l'arena - il magazine - marzo 2013

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MARZO 2013

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L'Arena il magazine dell'Arena del Sole

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OTT

OBR

E 20

12

Info: www.arenadelsole.it

051.2910910 [email protected]

SI RINGRAZIA PER LA COLLABORAZIONE

dal 17 al 28 ottobre Sala Grande

Nuova Scena - Arena del Sole Teatro Stabile di Bologna LA FONDAZIONE di Raffaello Baldini con Ivano Marescotti regia Valerio Binasco

PRIMA NAZIONALE in collaborazione con GENDER BENDER FESTIVAL www.genderbender.it 27 ottobre Sala InterAction

I-ON spettacolo di Ivo Dimchev in collaborazione con Franz West

PRIMA NAZIONALE dal 28 al 29 ottobre Teatro delle Moline

PERCHÉ ORA AFFONDO NEL MIO PETTO scritto, diretto e interpretato da Roberto Corradino 30 ottobre Sala InterAction

FOLK-S drammaturgia e coreografia Alessandro Sciarroni una produzione Teatro Stabile delle Marche 2, 3 novembr Sala InterAction

¿HASTA DÓNDE…? di Sharon Fridman PRIMA NAZIONALE

POR SAL Y SAMBA di Carles Casallachs 3 novembre Sala Grande

STORM END COME coreografia Yasmeen Godder dall’8 all’11 novembre Sala Grande

Il Rossetti - Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia Malguion srl OBLIVION SHOW 2.0: IL SUSSIDIARIO con gli Oblivion testi Davide Calabrese e Lorenzo Scuda regia Gioele Dix

Stagione 2012-2013 dal 14 al 18 novembre Sala Grande

Nuova Scena - Arena del Sole Teatro Stabile di Bologna in collaborazione con Estate Teatrale Veronese OTELLO di William Shakespeare traduzione, adattamento, regia Nanni Garella con Massimo Dapporto, Maurizio Donadoni, Angelica Leo, Federica Fabiani, Gabriele Tesauri, Massimo Nicolini, Matteo Alì dal 14 al 17 novembre Sala InterAction

Progetto U.R.T. Compagnia Jurij Ferrini con il sostegno del Festival Internazionale di Andria Castel dei Mondi RODAGGIO MATRIMONIALE di Tennessee Williams con Jurij Ferrini, Eva Cambiale, Isabella Macchi, Carlo Orlando regia Jurij Ferrini dal 21 al 25 novembre Sala Grande

Teatro Stabile di Calabria Teatro Quirino MISERIA E NOBILTÀ di Eduardo Scarpetta con Geppy Gleijeses, Lello Arena, Marianella Bargilli e con Gigi De Luca regia Geppy Gleijeses 27 novembre Sala Grande

Promo Music OCCIDENTE ESTREMO VI RACCONTO IL NOSTRO FUTURO di e con Federico Rampini regia Antonio Petris dal 5 al 7 dicembre Sala InterAction

Les Enfants du Paradis Festival della Narrazione di Arzo - Svizzera Esteuropaovest Festival MATTEI PETROLIO E FANGO di e con Giorgio Felicetti testo teatrale Francesco Niccolini e Giorgio Felicetti

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dal 6 al 9 dicembre Sala Grande

Cardellino srl IL NIPOTE DI RAMEAU da un trattato filosofico di Denis Diderot traduzione e adattamento Edoardo Erba e Silvio Orlando con Silvio Orlando, Amerigo Fontani, Maria Laura Rondanini regia Silvio Orlando dal 14 al 16 dicembre Sala Grande

Nuovo Teatro e Teatro Stabile dell'Umbria presentano Stefano Accorsi in FURIOSO ORLANDO BALLATA IN ARIOSTESCHE RIME PER UN CAVALIER NARRANTE liberamente tratto da L’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto adattamento teatrale e regia Marco Baliani e con Nina Savary dal 18 dic. al 13 gennaio Sala Grande

Nuova Scena - Arena del Sole Teatro Stabile di Bologna IL MALANNO IMMAGINARIO di Francesco Freyrie liberamente ispirato a Il Malato immaginario di Molière con Vito, Claudia Penoni, Paolo Maria Veronica, Roberto Malandrino, Maria Vittoria Scarlattei regia Daniele Sala PRIMA NAZIONALE 19, 20 dicembre Sala InterAction

Fondazione Atlantide Teatro Stabile di Verona PICCOLI CRIMINI CONIUGALI di Éric-Emmanuel Schmitt con Paolo Valerio e Elena Giusti regia Alessandro Maggi dal 17 al 20 gennaio Sala Grande

BAM teatro/ Vasquez Y Pepita QUI E ORA di Mattia Torre con Valerio Mastandrea e Valerio Aprea regia Mattia Torre

22, 23 gennaio Sala Grande

Teatro del Carretto in AMLETO da William Shakespeare adattamento e regia Maria Grazia Cipriani scene e costumi Graziano Gregori dal 22 gen. al 10 febbraio Teatro delle Moline

Nuova Scena - Arena del Sole Teatro Stabile di Bologna LA MARIA DEI DADI DA BRODO testo e regia Marinella Manicardi collaborazione drammaturgica Federica Iacobelli con Marinella Manicardi e Daniele Furlati musiche originali Daniele Furlati 26, 27 gennaio Sala Grande

KaraKasa Circus CASA DOLCE CASA SPETTACOLO DI TEATRO ACROBATICO DELL’EUROPA DELL’EST di Marcello Chiarenza e Alessandro Serena 29, 30 gennaio Sala Grande

Teatro Stabile del Veneto Accademia Perduta/ Romagna Teatri OSCURA IMMENSITÀ di Massimo Carlotto tratto dal proprio romanzo L’oscura immensità della morte con Giulio Scarpati, Claudio Casadio regia Alessandro Gassmann dall’1 al 3 febbraio Sala Grande

Bags Entertainement OPEN uno show di Daniel Ezralow e Arabella Holzbog coreografie Daniel Ezralow con la DEConstructions Dance Company 5 febbraio Sala Grande

Gershwin Spettacoli con il patrocinio di F.A.I. Fondo Ambiente Italiano VANDALI L'ASSALTO ALLE BELLEZZE D'I-TALIA di e con Gian Antonio Stella e Gualtiero Bertelli

6, 7 febbraio Sala InterAction

Associazione Figli d'Arte Cuticchio O A PALERMO O ALL’INFERNO* LO SBARCO DI GARIBALDI IN SICILIA ideazione scenica, drammaturgia e regia Mimmo Cuticchio Oprante – contastorie: Mimmo Cuticchio Manianti e combattenti: Giacomo Cuticchio, Fulvio Verna, Tania Giordano dall’8 al 10 febbraio Sala Grande

Teatro Stabile della Sardegna Teatro Metastasio Stabile della Toscana I FRATELLI KARAMAZOV dal romanzo di Fëdor Michailovič Dostoevskij drammaturgia Roberta Arcelloni e Guido De Monticelli regia Guido De Monticelli con le compagnie del Teatro Stabile della Sardegna e del Teatro Metastasio Stabile della Toscana 12, 13 febbraio Sala InterAction

ALDES in collaborazione con Fond. Università di Ca' Foscari/ Teatro di Ca' Foscari e Associazione Didee (TO) CARNE TRITA CONCERTO PER VOCE E DANZA progetto, regia, coreografia Roberto Castello interpreti Maria Francesca Guerra Alessandra Moretti Fabio Pagano, Giselda Ranieri Irene Russolillo spettacolo presentato in collaborazione con ATERDANZA dal 13 al 16 febbraio Teatro delle Moline

Biancofango La Corte Ospitale Officina 1011 di Triangolo Scaleno Teatro PORCO MONDO drammaturgia Francesca Macrì e Andrea Trapani regia Francesca Macrì con Aida Talliente e Andrea Trapani

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dal 14 al 17 febbraio Sala Grande

CTB Teatro Stabile di Brescia Teatro de Gli Incamminati Franco Branciaroli e Tommaso Cardarelli in SERVO DI SCENA di Ronald Harwood traduzione Masolino D'Amico regia Franco Branciaroli dal 20 al 24 febbraio Teatro delle Moline

Nuova Scena - Arena del Sole Teatro Stabile di Bologna CORPI IMPURI di e con Marinella Manicardi realizzato in collaborazione con Festival Filosofia 2011, Centro di ricerca delle donne di Modena 23, 24 febbraio Sala Grande

Teatro de Gli Incamminati Diablogues/ Compagnia Vetrano-Randisi FANTASMI da Luigi Pirandello e Franco Scaldati testo e regia Enzo Vetrano e Stefano Randisi con Enzo Vetrano, Stefano Randisi e Margherita Smedile dal 26 feb. al 3 marzo Sala Grande Teatro Stabile di Napoli Fondazione Campania dei Festival ANTIGONE di Valeria Parrella regia Luca De Fusco con Gaia Aprea, Anita Bartolucci Fabrizio Nevola, Giacinto Palmarini Alfonso Postiglione, Nunzia Schiano Paolo Serra, Dalal Suleiman 5, 6 marzo Sala Grande

Troubleyn/Jan Fabre (Antwerp, BE) in coproduzione con Maribor 2012 (European Capital of Culture - SL) DRUGS KEPT ME ALIVE testo, regia, coreografia Jan Fabre drammaturgia Miet Martens con Antony Rizzi spettacolo presentato in collaborazione con ATERDANZA

dal 7 al 10 marzo Teatro delle Moline

Ursa Maior Teatro QUELLA LUCE BLU LA VITA DI MARIE CURIE tratto da Il Fuoco del radio. Dialoghi con Madame Curie di Simona Cerrato e Luisa Crismani con Marina Pitta e Briana Zaki regia Irene Ros 12 marzo Sala Grande

Sicilia Teatro Associazione PER NON MORIRE DI MAFIA di Pietro Grasso versione scenica Nicola Fano adattamento drammaturgico Margherita Rubino con Sebastiano Lo Monaco regia Alessio Pizzech dal 14 al 17 marzo Sala Grande

Fond. del Teatro Stabile di Torino Teatro Stabile del Veneto MACBETH di William Shakespeare traduzione Nadia Fusini con Giuseppe Battiston, Frédérique Loliée regia Andrea De Rosa dal 15 al 17 marzo Sala InterAction

Società per Attori MUMBLE MUMBLE OVVERO CONFESSIONI DI UN ORFANO D’ARTE di Emanuele Salce e Andrea Pergolari con Emanuele Salce e Paolo Giommarelli dal 20 al 24 marzo Teatro delle Moline

Ass. Culturale Le Belle Bandiere BARNUM di e con Elena Bucci al pianoforte Dimitri Sillato 22 marzo Sala Grande

Ass. cult. Artisti Riuniti e Palomar in collaborazione con PAV e Teatro della Tosse SIAMOSOLONOI drammaturgia Marco Andreoli con Michele Riondino, Maria Sole Mansutti regia Circo Bordeaux

dal 4 al 14 aprile Sala Grande

Nuova Scena - Arena del Sole Teatro Stabile di Bologna Associaz. Arte e Salute onlus MISÊRIA E NUBILTÈ di Nanni Garella da Eduardo Scarpetta con Vito, Umberto Bortolani e Nanni Garella regia Nanni Garella PRIMA NAZIONALE 11, 12 aprile Sala InterAction

Fond. Campania dei Festival Napoli Teatro Festival Italia Compagnia Enzo Moscato TA-KAI-TA* EDUARDO PER EDUARDO testo e regia Enzo Moscato con Isa Danieli e Enzo Moscato dal 18 al 21 aprile Sala Grande

Agidi srl presenta OPEN DAY di Walter Fontana con Angela Finocchiaro e Michele Di Mauro regia Ruggero Cara dal 19 al 21 aprile Sala InterAction

Fond. Salerno Contemporanea Teatro stabile di innovazione ANNA CAPPELLI di Annibale Ruccello con Maria Paiato regia Pierpaolo Sepe

* spettacoli presentati in collaborazione con

CENTRO LA SOFFITTA

DEL DIPARTIMENTO DELLE ARTI VISIVE,

PERFORMATIVE E MEDIALI

ALMA MATER STUDIORUM UNIVERSITÀ DI BOLOGNA

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Drugs Kept Me Alive ppaagg 77

Quella luce blu ppaagg 99

Per non morire di mafia ppaagg 1111

Macbeth ppaagg 1133

Mumble mumble ppaagg 1155

Barnum ppaagg 1177

siamosolonoi ppaagg 1199

Misêria e nubiltè ppaagg 2211

Ta-kai-ta ppaagg 2233

Open Day ppaagg 2255

Anna Cappelli ppaagg 2277

Laboratori teatrali ppaagg 2299

Scuola & Teatro ppaagg 3311

Informazioni biglietteria ppaagg 3333

Staff ppaagg 3344

Ringraziamenti ppaagg 3355

Spettacoli

Formazione

Informazioni

DIRETTORE RESPONSABILE: BRUNO DAMINI IN REDAZIONE: DONATELLA FRANZONI, FRANCESCA FERRI, GIACOMO GIUGGIOLI, TOMMASO SIMILI

DIREZIONE E REDAZIONE: VIA INDIPENDENZA, 44 40121 BOLOGNA - TEL. 051.2910.911 WWW.ARENADELSOLE.IT [email protected]

AUTORIZZAZIONE TRIBUNALE DI BOLOGNA N. 6393 DEL 26.01.1995

LE FOTO DI SCENA DEGLI SPETTACOLI PRODOTTI DALL’ARENA DEL SOLE – TEATRO STABILE DI BOLOGNA SONO DI RAFFAELLA CAVALIERI E LUCA SGAMELLOTTI

IN COPERTINA: ANTONY RIZZI IN “DRUGS KEPT ME ALINE” REGIA DI JAN FABRE (PH WONGE BERGMANN)

MARZO - APRILE 2013. ANNO XVII I N. 2

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ph Luca Sgamellotti

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5 e 6 marzo SALA GRANDE

Drugs Kept Me Alive testo, regia, scenografia Jan Fabre - drammaturgia Miet Martens - con Antony Rizzi musiche Dimitri Brusselmans - costumi Andrea Kränzlin - coordinamento tecnico Geert Van der Auwera TROUBLEYN/JAN FABRE (ANTWERP, BELGIO) in coproduzione con MARIBOR 2012 (EUROPEAN CAPITAL OF CULTURE - SLOVENIA)

ore 21

La mia droga si chiama Jan Fabre Un grande mago del teatro moderno, Jan Fabre – artista tra i più innovativi della sce-na contemporanea, promotore di una ricer-ca artistica tesa ad oltrepassare le barriere espressive – affida una pièce sull’estasi e l’abisso ad Antony Rizzi, performer e danza-tore che ha lavorato in diversi spettacoli dello stesso Fabre e con altri coreografi di primo piano della danza contemporanea come William Forsythe. Tra danza e teatro, Drugs kept me alive è il monologo di un sopravvissuto, un uomo la cui vita scorre a filo con la morte, che ha tentato ogni possibile via di uscita ma ha deciso di giocare d'azzardo: più la morte si avvicina, più pillole, bustine e miscele gli sono necessarie. Sprofonda così nel magma di ciò che lo tiene in vita: il desiderio logo-rante di intossicarsi. La sua immaginazione crea fate morgane, miraggi che lo avvolgo-no dolcemente provocandogli un'immensa felicità. È proprio questa continua intensità a nutrire la sua ossessione fino all’estasi. Ma anche un’altra potente droga kept him alive, lo ha tenuto e continua a tenerlo in vita: il suo sense of humour… «Sono una farmacia danzante!» esclama il performer in uno spazio scenico delimitato da centinaia di boccette di farmaci. Eccen-trico e schizzato, con cappello, guanti e scarpe bianchi, accennando passi di danza, Antony Rizzi si presenta al pubblico con il proprio nome e cognome e si racconta, at-traverso un linguaggio esplicito e l’enume-razione di droghe, la cui assunzione sembra il rimedio per “riuscire ad ammantare di arte la miseria del mondo”, fino al finale poetico tra centinaia di bolle di sapone.

Jan Fabre (Anversa, 1958) è artista visivo, coreografo, regista teatrale e scenografo belga, sempre teso verso una ricerca artisti-ca che oltrepassi le barriere espressive. Di-plomatosi all’Istituto di Arti Decorative e all'Académie Royale des Beaux-Arts di An-versa, città natale dove ha diretto i suoi primi spettacoli teatrali nei primi anni 80, nel 1984 presenta alla Biennale di Venezia The power of theatrical madness, spettacolo che connota ancora più chiaramente il suo stile eccessivo e "crudele", e conferma la tendenza totalizzante e interdisciplinare della sua ricerca, sempre tesa a espandere gli orizzonti in ogni disciplina su cui applica la sua visione artistica. Troubleyn/Jan Fabre è la compagnia teatrale, con un’intensa at-tività internazionale, che vede Fabre nelle vesti di direttore artistico sin dalla sua fon-dazione nel 1986.

Spettacolo compreso negli abbonamenti: Interazioni Contemporanee - Danza spettacolo presentato in collaborazione con ATERDANZA

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Antony Rizzi (ph Wonge Bergmann)

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dal 7 al 10 marzo TEATRO DELLE MOLINE

Quella luce blu LA VITA DI MARIE CURIE tratto da Il Fuoco del radio. Dialoghi con Madame Curie di Simona Cerrato e Luisa Crismani con Marina Pitta e Briana Zaki - con la collaborazione di Marco Mattiuzzo (voce registrata) regia Irene Ros - referente scientifico Francesca Vidotto • URSA MAIOR TEATRO

ore 21.15 domenica ore 17

Memorie al radio Premio Nobel per la Fisica nel 1903 insie-me al marito Pierre per i loro studi sulle ra-diazioni, Marie Curie è quasi evocata in questo spettacolo dalla figlia Irene, che as-seconda con affetto il suo delirante dialogo con una vecchia radio. Stralci di un’intervista in cui la celebre scienziata rievoca i passaggi cruciali della sua vita lasciando fluire i ricordi della sua ricerca come fosse il racconto di una storia d’amore ma anche sollevando questioni di massima importanza come la responsabilità dello scienziato nei confronti dell’umanità intera. Uno spettacolo ambientato interamente in una cucina, dove gli strumenti domestici diventano evocazioni febbrili di una vita dedicata alla ricerca e illuminata dall'amore per il marito: dall’annuncio della morte del marito inscenato attraverso un coltello pian-tato in un tagliere, fino alla rappresentazio-ne della fissione nucleare modellata su gnocchi di patate che si sfaldano, della ri-cerca degli elementi presenti nella materia simboleggiata dalla rottura dei gusci di noce. È l’aspetto umano della scienziata a traspa-rire, il suo sforzo di abbattere i pregiudizi sull’attività di una donna in un ambiente maschile, diventando quasi un personaggio pirandelliano, che si rivolge agli spettatori e all’autrice con la stessa amarezza dei Sei Personaggi: «E si vorrebbe che adesso, qui, in questo luogo, io, e tu, e altri, rivivessimo in breve tempo le nostre esperienze di anni, profonde, entusiasmanti, faticose. Ah! la fatica! Questo solletica molto la curiosità della gente!»

Ursa Maior è un gruppo di professionisti, nato per dare spazio ad artisti appartenenti a diverse aree con diversi percorsi formativi alle spalle, che dal 2002 opera nel campo del teatro allestendo spettacoli per bambini ed adulti, organizzando eventi e proponen-do laboratori che si avvalgono delle poten-zialità aggregative e formative della pratica teatrale, spesso in collaborazione con diver-se istituzioni e realtà culturali. Nel settem-bre 2008 ha partecipato alla Semifinale del Premio Scenario Infanzia con Ho perso il mio orsacchiotto bianco, percorso sensoriale per bambini da 1 a 3 anni. Cura inoltre la direzione artistica della rassegna “Senza frac nero né cilindro” all’Oratorio S. Filippo Neri della Fondazione del Monte di Bolo-gna e Ravenna.

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Marina Pitta (ph Tamara Casula)

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12 marzo SALA GRANDE

Per non morire di mafia di Pietro Grasso - versione scenica Nicola Fano - adattamento drammaturgico Margherita Rubino con Sebastiano Lo Monaco - regia Alessio Pizzech - musiche Dario Arcidiacono scene Giacomo Tringali - costumi Cristina Darold - luci Luigi Ascione - canti tradizionali Clara Salvo SICILIA TEATRO ASSOCIAZIONE

ore 21

Conversazione in Sicilia di Alessio Pizzech Non un semplice spettacolo ma un ritratto, un’indagine emotiva, una discesa nel cuore vibrante del lucido pensiero di un uomo che ha dedicato e sta dedicando la sua vita alla lotta contro il crimine per il trionfo della le-galità. Lo immagino in una stanza. Lui è lì al suo tavolo, forse sta lavorando, forse, stanco, sta pensando, forse sta tenendo una lezio-ne, quello che è certo è che lo spettatore si trova partecipe di una riflessione sorpren-dente per la sua vitalità intellettuale. Il tem-po dello spettatore è lo stesso del protago-nista sul palcoscenico. Il tempo della finzio-ne corrisponde perfettamente allo sviluppo dell‘intera pièce che si dipana così tra il momento didattico, quello comico e quello che definirei tragico nel senso antico della parola. Il protagonista/attore narra i tempi moderni come l’aedo cantava la guerra di Troia e ci invita alla speranza, al valore su-premo e antico del rispetto della legge dello stato ma guidato da una più profonda leg-ge morale. Un uomo/attore che dialoga con sé stesso e con il pubblico. Un dialogo lucido in cui i segni tracciati sulla lavagna diventano il concretizzarsi di un percorso di pensiero che scava nella memoria che fa della storia il proprio strumento di orientamento. Un pen-siero assolutamente urgente e necessario che viaggia sul delicato binario della con-traddizione. Un aspetto, quest’ultimo, che trova la sua sintesi nel senso del dovere, forte e al quale rispondere con una profon-da e sana morale individuale.

Il nostro protagonista si stacca così dalla vicenda squisitamente autobiografica e di-viene teatralmente simbolo di un nuovo cit-tadino. L’istante si allarga a un gioco di sot-tile ironia che colora talora la narrazione e il protagonista / narratore si pone al centro di una rivoluzione copernicana che ribalta la visione più praticata della mafia e del malessere sociale che avvolge il nostro pae-se. Come un nuovo Galileo, ci offre un nuovo telescopio per scrutare l’universo che ci circonda: ci permette di sapere. Il mono-logo rispecchia una condizione di solitudine del personaggio in cui i pochi segni scenici raccontano il mondo che egli evoca riper-correndo la propria vita tra il personale e il professionale.

Spettacolo in opzione nell’abbonamento InterAction 12, 13, 14, 15 spettacoli

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Sebastiano Lo Monaco (ph Margherita Mirabella)

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dal 14 al 17 marzo SALA GRANDE

Macbeth di William Shakespeare - traduzione Nadia Fusini - regia Andrea De Rosa con Giuseppe Battiston, Frédérique Loliée, Ivan Alovisio, Marco Vergani, Riccardo Lombardo, Stefano Scandaletti, Valentina Diana, Gennaro Di Colandrea - spazio scenico Nicolas Bovey e Andrea De Rosa - costumi Fabio Sonnino - luci Pasquale Mari - suono Hubert Westkemper FONDAZIONE DEL TEATRO STABILE DI TORINO e TEATRO STABILE DEL VENETO "CARLO GOLDONI"

ore 21 domenica ore 16

Un’ombra in cammino Giuseppe Battiston, uno dei più apprezzati e talentuosi interpreti del panorama cine-matografico e teatrale italiano, vincitore del premio Ubu 2009 come migliore attore per Orson Welles’ Roast, veste ora i panni di Macbeth, spettacolo che conclude proprio all’Arena del Sole la sua tournée. Andrea De Rosa dirige quella che è la più breve tra le tragedie shakespeariane, musicata da Giuseppe Verdi e al centro di famose tra-sposizioni cinematografiche firmate da regi-sti del calibro di Orson Wells, Akira Kuro-sawa e Roman Polanski. Una messinscena in chiave contemporanea, sottolineata an-che dall'ambientazione – un interno in puro stile novecento –, che accentua l’elemento psicologico e al contempo orrorifico della tragedia, con scene forti debitrici del cine-ma di David Cronenberg. Macbeth è uno dei personaggi più attuali del corpus shakespeariano. Il contrasto tra pensiero e azione, la percezione di essere intrappolato in una rete di incubi soffocanti, la disperazione, il conflitto tra ambizione e senso di giustizia, l’essere preda di un in-granaggio infernale di fronte al quale il li-bero arbitrio deve arrendersi: questi sono i termini per l’identificazione con la nostra parte più oscura, il nostro demone persona-le. Stretta tra la determinazione nell’essere motore di violenza e i frammenti di una dolcezza che emerge da un tempo lontano, il personaggio di Lady Macbeth, fragile e compassionevole, crolla quando ha final-mente ottenuto il titolo di regina, incapace di uscire da una nevrosi che la renderà una figura speciale agli occhi di Sigmund Freud nel suo celebre saggio del 1916. «Quando h l ll d ll’ d

ho lavorato rato alla messa in scena dell’opera di Giuseppe Verdi, nel 2008 – scrive Andrea De Rosa –, mi tornava spesso in mente la frase di un filosofo che diceva che, tra tutti i mali, il peggiore che si possa immaginare è quello che i nostri desideri si avverino. Ho capito il senso di questo para-dosso solo di fronte a Macbeth. Quello che le streghe gli rivelano è il suo desiderio più nascosto e inconfessabile. Il suo tragico de-stino è legato indissolubilmente all’avve-rarsi di quel desiderio. Lontano da qualun-que anacronistica tentazione psicanalitica, penso che sia lì, nel dire i propri sogni e de-sideri, che il lato oscuro di Macbeth prende forma (nella raffinata indagine psicologica medievale si fa chiaro che nei sogni non si agisce, ma si viene agiti). È lì che il lato più misterioso dell’esistenza si affaccia, in for-ma di visione, di felicità, di terrore».

Spettacolo compreso negli abbonamenti: InterAction 12, 13, 14, 15 spettacoli Domenica Teatro

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Giuseppe Battiston (ph Bepi Caroli)

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dal 15 al 17 marzo SALA INTERACTION

Mumble mumble OVVERO CONFESSIONI DI UN ORFANO D’ARTE di Emanuele Salce e Andrea Pergolari con Emanuele Salce e Paolo Giommarelli SOCIETÀ PER ATTORI

ore 21.30 domenica ore 16.30

Chi è di scena Emanuele Salce è un doppio figlio d’arte: il suo padre naturale è Luciano Salce, attore di oltre 50 film, autore teatrale e televisivo ma soprattutto regista di Fantozzi, Il federa-le e La voglia matta, mentre quello adottivo è stato Vittorio Gassman, secondo marito della madre Diletta D’Andrea, con cui è cresciuto. In Mumble mumble questo “orfa-no” d’arte – secondo un più appropriato aggiornamento –, si racconta al pubblico, vero e immaginario, facendo i conti con i propri padri e con la sua professione, tra realtà e fantasia, documentazione e finzio-ne. Nella solitudine di un camerino improv-visato, nella più profonda provincia italiana, si consuma l’autodafé di un non più giova-ne attore, impegnato a sperimentare la spericolata messinscena di un importante testo letterario, sperando nel conforto della presenza anche di un solo spettatore. Con il controcanto ironico di un personaggio gui-da, ora confessore ora giudice ora filosofo, si intrecciano così considerazioni sul teatro, l’arte e la vita, facendosi strada progressi-vamente il percorso iniziatico di un attore che rifiuta di essere tale e che, per confes-sarsi, sceglie la strada più radicale: l’esorcismo delle proprie paure che sfocia in una memoria d’amore e di morte sempre più incontrollabile, grottesca, tragicomica, assurda, eppure terribilmente vera. Tante storie, tanti piccoli personaggi, tanti am-bienti, tanti volti sfilano in un caleidoscopio di ricordi, fra l’Italia e l’Australia, funerali e disavventure amorose, raccontati con la leggerezza acuta e ironica tipica della “commedia all’italiana”, per approdare ad

una pacificazione finale che è solo l’inizio di un nuovo percorso di vita. «Dato per disperso fino alla metà degli anni Novanta circa, riapparve fra stupore e di-sappunto, come attore a fianco del patrigno Vittorio Gassman. Da allora, per ragioni ancora ignote, insiste a calcare le scene». Così si descrive Emanuele Salce nella nota biografica della monografia Luciano Salce. Una vita spettacolare (Edilazio 2009), che con Andrea Pergolari ha dedicato al padre a vent'anni dalla sua scomparsa. Classe 1966, esordisce davanti alla macchina da presa a 16 anni, proprio con Vittorio Gas-sman, nell’emblematico Di padre in figlio. Ha poi interpretato film di Ettore Scola, Pupi Avati e Ricky Tognazzi e diretto i documen-tari dedicati alle figure paterne La lunga strada e L’uomo dalla bocca storta.

Spettacolo compreso nell’abbonamento Interazioni Contemporanee

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Emanuele Salce

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dal 20 al 24 marzo TEATRO DELLE MOLINE

Barnum di e con Elena Bucci - al pianoforte Dimitri Sillato cura del suono, registrazioni e live electronics Raffaele Bassetti - luci Loredana Oddone scene e macchinismo Giovanni Macis - scene e costumi Nomadea installazioni Claudio Ballestracci • ASSOCIAZIONE CULTURALE LE BELLE BANDIERE

ore 21.15 domenica ore 17

Il circo della vita di Elena Bucci Barnum è il circo nel quale stiamo. Niente dolce malinconia, niente facili ap-plausi. Barnum è il circo sempre diverso nel quale ci esibiamo, attraverso numeri messi a pun-to con precisione e fanfaroneria, con stu-diata esperienza e meticoloso ingegno o con l’arte dell’improvvisazione: la vertigino-sa sequenza dei salti mortali che vanno dal-la nascita all’adolescenza alla maturità, passando per le capriole dell’inna-moramento e il passaggio nel cerchio di fuoco delle relazioni, la clownerie involon-taria di fronte ai mutamenti veloci del no-stro tempo, l’ammaestramento paziente di noi stessi e delle persone che ci stanno in-torno per giungere a uno spettacolo di di-vertita e divertente armonia. Barnum è un carrozzone nomade vagante nel presente e che soltanto apparentemente è abbarbicato a una terra o a una città. In realtà viene da lontano portando nel dna personaggi sconosciuti e di certo presto partirà per destinazione ignota. (…) Barnum è una scusa per scrivere senza es-sere scrittrice, cantare senza essere cantan-te e danzare senza essere danzatrice. Barnum è la lanterna magica delle immagi-ni indelebili che mi hanno reso quello che sono e dove risuonano il mio dialetto e le parlate e i canti impigliati tra i miei ricordi. Barnum è il luogo dove posso parlare com-piutamente la mia lingua mista, fatta di pa-role, suoni inventati, canto e danza e di qualcosa d’altro che non so quando tutto questo non basta a dire il sentimento.

Barnum è la mia musica. (…) In questo caleidoscopio di avvenimenti dolorosi e gioiosi, minuscoli o decisivi, deli-neo un filo che mi riporta alla mia inventata biografia: una vita che, pur partendo da elementi della memoria e degli incontri, si trasforma in iperbolica avventura. Mi è più facile così, attraverso la lente del grottesco e del canto, raccontare dei parti-colari che mi commuovono, dei fallimenti, delle vittorie, della misteriosa tessitura dell’esistenza. Barnum è un infinitamente piccolo, dal qua-le trovo la forza di guardare l’infinito. E poi, senza fare nomi di persone che non lo vorrebbero, è una dedica ai maestri che ci stanno abbandonando.

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Elena Bucci (ph Lilith Grassi)

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22 marzo SALA GRANDE

siamosolonoi drammaturgia Marco Andreoli - con Michele Riondino, Maria Sole Mansutti regia Circo Bordeaux - scene Fabrizio Darpino - trucco e costumi Eva Nestori disegno luci Luigi Biondi - musiche Teho Teardo ASSOCIAZIONE CULTURALE ARTISTI RIUNITI per PALOMAR in collaborazione con PAV e TEATRO DELLA TOSSE

ore 21

Duello in cucina di Michele Riondino

Una cucina. E nella cucina un tavolo, qual-che sedia, un piccolo albero di Natale, un frigorifero. E sul frigorifero, seduta come si mettono a sedere le bambole, una bambo-la. Di pezza. Che si chiama Ada. E poi c’è qualche macchia di sangue. E la mano di un uomo morto che sbuca da una lenzuolo arancione. E infine c’è Savino, che stringe i pugni, distoglie lo sguardo e pensa; pensa a quanto tempo gli rimanga per mettere ogni cosa al suo posto. siamosolonoi è un piccolo romanzo di for-mazione, un rapido bildungsroman, nel cui spettro si comprimono e si consumano l’elaborazione di un lutto, la verità di una colpa, il senso segreto dell’abbandono. A-da, come ogni gioco riempito di anima, vive e interpreta i personaggi, i desideri e le paure che smarginano dalla testa di Savino. Ecco che allora, in questa cucina da pulire e riordinare, si scatenano duelli fatali e ven-dette violente, messinscene nere o leggere da morire, racconti di ambasciatori d’altri tempi o di madonne diseredate. Ma una stanza del genere deve contenere anche la vita quotidiana, così come solo la mente di un bambino abbandonato può desiderarla: nient’altro che un piccolo mondo infinito nel quale preparare il pranzo e guardare la tv, nel quale allevare mille figli, uno diverso dall’altro, nel quale ci si stringe la mano o ci si scopre gelosi per il solo gusto di farlo. Questo racconto articolato, dall’andamento sinusoidale, prodigo di immagini e di alter-nanze, non è altro che la metafora di un percorso umano di privazione e di libera-zione, di conquista e di sconfitta. Un per-

corso - va da sé - necessario quanto inevi-tabile; perché taglia, senza fraintendimento alcuno, la superficie chiara e delicata della coscienza individuale. Il tempo, la memoria, la percezione del reale: sono queste le va-riabili distorsive che alimentano e consu-mano l’amore patologico, possessivo, infan-tile che unisce Savino alla sua bambola A-da. (…) Un uomo e una donna: eccoli, do-potutto, i fuochi ineludibili su cui si tende l’ellisse di questo lavoro. In un confronto che al tempo stesso vuole essere spietato e dolcissimo e che trova nella parola e nell’azione la sua pretesa universalità. Sen-za per questo voler mai dichiarare né il vin-to né il vincitore.

Spettacolo compreso nell’abbonamento Interazioni Contemporanee

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ph Giuseppe Di Stefano

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dal 4 al 14 aprile SALA GRANDE Misêria e nubiltè di Nanni Garella da Miseria e nobiltà di Eduardo Scarpetta regia Nanni Garella - con Vito, Umberto Bortolani, Carolina Cangini, Luca Formica, Pamela Giannasi, Mariarosa Iattoni, Iole Mazzetti, Fabio Molinari, Mirco Nanni, Lucio Polazzi, Deborah Quintavalle, Moreno Rimondi, Roberto Risi e la partecipazione straordinaria di Nanni Garella - scene e costumi Antonio Fiorentino - luci Gigi Saccomandi – musiche originali Leonildo e Marco Marcheselli NUOVA SCENA - ARENA DEL SOLE - TEATRO STABILE DI BOLOGNA e ASSOCIAZIONE ARTE E SALUTE ONLUS

ore 21 - domenica ore 16 lunedì riposo PRIMA NAZIONALE

Note di Nanni Garella

La lingua teatrale italiana, a differenza di altre lingue neolatine, possiede un altissimo grado di convenzionalità; è meno parlabile di altre lingue europee, meno elastica, meno espres-siva. La ragione di questa debolezza risiede molto probabilmente nella genesi stessa dell’italiano come lingua, oltre che nella frammentazione politica dell’Italia dalla cadu-ta dell’impero romano all’unità. (…) E la no-stra letteratura ha sempre rapporti diretti o indiretti, comunque molto stretti e fondanti, con i dialetti. È una particolarità tutta italiana quella della nascita e dello sviluppo di una lingua nazionale che non riesce a sciogliere, per così dire, i suoi nodi dialettali. Non a caso molti grandi autori teatrali italiani hanno scel-to, grosso modo, due strade nell’uso della lin-gua: o il dialetto tout court (Ruzante, Goldoni, Scarpetta, De Filippo) o una sorta di costru-zione/traduzione dalle lingue dialettali (Verga, Svevo, Pirandello, Alfieri). La lingua del Teatro deve per necessità essere comprensibile, di-retta, parlabile; ed è naturale che gli attori e gli autori teatrali affondino le mani nel loro retroterra linguistico popolare, nelle parole e nei modi di parlare della loro infanzia o dell’infanzia dei loro personaggi. (…) È il caso di questa nuova edizione di Miseria e nobiltà: un’opera tradotta in lingua bolognese da una commedia in lingua napoletana, a sua volta tratta da una commedia francese. Da anni il tema delle diversità attraversa il mio lavoro: diversità come handicap fisico o psichico, di-versità come povertà ed emarginazione, ma anche diversità linguistica. (…) Immagino quel mondo quando penso a Miseria e nobiltà. Un mondo affamato, disperato, violento; e allo

stesso tempo vitale, ricco di fantasia e di spe-ranze. E cerco di ascoltare il suono caotico di una lingua popolare, di un dialetto vivo, non ancora appiattito dall’italiano televisivo. È una lingua lessicalmente povera, un po’ sganghe-rata, inascoltata dalla letteratura contempo-ranea, eppure così piena di significati impre-vedibili, di parole sonore come musica. Ho tentato più volte, nei miei spettacoli, di rivita-lizzare la lingua teatrale italiana attraverso la grande tradizione dialettale (Arlecchino, Ista laus, Campiello, Il medico dei pazzi) cercando di rintracciare, nel calderone linguistico del nostro paese, una tessitura comune di parole, una radice della nostra identità nazionale. Miseria e nobiltà mi dà occasione di continua-re questo lavoro sulla lingua dialettale, in par-ticolare quella bolognese, che non mi appar-tiene per nascita, ma che ho imparato ad a-scoltare e ad amare.

Spettacolo compreso negli abbonamenti: Interazioni Contemporanee Teatro col Sorriso In opzione Abbonamento InterAction

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ph Raffaella Cavalieri

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11 e 12 aprile SALA INTERACTION

Ta-kai-ta EDUARDO PER EDUARDO testo e regia Enzo Moscato con Isa Danieli e Enzo Moscato scena Tata Barbalato - costumi Giuliana Colzi - luci Donamos FONDAZIONE CAMPANIA DEI FESTIVAL - NAPOLI TEATRO FESTIVAL ITALIA e COMPAGNIA ENZO MOSCATO

ore 21.30

Per Eduardo di Enzo Moscato Tà-kài-Tà (“Questo e Quello”, in greco anti-co ), non è un testo “da” ma “su” Eduardo De Filippo. Non è un racconto né una sorta di sinossi riepilogativa della sua vicenda ar-tistica ed umana. Così come non si basa – né vuole farlo – su alcun dato biografico “scientifico” o storicamente fondato sulla vita, interiore ed esteriore, che a lui è tocca-to “veramente” di condurre. È piuttosto un periplo immaginario, fanta-stico, (e quello della fantasia è l’unico dono “vero”, forse, che un drammaturgo, un fin-gitore d’emozioni e vita, può fare a un altro drammaturgo, un altro fingitore d’emozioni e vita, io credo) intorno ai pensieri e ai sen-timenti – ante e post mortem – che possono avergli sfiorato, per un attimo, l’anima ed il cuore. (…) La ragione principale della scrittura di que-sto testo è che davvero esso, in questo mo-mento e in tutta Europa, se non in tutto il mondo, è l’unico lavoro su Eduardo De Fi-lippo scritto non da Eduardo di Filippo. (…) Omaggio originale, creativo, non conformi-sta che ho inteso dedicare alla figura di Lui-sa (“Luisella”) De Filippo, secondogenita di Eduardo, morta bambina nell’ ultimo scor-cio degli anni 50. Quasi simbolo e metafora di quel breve vento di rinnovamento che carezzò Napoli dopo la seconda guerra mondiale.

Spettacolo compreso nell’abbonamento Interazioni Contemporanee

Lo spettacolo è presentato in collaborazione con CENTRO LA SOFFITTA

DEL DIPARTIMENTO DELLE ARTI VISIVE, PERFORMATIVE E MEDIALI UNIVERSITÀ DI BOLOGNA

nell’ambito del progetto ENZO MOS CA T O. PER ED U A R D O

a cura di Marco De Marinis

mercoledì 10 aprile, ore 21, Laboratori delle Arti

R I T OR NA NT I di e con Enzo Moscato e con Giuseppe Affinito

regia Enzo Moscato a seguire

INCONTRO CON MIMMO CUTICCHIO coordina Marco De Marinis

ingresso libero

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Enzo Moscato e Isa Danieli (ph Francesco Squeglia)

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dal 18 al 21 aprile SALA GRANDE

Open Day di Walter Fontana - con Angela Finocchiaro e Michele Di Mauro - regia Ruggero Cara scene e disegno luci Paolo Baroni - costumi Rosanna Monti AGIDI SRL

ore 21 domenica ore 16

A scuola di vita Dopo i recenti trionfi cinematografici e il successo teatrale di Miss Universo, Angela Finocchiaro torna a collaborare con Walter Fontana, scrittore, sceneggiatore e autore televisivo, già al fianco della Gialappa’s Band in Mai dire gol e di Aldo Giovanni e Giacomo. Al suo fianco sulla scena Michele Di Mauro, attore torinese che ha lavorato in teatro con registi del calibro di Massimo Castri, Ga-briele Vacis, Valter Malosti, Giampiero So-lari e Valerio Binasco. Il tutto per la regia di Ruggero Cara, tra i fondatori dello storico Teatro del Sole, atto-re di cinema e teatro, dove ha lavorato con Gabriele Salvatores, Leo de Berardinis, Nanni Garella, Moni Ovadia e Roberto An-dò, e che torna a dirigere Angela Finocchia-ro dopo La stanza dei fiori di china nel 1987 e il grande successo de La misteriosa scom-parsa di W nel 1994. Open Day è uno spettacolo ironico e ta-gliente, nato da una domanda che riguarda tutti noi: come si guarda al futuro quando non sai bene come comportarti col presente? Al centro della vicenda i tormenti di una famiglia alle prese con una figlia adole-scente. Una madre e un padre, separati da tempo, mediamente tritati dalla vita, en-trambi sui cinquanta, si ritrovano faccia a faccia in un giorno importante: iscrivere la figlia quattordicenne alla scuola media su-periore. Sembra facile, ma non lo è. Un semplice modulo da compilare diventa per i due ex-coniugi un interrogatorio insidioso, che li spinge a ripercorrere la loro vita, in un crescendo di sottile follia.

Tra litigi interrotti da anni, discorsi intorno a una figlia che non si vede mai ma è al cen-tro di tutto, licei chic con presidi analfabeti e incursioni mentali nella Grecia del IV se-colo a. C., si intrecciano tensioni, speranze e qualche sorpresa: perché il passato non è sempre come te lo ricordi e il futuro non è mai come te lo immagini.

Spettacolo compreso negli abbonamenti: InterAction 12, 13, 14, 15 spettacoli Domenica Teatro Teatro col Sorriso

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ph Masiar Pasquali

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dal 19 al 21 aprile SALA INTERACTION

Anna Cappelli, uno studio di Annibale Ruccello - con Maria Paiato regia Pierpaolo Sepe scene Francesco Ghisu - costumi Gianluca Falaschi - luci Carmine Pierri FONDAZIONE SALERNO CONTEMPORANEA TEATRO STABILE DI INNOVAZIONE

ore 21.30 domenica ore 16.30

La follia della normalità di Pierpaolo Sepe

Maria ed io abbiamo deciso di continuare a studiare le possibilità di messa in scena del monologo. Dopo il lavoro su Erodiade di Giovanni Testori, abbiamo pensato di affron-tare Anna Cappelli di Annibale Ruccello. Il testo è insidioso e pieno di trabocchetti. Il delirio naturalistico e minimale, ambientato in una miserabile Italietta degli anni Sessan-ta, a una lettura poco attenta può sembrare scarsamente dotato di una vena originaria limpida e necessaria; ma a uno sguardo più accorto non sfugge la mostruosa e depravata sottocultura piccolo-borghese che invade ogni respiro del dramma, incarnandosi in una donnina in apparenza docile e insignifi-cante. L’intelligenza dell’autore sta nel na-scondere, dietro la follia della normalità, un processo culturale drammatico che ha vissu-to il nostro paese: la protagonista del dram-ma porta in sé la miseria degli anni in cui divenne importante avere piuttosto che esse-re. Il principio del possesso, che ancora gui-da le nostre vite, si affermò ingoiando tradi-zioni culturali nobili e preziose. Fu in quegli anni che Pasolini urlò il dolore di chi avverti-va il pericolo che la sua stessa opera potesse perdere forza poetica e politica a causa di una dispersione drammatica di senso e di una tentazione di immoralità capitalistica. Fu in quegli anni che perdemmo l’onore. Fu in quegli anni che nacquero i cannibali, i padri della cultura odierna. Il nostro studio segna un primo approccio a questo dramma com-plesso e dal significato profondo e doloroso. È l’oscuro scrutare di Ruccello che cerchere-mo di restituire con adesione intellettuale ed emotiva. (…)

Nato a Castellammare di Stabia (NA), Anni-bale Ruccello, ha rivolto subito il suo interes-se verso la cultura popolare della Campania e al lavoro di ricerca di Roberto De Simone con la Nuova Compagnia di Canto Popolare. Ini-zia a recitare presso la fondazione del Teatro del Garage di Gennaro Vitiello, dove esordi-scono anche altri noti artisti come Mario Mar-tone e Enzo Moscato. Nel 1978 fonda la coo-perativa Il carro e comincia a scrivere e a met-tere in scena i suoi primi lavori teatrali, ispirati in gran parte a materiali della cultura popola-re. Tra i suoi lavori, il capolavoro del 1985 Ferdinando, commedia con la quale vince due premi IDI, Anna Cappelli e Mamma: piccole tragedie minimali. Muore ritornando da Roma in un drammatico incidente automobilistico sull'autostrada Roma – Napoli. Negli ultimi anni si assiste a una riscoperta e valorizzazione del suo repertorio e all'affer-mazione di Ruccello come una delle voci più interessanti e originali del teatro italiano della seconda metà del XX secolo.

Spettacolo compreso nell’abbonamento Interazioni Contemporanee

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Maria Paiato (ph Pepe Russo)

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Laboratori I laboratori dell’Arena del Sole sono rivolti a tutti: come prima tappa di una possibile formazione professionale o - perché no? - come un piccolo lusso che si concede chi ama il teatro

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Scuola & Teatro

Impegno e Creatività I progetti rivolti a studenti e insegnanti

L’attività di promozione culturale dell’Arena del Sole rivolta alle giovani generazioni, una realtà permanente che sempre più si consoli-da e si arricchisce di progetti e di idee, mette insieme iniziative volte a valorizzare il ruolo che l’educazione teatrale può svolgere nella scuola. Sintesi di questa attività è Il Teatro delle Scuole®, la rassegna di spettacoli mes-si in scena dai ragazzi delle scuole di Bolo-gna e provincia che giunge quest’anno alla 27ª edizione. Il percorso di promozione della cultura e della pratica del teatro prosegue anche all’interno degli istituti scolastici attra-verso un’offerta laboratoriale rivolta sia agli alunni che agli insegnanti, al fine di utilizzare il teatro come strumento educativo per facili-tare i processi di socializzazione, l’integrazione fra differenti culture e abilità, per conseguire maggiore consapevolezza espressiva e miglio-re capacità di fruizione degli spettacoli.

I mestieri del teatro Una proposta formativa dedicata alla scoper-ta delle professionalità necessarie per l’allestimento di uno spettacolo portando di-rettamente il teatro nelle scuole di ogni ordi-ne e grado. Durante gli incontri nelle classi un regista teatrale, un tecnico di produzione e un attore si alterneranno a parlare dei se-greti della messa in scena di uno spettacolo. A conclusione degli incontri i ragazzi saranno invitati a una visita al teatro ed eventualmen-te a uno spettacolo serale.

Alza la voce Un laboratorio sulla comprensione del testo e sulla lettura espressiva, un modo per avvi-cinare i giovani alla letteratura e contrastare la decadenza culturale, per accendere nuove

curiosità, per confrontare le scelte e i gusti dei ragazzi. Una vera e propria “scuola di lettura ad alta voce” da fare in classe, a cura di attori professionisti.

Laboratorio di lettura espressiva per insegnanti Questo laboratorio è rivolto agli insegnanti che desiderano migliorare le proprie capacità comunicative, incrementando la padronanza della propria voce anche come strumento in-dispensabile a rendere piacevole ed accatti-vante la propria proposta didattica. Questa attività si propone di offrire strumenti per tra-smettere le competenze acquisite agli studenti.

Visite a teatro Continuano con successo le visite guidate al teatro rivolte a gruppi di studenti, con per-corsi formativi all’interno dello spazio e dell’attività teatrale. Le visite hanno inizio nel foyer con la presentazione del teatro e della sua storia in rapporto alla città e si concludo-no in palcoscenico dove un tecnico di produ-zione presenta i mestieri del palcoscenico e illustra ciò che accade dietro le quinte.

Facebook, YouTube, Twitter e Instagram Per favorire una partecipazione diretta alle iniziative da parte degli studenti saranno uti-lizzati anche strumenti di comunicazione co-me Facebook, Twitter, YouTube e Instagram, nella convinzione che il rapporto tra giovani e teatro passi anche per i nuovi media, parti-colarmente utilizzati e frequentati dalle nuo-ve generazioni. Info: Ufficio Scuola tel. 051.2910.950 [email protected]

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con il contributo di

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Informazioni

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