le demenze

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LE DEMENZE LE DEMENZE Dr Gianna Gambaccini Dr Gianna Gambaccini UO Neurofisiopatologia, OC “F. Lotti”- UO Neurofisiopatologia, OC “F. Lotti”- Pontedera Pontedera AUSL 5-Pi AUSL 5-Pi

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LE DEMENZE. Dr Gianna Gambaccini UO Neurofisiopatologia, OC “F. Lotti”- Pontedera AUSL 5-Pi. DEMENZA. - PowerPoint PPT Presentation

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Page 1: LE DEMENZE

LE DEMENZELE DEMENZE

Dr Gianna GambacciniDr Gianna GambacciniUO Neurofisiopatologia, OC “F. UO Neurofisiopatologia, OC “F.

Lotti”- PontederaLotti”- PontederaAUSL 5-PiAUSL 5-Pi

Page 2: LE DEMENZE

DEMENZADEMENZACondizione caratterizzata da decadimento Condizione caratterizzata da decadimento delle funzioni corticali superiori, con delle funzioni corticali superiori, con perdita della capacità di far fronte alla perdita della capacità di far fronte alla vita quotidiana e di svolgere le attività già vita quotidiana e di svolgere le attività già acquisite in precedenza, di conservare un acquisite in precedenza, di conservare un comportamento sociale adeguato alle comportamento sociale adeguato alle circostanze e consono al proprio livello circostanze e consono al proprio livello socio-culturale e di controllare le proprie socio-culturale e di controllare le proprie reazioni emotive in assenza di reazioni emotive in assenza di compromissione dello stato di vigilanzacompromissione dello stato di vigilanza

Page 3: LE DEMENZE

MILD COGNITIVE MILD COGNITIVE IMPAIRMENTIMPAIRMENT

1) Disturbo soggettivo di memoria (preferibilmente 1) Disturbo soggettivo di memoria (preferibilmente confermato da una persona diversa dal soggetto)confermato da una persona diversa dal soggetto)

2) Presenza di un deficit di memoria documentato da 2) Presenza di un deficit di memoria documentato da una prestazione ad un test di memoria episodica 1.5 una prestazione ad un test di memoria episodica 1.5 deviazioni standard al di sotto del valore medio deviazioni standard al di sotto del valore medio normale per l’etànormale per l’età

3) Assenza di altri deficit cognitivi3) Assenza di altri deficit cognitivi

4) Normali abilità nelle attività del vivere quotidiano4) Normali abilità nelle attività del vivere quotidiano

5) Assenza di demenza5) Assenza di demenza

Page 4: LE DEMENZE

NOSOGRAFIA DEMENZE (1)NOSOGRAFIA DEMENZE (1)

1.1. DegenerativeDegenerative1a. Forme primarie1a. Forme primarieM. AlzheimerDemenza Fronto-temporaleMalattia a corpi di Lewy diffusi

1b. Forme associate a 1b. Forme associate a malattie con malattie con degenerazione neuronale degenerazione neuronale primariaprimaria

M. ParkinsonCorea di HuntingtonParalisi sopranucleare

progressivaDegenerazione spino-cerebellareM. Hallervorden-SpatzEpilessia mioclonica progressiva

2. VascolariVascolariInfarti multipliStato lacunareM. BinswangerInfarti di confineAneurismi e malformazioni A-VAnossia/ipossia

Page 5: LE DEMENZE

NOSOGRAFIA DEMENZE (2)NOSOGRAFIA DEMENZE (2)3.3. MMalattie da prionialattie da prioni

M. Creutzfeldt-JacobKuruM. Gerstmann-Straussler-Scheinker

4.4. DDa disturbi endocrino-a disturbi endocrino-metabolicimetaboliciPatologia tiroidea e paratiroideaPatologia ipofisariaEpatopatieUremia

5.5. Idrocefalo normotesoIdrocefalo normoteso

6.6. Da malattie carenzialiDa malattie carenziali

7.7. Da encefalopatie tossiche e Da encefalopatie tossiche e da farmacida farmaci

8. 8. Secondarie a malattie Secondarie a malattie cerebrali di varia genesicerebrali di varia genesiTumori cerebraliTraumi craniciSindromi paraneoplastiche

9.9. Da malattie Da malattie infettivo/infiammatorie infettivo/infiammatorie cerebralicerebrali

NeurosifilideAIDSVasculiti

10.10. Da altre malattieDa altre malattieSclerosi multiplaM. Di Whipple

Page 6: LE DEMENZE

50% malattia di Alzheimer 10-20% demenza vascolare10-20% forme miste (alterazioni tipo Alzheimer ed infarti multipli)10-20% demenza a corpi di Lewy, demenza fronto-temporale10% demenza secondaria a patologie potenzialmente reversibili

PREVALENZA DELLE VARIE CAUSE DI DEMENZA

Page 7: LE DEMENZE

EPIDEMIOLOGIA EPIDEMIOLOGIA

Page 8: LE DEMENZE

Studio ISLA (Italia)Studio ISLA (Italia) Prevalenza Demenza in sessantacinquenni 6.4% Prevalenza Demenza in sessantacinquenni 6.4%

Page 9: LE DEMENZE

DEMENZE DEGENERATIVEDEMENZE DEGENERATIVE

Page 10: LE DEMENZE

MALATTIA DI ALZHEIMERMALATTIA DI ALZHEIMER

Page 11: LE DEMENZE

MALATTIA DI ALZHEIMER

Demenza di natura degenerativa Demenza di natura degenerativa caratterizzata da una progressiva caratterizzata da una progressiva

perdita di neuroni in specifiche perdita di neuroni in specifiche aree del SNC, prevalentemente a aree del SNC, prevalentemente a

livello della neocortexlivello della neocortex..

Page 12: LE DEMENZE

NEUROPATOLOGIA: NEUROPATOLOGIA: alterazioni alterazioni macroscopichemacroscopiche

Ampliamento degli spazi liquorali

Rarefazione neuronale a livello delle aree corticali fronto-temporali (riduzione di circa il 40%)

Rarefazione neuronale a livello di strutture profonde dell’encefalo, quali amigdala e nuclei a proiezione corticale diffusa (nucleo di Meynert, locus coeruleus, nucleo dorsale del rafe)

Page 13: LE DEMENZE

Soggetto anziano normale

Soggetto con malattia di Alzheimer

Page 14: LE DEMENZE

placche senili

grovigli neurofibrillari

NEUROPATOLOGIA: NEUROPATOLOGIA: alterazioni microscopichealterazioni microscopiche

formazioni extracellulari di fibrille insolubili della proteina

amiloide (A)

ammassi di filamenti intraneuronali della proteina

iperfosforilata

Page 15: LE DEMENZE

NEUROPATOLOGIA: NEUROPATOLOGIA: alterazioni biochimichealterazioni biochimicheRiduzione dei livelli di vari

neurotrasmettitori, in particolare della Ach, secondariamente alla degenerazione dei

neuroni colinergici a proiezione diffusa del nucleo di Meynert

Page 16: LE DEMENZE

Corteccia occipitale:visione

Corteccia parietale: linguaggio, sensibilità

Corteccia frontale: pensiero astratto,

personalità

Ippocampo:memoria,apprendimento

Vie colinergiche eVie colinergiche efunzioni dei circuiti colinergicifunzioni dei circuiti colinergici

Page 17: LE DEMENZE

EZIOPATOGENESI

esordio precoce (early-onset)<65aa

esordio tardivo (late-onset)>65aa

Malattia di AlzheimerMalattia di Alzheimer6-7% >90%

7% delle forme early-onset mostrano un’erediatarietà di tipo autosomico dominante (FORME FAMILIARI)

Nella stragrande maggioranza FORME SPORADICHE

Page 18: LE DEMENZE

EZIOPATOGENESI DELLE FORME SPORADICHE

EziopatogenesiEziopatogenesi multifattorialemultifattorialeeterogeneaeterogenea

Fattori genetici (allele 4 dell’ApoE)Stress ossidativoFattori ormonali (estrogeni)Fattori infiammatoriFattori ambientali

PRIMUM MOVENS?PRIMUM MOVENS?

Page 19: LE DEMENZE

Gomitoli neurofibrillari

La cascata patologicadella malattia di Alzheimer

Sintomi clinici

Disfunzione colinergica

Neurodegenerazione

Amiloide

Fattoridi

rischio genetici

ApoE A2M

Fattori di rischio

ambientali

APP

PS 1,2

Mutazioni patogenetic

he

Page 20: LE DEMENZE

M. di Alzheimer NeuroradiologiaM. di Alzheimer Neuroradiologia

Page 21: LE DEMENZE

Normal brain Alzheimer’s disease

Page 22: LE DEMENZE

                        

                

MRI scan (left) and PET scan (right) of the same patient MRI scan (left) and PET scan (right) of the same patient with probable Alzheimer's disease. The MRI scan shows with probable Alzheimer's disease. The MRI scan shows generalized atrophy and white-matter hyperintensities, generalized atrophy and white-matter hyperintensities, which can be nonspecific findings. The PET scan shows which can be nonspecific findings. The PET scan shows

deficits typical of Alzheimer's, especially in the deficits typical of Alzheimer's, especially in the parietal/temporal region (blue area)parietal/temporal region (blue area)

Page 23: LE DEMENZE

EPIDEMIOLOGIA

Causa più frequente di demenza Causa più frequente di demenza nei paesi occidentali (60-70%)nei paesi occidentali (60-70%)

La prevalenza della malattiaLa prevalenza della malattia aumenta con l’avanzare dell’età:aumenta con l’avanzare dell’età:

1% <65aa1% <65aa11% 65-80aa11% 65-80aa35% 80-90aa35% 80-90aa>40% >90aa>40% >90aa

Attualmente in Italia ne sonoAttualmente in Italia ne sono affette oltre 500.000 personeaffette oltre 500.000 persone

Frequenza lievemente Frequenza lievemente superiore nel sesso superiore nel sesso

femminile: maggiore femminile: maggiore longevità?longevità?

Page 24: LE DEMENZE

FATTORI DI RISCHIO

Non modificabili

EtàFamiliarità

Modificabili

FumoEsposizione a tossiciEstrogeniFattori di rischio vascolareLivello di istruzione e di attività intellettuale

Page 25: LE DEMENZE

StadioLieve

Moderato

Severo

Malattia di Alzheimer:Malattia di Alzheimer:deterioramento delle funzioni cognitivedeterioramento delle funzioni cognitive

SintomiPerdita memoria a breve termine (smemoratezza), difficoltà nel trovare le parole, problemi di giudizio critico

Memoria a breve termine gravemente compromessa, eloquio ripetitivo, orientamento diminuito

Attenzione gravemente compromessa, aprassia, marcata amnesia, perdita di linguaggio coerente

Page 26: LE DEMENZE

MALATTIA DI ALZHEIMERMALATTIA DI ALZHEIMER• Esordio insidioso con difficoltà Esordio insidioso con difficoltà

progressiva a svolgere una o più delle progressiva a svolgere una o più delle seguenti attività seguenti attività – memoria a breve terminememoria a breve termine– orientamento orientamento – linguaggiolinguaggio– prassieprassie– capacità astrattive/calcolocapacità astrattive/calcolo– mantenere adeguato comportamentomantenere adeguato comportamento

• Decorso lentamente progressivoDecorso lentamente progressivo• Nel corso di malattia possono associarsi Nel corso di malattia possono associarsi

disturbi psichiatrico/comportamentalidisturbi psichiatrico/comportamentali

Page 27: LE DEMENZE

1 2 3 4 5 6 7 8 9

0

5

10

15

20

25

30

Tempo (anni)

Sintomi

Diagnosi

Perdita indipendenza funzionale

Problemi comportamentali

Istituzionalizzazione

Morte

Min

i-Men

tal S

tate

Exa

min

atio

n (M

MS

E)

Diagnosi precoce Lieve-moderata Grave

Storia naturale della malattia di Storia naturale della malattia di AlzheimerAlzheimer

Il tipico decorso clinico dell’AD è di 8–10 anni dalla diagnosi

alla morte

Feldman and Gracon, 1996

Page 28: LE DEMENZE

Demenza FTDemenza FT

Page 29: LE DEMENZE

CLASSIFICAZIONE FTD• Nell’accezione più recente il termine FTD, sinonimo di Nell’accezione più recente il termine FTD, sinonimo di

Pick Complex, si riferisce ad una Pick Complex, si riferisce ad una serie di entità serie di entità clinichecliniche eterogenee che presentano analoghe eterogenee che presentano analoghe caratteristiche biochimiche e neuropatologiche.caratteristiche biochimiche e neuropatologiche.

• Malattia di Pick, Malattia di Pick, • Degenerazione Degenerazione

lobare frontotemporalelobare frontotemporale• CBD, CBD, • PSP,PSP, • PPA, PPA, • FTD-MND FTD-MND • FTD con parkinsonismoFTD con parkinsonismo Pick complexPick complex

(Kertesz, (Kertesz, 2003)2003)

Page 30: LE DEMENZE

AREE CEREBRALI COLPITE AREE CEREBRALI COLPITE IN AD e FTDIN AD e FTD

• A differenza della m. di Alzheimer, in cui il A differenza della m. di Alzheimer, in cui il processo patologico inizia a livello della processo patologico inizia a livello della regione temporale mediale, nelle demenze regione temporale mediale, nelle demenze Frontotemporali la malattia colpisce Frontotemporali la malattia colpisce inizialmente i lobi frontali, temporali inizialmente i lobi frontali, temporali anteriori e l’amigdalaanteriori e l’amigdala

• Queste aree sono implicate nei processi Queste aree sono implicate nei processi cognitivi ma anche in quelli emozionali e cognitivi ma anche in quelli emozionali e comportamentali (Miller, 2003)comportamentali (Miller, 2003)

Page 31: LE DEMENZE

FTDFTDEPIDEMIOLOGIA

• Esordio presenile (45-65 anni)Esordio presenile (45-65 anni)

• Incidenza simile tra i due sessi Incidenza simile tra i due sessi • Durata di malattia dai 2 ai 15 aa (in Durata di malattia dai 2 ai 15 aa (in

media 8 aa)media 8 aa)• In circa 50% dei casi è presente In circa 50% dei casi è presente

familiarità: mutazioni si riscontrano nel familiarità: mutazioni si riscontrano nel 10% dei casi familiari a carico del gene 10% dei casi familiari a carico del gene Tau, più frequentemente dell’esone 10 Tau, più frequentemente dell’esone 10 (Neary, 1998).(Neary, 1998).

Page 32: LE DEMENZE

FTDANOMALIE COMPORTAMENTALI

• perdita di consapevolezza socialeperdita di consapevolezza sociale • disinibizione, impulsivitàdisinibizione, impulsività• comportamento stereotipatocomportamento stereotipato • disturbi della condotta alimentare e sessualedisturbi della condotta alimentare e sessuale• giocosità, comportamento infantilegiocosità, comportamento infantile• atteggiamento smaniosoatteggiamento smanioso• perdita di empatiaperdita di empatia• apatia apatia (Miller, 1997)(Miller, 1997)

Page 33: LE DEMENZE
Page 34: LE DEMENZE
Page 35: LE DEMENZE
Page 36: LE DEMENZE

DEGENERAZIONE DEGENERAZIONE CORTICO-BASALECORTICO-BASALE

Page 37: LE DEMENZE

Criteri diagnostici per DCBCriteri diagnostici per DCB( Riley DE, Lang AE 2000)( Riley DE, Lang AE 2000)

rigidità più un segno corticale � rigidità più un segno corticale � (aprassia, perdita della sensibilità di (aprassia, perdita della sensibilità di tipo corticale, fenomeno dell’arto tipo corticale, fenomeno dell’arto alieno) alieno)

oppureoppure

rigidità asimmetrica, distonia e � rigidità asimmetrica, distonia e � mioclono focalemioclono focale

Criteri di inclusioneCriteri di inclusione

Page 38: LE DEMENZE

PSPPSP

Page 39: LE DEMENZE

PSPPSPAspetti cliniciAspetti clinici

• Instabilità posturale con frequenti cadute (con Instabilità posturale con frequenti cadute (con retropulsione)retropulsione)

•Bradicinesia resistente alla levodopaBradicinesia resistente alla levodopa

•Raro tremore posturaleRaro tremore posturale

•Disartria con rinolaliaDisartria con rinolalia

•DisfagiaDisfagia

•Demenza di grado medio/lieve di tipo frontale-Demenza di grado medio/lieve di tipo frontale-sottocorticale con alterazioni di capacità astrattive, sottocorticale con alterazioni di capacità astrattive, deficit visuo-percettivi e di fluenza verbaledeficit visuo-percettivi e di fluenza verbale

Page 40: LE DEMENZE

Malattia a corpi di Lewy Malattia a corpi di Lewy diffusidiffusi

Page 41: LE DEMENZE

Demenza a corpi di Lewy diffusi (DLBD)Demenza a corpi di Lewy diffusi (DLBD)

Patologia neurodegenerativa che Patologia neurodegenerativa che interessa l’encefalo diffusamente interessa l’encefalo diffusamente

sia a livello sottocorticale sia a sia a livello sottocorticale sia a livello corticalelivello corticale

Seconda causa più comune di Seconda causa più comune di demenza degenerativa dopo la demenza degenerativa dopo la

MAMA

Page 42: LE DEMENZE

Quadro motorio

DLBD: principali aspetti clinici

Parkinsonismo (lieve/moderato, rigido-acinetico)50% dei pz all’esordio

Quadro cognitivo Demenza fluttuante (cortico-sottocorticale)50-75% dei pz

Allucinazioni visive strutturate, ricorrenti 80% dei pz

Quadro psichiatrico/ comportamentale

Page 43: LE DEMENZE

QUADRO CLINICO

Comparsa di decadimento cognitivo in cui prevalgono disturbi dell’attenzione, della capacità critica e di

giudizio; il deficit della memoria può mancare nelle fasi iniziali ed esordire con la progressione della malattia

(d/d da MA)

SINTOMI CARATTERISTICI

andamento fluttuante del disturbo cognitivo con grave compromissione dell’attenzione e della vigilanzaallucinazioni visive ricorrenti, tipicamente ben strutturateparkinsonismo (rigidità, bradicinesia)

Page 44: LE DEMENZE

SPECT con FP-CITSPECT con FP-CIT

DLBDDLBD MAMA

gravegrave moderatomoderato

Page 45: LE DEMENZE

Riduzione della Riduzione della perfusione in corteccia perfusione in corteccia

parietale in MA parietale in MA vsvs DLBDDLBD

Riduzione della Riduzione della perfusione in corteccia perfusione in corteccia occipitale in DLBD occipitale in DLBD vsvs

MAMA

SPECT CONSPECT CON 99m 99mTc-ECDTc-ECD

Page 46: LE DEMENZE

DLBD : Implicazioni cliniche

• Buona risposta del parkinsonismo Buona risposta del parkinsonismo della DLBD alla levodopadella DLBD alla levodopa

• Efficacia degli AChE inibitori nei Efficacia degli AChE inibitori nei disturbi cognitivi e psichiatricidisturbi cognitivi e psichiatrici

• Sensibilità ai neurolettici nella DLBDSensibilità ai neurolettici nella DLBD

Page 47: LE DEMENZE

AD+PARKINSONISMOAD+PARKINSONISMO

Page 48: LE DEMENZE

DEMENZA CON PARKINSONISMO: DIAGNOSI DIFFERENZIALE

• PD+Demenza• PSP• DCB• AD+parkinsonismo• DLBD

Page 49: LE DEMENZE

Demenze vascolariDemenze vascolari

Page 50: LE DEMENZE

• Il concetto di “demenza vascolare” include Il concetto di “demenza vascolare” include tutte le forme di deterioramento cognitivo tutte le forme di deterioramento cognitivo secondario ad secondario ad encefalopatia su base encefalopatia su base ischemica, ipossica o emorragicaischemica, ipossica o emorragica

• Caratteristiche neuropsicologiche: Caratteristiche neuropsicologiche: – ridotta capacità nelle funzioni esecutive e di ridotta capacità nelle funzioni esecutive e di

astrazione, inibizione e autocontrolloastrazione, inibizione e autocontrollo

Demenze vascolariDemenze vascolari

DANNO DEI CIRCUITI FRONTO-DANNO DEI CIRCUITI FRONTO-SOTTOCORTICALISOTTOCORTICALI

Page 51: LE DEMENZE

Demenze vascolariDemenze vascolariHACHINSKI ISCHEMIC SCORE (HIS)HACHINSKI ISCHEMIC SCORE (HIS)

Esordio acutoEsordio acuto 22Progressione a gradiniProgressione a gradini 11Decorso fluttuanteDecorso fluttuante 22Confusione notturnaConfusione notturna 11Relativa conservazione della Relativa conservazione della personalitàpersonalità

11

DepressioneDepressione 11

Manifestazioni somaticheManifestazioni somatiche 11

Labilità emotivaLabilità emotiva 11

Ipertensione Ipertensione 11

Pregresso infarto cerebralePregresso infarto cerebrale 22

Sintomi focaliSintomi focali 22Segni focaliSegni focali 22Segni aterosclerosiSegni aterosclerosi 11

TOTALE >7 INDICATIVO TOTALE >7 INDICATIVO DI VaDDI VaD

TOTALE <4 INDICATIVO TOTALE <4 INDICATIVO DI DEMENZA DI DEMENZA DEGENERATIVADEGENERATIVA

Page 52: LE DEMENZE

DEMENZA MULTIINFARTUALE: LESIONI DEMENZA MULTIINFARTUALE: LESIONI ISCHEMICHE A SEDE ISCHEMICHE A SEDE

PREVALENTEMENTE CORTICALEPREVALENTEMENTE CORTICALE

Page 53: LE DEMENZE

MALATTIA DI BINSWANGER: MARCATA MALATTIA DI BINSWANGER: MARCATA IPODENSITA’ DELLA SOSTANZA IPODENSITA’ DELLA SOSTANZA

BIANCA PERIVENTRICOLAREBIANCA PERIVENTRICOLARE

Page 54: LE DEMENZE

EMATOMA SUBDURALE CRONICO EMATOMA SUBDURALE CRONICO COMPRIMENTE LA CONVESSITA’ COMPRIMENTE LA CONVESSITA’

EMISFERICA DESTRAEMISFERICA DESTRA

Page 55: LE DEMENZE

RM: ESTESE LESIONI DELLA SOSTANZA RM: ESTESE LESIONI DELLA SOSTANZA BIANCA COMPATIBILI CON DEMENZA BIANCA COMPATIBILI CON DEMENZA

VASCOLARE ISCHEMICA SOTTOCORTICALEVASCOLARE ISCHEMICA SOTTOCORTICALE

Page 56: LE DEMENZE

LESIONI ISCHEMICHE LACUNARI DELLA LESIONI ISCHEMICHE LACUNARI DELLA SOSTANZA BIANCA SOTTOCORTICALESOSTANZA BIANCA SOTTOCORTICALE

Page 57: LE DEMENZE

TC: EMORRAGIA INTRAPARENCHIMALE TC: EMORRAGIA INTRAPARENCHIMALE TEMPORO-PARIETALE DXTEMPORO-PARIETALE DX

Page 58: LE DEMENZE

RM: ARTERIOPATIA CEREBRALE RM: ARTERIOPATIA CEREBRALE AUTOSOMICA DOMINANTE CON INFARTI AUTOSOMICA DOMINANTE CON INFARTI

SOTTOCORTICALI E LEUCOENCEFALOPATIA SOTTOCORTICALI E LEUCOENCEFALOPATIA (CADASIL)(CADASIL)

Page 59: LE DEMENZE

FORME MISTE DI DEMENZA

Malattia di Alzheimer - Demenza Malattia di Alzheimer - Demenza vascolarevascolare

due forme nettamente distinte?due forme nettamente distinte?

In molti pz, soprattutto quelli più anziani, un danno ischemico o uno stato

di ipoperfusione cerebrale può rappresentare un fattore slatentizzante

un sottostante processo neurogegenerativo

Page 60: LE DEMENZE

Malattie da prioniMalattie da prioni

Page 61: LE DEMENZE

• Sporadica• Familiare• Iatrogena• Variante

M. di Creutzfeldt-Jacob 1M. di Creutzfeldt-Jacob 1

Page 62: LE DEMENZE

• Agente etiologico:Agente etiologico: prione (agente proteico senza acido nucleico)prione (agente proteico senza acido nucleico)

• Patogenesi:Patogenesi: accumulo a livello cerebrale di proteina amiloidea accumulo a livello cerebrale di proteina amiloidea PrPsc (variante patologica di proteina PrPc, sensibile alla PrPsc (variante patologica di proteina PrPc, sensibile alla proteasi)proteasi)

• Quadro clinico:Quadro clinico:– Demenza Demenza subacutasubacuta (disturbi cognitivi+comportamentali) (disturbi cognitivi+comportamentali)– Segni neurologici (disartria, atassia, mioclonie, tremore, segni Segni neurologici (disartria, atassia, mioclonie, tremore, segni

piramidali ed extrapiramidali, crisi epilettiche, fino a coma ed exitus)piramidali ed extrapiramidali, crisi epilettiche, fino a coma ed exitus)

• EEG:EEG: complessi periodici trifasici punta-onda (1-2 cicli/sec) complessi periodici trifasici punta-onda (1-2 cicli/sec)

• Rachicentesi:Rachicentesi: ricerca proteina 14-3-3 nel LCR ricerca proteina 14-3-3 nel LCR

• Diagnosi di certezza:Diagnosi di certezza: conferma anatomo-patologica (spongiosi conferma anatomo-patologica (spongiosi del neuropilo delle strutture grigie corticali e sottocorticali)del neuropilo delle strutture grigie corticali e sottocorticali)

M. di Creutzfeldt-Jacob 2M. di Creutzfeldt-Jacob 2

Page 63: LE DEMENZE

Variante M. di Creutzfeldt-JacobVariante M. di Creutzfeldt-Jacob

Iperintensità a livello di putamen e talamo dorso-medialeIperintensità a livello di putamen e talamo dorso-mediale

                          

flairflair diffusionediffusioneRMRM

Page 64: LE DEMENZE

DEMENZE DEMENZE POTENZIALMENTE POTENZIALMENTE

REVERSIBILIREVERSIBILI

Page 65: LE DEMENZE

CAUSE DI DEMENZA POTENZIALMENTE REVERSIBILI CAUSE DI DEMENZA POTENZIALMENTE REVERSIBILI 11

1.1. Depressione ("pseudodementia")Depressione ("pseudodementia")

2. 2. Da tossici/farmaci: Da tossici/farmaci: AnticholinergiciAnticholinergici Alcool; Alcool; Altro (es metalli pesanti, CO)Altro (es metalli pesanti, CO)

3. 3. Alterazioni endocrino-metaboliche: Alterazioni endocrino-metaboliche: Insufficienza renale/epatica; Insufficienza renale/epatica; Iponatremia/Ipovolemia; Iponatremia/Ipovolemia; Ipoglicemia; Ipoglicemia; Ipo-Iper-tiroidismoIpo-Iper-tiroidismoIpercalcemia; Ipercalcemia; S. Cushing; S. Cushing; IpopituitarismoIpopituitarismo

4. 4. Cerebropatie: Cerebropatie: Ematoma subdurale cronicoEmatoma subdurale cronicoInfezioni (meningiti, neurosifilide, ascessi)Infezioni (meningiti, neurosifilide, ascessi)Idrocefalo normotesoIdrocefalo normotesoNeoplasieNeoplasie

Page 66: LE DEMENZE

CAUSE DI DEMENZA POTENZIALMENTE CAUSE DI DEMENZA POTENZIALMENTE REVERSIBILI REVERSIBILI 22

5. 5. Malattie cardiopolmonari:Malattie cardiopolmonari: Scompenso cardiaco, Scompenso cardiaco, Aritmie, Aritmie, BPCOBPCO

6. 6. Infezioni sistemiche: Infezioni sistemiche: TBC;TBC;EndocarditeEndocardite

7. 7. Stati carenziali: Stati carenziali: Vitamina B12, Vitamina B12, folati, folati, niacinaniacina

8. 8. Miscellanea: Miscellanea: Deprivazione sensoriale (cecità, sordità); Deprivazione sensoriale (cecità, sordità); Ospedalizzazione (anestesia, isolamento); Ospedalizzazione (anestesia, isolamento); Demenza da sleep apneaDemenza da sleep apnea

9. 9. AnemiaAnemia

10. 10. Sindromi paraneoplasticheSindromi paraneoplastiche

Page 67: LE DEMENZE

• Da farmaci/tossici esogeniDa farmaci/tossici esogeni– AntiblasticiAntiblastici– ImmunosoppressoriImmunosoppressori– AnticolinergiciAnticolinergici

– COCO– TolueneToluene– AsAs– CClCCl44– AlAl

– EroinaEroina– CocainaCocaina– PsilocibinaPsilocibina

Encefalopatie tossicheEncefalopatie tossiche

•Piena reversibilità Piena reversibilità dopo sospensionedopo sospensione

Diagnosi:Diagnosi: anamnesi (anche lavorativa), analisi tossicologiche anamnesi (anche lavorativa), analisi tossicologiche

•Variabile reversibilità Variabile reversibilità dopo sospensionedopo sospensione

Page 68: LE DEMENZE

Il percorso diagnostico-Il percorso diagnostico-terapeutico del paziente con terapeutico del paziente con

malattia di Alzheimer presso la malattia di Alzheimer presso la UO Neurofisiopatologia UO Neurofisiopatologia

Ospedale “F.Lotti”-AUSL 5 PisaOspedale “F.Lotti”-AUSL 5 Pisa

Page 69: LE DEMENZE

PERCORSO DIAGNOSTICOPERCORSO DIAGNOSTICO• Si basa anzitutto sulla raccolta anamnestica e sull'esame Si basa anzitutto sulla raccolta anamnestica e sull'esame

obiettivo, con un'attenta valutazione delle capacità funzionali e obiettivo, con un'attenta valutazione delle capacità funzionali e cognitive del paziente.cognitive del paziente.

• Sono coinvolti il medico di famiglia, per una prima fase di Sono coinvolti il medico di famiglia, per una prima fase di screening, ed il neurologo per la conferma del sospetto di screening, ed il neurologo per la conferma del sospetto di demenza e la diagnosi differenziale.demenza e la diagnosi differenziale.

• Per configurare una demenza i disturbi devono riguardare Per configurare una demenza i disturbi devono riguardare almeno due funzioni cognitive, tra cui generalmente la memoria, almeno due funzioni cognitive, tra cui generalmente la memoria, e devono determinare una diminuzione delle capacita’ funzionali e devono determinare una diminuzione delle capacita’ funzionali del soggettodel soggetto

• In alcune demenze non-Alzheimer, il disturbo di memoria puo’ In alcune demenze non-Alzheimer, il disturbo di memoria puo’ non essere presente all'esordio ed essere preceduto da non essere presente all'esordio ed essere preceduto da importanti disturbi comportamentaliimportanti disturbi comportamentali

Page 70: LE DEMENZE

PRIMA FASE: SCREENINGPRIMA FASE: SCREENING

Dovrebbe essere gestita prevalentemente dal Dovrebbe essere gestita prevalentemente dal medico di famigliamedico di famiglia ed è finalizzata a ed è finalizzata a

formulare il formulare il sospettosospetto diagnostico diagnostico

individuare le individuare le principali causeprincipali cause che che possono possono determinare un deficit cognitivodeterminare un deficit cognitivo

Page 71: LE DEMENZE

FASI SUCCESSIVE: CONFERMA DIAGNOSTICA E DIAGNOSI

DIFFERENZIALE• Valutazione neurologica

• Neuroimmagini

• Valutazione neuropsicologica

• Valutazione comportamentale e psichiatrica

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• Diverse entità cliniche hanno diversa Diverse entità cliniche hanno diversa risposta farmacologicarisposta farmacologica

• Nella malattia di Alzheimer di grado Nella malattia di Alzheimer di grado lieve e moderato sono efficaci i farmaci lieve e moderato sono efficaci i farmaci inibitori delle acetilcolinesterasiinibitori delle acetilcolinesterasi: : donepezil, rivastigmina, galantaminadonepezil, rivastigmina, galantamina

DALLA DIAGNOSI DIFFERENZIALE DALLA DIAGNOSI DIFFERENZIALE ALLA TERAPIAALLA TERAPIA

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UNITA’ DI VALUTAZIONE ALZHEIMER (ex U.V.A.) - Centro Disturbi Cognitivi U.O. Neurofisiopatologia, Pontedera

• Il percorso è attivato con la richiesta del medico curante.

• La prima visita viene prenotata presso il CUP

• Prime visite per sospetto disturbo cognitivo: 5 visite il mercoledì

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ACCERTAMENTIACCERTAMENTI • La visita neurologica è il punto di partenza di una La visita neurologica è il punto di partenza di una

valutazione che prelude ad altri accertamenti:valutazione che prelude ad altri accertamenti:• esami ematochimici esami ematochimici • valutazione neuropsicologica valutazione neuropsicologica • esami neurofisiologici (es. EEG)esami neurofisiologici (es. EEG)• esami di neuro-immagine (TC e/o Risonanza esami di neuro-immagine (TC e/o Risonanza

Magnetica Encefalo)Magnetica Encefalo)• Esami di neuroimaging funzionale (SPECT 99TC Esami di neuroimaging funzionale (SPECT 99TC

ECD; [SPECT cerebrale con DATSCAN])ECD; [SPECT cerebrale con DATSCAN])• Scopi:Scopi:

verificare la presenza di deterioramento verificare la presenza di deterioramento mentalementale

chiarirne le possibili causechiarirne le possibili cause• selezionare le forme potenzialmente trattabiliselezionare le forme potenzialmente trattabili

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Progetto Cronos Progetto Cronos Nota 85 Nota 85• Una volta accertate le indicazioni ed escluse controindicazioni alla Una volta accertate le indicazioni ed escluse controindicazioni alla

terapia con inibitori delle acetilcolinesterasi, i pazienti ricevono un terapia con inibitori delle acetilcolinesterasi, i pazienti ricevono un “piano terapeutico” con la prescrizione del farmaco per un mese“piano terapeutico” con la prescrizione del farmaco per un mese

• Per la fase intermedia di malattia (senza valutaz. cardiologica) può Per la fase intermedia di malattia (senza valutaz. cardiologica) può essere prescritta anche memantina (Ebixa)essere prescritta anche memantina (Ebixa)

• Viene effettuata una prima visita di controllo dopo un mese di Viene effettuata una prima visita di controllo dopo un mese di terapia: effetti collaterali? Efficacia?terapia: effetti collaterali? Efficacia?

• Viene consegnato un nuovo “piano terapeutico”, con eventuali Viene consegnato un nuovo “piano terapeutico”, con eventuali modificazioni della posologia del farmaco, per tre mesi.modificazioni della posologia del farmaco, per tre mesi.

• Una seconda visita di controllo viene effettuata a quattro mesi Una seconda visita di controllo viene effettuata a quattro mesi dall’inizio della terapia: efficacia? dall’inizio della terapia: efficacia?

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FOLLOW UP - IFOLLOW UP - I• Dopo i primi 4 mesi la cadenza delle visite di Dopo i primi 4 mesi la cadenza delle visite di

controllo è, in genere, semestrale controllo è, in genere, semestrale

• Tutti gli appuntamenti successivi al primo Tutti gli appuntamenti successivi al primo vengono assegnati dal personale della vengono assegnati dal personale della Accettazione della U.O. di NeurofisiopatologiaAccettazione della U.O. di Neurofisiopatologia

• Visite di controllo per disturbi cognitivi: 5 Visite di controllo per disturbi cognitivi: 5 visite il martedì, giovedì, venerdìvisite il martedì, giovedì, venerdì

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FOLLOW UP - IIFOLLOW UP - II

Oltre le periodiche visite neurologiche Oltre le periodiche visite neurologiche sono previste verifiche semestrali dei sono previste verifiche semestrali dei

test neuropsicologici, nonché gli test neuropsicologici, nonché gli eventuali accertamenti che possono eventuali accertamenti che possono

risultare indicati in base risultare indicati in base all’andamento clinicoall’andamento clinico

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FOLLOW UP - IIIFOLLOW UP - III

Oltre ai disturbi cognitivi, vengono valutati i Oltre ai disturbi cognitivi, vengono valutati i disturbi disturbi comportamentalicomportamentali, che possono richiedere , che possono richiedere

l’associazione di terapie specifiche o l’effettuazione di l’associazione di terapie specifiche o l’effettuazione di ulteriori valutazioni da parte di altri specialisti.ulteriori valutazioni da parte di altri specialisti.

I disturbi comportamentali sono la principale causa I disturbi comportamentali sono la principale causa di “stress” del caregiver e della famiglia in di “stress” del caregiver e della famiglia in

generale.generale.

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• Nelle Nelle fasi avanzatefasi avanzate: : – Necessità di Necessità di sospensione inibitori sospensione inibitori

acetilcolinesterasiacetilcolinesterasi se MMSE<10/30 se MMSE<10/30

– MemantinaMemantina::• Efficacia (variabile) sui disturbi comportamentali e Efficacia (variabile) sui disturbi comportamentali e

sulla funzionalità globale del p. sulla funzionalità globale del p.

– NeuroletticiNeurolettici (preferibilmente atipici) (preferibilmente atipici)

FOLLOW UP - IVFOLLOW UP - IV

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PROGETTO: VALUTAZIONE PROGETTO: VALUTAZIONE MULTIDIMENSIONALE IMULTIDIMENSIONALE I

La MA e, più in generale le demenze, La MA e, più in generale le demenze, rappresentano un problema sociale e rappresentano un problema sociale e sanitario di primaria importanza:sanitario di primaria importanza:

Caratteristiche malattia:Caratteristiche malattia:– Lunga durataLunga durata– Progressiva compromissione cognitivaProgressiva compromissione cognitiva– Disturbi comportamentaliDisturbi comportamentali

Rilevanza socialeRilevanza sociale– Implicazioni umane ed economiche del malato e Implicazioni umane ed economiche del malato e

delle famigliedelle famiglie

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PROGETTO: VALUTAZIONE PROGETTO: VALUTAZIONE MULTIDIMENSIONALE IIMULTIDIMENSIONALE II

• E’ in corso di attuazione un progetto di E’ in corso di attuazione un progetto di collaborazione tra AUSL 5 e Sds Zona Valdera e Zona collaborazione tra AUSL 5 e Sds Zona Valdera e Zona Pisana organizzato per effettuare una valutazione Pisana organizzato per effettuare una valutazione multidisciplinare dei pazienti anziani non multidisciplinare dei pazienti anziani non autosufficienti affetti da demenza o altra patologia autosufficienti affetti da demenza o altra patologia neurologica con neurologica con BISOGNI DI TIPO COMPLESSO BISOGNI DI TIPO COMPLESSO (sociale+sanitario)(sociale+sanitario) che necessitano di progetti che necessitano di progetti assistenziali mirati (Centro Diurno, RSA, assistenza assistenziali mirati (Centro Diurno, RSA, assistenza domiciliare) al fine di individuare la risposta socio-domiciliare) al fine di individuare la risposta socio-assistenziale più adeguata al singolo paziente.assistenziale più adeguata al singolo paziente.

• La situazione e le necessità dei pazienti sono inoltre La situazione e le necessità dei pazienti sono inoltre rivalutate periodicamente per verificare la rivalutate periodicamente per verificare la correttezza nel tempo della risposta socio-correttezza nel tempo della risposta socio-assistenziale inizialmente adottata.assistenziale inizialmente adottata.

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PROGETTO: VALUTAZIONE PROGETTO: VALUTAZIONE MULTIDISCIPLINARE IIIMULTIDISCIPLINARE III

• La valutazione delle condizioni di bisogno della persona La valutazione delle condizioni di bisogno della persona anziana/adulta con demenza, al fine della sua presa in carico, anziana/adulta con demenza, al fine della sua presa in carico, attiene alla competenza e alla responsabilità della UVM di Zona attiene alla competenza e alla responsabilità della UVM di Zona Distretto, che ai sensi del Punto 4.3 del PSR 20052007 “analizza la Distretto, che ai sensi del Punto 4.3 del PSR 20052007 “analizza la domanda, definisce il problema, predispone il progetto domanda, definisce il problema, predispone il progetto personalizzato di assistenza, ne segue l’attuazione e la valutazione personalizzato di assistenza, ne segue l’attuazione e la valutazione riguardo agli esiti di salute e agli aspetti di qualità”riguardo agli esiti di salute e agli aspetti di qualità”

• La UVM si avvale dell’apporto effettivo delle competenze La UVM si avvale dell’apporto effettivo delle competenze specialistiche ritenute necessarie (es. neurologo, geriatra, fisiatra, specialistiche ritenute necessarie (es. neurologo, geriatra, fisiatra, psichiatra) DA CASO A CASOpsichiatra) DA CASO A CASO

• La UVM a sua volta può richiedere una valutazione La UVM a sua volta può richiedere una valutazione clinica/strumentale della malattia alla rete degli specialisti di clinica/strumentale della malattia alla rete degli specialisti di riferimentoriferimento

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PROGETTO: VALUTAZIONE PROGETTO: VALUTAZIONE MULTIDISCIPLINARE IVMULTIDISCIPLINARE IV

Funzioni dello specialista neurologo Funzioni dello specialista neurologo all’interno della UVM-AUSL 5-zona pisanaall’interno della UVM-AUSL 5-zona pisana

• Partecipa alle Partecipa alle riunioni della UVMriunioni della UVM per “casi neurologici” per “casi neurologici” di non autosufficienza con bisogno complesso, di non autosufficienza con bisogno complesso, settimanalmentesettimanalmente

• Esegue Esegue visite neurologiche sul territoriovisite neurologiche sul territorio (domicilio/RSA della zona) in accordo con le decisioni (domicilio/RSA della zona) in accordo con le decisioni prese in UVMprese in UVM

• Esegue Esegue visite neurologiche presso la sede di UVMvisite neurologiche presso la sede di UVM per casi individuati all’interno della commissione stessa per casi individuati all’interno della commissione stessa mai precedentemente inquadrati in ambito neurologico mai precedentemente inquadrati in ambito neurologico con eventuale successivo invio presso Centri ex UVA con eventuale successivo invio presso Centri ex UVA della zona (AUSL 5-AOUP)della zona (AUSL 5-AOUP)

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CONOSCERE LE DEMENZE

Calves' Heads and Brains, or A Phrenological Lecture(London: Published for the Artist, 1826) Henry Thomas Alken (1785-1851)