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La valutazione nella prospettiva economica: alcuni casi concreti nati dall’esperienza del valutatore regionale sardo Paolo Mattana Università di Cagliari e Nucleo Valutazione e Verifica degli Investimenti Pubblici della Regione Sardegna

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Page 1: La valutazione nella prospettiva economica: alcuni casi concreti nati dallesperienza del valutatore regionale sardo Paolo Mattana Università di Cagliari

La valutazione nella prospettiva economica: alcuni casi concreti nati dall’esperienza del

valutatore regionale sardo

Paolo Mattana

Università di Cagliari e

Nucleo Valutazione e Verifica degli Investimenti

Pubblici della Regione Sardegna

Page 2: La valutazione nella prospettiva economica: alcuni casi concreti nati dallesperienza del valutatore regionale sardo Paolo Mattana Università di Cagliari

I principi classici della valutazione

Page 3: La valutazione nella prospettiva economica: alcuni casi concreti nati dallesperienza del valutatore regionale sardo Paolo Mattana Università di Cagliari

La valutazione nel concreto Molte chiacchiere, poche valutazioni.

Particolarmente per il caso delle valutazioni di efficacia

Presentazione di 2 casi concreti:

L’istituzione del Fondo di Garanzia in Sardegna.La valutazione degli effetti diretti e di quelli sistemici relativi all’intervento a valere sulle risorse del POR-FESR Sardegna 2007-2013 (2010, in Rassegna Italiana di Valutazione);

La valutazione degli effetti degli interventi volti alla riduzione delle aree di disagio sociale. Risorse POR Sardegna 2000-2006 (2012, in Sociologia e Politiche Sociali)

Page 4: La valutazione nella prospettiva economica: alcuni casi concreti nati dallesperienza del valutatore regionale sardo Paolo Mattana Università di Cagliari

La valutazione degli effetti degli interventi volti alla riduzione delle aree di disagio sociale. Risorse POR

Sardegna 2000-2006 (2012, in Sociologia e Politiche Sociali)

Paolo Mattana

Università di Cagliari e

Nucleo Valutazione e Verifica degli Investimenti

Pubblici della Regione Sardegna

Page 5: La valutazione nella prospettiva economica: alcuni casi concreti nati dallesperienza del valutatore regionale sardo Paolo Mattana Università di Cagliari

Riduzione disagio sociale: il QCS Relazione tra sviluppo economico e riduzione delle aree di disagio

sociale

“Il benessere di un territorio, la sua competitività, la sua capacità di attrarre risorse, dipendono, oltre che dai tradizionali fattori di crescita evidenziati dalla teoria economica, anche da tutta una serie di “aspetti multidimensionali che ricomprendono l’opportunità offerta agli individui di vivere secondo i propri valori e di migliorare le proprie condizioni” (Barca, 2009)

Impostazione del QCS (a base del ciclo di programmazione europea 2000-2006). Accentuazione sensibilità verso questi temi

La riduzione delle aree di disagio sociale diventa una delle due componenti dell’obiettivo strategico del QCS (accanto alla crescita del PIL)

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Riduzione disagio sociale: il QCS La RAS ha concentrato gli interventi con finalità diretta nell’Asse 5

(Città), in particolare nella Misura 5.2 “Miglioramento offerta servizi sociali”

Piano di valutazione politiche regionali

Esigenza di valutazione delle aree di riduzione (?) del disagio sociale

Lavoro NVVIP

Profili di “utilità” e di “efficacia” degli interventi:

utilità = matching fra localizzazione investimenti e bisogni efficacia = grado di attenuazione dei fenomeni ottenuti per

mezzo della policy

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Alcuni utili «concetti guida» La moderna analisi sociologica sul disagio sociale prende le mosse da una

generalizzazione dell’approccio tradizionale allo studio della povertà.

Approccio tradizionale,: individuazione linea di demarcazione fra “poveri” e “non poveri” attraverso la misurazione di una variabile di natura “monetaria/economica” quale il reddito o la spesa per consumi.

Concettualizzazione alternativa del termine “povertà” : un “povero” è un indiv\iduo che non riesce a soddisfare una pluralità di bisogni, legati alle modalità di vita ritenute oggi soddisfacenti, interrelati secondo un complesso disegno che spazia dalla sfera economica a quella relazionale, lavorativa e della salute. Aree di “deprivazione” o “vulnerabilità”, spesso definite “nuove povertà”, derivanti da mancanza di relazioni sociali, da emarginazione, da non autosufficienza, da mancanza di sicurezza, etc..

“Disagio sociale”: percezione, oggettiva ma anche soggettiva, di una qualche forma di inadeguatezza dell’individuo rispetto al sistema economico/sociale in cui vive, che portano l’individuo stesso a uno stato di sofferenza/povertà o comunque di assenza di benessere.

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Alcuni utili «concetti guida» Alle sopracitate situazioni di precarietà multidimensionale, le

teorie sociologiche del controllo sociale aggiungono un legame “normale” e “funzionale” con i fenomeni di criminalità e di devianza, attraverso processi di definizione che sottendono una concezione conflittuale della società.

Il “conflitto” nasce quando una persona che si trovi nell’area grigia della precarietà diventa consapevole del proprio stato di inferiorità e inizia a sperimentare sentimenti di invidia sociale e a ritenersi vittima di ingiustizia (si veda, inter al. Stiles et al., 2000 e Stockdale et al. 2002).

Altri studi (si veda in particolare Fergusson et al., 2004) stigmatizzano un legame funzionale fra “deprivazione” (di natura soprattutto economica) e abusi nei confronti dell’infanzia, disordini comportamentali infantili, e più in generale comportamento deviante.

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L’unità elementare di analisi Individuo/famiglia o aree geografiche?

Nel caso si vogliano classificare le aree geografiche nell’ottica di una efficiente allocazione delle risorse pubbliche diventa imprescindibile aggregare l’informazione individuale a livello di area rilevante. Problemi di “ecological inference fallacy!.

A favore dell’approccio “ecologico”: “determinismo ambientale” che presiede alla persistenza dei

fenomeni indipendentemente da altri fattori

il livello medio prevalente dei servizi presente a livello di singole aree tende a condizionare gli esiti in termini di povertà e/o disagio individuali

determinanti spaziali molto rilevanti che riguardano la probabilità di accedere al mercato del lavoro, una delle determinanti più importanti della povertà o del disagio sociale

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Modelli di aggregazione dell’informazione Rappresentazione empirica dei fenomeni: quali variabili utilizzare? Metodo utilizzato per combinare l’informazione in valori indice, etc. Esistono su questi elementi differenze notevoli nella pratica

empirica, anche se in realtà la letteratura sembra confermare forti correlazioni fra gli indici calcolati con modalità diverse

Interessante l’esperienza anglosassone. Indice di Jarman, di Townsend , di Carstairs, il MATDEP e il SOCDEP (rispettivamente material deprivation index e social deprivation index,) e di “deprivazione multipla”. Tali indici differiscono per il numero e tipo di variabili utilizzate, per il livello geografico rispetto al quale sono misurati e per il metodo di trasformazione applicato per ricondurre i singoli domini a un unico indice.

Alternativamente metodi statistici multivariati (individuazione endogena dei pesi)

cluster analysis, analisi fattoriale analisi per componenti principali

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Una breve rassegna dei contributi italiani Anche l’esperienza italiana è ricca di contributi e di interessanti spunti

applicativi. A causa del fatto che le decisioni politiche relative all’allocazione delle risorse

pubbliche in Italia sono (troppo) raramente evidence-based, il caso italiano sembra prediligere l’approccio basato sull’individuo/famiglia, legato ad un interesse di tipo accademico/culturale volto sostanzialmente alla mera misurazione dei fenomeni di disagio in atto più che alla classificazione di aree nell’ottica di una più razionale allocazione delle risorse pubbliche.

Interessanti incursioni nel campo degli studi “ecologici” per il caso italiano si rinvengono soprattutto in ambito di programmazione sanitaria in cui si testano ipotesi di social causation tra disagio sociale e deficit sanitari a livello di area rilevante (si veda inter al. Tello et al.).

Per scopi conoscitivi e di programmazione più generali Betti et al. aggregano l’informazione derivante da survey individuali

per studiare l’emergere del disagio sociale a livello dei sistemi economici locali della Toscana.

Radini misura il livello di disagio sociale per un insieme di 23 province italiane,

Jacobi e Berni lavorano a livello di zone sanitarie per l’area vasta della Toscana Occidentale

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La policy: la Misura 5.2 180 interventi per un importo complessivo di 30 milioni di

Euro di Quota Ammessa alla rendicontazione. La misura prevede il finanziamento delle seguenti azioni

Azione 5.2.a - Ristrutturazione, adeguamento, completamento e creazione di infrastrutture e attrezzature a sostegno dei servizi alla persona e alla comunità

Azione 5.2.b - Azioni innovative per l’integrazione sociale dei soggetti più a rischio di disagio

Azione 5.2.c - Rafforzamento dell’imprenditorialità nel sociale. L’Azione promuove la creazione di nuove iniziative imprenditoriali NO-PROFIT, in particolare di cooperazione di tipo b e/o il potenziamento di quelle già esistenti sul territorio, finalizzate a sostenere l’insieme dei servizi alla persona e alla comunità.

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Alcune caratteristiche della policyImporti medi del progetto:

rosso sopra medianaQA per abitante:

rosso sopra mediana

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Il disagio a livello comunale sardo Non sembrano esistere misurazioni ufficiali a disposizione

riguardanti l’intensità del disagio sociale a livello comunale sardo

Come ricostruire la mappa del bisogno e i trend in atto a partire dai (pochi) dati statistici a disposizione

1^ possibilità: calcolo, a livello comunale sardo, di uno degli indici tipicamente utilizzati in letteratura. Tuttavia, anche una veloce ispezione delle necessità informative minimali richieste per la costruzione anche del più semplice di tali indici segnala l’impossibilità di procedere per questa via

In alternativa metodi statistici, meno “strutturati”, ma comunque già testati in letteratura

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Il disagio a livello comunale sardo Nel complesso, i domini informativi utilizzabili sono i

seguenti il reddito; l’istruzione. la dotazione di servizi; la struttura demografica; le caratteristiche fisiche del territorio comunale e le

misure dell’accessibilità; i veicoli circolanti; i reati

E’ utile notare, così come sopra discusso, che l’informazione utilizzabile per inferire l’intensità del disagio sociale a livello comunale sardo si sovrapponga per gran parte a quella utilizzata in contributi con obiettivi simili al nostro.

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Il disagio a livello comunale sardo Analisi per Componenti Principali (ACP)

attribuisce endogenamente i pesi alle diverse variabili esprimono una combinazione lineare delle variabili di

partenza sono tra loro ortogonali (incorrelate per costruzione) nella selezione delle variabili che si considerano rilevanti,

sia nella scelta del numero massimo di variabili latenti, si è proceduto con un criterio di “robustezza statistica” secondo due principi ben definiti. Il primo richiama sia l’“allineamento” rispetto al requisito di perpendicolarità (orthonormal loadings), sia la valutazione dell’intensità del co-movimento (lunghezza delle frecce rappresentative nei bi-plot)

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Il disagio a livello comunale sardo L’applicazione del criterio statistico sopra richiamato ha

portato, per approssimazioni successive, alla definizione di due fattori latenti

Nel gruppo che definisce la prima componente principale (Component_1=IDSR) entrano fondamentalmente le variabili originantesi nel dominio “Popolazione” (indici di dipendenza giovanile, di ricambio, di struttura e di vecchiaia e il numero di anziani per bambino). Il dettaglio “_02” indica, per tutte le variabili, l’anno di riferimento delle variabili, mentre “pop” caratterizza la natura pro-capite delle variabili

Nel secondo gruppo (Component_2= IDE) emergono come significative (e perpendicolari rispetto alle altre) le variabili del dominio “reati”

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Il disagio a livello comunale sardo

-15

-10

-5

0

5

10

15

-15 -10 -5 0 5 10 15

ANZIANI_BAMBINO_02

-DIPENDENZA_GIOV_02

DROGA_POP_02

FURTI_POP_02

RICAMBIO_02STRUTTURA_02

VECCHIAIA_02

VIOLENZE_POP_02

3

14

17 2747

50

55

58

6378

89

115

150 161

188

203

218

220

223

255

263

278281298304309313

315

318342

371

374

Component 1 (49.2%)

Com

ponent 2

(21.0

%)

Orthonormal Loadings Biplot

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Il disagio a livello comunale sardo

0.0

0.4

0.8

1.2

1.6

2.0

2.4

2.8

3.2

1 2 3 4 5 6 7

Scree Plot (Ordered Eigenvalues)

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Il disagio a livello comunale sardo Come rappresentare i risultati? Modalità di

ordinamento:

Valori indice Dicotomizzazione (0, 1) “Politomizzazione” (0,5)

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Il disagio a livello comunale sardo

-4

-2

0

2

4

6

8

-4 0 4 8 12

CP1_DISAGIO_02

CP2_DIS

AGIO

_02

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Geo-referenziazione IDSR Zone interne

oristanese nuorese

Zone costiere Sulcis-iglesiente Medio-Campidano Alta Gallura

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Geo-referenziazione IDE Sorprendentementecomplementare

rispetto a IDSR

Soprattutto zone costiere

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“Doppio disagio”

U > 75% U > 50%

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Persistenza del disagio

IDSR IDE

-4

-2

0

2

4

6

8

10

12

-4 0 4 8 12

CP1_DISAGIO_02

CP

1_

DIS

AG

IO_

07

-4

-2

0

2

4

6

8

-4 -2 0 2 4 6 8

CP2_DISAGIO_02

CP

2_

DIS

AG

IO_

07

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L’Utilità della policy

Page 27: La valutazione nella prospettiva economica: alcuni casi concreti nati dallesperienza del valutatore regionale sardo Paolo Mattana Università di Cagliari

L’efficacia della policy Molto più difficile da valutare Qual è la probabilità che il cambiamento di posizione

relativa osservato in un determinato comune sia dipeso dalla policy effettuata?

Diversi metodi per valutazione effetti causali legati all’implementazione delle policy Metodi non parametrici : assenza di apriorismi sui

caratteri della popolazione (da cui trarre i campioni) Metodi parametrici: si reggono su ipotesi ad hoc. Restano

i più utilizzati in letteratura Tra i metodi parametrici stima a due stadi di Heckman.

Caso in cui le osservazioni sulla variabile endogena sono disponibili solo se si verifica una data condizione che determina l’appartenenza del soggetto a un gruppo (ad es. partecipazione a un bando). Tale circostanza, se trascurata, determina un tipico bias da selezione

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L’efficacia della policy Primo stadio: regressione probit per determinare la probabilità di

partecipazione delle singole unità del campione (I modelli di tipo probit rientrano nell’ambito della classe dei modelli a scelta binaria. Tali modelli hanno la caratteristica peculiare di avere la variabile dipendente discreta che può assumere solamente i valori 1 oppure 0). Il problema principale che si cerca di risolvere attraverso l'utilizzo di questi modelli è quindi quello di spiegare i valori assunti dalla variabile dipendente dicotomica attraverso un insieme di variabili esplicative

Secondo stadio: si stima la probabilità che la modifica di un qualsiasi indice dimensionale intervenuto nell’arco temporale di riferimento sia dipeso dalle policy/treatment messo in atto

Solo IDE. La policy, infatti, non era intesa influire su questo tipo di caratteristica comunale (in altri termini, non intendeva affrontare il problema dello spopolamento dei comuni), bensì affrontare i bisogni che da questo stato di cose potevano derivare

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Risultati

lambda 2.7735337 10.84153 sigma 2.7735337 rho 1.00000 lambda 2.773534 10.84153 0.26 0.798 -18.47547 24.02253mills _cons -.6765206 .151924 -4.45 0.000 -.9742862 -.378755 nu .0066773 .2048883 0.03 0.974 -.3948964 .4082511 ca .1017553 .2103306 0.48 0.629 -.310485 .5139957 or .0367288 .2160632 0.17 0.865 -.3867472 .4602048 servizi_pc .1103627 .0624122 1.77 0.077 -.0119629 .2326883istruzione~c -.0569827 .0479013 -1.19 0.234 -.1508675 .0369022dot_terr_pc2 -.2380275 .0609471 -3.91 0.000 -.3574816 -.1185735dot_terr_pc1 -.0469004 .0372419 -1.26 0.208 -.1198931 .0260923partecipaz~e _cons -3.279847 13.62793 -0.24 0.810 -29.99009 23.4304 euro_pc_52 -.0004939 .0010072 -0.49 0.624 -.0024681 .0014803 ss -.1009593 .6732048 -0.15 0.881 -1.420417 1.218498 nu -.2151596 .6387024 -0.34 0.736 -1.466993 1.036674 ca .1726676 .7878825 0.22 0.827 -1.371554 1.716889 servizi_pc .0249897 1.003484 0.02 0.980 -1.941803 1.991782istruzione~c -.0576446 .4579274 -0.13 0.900 -.9551659 .8398767dot_terr_pc2 -.4145146 1.740479 -0.24 0.812 -3.82579 2.996761dot_terr_pc1 -.0945034 .3556027 -0.27 0.790 -.791472 .6024652diff_pc2 Coef. Std. Err. z P>|z| [95% Conf. Interval]

Prob > chi2 = 0.0163 Wald chi2(14) = 27.56

Uncensored obs = 103(regression model with sample selection) Censored obs = 273Heckman selection model -- two-step estimates Number of obs = 376

Page 30: La valutazione nella prospettiva economica: alcuni casi concreti nati dallesperienza del valutatore regionale sardo Paolo Mattana Università di Cagliari

L’istituzione del Fondo di Garanzia in Sardegna.La valutazione degli effetti diretti e di quelli

sistemici relativi all’intervento

Paolo Mattana

Università di Cagliari e

Nucleo Valutazione e Verifica degli Investimenti

Pubblici della Regione Sardegna

Page 31: La valutazione nella prospettiva economica: alcuni casi concreti nati dallesperienza del valutatore regionale sardo Paolo Mattana Università di Cagliari

Rationale behind Istituti di garanzia collettiva dei fidi si osservano nei mercati

finanziari anche senza un esplicito supporto pubblico. Trovano spazio quando: esistono differenziali informativi tra le istituzioni di garanzia

collettiva dei fidi e le istituzioni bancarie, relativamente al merito di credito di potenziali prenditori di fondi

si determinano possibilità di differenziazione geografica o settoriale del rischio

emergono possibilità di “arbitraggio” tra regolamentazioni diverse

In ogni caso, la decisione del policy maker di programmare risorse a favore di una soluzione dei problemi sopra elencati implica un sussidio o un incentivo fiscale, e si configura come un aiuto di stato soggetto al regime autorizzativo

Le ragioni di una possibile “discesa in campo” del policy maker sono diverse

Page 32: La valutazione nella prospettiva economica: alcuni casi concreti nati dallesperienza del valutatore regionale sardo Paolo Mattana Università di Cagliari

Rationale behind 1 superamento fallimenti di mercato dovuti alle asimmetrie

informative

2 superamento di una distribuzione di dotazioni ritenute non equa; in questo caso, l’intervento pubblico consente di avvantaggiare alcune aree territoriali rispetto ad altre, un settore rispetto alla media dell’economia, oppure, ancora, l’imprenditorialità femminile o particolari gruppi etnici

3 possibilità di sfruttare le esternalità derivanti, in potenza, dal dinamismo imprenditoriale di imprenditori razionati sotto il profilo del credito

4 kick-starting di imprese innovative

5 Etc

Page 33: La valutazione nella prospettiva economica: alcuni casi concreti nati dallesperienza del valutatore regionale sardo Paolo Mattana Università di Cagliari

Rationale behind Rientra nella tipologia 2 il ruolo importante che

l’intervento pubblico può rivestire nella creazione di uno schema di garanzie sul credito per le PMI (in contrapposizione alle grandi), che risultano strutturalmente razionate sotto il profilo della concessione del credito, in quanto non posseggono normalmente la tipologia di collaterali che sono richiesti dalle banche.

Si consideri, inoltre, che questi elementi strutturali tipici delle PMI si intensificano durante fasi congiunturali di credit crunch

Page 34: La valutazione nella prospettiva economica: alcuni casi concreti nati dallesperienza del valutatore regionale sardo Paolo Mattana Università di Cagliari

I contorni generali dell’operazione Dettagli del Piano di Attività, predisposto dalla SFIRS

solo co-garanzia e contro-garanzia a supporto dell’ordinaria attività dei Confidi. E’ escluso cioè, dagli atti costitutivi, che il FG possa operare direttamente a contatto con i prenditori di fido finali

il FG è pensato per proporre garanzie parziali, in un’ottica di risk-sharing con le istituzioni bancarie. La somma delle garanzie dirette (o di primo grado) e delle co-garanzie non può superare l’80% del fido assegnabile. Ugualmente, le contro-garanzie non possono riguardare parti eccedenti l’80% del fido. Ciò implica che, da un lato, una parte consistente del rischio, a salvaguardia di comportamenti di “azzardo morale” delle istituzioni creditizie, resta sulla controparte bancaria; dall’altro si avrà che la controparte bancaria vigilerà per limitare i problemi di “selezione avversa” dei prenditori di fido

l’intervento è volto esclusivamente al sostegno del merito di credito delle PMI, (imprese che occupano meno di 250 persone, il cui fatturato annuo non supera i 50 milioni di euro)

Page 35: La valutazione nella prospettiva economica: alcuni casi concreti nati dallesperienza del valutatore regionale sardo Paolo Mattana Università di Cagliari

Le assunzioni di base A1: Per la quantificazione delle risorse messe a disposizione

nel settore del credito regionale si fanno salve le previsioni del Piano di Attività. la capienza del FG si attesta su 238 mln. l’intero ammontare è convogliato verso il sistema

economico isolano fin dal primo anno (ipotesi di totale razionamento dal lato dell’offerta). Un uso solo parziale delle risorse a disposizione del FG implicherà il proporzionale abbattimento degli impatti

Si noti come il grado di assorbimento delle risorse del FG è endogeno se le imprese sono razionate sotto l’aspetto del credito, è

plausibile immaginare che il FG, fin da subito, potrà dispiegare tutti i suoi effetti potenziali sull’economia isolana

Se accade l’opposto, cioè se la “latitanza” del credito nell’attuale congiuntura economica è invece determinata dal lato della domanda, con le imprese rese prudenti dall’incertezza futura, e comunque indebolite nella percezione esterna del loro merito di credito, allora il tiraggio sarà limitato

Page 36: La valutazione nella prospettiva economica: alcuni casi concreti nati dallesperienza del valutatore regionale sardo Paolo Mattana Università di Cagliari

Le assunzioni di base l’ammontare massimo di garanzie (nell’ipotesi di totale

impegno del fondo) è di 800 mln di euro in un anno solare.

ipotizzando un grado di “gearing” o leva finanziaria, infra-annuale, di 2 si determina un flusso annuo massimo di credito garantito alle PMI di ben 1.6 mld di Euro (corrispondente a circa il 14% del credito complessivo al settore produttivo della Sardegna al 31/12/2009 (dati Banca d’Italia, statistiche provinciali del credito).

si ipotizza che il FG avrà carattere permanente A partire da questi elementi, una ragionata creazione dello

scenario valutativo dell’intervento necessita di acquisire elementi su quella che sarà la presumibile ripartizione settoriale dell’attività dei Confidi. In assenza di precisi orientamenti riguardo alle priorità settoriali (e non) che presiederanno alla definizione dei bandi, si rende necessaria la seguente ulteriore ipotesi

Page 37: La valutazione nella prospettiva economica: alcuni casi concreti nati dallesperienza del valutatore regionale sardo Paolo Mattana Università di Cagliari

Le assunzioni di base A2: La scelta delle priorità di implementazione del FG non

modificherà l’attuale ripartizione settoriale del credito intermediato dai Confidi. Si precisa che, data la natura del FG, sono esclusi dai calcoli i settori a prevalente “mano pubblica”, quali la Sanità, l’Istruzione e gli “Altri Servizi Pubblici”. Sono inoltre esclusi i settori della intermediazione finanziaria e creditizia.

 Anche con questa ipotesi semplificatrice, però, resta complicato ricostruire il quadro della ripartizione attuale del credito assistito dai Confidi nell’ambito regionale sardo.

La Banca d’Italia, nel suo contributo del 2008 sulle “Economie Regionali”, fornisce alcuni spunti interessanti. Escludendo il settore agricolo (che peraltro pesa pochissimo) riporta la seguente ripartizione settoriale del credito assistito dai Confidi:

industria 23%; servizi 62%; costruzioni 15%

Page 38: La valutazione nella prospettiva economica: alcuni casi concreti nati dallesperienza del valutatore regionale sardo Paolo Mattana Università di Cagliari

Le assunzioni di base Sfruttando l’ulteriore precisazione che, all’interno del settore

dei servizi, le imprese del settore del commercio assorbirebbero ben il 35% del credito totale garantito è possibile calcolare una approssimazione della ripartizione del credito garantito dai Confidi secondo un dettaglio adeguato.

I risultati sono riportati in Tabella 1, assieme al costo medio del finanziamento bancario (dati Banca d’Italia - Base informativa pubblica).

I dati sul credito totale sono della Banca d’Italia riporta (Banca d’Italia, statistiche provinciali del credito).

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Credito tot (CT), Credito assistito dai Confidi (CG) e tasso medio di approvv. per settore

SETTORE CT CG CT/CG r 1. INDUSTRIA (1.1+1.2) 5.631 590,5 10,5% 6,4 1.1. Industria in senso stretto (1.1.1+1.1.2+1.1.3) 3.010 355,3 11,8% 7,0 1.1.1 Estrazione di minerali 32 3,8 11,8% 6,3 1.1.2 Industria manifatturiera (a+b+c+d+e+f+g+h+i) 1.997 235,8 11,8% 7,1 a. Industrie alimentari, delle bevande e del tabacco 654 77,2 11,8% 5,7 b. Industrie tessili e dell'abbigliamento 105 12,4 11,8% 6,8 c. Industrie conciarie, prodotti in cuoio, pelle e similari 1 0,1 11,8% 6,8 d. Fabbr. pasta carta, carta; stampa ed editoria 98 11,6 11,8% 6,6 e. Cokerie, raffinerie, chimiche, farmaceutiche 120 14,2 11,8% 6,9 f. Fabbr. prodotti lavorazione di minerali non metalliferi 292 34,5 11,8% 7,4 g. Produzione di metallo e fabbricazione prodotti in metallo 156 18,4 11,8% 7,3 h. Fabb. macch, app. mecc., el. ed ottici; mezzi di trasporto 266 31,4 11,8% 7,8 i. Legno, gomma, plastica e altre manifatturiere 305 36 11,8% 7,0 1.1.3 Prod. e distrib. energia elettrica, gas, vapore e acqua 981 115,7 11,8% 4,3 1.2 Costruzioni 2.621 235,2 9,0% 7,1 2. SERVIZI (l+m+n+o) 5.218 1.009,6 19,4% 7,1 l. Comm. all'ing. e al dett.; ripar. aut., motocicli etc 2.426 560 23,1% 6,8 m. Alberghi e ristoranti 1.541 248,1 16,1% 7,3 n. Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni 520 83,7 16,1% 7,0 o. Att. imm., noleggio, informatica, ricerca, altre attività 731 117,8 16,1% 7,2 TOTALE 10.849 1.600 14,8% 6,7

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Le assunzioni di base In considerazione del fatto che il FG è costitutivamente rivolto alle

PMI, un altro elemento cruciale di tutta l’elaborazione sotto riportata riguarda l’identificazione del peso di tale categoria di imprese in relazione agli ambiti economici di rilievo dell’economia isolana. Ci si riferisce, in particolare, alla frazione di credito bancario dedicata alle PMI, alla quota di investimenti generata, all’occupazione assorbita, etc..

Fonti locali piuttosto lacunose. Si procede utilizzando i dati medi ISTAT

Si assume pertanto la seguente fondamentale ipotesi base: A3: Il peso delle PMI sulle variabili rilevanti per l’analisi è calcolato,

per settore di contabilità regionale, utilizzando i dati medi nazionali. La ripetizione dei valori all’interno dei macro-settori dipende dalla

metodologia di riparto dei valori del credito assistito dai Confidi A4: La valutazione degli impatti non tiene conto di costi opportunità

di qualsivoglia natura. Si suppone, cioè, che le risorse utilizzate per l’accensione del FG derivino dall’esterno e determinino, pertanto, uno shock esogeno per l’economia della Sardegna

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PMI/TOTALE su alcune variabiliSETTORE A D F VA RLD I INDUSTRIA 75 71 58 62 63 57 Industria in senso stretto 77 72 59 63 64 57 Estrazione di minerali 69 66 11 27 49 27 Industria manifatturiera 77 72 61 67 64 64 Industrie alimentari, delle bevande e del tabacco 82 77 68 72 68 75 Industrie tessili e dell'abbigliamento 85 82 74 77 77 76 Industrie conciarie, prodotti in cuoio, pelle e similari 92 90 83 85 85 81 Fabbr. pasta carta, carta; stampa ed editoria 81 77 66 67 67 68 Cokerie, raffinerie, chimiche, farmaceutiche 50 48 32 43 39 42 Legno, gomma, plastica e altre manifatturiere 87 84 80 82 78 82 Fabbr. prodotti lav. di minerali non metalliferi 79 75 69 67 67 68 Produzione di metallo e fabb prodotti in metallo 88 85 73 79 81 69 Fabb. macch, app. mecc., el. ed ottici; mezzi di

trasporto 65 60 52 59 54 55

Prod. e distrib. energia elettr., gas, vapore e acqua 28 26 27 21 22 29 Costruzioni 97 95 94 95 92 93 SERVIZI 80 67 74 72 62 64 Comm. al dett.; ripar. aut., motocicli etc 83 67 71 76 63 57 Alberghi e ristoranti 89 83 88 87 83 90 Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni 54 45 49 35 38 28 Att. imm., noleggio, informatica, ricerca, altre attività 78 61 80 80 61 80 TOTALE 81 72 71 72 66 65

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La delimitazione ambiti valutativi di interesse L’esplicitazione degli effetti diretti dell’intervento si

concretizzerà nella quantificazione delle “addizionalità creditizie” o extra-credito e dei risparmi in “conto interessi” che potranno prodursi nei bilanci delle PMI

Precisato questo importante aspetto, bisogna ora definire gli ambiti di interesse riguardo agli effetti indiretti (o sistemici) generati dall’attivazione del FG. E’ evidente, infatti, che le “addizionalità creditizie” e l’abbattimento del costo di approvvigionamento creditizio che si origineranno a livello regionale avranno importanti ripercussioni in termini di “addizionalità economiche”

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L’identificazione degli impatti diretti La quantificazione degli impatti sia diretti che indiretti

dell’accensione del FG è esercizio di particolare complessità incertezza intorno alla risposta del mercato a questo

strumento il legame fra il settore finanziario dell’economia e quello

reale non gode di nessun evidente consensus in letteratura

2 modalità estremali nell’uso delle nuove linee di credito A massimo effetto di spiazzamento rispetto alle vecchie

garanzie. i Confidi utilizzeranno il FG o per riassicurare linee di credito

precedentemente rilasciate (garanzia di secondo grado) o per co-garantire nuove linee di credito in sostituzione di vecchie. Gli impatti diretti dell’intervento si tradurrebbero esclusivamente in una riduzione dei costi di approvvigionamento finanziario

B nessun effetto di spiazzamento rispetto alle vecchie garanzie. In tal caso, l’addizionalità si tradurrebbe totalmente in nuove linee di credito.

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L’identificazione degli impatti diretti 1) Addizionalità creditizia: la convenienza dei Confidi a

spostare le risorse del FG verso la riassicurazione delle linee di credito in essere (caso in A) dipenderanno in maniera sostanziale dalle previsioni di crescita

5 scenari: economia fortemente recessiva. FG interamente dedicato

alla riassicurazione dei crediti in essere. Probabilità implicita 0,1

economia moderatamente recessiva. FG al 75% dedicato a riassicurare i crediti in essere e 25% a estendere credito. Probabilità implicita 0,15

economia stazionaria. FG al 50% dedicato a riassicurare i crediti in essere e 50% a estendere credito. Probabilità implicita 0,2

economica moderatamente espansiva. FG al 25% dedicato a riassicurare i crediti in essere e al 75% a estendere credito. Probabilità implicita 0,5

economia fortemente espansiva. Le risorse del FG sono al 100% dedicate a estendere le linee di credito. Probabilità implicita 0,05

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L’identificazione degli impatti diretti 2) Riduzione del costo di approvvigionamento del capitale

richiede una stima econometrico/statistica di alcune rilevanti elasticità. Zecchini e Ventura stimano che interventi della tipologia in oggetto, si traducono, in una riduzione del costo di approvvigionamento del credito bancario, coeteris paribus, in un range compreso tra il 16,08% e il 20,32%.

Tali valori, confermati in letteratura da altri autori sono anche pienamente coerenti con le ultime survey annuali della Federconfidi e con i report della ConfArt. Scegliamo prudenzialmente, il pavimento del 16,08%.

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Valori annuali attesi degli impatti diretti

SETTORE Δ CG

mil Euro Δ int

mil Euro Δ

CG/CT 1. INDUSTRIA (1.1+1.2) 332,2 -2,65 5,9% 1.1. Industria in senso stretto (1.1.1.+1.1.2+1.1.3) 199,9 -1,48 6,6% 1.1.1. Estrazione di minerali 2,1 -0,02 6,6% 1.1.2. Industria manifatturiera (a+b+c+d+e+f+g+h+i) 132,7 -1,11 6,6% a. Industrie alimentari, delle bevande e del tabacco 43,4 -0,31 6,7% b. Industrie tessili e dell'abbigliamento 7 -0,06 10,0% c. Industrie conciarie, prodotti in cuoio, pelle e similari 0,1 0,00 6,6% d. Fabbr. pasta carta, carta; stampa ed editoria 6,5 -0,05 6,7% e. Cokerie, raffinerie, chimiche, farmaceutiche 8 -0,07 6,6% f. Legno, gomma, plastica e altre manifatturiere 20,2 -0,18 6,6% g. Fabbr. prodotti lavorazione di minerali non metalliferi 19,4 -0,09 6,6% h. Produzione di metallo e fabbricazione prodotti in metallo 10,4 -0,17 10,9% i. Fabb. macch, app. mecc., el. ed ottici; mezzi di trasporto 17,7 -0,18 13,0% 1.1.3. Produzione e distrib. energia elettrica, gas, vapore e acqua 65,1 -0,35 9,1% 1.2. Costruzioni 132,3 -1,17 5,1% 2. SERVIZI (PRIVATI) (l+m+n+o) 567,9 -4,96 10,9% l. Comm.; ripar. aut., motocicli e di beni pers. e per la casa 315 -2,68 13,0% m. Alberghi e ristoranti 139,6 -1,27 9,1% n Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni 47,1 -0,41 9,1% o Att. imm., noleggio, informatica, ricerca, altre attività 66,2 -0,60 9,1% TOTALE (1 + 2) 900,1 -7,61

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Impatti diretti cumulati: extra-credito

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Impatti diretti cumulati: risparmi c/interessi

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Impatti indiretti: l’”addizionalità economica” L’identificazione degli impatti diretti costituisce un utile

punto di partenza; l’identificazione degli impatti diretti si presta prontamente a essere sfruttata nelle funzioni macroeconomiche di accumulazione di capitale fisico.

Due distinte letterature stima elasticità che lega nel lungo periodo il tasso di

interesse prevalente nei mercati finanziari e lo stock di capitale fisico. Guiso et al. ad esempio valutano che una riduzione strutturale del 16,06% del costo della provvista finanziaria si traduce, in media, in un aumento percentuale analogo di K nel lungo termine.

stima elasticità di lungo periodo fra variabili di approvvigionamento creditizio e realizzazioni di investimento da parte delle imprese. Sarno trova che per il caso delle imprese del Mezzogiorno, tale elasticità si presenta con una magnitudo compresa tra 0,36 e 0,55

Come passo dal lungo periodo al breve periodo? Ripartizione secondo una curva logistica degli impatti

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Impatti indiretti: l’”addizionalità economica”

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Impatti indiretti: l’”addizionalità economica” Necessità della quantificazione del valore di K (stock di capitale

fisico) a livello settoriale. Assenza di dati ufficiali Approssimazione di Harberger che, nell’ipotesi di invarianza

temporale del rapporto Capitale/Output, ottiene, per ciascun settore di contabilità regionale

dove It è il valore, al tempo t, dell’investimento in beni immobili strumentali, macchinari, impianti e automezzi. g è il tasso di crescita dell’output al tempo t e δ è il tasso di ammortamento. Entrambi i parametri sono stati ricavati dai dati della contabilità regionale. In considerazione della volatilità nel tempo, si sono utilizzate le medie 2000-2007.

Tutta una serie di elaborazioni che coinvolgono anche il VA, RLD, etc.

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Impatti indiretti: l’”addizionalità economica”

SETTORE g δ I K (mil E) INDUSTRIA 0,015 0,046 973 16.265 Industria in senso stretto 0,014 0,053 770 13.389 Estrazione di minerali 0,068 0,045 31 272 Industria manifatturiera 0,018 0,047 600 10.228 Industrie alimentari, delle bevande e del tabacco 0,004 0,045 126 2.593 Industrie tessili e dell'abbigliamento -0,011 0,047 9 253 Industrie conciarie, prodotti in cuoio, pelle e similari 0,013 0,042 0 3 Fabbr. pasta carta, carta; stampa ed editoria -0,011 0,051 18 446 Cokerie, raffinerie, chimiche, farmaceutiche 0,004 0,049 162 3.080 Fabbr. prodotti lavorazione di minerali non metalliferi 0,067 0,049 71 659 Prod. di metallo e fabb. prodotti in metallo 0,004 0,048 37 1.943 Fabb. macch, app. mecc., el. ed ottici; mezzi di trasporto 0,058 0,047 76 352 Legno, gomma, plastica e altre manifatturiere 0,032 0,047 101 899 Prod. e distrib. en. el., gas, vapore e acqua 0,002 0,046 140 2.889 Costruzioni 0,018 0,053 204 2876 SERVIZI 0,009 0,051 4.724 58.199 Comm; ripar. aut., motocicli e di beni pers. e per la casa 0,003 0,038 363 8.802 Alberghi e ristoranti 0,002 0,051 341 6.463 Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni 0,018 0,044 268 4.306

Att. imm., noleggio, informatica, ricerca, altre attività 0,006 0,050 2.166 38.628

TOTALE 0,007 0,049 5.698 74.464

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SETTORE INV

Iniziale Δ INV (2011)

% Δ INV/ INV Iniziale

1. INDUSTRIA (1.1.+1.2) 975 104 10,67% 1.1. Industria in senso stretto (1.1.1.+1.1.2.+1.1.3.) 771 85 11,02% 1.1.1 Estrazione di minerali 31 2 6,45% 1.1.2 Industria manifatturiera (a+b+c+d+e+f+g+h+i) 600 65 10,83% a. Industrie alimentari, delle bevande e del tabacco 126 16 12,70% b. Industrie tessili e dell'abbigliamento 9 1 11,11% c. Industrie conciarie, prodotti in cuoio, pelle e similari 0 0 0,00% d. Fabbr. pasta carta, carta; stampa ed editoria 18 3 16,67% e. Cokerie, raffinerie, chimiche, farmaceutiche 162 19 11,73% f. Legno, gomma, plastica e altre manifatturiere 71 5 7,04% g. Fabbr. prodotti lavorazione di minerali non metalliferi 37 10 27,03% h. Produzione di metallo e fabbricazione prodotti in metallo 76 4 5,26% i. Fabb. macch, app. mecc., el. ed ottici; mezzi di trasporto 101 7 6,93% 1.1.3. Produzione e distrib. energia elettrica, gas, vapore e acqua 140 18 12,86% 1.2. COSTRUZIONI 204 19 9,31% 2 SERVIZI (l+m+n+o) 3.138 362 11,54% l. Comm; ripar. aut., motocicli e di beni pers. e per la casa 363 52 14,33% m. Alberghi e ristoranti 341 40 11,73% n. Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni 268 28 10,45% o. Att. imm., noleggio, informatica, ricerca, altre attività 2.166 242 11,17% TOTALE (1 + 2) 4.113 466 11,33%

Impatti indiretti: l’”addizionalità economica”

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Impatti indiretti: l’”addizionalità economica”

Rapporto fra incremento di investimenti determinati dall’espansione del credito e incremento investimenti determinato da riduzione tassi di interesse