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Inizialmente questo scritto doveva diventare un poster introduttivo per mostre ed eventi simili. Tuttavia diverse richieste, anche a livello politico, su che cosa sia la Free Energy ci ha reso necessario “convertirlo” in un articolo divulgativo.
Le conoscenze, le invenzioni e gli apparati per una energia economica, pulita e sostenibile che dovrebbe essere a beneficio di tutti.
A cura della redazione di Altra Scienza (A.S.S.E).
Gli allarmi ultimamente annunciati sulle mutazioni climatiche, sulla futura carenza di risorse o di altri eventi, come le guerre petrolifere, hanno creato la necessità e il collettivo interesse verso una produzione energetica non inquinante e indipendente da combustibili fossili. Le alternative oggi note per rispondere a questa richiesta sono note come energie rinnovabili. Tali energie, nonostante i risultati positivi attualmente raggiunti, comunque, soffrono di discontinuità: il solare fotovoltaico dipende dalla luce e non è operativo quando è buio o in caso di cielo coperto, il rendimento dell'eolico dipende dal flusso di vento disponibile, l'idroelettrico apparentemente non inquina ma è invasivo dal punto di vista ambientale e non privo di pericoli. A fianco a queste tecnologie, abbiamo l'idrogeno, tecnologia anche questa apparentemente pulita, che però non si trova in natura e che è frutto di elettrolisi dell'acqua o di trasformazioni chimiche del metano. Più degno di considerazione il risparmio energetico, ossia quella serie di tecnologie di maggiore efficienza, ma anche di comportamenti individuali, che portano a un minore consumo di elettricità.
A fianco di tutto questo, tuttavia, a partire dalla prima metà del XX° secolo, si sono sviluppati apparati e metodi per produrre energia in modo efficiente, gratuito e soprattutto non inquinante e, che purtroppo non sono ancora a disposizione dell'umanità. Di seguito, sono elencati alcuni filoni di questa ricerca (la lista non è certo completa), successivamente le cause e le controversie intorno a questa mancata evoluzione.
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L'energia dal vuoto (o ZPE)
L'energia dal vuoto meglio conosciuta come Energia Punto Zero (ZPE) è tra le più affascinanti e studiate. A onor del vero, è anche tra le più difficilmente riprodotte. Sono infatti dispositivi che, generalmente, utilizzano bobine e magneti permanenti senza movimento rotatorio in modo tale che inviando un picco di energia ricevano un picco maggiore di energia rispetto quella inviata. Tale energia, come dice il nome stesso, attinge dal vuoto, che, sembra quasi un paradosso, alcuni scienziati ritengono la più potente fonte di energia disponibile nell'universo. Il più famoso di questi congegni è il MEG di Tom Bearden.A lato, il frontespizio di un brevetto ZPE italiano del 1997 (“Energia Celeste” di Maccanti, Sportelli, Dendi)
Energia dal campo magnetico terrestre
E' noto che lo scienziato Nikola Tesla, già inventore di tecnologie fondamentali per il progresso attuale usava antenne di 60 metri per ricavare energia dal campo elettrostatico terrestre. Di tali dispositivi poi non se ne seppe più nulla.Negli ultimi anni diversi ricercatori hanno cercato di ripetere questo successo anche se con risultati di gran lunga inferiori. Un esempio di dispositivo è quello di Tate.Un caso particolare è quello della Testatika il cui aspetto è più simile a quello alle macchine elettrostatiche, ma le cui caratteristiche tecniche non sono mai state pubblicate.Nella foto a fianco l'antenna con cui Eugenio Martucci ha ricavato fino a 5 W dal campo terrestre. Ipoteticamente l'altezza dell'antenna aumenta esponenzialmente il rendimento.
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La Fusione Fredda
A fine anni '80 gli scienziati S. Pons e M. Fleishmann ottennero una Fusione Nucleare in acqua pesante e con costi e condizioni che, paragonati al nucleare classico, erano incredibilmente facili. Fu così coniato il termine Fusione Fredda per identificare questo fenomeno. Tuttavia da allora, e per tutti gli anni '90, tale sperimentazione cadde in un forzato oblio mediatico per risorgere immediatamente nel 2000 dopo la replica dei giapponesi Mizumo e Ohmori. Un'ulteriore passo avanti fu data nel 2003 da tre ricercatori italiani, Vincenzio Iorio, Domenico Cirillo e Alessandro Dattilo che, nell'esperimento di Caserta, riprodussero lo stesso fenomeno in semplice acqua distillata, portando la sperimentazione alla portata degli elettrotecnici, e contribuendo a diffondere in Italia e nel resto del mondo questa sperimentazione. Nella foto, una delle numerose repliche di fusione fredda: il plasma elettrico che si forma arriva ad alcune migliaia di gradi.
Il gas di Brown
Abbiamo introdotto questo articolo specificando l'idrogeno come una tecnologia falsamente ecologica. Innanzitutto, l'idrogeno puro non è presente in natura e bisogna estrarlo o dall'acqua col procedimento dell'elettrolisi, e quindi consumando energia in quantità notevole, o dal metano, per via chimica. Inoltre è tra i combustibili più pericolosi che esistono. La sua combustione produce vapore acqueo, il cui ossigeno è però sottratto
dall'aria. Una buona risposta ai problemi dell'uso dell'idrogeno può essere il gas di Brown. Il gas di Brown è estratto dall'acqua, è composto da ossigeno e idrogeno, ma rispetto all'acqua ha un rapporto stechiometrico diverso. C'è maggiore efficienza nell'estrarlo, è meno pericoloso, e la sua fiamma presenta caratteristiche diverse, se non vere e proprie anomalie, rispetto a quelle riscontrabili dalla semplice combustione di altri gas. E' già commercialmente disponibile. Nella foto, impiegando il gas di Brown è stato saldato un chiodo con una mattonella. L'esperimento (riuscito) non è replicabile con nessun altro tipo di fiamma (MartucciSeria).
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Dispositivi Overunity
E' noto che il rendimento dei motori elettrici sia del 60% o in alcuni casi poco più. Esistono tuttavia dispositivi che hanno superato questo limite e anzi hanno superato di gran lunga il 100% arrivando ad essere generatori di loro stessi e fornitori di energia o di moto (da qui il nome Overunity, ovvero oltre l'unità). Talvolta tali motori funzionano con tecniche di ZPE avvalendosi però del moto rotatorio.I motori overunity sono numerosi, i più famosi comunque sono quelli di Bedini.Una categoria a parte è rappresentata dai motori omopolari, categoria derivata dai primi esperimenti di Faraday. Oggi sono noti sia motori omopolari standard, sia quelli Free Energy: uno su tutti, quello di Bruce De Palma.Nella foto, il Bedini SG.
Motori magnetici
Ogni tanto uno studente chiede al professore di scienze se è possibile un motore a magneti permanenti: nel migliore dei casi, allo studente viene risposto che non è possibile, che violerebbe la maggior parte delle leggi conosciute, nel peggiore viene sbattuto fuori. Peccato che sperimentatori come Perendev (col suo dispositivo già in commercio che produce fino a 300KW) darebbero una risposta differente. In effetti, mettere in circolo completo la forza attratti
va, o repulsiva, che chiunque può notare giocando con i magneti permanenti non si è rivelato impossibile – solo non è ovvio. Il rendimento, qualunque forza motrice dia, sarebbe infinito. Per raggiungere questo, le soluzioni sono costituiti da effetti non noti o poco documentati. Dispositivi come l'OCMPMM, per esempio, ha dato risultati straordinari ma l'effetto alla base non era precedentemente noto.L'immagine mostra una foto di una delle tante repliche del dispositivo chiamato OCMPMM. Il sito http://OCMPMM.com contiene perlopiù filmati YouTube, per cui è necessario collegarsi.
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I Reattori Adronici
Concludiamo questa carrellata con i reattori adronici, per motivi che chi legge può facilmente intuire. Ruggero Maria Santilli è un cervello in fuga di origine molisana, ma laureato a Napoli. Negli USA ha sviluppato i reattori adronici i quali convertono liquami, scarti industriali liquidi, olii esausti in combustibile non inquinante o in fertilizzante (a seconda delle versioni).I reattori adronici sono già in commercio. Voci di corridoio indicano una certa diffidenza della Magnegas, la società fondata da Santilli, con le pubbliche amministrazioni.Nella foto, Ruggero Maria Santilli a fianco di uno dei primi prototipi di reattori.
Qui di seguito daremo una panoramica circa le questioni che ruotano intorno al mondo della free energy. L'intenzione è semplicemente espositiva e riflette solo in parte le considerazioni degli autori.
Lo scetticismo generalizzato
Lo scetticismo in sé non è un difetto: obbiettare sulle cause di un determinato fenomeno, specie se controverso, fornendo tra le ipotesi prima le spiegazioni più accettate, fa parte di un percorso scientifico obbiettivo. Tuttavia questo somiglia all'ottusità se si insiste su tali motivazioni pure quando queste non spiegano il fenomeno del tutto o cominciano ad essere superate. Allora l'apertura mentale e talvolta i contestuali interessi fanno spesso la differenza tra i sostenitori e gli scettici.Una delle prime cose che vengono insegnate nei corsi di scienze sono le cosiddette leggi della termodinamica. La freeenergy, a volte a torto o anche a ragione, è spesso accusata di violare tali leggi e di essere un (impossibile) moto perpetuo, e quindi non è considerata. Talvolta ricercatori che hanno mostrato evidenze contrarie sono stati ostracizzati (nel migliore delle ipotesi) o cacciati, ridotti al silenzio o peggio. Tali ricerche
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sono quindi quasi totalmente fuori dell'ambito accademico e spesso affidati a inventori ed appassionati, visto che appunto chi di dovere non s'interessa, ha paura o è addirittura ostile.
“Cover up” e Cospirazione
Se il precedente punto era di natura scientifica, questo riguarda l'ordine politico ed economico. Per diversi decenni, il maggiore business del pianeta è stato quello energetico ed era correlato al petrolio e agli altri combustibili fossili. Tale business è ancora di fatto intoccabile. Le stesse fonti rinnovabili, compresi combustibili alternativi alla benzina, sono state ostacolate e non hanno trovato mercato, rimanendo per molto tempo un settore di nicchia. Possiamo immaginare quanto favore possano trovare fonti energetiche ancora meno invasive e ancora più gratuite. A questo si associano anche business collaterali (più inquinamento, più malattie, quindi più farmaci). Da non trascurare anche chi sostiene che l'insabbiamento di tali tecnologie (coverup, in inglese) sia parte, insieme ad altri fattori come il degrado sociale, il controllo informatico e lo stesso attentato alle torri gemelle, di un piano strategico più vasto. Tale teoria è generalmente conosciuta come Cospirazione ed attualmente in pieno svolgimento.
Problemi Brevettuali
Molti uffici brevetti, compreso quello italiano, rifiutano applicazioni freeenergy perché sono letti come moto perpetuo, e quindi impossibili. E' anche vero, tuttavia, che la brevettazione non garantisce necessariamente l'affidabilità. Per gli altri, spesso capita che le grandi aziende, o multinazionali acquistino questi brevetti al sono fine di evitare che siano una minaccia alla loro attività produttiva.
L'Aspetto Militare
Correlato alla questione brevettuale, figura quella militare. La presentazione di un brevetto che è ritenuto di valenza strategica costituisce un'eccezione al diritto privato e può essere quindi sottratto al suo inventore. Questo è quasilogico, per esempio, se inventando un'arma particolarmente efficace, questa sia di naturale interesse dei militari,
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oltre che pericolosa se destinata ai civili. Meno comprensibile è se questa valenza strategica sia estesa a qualcosa come la produzione energetica o un sistema di spostamento particolarmente efficiente e/o gratuito, perché non sarebbe solo d'interesse civile, ma produrrebbe prosperità allontanando pretesti bellici. In effetti, sono pochi i brevetti relativi alla FE validi che sfuggono a questo controllo.
Le Truffe
Come in molti altri campi, anche la freeenergy ha avuto episodi di truffe o anche di semplici beffe. Produrre apparecchi fasulli al fine di notorietà, guadagni collaterali e finanziamenti, è la prima causa che spinge gli scienziati (compresi quelli che hanno un approccio positivo verso la freeenergy), oltre a quanto già detto, a diffidare del primo congegno miracoloso e non pienamente visibile e spiegato che capiti a tiro.
Obiettivamente non è facile opporsi a un giro nazionale ed internazionale così consistente. I tempi però lo richiedono, il clima del nostro pianeta pure, la salute non ne parliamo. Se avete paura, e non fate niente, gli interessi corporativi avranno la meglio. Non vogliamo dire cosa fare a nessuno, di seguito c'è solo qualche suggerimento:
InformareL'ignoranza è forza, scriveva Orwell su 1984. La forza in questo caso è di non rendere consapevole l'opinione pubblica o di renderla totalmente passiva sul tema per continuare a dominare meglio. Il primo passo è informare quali possibilità realmente ci sono. Pubblicazioni come Nexus e, nel proprio piccolo, Altra Scienza hanno contribuito in questa direzione. Fondamentali anche le piccole iniziative come i convegni dell'O.N.N.E. a Grottammare, e dell'O.N.N.E./A.S.S.E./European Consumers a Roma.SperimentarePer vedere se un dispositivo FE è fattibile non rimane che una cosa: sperimentarla. Queste sono realtà che non sono note, quindi leggerle non basta. Neanche realizzare lo schema senza capirlo avvolte basta. Spesso una free energy si nega perché è stata riprodotta ma non è stata compresa.DiscuterePer diminuire gli errori di sperimentazione, oppure per meglio comprendere la
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propria è utile incontrarsi con chi ne sa di più, o quantomeno con chi fa tentativi dello stesso tipo. In qualche caso è utile – lo scetticismo, come abbiamo già detto, non è necessariamente ottusità – anche il confronto con i scienziati classici. Forum, convegni e riunioni giocano anche questo ruolo.OrganizzarsiL'esperienza ci insegna che in questo campo agire da soli è una pessima idea perché, per quanto equipaggiati si possa essere, difficilmente si può arrivare ai propri obiettivi solo con le proprie risorse. Complimenti a chi ci riesce. Per gli altri, trovare un proprio “giro”, trovando soci, associandosi o semplicemente trovare una comunione d'intenti con altri può rivelarsi utile in varia misura.Produrre E così si cambiano le cose. E' la tecnologia, non la politica che cambia il mondo. Il mondo l'ha cambiato il motore a vapore, l'energia, la televisione e il web. La politica è solo corsa dietro a questi cambiamenti, spesso tassandoli, strumentalizzandoli e cercandoli di controllare. In quanto alla free energy, cosa può cambiare, potete immaginarlo voi.