già Assessore alla P.I. dello

stesso Comune, l‟Assessore alla

P.I. del Comune di Castrolibero

Sabrina Pacenza. Era presente

anche una rappresentanza di

bambini della scuola elementare

di Castrolibero, accompagnata

dalla prof.ssa Piro che ha porta-

to il saluto della Dirigente Sco-

lastica prof.ssa Greco. I lavori

sono iniziati con l‟introduzione e

la presentazione degli interventi

da parte del prof. D‟Acri, re-

sponsabile della giornata della

memoria; subito dopo è stato

proiettato un video realizzato

dalla III C Liceo, in cui è stato

spiegato cos‟è il giardino dei giu-

sti; quindi è stato presentato un

profilo di Angelo De Fiore, que-

store a Roma, la cui condotta gli

è valsa un posto nel giardino dei

giusti fra le nazioni, luogo simbo-

lo istituito all‟interno del museo

Yad Vashem, in Gerusalemme, che

ricorda i non ebrei che hanno

salvato la vita di tanti ebrei du-

rante la seconda guerra mondiale.

La Dirigente Maletta si è soffer-

mata sul senso e sul significato

della giornata della memoria. È

Per non dimenticare. “La Shoah e i giusti. Un Calabrese fra i giusti:

Angelo De Fiore”

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GIUGNO 2013 PAGINA 11

stata quindi letta la poesia di

Jorge Luis Borges “I giusti”. La

dott.ssa Surace ha spiegato poi

come il comune di Rota Greca sia

venuto a conoscenza di questo

suo illustre figlio e di ciò che egli

aveva fatto in favore degli ebrei;

ha quindi illustrato le iniziative

prese dall‟amministrazione comu-

nale, tra cui l‟istituzione della

giornata “Una vita per la vita” in

memoria del De Fiore e la realiz-

zazione di un giardino dei giusti

in memoria di tutti i giusti. Il

video realizzato dagli allievi della

IV B liceo ha ripercorso i monu-

menti e i giardini dei giusti spar-

si nel mondo e citato i personag-

gi più conosciuti nella storia dei

giusti fra le nazioni. La manife-

stazione è proseguita con

l‟intervento dell‟Assessore De

Monte, il quale con la sua tesi

“Un giusto tra i giusti, tra ideo-

logia e terrore” ha fatto cono-

scere la figura di questo illustre

figlio di Calabria. De Monte, nel-

la prima parte del suo interven-

to, si è soffermato sulla vicenda

umana del questore De Fiore e

sul suo rifiuto di consegnare gli

elenchi degli ebrei dopo

l‟attentato di Via Rasella a Roma;

quindi ha affrontato il tema dei

diritti umani evidenziando come

molti uomini e donne abbiano do-

vuto combattere e sacrificare la

propria vita per far sì che ognu-

no di noi potesse esercitare i

propri diritti ed ha invitato a

riflettere sulla banalità del male

e sulla radicalità del bene, utiliz-

zando riferimenti precisi e sto-

rie documentate. La manifesta-

zione si è conclusa con

l‟intervento dell‟Assessore Pa-

cenza, la quale ha rimarcato co-

me ricordare questi eventi sia un

impegno morale e civile e ha con-

cluso sottolineando che spesso

conosciamo la grande storia, ma

ci dimentichiamo o meglio non

conosciamo la nostra storia e i

nostri conterranei che, in Italia e

nel mondo, si sono distinti contri-

buendo a scrivere la grande sto-

ria.

Simone Senatore III A C.A.T.

per un possibile familiare, a cui,

in futuro, potrebbe essere dia-

gnosticata una malattia rara.

L‟errore più grande è quello di

rendere la solidarietà qualcosa

di “raro”. L‟essere solidali in que-

sto periodo, si sa, è difficile.

Per questo donare proprio ora,

quando le tasse salgono e le Bor-

se crollano, rende il donatore

non solo una persona con animo

buono, ma una persona speciale.

Anche noi vogliamo promuovere,

divulgare, convincere che la soli-

darietà è importante. La Dirigen-

te Scolastica Iolanda Maletta

ha coinvolto noi studenti, le no-

stre famiglie, le associazioni e i

cittadini di Castrolibero nel pro-

getto “Adotta un ricercatore”

per raccogliere fondi e finanzia-

re così una settimana di lavoro di

un ricercatore impegnato nella

lotta alle malattie genetiche.

Grazie ai fondi Telethon migliaia

di ricercatori possono restare in

Italia e lavorare per garantire ai

bambini le cure necessarie.

Figure come i ricercatori hanno

bisogno dell‟aiuto di tutti, per-

ché la classe dirigente molte

volte sembra non interessarsi di

questioni così serie, anzi “taglia”

per fare cassa, non pensando

che si stanno “tagliando” le vite

di moltissime persone. Donare è

un gesto semplice, ma efficace.

Si parte col donare un sorriso,

una parola dolce, fino a donare

per far vivere altre persone. Da-

re pochi euro non ci rende pove-

ri, ma insieme si arriva ai risul-

tati sopra citati, che non sono

Scegliamo la solidarietà

La Fondazione Telethon è una del-

le principali charity italiane. Dal

1990, su mandato di una comunità

di pazienti, il suo obiettivo è rea-

lizzare la cura delle malattie ge-

netiche rare attraverso il finan-

ziamento di ricerca biomedica ec-

cellente. Fondamentale per soste-

nere le sua attività è il contributo

della società civile: volontari sul

territorio, partner e donatori che

ogni giorno aiutano la ricerca a

progredire verso la cura. Nel 2011

-12 sono stati destinati 31,3 milio-

ni di euro, pari al 74,2% degli im-

pieghi totali, ai progetti di ricerca

e alle attività della Commissione

medico-scientifica e della Direzio-

ne scientifica, alla gestione dei

fondi di ricerca e alle attività di

sensibilizzazione e informazione

sulle malattie genetiche. Il re-

stante 25,8%, è stato utilizzato

per le attività di raccolta fondi e

di funzionamento della struttu-

ra, necessarie per dare continuità

al finanziamento della ricerca. As-

sociazioni come Telethon mostra-

no come in “molti” donano per gli

altri. Lo slogan più importante è

quello di donare non solo per

persone “sconosciute”, ma anche

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solo un gesto di sfida verso i

“grandi”, ma rappresentano so-

prattutto una forte affermazio-

ne di solidarietà e partecipazio-

ne. La solidarietà non finisce

quando in tv non vediamo più i

programmi di Telethon! Bisogna

continuare giorno dopo giorno e

sempre con più impegno. Solo

così potremmo avere il diritto di

pretendere un mondo migliore.

Lorenzo Russo III A C.A.T.

“IO STO CON

TELETHON”

Per il secondo anno consecutivo,

si è svolta presso la Palestra

dell‟Istituto d‟Istruzione Supe-

riore di Castrolibero la manife-

stazione “Io sto con Telethon”,

organizzata dall‟Associazione di

Promozione sociale “In.Con.tra”

insieme con l‟IIS di Castrolibero

e c o n i l p a t r o c i n i o

dell‟Amministrazione comunale.

“Io sto con Telethon” è un even-

to nato per raccogliere fondi per

la ricerca e diffondere sempre

di più il messaggio di solidarietà

di Telethon.

La fondazione Telethon ha scel-

to due semplici parole, “Io esi-

sto”, come slogan della raccolta

fondi per la ricerca 2012 . Tele-

thon infatti esiste per dare una

concreta speranza di cura agli

“invisibili” trascurati dai grandi

investimenti pubblici, ovvero alle

persone che convivono con pato-

logie per le quali non esiste una

cura o una terapia efficace. Di

queste patologie se ne conoscono

almeno seimila. La fondazione

Telethon lavora 365 giorni

all‟anno per reperire fondi e fi-

nanziare la ricerca, al fine di

PAGINA 12 PENSIERI E PAROLE

arrivare alla cura di queste pato-

logie, ritenute oggi incurabili.

La manifestazione di quest‟anno

presso l‟IIS Castrolibero si è

svolta in due giornate.

Venerdì 30 novembre, dalle ore

17.30 alle 20.00, si è tenuta la

prima edizione del “Telethon

sport”, coordinato dalla prof.ssa

Elena Cocca dell‟IIS, che ha vi-

sto la partecipazione delle scuole

secondarie di primo grado di Ce-

risano, Marano Principato, Mara-

no Marchesato e Castrolibero.

Si sono susseguite esibizioni

sportive di pallavolo, tennis tavo-

lo e badminton in cui si sono ci-

mentati i ragazzi dei vari Istitu-

ti; inoltre è stato possibile assi-

stere ad una dimostrazione di

dodgeball a cura del prof. Faggio

di Cerisano e ad un‟altra di danza

ritmica con coreografia curata

dalla prof.ssa dell‟IC di Castroli-

bero. A fine serata c‟è stata una

lotteria di beneficenza con pre-

mi messi in palio dai professori

delle varie scuole. Una bella se-

rata di sport e solidarietà da

ripetere il prossimo anno!

Sabato 1 dicembre, a partire

dalle ore 19.30, si è svolta la se-

rata finale di “Io sto con Tele-

thon” che ha offerto un pro-

gramma di tutto rispetto, a co-

minciare dalla sigla di apertura,

curata dalla Band del Liceo “S.

Valentini”, che anche in seguito

ha proposto un repertorio stra-

ordinario.Nel corso della serata

si sono alternate esibizioni di

canto e ballo che hanno visto

protagonisti i ragazzi delle scuo-

le di Castrolibero e Cerisano.

Abbiamo ascoltato una voce ec-

cezionale come quella di Alessia

Labate, accompagnata dal padre

Carmelo, famoso chitarrista, e

poi un pregevole e carismatico

intervento della giovane Orche-

stra dell‟Istituto Comprensivo di

Cerisano, guidata dal maestro

Fabrizio Zecca. La serata è pro-

seguita con il balletto della stu-

dentessa Miriana Gaudio, prepa-

rata dalla prof.ssa Giuseppina De

Vico che ha coordinato anche gli

interventi degli altri studenti

dell‟IIS di Castrolibero, con la

performance della giovane can-

tante Maria D‟Amico dell‟IC di

Castrolibero e con il pezzo del

bravo fisarmonicista Francesco

Venneri. Abbiamo quindi apprez-

zato il ballo delle coppie di cam-

pioni composte da Alessandro

Sacco e Claudia Mandolito, Gio-

vanni Gagliardi e Giorgia De Na-

poli e la musica dei bravi Enri-

co Solimeo e Andrea Iaccino.Ad

arricchire ulteriormente la sera-

ta, la presenza di bravi ballerini

provenienti dalle scuole di danza

“Nausicaa Dance” e “Team Dia-

b l o ” , i t a ng h e r i d e l l a

“Calabriatango”, la ballerina De-

sirée Biondi e una dimostrazione

di Zumpa a cura dell‟istruttrice

Maria Fortino. Le esibizioni han-

no quindi lasciato spazio alla pre-

miazione di disegni e di elaborati

prodotti dalle scuole primarie e

secondarie dei quattro Comuni,

alla sfilata di moda della bouti-

que “ Labbra rosse”, alle

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GIUGNO 2013

interviste al Coordinatore pro-

vinciale di Telethon Franco Lo-

netti e ai responsabili delle asso-

ciazioni “Cittadinanzattiva”,

“Avo Teresa Bruni”, “AIPD” e

quindi a Cristian Filice, referen-

te Aisla per Cosenza.

Un ringraziamento va anche alla

Bottega di “Campagna amica“ e

all‟associazione “La Bottega degli

hobbies”, presenti alla serata

con propri stand.

Un programma davvero ricco che

ha permesso di raggiungere un

ottimo obiettivo: grazie a ciò

che è stato raccolto nel corso

della serata e nei giorni prece-

denti e alle raccolte fondi svolte

nei Comuni di Marano Marchesa-

to e Principato con il CTG si è

arrivati alla somma di 1413 euro

da destinare a Telethon. Un gra-

zie di cuore va a tutti coloro che

hanno reso possibile l‟evento: i

s o c i e s i m p a t i z z a n t i

“In.Con.Tra”, le Dirigenti Scola-

stiche,

i do-

c e n t i ,

il per-

sonale,

gli stu-

dent i ,

le famiglie che hanno sposato in

pieno la causa di Telethon, tutti

coloro che hanno messo in gioco

il proprio talento e quanti hanno

partecipato. Davvero un piccolo

gesto da parte di ognuno di noi

può contribuire a realizzare

grandi cose!

Stefania Perri - Associazione di

Promozione Sociale “ In.Con.Tra”

PAGINA 13

Nel giorno 17

dicembre 2012,

alle ore 16.30,

presso la Banca

BCC Mediocrati,

sita a Rende

(CS), si è svolta la premiazione

del concorso sulla donazione de-

gli organi. Questa manifestazio-

ne, giunta alla XVIII edizione,

cerca sempre di più di sensibiliz-

zare la popolazione su un tema

delicato qual è, appunto, quello

sulla donazione degli organi. Cir-

ca due anni fa, gli alunni Manuel

De Rose e Alessandro Sposato,

entrambi della classe V A Geo-

metri, sono stati invitati dalla

prof.ssa De Vico a partecipare al

concorso suddetto attraverso

degli elaborati grafico- scultori-

ci. Recentemente, questi elabo-

rati sono stati premiati. La ma-

nifestazione, che è stata pre-

sieduta dalla presidente dell'

ASIT, Associazione Sud Italia

Trapianti, Dott.ssa Rachele Cele-

bre, e che ha visto la partecipa-

zione di diversi medici dell'hin-

terland specializzati in materia,

ha toccato profondamente tutti i

presenti. Sono intervenute, inol-

tre, alcune persone interessate

direttamente dalla donazione

degli organi: stiamo parlando di

soggetti che hanno avuto la for-

tuna di ricevere un organo, il

quale ha salvato loro la vita, e,

ahinoi, di familiari di persone

scomparse tragicamente, le quali

hanno scelto in un momento dif-

ficile, come può essere quello

della morte di un proprio caro, di

consentire l'espianto degli orga-

ni. Al termine della manifesta-

zione, i ragazzi sopra citati sono

stati premiati per il loro lavoro

attraverso un premio in denaro.

Una giornata che ha sicuramente

segnato i ragazzi, sia per la sod-

disfazione nell'aver vinto questo

premio, sia per il delicato tema

trattato durante la conferenza.

Ma in cosa consistono il trapian-

to e la donazione degli organi?

Vediamolo insieme!

Il trapianto è una risorsa straor-

dinaria della medicina moderna.

Un trapianto può salvare la vita

di un paziente. È il caso dei tra-

pianti d'organo come il fegato, il

cuore, i polmoni, l'intestino e il

pancreas. Anche il trapianto di

tessuti e di cellule può essere un

salvavita, come ad esempio il

trapianto di midollo osseo. Con il

trapianto il malato è restituito

ad una vita normale e attiva. È il

caso, ad esempio, del trapianto

di rene che libera dalla schiavitù

della dialisi, o di alcuni tessuti,

come la cornea, che ridà la vista

a chi l'aveva perduta. Il prelievo

di organi e tessuti avviene solo

dopo che sia stata accertata la

morte di una persona. Dal mo-

mento in cui è dichiarato il de-

cesso, qualora vi sia un consenso

espresso in vita o non vi sia op-

posizione dei familiari alla dona-

zione, si avviano le procedure

per il prelievo ed il trapianto.

Esprimere in vita il consenso alla

donazione degli organi è una

scelta consapevole. La legge ga-

rantisce la libertà di scelta sulla

donazione e garantisce che que-

PREMIAZIONE CONCORSO DONAZIONE

DEGLI ORGANI

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PAGINA 14 PENSIERI E PAROLE

sta venga rispettata. I parenti

non possono opporsi, se la perso-

na in vita ha dato il consenso alla

donazione.

Le persone sottoposte a tra-

pianto di organo possono recupe-

rare un'ottima qualità di vita

ritornando a lavorare, viaggiare

e praticare sport, anche a livello

agonistico!

Essere favorevole alla donazione

è un gesto di solidarietà, ma an-

che una scelta giusta. Ognuno di

noi potrebbe averne bisogno in

futuro. Quindi essere tutti favo-

revoli permette di aumentare gli

organi disponibili e garantire in

futuro la possibilità del trapian-

to.

Manuel De Rose VA Geom.

PREMIAZIONE CON-

CORSO NAZIONALE

SULLA SICUREZZA

NEI LUOGHI

DI LAVORO

Il 29 maggio 2013, presso la se-

de del CPT di Salerno, gli alunni

Emilio Leone e Alex Cavaliere

della IV A Geometri hanno rice-

vuto il primo premio del concorso

nazionale “Sicurezza e legalità

sul lavoro nei cantieri edili”, ri-

servato a tutti gli Istituti tecni-

ci italiani e giunto alla VII edi-

zione. Il concorso prevedeva di-

verse sezioni e richiedeva elabo-

rati scientifici audio, video, rap-

presentazioni grafiche o scultu-

re, al fine di illustrare i rischi e

i problemi dei lavoratori nei can-

tieri edili. Gli alunni Leone e Ca-

valiere, coordinati dal docente di

Impianti prof. Antonio Rota, per

la sezione “Sicurezza illustrata”,

hanno realizzato, con polistirolo

e carta riciclata, il cantiere edi-

le di un edificio condominiale con

cinque lavoratori. L‟opera ha rap-

presentato in maniera originale

e dettagliata i comportamenti

corretti da assumere per evitare

i rischi sul lavoro, ad esempio

indossare i dispositivi di prote-

zione personale e utilizzare i

dispositivi di protezione collet-

tiva, come i ponteggi montati

secondo le norme. La Dirigente

Scolastica Iolanda Maletta si è

complimentata con gli alunni per

il prestigioso riconoscimento e

per la borsa di studio di 3000

euro ( ripartita tra gli alunni e

l‟Istituto). Ai futuri e brillanti

geometri anche i complimenti

della Redazione.

La Redazione

Il Progetto

“ La Scuola

al Cinema”

Il giorno 23 novembre ha preso

avvio il progetto La Scuola al

Cinema, giunto alla XIV edizione

e at t i va to da l l ‟ Ist it uto

d‟Istruzione Superiore di Ca-

strolibero. Il progetto è rivolto

agli studenti del triennio e pre-

vede la visione di alcuni film, op-

portunamente selezionati per

interesse e temi di attualità,

legati al mondo dei giovani.

Tale iniziativa ha costituito, per

gli studenti che vi hanno aderito,

un‟opportunità di incontro e di

aggregazione, ma soprattutto ha

rappresentato uno stimolo per

dibattere ed affrontare con gli

insegnanti svariate tematiche

partendo dal contenuto della pel-

licola proposta. I film sono stati

incentrati su temi quali l‟amicizia

e la disabilità, la legalità, lo

sfruttamento dei minori, la scuo-

la.

Il percorso cinematografico,

inoltre, ci ha consentito di avvi-

cinarci alla cultura delle immagini

comprendendo come il cinema

non sia soltanto momento di in-

trattenimento, ma un prezioso

strumento formativo capace di

veicolare sia contenuti didattici

che messaggi educativi. Stimo-

lando in noi la naturale curiosità,

la visione dei film ha affinato

anche la capacità di ascolto e di

interpretazione dei messaggi.

Infine un ringraziamento è ri-

volto ai docenti, attenti e sensi-

bili, che ci hanno accompagnano

in questa esperienza di crescita

collettiva, condivisa con altri

studenti.

Il progetto, pertanto, è una al-

ternativa valida ed innovativa

agli strumenti educativi e di for-

mazione tradizionali.

Classe V B Liceo

Il film “Quasi amici”

Il cinema da sempre, attraverso

il suo linguaggio e le sue tecni-

che, riesce a veicolare quegli

antichi valori e sentimenti di cui

ormai, nella società odierna, si

denuncia la perdita. Nell‟ambito

del progetto “La scuola al cine-

ma”, fra i tanti film proiettati

presso il cinema Citrigno di Co-

senza, il film “Quasi amici” risul-

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GIUGNO 2013 PAGINA 15

ta denso di contenuti umani e

riesce a parlare al cuore ed alla

mente dei giovani.

Affronta, infatti, la tematica

dell‟amicizia a cui si intreccia

quella della disabilità. Ispirato

ad una storia vera, il film rac-

conta di un miliardario tetraple-

gico che sceglie come suo assi-

stente personale un giovane di

colore disadattato ed ignorante.

Questo suo aiutante ha il compi-

to di lavarlo, spostarlo ed aiutar-

lo nella fisioterapia. Fra i due

nasce subito una complicità sana

e vitale: entrambi vivono giorna-

te divertenti ed allegre fatte, ad

esempio, di corse notturne in

auto, a velocità da ritiro della

patente, e di feste equivoche,

riuscendo ad affrontare insieme

anche i tanti ostacoli che si pon-

gono a causa dell‟handicap. Si

tratta di una commedia piacevole

e divertente che dà il giusto

spazio alle emozioni, raccontata

con ironia e leggerezza, ma sen-

za dimenticare il dramma della

disabilità. Sui disabili pesa un

tabù culturale perché a volte si

è portati a rifiutarli, si preferi-

sce non vedere, ignorarli, non

sentire piuttosto che aprirsi alla

relazione con loro e trattarli

come normali individui. Al con-

trario il film è uno straordinario

esempio di bontà e di altruismo:

senza scadere nel pateti-

co dimostra come il condividere

le sofferenze avvicini le persone.

Il film è un inno alla gioia di vivere

ed un invito a cercare quei momen-

ti preziosi e unici che uniscono le

persone oltre ogni incomprensione

e divisione sia sociale che etnica. È

una storia semplice che oscilla tra

il divertimento e la commozione

profonda e significativa. È da ve-

dere!

Classe V B Liceo

Il film

“Il sole dentro”

Nell‟ambito del progetto “La scuo-

la al cinema” abbiamo assistito alla

proiezione del film “Il sole den-

tro”, appartenente al genere

drammatico e realizzato nel 2012

per la regia di Paolo Bianchini. “Il

sole dentro” racconta due storie

parallele, le quali inizialmente non

sembrano neanche essere legate

tra loro: quella di due bambini a-

fricani, Yaguine e Fodè, desiderosi

di apprendere la lingua francese al

fine di scrivere e recapitare una

lettera “Alle loro eccellenze i

membri e responsabili dell‟Europa”

per far comprendere il degrado

che caratterizza l‟Africa; e quella

di due amici, Rocco e Thabo, i quali

fanno parte della stessa squadra

di calcio e sono accomunati da una

condizione familiare disagiata. So-

lo a metà del film si capisce che in

realtà il filo conduttore tra le due

storie è la strada percorsa dai

quattro ragazzi ma … in direzioni

opposte. Yaguine e Fodè intra-

prendono un rischioso viaggio in-

trufolandosi nel vano del carrello

di un aereo, ricchi di speranze e

desiderosi di migliorare la loro

vita e quella dei loro conterranei,

c o n u n ‟ i n t ra p r e n d e n za e

un‟incoscienza propria dei giovani.

Rocco e Thabo, invece, decidono di

affrontare un lungo viaggio alla

volta di N‟Dula, città natale di

quest‟ultimo, dopo la sua brutale

espulsione dalla squadra, supe-

rando numerose peripezie.

L‟elemento che differenzia le

due storie e al contempo le acco-

muna è il finale. I due promessi

calciatori riescono a raggiungere

la loro meta e a realizzare i pro-

pri sogni; il momento culminante

del film è rappresentato dalla

partita giocata dai due ragazzi

nel campo costruito in onore di

due giovani morti per difendere i

loro diritti: Yagui-

ne e Fodè. Solo

allora tutto sem-

bra chiaro e una

data, che appare

in conclusione del

film, 2 agosto 1999, fa capire

che la tragica storia è realmente

accaduta. Si tratta di un film

appassionante anche solo per

l‟importanza dei temi affrontati:

la compravendita dei baby cal-

ciatori, trattati come oggetti da

sfruttare e abbandonare ai primi

cenni di debolezza; la clandesti-

nità degli italiani negli altri Pae-

si; la violenza sui minori, che pur-

troppo nella realtà affligge tanti

bambini. Se si volesse giudicare

la recitazione talvolta forzata

dei ragazzini protagonisti, non si

potrebbe apprezzare al meglio il

film, ma bisogna comprenderne il

messaggio. Il regista, in realtà,

vuole concentrarsi sull‟atto di

eroismo dei due ragazzi africani,

sul loro disperato “urlo di aiuto” ,

e per fare ciò la semplicità e la

spontaneità dei bambini risultano

efficaci. Il senso del film è rac-

chiuso in una delle frasi che Pa-

dre X rivolge ai bambini: ”I pic-

coli sono il futuro del mondo e un

giorno i grandi dovranno ascol-

tarli”.

Martina Parise Carmela Perrotta

III C Liceo

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PAGINA 16 PENSIERI E PAROLE

Genitori e alunni a

scuola di sicurezza

Il 15 dicembre 2012, nell‟Aula

Magna dell‟IIS Castrolibero, si è

tenuto il seminario “Genitori e

alunni a scuola di sicurezza” or-

ganizzato dalla prof.ssa Blasi, in

collaborazione con il Comune di

Castrolibero. Sono stati coinvolti

gli alunni delle prime classi ai

quali era stato precedentemente

somministrato un questionario

relativo ai fenomeni sismici. Era-

no presenti il Sindaco di Castro-

libero ing. Orlandino Greco,

l‟Assessore alla Pubblica Istru-

zione dott.ssa Sabrina Pacenza

ed esperti del terremoto quali

l‟ing. Luciano Luciani, l‟ing. Stefa-

nia Perri, il dott. Massimo Blasi,

la prof.ssa Mariateresa Pascuz-

zo, responsabile della sicurezza

per l‟IIS Castrolibero. Dopo i

saluti del Dirigente Scolastico

Iolanda Maletta, i relatori hanno

esposto gli argomenti da tratta-

re, sottolineando l‟importanza

d e l l a d i f f u s i o n e

dell‟informazione nelle scuole.

Poi è stato proiettato un video

in power point realizzato dagli

alunni e riguardante le cause e

gli effetti dei terremoti ma, so-

prattutto, gli atteggiamenti da

attivare e da evitare durante e

subito dopo un terremoto. Il se-

minario è stato molto interes-

sante perché ha coinvolto noi

ragazzi che abbiamo avuto

l‟opportunità di rivolgere doman-

de agli esperti e di riflettere su

un evento naturale imprevedibile

che può avere effetti devastan-

ti. Inoltre, abbiamo capito quan-

to siano importanti la prevenzio-

ne, il rispetto delle norme antisi-

smiche e l‟impiego di materiali da

costruzione adeguati e sicuri.

Vincenzo Cosentino I A C.A.T.

IIS Castrolibero: una

scuola che fa …

la differenza

Il 27 marzo 2013, nell‟Aula Ma-

gna Aldo Cannata, si è tenuto un

incontro sul tema: ”Raccolta dif-

ferenziata, come e perché”. La

scelta dell‟argomento ha inteso

educare e sensibilizzare i ragaz-

zi verso la raccolta differenzia-

ta e informare i genitori. Il se-

minario è stato organizzato in

collaborazione con il Comune di

Castrolibero. Hanno relazionato

la dott.ssa Annamaria Buono,

amministratore unico della coo-

perativa Solving, e il dottor

Francesco Rovere, responsabile

del governo dell‟ente del Comune

di Castrolibero; ha moderato la

prof.ssa Luigina Blasi, docente di

Scienze integrate. Sono stati

proiettati due video: il primo ha

fornito informazioni e suggeri-

menti su come ridurre la quanti-

tà di rifiuti, il secondo, realizza-

to dai ragazzi stessi, ha illustra-

to il conferimento delle varie

tipologie di rifiuti negli appositi

contenitori. Alla fine del dibatti-

to, il dottor Rovere ha consegna-

to alla Dirigente Scolastica Io-

landa Maletta un badge con il

quale l‟IIS di Castrolibero è uf-

ficialmente accreditato ad uti-

lizzare le ISOLE ECOLOGICHE.

Per iniziare la pratica del rici-

claggio, è stata collocata sul pra-

to della scuola una compostiera

dove saranno riposti tutti i ma-

teriali organici biodegradabili

che, attraverso un processo di

decomposizione aerobica, saran-

no trasformati in COMPOST,

fertilizzante naturale da utiliz-

zare per gli spazi verdi della

scuola.

Simone Raimondi Vincenzo Falco

IA C.A.T.

All’IIS Castrolibero …

un centro di ascolto

per i giovani

Diversi studi sulla condizione

giovanile hanno messo in eviden-

za come la “minore età” risulti

una condizione a rischio, carat-

terizzata da un diffuso disorien-

tamento culturale e valoriale. È

partendo proprio da queste con-

siderazioni che occorre costrui-

re un quadro relazionale in fami-

glia e a scuola grazie al quale il

giovane possa “apprezzare se

stesso”, trovare la propria stra-

da e quindi crescere.

I nostri ragazzi hanno bisogno,

in particolare, di essere ascolta-

ti e guidati in quella delicata fa-

se di cresc ita , ovvero

l‟adolescenza, in cui si sperimen-

tano difficoltà, malessere, disa-

gi .

L‟IIS Castrolibero ha pensato a

un centro di ascolto per i giovani

di questa comunità scolastica,

allo scopo di “accogliere” quanti

volontariamente si presentano

per farsi “ascoltare”, attraverso

l‟opera qualificata di Padre Anto-

nio D‟Amore, dell‟ordine degli

Oblati, che ogni mercoledì, dalle

9.00 alle 13.00 incontra gli alunni

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GIUGNO 2013 PAGINA 17

L’acqua, fonte di vita

Una delle principali risorse di cui

l‟uomo non può fare a meno è in-

dubbiamente l‟acqua. Rappresen-

ta, infatti, l'elemento primario

della vita di ogni essere, senza di

essa non esisterebbe il mondo.

Anche il filosofo Talete di Mile-

to, più di 2600 anni fa, indicò

nell'acqua il principio di tutte le

cose, un principio (arché) che

rimane identico nell'eterno mu-

tare della materia e che spiega

l'origine di tutti i fenomeni natu-

r a l i a l l o r a c o n o s c i u t i .

Inoltre occorre dire che l'acqua

è indispensabile per il nostro

organismo in quanto contribuisce

allo svolgimento di alcune funzio-

ni importanti quali la termorego-

lazione, la digestione, la funzione

intestinale. Tuttavia benché essa

sia una risorsa rinnovabile, le cui

riserve sono continuamente rein-

tegrate attraverso un grande

ciclo naturale, in molte zone del-

la terra scarseggia. In altre, in-

vece, è abbondante ma la qualità

è alterata dall'inquinamento e

dall'incuria dell'uomo e la dispo-

nibilità di acqua dolce provenien-

te da fiumi e sottosuolo si fa,

progressivamente, sempre più

inadeguata.

Il problema è rappresentato

dalla diversa ripartizione geo-

grafica, dalle condizioni climati-

che e dalle caratteristiche oro-

grafiche: il Canada, ad esempio,

che si sono prenotati. Padre An-

tonio non vuole sostituirsi allo

psicologo, ma offre il suo aiuto,

mettendo a fuoco ciò che è es-

senziale e tenendo ben presenti

le caratteristiche individuali; i

dispone di risorse praticamente

illimitate d‟acqua di buona quali-

tà, almeno 100 volte in più per

abitante rispetto all‟Egitto. Va

anche osservato che fra disponi-

bilità ed accesso all‟acqua non

esiste necessariamente una rela-

zione diretta. Così in Brasile o in

Zaire, dove ne troviamo grandi

quantitativi, molta parte della

popolazione non ha accesso

all‟acqua potabile, mentre in Cali-

fornia, nonostante la penuria

idrica, ogni abitante ne utilizza

circa 4.000 litri al giorno, ed un

italiano in media ne consuma quo-

tidianamente la quantità che un

africano nelle zone desertiche

consuma in 6 mesi, cioè 231 litri.

L‟acqua, quella pulita, significa

vita, salute, benessere. Se nei

Paesi progrediti la speranza di

vivere in un secolo è passata da

44 a 80 anni, si deve al fatto che

nelle nostre case c‟è l‟acqua po-

tabile. Salva più gente l‟acqua

pulita che la penicillina. Ecco

perché, se il secolo scorso è sta-

to quello dell‟ ”oro nero”, il pe-

trolio, il nostro sarà il secolo

dell‟ ”oro blu”, l'acqua. Tuttavia

alla fine del XX secolo erano cir-

ca 10.000 gli esseri umani a mo-

rire ogni giorno per malattie

giovani beneficiano dell‟ascolto

di un adulto estraneo alla fami-

glia, che accoglie l‟altro senza

pregiudizi e senza condizioni e

soluzioni a priori.

Prof.ssa Giuseppina De Vico

legate alla mancanza di acqua

potabile come la dissenteria, il

colera, il tifo e molte altre cau-

sate dalla presenza di microrga-

nismi. Pertanto è scandaloso che

milioni di vite in tutto il mondo

siano stroncate prematuramente

per la negligenza e la superficia-

lità dell‟uomo che sottovaluta

una problematica destinata ad

affliggere il mondo.

Alcuni rimedi sono stati già spe-

rimentati, ma molti di essi hanno

alterato l‟equilibrio degli ambien-

ti naturali, sconvolgendo anche il

tenore di vita delle popolazioni

locali.

Ritengo, quindi, che la desaliniz-

zazione delle acque marine sia

una soluzione possibile al proble-

ma dell'emergenza idrica, infatti

il 97,5 % dell'acqua presente sul

nostro pianeta è salata e solo il

2,5% d'acqua è dolce e si trova,

per la maggior parte, sottoterra.

Inoltre si diminuirebbe sensibil-

mente anche la dipendenza dalle

importazioni che dà vita ad un

commercio di enormi proporzioni

d i a c qu a i n b o t t i g l i a .

Pertanto soltanto se si eliminano

gli sprechi, i processi di inquina-

mento e i conflitti di interesse

economico e politico a tutti i

cittadini del pianeta potrà esse-

re garantita in egual modo que-

sta risorsa così preziosa ed indi-

spensabile.

Francesca Filice II C Liceo

AMBIENTE

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PAGINA 18 PENSIERI E PAROLE

PIOGGIA DI

METEORITI IN

RUSSIA

Uno scenario al limite del fanta-

scientifico quello in cui si sono

trovati immersi gli abitanti di

numerose cittadine limitrofe alla

catena degli Urali (Russia): una

pioggia di frammenti rocciosi

disgregatisi da un unico grande

asteroide che non ha risparmiato

case, edifici civili e tantomeno

vite umane. Sono infatti circa

mille le vittime accertate. Ma

qual è la causa scientifica di que-

sto evento che presenta i conno-

tati della catastrofe? Le ipotesi

elaborate dagli scienziati di tut-

to il globo sono numerosissime,

tuttavia, secondo quella più ac-

creditata, all‟origine dell‟ impat-

to ci sarebbe lo scontro tra un

asteroide e gli strati più alti

dell‟atmosfera; ciò ha prodotto

una pioggia di detriti che ha

“bombardato” la regione sopra

citata. In altre parole, se le vit-

time del meteorite non sono sta-

te milioni e la geografia del no-

stro pianeta non è stata mutata

di colpo è per merito della no-

stra atmosfera, che ha assunto

un ruolo determinante fungendo

da schermo protet t i vo .

Nell‟analizzare il fenomeno c‟è

anche da considerare che la Rus-

sia è una delle regioni al mondo

con la più alta concentrazione di

centrali nucleari. Fortunatamen-

te i detriti non hanno danneggia-

to alcuna centrale e gli esperti

confermano come i livelli di ra-

diazione siano rimasti nella me-

dia. L‟evento, nella sua gravità, è

servito a dare una scossa agli

“esperti celesti” che forse a-

vrebbero potuto prevedere il

fenomeno prima che si consu-

masse. Ma non solo, quanto avve-

nuto è servito quasi da lezione

agli esperti del calcolo delle or-

bite degli asteroidi, i quali han-

no previsto diverse situazioni a

rischio per gli anni a venire. Non

ci resta che aspettare e spera-

re: riusciremo ad evitare la cata-

strofe?

Alessandro Pitrelli IVA Liceo

Il fiume Crati

inquinato!

La densità di popolazione dislo-

cata nel bacino del fiume Crati è

la più elevata della regione Cala-

bria. Vi si trovano, infatti, ben

68 Comuni, tra cui Cosenza e

Rende che sono molto popola-

ti. Le acque del Crati, essendo

limitato il numero dei depuratori,

risultano piuttosto inquinate,

anche se, per fortuna, non si è

giunti ai limiti del collasso ecolo-

gico. Nel primo tratto, cioè dalla

sorgente a Cosenza, le acque del

Crati conservano il sapore delle

nevi. Tra Cosenza e Rende esse

si caricano del 50% del loro abi-

tuale inquinamento, che è di na-

tura biologica (Coliformi fecali e

Streptococchi).

Tra Montalto Uffugo e Torano,

per la presenza di alcune indu-

strie, le acque si arricchiscono di

sostanze inquinanti di natura

chimica. Man mano che scendono

verso la pianura, esse si caricano

di altre sostanze inquinanti pro-

venienti dall‟agricoltura: concimi

chimici, pesticidi, erbicidi, diser-

banti, ecc. Le analisi chimiche

effettuate bimestralmente rive-

lano, infatti, la presenza di so-

stanze nocive e molto tossiche.

Naturalmente si capisce che da

parte di tutti noi debba esserci

un‟iniziativa di tutela del patri-

monio naturale.

Se si dovessero riportare le leg-

gende che riguardano il fiume ed

i fatti che si sono succeduti nel

tempo e dei quali esso è stato

testimone silenzioso, occorre-

rebbero fiumi di inchiostro. No-

stro interesse non è di intra-

prendere una strada che porte-

rebbe nell‟intricato mondo della

storia lontana. Si vuole solamen-

te far emergere e sottolineare

che le popolazioni, nel passato,

vivevano un rapporto diverso con

il fiume Crati, un rapporto di re-

ciproco compiacimento ed amici-

zia. Ci sembra, quindi, che nel

passato si viveva un rapporto più

umano con il fiume.

Oggi le insidie dell‟inquinamento

condizionano i rapporti; non ci si

accorge nemmeno del fluire delle

acque, anzi qualcuno si stupisce

nel vedere qualche nostalgico

intento a fotografare aspetti

che, comunque, racchiudono un

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GIUGNO 2013 PAGINA 19

fascino paesaggistico unico.

Sviluppo urbanistico

Possiamo ben affermare che

ultimamente a Cosenza ci sono

stati miglioramenti a livello urba-

no.

Da menzionare il completamento

di Corso Mazzini, trasformato

quasi interamente in un‟isola pe-

donale: il tutto è arricchito da

un museo all‟aperto, da piante

L’abbigliamento come

espressione di sé

La moda è passione, è volontà, è

amore per se stessi, è necessità

di esprimersi. Gli abiti, le sciarpe

dai mille colori, i cappelli informi,

le scarpe, basse o alte che siano,

ci aiutano a comunicare attra-

verso il corpo, a trasmettere i

vari stati d‟animo, come la sicu-

rezza espressa da una donna che

con i suoi sgargianti tacchi alti

cammina con fierezza attirando

l‟attenzione su di sé, o

l‟imbarazzo e la riservatezza di

colui che vorrebbe nascondersi

nei propri maglioni larghi quasi

come se volesse chiudersi in un

mondo tutto suo. Ognuno vive la

moda in modo diverso anche per

quanto riguarda la scelta dei co-

lori: c‟è chi preferisce indossare

capi dai colori scuri e opachi co-

me il nero e il grigio e chi ama

accostare colori accesi come l‟

arancio, il giallo e l‟azzurro. La

moda può rappresentare addirit-

tura una “terapia” per le persone

vittime del la cosiddetta

“shopping mania”, che amano alle-

viare i problemi comprando abiti

di tutti i generi.

e fioriere e da una bellissima

fontana musicale, che hanno con-

tribuito a rendere il centro di

Cosenza più interessante e pia-

cevole.

I mass media ci trasmettono

quotidianamente simboli di per-

fezione che inducono gli adole-

scenti, caratterizzati da una

personalità non precisa e poco

delineata per via dell‟età, a se-

guire determinati canoni di bel-

lezza e a interiorizzarli per inse-

rirsi nel gruppo e conformarsi

alle necessità della massa.

Nell‟età giovanile, infatti, come

afferma A. Mucchi nel testo “Il

conformismo”, il principio fonte

di felicità coincide con la neces-

sità di piacere agli altri per es-

sere apprezzato e riconosciuto.

Il giovane quindi è indotto a

comprare e ad indossare abiti

che non rispecchiano i propri

gusti e, metaforicamente, è por-

tato ad indossare una maschera

apparentemente bella, ma che in

realtà non ha nessun contenuto,

e “ad accettare pienamente le

norme e i valori vigenti nel

Degno di nota è poi il completa-

mento di Viale Parco, che si e-

stende fino alla città di Rende;

pratico e comodo sia per chi vuo-

le usare l‟auto sia per chi vuole

godere di una bella passeggiata a

piedi o in bicicletta, consideran-

do la presenza di verde ben cu-

rato e di una diffusa illuminazio-

ne.

Pierpaolo Campilongo II A C.A.T.

gruppo anche quando in realtà

non li condivide”. Gli stessi ac-

cessori sono espressione della

personalità di chi li indossa e

sono fondamentalmente dei sim-

boli che hanno da sempre il com-

pito di differenziare il gruppo

sociale a cui si appartiene. Biso-

gna riconoscere che, purtroppo,

l‟abbigliamento influenza il no-

stro giudizio sugli altri; l‟aspetto

fisico è ciò che appare agli occhi

al primo impatto, è l‟orma che

ognuno lascia di sé. Ritengo che

la moda autentica sia saper pia-

cere senza omologarsi ai dettami

diffusi e che indossare un abito

significhi sentirsi se stessi. La

moda reale è espressa solo da

colui che crea la moda da sé,

come fanno gli stilisti che la

considerano una forma d‟arte

attraverso cui esprimere la na-

tura e i sentimenti. La moda è

personale, non segue regole pre-

cise, non esiste abito che si deve

o non si deve indossare. Esiste

solo ciò che si vuole far capire

agli altri attraverso il corpo e gli

abiti svolgono il ruolo di

“trasmettitori”.

Noemi Mancini V B Liceo

SOCIETA’

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PAGINA 20 PENSIERI E PAROLE

La guerra, un‟ostilità che si mani-

festa tra individui o gruppi e

che fino ad oggi ha provocato un

immenso spargimento di sangue,

ha da sempre portato tristezza,

malinconia, distruzione, rasse-

gnazione. Tuttavia in questi ulti-

mi anni sembra sia un fenomeno

in decremento e spero che nel

corso del tempo possa annullarsi

definitivamente.

Il 2012 è stato un anno impor-

tante riguardo ai conflitti arma-

ti, in quanto è stata annunciata

da parte dei servizi segreti ame-

ricani la morte di Bin Laden, uno

dei capi dell‟organizzazione ter-

roristica islamica Al Qaeda, ov-

vero “La base”, nata dopo la pri-

ma guerra del Golfo e contrasta-

ta dagli Stati Uniti d‟America

con numerose missioni militari.

Tutti noi ricordiamo che i terro-

risti di Al Qaeda furono i re-

sponsabili degli attentati a New

York e a Washington l‟11 set-

tembre del 2001.

Attualmente alcuni dei principali

conflitti che logorano gli Stati

del mondo sono: le guerre nel

Medio Oriente, una vera e pro-

pria polveriera in quanto alle ri-

vendicazioni socio-economiche o

politiche si somma la presenza

del petrolio in alcuni Paesi

dell‟area; le guerre in Asia cen-

tro-meridionale, nella quale al

conflitto in Afghanistan si

aggiunge la tensione tra Pakistan

e India a causa della regione del

Kashimir; e le pericolose guerre

in Africa, tra le quali risultano

particolarmente cruente quelle

in Sudan, in Somalia e nella Re-

pubblica Democratica del Congo.

Da circa cinquant‟anni si sente

parlare del conflitto israelo-

palestinese che ha portato di-

struzione e morte tra i due po-

poli. Attualmente è in gioco il

predominio sulla striscia di Gaza,

al confine tra i due Stati che

dovrebbero convivere in quei

territori, così come prevedeva la

ormai lontana risoluzione ONU

del 1948.

Da non dimenticare la vera e

propria “guerriglia urbana” scop-

piata pochi anni fa in Libia, dove

la popolazione si è ribellata a

Gheddafi dopo quarant‟ anni di

dittatura e dispotismo. I Paesi

occidentali si sono schierati su-

bito al fianco dei ribelli, deside-

rosi di avviare o conservare il

controllo sullo sfruttamento dei

pozzi petroliferi libici. Da oltre

un anno si combatte in Siria una

disastrosa guerra civile tra i so-

stenitori e gli oppositori di Assad,

che non vuole rinunciare al pote-

re. Le ragioni per le quali si verifi-

cano conflitti armati sono diverse.

Uno dei motivi principali è

l‟accaparramento di ricchezze e

risorse, ma notevole importanza

hanno le divisioni sociali o etniche

e le rivendicazioni politiche; anche

le motivazioni religiose sono rile-

vanti, come mostra il conflitto tra

India e Pakistan per il Kashimir,

dove la popolazione musulmana

rivendica l‟indipendenza dall‟India.

Alcuni Paesi europei, Russia,

Francia, Germania, Regno Unito,

e gli Stati Uniti sono tra i mag-

giori produttori di armi, mentre i

principali acquirenti restano i Pae-

si in via di sviluppo; in genere le

spese militari rimangono prepon-

deranti in vari Paesi del mondo.

Gino Strada , uno dei fondatori di

Emergency, sostiene che le guer-

re continuano perché in varie

parti del globo si ignorano i diritti

umani. Se invece i diritti umani

fossero al centro delle azioni dei

governi i conflitti sparirebbero e,

concretamente, si promuovereb-

be la pace. Mi auguro che nel tem-

po il rispetto dei diritti umani di-

venti sistema di pensiero e modo

di sentire diffuso.

Francesco Tenuta II C Liceo.

I conflitti armati, anche se in sensibile diminuzione, insanguinano ancora

diverse regioni del mondo.

LA PAROLA AI DOCENTI

La scuola: un emozionante viaggio … senza ombre!

Abbattiamo il labirinto dei disturbi specifici dell’apprendimento

“Quando partirai diretto ad Itaca, che il tuo viaggio sia lungo / ricco di avventure e di conoscenza. /Non teme-re i lestrigoni e i ciclopi / né il furioso Poseidone; /durante il cammino non li incontrerai / se il pensiero sarà elevato, se l‟emozione / non abbandonerà mai il tuo corpo e il tuo spirito”.

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GIUGNO 2013 PAGINA 21

Inizia con questi versi Itaca, una

poesia di Konstantinos Kavafis,

messaggio emozionante alimenta-

to dalla speranza e dal coraggio,

elementi essenziali per chi si

trova ad affrontare ogni giorno

gli ostacoli posti dalla società e

consentire a chi è più

“sfortunato” di intraprendere

dignitosamente e autonomamen-

te il viaggio della propria vita.

Sono tanti i ragazzi che iniziano

il proprio cammino tra molte dif-

ficoltà, ma un modo per combat-

tere i fantasmi dei disturbi spe-

cifici dell‟apprendimento c‟è e si

chiama ABA-VB!

ABA-VB è l‟acronimo di Applied

Behavioral Analysis-Verbal Be-

havior, ossia Analisi del Compor-

t a m e n t o A p p l i c a t a -

Comportamento Verbale, ed è un

intervento educativo che nasce e

continua a svilupparsi dai risulta-

ti della ricerca scientifica e del-

la psicologia comportamentale.

L‟obiettivo di tale approccio è

quello di educare i ragazzi mo-

dellando gradualmente e senza

errori, quindi senza frustrazio-

ne, i loro comportamenti sia in

termini di regole sociali che di

comunicazione scritta e orale.

Questo intervento è applicabile

e valido non solo per ragazzi con

d i s t u r b o s p e c i f i c o

dell‟apprendimento (DSA), ma

anche per tutti i ragazzi che

presentano problemi di apprendi-

mento. Non solo, nei Paesi anglo-

sassoni, questa metodologia è

normalmente utilizzata come

strumento per risolvere proble-

matiche del mondo del lavoro!

L‟ABA-VB deve essere svolto il

più possibile nei contesti naturali

di vita del ragazzo, insegnando

prima di tutto alla famiglia e ai

docenti della scuola come com-

portarsi e come relazionarsi con

il ragazzo, affinché, così come

avviene nella normalità, anche

per questi ragazzi ogni momento

della giornata sia occasione di

apprendimento. La scuola rap-

presenta uno spazio privilegiato

per i ragazzi con queste partico-

lari problematiche poiché oltre a

favorire gli apprendimenti acca-

demici (lettura, scrittura, calco-

lo) permette il miglioramento

d e l l ‟ i n t era z i o n e s oc i a l e ,

l‟arricchimento della comunica-

zione funzionale e la diversifica-

zione degli interessi e delle atti-

vità. Inoltre, la presenza dei co-

etanei rende l‟ambiente scolasti-

co il palcoscenico naturale in cui i

ragazzi con questo problema

possono generalizzare acquisi-

zioni e competenze favoriti in

setting strutturati.

Oggi la scuola è vista esclusiva-

mente come luogo in cui appren-

dere nozioni e viene pertanto

sminuito il complesso ruolo edu-

cativo, sociale e terapeutico che

può svolgere; inoltre non esisto-

no in Italia scuole che consento-

no di applicare questa metodolo-

gia (ABA) in modo intensivo,

malgrado la validità degli inter-

venti basati sull‟ABA sia docu-

mentata da oltre 30 anni di ri-

cerca scientifica e sia stata

dimostrata la superiorità di que-

sto intervento rispetto a qualun-

que altro. Anche l‟Istituto Supe-

riore della Sanità (nel documen-

to di ottobre 2011) riconosce

l‟efficacia dell‟ABA nel migliora-

re e recuperare i deficit di que-

sti ragazzi “speciali”. I ragazzi

con questi problemi, purtroppo,

sono in continuo aumento (le ulti-

me statistiche parlano di 1 bam-

bino su 110 – CDC 2009), pertan-

to la necessità di istituire per-

corsi ABA sta crescendo in modo

esponenziale e la scuola non può

adeguarsi all‟attuale situazione

di incertezza e provvisorietà! La

scuola deve aprirsi e collaborare

con gli specialisti in Analisi Com-

portamentale, solo così si potrà

dare alle insegnanti gli strumenti

per poter “insegnare” efficace-

mente (e non solo) anche a questi

ragazzi.

La speranza è che questa meto-

dologia, nonostante il difficile

periodo storico che stiamo vi-

vendo, possa diffondersi a mac-

chia d‟olio nel mondo

dell‟istituzione scolastica, al fine

di consentire a questi ragazzi,

cui il destino ha già giocato un

brutto tiro, di colmare i deficit

che presentano e vivere serena-

mente l‟avventura della vita …

senza ombre!

Prof.ssa Patrizia Gallo

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PAGINA 22 PENSIERI E PAROLE

The Help

Un film di Tate Taylor con

Emma Stone, Viola Davis,

Bryce Dallas Howard, Octavia

Spencer, Jessica Chastain. La

durata del film è 137 minuti, è

stato girato negli USA, il film

è drammatico ed è basato sul

best- seller di Kathryn Sto-

ckett.

Eugenia “Skeeter” Phelan trova

lavoro nella redazione di un gior-

nale e decide di tornare nella sua

città natale, in Mississippi, per

annunciare la notizia. Al suo arri-

vo in città trova le sue amiche d‟

infanzia e i suoi genitori, ma

non riesce a rintracciare la sua

badante di colore, Constantine.

Nel periodo in cui Skeeter rima-

ne in città si rende conto del

razzismo che dilaga tra le sue

amiche. Allora decide di scrivere

un libro, composto dalle testi-

monianze delle cameriere di co-

lore. A dare il via a tutto questo

sono le testimonianze di Aibileen

e di Minny, amiche di vecchia

data e cameriere di colore. L‟

argomento trattato nel film è

uno dei più attuali, ovvero il raz-

zismo. Il film si concentra so-

prattutto sulla metà degli anni

„60, quando le cameriere di colo-

re crescevano i figli delle fami-

glie bianche ma non potevano

usare neanche il bagno in casa

perché considerate portatrici di

malattie. Il tema che più viene

messo in risalto è senza dubbio

il coraggio, quello che salva una

generazione e che ci permette

di reagire a ciò che ci disturba.

Ma reagire non è un gioco, anzi a

volte costa molto, infatti vedre-

mo le tre protagoniste fare del-

le scelte che in alcuni casi le

porteranno ad una meritata ri-

compensa, mentre in altri casi le

porteranno a perdere ciò che

hanno di più caro. Il messaggio

del film è quello di non restare

in silenzio, ma reagire con co-

raggio perché ognuno di noi può

riuscire a cambiare tutto. Il cast

è in gran parte al femminile, gli

uomini infatti ricoprono una par-

te secondaria; molto curati i co-

stumi e ottime le inquadrature.

L‟ unica pecca è la colonna sonora

che non annovera molti brani e

non riesce sempre a trasmettere

le giuste emozioni. È un film da

vedere almeno una volta. L‟ a-

spetto ironico è sempre presen-

te ma non distrae lo spettatore

dai temi principali. Il film è per-

fetto anche per passare una

serata divertente.

Simone Senatore III A C.A.T.

I GIOVANI E LA

MUSICA

Nella società odierna, la musica

è sempre più diffusa tra i ragaz-

zi. Questa “esplosione” coinvolge

tutti i generi, dalla musica com-

merciale a quella classica. Per i

giovani, cosa significa veramente

la musica?

Per alcuni è una valvola di sfogo,

per altri un mezzo per divertirsi

in discoteca con gli amici.

C‟è chi proprio durante

l‟adolescenza, spinto dall‟amore

verso la musica, sceglie di dedi-

care tutta la sua vita ad essa.

Anche nella vita di tutti i giorni,

la musica funge da “etichetta”,

dividendo spesso i gruppi di ra-

gazzi in comitive. Ma com‟è pos-

sibile che l‟ascolto di un genere

musicale riesca a cambiare la

visione di chi ci circonda? Basti

pensare a coloro che ascoltano

generi meno diffusi (quali metal

e rock, con sottogeneri annessi),

spesso allontanati perché

“diversi” dalla massa. Ma diversi

da chi? Per quale motivo? Non si

tratta sempre di un coetaneo

con gli stessi interessi? Tuttora,

benché si tratti di un problema

non troppo grave, l‟apparenza

condiziona fortemente il giudizio

di chi ci circonda.

Spesso, infatti, al proprio gene-

re musicale si associa anche un

look stravagante, come se si

volesse manifestare il più possi-

bile i propri gusti. Molti lo fanno;

altri, invece, adattano il look

soltanto al loro modo di sentirsi

a proprio agio, ma le conseguen-

ze sono le stesse. Chi vede in

giro un taglio di capelli vistoso,

piercing o vestiti strappati

“etichetta” subito l‟individuo, a

prescindere dalla personalità.

Ma è forse giusta una cosa del

genere? Una persona può davve-

ARTE, MUSICA e SPETTACOLO

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GIUGNO 2013 PAGINA 23

ro essere giudicata per l‟aspetto,

senza tenere conto della sua in-

teriorità? Purtroppo, non è sem-

pre la risposta giusta quella che

viene presa in considerazione.

Emanuele D’Alberto IV A Liceo

Jim Morrison:

tra poesia, musica e follia.

Jim Morrison nacque l‟8 dicem-

bre del 1943. Trascorse la sua

infanzia cambiando spesso paese

a causa dei trasferimenti di suo

padre; per questo motivo Jim

non ebbe mai amici. Tra lui e la

sua famiglia non correvano buoni

rapporti, infatti aveva due fra-

telli dai quali si faceva rispetta-

re e ai quali non si sentì mai par-

ticolarmente legato; appena fu

possibile se ne andò per fre-

quentare l'università cinemato-

grafica dell'UCLA. In principio

Jim ebbe una carriera scolastica

GLI EFFETTI

SECONDARI DEI

SOGNI

Giovani vite si intrecciano e

trovano nuove speranze

“Gli effetti secondari dei so-

gni” è l‟ultimo dei quattro libri

pubblicati da Delphine de Vigan;

brillante, infatti spesso stupiva

i professori con delle riflessioni

a proposito degli innumerevoli

libri letti. Durante gli studi uni-

versitari, Jim conobbe molta

gente e per la prima volta riuscì

ad avere degli amici. Abbandonò

l'università dopo che un suo cor-

tometraggio fu rifiutato per una

apparizione al "Royce Hall". Un

giorno mentre camminava per il

campus vide Ray Manzarek, ami-

co di un suo compagno di univer-

sità; si misero a parlare e questi

gli propose di apparire in un suo

concerto facendo finta di suona-

re la chitarra, perché un compo-

nente della band si era ammala-

to. Jim accettò: gli sembrò in-

fatti un modo molto semplice per

guadagnare dei soldi. In quel pe-

riodo egli dovette anche presen-

tarsi per la visita medica milita-

re, fu decretato abile, ma rinviò

il servizio avvalendosi di motivi

di studio. Iniziò a frequentare la

spiaggia di Venice dove scrisse

molte canzoni come "Hello, I love

you" e "End of the night", formò

poi un gruppo col suo vecchio

amico di università Ray, decise di

con esso l‟autrice ha vinto il

“Prix des libraires”. Delphine è

una scrittrice francese nata a

Boulogne-Billancourt; nel 1966,

prima di iniziare a scrivere, ave-

va piccoli incarichi, ma è scrittri-

ce a tempo pieno dal 2000; vive a

Parigi con i suoi due figli. Il libro

narra la storia di due ragazze:

Lou e No. Lou ha 13 anni, possie-

de un quoziente intellettivo

chiamare la band “The Doors”,

poiché egli sosteneva che esiste

il noto e l'ignoto, e che questi

due mondi sono divisi da una por-

ta, proprio ciò che lui voleva es-

sere. Agli inizi della sua carriera

conobbe Pamela Courson, una

ragazza diciottenne dal viso pal-

lido, coi capelli rossi, vulnerabile,

remissiva e adorabile. Jim decise

che era venuto il momento di

informare la sua famiglia dei suoi

progetti per il futuro, ma suo

padre definì la rock band una

"ca**ata". Jim era arrivato or-

mai al punto critico della sua

vita: iniziò a prendere pasticche

di LSD come fossero noccioline,

e un giorno decise perfino di an-

dare nel deserto per provare la

mescalina nella sua forma pura,

perché secondo alcuni studi dava

effetti di vera follia. Morrison

era per i sui milioni di fan un av-

vincente ribelle, mentre per l'A-

merica era un pericolo pubblico,

tanto da essere definito un per-

sonaggio apocalittico. Ormai ri-

ceveva moltissime lettere di am-

miratori a cui non poteva rispon-

dere, così diede l'incarico ad un

ragazzino di soli tredici anni, che

avrebbe mantenuto buoni rap-

porti con i numerosi fan. Moriva

a Parigi il 3 luglio del 1971, a

soli 28 anni.

La Redazione Studenti

di 160 e per questo si trova già

al terzo superiore, in classe rie-

sce a instaurare un buon rappor-

to solo con Lucas. Ma Lou, sola e

con una tragedia familiare incol-

mabile, passa la maggior parte

del suo tempo libero a vivere le

emozioni degli altri: la gioia dei

bambini, il dolore, lo smarrimen-

to; le piace particolarmente

INVITO ALLA LETTURA

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PAGINA 24 PENSIERI E PAROLE

vivere le emozioni che avvengo-

no nelle metropolitane o nelle

stazioni ferroviarie, ovvero quel-

le delle famiglie che si separano

o ritrovano, degli amanti che si

salutano o rivedono. Proprio in

una di queste stazioni incontra

No. Appena più grande di Lou, No

è un ragazza che si è lasciata

alle spalle un difficile e brutale

passato a causa del quale adesso

vive per strada. Tra le due nasce

un' amicizia speciale che arrive-

rà a cambiare le loro vite e ad

alimentare reciprocamente le

speranze. Ad aiutarle c'è anche

Lucas, un ragazzo vivace e indi-

sciplinato. Le tre giovani vite si

intrecciano creando un forte

legame. Questo libro mi è piaciu-

to moltissimo. La lettura è scor-

revole e i personaggi sono ben

descritti, ma soprattutto il te-

sto fa riflettere su molte cose,

tra cui la generosità della prota-

gonista e il suo modo di osserva-

re le situazioni o provare emo-

zioni. Ci sono due frasi che mi

hanno colpito in particolar modo.

La prima è: "Siamo capaci di spe-

dire aerei supersonici e missili

nello spazio, identificare un cri-

minale grazie a un capello o un

minuscolo lembo di pelle, creare

un pomodoro che resti tre setti-

mane in frigorifero senza rag-

grinzirsi, contenere miliardi di

informazioni in un microchip.

Siamo capaci di lasciar morire la

gente per strada.” La frase cita-

ta è molto significativa, ma so-

prattutto veritiera; dovremmo

avere tutti un po‟ di coraggio e di

buon senso come Lou. La seconda

frase invece mi ha colpito per-

ché mi ha fatto comprendere un

concetto sul quale non avevo mai

riflettuto prima: "Adesso so che

la violenza è anche nel silenzio e

qualche volta è invisibile a occhio

nudo. La violenza è il tempo che

risana le ferite, la sequenza

irriducibile dei giorni, l'impossi-

bile ritorno indietro. La violenza

è quello che ci sfugge, che tace,

che non si manifesta, la violenza

è ciò che non ha spiegazione, che

resterà opaco per sempre.” Con-

siglio a tutti di leggerlo, soprat-

tutto agli adulti per far capire

loro un po‟ di ciò che proviamo a

volte noi giovani, e anche per far

rivivere loro qualche emozione

dell‟adolescenza.

Lorenza Guerriero I D Liceo

JANE EYRE

Un capolavoro della letteratura inglese

"La vostra anima dorme. Deve ancora venire il colpo che la sve-glierà. Voi pensate che l'intera esistenza passi tranquilla così come lo è stata la vostra giovi-nezza fino ad oggi: galleggiando con gli occhi chiusi e le orecchie otturate non vedrete gli scogli rocciosi che si avvicinano nella corrente, non sentirete le onde frangersi contro di loro. Ma vi dico una cosa; un giorno non lon-tano arriverete a un passaggio scosceso dove il torrente della vita si frantumerà in turbini e tumulto, schiuma e rumore. Fini-rete annientata in piccoli atomi

sulle rocce aguzze, o sollevata e trasportata via da un'onda enor-me verso una corrente più calma, come sono io adesso."

Edward Rochester, Capitolo

quattordici, pagina 223.

Ricalca questa profonda rifles-

sione il libro firmato da

Charlotte Bronte: se ci si vuole

immergere in una coinvolgente

storia d'amore al profumo dei

fiori degli alberi di ciliegio che

ombreggiano i lussureggianti

giardini di Thornfield Hall, se si

vogliono scrutare dalla veranda

di carta di un libro i paesaggi di

un'Inghilterra ottocentesca e se

si vogliono rivestire i panni di una

ragazza dal carattere indipen-

dente e dall'incalzante forza di

volontà Jane Eyre è il romanzo

perfetto. Una mattina la povera

Jane sale su una carrozza, stan-

ca di essere continuamente sog-

getta a vessazioni da parte della

fredda zia. Destinazione: scuola

di Lowood per giovani fanciulle

orfane. Non ha famiglia né pa-

renti oltre a quelli da cui sta

fuggendo, né denaro. È accom-

pagnata da una valigia di cuoio

nero e da un'unica costante spe-

ranza: essere finalmente felice.

Inizialmente l'istituto le sembra

il posto più inospitale d'Inghil-

terra, immerso nella crudeltà e

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GIUGNO 2013 PAGINA 25

intriso di pregiudizi, fino a quan-

do la piccola Jane non trova la

volontà di scavare nel fondo mel-

moso e scorgere un flebile barlu-

me che la renderà più saggia, più

riflessiva e più tenace. Quando

anche i suoi giorni a Lowood stan-

no per terminare, Jane, ormai

diciottenne, sceglie di intrapren-

dere la strada dell'insegnamento

che la condurrà a Thornfield, un

luogo sconosciuto che conserva

un oscuro segreto. Poco importa,

dato che ad attenderla sarà l'a-

more della sua vita, il Signor Ro-

chester, uomo intelligente, enig-

matico, lunatico, carismatico. Una

vicenda d'amore che trascina dal

primo all'ultimo rigo, con chi se

ne va e chi torna, con chi si ab-

braccia e chi se ne scappa, imper-

fetta e perfetta a modo suo.

Tuttavia Jane Eyre è anche la

storia di una felicità anelata, ne-

gata e infine

compensata. È

l'emblema che

gli sforzi, i do-

lori e le lacrime

vengono risarciti. È un romanzo

che s'incentra particolarmente

sulla descrizione di paesaggi e

l'introspezione di personaggi, che

rende capace il lettore di usare

le pagine del libro come portali

per entrare in un'altra dimensio-

ne, quella dell'immaginazione. Un

libro da leggere con meticolosità,

non troppo complesso dal punto di

vista lessicale, scorrevole e molto

coinvolgente.

Maria Vittoria Mollica ID Liceo

LA COLLINA DEL

VENTO Storia di una famiglia

calabrese

“La collina del vento” è un ro-

manzo scritto da Carmine Abate,

nato nel 1954 a Carfizzi, un pae-

sino della Calabria, ed emigrato

in Germania dove ha iniziato la

carriera di scrittore. Il romanzo

è stato pubblicato nel 2012 dalla

casa editrice Mondadori. Narra

la storia della famiglia Arcuri, i

custodi della collina detta

“Rossarco”. Tre giovani fratelli,

Arturo, Michele e Angelo, sento-

no degli spari sulla collina e han-

no troppa paura per controllare,

eccetto Arturo che, a causa del-

la sua curiosità, corre in alto e

vede due uomini uccisi. Gli viene

raccomandato di non dire nulla

per essere più al sicuro, ma que-

sta storia lo tormenterà per tut-

ta la vita. Fattosi adulto combat-

te nella Grande Guerra, ma i suoi

fratelli muoiono. Tornato in pa-

tria decide di farsi una famiglia,

sposa Lina dalla quale ha due fi-

gli, Michelangelo e Sofia Anto-

nia, chiamata da tutti Ninabella.

Crescono sani e forti e vengono

istruiti dal maestro Tavella. Ar-

turo rifiuta la vendita del Ros-

sarco al latifondista don Lico e

minaccia di ucciderlo se si fosse

avvicinato, per questo motivo

viene punito con cinque anni di

confino. Siamo nel periodo fasci-

sta. Durante la sua assenza, sulla

collina avvengono degli scavi di-

retti da Paolo Orsi, un famoso

archeologo, a l l a r icerca

dell‟antica città di Krimisa. Riu-

sciranno a trovarla veramente?

Che cosa succederà alla famiglia

Arcuri, e quale destino spetterà

ad Arturo e Michelangelo? Ma

soprattutto, chi è l‟assassino dei

due giovani uccisi tanti anni

prima? Il linguaggio del romanzo

è semplice e scorrevole con alcu-

ne parole in dialetto calabrese,

proprio perché l‟autore è rimasto

molto legato alle sue radici. Ha

un ritmo veloce tanto che si

legge tutto d‟un fiato, è ricco di

suspense e colpi di scena ed è

molto coinvolgente.

La storia viene raccontata da

Rino, il figlio di Michelangelo,

g r a z i e a i r a c c o n t i d i

quest‟ultimo. Il romanzo presen-

ta alcune caratteristiche tipiche

di un giallo in cui spiccano, però,

i valori della famiglia e

l‟attaccamento alla propria ter-

ra, specifici della gente del Sud.

È il racconto di una famiglia for-

te nelle avversità della vita, che

nessun vento potrà mai piegare.

Martina Dodaro I D Liceo

La lettura rende un uomo com-

pleto, la conversazione lo rende

agile di spirito e la scrittura lo

rende esatto.

Francis Bacon

Ciò che è detto se ne vola via,

ciò che è scritto rimane.

Terenzio

Nessun vascello c'è che come un

libro possa portarci in contrade

lontane.

Emily Dickinson

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PAGINA 26 PENSIERI E PAROLE

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Matricole e Sport. Torneo di calcio a 5 delle matricole 2013

Le matricole 2013, cioè gli alun-

ni delle classi prime dell‟IIS Ca-

strolibero, dopo essersi cimenta-

te nel corso dell‟anno in vari

sport, tra cui calcetto, campe-

stre, pallavolo, tennistavolo, ba-

sket, badminton, il 7 giugno han-

no disputato le partite del tor-

neo di calcio a 5, predisposto

esclusivamente per loro dai

proff. del Centro Sportivo Sco-

lastico Malfi, Rosaspina e Cocca.

Gli alunni hanno partecipato con

l‟entusiasmo e la gioia che li con-

traddistinguono. La vivace comi-

tiva, composta da oltre 50 alun-

ni, ha lasciato la scuola e si è

incamminata alla volta del Centro

Sportivo Real Cosenza, che come

in altri occasioni ha ospitato

l‟evento scolastico, accompagna-

ta dai proff. di Ed. Fisica. Hanno

partecipato le classi I A C.A.T., I A A.F.M., I A Turismo, I A

Liceo, I C Liceo. Non hanno potu-

to partecipare, per ragioni di-

dattiche, cioè legate a interro-

gazioni ancora incomplete, gli

alunni della I B C.A.T., I B Liceo,

I D Liceo. Dopo le dieci partite

previste dal torneo e suddivise

in cinque giornate di gioco, sono

state quindi disputate la semifi-

nale e la finale. Gli alunni non si

sono mai risparmiati, anzi hanno

giocato con agonismo ed allegri-

a mostrando tecnica di gioco e

padronanza degli schemi. La fi-

nale per il terzo posto è stata

combattuta da squadre del Ma-

jorana: la I A Turismo e la I A

A.F.M.; ha vinto, di misura, la I

A Turismo. La finale è stata gio-

cata dagli alunni della I A C.A.T.

e dalla I C Liceo. Alla fine han-

no prevalso l ‟esperienza,

l‟allenamento e la tecnica indivi-

duale dei geometri. La I A C.A.T.

è quindi la squadra campione del

torneo delle matricole 2013. Fe-

lici per aver vissuto una giornata

di sport, gli alunni sono poi tor-

nati a scuola chiedendo ai proff.

di ripetere l‟esperienza anche in

seconda classe. A tutti gli allie-

vi, calciatori, arbitri e fotore-

porter ufficiali, i complimenti

dei proff. di Ed. Fisica e della

Redazione per il comportamento,

la disciplina, il rispetto dei com-

pagni e dei luoghi.

I proff. di Educazione Fisica

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POESIA

GIUGNO 2013 PAGINA 27

La macchina del tempo

Vorrei avere la macchina del tempo

per andare nel passato e vedere nel contempo

come mangiavano bene i nostri bisnonni

dormendo così tranquilli sonni.

Al mattino si recavan nelle stalle,

per gustare un latte a cinque stelle;

per spuntino un succoso frutto,

per antipasto pane e prosciutto.

Vedo ora una tavola imbandita

gustose pietanze da leccarsi le dita.

Tutti prodotti genuini della terra,

non coltivati in una malsana serra.

Oggi purtroppo tutte le mattine

solo succhi e grasse merendine,

tutti ricchi di conservanti

che di malanni ne provocan tanti.

A pranzo poi il minestrone.

Ma le verdure, saranno buone?

Per non parlare di carne e pesce

la cui qualità non sempre riesce.

Con la macchina del tempo vorrei ritornare

laddove la vita era più salutare.

Son consapevole che è un sogno impossibile

bisogna perciò che ciascuno sia vigile.

Dedico questi versi alle autorità

affinché proteggano l‟umanità

da tutti coloro che per speculare

anche i figli riescono a danneggiare.

Francesca Filice II C Liceo

Tra cielo e mare

Lontana è quella riga,

quella riga tra cielo e mare,

quella linea un po‟ mistica,

quella che non si può toccare

Anche se allunghi un dito,

credendo di toccarla,

in un attimo ti accorgi

che non riesci neppure a sfidarla.

Poi prendi una zattera

credi di poterci arrivare

ed invece, voltandoti,

ne vedi una uguale.

Quella linea, l‟orizzonte,

è come la felicità

cerchi sempre di raggiungerla

quando invece ce l‟hai già.

Francesca Filice II C Liceo

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PAGINA 28 PENSIERI E PAROLE

Si sente ...

Si sente come un fiore appassito,

un fiore che perde i suoi veri colori,

un fiore trasportato dal vento.

Si sente come un cigno imbrattato di fango,

un cigno che ha perso le ali,

un cigno che si nutre di erba marcia

rinchiuso in una minuscola gabbia.

Si sente come un pezzo di carta

sporco,strappato, pieno di inchiostro.

Un pezzo di carta usato per colorare,

un pezzo di carta usato per disegnare

... Ma, disegnare cosa? Orrore? Dolore?

Si sente come una bambola di porcellana,

bella e priva di forze,

rinchiusa in una stanza spettrale,

oggetto di un gioco brutale

che si riduce in frantumi.

Si sente una donna

ma un uomo le tira i capelli,

la priva della sua felicità e della sua dignità

...Non è più la sua donna

Ma la sua preda!

Federico Caruso V B Liceo

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La Dirigente Scolastica Iolanda Ma-

letta ha coinvolto noi studenti, le no-

stre famiglie, le associazioni e i citta-

dini di Castrolibero nel progetto

“Adotta un ricercatore” per raccoglie-

re fondi e finanziare così una settima-

na di lavoro di un ricercatore impegna-

to nella lotta alle malattie genetiche.

Grazie ai fondi Telethon migliaia di

ricercatori possono restare in Italia e

lavorare per garantire ai bambini le

cure necessarie.

Lorenzo Russo III A C.A.T.